Notiziario ottobre 2012

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Sommario Editoriale

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Lettera dell’Ispettore

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Messaggio del Rettor Maggiore Programmazione Formazione

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Pastorale Giovanile

Animazione Vocazionale

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Animazione Missionaria/VIS» Associazioni

Comunicazione Sociale

Famiglia Salesiana

Dalle case salesiane Guardando altrove

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Direttore Responsabile

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Registrazione: Tribunale di Catania N. 15 dell’11-04-2008

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Felice Bongiorno

Redazione

Felice Bongiorno (coordinatore redazionale) Edoardo Cutuli Domenico Luvarà Giovanni Mazzali Marcello Mazzeo Antonino Rubino

Collaboratori

Vittorio Castiglione Domenico Paternò Salvatore Spitale Andrea Strano Antonio Villari

Direzione e redazione

Via Del Bosco, 71 - 95125 Catania Tel. 095 336369 Fax 095 339720 E-mail: insieme@sdbsicilia.org Sito web: www.sdbsicilia.org

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Scuola Grafica Salesiana Catania-Barriera

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In copertina Catania: Forum Educatori.


Si è da poco schiuso l’anno educativo e pastorale 2012-2013 all’insegna di grandi eventi e di significative realizzazioni. Il Forum Educatori, celebratosi a Catania la domenica 23 settembre, è stato un momento corale e fortemente partecipato ed ha rappresentato la presa di coscienza da parte di tutte le categorie di operatori della Proposta Pastorale e Formativa, sintetizzata nell’espressione felice di don Bosco “Felici nel tempo e nell’eternità”. L’esposizione sintetica della proposta stessa e il coinvolgimento da parte di tutti nei laboratori hanno efficacemente stimolato l’interesse e la responsabilità di tutti. “La «porta della fede» (cfr At 14,27) che introduce alla vita di comunione con Dio e permette l’ingresso nella sua Chiesa è sempre aperta per noi. È possibile oltrepassare quella soglia quando la Parola di Dio viene annunciata e il cuore si lascia plasmare dalla grazia che trasforma. Attraversare quella porta comporta immettersi in un cammino che dura tutta la vita” (Benedetto XVI, Porta Fidei, 1). Uno stimolo forte alla nostra identità e al nostro impegno cristiano ci viene direttamente dall’imminente inizio dell’anno della fede. Come suggeriscono le espressioni introduttive della lettera del Papa, si tratta di attivare una consapevolezza a tutto campo che tocca l’autenticità del nostro personale rapporto con Dio, la sensibilità ecclesiale, il pellegrinaggio della fede che dura una vita, i capisaldi dottrinali, la dottrina e la prassi. È una opportunità fortemente progettuale che offre innumerevoli spunti e percorsi pastorali e formativi per tutti i nostri ambienti e settori. Le celebrazione della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, appena conclusasi ha affrontato il tema “La Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”. Tale evento ha preceduto di pochi giorni l’inizio dell’anno della fede ed ha dato un impulso formidabile per affrontare il tema dell’aggancio della fede cristiana e della Buona Notizia del Vangelo di Gesù Cristo con gli uomini, le società e le culture di oggi. Così ha concluso Benedetto XVI l’omelia della messa di apertura del Sinodo il 7 ottobre scorso : “Lo sguardo sull’ideale della vita cristiana, espresso nella chiamata alla santità, ci spinge a guardare con umiltà la fragilità di tanti cristiaInsieme

ni, anzi il loro peccato, personale e comunitario, che rappresenta un grande ostacolo all’evangelizzazione, e a riconoscere la forza di Dio che, nella fede, incontra la debolezza umana. Pertanto, non si può parlare della nuova evangelizzazione senza una disposizione sincera di conversione. Lasciarsi riconciliare con Dio e con il prossimo (cfr 2 Cor 5,20) è la via maestra della nuova evangelizzazione. Solamente purificati, i cristiani possono ritrovare il legittimo orgoglio della loro dignità di figli di Dio, creati a sua immagine e redenti con il sangue prezioso di Gesù Cristo, e possono sperimentare la sua gioia per condividerla con tutti, con i vicini e con i lontani”. Percepiamo un richiamo forte sia ad una confessione esplicita della nostra fede nel mondo di oggi che l’impegno concreto, quotidiano, costante della testimonianza della carità, dell’amore. Un ulteriore punto di riferimento ecclesiale è la celebrazione dei 50 anni dall’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, l’11 ottobre 1962. Papa Giovanni XXIII, nel suo celebre discorso di apertura “Gaudet Mater Ecclesia” diceva tra l’altro: “[...] occorre che questa dottrina certa ed immutabile, alla quale si deve prestare un assenso fedele, sia approfondita ed esposta secondo quanto è richiesto dai nostri tempi. Altro è infatti il deposito della Fede, cioè le verità che sono contenute nella nostra veneranda dottrina, altro è il modo con il quale esse sono annunziate, sempre però nello stesso senso e nella stessa accezione”. Percepiamo che si tratta di un anno per molti aspetti straordinario nelle sue molteplici sollecitazioni, che sconfiggono atteggiamenti stanchi di assuefazione e di immobilismo che potrebbero rendere sterile questo formidabile impulso ecclesiale. Ci aiuta in senso positivo e propositivo a tutti i livelli la forte determinazione ad agire con mentalità progettuale, realizzando l’interpretazione comunitaria della missione e valorizzando l’impegno, la responsabilità e la disponibilità di tutti gli operatori. La condivisa consapevolezza della necessità di una ricerca appassionata e di un aggiornato impegno nel campo dell’educazione, riappropriandoci della quintessenza del Sistema Preventivo di don Bosco, ci guidino e ci orientino come Famiglia e come Movimento Salesiano. Do n Gi an n i Ma zz ali

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EDITORIALE

Editoriale


Messaggio del Rettor Maggiore

Convocazione del CG27

2 . 2 . 1 . L e t t e r a d i c o n v o c a z i o n e de l C G 2 7 Il nostro cammino verso il CG27 inizia con lo studio personale della lettera di convocazione del Rettor Maggiore e nel confronto comunitario sui suoi contenuti. Il tema del CG27 non è usuale; interpella in profondità la vita di ciascun confratello e di ogni comunità; rimanda alla radice evangelica della nostra vocazione; ci chiede di testimoniare il “meglio” e il “più”. Forse tale tema può apparire fin troppo arduo e impegnativo; ma ciò che è in gioco è appunto il futuro della vita consacrata, il suo “essere”, la sua identità. Qui si fonda l’esigenza di radicarsi in Cristo e nel vangelo; da qui nascono la visibilità, la credibilità e la fecondità della nostra vocazione. Ci sostiene la convinzione che la testimonianza della radicalità non è principalmente frutto del nostro impegno; è invece sovrabbondanza di grazia, eccedenza di gratuità, ricchezza di dono. Spesso possiamo sperimentare stanchezza oppure ci troviamo a vivere nella “routine”. Non tutti si sentono pronti per questa nuova avventura dello Spirito. Riuscirà questo tema del CG27 a smuovere l’inerzia della nostra vita? Lasciamo fare allo Spirito; Egli saprà fare nuovo il nostro cuore, infiammandoci con l’amore di Dio e risvegliando il noi “l’amore di prima” per il Signore Gesù. 2 . 2 . 3 . A r t i co l a z i o n e d e l t e m a d el C G 2 7 Studiando la lettera di indizione CG27, potremmo individuare numerose articolazioni per sviluppare il tema della testimonianza della radicalità evangelica. L’esperienza di questi anni ci induce a concentrare

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l’attenzione su alcune priorità e a non disperderci. Per questo abbiamo individuato tre nuclei tematici, che vengono proposti alle comunità salesiane e soprattutto ai Capitoli ispettoriali. Tali nuclei fanno riferimento a ciò che deve caratterizzare il salesiano del futuro; come il Rettor Maggiore si esprime nella lettera di indizione, egli è chiamato a essere mistico, profeta, servo; ciò vale anche per la comunità salesiana. In questa lettera la mistica, la profezia e il servizio sono collegati agli aspetti fondamentali della nostra consacrazione apostolica, ossia all’esperienza spirituale, alla vita fraterna in comunità, alla missione giovanile. Perciò riferendoci ai Salesiani, parleremo di mistici nello Spirito, profeti della fraternità, servi dei giovani. Innanzitutto sviluppando ognuno di questi tre nuclei, la prospettiva fondamentale da tenere presente è quella della testimonianza della radicalità evangelica. Si tratta di individuare i segni che li rendono visibili; dobbiamo infatti offrire una bella testimonianza della nostra vocazione, una testimonianza che sia affascinante, attraente, gioiosa, sapendo che il suo fascino è il Signore Gesù. È importante poi non perdere di vista la “radicalità evangelica” di questi nuclei; si tratta di tornare alla radice della vocazione. La vita consacrata è alla ricerca di un “più” da vivere, di un “oltre” da esprimere, di un “meglio” da proporre. Il “meglio” non è l’ordinario; il “meglio” è il “più”. Inoltre, dovremo tener presente che questi tre nuclei esprimono al completo la nostra vocazione. Non si può perciò dimenticare che la testimonianza della radicalità evangelica non è principalmente un nostro impegno, ma è una chiamata; Dio stesso ci ha chiamati a dare testimonianza della radicalità evangelica; la testimonianza non è un vanto o un privilegio, non è frutto del nostro sforzo umano e o di una nostra scelta; è principalmente grazia e dono; è vocazione. È una vocazione che ci chiede risposta fedeInsieme


le, gioia di espressione, grazia di unità nel vissuto personale e comunitario. Infine nei tre nuclei occorre avere attenzione a sviluppare la salesianità della testimonianza della radicalità evangelica, ossia ciò che è specifico per noi salesiani nel dare testimonianza di radicalità evangelica, ciò che ci distingue da altre forme di vita consacrata. Il motto “lavoro e temperanza” è una espressione salesiana visibile di radicalità evangelica, come dice il sogno dei dieci diamanti. Tocca perciò a noi approfondire gli aspetti salesiani della mistica, della profezia e del servizio. Mistici nello Spirito. A Dio che ci ha scelti, ci ha chiamati e ci ha riservati a sé, noi rispondiamo con una dedizione totale ed esclusiva. Il primato di Dio, che nasce dalla libera e amorevole iniziativa di Dio nei nostri confronti, si traduce nell’offerta incondizionata di noi stessi. Il nostro desiderio di autorealizzazione si esprime nel dono di noi stessi. L’amore è la misura del nostro dono e la misura dell’amore è di essere senza misura. Immersi nel lavoro, spesso corriamo il pericolo di trascurare Dio; non siamo capaci di equilibrare i nostri impegni; il lavoro rischia di allontanarci da Dio. Per vocazione siamo “alla ricerca di Dio” e “alla sequela di Gesù”. La nostra vocazione affonda le sue radici nel vangelo; è il vangelo ciò che dà fascino e bellezza alla nostra vocazione. Solo nella forza dello Spirito possiamo vivere questa chiamata; è Lui che nella storia della Chiesa attrae sempre nuove persone a percepire il fascino di una scelta tanto impegnativa; è Lui che ha suscitato Don Bosco, al cui progetto apostolico abbiamo aderito con la professione religiosa. Profeti della fraternità. La fraternità vissuta in comunità è una forma alternativa di vita, è proposta contro-culturale, è quindi profezia. L’individualismo diffuso, l’esclusione sociale, l’omologazione culturale sono sfide a cui la comunità salesiana risponde, mostrando che è possibile vivere da fratelli, condividere la vita e comunicare in profondità. C’è il rischio che in comunità viviamo ignorandoci. Vivere insieme in comunità è principalmente vocazione e non scelta Insieme

o convenienza: siamo convocati da Dio. La fraternità trova espressioni feconde nel dono; essa richiede di scoprire la gratuità e la relazionalità. I giovani che si avvicinano alla vita consacrata sono affascinati dal modo di vivere la fraternità. Essa testimonia che anche in comunità internazionali è possibile lavorare insieme con un progetto apostolico condiviso. Le diversità costituiscono una ricchezza da riconoscere e accogliere anche nelle comunità educative pastorali, in cui sono coinvolti a vivere e operare insieme diverse vocazioni. La fraternità mostra il volto della Chiesa, casa della comunione. Servi dei giovani. Tutta la nostra vita è dedizione ai giovani, specialmente i più poveri; è dedizione alla causa del vangelo. La nostra dedizione ai giovani e al vangelo si radica nella chiamata di Dio e nella nostra dedizione totale ed esclusiva a Lui. Il dono più bello che possiamo offrire ai giovani è la possibilità di incontrare il Signore Gesù; è la proposta di un’educazione che si ispiri al vangelo e che apra ai giovani “la porta della fede”. Talvolta c’è il rischio che ci sentiamo più padroni, che servi; che siamo più servi delle opere, che dei giovani e del vangelo. Ci dedichiamo alla missione “con operosità instancabile, curando di fare bene ogni cosa con semplicità e misura” (Cost. 18), sull’esempio del Signore Gesù che “come il Padre opera sempre” e a imitazione di Don Bosco che si è speso “fino all’ultimo respiro”. Il lavoro apostolico richiede talvolta rinunce, fatiche e sacrifici, che hanno senso se finalizzate a un bene più grande: “la gloria di Dio e la salvezza delle anime”.

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Lettera dell’Ispettore

Siamo uomini di progetto perchè siamo uomini di fede

Cari Amici tutti, riprendiamo il contatto con i Lettori di Insieme con questo nuovo numero che intende anche orientare ed infondere entusiasmo nell’intraprendere i programmi e le iniziative del nuovo anno educativo e pastorale 2012-2013. L’Editoriale ha già indicato i grandi eventi e i grandi temi che ci orienteranno e ci stimoleranno nei mesi a seguire. Mi permetto di riproporre dalla pagine di questa Rivista che si rivolge a tanti operatori nell’ambito della Famiglia e del Movimento Salesiano le parole programmatiche che rivolgevo ai confratelli in occasione della Programmazione annuale e che ho ribadito nell’ultima lettera ai confratelli e alle comunità. “Abbiamo terminato un anno di lavoro intenso e segnato anche da tanti chiaroscuri a livello europeo, nazionale, regionale e ispettoriale. Molti di noi hanno vissuto la grande ed intensa gioia del Pellegrinaggio al Colle Don Bosco e a Torino, con cui abbiamo voluto siglare il primo anno di cammino verso le celebrazioni del Bicentenario della nascita di Don Bosco che si svolgeranno dall’agosto 2014 all’agosto 2015! Avremmo voluto essere tanti di più, ma i presenti, circa 160, hanno rappresentato in modo vivo, sereno e partecipato tutta l’ispettoria nelle sue più svariate componenti. La Sicilia salesiana, giovanilmente chiassosa, ha strappato un sorriso di simpatia ai Torinesi che, più compassati, passeggiavano il sabato pomeriggio per via Garibaldi! Iniziamo a sfogliare la nuova Agenda e a guardare in avanti con senso del concreto,

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con fiducia e soprattutto sorretti dalla “grande speranza” che, nonostante le più palesi contraddizioni non viene mai meno. Abbiamo bisogno di concorrere tutti a mantenere unito e compatto il tessuto della nostra grande famiglia. L’anno che lasciamo si è contraddistinto anche per problemi che in certi momenti sembravano soffocarci, renderci impotenti. In qualche momento può anche essersi insinuato un senso di fatalità, di sconfitta. Oggi siamo qui insieme a testimoniare in primo luogo la volontà, mi verrebbe da dire la caparbietà, la temerarietà così caratteristica di Don Bosco, di esserci, di fare la nostra parte, di dare il nostro apporto convinto e generoso in questo nostro tempo, in questa stagione della storia che rappresenta per ciascuno di noi una occasione ed una sfida. Non ci lamentiamo dei mali di questa nostra pagina di storia. Ci sentiamo umilmente orgogliosi di collaborare a scrivere nuove pagine di impegno educativo, di nuovi e coraggiosi cammini di evangelizzazione, di frontiere sociali al cui snodo ci attendono tanti ragazzi e tanti giovani. Mi permetto in primo luogo di ribadire con voi una strategia che mi ha accompagnato fin dal mio primo approdo nell’isola del sole. È stato evidente in questi anni lo sforzo di lavorare con mentalità progettuale guidati dal Progetto Sessennale 2008-2014 e dal POI (Progetto Organico Ispettoriale) frutto del lavoro di un progetto condiviso, in cui ognuno ha ruoli e compiti da svolgere, riconoscendo il protagonismo altrui, sia dei confratelli che dei laici del Capitolo Ispettoriale 2009-2010. Negli ultimi quattro anni, annualmente, abbiamo lavorato aiutati anche dall’impulso della Strenna del Rettor Maggiore che, nei vari anni, ha man mano sottolineato le tematiche e le linee di azione del CG26. Insieme


Credo sia importante che, tramite vostro, i più siano consapevoli di questo grande sforzo che richiede una costante capacità di confronto, di dialogo, di programmazione e di verifica. Stiamo combattendo contro l’approssimazione, l’assuefazione, l’assopimento, lo stanco adeguarsi per mettere in evidenza un desiderio nuovo, lo sforzo di una riconversione spirituale e pastorale, l’ansia e l’entusiasmo di realizzare una nuova stagione di educazione e di evangelizzazione. Soprattutto siamo consapevoli delle insidie dell’autoreferenzialità e dell’autolesionismo. Non siamo depositari di un messaggio “nostro” che fa ruotare giovani ed adulti attorno alla nostra persona. Lavoriamo insieme in comunità con la buona volontà e la consapevolezza di non doverci fare del male, con atteggiamenti scettici, negativi, laceranti, ma piuttosto con l’apprezzamento reciproco, l’evidenziare il bene, il perdono, la misericordia, la tenerezza, la carità che ha un valore ed una dimensione di eternità. È vero che stiamo vivendo un tempo di grandi problemi, di crisi finanziaria, di incertezza istituzionale, di confusione nella politica e nelle istituzioni regionali, di evidenti difficoltà anche al nostro interno. Ma non ci è consentito come credenti in Cristo e come figli di Don Bosco di essere pessimisti. I chiaroscuri della scena contemporanea, le delusioni esterne ed interne, le meschinità, le contraddizioni non scalfiscono la “grande speranza” che sostiene la nostra vita e il nostro impegno. Siamo uomini di progetto perché siamo uomini di fede e non anneghiamo nella presunzione che la salvezza dipenda dalla nostra rettitudine o sia compromessa dai nostri limiti e dai nostri peccati. “Vicit gratia Dei”, lo dobbiamo dire e gridare con Agostino, con quella consapevolezza esperienziale che lo ha guidato a lasciarsi conquistare dalla grazia di Dio. Dio è la garanzia del nostro progetto e la certezza incrollabile della salvezza del mondo. Siamo ottimisti con la fede provata e sofferta del nostro Padre comune Don Bosco Insieme

che è vissuto in un mare di guai, con nemici e delusioni dentro e fuori, con umiliazioni devastanti, ma con la temerarietà e la caparbietà della grande speranza, contro le piccole effimere speranze che ingoiano e deludono. “La nuova evangelizzazione è il nome dato a questo rilancio spirituale, a questo avvio di un movimento di conversione che la Chiesa chiede a se stessa, a tutte le sue comunità a tutti i suoi battezzati (…) Il Vangelo è il sempre nuovo annuncio di salvezza operata da Cristo per rendere l’umanità partecipe del mistero di Dio e della sua vita di amore ed aprirla ad un futuro di speranza affidabile e forte” (Instrumentum Laboris, Sinodo dei Vescovi XIII Assemblea Ordinaria, “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”, n. 88). A questa profonda esigenza di rilancio e a questo auspicato movimento di conversione fa eco il nostro POI 2010: “Per le nostre comunità si apre una nuova era segnata dal definitivo abbandono di una pastorale della conservazione, per una convinta e profonda “conversione pastorale” che dia priorità all’esperienza della fede in Gesù Cristo, fondata sulla centralità della Parola di Dio e mediata dall’azione missionaria della comunità cristiana” (POI 2010 n. 6.1, pag. 45). Il Vangelo della gioia che noi comunichiamo ai giovani si radica nella gioia e nella pace di una vita consegnata a Dio. Che lo Spirito ci guidi verso coraggiosi cammini di donazione di impegno. La Vergine, serva e regina e Don Bosco, padre e ispiratore ci guidino a quella gioia che nessuno ci può togliere”. In questo spirito auguro a tutti un anno di sereno e fattivo impegno, consapevoli che Don Bosco ci vuole “felici nel tempo e nell’eternità”.

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Visita straordinaria

Saluto ufficiale dell’Ispettore a Don Frisoli

Caro Don Pier Fausto, a nome dei direttori qui presenti ed anche dei membri del Consiglio ispettoriale ti do il benvenuto in terra di Sicilia come Visitatore straordinario e Delegato del Rettor Maggiore. Ti accogliamo come Don Bosco in mezzo a noi e riconosciamo in te l’autorevolezza e il ruolo di governo e di animazione del 9° successore di Don Bosco, Don Chavez. Siamo contenti che tu, dopo sei anni, ritorni a fare visita a questa ispettoria che continua a rendere vivo il carisma di Don Bosco nelle comunità e nelle opere che la costituiscono. Ti renderai conto che alcune cose sono cambiate, che alcune comunità sono state chiuse, che il fronte è stato ridotto, tenendo presente anche la riduzione numerica dei confratelli il cui numero si attesta oggi sui 225, mentre in occasione della tua prima visita superava le 250 unità. Ti manifestiamo la nostra disponibilità al dialogo, al confronto sereno e sincero perché tu possa vedere, giudicare e orientare

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é Catania: Don P. F. Frisoli.

questo lembo di terra italiana e di Congregazione. Con noi sono anche aperti e disponibili i numerosi laici che condividono la missione salesiana nei ruoli più diversi e specialmente quelli tra loro che sono direttamente e personalmente responsabili di una intera opera. Non ti nascondiamo la fatica di questi anni contraddistinti da una crisi finanziaria dell’ispettoria che si è poi aggravata nell’ambito di una crisi che coinvolge l’Italia, molti paesi d’Europa ed anche paesi di altri continenti. Ci sentiamo a volte smarriti, incerti per l’incalzare dei problemi che sembrano crescere ed accavallarsi. Talvolta siamo anche stati tentati di perdere la fiducia e di lasciarci andare. Ti vogliamo dire che siamo ancora qui in frontiera, in questa nostra terra così bella e travagliata, sorretti dalla fede, che ci rende ottimisti e dalla consapevolezza che oggi più che mai c’è bisogno del dono che Dio ha fatto alla chiesa in Don Bosco per i giovani, specialmente i più bisognosi. Pur consapevoli delle forze limitate, con una visione aperta e ricca di speranza, guardiamo al futuro e se sentiamo l’urgenza di ridimensionarci, percepiamo che lo facciamo in vista della missione. Il Bicentenario nella nascita di Don Bosco ci sta indicando un percorso e soprattutto ci stimola a ricollocarci per rinnovarci nella nostra identità e nella nostra missione. Come responsabili delle comunità e delle opere vogliamo rinnovare la nostra dedizione e la nostra fedeltà a Cristo Salvatore, alla Chiesa e a Don Bosco. Affidiamo con te a Maria questa Visita, certi che guardando a Lei, Madre e Maestra, sapremo capire quello che Dio vuole da noi oggi. Grazie per essere tra noi con l’augurio più affettuoso e fraterno.

Catania, 24.09.2012 Insieme


Programmazione direttori ed economi

Nella giornata del 29 settembre si è dato inizio alla Programmazione ispettoriale dell’anno educativo e pastorale 2012-2013 con un primo incontro, dalle ore 10 alle ore 13.30 che ha avuto come protagonisti i direttori e gli economi delle comunità. Dopo la preghiera l’ispettore ha aperto i lavori con un intervento introduttivo nel quale tra l’altro ha detto: “Viviamo consapevoli della serietà di una situazione economica e finanziaria che ad ogni momento potrebbe degenerare e metterci in serie difficoltà, ma nello stesso tempo ogni giorno con determinazione cerchiamo le soluzioni possibili per continuare ad essere significativi nella Chiesa e nella società. Queste mie parole introduttive intendono pertanto prendere atto degli sforzi che si stanno facendo, dell’immane lavoro di contenimento che viene richiesto ogni giorno, evidenziando che vi sono confratelli che stanno portando un peso che talvolta può sembrare addirittura eccessivo. La stessa scena nazionale ci dice quante diverse interpretazioni vengono date allo sforzo sincero degli attuali governanti per superare la crisi! Sono qui a chiedere espressamente comprensione, prudenza, solidarietà e senso di famiglia. Il disfattismo e la sfiducia non ci portano lontano, anzi ci fiaccano, ci deludono, ci indeboliscono e soprattutto scoraggiano chi invece, nonostante tutto sta sul fronte a combattere. Ci fu un momento in cui parve che anche gli Apostoli volessero lasciare Gesù, delusi e sconfortati. È stato il coraggio emotivo e forte di Pietro che li ha portati a resipiscenza e ad accettare l’impopolarità e l’abbandono delle folle. Anche nelle nostre file abbiamo bisogno di confratelli come Pietro che vanno al sodo, che non perdono l’essenziale annegando nei dettagli e soprattutto che alimentano la fiducia e la capacità di ripresa”. I lavori hanno visto in primo luogo l’intervento della Prof. Dott. Elisa Ferrari che ha presentato la situazione dei bilanci della comunità, ha indicato alcuni elementi più significativi e soprattutto ha evidenziato la necessità urgente di iniziare a lavorare con il metodo del bilancio preventivo. Insieme

Successivamente è intervenuto l’ing. Costanza Giovanni che ha relazionato sulla situazione degli immobili e sul delicato tema dell’accatastamento e delle difficoltà riscontrate nel realizzare il progetto della ristrutturazione degli enti. Il Sig. Aldo Cultrera ha fatto un quadro della situazione degli impianti del fotovoltaico, sottolineando in particolare la necessità che si rafforzi un movimento di collaborazione tra le comunità e il monitoraggio del centro ispettorale. Nel pomeriggio i lavori sono continuati con i soli direttori con un programma che ha visto prima l’intervento dell’Ispettore, del Vicario, del Delegato di PG e del Delegato della Famiglia Salesiana e delle Associazioni. Ogni delegato di settore ha fatto una presentazione sintetica della programmazione così come è stata presentata nell’Agenda ispettoriale 2012-2013. L’ispettore ha fatto un quadro degli eventi del prossimo anno sociale secondo queste linee: 1. Gli elementi progettuali del 2012-2013 «In primo luogo la nostra attenzione si concentra, in questo secondo anno di preparazione al Bicentenario, sulla figura di Don Bosco educatore. La nostra proposta educativa integrale si realizza nell’offrire ai giovani il Vangelo della gioia, la salvezza di Cristo che si realizza nella storia e che si proietta nell’eternità. In questo senso lo slogan: “Felici nel tempo e nell’eternità”. Ci sentiamo in questo modo pienamente inseriti nello sforzo della Chiesa italiana di “Educare alla vita buona del Vangelo. Il secondo elemento progettuale è l’anno della fede indetto da Benedetto XVI, per un rinnovamento profondo verso una professione di fede “individuale e collettiva, libera e cosciente, interiore ed esteriore, umile e franca” e verso un rinnovato impegno di testimonianza e di annuncio attraverso i percorsi e le dinamiche di una nuova evangelizzazione. Il terzo elemento progettuale è l’iter di preparazione al CG27 che ci invita ad approfondire la nostra identità di “Testimoni della radicalità evangelica”. Il cammino di prepara-

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PROGRAMMAZIONE

Programmazione Ispettoriale


PROGRAMMAZIONE

zione prevede un cammino di conversione individuale e comunitaria, verificando gli elementi positivi e le sfide della nostra identità di “Mistici nello spirito, di Profeti nella fraternità e di Servi dei giovani”. La prospettiva del CG27 diventa una occasione, uno stimolo, una guida ad approfondire alcuni tratti fondamentale della nostra identità vocazionale. La nostra riflessione aperta ed impegnata avrà immediati riscontri positivi nel tessuto ispettoriale e concorrerà ad una riflessione feconda ed incarnata a livello di Congregazione mondiale». 2. La Visita Straordinaria del Visitatore Don Pier Fausto Frisoli, Delegato del Rettor Maggiore. 3. La preparazione e celebrazione del Capitolo Ispettoriale. Nel concludere il suo intervento l’ispettore sottolineava: “Il Vangelo della gioia che noi comunichiamo ai giovani si radica nella gioia e nella pace di una vita consegnata a Dio. Che lo Spirito ci guidi verso coraggiosi cammini di donazione di impegno. La Vergine, serva e regina e don Bosco, padre e ispiratore ci guidino a quella gioia che nessuno ci può togliere.

Programmazione ispettoriale di PG Giovedì 30 agosto 2012 a Zafferana Etnea si è tenuta la programmazione ispettoriale di Pastorale Giovanile per il settore Oratorio, Parrocchia, Formazione Professionale e Scuola. I destinatari dell’incontro sono stati: – per il settore Oratorio/Parrocchia: Parroci, Incaricati di Oratorio (SDB e laici), 2 catechisti, 2 animatori di gruppo, 1 allenatore. – per il settore Scuola: Preside, Catechista, Membri dell’equipe Pastorale (dove non c’è l’equipe sono invitati tutti coloro che si occupano della formazione umana/religiosa dei ragazzi: buongiorno, ritiri, gruppi) – per il settore Formazione Professionale: Direttore del centro, Catechista, Consigliere Membri dell’equipe Pastorale (dove non c’è l’equipe sono invitati tutti coloro che si occupano della formazione umana/religiosa dei ragazzi: buongiorno, ritiri, gruppi). Hanno partecipato 200 persone tra salesiani e laici condividendo un momento importante di conoscenza, di preghiera e di formazione permanente. Il tema generale dell’incontro era la presentazione e l’approfondimento della proposta Pastorale del nuovo anno educativo. Dopo la preghiera iniziale, l’ispettore ha tenuto una relazione sugli atteggiamenti, le motivazioni, le strategie necessarie nel contesto sociale odierno per essere educatori ed evangelizzatori secondo il cuore di don Bosco.

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Dopo la relazione di don Gianni, il delegato di Pastorale Giovanile, don Marcello, ha presentato la finalità e gli obiettivi della proposta pastorale dell’anno indicando anche le strategie e le iniziative attraverso le quali rendere concrete le finalità e gli obiettivi che il consiglio ispettoriale e l’equipe della Missione Salesiana hanno affidato al lavoro della nostra ispettoria. Sono stati anche individuati alcuni elementi importanti che a fine anno saranno oggetto della verifica ispettoriale, in modo tale da sapere fin dall’inizio quali sono i più importanti aspetti da approfondire lungo l’anno. Subito dopo, sono intervenuti i singoli delegati dei vari settori della PG, don Domenico Luvarà per l’Animazione Vocazionale e l’Animazione Vocazionale, don Edoardo Cutuli per le Associazioni del Tempo Libero e per gli Oratori a Conduzione Laicale. Successivamente, sono stati presentati i principali eventi dell’anno attorno ai quali concentrare le nostre migliori energie ispettoriali e locali e alcune informazioni utili. Sono stati consegnati a tutte le opere i vari sussidi utili per la realizzazione locale degli obiettivi formativi: agenda dell’ispettoria, sussidi nazionali MGS per le diverse fasce di età, le vite dei giovani con studio di don Giraudo per gli educatori. L’incontro si è concluso con il pranzo. Don Ma r c e ll o M a zze o Insieme


Settore emarginazione e disagio

L’incontro del 31 agosto nella sede ispettoriale ha visto la partecipazione di quasi tutti gli operatori nel mondo dell’emarginazione e disagio che sono collegati con l’Ispettoria Salesiana Sicula e l’Associazione SCS. L’ordine del giorno si presentava molto semplice e praticamente monografico: discussione e verifica della versione abbreviata e aggiornata del Progetto Emarginazione e Disagio, già prodotto da alcuni anni, ma non utilizzato in modo programmatico e capillare. L’ispettore ha introdotto l’incontro ringraziando i partecipanti per la loro presenza e informando il gruppo dell’avvicendamento nel ruolo di Delegato ispettoriale del settore in seguito alla nomina di Don Giovanni D’Andrea a Delegato nazionale del Settore Emarginazione e Disagio e del Settore Parrocchie Oratori. Rivolge un ringraziamento a Don Giovanni per l’ottimo lavoro di coordinamento svolto, anche in collegamento con l’SCS che ha portato, in collaborazione con il Delegato di Pastorale Giova-

nile, alla costituzione della Federazione SCS Sicula. L’ispettore invita i partecipanti a far pervenire il loro parere in riferimento alla nomina del nuovo Delegato ispettoriale. Successivamente ci si è impegnati fino a tarda serata nel leggere, verificare e all’uopo modificare la varie parti del progetto. La bozza revisionata opportunamente sarà ripresa dall’Equipe della Missione Salesiana e poi presentata al Consiglio ispettoriale per la definitiva approvazione. Tutti hanno partecipato attivamente con osservazioni, integrazioni e modifiche per rendere lo strumento più aggiornato e più duttile alle sfide. Da queste pagine rinnoviamo il nostro ringraziamento a Don Giovanni per la competenza e la dedizione con cui ha svolto il suo ruolo di delegato ed anche di membro esterno dell’Equipe della Missione. Lo attendono responsabilità di più ampio respiro nel coordinamento del settore a livello di CISI e, ne siamo certi, anche la Sicilia potrà trarne vantaggio a livello di stimoli e di più efficaci sinergie.

Formazione

Rinnovo delle professioni

Il giorno 30 agosto, alle ore 9.30, presso la cappellina dell’Hotel Emmaus di Zafferana, in occasione della programmazione ispettoriale, è avvenuto il rinnovo della professione religiosa di alcuni di noi, giovani confratelli, alla presenza di tutti i confratelli, di alcuni laici e giovani e alla presenza dell’Ispettore Don Gianni Mazzali che, oltre a presiedere la Celebrazione Eucaristica, faceva le veci del Rettor Maggiore. Tra questi giovani confratelli vi erano: Arnaldo Riggi (comunità degli studenti teologi a S. Tommaso) e Vincenzo Timpano (nella Comunità di Ranchibile), i quali si avvicinano alla ProInsieme

fessione Perpetua, il sottoscritto Alfredo Michele Calderoni (primo anno di tirocinio a Messina-Giostra) e, qualche mese prima, anche il giovane salesiano Cristian Filippo Scuderi, attualmente studente di Teologia. Il rinnovo della professione religiosa diventa sempre un momento bello ed emozionante sia per chi professa che per chi vi partecipa poiché diventa l’occasione per rinnovare il proprio “Si” al Signore, ai fratelli e ai giovani verso i quali Egli ci invia. È il rinnovo di quell’Amore che permette di dilatare ancor di più le corde del nostro cuore, alimenta lo slancio missionario e l’intimità con il Signo-

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FORMAZIONE

Programmazione Ispettoriale


FORMAZIONE

re Gesù obbediente, povero e casto. Diventa anche occasione per ritornare alla Sorgente e Rigenerarci, trovare ristoro per ripartire con il cuore del Buon Pastore, essere “segni e portatori del Suo amore ai giovani” come e con Don Bosco. È il rinnovo di un “mistero di alleanza battesimale” che tocca l’intimità di chi, senza riserve, vuole offrire la propria vita al Signore per metterla al Suo servizio e al servizio dei giovani e della Congregazione. È anche l’incontro più intimo tra il Creatore e la sua creatura nella quale lo Spirito Santo dona al consacrato la luce e la forza per camminare e progredire nel suo cammino di santificazione individuale e comunitaria. È con gioia allora che si vive questo momento. Quella Gioia intima ma profonda che “invade l’animo del suo consacrato” e che proviene dall’incontro costante

con il Signore Risorto. È bello allora, in conclusione, leggere questa giornata e quest’avvenimento alla luce dell’articolo 22 delle nostre Costituzioni che dice “ogni chiamata manifesta che il Signore ama la Congregazione, la vuole viva per il bene della sua Chiesa e non cessa di arricchirla di nuove energie apostoliche” e questa è la dimostrazione che il Signore continua a farsi presente nella nostra Congregazione, nelle nostre vite, tra i nostri giovani chiamando ancora a sé nuove e sante vocazioni. Affidiamo dunque alla Vergine Ausiliatrice questi giovani che, coraggiosamente, seguono il Signore e preghiamo per quelli che, pur sentendo la chiamata del Signore, sono ostacolati o non si sentono mai abbastanza pronti a seguirLo. A lf r e d o M i c h e l e C a l d e r on i

Sulle orme del Buon Pastore

Quinquennio Nazionale

Dal 19 al 23 agosto, presso la casa di spiritualità “Mondo Migliore” di Rocca di Papa (RM), si è tenuto l’incontro nazionale dei confratelli sacerdoti e coadiutori quinquennisti. Gli incontri formativi si sono snodati sul tema del Buon Pastore che hanno avuto come relatori Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo di Ancona – Osimo, che ha tratteggiato la dedizione del Buon Pastore per la vita buona; Don Michele Molinar sdb, Direttore – Parroco di Cuneo, che ha presentato la figura di San Francesco di Sales come un pastore mite, ottimista e coraggioso; Mons. Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni Sociali della CEI, che ha trattato il tema del Buon Pastore nella rete e nell’era digitale. L’ultimo incontro si è svolto nella sede di Radio Vaticana incontrando l’equipe della Sala Stampa della Santa Sede. Non sono mancati, naturalmente, i momenti di confronto tra giovani confratelli e formatori, così come i momenti di fraternità e di distensione, vissuti nello spirito di famiglia tanto caro a Don Bosco. Ciò che ha caratterizzato questo evento nazionale è stato l’orizzonte entro cui la Chiesa si sta muovendo, e cioè il 50° del Concilio Ecumenico Vaticano II e il Sinodo nella nuova evangelizzazione.

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Insieme


Profondamente grati al Signore e con indicibile gioia giorno 8 settembre 2012, assieme ad altri dieci novizi, siamo stati accolti nella famiglia dei salesiani di Don Bosco. Quel giorno ci siamo ritrovati insieme alla fine di un intenso anno di noviziato, vissuto in due luoghi diversi (Don Francesco a Catania, Marco a Genzano di Roma) ma in comunione di spirito e di preghiera.

La nostra prima professione religiosa, avvenuta nella parrocchia di Genzano di Roma, è stata accolta dal Rettor Maggiore Don Pascual Chavez Villanueva. La sua presenza, assieme a quella del nostro ispettore, di decine di altri salesiani, di parenti e amici è stata per noi un ulteriore motivo di gioia. Il Rettor Maggiore, durante l’omelia, ci ha ricordato che con la nostra professione religiosa non confessiamo una dottrina o una etica o una liturgia, ma facciamo profes-

Insieme

sione di amore. Infatti testimoniamo pubblicamente di essere persone amate da Dio, credendo di essere amati dall’Amore che mai delude. Volendo poi sottolineare l’importanza della centralità di Cristo nella vita consacrata, ha affermato che «non ci facciamo salesiani per fare delle cose, seppur buone e attraenti. Scegliamo di essere salesiani “a causa” di Qualcuno che ci ha amato per primo e che infine ci ha invitato a seguirlo». Siamo molto riconoscenti a tutti voi per la preghiera con cui ci avete accompagnati, e vi chiediamo di continuare a farlo perché

possiamo essere, sull’esempio di Don Bosco, portatori dell’amore di Dio ai giovani. Entrano in noviziato Gabriele Cardaciotto (Messina) e Andrea Palma (Piazza Armerina). Ringraziandovi di cuore vi abbracciamo fraternamente in Cristo, D o n F ra n ce sc o e Ma rc o

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FORMAZIONE

Professione religiosa a Genzano


PASTORALE GIOVANILE

Esperienze Ispettoriali

Diario di Bordo della PG

Si è conclusa l’estate e con essa anche le tante esperienze offerte ai nostri ragazzi, adolescenti e giovani. Dal 13 al 15 giugno ha avuto luogo il Campo Ragazzi, presso la casa salesiana di Montagna Gebbia (Piazza Armerina). Un folto gruppo di partecipanti, più di cento, ha potuto sperimentare con formazioni, giochi, fraternità, ecc… cosa voglia dire “Stupirsi”, restare affascinati dall’immenso Amore che Dio ha per noi e che mostra attraverso i suoi doni (natura, famiglia, amicizie). In una tre giorni davvero speciale, dal 15 al 18 giugno, si è svolto il Campo Vocazionale per gli adolescenti, presso la casa di spiritualità Casa Tabor (Sant’Alfio). Un gruppo di adolescenti hanno vissuto un’esperienza di crescita personale e di fede molto intensa, i cui capisaldi sono stati senza dubbio la preghiera, la formazione e il discernimento vocazionale. Nella prima metà di luglio si sono tenuti vari campi delle associazioni del tempo libero, dei quali troverete un articolo di approfondimento. Qui li presento sinteticamente. Dal 28 giugno al 1° luglio a Taormina una cinquantina di giovani hanno partecipato al campo animatori e tecnici del CGS. Dal 7 al 13 luglio a Gambarie il campo PGS Mini e propaganda e a seguire il campo PGS Under 14.

rituale, dei ragazzi, giovani e famiglie del luogo. Dal 2 al 12 agosto, una trentina di giovani, hanno vissuto l’esperienza del campo lavoro nelle zone colpite dal terremoto in E m i l i a. In dialogo e collaborazione con i terremotati hanno condiviso i momenti di precarietà e di gioia, animando i ragazzi e giovani della zona e dando una mano alla Caritas della zona nell’accoglienza e nel sostegno a queste persone disagiate. Il tutto condito da una forte esperienza di condivisione nello stile della preghiera e della vita comunitaria Dal 5 al 12 agosto, a Casa Tabor, una diecina di giovani si sono cimentati in un campo lavoro e preghiera. La giornata scandita da momenti di intenso impegno lavorativo è stata condita con altrettanta preghiera, personale e di gruppo. Un’esperienza sempre molto sentita e partecipata è il Campo Animatori, che anche quest’anno ha visto impegnati gli adolescenti delle fasce Biennio e Triennio, quasi 300 ragazzi. Il tema centrale del Campo è stata la Fede, come unica via per una Felicità, “nel tempo e nell’eternità”. Si è avvertito forte il senso di fraternità, di spiritualità giovanile salesiana, nel senso puro del termine. Il tutto è stato coronato dalla realizzazione di un Musical, nel quale i ragazzi hanno potuto esprimere le loro potenzialità artistiche.

Dal 24 luglio al 22 agosto, 12 giovani e due salesiani hanno vissuto l’esperienza missionaria in Madagascar. Qui si sono cimentati nell’animazione dei villaggi visitati, potendo comprendere e sperimentare la cultura, le tradizioni e le ricchezze (oltre che le povertà) del popolo malgascio. In un’altra terra di Missione, l’Albania, 8 giovani e un Salesiano hanno vissuto un’esperienza di forte contatto e coinvolgimento con la popolazione albanese. In particolare due sono stati i villaggi nei quali si sono cimentati nell’animazione, ludica e spi-

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é Casa Tabor: Campo Animatori.

Insieme


Lungo il mese di settembre si sono riunite le consulte zonali MGS per la pianificazione delle attività, previa la conoscenza dei bisogni delle zone. In questi ogni casa della zona è stata invitata a partecipare con un rappresentante per ogni settore/attività, laico e consacrato, così da avere una visione più ampia e completa.

i delegati SdB ed FMA delle 5 zone e i rappresentanti di alcune associazioni (Salesiani Cooperatori, VIS, …) si sono radunati per programmare gli eventi MGS dell’anno; particolare attenzione è stata rivolta alla riflessione sulle tematiche del Confronto e Meeting. Inoltre si è nominato il nuovo rappresentante ispettoriale alla Consulta Nazionale, un giovane gelese, Roberto Scimè. Si è affrontata anche la questione Confronto Nazionale 2013, individuando i giovani della nostra Ispettoria che parteciperanno attivamente all’organizzazione dello stesso, a partire dal primo incontro di programmazione fissato per novembre a Torino. Prossimi appunt ament i Fascia Preadolescenti: Gr Leader 17-18 novembre. Fascia Adolescenti: Gr Ado 24-25 novembre; Meeting Adolescenti 3-5 gennaio.

é Consulte zonali MGS.

Il 22 settembre si è riunita, per il primo incontro dell’anno, la Consulta Regionale MGS. Un rappresentante per ogni oratorio,

Fasc ia Giovani/Ed uc atori/Fam iglia Sa le siana: Gr Discernimento 3-4 novembre; Confronto Giovani 30 novembre-2 dicembre; Consulta Regionale MGS 1 novembre; SCN Formazione Finale 18-19 dicembre; Convegno zonale per educatori (13 ottobre zona Ragusa; 27 ottobre zona Centro Sicilia; 17 novembre zona Messina; 15 dicembre zona Palermo); Master PG 26 ottobre – 16 novembre – 14 dicembre; TGS 25 novembre; AM/VIS Scuola di Mondialità 20-21 ottobre – 15-16 dicembre. D on M a r c el lo Ma z ze o

Forum Educatori Il 23 settembre a Catania si è svolto il Forum Educatori, l’appuntamento annuale di apertura dell’anno per tutti coloro che sono coinvolti nell’educazione dei nostri giovani nelle varie case salesiane di Sicilia. Molti sono stati gli spunti della giornata, ma in particolare essa è stata dedicata alla conoscenza e condivisione del Tema pastorale, indicato dal Rettor Maggiore nella strenna per l’anno 2013. In preparazione al Bicenteranio della nascita di Don Bosco ci si propone l’approfondimento pedagogico ed educativo del Sistema Preventivo, facendo riecheggiare lo slogan proposto: “Come Don Bosco educatore, offriamo ai giovani il Vangelo della gioia. Felici nel tempo e nell’eternità”. L’attenzione è stata posta sugli strumenti educativi salesiani che ci offrono la possibilità di far “Sperimentare” ai giovani questa Gioia profonda, che solo in Dio Insieme

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PASTORALE GIOVANILE

I ragazzi delle scuole medie hanno potuto vivere, dal 9 all’11 settembre, il Campo Lea der. La tematica si è sviluppata intorno allo slogan “Rispondere all’Amore si può”, come unica via per la felicità. Qui più di 100 ragazzi hanno riflettuto sulle forme in cui questo grande Amore si presenta, comprendendo che l’unica risposta possibile è un “Si”.


PASTORALE GIOVANILE

trova fondamento. Quindi nella mattinata abbiamo potuto gustare la bellezza di questa proposta, conoscendola pienamente attraverso una relazione tenuta da Don Marcello Mazzeo. Nel pomeriggio invece i partecipanti sono stati invitati a scegliere un laboratorio nel quale vi era la possibilità di conoscere, approfondire e confrontarsi una tematica a scelta fra: Amorevolezza e pedagogia del é Catania: Forum Educatori. cuore, Ragione, Religione, Assistenza, Carità Pastorale, Evangelizzazione, Educatore consacrato al bene dei giovani, Spirito di famiglia, vita di Domenico Savio, vita di Michele Magone, vita di Francesco Besucco. Il tutto è stato condito da una splendida Celebrazione Eucaristica presieduta da Don Frisoli, consigliere regionale per l’Italia e il Medio Oriente, e da uno splendido clima di famiglia che ci ha permesso di vivere e assaporare in pieno lo stare insieme e l’obiettivo comune a tutti: la felicità dei nostri giovani. La giornata si è conclusa con la presentazione del musical realizzato dai ragazzi dei Campi Animatori di Agosto e con un saluto di Don Frisoli che ha richiamato l’attenzione sul nostro ruolo di educatori e sulla responsabilità dell’essere tali. Don Ma r c e ll o M a zze o

Circolare Convegno Educatori Alla cortese attenzione dei Direttori e delle Direttrici delle case SDB ed FMA Carissimi Educatori dei vari ambienti educativi della Famiglia salesiana, siamo ormai al secondo anno di preparazione al Bicentenario della nascita di S. Giovanni Bosco e in continuità con il percorso iniziato che ci ha permesso di approfondirne la conoscenza, quest’anno siamo chiamati a studiare e continuare, oggi, la sua pedagogia, il suo modo di accostarsi ai giovani. In questo tempo di emergenza educativa siamo interpellati, come Famiglia salesiana, a ravvivare la passione per l’educazione per la felicità dei giovani e non possiamo tirarci indietro. Pertanto, accogliamo il messaggio del Rettor Maggiore che scrive «Oggi è ne-

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cessario approfondire la pedagogia salesiana. C’è bisogno cioè di studiare e realizzare quell’aggiornato sistema preventivo di Don Bosco, di sviluppare le sue grandi virtualità, di modernizzarne i principi, i concetti, gli orientamenti, di interpretare oggi le sue idee di fondo: la maggior gloria di Dio e la salvezza delle anime» (ACG 394, pp. 11). Ciò richiede capacità di sostare, di riflettere e di rileggere con le categorie dell’oggi il Sistema Preventivo perché D. Bosco sia vivo attraverso noi. A tal fine, quest’anno, gli Uffici di Pastorale Giovanile FMA ed SDB e la Famiglia Salesiana tutta di Sicilia, desiderano convocare tutte le Famiglie dei nostri allievi, e tutti gli educatori (Parroci, Incaricati/e di Oratorio, Educatori/ici delle comunità alloggio, Docenti di ogni ordine e grado di Scuola, ForInsieme


PASTORALE GIOVANILE

matori CNOS -FAP/CIOFS-FP, Responsabili e membri delle Associazioni di Tempo libero, Allenatori, catechisti, animatori, Membri di tutti i Gruppi di Famiglia Salesiana, Famiglie e genitori di allievi…) e quanti hanno a cuore l’educazione e sono vicini al vasto Movimento Salesiano nella nostra terra di Sicilia, in un grande “Convegno Educatori” che si svolgerà in sei diverse zone, in modo da favorire la partecipazione di tutti! Certamente il Convegno è aperto anche a quanti operano nel campo educativo sia degli ambienti ecclesiali che sociali. Pertanto, chiediamo che ogni comunità di SDB o FMA o gruppo di FS si attivi per invitare e coinvolgere le realtà ecclesiali, civili e sociali del territorio. Ogni Comunità ha già ricevuto i manifesti, adesso comunichiamo alcuni particolari. Ecco il calendario degli incontri programmati che si realizzeranno dalle ore 16.00 alle ore 19.30. Trapani 6/10/ 2012: Oratorio Salesiano SDB; Modica 13/10/2012: Modica Laura Casa FMA; San Cataldo 27/10/2012: Oratorio salesiano SDB; Messina 17/11/2012: Istituto Don Bosco - Casa FMA; Palermo Insieme

15/12/2012: Istituto Ranchibile - Casa SDB; Catania 16/02/2012: Le Ciminiere. La partecipazione nelle varie zone della Sicilia è certamente agevolata e avverrà nel luogo più vicino alla vostra città, in modo da poter dare a tutti la possibilità di partecipare. Le prenotazioni avverranno attraverso il Direttore/Direttrice o referente di gruppo entro e non oltre il lunedì precedente alla data di realizzazione del Convegno e dovranno essere inviati presso gli Uffici di pastorale delle FMA (pastorale@fmaisi.it) e degli SDB (marcellosdb@gmail.com) Per contribuire alle spese dei relatori e della gestione, chiediamo ad ogni casa il contributo di 50 € per evitare di far pagare il singolo partecipante. Mentre auguriamo un sereno e fecondo anno pastorale, vi accompagniamo con la nostra preghiera! Vi attendiamo in tanti. I l Gr u p p o o rg a n i z z at o re D. Marcello Mazzeo, Sr. Assunta Di Rosa, D. Edoardo Cutuli, Sr. Gina Sanfilippo, Enzo Lipari

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PASTORALE GIOVANILE

Convegno Educatori - Trapani

“Un cuore che batte per i giovani come risposta alla sfida educativa”

“Un cuore che batte per i giovani come risposta alla sfida educativa”. Questo il titolo del Convegno Educatori che si è tenuto giorno 6 ottobre 2012, presso l’oratorio salesiano di Trapani. Tema centrale appunto: l’EDUCAZIONE, come impegno a collaborare alla costruzione di una società più a “misura d’uomo”. È proprio in questo contesto che si colloca il secondo anno del triennio di preparazione al bicentenario della nascita di Don Bosco, presentendocelo come modello di santità educativa e considerando il suo esempio e il suo metodo una coinvolgente proposta per educare i giovani alla Vita Buona del Vangelo. Siamo invitati a “ravvivare” la passione per l’educazione attraverso la conoscenza di questo Santo: entriamo dentro la sua personalità e conosciamone la é Trapani: Don G. Mazzali e Mons. A. Plotti.

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passione educativa, per continuare oggi la sua pedagogia. A sviluppare eloquentemente questo tema sono intervenuti, nel corso della giornata: Don Gianni Mazzali, Ispettore dei Salesiani; il Prof. Gioacchino Lavanco, docente universitario di Psicologia della Comunità; la Dott.ssa Rosalba Salierno, direttore dell’ufficio dei Servizi Sociali dei Direttori di Palermo, che opera a favore dei minori del circuito penale a Palermo; il Prof. Nino Sammartano, Salesiano Cooperatore impegnato nel campo dell’educazione. Hanno felicemente accolto quest’invito ben 180 partecipanti: animatori, insegnanti, catechisti, allenatori, famiglie, sacerdoti e religiosi, educatori vari provenienti dalle case SDB di Trapani, Alcamo e Marsala e dalle case delle Suore Oblate del Sacro Cuore di Trapani, Valderice, Buseto Palizzolo, Salemi, Paceco. Insieme


Itinerari GR e Comunità Proposta

Carissimi confratelli e collaboratori laici, si riprende! È giunto il momento dell’inizio del nuovo anno pastorale che, auspico, sia fruttuoso e ricco di grazia di Dio. Vi trasmetto alcune informazioni circa l’attività vocazionale svolta e su quelle che saranno messe in campo quest’anno. Prima di tutto lo sforzo di costruzione e consolidamento di una “cultura vocazionale” nelle nostre case. Abbiamo ricevuto diversi stimoli dal magistero salesiano ed è mio desidero richiamarli sinteticamente: la Strenna 2010 “…come discepoli autentici e apostoli appassionati, portiamo il Vangelo ai giovani”, sull’urgenza dell’evangelizzazione; la Strenna 2011 “Venite e vedrete”, sulla necessità di convocare, un tema esplicito sulla vocazione e sulle scelte di vita. A tal proposito, il Rettor Maggiore ci ricordava che evangelizzazione e vocazione sono due elementi inseparabili. Poi ancora la Strenna di questo anno 2012 “Conoscendo e imitando Don Bosco, facciamo dei giovani la missione della nostra vita”, sulla conoscenza del nostro Padre e Maestro. Siamo chiamati a riflettere ancora sui contenuti di questa ultima Strenna come un ulteriore opportunità di avvicinarci di più a Don Bosco per conoscerlo da vicino e meglio. Non facciamo perdere questa ricchezza di stimoli per noi, innanzitutto, per i giovani che serviamo e per tutti coloro che collaborano nella missione salesiana. In secondo luogo il collegamento/incontro tra confratelli che curano l’accompagnamento spirituale dei giovani. All’inizio del mese di ottobre si è tenuto, presso la sede ispettoriale, il primo incontro tra alcuni dei confratelli che manifestano questa sensibilità verso l’orientamento e l’accompagnamento vocazionale dei giovani. È stato un timido ma importante inizio di un confronto sul nostro modo di accompagnare i giovani. Questo incontro, che auspico possa continuare, risponde al desiderio di intensificare la cultura vocazionale nei nostri ambienti. A Insieme

tal proposito, per una maggiore conoscenza del tema affrontato, vi rimando all’articolo che trovate in questo numero del notiziario a pag. 18, dove pubblichiamo il testo integrale dell’intervento del nostro ispettore. Mi sembra una buona opportunità di lettura e di riflessione attorno ad un tema a noi tanto caro come quello, appunto, vocazionale. In terzo luogo – accenno soltanto quanto già detto in questo notiziario nel numero di giugno – alcune scelte che dicono lo sforzo messo in atto dalla Ispettoria lo scorso anno con l’inizio dei percorsi GR, per due fasce di età (Leaders e Ado), in tre zone della Sicilia (Alcamo, Montagna Gebbia e Casa Tabor). Un dato davvero sorprendente che il cammino di questo nuovo anno vedrà il riproporsi delle tre zone per il GR Leaders e Ado ma con due novità: il GR Ado zona occidentale si realizzerà a Palermo “Gesù Adolescente”; inoltre, a conclusione dei GR, si farà l’incontro unificato di tre itinerari (Ado, Discernimento e Scelta) in occasione della 50ˆ Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni (21 aprile 2013). Quest’anno, come l’anno scorso, saranno attivate otto equipe per i vari GR; esse sono costituite da SDB, preti e confratelli in formazione iniziale, FMA, aspiranti salesiani, volontarie del servizio civile ed alcuni giovani animatori delle nostre case. E per ultima, ma non meno importante, una breve notizia circa la Comunità Proposta (CP). Dal 15 settembre scorso è stata avviata la CP presso la casa de “La Salette” che accoglie, al momento, cinque giovani che desiderano un confronto per la comprensione della volontà di Dio e, in forma esplicita o implicita, con la vita consacrata secondo il carisma salesiano. Come tutti sappiamo, il fine proprio della CP è quello di favorire il cammino di discernimento vo-

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PASTORALE GIOVANILE

Animazione Vocazionale


PASTORALE GIOVANILE

cazionale facendo crescere la disponibilità totale nei confronti di Dio e della missione che Egli vuole affidare al giovane. I giovani attualmente presenti nella CP provengono quasi tutti dalle nostre case salesiane; essi sono (da sinistra nella foto): Emanuele Geraci della parrocchia “Villaggio Urra” di Messina, Pierpaolo Galota dell’Istituto FMA di Modica, Stefano Cortesiano dell’Oratorio di Trapani, Roberto Siciliano della Chiesa Madre di Riesi e Rocco Tasca dell’Oratorio di Gela. Bene! Prima di concludere desidero invitare tutti, consacrati e laici, ad un impegno fattivo e gioioso nell’animazione vocazionale sia a livello ispettoriale ma ancor di più a livello locale. Nel nostro lavoro siamo chiamati a dare priorità all’animazione vocazionale. La migliore proposta vocazionale è il volto sereno

é Catania: Gruppo degli Aspiranti SdB.

di un Salesiano o di un Educatore e il clima di famiglia semplice e ricco di fede di una comunità religiosa credibile ed accogliente. Carissimi, non ci resta che affidare al Buon Dio il nuovo anno pastorale che ci sta d’innanzi. Auguro di vero cuore a tutti noi una buona missione pastorale e quindi vocazionale. D o n D om e n i c o L u v a r à

L’orientamento vocazionale dei giovani Il 7 ottobre 2012, presso la sede ispettoriale, si è tenuto l’incontro tra i salesiani che accompagnano spiritualmente e vocazionalmente i giovani. L’obiettivo dell’incontro era quello del confronto e del dialogo sui contenuti, sulle modalità e strumenti che si utilizzano per accompagnare spiritualmente e vocazionalmente i nostri destinatari. L’ispettore, Don Gianni Mazzali, dopo il saluto introduttivo ha consegnato ai confratelli presenti il suo intervento su “L’orientamento vocazionale e l’accompagnamento spirituale dei giovani”. Riportiamo la versione integrale del testo, auspicando che possa aiutare le comunità e i

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singoli confratelli ad una rinnovata coscienza vocazionale. 1 . I n t r o d u zi o n e Sono contento che finalmente si sia potuto realizzare questo incontro e mi auguro davvero che sia l’inizio di un approfondimento fecondo per noi, per i ragazzi e giovani e quindi per tutta l’ispettoria. Ringrazio Don Domenico per l’invito fattomi a contribuire alla vostra riflessione ed ai lavori di gruppo dando il mio personale contributo. La vostra presenza qui mi dice che abbiamo uno “zoccolo duro” su cui far leva per approfondire la cultura vocazionale della nostra ispettoria. Su tale aspetto abbiamo Insieme


2. L’Articolo 37 delle Costituzioni

2.1. Il testo dell’articolo Or ienta m ento alle sce lte v oca zionali “Educhiamo i giovani a sviluppare la loro vocazione umana e battesimale con una vita quotidiana progressivamente ispirata e unificata dal Vangelo. Il clima di famiglia, di accoglienza e di fede, creato dalla testimonianza di una comunità che si dona con gioia, è l’ambiente più efficace per la scoperta e l’orientamento delle vocazioni. Quest’opera di collaborazione al disegno di Dio, coronamento di tutta la nostra azione educativa pastorale, è sostenuta dalla preghiera e dal contatto personale, soprattutto nella direzione spirituale (R9.16.17)”. 2.2. Gli elementi fondamentali I vari aspetti che costituiscono la nostra missione educativa nei confronti dei giovani (sviluppo umano, annuncio di Cristo, inserimento nella Chiesa, esperienza associativa, Insieme

vita liturgica e sacramentale) culminano nell’orientamento vocazionale. Nell’articolo possiamo individuare alcuni nuclei: 2.2.1. Educare i giovani a sviluppare la loro vocazione umana e battesimale. 2.2.2. La testimonianza della comunità SDB( clima di famiglia, di accoglienza di fede e di gioia) è l’ambiente più efficace per la scoperta e l’orientamento delle vocazioni. 2.2.3. L’animazione vocazionale è sostenuta dalla preghiera, dal contatto personale e soprattutto dalla direzione spirituale.

2.3. Pastorale Giovanile e Animazione V oc az i o na l e L’articolo, seppur in modo indiretto, evidenzia la inseparabilità e la continuità tra Pastorale Giovanile e Pastorale Vocazionale. La nostra missione tra i giovani punta decisamente a far maturare in loro scelte di vita orientate dal Vangelo e nello stesso tempo l’animazione vocazionale, per essere autentica e sana, si basa su di un percorso educativo, formativo ed esperienziale che caratterizza la pastorale giovanile. “Pastorale giovanile e pastorale vocazionale sono complementari. La pastorale specifica delle vocazioni trova nella pastorale giovanile il suo spazio vitale. La pastorale giovanile diventa completa ed efficace quando si apre alla dimensione vocazione” (Congresso internazionale per le vocazioni, Documento conclusivo, Roma 1981, n. 42). È interessante analizzare schematicamente le tappe del cammino indicate dal CG23 nel capitolo intitolato “Verso un impegno per il Regno”. Il n. 149 degli Atti del CG23 prende subito le mosse dall’art. 37 delle Costituzioni, tratteggia gli elementi essenziali della vita come vocazione e conclude dicendo: “L’impegno vocazionale diventerà in tutti responsabilità familiare, professionale, sociale e politica. Per alcuni fiorirà in una consacrazione di particolare significato: il ministero sacerdotale, la vita religiosa, l’impegno secolare”. Successivamente dal n. 150 al 157 vengono sviluppate le tappe del cammino che vale la pena indicare:

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riflettuto in modo approfondito lo scorso anno, anche attraverso un Convegno specifico, ma è necessario ora rendere efficace la riflessione, permeando la vita delle nostre comunità ed opere ed affrontando seriamente il tema dell’animazione vocazionale locale e cominciando ad elaborare le strategie da mettere in atto per essere efficaci. Questo primo incontro è esclusivamente dedicato ai confratelli SDB ed è utile ed opportuno che sia stato organizzato così. Ma è necessario lavorare in modo corale per coinvolgere le CEP come tali e quindi gli operatori laici nella crescita della cultura vocazionale ed anche nella animazione e nell’accompagnamento. Vi ringrazio di cuore per la vostra presenza ed affido fin d’ora al vostro cuore salesiano la buona volontà di collaborare ad un settore prioritario della nostra missione, chiaramente evidenziato nel Progetto Sessennale nell’area della “Necessità di convocare”. Don Domenico mi ha chiesto di approfondire con voi l’art. 37 delle Costituzioni, elaborandone gli elementi fondamentali.


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– far emergere il positivo di ogni giova ne attraverso il paziente lavoro di attenzione a se stessi, di confronto con gli altri, di ascolto e di riflessione; – avviare il giovane ad esperienze di condivisione allenandolo alla generosità e alla disponibilità, aiutandolo a sperimentare la gioia del dono di sé; – individuare il momento opportuno per l’annuncio vocazionale, attraverso una catechesi opportuna e l’accostamento ai modelli; il giovane è invitato in questa fase a porsi in ascolto; – procedere alla proposta esplicita, presentando possibilità nuove per la propria esistenza; tale proposta può essere fatta specificamente da una persona, ma a volte è la comunità stessa che coinvolge e testimonia; – orientare il giovane al discernimento vocazionale in tutti i suoi aspetti: la preghiera-meditazione, la direzione spirituale e l’impegno apostolico; – maturare una prima scelta vocaziona le, valutando la concomitanza di molti fattori: inclinazioni, la comunità di riferimento, la forza della chiamata personale e la capacità di rispondere ad un progetto di amore; – valorizzare la presenza materna di Ma ria che ispira tutto il percorso, secondo

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l’espressione di Don Bosco “Lei ha fatto tutto”.

2.4. L’Incontr o p ersonale con il giova ne Nel trattare di questo aspetto che fa parte integrante del cammino sopra delineato è importante essere consapevoli che si tratta da parte nostra di una mediazione “opera di collaborazione al disegno di Dio”. Nello schema dell’incarnazione tale mediazione è indispensabile e punta a mediare tra l’azione di Dio e la libertà del giovane che percepisce, guidato con prudenza e discrezione, il delinearsi del progetto di Dio sulla sua vita. Non ogni mediazione funziona automaticamente o incondizionatamente. I fattori umani, gli atteggiamenti personali, le attenzioni educative, la delicatezza e il rispetto sono spesso determinanti nell’evidenziare mediazioni efficaci o al contrario non percepite come utili, addirittura talvolta controproducenti. La mediazione è necessaria, ma non è standardizzata. Relativizzare la propria efficacia e orientare, se necessario, ad altre mediazioni è segno di intelligenza e saggezza. È indubbio che il giovane medio oggi necessita di un accompagnamento. Gli elementi di fragilità enfatizzati da una società Insieme


2. 5. L a m ed iaz ione e la t es timo nianz a d e lla comunità L’articolo 37 evidenzia l’importanza dell’ambiente specificando il clima di famiglia, Insieme

di accoglienza, di fede e la testimonianza di una comunità che si dona con gioia (cfr. art. 16). Si tratta di un elemento basilare di cui oggi talvolta constatiamo, senza inutili pessimismi, la fragilità. Naturalmente dobbiamo anche tenere presente che in molte opere la comunità come tale ha una presenza diretta ridotta in mezzo ai giovani e la valenza di contatto riguarda spesso i laici e quindi la CEP. Il CG25 al n. 48 dice espressamente: “La comunità salesiana promuove la scelta vocazionale del giovane attraverso la sua testimonianza di vita; anima la comunità educativa pastorale perché diventi luogo di crescita vocazionale del giovane; attua una metodologia dell’accompagnamento e della proposta vocazionale”. Vengono poi indicati alcuni elementi concreti di questa animazione comunitaria: – dando una testimonianza visibile gioiosa ed attraente del Salesiano prete e coadiutore; – condividendo con i giovani alcuni momenti di vita della comunità: la festa, l’amicizia, la mensa, la preghiera, la storia, i progetti, l’impegno missionario; – favorendo esperienze di volontariato; – mettendo in atto un piano esplicito di accompagnamento e proposta vocazionale, che armonizzi le esperienze in modo organico, coinvolga e qualifichi i confratelli nell’accompagnamento vocazionale, valorizzi la presenza dei giovani confratelli; – avendo speciale attenzione alla figura del salesiano coadiutore. Si accenna poi al compito della comunità SDB di animazione della CEP “come luogo privilegiato dell’accompagnamento e della scelta vocazionale del giovane” e per ultimo al compito di mettere in atto “la metodologia dell’accompagnamento e della proposta vocazionale”. 2 .6 . L a pr eg h i er a pe r l e v o ca z i o n i L’articolo accenna espressamente alla mediazione essenziale della preghiera: «La preghiera della comunità conduce all’azione della comunità (…) La preghiera non è “un”

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PASTORALE GIOVANILE

senza punti chiari di riferimento, da una situazione giovanile di crisi sulle prospettive future, dall’emergenza educativa spesso grave, dalla crisi della famiglia e dei riferimenti familiari, richiedono il dialogo personale, una grande capacità di ascolto e una prudente guida che non si sostituisca (paternalismo, plagio, autoreferenzialità) alle responsabilità che sono del giovane. È un fatto che queste domande pressanti dei ragazzi e dei giovani di oggi non trovano facilmente confratelli e persone disponibili e preparate (anche disponibili a prepararsi). Vale la pena citare il CG21 al n. 111: “Tutti i giovani, che in qualsiasi modo il Signore mette sul nostro cammino, hanno diritto al nostro aiuto per orientarsi a costruire la loro personalità e la loro vita secondo il Vangelo. A tutte le età dobbiamo aiutarli ad orientarsi nella scoperta e nello sviluppo della loro vocazione: nella fanciullezza, nella preadolescenza, nell’adolescenza, nella giovinezza e oltre, poiché ognuna di queste tappe della vita ha il suo compito di crescita e richiede decisioni proporzionate che ogni giovane deve imparare a prendere responsabilmente”. Sintetizzando: l’accompagnamento spirituale è un itinerario spirituale e pedagogico che aiuta a cogliere l’azione dello Spirito Santo nella vita del ragazzo o del giovane e nell’ambito della comunità cristiana verso la scoperta della volontà di Dio sulla sua vita e a farne oggetto di una scelta personale e motivata. Si tratta di un percorso verso la ma turità umana e cristiana in cui il giovane è aiutato a rispondere in modo libero e consapevole alla chiamata di Dio. È importante situare questo cammino personale sempre nel contesto di una comunità, per evitare che si tratta di una relazione esclusiva e condizionante. L’accompagnamento pertanto va inserito all’interno di esperienze di fede e di crescita spirituale proposte dalla comunità stessa (celebrazioni, incontri, ritiri, momenti di festa, esperienze di carità.


PASTORALE GIOVANILE

mezzo per ricevere il dono della chiamata divina, ma “il” mezzo essenziale comandato dal Signore» (Congresso Internazionale per le vocazioni, Documento conclusivo n. 23). L’accenno alla preghiera, per quanto non sviluppato, è una felice conclusione di questa riflessione e ci stimola a dare importanza a tutte le mediazioni, sapendo che l’essenziale è la sintonizzazione con il disegno di Dio sulla nostra vita e quella dei giovani a noi affidati. Possiamo concludere con la preghiera che è riportata nel volume “Il Progetto di vita dei Salesiani di Don Bosco” alle pagg. 328329. Pr eghie ra

Don Bosco ci ha insegnato che Dio semina nel cuore di molti giovani il germe della vocazione alla vita apostolica. Preghiamo di poter essere strumenti delicati

ed efficaci per la scoperta e la maturazione di questi doni dello Spirito. Perché, favorendo il clima di famiglia e di accoglienza, nella fede e nell’amore, aiutiamo i giovani a scoprire in sé la divina chiamata, ed essi siano attratti a seguirla con generosità, ti preghiamo, Signore. Perché il Tuo disegno d’amore sui giovani chiamati trovi conferma nella testimonianza della nostra vita personale e comunitaria, fatta di donazione gioiosa e senza riserve, ti preghiamo, Signore. Perché sappiamo affiancare i giovani incerti nella ricerca del loro orientamento nella vita, e guidarli con delicatezza e rispetto mediante l’incontro personale e l’impegno educativo, ti preghiamo, Signore.

Animazione Missionaria-VIS

Esperienza estiva in Albania

“Condividere”: questo, sicuramente, il verbo che potremmo tirar fuori dal nostro bagaglio di viaggio, per esprimere la bellez-

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é Lohe: Foto di gruppo.

za e l’intensità dell’esperienza missionaria vissuta in terra d’Albania. È proprio all’insegna della condivisione, infatti, che nove giovani provenienti da diverse parti della Sicilia, ma accomunati dalla stessa fede in Gesú Cristo e dallo stesso amore per Don Bosco, “padre, maestro e amico” dei giovani, si sono conosciuti ed incontrati per vivere insieme un’esperienza di fraternità, di servizio e di animazione missionaria negli incantevoli villaggi di Lohe e di Vukel. Durante la nostra permanenza in questa meravigliosa terra abbiamo intrattenuto piacevolmente i bambini con giochi, bans, canti e piccoli laboratori artistici. I ragazzi hanno partecipato con gioia ed impegno alle attività proposte, rivelando grande fantasia, creatività e abilità manuale. Nonostante non ci conoscessero, ci attendevano da tempo con trepidazione e i loro volti, i loro sorrisi e il loro affetto ci hanno ripagato di tutta la Insieme


Insieme

é Vukel: Laboratorio artistico.

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PASTORALE GIOVANILE

stanchezza e le difficoltà iniziali, superando persino la barriera della diversità linguistica. La gioia di questi bimbi si coglieva dai loro sorrisi, dagli interminabili abbracci, dal loro attenderci ogni mattina davanti al cancello della chiesetta… e già questo soltanto ci gonfiava il cuore di commozione, ci faceva sentire semplicemente “importanti”. Non è stato difficile “rompere il ghiaccio” perché, in verità, sono stati proprio loro a “trascinarci” in un incontenibile vortice di allegria! Un’allegria semplice, ma vera, che nasce dalle piccole cose, semplicemente dallo “stare con” loro, con il nostro senso di impacciatezza nel cercare di imparare qualche parola in albanese e con tanta, reciproca voglia di divertirci insieme. Sì, perché abbiamo sperimentato che a volte basta poco per strappare un sorriso, soprattutto a chi possiede poco, ma con il suo “poco” sconcerta e manda in crisi i nostri egoismi e la nostra ansia di cose materiali… È stata per noi una vera lezione di vita, un’occasione preziosa per confrontarci con la realtà di una gente che vive di un’economia di sussistenza, all’insegna dell’essenzialità, attaccata al proprio lavoro e alla propria terra. Ciò che ai nostri occhi può apparire inconcepibile o insopportabile, qui è invece assolutamente normale, ossia essenziale, oserei dire vitale quasi. Sì, perché la vita della gente semplice e sorridente di questi luoghi è tut-

ta qui: è nello svegliarsi all’alba per mungere e portare al pascolo i propri animali, è nell’impastare e cuocere il pane con le proprie mani, è nel raccogliere i frutti che la terra generosamente offre. I tratti distintivi che ci hanno subito colpito sono l’accoglienza sincera e discreta, il sorriso e la gioia di fronte ad una preé Lohe: S. Messa. senza – la nostra – sconosciuta, eppure attesa; il senso dell’ospitalità, la generosità umile e disarmante che si priva di quel poco che possiede per condividerlo con gli altri… con noi, i “nuovi arrivati”, perché… “è più bello insieme”. Senza troppe parole, questa gente ci ha insegnato e trasmesso il valore del sacrificio e della rinuncia, della forza di volontà, della pazienza e dello spirito di adattamento. Attraverso alcuni momenti di catechesi con i ragazzi e la celebrazione dell’Eucarestia nei due villaggi, abbiamo inoltre scoperto la fede e la spiritualità di questo popolo, indubbiamente molto profonde, ma forse vissute ancora in maniera un po’ troppo intimistica e individuale… Da parte nostra, abbiamo cercato di testimoniare e trasmet-


PASTORALE GIOVANILE

tere, nel nostro piccolo e con le nostre povere parole, il fondamento della nostra gioia – e dunque anche del nostro essere lì – che è l’Amore fatto Persona, cioè Gesù Cristo, il vero ed unico “tesoro” del nostro cuore… L’esperienza vissuta ha rappresentato dunque per noi anche una significativa occasione di testimonianza di fede: prima di ogni nostra attività con i ragazzi, iniziavamo sempre con la preghiera e con il segno della croce, espressione del nostro credere nello stesso Dio che è Padre di tutti, al di là di ogni confine geografico od ostacolo linguistico. Anche come gruppo abbiamo vissuto momenti molto intensi dal punto di vista della spiritualità. Le nostre giornate, oltre ad essere scandite dai ritmi della natura, con i suoi suoni e colori, sono state costantemente segnate dal ritmo della preghiera: le lodi, i vespri, la recita del Rosario missionario sotto un cielo stellato, spettacolare da togliere il fiato… e, soprattutto, la centralità dell’Eucarestia giornaliera. La bellezza di pregare insieme, di affidare a Lui ogni nostra giornata e di riporre in Lui tutte le nostre attese, paure e speranze, è stata indubbiamente la nostra forza. Anche attraverso questa esperienza abbiamo imparato a spogliarci del superfluo e a ricercare l’essenziale della nostra vita, la “perla preziosa”

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é Vukel: Animazione.

é Vukel: Foto di gruppo sul prato.

per la quale vale la pena abbandonare tutto il resto, per lasciarsi plasmare come “creta nelle mani del vasaio…”. Che dire di più? Solitamente, alla fine di ogni esperienza, si tirano un po’ le somme e se ne verificano l’andamento e la riuscita. Ma al di là di tutto, quello che abbiamo ricevuto e quello che ci porteremo dietro e… dentro, nel “bagaglio” del nostro cuore, è molto più di quel poco che siamo riusciti a donare. Questa esperienza, infatti, ci ha insegnato veramente tanto: abbiamo imparato ad apprezzare la gioia delle piccole cose, a gustare il senso profondo di ciò che conta davvero, a lamentarci un po’ di meno e ad aprirci un po’ di più all’altro che ci sta accanto, chiunque egli sia. Abbiamo iniziato a rivedere con occhi nuovi e diversi la nostra vita e la nostra scala di valori, rivoluzionandola un po’, perché è proprio «… quando pensi di aver capito qualcosa che devi guardarla da un’angolazione diversa»! Abbiamo imparato che basta un sorriso, un gesto fatto con amore, o un semplice “faleminderit” per rendere brillante una giornataccia… Abbiamo, insomma, sperimentato e toccato con mano una piccola “scintilla” di quella che è la realtà più grande e più bella del cuore umano: la capacità di amare… Don Vincenzo Sciacchiatano, Emanuele, Ni c ol ò, Ang e l o, R ic c a r do , M a nu e l a , Nuccia, Taisia, Maria Concetta Insieme


Era ed è questo il pensiero che mi ha accompagnata durante e dopo il mio viaggio in Madagascar. Eravamo “vasà”, stranieri in terra lontana, ma mai come in quest’occasione mi sono sentita a casa, accolta e amata grazie all’accoglienza paterna, amorevole dei salesiani missionari a Tulear, ad Ankililoaka, a Fianarantsoa, a Betafo ad Antananarivo, grazie ai bambini che ci davano senza saperlo quell’amore umile e generoso, con i loro sorrisi, con il loro corpo magro e agile, sempre in movimento, con i loro occhi vispi e a volte tristi, con i loro piedi scalzi abituati a camminare ore, grazie alla terra ospitale che è il Madagascar, attraversata da grandi contraddizioni sociali, politiche ed economiche, povertà, corruzione, sfruttamento delle risorse naturali, ma il cui popolo vive, nonostante tutto, con dignità e voglia di cambiamento la propria esistenza. Questa esperienza, durata un mese ha segnato la mia vita di oggi e guardo ogni cosa con una luce diversa. L’essenzialità, vissuta nello spazio, nel tempo, in ogni cosa che mi circondava, mi accompagna oggi, quando guardo i miei figli che progettano la loro vita, che non s’interrogano su che cosa mangeranno, o se sentiranno freddo quest’inverno, e mi viene una struggente nostalgia di quei bimbi, pure felici che rosicchiavano una radice di canna da zucchero che forse doveva bastare per l’intera giornata e che forse non potranno realizzare i loro sogni. L’essenzialità mi accompagna quando guardo le nostre case e il superfluo che spesso c’è dentro, e mi ricordo delle capanne di legna secca, lungo i bordi di strade polverose, circondate da palizzate dove erano appesi i vestiti ad asciugare della grande famiglia allargata malgascia. L’essenzialità mi accompagna quando guardo Insieme

il “mio prossimo”, qui in questa società dell’opulenza che sembra darci tutto ma ci allontana dall’amore sincero fatto di solidarietà, di carità reciproca, di accoglienza e penso invece a quella parola malgascia “fihavanana” di uso comune che in italiano si traduce con solidarietà e fratellanza. Essa si usa nell’ambito dell’amicizia più stretta, più profonda, indica un rapporto tra la gente che vive insieme. Questo rapporto esige rispetto vicendevole e aiuto reciproco, malgrado le differenze etniche. Fihavanana che ha anche l’importante significato di tolleranza, unità. Fihavanana è considerata sacra come la vita, è la base di ogni relazione sociale, è il cemento che lega tutti i malgasci, è l’elemento più importante del loro modo di vivere perché implica un legame che va oltre l’amicizia e la parentela. Ma questa esperienza, vissuta con intensa semplicità, mentre affiancavamo gli animatori malgasci nell’attività del “Grest” con i bambini, scandita da attività di laboratorio durante la mattinata e attività di gioco nel pomeriggio, è stata anche un’esperienza spirituale che mi ha fatto sperimentare il significato dell’abbandono in Dio. Quante volte mi affannavo per realizzare i progetti che avevo in mente, e mi arrabbiavo quando non potevo realizzarli o li vedevo stravolti! Invece dopo poco sperimentavo l’amore di Cristo che mi conduceva dentro i suoi pro-

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PASTORALE GIOVANILE

Non voglio dimenticare un solo istante!


PASTORALE GIOVANILE

getti che mi spalancavano il cuore verso lidi ampi, verso orizzonti lontani che mi facevano sentire il legame con l’umanità intera, capivo allora che era inutile affannarmi, che avrei dovuto avere fiducia, ed essere come i gigli dei campi, come gli uccelli del cielo… “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena”. Ogni giorno, in quella terra lontana è

stato uno sperimentare l’amore divino, rimescolando tutte le mie sicurezze, mettendomi sempre in gioco, e non è stato facile, ma tutto mi rimandava all’essenza di ogni cosa, al legame profondo con questa complessa “umanità in cammino”. Ai miei compagni di viaggio, giovani “splendidi” che mi porto “stampati nel cuore” devo dire grazie per l’entusiasmo, la gioia, l’amore che mi hanno dato e hanno dato. Non voglio dimenticare un solo istante! An na Mari a L a Mel a

Benefattori siciliani in Madagascar Un piccolo ma significativo gruppo di benefattori siciliani si è recato in Madagascar dal 21 giugno al 7 luglio scorso. Tre uomini e quattro donne sono partiti da Catania con il solo desiderio di conoscere l’apostolato instancabile dei nostri confratelli missionari. Un viaggio lungo che li ha portati in una terra lontana per posizione geografica, lingua, cultura,… ho ammirato in loro il grande spirito di adattamento e la grande capacità di confronto con altre persone, altri modi di vivere e pensare e anche modi differenti di mangiare. Sono stati capaci di donare non una semplice offerta in denaro, ma qualcosa della loro vita: amicizia, tempo, capacità professionali, aiuti concreti. Già due volte mi sono recato nell’isola malgascia accompagnando i giovani della Scuola di Mondialità ma quest’anno ho molto apprezzato l’attenzione dei benefattori verso i missionari e i ragazzi che sono ospitati nelle case salesiane; sono il segno tangibile di ciò che hanno nel profondo del cuore. Gesti di fraterna solidarietà che sono come raggi di luce che illuminano la vita di altri uomini e donne del nostro tempo, vicini e lontani. Questa generosità è simbolo di

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una coscienza libera che non è legata a delle particolari risposte. Dare di più a chi nella vita ha ricevuto di meno mi dice la libertà di cui è ricco il benefattore. Sento in cuor mio di dire semplicemente grazie per ogni piccolo gesto di attenzione dato alle comunità salesiane del Madagascar, grazie per tanto amore generoso e fedele. Continuate a volerci bene! Concludo, auspicando in una collaborazione più fattiva. Ci sono tante proposte per coinvolgervi in questa meravigliosa avventura: essere missionari, partendo o restando nel proprio ambiente. Per tutto il vostro impegno noi non possiamo ricompensarvi; ma Cristo, sì: “Date e vi sarà dato, con una misura traboccante” (Lc 6, 38). D om e n i c o L u v a r à Insieme


Intervista a Don Aurelio Di Quattro a cura di Martina Moncada Don Aurelio, raccontaci un po’ di te: come hai conosciuto i Salesiani? Che dire?! I miei genitori hanno avuto un ruolo fondamentale nella mia vita di fede: ogni sera recitavamo le preghiere tutti insieme con una simpatica filastrocca e ogni domenica, famiglia al completo, partecipavamo alla Messa delle 9.30 all’Oratorio Gesù Adolescente di Palermo. Lì sono cresciuto e ho maturato la consapevolezza che il Signore mi chiamava al Sacerdozio e alla vita religiosa da Salesiano di Don Bosco. In questo momento di cosa ti occupi qui in Sicilia? Da sei anni ormai sono incaricato dell’Oratorio Salesiano di Giostra, a Messina, nonché economo e insegnante di religione nelle scuole statali del quartiere. Come hai maturato la scelta di partire per andare in missione? Fin da piccolo sono stato affascinato dall’idea di partire e lasciare tutto. Sono stato un bambino fortunato, non mi è mancato mai niente

e soprattutto ho sempre avuto la possibilità di contare su una splendida famiglia; ho sempre sentito un senso di ingiustizia e di impotenza nel vedere in quali condizioni si è costretti a vivere in diverse parti del mondo. Così, col tempo, ho capito che il Signore mi chiedeva qualcosa di più. Cosa significa per te essere missionario? Essere missionario per me significa essere dove e come Dio vuole, senza “se” e senza “ma”. E tu? Dove sei chiamato ad essere? La mia destinazione sarà il Perù, a lavorare nella foresta amazzonica con gli Indios della foresta della tribù degli Shuar, insieme al mio confratello Don Luigi Bolla. Una sfida avvincente! Aspettative e/o paure? Sì, indubbiamente una bella sfida! Si tratta di entrare a contatto con un mondo totalmente nuovo per me, una cultura nuova e come quando si inizia una nuova avventura porto con me un grande entusiasmo ma anche qualche piccola paura; sono sicuro che il Signore mi darà i mezzi per superare le difficoltà e vivere al meglio questa esperienza! Separarti dai tuoi affetti non ti spaventa? Sinceramente no! Non nego che inizialmente mi sono posto il problema di lasciare la mia famiglia, non vedrò nascere uno dei miei nipoti e mi dispiace; tuttavia penso che la lontananza fisica non implichi una reale distanza dalle persone che ami, queste restano sempre presenti nella vita di tutti i giorni anche se non le vediamo.

Insieme

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PASTORALE GIOVANILE

Harambèe 2012


PASTORALE GIOVANILE

Associazioni - CGS

Campo regionale CGS a Taormina

“Silenzio e Parola: Cammino di evangelizzazione” Nelle tre giornate 29 e 30 giugno e 1 luglio 2012 il nuovo Consiglio Direttivo C.G.S. Regione Sicilia ha organizzato presso l’eccezionale location dell’Istutito salesiano di Taormina, e in concomitanza alla manifestazione “Nastri d’Argento” svoltasi presso il teatro antico di Taormina, il campo regionale rivolto a tutti i giovani dei cinecircoli siciliani, il cui tema di quest’anno non a caso denominato “Silenzio e parola: cammino di evangelizzazione” ha avuto lo scopo di rilanciare a livello motivazionale le associazioni stesse, oltre che essere una indiscussa opportunità di crescita spirituale, relazionale e artistica. Gli importanti momenti formativi a cura di Don Edoardo Cutuli (delegato SDB) e Suor Rosetta Calì (delegata FMA) ed i laboratori di teatro (a cura di Candido Coppetelli, presidente Nazionale CGS e autore RAI), musica (a cura di Armando Bellocchi, presidente Regionale CGS, nonchè presidente

associazione CGS Life di Biancavilla) e cinema (a cura di Luisa Lo Sauro, CGS Miaramandeha di Pedara) hanno rappresentato l’input, per la realizzazione di uno spettacolo che ha visto emergere, nei linguaggi artistici tipici della nostra esperienza associativa, e nello spirito di condivisione salesiano, la qualità dei suoi partecipanti. G iu s e ppe M a g r a CGS Life

Associazioni - TGS

Le passeggiate di Don Bosco

L’associazione TGS in Sicilia è ancora una realtà viva che, oltre a svolgere le proprie attività a livello locale, quest’anno si inserisce in un progetto promosso dal TGS Nazionale “Le Passeggiate di Don Bosco”, finanziato dal Consiglio dei Ministri (Dipartimento della Gioventù). Il TGS Sicilia è inserita in questo percorso insieme ad altre 12 regioni d’Italia, che condividendo gli obiettivi dell’associazione e accomunati dallo stesso spirito salesiano realizzeranno, in ogni regione coinvolta, degli eventi culturali e contenutistici per apprezzare la bellezza della propria terra. Inoltre, aspetto peculiare del progetto, i protagonisti saranno i giovani stessi; essi, infatti, si cimenteranno nell’organizzazione e promozione di eventi mirati al coinvolgimento di altri giovani come loro. A breve avremo il calendario delle attività previste per la nostra regione e le modalità di partecipazione; certo è che in Sicilia c’è l’imbarazzo della scelta!

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Camminiamo accanto ai giovani per farli crescere

Dopo una torrida estate ma ricca di eventi di successo organizzati in diverse province (i tornei di beach volley di Barcellona, Catania e Palermo, la play fest di Modica, il trofeo Etna volley di Bronte,...), siamo pronti a ripartire per una nuova stagione sportiva. Consapevoli delle difficoltà sociali ed economiche che attanagliano l’Italia e, ancor di più, la Sicilia, sembrerebbe anacronistico e velleitario parlare oggi di sport. Ma in questo momento storico, un Ente come il nostro è chiamato a rafforzare la sua presenza sul territorio, pronto con slancio e generosità a promuovere un’attività sportiva dilettantistica finalizzata al miglioramento della qualità e dello stile di vita, soprattutto in quegli ambienti laddove il disagio è più significativo. In continuità con la nostra originaria vocazione, occorre entrare in sintonia con i giovani ed i ragazzi, con le loro reali esigenze di protagonismo, operando per un processo indifferibile di socializzazione e di maturazione della loro personalità attraverso lo sport. Quest’anno il mondo sportivo e la Pgs saranno interessate da importanti cambia-

menti con l’adeguamento dell’organizzazione strutturale. Il Coni ha già previsto una sua diversa articolazione territoriale, sancendo la chiusura dei comitati provinciali. La nostra associazione, attraverso alcune modifiche statutarie da approvare nel corso dell’assemblea straordinaria del 10 novembre, procederà a snellire gli organi centrali e periferici che, tra l’altro, saranno tutti rinnovati entro la prossima primavera. Il Comitato regionale siciliano ha programmato nel Consiglio dello scorso giugno gli appuntamenti della nuova stagione, puntando sull’attività sportiva organizzata a livello provinciale e sull’organizzazione delle manifestazioni regionali delle Pigiessiadi, probabilmente strutturate con nuove modalità logistiche. Si partirà con le PgsFest per l’apertura dell’anno sportivo da svolgersi tra domenica 21 ottobre e domenica 4 novembre nelle località individuate da ciascun comitato provinciale. La formazione degli allenatori si svilupperà con la proposizione di corsi di primo livello non residenziali organizzati a livello regionale e/o provinciale, per consentire una maggiore partecipazione a minor costo. A tutti i tesserati, dirigenti, allenatori, atleti, arbitri auguro una proficua stagione ricca di soddisfazioni e gratificazioni non soltanto nel campo dello sport, ma, anche e soprattutto, nella vita familiare, lavorativa o scolastica, sperando di superare ostacoli e difficoltà. Ma uri zio Sir ag usa Presidente reg. Pgs

Insieme

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PASTORALE GIOVANILE

Associazioni - PGS


PASTORALE GIOVANILE

Comunicazione Sociale

I salesiani evangelizzatori, educatori e comunicatori dell’amore di Dio

Il Capitolo Generale 26 ha indicato la comunicazione sociale come una delle nuove frontiere per l’educazione e l’evangelizzazione dei giovani attraverso i nuovi veicoli comunicativi “I salesiani – afferma Don Filiberto Gonzalez – sono evangelizzatori, educatori e comunicatori dell’amore di Dio. Il loro carisma è destinato principalmente ai giovani, considerati importanti per la Chiesa e amati da Dio. È un carisma educativo, quello dei salesiani, ed evangelizzatore, destinato ai giovani, in particolare ai più bisognosi. Cercando di essere fedeli al vangelo e al carisma di Don Bosco all’interno della forte evoluzione sociale e culturale, come suggerisce il Concilio Vaticano II”. La Comu nic a zi on e S oc ia l e “Nella nostra realtà ispettoriale esiste una sola equipe, quella della missione salesiana con varie attività e tante riflessioni. Riteniamo sia stata una buona scelta. Siamo un motore unico che spinge i vari settori di azione. Parlare di “settore” della CS è una primizia. Intendiamo aprire una stagione anche dal punto di vista ispettoriale più precisa con degli adempimenti di progettazione e di

é L’urna di Don Bosco in Sicilia nel 2013.

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programmazione utili” (Don Gianni Mazzali). Dalla riunione con il Sig. Ispettore, l’equipe della missione, il delegato di CS e i rappresentanti delle associazioni, è emersa la necessità di redigere un programma nell’ambito della CS come completamento della programmazione educativo-pastorale per l’anno 2012-2013. L a n a sc it a d e ll’ e q u ip e d e ll a C om u n ic a z ion e S oc ial e ( 5 ot t ob re 20 1 2)

La composizione dell’equipe di CS: Don Felice Bongiorno, delegato di CS, Don Edoardo Cutuli, rappresentante dell’equipe della missione, Don Paolo Buttiglieri, Daniele Riggi, Tommaso Pezzino, Valerio Martorana, Marco Pappalardo, Aldo Cultrera. Linee progettuali per la definizione di un progetto per il prossimo sessennio: – Definire e dare autorevolezza a livello di comunicazione; – Elementi progettuali concreti; – La grande sfida del Bicentenario; – Anno della fede; – L’evento dell’urna di Don Bosco. Proposte concrete: Necessità di creare una rete interna che metta insieme gli strumenti di comunicazioni esistenti e li renda usufruibili per tanti mettendo in circolo in modo ben organizzato idee, progetti, iniziative, facendole passare in un unico contenitore come espressione dei gruppi e delle comunità, per creare una vera cultura della comunicazione ad intra. All’interno dell’équipe della missione credo – afInsieme


PASTORALE GIOVANILE

ferma Marco Pappalardo – sia utile avere sempre il Delegato per le Comunicazioni Sociali, soprattutto per le più importanti iniziative. Pensare un evento o a certe iniziative con il responsabile della comunicazione, aiuterebbe ad evitare tutto questo e ad organizzare per tempo la raccolta del materiale. Ogni evento potrebbe essere visto, con i giusti strumenti, anche da chi non può essere presente perché lontano o impossibilitato, in diretta o in differita, aumentando la partecipazione e svolgendo un servizio. Il Bicentenario e l’arrivo dell’urna di Don Bosco sono un’ottima occasione per comunicare il messaggio educativo salesiano ad extra. Come farlo, va pensato a livello di FS, non solo SDB per essere più efficace ma soprattutto perché è la comunione il messaggio più forte che possiamo dare. La comunicazione richiede tempo, competenze, risorse. Per svolgere bene tale servizio ci vorrebbe una persona a tempo pieno, con la possibilità di un badget per materiale tecnico e almeno per il rimborso spese (qualora fosse un laico o più di uno). Questa persona o un gruppetto dovrebbe col tempo creare legami con i mass media e suInsieme

perare la logica degli amici giornalisti a cui chiedere un favore. Un badget è utile anche per far comprare piccoli spazi su tv, radio, siti, giornali, ecc. Per il coinvolgimento delle CGS una proposta condivisa da tutti: concorso inno su Don Bosco, festival, incisione, rivisitazione dei canti Don Bosco. Un’occasione preziosa per percorrere i meandri dei meccanismi comunicativi del sociale, con idee che possono condurre ad un’azione più che concreta, rivolta a progetti di più ampio respiro, per il medio e lungo periodo, capaci di incidere sull’immaginario collettivo e non solo, individuando possibili indicatori, tracce, segnali innovativi ed etici, educativi e pastorali per una comunicazione aperta, moderna e senza steccati e cornici, non imbrigliata nelle forme e nei contenitori ma aperta all’apprendimento di chiavi di lettura dello spazio pubblico mediale sui temi sociali, educativi e pastorali. È una sfida ed è anche una speranza. Che possa essere questo il futuro della comunicazione sociale. FB

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FAMIGLIA SALESIANA

Consulta Cittadina della FS di Catania

2a Adorazione Eucaristica 2012

La Famiglia Salesiana di Catania, si è incontrata per un’ora di Adorazione Eucaristica per il Papa e per le Vocazioni, venerdì 29 giugno 2012, dalle ore 19.30 alle ore 20.30, presso la Casa Salesiana di Barriera, nella Parrocchia-Santuario dedicata al “S. Cuore”, in via del Bosco, 71. La FS di Catania ha voluto testimoniare al Papa, per il secondo anno consecutivo, con un’ora di Adorazione Eucaristica, tutta la gratitudine, l’affetto e la comunione per il servizio che sta offrendo a Dio e alla sua Chiesa, nella tradizione dell’amore di Don Bosco per il Papa e per la Chiesa. È stato un momento forte e significativo di preghiera e di soprannaturale unità con il Papa e con la Chiesa. I momenti di riflessione sui temi della contemplazione, della vocazione, della responsabilità, della carità e del ringraziamento sono stati intervallati dai silenzi di adorazione. L’Adorazione Eucaristica è stata presieduta da Don Giuseppe Falzone (foto in alto), già delegato della FS di Sicilia.

Catania 29 giugno 2012 Pi ero Qu i n ci Coordinatore della Consulta di Catania

Sintesi del documento conclusivo

Verifica annuale delle Consulte cittadine di Sicilia

1 luglio 2012 P un ti d i f or za 1. Si nota in genere una crescente intesa tra i vari Gruppi di FS nel territorio, sia nella conoscenza reciproca, sia nella disponibilità a lavorare per comuni obiettivi. 2. Rispetto a qualche anno fa c’è una comunicazione ed intesa più fluida particolarmente in alcune Consulte Cittadine. 3. Una Consulta riesce a camminare insieme aprendosi alle iniziative del MGS. 4. È cresciuta la sensibilità alla pastorale delle famiglie.

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Insieme


1. In alcune Consulte Cittadine si stenta a passare da strumento organizzatore di feste salesiane a luogo propulsore di lavoro apostolico secondo un progetto ben chiaro, all’inizio dell’anno pastorale. 2. Assenza visibile, negli incontri programmatici all’interno delle Consulte, di alcuni gruppi di FS. Spesso manca lo scambio di informazioni tra i vari responsabili dei gruppi. 3. Esistono evidenti resistenze di alcuni gruppi di FS nei confronti di altri, per precomprensioni vicendevoli e poca conoscenza e valorizzazione carismatica.

3. Crescere nella Comunione ecclesiale all’interno delle Consulte diocesane dei movimenti laicali. 4. Rendere presente il nostro specifico carisma attraverso iniziative nell’ambito educativo aperte al territorio. 5. Curare la conoscenza e la valorizzazione della “Carta della Identità della FS”. 6. Il “ritorno a Don Bosco” si qualifichi in questo anno per l’attenzione e la cura nei

4. In alcune Consulte esiste una vera difficoltà dei vari responsabili ad incontrarsi per gli innumerevoli impegni dei responsabili. 5. Alcune Consulte esprimono una poca valorizzazione delle iniziative della Consulta Regionale. 6. Difficoltà di armonizzare percorsi “differenziati” per singole realtà associative e percorsi “unitari” di formazione. P r o p o s t e p e r l ’ a n n o p a s t o r a l e 2 01 2 - 2 01 3 1. In genere si afferma di voler programmare con più efficacia il Cammino annuale programmatico (formativo ed apostolico) di ogni singola Consulta Cittadina. Insieme

confronti degli ultimi, dei poveri, dei giovani in difficoltà, soprattutto nel versante dei disagio e della disoccupazione. 7. Creazione di una banca dati di persone di FS o del Movimento salesiano o ecclesiale o di buona volontà, ai fini della creazione di una rete educativa nel territorio. Don Edoardo Cutuli

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FAMIGLIA SALESIANA

P u n t i di de b o l e z z a

2. Si riafferma con decisione da tutte le Consulte, la necessità di spendersi in iniziative per la Pastorale delle famiglie dei nostri ambienti. È necessario in questa pastorale delle famiglie portare avanti proposte differenziate sulle varie tipologie di problematiche, in modo da promuovere interventi di sostegno e aiuto, secondo i vari bisogni.


FAMIGLIA SALESIANA

Campo Giovani a Casa Tabor

Salesiani Cooperatori a confronto

Anche quest’anno l’Associazione dei Salesiani Cooperatori di Sicilia ha offerto ai Giovani Salesiani Cooperatori, aspiranti e simpatizzanti, l’opportunità di partecipare al Campo giovani, svoltosi a Casa Tabor dal 23 al 26 agosto, quale occasione per fermarsi, fare silenzio e ascoltare ciò che Dio ha da dire alle nostre vite e per approfondire la conoscenza della nostra identità salesiana. Nel primo dei tre anni in preparazione al bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco, dedicato all’approfondimento della storia attraverso la lettura e lo studio delle “Memorie dell’Oratorio”, il Campo Giovani è stato costruito proprio sul ripercorrere insieme le tappe più importanti della vita e dell’opera di Don Bosco, affinché potessimo ritrovare tra le pagine delle Memorie la nostra stessa vita, il nostro cammino verso la Santità. Niente di quello che Don Bosco ci racconta è casuale; al contrario, ogni singolo fatto raccontato è strettamente legato allo scopo di fornire “una norma a superare le difficoltà future prendendo lezione dal passato; servirà a far conoscere come Dio abbia Egli stesso guidato ogni cosa in ogni tempo”. (MO) Così, dopo averci donato una copia delle Memorie abbiamo subito focalizzato l’attenzione su tre figure: Mamma Margherita, Don Calosso e Don Cafasso; queste hanno rappresentato per Giovanni Bosco dei mo-

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é Casa Tabor: Foto di gruppo.

delli di riferimento, delle vere e proprie guide spirituali, fondamentali nel suo percorso formativo. La spiritualità salesiana trova in loro le sue prime radici. Il giorno successivo abbiamo visto le diverse tappe che a partire dal 1841, anno in cui Don Bosco viene ordinato sacerdote, portano all’inaugurazione dell’Oratorio di San Francesco di Sales nel 1846, per poi confrontarci con il modello pastorale di Don Bosco, padre, maestro ed amico di ciascuno dei suoi ragazzi. Nelle pagine in cui Don Bosco racconta dell’Oratorio di Valdocco è chiaro come indichi in Mamma Margherita un modello di educatore cristiano consacrato alla missione educativa e ai giovani, che sacrifica tutto con gioia, creatività e realismo. A conclusione di questo percorso alla riscoperta del carisma salesiano ci è stata presentata la figura di Attilio Giordani, Salesiano Cooperatore dichiarato Servo di Dio, uomo che ha saputo essere segno visibile e concreto dell’amore di Dio, in ogni momento e in ogni luogo; persino durante il periodo in cui dovette affrontare la vita militare durante la seconda guerra mondiale, anche in quelle dure caserme, riesce a portare serenità e a non perdere mai la fiducia in Dio. Padre amorevole e presente per i suoi figli, stimato collega in ambiente lavorativo e amato animatore in Oratorio; l’apostolato di Attilio non conobbe limiti di tempo né di luogo. I diversi momenti di formazione e condivisione sono stati intervallati da intensi momenti di preghiera comunitaria e di confronto con la Parola di Dio, lampada sui nostri passi. Ringraziamo il Signore per l’esperienza vissuta e per tutte le persone che con la loro disponibilità e il loro lavoro ci permettono di vivere momenti come questi. M a r ti na Mo nc a d a Insieme


Esercizi spirituali a Mascalucia

Ogni volta che ho la gioia di vivere l’esperienza dell’ incontro scopro sempre di più la ricchezza che dà il confrontarsi con sé stessi, con gli altri e con Dio. All’inizio del mese di agosto ho avuto l’opportunità di partecipare agli esercizi spirituali dei salesiani cooperatori tenutosi a Mascalucia (CT) dal 3 al 5 agosto 2012. Predicatore del gruppo di circa sessanta partecipanti è stato Don Lillo Montanti; la vita fraterna di quei giorni mi ha subito messa a mio agio e mi ha aperto all’ascolto della Parola e la riflessione sulla mia vita. La prima cosa che mi ha sorpreso dagli input dati da Don Lillo è che non sempre “essere tentato” deve considerarsi qualcosa di negativo, spesso è solo l’occasione per metterci alla prova o testare la nostra fede, le nostre convinzioni i nostri valori… può essere anche uno stimolo a prendere coscienza a volte anche contro corrente. Pensiamo a Don Bosco in quante occasioni si è ritrovato ad affrontare le “tentazioni”, le contro testimonianze da parte di certi preti del suo tempo, che avrebbero potuto farlo allontanare, ma che per lui sono sta-

te occasioni per definire il suo modello sacerdotale, i vantaggi di una vita economicamente garantita con le offerte fatte dalla Marchese Barolo e che lui ha rifiutato per scegliere i ragazzi più poveri. Anche la prova dell’abbandono, della solitudine e dell’incomprensione assieme a tanta sofferenza lo ha rafforzato nel suo proposito di dare la sua vita per la salvezza della gioventù. Don Bosco aveva un sogno e l’ha perseguito con tutte le sue forze. Chi vuole seguire le orme di Cristo Buon Pastore e come Don Bosco vivere il “Da mihi animas coetera tolle”, deve essere disposto a morire a sé stesso senza PRETENDERE un “ritorno” da parte degli altri, ad alimentare un amore appassionato per Dio e per i fratelli più bisognosi, e saper trasformare le prove e le immancabili sofferenze quotidiane in occasioni per divenire più vicini e più ricchi di comprensione verso gli altri. S ar a F r a n c o Salesiana cooperatrice

ADMA - Associazione Di Maria Ausiliatrice

Pellegrinaggio Regionale Mariano

In data 24 giugno 2012 ha avuto luogo il settimo Pellegrinaggio Regionale Mariano dell’Associazione Maria Ausiliatrice di Sicilia, che è coinciso con il 1° anno in preparazione al Bicentenario della nascita di Don Bosco, il grande Apostolo dell’Ausiliatrice. Approfittando di questa occasione abbiamo fatto esperienza di Famiglia Salesiana sotto la guida di Maria nostra Madre e Ausiliatrice. Si è svolto fra Cefalù e Gibilmanna alla presenza dell’Ispettore dei Salesiani di Sicilia, Don Gianni Mazzali, dei delegati regionali Don Edoardo Cutuli e Suor Carmelina Insieme

Cappello, della presidente regionale Luigina Ciaramella e del vicario del vescovo di Cefalù. Il tema di quest’anno: Maria sposa e madre che Don Gianni Mazzali ha trattato in modo eccezionale. Erano presenti i centri di: Adrano, Calatabiano, Capaci, Catania Maria Ausiliatrice, Catania San Francesco, Gela, Lercara Friddi, Marsala, Modica, Palermo Arenella, Palermo Ranchibile, Sant’Agata di Militello e Taormina, circa quattrocento associati ADMA. La mattinata si è svolta presso l’Hotel

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FAMIGLIA SALESIANA

ASC - Associazione Salesiani Cooperatori


FAMIGLIA SALESIANA

Costa Verde di Cefalù, dove c’è stata, l’accoglienza di tutti i gruppi e dopo, nella sala conferenze, la relazione di Don Gianni Mazzali che tutti hanno ascoltato con molto interesse. La conclusione di Don Edoardo Cutuli è stata che il pellegrinaggio deve continuare con la peregrinatio della nostra vita e dovunque andremo è una peregrinazione della nostra fede in cui Maria è sempre davanti a noi. Infine, sono state distribuite al presidente di ogni centro locale e da consegnare a tutti i soci presenti, le corone del Santo Rosario con una immagine raffigurante la pala che si trova nel santuario di Maria Ausiliatrice a Torino. Dopo il pranzo, nel pomeriggio siamo saliti al santuario della Madonna di Gibilmanna, che si trova a pochi chilometri da Cefalù, dove alle ore 17:30 si è recitato il Santo Rosario, e alle ore 18:00 si è celebrata la Santa Messa e dopo, la processione Eucaristica attorno al Santuario.

Penso che per gli associati dell’ADMA, in quel giorno non sia mancato nulla: Adorazione a Gesù e venerazione a Maria che sono le due colonne portanti dell’ADMA, oltre all’ascolto della parola. È stata una giornata piena d’entusiasmo e con molte cose da ricordare, ringraziamo il Signore che ci ha dato la grazia di partecipare, ancora una volta, a questo pellegrinaggio in un luogo Mariano. Calatabiano 26 giugno 2012 Ner in a Pet i tt o

Esercizi spirituali a Gibilmanna Quest’anno, gli Esercizi Spirituali ADMA Sicilia si sono svolti dal 13 al 15 luglio presso il santuario della Madonna di Gibilmanna, custodito, oggi, dai frati cappuccini francescani. Questo santuario si trova su una montagna e prende il nome dalla sua denominazione toponomastica, una delle diverse spiegazioni, di derivazione araba è la seguente: Gibel, monte, el man, manna, per la presenza del frassino, albero che produce la manna. Eravamo trentanove, provenienti dai centri locali di Calatabiano, Capaci, Catania Maria Ausiliatrice, Catania San Francesco, Gela, Lercara Friddi, Palagonia, Palermo Ranchibile, i simpatizzanti di Giarre, Riposto e Siracusa, i delegati regionali Suor Carmelina Cappello, Don Edoardo Cutuli, la presidente Luigina Ciaramella e il nostro relatore, Padre Mario Gullo. Il tema “MARIA, Figlia, Madre e Sposa della SS. Trinità e Ausiliatrice di Speranza della Famiglia Salesiana nel Cammino Verso la Santità”, è stato suddiviso in tre giorni nel modo seguente: giorno tredici, dopo l’accoglienza dei gruppi, nel primo pomeriggio, hanno avuto inizio gli esercizi spirituali e ricordando le nostre radici salesiane si sono portati all’altare dei simboli, la fontanella e il pozzo che rappresentano, rispettivamente, Valdocco e Mornese. Il tema trattato durante il primo giorno è stato “MARIA figlia dell’Eterno Padre”, Cuore filiale che accoglie. Prima di trattare l’argomento del giorno Padre Mario fa una riflessione sull’acqua, sullo spirito e sulle nostre radici. L’acqua sgorgata dal seno di Cristo purifica l’umanità, l’acqua che è limpida come la limpidezza della verità.

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Insieme


Insieme

salità. Dopo, Don Edoardo Cutuli ha approfondito la conoscenza dell’ADMA, dove sono emersi aspetti positivi e negativi all’interno dell’Associazione ed ha affermato che non conta il numero degli associati ma la qualità. Tutti i giorni la Santa Messa, i primi due è stata celebrata nella cappella, dove si trova una grande statua della Madonna di Gibilmanna, mentre domenica 15 luglio è stata celebrata nel santuario. Durante questi giorni trascorsi insieme, non sono mancati momenti di fraternità. Quest’anno è stata positiva la presenza di alcuni giovanissimi provenienti da Giarre e Riposto, giovani provenienti dalla scuola di Padre Mario Gullo e impegnati nel sociale, che hanno seguito con molta serietà, entusiasmo e interesse e non hanno avuto niente da imparare dagli adulti se non altro che l’esperienza degli anni. Alla fine si è fatta una verifica, tutti entusiasti, come lo scorso anno, del relatore ma è venuto fuori il fatto che occorreva più tempo per la riflessione personale, di contro un altro giorno in più, per alcuni, avrebbe lievitato il prezzo. Un grazie di cuore a Suor Carmelina Cappello che ha lavorato tanto per la buona riuscita di questi esercizi spirituali, a Don Edoardo Cutuli, Padre Mario Gullo e Padre Alfio, guardiano del Santuario, che ci ha ospitato nel suo convento con molta pazienza e gentilezza.

Calatabiano, 18 luglio 2012 Neri na Pet it t o

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FAMIGLIA SALESIANA

Lo spirito che è lo spirito di verità, senza il quale l’umanità non avrebbe senso e poi le radici, senza le quali un popolo non può dirsi tale, e noi cristiani di radici ne abbiamo, abbiamo la storia della salvezza e la storia dei santi. Dopo aver spiegato il senso degli esercizi spirituali, che ci devono aiutare, mediante la preghiera e la meditazione a incontrarci con il nostro Signore, Padre Mario ha iniziato a trattare, come solo lui sa fare, innamorato com’è della Madonna, l’argomento della giornata e spiega il mistero di Maria figlia della SS. Trinità e figlia della Chiesa, perché detta figlia di Sion e tutte le citazioni dei profeti su Maria e sull’annuncio messianico. A conclusione della giornata, la buona notte di Don Edoardo Cutuli, “insieme con Maria” e l’adorazione eucaristica. Tutta la mattinata del secondo giorno, dal tema “Maria madre dell’eterno figlio” Maria cuore materno e misericordioso, è stata dedicata prima alla meditazione di Padre Mario Gullo e dopo alla penitenziale. Nel pomeriggio, Don Edoardo Cutuli ha parlato dell’Associazione di Maria Ausiliatrice, mentre Padre Mario ha continuato con la meditazione sul tema della giornata. È stato suggestivo il rosario meditato che si è recitato nella serata con le torce accese attorno al santuario. Il tema dell’ultimo giorno “Maria sposa dello Spirito Santo” che il nostro relatore, nella complessità dell’argomento, ha affrontato con molta semplicità per far capire cosa significa la sponsalità di Maria, sposa perché è legata corporalmente al mistero di Dio. Spiega il senso delle parole di Gesù: Donna che ho da fare con te, nel racconto delle nozze di Cana, in quel momento, Maria da Madre diventa discepola di Gesù, Maria che ascolta in silenzio, che è vicina a Gesù e lo segue, per ridiventare madre ai piedi della croce del figlio e non più madre e figlio per diventare lo sposo e la sposa messianica alla fine dei tempi. Lo Spirito Santo tra i due compie il mistero dell’Amore, è lo Spirito che unisce la madre al figlio, Giuseppe è la figura terrena di questa spon-


DALLE CASE SALESIANE

Barcellona P.G.

Trionfano i colori della legalità

Il ricordo di Borsellino: la fiaccola antimafia per le vie della città Colori e slogan hanno caratterizzato la festosa accoglienza che i ragazzi e le ragazze dei Grest delle parrocchie, dei due oratori salesiani e del convento francescano, hanno riservato in piazza Duomo al Prefetto Francesco Alecci, al presidente del Tribunale Michele Galluccio e al Procuratore Salvatore De Luca che, accompagnati dal sindaco Maria Teresa Collica, hanno voluto rendere omaggio alla città del Longano, divenuta simbolo della legalità nel giorno in cui ricorreva il XX anniversario della strage di via D’Amelio in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta. La manifestazione è stata voluta dai giovani dei Grest ed è stata dedicata a loro. Il primo momento al Comune, presenti, oltre al comandante provinciale dei carabinieri col. Claudio Domizi, al questore Carmelo Gugliotta e al colonnello della Guardia di Finanza Ferdinando Falco, la giunta municipale e solo una parte dei consiglieri. Altri, con in testa il presidente del consiglio Angelo Paride Pino, hanno preferito attendere la partenza dalla vecchia stazione della fiaccolata organizzata dalla neo associazione “Paolo Vive” che in serata ha raggiunto piazza Duomo per poi recarsi fino al tribunale dove nella piazza adiacente è stata posta una corona di fiori. In Municipio, durante il momento istituzionale, lo stesso prefetto si è dovuto “arrendere”, interrompendo il suo intervento e affermando «hanno vinto loro», per il festoso passaggio di ragazzi e ragazze dei Grest che da Pozzo di Gotto si stavano trasferendo in allegro e colorato corteo a piazza Duomo dove poi si è svolta la manifestazione principe che ha visto protagonisti unici i giovani di Barcellona che senza tentennamenti hanno parlato di mafia e chiesto del perché spesso di «mafia non si parla». In piazza Duomo ha fatto la sua comparsa anche la “Fiaccola della legalità” portata in città dalla rete delle associazioni antimafia, antiracket e culturali dei Nebrodi. La fiaccola era stata consegnata poco prima da Sonny Foschino al sindaco Collica che a sua volta l’ha

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portata in piazza Duomo dove lo stesso Sonny Foschino ha spiegato il percorso di quella luce iniziato il 23 maggio in occasione dei 20 anni della morte di Giovanni Falcone. Percorso che è stato ripreso lo scorso 17 luglio e che si è concluoso dopo una staffetta per i paesi dei Nebrodi ieri sera a Barcellona, luogo divenuto simbolo per chiunque voglia combattere la mafia e l’illegalità. Accanto al sindaco che portava la fiaccola al Duomo hano sfilato il baby sindaco Fabio Alosi dell’istituto comprensivo Ugo Foscolo, il vice baby sindaco Marta Mangano dell’istituto Bastano Genovese e il baby assessore Francesco Calabrò della media D’Alcontres. Poi tutti sedut per terra tra cartelli e striscioni con slogan, i ragazzi e le ragazze dei Grest, i giovani dei Salesiani, le ragazze delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ragazzi e ragazze della parrocchia di Santa Maria Assunta e di San Francesco di Paola ed i giovani del convento francescano dei Frati minori del quartiere Sant’Antonino. Nella piazza i giovani hanno posto una raffica di domande al prefetto Alecci e al procuratore De Luca. Gli alunni del Terzo circolo didattico della primaria di Fondaconuovo che avevano partecipato nell’aula bunker di Palermo alla commemorazione in onore della memoria di Giovanni Falcone, hanno donato al prefetto una poesia scritta per l’occasione. Infine al prefetto è stata donata da una bambina di appena 7 anni, Irene Accetta, una targa donata da tutti i Grest di Barcellona. Poi la conclusione con la cerimonia “Un albero per Borsellino” promosso dagli stessi Grest e l’arrivo al Duomo della fiaccolata cittadina promossa dalla neo associazione “Paolo vive”, a cui si sono unite le autorità per sfilare fino al Tribunale. Nel corteo anche il vice presidente del Senato, coordinatore del Pdl in Sicilia, Domenico Nania, che di Borsellino ha detto: «Era un uomo che amava la verità». L eo n ar d o O r la n d o Da: Gazzetta del Sud, Barcellona P.G. 20 luglio 2012. Insieme


«L’Oratorio salesiano aperto a tutti i giovani» C’è sempre nostalgia e amarezza nel dover salutare qualcuno che per molti anni ha contribuito alla crescita sociale e spirituale di una comunità. Come si sa, Don Salvino Raia, dopo quattro anni di direzione dell’Oratorio salesiano di Barcellona ha raggiunto la nuova sede di missione, nel quartiere Giostra a Messina. Al suo posto è arrivato Don Luigi Perrelli, ex ispettore dei Salesiani di Sicilia, che proviene da Roma dove ha adempiuto alla gravosa funzione di direttore per un triennio del Centro Nazionale Opere Salesiane (CNOS). E all’Oratorio della città del Longano dice di “sentirsi come a casa”. [...] Don Luigi afferma di ricordare molto bene la città di Barcellona, memore di tanti viaggi e incontri come delegato della pastorale giovanile e da sempre ha riconosciuto in questa comunità un grande potenziale di aggregazione. «Barcellona è una splendida realtà salesiana – osserva – è ancora presto per poter avere un’idea chiara delle problematiche sociali che riguardano la città, però posso affermare con certezza che intendo pormi su una scia di continuità nei confronti del lavoro fatto da Don Salvino. Negli anni ho accumulato molta esperienza e so che ci

metterò il cuore e tutto l’entusiasmo possibile in questa “avventura”». Il nuovo direttore dell’Oratorio Salesiano ha incontrato nei giorni scorsi il sindaco Maria Teresa Collica. Di lei ha detto di «aver apprezzato immensamente il desiderio di porre il proprio impegno e le fatiche nella crescita e nello sviluppo economico e culturale di questa città». [...] Sono desideroso di inserirmi attivamente nelle dinamiche della società. Laddove vi sono delle condizioni di isolamento collettivo, soprattutto fra i giovanissimi – aggiunge –, intendo lavorare su forme d’integrazione offrendo loro attività educative e al contempo ludiche negli spazi e strutture a noi assegnati». Anche Don Luigi aderisce con entusiasmo e determinazione al lavoro dell’Associazione Antiracket “Liberi Tutti”, di cui Don Salvino è stato promotore insieme alla presidentessa Sofia Capizzi e al direttivo. Anzi valuta questo progetto come «un’importante scelta di sensibilità sociale. Don Bosco – osserva – era un Santo Sociale dell’800 che ha dimostrato un impegno serio e continuativo per il riscatto sotto tutti i sensi dei giovani. Ho parimenti molto a cuore il gruppo delle famiglie: lavorando nella pastorale giovanile ho maturato e capito che dobbiamo coinvolgerle e renderle protagoniste nella società, perché la famiglia è un tesoro che vale. Confido molto – conclude – sulla messa in opera del principio di corresponsabilità fra religiosi e laici, che ritengo essere una missione della Chiesa, perché essere corresponsabili, condividere un cammino comune, anche nella diversità, è una grande scommessa che ritengo si possa e si debba vincere». l.b.

é Don L. Perrelli, Don G. Mazzali e Don M. Spallina.

Insieme

Da: Gazzetta del Sud, Barcellona, 15 settembre 2012.

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DALLE CASE SALESIANE

Don Perrelli incontra la nuova comunità


DALLE CASE SALESIANE

Canicattì

Don La Mantia compie 99 anni!

Il 23 agosto 2012, a Canicattì, sua città natale, apertura delle celebrazioni in vista dei 100 anni, con la presenza del signor Ispettore Don Gianni Mazzali. Con una solenne celebrazione liturgica, attorniato da una decina di confratelli, tra cui alcuni suoi ex novizi, Don Vincenzo La Mantia, ha solennizzato il suo novantanovesimo genetliaco. Parecchi suoi nipoti e famiglie, parrocchiani, amici gli si sono stretti intorno per cantare al Signore le lodi per una vita così piena dell’amore di Dio e del prossimo. Si son voluti ricordare gli anni belli della giovinezza, la sua (ai tempi del

Noviziato era sulla quarantina... i piccoli imbrogli nel gioco... tanto per tenere vivo il cortile; le frasi ripetute battendo i pugni sul tavolo “Santa pacienza”; i gesti tipici con le tre dita della mano che roteavano in aria; figlioli, figlioli, fatevi santi! ecc. ) e la giovinezza degli ex novizi, non più con i capelli o almeno con i capelli neri e alcuni che già sono volati in cielo. Una cenetta semplice e gioiosa concludeva la serata, con qualche fotografia e una composizione a disegno preparata dal nostro Donbor tirocinante salesiano indiano a Canicattì, che ritraeva Don La Mantia alla guida di un’auto che sfiorava la velocità di 100 e che invece di perdere punti nella... patente, ne guadagnava altri 10: un bell’augurio, con piena salute e santità!

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Don Biagio Tringale Insieme


L’Oratorio Don Bosco di Canicattì festeggia i trent’anni di Grest ed è in forma più che mai. Ogni anno un nuovo record, ogni anno una nuova vittoria: non per il numero di iscritti o per le gare di atletica vinte, ma soprattutto per il coinvolgimento che genera il tema formativo, che non si limita a stampare un logo sulla maglietta, ma che prende tutti i ragazzi con attività coordinate per portare alla piena consapevolezza del messaggio lanciato: dalle 12 puntate del Video, (“fabbricate” qui nel nostro Grest e richieste anche dalla lontana... Verona!), alle schede di approfondimento sui personaggi e santi presentati; sport e storia delle olimpiadi; paesi e nazioni attraversati... al Gioco settimanale con i Quiz legati al nuovo gioco del Puzzle, all’Inno del Grest, scritto appositamente sul nostro tema ed infine al programma database GrestDonBosco che non ha eguali in Italia e forse nel... Quest’anno la storia si sviluppava partendo dalle Olimpiadi di Londra ed andando a ritroso per tutte le sedi delle Olimpiadi passate, raggiungendo la sede olimpica precedente: Pechino. Tutti i più grandi personaggi dello sport portavano la Fiaccola olimpica, accompagnati dai Testimonial (personaggi storici ma anche grandi santi) che facevano da tramite nella trasmissione del fuoco olimpico ma soprattutto della “Fiaccola della civiltà, della cultura e della Fede”, come si cantava nell’Inno del Grest di quest’anno. Un thriller poliziesco condiva tutto il racconto e faceva ritrovare la fiaccola trafugata, ma è il sottotitolo “Anch’io do la mia vita”, proposto dalla Pastorale Giovanile di Sicilia, che ci fa capire dove volevamo arrivare: i Santi Testimonial hanno dato la vita per il Vangelo, ultimi dei quali sono Versiglia e Caravario, che hanno dato, appunto, la vita proprio in Cina, la terra dell’ultima tappa del percorso della Fiaccola. Un impegno per un Grest di grande qualità che qui a Canicattì, dura da 11 anni e che quest’anno si conclude con una intera settimana a settembre per agganciarsi con le attività del periodo scolastico. Buon compleanno Grest! Don Biagio Tringale

Catania-Barriera

Grest... “Tutti x tutti”

Confortati dalla presenza costante di circa 250 tra grestini (circa 180 ragazzini/e dai 4 ai 15 anni) e animatori (oltre 70 tra giovani e adulti), coordinati da due salesiani, Don Paul Bushan, proveniente dall’India, Don Gaetano Urso, direttore del medesimo Oratorio, e da alcuni giovani e adulti, abbiamo appena concluso (il 28 luglio) il Grest 2012, con le varie attività programmate, all’insegna del volontariato, con lo stile della gratuità e del servizio. Il Grest ha seguito la pista segnata dal tema formativo “Tutti x tutti”, offerto dalla LDC di Torino, che ha scandito le giornate dei grestini. Sfilata per le vie del Quartiere, inaugurazione solenne delle Olimpiadi, giochi organizzati, spettacoli teatrali e musicali (Musical Aladin, Don Bosco, Grease) ben riusciti, momenti di Insieme

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DALLE CASE SALESIANE

Grest 2012 a Canicattì


DALLE CASE SALESIANE

preghiera e celebrazione eucaristica ogni sabato sera con la presenza di molti genitori, incontri formativi, gite (Acquapark di San Cataldo, percorso naturalistico all’interno del Parco dell’Etna, presso la Casermetta della Forestale S. Giovanni Gualberto, contrada “Milia”), mare (due volte la settimana presso la Colonia Don Bosco alla Plaia), attività sportive/Olimpiadi (volley, basket, calcio, pattinaggio, danza), laboratori (teatrale, musicale, artistico) ... e il tempo è volato via. Il Grest-Ragazzi si svolgeva dalle 16.30 alle 20.30; il Grest-Famiglia ha offerto alcuni momenti da trascorrere insieme con i figli e qualche incontro specifico, con la prospettiva di allargare la presenza delle Famiglie dei ragazzi all’Oratorio del Sacro Cuore. Mercoledì 25 si è concluso il grest con un simpatico spettacolo musico-teatrale e con la premiazione delle squadre che hanno vinto il Grest 2012: 1 - Cantastorie; 2 - Lungimare; 3 - Curaboschi; 4 - Girasugo; mentre le Olimpiadi le hanno vinte i Girasugo e la Coppa Mare i Lungimare. Il 28 luglio abbiamo chiuso anche con gli ANIMATORI, più motivati che mai e impegnati con le proprie squadre e i vari settori e attività, con una GITA a loro riserva-

ta, per trascorrere una intera giornata a mare, ad Alì Terme presso un istituto delle Suore FMA. È andata bene l’esperienza del Minigrest con oltre 20 bambini dai 4 ai 6 anni, con la presenza di numerose mamme e giovani animatori, così anche positivo il bilancio del Grest del mattino con circa 25 ragazzi che hanno usufruito di questo servizio alle famiglie che hanno impegni lavorativi. Il nostro impegno di formare giovani animatori a servizio del Territorio non è andato deluso: 10 incontri di formazione su temi psico-pedagogici, spirituali e su tecniche di animazione, momenti di celebrazione spirituale e di fraternità hanno dato vita a un nucleo di adolescenti e giovani motivati, che con costanza, almeno la maggior parte, ha affiancato i fanciulli e ragazzi in tutte le attività del grest stesso. Accanto ai Giovani Animatori la figura di numerosi adulti e genitori che hanno sorretto con entusiasmo i Giovani con la presenza e la collaborazione nel MiniGrest, nei Laboratori, nei momenti di festa e fraternità, nell’organizzazione generale. Un altro frutto di un anno di vita oratoriana intensa di un Grest fantastico e ben riuscito è la maturazione di uno spirito di volontariato che ha spinto ben 18 adolescenti e giovani a partire per campi di animazione (una giovane in Albania, un giovane per l’Emilia in zona terremotata, quattro volontari per Palermo presso l’Oratorio Santa Chiara, 12 adolescenti per il campo animatori presso Montagebbia). Don G ae ta no Ur so

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Insieme


Il comunicato del Sig. Direttore Don Domenico Paternò (Domenica 9 settembre 2012) Sabato pomeriggio 9 u.s. un ragazzo dell’oratorio, Luca Natoli di 15 anni, mentre giocava ha avuto un malore ed è morto subito dopo in cortile nonostante i tentativi di rianimazione fatti dai soccorritori giunti dopo pochissimi minuti. La comunità salesiana e tutta la famiglia della nostra opera salesiana Sacro Cuore è in lutto per questa improvvisa dipartita avvenuta fisicamente nella nostra Casa, ed è vicina alla famiglia di Luca che vive un momento durissimo. Chiedo a tutti la condivisione della preghiera soprattutto per i familiari. I funerali saranno celebrati lunedì alle ore 16 nella nostra Chiesa.

Un mazzo di fiori bianchi posti nel cortile dell’oratorio salesiano «Sacro Cuore» di Barriera. Un luogo di gioia, in cui i ragazzi si incontrano, diventano amici e lo rimangono anche da adulti, perché questo è lo spirito salesiano. I fiori sono stati deposti per ricordare Luca Natoli, che non diventerà adulto, e ieri non è stato un giorno felice per nessuno. Si è pianto. Luca aveva appena 15 anni, frequentava l’istituto tecnico industriale Enrico Fermi; la vita gli è scivolata tra le mani mentre giocava spensierato insieme agli amici nel campetto dell’oratorio; il punto esatto è stato simbolicamente «segnato» con una ghirlanda di rose bianche. Gli amici, i compagni di squadra, gli animatori, i sacerdoti, si sono stretti attorno alla famiglia: al papà, insegnate di educazione fisica al liceo classico Cutelli e alla mamma, straziati nel profondo da un dolore senza fine. Dopo la funzione, officiata da padre Antonio Paternò nella chiesa del Sacro Cuore a Barriera, stracolma di gente e soprattutto di giovanissimi, la bara bianca è stata condotta in processione all’interno dell’oratorio; poi un giro attorno al campetto che Luca amava tanto. Vi si recava ogni giorno, faceva qualche partitella e aiutava gli animatori nello svolgere le funzioni del grest. «Si è accasciato daInsieme

vanti ai nostri occhi, ma non abbiamo avuto il tempo di fare nulla» racconta un’animatrice tra le lacrime… I ragazzi piangono e si stringono in un forte abbraccio. Dentro la chiesa, durante la funzione, nel cortile dell’oratorio, che ancora domani resterà chiuso per lutto. Sono ancora troppo giovani per spiegarsi il perché della morte, ancora di più se questa si porta via un amico. Su facebook si rincorrono i messaggi, sono tutti d’amore e nessuno usa la parola addio, «Arrivederci piccolo angelo... » e a seguire: «Ti vogliamo bene, un giorno ci rivedremo tutti insieme per ballare moto moto quella canzone che ti divertiva un

sacco, ogni volta che la sentiremo penseremo a te»; «Oggi entrare in quel cortile è stato difficile, vedere il tuo telefono collegato è bruttissimo...»; «Avrai sempre un posto nel nostro cuore...». Salvo, Andrea, Giuseppe e Sebastiano, i suoi compagni di squadra, invece, contenendo a fatica le lacrime ricordano l’amico leggendo i loro pensieri scritti a fatica su un foglietto. «La tua forza, il tuo sorriso, la tua voglia di vivere rimarrà sempre nei nostri cuori. Sarai il nostro angelo custode». Un ultimo applauso, poi in cielo si levano tanti palloncini bianchi. Nel cortile resta la foto di Luca e un ultimo messaggio: «Arrivederci, ci rivedremo un giorno in paradiso...». Lucy Gullotta Da: La Sicilia, Catania 11 settembre 2012.

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DALLE CASE SALESIANE

Dramma all’oratorio di Barriera


DALLE CASE SALESIANE

Lettera del Rettor Maggiore al Direttore della casa salesiana di Catania-Barriera

Carissimo Don Paternò, con il cuore di Don Bosco saluto te, i confratelli, i ragazzi dell’Oratorio di Barriera e, di modo specialissimo, i genitori, la famiglia tutta di Luca Natoli, che è venuto a mancare all’improvviso colpito da un colpo al cuore, proprio mentre si trovava al cortile, giocando. Ti ringrazio per farmi partecipe di questa triste notizia, che mi permette di esprimere e far sentire la mia vicinanza, il mio affetto, la mia stima e la mia preghiera. Immagino perfettamente lo strazio dei familiari, particolarmente della mamma. A Lei, alla famiglia e a tutti voi dell’Oratorio di Barriera porgo le mie più sentite condoglianze accompagnate dalla preghiera. Il Signore Gesù, l’amico che non delude mai le nostre attese e i nostri desideri più profondi, ricolmi Luca di Luce, di Gioia, di Pace, di Amore e di Vita per sempre e dia serenità alla famiglia con la consolazione che ci viene della Risurrezione di Gesù. Affido tutti voi alla cura e guida materna di Maria Immacolata Ausiliatrice. Don Pascual Chávez V., SDB

Rettor Maggiore

Catania-Cibali

Grest 2012 “Tra sogno e realtà”

«Tra sogno e realtà» è stato non solo lo slogan del Grest 2012 del “San Francesco di Sales – Cibali” di Catania, ma una vera e propria esperienza per i 260 ragazzi dai 6 ai 13 anni che per più di un mese hanno vissuto un periodo sereno, formativo e di festa. Cinquanta animatori tra adolescenti, giovani e adulti, guidati dal responsabile dell’Orato-

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rio Don Giuseppe Raimondo e da Don Domenico Muscherà, hanno dedicato mattina e pomeriggio per rendere il Grest un tempo speciale alla scoperta di Gesù, raccontando il Vangelo in maniera semplice e avvincente così come lo ha vissuto San Giovanni Bosco. Gli animatori – frutto di un cammino comune tra oratorio e scuola – sono stati protagonisti, ma allo stesso tempo destinatari di un percorso di crescita umana e spirituale grazie ad un percorso di fede che dura tutto l’anno. Sono stati formati con incontri mensili e poi settimanali sulla Spiritualità Giovanile Salesiana, sul Sistema Preventivo, sulla vita di Don Bosco, sulle motivazioni dell’animatore, sulle tecniche di animazione e sulle dinamiche gruppo. Il cammino di crescita è continuato anche durante il Grest, il mercoledì sera di solito, con un’ora di riflessione dinamica e coinvolgente sulla fede e sull’educazione. Le attività sono state sempre varie: dai grandi giochi di squadra allo sport, dal canto al teatro, dal decoupage al Insieme


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giardinaggio, dalle olimpiadi al laboratorio di cucina. I frutti di questi lavori sono stati presentati nell’ultima serata in modo originale e, nel caso della cucina, gustoso! Non sono mancate le gite a mare, in montagna,

all’acquapark, la grande serata Luna Park con le famiglie, così come i momenti di confronto con le realtà locali, di impegno civile e del mondo dello spettacolo: l’inaugurazione alla Villa Bellini alla presenza del Sindaco, le visite alla caserma dei Vigili del fuoco, l’incontro con la Polizia Postale, la mattinata con il presentatore Ruggero Sardo e l’attore Carmelo Caccamo. Importante è stata la presenza di animatori adulti e genitori impegnati, che da laici corresponsabili hanno svolto un servizio – spesso silenzioso – ma molto prezioso per il buon andamento del Grest. Questo “sogno” si è concluso ufficialmente il 20 luglio con la messa di ringraziamento presieduta dal Direttore Don Pippo Ruta e lo spettacolo su Don Bosco, che i ragazzi hanno presentato ai parenti come frutto di tutta l’esperienza, ma la “realtà” dell’Oratorio è continuata ufficiosamente per più di una settimana fino all’inizio di agosto con nuove idee, attività e tanto entusiasmo. Prima di un po’ di vacanza e in vista dei campi estivi di formazione, agli animatori sono stati offerti tre giorni di gita-ritiro nei pressi di Messina e poi all’acquapark: è stato un periodo sereno di relax, di verifica del Grest, di verifica personale, di comunione, di festa e di preghiera. M arco P ap pal ard o

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Tutti uniti per tendere una mano ai bambini del Madagascar Forse a noi ragazzi di Don Bosco pare scontato il diritto allo studio, e qualche volta ci è anche capitato di pensare che il nostro maggior problema fosse trovare la scusa più credibile quando preferivamo una partita di pallone ai compiti. Ma i nostri padri salesiani non si occupano solamente di noi, della nostra formazione e della nostra educazione. Nel lontano Madagascar, Monsignor Rosario Vella, Vescovo della diocesi di Ambanja, insieme a tanti padri missionari salesiani, da oltre 30 anni si dedica ad aiutare la popolazione dell’isola, affinché anche i bambini malgasci possano avere concesso il diritto allo studio, spesso negato per mancanza di scuole e strutture adatte a fornire anche la più elementare istruzione. Uno dei tanti progetti in attesa di finanziamento prevede la costruzione di tre aule scolastiche e di un blocco sanitario, che permetteranno a 120 bambini nel villaggio di Befotaka di frequentare la scuola elementare. E’ un altro piccolo passo avanti nella già incredibile opera di Monsignor Vella che attraverso il progetto della diocesi di Ambanja “una scuola per tutti” ha realizzato fino ad ora la costruzione di ben 28 scuole materne, elementari e medie. I Lions Club di Catania, che da sempre aiutano le popolazioni africane in difficoltà

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e che hanno come “missione speciale” anche la lotta all’analfabetismo, saputo di questo progetto hanno unito le forze per raccogliere i fondi necessari. E così hanno coinvolto tutti coloro che da sempre sono in prima linea quando si tratta di aiutare i più deboli: l’Esercito Italiano, noi ragazzi di Don Bosco, i nostri padri salesiani e le autorità della città. È scattata una bellissima gara di solidarietà per organizzare un grande concerto che ha unito tutti i Lions e LEO della città etnea per tendere una mano verso i bambini del Madagascar affinché anche loro possano trovare un luogo per apprendere, studiare e formarsi per il loro futuro. Il concerto di beneficenza, che si è realizzato grazie al generoso contributo della Brigata Meccanizzata “Aosta” che ha messo a disposizione la Banda Musicale, ha avuto luogo il 22 Settembre, presso il Teatro Metropolian di Catania. La Banda Musicale ha eseguito brani di musica leggera, operistica, sinfonica e anche musica sacra, sotto la direzione straordinaria del Maestro De Caro Fedele. Il concerto ha entusiasmato tutti, grandi e piccoli, grazie all’ eccellenza dei musicisti, che hanno eseguito il loro miglior repertorio per quasi due ore, mescolando abilmente brani classici e moderni. Parliamo di numeri: 3305 euro raccolti in sala, durante il concerto, che unitamente ad ulteriori offerte ricevute prima del concerto direttamente da una famiglia (1000 euro), da una signora e dall’Istituto Salesiano di Cibali (1000 euro), permetteranno a Mons. Vella di iniziare i lavori del progetto (totale: 5.305 euro). Si attendono altri contributi da parte di chi non potendo partecipare ha comunque segnalato l’intenzione a voler contribuire. Al concerto hanno partecipato diverse autorità, civili, religiose, miliInsieme


M ar a Pepe 3 B Liceo Scientifico

SULLA LINEA DI PA RTENZA IL “FAMIGERATO” CAMPETTO DI CALCIO PER I RAGAZZI DI S AN GI O RGI O - LI BR IN O Finalmente ci siamo! Come è documentato dalle foto, domenica 23 settembre 2012 è arrivata anche la benedizione del cantiere da parte dell’Arcivescovo di Catania, Mons. Salvatore Gristina, per la realizzazione del campetto di calcio per i ragazzi della parrocchia P. Pio da Pietrelcina in S. Giorgio. La benedizione del campetto, con il gesto simbolico dello sbancamento del terreno da parte dell’Arcivescovo, è stata preceduta da una celebrazione della Parola e dalla presentazione del progetto da parte del Parroco Don Piero Galvano, del Direttore dei Salesiani di Cibali, Don Giuseppe Ruta e dell’associazione “Città solidale” rappresentata da Piero Quinci e da Pina Rapicavoli, alla presenza dell’impresario sig. Coco e della sua consorte, di Don Santo Muratore, preside della Scuola secondaria di I grado dei Salesiani di Cibali, della comunità parrocchiale e soprattutto dei ragazzi e giovani, in par-

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ticolare degli scout con la loro divisa e con l’inconfondibile stile di partecipazione. Il progetto si caratterizza per la straordinaria rete di solidarietà fra la parrocchia, la comunità salesiana di Cibali e l’associazione di volontariato “Città solidale” che hanno sviluppato insieme numerose iniziative culturali e sociali (spettacoli teatrali con la “Compagnia della Fenice “ di Irene Di Mauro, sorteggi, ecc..) per la raccolta fondi necessaria per l’avvio dei lavori. Si prevede la conclusione dei lavori del campetto di metri 25x15 entro il dicembre 2012, con inizio dello sbancamento il 1° ottobre. L’Arcivescovo ha espresso tutto il suo apprezzamento e compiacimento per il clima di solidarietà e per l’impegno a favore

dei giovani, in particolare nelle periferie della Città e ha manifestato la sua personale vicinanza e il suo caloroso sostegno al progetto del campetto. Al momento attuale la raccolta ammonta ad euro 7.500 euro e ne mancano altrettanti per finire il progetto (15.000 + IVA). Coraggio! Forti della parola di Don Bosco: «Fare del bene a tutti, del male a nessuno. Questa è la mia politica». «Facciamo del bene a tutti e il Dio della pace sarà con noi».

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tari e lionistiche, circa 700/800 persone presenti in sala, così come stimato dai responsabili del teatro Metropolitan. Anche se non siete potuti venire al concerto, in qualsiasi momento Don Pippo Ruta o Don Domenico Luvarà sono disponibili ad accogliere le vostre offerte e garantire qualche altro mattone alla scuola di Befotaka.


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Inaugurata al Liceo Don Bosco la “Cappella della Memoria” Alla vigilia dell’apertura dell’Anno della Fede, il 10 ottobre 2012, Don Pierfausto Frisoli, Membro del Consiglio Generale dei Salesiani, in visita straordinaria, a nome del Rettor Maggiore, al Nostro Istituto, ha inaugurato, alla presenza dei docenti e degli allievi del Classico e dello Scientifico, la Cappella del Liceo, rimessa a nuovo e battezzata per l’occasione “Cappella della memoria”. Entrare in questo spazio sacro significa concedersi una pausa nel tran tran di ogni giorno per ritrovare la memoria personale e le proprie radici, riflettendo personalmente e confrontandosi con gli altri, a partire dalla trama e dalla tessitura «anamnetica» che la Cappella intende rievocare. Attraverso le raffigurazioni, si è introdotti in un esemplare intreccio della memoria ebraica, cristiana e salesiana, con l’unico scopo di riappropriarci delle origini e rileggere ed apprezzare il nostro codice genetico; per trovare risposte sempre più vere e profonde alle domande fondamentali che prima o poi emergono nella nostra coscienza personale e collettiva: «Da dove vengo? Dove mi trovo? Verso dove vado?». In principio. Al centro della Cappella, in direzione dell’altare, si staglia il Crocifisso di Auschwitz, un dipinto del giovane artista messinese Emanuele Geraci (classe 1988), riproduzione pittorica ampliata di un quadro originale che ha la sua origine ad Auschwitz - il principale campo di concentramento nazista – definito dal Beato Giovanni Paolo II, il «Golgota dei nostri tempi». Il mistero della sofferenza è quanto ha voluto esprimere l’anonimo pittore, di origine italiana, prigioniero nel lager nazista. Egli, che non è sopravvissuto allo sterminio, barattava la sua razione giornaliera di pane per avere in cambio i colori, con cui nelle ore notturne, di nascosto, dipingeva il suo Cristo crocifisso. I suoi compagni di prigionia hanno custodito, dopo la sua morte, il

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dipinto come una testimonianza preziosa e come segno di speranza, e finita la guerra, un sacerdote polacco, reduce da Auschwitz, lo ha esposto alla venerazione dei fedeli nella sua chiesetta di montagna, a Koscielisko nella diocesi di Cracovia. Una copia del quadro è conservata ad Auschwitz (Oswiecim, in polacco), presso la parrocchia di San Giuseppe, che attualmente sta costruendo una nuova chiesa, anche grazie al notevole contributo dei cattolici italiani. Contempliamo un pezzo di memoria unico, un originale atto di fede e d’espressione artistica in un momento così tragico della storia dell’umanità: un Cristo prigioniero di Auschwitz, con il suo numero ben visibile al posto del tradizionale cartello I.N.R.I., i fianchi cinti da una fascia di stoffa a strisce, tipica della divisa degli internati. Sullo sfondo tra i bagliori di fuoco e di luce rossa nella notte profonda, il paesaggio del lager e i camini che, come incenso, sprigionano cenere e fumo. Il volto di Cristo, forse modellato su quello di un prigioniero, esprime una immane sofferenza e l’immagine è resa ancor più drammatica dalla scritta in aramaico: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?», espressione tratta dal primo versetto del Salmo 22(21) e riportata dai vangeli della passione (cfr. Mt 27,46). Il giovane pittore Geraci, nella sua espressiva versione, è rimasto fedele all’originale, modificando unicamente un particolare: il filo spinato è stato reciso, segno di liberazione e di quella pace finalmente conquistata dopo tanta sofferenza e crudeltà. Un c amm i n o dal l a so f f ere n za al l a g i o i a . La Via Crucis che scorre in senso orario nelle pareti della Cappella è la rappresentazione di un cammino, scandito dalla Parola di Dio, dal vangelo della sofferenza e della risurrezione. Gli originali dei bassorilievi si trovano a Nazareth, nella Cappella di Madre Caterina delle Suore Francescane del Insieme


Intermezzo carismatico. La Via Crucis Via Lucis è incrociata a metà dal grande pannello posto nella parete di fondo, di fronte al Crocifisso. In questo grande pannello è raffigurato un grande vortice che attrae la visione; è rappresentata una grande conchiglia a cui tendere l’orecchio per ascoltare le memorie salesiane a partire dal battesimo di Don Bosco fino all’espansione della sua missione educativa attraverso i suoi figli nel mondo. Sono spezzoni selezionati dagli affreschi del Tempio del Colle Don Bosco, frutto dello stile originale dell’artista Mario Bogani (classe 1932). Come in una successione scenografica, si ripresentano e parlano al cuore gli episodi salienti della vita di Don Bosco: il battesimo e la perdita del padre, l’infanzia e il sogno dei nove anni, l’incontro con Bartolomeo Garelli e il trionfo tra i suoi ragazzi dopo la grave malattia, l’esperienza delle carceri e il persistente desiderio di incontrare i giovani e di prevenirli nelle loro esigenze più profonde, le grandi costruzioni e, soprattutto, la fondazione della famiglia salesiana al servizio della gioventù, l’invio dei missionari fino all’estremità della terra e la realizzazione dei tanti sogni di bene. Insieme

Due parole latine commentano questo grande flusso elicoidale che non tollera di diventare un fossile: memorare, «ricordare», un invito a mantenere viva la memoria, a cogliere la scia, i segni e le impronte di questo grande memoriale salesiano; memorari, «essere ricordato», una sollecitazione a farsi ricordare, a continuare questa storia di ricordi, a lasciare un proprio segno e le proprie impronte, perché anche altri possano ricordare ed essere ricordati, perché possano far parte di questa grande e appassionante storia. So t t o l o s gu a r d o d i u n a m a d r e e d i u n padre. Questa tessitura originale di memorie si svolge e viene continuamente rivisitata sotto lo sguardo materno di Maria Ausiliatrice, che non fa mai mancare il suo aiuto nelle vicende liete e tristi della vita e che rimane sensibile ad ogni gemito e grido che sale dal cuore umano. L’immagine del pittore Mario Bogani, il cui originale si trova nella Parrocchia salesiana di Brescia, è una versione inedita dell’Ausiliatrice: il bambino Gesù tiene lo scettro ma è la Madre che lo tiene in grembo e lo dona al mondo. Il grande libro delle Memorie scorre anche sotto lo sguardo paterno di Don Bosco (mosaico dello stesso Bogani che campeggia all’esterno del Tempio di Don Bosco al Colle), che, come immagine viva del buon Pastore, accoglie con le braccia aperte i giovani, esprimendo quella paternità affabile e forte di cui egli stesso ha sempre sentito l’esigenza dopo la perdita del padre e che ha voluto realizzare nella sua vita e nel suo stile educativo. Una testimonianza eloquente che lascia intendere a tutti che ogni perdita può diventare risorsa, ogni svantaggio può diventare riscatto. La memoria delle cose belle della vita e perfino delle ferite può essere commutata in sviluppo e in progresso verso un futuro ricco di speranza. Un grazie sentito a quanti hanno contribuito e contribuiranno per le ultime rifiniture con offerte, manodopera e suggerimenti. D on Pipp o Ru ta

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Cuore Immacolato di Maria, e sono opera del Maestro Ennio Tesei (1934-2009). Rompendo i canoni della struttura tradizionale del pio esercizio della Via Crucis, il susseguirsi delle quattordici stazioni, realizzate in bifore con motivi realistici e simbolici, indica il cammino difficile del Nazareno, che non termina con la sepoltura, quasi in un vicolo cieco, ma sfocia nel mattino di pasqua. La scansione del cammino di Gesù diventa lo specchio in cui ognuno può considerare il fluire del tempo e il ritmo della propria esistenza, dei momenti più critici e difficili, come di quelli di vera e autentica felicità. Nel percorso verso il Calvario, tutti possono iscrivere parte dei propri ricordi e delle esperienze personali, di famiglia, di amicizia, di lavoro, di dubbio, d’incertezza, di sofferenza. Nella stessa ottica si possono considerare le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce del mondo. Un filo rosso attraversa il cammino: la Via Crucis, man mano che si procede, si trasfigura in Via Lucis.


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Gela

In Grest nel segno di Don Bosco

È partito nei giorni scorsi il Grest della chiesa di San Domenico Savio. Trecento bambini e cento tra animatori grandi e piccoli si ritrovano ogni giorno presso i locali della casa salesiana diretta da Don Giuseppe Troina per partecipare alle attività estive. Il tema di quest’anno, “Io per Voi”, ha al centro del proprio itinerario la figura di San Giovanni Bosco, fondatore dell’ordine salesiano. “In vista del bicentenario della nascita di Don Bosco – spiega Don Arnaldo Riggi, responsabile del grest insieme a Don Jerome Rakotomalala – che si terrà nel 2015, il Rettor Maggiore dei salesiani, Pascual Chávez Villanueva, ha avviato un triennio di preparazione sulla figura del santo di Castelnuovo d’Asti. Questo è l’anno della conoscenza storica e tratta degli aspetti principali della sua vita e dei suoi insegnamenti. Gli educatori del nostro oratorio hanno preparato un sussidio di approfondimento attraverso l’ausilio di canti, giochi e scenette teatrali sulla vita di Don Bosco. Ogni giorno, un animatore interroga i ragazzi proprio su ciò che viene loro insegnato e i più bravi e meritevoli fanno aumentare il punteggio della loro squadra”. La vita adolescenziale di Don Bosco ha ispirato inomi della quattro squadre che compongono il grest: Saltimbanchi, Giocolieri, Acrobati ed Equilibristi. “Da giovane – affermano gli animatori Giovanni Aurnia e Simona Averna – Don Bosco fu una sorta di artista di strada per evangelizzare e favorire l’armoniosa socializzazione tra i suoi coetanei: questo è anche il nostro scopo educativo nel grest. La settimana parte con il momento formativo per gli animatori che ci coinvolge ogni lunedì mattina, mentre nei pomeriggi i ragazzi giocano in oratorio. Al mattino si tengono i laboratori di canto, danza, basket, calcio, pal-

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lavolo, teatro, disegno, chitarra e, novità di quest’anno, tiro con l’arco, grazie alla collaborazione di alcuni esperti”. Il mercoledì mattina è il momento dedicato al mare, sono previste due gite agli acquapark di San Cataldo e Melilli (rispettivamente il 13 ed il 27 luglio) e dal 16 al 21 luglio si terranno le mini olimpiadi. Il ricco programma del grest dei salesiani include anche uno spettacolo settimanale che si tiene il mercoledì sera nel piazzale dell’oratorio ed il coinvolgimento delle famiglie nei giochi di squadra. Il 4 luglio alle 19:30, alcuni ragazzi del grest porteranno in scena la favola del Re Leone. Le attività dell’oratorio (di cui è responsabile Don Alfio Bonanno) sono curate dai capisquadra Denise Romano, Giuseppe Moricca, Fabrizio Gallon, Ausilia Marino e Renata Psaila con la collaborazione dei volontari del servizio civile. Domenico Russello Da: La Sicilia, Gela 29 giugno 2012. Insieme


Leonforte

Anche quest’anno nell’oratorio di Leonforte dal 20 giugno al 24 luglio si è svolto il Grest, che ha coinvolto circa 200 ragazzi dai 6 ai 12 anni, impegnati in attività ludiche al mattino dalle 9.30 alle 12.30 e in attività sportive dalle 16.30 alle 19.30. Queste attività sono state portate avanti da una cinquantina di animatori tra i 14 e i 16 anni e 5 diciottenni che hanno svolto il ruolo di “guida” del tema scelto e altri 8 giovani tra i 18 e i 22 anni che hanno tenuto tutte le fila dell’organizzazione del Grest in tutti i suoi aspetti. Una quindicina di questi animatori hanno seguito una formazione invernale che li ha coinvolti con incontri settimanali, gestita da 2 giovani ventenni, che li hanno accompagnati durante tutto lo svolgimento del Grest e che sono loro da modello per l’impegno che profondono quotidianamente in oratorio. Il tema scelto è stato Zakar, uno dei sussidi proposti dal MGS del triveneto, incentrato sulla ricerca della vera essenza di ciascuno di noi, a partire da un gioco virtuale, i 5 protagonisti prima si ritrovano nel gioco

DALLE CASE SALESIANE

Il Grest 2012

é Leonforte: I “grilli” e chi li ha seguiti, davanti al nostro murales… fatto da loro!

con un nick-name per tornare alla realtà con la propria identità e con la propria anima. Su questo tema si è incentrata anche la formazione degli animatori. Abbaiamo già ripreso gli incontri invernali degli animatori e siamo ben felici di vedere che molti di coloro che sono arrivati all’ultimo momento al Grest sono tornati per continuare ciò che abbiamo cominciato insieme sotto la guida di Don Bosco e sotto il manto protettivo dell’Ausiliatrice.

Palermo-Ranchibile

Convegno Unione Exallievi

Il 13 maggio, giorno in cui si festeggia la Madonna di Fatima, è il giorno scelto dall’Unione Exallievi del Don Bosco Villa Ranchibile di Palermo per la propria giornata annuale dell’exallievo. Quest’anno, su indicazione del Direttore dell’Istituto Don Carmelo Umana, si è deciso di dedicare una intera giornata all’evento, con un tema unico :“Buoni cristiani e onesti cittadini”. La giornata è iniziata alle ore 10 con la tradizionale accoglienza poi alle 10,30 tutti in Teatro per la trattazione del tema. Insieme

All’ingresso il segretario dell’Unione Ignazio Cascino ha provveduto ad accogliere i convenuti offrendo loro la possibilità di associarsi. Il Teatro Ranchibile, gremito, ha ospitato un talk show condotto dall’inappuntabile Giuseppe Santostefano, ospite e guida dei vari intervenuti. Ha aperto l’incontro il Direttore Don Carmelo Umana che ha presentato ufficialmente il tema della giornata “Buoni Cristiani e Onesti Cittadini”, con aneddoti di vita vissuta e tante esperienze personali.

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DALLE CASE SALESIANE

Il salotto ha ospitato l’Insegnante del liceo Ornella Ingargiola, il Magistrato Ettore Criscuoli, il Preside del liceo Umberto Vito Lo Scrudato e Don Biagio Amata Delegato per gli exallievi del Ranchibile. Tutti hanno testimoniato con la propria esperienza la formazione ricevuta dai salesiani che ha radicato i principi fondamentali per la loro crescita umana. I dialoghi e le testimonianze sono stati intervallati dalle esibizioni dei ragazzi e ragazze dell’Istututo “Santa Chiara” con deliziosi balletti delle loro terre di origine; molto apprezzati dal pubblico con calorosi e affettuosi applausi. Stefania Tutone, introdotta da Giuseppe Santostefano ha coinvolto tutti con la lettura di “Parole di Don Bosco”. Sono intervenuti dalla sala, tra il pubblico, Aurelio Scavone, Ignazio Messina, Melchiorre Russo, Riccardo Galioto, Vittorio Consoli e Fabio Puleo che hanno voluto confermare a loro volta, l’importanza della formazione ricevuta dai loro primi insegnanti salesiani. Francesco Muceo, Presidente mondiale e Pino Orlando, Presidente ispettoriale, dal salotto, hanno voluto ancora rimarcare l’imprinting ricevuto già ai primi contatti avuti con i salesiani di Palermo e di Gela, sottolineando come il loro “metodo” di approccio con i ragazzi abbia contribuito in modo determinante alla loro formazione. Per accommiatarsi dagli ospiti Giuseppe

Santostefano ha intrattenuto con un monologo del suo repertorio “In vino veritas” di Filippo La Porta, anche egli presente tra il pubblico. Applausi dalla sala. A conclusione dei lavori Stefano Carpino, presidente dell’Unione Exallievi Don Bosco Villa Ranchibile, prezioso “tecnico di scena”, con il Direttore Don Carmelo Umana, ha ribadito i due impegni che l’Unione ha deciso di assumere nei confronti dell’Istituto Santa Chiara: versamento del cinque per mille in loro favore e “adozione in vicinanza” con un contributo da definire per i pasti giornalieri dei ragazzi assistiti. Con un generale “Giù dai Colli” la chiusura della prima parte. Ore 13 tutti in giardino attorno alla statua di Don Bosco per la tradizionale foto di gruppo e per il brunch, preparato sontuosamente dalla Scuola Professionale per la ristorazione dell’Istituto Salesiano “Gesù Adolescente” e concluso con la splendida torta offerta dal Presidente mondiale Francesco Muceo. Alle ore 15 partita di calcio tra exallievi senior e exallievi junior nel campo dell’Oratorio; partita combattutissima e divertente anche per il folto pubblico. Don Bosco, visto lo spirito di fratellanza che ha coinvolto tutti, non ha permesso che ci fossero vincitori e vinti. Dopo due tempi tiratissimi conclusi con un 6 a 6, e dopo i calci di rigore ad oltranza, si è deciso, con la soddisfazione di tutti, di chiudere con un onorevolissimo pareggio. Ore 16 trasferimento in Chiesa per la Celebrazione Eucaristica. Ultime foto di gruppo, saluti e arrivederci al 24 maggio per la Festa di Maria Ausiliatrice. Speciali ringraziamenti a: Fulvio Fisicaro – fotografo ufficiale; Armando Celone e Girolamo Picciurro per il brunch; Mario Ferigo per la preparazione degli inviti e le riprese video in teatro e a tutti i convenuti per la gioiosa atmosfera creata. Pellegrino Terrasi

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Addetto Stampa Insieme


Ogni santo giorno

Ogni santo giorno Rachid apre le porte della sua scuola di atletica allo Zen. Ogni santo giorno Roberta prende la sua carrozzella e si va ad allenare. Ogni santo giorno don Gianni si prende cura dei bambini del suo Oratorio. Ogni santo giorno Biagio procura da mangiare per centinaia di emarginati. È il senso della vita. È quel che avevamo in testa quando abbiamo dedicato il 388° Festino a “chi fa miracoli”. È il miracolo della semplicità, che diventa rarità se non ci conosciamo, se non ci vediamo quando c’incrociamo per strada. È il motivo per cui vi presentiamo queste donne e uomini semplici e le loro storie: perché vorremmo che fosse semplice, per tutti, seguire il loro esempio. Don Gianni (foto in alto), gennaio ‘82, don Ninì Scucces vede alcuni extracomunitari che aspettano al freddo il turno per il rinnovo del permesso di soggiorno. Li invita all’Opera Santa Chiara e sono lì da 30 anni. Il sacerdote Giovanni D’Andrea è degno continuatore dell’azione di quell’altro salesiano: Santa Chiara è il fulcro di comunità etniche e locali che trovano accoglienza, at-

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tività ludiche, servizi, calore umano, un asilo multietnico. “I bambini sono le porte d’accesso alle famiglie” dice Don Gianni, persona carismatica dalla battuta pronta. Il suo lavoro contro emarginazione e disagio gli è valso la promozione. Da settembre sarà coordinatore nazionale a Roma e dovrà tenere a bada la nostalgia. L’opera “Santa Chiara” esiste da quasi 100 anni. Da: www.santachiara.org

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Palermo-Santa Chiara


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Cittadinanza onoraria a Don Gianni D’Andrea Dopo sei anni lascia la guida del centro Santa Chiara a Don Enzo Volpe Il sindaco Leoluca Orlando ha conferito la cittadinanza onoraria a Don Giovanni D’Andrea, 44 anni, che ha appena lasciato dopo sei anni la guida del centro salesiano di Santa Chiara, all’Albergheria. «Don Gianni ha dedicato alla città le sue migliori energie – si legge nella determina – è stato esempio di coraggio e dignità». La cerimonia si svolgerà a Palazzo delle Aquile il 31 ottobre, alle 12. Oggi, alle 12, avverrà il passaggio ufficiale al centro é Don E. Volpe, Don G. Mazzali e Don G. D’Andrea. Santa Chiara: a prendere il posto di Don Gianni sarà Padre Enzo Volpe, già direttore del Don Bosco Ranchibile, 44 anni, mentre a sostituire Padre Salvo Renna, che si occupa dell’oratorio, sarà Don Saverio Arockiam, indiano di 34 anni.

Pedara

Grest 2012: Zarak memorie di futuro

Iniziato il 18 giugno, il Grest 2012 si è concluso il 2 agosto 2012 con l’appendice del post-Grest (6-10 agosto). Sette settimane molto intense di formazione, di giochi, di divertimento, di gioia... insomma di vita comune insieme ai ragazzi. Nella prima settimana del Grest e nel cosiddetto Post Grest le attività si sono svolte solo di pomeriggio. Dalla seconda settimana in poi il Grest ha moltiplicato le attività, oltre che al pomeriggio, anche di mattina e persino di notte grazie al gruppo di animazione (40 volontari) coordinati da Vittorio Nicosia e da ben 3 chierici (Adoy, Marco e Joseph), dal direttore dell’oratorio Don Carmelo Coco e con il sostegno di Don Lillo Augusta, direttore della comunità salesiana e parroco.

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I 326 grestini hanno fatto esperienza di gruppo divisi in 4 squadre (Onur, Sobek, Nefti e Aton) a loro volta suddivise in tre sottogruppi per età più due sottogruppi con i ragazzi più grandi. I nomi delle squadre sono certo strani, insoliti! Sono infatti nomi dell’Antico Egitto, una delle grandi civiltà della storia dell’umanità dove è ambientata la storia del tema del Grest 2012, “Zakar memorie di futuro”. Nel racconto 4 ragazzi coinvolti in un gioco di ruolo al computer, vengono travolti da un effetto misterioso che li porterà nell’Antico Egitto, in una piramide. Tra smarrimento, paura e sfiducia i ragazzi dovranno contare sui “punti di forza”, le qualità di ognuno, i valori per trovare la via di uscita e liberare anche tutto il popolo d’Egitto da Er-Aser, personaggio cattiInsieme


DALLE CASE SALESIANE

vo che con la “maledizione della dimenticanza” metteva tutti l’uno contro gli altri. Giorno dopo giorno i ragazzi del Grest in compagnia di Zira, una scimmietta biricchina interpretata dall’animatrice Maria Carmela Brincat, hanno ascoltato le puntate della storia in un clima tanto serio quanto comico. Ogni sabato con la celebrazione dell’Eucarestia si è fatta “memoria del futuro” passando dalle immagini del racconto alla realtà della vita. Nel contesto di educazione ai valori veri e forti della vita con la storia “Zakar, memorie di futuro”, nei giochi, nelle attività varie, il consiglio oratoriano ha voluto inserire un momento eccezionale: l’artista a livello internazionale Simona Atzori. Pur essendo senza braccia testimonia che è possibile vivere felici e che “… i limiti non sono in noi ma negli occhi di chi ci guarda…” e lei dipinge, balla, guida, scrive… tutto con i piedi. Ha dato una carica spirituale e umana ad ogni ragazzo del Grest il 25 luglio mattina rispondendo a tante domande dei grestini (tanto curiosi nella loro semplicità) e confermandola con lo spettacolo in serata “Me” che ha lasciato il pubblico stupito ed entu-

siasta. Specialmente per gli animatori, che hanno condiviso diversi momenti in un clima cordialissimo e familiare, è stata un’occasione di forte riflessione e di “carica” di ottimismo e fiducia. Dopo la sempre attesissima gita all’Acquapark del 30 luglio, l’indomani circa 500 persone (oltre ai grestini e animatori) hanno partecipato alla conclusione del Grest con la messa e la serata finale. Il primo di agosto ha avuto luogo la premiazione in base ai credits (punti) accumulati come un tesoro durante Grest da ciascun ragazzo. Il giorno seguente gli animatori sono stati in gita a mare (pineta del gelsomineto) per una giornata di relax.

Ragusa

Serata finale per il Grest

Nella serata di sabato 28 luglio è calato il sipario per il Grest 2012 dell’Oratorio Salesiano di Ragusa. È andata in archivio anche questa edizione portandosi con sé tanto entusiasmo ed allegria che hanno caratterizzato quattro settimane di circa 150 ragazzi dagli 8 ai 14 anni. Quest’anno lo slogan scelto è stato “Tutti x tutti”, dove il ragazzo, secondo lo stile salesiano ed il sistema educaInsieme

tivo-preventivo di Don Bosco, tramite i momenti di gioco, di sport, di divertimento, di formazione, è stato aiutato a riflettere su argomenti importanti per una sana crescita interiore. Invece circa 80 bambini dai 5 ai 7 anni hanno partecipato al “Minigrest” con attività ludico-educative che si sono svolte di mattina. Durante il Grest, come di consueto, non

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sono mancati momenti di aggregazione fuori dall’oratorio. Infatti la carovana multi colorata dei grestini si è recata ai Giardini Iblei, al mare di Marina di Ragusa e di Sampieri, all’acquapark di Roccella e Melilli, al campo di atletica leggera di Petrulli. Il tutto è stato possibile grazie all’impegno del responsabile dell’oratorio Don Franco Crimì, coadiuvato dall’animatrice Roberta Bertolone e dal giovane aspirante salesiano Alberto Anzalone. Inoltre a collaborare con i salesiani, in questo mese frenetico di attività varie, sono stati coinvolti circa 40 giovani animatori, e per tre settimane quest’anno c’e stata una novità per la presenza importante di due suore FMA (Figlie di Maria Ausiliatrice) Suor Agata Larosa e Suor Giusy Fortuna. La chiusura della kermesse ha visto il grande epilogo in una calda, e movimentata serata finale, che è iniziata con la presenza del Vescovo di Ragusa Mons. Paolo Urso il quale nel suo affettuoso saluto ha ricordato a tutti i “grestini” che la storia educativa dei salesiani non finisce con il grest, ma continua all’oratorio tutto l’anno. Successivamente è seguita la S. Messa presieduta dall’Ispettore dei salesiani di Sicilia Don Gianni Mazzali, che durante la toccante omelia ha esortato alla generosità, tema già affron-

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tato dai ragazzi in questo mese a di Grest. Successivamente è toccato ai bambini del mingrest e ai ragazzi più grandi ad esibirsi sul palco cimentandosi in balli, recite, canti. Durante la serata sono stati premiati i partecipanti alle varie discipline delle “Olimpiadi del Grest” svoltesi al campo di atletica del “Petrulli”. Alla fine chiusura con la premiazione di coloro che si sono particolarmente distinti e proclamazione della squadra vincente la “Lungimare”. Ma il vero vincitore è stato tutto il Grest 2012 con tutti i suoi già citati protagonisti, i quali hanno messo su una serata oratoriana, ancora una volta all’insegna del sano e spensierato divertimento, per mezzo del quale si è messo la parola fine a questa affascinante avventura regalando a tanti ragazzini della nostra città un mese di spensieratezza. Le varie attività oratoriane, per i giovani, riprenderanno, come al solito, nel prossimo mese di settembre all’apertura dell’anno sociale. Ma tutto il Grest si è dato appuntamento per giorno 15 settembre con il “Grest - replay” per rivivere ancora una volta una mezza giornata tipica di queste ultime appena trascorse. E n z o C am p o Insieme


“Sales & Pepes... spezziamo la vita per gli altri”

Il Grest 2012 dell’Oratorio salesiano di Trapani L’oratorio salesiano di Trapani ha presentato come tematica del grest 2012: “Sales & Pepes… spezziamo la vita per gli altri”. Ecco brevemente la trama. Sales, ragazzo eccellente e dai sani valori, è il protagonista di questa storia e acquisisce le sembianze del nostro Don Bosco. Egli avrà il compito di aiutare i suoi amici Gio, Gigi, Dominique, Laura e Nico infelici e occupati in cose futili, a trovare la vera fe-

licità attraverso i sette doni dello Spirito Santo, elementi trainanti di tutta la tematica. Nella sua missione Sales sarà ostacolato da Pepes che alla fine riuscirà a mutare in positivi gli aspetti negativi del suo carattere e capirà quale progetto Dio ha in serbo per lui. Nell’anno della conoscenza di Don Bosco, i ragazzi hanno conosciuto personaggi salesiani come Mamma Margherita, Laura Vicuña, Domenico Savio, Don Cafasso, Luigi Comollo, Maria Domenica Mazzarello e Nino Baglieri, rappresentanti nella storia gli amici di Sales. Inoltre, per sottolineare i sette doni dello Spirito Santo le squadre hanno preso il nome da essi. Il loro significato, la loro importanza nella nostra vita, tanta formazione insieme a tanto divertimento sono stati i parametri fondamentali degni di un grest salesiano. Roberto Valenti

Catania-San Filippo Neri Vecchio

Festa di Fine Grest

Sabato 28 luglio alle ore 16,30 presso l’oratorio salesiano “San Filippo Neri” di Via Teatro Greco, si è tenuta la grande “Festa di Fine Grest”. Presenti all’evento i ragazzi, gli animatori, i genitori, i parenti e gli amici dei grestini che hanno voluto concludere in allegria le sette settimane di divertimento, amicizia, lavoro, riflessione e preghiera del Grest 2012. Insieme

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Trapani


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Una generazione senza giovinezza: Giacomo Barletta Caldarera

Nell’auditorium dell’istituto S. Francesco di Sales di Catania-Cibali, i Salesiani e gli Ex allievi di San Giovanni Bosco, si sono fatti promotori di una lodevole iniziativa culturale ed ecclesiale: la presentazione del libro dell’avv. Giacomo Barletta Caldarera, ex allievo salesiano, autore del volume autobiografico “Una generazione senza giovinezza: per lanciare un ponte tra passato, presente e futuro; presentazione di Enzo Trantino” (Avola, Edizioni Gepas, 2012), presentato dall’ispettore dei Salesiani di Sicilia don Gianni Mazzali, dallo stesso avv. Trantino, illustre penalista ed ex parlamentare, e dalla prof.ssa Silvia Boemi, preside del Liceo Artistico di Catania. L’amico ed esimio collega d’avvocatura penale ha evidenziato, con la consumata oratoria e la nota arguzia ironica che lo contraddistingue, l’intenso messaggio antropologico che scaturisce dal libro da far leggere ai ragazzi di oggi, rievocativo di un mondo scomparso nell’oblio della storia, non retorica sentimentale ma struggente elegia del tempo andato, per far sapere loro che ragazzi lo sono stati anche quelli del nostro recente, drammatico e tragico passato ai quali, però, ingiustamente e crudelmente, è stata strappata un’epoca felice: la breve generazione della giovinezza educata ai valori civici e religiosi alimentati in famiglia, ma fatal-

é E. Trantino, Don G. Mazzali, S. Boemi, G. Barletta Caldarera.

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mente rapita dalla guerra e dalle sue vergognose sciagure. La dirigente scolastica Boemi ha ricordato i forti ed indissolubili legami personali e fraterni tra lei e Giacomo, e le loro famiglie, che affondano le origini nella santità sacramentale del battesimo.

é Don G. Mazzali, S. Boemi, G. Barletta Caldarera, A. Caldarera.

L’autore, alla fine, lancia un messaggio alle nuove generazioni di uomini e di donne del nostro tempo, messaggio degno di essere raccolto e meditato: “Non dimentichiamo che, se oggi, possiamo continuare a vivere in tutti i sensi, lo dobbiamo a uomini come De Gasperi e Scelba, a quanti ci hanno aiutato a riprendere le nostre vite. Non dimentichiamo il futuro spezzato dei nostri fratelli, caduti sui diversi fronti della guerra per compiere il loro dovere, e di quanti furono pronti a sacrificare consapevolmente la vita, in atti di eroismo che meritano elogio e ammirazione… Non dimentichiamoli quegli anni, quei giorni e quelle tragedie, così come ce li racconta nel suo splendido, pur se raccapricciante, romanzo il grande Giampaolo Pansa. Parlarne! Sì, per non dimenticare! In un luogo vicino o lontano, ancora oggi… nevica sangue nei lunghi inverni della paura”. Insieme


La “Notte di San Lorenzo” è passata, ma non bisogna smettere di guardare il cielo! A testa alta e con i piedi ben saldati a terra continuiamo a sognare e desiderare che le stelle cadenti e i desideri non finiscano in una notte. L’astronomia ci conferma che tutto non finisce nel buio di così poche ore, ma il nostro cuore in fondo lo sa già che c’è di più, conosce l’alfabeto del cielo anche quando non sa decifrarlo tutto. Abbiamo bisogno delle stelle, perché siamo alla ricerca di punti di riferimento luminosi non di oscuri segnali devianti e opprimenti. Cerchiamo le stelle che sono tra i pochi elementi del creato che ancora ci fanno fantasticare in un mondo che non ci permette di meravigliarci, cioè di essere come i bambini ogni tanto. Scrutiamo le stelle per cercare qualcosa, perché è dell’uomo la ricerca continua, la scoperta, il mettersi in gioco per non dare tutto per scontato. Ammiriamo le stelle perché ci parlano di una bellezza antica e sempre nuova, creata da un pittore invisibile le cui creazioni non hanno prezzo e quindi appartengono a tutti, perché nessuno le può possedere. Coloriamo le stelle, come fanno i bambini col giallo sulla carta, perché le vogliamo riempire di noi, desideriamo esserne parte, perché a chi non piace essere una stella? Desideriamo le stelle che dei desideri sono portatrici già nel nome latino oltre che nell’immaginario, come un bimbo attende di aprire un regalo, certi che il cuore non può fare a meno di desiderare. Disegnamo le stelle, sì, tante volte sul margine di un foglio, sugli appunti, su un tovagliolo da bar, quasi fossimo pittori ispirati davanti alla tela, mentre possiamo fare della nostra vita un’opera d’arte. Sogniamo le stelle, perché i sogni puntano in alto e ritornano indietro cadenti anch’essi, chiedendoci di impegnarci per realizzarli. Preghiamo le stelle in cerca di qualcosa che si realizzi per la nostra vita o per quella di chi vogliamo bene, ma in realtà desideriamo che Qualcuno ci ascolti lassù, “l’Amore che move il Sole e l’altre stelle”. Cantiamo alle stelle come tra amici di notte alla luce di un falò estivo, parole e musica dell’anima che volano alte e si diffondono nello spartito celeste. Gridiamo alle stelle i nostri “perché?”, “per quanto ancora!”, come da sempre l’uomo ha fatto alzando la testa al cielo, sofferente, adirato, stanco, in attesa di una risposta che dall’alto ci raggiunge poi attraverso l’abbraccio di una persona cara o parole amiche che accarezzano. Sfidiamo le stelle, vorremmo raggiungerle, toccarle, dominarle, raccoglierle, esaminarle, e così in verità sfidiamo noi stessi, la nostra intelligenza, i nostri limiti, le nostre capacità e tutto ciò ci innalza e ci edifica. Contiamo le stelle, così per gioco, pur sapendole innumerabili, così ci piace perderci e viaggiare con l’immaginazione e sappiamo che non c’è niente di male nel distrarsi un po’. Crediamo alle stelle, a volte quelle degli astrologi, ma crediamo di più a Chi le ha create e all’umanità amata che ne è immagine. Usciamo a veder le stelle come il Sommo Poeta alla fine di un doloroso cammino, prendiamo fiato, rischiariamo gli occhi, ci colmiamo di Infinito. Diciamo che “le stelle ci stanno a guardare” ed è bello credere che non sia un atteggiamento disgustato o pietoso, ma quello di due amanti – noi da quaggiù e loro da lassù – persi nell’abbraccio di sguardi innamorati. Non smettiamo dunque di guardare le stelle, esse non smetteranno mai di guardare noi finché un giorno noi saremo come loro, anzi più numerosi. Coraggio, testa alta, cuore pronto: i nostri nomi sono scritti in cielo tra le stelle! M arco P ap pal ard o Insieme

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N o n s me t t e r e d i g u a r d a r e i l c i e lo !


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B e a tifi c a to a d Ac ir e a le p a dr e A ll e g r a . Tradusse la Bibbia per la comunità cattolica cinese La Chiesa ha un nuovo Beato. Si tratta di padre Gabriele Maria Allegra, sacerdote francescano e biblista, morto nel 1976 e noto per aver tradotto la prima Bibbia per la Chiesa Cattolica cinese. La cerimonia di beatificazione è avvenuta sabato 29 settembre in piazza Duomo ad Acireale ed è stata presieduta, in rappresentanza del Papa, dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Presenti tra gli altri il cardinale arcivescovo di Palermo Paolo Romeo, presidente della Conferenza Episcopale siciliana, l’arcivescovo di Hong Kong, Giuseppe Zen ZeKiun, l’arcivescovo di Catania Mons. Salvatore Gristina, Mons. Mariano Crociata, segretario della CEI, il ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori, padre José Rodriguez Carballo, e migliaia di fedeli provenienti dalle diocesi siciliane.

Q uindici a nni f a moriva Mons . D omenic o Amor oso Il 18 agosto di quindici anni fa moriva Mons. Domenico Amoroso, dodicesimo vescovo della Chiesa diocesana di Trapani, immolatosi per la Comunità che lo Spirito, per il tramite di Giovanni Paolo Il, gli aveva affidato: «È lecito a un Vescovo – si era chiesto nell’ultima Pasqua rimasto tra noi – lasciare la Sposa a lui affidata? Non deve sapere soffrire e morire per Lei?». Stremato così da un male che lo aveva attaccato al sistema osseo, e dopo avere indicato la Parola e l’Eucaristia come vie per raggiungere il Risorto ma anche «la sofferenza che sa di morte», vissuta da lui personalmente, morì all’età di sessantanove anni. Sull’esempio del buon pastore (quest’icona lo accompagnò fino alla fine), andò alla ricerca della pecorella smarrita e, come un buon samaritano, si prese cura di essa, se la mise sulle spalle per condurla in una locanda e affidarla al gestore. Era nato a Messina nel 1927, ove compì gli studi fino a quelli di teologia (in seguito, a Roma, si laureò in storia ecclesiastica e in sacramentaria e liturgia). Entrato nel 1944 tra i Salesiani, figli di San Giovanni Bosco, fu ordinato sacerdote nel 1954 e vescovo di Utìna (Tunisia) nel 1981, prestando il suo ministero a Messina come presbitero, docente e, in seguito, come vescovo ausiliare di Mons. Ignazio Cannavò, prima di essere trasferito nella sede vescovile di Trapani l’8 settembre 1988. Si prese cura, da subito, della diocesi, offrendo una chiara eredità d’insegnamenti culturali, spirituali e pastorali (le otto lettere pastorali sono un patrimonio di questa chiesa locale alla portata di tutti ed offrono una visione di ecclesiologia compatta, in vista di “un volto più credibile di chiesa”). L’anima della sua azione episcopale fu la carità che doveva ispirare tutti gli strati della vita cristiana, al fine da divenire, ogni credente, sacerdote, re e profeta, sollecitandolo a scoprire la sua vera identità cristiana. Memore dell’insegnamento di Cristo «Chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me», si premurò, come Gesù, di accogliere chi era “piccolo” nell’anima e nel corpo, di salvare ciò che era perduto, ascoltando e dialogando con tutti, soprattutto con gli “ultimi” (carcerati, immigrati, ammalati mentali, bambini in difficoltà... senza averne nulla in ricambio), anche con chi per la sua avversione era distante da Dio e dalla chiesa. E ne fu ripagato dai fedeli e dai “lontani” da essere ricordato, anche nel tempo, per le sue opere e per la sua figura di pastore povero e umile. La Chiesa di Trapani è e sarà a lui riconoscente, nonostante i tentativi per denigrarlo e dimenticarlo, annoverandolo tra i presuli più illuminati avuti in centosessanta anni di storia diocesana. Sa l va t o r e A g u ec i Da: L’Opinione, n. 16 del 31-08-2012.

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I preadolescenti rischiano di essere considerati degli “invisibili” dell’emergenza educativa: per molti sono troppo piccoli per capire certe cose e incapaci di fare scelte autonome. Gli adulti dicono spesso loro che “capiranno quando saranno più grandi” e che “per ora si fa così e basta”. Se è difficile parlare con gli adolescenti ma magari ci si prova, con i preadolescenti neanche si tenta, perché “tanto sono ancora dei bambini”. Ma sarà sempre così? Se gli educatori non si prendono cura seriamente dei preadolescenti, è naturale che poi sarà complesso farlo con gli adolescenti che già vivono un’età molto particolare. Una pianta non la si innaffia dall’alto, ma dal basso, cioè a partire dalle radici e solo così diverrà grande davvero. Per questo abbiamo voluto provare a scrivere un nuovo sussidio per preadolescenti “FaceGod 2: ragazzi quotati da Dio”, edito dalla ELLEDICI ed in libreria proprio in questi giorni, per aiutare gli educatori a trovare il modo giusto per aprire la porta dei loro cuori senza buttarla giù, di essere presente ma non invadente, fermo ma non rigido, amico ma non complice, propositivo ma non decisionista, un gradino sopra ma non sul piedistallo, giovanile ma non infantile. Per animare i preadolescenti non serve fargli fare cose da grandi, ma valorizzare la loro età a partire da ciò che amano di più. Abbiamo riutilizzato il neologismo “FaceGOD”, coniato precedentemente per il nostro sussidio per gli adolescenti, e strutturato il testo prendendo spunto dai social network e dal loro linguaggio. Nasce dall’idea di condividere l’esperienza vissuta con quanti hanno voglia di scommettersi nell’educazione senza frontiere, valorizzando i mass media, ponendo al centro i ragazzi, mettendo in moto la creatività. Il sussidio raccoglie i principali temi del mondo dei preadolescenti, sperimentati sul campo nei momenti formativi a scuola, nei gruppi di cammino di fede, negli oratori, nelle piazze virtuali. Non solo parole, ma anche attività concrete ed esperienze da far vivere al gruppo o ai singoli, a scuola, in parrocchia, in oratorio, in famiglia, nelle associazioni, nei gruppi sportivi. Il nostro lavoro intende essere non solo uno strumento concreto e provato per animare, ma anche un’occasione di riflessione per l’Educatore o la Comunità degli educatori, poiché è solo ponendosi per primi con umiltà dinanzi a tali questioni che ci si può avvicinare un po’ più al cuore di chi ci viene affidato e provare a coinvolgerlo. Il testo non dà soluzioni ai problemi, ma crea domande, può far partire un confronto, stimolare riflessioni e azioni utili; saranno la fantasia, la creatività, la situazione reale di ciascuno a far vivere queste pagine e i contenuti riportati o proposti. Insomma abbiamo preso sul serio i preadolescenti, li abbiamo “quotati”, cioè li abbiamo valorizzati, “sottolineando” il loro vissuto e evidenziando la bellezza di questo tempo della loro esistenza. Insieme

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F ac e Go d 2 . R ag a z z i “ q uo ta t i ” d a Di o Nuovo libro-sussidio per preadolescenti della Elledici (di Marco Pappalardo, Carla Monaca, Alfredo Petralia)


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Le r el i q ui e d i Do n Bo s co nel l a c it t ad i n a d i F i an ar ant s o a Sabato 19 sera, con ben tre ore di ritardo sulla tabella di marcia, l’Urna arriva nella città di Fianarantsoa, accolta dall’arcivescovo Mons Fulgence Rabemahafaly. Dopo la Santa Messa alla cattedrale gremita di persone, ha inizio la veglia di preghiera che si protrae fino al mattino. Un fatto insolito: la macchina non può arrivare alla porta della cattedrale perchè ci sono delle gradinate. I militari che sono per il servizio d’ordine si prestano volontariamente e trasportano a spalle l’Urna nella chiesa. Domenica 20 agosto l’Urna lascia la cattedrale, per recarsi nell’opera salesiana situata nel quartiere di Ankofafa. I salesiani sono arrivati a Fianarantsoa da pochi anni. Grazie all’aiuto prezioso di un gesuita, Padre Zocco, che all’epoca era l’economo diocesano, sono riusciti ad ottenere un vasto terreno con dei fabbricati preesistenti che sono stati subito adattati: la fabbrica di vernici è stata trasformata in Chiesa, divenuta poi chiesa parrocchiale; la tipografia in oratorio... e la fabbrica di tabacco nello studentato! E così è nata l’opera. Fianarantsoa è una delle città più povere del Madagascar. La gente di dedica all’agricoltura ma con sistemi tradizionali che non sono tanti redditizi. Il quartiere di Ankofafa è tra i più poveri. La preoccupazione dei salesiani è stata quella di accogliere i numerosi ragazzi presenti nella zona: educarli attraverso la scuola e l’oratorio; offrendo loro la capacità di apprendere un mestiere (falegnameria, meccanica, giardinaggio, allevamento...) che possa essere utile per l’avvenire. L’oratorio è stracolmo di ragazzi e giovani. Più di 1700 ragazzi partecipano al “Fy Don Bosco”, una specie di Estate Ragazzi (anche se siamo in pieno inverno e Fianarantsoa è una delle città più fredde). Alle 9.30 comincia la Santa Messa Presieduta dall’Arvivescovo. È presente anche il Sindaco con le autorità civili e militari. Dopo la messa inizia uno spettacolo musicale (Sahoby), a cui partecipano i giovani dell’oratorio e le associazioni delle varie parrocchie. Viene proiettato la prima parte del film “Don Bosco, prodotto dalla RAI, ma doppiato in malgascio é Fianarantsoa: Le reliquie di Don Bosco all’oratorio. dalla Radio Don Bosco. La Televisione Nazionale ha già trasmesso questo film poco prima dell’arrivo delle reliquie in Madagascar. L’urna poi viene spostata nella cappella dello studentato per la veglia che si protrae fino all’aba del giorno successivo. Alle 4.30 di lunedì ha inizio la Messa, sempre presieduta dall’arcivescovo, è l’urna si incammina verso Antsirabe dove è attesa. Dopo un primo arresto previsto ad Ambohimasoa, il corteo è costretto a fermarsi nella località Camp Robin, perchè la gente è tanta e vuole vedere Don Bosco. Anzi questa gente ha composto un inno inedito a Don Bosco... e con tanta gioia e commozione lo eseguono davanti all’Urna. Nel villaggio di Ankoraka, a qualche chilometro da Ambositra, l’Urna viene accolta da Mons. Fidelis Rakotonarivo, vescovo di Ambositra. Dopo una breve sosta nel villaggio di Ivato-Ambositra, si riparte per Ambosi-

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Visitatoria Marie Immaculée Da: Bollettino Speciale, agosto 2012, n° 5.

Mo r te de lla ma m m a d i D o n A ld o B a l li s tr e r i, S ig . r a M a r i a Co n ti Mercoledì 29 agosto 2012 è tornata alla casa del Padre la mamma di Don Aldo Ballistreri, Sig.ra Maria Conti. Eleviamo la nostra preghiera di suffragio per la sua anima. I funerali si sono tenuti ad Agira nella Chiesa Abbazia San Filippo, giovedì 30 agosto alle ore 18,00.

TU NO , TU SI Ovvero una strana storia di vocazione salesiana C’era una volta, tanto tempo fa, in un ridente paesino del centro di Sicilia, una giovane coppia. Massaro Nardu e mamma Angelina. Pochi i loro anni e i loro soldi, molti i sogni e la voglia di crescere in benessere e in numero. Non li spaventava la fatica. Ed ecco la benedizione del Signore si concretizza nella nascita di due gemelli e, dopo di essi altri otto figli, cinque maschi e tre femmine. Alla gioia della loro venuta, si associò, come spesso avviene nella vita, la dipartita di alcuni di essi. I gemellini, colpiti dall’influenza della spagnola, nel giro dello stesso giorno, ritornarono a fare gli angioletti in cielo. Gli altri crescevano tra studio e aiuto a papà e mamma nei lavori della campana e nei lavori domestici. Un giorno si trovò a passare da quelle parti un amico di famiglia e talent-scout particolare, cercava ragazzi per farli diventare salesiani e missionari. Si chiamava Don Fasulo. E Don Antonio Fasulo, vedendo Insieme

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tra. La gente che è venuta a vedere Don Bosco è tanta. La strada nazionale è completamente bloccata. Per cui gli organizzatori prendono la decisione di far scendere l’Urna dal camion e di trainarla a mano per ben un chilometro e mezzo fino alla cattedrale, dove ha luogo la Santa Messa presieduta da Mons. Fidelis. Fatto commovemte raccontato da Don Vittorio Costanzo, direttore dell’opera di Betafo, è che i primi salesiani che soé Fianarantsoa: Celebrazione della S. Messa all’oratorio. no arrivati in Madagascar nel 1982 si sono ritrovati a studiare la lingua malgascia insieme proprio qui ad Ambositra, e hanno celebrato la festa di Don Bosco il 31 gennaio 1982 nella cattedrale. Alle 16.00 il corteo riprende la strada verso Antsirabe, fermandosi in due villaggi: Ilaka e Manandona. Ad otto chilometri da Antsirabè l’Urna è accolta da Mons Felix Ramananarivo, vescovo emerito. La Santa Messa, nel Seminario Notre Dame de l’Assomption, è presieduta da Mons. Philippe Ranaivomanana, vescovo di Antsirabe, Mons Fabien Raharilamboniaina, vescovo di Morondava, Mons. Fidelis, Mons. Felix e Mons. Rosario Vella. Il cortile del seminario è stracolmo di gente. Tra essi ci sono 2.600 giovani che hanno appena terminato l’incontro del Movimento dei Giovani Diocesano. Dopo la messa la veglia di preghiera nella cattedrale di Antsirabe.


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quella bella gioventù, rivolgendosi al capo famiglia, esclamò: Allora, Massaro, lo diamo un figlio a Don Bosco? Il massaro, sorpreso dalla proposta, non si lasciò vincere in generosità e rispose alla generosità di Dio, che gli aveva data una numerosa discendenza, “molto ben volentieri”. Il maschietto più grande fu scelto perché andasse a Gaeta e facesse, mentre continuava gli studi, l’aspirandato in attesa di poter entrare in noviziato. L’ambiente presentava le tipiche caratteristiche delle case salesiane, preghiera, studio, allegria e il giovane emigrante siciliano s’innamorò del posto e della sua vocazione. Ma non erano questi i progetti di Dio e di Don Bosco. La seconda guerra mondiale stava devastando il mondo e la bella Italia, tanto che i superiori di Gaeta decisero di chiudere momentaneamente l’aspirandato e di rimandare i ragazzi in famiglia. Papà Nardu si dovette sobbarcare alla fatica e all’impegno di andare a riprendersi il proprio figlio a Gaeta. Sembrava che l’ espeienza salesiana fosse conclusa. Tanto più che in un momento di chiarificazione tra padre e figlio, avvenuta sotto un ponte mentre si riparavano da un improvviso acquazzone battente, il figlio aveva rinunciato a rientrare a Gaeta e aveva optato per il seminario. E sarà prete diocesano. Ma Don Bosco non è solito mollare la preda o arrendesi facilmente. Intanto cresceva il più piccolo della grande famiglia, il “cacanido”, il coccolato da papà, mamma, fratelli e sorelle; non amava lo studio, non amava il lavoro, amava il pallone e gli piaceva giocare. Ma forse per questo lo amava Don Bosco. Alla meno peggio aveva terminato la scuola elementare. Cosa fare? Quale via intraprendere? Papà non ci dormiva più per trovare una soluzione. Intanto cominciò a portarselo in campagna, forse per vedere se c’era la possibilità di insegnargli un mestiere. Tutto tempo perso. Ed ecco l’idea geniale: Senti, visto che vuoi studiare, vattene dai salesiani e speriamo che essi ti mettano a posto. Detto fatto, preparata la valigia ecco la casa di Modica, secondo aspirandato dell’ispettoria sicula, accogliere il piccolo, visto che a Pedara non c’era posto. Non è che il nuovo luogo avesse cambiato la situazione, il cortile e non lo studio restava l’ambiente preferito e il pallone e non i libri l’oggetto più apprezzato. Certamente non poteva continuare così, tanto più che anche un salesiano-professore non accettava che il ragazzino trascurasse lo studio in favore del gioco. Lo scontro è inevitabile e la soluzione disastrosa. Ritornato a casa per le vacanze, lo raggiunse una lettera che lo invitava a restarsene a casa e dì non rientrare in collegio perché elemento, vi si leggeva, non idoneo alla vita salesiana. La delusione fu grande, ma abituati ai colpi del destino, accettato e assorbito, pronti a ripartire e non arrendersi mai. Per prima cosa bisognava ritornare a Modica e recuperare la biancheria lì rimasta. Così una mattina il nostro protagonista piglia il treno e via a Modica. Arriva in un momento in cui i suoi compagni si stanno mettendo in fila per andare a studio. Che è, che non è, il piccolino si mette in fila e, dimentico di tutto, riprende la vita di collegiale. Ma c’è una lettera a cui bisogna dare una risposta. Ricevuto dal Direttore, a cui viene mostrata la “diffida”, si sente rispondere che il Direttore non ne sa proprio nulla (!!!) e che può riprendere il cammino verso l’attuazione della sua vocazione. Il resto è cosa ordinaria, noviziato, professione, tirocinio, teologia, ordinazione e tanto, tanto lavoro con i ragazzi più poveri e abbandonati. L’esperienza salesiana della famiglia non si era conclusa con l’uscita da Gaeta del figlio maggiore. Solo che Don Bosco aveva fatta la sua scelta: Tu, No, ma Tu SI. D. Spitale

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Il Concilio Vaticano II ha parlato di «rinnovamento» della vita consacrata. Successivamente, si è parlato con sempre maggior insistenza di «rivitalizzazione», di «ristrutturazione», di «rifondazione» della vita consacrata, dando per scontata la fine di un certo modello e ribadendo 1’esigenza di elaborarne di nuovi. Pensando soprattutto alla crisi in atto nei paesi occidentali (calo di vocazioni, età sempre più elevata e unificazione delle province, alienazione delle grandi strutture sempre più vuote ecc.), la domanda più pressante è: dove sta andando la vita consacrata? Poche istituzioni come la vita consacrata all’interno della Chiesa hanno adempiuto così bene il compito della Perfectae Caritatis chiesta dal Concilio Vaticano II. Si e trattato di un rinnovamento che si è espresso in forme diverse, a partire dalle Costituzioni, poi 1’abito, le forme di governo, l’organizzazione della comunità, l’apostolato... Evidentemente per sua natura la vita consacrata deve essere sempre in stato di cambiamento, appunto per non perdere la sua identità cristocentrica, la sua istanza profetica, la sua grande riserva di umanità. Dunque, piuttosto che proclamare ai quattro venti la fine o il non senso della vita consacrata, ai nostri giorni è arrivata l’ora di creare forme di vita o ricreare quelle strutture apostoliche che corrispondono meglio al Vangelo, che ci permettono di approfondire le esigenze dell’amore fraterno, della testimonianza apostolica, della semplicità e della donazione di Gesù. In altre parole è giunta l’ora di ricuperare la specificità della vita consacrata, ossia ciò che la può rendere credibile, efficace e significativa. È indispensabile quindi ridefinire l’identità della vita consacrata, che non si fonda sui voti, né sulle Costituzioni, né sull’abito, e neppure sulla missione, ma sul suo peculiare rapporto con Cristo. Occorre ridire ciò che è una persona consacrata, perchè i consacrati hanno «qualche cosa di speciale» da offrire al mondo e alla Chiesa; ed è appunto quel «<qualche cosa di speciale» che li rende significativi. Con l’elaborazione del decreto Perfectae Caritatis il Concilio Vaticano II forniva delle linee guida per un rinnovamento della Vita Consacrata. (a partire dalle Costituzioni, dall’abito, alle forme di governo, l’organizzazione della comunità, l’apostolato, ecc.) affinché non perdesse la sua identità cristocentrica e la sua grande riserva di carità ed umanità. In particolare si è parlato con sempre maggiore insistenza di tale rinnovamento della Vita Consacrata soprattutto negli ultimi anni, in relazione alla crisi di vocazioni in atto nei paesi occidentali. Il presente volume ha proprio lo scopo di ridefinire l’identità della Vita Consacrata, offrendone una visione tipicamente salesiana, grazie all’autorevole voce dell’Autore Don Pascual Chavez Villanueva, che dal 2002 è Rettore Maggiore della Congregazione dei Salesiani. In particolare il libro raccoglie i testi delle lettere circolari, delle conferenze e di vari scritti prodotti dal nono successore di Don Bosco durante i primi sei anni di Rettorato. Si tratta dunque di un vero e proprio saggio sulla vita consacrata che può far conoscere ad un ampio pubblico, sia sacerdoti che laici. la grande ricchezza della vita religiosa.



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