Race 137

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SKI HARD OR GO HOME

NUMERO 137 DICEMBRE 2015 MENSILE

6 EURO

ski magazine

Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma 1. LO/MI

made in Italy

CAPITAN PIETRO IL RUGGITO DI PETER FILL A LAKE LOUISE: PODIO IN DISCESA E SUPERG!

SKI PEOPLE

L’ANALISI DELLE GARE DEL NORD AMERICA

SOFIA GOGGIA TOMMY SALA ROBERTO SARACCO

INCHIESTA

LO STATO DI SALUTE DELLE TAPPE ITALIANE DI COPPA DEL MONDO

LIVE

FOCUS

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LO SCI IN TELEVISIONE

50137

L’APERTURA DEL CIRCUITO FIS IN VAL GARDENA

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EQUIPE LIMONE, 13 ANNI DI SUCCESSI

SCI CLUB

50 PAGINE DI NEWS, INTERVISTE E SERVIZI ESCLUSIVI



EDITORIALE di Davide Marta

L’anomalia dello sci alpino Domanda. Conoscete uno sport che i bambini e ragazzi praticano in modo quasi professionistico, salvo estinguersi come i dinosauri dalla maggiore età in poi? Risposta. Lo sci alpino. Già, ad eccezione di pochi professionisti delle squadre nazionali, si esaurisce tutto a sedici anni. Ma come, con tutti gli sciatori che ci sono in giro sulle piste? Parlo di sport, non di turismo. Lo sci inteso come attività sportiva, quindi praticato in chiave agonistica, senza necessariamente obiettivi di vertice, ma per la soddisfazione di esprimersi bene, al meglio delle proprie possibilità tecniche e fisiche, di allenarsi e di mettersi alla prova con altri atleti. Questo non ha nulla a che vedere con la sciata del weekend o con la settimana bianca. Significa prepararsi fisicamente, scegliere e acquistare attrezzatura e abbigliamento adeguati, frequentare con continuità le località sciistiche per allenarsi e gareggiare, affidarsi a professionisti per il miglioramento tecnico. Ma soprattutto significa farlo in un’età, dopo i vent’anni, in cui si sceglie liberamente e consapevolmente quello che si desidera fare, senza pressioni familiari o condizionamenti scolastici. Insomma: tutto quello che dovrebbe rappresentare lo sbocco di anni di attività formativa. In qualunque altro sport il settore giovanile è propedeutico a modellare atleti per competere in età adulta. Nel-

lo sci alpino si discute da anni della problematica dell’abbandono precoce. Ma sarà mai possibile che nel nostro sport continui a gareggiare solo chi entra in squadra nazionale? Mi scoccia fare sempre raffronti con il calcio, ma è uno dei pochi linguaggi sportivi comprensibili a tutti nel nostro Paese: lì si parla di difficoltà del settore giovanile, di necessità di investimenti per portare linfa alle categorie maggiori. Noi abbiamo il problema contrario! Se non diamo uno sbocco credibile, che non è certo la giacca azzurra o la Coppa del Mondo, finiremo per soffocare un florido movimento giovanile che si auto-alimenta a suon di sacrifici. Questo è un tema che non si può esaurire in poche righe e che andrebbe approfondito con attenzione e mi riprometto di farlo. Ma è necessario intervenire in fretta e ho il serio dubbio, per non parlare di certezza, che in FISI non esistano capacità e competenze per farlo. Affinché un progetto del genere sia credibile (punteggi, liste di partenza, omologazione piste, etc) è necessario, ahimé, che passi dalla Federazione. Ma credo che in via Piranesi non si rendano nemmeno conto della problematica, altrimenti avrebbero cercato da anni di invertire la rotta. Non possiamo certo accontentarci di qualche Master che torna a sciare dopo avere allevato i figli o di un paio di simpatici e attivi circuiti locali per poche centinaia di concorrenti fidelizzati. Provo a lanciare il sasso, poi resto a disposizione per approfondire la tematica e perché no, anche a dare

una mano se ci fosse un interlocutore serio. Credo che sia prioritario il lancio di un circuito nazionale di serie A per la categoria Senior, con premi importanti e gratificazioni per i vincitori di tappa e della graduatoria generale: magari un’automobile Audi, sponsor della federazione, per intenderci (si fa in fretta, basta toglierla a qualche dirigente). Parlo anche di accessi diretti al corso di formazione maestri di sci (per i primi dieci/quindici della generale) ed eventualmente di uno o due posti in Coppa Europa per i migliori (anche a loro spese, ma è fondamentale lasciare la porta aperta anche a chi intende confrontarsi a venticinque anni con lo sport di vertice). Aggiungiamo un contorno adeguato, festa di sorteggio dei pettorali, premiazioni con concerto, evento abbinato agli sponsor e così via. Una copertura mediatica nel settore e fuori dal settore. Poi pensiamo a circuiti di serie B e C regionali e provinciali per chi vuole gareggiare nelle località vicino a casa, con accesso meritocratico alle categorie superiori. Troppo difficile! Vuoi mettere il casino di creare un baraccone del genere? Bisognerebbe coinvolgere il Collegio maestri, le aziende, le località… Ma come dicevano tutti i candidati in campagna elettorale? Fare sistema. Ecco, perché non lo fate? Vuoi vedere che così finiscono per guadagnarci tutti qualcosa e non i soliti quattro amici della giacca gratis? #SkiHardOrGoHome

RACE SKI MAGAZINE - DICEMBRE 2015

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SOMMARIO

Race ski magazine 137 - Dicembre 2015 ©Zoom Agence

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«Ho le stesse motivazioni di tredici anni fa» Doppio podio a Lake Louise per Peter Fill di Gabriele Pezzaglia

VOGLIAMO SPORTIVI O TIFOSI? Un progetto che, invece di portare la scuola sugli sci, ha portato lo sci nella scuola di Claudio Ravetto 10 POWER AKSEL E WONDER MIKI Dal Nord America i primi spunti di riflessione su discipline veloci maschili e slalom femminile di Claudio Ravetto 22 I NUMERI DI INNERHOFER I parametri fisici del discesista azzurro di Gabriele Pezzaglia 28 THUNDER GOGGIA Sofia sembra pronta per una stagione da protagonista di Gianmario Bonzi 30 ITALIA CAPUT MUNDI. O QUASI… Lo stato di salute delle tappe italiane di Coppa del Mondo 34 di Gianmario Bonzi

DOVE VA LO SCI IN TV? Il parere di cinque esperti di Gianmario Bonzi 42 IL FUTURO STA NEL SISTEMA I Comitati di Coppa del Mondo tra volontariato e sportbusiness di Stefania Demetz 44 TOMMASO IL PRECISO Dove vuole arrivare Sala? di Gabriele Pezzaglia 46 CHI SARÀ LA FIRST LADY? A pochi giorni dall’inizio del circuito istituzionale, ecco le novità dei team in rosa di Andrea Chiericato 48 MARTINA NOBIS, ASSALTO A DISCESA E SUPERG La mantovana punta alla standing di specialità nel circuito istituzionale di Gabriele Pezzaglia 56

AUSTRIA SUPERGIGANTE IN VAL GARDENA Live dalle prime FIS di velocità di Andrea Chiericato e Gabriele Pezzaglia 58

CHILDREN, SKICROSS NELLO SCI ALPINO La disciplina introdotta nel calendario Allievi e Ragazzi di Andrea Chiericato 106

SENALES L’OMBELICO DEL MONDO Tutti in ghiacciaio a novembre per gli ultimi allenamenti di Andrea Chiericato e Gabriele Pezzaglia 62

MASTER E CIRCUITI Tutte le novità dal pianeta Senior di Andrea Chiericato 108

EQUIPE LIMONE TREDICI ANNI DI SUCCESSI Siamo andati a scoprire la ricetta di tante vittorie di Andrea Chiericato e Gabriele Pezzaglia 70 SPAZIO REGIONI Notizie e curiosità dal mondo dei Comitati e degli sci club 76

LE NOSTRE RUBRICHE Editoriale 1 La fatina 6 The Downhiller 8 il nostro dt 10 Coach’s Corner 14 Instagram 16 Magazine 18 In vetrina 112 Editor’s Choice 114 Il giornale del mercato 128


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Segretaria di redazione: ELENA VOLPE elena.volpe@mulatero.it Responsabile sito e area agonismo: GABRIELE PEZZAGLIA gabriele.pezzaglia@mulatero.it Redazione GIANMARIO BONZI ANDREA CHIERICATO LUCA GIACCONE Progetto grafico e impaginazione: NEXT LEVEL STUDIO Webmaster raceskimagazine.it: SILVANO CAMERLO Fotografie Coppa del Mondo: ZOOM AGENCE info@zoom-agence.fr Contributi fotografici: Ralf Brunel, Enrico Schiavi Area tecnica e opinionisti: Stefania Demetz, Kristian Ghedina, Denise Karbon, Marco Pastore, Mauro Pini, Claudio Ravetto In copertina: Peter Fill in azione nella discesa di Lake Louise (foto Zoom Agénce) Distribuzione in edicola: MEPE - Milano - tel 02 89 5921 Stampa: REGGIANI - Brezzo di Bedero (VA) Abbonamenti: 5 numeri 30 euro, 10 numeri 55 euro (raceskimagazine.it/Abbonamenti) Race ski magazine è disponibile in versione smartphone e tablet per iOS e Android

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RACE SKI MAGAZINE - DICEMBRE 2015

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LA FATINA Opinione di

DENISE KARBON

SLALOM: RIPARTIAMO DALLE QUINDICENNI Riflessioni sulle difficoltà dei rapid gates femminili. E due parole sul gigante... In pochi se lo ricordano, ma… sono nata slalomista. Il gigante è arrivato dopo, con i primi sci carving e poi la mia carriera si è sviluppata quasi tutta in questa disciplina. Però all’inizio ero veloce nei cambi tra i rapid gates, da piccola non me la cavavo male. Invece in Coppa del Mondo non sono riuscita a fare tanto in questa specialità (anche se nel palmarès ha tre top ten nel circuito e un quarto posto mondiale, a un solo centesimo dal bronzo, a Val d’Isère 2009, n.d.r.). Il motivo? Mi sono infortunata spesso proprio in questa specialità e alla fine l’ho mollata perché sciavo ormai sulla difensiva. Me ne sono un po’ pentita, fare slalom serve sempre… Sì, in slalom siamo in difficoltà, ma da tanto tempo. Lo sappiamo. Già quando ancora sciavo io più volte si era parlato di creare una squadra di sole slalomiste. Ormai è una disciplina a parte, sono poche le atlete che riescono a fare bene sia in gigante che in slalom. Alla fine questa benedetta squadra di sole slalomiste non è mai stata programmata. Bisogna partire da atlete giovanissime, anche sotto i 15 anni. Ci vogliono almeno tre stagioni per raccogliere

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dei frutti su un progetto del genere. Ad Aspen ho visto tante giovani austriache, brave, all’esordio in Coppa. Non pensiate che sia un caso. C’è un lavoro dietro che parte da lontano. Le si fa crescere con calma, passando dalla Coppa Europa e poi, quando sono pronte, ecco il lancio in Coppa del Mondo. Costazza, Moelgg e Irene Curtoni sono le uniche rimaste della vecchia guardia, ma Chiara è la sola a fare unicamente slalom. Non è facile, forse patisce anche questa situazione. Ha tutto il peso della specialità sulle spalle. Chissà, magari commette degli errori anche perché vede che non c’è una squadra dietro in grado di crescere. È un peccato, fa dei passaggi buonissimi… Lasciatemi spendere una parola per Manuela Moelgg, di nuovo vicina al podio in gigante ad Aspen. È da un po’ che la vedo serena, sicura. Soprattutto attacca, senza pensare troppo. Ha capito che solo così può arrivare ancora davanti. Brignone si è confermata, ha commesso degli errori nella seconda manche del gigante, ma è arrivata e ha portato a casa un altro grande risultato. Adesso avrà ancora più fiducia. Bassino ha un

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Chiara Costazza in azione tra i rapid gates ad Aspen ©Zoom Agence

talento enorme, difficile fare subito passi avanti quando parti da una base così alta. Io dico ‘meno male che sbaglia’ adesso che ha 19 anni. Imparerà dai propri errori. Al momento l’obiettivo per lei deve essere confermare quanto di buono fatto lo scorso anno e magari entrare nel primo gruppo. Fa tanta velocità che non riesce ancora a controllare: credo sia solo un

problema mentale. Deve imparare a gestire le energie e capire dove e quando rischiare. Devi sbagliare prima di diventare grande. Abbiate fiducia. Arriverà. > DENISE KARBON altoatesina, classe 1980, ritiratasi dall’attività agonistica nel marzo 2014, è diventata da poco mamma di Pia. In carriera ha conquistato sei vittorie in Coppa del Mondo (tutte in gigante), la Coppa di specialità nella stagione 2007-2008 e due medaglie iridate: argento a Skt. Moritz 2003, bronzo ad Aare 2007, sempre tra le porte larghe.



THE DOWNHILLER Opinione di

KRISTIAN GHEDINA

AIRBAG OK

MA PENSIAMO ALLE VIE DI FUGA Nel 1995 sono stato il primo a usare il back protector e credo che anche il ‘D-air Ski’ possa essere utile

Si è parlato molto in questi giorni dell’airbag nello sci, che gli atleti hanno iniziato a usare in gara a Lake Louise. Visto il mio passato di discesista e avendo fatto parte del primo gruppo di atleti che hanno contribuito a svilupparlo, credo di avere il diritto di dire la mia, partendo da lontano. Nel 1995 io e Runghi siamo stati i primi a utilizzare il back protector, assecondando una proposta di Lino Dainese, che voleva portare in altri sport quanto di buono aveva fatto per proteggere i motociclisti. Infatti il primo back protector che abbiamo indossato era proprio quello da moto. Allora l’arrivo di questa protezione era stato guardato con sospetto e aveva anche portato a un reclamo degli austriaci perché dicevano che si trattava di un’appendice aerodinamica e come tale avrebbe potuto favorire chi la indossava. Oggi, a vent’anni di distanza, non conosco un discesista di Coppa del Mondo che non indossi il back protector. Questo per dire che le idee che possono sembrare anche troppo futuristiche, con il tempo si trasformano in normalità. Succederà così anche con l’airbag? È ancora presto per dirlo, ma ben venga tutto quello che rende la discesa più sicura, anche se - non mi stancherò mai di ripeterlo - un po’ di ri-

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schio e di adrenalina rimarranno sempre e sono il bello di questa disciplina. Indossare un airbag per lo sci vuoi dire non accorgersene neanche, è come una dolcevita un po’ più spessa, e questo è indubbiamente un vantaggio. In fase di test i dubbi si sono concentrati sulla possibile apertura accidentale, perché lo sci è sottoposto a sollecitazioni diverse - e in alcuni casi più brusche - del motociclismo. Per questo si è lavorato a lungo per l’elaborazione di un algoritmo che potesse funzionare e credo che l’utilizzo in gara porterà ad avere

altri dati utili. In ogni caso l’apertura accidentale non porterebbe a una caduta, per quello che ho potuto provare quando l’ho aperto io, anche se non mentre sciavo, ma piuttosto a un rallentamento perché nell’arco di qualche secondo si sgonfia. In primavera poi ho avuto modo di simulare una caduta con l’airbag. Durante un gigantone, su una porta in prossimità di un dosso, ho stretto, cadendo di schiena… un volo di oltre venti metri. Vi posso dire che non mi sono neanche accorto dell’apertura del D-air Ski ma è decisamente servito perché la botta è stata molto attutita. Questa sarà la stagione zero e credo che l’airbag, con il tempo, possa avere successo. Altre idee per rendere più sicure le gare veloci? Penso che la più sensata sia quella di lavorare, come si è fatto nella Formula Uno, sugli spazi di arresto. Se le piste dispongono di vie di fuga, diventano più sicure. Certo, non sempre si può perché ci sono boschi protetti o altri ostacoli. In alcuni casi le gare diventerebbero meno spettacolari, penso per esempio alla Steilhang di Kitz, però credo che la sicurezza passi anche da questi dettagli. > KRISTIAN GHEDINA Ventinove podi e 12 vittorie in discesa, quattro podi e una vittoria in superG, tre medaglie mondiali, dodici titoli italiani. Serve altro per presentare Kristian Ghedina?


©SALOMON SAS. TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI. FOTOS: ALExIS BOIchARD / AGENZIA ZOOM / chRISTOFFER SjÖSTRÖM.

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IL NOSTRO DT Opinione di

CLAUDIO RAVETTO

VOGLIAMO SPORTIVI O TIFOSI? Il progetto ‘Quando la neve fa scuola’ invece di portare la scuola sugli sci ha portato lo sci nella scuola. A chi serve? Portare lo sci in classe: questo si propone di fare il nuovo progetto della FISI e del MIUR (Ministero Istruzione, Università e Ricerca) ‘Quando la neve fa scuola’, figlio diretto del precedente progetto pilota ‘Vivere la neve’; le 750 scuole di tutto il territorio nazionale che hanno aderito realizzeranno un elaborato in classe su uno dei temi proposti: ‘Una giornata sulla neve’, ‘Una montagna… di sicurezza’, un ‘Weekend a impatto zero’. Tradotto: gli alunni seduti nella loro calda classe, con il supporto del materiale didattico fornito allo scopo, analizzeranno, parleranno, scriveranno, discuteranno di montagna e degli sport di montagna. Cosa c’entra tutto ciò con il praticare effettivamente uno sport? Davvero poco! Si impara forse ad elaborare un tema, ad utilizzare un PC, si apprendono anche importanti nozioni. Ma neanche un minuto di vera pratica sportiva sulla neve; sì proprio quella neve che molti non pesteranno mai o perlomeno ai più saranno precluse quelle discipline come lo sci alpino, ormai economicamente quasi

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inaccessibili. È vero, le tre classi vincitrici del concorso (lo scorso anno erano quattro) beneficeranno di quattro giornate totalmente gratuite sulla neve, ospiti delle strutture dei gruppi sportivi militari. Traduciamo di nuovo: visto che le classi sono formate da non più di 26 alunni, su tutta la penisola i fortunati vincitori saranno al massimo 78 (lo scorso anno furono 83), davvero un numero esagerato! Un qualsiasi sci club o un collega maestro di sci appena intraprendente sarebbe in grado di fare sicuramente meglio! Mi si obbietterà: è solo il primo passo, la prima volta che due mondi finora molto lontani, la scuola e lo sci, si parlano, hanno un progettualità in comune. Vedremo. Per come sono ora strutturate le cose si continua a negare il movimento a chi ne avrebbe più bisogno, i bambini delle primarie e secondarie di primo grado, dimenticando che a quell’età, proprio il movimento è fondamentale, come respirare. Così facendo anziché formare degli sportivi, al

massimo si creano dei tifosi; anche il presidente della FIS Gianfranco Kasper, ospite a Skipass di Modena, ha ribadito questo concetto, dichiarando che la FIS preferirebbe avere sciatori praticanti piuttosto che il lusinghiero numero di appassionati sui social, ma sedentari, vantati in quella sede da Infront, l’advisor FIS-FISI. Altro punto fondante del progetto ‘Quando la neve fa scuola’ è l’aggiornamento degli insegnanti di educazione fisica che potranno partecipare a dodici stage gratuiti sempre offerti dalle strutture militari. Tradotto, e mi scuseranno i colleghi, una bella vacanza sulla neve, ma forse è più politico dire tre pallosissime giornate di lavoro per il proprio ulteriore e mai sufficiente aggiornamento! In più al termine dello stage riceveranno l’attestato di ‘Animatore scolastico degli sport invernali’, titolo che non dovrebbe aggiungere nulla alla loro laurea in Scienze Motorie che implica di per sé la capacità di accompagnare, animare, proporre tutti gli sport; che rischia però di


andare in contrasto con la legge che prevede che gli unici operatori autorizzati all’avviamento e all’insegnamento dello sci siano i maestri, che tanto hanno lottato per tutelare la loro professionalità (tra l’altro l’AMSI si annovera fra gli sponsor dell’iniziativa, mah…). Si dice in FISI: tutto questo senza investire un quattrino! Può essere, ma in quanto alle spese non credo che le persone (tante…) che lavorano e si spostano per lezioni varie, incontri, convegni, fasi preparatorie etc, siano senza stipendio e senza nemmeno un rimborso. Visto che in FISI i viaggi ormai se li pagano solo gli atleti per le gare, si può ben capire che proprio gratis non è! Tutto questo dal punto di vista della nostra Federazione, perché per quanto riguarda il mondo scolastico l'iniziativa sta in piedi: è un progetto interdisciplinare, tratta temi importanti come la salute, è libero e facoltativo. Infatti, come si diceva all’inizio, è lo sci che si presta alla scuola e non viceversa. Per la FISI solo immagine e cotillons, fuochi artificiali che fanno rimanere tutti a testa all’insù e che spostano l’attenzione, ma i piedi dei ragazzi rimangono ben fermi sotto il banco! Sterile è la critica senza costrutto, perciò voglio proporvi un’alternativa: il mio amico Gians dal 2004 con il CUS Torino e la collaborazione della regione Piemonte (che contribuisce per i costi), ha proposto alle scuole il ‘Progetto educativo sci’. I ragazzi vengono trasportati dalla loro scuola alla neve, partecipano a tre ore di lezione a scelta di sci alpino, sci di fondo, ciaspole o di quant’altro offra la stazione; pranzano, nel pomeriggio partecipano poi a una parte educativa di due ore su argomenti inerenti la montagna e vengono riaccompagnati alla scuola. Il tutto, tramite la collaborazione degli

operatori e il contributo regionale, a prezzi più che accessibili. I numeri per la sola Regione Piemonte sono impressionanti: dai sei ai dodicimila bambini l’anno (a seconda dei contributi regionali), per un totale di quasi centotrentamila bambini (130.000!) che in questi anni hanno ‘pestato’ la neve, 600 i diversamente abili! Tra l’altro questi bimbi sono stati effettivamente accompagnati dai propri insegnanti, che non hanno solo ‘imparato a farlo’. Piccola cosa certo, che con i chiari di luna della Regione Piemonte può esaurirsi da un momento all’altro, ma è un sogno pensare di allargare questo progetto? Portare tutti gli alunni, per esempio di una classe elementare, una volta l’anno in montagna? Istituire la ‘Giornata della neve’? Chiedere alle associazioni degli impianti a fune, dei maestri di sci, degli albergatori, delle società di trasporto, di tenere prezzi simbolici? In fondo non è anche un interesse della montagna e dei suoi operatori fare appassionare a sé i giovani, farli avvicinare allo sport, fargli vivere un’esperienza felice, dare emozioni? Non è dovere dello Stato contribuire a tutto ciò? Esiste il diritto allo sport per tutti, poveri o ricchi, atleti o in situazione di disabilità! Abbiamo il 50% delle Alpi sul nostro territorio e tutti gli Appennini, non servirebbe anche a rilanciare il turismo montano? La FISI non potrebbe regalare a tutti i partecipanti la propria tessera (a tutto vantaggio di potenziali sponsor e sostenitori)? Non scoprirebbe con maggiore probabilità il nuovo Tomba? Un sogno sì, ma visto che si parla di bambini, che bello sognare con loro e per loro!

> CLAUDIO RAVETTO Direttore tecnico della nazionale maschile di sci alpino dal 2007/08 al 2013/14, direttore congiunto uomini e donne nel 2010/11, in FISI dal 2002/03, prima come responsabile degli slalomisti e poi dei polivalenti, in 12 anni ha collezionato 3 podi olimpici, 12 mondiali, due coppe di slalom e 111 podi con 35 vittorie, come DT 28 podi con 23 vittorie e una coppa di slalom.

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COPPA DEL MONDO - PROTAGONISTI

PETER FILL

«L’età è uno stato mentale» Doppio podio a Lake Louise per un atleta che non finisce di stupire. A dispetto dei suoi trentatré anni… di Gabriele Pezzaglia - foto Zoom Agènce

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taphoto

è stato praticamente perfetto. In particolare in discesa. È sempre stato un discesista capace di fare correre lo sci, ma quando non è in forma è come se perdesse questa dote quasi innata. Sulla Men's Olympic è tornato morbido, leggiadro, come un gatto. E in volo con l'equilibrio più da surfista e da circense che da sciatore. «Mi sono trovato subito bene nelle prove ad assecondare le onde e le gobbe del pendio. Sciolto, leggero, sono riuscito sempre a fare velocità. Sci piatti, incidere la neve il meno possibile». Maestoso Pietro, anche se per l'apoteosi è mancato un maledetto centesimo. Il norvegese Aksel Lund Svindal l'ha bruciato proprio sulla

©FISI/Pen

Basta poco per tornare davanti, primeggiare, lasciare il segno. È questione di decimi di secondo dal momento che nello sci maschile la concorrenza è sempre più agguerrita e di conseguenza le classifiche cortissime. Ma dietro quel tempo, che per la maggior parte degli altri sport è davvero inesistente e infinitesimale, nello sci si possono nascondere una condizione atletica e fisica precaria, errori tecnici, soprattutto dubbi che riempiono la testa. Il Peter Fill di Lake Louise, secondo in discesa e terzo in superG nel primo atto di Coppa del Mondo 2016, è tornato sul podio dopo un anno interlocutorio e un piccolo infortunio a seguito della caduta a Wengen. E quel distacco limato, quel tempo guadagnato, lo ha scaraventato ancora una volta sotto i riflettori. Perché 'Pietro', tredici podi in Coppa del Mondo con una vittoria e due medaglie iridate, conosce i quartieri alti delle classifiche, ma nella sua carriera forse ha peccato in continuità. «Questi due podi mi confortano del fatto di essere ancora molto competitivo - ha detto ‘Pietro’ -. Ho sempre sostenuto di esserlo a dire la verità, anche grazie all’eccellente preparazione, ma è poi il cronometro che dà le sentenze ufficiali. Ora voglio insistere su questa scia, essere più regolare, aspettare le classiche per graffiare anche a gennaio». Il Peter visto in azione in Canada

picchiata finale, dopo essere stato dietro in tutti i rilevamenti cronometrici. E qui ritorna il tema del tempo. Del cronometro, dei decimi e dei centesimi. A Lake Louise un centesimo infinito. «Ad un certo punto ci stavo anche credendo, perché fino all'ultimo schuss Svindal era dietro. Non so dove ho perso la gara. Se brucia quel centesimo? Sì, ma passa comunque in secondo piano dal momento che anche in superG ho fatto una grande gara e alla vigilia non mi sentivo così sicuro». Cosa c'è dietro il ritorno sul podio di Fill? «Tanto lavoro, come sempre, in pista ma anche con i materiali. A proposito, ho un nuovo skiman, Daniele Zonin. E poi la serenità interiore, la maturità, l’avere capito che dopo una stagione in cui le cose non sono andate come avrei voluto posso sempre risollevarmi». Il ‘dream team’ della velocità ha graffiato ancora, con uno staff tecnico praticamente tutto nuovo. «Mi trovo bene con Max Carca, con Lorenzo Galli, insomma con i nuovi innesti. C'era bisogno di cambiare, era finito un ciclo». Peter guarda avanti. Trentatré anni compiuti un mese fa e tanti obiettivi ancora da raggiungere. «Le gare in Italia, poi le classicissime del calendario. L'obiettivo è cercare di rimanere sui livelli di Lake Louise. E poi tanti anni ancora sugli sci. Trentatré sono pochi, l'età comunque è uno stato mentale, ho le stesse motivazioni degli esordi di tredici anni fa». Già, questione di tempo.


COPPA DEL MONDO - PROTAGONISTI

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COACH’S CORNER Opinione di

MAURO PINI

SHIFFRIN

IL CAMMINO DELL’ECCELLENZA Dietro ai tre secondi e rotti di vantaggio ad Aspen c’è un percorso tecnico ben preciso nel quale gli americani sono stati maestri Già nel 2010 a Vail, durante le giornate d’allenamento prima delle gare di Aspen, avevo avuto l’occasione di vedere di sfuggita una ragazzina che si stava allenando al centro dello Sci Club Vail. Subito mi aveva colpito per la sua facilità nel disegnare curve. La prima volta che ho visto la Shiffrin in Europa è stato ai Campionati del Mondo Junior di Crans Montana del 2011, appena prima del suo debutto in Coppa del Mondo a Spindleruv Mlyn. Si classificò in terza posizione a soli 16 anni, dietro all’austriaca De Paoli e alla svedese Swenn-Larsson, di quattro anni più grandi di lei, presentando una sciata ancora gracile, ma già terribilmente efficace. La sua crescita tecnica ricalca perfettamente i dettami tecnici moderni e devo dire che la federazione americana in questi anni è diventata, a mio avviso, quella che è riuscita a gestire meglio i tempi di crescita degli atleti. Ne sono la prova i vari Ligety, Vonn, Miller, Mancuso, Shiffrin, atleti che stanno marcando decisamente lo sport invernale. Shiffrin riesce ad esprimere una sciata così pulita in quanto ha imparato prima di tutto cosa significa stare sopra gli sci. Ha appreso l’equilibrio e la posizione (postura) atletica che lo sci alpino richiede, trasformandola in una centralità perfetta dove l’impilamento degli assi caviglie-bacino-spalle è sempre ben equilibrato e permette una perfetta mobilità del bacino e indipendenza delle gambe dal resto del corpo. Ha di conseguenza sviluppato

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Mikaela Shiffrin nella fase di cambio durante uno dei due slalom di Aspen ©Zoom Agence

una disciplina della parte alta del corpo tale che non influisce mai sul gesto tecnico ma gioca un ruolo equilibrante, mantenendo sempre la giusta centralità. Per questo Mikaela riesce a essere perfetta nel timing e attivare molto presto lo sci esterno, passando da uno all’atro in maniera molto naturale e tremendamente efficace. Tutti aspetti che consentono un’azione rapidissima della sezione piede-caviglia-ginocchia che permette un contatto costante con la neve e quindi di sfruttare al meglio il proprio materiale, che è sempre ‘acceso’, energeticamente parlando, e quindi favorisce al massimo la prerogativa primaria dello scivolamento. Quando i concetti sono stati assimilati, utilizzare il palo diventa un gioco e l’allenamento ai tracciati, con una fase di crescita di grande volume, qualitativa-

mente migliore. A questo punto del percorso gli obiettivi tecnici diventano molto chiari e la sciata pulita e precisa non è più qualcosa di effimero ma una costante che permette a Shiffrin e soci di arrivare a creare la pressione più adatta sulla linea di massima pendenza. Quando succede e ci si rende conto che il tutto è gestibile, ecco che si aprono le porte tattiche per andare a cercare le linee più redditizie in gara. Sviluppando una sciata dove l’equilibrio dinamico, il controllo della posizione e l’impilamento degli assi che stanno alla base della piramide tecnica permettono di sviluppare un’azione essenziale, riuscendo a disegnare linee costanti con attacchi di curva dove gli altri ancora stanno lottando con le forze centrifughe della ‘vecchia’ curva. Ted Ligety, maestro in questo, a Sölden ha espresso una sciata per certi versi molto rotonda ma, per spiegarla in parole povere, ha sempre presentato le solette dei suoi attrezzi a chi stava ai lati della pista e non a chi era a fondo pista e guardava verso l’alto. Shiffrin sta imparando velocemente e, grazie anche alla sua crescita qualitativa esponenziale in campo fisico, sta raggiungendo livelli eccelsi. Ecco come si spiega da dove arrivano quei tre secondi e rotti che hanno zittito tutte e tutti ad Aspen. > MAURO PINI Ticinese, maestro di sci, istruttore e allenatore, ha allenato la nazionale spagnola, Lara Gut, Tina Maze ed è stato DT degli uomini e delle donne in Svizzera


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Un mese attraverso Instagram

Alexis Pinturault

Florian Scheiber Ralph Weber

Peter Fill 16 novembre 2015

Adrien Theaux 18 novembre 2015

Karoline Pichler 28 novembre 2015

Bel tempo oggi ma troppa neve fresca per allenarsi

Beautiful Canada

Ultimo giorno a Copper Mountain tempo di tornare a casa

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Laga Gut 22 novembre 2015

Christof Innerhofer 22 novembre 2015

Jan Hudec 28 novembre 2015

Freddo, ancora più freddo, Lara ghiacciata…

Inner Bond - 007 delle nevi! Avete già visto Spectre?

È stato così bello vedere Dixon scendere con il casco Panda

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Ivica Kostelic 22 novembre 2015

Nina Loseth 17 novembre 2015

Tina Weirather 26 novembre 2015

Allenamento all’alba

L’aria frizzante quando l’inverno è dietro l'angolo

So cosa voglio per Natale

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Nastasia Noens 14 novembre 2015

Aksel Lund Svindal 10 novembre 2015

Anna Fenninger 17 novembre 2015

Il mondo è pazzo

Spesa downhill style. Il peso è uguale alla velocità

4 settimane dopo lo stop. Vorrei che fossero bastoncini da sci…

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Marcel Mathis 5 novembre 2015

Marlies Schild 25 novembre 2015

Victor Muffat-Jeandet 9 novembre 2015

Tempo di un allenamento serio

È incredibile quanto sono piccoli questi piedi

Il nostro nuovo bus per la stagione

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MAGAZINE DUERAGER KO

TOP & FLOP

Brutto incidente per l’austriaco Markus Duerager nella discesa di Lake Louise del 28 novembre. La diagnosi è impietosa: frattura tibia-perone della gamba sinistra e della caviglia sinistra. Stagione finita.

TOP

MIKAELA SHIFFRIN

Sarà anche caduta in GS, ma vincere con oltre 3 secondi in SL…

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TOP

AKSEL LUND SVINDAL

SVINDAL

Right or wrong… lo slittone a Lake Louise vince sempre

Le discese vinte dal norvegese a Lake Louise

NUOVO SITO PER DE ALIPRANDINI È on-line il nuovo sito del trentino, www.lucadealpiprandini.com Da non perdere la sezione blog…

FLOP

CHIARA COSTAZZA

Continua a non graffiare…

AIRBAG SÌ, AIRBAG NO… La notizia è arrivata in redazione come un fulmine a ciel sereno con una nota Ansa del 25 novembre: ‘Airbag obbligatorio per i velocisti’. Ci siamo cascati anche noi, pubblicandola senza le necessarie verifiche. Ci siamo fidati della più importante agenzia di stampa italiana… sbagliando. Anche perché al Forum Alpinum di Soelden, come avevamo già scritto su Race 136, la FIS aveva autorizzato, ma non obbligato gli atleti a utilizzarlo…

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COVER WOMAN Passano gli anni ma Lindsey Vonn è sempre donna copertina. Questo mese sulla rivista Health…

RIP DRAGO È morto Drago Grubelnik, ex slalomista sloveno con un podio in Coppa del Mondo, capo allenatore della squadra bulgara di alpino. Un incidente stradale avvenuto a Soelden lo

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FLOP

scorso 18 novembre è stato fatale per Drago, 39 anni, che si trovava alla guida dell'auto; con lui viaggiavano Dimitar Hristov e ad Albert Popov, promettente atleta classe 1997.

HANNES REICHELT

Il diciottesimo non è proprio il suo posto in DH


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DOPO LE TAPPE DI ASPEN E LAKE LOUISE DEL 27/29 NOVEMBRE DONNE 1. Mikaela Shiffrin 2. Federica Brignone 3 Lara Gut

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UOMINI 1. Aksel Lund Svindal 2. Ted Ligety 3. Peter Fill

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Murisier con Dalbello

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Maledetta fretta. E così, nel rush finale per mandare in stampa il numero 136 di Race ski magazine, la didascalia della foto di Justin Murisier di pagina 119, all’interno dell’articolo sullo scarpone DRS di Dalbello, parlava di un altro elvetico, Daniel Yule. Ma a usare il DRS è Murisier e la foto era corretta…

UOMINI E DONNE 1. Atomic 2. Head 3. Rossignol

780 punti 670 punti 620 punti

ROLLAND-DENERIAZ E IL RUGBY… Curiosamente allo stadio del rugby di Parigi lo scorso 29 novembre c’erano ben due ex sciatori transalpini. Entrambi a tifare per la squadra di Grenoble contro Parigi: Marion Rolland e Antoine Dénériaz.

Julia pensa a Pyeongchang Operazione all’anca lo scorso 11 novembre alla clinica The Steadman di Vail e stagione finita ancor prima di cominciar e per Julia Mancuso. La statunitense conta di rimettere gli sci tra circa quattro mesi e di tornare al top per l’Olimpiade coreana.

IL 20 GENNAIO SI DECIDE PER JEONGSEON

©Pyeongchang 2018

Discesa e superG preolimpici (uomini, 6-7 febbraio) nella località coreana sono a rischio per i ritardi soprattutto nella logistica. La FIS, dopo la positivia visita del 15 novembre, ha rimandato la decisione definitiva al 20 gennaio.

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SHIFFRIN

Gli slalom di fila vinti dalla statunitense, come Marlies Schild nel 2011/12

…LE AZZURRE IN NBA Tradizionale serata al palazzetto di Denver per le azzurre in gara ad Aspen a seguire le imprese di Danilo Gallinari e dei suoi Nuggets. Anche quest’anno nella trasferta americana non si è parlato solo di sci.

GUARDA LO SPOT

BODE E AKSEL TESTIMONIAL DEL TRENTINO Miller e Svindal che caricano prodotti tipici trentini su un furgoncino nella centralissima piazza Righi di Madonna di Campiglio? Non è un miraggio, ma il nuovo spot del trentino che ha come testimonial i due big della Coppa del Mondo, presentato l’11 novembre a Trento.



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POWER AKSEL & WONDER MIKI Dal Nord America i primi spunti di riflessione per le discipline veloci al maschile e per lo slalom femminile dopo le tappe di Lake Louise ed Aspen di Claudio Ravetto - foto Zoom Agénce

Iniziamo l’analisi dalla discesa maschile di Lake Louise e dai particolari che hanno fatto la differenza. Il cambio di race director Hujara-Waldner in apparenza sembra non aver portato novità in Coppa del Mondo, in realtà è mutata la filosofia della preparazione delle piste, soprattutto in discesa libera, e questo non è poca cosa. Per frenare l’aumento generale di velocità, o meglio la capacità del connubio atleta-attrezzo di non decelerare ma anzi di sfruttare i dislivelli della curva per accelerare, se ne sono pensate di tutte. Prima continuando ad angolare sempre di più i tracciati, poi limitando la lunghezza e il raggio degli sci. Nonostante questo, visto il miglioramento tecnico e dei materiali, si continua ad andare più forte. Le piste classiche, in quanto tali, sono sempre quelle e, a meno di snaturarle completamente, non possono subire variazioni strutturali. A livello di preparazione del manto nevoso si è provato con una barratura estrema, che permetteva a tutti di esprimersi al massimo, ma che dava come inconveniente lo scollarsi della soletta dalle lamine per gli elevati attriti lamina-neve, rendendo di fatto gli sci inguidabili, quindi pericolosissimi. Con Schmalzl nelle ultime stagioni e, soprattutto con l’arrivo di Waldner a capo della Coppa maschile, si è iniziato a preparare piste in maniera differente, con un fondo molto mosso per limitare il contatto perfetto lamina-neve. Questo di fatto disturba e limita la possibilità dell’atleta di mantenere una traiettoria super-pulita

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che sfrutta appieno l’effetto altalena e, di conseguenza, ne limita la progressione della velocità. Anche sui salti è cambiata totalmente la filosofia, rimangono quelli tradizionali, direi storici, ma se ne sono aggiunti altri, meno alti e spettacolari ma inseriti in punti strategici: in curva! La prima discesa stagionale di Lake Louise ha dimostrato proprio questo. Normalmente è facilissima, quasi banale, a mio parere nemmeno più adatta a gare maschili. Non è una giustificazione il fatto che sia la prima di stagione, che serva agli atleti per rompere il ghiaccio. Ormai a questi livelli di professionismo tutti arrivano super-pronti, semplicemente si spreca un’occasione per offrire spettacolo agli appassionati. Quest’anno il fondo nevoso non era estremamente barrato, ma molto mosso (definita da alcuni atleti quasi una pista da ski-cross), ciò è stato determinante per la classifica finale. In queste condizioni è venuto fuori Peter Fill, sempre presente sugli sci, sempre attivo, tatticamente quasi ineccepibile. È riuscito a tenere la giusta tensione muscolare, non troppo rigido né troppo molle, come un pallone giustamente gonfiato che rimbalza alla perfezione. Unico appunto: sul ripido, proprio la parte più liscia, poteva spingere di più, avrebbe vinto, lo meritava anche. È stato la vera sorpresa della giornata, non mi vergogno affatto ad ammettere che lo consideravo ormai un ex-atleta, sono felice di essermi clamorosamente sbagliato. In quanto agli altri, il campionissimo Svindal, al

rientro, si è confermato gran maestro dell’ammortizzazione intelligente, mentre il compagno Jansrud è finito subito fuori tempo sulle innumerevoli gobbette, la dimostrazione di quanto ciò fosse determinante per il risultato. Niente male Inner, su una pista non per lui: bravissimo nella prima parte, grande sul ripido, ha rovinato tutto con un atteggiamento difensivo nella curva di raccordo con il piano e nell’ultimo tratto sembrava un pallone sgonfio. Veniamo al superG, una bella gara ma solo dal punto di vista della competizione. Tanti atleti vicinissimi che si sono giocati il podio veramente a centesimi. Da quanto si è visto sarà una stagione avvincente, sono in tanti ad essere competitivi, il livello è molto alto. Ribadisco però che Lake Louise non è più una pista a livello della Coppa del Mondo maschile. Immenso Svindal che


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> NELLA FOTO Aksel Lund Svindal in volo

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per potenza, scorrevolezza e tecnica su questi terreni si potrà battere... solo quando deciderà di ritirarsi, si è confermato in super forma Fill, a suo perfetto agio nelle nevi americane, un po’ aiutato dalla fortuna, ma che compensa con la sfiga di aver perso per un piccolo centesimo la discesa. Bella gara di Domme, che è partito con più calma dello scorso anno ma crescerà, impacciatissimo Inner, forse voleva troppo. E finalmente ecco Mattia Casse! Libero dai fantasmi è un bello sciatore. Passiamo all’analisi di Aspen. Bello il 24

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gigante, questa volta di livello consono alle capacità tecniche delle concorrenti. Ancora una volta la squadra italiana si è dimostrata la più forte, anche se da alcune atlete ci si aspetta di più: per esempio Nadia Fanchini, un po’ in affanno e Marta Bassino, non ancora sbocciata definitivamente. Vittoria di Lara Gut, tornata a buonissimi livelli in gigante, può ancora crescere molto, potendo contare su un vincolo sci-neve e su una determinazione al pari degli uomini, ma una prima parte di curva non ancora perfetta. Ottima prima manche di Federica


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FACTS & FIGURES Aksel Lund… Lake! Con i due successi ottenuti nel weekend canadese, Aksel Lund Svindal si è portato a quota otto vittorie a Lake Louise (sei in superG, due in discesa). Due vittorie in due gare per lui in Canada? Già visto, nel 2012… Lake Louise alla norvegese Nel 2014 fu Kjetil Jansrud a imporsi nelle prime due gare stagionali in velocità, sempre a Lake Louise. Adesso è toccato a Svindal, la Norvegia domina da quelle parti. Ma il primo a ‘sbancare’ la località canadese fu italiano: Herbert Plank nel 1980. 29 novembre, la data di Fill Sette anni esatti dopo il successo, l’unico finora in Coppa del Mondo, in discesa a Lake Louise datato 29 novembre 2008, Fill è salito sul podio anche in superG nella località canadese, dove aveva assaggiato le prime tre posizioni del podio in precedenza solo in libera.

> NELLE FOTO Qui a sinistra Peter Fill con il responsabile della velocità azzurra Alberto Ghidoni ©FISI / Pentaphoto. In alto Peter Fill in azione. A destra, sopra, Lara Gut festeggia con la nostra Federica sul traguardo di Aspen, in basso, la distrazione di Mikaela a poche porte dal traguardo del gigante

Brignone, ma nella seconda era di nuovo con i piedi lontani. Forza, una l’hai vinta, sei ancora in testa alla coppetta di gigante, scii benissimo, hai la capacità di deformare lo sci prima delle altre, devi fare un ulteriore salto mentale da campionessa di un giorno a fuoriclasse del gigante. E che dire di Manu Moelgg, determinatissima, con una seconda veramente a tutta. Ricordo ancora, con estremo dispiacere, di averti fatto perdere una possibile vittoria, proprio su quella pista, dandoti indicazioni sbagliate in partenza. Scusami ancora.

Discorso a parte per Mikaela Shiffrin, capita di sbagliare, ma arrivare così diretti nell’unica porta che girava prima del traguardo dimostra, quanto meno, ingenuità. Fuoriclasse nel vero senso della parola, ma in questo caso proprio pollastra. Forse solo inferiore per ‘polleria’ alla Marsaglia che ha sbagliato clamorosamente, passando all’interno della porta chiave della gara. Capitolo a parte lo slalom femminile: dov’è il progetto? Sono ormai cinque o sei anni che lo aspettiamo, ma i risultati parlano da soli. Penso di poter parlare di questo argomento con cognizione di causa, in quanto nel

2003 il compianto presidente Gaetano Coppi (gran persona, non sempre ben ricordata da chi di dovere) mi affidò il rilancio dello slalom maschile, ai tempi deficitario. Da allora si è continuato attraverso investimenti, idee tecniche (tra cui la contro rotazione anticipata), uomini (Carca attuale DT, allora da me pescato in uno sci club della Val Susa e il francese Theolier), strutture (una squadra specifica per lo slalom). E molto si è ottenuto! Atleti del rango di Rocca, Moelgg, Razzoli e Deville; un oro olimpico, 4 podi mondiali, due coppette di specialità, 15 vittorie in Coppa, 36 podi, senza con-

Sei più sei Il dodicesimo posto ottenuto da Christo Innerhofer nella discesa libera di Lake Louise è il suo secondo miglior risultato nella disciplina in Canada su nove tentativi: il migliore rimane il sesto posto del 2008 quando vinse… Peter Fill!

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FACTS & FIGURES Distacco record Nel primo slalom di Aspen, recupero di quello annullato a Levi, Mikaela Shiffrin ha vinto infliggendo un distacco di 3’’07 alla seconda classificata. Record per la disciplina: il precedente risaliva al 1968, all’Abetone, 3’’ netti tra la prima, Steurer, e la seconda, Famose, entrambe francesi. Non c’è due senza tre Terzo podio in carriera per Federica Brignone in gigante ad Aspen, sempre sul terzo gradino del podio come nel 2009 (prima volta nelle tre in Coppa del Mondo alla quinta gara) e nel 2014. La maledizione di Frida Diciassette podi in Coppa del Mondo per Frida Hansdotter, tutti in slalom, con due primi, due terzi e ben 13 secondi posti. Ebbene, sette di questi, dal 20 dicembre 2012, sempre dietro Mikaela Shiffrin. Ah, pure l’argento iridato di Vail 2015: indovinate chi ha vinto l’oro? Vittorie in… quota Secondo successo della carriera in gigante per Lara Gut, ad Aspen, due anni e un mese abbondante dopo il primo, a Soelden. Ovvero negli unici due giganti la cui partenza è fissata attorno a quota 3000 metri…

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tare la combinata di cui lo slalom è parte fondamentale. Tuttora la FISI beneficia di quella felice intuizione di Coppi. L’unica nota dolente è che non si è riusciti ad allargare il progetto ai giovani, forse anche per colpa di visioni in quel settore più quantitative e propagandistiche che qualitative. È impossibile pensare di proporre e programmare tutto ciò anche in ambito femminile? Certo che si può fare! Come detto, però, occorrono investimenti, uomini, ma soprattutto idee, non bisogna perseverare su persone o strategie che alla prova dei fatti non hanno portato nessun costrutto. Questa volta bisogna partire dalla base ma con un progetto ben definito, strutture, obbiettivi, verifiche costanti, numeri possibili. So di essere controcorrente ma, nel caso specifico dello slalom, uno ski-dome risolverebbe tantissimi problemi. Lo si potrebbe usare come vero centro federale, come laboratorio tecnico, facendo ruotare tutti i giovani di entrambi i sessi per visionarli, impostando un lavoro atletico ad hoc e forse, cosa più

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> NELLE FOTO In alto, l'incredibile distacco inflitto da Mikaela Shiffrin a tutte le avversarie nel primo dei due slalom di Aspen. A sinistra, la squadra femminile di gigante festeggia l'ottimo risultato di Federica Brignone

importante, coinvolgendo tutti: genitori, tecnici, preparatori, mental coach, nutrizionisti, etc. Riguardo al commento dei due slalom femminili si può solo dire che la Shiffrin scia a livelli sublimi. Già lo scorso anno, in alcune manche, ha dimostrato di essere più brava anche degli uomini, vero punto di riferimento in questa specialità. Sì, può sembrare una bestemmia, ma considero la sciata della Shif-

frin più evoluta di quella dei vari Hirscher, Neureuther, Kristoffersen, Gross… Sperando di essere smentito quest’anno dalle prime gare maschili! Ha un anticipo motorio incredibile, movimenti fondamentali totalmente eccentrici, automatismi perfetti e non deve neanche esprimersi al massimo vista la scarsa concorrenza. E le altre? Non esistono, fanno un altro sport, comprese, o soprattutto, le italiane.



LA FABBRICA DEI CAMPIONI

INUMERI DI INNERHOFER 30 49,8

DIGABRIELEPEZZAGLIA CHRISTOF INNERHOFER

è nato il 17 dicembre 1984 e vive a Gais (Bz). Tesserato per il Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle, è una colonna della squadra azzurra di velocità. È il vice campione olimpico di discesa e bronzo olimpico in combinata: risultati raggiunti nei Giochi di Sochi, Russia, 2014. Ai Mondiali di Garmisch Partenkirchen (Germania), è stato campione iridato di superG, bronzo in discesa e argento in combinata. In Coppa del Mondo ha vinto le discese di Bormio, Wengen, Beaver Creek, Garmisch, in supercombinata a Bansko e in superG a Schladming. Inoltre altri sei podi nella massima serie. Usa sci, scarponi, attacchi, casco, maschera, bastoni Rossignol. Protezioni Energia Pura, guanti Level.

Ematocrito massimo

194 Pulsazioni massime

Sedute di resistenza specifiche Sedute di resistenza alla forza, alla forza veloce e resistenza lattacida sono i lavori più attinenti alle richieste energetiche dello sci

4LITRI/MINUTO 59 ML/KG/MIN

MASSIMO CONSUMO DI OSSIGENO (VO2MAX) il valore medio per gli uomini tra 20 e 29 anni è di circa 34-42 Ml/kg/min - un atleta di sport aerobico come lo scialpinismo può avere valori intorno al 70. Parametro biologico che esprime il volume massimo di ossigeno che un essere umano può consumare nell'unità di tempo per contrazione muscolare. Questo valore è espresso in L/Min oppure in ml/kg/min se non correlato al peso corporeo. Nello sci non è un fattore limitante della prestazione ma è indicativo dello stato di fitness generale dell'atleta in quanto parametro correlato con la capacità di sopportazione dei carichi di allenamento e le relative capacità di recupero.

TEST AL CICLOERGOMETRO INCREMENTALE FINO A MASSIMALE Misura la capacità del sistema cardiorespiratorio e la sua efficienza:

510

90

WATT

(AUMENTANDO OGNI MINUTO DI 25 WATT) PICCO MASSIMO DI POTENZA:

ore di camminata veloce

1.650 WATT

3.600 Chilometri in bicicletta (2.600 bici da strada, 1.000 mountain bike)

SEDUTE DI FISIOTERAPIA

47

65

(IL PICCO MASSIMO DEI VELOCISTI DI CICLISMO RAGGIUNTO È MEDIAMENTE 1.800)

Sedute forza (parte alta 40, gambe 25) Lo sci esige alti picchi di forza e così, per sopportare le forze in gioco, bisogna sviluppare questa qualità

di cui 25 a casa e 22 a Monaco nel centro dei dott. Mueller e Auracher ©EA7 Armani 28

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ROCKER

CAMBER

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INTERVISTA

Thunder Goggia Dopo un avvio convincente a Sölden, Sofia sembra pronta per una stagione da protagonista. Ma gli ultimi due anni non sono stati per niente facili di Gianmario Bonzi - foto Zoom

Fire your guns, date fuoco ai cannoni. Perché Sofia Goggia è tornata. E promette di farci divertire non poco. Prendiamo in prestito il titolo da un brano degli AC/DC targato 1990, visto che la band australiana, ci avrete fatto caso, ricorre eccome nelle pagine di questa intervista. Sì, la ventitreenne orobica è pronta a dare di nuovo fuoco alle polveri, dopo una carriera giovanile da predestinata, ma anche troppi infortuni alle ginocchia, un lampo ai Mondiali di Schladming 2013 quando nessuno se l’aspettava e poi… la caduta negli inferi, che ci racconta lei stessa senza omissioni di sorta. Un viaggio tra le montagne russe dell’agonismo il cui romanzo è in realtà tutto da scrivere perché la talentuosa polivalente ha appena compiuto 23 anni. Ventuno settembre 2015, gigante FIS a Ushuaia, Argentina. Sofia Goggia ritorna in gara dopo nove mesi esatti di sofferenza. Com’è stato rimettere il pettorale? «Premessa: di solito non sopporto le gare in Argentina, cadono sempre nel mezzo della preparazione, non mi piace testarmi con il cronometro quando non sono ancora pronta. E anche lo scorso settembre non lo ero; in alcune manche 30

di gigante, in allenamento, prendevo anche 2 secondi e 94, me lo ricordo bene… Due anni fa, quando guardavo sempre e solo il cronometro, in condizioni simili mi sarei suicidata nel Canal Beagle argentino. Ma ora sono cambiata. Ho deciso di concentrarmi solo su me stessa, lavorando sugli aspetti che più mi servivano. Avevo dimenticato come fosse la sensazione della gara: tra una manche e l’altra, proprio lì a Cerro Castor, mi è venuta addosso una fame da competizione che non pensavo più di avere. Sì, è stato bello, giusto prima di Sölden». Dove è partita la tua seconda carriera. Ma hai mai pensato davvero di smettere? «Sì, ero in crisi totale. Sono stata veramente all’inferno e pensavo di non uscirne più. I motivi? Non li so, esattamente. Tutto è nato, forse, dalla famosa discesa in Val d’Isère, 20 dicembre 2014, dove ho rischiato di cadere a ogni metro. Ero totalmente in balìa dell’attrezzo, avrò spigolato venti volte, mi sono spaventata. Sono arrivata in fondo, ho ringraziato di essere ancora sana e salva e da lì ho cominciato a sentire un male pazzesco alle ginocchia. Non riuscivo quasi a camminare. Alle fine si è scoperto che proprio

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QUELL’ESORDIO TRA LE GRANDI A SCHLADMING… Cinque febbraio 2013, superG mondiale a Schladming, tempio dello sci austriaco. Sofia Goggia da Bergamo Alta allora ha 20 anni, è inserita in squadra B, in bacheca vanta quattro ori agli Assoluti giovani (anche in slalom…), sul curriculum possiamo trovare quattro gare in Coppa del Mondo, tutte in gigante, senza mai una qualificazione alla seconda manche. In discesa e superG non si è mai confrontata con ‘le grandi’, è alla prima rassegna iridata senior. Raimund Plancker, allora DT femminile, la convoca a sorpresa e tra le polemiche, ma la ragazza in allenamento va forte. Ha carattere, paura di nulla. Scende con il pettorale 33, nessuno si aspetta niente da lei, ma fa tremare la leader provvisoria, Tina Maze, poi oro. Al penultimo intermedio la luce è verde e significa leader momentanea. Sbaglia qualcosa sul muro finale, finisce quarta a cinque centesimi dal bronzo di Julia Mancuso, a 19 dall’argento di Lara Gut e a 57 dall’oro della slovena. Ma è un battesimo rivelatore...

in quella discesa avevo accusato tanti micro traumi che mi avevano creato contusioni alle ossa, tra tibia e femore». Ed è iniziato il calvario… «Sono finita in questo tunnel senza uscita: totalmente insicura sugli sci, sempre dolorante alle ginoc-


INTERVISTA

chia senza conoscerne il vero motivo. È stata una mazzata psicologica tremenda, se mi chiedete che cosa ho fatto tutti i giorni in quel periodo lì, fino a marzo, ho quasi un vuoto di memoria. Sono stata malissimo, quasi non sapevo come mi chiamavo. Si sono spaventati anche i miei genitori. In quel mo-

mento mi ha aiutata tantissimo Giuseppe Vercelli, psicologo che da anni collabora con la FISI. Lo vedo dal 2008, ma in realtà per la prima volta mi sono recata da lui per una consulenza personale e non solo per parlare delle performance agonistiche. Un giorno mi sono chiesta cosa volessi fare della mia vita

e della mia carriera. A marzo c’era un raduno con la squadra, ero andata a fare quattro passi con Marco Viale, nello staff di Alberto Ghezze, e gli avevo detto: ‘Marco, sarà uno dei miei ultimi raduni da atleta’. Lui era spaventato, non sapeva come aiutarmi. Sentivo ormai d’avere perso il treno giusto. Il tempo mi

ha dato una mano. Con la stagione terminata e il fatto che comunque mi avevano tenuta ancora in squadra, ci ho pensato un po’ su e alla fine mi sono detta, proprio durante una seduta da Vercelli: ‘Voglio riprovarci ancora, ma questa volta a modo mio’. Lui mi ha sempre ripetuto: ‘Guarda che tra un po’ bene-

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INTERVISTA

IN PISTA A RITMO DI HARD ROCK Musica, che passione. In casa risuonano ancora i vecchi vinili di papà, con Bruce Springsteen e Led Zeppelin a farla da padrone. Ma Sofia Goggia non ha un genere preferito, in realtà, spazia tra tanti stili, anche diversi tra loro. Dalle gare argentine a Ushuaia, però, estate 2015, ha trovato un suo rituale speciale in ricognizione, a base di Hard Rock e soprattutto AC/DC, la band australiana dei fratelli Young che ha spopolato in tutto il mondo da fine degli anni ’70 e che ancora oggi riempie gli stadi a ogni concerto. Si parte con ’T.N.T.’ (Tritolo), quarto singolo in assoluto del gruppo, anno di grazia 1976. «’TNT, I’m Dynamite’

dirai questo momento, capirai un sacco di cose’. Forse aveva ragione, ma finché sei dentro la tua crisi non te ne rendi conto. Sei troppo giù di morale…». E sei ripartita dal gigante «È stato Alberto Ghezze a propormelo. Io ero talmente giù che avrei accettato qualunque situazione pur di cambiare qualcosa. Nel frattempo mi sono trasferita a Mantova, in affitto, vivo da sola durante la settimana, seguita dal fido preparatore Roberto Galli, che conosce perfettamente le mie ginocchia. E sono ri-

recita il ritornello e io vorrei sentirmi proprio così, dinamite, in pista»; si passa poi a ‘Shoot to thrill’ (Sparare per provare un brivido), dal capolavoro della band, ‘Back in Black’, 1980, «di cui sento solo l’intermezzo musicale senza parole a metà brano, in ricognizione: un crescendo unico, grande carica»; chiusura, classica, con ‘Thundestruck’, da ‘The Razors Edge’, 1990, un’intro infinita e famosissima, cavallo di battaglia ai concerti. «Thun-der!, con il volume che cresce e un ritmo incalzante: perfetta per ‘visualizzare’ la pista mentalmente, prima di lanciarsi dal cancelletto». A tutto rock…

partita, con ancora un po’ di dubbi, ma anche con una preparazione diversa. Meno carichi, lavori più soft anche per le mie ginocchia, lavori che mi permettessero comunque di sviluppare un certo tipo di forza. Mi sono detta: ‘Ci provo, come va va’. Senza rimpianti o rimorsi». La sciata di Sofia Goggia adesso com’è? «Posso dire di avere trovato una buona solidità, punto di partenza fondamentale per poi potere tornare a spingere. Devo anche ringraziare il mio nuovo skiman,

Brunelli, che ha capito come sono fatta e riesce a tenermi tranquilla, perché sono una che poi comincia a scalpitare, come i tori… Sento di avere ancora margine di crescita, ma penso che il gas lo aprirò con il passare delle gare. Ci vuole un po’ di rodaggio, in fondo sono due anni che non faccio competizioni, di fatto. Spero di trovare il top della forma da gennaio».

tempi in maniera ossessiva. È un uomo molto colto, dalle ampie visioni. Nel pre-gara è di poche parole, trasmette serenità. Mi piace anche perché lascia molto spazio a tutti gli altri allenatori, pur essendo lui il responsabile».

Rulfi? «Mi sembra bravo, davvero. E poi è uno tranquillo, è proprio il suo punto di forza. Non è attaccato ai

Dai, Sofia Goggia non è diplomatica… «Io le mie idee le esprimo, sì, ma cerco sempre di essere rispettosa e disponibile. Ho un rapporto molto tranquillo con i giornalisti, non ho problemi. Unica cosa, non parlo mai tra una manche e l’altra perché penso che non abbia senso. C’è ancora la parte più importante della gara, meglio fare le proprie riflessioni solo alla fine».

Rapporto con i media? «Buono, essere diplomatica ti fa stare bene con tutti».

Amicizie in squadra? «Anche qui mi pare di essere rispettosa, coerente e leale nei confronti di tutte. Chiaramente c’è quella a cui stai più simpatica e quella che ti sopporta meno, ma ho un rapporto buono con tutte. Amicizie vere? Beh, le Fanchini per esempio sono ragazze davvero di cuore, con loro ho condiviso tanto anche prima di entrare nel giro della Nazionale. Sicuramente a loro sono più legata, così come ad Azzola e Benzoni, bergamasche come me». Sci, amore eterno. Ma nella vita? «Eh, non l’ho ancora trovato. Anzi no, il mio grande amore è… Belle!». 32

RACE SKI MAGAZINE - DICEMBRE 2015


alpina-sports.com

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DISTRIBUITO DA SOCREP SRL


SPECIALE COPPA DEL MONDO

ITALIA CAPUT MUNDI. O QUASI… Dieci gare di Coppa del Mondo, buoni rapporti con la FIS, la new entry La Thuile. Ma anche costi che lievitano e budget che raggiungono i due milioni di euro. Ecco lo stato di salute degli eventi italiani del massimo circuito testo di Gianmario Bonzi - Foto Zoom Agence

Madonna di Campiglio di nuovo tappa fissa; Cortina con l’antica formula a tre gare; La Thuile novità dell’anno per le donne, così come il parallelo in Badia, confermato fino al 2019; Sestriere grande ritorno all’orizzonte. Il resto, leggi Val Gardena per esempio, è storia ben nota, in attesa di capire se Bormio si ripresenterà o meno nel circuito, con Santa Caterina a confermare comunque la gara sul suolo nazionale. Insomma, l’Italia s’è desta, ancor più oggi che nel recente passato e continua a recitare un ruolo importantissimo nel calendario di Coppa del Mondo.

E qual è lo stato dell’arte delle nostre tappe, attualmente? Buono, decisamente buono: rapporti con la FIS eccellenti, riallacciati con la FISI dopo la difficile gestione Morzenti, gare organizzate in maniera impeccabile anche nelle condizioni più estreme, tanti recuperi, apprezzamento enorme da parte degli atleti. C’è un ma, uno solo, pesante come un macigno, ed è legato alla lievitazione dei costi: causa aumento dei montepremi (il problema principale è il cambio franco svizzero/euro), aumento della polizza assicurativa e per… quel famoso 35-40% (in funzione delle gare, 35% per le donne

o singolo evento, 40% per il doppio evento maschile) sugli introiti dei diritti TV da versare alla FISI, fonte di attriti in passato, retaggio dell’era Morzenti, con un contratto da rinnovare in scadenza proprio al termine dell’attuale stagione e non più sostenibile a detta di (alcuni) organizzatori. CALENDARIO Andiamo con ordine: dieci saranno le gare italiane previste nella stagione 2015-2016 di Coppa del Mondo, dislocate in sei tappe: discesa e superG in Val Gardena, gigante e parallelo in Badia, slalom notturno a

Campiglio, discesa a Santa Caterina (tutto a livello maschile e nel volgere di soli undici giorni a dicembre); discesa e superG sia a Cortina d’Ampezzo che a La Thuile, per le donne. E fino al 2019 tutto dovrebbe rimanere invariato tra gli uomini (il condizionale è d’obbligo, i calendari a lungo termine restano una bozza da confermare e comunque vengono stilati di lustro in lustro), con l’aggiunta invece del gigante femminile a Cortina e il rientro di Sestriere, che potrebbe alternarsi con La Thuile. Insomma, c’è di che essere soddisfatti, anche se l’Austria quest’anno ospiterà 14 gare e la

ALTA BADIA

LA GRAN RISA La Gran Risa entra in maniera dirompente nella Coppa del Mondo di sci alpino il 15 dicembre 1985, con il sigillo d’autore di Stenmark, che vince il primo storico gigante in Badia. La data da segnare per l’Italia è però quella del 14 dicembre 1986, quando Richard Pramotton si impone davanti ad Alberto Tomba (all’epoca al primo podio assoluto in Coppa) e Oswald Tötsch, per una tripletta leggendaria mai più verificatasi in loco. Sito internet ufficiale: www.skiworldcup.it 34

RACESKIMAGAZINE RACE SKI MAGAZINE- -OTTOBRE DICEMBRE 2015 2015

Facebook: Audi Fis World Cup Alta Badia

Presidente Comitato Organizzatore: Pista:

Gran Risa

Prima gara in Coppa del Mondo: Prima vittoria italiana:

Twitter: @SWCAltaBadia

Marcello Varallo 15-12-1985, gigante maschile

14-12-1986 , Richard Pramotton, gigante


> NELLA FOTO L'Olympia

SPECIALE SQUADRE REGIONALI MASCHILI delle Tofane a Cortina

RACESKIMAGAZINE - OTTOBRE 2015

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SPECIALE COPPA DEL MONDO

©Aldo Martinuzzi

VAL GARDENA

SASLONG La svolta si ha nel 1960, quando Tschucky Kerschbaumer viene eletto presidente dello Sci Club Gardena, portando le prime gare nella valle. Il sogno iridato prende corpo nel ‘65 (la Saslong verrà costruita tra ’67 e ’68) e si avvererà nel 1970, senza purtroppo medaglie italiane. Il parallelo del 23 marzo 1975, vinto da Thöni su Stenmark e Tresch, rimane ancora oggi, forse, la gara più famosa della storia della Coppa del Mondo. Sito internet ufficiale: www.saslong.org

Facebook: FIS Alpine Ski World Cup Gardena Gröden

Presidente Saslong Classic Club:

Edmund Dellago

Pista: Saslong Prima gara in Coppa del Mondo: 14-02-1969, discesa libera maschile Prima vittoria italiana:

23-03-1975, Gustav Thöni, parallelo

Twitter: @skiworldcup

LA SITUAZIONE ALL’ESTERO MARIE-MICHELE GAGNON:

«MAI PAGATO PER ALLENARMI, MA PUÒ ESSERE UTILE» «Personalmente non ho mai dovuto pagare per allenarmi - ci dice Marie-Michéle Gagnon, 26 anni, polivalente canadese, una vittoria e due podi in Coppa del Mondo -. Ma penso che sia molto importante e utile da parte delle atlete riuscire ad organizzarsi da sole per gli allenamenti in un momento economicamente difficile da parte della Federazione. Le atlete europee sono anche fortunate perché si trovano tutto sommato vicine a molti ghiacciai. Anch’io avrei voluto sciare di più quest’estate. Se si può fare da soli, anche pagandosi le spese, ritengo che sia un’ottima soluzione».

Svizzera, ovviamente aiutata dalle Finali a Sankt Moritz, ben 18. «Io non avevo mai perso le speranze di recuperare l’antica posizione - ha detto Lorenzo Conci, Presidente del Comitato Organizzatore di Madonna di Campiglio -. Quando uno prende un brutto voto a un’interrogazione che cosa fa? Studia di più e si fa interrogare di nuovo. Ci siamo rimboccati le maniche ripartendo dalla Coppa Europa, con un nuovo progetto, aumentando la promozione e gli eventi collaterali. 36

Dalla sua Campiglio ha la bellezza del pendio, l’arrivo in paese e… 60 anni di storia. C’è voluta però tanta diplomazia, l’aiuto indispensabile della FISI, da cui è partito tutto, e una presa di coscienza della Federazione internazionale». La quale si è resa conto, anche dopo un sondaggio effettuato tra molti atleti, che lo slalom sul Canalone Miramonti della 3Tre risultava più tecnico, gradito e spettacolare rispetto ad altri. «Con la FIS mi confronto da anni ha aggiunto Conci - e so che si va

RACESKIMAGAZINE RACE SKI MAGAZINE- -OTTOBRE DICEMBRE 2015 2015

a ‘correnti’. Hujara, per esempio, spingeva per avere due gare a ogni tappa; Waldner punta invece alla miglior soluzione possibile specialità per specialità. Ma la forza dell’Italia risiede nel fatto che gli organizzatori vanno d’accordo tra di loro». Insomma, gigante e parallelo in Badia, su un pendio più adatto a ospitare questi format, slalom a Campiglio. E tutti felici e contenti. Restando in tema: agli Spring Meetings FIS di Varna, in Bulgaria, lo scorso giugno, come ha raccontato

Nicola Colli, segretario generale della tappa di Cortina, era emerso un fatto già evidente da anni, sottolineato da alcune federazioni, e cioè un ‘buco’ in calendario riguardante le prove di gigante a livello femminile, a gennaio. «La FIS guardava all’est Europa e inizialmente la FISI aveva invece proposto San Vigilio di Marebbe, con gare però da gestire a metà settimana, situazione poco gradita alla stessa Federazione Internazionale e a Infront. Sono quindi seguiti mesi di colloqui e alla


©3tre

MADONNA DI CAMPIGLIO

CANALONE MIRAMONTI Già nel corso degli anni trenta Madonna di Campiglio era alle prese con la progettazione di una rete organica di piste da sci. La soluzione risale al 1939: nei progetti presentati al Comune di Pinzolo è individuato il percorso di un nuovo tracciato agonistico, il… Canalone Miramonti. Su questa pista il 3 febbraio 1967 l’Italia ospita la prima tappa di Coppa del Mondo maschile sul suolo Nazionale, mentre il 17 dicembre 1974 Ingemar Stenmark conquista la sua prima gara nel circuito maggiore. Sito internet ufficiale: www.3trecampiglio.it

Presidente Comitato Organizzatore: Pista: Prima gara in Coppa del Mondo: Prima vittoria italiana:

Facebook: 3Tre Madonna di Campiglio - Audi FIS Ski World Cup

po si è ‘addolcita la bocca’ e, mentre lavora per migliorare il tracciato in vista della gara del 29 dicembre (partenza messa ancora di più in sicurezza, si vuole salvaguardare la parte più spettacolare del tracciato, quella iniziale) si dice pronta, per bocca di Maurizio Gandolfi a ospitare in futuro altri eventi come recuperi o gare femminili: «A Santa Caterina sanno bene tutti che se Bormio si ripropone e dà disponibilità, si torna di là. Ma ovviamente il fatto di avere una discesa libera maschile di Coppa del

15-12-1985, gigante maschile 29-01-1970, Gustav Thöni, gigante

Twitter: @3TreCampiglio

Mondo in paese ti porta comunque a diventare un po’ ambizioso». Si attendono notizie. La gioiosa novità si chiama invece La Thuile, che ospiterà discesa e superG il prossimo 20-21 febbraio, riportando la Coppa del Mondo di sci alpino in Val d’Aosta 26 anni dopo il superG maschile di Courmayeur. «Il sogno di ospitare una tappa di Coppa - ha spiegato il vicepresidente del comitato organizzatore (del quale fanno parte ex atleti come Schieppati, Cornaz, Richard Pramotton), Dante Berthod - nasce tanti anni fa, già nel 2006 per quanto mi riguarda. Come tutti, abbiamo seguito una trafila lunga, non facile, anche perché assieme a noi si sono candidate località di nazioni molto quotate negli sport invernali. Siamo passati attraverso tre anni di Coppa Europa in collaborazione anche con lo Sci Club Pila e la FIS ha apprezzato molto la nostra professionalità». E soprattutto, aggiungiamo noi, ha apprezzato la ‘3 Franco Berthod,’ pista ‘da maschi’, bellissima e difficile, che Matteo Marsaglia ha recentemente definito la ‘Kitzbuehel’ del Circuito Continentale.

fine Atle Skaardal, race director per le donne, ci ha chiesto se eravamo disponibili a ospitare una gara in più. Eccoci qui, con il gigante che dal 2017 si aggiungerà, alla domenica, a superG e discesa». Capitolo Bormio-Santa Caterina: al momento non ci sono novità in merito. FISI e FIS hanno lavorato per ‘salvare’ la tappa sul suolo italiano e così è stato fatto, anche quest’anno. Per tornare a Bormio ci deve essere la volontà degli impiantisti, mentre Santa Caterina nel frattem-

Lorenzo Conci Canalone Miramonti

IMPEGNO Onore e onere. L’organizzazione di una tappa del circuito maggiore (con una o più gare) è, parola di Conci, «probante, certo, ma soprattutto piacevole, stimolante, divertente». I volontari sono una risorsa inestimabile per tutti i Comitati italiani, si va da un minimo di 200 circa per Cortina, passando per i 300 di Campiglio, a un massimo di 650, anche 800 a volte, per Gardena. Alla fine, a parte rare eccezioni, chi si occupa dell’organizzazione è fondamentalmente volontario. «Magari si potesse vivere solo di questo» ammette sospirando il già citato Colli.

Il lavoro da fare è tantissimo perché la FIS richiede standard elevati per pista, sicurezza, accomodation e anche eventi collaterali. Bisogna pensare all’innevamento, alle reti, alla finish area, alla sistemazione degli atleti, al palco, alle premiazioni, alla televisioni, ai giornalisti, al pubblico, all’hospitality, agli alberghi, ai pasti del personale, al territorio, all’impianto di risalita, ai cannoni per sparare e ai mezzi per sistemare la neve. Il costo totale per una tappa varia da località a località, può anche aggirarsi attorno ai due milioni di euro, poco più o poco meno. Sponsor, contributi vari, a seconda dei casi, di Comune, Provincia e Regione e tanto, tanto volontariato come detto sono alla base del successo organizzativo italiano. «Ormai non è più come vent’anni fa - cha concluso il discorso Dante Berthod, La Thuile - quando tutto era improntato sulla gara e stop. Ora la FIS richiede eventi collaterali, spettacoli: insomma, anche tanto contorno. Ci stiamo attrezzando». COSTI Il capitolo è delicato. L’entusiasmo non manca a nessuno degli organizzatori italiani, tanto meno tradizione e competenza. Però l’elastico dei costi è arrivato al limite quasi per tutti. Urge una sterzata per ridare linfa vitale a chi continua a mantenere con orgoglio la Coppa del Mondo sul suolo italiano. Non crediamo in realtà che si arriverà mai al momento drammatico in cui qualche tappa dovrà rinunciare, no, questo non lo crediamo; si raggiungerà un compromesso. Ma urge andare nella stessa direzione, organizzatori, FIS e FISI. E le premesse ci sono, dato che per esempio Flavio Roda è in costante contatto con tutti. «Devo dire - ha ammesso Rainer

RACE RACESKIMAGAZINE SKI MAGAZINE - DICEMBRE - OTTOBRE2015 2015

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SPECIALE COPPA DEL MONDO

SANTA CATERINA

DEBORAH COMPAGNONI Presidente Comitato Organizzatore:

L’esordio in Coppa del Mondo risale al dicembre 1984, di fatto una premondiale a pochi mesi dal grande evento di Bormio 1985; tante gare nei primi anni ’90, poi ancora tappe veloci nei primi anni 2000. Infine il gran ritorno il 28-12-2014, al posto di Bormio, con una nota di merito: ha ‘salvato’ la tappa italiana del 29 dicembre. In futuro sarà bene ricordarselo. Sito internet ufficiale: www.bormioonline.com

Facebook: Audi Fis World Cup Alta Badia

Pista: Prima gara in Coppa del Mondo: Prima vittoria italiana:

Twitter: @BormioDownhill

Questione di montepremi Kitzbuehel SL 205.637,03 CHF Kitzbuehel DH 205.637,03 CHF Kitzbuehel SG 154.227,75 CHF Kitzbuehel SC 132.581,76 CHF La Thuile 110.000 CHF* Cortina 110.000 CHF* Madonna di Campiglio 110.000 CHF* Santa Caterina 110.000 CHF* Alta Badia 110.000 CHF* Val Gardena 110.000 CHF*

Val Gardena e Kitzbuehel a confronto 1-5% DIVERSI

35-40 % TV

1-2% ALTRO

28-33% TERRITORIO

20- 25 % SPETTATORI

23-25% TV

Kitz

Gardena

Budget gara

Budget gara

6,5

2

milioni di euro

milioni di euro

3-5% SPETTATORI

35 - 40 % SPONSORSHIP

Senoner, Val Gardena - che a livello sportivo siamo nella situazione migliore di sempre: la tappa è una super classica del calendario, abbiamo organizzato le gare anche in condizioni molto difficili, insomma una garanzia. C’è però il problema legato ai costi, che stanno lievitando sempre di più. Intanto il montepre38

mi gara, portato a 120.000 franchi svizzeri dalla prossima stagione, che con il cambio negativo significa sborsare parecchi euro in più, calcolabili anche in 40.000. E in più c’è la polizza assicurativa, che aumenta in maniera spropositata anno dopo anno. Ci sono poche agenzie al mondo che coprono questi rischi

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Elia Dei Cas Deborah Compagnoni

33-35 % SPONSORSHIP

e chiedono tantissimo». Migliore la situazione a Cortina dove, ha detto Colli, «sulla questione assicurazione abbiamo stipulato un contratto triennale con un broker, per le edizioni del 2015-2016-2017 e quindi, salvo richieste di risarcimento, abbiamo pattuito una quota-indennizzo fissa». E senza assicurazione,

17-12-1984, gigante femminile

10-2-2000 Isolde Kostner, discesa libera


CORTINA D’AMPEZZO

OLYMPIA DELLE TOFANE L’Olympia delle Tofane consacrò ai Giochi del 1956 il talento di Toni Sailer. L’esordio in Coppa del Mondo risale al 9 febbraio 1969, con una discesa femminile. Vi hanno gareggiato per anni anche gli uomini e il 3 febbraio 1990 un allora ventenne Kristian Ghedina ottenne, a casa sua, la prima vittoria in Coppa del Mondo. Dal 1993 è tappa fissa nel circuito femminile e per noi rimane leggendaria la tripletta in quattro giorni firmata da Isolde Kostner e Deborah Compagnoni tra il 23 e il 26 gennaio 1997. Sito internet ufficiale: www.cortinaclassic.com

Facebook: Cortina d'Ampezzo Ski World Cup

Presidente Comitato Organizzatore: Pista:

Enrico Valle Olympia delle Tofane

Prima gara in Coppa del Mondo: Prima vittoria italiana

09-02-1969, discesa femminile 22-12-1977, Herbert Plank, discesa

Twitter: @cortinaclassic

RACE RACESKIMAGAZINE SKI MAGAZINE - DICEMBRE - OTTOBRE2015 2015

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SPECIALE COPPA DEL MONDO

©NewsPower

LA THUILE

3 FRANCO BERTHOD Il comprensorio sciistico internazionale Espace San Bernardo di La Thuile (Italia) - La Rosière (Francia) è uno dei più grandi d’Europa. La Thuile ha ospitato, tra l’altro, nel 2011 i Campionati Italiani Assoluti, le Finali di Coppa Europa 2012 (quelle del trionfo di Lisa Magdalena Agerer) e altre due gare di superG maschile nel 2013.

Sito internet ufficiale: www.lathuile.it/worldcup

Presidente Comitato Organizzatore: Pista:

Marco Mosso 3 Franco Berthod

Prima gara in Coppa del Mondo:

20-02-2016, discesa femminile

Facebook: La Thuile Valle d'Aosta -Italy

dicono tutti in coro, è difficile stipulare contratti-gara con le televisioni. Certo, nessuno poteva ipotizzare fino a qualche tempo fa un cambio così sfavorevole franco/euro, anche se proprio in questi ultimi tempi la situazione sta leggermente migliorando. «La speranza - chiosa Andy Varallo, Alta Badia - è che in futuro gli organizzatori possano gestire in parte la pubblicità in pista, sfruttando chi vuole investire in questo senso: non mancano, ma chiedono visibilità. Se aumentano i costi, devo trovare nuovi ricavi». INDOTTO Costi, sacrifici, impegno, tanti ostacoli da superare. Ma anche una promozione unica per tutto il comprensorio che organizza la gara. Tra esserci, nel circuito maggiore, e non esserci, la differenza è abissale. «Ovviamente la Coppa del Mondo non può rimanere fine a sé stessa - ha aggiunto Dante Berthod - dobbiamo coinvolgere tutta la Val d’Aosta e il nostro territorio, le montagne, l’agricoltura, il turismo. È un investimento per tutta la ragione. Essere in Coppa del Mondo cambia tantissimo: non avendo mai organizzato prima un evento di questa portata a La Thuile, è evidente che verrà dato maggiore lustro e prestigio a tutta la nostra comunità». Lorenzo Conci esaspera il concetto: «Per me è anche un fatto culturale: nonostante tutto e credo che valga per molti, da queste parti viviamo ancora di sci. Se riusciamo a fare affezionare i bambini a questo sport, il ciclo continuerà. Se andranno a fare altro, sarà dura. Un paese di montagna in cui i bambini non sciano che futuro può avere? Si crea un’identità culturale. Parliamoci chiaro: la nostra valle è o sci… o sci! In futuro è difficile che faremo…

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una grande squadra di basket, per capirci». Il budget di cui si è parlato, ha voluto concludere Colli, «va a finire in premi gara, rimborso spese viaggio e alloggio, ma molti sono anche soldi che di fatto vengono riversati sul territorio, si pensi ai pasti, agli impianti di risalita». Altro aspetto da non sottovalutare è l’esposizione mediatica: «Lo scorso anno abbiamo avuto in totale 60 ore di passaggi televisivi, dati Infront. Quando mai una stazione sciistica potrebbe permettersi di acquistare 60 ore di pubblicità su RAI, Eurosport, Sky… Alla fine il ritorno c’è. Ricordate il caso Tiger Woods dello scorso anno, con Lindsey Vonn? Ho ricevuto telefonate dagli Stati Uniti, rilasciato un’intervista alla giapponese Fuji Television. Insomma, si è parlato anche per questo della Coppa del Mondo a Cortina. Ecco perché è così importante come evento».

RACESKIMAGAZINE RACE SKI MAGAZINE- -OTTOBRE DICEMBRE 2015 2015

DIRITTI TELEVISIVI In materia di diritti televisivi vige l’accordo con la FISI di cui abbiamo già parlato. «All’epoca di Morzenti ci fu una battaglia non indifferente - ha ammesso Senoner -. L’accordo è in scadenza, stiamo rinegoziando. Questo è l’ultimo anno da contratto, poi si vedrà. Tutte le tappe italiane sono ovviamente coinvolte. Abbiamo chiesto alla Federazione di venirci incontro e noi auspichiamo una situazione in cui la FISI partecipi in tutto e per tutto, per cui anche sui rischi. Flavio ha un approccio diverso da Giovanni. Con lui si può parlare, prima vigeva solo un’imposizione.». PROMOZIONE Madonna di Campiglio ha svoltato, muovendosi anche su tutto il nord Italia, spingendosi fino a Bologna e Firenze per promuovere l’evento, con una sorta di mini-tour iti-

nerante, quest’anno passato anche per l’Expo di Milano (così come La Thuile), mentre altre tappe si muovono più a livello locale. «Noi - ha detto Senoner - cerchiamo di coinvolgere anche il Tirolo, la Svizzera, l’Austria, proviamo ad attingere pure al pubblico straniero, quello vicino. Per il resto c’è sempre da imparare. Ci guardiamo intorno e studiamo ogni modello». La Thuile sta invece progettando uno scambio di promozione con la francese Chamonix, che proprio nei giorni precedenti la tappa italiana ospiterà gare di Coppa del Mondo maschili. Si lavora per portare scolaresche da una parte e dall’altra. «In più i campioni della nostra valle andranno nelle scuole per spiegare come si diventa atleti, qual è il significato della Coppa del Mondo…» ha chiosato Berthod. Si investe sulla cultura dello sci, più di così l’Italia non può fare…


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FOCUS

DOVE VA LO SCI IN TV?

©Zoom Agence

Le gare di Coppa sono un format di successo nei palinsesti televisivi? Cosa si può fare per renderle più accattivanti?

5 DOMANDE X 5 ESPERTI

di Gianmario Bonzi

Sci alpino e televisione, un binomio vincente a seconda delle stagioni. Certo, sono lontani i tempi in cui l’Italia si fermava per guardare le gare di Alberto Tomba e il Festival di San Remo veniva interrotto per seguire le gesta dell’Albertone e l’avvento del digitale terrestre e del satellite ha lasciato tanto spazio anche per lo sci in palinsesti quanto mai ricchi di alternative. L’Italia è un’isola felice, se si pensa che in Francia pochissime gare (solitamente quelle in casa) vengono trasmesse dalle televisioni in chiaro. Però… però l’incognita meteo, i tempi lunghi, la difficoltà (e i costi) della produzione di eventi che

si svolgono in quota e sulla neve penalizzano lo sport bianco. Come si può lavorare per migliorare il prodotto? Cos’è cambiato rispetto al passato? Cosa ci riserverà il futuro? Solo i grandi campioni possono trascinare l’audience? L’abbiamo chiesto a cinque esperti del settore. Manca la voce di Infront, che detiene la maggior parte dei diritti TV delle gare di sci alpino. Non è una dimenticanza ma la società ha gentilmente declinato il nostro invito in quanto parte in causa e al lavoro con la FIS per cambiare i format televisivi.

1) Cosa si può fare per aumentare l'appeal dello sci negli affollati palinsesti tv?

2) Palo con cronometro, casco con telecamera: esperimenti che non hanno funzionato. Cosa si può provare ancora?

3) Format delle gare: come renderlo adattabile alle TV moderne? Si è parlato di qualificazioni, slalom in tre manche...

4) Quali sono le principali difficoltà nella produzione televisiva di un evento di sci?

5) Qual è il livello delle riprese televisive nello sci e delle gare italiane rispetto a quelle straniere?

NUMBERS

800

3

2021

44

41

Le ore di live degli sport invernali su Eurosport

I produttori televisivi delle gare della Coppa del Mondo: Infront, tv austriaca e svizzera

L’anno fino al quale Infront detiene i diritti tv delle principali gare di Coppa del Mondo

Le gare maschili di Coppa del Mondo

Le gare femminili di Coppa del Mondo

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RACE SKI MAGAZINE - DICEMBRE 2015


FOCUS

©Federazione Italina scherma

MATTEO PACOR

DAVIDE LABATE

GIOVANNI BRUNO

STEFANO VEGLIANI

MASSIMO SCHIAFFINO

GIORNALISTA E PROJECT LEADER PER SKY SPORT, EX TELEMONTECARLO

TELECRONISTA RAI PER LO SCI MASCHILE

DIRETTORE SKY SPORT

INVIATO MEDIASET, TELECRONISTA PER LO SCI FEMMINILE NEL 1999-2000 E 2000-2001

CAMERAMAN MEDIASET

1. Trent’anni fa era possibile vedere lo sci alpino su RAI, TV Svizzera, Koper Capodistria, TeleMonteCarlo. Aggiungiamo l'effetto Tomba di fine anni '80: un’esplosione di sci. Oggi chi vuole vederlo deve cercarlo. Una delle problematiche chiave è l'indeterminatezza della durata di un evento sciistico.

1. Non sarei troppo d’accordo (sulla base dei nostri ascolti RAI, in crescita) sulla presunta crisi dello sci. Certo, il mondo dell’alpino deve provare a cambiare, come il mondo intero intorno a noi. Non si può pensare di migliorare negli ascolti televisivi se la gente che va a sciare è sempre meno.

1. Lo spazio nei palinsesti TV è ormai stretto. Secondo me non è un problema di appeal dell'evento, ma dello sport. Lo sci agonistico in questo momento ha poco appeal per la TV per mancanza di personaggi. Bisogna accontentarsi di televisioni di nicchia, per ora.

1. Se si fa riferimento esclusivamente ai palinsesti televisivi italiani, credo che l’unica soluzione sarebbe la nascita di un altro fenomeno come Alberto Tomba. Solo i personaggi che vanno oltre l’essere atleta vengono richiesti dai network. Che piaccia o meno, è così.

2. Il casco con telecamera non può essere fruibile nel ‘live’, ma solo nel dopo gara o nelle pause. Spesso le cose che funzionano sono quelle più semplici. Il sogno? canali interattivi con gara, helmet cam, dati in tempo reale, diversi angoli di visione, commento degli allenatori.

2. Palo con cronometro, telecamere indossate dagli atleti: tutte situazioni utili a vantaggio dell’analisi (post-gara), ma durante la diretta temo che possano funzionare poco.

1. Sarebbe importante realizzare sintesi ben fatte per la sera (anche inoltrata) a orari certi. Nei quindici minuti che precedono la diretta dell’evento ecco l’intervento dei grandi campioni del passato che raccontano la pista o la gara per alternarla a quelli attuali che hanno provato il tracciato. Microfono aperto nel pre-gara, musica, clip e gioventù. Sono anni che non si cambia….

2. Sono stati episodi sporadici che non hanno permesso di approfondire se possono dare un valore aggiunto. Si potrebbe insistere. L’eccesso di telecamere per me non aiuta a capire meglio.

2. Mah, ai tempi delle nostre produzioni invernali, la mia idea, mai realizzata, sarebbe stata quella di creare una sorta di zainetto con supporto esterno dotato di microcamera (quella che oggi è la Go-Pro per capirci), che inquadrasse lo sciatore di quinta da dietro e la pista davanti a sé. Ovviamente sarebbe stato più facile farla indossare dagli apripista… Non se n’è fatto mai nulla.

3. Solo 45 atleti al via della prima manche; quindici nella seconda. Sorteggio per l'ordine di partenza tra gruppi di 15 (come in passato). Contingenti per i team più ridotti. Gli altri a fare Coppa Europa per valorizzarla. Le tre manche non mi piacciono. 4. Le principali sono legate alle condizioni ambientali. Freddo, neve, umidità, ecc. Poi i costi. 5. Non esiste più una netta distinzione perché a produrre le gare sono principalmente Infront (la maggior parte), la tv austriaca e quella svizzera. Ovviamente Infront spinge un po' meno forte su alcuni elementi. Austriaci e Svizzeri dispiegano più risorse. Non è automatico, però, che a maggiori risorse seguano migliori coperture tv.

3. A livello di appeal televisivo lo sci soffre in particolar modo la lunghissima pausa. Sette mesi sono troppi e la gente ‘perde il ritmo’. Bisogna sfruttare di più il periodo estivo (gare in Sudamerica) e autunnale (ghiacciai e capannoni, in questo secondo caso senza esagerare per non snaturare il prodotto). 4. Le gare in teoria dal format più noioso (le discese di Wengen e Kitzbuehel) sono quelle che vincono sotto il profilo degli ascolti. Vuol dire che ancora funzionano bene. Il problema è che non sempre le gare si svolgono su piste altrettanto belle. Proverei a fare svolgere gli eventi a orari fissi. Funziona il parallelo: bisogna renderlo più sicuro per gli atleti e standardizzare il format per le riprese. 5. Non è il mio campo.

2. Sviluppare il parallelo di immagini tra il migliore (o comunque l’atleta di riferimento) e quello che scende live. Grafiche maggiori (pop up), maggiori segnalazioni di carriera e curiosità. Fare capire bene i dislivelli durante la gara e di sicuro provare a trovare delle situazioni per rendere chiare le prospettive di pendenza (per tutte le specialità). Audio aperto durante la gara. 3. Si può pensare a qualificazioni per gli slalom. Al momento qualunque nuova idea tende ad allungare i tempi… ed è la morte dell’ascolto televisivo. 4. I tempi (morti) e come riprendere la gara. Per il commentatore è superiore e descrittiva la ripresa più larga, mentre per renderla più attrattiva per il pubblico serve tutto più stretto… 5. Molto indietro. Poco innovativo. Statico e di routine, con nessun tentativo di racconto, tranne in qualche località (Austria, Svizzera e Germania).

3. Indubbiamente dopo i primi 15/20 atleti la gara diventa noiosa. Va pensato un sistema di selezione che comunque apra sempre le porte agli under 20 e a chi si può qualificare, per esempio dalla Coppa Europa. Altrimenti sono sempre i soliti noti. 4. La difficoltà principale è legata alle condizioni meteo. Cosa ha decretato la fine dello sci nella TV commerciale? In parte i ritiri di Tomba e Compagnoni, ma soprattutto l'incertezza sugli orari. Chi ha palinsesti bloccati dalla pubblicità non riesce a essere disponibile a spostamenti di mezz'ora in mezz'ora. 5. Infront produce in Italia, Francia, Canada e Scandinavia. Il livello delle riprese è omogeneo. Svizzera e Austria hanno un background importante, ma non mi sembra che la produzione italiana sia inferiore.

3. A questa domanda non saprei rispondere. 4. Davvero moltissime, parlo per l’esperienza maturata sul campo anche se un po’ di anni fa. La tecnologia oggi però aiuta, questo va rimarcato. Si possono usare meglio camere senza fili, droni e quant’altro. 5. Mi sembra buono, molto dipende dalla voglia di lavorare e di fare sopralluoghi da parte di certi registi. Ho visto tante volte Bernhard Russi fare la ricognizione in pista con la telecamera. Ogni volta sentivo la necessità di alzarmi in piedi e applaudire. L’ho conosciuto e mi sono complimentato con lui.

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LAVERSIONEDISTEFANIA

Opinione di

STEFANIA DEMETZ

Il futuro sta nel sistema I Comitati di Coppa del Mondo dal volontariato alle sfide dello sportbusiness Di una cosa si può essere certi: a organizzare gare di Coppa del Mondo non ci si annoia! Ci troviamo, infatti, nel bel mezzo di una trasformazione che, al momento, è difficile dire dove porterà. Di certo c’è che noi siamo i testimoni di un passaggio tra un modello ‘novecentesco’, basato su un associazionismo grintoso e naïf e la nostra epoca, che c’è chi definisce 4.0, quella della famigerata generazione z. Un’epoca competitiva, complessa, sfidante, mobile e incerta. Si aprono nuove opportunità e si devono lasciare alle spalle vecchi approcci. La scommessa sarà quella di essere in grado di cavalcare il cambiamento. Ecco alcuni esempi. Volontariato. Tutti gli organizzatori lavorano con i volontari. Se pensiamo però alle schiere di persone che vediamo alle Olimpiadi, tutte vestite uguali e sorridenti, siamo sulla falsa strada. Per capire chi sono i volontari delle Coppa del Mondo oggi, è bene liberarsi di queste immagini, talvolta un po’ retoriche. I volontari sono persone che, pur avendo un proprio mestiere, hanno maturato competenze altamente specializzate nella gestione e organizzazione di eventi sportivi internazionali. C’è chi parla di falsi dilettanti, ovvero dilettanti da un punto di vista formale, ma professionisti di fatto. Un’indagine tra gli organizzatori di Club5, inoltre, ha rilevato che tra i 16 comitati intervistati, solo uno si appoggia al volontariato puro. Tutti gli altri prevedono degli indennizzi - in toto o parzialmente. Non possiamo permetterci di sbagliare e ogni persona impiegata deve essere competente e responsabile. La passione oggi non basta più. Professionismo. Questa riflessione ci porta a una domanda: per quanto tempo possiamo 44

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continuare a mettere in scena lo sci internazionale affidando ai volontari, per quanto specializzati, le pesanti responsabilità che questo mestiere comporta? E per quanto tempo possiamo arrangiarci con le nostre sole risorse interne? Kitzbühel forse ci mostra una tendenza alla quale dobbiamo guardare come possibile scenario futuro. Gli unici volontari della Streif sono i consiglieri dello sci club, che ‘danno una mano’ durante l’evento. Il 100% della workforce è pagato ed è professionista; di questo il 90% è esternalizzato e il 10% è impegnato full o part time tutto l’anno. D’altra parte tra i nostri interlocutori principali (agenzie, sponsor, tv) ci sono attori del globale mondo dello sportbusiness. Per stare al passo, non possiamo permetterci di non conoscere cosa accade fuori dalla nostra comunità, non solo quella montana, ma pure quello dello sci, che a livello mondiale ricordiamolo - è solo una piccolissima nicchia. Per questo avremo sempre più bisogno di investire anche nei professionisti: per acquisire competenze nuove e trasferire responsabilità che oggi, per un volontario, diventano sempre più pesanti. Il sistema. È evidente che non siamo atomi che agiscono solo per la propria valle e le proprie montagne. Siamo l’elemento di un sistema che si muove su più frontiere e che oggi ci chiede di essere operatori sportivi, ma anche esperti di marketing, di media consumption, di management, di entertainment, di mediazioni b2b, di mediazioni emozionali e così via. Siamo costruttori del palcoscenico di un microcosmo, quello dello sci, che si raduna nelle nostre località. Non c’é dubbio che il territorio ha un grande vantaggio, ma non

è il solo. Non ci sarebbero gli altri interlocutori economici se così fosse (agenzie, sponsor, TV, industria) e non ci sarebbero le federazioni sempre più intenzionate a essere protagoniste anche nella gestione delle Coppe del Mondo. E allora è da qui che potremmo partire. Tutti insieme con un aggiustamento di pesi dentro questo sistema. La tendenza attuale (pressare sempre più i comitati con costi crescenti su diversi fronti e una frequente esclusione dai processi decisionali) può a lungo andare a rompere un anello fondamentale della catena. Per fare un esempio: se quest’anno molti comitati faranno fatica a pagare i premi, il cui aumento è stato deliberato dalla FIS senza valutare quale copertura finanziaria ci fosse, non è un problema della singola gara. È un problema di credibilità per l’intero circuito di gare. Se molti comitati fanno fatica a trovare coperture assicurative a causa dei cambiamenti climatici, il problema non può essere solo del singolo comitato. Non è a rischio quella gara. È a rischio la Coppa del Mondo. Sistema allora vuol dire lavorare insieme nel rispetto delle qualità reciproche con un’equilibrata distribuzione di rischi e di responsabilità. Il processo decisionale in questo senso potrebbe essere il primo passaggio verso il futuro che cambia: coinvolgere i comitati nelle strategie per il domani, non per dare loro un ‘premio di consolazione’, ma al contrario, in modo strategico, per usarne le competenze e le esperienze maturate per decenni sul campo. Sistema vuol dire equilibrio e su questo fronte dobbiamo forse ancora lavorare un po’. > STEFANIA DEMETZ direttrice generale Coppa del Mondo di Sci Val Gardena, autrice del libro ‘Lo sport va in scena. Filosofia e Management degli eventi sportivi’, Ed. Carocci


Photo credit: Mirja Geh - Agence Zoom / Athlete: Anna Fenninger / Conception & Graphic Design:

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Coppa Europa Ski People

INTERVISTA

Tommaso il preciso Idee chiare, tanto lavoro, alimentazione controllata, compagni di squadra come amici. Dove vuole arrivare Sala? di Gabriele Pezzaglia

È uno dei punti di riferimento del gruppo Coppa Europa di Alexander Prosch. È ancora Juniores, si è già avvicinato ai top ten in Coppa Europa e ha come obiettivo di salire sul podio. Stiamo parlando di Tommaso Sala, lecchese di Casatenovo che ora vive a Sovico, nella Brianza monzese. Un tipo originale, fuori dagli schemi, per certi versi unico. Andiamo a conoscerlo meglio. Sette medaglie fra Campionati Italiani Giovani e Aspiranti con tre ori.

un giudizio complessivo è ancora troppo presto. Devid Salvadori ha dovuto gestire squadra C e B insieme e ci sono stati problemi organizzativi e gestionali, ma non è certo stata colpa sua e gli attacchi che ha ricevuto sono stati errori di chi non era a conoscenza dei problemi e sparava sentenze a caso. Ivan Nicco è un grande davvero…». Ivan Nicco ti ha aiutato a fare il salto di qualità? «Ivan e anche 'Nello' Vicenzi non solo sono dei tecnici capaci, preparati, professionali, ma sono anche motivatori unici. Hanno subito fatto gruppo con noi atleti, hanno cercato di metterci a nostro agio in ogni momento della giornata. Pretendere certo, lavorare sicuramente, ma il clima è davvero importante per fare bene le cose».

Terzo anno in squadra nazionale, ne hai già fatta di strada... Dove vuoi arrivare? «Sembrava ieri, ai tempi dello sci club Lecco. Ma dentro di me non mi sento assolutamente arrivato. Non guardo al futuro, voglio fare un passo alla volta e così sto riuscendo in questo complesso cammino. Ora c'è la Coppa Europa, il palcoscenico dove mettermi in mostra». Sembra un atteggiamento di chi non pensa in grande... «Non è vero, io preferisco crescere con moderazione e fare le cose per gradi. Mi sono allenato anche con il gruppo in Coppa del Mondo e sono consapevole che posso esordire già questo inverno nella massima serie. Tuttavia tecnicamente devo crescere e prima devo farlo in Coppa Europa. Ora c'è il podio nel circuito continentale da raggiungere». Su che aspetto hai lavorato in estate e autunno per rendere più efficace la tua sciata? «In gigante sulle linea, sulla stabilità. Nei primi anni Giovani ero più competitivo fra le porte larghe, lo scorso inverno ho fatto più fatica ma ora sono migliorato. In slalom sulle figure, pasticcio ancora un po' troppo e a volte manco in sicurezza». Salvadori, Nicco e Prosch. Tre anni in azzurro, tre allenatori responsabili differenti. Ce ne parli? «Ora c'è Alexander Prosch, instancabile lavoratore e davvero persona disponibile. Però per 46

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BIO Tommaso Sala è nato il 6 settembre 1995 e vive a Sovico (MB). Il miglior risultato in Coppa Europa fino alla scorsa stagione è l’undicesimo posto in slalom a Oberjoch, Germania. Otto podi in gare FIS con quattro vittorie. Cinque medaglie fra Campionati Italiani Giovani e Aspiranti con tre ori. Utilizza sci, attacchi, scarponi e casco Salomon, guanti, bastoni e protezioni Leki.

Quanto è importante per te l'aspetto psicologico? «È almeno la metà di una prestazione. Io devo essere sereno e tranquillo, stare bene con me stesso e con gli altri. L'ambiente squadra è fondamentale, devo dire che sono sempre stato fortunato. Anche in sci club, al Lecco, ho trovato un ottimo ambiente. Da Carlo Riva a tutti gli altri, anche adesso mi alleno con loro e sono un mio punto di riferimento, degli amici prima di tutto. Insomma, la testa nello sport conta e anche tanto». Nell'ultimo biennio hai cambiato molto la tua alimentazione, perché? «È il mio nuovo stile di vita e sto meglio, ho più forza, recupero più velocemente. Non c'è una dieta precisa, mangio di tutto ma soprattutto bene. Certo, ho fatto un carico proteico nelle ultime due estati e ho messo su sette chili di massa muscolare. Non ecce do in carboidrati, non uso sale, zucchero, burro, aceto ma invece le spezie e le erbe. Di proteine solo carne bianca e pesce fibroso ma leggero. Bevo tantissima acqua, pochissimi fritti, dolci solo quelli genuini fatti in casa».


INTERVISTA

Nello sci non c'è un’attenzione particolare all'alimentazione, non è vero? «Purtroppo poca, in altri sport c'è più cultura del mangiare sano e bene. E anche questo è allenamento». Di cosa non faresti mai a meno nello sci? «Di quel minuto in gara. Una sfida con te stesso in simbiosi con la natura. Trovo forza in gara proprio perché divento una cosa sola con quello che mi circonda». Cosa fatichi a sopportare? «L'invidia per chi va forte, la trovo insopportabile, inspiegabile. Se una cosa non va, bisogna guardarsi dentro e lavorare, non parlare degli altri. Se ti comporti così ci sarà sempre qualcuno più veloce di te»

Qual è il valore più alto nella tua professione? «L'impegno. Io lavoro tanto, vedo nel sacrificio e nel curare ogni piccolo dettaglio la chiave del successo. Sci, atletica, alimentazione, cura dei materiali. Non lascio nulla al caso, non voglio avere rimorsi».

Mi trovo a mio agio con quelli che scelgono di fare una cosa e cercano di portarla a termine nel migliore dei modi. Come il lavoro o l'Università. Vedo invece tanti miei coetanei che passano le giornate al bar, a perdere del tempo, o meglio, a perdersi».

Dove vivi? «Sono brianzolo, ma fino a due anni fa mi ero trasferito a Bormio perché è in Alta Valtellina la base di allenamento dello sci club Lecco. Ora con la Coppa Europa è più comodo tornare in pianura e vivo a Sovico, Brianza monzese».

Sci e comunicazione, come vedi la questione? «La comunicazione è importante, lo sci è valorizzato forse troppo poco. Ma non ne farei una malattia, lo sci agonistico è sempre più di nicchia e complicato da praticare».

Hai amici non sciatori e non sportivi? Vai d'accordo? «Vado d'accordo non solo con chi fa sport.

Crescere per gradi, abbiamo capito. Ma dove vuole arrivare Tommaso Sala? «Vincere in Coppa del Mondo, gigante o slalom. Non ho preferenze di specialità o luogo. Così si realizzerebbe davvero il mio cammino». RACE SKI MAGAZINE- DICEMBRE 2015

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SPECIALE SQUADRE REGIONALI FEMMINILI

CHI SARÀ LA FIRST LADY? A pochi giorni dall’inizio del circuito istituzionale, ecco le novità dei team in rosa. Otto formazioni con quasi ottanta atlete che proveranno a conquistare la squadra azzurra Testo e foto di Andrea Chiericato

Settantasette donne suddivise in otto squadre regionali, ma solo una sarà la regina del Gran Premio Italia. O meglio una su tutte, oltre alle reginette che si aggiudicheranno le ‘standing’ di slalom, gigante e velocità. Le pretendenti sono tante, i posti pochissimi, come per il settore maschile. È la prima delle tante montagne che le sciatrici dei Comitati Regionali devono scalare per andare a vestire quella giacca azzurra tanto ambita. Le atlete delle diverse realtà hanno affilato le lamine e sono pronte alla nuova stagione e a una serie di confronti cronometrici che incoroneranno le nuove azzurre. Esperte veterane contro emergenti. Ma della categoria Giovani perché nel settore in rosa non esiste un circuito Senior. E allora tutte sempre a confronto, fatta eccezione per le gare di Madesimo e Sestriere, oltre al Campionato Italiano, dove verrà posta l’attenzione sulle Aspiranti. Chi sarà l’erede di Asja Zenere, dominatrice lo scorso anno? Come sempre è difficile fare calcoli e previsioni perché le incognite, i problemi e le variabili sono in prima linea. Certamente si può differenziare la vecchia guardia da nomi giovani ma già estremamente competitivi. Tra le veterane del 1995 gli occhi sono puntati sulla forestale friulana Arianna Stocco, sulle lombarde Martina Nobis, Giulia Lorini, Giulia Noris e Veronica Olivieri, ex azzurra in cerca di riscatto, e ancora sulla piemontese Costanza Oleggini (terza nel recente superG di Tignes) o, perché no, sulle valdostane Benedetta Demartino e Marta Sanfilippo o sulle venete Stefania Carli e Giorgia Andrea Dalmasso. Del 1996 potrebbero abitare i piani alti 48

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RESULTS

SOLDA Il Livata ha organizzato le prime due FIS NJR a Solda (9-10 novembre). La prima gara è andata alla veneta Sofia Pizzato, davanti ad Arianna Stocco e Benedetta Demartino. Al maschile il ceco Filip Forejtek ha preceduto Pietro Canzio e Mattia Trulla. Nella replica Demartino ha prevalso su Maria Pfeifer e Marta Sanfilippo, mentre al maschile Andrea Rossi ha vinto davanti a Istok Rodes e Lorenzo Mencaccini.

della classifica la trentina Sara Dellantonio, la lombarda, proveniente dal CAE, Viola Zuccarini o le altoatesine Miriam Kirchler e Miriam Gabloner. Dall’altra parte invece si schiera un gruppo di agguerrite Aspiranti che non hanno assolutamente bisogno di una presentazione. La zampata decisiva potrebbe anche arrivare da loro, già abituate a salire sul podio ai Campionati Italiani di categoria e del circuito istituzionale. Attenzione quindi alle piemontesi Carola Gardano e Lucrezia Lorenzi, a Marta Giunti (CAE) e alla vene-

ta Sofia Pizzato. Tre classe 1998, fatta eccezione per Giunti (1997), da seguire, così come sarà da vedere come digeriranno il passaggio di categoria ex Allieve che hanno già fatto parlare di sé: Carlotta Saracco, Serena Viviani, Veronika Calati, Marta Rossetti, Francesca Fanti, Elisa Platino e Lara Della Mea, giusto per citarne alcune. VALLE D’AOSTA Tutto nuovo nel Comitato Valdostano. Laurent Praz è andato ad allenare


SPECIALE SQUADRE REGIONALI FEMMINILI

> NELLA FOTO Francesca Curletti (AOC)

lo sci club La Thuile e il suo posto è stato rilevato da Franco Cadin. ‘Beuch’ non è certo nuovo nell’ambiente. Il suo è un ritorno dopo diverse stagioni trascorse tra le squadre nazionali italiane e francesi e NLZ West in Svizzera, una sorta di squadra interregionale. Cadin è tornato in ASIVA, coadiuvato da Thierry Marguerettaz che ha ricevuto il distaccamento dall’Esercito e lavorerà tutto l’anno con l’allenatore di Aymavilles. Anche il gruppo è cambiato: è stato

sdoppiato non più in prima squadra e Aggregati, bensì in Aspiranti e Juniores. Per tutta l’estate i tecnici hanno curato un certo tipo di preparazione con le più Giovani, mentre le tre veterane Chiara Damia, Benedetta Demartino e Marta Sanfilippo si sono unite dal primo di settembre. Volutamente non sono state inserite atlete del 1999 che innanzitutto devono abituarsi ai nuovi ritmi, materiali e tecnici. «Non sono arrivato per smontare il progetto di chi mi ha

preceduto - ha detto Cadin -. Ho portato le mie idee personali per cercare di ottenere il massimo, sono ripartito con tanto entusiasmo e sono pronto per questa nuova sfida». Cadin in primavera era stato contattato da altre realtà ma ha voluto ritornare in Valle d’Aosta per portare tutta la sua esperienza. «Avevo bisogno di nuove motivazioni, torno in Comitato ma non mi siedo certo in panchina». E l’esordio stagionale lo ha dimostrato. Nel test di Solda (giganti

NJR), alla presenza di molti Comitati, le sue ragazze si sono subito messe in evidenza con tre podi assoluti firmati due volte dalla Demartino e uno dalla Sanfilippo. ALPI OCCIDENTALI Un gruppo motivato che ha lavorato bene durante il periodo estivo, nonostante qualche infortunio qua e là. Il team Alpi Occidentali è pronto per la nuova stagione invernale. Si presenta al cancelletto di partenza

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SPECIALE SQUADRE REGIONALI FEMMINILI NUMBERS

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Le atlete dei Comitati Regionali italiani

I Comitati che hanno una formazione effettiva

Le squadre più numerose: ASIVA, AOC, VE e FVG > NELLE FOTO Il Comitato AOC. A destra, Sofia Pizzato (VE). Sotto, la piemontese Serena Viviani e Paolo Zardini

con ragazze giovani e competitive, trainate dalla veterana Costanza Oleggini, che in passato ha già assaporato l’azzurro e che quest’anno punterà alla rivincita. Ad allenare la promettente realtà piemontese è sempre Fabrizio Martin, soddisfatto della preparazione estiva. «Tutto sommato è andata bene e siamo in linea con il lavoro svolto negli anni passati - ha detto -. Purtroppo però ha fatto molto caldo e le piste ripide di Les 2 Alpes non le abbiamo sfruttate nel modo migliore». In estate la squadra è stata poche volte al completo. Infortuni, maturità, piccoli interventi chirurgici hanno fatto la loro parte. La più sfortunata è stata Veronika Calati, tornata in pista in ritardo a causa di una borsite e ora di nuovo ferma per un problema al perone. Lorenzi ha perso qualche giornata anche lei per una borsite, mentre Viviani e Alario sono reduci dai 50

rispettivi infortuni. Ma in casa AOC non c’è preoccupazione. Il gruppo è vario e dall’alto potenziale in tutte le discipline. «Gardano e Lorenzi sono ormai una garanzia, Curletti è una delle più brave in gigante, Oleggini si è allenata bene ed è pronta per il

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GPI, peccato per la Calati, davvero sfortunata, mentre Alario ha finalmente risolto i problemi ed è motivata». Non bisogna poi dimenticare le due giovanissime: Carlotta Saracco e Serena Viviani che certamente potranno dire la loro: «Hanno un gran potenziale». Dopo i mesi estivi a Les 2 Alpes, l’AOC ha lavorato tre volte al Passo dello Stelvio, prima di concentrarsi sulla velocità (Hintertux) e sulla rifinitura di Tignes, dove alcune ragazze ne hanno approfittato per correre le prime FIS. «La squadra c’è, la preparazione è stata portata avanti e anche l’atletica è stata fatta nel modo corretto, ognuna con i propri preparatori - conclude Martin -. Grande impegno di tutti, ora aspettiamo le prime gare». ALPI CENTRALI È sempre Elio Presazzi il traghettatore del Comitato Alpi Centrali, com-

posto quest’anno da undici atlete: sei effettive e le restanti aggregate. Lorini, Nobis, Noris, Olivieri, Smaldore e Sosio hanno svolto tutti i periodi


SPECIALE SQUADRE REGIONALI FEMMINILI

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Le sciatrici del CAE che lavorano con il settore maschile

Le aggregate alla squadra Alpi Occidentali di Fabrizio Martin

Le giornate di sci dell’Alto Adige da giugno fino alle prime gare

di allenamento, mentre Ferrari, Mascherona, Rizzi e Zuccarini si sono alternate a seconda delle discipline. «Zuccarini è sicuramente un buon ‘acquisto’ - ha detto Elio Presazzi -. Ha voglia di lavorare e deve riprendersi dalla botta che ha rimediato lo scorso anno». Stagione quasi compromessa per Chiara Cabello che è stata operata di recente al ginocchio e con ogni probabilità non potrà tornare sugli sci prima di gennaio. «La Sosio ha invece recuperato molto bene, sono fiducioso, arriverà per le gare che contano - ha proseguito il coach -. Per la classifica Grand Prix punto ovviamente sulle veterane Noris, Nobis, Lorini, ma anche su Olivieri e sulla giovane Smaldore: stanno tutte sciando forte». Come di consueto il Comitato lombardo ha iniziato la preparazione a fine agosto. Tutta la parte di addestramento è stata gestita dai club, poi i primi

raduni collegiali, ma i tecnici di Comitato non hanno abbandonato gli atleti. Nei mesi di giugno e luglio i responsabili delle squadre regionali hanno fatto visita ai club, osservando da vicino il lavoro. Elio Presazzi ha subito svolto un periodo all’indoor di Landgraaf, successivamente si è spostato allo Stelvio, a Hintertux e a Solda. «Spesso ci siamo allenati con il settore maschile: è un bel confronto per noi, specialmente in superG». Presazzi è coadiuvato dagli allenatori delle società che a rotazione partecipano agli allenamenti. «Sono molto contento del lavoro svolto, ora aspettiamo le prime gare del circuito istituzionale». VENETO «Abbiamo creato un gruppo decisamente più numeroso mescolando veterane e giovani». Paolo Zardini per il secondo anno segue il Comitato

Veneto femminile, una squadra che quest’anno è formata da ben dodici elementi. Ci sono le ‘anziane’ Stefania Carli, Giorgia Andrea Dalmasso e Matilde Minotto che puntano alla classifica Grand Prix, ma allo stesso tempo anche l’Aspirante Sofia Pizzato, in grande evidenza già la passata stagione. «Loro sono certamente le ragazze che possono e devono puntare in alto - ha proseguito il forestale -. Con ognuna abbiamo impostato un lavoro mirato alla disciplina, insistendo su tanti passaggi in slalom o gigante». Lavoro differenziato dunque in casa Veneto. La collaborazione con il Gruppo Sportivo Forestale e il settore maschile è stato fondamentale per impostare una preparazione personalizzata. «Abbiamo fatto tutta l’estate insieme per lavorare meglio e abbattere ovviamente anche i costi». Il Veneto ha poi inserito un bel gruppo di giovani che cercheranno

QUOTES LARA DELLA MEA Lara Della Mea, friulana, classe 1999, è entrata nella top 30 dello slalom FIS di Diavolezza dell'11 novembre, che ha visto al cancelletto di partenza atlete di Coppa Europa e Coppa del Mondo. «Sono molto felice dell’inversione, sono le prime gare che faccio e mi sento molto sciolta, non mi faccio tanti problemi. Ero tranquilla alla vigilia, abbiamo tutte le competizioni del mondo da fare, cominciamo con calma». Della Mea il 30 novembre è salita per la prima volta sul podio. Ha concluso terza lo slalom FIS NJR di Pfelders, nella gara vinta dalla veneta Giorgia Andrea Dalmasso. Il giorno seguente si è migliorata, chiudendo seconda dietro a Katrin Hirtl-Stanggassinger.

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SPECIALE SQUADRE REGIONALI FEMMINILI

di agganciare subito le lamine delle più esperte per crescere. «Queste Aspiranti devono misurarsi con quelle più brave, ma soprattutto devono capire come si lavora in una squadra regionale e con quali atlete andranno a scontrarsi. È diverso rispetto alla realtà di club e alle gare Allievi». Il Veneto ha fatto oltre 40 giornate di sci: gigante e slalom ma anche tanto superG, rispetto al passato: «Velocità a Stubai, Stelvio e Hintertux per fare girare gli sci lunghi, abituare le giovani e sentire un po’ di aria in faccia». In autunno tutti a caccia di neve. Una

> NELLE FOTO In alto, da sinistra, Sara Dellantonio ©Ralf Brunel, Julia Silgoner (AA), Giulia Demetz (AA), Vera Tschurtschenthaler (AA) e il Comitato AA

gara a Solda, periodi allo Stelvio, in attesa dell’apertura di Passo Monte Croce «una località davvero comoda per noi, ma contro il caldo non abbiamo potuto fare nulla». TRENTINO Quaranta giornate sulla neve cercando di variare il più possibile località e pendii di allenamento. Questa è la ricetta di Mirko Deflorian, tecnico che cura la squadra femminile del Trentino. Il lavoro estivo si è principalmente svolto allo Stelvio, con un

incremento delle uscite a Hintertux e una ultima parte di rifinitura in Val Senales. Niente Les 2 Alpes e niente capannone. «Per le ragazze è troppo duro sciare all’indoor - ha detto il coach -. Dovresti fare pochi giorni ma è troppo lontano e quindi se parti, devi sfruttare tutto». ‘Deflo’ si è ritrovato un gruppo di otto ragazze, decisamente più numeroso rispetto a quello dello scorso anno, formato solo da tre atlete. Giulia Peterlini però non sarà della partita: a fine agosto, al Passo dello Stelvio, si è rotta il crociato e la sua stagione è già conclusa. Deflorian è rimasto particolarmente sorpreso dal team. «Non mi aspettavo tutti questi riscontri positivi - ha detto -. Anche le giovani hanno già fatto vedere molto in passato. Tecnicamente sono avanti, bisogna chiaramente continuare a lavorare, ma forse è ancora più importante averle

LE SQUADRE

ASIVA

AOC

AC

VE

Cecilia Catanzano, Chiara Damia, Benedetta Demartino, Jacqueline Fiorano, Elisa Fornari, Federica Imperiale, Martina Miceli, Claudia Nicastro, Ilaria Pinelli, Marta Sanfilippo, Malvina Sommo.

Alessia Alario, Veronika Calati, Francesca Curletti, Carola Gardano, Lucrezia Lorenzi, Costanza Oleggini, Carlotta Saracco, Serena Viviani. AGGREGATE: Alessia Percudani, Carlotta De Luca, Giulia Paventa, Anita Gulli.

Giulia Lorini, Martina Nobis, Giulia Noris, Veronica Olivieri, Petra Smaldore, Virginia Sosio. AGGREGATE: Chiara Cabello, Sara Ferrari, Marika Mascherona, Angelica Rizzi, Viola Zuccarini.

Stefania Carli, Giorgia Andrea Dalmasso, Matilde Minotto, Federica Vinelli, Elena Dolmen, Beatrice Ghedina, Bianca Ghezze, Sofia Pizzato, Emma Benini, Rossella Alberti, Rebecca Bristot, Sara Gaspari.

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SPECIALE SQUADRE REGIONALI FEMMINILI

preparate psicologicamente al salto di categoria». Il Trentino ad aprile ha inserito in squadra nazionale Sabine Krautgasser, quest’anno punterà su Sara Dellantonio, pronta a fare il salto di qualità. «È slalomista ma la vedo bene anche nelle altre discipline, abbiamo lavorato tanto sulla base d’appoggio, spero che sia pronta di testa e reagisca come ha fatto alla fine della passata stagione». In casa Trentino si parla sempre di qualità e di lavoro meticoloso con uno staff davvero professionale. «Avere un direttore tecnico come Matteo Guadagnini che ha esperienza da vendere è importante - ha concluso Deflorian -. E poi adesso c’è anche il mio amico ‘Simo’ (Davide Simoncelli, ndr). Con lui ci confrontiamo parecchio: quando siamo in trasferta tutte le sere ci prendiamo un momento per parlare e scambiarci impressioni».

ALTO ADIGE Più qualità, meno quantità. La linea intrapresa dal Südtirol è chiara e confermata dagli stessi allenatori. «Meno atleti e più forti - ha detto il coach Hannes Trenker -. Lavorare con otto ragazze va molto bene, forse in futuro ridurremo ancora. Non vogliamo negare il Comitato a nessuno, ma con meno persone si riesce a fare più qualità». Poi ci sono tutta una serie di scuole sportive e sci club che impostano già una grande programmazione e quindi i talenti non vanno persi. «I tecnici sparsi sul territorio sono in gamba, portano avanti bene i ragazzi e non è fondamentale la nostra struttura, ecco perché possiamo scegliere di lavorare con squadre piccole». Quest’anno, ad affiancare Trenker, è arrivato Alexander Guadagnini, la scorsa stagione con il settore maschile. Ha preso il posto di Karl Heinz Goller che è dovuto tornare in Val

Gardena per seguire costantemente un gruppo vasto. Guadagnini ora è rientrato alla Scuola di Vipiteno ma sostanzialmente sarà in giro con il Comitato e con le ragazze che allena. La preparazione sciistica è iniziata al Passo dello Stelvio. Lo staff ha preferito lavorare subito con gli sci da superG per accorciare la misura successivamente. «Siamo partiti dal difficile per semplificare strada facendo». Poi tanto gigante e slalom per un totale di 55 giorni da giugno a fine novembre. Non è mancato il lavoro personalizzato con il gruppo che spesso ha sciato diviso. «Le atlete più indietro tecnicamente hanno fatto un ampio percorso di addestramento, le loro colleghe magari hanno girato di più nei pali». Il team Alto Adige è molto giovane. Le veterane Kirchler in gigante e Gabloner in slalom proveranno a fare classifica al Gran Premio Italia, le più piccole invece dovranno

TN

AA

FVG

CAE

Sara Dellantonio, Francesca Fanti, Lavinia Marinozzi, Giulia Peterlini, Martina Peterlini, Marta Rossetti, Carlotta Zanella, Monica Zanoner.

Giulia Demetz, Vivien Insam, Miriam Kirchler, Elisa Platino, Julia Silgoner, Vera Tschurtschenthaler, Marika Zabini, Miriam Gabloner.

Greta Della Mea, Valentina Eydallin, Noemi Noris, Francesca Polentarutti, Arianna Stocco, Elisa Andreassich, Katrin Don, Sofia Graffi Brunoro, Lara Della Mea, Giulia Di Francesco. AGGREGATE: Elena Graffi Brunoro, Nicole Hoffer.

Marta Giunti, Giulia Tintorri.

RESULTS SOLDA Il Livata ha organizzato le prime due FIS NJR a Solda (9-10 novembre). La prima gara è andata alla veneta Sofia Pizzato, davanti ad Arianna Stocco e Benedetta Demartino. Al maschile il ceco Filip Forejtek ha preceduto Pietro Canzio e Mattia Trulla. Nella replica Demartino ha prevalso su Maria Pfeifer e Marta Sanfilippo, mentre al maschile Andrea Rossi ha vinto davanti a Istok Rodes e Lorenzo Mencaccini.

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SPECIALE SQUADRE REGIONALI FEMMINILI

ATLETE POLENTARUTTI KO Deve ancora iniziare la stagione di Francesca Polentarutti. Lo scorso 8 ottobre, durante un allenamento in Val Senales, la ventenne del Cimenti Sci Carnia e della squadra regionale si è procurata uno strappo all'adduttore. «Non ho fatto subito l'ecografia, perché ritenevo che non fosse una cosa grave - ha detto sconsolata la sandanielese - . Dopo una ventina di giorni ho rimesso gli sci ai piedi, perché erano arrivati i materiali nuovi e avevo una gran voglia di provarli. Ma non ha funzionato. Anzi, l'ecografia e la risonanza successive hanno riscontrato anche un edema osseo e una lesione del cercine dell'anca». L'obiettivo è riprendere a sciare a Natale o, al massimo, nei primi giorni del nuovo anno.

l’obiettivo primario per la forestale Stocco, ma anche per la Polentarutti, seguita a casa da Puicher Soravia e Toniut. «Il loro obiettivo è quello di raccogliere tanti punti in gigante, superG e discesa - ha concluso Della Mea -. Dovranno cercare un posto in azzurro».

> NELLE FOTO In alto, Marta Giunti e Giulia Tintorri del CAE. Qui, Arianna Stocco del Comitato FVG

crescere. «Attenzione anche a Insam e Tschurtschenthaler in slalom - ha concluso Trenker -. Con le Aspiranti investiamo nel futuro e proseguiamo gli allenamenti». FRIULI-VENEZIA GIULIA La squadra regionale FVG sarà seguita da un nuovo staff. Il posto di Andrea Puicher Soravia è stato preso da Michele Della Mea e Daniele De Crignis, tecnici che arrivano entrambi dallo sci club Monte Lussari. 54

Il duo allenerà un gruppo di dodici atlete. «Siamo partiti con tante ragazze - ha detto Michele De Crignis -. Abbiamo fatto una programmazione non particolarmente intensa ma continua». La preparazione si è svolta tra Stelvio, Wittenburg e Moelltal: tanto gigante e slalom perché «avere a disposizione piste per fare velocità non è così semplice, poi per noi muoverci è difficile». Ma in casa Friuli si attende l’apertura di Sella Nevea. «Appena avremo la

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possibilità andremo ad allenarci, specialmente con Stocco, Polentarutti, Noris ed Eydallin, le atlete più portate per la velocità». Intanto la giovane Lara Della Mea ha iniziato bene il suo cammino nelle FIS. Si è messa in evidenza negli slalom di Diavolezza. «Abbiamo provato a testare il terreno, ma c’è ancora un bel margine». Tra le Aspiranti va presa in considerazione anche Giulia Di Francesco, altra atleta del 1999. La classifica Gran Premio Italia sarà

EMILIA-ROMAGNA L’Emilia-Romagna in rosa è composta da sole due atlete. Giulia Tintorri e Marta Giunti si allenano con il gruppo maschile (Marco Giunti, Davide Iozzelli, Matteo Modesti, Edoardo Giunipero e Marco Biasci), tutti agli ordini di Alessandro Biolchini e Maurizio Marcacci. Tintorri è una primo anno Aspiranti che già la scorsa estate lavorò con il Comitato. Ha dimostrato di essere tra le migliori Allieve, ora è attesa al salto di categoria. Nelle FIS NJR di Solda ha concluso quarantaquattresima e sessantesima nelle gare vinte da Sofia Pizzato e Benedetta Demartino. Giunti è una 1997 e arriva dalla Toscana, così come il fratello Marco. A novembre però uno stop per infortunio: si è rotta la mano ed è stata sottoposta a intervento chirurgico. Rientrerà in pista intorno a metà dicembre, con le prime gare del circuito istituzionale. È reduce da due quinti posti e la conferma di 28 punti in gigante, ottenuti ad aprile a Prato Nevoso, e potrà certamente ambire a posizioni di vertice nel GPI.


ŠAndrea Chiericato

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INTERVISTA

Grand Prix Ski People

MARTINA NOBIS Assalto a discesa e superG La mantovana delle Alpi Centrali punta alla standing di specialità del circuito istituzionale. È l’ultima possibilità per entrare in azzurro passando da questa porta di Gabriele Pezzaglia - foto Andrea Chiericato

Fra le Giovani più accreditate a lasciare il segno nel circuito del Gran Premio Italia c’è sicuramente Martina Nobis. Ha sfiorato l’ingresso in squadra azzurra lo scorso inverno e adesso vuole fare un ulteriore passo avanti e vincere almeno la classifica di velocità. L’infortunio alla gamba destra è alle spalle ed è reduce da un lungo e proficuo lavoro estivo e autunnale. È l’ultimo anno di categoria Giovani, sei pronta per il grande salto? «Non c’è altra scelta, punto con determinazione al Gran Premio Italia. Sarà la standing GPI di discesa e superG il mio obiettivo principale. Vincendola avrò l’opportunità di entrare in squadra. Inoltre, se e quando verrò presa in considerazione, vorrei centrare qualche top 30 in Coppa Europa». L’anno scorso hai mancato l’ingresso fra le azzurrine centrando due secondi posti nel GPI, cosa ti è mancato per primeggiare davvero? «Ero partita forte, poi da febbraio avevo un problema alla gamba destra causato dalla rottura di un vaso linfatico con conseguente formazione di cisti. Nella seconda metà di stagione non riuscivo più a sopportare il dolore, mi levavo lo scarpone dopo due giri di allenamento; ho stretto i denti per chiudere comunque la stagione e alla fine mi sono dovuta operare. E poi ho sentito un po’ la responsabilità di essere lì davanti, non sono sempre abituata. Ma ora penso al futuro, voglio fare un ulteriore progresso». Per vincere il GPI come hai impostato l’allenamento? «Ho fatto molta velocità, in particolare superG. Con il Lecco abbiamo girato tanto sulla nuova variante del Payer. Allo Stelvio ho sciato molto con gli sci lunghi: lavori di scorrevolezza, aereodinamica e sui materiali. Devo ringraziare Danilo Sbardellotto, allenatore che ha esperienza e mi ha insegnato alcuni trucchi del mestiere e a individuare i giusti modelli di sci. Ora è venuto il momento di ripagare la sua fiducia e quella degli altri tecnici». 56

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Il Lecco da qualche stagione ha una bella realtà Giovani e Senior, come ti trovi? «Benissimo, la squadra nazionale è una grande ambizione certo, soprattutto perché hai garanzie di gareggiare e ovviamente agevolazioni economiche, tuttavia il Lecco è eccezionale, molto professionale, mi segue in tutto e per tutto. Sulla neve abbiamo la fortuna di lavorare in maniera individuale, ognuno si concentra sulle proprie esigenze. Milanello è la sede atletica: test e stage non mancano. Carlo Riva, Danilo Sbardellotto, Pier Dei Cas, Fausto Presazzi, Dino Tenderini, Marcello Tavola, il DS Pietro Brivio sono allenatori sul campo ma anche persone che non ti fanno mancare mai la loro presenza». Sei legata con qualcuno in particolare? «Dico Carlo Riva perché siamo amici di famiglia. Con lui parlo tanto, mi confronto su tutto. Quando non lo vedo per un po’ prendo la macchina e vado a trovarlo in gelateria a Gussago». Mantovana ma trapiantata a Bormio, perché? «Da tre anni mi sono spostata, ho vent’anni, lo sci per me è un lavoro, o meglio, voglio che lo diventi e stando in Valtellina ho la possibilità di

allenarmi professionalmente ed essere seguita quotidianamente». Dicono che sei una lavoratrice infaticabile. È vero? «Da quando vivo da sola lo sci è la mia priorità assoluta. Se bisogna fare dieci giri io ne faccio undici, anche in palestra sono l’ultima a uscire. La qualità prima di tutto, ma credo molto anche all’intensità del lavoro, soprattutto al nostro livello. E poi non voglio avere rimpianti, così faccio tutto al massimo». Quali sono le avversarie che temi maggiormente per il Gran Premio Italia di velocità? «Costanza Oleggini, Sofia Pizzato e Michela Speranzoni». Cosa pensi dell’abbandono precoce nello sci giovanile? «Chi smette perché crede che da Senior non ci si possa più togliere soddisfazioni fa un grave errore. Se ci sono passione e amore per quello che fai non cambia se sei del ‘95 o hai un anno in più. C’è spazio per emergere e i miei amici Michelangelo Tentori e Davide Cazzaniga sono lì a dimostralo».


INTERVISTA

BIO Martina Nobis, 163 cm x 64 kg, è nata il 16 maggio 1995 a Mantova ma da tre anni vive a Bormio, è tesserata per il Lecco e fa parte della squadra regionale del Comitato Alpi Centrali. La scorsa stagione ha concluso al secondo posto il GPI assoluto e di velocità; terza in slalom. Nella stagione 2013-2014 ha vinto un gigante FIS a Courchevel (FRA) e si è aggiudicata il circuito regionale FIS NJR Alpi Centrali. Nel 2014-2015 si è imposta nella discesa GPI a Santa Caterina Valfurva. Due anni fa, in Coppa Europa, è giunta trentaduesima nel gigante del Monte Pora.

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FIS RACE - LIVE

AUSTRIA SUPERGIGANTE IN VAL GARDENA Abbiamo voluto assistere alle prime FIS di velocità in Italia per analizzare i valori in campo. Bene gli austriaci Walder e Berthold, in evidenza Pangrazzi, Cazzaniga e Bosca. Zuech uomo Grand Prix? Un'atmosfera surreale in Val Gardena. Fine novembre-inizio dicembre, la stagione invernale pronta a partire, ma che invece è ancora ferma per mancanza di neve. Gli impianti di risalita sono tutti chiusi, i cannoni cercano di produrre neve, ma le temperature sono decisamente alte e non aiutano. Prati ovunque, qualche corridoio di neve qua e là, come a Plan de Gralba, sulla pista Piz Sella, che ha ospitato il consueto blocco di gare di velocità. Lo staff di Rainer Senoner ha fatto i miracoli per allestire le competizioni. La funivia gira solo per i concorrenti e i tecnici, in pista c’è neve, tutta programmata. Nonostante la mancanza di materia prima in Val Gardena si è gareggiato. Da un lato il Sassolungo, dall’altra il gruppo Sella, in mezzo una lingua di neve ben preparata per i superG e la discesa libera. In Alto Adige si sono ritrovati gli atleti dei Comitati Regionali e tantissimi stranieri. Tutti a caccia di punti e confronti agonistici di inizio stagione. Al cancelletto di partenza

oltre 140 atleti, giovani alle prime esperienze e nomi importanti che dominano il circuito di Coppa Europa, che si è aperto a Soelden, dopo il rinvio di Reiteralm. E proprio gli stranieri hanno fatto la differenza e monopolizzato le FIS altoatesine. A dire il vero è stata la sola Austria a

sbancare il pendio del Piz Sella. Una pista semplice, adatta agli appuntamenti di inizio stagione, con neve compatta e a tratti anche granulosa. La due giorni si è aperta con una doppia gara di superG. Prima prova alle 9, seconda alle 11.30. E nonostante le difficoltà e

NUMBERS

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137

149

28

8

3

Gli atleti iscritti alla discesa libera

I partenti nel primo superG

Gli atleti del 1999 in gara

I podi conquistati dal plotone austria

Le gare svolte in Val Gardena

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FIS RACE - LIVE > NELLE FOTO A sinistra, Frederic Berthold, qui, Dominik Zuech. Sotto, Longo e Zuech in ricognizione

DANILO SBARDELLOTTO ‘TUTTI LAVORANO SULLA CURVA…’ Danilo Sbardellotto è un tecnico che la velocità la conosce bene. È stato atleta di Coppa del Mondo, allenatore della squadra B e ora cura i Giovani del Lecco che si cimentano in superG e discesa libera. Guarda la gara, corregge i suoi atleti e tra un prova e l’altra trova anche il tempo per sistemare e spazzolare i materiali. «In Italia è sempre stato così: i tecnici danno spesso

importanza alla curva e alla presa di spigolo, tralasciando invece scorrevolezza e sensibilità - ha detto -. Queste ultime due doti o le hai o non te le inventi, però si possono anche allenare o meglio costruire fin dai Pulcini. Baby e Cuccioli sciano troppo in gigante e slalom, devono invece fare più campo libero. Nelle riunioni si parla sempre di questo, ma in pochi lo applicano veramente». RACE SKI MAGAZINE- DICEMBRE 2015

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FIS RACE

RACE RESULTS SUPERG - 30.11.15 - GARA 1 1. Christian Walder (AUT - 1991) 2. Johannes Kroell (AUT - 1991) 3. Daniel Hemetsberger (AUT - 1991) 4. Niklas Koeck (AUT - 1992) 5. Ryo Sugai (JPN - 1991) 6. Paolo Pangrazzi (Fiamme Oro - 1988) 7. Pierre Bugnard (SUI - 1993) 8. Ralph Weber (SUI - 1993) 9. Frederic Berthold (AUT - 1991) 10. Sebastian Arzt (AUT - 1991)

SUPERG - 30.11.15 - GARA 2 1.38.31 1.39.10 1.39.15 1.39.51 1.39.54 1.39.55 1.39.56 1.39.64 1.39.73 1.39.78

l’alto numero dei partenti, tutto è stato portato a termine rapidamente e nei tempi scanditi in riunione di giuria. Il primo acuto ha portato la firma di Christian Walder, quinto in Coppa Europa a Saalbach nel febbraio 2015 e complessivamente quattro volte sul podio nel circuito continentale. In gara 1 ha fatto la differenza e inflitto 79/100 al connazionale Johannes Kroell. Terzo posto ancora per l’Austria, grazie alla prestazione di Daniel Hemetsberger, rimasto a 84/100. I migliori italiani sono stati gli atleti fuori squadra nazionale. Paolo Pangrazzi, poliziotto del 1988, ha concluso sesto a 1”24, mentre l’alpino Guglielmo Bosca ha terminato dodicesimo, a 1”65. Ha impressionato la sciata di Dominik Zuech, altoatesino del gruppo sportivo Forestale, undicesimo con pettorale 26, a 1”55 dalla vetta. Il primo azzurro è stato Henri Battilani. Il valdostano è rimasto a 2”23 da Walder, dopo una gara che ha voluto interpretare con linee decisamente strette. Nei venti anche Federico Paini, sedicesimo a 2”23 dal vincitore. Anche gara 2 è stata dominata dagli austriaci, ma a differenza della prima i distacchi sono stati più contenuti. Si è imposto Frederic Berthold - un podio lo scorso inverno in Coppa Europa a Sella Nevea -, con 38/100 sul connazionale Sebastian Arzt e 68 sul vincitore di gara 1, Christian Walder. Bene Davide Cazzaniga che con il pettorale 31 si è infilato in quinta posizione, a 99/100 dal vincitore. Nuovamente fra i migliori Dominik Zuech (1996), tredicesimo a 1”97, con Federico Paini diciassettesimo a 2”39. Temperature ancora più alte per la discesa libera e un manto nevoso che segnava 60

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1. Frederic Berthold (AUT - 1991) 2. Sebastian Arzt (AUT - 1991) 3. Christian Walder (AUT - 1991) 4. Daniel Hemetsberger (AUT - 1991) 5. Davide Cazzaniga (Esercito - 1992) 6. Ralph Weber (SUI - 1993) 7. Johannes Kroell (AUT - 1991) 8. Martin Khuber (KAZ - 1992) 9. Ryo Sugai (JPN - 1991) 10. Manuel Schmid (GER - 1993)

DISCESA LIBERA - 01.12.15 1.38.73 1.39.11 1.39.41 1.39.71 1.39.72 1.39.87 1.40.10 1.40.47 1.40.51 1.40.59

1. Frederic Berthold (AUT - 1991) 2. Sebastian Arzt (AUT - 1991) 2. Ralph Weber (SUI - 1991) 4. Slaven Dujakovic (AUT - 1995) 5. Christian Walder (AUT - 1991) 6. Paolo Pangrazzi (Fiamme Oro - 1988) 7. Bruno Steiner (SUI - 1994) 8. Johannes Kroell (AUT - 1991) 9. Urs Kryenbuehl (SUI - 1994) 10. Mario Karelly (AUT - 1992)

1.27.42 1.27.72 1.27.72 1.28.30 1.28.43 1.28.50 1.28.58 1.28.60 1.28.65 1.28.68

BARUFFALDI, ’99 ON FIRE Nel secondo superG e nella discesa libera è stato il miglior 1999 al traguardo. Davide Baruffaldi dello sci club Lecco si è affacciato con la giusta determinazione al mondo delle FIS. «È tutto diverso, cambia soprattutto l'approccio - ha detto -. Qui trovi gente che fa dello sci una professione. Sono contento di queste prime gare di velocità FIS: inizio a fare un po’ di esperienza».

RIFINITURA A PFELDERS La squadra azzurra subito dopo le prove della Val Gardena ha raggiunto Pfelders, dove ha rifinito la preparazione in vista dell’opening di Coppa Europa a Soelden. Hanno raggiunto la Val Passiria, insieme al coach Stefano Pergher, Henri Battilani, Federico Paini, Nicolò Cerbo, l’alpino Guglielmo Bosca e il poliziotto Paolo Pangrazzi.


VELOCISTI VENETI… Davanti a nomi importanti. Buon risultato per Pietro Canzio dello Ski College Veneto e Riccardo Bosio dell’Agonistica Valbelluna. I due atleti del Comitato regionale si sono messi in evidenza in discesa. Hanno rispettivamente chiuso al 23° e 27° posto, davanti a Guglielmo Bosca, Federico Paini e Marco Furli, decisamente più esperti.

buona prova di Pietro Canzio. Il veneto, partito con il 61, si è inserito in ventitreesima posizione, a 2”62 dalla vetta.

e trasformava. Sono cambiate le condizioni, ma è rimasta invariata la testa della corsa. Primo in prova, primo in gara. L’austriaco Berthold si è imposto nell’unica prova di discesa libera disputata. Ha concluso in 1.27.42 e inflitto tre decimi a Sebastian Arzt e allo svizzero Ralph Weber. Ancora lì davanti Paolo Pangrazzi, sesto a 1”08 e miglior italiano al traguardo. Ha risalito le classifiche Henri Battilani. Il valdostano, dopo un ‘training’ opaco, ha sciato meglio e con maggiore fluidità. È finito undicesimo a 1”31 da Berthold. Una menzione particolare la merita Dominik Zuech, ancora una volta con i migliori: tredicesimo, terzo italiano. Tra gli Aspiranti

DOMINIK ZUECH OBIETTIVO GRAND PRIX È altoatesino di Lana, il comune che si trova ai piedi della Val d’Ultimo, terra di Dominik Paris. È del 1996 ed è atleta della Forestale. Dominik Zuech si è messo in evidenza sulla pista Piz Sella della Val Gardena. Nei due superG ha concluso con un undicesimo e tredicesimo posto. «Sono sempre andato molto forte sui piani, ma non mi aspettavo questo risultato - ha detto -. Quest’anno punto alla classifica di disciplina del Gran Premio Italia. Ho lavorato tanto sulle linee, io sono molto scorrevole ma in ogni caso bisogna sempre spingere». Dopo la gara scende in pista e ascolta le correzioni del suo tecnico Oswald Schranzhofer. «Sensibilità e scorrevolezza sono doti naturali, quelle si allenano poco - ha raccontato il tecnico -. Nella seconda gara ha fatto qualche errore e lo abbiamo analizzato. Può diventare il nuovo Paris...».

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A BORDO PISTA

SCHNALSTALER GLETSCHER

L’OMBELICO DEL MONDO

Club, Comitati, squadre. Tutti in Val Senales a novembre per gli ultimi allenamenti in vista delle prime gare. Tracciati di ogni disciplina, su tre piste, per un totale di oltre 50 corridoi. La neve e il vento non hanno fermato nessuno di Gabriele Pezzaglia e Andrea Chiericato

Dal cielo cadono fiocchi di neve, i primi della stagione. Da un lato la soddisfazione per l’arrivo della materia prima, dall’altra la paura di non riuscire a sciare. Non per la neve, ma per il vento previsto dalla meteo. E allora in Val Senales si vive la classica serata di attesa, di programmi, di variabili e di scongiuri. C’è chi è pessimista, chi è fiducioso di riuscire a fare qualcosa, anche una piccola sciata. Ma d’altronde chi fa questo sport è consapevole delle difficoltà che si incontrano nel portare a casa allenamenti a ottobre e novembre. La mattina Maso Corto si sveglia con una spolverata bianca, la temperatura è bassa, l’innevamento programmato è entrato in funzione ovunque, ma il vento è forte. Nessun problema per il corretto funzionamento degli impianti di risalita: parte la giornata sul ghiacciaio della Val Senales. Gli allenatori, armati di zaini e mazzi di pali, occupano ogni centimetro della prima funivia. Non appena arrivano a monte iniziano la prima ‘battaglia’ della giornata: prendere il corridoio e tracciare il più velocemente possibile. I primi dettano le curve, gli altri si adattano, non sempre finisce così ma generalmente in ghiacciaio è la normalità. Certo non si generalizza, molto dipende dallo spazio e dall’affollamento. In Senales non si sgarra, ogni club ha la sua pista assegnata, che ha richiesto nelle riunioni quotidiane. Dario Vescovi della società impianti si occupa proprio di questo, disegna il planning e la mattina controlla che tutti rispettino quanto concordato e traccino in modo consono. C’è 62

RACESKIMAGAZINE RACE SKI MAGAZINE-- OTTOBRE DICEMBRE 2015 2015

SENALES GIOCA IN CASA… Non poteva mancare la società di casa. Categoria Allievi e Ragazzi affidata a Stefano Zerpelloni, mentre i Baby e Cuccioli sono con Evelyn Gurschler. Il Senales raccoglie gli agonisti che abitano fra Maso Corto, Madonna di Senales e Certosa, inoltre quelli dei territorio di Naturno, il comune ai piedi della Valle.

chi si ferma lungo le prime piazzole e sistema pali da gigante e slalom, chi ha chiesto e ottenuto la nuova pista barrata, oppure chi fa superG sul lato destro del ghiacciaio. Insomma, in poco più di mezz’ora lo spazio sciabile della Val Senales è invaso da pali e ciuffetti di tutti i colori. Ma c’è anche chi ha deciso di proseguire con gli esercizi in campo libero e lasciare da parte i tracciati, almeno per un

giorno. In quota il vento soffia forte, è nuvoloso, la visibilità va e viene, il manto nevoso è bello ma non molto compatto vista la lieve nevicata della notte. Ci sono tantissime società, provenienti principalmente dall’Alto Adige, poi dal Trentino, Veneto, Toscana, dal Centro-Sud, ma anche da Francia e Giappone. Gli atleti iniziano ad affollare le piste, fanno riscaldamento, alcuni cercano di trovare le giuste sensazioni,


A BORDO PISTA

TOBIAS KASTLUNGER 1999, SCI CLUB BRUNICO «Slalom, gigante, velocità, faccio tutto - ha detto -. I tricolori di categoria sono il grande obiettivo stagionale. Vorrei mettermi subito in mostra alle prime FIS del Gran Premio Italia e magari entrare in Comitato».

poi scatta la lunga giornata tra i pali. Tra una follata di vento e l’altra si sentono le radio a tutto volume con gli allenatori che comunicano correzioni, indicazioni e il ‘pista libera’ ai ragazzi. Qualche giro, poi una bella lisciata, una sistemata al tracciato e la ripartenza. Non manca una meritata pausa al bar. In una giornata nuvolosa e ventosa la fatica per chi lavora si fa sentire. Specialmente se la neve

segna dopo poche manche, specialmente se bisogna lottare nei segni. Ma come dicono tanti allenatori, anche questo serve, anche questo è utile per quando ci si trova in condizioni difficili. Gli incoraggiamenti sono doppi, i ragazzi rispondono e si impegnano, un po’ di fieno è stato messo in cascina. Poi il meritato pranzo, qualcuno decide di rientrare in albergo, chi invece arriva da lontano e fa solo il weekend

preferisce sciare ancora. Alle 16 tutto finisce. In mezzo al silenzio rimangono solo i segni e le buche degli allenamenti. Entrano in scena i battipista perché il giorno seguente tutto si ripete. È una delle tante giornate di preparazione verso la nuova stagione. È ormai una routine per club, tecnici e atleti che attendono l’apertura delle stazioni di casa, lasciandosi alle spalle la vita e i ritmi da ghiacciaio. RACE RACESKIMAGAZINE SKI MAGAZINE- DICEMBRE - OTTOBRE 2015

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A BORDO PISTA

HA DETTO

LUCIA GIUSTI

Vive a Massa, classe 2000, è all’ultimo anno Allievi e scia con il Doganaccia: «Bello il confronto, il rapportarsi con gli altri - ha detto -. Allenamento di qualità, il secondo anno di categoria è fondamentale per fare il grande salto. L'impegno cresce, sono determinata e consapevole che ora è il momento di schiacciare il piede sull'acceleratore».

GOTTFRIED PARIS IL COACH DI ULTIMO E DI… DOMME Neanche il vento che soffia forte nelle piazzole del Grawand ferma Gottfried Paris e i suoi ragazzi. Gottfried allena lo sci club Val d'Ultimo e le nevi della Val Senales sono quelle di casa fuori dalla stagione tradizionale. È il quartier generale dei Children e dei Giovani quando non sciano nella Schwemmalm a Ulten/Ultimo. Raggiunge in giornata il ghiacciaio e nonostante le condizioni meteo riesce a girare nel tracciato di gigante predisposto e a fare esercitazioni in campo libero. Si divide fra sci club e

un altro Paris. Eh sì, Gottfried è l'allenatore personale del velocista azzurro Dominik, quattro vittorie in Coppa del Mondo e un argento iridato. «Con Domme c'è un grande rapporto di amicizia, ma anche professionale da tante stagioni - ha detto -. Lo seguo da dodici anni, quando non è in giro con la nazionale si allena con me. Andiamo a Schwemmalm a fare il lavoro che in quel momento riteniamo più opportuno. Sveglia quando ancora è buio e via in motoslitta, prima che la stazione apra ai turisti».

Alessio Bonardi, Jenny Vallazza, Massimiliano Da Giau e Jacopo Degli Esposti

SKI COLLEGE VENETO Sulle nevi altoatesine non manca certo lo Ski College Veneto che tra estate e autunno ha totalizzato circa un mese di sci. La squadra Giovani, curata da Moritz Micheluzzi, ha voluto sciare quattro giorni in Val Senales. Per loro gigante sulla parte più ripida del ghiacciaio. «Siamo vicini e qui ci arriviamo facilmente - hanno detto i ragazzi -. Il muro è molto bello, quando è duro non ci sono problemi, quando invece segna bisogna adattarsi, si fa un po’ di fatica con gli sci nuovi ma poi ci si abitua».

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SLALOMISTI DELL'AREMOGNA Rivisondoli - Val Senales: 800 chilometri, più di 8 ore di autostrada e strade di montagna. Per trovare la neve e proseguire gli allenamenti. Anche lo sci club Aremogna, che corre per il Comitato campano, ha raggiunto Maso Corto e il ghiacciaio altoatesino. Seguito dal tecnico Davide Cuccarollo, ex atleta del 1990, un gruppetto di atleti si è dedicato a quattro giorni tra i rapid gates. Mario Gabriele, Massimo Valentini, Michele Valentini, Lorenzo Caputo e Dario Valentini


A BORDO PISTA

CHILDREN TOSCANI A CONFRONTO TRE GIORNI DI STAGE PER I MIGLIORI ALLIEVI E RAGAZZI Quattro giorni di allenamento per le eccellenze delle categorie Ragazzi e Allievi del Comitato Appennino Toscano. Il responsabile dello sci alpino Massimo Sichi, già allenatore della squadra regionale Giovani, sta portando avanti il suo progetto. Dopo i Giovani, i Children: si gettano le basi per la nuova squadra regionale della prossima stagione, oltre ovviamente a valorizzare i migliori Ragazzi e Allievi. «Dopo lo stage Giovani a Stubai insieme a Livio Magoni, abbiamo

radunato un bel gruppo di Children in Senales - ha detto il tecnico -. Riteniamo che sia molto utile un confronto in gigante e slalom, ma anche l’analisi della sciata e il video insieme ai tecnici durante il pomeriggio. È stata un’occasione per vedere lo stato di avanzamento dei nostri atleti anche in vista del Memorial Fosson di Pila, il primo evento agonistico ufficiale della stagione». Sichi, che ha promosso insieme al presidente del Comitato regionale toscano

Francesco Contorni queste sessioni comuni di allenamento, ha anche parlato dell'importanza del lavoro in team. «È importante avere un linguaggio tecnico comune, a maggior ragione in una piccola realtà come la nostra. È un momento di verifica anche fra noi allenatori» ha concluso Sichi. Allo stage hanno partecipato Doganaccia, Academy School Val di Luce, Lanciotto, SEF, Team Top Ski, SottoZero e Amiata. Assente, tra i grandi, l’Abetone.

SUPER TRAINING PER SIMONELLI

CHILDREN DEL FASSA IN PISTA

Terzo al Gran Premio Giovanissimi, sesto al Pinocchio perdendo un bastone. È ancora molto giovane Edoardo Simonelli ma si allena già come i grandi. È del 2006, Baby 2, in Val Senales ha sciato in campo libero al fianco del papà. Non ha ancora scelto lo sci club per il quale gareggerà. Lui è di Milano ma in inverno sta a Bardonecchia. In una stagione fa anche 260 giorni di sci, 70 solo in estate e autunno.

Pochi ragazzi in pista, un’occasione importante per fare un lavoro meticoloso, anche con l’utilizzo della telecamera. In uno dei tanti slalom c’è anche lo Ski Team Fassa. In pista, per l’occasione, c’è il tecnico Filippo Romano. Lui generalmente si occupa della categoria Pulcini ma questa volta è di supporto ai Children. «Alcuni ragazzi hanno fatto un mese di preparazione, altri solo 15 giorni - ha detto l’allenatore -. Siamo in attesa dell’apertura di Pozza». Al Fassa sono una quarantina gli agonisti. RACE RACESKIMAGAZINE SKI MAGAZINE- DICEMBRE - OTTOBRE 2015

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A BORDO PISTA

LA STAZIONE SCIISTICA La Val Senales si trova a poco più di 40 km da Merano e si imbocca dal comune di Naturno. Il comprensorio ha aperto il 25 settembre e chiuderà l’8 maggio. 12 impianti di risalita servono un totale di 16 piste. A fine novembre era attiva solo la parte del ghiacciaio con i tracciati Grawand, Finail, Gletschersee e la Leo Gurschler, la nuova pista aperta quest’anno che ha accolto anche la nazionale italiana e quella austriaca con Marcel Hirscher in prima linea.

HA DETTO

MATTIA BERNARDI

«Ogni palo, ogni passaggio con in testa un obiettivo - ha detto -. Fra Campionati Italiani Children e Pinocchio si punta alla top ten. Non è facile vista la concorrenza spietata, ma è meglio sognare in grande e non essere titubante».

KRONPLATZ PUSTERTAL INSIEME I GIOVANI DI SETTE CLUB Tre giorni di gigante e slalom per il Kronplatz Pustertal. Referente tecnico dell'associazione altoatesina è Klaus Kastlunger che abbiamo incontrato sul budello di ghiaccio della Leo Gurschler con cinque atleti: Tobias Kastlunger, Hugo Mittermair, Matthias Steinmair, Christina Poernbacher e Markus Huber. «Cinquanta porte di slalom, un pendio davvero esigente, sicuramente allenante - ha detto -. Nella fase prima delle gare è l'allenamento ideale». Il Kronplatz è un'associazione che riunisce sette sci club della categoria Giovani. «La collaborazione è avviata anche fra Ragazzi e Allievi, ma tra i Giovani il sistema è rodato e riunisce le eccellenze dei sodalizi pusteresi e marebbani». Sono dodici atleti dello sci club Brunico, San Lorenzo di Sebato, Valdaora, San Vigilio di Marebbe, Valle Aurina, Rasun e Falzes. Ogni atleta gareggia con i colori del proprio club, mentre i Pulcini lavorano in autonomia.

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VESCOVI, IL VIGILE DEL GHIACCIAIO Dario Vescovi, trentino della Val di Ledro, è da 20 anni collaboratore delle Schnalstaler Gletscherbahnen (Funivie Ghiacciai Val Senales) e si occupa della disposizione dei tracciati di allenamento per squadre, Comitati e sci club, oltre a coordinare i soccorsi in pista e a organizzare la reperibilità dei medici. «A pieno regime il ghiacciaio della Val Senales è capace di ospitare circa settanta linee di allenamento - ha detto -. Sulla zona Grawand ce ne stanno una cinquantina. Solitamente dividiamo questa parte in tre sezioni, la prima più vicina alla seggiovia, più ripida e quindi più difficile, poi una seconda medio-facile e la terza, dove le pendenze si addolciscono, decisamente facile. Insomma, si può variare tipologia di lavoro e specialità fra gigante e slalom. Sul Finale ci si può cimentare in superG: fino a quattro linee, una delle quali ondulata per un lavoro diverso. Sulla Gletschersee ci stanno fino a sei tracciati e poi la Leo Gurschler, nuova creazione, dove si può sciare da metà ottobre. Per le squadre ci stanno tre slalom e due giganti, quando non ci sono loro arrivano club e Comitati».

PELMO & UOEI A BRACCETTO Divise rosso e blu fiammanti per gli uni, bianche e blu per gli altri. Unione per le categorie Ragazzi e Allievi dello Ski Team Pelmo e UOEI Treviso. A guidare il gruppo Marco De Lorenzo Poz: «È stata una scelta intrapresa per le categorie Children - ha detto -. In questo modo riusciamo ad avere un gruppo più numeroso, aumentare il confronto e alzare i valori in campo». Le due società venete hanno in totale sedici atleti.


CASTELROTTO CON UNO SCI… Tra le molteplici giacche colorate che sfrecciano da una parte all’altra del ghiacciaio c’è un gruppetto ‘verde’. Escono dagli schemi e con bassa visibilità e neve mossa effettuano i primi giri con un solo sci. Un esercizio utile che spesso viene utilizzato dagli allenatori. In Senales lo hanno testato i Children dello sci club Castelrotto: Denise Haselrieder, Laura Mitterstieler e Denise Insam.

Universal

Gate Base

TEST REPORT

TEST REPORT

LA LEO GURSCHLER Caratteristiche tecniche: primi 250 metri ripidi con punta massima del 63%, solitamente ghiacciati sia per la preparazione per le squadre nazionali, sia per la posizione praticamente sempre all'ombra nel periodo autunnale. Sul finale il pendio si addolcisce. È ideale per gigante e slalom.

QUOTA DI PARTENZA: QUOTA DI ARRIVO: DISLIVELLO: LUNGHEZZA: LARGHEZZA:

2.975 M. 2.775 M. 200 M. 550 M. 50 M.

TOP SKI, TRACCIATI ADDESTRANTI Tre giorni fra gigante e slalom, sempre su tracciati addestranti, poi campo libero. Questo il menù sulla neve dei SuperBaby e Pulcini del Team Top Ski che hanno sfidato il gelo e la scarsa visibilità e raggiunto comunque il ghiacciaio. I ragazzi sono stati seguiti dal presidente-allenatore Andrea Vanni e dai tecnici Nicola Gioli e Alessio Pagli. RACE SKI MAGAZINE- DICEMBRE 2015

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SNOW COND

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SG

GS

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SNOW CONDITIONS

SL

SG

Soft

Compact

GS

DH

Wet

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Opinione di

VINCENZO TONDALE

LA PREPARAZIONE LONTANO DALLE GARE Solo in determinati periodi si riesce a impostare un lavoro di crescita ma ci sono tanti fattori da considerare per programmare allenamenti ottimali. E non sempre si può fare ciò che si vorrebbe

L’inverno è ormai alle porte. Il sapore della gara, del primo pettorale, del primo confronto cronometrico, inizia a farsi sentire. Chi più, chi meno, tutti i club hanno lavorato durante l’estate e l’autunno, aspettando questo momento. Alla vigilia della stagione voglio quindi soffermarmi sull’attività che viene svolta nei periodi lontani dalle gare. Proprio in questi mesi gli allenatori riescono a portare avanti un certo tipo di lavoro, focalizzando l’attenzione sulla crescita tecnica in piena serenità, senza l’assillo della prestazione. Tutto diventa più difficile in autunno, non solo per le condizioni meteo e quelle dei ghiacciai, ma anche per la sovrapposizione con la scuola. Questo è il momento di finalizzare, alla tecnica di base bisogna raggiungere una sciata vincente e redditizia. Sono tante le tipologie di programmazione che oggi vedo intorno a me. C’è chi sceglie periodi lunghi in appartamento, chi preferisce uno stage di quattro giorni in quota e poi uno di scarico a casa. Oppure chi preferisce chiudersi nei capannoni a fare slalom. Insomma ognuno ha la sua visione, dovuta anche alla realtà che ogni club ha davanti a sé. Cosa vuol dire? Che se la società è prevalentemente cittadina, allora è importante programmare un’attività più intensa sulla neve, chi invece ha la fortuna di avere le piste a portata di mano può anche sciare meno e concentrarsi di più sulla crescita fisica e sulla pratica di altre attività sportive. A prescindere da tutto, rimango comunque dell’idea che certi tipi di esercizi, lavori e allenamenti si riescono a fare solamente nei mesi estivi, in inverno il tempo scarseggia sempre. E poi

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anche la scelta dei ghiacciai è importante. L’ideale sarebbe diversificare la preparazione e spalmare i periodi su più località, ma spesso, per una questione di comodità, costi e gestione generale si tende a programmare gran parte della preparazione nella stessa stazione. Ci sarebbero poi tanti altri punti da tenere in considerazione. In primis però ogni club deve valutare gli obiettivi dei vari atleti e portare avanti un’attività che possa essere seguita da tutti. Gli sciatori top dovranno per forza avere tutto il necessario per preparare la stagione, mentre chi prende lo sci con più filosofia deve avere la possibilità di sciare quando lo desidera, supportato da un lavoro dedicato e seguito da un team di allenatori. Da molti anni alleno la categoria Children e credo che in questa fase sia importante seguire un percorso che racchiuda più elementi: crescita tecnica e mentale, amicizia e vita di gruppo, abitudine ad affrontare il sacrificio, divertimento e motivazioni, senza però esasperare nulla. Questo per il bene dell’atleta che successivamente dovrà ‘cambiare marcia’ dalla categoria Aspiranti, un gradino che si fa sempre sentire. Chiudo analizzando la situazione attuale. I club storici, come può essere il Lecco, si trovano a confrontarsi con team privati, college e organizzazioni che ‘spingono’ già a livello giovanile, perdendo poi per strada i ragazzi che man mano crescono. *ALLENATORE CHILDREN SCI CLUB LECCO


For the strongest, most aggressive skiers on the mountain


NELLA TANA DEL LUPO EQUIPE LIMONE TREDICI ANNI DI STORIA E DI SUCCESSI Il club limonese è uno dei più vincenti di sempre. Qual è la ricetta per stare davanti a livello giovanile per tanti anni? Siamo andati a scoprirlo nella località cuneese e a parlare con i diretti interessati di Andrea Chiericato e Gabriele Pezzaglia

Entri nel borgo di Limone Piemonte e percepisci subito l’accoglienza degli abitanti. Lungo la strada ci sono i rimasugli della prima nevicata della stagione che si sciolgono lentamente con il passare delle ore. Poca roba per la località cuneese, abituata a nevicate ben più grandi. Pochi metri nella via centrale e nel cuore del paese, in un vicoletto che la chiesa fa passare in secondo piano, e si intravede la sede dell’Equipe Limone. Una location storica, aperta da un decennio, condivisa con la Scuola Sci Equipe, diretta da un nome noto dello sci agonistico: Giorgio Fantino. Varchi la porta della sede operativa e ti senti avvolto da una storia recente, fatta però di tanti trofei. In ogni angolo ci sono targhe, coppe, medaglie, quadri che celebrano le imprese dei giovani dell’Equipe. Tredici stagioni che sembrano molte di

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più. Il team di Roberto Saracco, visto così, nel contesto limonese, sembra una piccola realtà di montagna che fa sciare i bambini del posto. Basta invece guardare le classifiche di ogni evento nazionale e internazionale per capire la potenza del club. Forse è proprio questo l’ingrediente vincente: una società unita, che fa sistema con l’intero paese e che permette ai ragazzi una crescita graduale, fino ad arrivare ai grandi successi. Vincere un titolo italiano, un

IL CONSIGLIO L'Equipe Limone à nato nel 2002 e la carica di presidente è stata subito affidata a Maurizio Gazzola e successivamente Piergiorgio Chiera e Gianemilio Genovesi. Da due stagioni il presidente è Roberto Saracco, mentre i consiglieri sono Alessandro Sacchet, Alberto Fantino, Roberto Barale, Marco Casagranda. Revisore dei conti Giovanni Ramello. La sede si trova a Limone Piemonte in via Dietro Chiesa.

> NELLE FOTO In alto, lo staff tecnico davanti alla sede. Nella pagina di destra, alcuni istanti della giornata trascorsa a Limone con atleti e allenatori. Nelle pagine seguenti, la squadra Children a Les 2 Alpes e altri momenti della vita societaria


NELLA TANA DEL LUPO

internazionale al Topolino o al Pinocchio è fattibile. Ma ripetersi ogni stagione, con gli stessi atleti o con sciatori di annate diverse per tanti anni è notevole. L’Equipe Limone, che sembra quasi nascosto nella sede di Via Dietro Chiesa, è uno dei club più forti d’Italia. E lo è da parecchie stagioni. Forse addirittura il più forte, non solo con un atleta ma proprio con un gruppo, un team di ragazzi. La dimostrazione è semplice: è l’unico club che è stato in grado di vincere ben

quattro edizioni del Memorial Fosson, la sola gara a squadre di categoria. E anche in ambito internazionale non scherza. La bandiera a scacchi azzurra e bianca in più di un’occasione ha sventolato, oltre che a Pinocchio e Topolino, anche a importanti trofei esteri: La Scara di Val d’Isère, la Skofia Loka in Slovenia, la Whistler Cup in Canada o ancora al prestigioso Longines. Roberto Saracco ci accompagna a spasso per Limone. In paese è conosciuto

da tutti, passa davanti a negozi, bar e ristoranti e lo salutano. Inizia la sua chiacchierata sulla metodologia del lavoro, sui tanti successi e su come si è trasformato lo sci. Passa da un discorso all’altro, dalla FISI ai club, dalla gestione degli atleti a quella della sua società. NUMERI E CATEGORIE Soffermandosi sull’Equipe Limone, analizza i numeri. «Solo il 40% arriva dal cuneese, un altro 40% è ligure e gli altri arrivano dal

STAFF TECNICO Roberto Saracco (Responsabile tecnico), Stefano Dametto (responsabile atletico Giovani), Roberto Barale (Giovani), Marco Casagranda (responsabile Children), Pietro Taricco (prep. atletico), Tiziano Riva (Children), Federico Parola (Children), Gianluca Motto (responsabile Pulcini), Mattia Siri (Pulcini), Marta Olivieri (Pulcini), Davide Barale (Pulcini), Giulia Bruno (Pulcini), Mauro Padello (responsabile preagonistica), Alberto Graziano (staff medico), Max Di Donato (responsabile atletica).

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NELLA TANA DEL LUPO NUMBERS

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I tesserati dell’Equipe Limone

Le edizioni del Memorial Fosson vinte

Medaglie agli Internazionali del Trofeo Topolino

Medaglie al Trofeo Pinocchio Internazionale

I podi tricolori nelle categorie Children e Giovani

torinese o comunque da zone limitrofe». La società conta circa un centinaio di atleti. L’Equipe parla di agonismo già dai Pulcini. Agonismo, quello vero, quello che va nominato quando arrivano i successi. «Inizia tutto prima, i Cuccioli devono già essere competitivi, dopo rischia di essere troppo tardi. Pensate, hanno anche inserito il Criterium Cuccioli. Lo sci sta cambiando: un genitore che investe in questo sport è giusto che abbia aspettative. L’avere tanti non residenti amplifica il fatto di puntare sempre in alto. Oggi chi viene da noi lo fa con un’idea precisa: provare a vincere». IL GEMELLAGGIO CON IL LICEO Il viaggio prosegue verso il 72

Liceo Statale ‘De Amicis’, dove studiano gli sciatori e dove negli anni si sono diplomati tanti atleti, in ultimo anche la gigantista azzurra Marta Bassino. «Una struttura pubblica al servizio dei giovani, una struttura all'avanguardia che garantisce

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crediti formativi - ha detto Nicoletta Bottino, insegnante dell’Istituto -. Da noi lo sport è un valore insomma». IL RAPPORTO CON LA LIFT Il nostro viaggio prosegue a Limone 1400 dove l’impianto

dell’innevamento programmato è in funzione giorno e notte. E i tecnici osservano subito la situazione sulla Alpetta e Armand, le piste che gli atleti solcheranno fino alla conclusione dell’inverno. «Il rapporto con la LIFT, la società impianti, è ottimo


NELLA TANA DEL LUPO

15 I tecnici, preparatori e medici che curano l’Equipe Limone

ROBERTO SARACCO

«GUARDA TE STESSO E PROVA A MIGLIORARTI» Dagli stage al mercato degli atleti, dalla struttura delle squadre nazionali alla ricetta vincente della sua società. La parola di un tecnico ai vertici dello sci giovanile nazionale e internazionale Roberto Saracco è l’anima dell’Equipe Limone. La professionalità e la passione lo coinvolgono a 360°. E i successi lo caricano ancora di più.

OSSERVATI SPECIALI Carlotta De Luca e Alessia Percudani (aggregate Comitato AOC), Paolo Padello, Carlotta Saracco e Costanza Oleggini (prima squadra Comitato AOC), Nicolò Cerbo (squadra nazionale gruppo Coppa Europa) e Antonio Fantino (Gruppo Sportivo Carabinieri).

- ha concluso Roberto Saracco -. Collaborazione totale, perché capiscono le esigenze di chi fa agonismo». Lavori in corso sulle piste, come anche al ristorante Chalet, ritrovo dell’Equipe, che fa già mezzo servizio. GLI ALLENAMENTI INVERNALI Ma come viene strutturata la stagione? Tutti i giorni i tecnici sono disponibili, fatta eccezione per il lunedì mattina. «Disponibilità totale in pista è sinonimo di club affidabile e presente» ha precisato Saracco. La base invernale è ovviamente Limone, mentre nel periodo estivo ‘maison Equipe’ si trova a Les 2 Alpes. In estate e autunno sono stati portati a termine oltre 50 giorni di allenamento, oltre ad altre 50 giornate di preparazione atletica tra Body Center a Borgo San Dalmazzo e la zona sportiva Fantino a Limone Piemonte.

Forte della tua esperienza quale consiglio daresti alla FISI in merito alla categoria Children? «Abbiamo bisogno di tre, quattro stage di allenamento divisi in tre macro aree dove si possano confrontare i migliori Ragazzi e Allievi italiani. In questo modo si costruisce il futuro, puntando all'alto livello. È uno dei modi per patire meno il passaggio nella categoria Giovani». Molti sostengono che c'è troppo mercato nei club per accaparrarsi gli atleti? Cosa ne pensi? «Si discute tanto sulla questione. La FISI deve regolare questo fenomeno, è un suo compito. Per me la proposta del 'cartellino' è sempre attuale, un tema da riproporre in agenda. Bisognerebbe anche introdurre una certificazione per distinguere i club: quelli che fanno davvero agonismo e hanno una struttura tale e chi invece non ha mai avuto risultati o fa altro tipo di attività». Sono strutturate bene le squadre nazionali? «Io vedrei una struttura piramidale esattamente capovolta: una base più numerosa e team al vertice più ristretto. Insomma più atleti in C e meno in A. In Coppa del Mondo abbiamo

atlete e atleti che da troppe stagioni non fanno il salto di qualità e frenano il ricambio». Qual è la ricetta vincente dell' Equipe Limone? «Alzare l'asticella sempre, non darsi mai per vinti. Questo lo fai con l'impegno e con la passione, due valori fondamentali. E poi non devi preoccuparti di chi è l'avversario, ma devi guardare te stesso e provare a migliorare a priori. Questa è la differenza fra vincere e continuare a farlo. Dico sempre che l'avversario è quello che non esiste, ma esiste». C'è chi sostiene che non siete una società prestigiosa per i Giovani, ma solo fatta su misura per Pulcini e Children... «Non è così, non mi soffermo sui trionfi di Antonio Fantino, sull’azzurro Nicolò Cerbo, su Costanza Oleggini che cerca il rilancio, ma guardo al presente, a un gruppo Giovani che vanta cinque nomi nell’orbita del Comitato Regionale e validi Allievi che cercano di entrarci. Abbiamo una programmazione intensa curata da Stefano Dametto. Solo in estate e autunno sono stati fatti 50 giorni di sci, in inverno siamo sempre disponibili praticamente».

porta rispetto, non condivide un progetto. E non sto parlando dal punto di vista tecnico, ma dell'atteggiamento, del comportamento, della volontà di inserirsi in un team». Cosa ti hanno portato questi successi? Dove è la vera soddisfazione? «Sapere che l'Equipe Limone è oggi un’istituzione, una presenza. Per gli atleti prima di tutto, poi per le famiglie e per il territorio. E forse sapere che possiamo essere un modello da imitare. Ma questo mi interessa meno a dire la verità. Come ho già detto, noi guardiamo principalmente al nostro operato».

Ti è mai capitato di allontanare un ragazzo dal club? «Sì. Quando un ragazzo, un atleta, condiziona la vita di gruppo degli altri vuol dire che non

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Opinione di

ANDREA SCHENAL

CALENDARIO GARE? TUTTO DA RIFARE Troppe prove per i Giovani e obiettivi uguali tra sci club, Comitati e gruppi sportivi. Meglio differenziare e diminuire gli appuntamenti: meno quantità, più qualità

Premetto che costruire un calendario gare è difficile e tutto si complica quando il circuito istituzionale deve essere incastrato con la Coppa Europa e le varie gare italiane. Ma sono anche consapevole che per cambiare sistema e ridefinire i ruoli delle diverse realtà si debba passare proprio da una riorganizzazione del calendario gare. Da trent’anni è tutto statico: Comitati, contingenti, punteggi, circuiti. Ormai tutti girano le stesse manifestazioni. Club, Comitati, gruppi sportivi, tutti fanno le stesse gare. A questo punto allora avrebbe più senso che gli atleti restassero con i club, anche per un risparmio economico. Però non deve essere così. La squadra che si è già distinta in questi ultimi anni deve avere degli obiettivi, i Comitati dovrebbero concentrarsi sul Grand Prix e lasciare ai club le altre gare. Oggi conciliare tutto è impossibile, i più penalizzati alla fine sono i Giovani e gli Aspiranti che si trovano a girare Grand Prix, Italiani, FIS CIT, FIS NJR e sfilze di rassegne tricolori, spesso una attaccata all’altra. In Coppa del Mondo fanno 15 gare, noi ne facciamo 60 perché, bene o male, anche quelle regionali devi prevederle, vuoi per portare penalità, vuoi perché servono per abbassare i punti. Questo sistema ti porta a gareggiare in giro per l’Italia, togliendo prezioso tempo agli

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allenamenti e alla crescita dei ragazzi. E poi questa voglia di indossare i primi pettorali a novembre. Tutti cercano i punti, ma così facendo si accelera sui tempi e a ottobre e novembre non si lavora più serenamente. A me è sempre piaciuta la proposta che aveva avanzato Alessandro Serra: un circuito Est e uno Ovest con finale unica, lasciando da parte i contingenti. Ma la FISI non ha responsabilità, sono alcuni Comitati ad avere respinto il progetto. Quest’anno comunque abbiamo preso una buona strada. Tra le mille difficoltà, Roberto Lorenzi e Loris Donei hanno cercato di cambiare qualcosa, sono stati inseriti degli appuntamenti solo Juniores e questo è un bene perché l’anno passato abbiamo perso tanti atleti. Correndo sempre con i Senior molti non avevano più voglia di partecipare: ci siamo trovati con 70 partenti… E poi unire gli Italiani di velocità Giovani e Assoluti è un altro bel segnale. Rimango comunque dell’idea di mettere meno gare in calendario, aumentando però la qualità: piste più tecniche e magari barrate. Intanto però la FISI, nonostante tutto, si sta adoperando per cambiare qualcosa. *ALLENATORE SQUADRA COMITATO VENETO



ALPI OCCIDENTALI

FREESTYLE E SNOWBOARD

LE PROPOSTE DEL LANCIA PER I SUPERBABY Crescono i numeri dello sci club Lancia che quest’anno tocca quota 120 atleti. La realtà cittadina dunque è in buona salute ed è pronta a tornare sulle nevi di Bardonecchia, la sede abituale degli allenamenti. «Sta andando bene - ha detto Giancarlo Croce, direttore tecnico del club -. Abbiamo portato avanti la linea intrapresa lo scorso anno che porta i suoi frutti. Confermiamo anche quest’anno il trasporto in settimana da Torino alle piste con i nostri pulmini». L’anima del Lancia può essere metaforicamente divisa in due: c’è un settore ‘race’ gestito dallo sci club e un secondo gruppo di lavoro, più ‘soft’,

in collaborazione con la Scuola Sci Spazio Neve. Una particolarità riguarda proprio questo secondo settore. Solitamente i club utilizzano le scuole per la preagonistica, il Lancia invece lo fa anche per i Giovani. «Chi fa attività più blanda, i selezionandi o anche i Master che vogliono gareggiare lavorano con Monica Borsotti, in collaborazione appunto con la Scuola Sci, oltre ovviamente a tutti i bambini che muovono i primi passi sulla neve». Un’altra novità riguarda i SuperBaby. Il club torinese ha scelto di intraprendere la strada del freestyle e dello snowboard. «Vogliamo innanzitutto fare amare loro la

montagna e lo sci, poi vengono le gare - ha proseguito Croce -. Proprio per questo motivo vogliamo impostare un programma nuovo, incentrato sulla multidisciplinarietà, ma sempre con sport della neve». Ampio lo staff tecnico: Loris Andreazza, Martina Fiorentino e Simone Eiraudo seguono i SuperBaby, Gianluca Toja, Giulia Gino e Lorenzo Berthiond i Baby, Alberto Albera, Gianluca Marino e Stefano Marletti i Cuccioli, Alberto Rossetto, Matteo Sandri, Mauro Gavatorta, Ricky Muscarella e Vittorio Picco i Children, mentre Paolo Croce segue i Giovani, con Alessandro Borghi a fare da jolly.

LIMONE, PREMIATI I TALENTI SCUOLA- SPORT L’anfiteatro di Limone Piemonte ha ospitato lo scorso 6 novembre le premiazioni dei ragazzi limonesi e degli allievi del Liceo Statale delle Scienze Umane (indirizzo sportivo), lo scorso anno in evidenza. I nuovi talenti Scuola e Sport sono Manuel Astegiano, Beatrice Barbagelata, Marta Bassino, Luca Bertaina, Remi Bellone, Gaia Blangero, Angelica Bonino, Nicole Bruzzone, Emanuele Careddu, Michele Currado, Michele Dalmasso, Nicole Dalmasso, Davide Damanti, Elia Gitto, Samuele Gitto, Carlotta Saracco, Edoardo Saracco, Elisa Sordello e Francesca Tosello.

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ALPI OCCIDENTALI

SALOMON TALENT

CAROLA GARDANO OASI ZEGNA, ARRIVA ROLANDO L’Oasi Zegna si presenta al cancelletto di partenza della nuova stagione con qualche novità. Giansilvio Rolando ha lasciato lo sci club Bielmonte e ha iniziato la collaborazione con Paolo Colombo. La new entry seguirà SuperBaby, Baby e Cuccioli insieme a Francesco Falabella e Mirko Lozia. «Quest’anno abbiamo un bel gruppo di Children - ha detto Paolo Colombo -. Sono numerosi e per questo faremo anche una formazione al Fosson». Allievi e Ragazzi sono seguiti da

Alberto Venegoni e Alfio Cavalli, quest’ultimo che si prenderà cura anche del settore Giovani. L’avviamento allo sci è invece affidato a Stefano Zaninetti, mentre Paolo Colombo segue tutte le categorie in base alle necessità. L’Oasi Zegna ha quasi 100 tesserati, di cui una sessantina agonisti. Inoltre a febbraio proporrà una grande novità: una quattro giorni di alto livello dedicata ai Master, sotto lo sguardo attento di Claudio Ravetto.

Nome: Carola Cognome: Gardano Data di nascita: 3.02.1998 Residenza: Sestriere Sci club: Sestriere Sci, scarponi, attacchi: Salomon

SARACCO, BUON ESORDIO Buon esordio nel mondo delle FIS per Carlotta Saracco. La cuneese, classe 1999, lo scorso 14 novembre ha centrato il nono posto nello slalom di Tignes. Per l’atleta dell’Equipe Limone 52 punti FIS e un distacco di 4''36 da Adeline Baud Mugnier… nona nel gigante di Coppa del Mondo a Kuehtai.

CIRCUITO BRAVO ALL’OLIMPIONICA La classifica per società del Campionato Bravo Intesa San Paolo è stata vinta dall’Olimpionica Sestriere, davanti allo Sci Club Sestriere e allo Sci Club Bussoleno. L’Olimpionica ha anche vinto il Gran Premio Siti Olimpici, precedendo il Bussoleno. In occasione della cerimonia di premiazione (Lingotto Fiere) è stato presentato il calendario 2015-2016 del Campionato. La prima gara sarà il Trofeo Foto Ottica Nino, in programma lunedì 28 dicembre 2015 a Sestriere. L’ultima si disputerà il 28 febbraio sempre al Colle (Trofeo Comune di Sestriere).

Discipline tecniche o velocità? Cosa preferisci e perché? «Preferisco le tecniche perché non ho ancora molta confidenza nelle discipline veloci, anche se non mi dispiace la velocità». Come hai impostato la preparazione estiva? «Durante l'estate ho alternato allenamenti in ghiacciaio e allenamenti a secco».

in palestra e sul campo, nel poco tempo rimasto mi dedico ad attività che si praticano in montagna». Quali obiettivi per questa stagione? «Mi sono imposta di fare dei buoni piazzamenti in tutte le discipline».

Chi sono i tuoi allenatori e come ti trovi con loro? «Mi alleno quasi sempre con Fabrizio Martin, con lui ho un Oltre allo sci, quali sono i tuoi ottimo rapporto. Quando non hobby? sono con il Comitato AOC scio «Lo sci occupa gran parte del mio tempo libero tra allenamenti con Mex Poncet».

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VALLE D’AOSTA - EVENTI

CLUB ISCRITTI Sportoberschule Mals (AA), San Pankrazio (AA), Jolly Sport 360 Race (AC), Delegazione Ossola (AC), Brixia Sci (AC), Radici Group (AC), Orobie 360 (AC), Valle Antigorio (AC), Goga (AC), Valpalot (AC), Alta Valsassina - Penna Nera (AC), Aprica (AC), Lecco (AC), Valchisone (AOC), Sestriere (AOC), Ski Team Sauze 2012 (AOC), Claviere (AOC), Mondolè Ski Team (AOC), Olimpionica Sestriere (AOC), Bardonecchia (AOC), Oasi Zegna (AOC), Sansicario (AOC), Equipe Limone (AOC), Comitato Abruzzo (CAB), Schia Monte Caio (CAE), Sci 21 (CAE), Toscana (CAT), Roma (CLS), Mont-Blanc (FRA), Agonistica Campiglio (TN), Sporting Campiglio (TN), La Thuile (VA), Gressoney Monte Rosa (VA), Pila (VA), Aosta (VA), Mont Glacier (VA), Torgnon (VA), Club De Ski Valtournenche (VA), Azzurri Del Cervino (VA), Chamolé (VA), Courmayeur Monte Bianco (VA), Crammont Mont Blanc (VA), Ski College Veneto (VE), Way Sport Ski (VE), Trichiana (VE), SAI Napoli (CAM), Monte Cervino (VA), Delegazione CUM, Drago (VE), Golden Team (AOC), Val d'Ayas (VA), Ladinia (AA)

OPENING IN SALSA VALDOSTANA

MEMORIAL

PIETRO

FOSSON

Dal 14 al 16 dicembre le piste di Pila ospiteranno la sesta edizione del Memorial Pietro Fosson. Gare, confronti e divertimento per il primo appuntamento Children stagionale che conferma la formula a squadre È qui la festa. In Valle d’Aosta, nella regione più piccola del Bel Paese, che accoglie le eccellenze dello sci giovanile italiano. Sci sciolinati e lamine affilate perché la stagione è ai nastri di partenza. Cinquecento atleti sono pronti a sfidarsi per il primo appuntamento: il Memorial Fosson svelerà gli sciatori che hanno lavorato di più (e meglio) durante l’estate. È il primo

MOBILE Dal Qr Code accederai direttamente a tutti gli ultimi aggiornamenti: risultati, foto, informazioni utili.

SPONSOR

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confronto, un po’ come i big della Coppa del Mondo fanno a Soelden. Ma la stagione è lunghissima per tutti: gare regionali, interregionali, nazionali e internazionali. I più forti, i più costanti si vedranno ad aprile. Intanto dal 14 al 16 dicembre la stazione sciistica di Pila ospiterà la kermesse giovanile che festeggia il sesto compleanno. I team arriveranno domenica

13 ma tanti hanno anticipato di qualche ora per una ulteriore rifinitura. Tre giorni di gare, tre discipline e tanto entusiasmo. I Ragazzi gareggeranno in gigante e slalom, per gli Allievi è previsto anche il superG, una gara che vuole servire come allenamento di inizio stagione. Come anticipato, qualche novità nel calcolo della classifica. I tempi saranno sostituiti dai


VALLE D’AOSTA - EVENTI MEMORIAL FOSSON - NUMBERS

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4

I Comitati Regionali rappresentati più due formazioni provenienti dalla Francia

Squadre di club o delegazioni al via della sesta edizione

Le edizioni vinte dall’Equipe Limone di Roberto Saracco

ALBO D’ORO 2010 1. LECCO 2. EQUIPE LIMONE 3. VALPALOT 2011 1. EQUIPE LIMONE 2. AOSTA 3. MONDOLÈ SKI TEAM 2012 1. EQUIPE LIMONE 2. AOSTA 3. CHAMOLÉ 2013 1. EQUIPE LIMONE 2. LECCO 3. COURMAYEUR 2014 1. EQUIPE LIMONE 2. RADICI 3. CHAMOLÉ

LIVE STREAMING Il Memorial Fosson potrà essere seguito in live streaming grazie alle immagini di Vanni Ponziani e dello staff di Sport&Cultura. Live anche la cerimonia di inaugurazione e quella di premiazione.

punteggi, secondo la tabella T3 dell’Agenda dello Sciatore. Abolite le penalità per gli atleti usciti o non partiti, ogni club farà punteggio esclusivamente con la prestazione dei propri tesserati. Non più di 12 per squadra, non più di tre per categoria, con i migliori due punteggi di ogni prova che andranno a sommarsi per la standing a squadre. Tutti i partecipanti soggiorneranno

a Pila, a pochi passi dalle piste e dalla sala riunioni dove i tecnici ritireranno accrediti, pettorali, skipass e materiale informativo. Le cerimonie di inaugurazione e premiazione sono invece confermate nella piazza centrale di Aosta. E a scandire il ritmo della festa iniziale ci sarà nuovamente Paolo Mei, la voce ufficiale del Giro d’Italia, insieme al dj Marco Cavallo.

INFORMAZIONI www.memorialfosson.com info@memorialfosson.com 328.24.89.964

GROS CIDAC L’ Ipermercato in città

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VALLE D’AOSTA - SCI CLUB NUMBERS

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I podi assoluti conquistati dalle valdostane nelle FIS NJR di Solda

Le vittorie internazionali di Benedetta Demartino

I punti FIS di Giovanni Zazzaro (1999) conquistati nella seconda NJR della carriera

Anna Damia in azione

TRE DOMANDE A BENEDETTA DEMARTINO

ANNA DAMIA STUDENTESSA IN MEDICINA Non ha raggiunto l’obiettivo della squadra azzurra, si è fatta male al ginocchio e in estate ha meditato sul suo futuro. Ad agosto la decisione di intraprendere una nuova strada, iniziando l’Università Continuare a sciare o intraprendere una nuova strada? Anna Damia, milanese da sempre sciatrice sulle piste valdostane, ci ha pensato a lungo questa estate. Anche lei ha dovuto scegliere e si è dovuta scontrare con due realtà che non sono compatibili, o che comunque sono difficili da portare avanti a braccetto: lo sci agonistico e l’Università. Un trascorso in squadra ASIVA, un posto già assicurato anche per la stagione iniziata e tanti punti interrogativi. Il suo obiettivo, come quello delle sue coetanee, era la squadra nazionale. Poi a febbraio l’infortunio al ginocchio, la rottura del legamento crociato e la giacca azzurra ormai 80

imprendibile. «Il mio obiettivo stagionale era entrare in azzurro - ha detto Anna Damia -. Avevo finito il Liceo e mi ero presa un anno decisivo per provare il tutto e per tutto. Avevo iniziato malino, poi qualche gara era andata bene, ma l’infortunio mi ha fermata. Non so come sarebbe potuta finire». Damia è stata operata, ha fatto fisioterapia pensando al suo futuro e al test d’ingresso universitario. Ad agosto la decisione di lasciare l’attività agonistica. «Non ho mollato per il ginocchio, anche perché sono perfettamente guarita - ha proseguito -. Ho lasciato perché non ho raggiunto l’obiettivo e non volevo perdere un altro anno». A settembre

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ha passato il test e ora studia Medicina a Milano. «Ho iniziato da poco, ho fatto i primi esami a metà novembre, ma sta andando bene». Anna ha fatto fatica a mollare. Dello sci ama tutto, sulle piste di Courmayeur ci scia da sempre. Alla domanda cosa ti mancherà di questo sport si è presa un bel respiro, in silenzio ha meditato, poi risposto in modo secco: «tutto, scio da una vita, mi piace tantissimo, ma era rischioso ricominciare». Anna non è ancora maestra di sci. Ha già iniziato il corso di formazione che concluderà il prossimo anno. «Intanto studio e finisco il corso, magari qualche garetta la farò ancora, ma con un altro spirito».

Un buon avvio di stagione, hai cambiato qualcosa nella tua preparazione? «Sì, sono contenta, non me lo aspettavo. Sono partita per fare bene ma non credevo così tanto. Questa estate ho sciato un po’ meno, mi sono dedicata al corso maestri e alla parte atletica. Ho iniziato ad allenarmi a settembre con la squadra ASIVA». Nuovo tecnico ASIVA, nuovi stimoli? «Mi trovo molto bene sia con Franco Cadin, sia con Thierry Marguerettaz. Siamo un bel gruppo, abbiamo voglia di fare e ci carichiamo a vicenda». Tra poco inizia il circuito, parti con ambizioni particolari? «Il Gran Premio Italia è certamente duro, ma voglio provare a esprimermi sempre al 100% e togliermi delle soddisfazioni. Punto sicuramente sul gigante ma anche in slalom e superG posso fare bene».


VALLE D’AOSTA - SCI CLUB

ATOMIC TALENT

JACQUELINE FIORANO

AOSTA & MONT GLACIER CHE ESPERIENZA A VILNIUS! Gli sci club Aosta e Mont Glacier hanno lasciato i ghiacciai e si sono diretti a Vilnius, all’indoor lituano. Una grande esperienza per 24 Giovani che oltre a sciare su una pista davvero dura hanno anche avuto l’opportunità di visitare una nuova città. Quattro giorni di slalom ‘a tutta’: sette turni da due ore per un complessivo di quasi 4.500 curve

fatte. Un bel bagaglio in vista della stagione agonistica. I ragazzi hanno raggiunto Vilnius in aereo, mentre i pulmini sono partiti con due giorni di anticipo stracolmi di materiali. In trasferta i tecnici Umberto Fosson, Christian Comé e Paolo Merlo e gli accompagnatori Massimo Raffaelli e Corrado Brunet.

Nel primo slalom FIS di Val Thorens del 1 dicembre, Matteo Vaghi dello Chamolé ha concluso al diciassettesimo posto, mentre Michael Tedde è finito trentasettesimo. Successo dello svizzero Daniel Yule.

I PRINCIPALI APPUNTAMENTI VALDOSTANI Il ritorno della Coppa del Mondo a La Thuile è certamente l’appuntamento clou della stagione valdostana. La Valle d’Aosta inoltre aospiterà alcune tappe del Gran Premio Italia. Dal 19 al 21 gennaio lo sci club Aosta organizzerà discesa, superG e combinata alpina femminile, mentre lo stesso settore tornerà a Courmayeur il 26 e 27 dello stesso mese per un gigante e uno slalom firmato Crammont. Il 3 febbraio i maschi saranno a Gressoney per uno slalom e un gigante. I Regionali Children si svolgeranno a La Thuile (17/20 marzo) fatta eccezione per la prova di skicross, assegnata a Valtournenche (6 e 7 febbraio). Le finali Pulcini saranno a La Thuile (Baby) e Courmayeur (Cuccioli) il 29 marzo.

Nome: Cognome: Data di nascita: Residenza: Sci club: Sci, scarponi, attacchi:

Jacqueline Fiorano 19.04.1998 Rhêmes-Notre-Dame Chamolé Atomic

Discipline tecniche o velocità? Cosa preferisci e perché? «Preferisco slalom e gigante perché sono più adatti al mio fisico, mi piace la costanza e la precisione che bisogna avere in ogni curva e passaggio e la varietà di piste e tracciati che si possono trovare». Come hai impostato la preparazione estiva? «Sono andata in California perciò ho saltato il primo mese di estivo, poi ho avuto un problema all’adduttore e non ho fatto il programma dell’ASIVA. Ho scelto di andare con lo sci club a Les 2 Alpes e ho fatto tre giorni allo Stelvio con il gruppo YOG. La preparazione atletica è stata altalenante, sempre per il problema alla gamba». Oltre allo sci, quali sono i tuoi hobby? «In California ho provato il surf

e mi piace tantissimo, quando le condizioni fisiche me lo permettono faccio ginnastica artistica, poi mi piace guardare film e uscire con gli amici». Quali obiettivi per questa stagione? «Vorrei essere convocata per le Mini Olimpiadi e sicuramente cercare di fare bene agli Italiani Giovani e Aspiranti». Chi sono i tuoi allenatori e come ti trovi con loro? «In sci club lavoro con Cesare Prati e Lorenzo Cancian. Mi conoscono da molti anni, riescono a capirmi e io mi trovo molto bene. In ASIVA sono seguita da Franco Cadin e Thierry Marguerettaz, non ho ancora avuto occasione di conoscerli bene, ma quelle poche volte che ho sciato con loro c’è stato subito feeling».

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ON THE ROAD - CERVINIA

- 14 NOVEM NIA I BR V R E CE

NOI C’ERAVAMO

Valtournenche Club de Ski diviso fra gigante e slalom testo e foto di Andrea Chiericato

Tutti sulla parte alta del Ventina. Turisti e sci club locali. Sole, vento forte, ma impianti ugualmente aperti per il fine settimana di metà novembre. Il Club de Ski di Valtournenche ne ha approfittato per qualche giro di allenamento. Lo spazio è poco ma i tecnici del sodalizio presieduto da Stefano Carrel hanno ugualmente trovato un fazzoletto di neve su cui tracciare. Anzi, due, perché i piccolini hanno fatto slalom nella parte alta, i più grandi hanno invece sciato in basso in un gigante ravvicinato e con sci da slalom ai piedi. Di prima mattina, quando le piste erano ancora deserte, giù a capofitto per tracciare. I Ragazzi hanno fatto un giro di riscaldamento e ricognizione, poi subito nei pali. Di tempo ce n’è sempre poco e bisogna sfruttare ogni manche. Cuccioli e Ragazzi, seguiti per l’occasione da Alberto Melia e Filippo Chiani, sono anche risaliti una volta a piedi. Punizione? No, solo più veloci a tornare in partenza. Dall’altra parte, Nicholas Carrozza e Julien McNeill hanno iniziato a correggere il gigante. Davide Corradi è arrivato dopo, perché ha preferito seguire da vicino il ritorno sugli sci dell’infortunata Francesca Gaspard. Insomma, nonostante la mancanza di neve una bella rifinitura su un manto compatto.

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ON THE ROAD - CERVINIA 4

PHOTOS

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1. Pronti, via. Appena arrivati in pista Davide Corradi, Nicholas Carrozza e Julien McNeill tracciano, ai piedi del Cervino 2. Subito dietro Marta Pession, Wendy Cappelletti, Silvie Carrel, Heloïse Edifizi e Carole Agnelli effettuano la ricognizione 3. Si parte, Marta Pession si tuffa nel gigante disegnato sul Ventina 4. Nel tracciato in basso Jean Jacques Dalle sfreccia in gigante 6

PEOPLE Presidente: Stefano Carrel Consiglieri: Manuel Carrozza, Elio Desayeux, Luca Yon, Franco Carrozza Allenatori: Luca Yon e Andrea Origone (Baby), Alberto Melia e Filippo Chiani (Cuccioli), Manuel Carrozza (Ragazzi), Franco Carrozza (Allievi), Davide Corradi (Giovani), Julien McNeill (Giovani Selezione), Nicholas Carrozza (Aiuto).

5. Davide Corradi spiega la base d’appoggio a Matvei Lomovskikh, russo della squadra osservati 6. Nella parte alta i più piccoli fanno slalom. Ecco Stefano Fadda in azione 7. Pulcini e Ragazzi si riposano e ne approfittano per una foto di gruppo

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8. Intanto in partenza Martina Zanella, Margherita Cornero e Heloïse Edifizi ascoltano le indicazioni via radio 9. Si riprende, tra i rapid gates scia Corinne Chatrian 10. Matteo Bonacci istruito dal tecnico Filippo Chiani

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INTERVISTA

Alpi centrali Senior On Fire

LA SFIDA DI ANDREA TESTA «Sono pronto per la Coppa Europa» Il bergamasco punta il dito sull’ultimo anno di categoria, ma ora guarda ai prossimi obiettivi. Si è allenato tanto e in quattro anni è passato dai 40 ai 15 punti in slalom di Gabriele Pezzaglia

Andrea Testa è uno dei tanti Senior che nell’ultimo biennio ha fatto passi in avanti significativi. Slalomista puro, bergamasco in forza all’UBI Banca Goggi, è allenato da quattro anni da Corrado Castoldi. In estate ha sciato fra i ghiacciai alpini e in Oceania, per un totale di oltre 50 giorni. Ora l’obiettivo principale si chiama Coppa Europa.

«Dopo l’ultimo anno Giovani ho pensato di smettere. Poi il mio amico Roberto Nani mi ha consigliato di provare ad allenarmi con Castoldi. Mi sono trovato subito bene: qualità, quantità, dedizione totale al lavoro. Corrado sa spronarti, convincerti, soprattutto riequilibrarti dopo un periodo difficile o una gara andata male».

Quattro anni fa avevi 40 punti in slalom, oggi 15. Alla faccia di chi diceva di lasciare perdere l’agonismo… «Verissimo, ma il nostro sport è così. Sai quanti allenatori non credono in quello che fanno e negli atleti che allenano? Non vai subito forte? E allora via, altra carne da macello da tritare. Io non ho voluto mollare perché sapevo di potermi togliere altre soddisfazioni».

Quanto ti sei allenato in estate e in autunno? «Ho sciato tanto, ma penso che per migliorarsi sia l’unica cosa da fare. Se non sei là davanti non ci sono scuse, l’unica soluzione è macinare pali da slalom. Ad aprile tre giorni di test a Livigno, a maggio quattro a Stubai, a luglio 13 a Les 2 Alpes, ad agosto una ventina fra Australia e Nuova Zelanda con Nani, dove ho gareggiato e fatto punti importanti, poi a settembre una dozzina al Diavolezza. Anche la preparazione atletica non è da sottovalutare, mi sono concentrato».

Chi è che non ha creduto in te? «Il Comitato Alpi Centrali non ha mai creduto in me da Giovane. In carriera avrò fatto cinque-sei FIS Giovani, poi certo, quando ai Campionati Assoluti di slalom (pettorale 70) chiusi nei 15 la prima manche, furono obbligati a portarmi ai tricolori Giovani. Ma è acqua passata per fortuna, da tempo guardo avanti». E chi ti ha sempre sostenuto? «Mio papà a parte, devo ringraziare Antonio Noris, il faro dello sci club UBI Banca Goggi con cui sono tesserato perché è come se lottasse con noi ogni giorno in pista e poi il mio attuale allenatore Castoldi». Che rapporto hai con il tuo tecnico? Come lo hai conosciuto? 84

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A novembre hai gareggiato a Kabdalis. Un’inforcata ha compromesso un grande risultato, un altro passo avanti... «A tre porte dalla fine ero a mezzo secondo da Hargin, ho buttato via un’occasione, ma la consapevolezza di essere in crescita c’è. Mi sono misurato con i pezzi da novanta scandinavi: partivo con il 20 ed ero l’unico senza squadra, tecnico o skiman al seguito». Qual è la cosa che ti pesa di più? «Il fatto che la FISI non mi abbia preso in considerazione per gareggiare in Svezia e Norvegia nei primi slalom di Coppa Europa. Avevamo chiesto di potere fare un allenamento a mie spese con la squadra B per dimostrare il

FACEBOOK ANDREA TESTA 14 novembre 2015 Mi lascio alle spalle questo tramonto, aspettando l’alba di domani!
 #straddle #first #run #goodvibes #goodmorning #kåbdalis #qdv

©skizuk


INTERVISTA

BIO Andrea Testa è nato il 17 ottobre 1991 a Bergamo dove ha la residenza. Per ragioni di allenamento si divide fra la città orobica e Bormio. Tredicesimo ai Campionati Italiani Assoluti di Roccaraso nel 2012, è salito dodici volte sul podio in gare FIS. Due le vittorie: Lizzola nel 20122013 e l’anno scorso a Bormio. Quest’estate è stato settimo nello slalom di Perisher valevole per la Australian New Zealand Cup. Usa sci Völkl, attacchi Marker, scarponi Dalbello, protezioni Energiapura, casco e maschera Alpina, guanti e bastoni Level.

mio stato di avanzamento, la mia condizione, invece niente da fare. Nemmeno hanno parlato di test per una eventuale selezione. Sono il terzo Senior fuori squadra punteggiato in slalom, non ho mai avuto l’opportunità di gareggiare in Coppa Europa, nemmeno in Italia». E allora come sei rimasto d’accordo con la FISI? «Il direttore sportivo Massimo Rinaldi mi ha

detto che, Scandinavia a parte, potrò essere coinvolto nelle gare a seguire del circuito continentale se continuerò a mettermi in mostra. Voglio fidarmi...». Secondo te gli atleti lombardi sono meno considerati di altri nell’orbita FISI? «Forse il nostro Comitato non ha il giusto peso politico se penso per esempio a Michelangelo Tentori e a Nicola Rota in particolare».

Ma dove vuole arrivare Andrea Testa? «In alto, io ci credo. In questo biennio mi sono tolto già importanti soddisfazioni abbassando notevolmente il punteggio in slalom. Tecnicamente mi serve ancora più regolarità, continuità, tenere duro anche nelle seconde manche che sono sempre state il mio punto debole. Intanto vado avanti, non ho certo smesso di sognare. L’esempio di Nani mi ricorda che nulla è impossibile» RACESKIMAGAZINE - DICEMBRE 2015

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ALPI CENTRALI - SCI CLUB

MATTEO & FILIPPO

Compagni di squadra a confronto Bendotti e Della Vite sono Allievi ed entrambi sciano con il Radici. Durante la passata stagione sono andati a medaglia ai tricolori di Santa Caterina Valfurva e si sono piazzati ai primi posti di Energiapura Children Series. Amici in casa o eterni rivali?

LE DOMANDE 1. Ti piace più il gigante o lo slalom? 2. Quale errore ti viene maggiormente corretto dallo staff? 3. Come ti trovi con gli allenatori? 4. Saresti contento se… 5. I tuoi pregi e i tuoi difetti? 6. Quali sono i tuoi hobby? 7. Cosa pensi del tuo compagno di squadra?

FILIPPO DELLA VITE

MATTEO BENDOTTI

ANNO: SCI: SCARPONE: SCUOLA:

2001 VÖLKL DALBELLO PRIMA SUPERIORE TURISTICO

ANNO: SCI: SCARPONE: SCUOLA:

2001 NORDICA NORDICA PRIMA SUPERIORE TURISTICO

1. Mi piacciono tutte e due le discipline, forse un po’ di più lo slalom, dove tra l’altro sono campione italiano in carica. Il superG è quella che amo meno.

gigante e slalom.

1. Preferisco lo slalom perché è una disciplina agile e veloce ed è quella in cui sto sciando meglio. In superG sono altalenante, sul difficile me la cavo, sul piatto faccio più fatica.

i primi, dato che sono al primo anno di categoria. Un pensierino vola anche ai Campionati Italiani. Una top 10 nelle discipline tecniche mi piacerebbe.

2. Inizio troppo in fretta la curva e mi butto dentro con la testa. Devo cercare di più il piede all’inizio.

5. Mi piace stare con le persone ed eventualmente aiutarle. Miei difetti? Sono permaloso, mi arrabbio facilmente.

5. Sono un ragazzo socievole e mi piace aiutare gli altri, dall’altra parte invece non riesco mai a stare serio.

2. Devo cercare di stare maggiormente sul piede esterno e fare più avanzamento.

6. Mi piace uscire con gli amici, nulla in particolare.

3. Mi trovo bene con tutto lo staff. Paolo Rota, Ernesto Borsatti e Francesco Santus hanno un bel carattere, spiegano bene: ho un buon rapporto.

7. È simpatico, disponibile e bravo a sciare. Abbiamo un buon rapporto, anche se uno vince e l’altro arriva secondo. C’è rivalità fino a un certo punto.

4. Se arrivassi nei primi dieci ai prossimi Campionati Italiani di

3. Benissimo, ho un rapporto particolare con Paolo perché mi ha seguito da subito, poi sono affezionato a Giorgio Pavoni, quest’anno salito nei Giovani, per i successi conseguiti insieme. 4. Se facessi alcuni piazzamenti tra

6. Amo andare con lo skateboard. Quando non scio e non devo studiare ci vado sempre. 7. In gara siamo rivali, altrimenti siamo grandi amici. Inoltre per entrambi è un grande confronto.

PAOLO ROTA. COSA DICE L’ALLENATORE… Paolo Rota è uno dei tecnici che segue da diversi anni la squadra Children del Radici. «Tecnicamente sono degli sciatori molto bravi, sotto questo punto di vista c’è ben poco da precisare - ha detto -. Come persone sono però diverse: Matteo sa già quello che deve fare, è più inquadrato e impostato, mentre Filippo va indirizzato maggiormente ma ha delle

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intuizioni di linee e interpretazioni di alcune gare che sono sopra la media». Entrambi sono bravi nelle discipline tecniche, forse «sono leggermente più indietro nel superG». Anche il lavoro atletico non viene sottovalutato. «Molto è incentrato su destrezza e coordinazione, non andiamo a caricare tanto, quello sarà un passo successivo, quando saranno Giovani».


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ALPI CENTRALI - SCI CLUB Filippo Omati della Libertas Bettola

Il presidente Max Meles

PIACENZA, POKER DI CLUB AGONISTICI Alla scoperta di Monte Penice, Libertas Bettola, Agonistica Ponte dell’Olio e River che operano tra Alpi e Appennini di Gabriele Pezzaglia Un territorio di pianura ma anche collinare e appenninico quello piacentino, geograficamente in Emilia-Romagna ma affiliato al Comitato Regionale FISI Alpi Centrali. Il presidente della realtà provinciale piacentina è Max Meles che ha fatto una panoramica su questo ‘piccolo mondo’. I club più attivi nel panorama agonistico sono Monte Penice, Libertas Bettola, Agonistica Ponte dell'Olio e in seconda battuta il River, società di Rivergaro che ha alcuni esponenti fra Pulcini e Children che si cimentano nelle gare della circoscrizione Piacenza, Pavia, Cremona e Mantova. La gran parte dell'attività piacentina è svolta nel comprensorio brescianotrentino di Adamello Ski, anche se per gli allenamenti c'è chi 88

Sci Club Monte Penice

fa base al Monte Penice. Dopo l'organizzazione dei Campionati Regionali Pulcini al Tonale, il Ponte dell’Olio si occuperà, sempre sulle nevi di Adamello Ski, della rassegna regionale Children 2016.

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Il Monte Penice ha trentacinque atleti ed è il riferimento di Bobbio, Val Trebbia e di altre zone limitrofe. «Riusciamo a fare slalom anche al pomeriggio e alla sera grazie a un impianto di illuminazione - ha detto

Luigi Gini -. Certo, negli ultimi inverni la stagione è corta perché si scia da gennaio, ma cerchiamo di sfruttare il più possibile la nostra stazione. Oltre alle categorie agonistiche, la scorsa stagione abbiamo portato sulla neve oltre cento bambini delle scuole elementari». Baby e Cuccioli sono sotto la responsabilità di Silvia Calza, i Children con Mattia Valorosi. I Giovani infine sono seguiti da Davide Guerci e fra i più rappresentativi si segnalano Luca Sfulcini e Joshua Ercini. Ottanta atleti per l'Agonistica Ponte dell’Olio, la realtà nata dallo sci club Ponte dell'Olio. È presieduta da Marica Montanari e fa base a Ponte di Legno-Tonale perché raccoglie anche atleti bresciani e milanesi. Per loro un’attività estiva e autunnale già strutturata, grazie anche ad Aldo Miserotti, storico protagonista del CAI Piacenza, oggi direttore tecnico all’Agonistica. I SuperBaby sono sotto la responsabilità di Elena Zuccotti e Massimiliano Bernieri, i Pulcini sono seguiti da Diego Sterli, Giulio Biasini e Silvia Pedrotti, i Giovani dall’Istruttore Nazionale Damiano Riva, i Children da Miserotti e Marco Mussa. Fra gli atleti che fino a oggi si sono maggiormente distinti ci sono Alessandro Belotti, Luca Chimenti, Alberto Inverardi, Federico Rocca, Giorgia Ghidini e Margherita Donelli. A tirare le fila del Libertas Bettola è Nicola Bergonzi, presidente-allenatore che coordina l'attività di un gruppo unico di Pulcini e Children, insieme a Carlo Omati ed Edoardo Boretti. «Passione e forti motivazioni animano la nostra piccola realtà che raccoglie adesioni in Val Nure e Piacenza città - ha detto Bergonzi -. Riusciamo in ogni caso a essere presenti alle gare circoscrizionali togliendoci anche qualche soddisfazione in ambito nazionale, come la qualifica di Filippo Omati al Pinocchio».


ALPI CENTRALI - SCI CLUB

ROSSIGNOL HEROES

Giacomo Rigamonti

ECCO GLI EROI DELLE ALPI CENTRALI

Otto atleti e otto racing center del marchio del galletto

UBI BANCA GOGGI LO SPORT COME SCUOLA DI VITA Il club bergamasco propone un programma per bambini con tre gruppi di lavoro in collaborazione con la scuola Imiberg ‘Sport fonte di vita’ è il progetto promosso da UBI Banca Goggi in collaborazione con la scuola Imiberg. «Vogliamo fare conoscere ai giovanissimi l’ambiente montano attraverso la pratica dello sport e corretti stili di vita - ha detto Antonio Noris, presidente della società bergamasca -. Il nostro obiettivo è proporre con gradualità un’attività sportiva-sciistica che può in futuro avere uno sbocco agonistico, sempre con un occhio di riguardo per i ritmi dei bambini e una corretta informazione dei genitori». Un’attenzione particolare è poi rivolta alle famiglie numerose o con problemi economici e ai disabili per le quali il club ha previsto alcune agevolazioni. ‘Sport fonte di vita’ non è un progetto dedicato solo

allo sci alpino. Vengono organizzati anche corsi di freestyle e freeride, grazie anche all’attività svolta dalla scuola Imiberg, oltre a sci nordico e snowboard. Sci, sport e tanto divertimento: questa è la parola d’ordine. Ci sono anche gli Ski Challenge, sfide e momenti di confronto con l’intento di abituare i bambini alla competizione. L’attività si svolge a Monte Pora, Presolana, Spiazzi di Gromo, Foppolo, Carona e San Simone ed è divisa in tre settori: Centro Avviamento Sci con i corsi promozionali, Minispeedy per i nati tra il 2008 e 2011 e Speedy, il vero agonismo differenziato in funzione dell’intensità e dell’età. A complemento dell’offerta sciistica, nei mesi estivi e autunnali vengono svolte attività outdoor: camminate, bicicletta e roller.

Dopo avere presentato gli atleti trentini e altoatesini, il marchio Rossignol scopre gli alfieri delle Alpi Centrali. Sciano con il ‘brand’ francese Giacomo Rigamonti, Davide Baruffaldi, Giulia Noris, Andrea Ravelli, l’ex azzurra Roberta Melesi, Marco Furli e i neo ‘acquisti’ dal CAE Viola e Giulio Zuccarini. Non va poi dimenticata l’azzurra della squadra C Roberta Midali. «È il secondo anno che utilizzo materiali Rossignol - ha detto Giulio Zuccarini -. Mi sono subito trovato bene, ma quest’anno, con il miglioramento dell’attacco, sono ancora più soddisfatto. Sono attrezzi facili, reattivi, che mi permettono di crescere». Dello stesso avviso la sorella Viola che dice: «Gli sci vanno molto bene, il servizio è ottimo, ho subito avuto un buon feeling». E poi parla della facilità dello sci: «facili e stabili allo stesso tempo, lo sci spinge bene e ti permette di creare velocità, ottimo anche l’abbinamento con lo scarpone». Roberta Midali è nata con i Rossignol ai piedi: «Li ho usati fin da piccola: buono scarpone, buono sci, nulla di dire, anche per quanto riguarda il servizio ‘racing’». Di poche parole ma decisamente chiare anche Davide Baruffaldi: «Non mi posso lamentare. Con sci, scarponi e la fornitura in generale mi trovo bene, sono contento di questa scelta». «Con Rossignol mi trovo bene, il trattamento è eccezionale e anche

Roberta Midali

i materiali sono buoni - ha detto Giulia Noris -. Lo sci da gigante, modello 40, va bene e poi anche l’attacco è migliorato tanto, grazie anche al rialzo posteriore che facilita la deformazione dell'attrezzo. Lo scarpone lo sto ancora testando, ho scelto ZB sia sopra che sotto». Sono sette i racing center Rossignol delle Alpi Centrali, veri e propri concessionari che dispongono di tutta l’attrezzatura da gara e offrono un preciso servizio postvendita: Marocco Sport di Barzio (Lc) tel. 0341.996191, marco.arrigonineri@ tiscali.it; Alpi Sport di Brescia - tel. 030.47415, alpi.sport@virgilio.it; Faletti Multistore di Darfo Boario Terme (Bs) tel. 0364.531113, info@falettimultistore. it; MKE Sport di Albese con Cassano (Co) - tel. 031.360530, info@mkesport. it; Ornello Sport di Asola (Mn) - tel. 0376.710234, ski-man@ornellosport. com; Rino Sport di Bormio (So) - tel. 0342.903343, rinosport@bormio.it; Adri Sport di Intra (VB) - tel. 0323.405122, adrisportsnc@gmail.com; Ulisse K di Piacenza - tel. 339.8998650, ulissek@ulissek.com

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INTERVISTA

Parola ai coach

ELENA VALT «Obiettivi sportivi diversi ma i valori sono uguali per tutti» di Gabriele Pezzaglia

Elena Valt è una delle colonne dello Ski College Veneto, il club bellunese che organizza le attività sportive per gli atleti del polo scolastico di Follador di Falcade e Agordo e che fa capo alla Cooperativa Ski College Veneto. Per la nona stagione con lo Ski College Veneto. Cosa è cambiato nella vostra missione? «Cerchiamo di rinnovare sempre le nostre proposte, individualizzarle, circoscriverle alle esigenze di tutti i nostri ragazzi. Tuttavia il fine ultimo rimane sempre quello di formare in maniera equivalente l’atleta e lo studente. Il percorso è comune, la maturazione della persona. Sport e studio con noi sono due facce della stessa medaglia per formare una donna e un uomo». Quindi la proposta sportiva e scolastica è multipla? «Certo, il polo scolastico propone licei, istituti tecnici e professionali. I gruppi sono modulati per capacità e conseguentemente per tipologie di gare diverse, sia per Giovani sia per Children, quest’ultima la categoria di cui mi prendo cura». Si parla di obiettivi differenti? «Per quanto riguarda la performance sì, ma non per i valori trasmessi e l’impegno sportivo e scolastico. Il successo è personale, ma è anche da intendere come frutto di una sinergia fra le varie componenti. Si gioca in squadra, tutti con diversi ruoli ma ugualmente importanti. Ogni persona che frequenta la nostra struttura quando esce deve avere imparato cosa vuol dire impegnarsi sulla neve e sui libri. Noi abbiamo atleti che possono arrivare in squadra nazionale, altri che si fermano a gareggiare in circuiti minori, ma con lo stesso impegno». Il contatto con il mondo del lavoro rientra nei piani dello Ski College Veneto? «Sicuramente è una nostra ambizione offrire anche questa possibilità. Cerchiamo di creare collaborazione con alcune realtà locali». E per la categoria Ragazzi che proposta avete? «Da qualche anno abbiamo cominciato a essere 90

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anche il loro riferimento. Vorremmo che entrassero nella struttura attivando sinergie con la scuola media locale, tramite formule di accoglienza familiare». Durante la stagione invernale quanti allenamenti fate sulla neve? E in autunno? «Contando il giorno della gara mediamente quattro giorni alla settimana. Tra ottobre e novembre facciamo circa 25 giorni fra Val Senales, Stubai e Hintertux». E con un impegno così importante lo studio non viene tralasciato? «No, in convitto lo Ski College mette a disposizione professori per reintegrare i contenuti persi. Altra figura fondamentale è il tutor che si rapporta con gli allenatori e i genitori trasmettendo ai professori eventuali problematiche e aiutando i ragazzi a gestire al meglio le energie fra attività sportiva e scolastica». Che rapporto avete con il Comitato regionale? «Ottimo, ha un ruolo importante e non solo per-

ché alcuni nostri atleti fanno parte delle squadre regionali. Quando un ragazzo cresce è giusto che si rapporti con più allenatori. Anzi, ai miei atleti dico che più avanzano nella carriera e più tecnici cambieranno. Consiglio quindi di adattarsi e prendere il buono da ognuno». Come selezionate gli atleti? «Fra marzo e aprile facciamo dei test sulla neve per dare una valutazione tecnica. La categoria Giovani, per esempio, è divisa in gare FIS, FISI e avviamento all’agonismo» Elena, come si può fermare l’abbandono precoce giovanile nello sci? E solo colpa della scuola o c’è dell’altro? «In un contesto generale un po’ difficile, lo Ski College cerca con i suoi strumenti di affiancare l’atleta-studente. Ma c’è anche altro, ed è colpa del nostro mondo. Guardate i Pulcini: va bene la competizione ma con moderazione. E l’aumento dei carichi di lavoro va fatto dai Children con gradualità. Così alla categoria Giovani arrivano atleti freschi, motivati e soprattutto con margine».


INTERVISTA

BIO Elena Valt è nata ad Agordo (Bl), dove risiede da sempre, il 20 agosto 1968. Maestra di sci dal 1988, è allenatrice da 24 anni e da nove allena lo Ski College Veneto prendendosi cura della categoria Children.

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VENETO - SCI CLUB Ervin Daberto

Lo sci Club Drusciè

FLAVIO ALBERTI

«I CLUB DEVONO AVERE UNA GESTIONE AZIENDALE» Il numero uno del Drusciè analizza una situazione difficile con costi che aumentano e sponsor che per essere attratti devono avere un ritorno e una comunicazione mirata «Fare sci club oggi? È possibile ma bisogna avere una gestione aziendale, attirare sponsor e puntare sulla comunicazione». Flavio Alberti, presidente del Drusciè Cortina ed ex atleta della Forestale ha le idee chiare: «I costi aumentano, servono entrate diverse da affiancare al tesseramento tradizionale, bisogna cercare di fare pagare meno le quote alle famiglie. Gli sponsor arrivano se dai loro anche la possibilità di fare business. Investiamo in comunicazione sui media,

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abbiamo scelto Silvano Varettoni come testimonial, atleta che porta in giro nel mondo il Drusciè e i suoi partner». Il sodalizio cortinese sta puntando molto sul vivaio. Il club ha creato lo Junior Team con un’attività condivisa con la Scuola Sci Cortina. «Ognuno deve fare il proprio lavoro e i club non devono sostituirsi nell'insegnamento base». Il Drusciè è attivo in tutte le categorie ma con i Giovani ha scelto una linea diversa. Per abbattere i costi e avere una

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struttura organizzata, Aspiranti e Juniores si allenano con i coetanei del Cortina. «Se non ci sono grandi numeri meglio unire le forze - ha proseguito Alberti -. Sono convinto che un allenatore debba fare questo lavoro tutto l’anno. Senza risorse e numeri, meglio trovare altre soluzioni». Tante altre iniziative, come la sezione paralimpica con Renè De Silvestro e il progetto con Giulia Gasperi, atleta della squadra nazionale B di snowboard. Il Drusciè ha oltre 200 tesserati e 13 tecnici.

ARABBA ARRIVANO I GIOVANI Novità in casa Arabba. Da questa stagione è stata istituita la categoria Giovani, formata da sei atleti allenati da Roberto De Lazzer. «Un piccolo gruppo per iniziare che vorremo irrobustire per il futuro - ha detto il presidente Andrea Crepaz -. Torneremo a organizzare quattro giganti del circuito FIS Giovani Regionali al Passo Pordoi il 16 e 17 gennaio». Uno sci club piccolo ma solido quello che ha sede nella ladina Livinallongo. Nei Ragazzi e Allievi inoltre è stato introdotto un nuovo allenatore. È Paolo Davare che arriva da Alleghe e che si prende cura di 10 atleti. Sono invece una dozzina i Pulcini, seguiti sempre da Federico Pellegrini. L’avviamento è portato avanti insieme alla Scuola Sci Rèba.


Il signor Werner Geier, titolare di Geier Diffusion, distributore italiano del marchio Uvex, ringrazia i suoi atleti delle squadre nazionali e campioni italiani nelle varie categorie della stagione 2014/15, cogliendo l’occasione per augurare un inverno ancora ricco di successi

ATLETI ITALIANI UVEX IN COPPA DEL MONDO

Paris Dominik

Razzoli Giuliano

Bassino Marta

Curtoni Irene

Pichler Caroline

SquadraWorld Cup 1

Squadra World Cup 1

Squadra World Cup 2

Squadra World Cup 2

Squadra World Cup 2 Terza nella Coppa Europa di Gigante 2015

CAMPIONI DEL MONDO 2015

Sosio Federica Campionessa del Mondo Juniores SG 2015

CAMPIONI ITALIANI 2015

Pirovano Laura

Zuccarini Giulio

Canins Matteo

Barufaldi Davide

Campionessa Italiana Aspiranti e Giovani GS - Terza DH Aspiranti

Campione Italiano SG Aspiranti

Campione Italiano SL Aspiranti

Campione Italiano GS Allievi

Kastlunger Tobias

Biagi Ottavia

Scussel Federico

Liberatore Federico

Sorio Daniele

Terzo SG Allievi

Campionessa Italiana SL Ragazzi

Campione Italiano SL Ragazzi

Secondo DH Giovani

Secondo GS Giovani


INTERVISTA

Trentino Ski People

PIETRO FRANCESCHETTI Gran Premio Italia? Conta la Coppa Europa Il trentino ha preparato la stagione in Nuova Zelanda prendendo spunto anche da Nani e Ligety e correrà nel circuito istituzionale pur sapendo che è dura fare classifica per uno slalomgigantista di Andrea Chiericato

BIO Pietro Franceschetti è nato il 30 aprile del 1993. Corre per i colori delle Fiamme Oro, ha 20 punti in slalom e 12 in gigante, punteggio che lo colloca al novantunesimo posto mondiale. Tra agosto e settembre ha ottenuto un sesto e quinto posto a Coronet Peak, marcando prima 26 e poi 21 punti, entrambi in gigante.

«È sempre difficile dirlo a inizio stagione, per certo il mio confronto diretto sarà con i compagni delle Fiamme Oro e gli atleti della squadra B». Pietro Franceschetti

La tua nuova stagione è partita dalla Nuova Zelanda. Raccontaci come è andata? «È andata bene, ci siamo allenati in modo ottimale testando anche i materiali. Siamo partiti per fare un blocco importane di allenamento, riuscendo anche a trarre spunto da Ted Ligety. Le gare le ho utilizzare per riprendere il ritmo, non ero ancora al top e quindi è andata bene così. Esperienza positiva». Ti sei allenato con Roberto Nani, cosa sei riuscito a imparare e quanto è importante come riferimento? «A fine allenamento abbiamo fatto qualche giro insieme. È stato davvero utile e interessante perché, oltre a essere un grande atleta, è un esempio prezioso: non bisogna mollare mai. Ho assimilato accorgimenti tecnici ma osservato anche la professionalità durante le sessioni». Hai trovato differenze tra il circuito europeo e la ANC? 94

RACESKIMAGAZINE - DICEMBRE 2015

«Niente di particolare anche perché la maggior parte degli atleti che gareggiano in questo circuito sono europei. Proprio per questo motivo il livello delle gare si è alzato». Tecnicamente hai cambiato qualcosa nei tuoi allenamenti? «Nella sciata no, mi sono concentrato sui punti fondamentali: appoggi sicuri e linee dirette, mentre in atletica ho cercato di aumentare l’intensità e il potenziamento aerobico, utile per avere uno sprint e spingere ancora sul finale di una gara». Grand Prix Senior, è l’ultimo anno per puntare all’azzurro dal circuito. Sei pronto? «Sono pronto ma non punterò tutto qui perché, essendo uno slalomgigantista, diventa difficile conquistare la generale. Quello che conta alla fine è la Coppa Europa». Chi potrebbero essere gli avversari più pericolosi e perché?

Capitolo Coppa Europa, cosa ti aspetti? «Voglio puntare alla qualifica nei top 30, ma non a risultati particolari, voglio semplicemente sciare al massimo delle mie possibilità e rischiare tutto senza pensieri». Hai altri obiettivi stagionali? «Sarebbe bello esordire in Coppa del Mondo, ma voglio guadagnarmi la convocazione senza pensarci più di tanto». Per un fuori squadra, quanto è importante l’appoggio del corpo militare? «È fondamentale perché nel mio caso ho un costante supporto. Quando sei giovane e indossi la giacca istituzionale non è facile sciare senza pensieri e se sbagli rischi di essere fuori da tutto perché già vecchio. Per fortuna i gruppi militari ti considerano e ti danno l’opportunità di allenarti. Quando cresci capisci che conta lavorare e crederci fino in fondo e non solo la giacca». Come occupi il tuo tempo libero? «È sempre poco, ma quando c’è lo sfrutto per stare con gli amici e magari praticare qualche sport alternativo. Non c’è cosa migliore che unire lo sport con l’amicizia, divertendosi».


TRENTINO - SCI CLUB

AGONISTICA CAMPIGLIO & VAL RENDENA SOTTO UN UNICO TETTO I due club si sono uniti raccogliendo complessivamente quasi 100 atleti. Dopo un biennio torna la squadra Giovani, seguita da Fabio Paganini L’Agonistica Campiglio si presenta al via della stagione 2015-2016 con diverse novità. Il club trentino si è unito con il Val Rendena Ski, diventando Agonistica Campiglio - Val Rendena. «Un’unione voluta da entrambe le parti - ha detto Rudj Redolfi, direttore tecnico della nuova realtà -. Di fatto una realtà aveva pochi SuperBaby, l’altra un numero limitato di Children: abbiamo così deciso di proseguire a braccetto». Gli atleti sono attualmente un centinaio, ai quali vanno aggiunti altri 130 bambini dei corsi della pre-agonistica. La seconda importante novità riguarda invece la categoria Giovani. Dopo due anni la società ha reinserito un gruppo Aspiranti e Giovani. Punte di diamante sono senz’altro Francesca De Luca e la Giovane Marta Rossetti, partita forte già alle prime FIS. «Siamo contenti di questo avvio di Marta» ha aggiunto Redolfi. I più grandi saranno

seguiti da Fabio Paganini, con il supporto di Redolfi. Il team Children è diviso in due parti: quello ‘full race’ con gli atleti che svolgono un programma completo e si impegnano per il raggiungimento dei massimi risultati e poi un gruppo ‘race’ con un’impostazione più soft. A seguire Allievi e Ragazzi sono Niccolò Angriman, Timothy Bonapace, Enrico Povinelli e il coordinatore Rudj Redolfi. I Pulcini, oltre 20, sono invece affidati al responsabile Francesco Rolfi e a Mauro Masè e Marco Albertini. La preparazione atletica è sempre stata seguita da Adriano D’Elleva. In estate e autunno il club ha svolto una quarantina di giorni di allenamento tra Stubai, Hintertux, Landgraaf, Solda e Val Senales. «In inverno lavoreremo sia a Madonna di Campiglio, sia a Pinzolo, con i gruppi che si sposteranno o si alleneranno insieme a seconda delle esigenze» ha concluso il DT.

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ON THE ROAD - PASSO DELLO STELVIO 2

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PEOPLE - SPORTING CAMPIGLIO

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Presidente: Roberto Papa Consiglieri: Dean Slaifer Ziller (vice presidente), Paolo Franceschetti, Enrico Caprio, Mariapia Alimonta, Massimiliano Venturini, Giovanni Catturani, Matteo Leonardi, Manlio Pirovano. Allenatori: Guido Paci, Federico Bresadola, Antonello Merola (Giovani), Alberto Penne, Alice Bastiani, Matteo Taller (Ragazzi e Allievi), Davide Marchetti, Marco Maffei, Elisa Chesi (Baby e Cuccioli), Federica Casagrande, Stefano Maffei (SuperBaby), Flora Tamburini (Avviamento), Massimiliano Venturini e Stefano Beltrami (Ski Camp Children e Pulcini)

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PEOPLE - SCI 21 Presidente: Claudio Della Pina Consiglieri: Walter Tronconi (vice presidente), Laura Bergamaschi, Gianluca Bastianelli, Carlo Cavallo, Massimo Carnovale Allenatori: Tommaso Poletti (Ragazzi e Allievi), Silvia Cilloni, Carlo Brizzi e Chiara Tronconi (Baby e Cuccioli), Paolo Governato e Mattia Motto (Superbaby e Avviamento)

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TELVIO - 30 LO S OT L TO DE O BR S S

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Sporting Campiglio e SCI 21, un collegiale a braccetto

PA

ON THE ROAD - PASSO DELLO STELVIO

NOI C’ERAVAMO

di Gabriele Pezzaglia

PHOTOS

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1. Jacopo Gelmetti in azione fra le porte larghe del Payer 2. Il tecnico Tommaso Poletti fra Gianmarco Paci, Gianmarco Carnovale e Alessandro Tronconi 3. Giuseppe Vitali ascolta attento le indicazioni via radio degli allenatori 4. Francesca Elefanti a tutta 5. Guido Paci è solito istruire i suoi atleti al termine di ogni giro

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6. Federico Bresadola ai piedi del Payer corregge Alessio Amadei 7. Alessandro Tronconi lotta fra le gobbe del Cristallo

Di qua e di là, da una pista all’altra per seguire da vicino gli allenamenti dello Sporting Campiglio e dello SCI 21 al Passo dello Stelvio. Un lavoro insieme per i due club, fatta eccezione per i Giovani trentini. Scenario tipicamente invernale con tanta neve e un piacevole sole hanno accompagnato la giornata ai 3.000 m. Non un gemellaggio ufficiale tra i due club ma una 9. L'allenatrice Silvia collaborazione sul campo nata dal rapporto con i liguri di Guido Paci, direttore tecnico della Cilloni in mezzo ad alcuni società trentina. E proprio il coach spezzino è stato il riferimento sulla neve per le categorie Pulcini dello SCI 21≠: inferiori ma anche per i Giovani, impegnati sul Payer agli ordini di Federico Bresadola e Matilde Cavallo, Antonio Damato, Sofia Funaro e Antonello Merola. Gigante sulle onde del Cristallo invece per i Children di Alberto Penne del Giorgio Schiaffino Campiglio e del 21 di Tommaso Poletti. I più piccoli si sono cimentati in campo libero e in alcuni esercizi di addestramento tra i ‘pali nani’, sotto l’occhio dei coach Marco Maffei e Silvia Cilloni. 10. La grinta di Matilde 8. Sofia Funaro in posizione di ricerca di velocità

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Cavallo

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11. Marco Maffei dei Pulcini della società della Val Rendena a confronto ai piedi del Cristallo con Umberto Catturani, Federico Collini, Luca Bonapace e Alessandra Bertolini

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12. Alcuni Children dello Sporting: Matteo Duchini, Alessandro Viviani, il tecnico Alberto Penne, Nicholas Penne e Denise Catturani 13. Nel quartier generale Thoeni 3000 ecco Francesca Elefanti, Francesca Neri e Chiara Pozzato RACE SKI MAGAZINE - DICEMBRE 2015

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Alto Adige Ski People

INTERVISTA

GIULIA DEMETZ «Sciare ed essere felice» Reduce da una stagione difficile a causa dell’infortunio alla mano, la gardenese non si pone obiettivi particolari se non crescere, imparare e divertirsi. Poi i risultati e magari la top 5 agli Aspiranti di slalom di Andrea Chiericato Giulia Demetz

BIO Giulia Demetz è nata il 7 febbraio 1998 e corre per lo sci club Gardena. È anche atleta del Comitato Regionale guidato da Hannes Trenker. Dopo il primo anno di gare ha confermato 57 punti in slalom e 48 in gigante. Scia con materiali Dynastar, scarponi Lange ed è equipaggiata con bastoni Komperdell, casco e maschera Alpina e guanti Level.

E i Campionati Italiani Aspiranti? «Sono ancora troppo lontani, iniziamo a fare una buona prima parte di stagione, poi vedremo i tricolori. Certo, vorrei fare una top 5 in slalom, obiettivo saltato lo scorso anno per il problema alla mano».

Solare, disponibile e ancora affaticata dalla settimana di scuola, gli ultimi giorni ‘veri’ perché poi si entra nel vivo della stagione e come tanti sciatori viaggia da una parte all’altra dell’Italia a gareggiare. Giulia Demetz è serena e pronta a riscattare una stagione in parte compromessa dall’infortunio alla mano. Sei delusa dai risultati dello scorso anno? «Avevo iniziato molto bene, poi mi sono rotta il pollice e ho faticato fino ad aprile, è stata dura. Mi faceva male e non riuscivo a fare slalom, la mia disciplina. Così sono rimasta un po’ delusa, ma allo stesso tempo ho imparato tantissimo». Allievi e Aspiranti, due mondi diversi? 98

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«Assolutamente sì. Finché non provi, non capisci. Nei Giovani hai un confronto costante con sciatrici forti, ti dà convinzione, cattiveria e stimoli per provare ad arrivare a quei livelli».

Sei tra le migliori 1998 in Italia, chi sono le avversarie più agguerrite? «Sofia Pizzato è certamente su un altro pianeta, ma in generale c’è un bel gruppetto. Mi vengono in mente Fiorano, Lorenzi, De Luca e tante altre: ognuna ha le sue discipline. Siamo sempre noi, le solite sfidanti, ci conosciamo da tantissimi anni e abbiamo anche un rapporto di amicizia… senza il pettorale addosso…».

Scuola e sport, riesci a conviverci? «Non è facile, quelle poche volte che sei a scuola sei sotto pressione con test e interrogazioni. Ma con l’impegno si riesce a fare entrambe le cose, tutti vogliamo conseguire la maturità».

Cosa pensi del Gran Premio Italia? «L’anno scorso ho gareggiato in qualche prova, è un bel confronto con le atlete più forti ed esperte. Purtroppo non sono stata molto fortunata: in due gare ho mancato l’inversione dopo la prima manche. Al di là di tutto è un circuito utile che insegna molto».

Ti sei posta obiettivi per il futuro? «Nulla di particolare se non fare una stagione senza infortuni e sciando bene. Poi di conseguenza riesci ad abbassare i punti FIS e a ottenere risultati. Ma voglio prima di tutto sciare, divertirmi ed essere felice».

Come passi il tempo libero? «Quando sono a casa trascorro il tempo con gli amici, esco e mi rilasso. Oppure a volte vado ad arrampicare con mio papà. In generale cerco un po’ di distrazione, è necessario liberare la testa, non si può sempre pensare a scuola e sci».


FRIULI VENEZIA GIULIA - SCI CLUB

CHILDREN FRIULANI A MOELLTAL Successo per lo stage voluto dal responsabile Tristano Vicario che ha coinvolto ventidue Ragazzi e Allievi del Comitato FVG di Bruno Tavosanis

Ventidue Children hanno preso parte il 18 e 19 novembre a uno stage di due giorni sul ghiacciaio dI Moelltal, promosso dal Comitato e riservato ai migliori sciatori delle rispettive categorie secondo la classifica finale del circuito regionale 20142015. Sulle nevi austriache hanno lavorato i Ragazzi Sebastiano Maddalena (Alpe 2000), Alex Ostolidi e Giacomo Vidoni (Sirio Sella Nevea), Caterina Sinigoi (Devin), Ginevra Pase (Pordenone), Dario De Zan (Bachmann), Cristiano Agostinis (Monte Dauda), Giorgia Masè e Jennifer Rosca (XXX Ottobre), Martina Polentarutti (Cimenti) e gli Allievi Renato Moretti e Enrico Colombo (Pordenone), Giulio Gubiani (Cimenti), Ludovica Padulano, Rebecca Menabue, Alessandro Tosoni, Lorenzo Nicoli e Anna Berra (Bachmann), Sara Craievich (70), Edoardo Occhialini e Valentina Piccin (Sirio Sella Nevea), Debora Simonitto (Monte Dauda). «Inizialmente abbiamo effettuato otto prove

di gigante su un difficile tracciato di 25 porte - ha detto Tristano Vicario, direttore tecnico Children -. Il giorno seguente ci siamo dedicati allo slalom, sfruttando un pendio vario, con molti cambi di pendenza e 45 porte complessive. Il migliore in assoluto si è dimostrato Tosoni, un ragazzo che ritengo possa puntare molto in alto, non a caso al Bachmann si allena già con il gruppo Giovani. Hanno fatto bene anche De Zan, Padulano, Vidoni in slalom e Ostolidi in gigante». È stato proprio Vicario a proporre agli allenatori degli sci club l'idea dell'allenamento tecnico collegiale: «Fortunatamente tutti si sono dimostrati ben disposti, in Austria c'erano anche tutti i tecnici - ha concluso -. Questi due giorni sono stati importanti per i ragazzi, ben felici del confronto diretto, ma anche per i tecnici che hanno sfruttato l'occasione per parlare, discutere e condividere esperienze». L’iniziativa è stata un successo e a breve verrà riproposta con allenamenti di gigante e superG.

Racer ELAN RACER EDOARDO LUPOTTO

«Mi sono trasferito al Bachmann per unire sci e studio» È piemontese, nato a Torino nel 1999, ma da tre stagioni si è trasferito a Tarvisio, in Friuli. Edoardo Lupotto è al primo anno Aspiranti e scia con Elan da quando era nella categoria Pulcini. Come mai ti sei spostato? «Volevo sciare ad alto livello e avere una scuola qualificata, ingredienti che ho trovato a Tarvisio e al Bachmann. Studio al Liceo Scientifico e mi alleno senza problemi». Hai patito questo cambiamento? «Assolutamente no, mi sono subito adattato. È un bell’ambiente, viviamo tutti insieme e siamo un bel gruppo».

I Children che hanno partecipato al raduno austriaco

Con chi ti alleni? «Sono seguito da Gianluca Zanitzer, un uomo di grande

esperienza che in questi anni mi ha fatto fare un bel salto di qualità. Con lui mi trovo bene». Quali discipline preferisci? «Lo slalom su tutte, poi gigante e quelle veloci. Mi piacciono di più le discipline tecniche perché voglio passaggi agili e veloci, non sono un amante delle curve lunghe». Sei al primo anno Aspiranti, cosa ti aspetti? «Vorrei fare una top 10 in slalom ai Campionati Italiani. Il mondo Aspiranti è davvero diverso e ampio, c’è anche meno tensione rispetto ai Children». E gli sci da gigante? «Il nuovo raggio è bello difficile ma con tanto allenamento ti abitui. Poi con Elan ho avuto un grande supporto nella scelta del materiale».

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Friuli Venezia Giulia Ski People

INTERVISTA

HANS VACCARI Il grande salto in azzurro Il friulano della Forestale è stato scelto dai tecnici dalla FISI ed è ora nella C di Ivan Nicco. Punta a scendere sotto i 15 punti in slalom e a una convocazione ai Mondiali Juniores di Sochi di Andrea Chiericato

Al termine della passata stagione sei stato convocato in azzurro per scelta tecnica, te lo aspettavi? «Inizialmente non avevo alcuna certezza, poi parlando con gli allenatori è emersa questa ipotesi che si è concretizzata. Ho ricevuto la notizia proprio pochi giorni prima dell’ufficializzazione».

Nuovo staff e modo di lavorare, come ti trovi? «Mi sono subito trovato molto bene, sia con Ivan Nicco, sia con Enrico Vicenzi. Anche la preparazione di Andrea Viano è ottima, mi ha sempre seguito con i programmi atletici».

Comitato e squadra C. Quali sono le maggiori differenze che hai riscontrato? «Con la nazionale si riesce a dare maggiore continuità agli allenamenti, specialmente in estate e autunno. Poi spesso siamo stati aggregati ai ragazzi della Coppa Europa, questo per me è un grande confronto, anche perché in Friuli non c’è un vero e proprio Comitato». E lo scorso anno come ti sei allenato? «Ho svolto gran parte del programma con la Forestale e con Nicolò Menegalli, un altro slalomista e un grande confronto per me».

E con i tuoi ‘colleghi’? «Mi trovo altrettanto bene, ci sproniamo a vicenda: quando uno è stanco cerca di trainare l’altro e viceversa. Sono contento di questo». In squadra vi preparate autonomamente gli sci, sei contento? «Sì, mi sono attrezzato con la mia macchinetta e mi preparo i materiali senza problemi. Davide Lugon (skiman, ndr) è comunque sempre a nostra disposizione per darci una mano o un consiglio». Sei un 1996, devi subito emergere in Coppa Europa oppure puoi temporeggiare un po’? «Vorrei fare esperienza nel circuito continentale e partecipare già alle prime gare, poi vedremo.

FACEBOOK HANS VACCARI 2 novembre 2015 Gran bella camminata! A volte salire è meglio di scendere #hiking #Lussari #autumn #home #feelinggood #nature #sunnyday

©Photo Risk 4 Sport

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È anche importante abbassare i punti e migliorare i pettorali di partenza». Quindi quali saranno i tuoi obiettivi stagionali? «Vorrei scendere al più presto sotto i 15 punti FIS, poi faccio un pensierino ai Campionati Mondiali Juniores di Sochi: lì vorrei andare davvero bene…». E il Grand Prix lo abbandoni? «Il circuito inteso come classifica sì, certamente parteciperò a qualche gara». Sei principalmente slalomista. Le discipline veloci le hai messe da parte? «Questa estate ho fatto quattro pomeriggi di superG allo Stelvio. La mia disciplina è lo slalom e mi concentro su quella, ma non tralascio il gigante perché comunque aiuta a migliorare anche la sciata tra i pali stretti. In questo periodo ho ripreso un po’ le basi». In Italia un primo anno Senior è già vecchio, cosa ne pensi in merito? «Finché ci sono pallottole a disposizione bisogna spararle, quindi si deve dare il massimo anche da Senior, da fuori squadra o corpo militare. Alla fine molti atleti hanno dimostrato di emergere in ritardo. Roberto Nani e Michelangelo Tentori ne sono la dimostrazione». Si parla di accorpamento dei militari. Qual è la tua visione? «Non sono ancora molto informato in merito e non saprei neanche come reagirei. La Forestale è sempre stata un corpo solido, ma l’unione con altri potrebbe essere utile. Dal punto di vista sportivo ci sarebbero più atleti e maggiore confronto, staremo a vedere». Come occupi il tuo tempo libero? «Quando non sono impegnato con lo sci mi piace camminare in montagna, poi se riesco gioco a tennis, un allenamento alternativo».


BIO Hans Vaccari è nato il 30 luglio 1996, è friulano di Pontebba (Udine) e atleta del Centro Sportivo Forestale. Da questa stagione veste la giacca azzurra e si allena con il gruppo C di Ivan Nicco. In carriera è salito 10 volte sul podio di gare FIS. Nel 2014 ha conquistato l’argento ai Campionati Italiani Aspiranti di Campo Felice in slalom. Lo scorso inverno è arrivato quarto nello slalom FIS di Artesina, ultimo appuntamento della stagione.

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TOSCANA - EMILIA ROMAGNA - SCI CLUB Maurizio Marcacci

MAURIZIO MARCACCI UN UOMO PER TUTTO BIANCO E COMITATO Il tecnico di Vidiciatico segue Children e Giovani del club e la preparazione atletica della formazione regionale Il Tutto Bianco rimane uno dei club più importanti dell'Appennino bolognese. Il presidente è sempre Jari Lenzi, che dopo diverse stagioni da tecnico si dedica al coordinamento generale delle diverse categorie, ma è stato inserito un nuovo allenatore: Enrico Evangelisti che si occupa prevalentemente dei Giovani. Faro del sodalizio rimane l'ex tecnico delle azzurre di Coppa del Mondo Maurizio Marcacci. «Juniores e Children durante la preparazione estiva e autunnale hanno spesso lavorato insieme ha detto Marcacci -. Le categorie collaborano e anche durante l’inverno, a Corno alle Scale, continueremo con questa impostazione». Inoltre il Tutto Bianco ha un rapporto sempre più solido con il Comitato

Appennino Emiliano. Marcacci infatti si occupa anche della preparazione atletica del team regionale. «Curo tutto quello che riguarda il lavoro a secco, poi con i miei ragazzi che cercano un’attività più intensa mi aggrego ai raduni del Comitato». Gli atleti più competitivi? Matteo Modesti, punto di forza della squadra regionale, Alessandro Chieca, Gabriele Lorenzini e Riccardo Bai e due ‘scommesse’, così chiamate dal coach di Vidiciatico, Miriam Brogi e Irene Tabanelli. I Pulcini sono sotto la responsabilità di Luigi Marcacci, mentre l'avviamento è seguito da Carlotta Gandolfi. È mancato infine l'allenatore del team Master, Claudio 'Gatto' Vivarelli, rimpiazzato da Jacopo Mecagni, ex atleta del Tutto Bianco e del team CAE.

NUMBERS

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Gli atleti partecipanti allo stage CAT in Val Senales

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I tecnici e accompagnatori allo stage CAT

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La posizione di Giulia Tintorri nello slalom di Pfelders

IL TEAM TOP SKI CAMBIA VOLTO Uno sci club tutto nuovo all'Abetone. Dalle ceneri del Top Ski è nato il Team Top Ski: nuova denominazione, così come il presidente e il consiglio direttivo. Il numero uno e allenatore dei Giovani e Senior è Andrea Vanni. «Ripartiamo dalle categorie inferiori con numeri importanti ha detto Vanni -. Continuiamo a organizzare FIS Cittadini, quest'anno otto nel calendario e tutte sulle nevi dell'Abetone». Il team vuole ricostruire e valorizzare il vivaio per avere successivamente un gruppo Children e rimpolpare la squadra 102

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Giovani. «In futuro pensiamo anche a un’aggregazione con altri sodalizi toscani per crescere ulteriormente». L'avviamento e i più piccolini, denominati BabyBoom, sono seguiti da Adele Chelli, mentre i SuperBaby sono sotto la responsabilità di Nicola Gioli. I Baby e Cuccioli sono allenati da Silvia Rossini e Alessio Pagli. Il nuovo consiglio direttivo è composto da Nicola Gioli, Matteo Sarti, Luigi Bencini (ex presidente), Vasco Franceschi, Angelo Marinelli, Paolo Torrini, Gianfranco Biondi e Paolo Montanelli.


TOSCANA - EMILIA ROMAGNA - SCI CLUB

SCHIA MONTE CAIO MOTIVAZIONE ALLE STELLE PER PUNTARE IN ALTO

Il team Children agli ordini di Andrea Saccardi

Un gruppo di Children all'assalto, con atleti che si sono già messi in mostra in ambito regionale e agli Interap e che a partire dal Memorial Fosson vuole lasciare

il segno. È lo sci club Schia Monte Caio, il club parmense che ha lanciato l’ex azzurro Rocco Delsante. Il team Ragazzi e Allievi è allenato da Andrea

Saccardi: «Da giugno a Natale facciamo quasi 50 giorni di ghiacciaio - ha detto il tecnico -. Il programma è di qualità, ora aspettiamo di sciare sulle nevi di

casa di Schia o nelle altre località dell'Appennino». Chiara Bonazzi, Tommaso Saccardi, Maddalena Giunipero, Lucia Petronio, Giulia Giunipero, Filippo Rossi sono i nomi del team Allievi, Alice Pazzaglia (ex Riolunato), Giulia Capra, Carlotta Rotelli, Matilde Marconi, Alberto Cellie, Nicola Groppi e Andrei Cervi Mellini i Ragazzi. A questo team si aggiungono anche quindici Pulcini, allenati da Alessio Malmassari. Il club, presieduto da Andrea Bertolotti, non ha la categoria Giovani che invece fa riferimento al ‘polo reggiano e parmense' dei Giovani che si allenano a Cerreto Laghi con l'ex velocista azzurro Alessandro Fattori, cresciuto proprio nello Schia. Tesserati ma distaccati con Fattori, Marco Petronio e Nicola Catellani.

LANCIOTTO IN CRESCITA

ZAMPOLINI SPORT

Crescono i numeri del Lanciotto, il club fiorentino di Campi Bisenzio nato nel 1969 e presieduto da Paolo Palloni. Sono una settantina gli atleti, dall'avviamento fino alla categoria Children. Nello staff tecnico, diretto da Lisa Seghi, spiccano due ex atlete che fra squadra azzurra e Comitato Regionale toscano si sono messe in evidenza a livello nazionale. Chiara Petrucci, ex squadra C, coordina con Lodovico Seghi l'attività dei Ragazzi e Allievi. «La mia è una categoria di transizione - ha detto l’abetonese -. Si pongono le basi per il futuro, si inizia a formare l'atleta, senza esasperazioni, ma con la consapevolezza che c'è margine e bisogna saper osare». Alessia Zanni si occupa di uno dei gruppi dei SuperBaby che da quest'anno ha delle novità: «Ci aggregheremo ai Baby e Cuccioli del DT Lisa Seghi e di

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Paolo Palloni Mario Tinagli. Sono sei atleti del 2008 che dopo il primo inverno ‘soft’ mi piacerebbe fare sciare con maggiore intensità anche se il divertimento e il fine prioritario di questa categoria». L'altro team dei SuperBaby è seguito invece da Valentina Nizzi e Lorenzo Biannucci.

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INTERVISTA

Toscana Sci club

WALTER REMITTI «Nuovo ciclo dopo i fratelli Giunti» Esperienza ventennale tra piste e club emiliani e toscani. Il navigato coach modenese ha rilanciato il 2000 Ski Club, quest’anno privo degli osservati FISI Marta e Marco ma con la presenza di validi giovani di Gabriele Pezzaglia

Walter Remitti

La storia va e viene, i percorsi prendono forma e poi finiscono, i cicli si aprono e inesorabilmente si chiudono. E se sei sul campo da un ventennio come Walter Remitti in una zona circoscritta fra Emilia e Toscana non c’è niente di più vero. La sua storia narra essenzialmente di agonismo, racconta di crescita e successi, descrive momenti di staticità e conseguenti ripartenze. Modenese di Boccassuolo, classe 1965, ha fondato quindici anni fa il 2000 Ski Club Racing, dopo aver allenato la squadra regionale emiliana femminile e ancora prima la Polisportiva Boccassuolo. Ha fatto base ai Piane di Mocogno e, anno dopo anno, si è tolto importanti soddisfazioni. Dapprima affiliato al Comitato Appennino Emiliano, si è fatto spazio a livello regionale con diversi atleti, alcuni dei quali oggi lo accompagnano nelle vesti di allenatori: Alessandro e Luca Fratucello, Simone 104

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Puglia, Luca e Sara Baroni, Michael e Andrea De Maria, Enrico Nobili. «Palcoscenici importanti in cui abbiamo conquistato ottimi piazzamenti tra Ragazzi e Allievi a Italiani, Topolino, Pinocchio e Fila Sprint» ha detto Remitti. Poi nel 2007 si è spostato nel reggiano e ha preso in mano la direzione tecnica dello sci club Cerreto, quindi un biennio in Toscana all’Abetone. «Mi prendevo cura dei Children, fra i quali Marta Cecchini e i fratelli Giunti, Marco e Marta». Successivamente il ritorno in Emilia al Tutto Bianco, al fianco di Maurizio Marcacci e con i fratelli Giunti sempre più legati. «È vero, ma non solo Marco e Marta, Devid Lari, Diana Vicinelli, Giulia Baroni, Samantha Gigli, un buon team». Nella stagione agonistica 2011-2012 è tornato ‘a casa’ e ha rilanciato il 2000 Ski Club Racing, affiliandosi al Comitato Appenino Toscano e scegliendo Quar-

rata (PT) come sede. Quattro anni di crescita con Marta e Marco Giunti fino alla conclusione del rapporto al termine dell’inverno 2015. «I cicli finiscono, Marta e Marco sono entrati a fare parte della compagine ‘osservati FISI’, un obiettivo significativo è stato raggiunto». Quest’inverno Walter Remitti continua ad allenare i Giovani, mentre Pulcini e Children saranno seguiti da Enrico Nobili, Simone Puglia, Sara Baroni e Daniele Zordanello che è anche il preparatore atletico. E poi i più grandi, che Remitti allena con Luca Baroni. In gruppo David Lari, Aurelio Bonarelli, Damiano Libri, Giacomo Frosali, Matteo Frosali, Mariailaria Corbatti e Beatrice Vignaroli, ancora ferma per infortunio. Grazie alla collaborazione con il Sottozero saranno aggregati anche Jacopo Fanucci e Giulia Ferracci; per il Tracce Bianche ci sarà invece Andrea Maddii.


CENTRO SUD - SCI CLUB

CRITERIUM CUCCIOLI A CAMPO FELICE

OVINDOLI, ALLENAMENTI INTENSIFICATI Qualche new entry proveniente da altri sci club e numeri che crescono anno dopo anno. Il Tre Nevi Ovindoli, una delle realtà più significative di tutto il centro Italia, ha rivisto la composizione delle squadre. I SuperBaby sono affidati a Matteo Lorenzoni e Claudio

Verde, i Pulcini a Marco Tatone, Cristina Angelosante e Paolo Santucci. Allievi e Ragazzi sono invece allenati da Agostino Mazzocchi, Davide Ciminelli, Ivan Bonanni e Marco Leoni, con Angelo Ciminelli e Roberto Di Lisa che osservano da vicino la categoria Giovani e gli atleti che

si preparano alla selezione per Aspirante maestro di sci. Il club collabora a stretto contatto con la scuola sci locale: tutti i maestri sono iscritti alla 3 Nevi Ovindoli. In estate sono stati incrementati i periodi di allenamento sui ghiacciai. Cuccioli, Allievi,

La stagione dello sci laziale si aprirà il 13 dicembre con un doppio gigante Master a Campo Felice. Le prime gare Children sono invece in programma il 9 gennaio, a Monte Livata, con l’organizzazione del locale sci club. La settima edizione della Orsello Cup andrà in scena dal 23 al 25 gennaio, mentre il 29 e 30 dello stesso mese Campo Felice e Ovindoli organizzeranno un superG e un gigante ‘Interregionale’ aperto anche ai Comitati CAB, CUM e CAM. I Campionati Regionali Children sono invece stati inseriti dal 12 al 14 marzo a Campo Felice. L’appuntamento più importante è però il Criterium Nazionale. La kermesse riservata ai Cuccioli infatti si svolgerà a Campo Felice sabato 19 e domenica 20 marzo, con l’organizzazione dello sci club Livata. Ragazzi e Giovani hanno lavorato a Les 2 Alpes, prima di effettuare alcuni stages a Stubai, Hintertux e Stelvio. «Ci siamo concentrati sul gigante e lo slalom - ha detto Angelo Ciminelli -. Ora aspettiamo la neve e l’apertura di Ovindoli, in caso contrario dovremo rispostarci al Nord».

A CHIETI FESTEGGIATI GLI ATLETI ABRUZZESI Lo scorso 15 novembre all’Auditorium di Chieti si è svolta la festa degli sci club abruzzesi. Un appuntamento per premiare i migliori atleti della stagione passata e per presentare il nuovo inverno. Durante la cerimonia spazio anche alla consegna del premio Erminio D’Aristotile, vinto quest’anno da Federica Pistilli e Goffredo Mammarella. I circuiti regionali sono andati a Valentina Pistilli, Riccardo Pittori nei SuperBaby, Ilaria Di Sabbatino ed Edoardo Grignani nei Baby, Federica Pistilli e Tommaso Rainaldi nei Cuccioli, Giulia Antonucci e Goffredo Mammarella nei Ragazzi, Claudia Tempesta e Fabrizio Vasselli negli Allievi ed Elisa Pierleoni e Nicolò Villani nei Giovani. Premiati anche tutti i Campioni Regionali 2014/2015.

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NOVITÀ

CHILDREN, 
SKICROSS NELLO SCI ALPINO

TEAM

GLI AZZURRI DI SKICROSS Squadra A: Stefan Thanei, Marco Tomasi, Debora Pixner, Sabine Wolfsgruber Squadra B: Nicola Giorgi, Yanick Gunsch, Tobias Knollseisen, Andrea Tonon, Edoardo Zorzi Squadra Interesse Nazionale: Diego Castellaz Squadra Osservati Giovani: Matteo Pellissier

Stefan Thanei ©Photo Pentaphoto

La disciplina rimane sotto la gestione del freestyle ma è stata introdotta ai Campionati Italiani, Campionati Regionali e Criterium Interappenninico Allievi e Ragazzi. Una novità voluta dalla FISI e adattata alle esigenze dello sci di Andrea Chiericato

Skicross nello sci alpino o nel freestyle? O metà e metà? Tutto quello che riguarda la disciplina rimane sotto la gestione del settore freestyle, mentre alcune gare entrano anche nella programmazione dello sci alpino. Questa è una delle novità introdotte dalla FISI effettive già dalla stagione ormai iniziata. Non

esiste un vero e proprio calendario gare, ma Via Piranesi ha messo dei paletti per alcuni appuntamenti, che riguardano esclusivamente la categoria Children. I Campionati Italiani, i Campionati Regionali e il Criterium Interappenninico dovranno obbligatoriamente avere una prova di skicross. «Solo

Allievi e Ragazzi rientrano sotto lo sci alpino, poi forse in futuro valuteremo se fare qualcosa anche nei Pulcini - ha detto Roberto Lorenzi, direttore tecnico giovanile -. FIS, Coppa Europa e Coppa del Mondo saranno gestite dal freestyle». La FISI per questa stagione ha scelto le gare ufficiali dove lo ski-

cross non può mancare ma non ha messo vincoli ai Comitati. «Ognuno può gestirsi come meglio crede, le regioni che vogliono puntare su questa disciplina lo possono fare, così come inserire qualche prova per Baby e Cuccioli. Noi abbiamo regolamentato solo tre eventi istituzionali». Dunque skicross nello sci alpino ma con modalità differenti rispetto alla vera disciplina. Niente scontri, nessun confronto diretto, men che meno partenza a quattro. I Children italiani gareggeranno sì in piste con salti, woops, paraboliche, ma individualmente. «I ragazzi partiranno uno alla volta, siamo andati incontro alle esigenze dei Comitati che si erano lamentati della formula utilizzata qualche anno fa - ha proseguito Lorenzi -. Questo è un buon compromesso, che i puristi della disciplina criticheranno ma che per noi va bene». Ma perché inserire lo skicross in queste categorie? «Vogliamo portare gli elementi nella nostra disciplina - ha concluso il DT -. Salti, paraboliche sono situazioni di adattamento che servono anche allo sci alpino. Proprio per questo motivo non vogliamo la sfida a quattro, ma cerchiamo di focalizzare l’attenzione al gesto tecnico e all’utilità di sciare in determinate condizioni».

NUMBERS

3

11

3.2.2

4

Gli eventi FISI Children che avranno lo skicross

Gli azzurri dello skicross, specialità inserita nel freestyle

Le norme dell’Agenda dello Sciatore dello sci alpino che regolamentano lo skicross

Le medaglie in palio ai tricolori Children

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NOVITÀ

5 DOMANDE X 5 ALLENATORI

Una decisione sensata? 1. Giusto inserire una gara di skicross nei Children? 2. In futuro potrebbe essere studiata una formula anche per i Pulcini, una pazzia? 3. Alcuni appuntamenti importanti avranno questa prova, la preparerete durante la stagione? 4. Tecnicamente ritieni che sia utile per migliorare superG, gigante e slalom? 5. C’è il rischio di un aumento degli infortuni?

MATTEO BELFROND

OMAR PRETATO

MASSIMO SICHI

ANDREA MAMMARELLA

RUDJ REDOLFI

VALLE D’AOSTA

PIEMONTE

TOSCANA

ABRUZZO

TRENTINO

1. Non è così sbagliato, è una esperienza in più che a questa età fa bene. Inoltre può anche essere uno sbocco per chi non trova spazio nelle nostre discipline.

1. Una scelta davvero giusta ed è altrettanto bello che sia inserita all’interno di un Campionato Italiano. Quindi apprezzo questa novità.

1. È una cosa positiva, giusto questo inserimento, anche se ci saremmo aspettati qualche linea guida in più dalla federazione. Al momento siamo ancora disorientati.

1. È giustissimo perché un Children deve fare un po’ di tutto per imparare a sciare bene e quindi ben venga lo skicross.

1. Non saprei dare una risposta secca. Un club dovrebbe già lavorare su dossi, salti, senza avere per forza le gare. Poi non sempre si fa.

2. Intanto bisogna riuscire a sviluppare il concetto nei Children. Ci vorrà qualche anno per rodare il meccanismo e poi si vedrà se è utile anche nei Pulcini. 3. Come sci club non diventeremo matti a provare questa disciplina. Certo, un paio di giornate di allenamento le andremo a fare, giusto per capire come muoversi. 4. Lo skicross si lega alle discipline veloci. Serve certamente alla nostra attività: salti, mosso, ondulato, tutto adattamento che fa bene. 5. Dipende molto da noi, non dovremo fare stupidate e ci vuole qualche persona che sappia cosa vuol dire fare questo sport. Noi in Valle d’Aosta qualche aiuto lo abbiamo.

2. Sarebbe l’ideale perché certi gesti tecnici si imparano da piccoli. Anche altri colleghi sono d’accordo su questo punto. Corretto l’inserimento nei Pulcini. 3. Il problema maggiore è avere una pista da utilizzare, non sarà la nostra priorità, ma comunque va provata. In Via Lattea cercheremo di organizzarci per evitare una trasferta in più. 4. Sì perché i salti i ragazzi li sanno fare, ma muoversi sulle onde e essere scorrevoli richiedono allenamenti specifici. 5. Per limitare il rischio infortuni bisogna essere pronti a queste gare e quindi è necessario provare. Poi comunque ti puoi fare male in slalom o nello skicross.

2. Iniziamo a partire con i Children, a capire come muoverci e poi perché no, negli anni futuri provare a inserire qualcosa anche per i più piccoli. 3. Andranno preparati, noi partiamo all’avventura perché non abbiamo piste lavorate. Dobbiamo sperare in tanta neve per crearne una da sfruttare. 4. Per la tecnica di uno sciatore un po’ serve, ma io parto da un altro presupposto: è una disciplina olimpica, assegna medaglie e quindi va fatta. 5. È tutto da valutare, il rischio è minore perché partono individualmente. Certo, chi è di competenza in materia dovrebbe mettersi a disposizione per vedere e monitorare il tutto.

2. Sì, anche in queste categorie lo vedrei bene. Magari Baby non ancora, i Cuccioli invece hanno già le competenze per farlo. Mi raccomando, partenza individuale. 3. Tra Campo Felice e Ovindoli speriamo di recuperare una pista e fare un po’ di allenamento. Io comunque qualcosa mi invento a prescindere, come anche in estate. 4. È davvero utile perché lo skicross racchiude tutto: velocità, salti, curve. Si parla di multidisciplinarietà, molto apprezzata da me. 5. Se le piste sono preparate in modo ottimale anche il rischio diminuisce. Poi parliamo sempre di sci, ti puoi fare male anche in slalom.

2. In Trentino già la scorsa stagione sono stati organizzati giganti veloci per i Pulcini. I riscontri sono stati positivi, quindi forse ancora meglio partire da lì. 3. Facciamo fatica a trovare spazio, sicuramente lavoreremo in questo senso ma non in chiave medaglie, piuttosto per la tecnica. 4. Serve certamente per il nostro sport, come è utile andare a sciare in fuoripista o neve fresca. Sono cose che si fanno per variare il lavoro. 5. Non sempre si è in piena sicurezza, anche in allenamento bisogna fare attenzione e tutto deve essere preparato adeguatamente. Gli allenatori hanno comunque delle responsabilità in più.

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MASTER - NOVITÀ

COPPA ITALIA: PRO&CONTRO DI UN CIRCUITO IN EVOLUZIONE Una Coppa Italia ‘divisa’ in quattro zone: Nord-Ovest, Nord-Est, Centro-Nord, Centro-Sud, un totale di nove appuntamenti raggruppati e un regolamento per accedere alle finali ben delineato. Quale? Per partecipare all’atto conclusivo è necessario raccogliere almeno 11 punteggi di cui almeno uno in slalom e uno in superG. Ogni blocco non avrà più di due giorni di gare, fatta eccezione per la valdostana Pila e la trentina Pampeago che hanno in calendario tre eventi. Un Master per andare alla festa finale, in programma all’Abetone dal 18 al 20 marzo, dovrà muoversi tre, quattro, cinque volte, a seconda delle tappe. E proprio qui nascono pareri piuttosto contrastanti. «Personalmente sono contrario alla Coppa Italia - ha detto Carlo Bartesaghi, referente Master in Alpi Centrali -. Poi fatta in questo modo mi piace ancora meno. Anni fa si era cercato di limitare gli spostamenti raggruppando gli appuntamenti, ora diventa un po’ come il Giro d’Italia». Anche la Valle d’Aosta non è d’accordo con questa linea. «La nostra proposta non è stata accettata - ha detto Mauro Azzalea -. Avevamo chiesto un calendario con quattro appuntamenti, uno al mese, organizzati in stazioni altamente qualificate. Poi, analizzando le prove, vediamo che ci sono 30 giganti su 41 gare, ma solo 6 slalom e 5 superG, bene la

Mauro Azzalea

AZZURRI

RAPPRESENTATIVA NAZIONALE

Divisione in quattro zone, nove appuntamenti, undici punteggi per accedere alle Finali. Il nuovo regolamento commentato da Lombardia, Valle d’Aosta, Veneto e Toscana suddivisione delle categorie». Dalla Toscana arrivano invece pareri positivi. «Mi sembra una buona soluzione per un settore in continua evoluzione - ha detto Rolando Galli -. È un compromesso tra le cinque trasferte del passato

e la frammentazione dello scorso anno che ha portato a gare meno partecipate e gruppi spesso frazionati. Così chi vuole farà Coppa Italia, gli altri seguiranno i circuiti regionali». Anche il Veneto non critica perché «è tutto stato

La Commissione Nazionale Master ha ufficializzato il nome degli sciatori che nella stagione 2015-2016 faranno parte della rappresentativa. Sono Gesumina Maria Suster, Anna Fabretto, Marcella Castellano, Margherita Sabadin, Helga Runggaldier, Alessandra Andreini, Doranna Melegari, Silvia Giacosa, Marina Capretta, Ester De Marchi, Francesca Mattioni, Patrizia Spampatti, Chiara Pedroni, Alberto Corsi, Alfonso Morselli, Claudio Sacchiero, Bruno Pachner, Claudio Giovanardi, Gianfranco Guastini, Severino Sella, Erich Pertner, Natale Bavo, Daniele Bozzalla, Lino Stefanini, Giordano Soraru, Curzio Castelli, Nadir De Rocco, Paolo Lora, Valerio Locatelli, Enrico Rossi, Giancarlo Veritti, Hermann Oberlechner, Marco Guerci, Lorenzo Ferrari, Paolo Felicetti, Rolando Galli, Antonio Angelini, Luca Novi, Mauro Lapucci, Claudio Martinelli, Giancarlo Bergamelli, Hubert Thaler, Gian Mauro Piantoni, Oskar Pramsholer, Fabrizio Gerosa, Alessandro Riva, Fabio Guidoreni e Andrea Zanei.

studiato il più possibile - ha detto Vittorio Sovilla -. Certo si può sempre migliorare, ma credo che le richieste degli atleti siano state prese in considerazione: cambiare le categorie e ridurre le tappe del circuito».

ALISKI, CINQUANTA MASTER IN ATTIVITÀ Un gruppo nato per accogliere gli over 20 che hanno voglia di continuare a sciare. Lo sci club Aliski Racing di Fonte Nuova (Roma) è uno dei più attivi del Centro Italia. Dal 2011 organizza attività per gli sciatori che hanno voglia di divertirsi facendo agonismo. In pochi anni la realtà presieduta da Maurizio Paris ha centrato il suo obiettivo con oltre 50 Master che hanno la possibilità di allenarsi 2-3 volte a settimana sulle nevi di Campo Felice.

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A seguirli è il tecnico Giuliano Franceschi con risultati agonistici più che soddisfacenti: l’80% dei titoli regionali CLS sono stati conquistati proprio dall’Aliski. Il team è molto attivo anche nell’organizzazione delle gare. Il 14 marzo Campo Felice ospiterà il terzo Trofeo Franceschi Sport, prova che assegnerà il titolo regionale di superG, preceduta dalle gare di gigante e slalom per una tre giorni in Centro Italia dedicata ai Master.


INFO PR - NEGOZI TOP

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«Il nostro obiettivo è di rendere sempre più qualificata l’offerta nella preparazione dello sci. Vogliamo dedicare ancora più spazio al boot fitting e alla personalizzazione degli scarponi, oltre che avere più tempo a disposizione per curare nei dettagli la preparazione di ogni singolo paio di sci, sia che si tratti di atleti di alto livello che di sciatori della domenica» spiega Federico. Ne viene di conseguenza che i locali, finora dedicati al negozio, debbano essere ristrutturati per esigenze di laboratorio.

«Abbiamo deciso di svendere tutto il materiale che attualmente abbiamo in magazzino. In questa fase della stagione può essere davvero un’ottima occasione per gli appassionati. Abbandoneremo pian piano la vendita, pur mantenendo il canale aperto per una fetta di clientela affezionata e per chi desidera ordinare

sci, scarponi o attrezzatura particolare da gara. Però la scelta è stata fatta e siamo convinti che la strada giusta sia quella di dedicare tutte le nostre energie al laboratorio». Non fatevi dunque sfuggire l’occasione, magari da Querio trovate a prezzo di svendita quel prodotto su cui avevate messo gli occhi…

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CIRCUITI

SKI RACE CUP, NONA EDIZIONE AL VIA Gare di gigante, slalom e superG suddivise in sette fine settimana. Giovani e Senior lombardi hanno a disposizione una valida alternativa alle FIS. Ci sarà anche una classifica Senior con più di 40 punti

Irene Castagna vincitrice classifica assoluta femminile 2015

È tutto pronto per l’inizio della Ski Race Cup, circuito che si appresta a inaugurare la nona edizione. Saranno 28 gli eventi in calendario, distribuiti in sette fine settimana. Le gare di slalom, gigante e superG sono aperte agli atleti appartenenti alle categorie Giovani e Senior, maschili e femminili. Inoltre per la sesta volta il Cristal Team, club promotore del circuito lombardo, organizzerà i Campionati Regionali di categoria. Ormai collaudata la formula, con le competizioni inserite a blocchi di quattro che si svolgeranno interamente sulle piste lombarde. «Un modo per evitare ulteriori costi agli atleti, specialmente per quanto riguarda gli skipass, ma anche una riduzione dei tempi di trasferta» hanno detto gli organizzatori. Quindi sfide in casa, sulle piste di Bormio, Passo del Tonale, Madesimo, Aprica e Chiesa Valmalenco, località turistiche che hanno ormai un ottimo rapporto di collaborazione con la Ski Race Cup. «Grazie alla loro professionalità riusciamo ad avere piste da gara sempre perfette, oltre all’assistenza 110

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durante lo svolgimento delle manifestazioni. Inoltre gli atleti che seguono il circuito trovano piste con condizioni e livelli di difficoltà ogni volta diversi». La Ski Race Cup rappresenta oggi un punto di riferimento per tutti gli sciatori prevalentemente cittadini distribuiti lungo l’asse Milano-Como-Bergamo-Brescia che amano le competizioni più soft e che non richiedono giornate intense di allenamenti, difficili da portare a termine per motivi di studio o lavoro. Al fianco del Cristal Team lavorano anche altri sci club come il Radici, Selvino, Madesimo e GB Ski Club, tutti motivati a portare avanti l’organizzazione di un circuito che potenzialmente potrebbe crescere ancora. La novità per la stagione ormai imminente riguarda i Senior: alle tradizionali gare ne verranno affiancate delle altre di tipo ‘L2 Senior’, riservate unicamente ad atleti con punteggio FISI superiore ai 40 punti. È prevista una doppia classifica sia per il calcolo della penalità, sia per le graduatorie finali della Ski Race Cup.


AUTODRIVE

Si parte a metà dicembre e si conclude il 3 aprile a Passo Rolle. In mezzo una lunga stagione con gigante, slalom, superG, discesa libera promozionale. Confermati gli appuntamenti aperti anche ai disabili Autodrive Ski Cup ha svelato a metà novembre il calendario gare. Una stagione ricca di eventi per tutti i gusti. Il circuito veneto avrà gare di gigante, slalom, superG, discesa libera (4 promozionali) e anche alcune prove in notturna. Insomma un lungo programma che soddisfa non solo gli atleti ma anche i disabili con alcune prove aperte a tutti. L’opening stagionale spetta a Pampeago, località trentina che sabato 19 dicembre ospiterà un gigante a due manches, organizzato dal Maicol Ski Team. Altre due gare della medesima disciplina

saranno poi riproposte il giorno seguente. Si passerà all’anno nuovo con un gigante e uno slalom il 6 gennaio a Passo Rolle, che si svolgeranno sulle piste Fiamme Gialle e Paradiso. Il primo appuntamento in notturna è per il 20 gennaio con un gigante e uno slalom a Zoldo, evento che si ripeterà poi il 17 febbraio. Il 21 febbraio è in programma la Cortinissima 56, gara promozionale organizzata dal Ghedo 137.2. Gran finale il 2 e 3 aprile a Passo Rolle: tre giganti e uno slalom firmati Agonistica Sportmarket.

CALENDARIO GARE 19-dic GS 2 Manche - PAMPEAGO 20-dic GS + GS - PAMPEAGO 6-gen GS + SL - PASSO ROLLE FF.GG 9-gen SG + SG PASSO S.PELLEGRINO 10-gen GS + GS/Snow4All - PASSO S.PELLEGRINO 16-gen GS 2 Manche - AURONZO 17-gen GS + GS - AURONZO 20-gen GS + SL Notturno - ZOLDO 23-gen GS + GS - SAN VITO 24-gen GS + SL - SAN VITO 30-gen GS + SL - ALPE LUSIA 31-gen GS + GS / Snow4All - ALPE CERMIS 6-feb GS + GS - PAMPEAGO 7-feb GS + SL - MONTE AVENA 12-feb DH X 4 - PRO - PASSO ROLLE 13-feb SG + SG + SG + SG - PASSO ROLLE 14-feb SG + SG + SG + SG - PASSO ROLLE 17-feb GS + SL Notturno - ZOLDO

20-feb GS + SL - ALPE LUSIA 21-feb CORTINISSIMA '56 - CORTINA 27-feb SL 2 Manche - ALPE LUSIA 28-feb GS + SL - FORNI DI SOPRA 3-mar SG + SG - PIANCAVALLO 4-mar GS + SL - ALPE LUSIA 5-mar GS 2 Manche - PASSO ROLLE 6-mar GS + GS / Snow4All - PAMPEAGO 11-mar SG + GS - SK - FALCADE LARESEI 12-mar SG + GS - SK - FALCADE LARESEI 13-mar GS + SL - FALCADE PANORAMICA 19-mar GS + GS - PASSO ROLLE 20-mar GS + SL / Snow4All - PASSO ROLLE 26-mar GS + SL - PASSO ROLLE 28-mar GS + SL - PASSO ROLLE 2-apr GS + GS - PASSO ROLLE 3-apr GS + SL - PASSO ROLLE

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POLE VENOM SL GLOVE WORLDCUP RACE TITANIUM

SVELATO IL CALENDARIO

RACING

Foto © Gepa Pictures | Dominik Paris with LEKI Poles & Gloves

CIRCUITI - SENIOR


PROTEZIONE

ACCESSORI

Schiena, stinchi e braccia al sicuro Insieme al casco, back protectors, shin guard e arm guard sono indispensabili per chi pratica agonismo

ENERGIAPURA Racing

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ATOMIC Live Shield Vest Men

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Versione più accessibile del paravambraccio che usano gli atleti di Coppa del Mondo, si fissa al braccio tramite fasce elastiche regolabili con velcro e la forma è la stessa del Round Carbon Competition che usano gli atleti maggiori, per dare anche al comune sciatore una prestazione di maggior scorrevolezza di impatto sul palo. Certificato CE e categoria I.

Gilet in materiale elasticizzato, lavabile, antisudore, antibatterico ed antiallergico con fascia lombare per fissaggio paraschiena. Protettore in VPD 2.0 per la schiena, materiale innovativo ad alto assorbimento dell’impatto. È omologato per gare FIS e anche per la moto.

Vest con back protector flessibile in EPS e tessuti in Nylon ed EVA, si adatta ai movimenti grazie alla flessibilità degli inserti. Traspirazione garantita dai canali che fanno circolare l’aria. Rispetti gli standard CE EN 1621-2 ed è disponibile nelle taglie S, M, L e XL.

Back protector per le piccole sciatrici, disponibile nelle misure 116/122, 128/134, 140/146 e 152/158. Bretelle e cintura in vita per la regolazione, materiale schiumoso per adattarsi meglio al corpo e assorbire una maggiore energia d’impatto. È conforme alla norma CE EN 1621-2.

MATERIALE: NYLON, MATERIALE: VPD 2.0

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COLORE:

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Il parastinco usato in Coppa del Mondo. L’interno è studiato appositamente per smorzare gli impatti e far si che il palo scivoli via facilmente e velocemente. È lungo 40 cm per gli adulti e 33 cm nel modello Junior e sono entrambi dotati di 2 velcri per il fissaggio. Guscio più largo nella zona del gambetto dello scarpone. MATERIALE: PU CON FOAM INTERNO PER GARANTIRE MASSIMO COMFORT PREZZO: 99,95 € - JUNIOR 79,95 € COLORE:

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Strenne sotto l’albero

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A Natale non può mancare…

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02 09 114

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INFO PR

Rode

sempre più alpina

L’azienda veneta propone tanti prodotti per la preparazione degli sci, dai liquidi fluorati, alla paraffina di base

Inizia la stagione agonistica, iniziano le gare e si cercano i risultati. Si mette in pratica tutto il lavoro svolto negli ultimi mesi, si sistemano gli ultimi particolari, si preparano gli sci. La preparazione è importante se si vuole esprimere al 100 per cento il proprio potenziale e se si vogliono guadagnare quei centesimi o decimi che possono cambiare volto alla propria prestazione. Rode, famosa per le scioline del fondo, offre anche tutto l’occorrente per preparare al meglio lo sci alpino, dalla lavorazione delle lamine alla sciolinatura e finitura della soletta. I prodotti dell’azienda vicentina stanno prendendo sempre più piede nel mercato dello sci alpino, a dimostrazione della loro validità, e la continua ricerca negli anni ha portato alla creazione di nuove scioline sempre più performanti e innovative e al miglioramento anno dopo anno di quelle più comuni. È recente l’affermazione della linea

FCL, liquidi fluorati che aumentano accelerazione e velocità, specialmente su neve umida. Da applicare a freddo, possono essere messi anche all’ultimo momento, prima di partire, e l’applicazione è molto veloce. È sufficiente stendere il prodotto con il pratico tampone sulla soletta già lucidata, aspettare qualche minuto che si asciughi, spazzolare con una spazzola di nylon o crine e lo sci è pronto. Sono disponibili in tre varianti, come le polveri e i dadi fluorati della linea FC, con un ampio range di temperatura che garantisce grande sicurezza nella scelta del prodotto, esaltando le capacità di prestazione nelle condizioni più variabili. Rendono al massimo soprattutto quando applicati su sci già preparati con scioline alto o medio fluorate. Altro prodotto interessante è la Rodemix, paraffina di base che offre un ampio range di utilizzo (-5°/-15°) senza rinunciare alla prestazione massima, e

che ha inoltre delle ottime capacità leganti con le altre linee di prodotti, il che ne fa una base eccellente. È di recente produzione anche il Glider Cleaner, pulitore appositamente creato per togliere dalle solette fluoro e sporco. Consente di pulire efficacemente lo sci senza utilizzare il metodo a caldo, risparmiando tempo, non danneggiando la soletta e ravvivandola per la sciolinatura seguente. Non secca, ma le lascia quell’aspetto lucido che ne garantisce un miglior scorrimento. Si applica con Fiber Paper (AR21), si spazzola con spazzola in nylon tenero mentre la soletta è ancora umida, si asciuga con Fiber Paper e si rifinisce con spazzola in bronzo prima della sciolinatura. Infine ultimo arrivato è il nuovo ferro digitale AR38, con display per la regolazione e il controllo continuo della temperatura di esercizio, regolabile da 80° C a 200° C, e piastra spessa 15 mm per minime variazioni di calore durante l’uso. E adesso è l’ora di aprire il cancelletto, la stagione è iniziata! www.rodewax.it

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Podhio Emozioni sempre, in pista e fuori Il brand toscano, partito dall’ormai famosa felpa, ha ampliato il suo catalogo ai capi tecnici e ora punta all’outdoor di Gabriele Pezzaglia

«In un settore così tecnico abbiamo cercato di proporre un capo come la felpa. Una provocazione per entrare nel mercato di una disciplina come lo sci alpino? Può darsi, ma avevamo individuato uno spazio e forse ci stiamo azzeccando...». Gianni Roini, inventore e anima di Podhio, nell'inverno 2012 è partito da una felpa. Una scommessa, una scelta ritenuta teoricamente azzardata, un ingresso difficile in un settore ad alta tecnicità. Ma Roini ci ha visto bene: «Abbiamo volutamente introdotto un capo diverso, autentico, senza un elevato connotato race. La felpa, che è il nostro DNA, nasce dall'idea di un’esigenza di comfort. Si può utilizzare in rifugio, in albergo, in viaggio. Anche al parterre di una gara, sopra la tuta. È studiata per riempire gli spazi vuoti». Nella felpa Podhio Roini vede un obiettivo: «L'identificazione è l'elemento principale per rendere un prodotto davvero vincente. La felpa come

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indice di socializzazione, che contagia, che diventa un must e che abbatte le barriere generazionali». E poi l'invenzione del marchio, un brand decisamente aggressivo in un prodotto easy e che esiste da sempre. Nel primo inverno Podhio si è legata al pianeta degli Istruttori nazionali. Un'esperienza positiva, utile al marchio per sdoganarsi, per entrare a fare parte di un mondo come lo sci. «La reazione è stata positiva, la gente parlava di noi. Vento fresco in un settore da rinnovare. E allora siamo andati avanti e abbiamo ampliato la gamma prodotti. Fra questi c’era la tuta da gara che Mirko Deflorian, nostro testimonial, ha usato nella parte finale della sua carriera quando vestiva i colori della Moldavia». Podhio con la tuta è entrato nel mondo race ma non è soltanto questa la linea strategica dell'azienda fiorentina. «Tuta da gara,

Vetrina TUTA DA GARA RACE Realizzata in tessuto tre strati: esterno idrorepellente; intermedio antivento; interno termico. Composizione: 80% polyammide - 20% elastan. Prodotto con alto valore di aerodinamicità personalizzabile con applicazione dei loghi di club e sponsor. Disponibilità anche su ordinazione SWEATSHIRT STONE WASHED Cappuccio con coulisse regolabile, tasche a marsupio frontali, zip in metallo con puller personalizzato con logo Podhio, patch ricamato Podhio su manica destra. Composizione: 80% cotone, 20% poliestere. Tessuto 360 gr/mq. Lavaggio agli enzimi per un effetto in morbido delavè. JACKET OUTDOOR Tessuto tre strati 100% poliestere: esterno idrorepellente; intermedio antivento; interno termico. Cappuccio foderato in rete con contrasto colore, full zip centrale in metallo con puller personalizzato con logo Podhio, tasche a marsupio frontali con chiusura a zip, tasca sul braccio sinistro con zip, logo gommato Podhio su manica destra.


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Gli atleti Alessia Timon (Nazionale Italiana Gruppo Coppa Europa), Henri Battilani (Nazionale Italiana Gruppo Coppa Europa), Michela Speranzoni (Gruppo Sportivo Fiamme Oro), Marco Giunti (Riolunato), Marta Giunti (Riolunato), Davide Iozelli (Riolunato), Marco Biasci (Academy School Val di Luce), Ludovica Gori (Academy School Val di Luce), Matilde Gavazzi (Academy School Val di Luce), Matteo Dati (Academy School Val di Luce), Matteo Franzoso (Sestriere), Margherita Parodi (Sestriere), Veronika Calati (Cesana), Stefano Cordone (Ski College Limone), Giulia Tintorri (Riolunato), Edoardo Giunipero (Schia Monte Caio), Matteo Modesti (Tutto Bianco), Carlotta Saracco (Equipe Limone), Costanza Oleggini (Equipe Limone), Francesco Colombi (Equipe Limone), Margherita Lallini (Livata), Rebecca Gnesi (Ski Team Versilia), Matteo Motterlini (Circolo Sciatori Madesimo), Lorenzo Berretta (Sansicario).

Le manifestazioni che hanno vestito Podhio Interski Istruttori Ushuaia, Alpine Rockfest Fai della Paganella, Trofeo Pinocchio dal 2012, Campionati Italiani Children Tarvisio, Criterium Cuccioli Piancavallo, International Ski Games Prato Nevoso, Campionati Mondiali Master Abetone, Biberon Tarvisio, Trofeo Podhio Children CAT&CAE, Criterium Interappenninico.

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poi gilet, piumini, la prima collezione prendeva vita, ma io ho capito subito che il nostro futuro sarebbe stato l'outdoor ha aggiunto Roini -. Attenzione, per non essere solo moda e non bruciarsi a breve, ci siamo legati allo sport per essere

invece autentici e passionali. Il marchio è entrato nella vita dei club e dei comitati regionali, in particolare con la felpa e la tuta in prima battuta, poi con t-shirt e piumino. Prima la Toscana, poi l'Emilia e ancora la Valle


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Gianni Roini

I promoter

Classe 1960 (a sinistra nella foto), istruttore nazionale di tennis fino al 1987, è stato agente di commercio per diverse titolate aziende sportive fino al 2010. Nel 2011 ha fondato Podhio. Nella sede di Scandicci (FI), Riccardo Roini, il responsabile commerciale e Monica Betti, che si occupa della gestione clienti. La struttura può contare, fra agenti e promoter, su un'altra ventina di collaboratori.

Davide Simoncelli, Alessandro Biolchini, Guido Paci, Alfonso Trilli, Giacomo Bisconti, Ferdinando Fossati, Mirko Deflorian, Simone Delnista, Andrea Mammarella, Maurizio Marcacci, Luca Volterroni, Carlo Filippeschi, Andrea Truddaiu, Stefano Brigadoi.

d'Aosta, gli sci club Abetone, Val di Luce, SEF, 70 Trieste, Tezenis, Bachmann. Infine i tanti, tantissimi a seguire. Il marchio Podhio cresce. La felpa rimane sempre il core business aziendale, ma si inizia a pensare ad

altri mondi. «L'obiettivo è l'outdoor, il wellness. Vela, tennis, golf, bike come primi obiettivi. E iniziamo così a sponsorizzare qualche evento, investendo in comunicazione anche fuori dallo sci alpino. Inoltre abbiamo iniziato la

distribuzione all'estero. Il tempo libero è trasversale, generico, ma allo stesso tempo ha margini significativi. L'importante è generare sempre emozioni. Un po' come la nostra felpa insomma». www.podhio.it

Le sponsorizzazione chiuse per il 2016 Trofeo Pinocchio Abetone, Criterium Cuccioli Campo Felice, Criterium Interappenninico, Corno alle Scale, Istruttori Nazionali fino al 2017

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Eberharter con

Colmar

L’ex campione austriaco si è unito al gruppo di ski legend che vestono il marchio italiano fotografico che da sempre apre la stagione sciistica e dà il via ufficiale agli appassionati del genere. Classe 1969, Stephan ha conquistato due Coppe generali, nel 2002 e 2003, tre coppette di discesa e due di superG, un oro olimpico, due argenti e un bronzo, tre ori e un argento mondiale. In Coppa del Mondo 75 podi con 29 vittorie (tra le quali due volte nella discesa di Kitzbuehel). Grande exploit ai Giochi di Salt Lake City del 2002 quando seppe mettersi al collo l’oro in gigante, l’argento del superG e il bronzo della discesa. Tremate, Eberharter è tornato. www.colmar.it

Lo stile è sempre lo stesso, la potenza e il controllo nella sciata non sono cambiati molto. Stephan Eberharter è tornato. Il campione austriaco entra a far parte della famiglia Colmar come testimonial e va ad arricchire il gruppo di ski legend tra cui Paolo De Chiesa, Piero Gros, Daniela Ceccarelli, Kristian Ghedina e Giorgio Rocca. Un acquisto importante per

l’azienda monzese che da sempre si serve dei preziosi consigli dei propri atleti per continuare a migliorarsi e incrementare il proprio know how nell’ambito sportivo in generale e della neve in particolare. Prima uscita pubblica per Stephan in versione Colmar sulle nevi di casa, a Soelden, alla vigilia delle gare di esordio della Coppa del Mondo di sci per il servizio

La giacca di Stephan Nel servizio fotografico di questa pagina Stephan Eberharter indossa il modello 1191_9PQ_01 UOMO, giacca in tessuto bi elastico in poliestere con trama pied de poule stampata all over. Imbottita con tecnologia Thinsulate Insulation che, grazie alle sue microfibre uniche, trattiene il calore corporeo. Dotata di WaterShield

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20000, sistema di fissaggio dei tessuti che conferisce alte prestazioni di traspirabilità, idrorepellenza e resistenza, sistema Colmar Proof-Tech che garantisce altissime performance di impermeabilità, sistema Recco, caratterizzato da una tecnologia radar avanzata che permette una veloce localizzazione in caso di valanga.


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Stefan Ytterborn & Poc

La storia di un successo «Sei un discesista vincitore di medaglie d’oro alle Olimpiadi. Che cosa ti fa desiderare di volare a 140 km/h all’ora superando un dislivello di 330 metri? L’amore per l’avventura? Naturalmente. La passione per il ritmo, la velocità e la tecnica? Indubbiamente. Ma che mi dici della fiducia, di quella fiducia che la protezione a cui ti affidi sia stata progettata e testata avendo in mente te? Essenziale. Qui entra in gioco POC». Parola di Stefan Ytterborn, fondatore del marchio svedese che realizza caschi e protezioni coinvolgendo medici, neurologi, ingegneri, esperti dei materiali e designer. Ogni prodotto viene progettato esclusivamente per una specifica utenza e per una specifica applicazione: per adulti, per bambini, per lo slalom, per il gigante, per il free-style, per il super G, per chi va in bici da corsa, per la MTB e così via. E in ognuna di queste specialità la funzionalità e la sicurezza si fondono in perfetta armonia. La mission è semplice: «Fare il possibile per salvare vite o ridurre le conseguenze di incidenti gravi per atleti praticanti sport invernali e ciclisti» afferma Stefan, che racconta ai lettori di Race come è nato il marchio che in poco più di dieci anni è diventato uno dei leader del mercato. Stefan, sei il fondatore e il CEO di POC. Raccontaci un po’ degli inizi, quando il tutto cominciò poco più di dieci anni fa. «È stata una combinazione di diverse cose, tutte confluivano nella stessa direzione: promuovere la mia personale idea di fare qualcosa di significativo che potesse fare la differenza. Oggi le persone vogliono sentirsi bene e al sicuro e lo sci negli ultimi 15 anni è diventato uno sport sempre più estremo. Competizioni come gli X-Games e l’influenza che questi hanno avuto sugli sport invernali, hanno creato nuove situazioni di pericolo e di conseguenza la necessità di protezioni più innovative e sicure. Quando è nata Poc poi avevo due figli che facevano gare di sci e ho pensato alla necessità di creare qualcosa che potesse incrementare gli standard di sicurezza negli sport invernali». Il mercato dello sci ha vissuto degli anni non facili con molte aziende che si sono trovate in difficoltà. Nello stesso periodo Poc è riuscita a crescere. Cosa ha

©Zoom

determinato questo successo? «In POC abbiamo un gruppo di persone molto qualificate nel settore R&D, che condividono pienamente la missione dell’azienda e lavorano quotidianamente per innovare e creare prodotti migliori per l’utente finale. Questa nostra determinazione nello sviluppo di nuovi prodotti, senza scendere a compromessi, è quello che ci contraddistingue e che ci sprona continuamente a fare di più. Poi c’è il Poclab, un forum composto da dottori, specialisti in vari campi della medicina, ex atleti di livello mondiale ed esperti nella produzione e nei materiali con i quali ci confrontiamo di continuo per assicurarci che i prodotti che creiamo siano rilevanti per la nostra missione». Qual è stata la soddisfazione maggiore? «Tenere nelle mie mani il primo casco Poc nel 2004. Parlando comunque di soddisfazioni in ambito sportivo, me ne vengono in mente alcune molto significative: nel 2005 Libby Ludlow è stata la prima

atleta a utilizzare i nostri prodotti (casco e maschera) in Coppa del Mondo e per noi significava moltissimo. Un posto speciale nella mia memoria l’avrà sicuramente sempre la vittoria a Torino 2006 di Julia Mancuso. Julia è stata con noi fin dall’inizio e ci ha dato delle grandissime soddisfazioni in questi anni». Cosa possiamo aspettarci da POC per il futuro? «Negli ultimi anni abbiamo lavorato sempre più a 360° in relazione alla nostra missione, intervenendo sulla sicurezza attiva e passiva e cercando di sfruttare le tecnologie digitali. Da poco abbiamo lanciato il POCAid, un concetto che combina le conoscenze in fatto di prodotti di sicurezza con le tecnologie più avanzate sul mercato per creare prodotti sempre innovativi che permetteranno di innalzare nuovamente le prestazioni dei nostri caschi, ma anche delle maschere e di innovativi sistemi di protezione per tutto il corpo». www.pocsports.com RACE SKI MAGAZINE - DICEMBRE 2015

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Liski

sicurezza a cinque cerchi

L’azienda bergamasca, dopo Sochi 2014, fornirà anche il comitato coreano e investe sui pali fluo e quelli da 27 millimetri

La stagione invernale 2015/2016 è ricca di appuntamenti e di impegni per Liski. Sul fronte della sicurezza sono numerose le stazioni nazionali e estere che hanno ordinato impianti con pali Pro in Cor-ten, pali Ob e C su tutto l’arco alpino. Da segnalare inoltre la fornitura di reti di protezione, pettorali per tutte le discipline e tantissimi altri accessori in corso in Norvegia per le ormai imminenti Olimpiadi Giovanili di Lillehammer 2016 ma anche quella per i prossimi Giochi Olimpici Invernali di Pyeongchang 2018, in Corea. Sulla pista Jeongseon per le discipline veloci verranno fornite reti tipo A di 3.600 metri, con molti tratti a doppia rete A, mentre a Yongpyong verrà attrezzata la pista per le discipline tecniche. I nuovi comitati organizzatori, come quelli delle ormai ‘classiche’, hanno scelto Liski non solo per i materiali di qualità, 122

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ma anche per tutti i servizi pre/post vendita dell’azienda bergamasca e non ultimo il lavoro svolto dai suoi esperti in collaborazione con i responsabili della FIS e dei comitati organizzatori stessi. DAL TELO FLUO AL PALO DA 27 MILLIMETRI Per esempio i lunghi test effettuati nelle stagioni precedenti sui teli arancio fluo, utilizzati solo in alcuni punti critici nelle discese, che hanno convinto la FIS a inserirli nelle discipline veloci e a prevedere anche il palo da slalom della stessa colorazione. Infatti in occasione dei Mondiali di Vail Beaver Creek 2015 sono stati utilizzati i pali da slalom di questa colorazione su tutto il tracciato. L’introduzione del palo con diametro di 27 millimetri per le donne in tutte le discipline è stata invece rinviata a Cancun in occasione

I RAPPRESENTANTI Severino Lovera - Piemonte, Liguria, Modesto Santus - Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino Ovest, Massimo Pellegrino Trentino orientale, Veneto, Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, Alessandro Fattori - Toscana, Emilia Romagna, Andrea Sebastiani - Abruzzo, Lazio, Sebastiano Fontanarosa Calabria, Sicilia


INFO PR > NELLE FOTO In apertura, la pista di Garmisch con le reti Liski. Qui a fianco, in senso orario, Hirscher e la Fenninger con la Coppa del Mondo (Liski è fornitore della federazione austriaca), le reti di protezione a Sochi, le transenne Limit e la porta fluo

del Congresso FIS del prossimo giugno. E a proposito dei Mondiali di Vail Beaver Creek 2015, Liski ha fornito centinaia di transenne Limit per la gestione delle mixed zone, prodotto molto versatile e gradito alla FIS e dai comitati organizzatori del quale Liski è distributore esclusivo. Firmato Liski anche tutto il materiale di protezione e delimitazione posto lungo i tracciati delle discipline alpine utilizzato in occasione dei Giochi Olimpici Invernali di Torino, di Vancouver e di Sochi, mentre ai Mondiali di Sci Nordico di Falun del 2015, in Svezia, oltre alle Limit, sono state fornite reti di protezione, materassi e V-Board per la delimitazione e la segnalazione delle corsie di pista. Nell’ambito del circuito gare di Coppa del Mondo FIS è ormai confermata la consueta fornitura a diversi comitati dei pacchetti d’affitto che comprendono materassi ad aria e in gommapiuma, reti, transenne, strutture di arrivo, barre a iniezione, frame per striscioni pubblicitari e naturalmente i pali

per i tracciati di gara. Con la FIS è stato recentemente rinnovato il contratto esclusivo di ‘fornitore di attrezzature per competizioni World Cup Snowboard’. Dopo la fornitura record di oltre 50.000 pali da slalom nell’ambito degli eventi FIS Snow World Day e FIS Snowkidz, le manifestazioni principali della campagna internazionale Bring Children to the Snow, il rapporto è stato esteso e ora Liski è ‘Fornitore Preferito della FIS’. Continuano anche i rapporti con le singole Federazioni e Associazioni di Sci Nazionali, con le quali Liski ha appena rinnovato i contratti: Italia, Austria, Croazia, Slovenia, Rep. Ceca, Svezia, Finlandia, Bulgaria, Corea, Grecia, Polonia. I NUOVI PUNTALI RAPID Sul fronte commerciale, sono stati presentati i nuovi puntali Rapid che, dopo i test della passata stagione, hanno riscosso tanto successo anche nella versione 27 millimetri. Introdotti già nelle gare di Coppa del Mondo di Soelden e Levi, saranno

portati anche nelle prossime e facilmente la FIS stessa li vorrà introdurre per tutto il circuito di Coppa del Mondo dalla prossima stagione. Per le scuole e snowpark si sono aggiunti gli archi per campi scuola e i tappeti per l’avvio allo sci degli sciatori più piccoli, mentre è stata ulteriormente diversificata la linea per la preparazione atletica, con i nuovi e innovativi ostacoli Safe, Mach Gummy e Mach Return, perfetti per esercizi in totale sicurezza. Interessanti anche le novità nella segnaletica fluorescente come i dischi per la classificazione delle piste e i pali segnaletici con segnali luminosi applicati in testa. Tutti i prodotti sono visibili sul sito internet www. liski.it dove si possono sfogliare o scaricare i cataloghi delle linee di produzione. Liski sarà inoltre presente alle principali fiere: ISPO di Monaco di Baviera (dal 24 al 27 gennaio 2016), Alpitec/ Prowinter di Bolzano (dal 6 all’8 aprile 2016) e Mountain Planet Sam di Grenoble (dal 13 al 15 aprile 2016).

LE GARE FIRMATE LISKI Soelden, Levi , Lake Louise, Aspen, Val Gardena, Alta Badia, Santa Caterina, Kitzbühel, Semmering, Monaco, Zagabria, Bad Kleinkirchheim, Flachau, Saalbach, Stoccolma , St. Moritz, Vail Beaver Creek 2015, Yongpyong, Bansko, GarmischPartenkirchen, Kranjska Gora, Reiteralm , San Vigilio, Obereggen, Pozza di Fassa, Zauchensee, Kirchberg, Crans Montana, Sella Nevea, Soldeu

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Elan Tante tecnologie dietro alla performance Alla scoperta delle innovazioni utilizzate negli sci di alta gamma del brand sloveno

Elan, il marchio sloveno che ha firmato i successi di Ingemar Stenmark, è da sempre uno dei brand più attivi nella ricerca e sviluppo e infatti sono uscite dal laboratorio nei pressi di Bled alcune tra le innovazioni più importanti come il carving. Punta di diamante della ricerca è proprio la linea racing. L’obiettivo è quello di produrre sci, che siano da slalom o da gigante, per ottenete sempre il massimo livello di performance. Un obiettivo raggiunto grazie all’adozione di diverse costruzioni e tecnologie, come Amphibio, cioè la progettazione diversa dei due sci sinistro e destro, oppure Power Spine, che migliora la distribuzione della forza. Vediamo dunque più in dettaglio queste tecnologie. 124

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AMPHIBIO PROFILE Un’innovazione che assicura contemporaneamente i benefici di rocker e camber. Il segreto sta nella costruzione ‘Left&Right’ che presenta una lamina interna camber per ottimizzare tenuta e stabilità e una lamina esterna rocker per facilitare la curva. POWER SPINE TECHNOLOGY Si tratta di una costruzione speciale che segue la distribuzione delle forze dalle gambe agli sci. La struttura interna dello sci, la spina dorsale, è più robusta e rinforzata con uno strato di carbonio per l’intera lunghezza. Gli elementi laterali assicurano stabilità torsionale anche sull’esterno dello sci.

LEFT&RIGHT CONSTRUCTION Gli sci della serie Elan Race sono i primi con una vera costruzione Left&Right. Partendo dall’analisi della distribuzione delle forze, sono stati realizzati attrezzi che coniugano la tecnologia Power Spine con l’Amphibio Profile e punte e code asimmetriche consentendo la migliore trasmissione delle forze dalle gambe alla neve. FUSION Il Fusion System è, secondo quanto dichiarato dal marchio sloveno, il primo sistema al mondo di integrazione sciattacco; consente ingressi curva veloci, flex morbido, facilita la sciata e incrementa la rapidità nel cambio degli spigoli. www.socrep.it

LO SCI GSX FUSION Le curve brevi e dinamiche sono il top per chi sa sciare bene, senza dimenticare il piacere di qualche curvone in velocità stile gigante. Gli attrezzi giusti per questa sciata si chiamano SLX Fusion, perfetto per i raggi corti, e GSX Fusion, adatto ai raggi lunghi. Questi attrezzi utilizzano tutte le tecnologie top da Amphibio a Power Spine e Fusion System. Inoltre GSX Fusion è dotato di RST Sidewall, Response Frame Woodcore e Dual Ti ed è stato premiato con il prestigioso riconoscimento Red Dot per il design di alta qualità.


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ROSSIGNOL E LANGE scarponi con la giusta durezza

Bisogna sfatare l’equazione ‘sciatore bravo, scarponi più duri’. Già in Coppa del Mondo negli ultimi anni la durezza delle scarpe è scesa, a maggior ragione è importante valutare il giusto valore a livello di categorie giovanili. Una ‘mission’ nella quale Rossignol e Lange sono impegnati attivamente. «Basti pensare che gli uomini in Coppa del Mondo, con l’avvento degli sci sciancrati, hanno ridotto drasticamente le durezze delle plastiche... Anni or sono si utilizzavano plastiche pari a ZI e ZD … Oggi si lavora su durezze pari a ZC e ZE, ossia uno/due punti di durezza inferiori!» - dice Stefano Macori, bootfitter a Courmayeur e collaboratore di Rossignol/Lange in materia. Con i nuovi sci serve più movimento a livello di caviglia ma soprattutto va considerato che non c’è un collegamento automatico tra categoria e durezza come invece molti continuano a pensare». I valori da tenere presenti nella scelta di un modello racing sono il rapporto peso-potenza e il livello tecnico. È evidente che all’interno della stessa categoria, a parità di livello tecnico, chi pesa 30 kg avrà bisogno di una durezza diversa da chi ne pesa 50. «Per spinte diverse e forze generate diverse c’è bisogno di plastiche che reagiscano in maniera diversa» conclude Macori.

VIST a Cortina

ALPINA per sciate allmountain Il Natale è alle porte e, dopo le gare, ecco un’idea per un regalo meno ‘race’ ma sempre in pista. Stiamo parlando del casco Alpina Grap, un classico allmountain del brand tedesco. Le aperture di areazione sono state rimodellate garantendo una migliore aereodinamicità del casco e il look è stato rivisto. La costruzione Inmold, processo di fusione ad alta pressione e temperatura tra strato di protezione esterno in policarbonato e il granulato di EPS interno, garantisce sicurezza e leggerezza allo stesso tempo. Il sistema di chiusura Ergomatic permette una chiusura e apertura efficace, anche indossando i guanti da sci. Grazie al Run System Ergo Snow la misura del casco è regolabile tramite una rotellina sul retro che garantisce una distribuzione ottimale della pressione e aderenza perfetta del casco sulla testa. Disponibile in tre misure e in ben otto colorazioni, Grap costa 109,50 euro. www.socrep.it

UVEX inventa il casco auto-adattante La personalizzazione del fit è uno dei trend del futuro e ora con Uvex è possibile avere anche il casco perfetto per la propria testa, senza costosi interventi ad hoc. Un regalo di Natale da non lasciarsi sfuggire! Il concetto è semplice quanto innovativo: l’interno del casco Jakk+ è foderato con uno speciale materiale elastico che lavora in modo simile ai tentacoli di un polipo, avvolgendo uniformemente tutto il cranio. Octo+ è il primo sistema auto-adattante sul mercato e, grazie anche alle tre misure dello shell disponibili, permette un fit perfetto. Il prezzo al pubblico del modello è di 189,90 euro. Ottimo in abbinamento con gli occhiali Jakk To e Jakk Top. Grazie a dei canali di ventilazione addizionali che sfociano sul visore del casco e sono perfettamente allineati con le aperture sul lato superiore della maschera, l’aria che arriva sulla fronte viene risucchiata all’interno tramite la stessa maschera, annullando ogni rischio di appannamento. Costano rispettivamente 159,90 euro e 169,90 euro.

Vist apre un punto vendita nella regina delle Dolomiti. Nel nuovo spazio espositivo di 200 metri quadri, inaugurato il 5 dicembre, sarà possibile acquistare tutti i prodotti della stagione 2015/16: dalla limited edition Snow Leopard per la donna esigente e attenta ai dettagli trendy che non vuole passare inosservata, alla linea Skichic, massima espressione del lifestyle italiano anche sulla neve; fino ai prodotti di Scuderia, la linea che rappresenta l’anima race e agonistica dell’abbigliamento Vist, senza dimenticare le repliche della squadra russa di sci, di cui il brand è sponsor ufficiale. Non mancheranno i nuovissimi sci Vist… www.vist.it ©Navarafoto

www.geierdiffusion.com

www.rossignol.com www.lange-boots.com www.macoribootfitting.com

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Energiapura tante idee per il Natale Felpe e panta-felpa per calde feste 1

Energiapura per salutare il 2015 e dare il benvenuto al 2016 ha pensato allo sguardo felino (e alla zampata vincente) di una tigre bianca. Una tigre delle nevi su uno sfondo dell’universo illuminato dall’aurora boreale che si muove a suo agio tra i rapid gates e le porte larghe. Questo chi frequenta i cancelletti di partenza lo sa già… Ma non è l’unico leit-motiv del marchio veneto. Ecco un’affollata vetrina di felpe e pantaloni perfetti per un’idea regalo a Natale… www.energiapura.info

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Le felpe della linea Flag (1) sono disponibili a 90,50 euro (65 kid e 85 junior). Si può scegliere tra il best seller America, Italia e Inghilterra. Sono stampate in sublimazione con tessuto cover monoelastico. Perfette in abbinamento con Il pantalone felpato jeans (2) stampato in sublimazione con tessuto monoelastico. Costa 76 euro (42 kid, 51 junior).

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In alternativa c’è la felpa Universe (3) quella della famosa tigre bianca, da abbinare all’omonimo pantalone (4). Costano rispettivamente 90,50 euro (65 kid, 85 junior) e 77 euro (54 kid, 71,50 junior). E poi c’è la felpa Workout Plus (5) (144 euro junior, 57 euro unisex). Realizzata in poliestere, impermeabile e antivento, con un tessuto studiato per bloccare esternamente il vento freddo, è altamente traspirante. Il punto di forza di questo capo è la comodità e vestibilità di una felpa con la tecnicità di un softshell antivento.

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BADESIGN

Un lavoro fatto di passione

©Carpe Diem

Unire passione e lavoro non è affatto semplice. È ancora più complesso se leghi due sport completamente diversi alla tua azienda. Il lecchese Niccolò Badessi ci è riuscito e dal 2013 si è buttato a capofitto nella produzione e commercio di abbigliamento personalizzato, creando Badesign. Un percorso iniziato lentamente, a piccoli passi, che oggi sta già regalando grandi soddisfazioni. Niccolò è giovane (26 anni a fine novembre) ma già molto intraprendente. Da anni è appassionato di rally, è direttore sportivo di un team e sponsor tecnico di numerosi piloti e squadre. Poi si è lanciato nello sci alpino, sua altra grande passione. Con meticolosità ha lavorato e prodotto un’accattivante linea racing. Lo ha fatto, prima di tutto, per vestire l’amico Ivan Codega, garantendogli da subito materiale tecnico e tute da gara di alta qualità. Sul progetto ha lavorato anche Carlo, fratello di Ivan e inventore dell’affilalamine Carrot. Da hobby a lavoro, è andata proprio in questo modo. La sua linea è piaciuta e nel giro di pochi mesi si è iniziata a notare lungo i tracciati di allenamento e al cancelletto di partenza di gare nazionali e internazionali. Badesign è una piccola realtà lombarda ma con progetti ben chiari: una rete di

vendita in città e nelle località sciistiche. «Non è certo facile affacciarsi in questo mondo dove ci sono realtà ben più affermate e di dimensioni diverse - ha detto Niccolò Badessi -. Io però ci credo e continuo con il mio progetto». Il materiale racing è tutto prodotto in Italia e non è un fatto di poco conto. Sono tanti gli atleti che hanno sposato la filosofia Badesign. Vestono abbigliamento casual, fuori dagli appuntamenti ufficiali, le azzurre Valentina Cillara Rossi, Federica Sosio, Jole Galli e Asja Zenere. Sciano firmati Badesign Petra Smaldore, Martina Nobis, Giacomo Rigamonti, Andrea Testa e Carlo Beretta. Non bisogna poi dimenticare la poliziotta Roberta Melesi, altra testimonial del marchio. «Poi ci sono tutte le ‘Badesign gilrs’ che mi aiutano nella promozione del prodotto» ha concluso Niccolò Badessi. Abbigliamento promozionale, tecnico per lo sci e tanto altro: Badesign è al servizio dei fan club e dei team e infatti anche i tifosi di Roberto Nani si affidano alla professionalità del marchio lecchese. E chissà, magari fra qualche mese, anche qualche nome straniero scoprirà questo mondo…

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SPM

rende sicure le tappe italiane di Coppa Dopo lo spettacolare inizio di stagione a Soelden, con dicembre si entra nel vivo delle gare di Coppa del Mondo. L'agenda è piena di impegni per atleti, allenatori, Comitati organizzatori e - ultime ma non meno importanti - per le aziende. SPM, l'azienda di Varese leader nel settore delle attrezzature sportive invernali, ne è una prova: dopo avere fornito ad Aspen tutti i materiali necessari per lo svolgimento delle gare (dai pali e pettorali fino ad arrivare ai materiali di protezione) si è spostata a Beaver Creek per la messa in sicurezza della pista di Coppa Birds of Prey. «Siamo molto orgogliosi di avere fornito i materiali necessari allo svolgimento di queste tappe di Coppa del Mondo» hanno dichiarano l'ingegner Giovanni Berutti (CEO di SPM) e il distributore americano Brad Williams (World Cup Supply). Dopo le tappe americane il Circo Bianco torna in territorio europeo per una serie di altri importanti appuntamenti. Ed è in Italia che la SPM gioca letteralmente in casa: ben cinque delle sei tappe di Coppa del Mondo previste nei mesi di dicembre e gennaio si affidano all'azienda varesotta. I comitati

organizzatori delle gare di Gardena, Campiglio, Cortina e new entry dell'anno - La Thuile e Santa Caterina, hanno infatti dato fiducia a SPM. Sempre a stretto contatto con la FIS e con i comitati organizzatori, SPM ha avuto un ruolo fondamentale anche nell'introduzione delle porte (pali e teli) di colore arancio fluorescenti per le discese di Coppa. Da oltre due anni infatti l'azienda varesotta testa sul campo le porte completamente fluorescenti nei colori arancione, verde, rosa e viola. Questi colori sono perfetti soprattutto ad alte velocità: garantiscono infatti maggiore sicurezza anche in condizioni di scarsa visibilità. Oltre alle collaborazioni con un numero sempre crescente di comitati organizzatori di Coppa de Mondo, SPM può inoltre vantare l'equipaggiamento dei materiali di sicurezza per le Olimpiadi di Pyeongchang 2018 e la fornitura ufficiale per i mondiali a St Moritz 2017.

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I rappresentanti della FIS nella sede di SPM RACE SKI MAGAZINE - DICEMBRE 2015

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Race Ski Magazine n. 137 dicembre 2015

a cura di Claudio Primavesi

Il mercato dello sci tra luci e ombre

IN BREVE

Fatturato in leggera crescita grazie agli scarponi secondo i dati del Pool Sci Italia Andamento fatturato scarponi

Dati in milioni di euro 30 25 20 15 2005

2007

2009

2011

2013

2015

Andamento fatturato sci + attacchi

Dati in milioni di euro 80 70 60 50 40 30 2005 2007 2009

2011

2013

Spyder, dal 1989 con lo US Ski Team, ha rinnovato la sponsorizzazione tecnica con la federsci statunitense fino a PyeongChang 2018.

2015

Andamento delle vendite per categoria 60% 50%

Allround

Paia di sci venduti:

Paia di attacchi venduti:

Paia di scarponi venduti:

Fatturato sci:

Fatturato attacchi:

Fatturato scarponi :

180.702

28.837.902 € 6.806.757 €

Da undici anni le rilevazioni del Pool Sci Italia, che riunisce i fornitori tecnici della FISI, sono il barometro dello stato di salute del comparto attrezzatura da sci, uno dei più importanti dello sportsystem. I dati rappresentano ragionevolmente il 90% del mercato reale, quindi sono attendibili e riguardano Atomic, Blizzard, Dynastar, Elan, Fischer, Head, Nordica, Rossignol, Salomon e Vőlkl per quanto riguarda gli sci e Atomic, Dal Bello, Lange, Fischer, Head, Nordica, Rossignol, Salomon, Tecnica per gli scarponi. Da segnalare inoltre che i valori del fatturato si riferiscono al sell-in, cioè alle vendite dall’azienda ai negozi iva esclusa e che quindi la dimensione complessiva, in termine economici, potrebbe avvicinarsi al doppio, anche se sono da valutare le giacenze di magazzino. Inoltre la raccolta dati contem-

191.751

19.946.673 €

pla un arco temporale dal primo aprile al 31 marzo. I dati per il 2014-15, analizzabili meglio nei grafici riportati in questa pagina, confermano da una parte l’appiattimento verso il basso di vendite e fatturati, con un fatturato complessivo che si è ridotto di circa il 50% in 11 anni, ma anche qualche timido segno positivo, soprattutto dagli scarponi. Le vendite nel 2014-15 si sono attestate a quota 55,591 milioni di euro, in leggera crescita rispetto all’anno scorso e a due anni fa, aiutate soprattutto dagli scarponi, passati da 15.844 milioni a 19.946. Il fatturato sci + attacchi (il più interessante, visto che oltre il 90% degli sci vengono venduti con attacchi) è sceso da 39.298 milioni a 35.644 milioni. Nel 2004/05 sfiorava gli 80 milioni. Gli sci venduti sono passati da 182.120 a 179.167 in un anno e partivano da 398.149 nel 2004/05.

PROWINTER

2016

179.167

Sono 150 i milioni di euro investiti dalle località sciistiche in nuovi impianti per la stagione sciistica 2015/16 secondo quanto dichiarato dalla presidentessa dell’ANEF, la principale associazione di categoria, all’agenzia La Presse.

Fiera internazionale per noleggio, attrezzature e tecnologie degli sport di montagna

Junior altri Race carve

16% 24% 15% 14%

Junior 5% gara 4% 4% Gara 3% Sci 0% alpinismo 5%

2013/2014 2014/2015

Stagione positiva nel 2014/15 per l’intero ‘sistema neve’ secondo l’indagine Skipass Panorama Turismo. L’inverno si è chiuso con un + 3,7% di presenze e +3,3% di fatturato, superando quota 10 miliardi di euro. Il valore si riferisce a tutto l’indotto.

Prowinter raddoppia Nuova formula per Prowinter: appuntamento fieristico in calendario dal 6 all’8 aprile 2016 a Bolzano, che diventa ‘Fiera internazionale per noleggio, attrezzature e tecnologie degli sport di montagna’. Prowinter amplia e potenzia dunque il suo raggio d’azione: da unica fiera B2B in Italia e in Europa per l’importante segmento del noleggio delle

attrezzature invernali, ora apre alle proposte estive e all-seasons, ma anche alle tecnologie e ai servizi per le stazioni montane, raccolte fino a due anni fa sotto l’egida di Alpitec, accorpata ogni due anni con Prowinter e ora invece pienamente integrata anche attraverso la piattaforma ‘Forum Alpitec - Connecting Knowledge’.

6 - 8 aprile 2016 | Fiera Bolzano

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ALPITEC CO N N E CT I N G K N OW L E D G E



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