Green Line - Febbraio 2012

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“ATS

LAVORA IN COLLABORAZIONE CON TUTTE LE IDENTITÀ CHE HANNO L’INTERESSE A SOSTENERE LE IMPRESE E A GENERARE OCCUPAZIONE E LAVORO D’IMPRESA. SULLE ALTRE COSE SIAMO MENO SENSIBILI”. Francesco Bet, presidente di Ats

successo: il progetto di promozione in Ucraina, Turchia e Svizzera. Un’attività che ha fatto sì che il florovivaismo avesse una voce e una rappresentanza anche al Ministero, cosa che non era mai successa prima. Ma noi non possiamo arrogarci di rappresentare tutto il florovivaismo italiano, che è molto particolare e diversificato. Io non vedo le condizioni per riunire il florovivaismo italiano in un’unica associazione. Greenline: Perchè? Francesco Bet: É una questione di genesi: anche nel campo agricolo tradizionale non ci sono for ti aggregazioni. Il florovivaismo non può essere diverso. Le organizzazioni economiche agricole in Italia si sono create secondo correnti politiche e sindacali; nel nord Europa non è così, sono trasversali. Non possiamo sognare di muoverci in ambiti che non esistono, mutuando modelli propri di altri paesi e culture. Florasi e Ats hanno cercato proprio di calarsi su questo terreno. Con una caratteristica che io vorrei tenere molto rigida, almeno fino a quando ci sarò io e il nostro gruppo di lavoro: noi siamo imprese. Non siamo sindacato, non siamo politica, non abbiamo un background che esce dalla palestra sindacale: noi usciamo dalla dialettica dell'associazionismo d'impresa. Ats lavora in collaborazione con tutte le identità che hanno l'interesse a sostenere l’imprese e a generare occupazione e lavoro d'impresa. Sulle altre cose siamo meno sensibili. Questo è il pensiero di tutti i tre presidenti, non solo il mio personale.

Greenline: Non ritieni che nel settore stia maturando la necessità di un’Associazione nazionale? Francesco Bet: C'è una grande aspettativa di una forte rappresentanza unitaria, per sostenere gli interessi economici e politici del settore. Vale la pena però precisare che Ats si occupa soltanto di promozione. Noi possiamo limitarci a questa fase, non vogliamo rappresentare tutto il settore. Noi potremmo essere uno dei componenti, uno dei tasselli di questa associazione che potrebbe nascere dall'unione di Ats con altri soggetti inclini alla rappresentatività politica di settore. Ma oggi non vedo nessuno che – come noi – abbia come focus l’impresa. Visto che il progetto comunitario prevede il trasferimento del know how, un passo possibile potrebbe essere la nascita di un’associazione mista italo-rumena o italo-greca, che ci vedrebbe integrati anche nelle azioni su Bruxelles. É quello che ci chiede la Comunità: che i fondi vengano spesi in condivisione con il mondo produttivo locale. Greenline: La T di Ats significa “temporanea”: quando si esauriranno i progetti triennali europei cosa resterà? Francesco Bet: Stiamo lavorando in modo che questo patrimonio rimanga in eredità al mercato, una volta esauriti i progetti. Per questo è nata GreenBox, una società controllata dai tre Consorzi, che svilupperà le attività generate dal progetto: quindi fiere, comunicazione e tutte le attività tese a promuovere gli interessi delle imprese. Questo è il pensiero di tutti i tre i presidenti, cioè di Alessandro Pagano di Conaflor, Marco Fabio Montanari di Florconsorzi e non solo il mio.


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