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LUNEDÌ 3 OTTOBRE 2011

OPINIONI GENITORI TOSTI

CAOS SCUOLA E SOSTEGNI INSUFFICIENTI di MARISA MELIS

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he la situazione “sostegno scolastico” sia intollerabile per i disabili nella scuola pubblica è un dato di fatto. Ogni giorno i media ci “informano” su cosa s’inventano in certe regioni italiane per “sistemare” i ragazzi. In Toscana avendo pochi insegnanti di sostegno rispetto al numero dei disabili un dirigente scolastico si è inventato questa sua soluzione azzardata: distribuisce a tutti gli alunni disabili le ore di sostegno dividendole in parti uguali, senza valutare i vari tipi di gravità degli studenti. Merita un applauso, se non altro per l’inventiva dimostrata nel barcamenarsi alla ricerca di una soluzione. Si legge pure questo: si chiede ai genitori dei ragazzi svantaggiati di mettere mano al portafoglio e pagare gli insegnanti di sostegno, reclutandoli fuori dalla scuola. Stiamo diventando la repubblica delle banane, personale privato che insegna dentro la scuola pubblica. Ancora: spesso i genitori sono invitati a far frequentare meno tempo i ragazzi perché non c’è un sostegno giusto per loro. Qualcuno si è pure inventato la “stanza del sole” già conosciuta come “stanzino H” dove un certo numero di bimbi disabili sono convogliati a passare il tempo con un’unica insegnante. Questa è l’integrazione per i nostri figli? Tenetevela! Ma scusate i nostri figli non sono cittadini come tutti gli altri? Qui i genitori devono rendersi conto che si stanno violando un sacco di diritti. È possibile che si debba far intervenire sempre il legale? Dove lo mettiamo il diritto all’istruzione. Qualcuno pensa: crederanno i genitori dei disabili che i loro figli debbano avere tanti privilegi? Questa scuola italiana è una zattera in mezzo a un mare in tempesta e logicamente, i più deboli non riescono a destreggiarsi tra le onde. L’unica soluzione sarebbe: un bravo capitano che si mettesse al “timone” della zattera. Per il bene di tutti: disabili e non. La scuola deve essere il luogo dove TUTTI i nostri ragazzi mettono le basi e dove cominciano a costruirsi il futuro. Non può esistere un futuro per chi non ha garantito neppure un presente decente in questa società. Le cose stanno peggiorando ma non s’intravede neppure la volontà di mettere un freno. Genitori avanti tutta!!

il semaforo

l IVANO FOSSATI

Cantautore, ex “Delirium” Nel salotto fighetto di Fabio Fazio (“Che tempo che fa”, Rai3) annuncia l’uscita del suo ultimo album e l’addio alla musica: «Ho pensato, negli ultimi anni, che con questo “Decadancing” intendo lasciare. Non farò altri dischi, altri concerti». Se non è una trovata pubblicitaria, applausi. E se è una trovata pubblicitaria, applausi lo stesso.

l KATARINA KNEZEVIC

Ennesima fidanzata di Silvio La splendida modella montenegrina si fa intervistare dal “Fatto” e rilancia la sua verità: «Non sono la cameriera ma la fidanzata ufficiale di Silvio», fa sapere, anche perché non vuole passare per una “pazza pericolosissima” come la definì una Arcorette. «Amo il presidente e questo basta». Ecco, basta sarebbe la parola giusta.

l FRANCESCA GRIMALDI

Giornalista chez Minzo In un servizio del Tg1 per presentare una Ferrari interpreta così il momento di crisi degli italiani: «Il vetro antivento consente di viaggiare senza rovinare la permanente. Un vero vantaggio per molte di noi, che potrebbe da solo valere il prezzo di questa macchina». Cioè 220mila euro. Semaforo rosso e ritiro della patente.

Associazione Genitori Tosti

SARDEGNA IN PASTO A PRINCIPI E GOLFISTI di Luciano Uras

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a Sardegna è isola mediterranea, bella, calda, accogliente. Attrae più di altre terre innamorati sinceri, gaudenti avventurieri, e immondi stupratori che con modi diversi tentano di possederla, di asservirla ai propri desideri. Per questo va difesa dal troppo amore, mai disinteressato, e dalla violenza di chi ne vuole fare, fintanto che gli aggrada, il proprio oggetto di piacere. Nei giorni scorsi in tanti hanno salutato il ritorno dell’Aga Khan con enfasi, uno degli innamorati, forse sinceri e certamente non disinteressati della Sardegna. Un saluto bipartisan. Ci sono stati incontri importanti e simpatiche scenette oltre l’ufficialità del momento. E infine la notizia: la “Regione entra in Meridiana”, con un capitale, si è detto, pari a 40 milioni di euro, tramite la Sfirs, la cassa pronta per tutte le occasioni. Tutto questo senza che vi sia comunicazione di una approfondita istruttoria, senza che vi sia stato un esame preliminare nella Commissione trasporti del Consiglio regionale e senza che, alla Regione, sia stato presentato il Piano industriale. Reso noto invece, a Roma, a senatori e sindacati. Oggi la Regione conta quel che conta. Come dire che il fascino della nobiltà da solo riesce a convincere.

Non significano nulla l’entità delle perdite della compagnia aerea, i conflitti sindacali in atto, la qualità della flotta. Funziona così, imprenditori e manager arrivano, fanno alcuni indovinati complimenti e qualche promessa e la Sardegna indifesa viene conquistata, e subito la Sfirs costituisce la dote per il futuro matrimonio. In attesa che l’esercito dei ricchi golfisti invada l’isola popolando alberghi e super ville adiacenti ai numerosi campi da 18 buche rea-

Un saluto bipartisan per il ritorno dell’Aga Khan. Ma perché la Regione investe in una compagnia in crisi? lizzati grazie alla recente legge regionale, si annuncia, dalla Presidenza della Regione, il nuovo grande business del trasporto aereo investendo i soldi di tutti i sardi al buio, entrando da socio di minoranza in una realtà imprenditoriale già in crisi. Tutto questo purtroppo succede in una Sardegna dilaniata dalla recessione economica, dalla disoccupazione e dalla povertà, devastata da una selvaggia deindustrializzazione, colpita in profon-

IL PERSONAGGIO . Angelino gridò: «Papi ti prego nun me lassà!» di Silvia Zingaropoli

dità dalla progressiva desertificazione produttiva anche nei settori principali della sua economia, infestata da epizoozie che uccidono, nelle campagne, cavalli, ovini, suini e con essi le speranze di reddito dei nostri allevatori. Di fronte ad una tragedia come questa, che pare inarrestabile, che mina ogni speranza di popolo, la classe di governo regionale appare totalmente incapace, non solo di intervenire con strumenti idonei ad affrontare la crisi, ma anche di

rendersi conto della gravità del momento. E succede così che le leggi fatte, le risorse stanziate, le iniziative promosse per lenire le difficoltà sociali finiscano nelle pastoie burocratiche, nei freni di dirigenze pubbliche fiduciarie di amministrazioni colpevoli di inerzia, mentre le maggiori responsabilità politiche di governo sono attente a Principi, Golfisti, Velisti e Sfilate di moda. Capogruppo Sel in Consiglio regionale

. SARDEGNA QUOTIDIANO

n Angelino il delfino sembra sincero. Lui al “capo” gli vuol bene davvero. Tanto bene. E non passa giorno che, ultimo giapponese nella giungla, l’avvocato non si spenda anima e corpo nell’arringar la platea in difesa del Cavaliere. Lo ha fatto anche sabato, di fronte ai Pidielle lumbard: perché Silvio «è il nostro leader e noi lo difendiamo» ed «è l’ora di restituire affetto e gratitudine». Commovente, per i cultori del genere. Ma c’è anche un’altra verità: Angelino ha paura. Tanta paura. E la responsabilità che gli hanno appiccicato addosso è troppa. Bei tempi quelli da Guardasigilli, spensierati. Allora, tra un processo breve e uno lungo, Silvio chiamava Angelino e gli diceva: «Un giorno tut-

to questo sarà tuo». Angelino sorrideva. Ma non capiva. Oppure non pensava che quel giorno sarebbe arrivato così presto. Cocco di Papi e primo della classe, si viveva fantasticamente. Problemi zero: «Una telefonata a Papi e saprò cosa fare». Stesso copione, oggi: Angelino il segretarino alza il telefonino e... «che devo fare adesso Papi?». Tanto, lo san tutti: un segretario al Pdl, ha lo stesso potere decisionale di un bacarozzo a pancia in su. Ma l’aria ora si è fatta pesante. Angelino l’ha captata. Sudori freddi, palpitazioni. E se Papi se ne va? Aiuto. Un groviglio di serpi, tegole, macigni, tranelli e responsabilità, lo attende sull’uscio. E gli sorride pure, maligno. «Papi ti prego, nun me lassà».

ANGELINO CUSTODE Alfano

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