Atti convegno "Lotta al terrorismo" (1986)

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Ricordo bene come si comportavano nell'università: lasciavano fare, senza denunciare; rifiutandosi di testimoniare, fingendo di non vedere, astenendosi sulle mozioni di condanna degli aggressori e di solidarietà con le vittime (perché i primi erano ancora pericolosi e le seconde erano invece allora perdenti). Quale credibilità può avere oggi la richiesta da parte di costoro, di clemenza per i terroristi, o addirittura di amnistia generalizzata, quando essi non hanno mai avuto il coraggio di pronunciare una condanna chiara, incondizionata, della violenza? Essa ha il sapore di una richiesta interessata, intesa a ridare legittimazione e libertà di azione ai nemici della democrazia, al fine di ripristinare quel clima di intidimidazione da cui qualcuno sperava, e spera ancora, di trarre dei vantaggi politici o personali. Solo le vittime, e quanti con esse solidarizzano, hanno i titoli morali per parlare di superamento dell'emergenza e di riconciliazione, ma nei termini chiari e "laici” sopra ricordati.

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