tennis - prevenzione e recupero delle infiammazioni

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STRATEGIE DI PREVENZIONE E RECUPERO DELLA FATICA E DELLE INFIAMMAZIONI NEL TENNIS

L’allenamento e la competizione nel tennis hanno peculiarità che non possono facilmente identificarsi in altri sport, soprattutto per l’intero coinvolgimento ad elevatissima intensità della completa catena cinetica piedicaviglie-ginocchia-bacino-spalle-gomiti-polso-mano-racchetta. È quindi fondamentale che la prevenzione degli infortuni e delle infiammazioni ed il recupero dalla performance sia completa in ogni elemento dell’organismo ed in ogni fase dell’allenamento e del gioco.

Riportiamo alcuni numeri ed informazioni sullo stress sportivo del giocatore di tennis:

1. 50% dell’allenamento avviene sul campo e 50% fuori. Sul campo l’intensità è estremamente elevata e l’allenamento prevede 1/3 sforzo e 2/3 recupero.

2. Solo il 26% di una giornata tipica di allenamento è prestazione. Il resto è recupero, riposo e alimentazione.

3. Durante il gioco, la palla è in gioco per il 10%-30% del tempo. Ossia da 3 a 8 secondi per il gioco e 15-25 per il recupero.

4. 10 mesi su 12 sono dedicati alle competizioni, con intervalli di 1-3 settimane tra un torneo e il successivo.

5. Un tennista gioca da 20 a 30 tornei all’anno, con un equivalente di 60-80 partite (1-2 ogni 5 giorni).

6. Uno studio fatto su 100 giocatori di mediamente 20 anni ha dimostrato come ognuno riporti almeno una lesione all’anno ma la media sia di 5,98 per persona.

7. La durata di un torneo non è predefinita e può durare giorni, con enormi sforzi aerobici e anaerobici.

8. Il tennista utilizza l’intera catena cinetica: inizia dai piedi, poi ginocchia, bacino, tronco, spalle gomiti, polsi e chiude con le mani che impugnano la racchetta. I servizi sono una parte importante della strategia agonistica ed implicano un fortissimo consumo energetico, sia in battuta che in ricezione.

Da queste analisi emerge come il tennista sia sottoposto ad un fortissimo stress atletico ed il recupero, ovviamente a fianco di una corretta e specifica preparazione atletica che ne prevenga l’insorgenza, riduca sensibilmente il rischio di infortuni ed aumenti l’efficacia competitiva. All’opposto, strategie di allenamento scorrette portano a pericolosi fenomeni di overtraining che minano profondamente la capacità competitiva nel medio termine.

Uno studio eseguito su 110 tennisti e pubblicato in Common Injuries of Collegiate Tennis Players, Montenegrin Journal of Sport and Science, 2017 ha evidenziato questa frequenza di infiammazioni e lesioni:

Tendiniti 39%

Distorsioni 32%

Strappi 22%

Altro 7%

Una diversa ricerca su 12 tennisti (Impact of a competition with two consecutive matches in a day on physical performance in young tennis players, 2017) ha dimostrato come ci sia un sensibile calo della performance dopo 2 partite consecutive, stress a cui il tennista professionista è frequentemente esposto.

Le strategie per la prevenzione ed il recupero della fatica e delle infiammazioni in questo sport ad alta intensità non hanno un chiaro e condiviso indirizzo, anche se negli ultimi anni è sensibilmente cresciuto il numero di studi che collegano efficaci strategie di recupero a miglioramenti di efficienza negli allenamenti e durante le competizioni, con riduzione conseguente delle lesioni. Un corpo rilassato e meno teso, una muscolatura correttamente irrorata per quanto estremamente allenata e fondamentalmente sanata dalle micro lacerazioni del muscolo scheletrico man mano che avvengono (che comunque e sempre intervengono nelle fasi di allenamento) sono meno soggetti a strappi e distorsioni.

Le più comuni terapie di recupero oggi utilizzate sono il riposo passivo, lieve attività, idroterapia, massaggio, stretching, compressione e terapie psicologiche. Uno studio comparato di S. Halson, Recovery Techniques for Athletes, 2014 (https://www.gssiweb.org/sports-science-exchange/article/ sse-120-recovery-techniques-for-athletes) evidenzia come non vi sia superiorità tra una strategia all’altra. È normalmente il preparatore atletico ad identificare caso per caso il migliore mix di tecniche affiancandolo a corretta alimentazione ed integrazione. Nessuna strategia per la prevenzione delle infiammazioni in fase competitiva è stata ancora identificata, che è invece quella che comporta il maggior rischio per le performance a medio e lungo termine dell’atleta.

È noto come all’aumentare del ranking dell’atleta diminuisca in modo più che proporzionale la sua attenzione per corretti comportamenti biomeccanici privilegiando i punti e la vittoria a qualunque costo. L’impatto è un progressivo sovraccarico doloroso della catena cinetica, che necessita di sempre più impegnative terapie riabilitative. Data l’importanza di questo problema, è molto interessante come l’Australian Institute of Sport abbia

creato una vera e propria Recovery Unit, guidata dalla dottoressa Shona Halson, utilizzando e migliorando le migliori esperienze disponibili. https://www.youtube.com/watch?v=AYOME4gmvg4

MUSCLE DAMAGE >>> DEGENERATION

INFLAMMATION

Parecchi studi basati sulla centralità dell’Ossido Nitrico nella loro funzione di riparazione cellulare, tra cui The Role of Nitric Oxide in Skeletal Muscle Regeneration, Trends in Sport Science, 2013, http://tss.awf.poznan.pl/files/Vol_4_Lacny_plus_4.pdf hanno evidenziato come il processo di riparazione delle cellule danneggiate dalla fatica avvenga già spontaneamente e naturalmente per mezzo della mediazione dell’Ossido Nitrico, il quale richiama immediatamente in efficienza le cellule satelliti o staminali.

REGENERATION (schema pagina 175 da replicare)

Essenziale, nel processo di rigenerazione di una muscolatura, è quindi l’efficace prolificazione delle cellule satelliti e la vascolarizzazione della parte danneggiata. I processi di myogoenesi ed angiogenesi sono prerequisiti essenziali per il recupero morfologico e funzionale della muscolatura danneggiata, la quale deve riattivare il flusso sanguigno e la fornitura di ossigeno e sostanze nutritive, tra cui gli aminoacidi, ai tessuti.

L’Ossido Nitrico ha un ruolo fondamentale in questo processo in quanto promotore di diversi fattori di crescita: recenti studi sul sovrautilizzo dei tendini hanno evidenziato una sovrapproduzione di NO, il quale lavora come efficace agente riparatore cellulare nel processo (Szomor ZL, Appleyard RC, Murrell GA. Over-expression of nitric oxide synthases in tendon overuse. J Orthop Res. 2006; 24: 80-86).

Altri e diversi studi, hanno associato positivamente l’Ossido Nitrico alla rigenerazione del collagene, fondamentale per la corretta gestione delle articolazioni sotto stress agonistico. (W. Xia, Z. Zmonor, Nitric Oxide Enhances Collagen Synthesis in Cultured Human Tendon Cells, J Orthop, 2006).

È evidente quindi come terapie specifiche che inducono alla naturale sovrapproduzione di Ossido Nitrico localizzata sulla muscolatura o articolazione danneggiata ne accelerino il recupero funzionale.

Protocolli terapici di strategia di recupero preventivo basate su un utilizzo intensivo e continuativo di tessuti tecnici che generano sovrapproduzioni di

Ossido Nitrico evidenziano una continua riparazione cellulare durante l’intero ciclo di allenamento, portando la muscolatura ad una situazione ideale (per la competizione.

Le cellule muscolari ed i tessuti connettivi, esposti alla preventiva e continua riparazione, nutrimento e vasodilatazione prodotti dai protocolli terapici a base di ossido nitrico localizzato nelle fasi atletiche di media e alta intensità, riducono in modo sensibile le proprie microlesioni. La forte riduzione della loro presenza riduce in conseguenza il rischio di ulteriore danno durante lo sforzo intenso e diminuendo quindi il rischio di infiammazioni e overtraining.

Gli stessi tessuti tecnici che inducono a sovrapproduzioni di Ossido Nitrico direttamente nell’endotelio (e-NOs), se utilizzati immediatamente dopo la competizione, attivano istantaneamente i processi di riparazione cellulare riducendo inoltre in modo significativo l’impatto dei DOMS.

Fonti

C. Behringer, Training during competition period, Sutton tennis Academy, IFT Coaching and Sport Science Review, 2009

Fu MC1, Ellenbecker TS2, Renstrom PA3, Windler GS4, Dines DM, Epidemiology of injuries in tennis players, Curr Rev Musculoskelet Med. 2018 Mar;11(1):1-5 R,

Sureda A, Tur JA, et al. The effects of nitricoxide-related supplements on human performance. Sports Med. 2012; 42: 99-117.

Filippin LI, Moreira AJ, Marroni NP, et al. Nitric oxide and repair of skeletal muscle injury. Nitric Oxide. 2009; 21: 157-163.

Tengan CH, Rodrigues GS, Godinho RO. Nitric oxide in skeletal muscle: role on mitochondrial biogenesis and function. Int J Mol Sci. 2012; 13: 17160-17184

McConell GK, Bradley SJ, Stephens TJ, et al. Skeletal muscle nNOS protein content is increased by exercise training in humans. Am J Physiol Regul Integr Comp Physiol. 2007; 293: R821-R828.

Radak Z, Naito H, Taylor AW, et al. Nitric oxide: Is it the cause of muscle soreness? Nitric Oxide. 2012; 26: 89-94.

Anderson JE. A role for nitric oxide in muscle repair: nitric oxide-mediated activation of muscle satellite cells. Mol Biol Cell. 2000; 11: 1859-1874.

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