Il Mosaiko 4-2007

Page 1

Il Mosai K o un

ragazzo

che

scrive

è

un

ragazzo

che

i d s

pensa

Anno 4 - n° 3, Giugno - Luglio - Agosto 2007 Aut. Tribunale di Tortona N° 2/04 reg. periodici del 22/09/2004 Periodico mensile dell’Associazione Il Mosaiko Kids via C. Alberto, 13 - Castelnuovo S. (AL) Direttore responsabile: Antonella Mariotti Stampa: Tipografia-litografia Fadia, via Soldini 12 - Castelnuovo Scrivia (AL)

Il Mosaiko Kids, mensile per ragazzi, si riceve tramite abbonamento annuale, richiedendolo al seguente indirizzo: Associazione Il Mosaiko Kids, via C. Alberto 13 15053 Castelnuovo Scrivia (AL) - Tel. 0131 856018 e-mail: ilmosaiko @tiscali.it

Sul

Il mio regalo per te... Giovanna Spantigati

M

anu occhi dolci, piccolo cerbiatto, scimmiotta curiosa, minuscolo passerotto, sei musica per i miei sentimenti, risvegli la dolcezza, la passione, l’amore per la vita, la speranza. Manu cresce… Nulla è statico, tutto cambia, tutto passa, ma tu sei sempre lì, sempre lì… sempre sereno, sempre dolce, sempre pieno di speranza, ma sei sempre lì… Io sono sempre più stanca, sempre più sola, ho sempre più paura, e tu sei lì… Martina cresce, adesso esce con le amiche… Si, che gioia! Finalmente, 14 anni, le amichette con le quali uscire al sabato pomeriggio, qualche cinema al sabato sera, una pizza qua e là… paroline sussurrate alle amiche, sguardi interrogativi alla vita, cuore che batte quando passa quel ragazzino… Gli anni più belli… La vita ti scoppia dentro, il bisogno di condividere con le amiche, essere amata, essere parte di un gruppo… Ti senti invincibile, fai progetti per il futuro.. “Sai, mamma, da grande io e Sabri vogliamo andare a vivere insieme, ci prendiamo una casa piccolina… Comprarla no, costa troppo, eh? Ma poi ci cerchiamo il lavoro vicino, così abbiamo meno spese…” L’espressione trasognata, il sorriso sulle labbra… il futuro sarà fantastico… Ma tu, Manu, tu? Tu sei sempre lì, nella tua cameretta.. tre finestre, tanta luce, la luce sul mondo… sempre lì, in silenzio, seduto al tuo pc… a cercare amici su internet, a cercare un senso alla tua vita, a dirmi “mamma tu lo sai che ti voglio bene?”, a chiudere la tua porta perché, “è privato!”, a cercare macchine su internet… a scrivere ai tuoi amici disabili … tutti grandi… tanti zii… pazienti, affettuosi, pieni di speranza per te… E tu sei lì… Ma è tutto sbagliato, è tutto dannatamente ingiusto… Gli anni più belli della tua vita dove sono Manu? Gli amici non ti aspettano per una pizza, non ti cercano per confrontarsi con te, non hanno bisogno di te… vogliono solo farti compagnia perché tu, “poverino”, sei così. Fa male vedere la differenza… differenza tra una vita di giochi… e una vita di sogni, la tua. Cosa

ring

per

la

prima

Pugile e donna Combattere un avversario per domare le proprie paure Simona Lucarno

“RAGAZZI CI SIAMO!” LE MIE EMOZIONI PRIMA DEL DEBUTTO

D

omani salirò sul ring per la prima volta.

In un’occasione come questa pensavo che avrei avuto fiumi e fiumi di cose da dire..invece non è così facile..probabilmente lo sarebbe se non fosse che ancora non mi rendo conto che domani salirò per la prima volta sul ring al di fuori degli allenamenti. Mi sembra quasi impossibile che quel momento che ho sognato e provato ad immaginare mille volte negli ultimi due anni sia arrivato davvero.. Combattere è sempre stato il desiderio che mi ha accompagnato in ogni allenamento anche quando ero ancora troppo inesperta per rendermene conto. Ognuno ha delle motivazioni che lo spingono a perseverare con costanza e determinazione in ciò in cui crede..motivazioni che a volte solo lui comprende. La mia motivazione è meritarmi il ring e

continuare a dimostrarlo. Provo una strana sensazione..come di pace e calma apparenti..come se fossi in uno stato d’allerta ovattato, che tiene viva l’attenzione e al tempo stesso mi estrania dalla realtà..E ogni volta che la mente ha un guizzo di lucidità, sento come una scossa che mi manda il cuore in gola e affanna il respiro..e quello che provo non è paura, ma entusiasmo, l’entusiasmo che riempie il cuore e scarica l’adrenalina nel momento in cui realizzi che un sogno si sta avverando. E così l’attesa diventa insopportabile e vorrei già essere a domani.. Intanto accendo lo stereo, faccio ogni volta ricominciare la “mia canzone”..The final countdown..e nel frattempo provo e riprovo davanti allo specchio i miei pantaloncini bianchi bordati di nero, la mia canotta rossa, gli stivaletti e le fasce blu ormai mezze strappate..e posso solo dirvi che questi vestiti emanano magia..Così senza rendermene conto vedo davanti a me il ring sotto le luci bianche e la gente attorno, sento il vociare dei presenti e riconosco gli amici che mi

segue a pag. 3

Pastiglie di trasgressione

pag.2

di Marta Lamanuzzi

L

eggere, ripetere, memorizzare, scrivere, ripassare; ufficio, scadenze, fotocopie, computer, riunioni; lavare, stendere, stirare, cucinare, pulire…basta! Non siamo macchine. È biologicamente dimostrato e unanimemente saputo, anche se non sempre riconosciuto, che nessun essere umano riesce a sopportare per più di un tot, piuttosto limitato, di tempo il giogo dei propri doveri, qualunque essi siano, pratici, economici, anche morali. Si lavora per mantenere la famiglia, ci si allena nello sport per ottenere risultati, si studia per desiderio di sapere (non ridete, forse per qualcuno è davvero così) o per ambizione (anche questo capita) o per compiacere i genitori (contenti?). Questa premessa spiega molti fenomeni che altrimenti resterebbero un gran mistero. Perché vostra madre casalinga ogni tanto si intontisce davanti ad un film

pag. 4

pag. 5

pag.6

pag.7 segue a pag. 2

segue a pag. 2

volta

Basket Castelnuovo ALESSANDRA TAVA, UN ONORE PER I CASTELNOVESI di Marta Sottotetti e Mimma Franco A tu per tu con la scrittrice MOONY WITCHER, VOLARE PER VIVERE! di Federica Marini

I ragazzi del Mosaiko a scuola di danza MUOVERSI CON ARTE di Elisa Setti

Il concorso di poesia “E. Arzani” LA FORZA DEL VERSO di Elisa Setti Roberto Torti racconta le sue regate LA VELA, UNO SPORT A CONTATTO CON LA NATURA IN TUTTE LE SUE FORME... di Beatrice Bianchi


2

A l e s s a n d r a Ta v a n onore per i Castelnovesi Mimma Franco

D

opo il meritatissimo, ma per certi versi inatteso, scudetto “under 19”conquistato con la squadra del San raffaele di Roma, Alessandra sicuramente ha fatto un pensierino alla clamorosa “accoppiata” con la formazione dell’“ under 16”, la sua reale categoria di appartenenza per ragioni d’età. A Salsomaggiore è arrivato il terzo posto, certamente un altro positivo risultato, ma che, conoscendo il carattere vincente di Ale, le ha lasciato un pochino l’amaro in bocca. Per dovere di cronaca e non per esclusivo campanile, Alessandra è stata anche in questa circostanza la trascinatrice della sua formazione, tanto da meritarsi il premio di essere stata nominata nel miglior quintetto di tutte le squadre approdate alle finali nazionali. Ma non c’è tempo per lei ne per rifiatare , ne per adagiarsi sugli allori: infatti già da lunedì 25/06, è presente al raduno della nazionale “under 16” che si sta svolgendo a Pescara fino al 7 Luglio , con 2 amichevoli previste contro la Russia.Pochi giorni di riposo e poi dal 10 Luglio altri 2 tornei , prima con Spagna, Russia e Grecia, poi con Croazia, Israele e Romania. Alla fine di Luglio infine il campionato europeo di categoria, che quest’anno si svolgerà proprio in Italia, a Chieti. Che dire :un’ esperienza magnifica per Alessandra ed un grande onore per noi castelnovesi essere rappresentati in questo modo da una ragazza così in gamba, con ottimi risultati sia nello sport che nella scuola!

A l e s s a n d ra , c h e d i r e d i t e ? Marta Sottotetti Cara Ale, Che dire di te? Che sei alta, bionda, bella, simpatica, allegra tutti lo sanno e lo vedono. Forse però non tutti sanno che sei generosa, dolce e gentile con gli amici, ma anche determinata nelle scelte e che hai una grande forza di volontà. Lo dimostri ogni giorno sia nell’attività sportiva, sia nello studio. Ci conosciamo da quando abbiamo fatto i primi passi fuori casa: avevamo tre anni e frequentavamo la stessa sezione alla scuola materna. Abbiamo subito fatto amicizia e con te sono riuscita presto a vincere la malinconia che provavo a dover restare qualche ora lontano dalla mamma! Siamo state ancora insieme alle elementari e alle medie. Siamo cresciute insieme (tu molto più di me!), abbiamo condiviso tanti momenti felici e anche alcuni tristi, abbiamo frequentato lo stesso gruppo di amici. Siamo sempre state in sintonia su tutto: stessi gusti, stessi interessi, stesso modo di vestire e di comportarsi. Solo in una cosa eravamo e siamo diverse: nella passione per la PALLACANESTRO.

A

suon

di

Io ci ho provato, ho giocato qualche anno, poi ho capito che non era lo sport per me. Tu sai che ho sempre preferito la danza. (A proposito forse pochi sanno che all’età di 5 anni sono riuscita a trascinarti in una palestra di danza e che anche tu hai indossato un tutù rosa. Non tentare di negare! Ho qualche foto che lo prova!). Tu invece hai sempre amato il basket e lo hai praticato con passione e dedizione assoluta. Purtroppo, per me, questa tua passione ti ha portato a fare scelte importanti e ti ha allontanata dal paese. Sei diventata bravissima, richiesta da squadre importanti, giochi in nazionale, partecipi ai campionati europei! Insomma trascorri quasi tutto il tuo tempo sui campi da gioco e così non abbiamo più tante occasioni per vederci. Anche se ci siamo sentite quasi ogni giorno, in questo ultimo anno mi sei mancata moltissimo. Tuttavia la nostra amicizia è così profonda che ogni volta che ci vediamo è come se ci fossimo appena lasciate e tra noi è tutto sempre spontaneo e naturale. Sono molto felice per te perché è sogno di tutti vedere realizzati i propri progetti e le proprie aspirazioni. Già ora puoi essere soddisfat-

musica...

hiusura d’anno a suon di musica per il basket castelnovese. Le “giraffine” guidate dall’istruttrice Giulia Leva , si sono esibite venerdì 8 Giugno in una performance collettiva a dimostrazione di quanto acquisito nel corso dell’anno con il “metodo Bressan”, un innovativo sistema di apprendimento dei fondamentali di basket con musiche e ritmi studiati per tale scopo . A supporto dell’istruttore Franco Balduzzi infatti, Giulia Leva già “azzurrina” Piemonte e convocata più volte nella rappresentativa nazionale under 16 , ha introdotto questa innovazione che ha molto divertito e stimolato le ragazze nella conoscenza e nella pratica dei fondamentali di basket, spesso noiosi se appresi con i metodi tradizionali ma basilari per ogni pratica sportiva.

C

Mimma Franco

ta di te stessa e dei traguardi che hai raggiunto anche a costo di tanti sacrifici e tante rinunce. Conoscendoti, sono però certa che non ti accontenterai e che ti impegnerai sempre per migliorare e per diventare ancora più brava! Sei troppo una grande! È bello aver amici, io non potrei stare senza compagnia, ma un’amica come te è unica e spero che in futuro riusciremo a trascorrere ancora molto tempo insieme senza che tu debba partire per ritiri o tornei! Ti auguro una buona estate e buona fortuna per i tuoi prossimi importanti appuntamenti sportivi! Torna presto… Un bacione. Marta.

Il mio regalo per te... dalla prima, Giovanna Spantigati

sogni, Manu? Anche tu sogni che gli amici passano a prenderti? Dimmi che non soffri, luce del mio cuore, dimmi che la tua vita è bella così, dimmi che non la vorresti diversa… Anche questo mi tocca vedere… Signore, anche questo… non posso assistere impotente alla tua solitudine… Le tue giornate sono la scuola, la terapia, la stanchezza… Piccolo, gracile pulcino, tu mi spezzerai il cuore. “mamma ti voglio bene” Ma io non sono i tuoi amici, non sono la tua ragazzina, non sono il tuo futuro… io non sono la tua vita, io te l’ho solo regalata, la vita…

Pastiglie di trasgressione Marta Lamanuzzi, segue dalla prima

degli anni ’60, ad una trasmissione della famigerata Deusanio o ad un libro trovato nello scaffale dei testi che leggevate in quinta elementare? Perché vostro padre a volte dopo cena si addormenta prima ancora di aver appoggiato la schiena al divano? Perché voi, dopo tre giorni di studio intenso preferite concentrarvi sulla lancetta dell’orologio della scrivania piuttosto che studiare un paragrafo di storia, o ripassare il contorno dei numeri sul diario piuttosto che ascoltare la spiegazione di chimica? Sempre per la stessa ragione: nella società occidentale contemporanea siamo tutti ammalati di stress e necessitiamo di una cura a base di piccole pastiglie di trasgressione per evitare l’insorgenza della nevrosi. Ovviamente in questo contesto si parla di trasgressioni con la “t” minuscola, innocue e legali. Se vedete vostra madre che dà fuoco ai fiori del balcone, o vostro padre che si dondola da una stanza all’altra appeso alle lenzuola legate ai lampadari a mo' di tarzan, o ancora vi ritrovate in una banca con un mitra in mano, non pensate che siano reazioni normali. Tuttavia il bisogno di piccole trasgressioni (pause e ricreazioni, anche apparentemente inutili e per niente edificanti), con moderazione e saltuariamente, va soddisfatto, non solo perché è piacevole e rigenerante, ma anche perché, rinnegandolo troppo a lungo, finiamo per diventare sempre più stanchi, scontrosi e inefficienti. Una vita intensa è come una gara di nuoto, non si può restare sempre in apnea, sono proprio le boccate d’aria, rapide e regolari, a darci l’energia per giungere a fondo vasca in un tempo da record.


3 chiamano..riprovo quel brivido e percepisco i nervi e i muscoli che scattano..ma io sono ancora ferma davanti allo specchio.. Poi la mente va a tutte le persone che mi sono vicine..penso che i pantaloncini mi sono stati regalati dal mio allenatore e accorciati dalla mia amica sarta; che la canotta troppo grande è stata stretta dalla mamma e dalla vicina di casa; che la canzone che ascolto è sul cd che mi ha regalato un compagno di palestra..e così via..fino a che sento tutta questa partecipazione e tanto calore attorno e mi commuovo.. Allora penso che devo dare il massimo e non solo per me..e che davvero non sarò sola. E’ la prima volta che mi sento così protagonista, ma in questo pensiero vi assicuro non v’è nemmeno una goccia di egocentrismo, anzi l’idea mi carica di quel senso di responsabilità che generalmente mi spinge a fare bene le cose. Tante volte mi sono chiesta che emozione si provasse nell’imminenza di un incontro..ho cercato di immaginare e mettermi nei panni di chi saliva sul ring, provando un forte coinvolgimento..per me carpire quelle sensazioni era come afferrare il mistero di un tesoro impalpabile..e ora che anch’io sono chiamata a salire sul ring, mi sembra di non riuscire ancora ad afferrare quel tesoro..Ma forse capirò e sentirò di cosa si tratta solo quando toccherà davvero a me. Il mio maestro dice che noi pugili andremmo premiati tutti solo per il coraggio che dimostriamo salendo sul ring..sono parole che mi rendono fiera del mio sport e mi auguro tanto che questo coraggio non mi abbandoni.. Non ho paura, non sono tesa e quasi mi preoccupo di essere tutto sommato tranquilla. Meglio così certo! C’è da vedere come mi sentirò domani. Capisco ora quanto sia vero che la boxe formi il corpo ma anche la mente. Corpo e mente si allenano e migliorano insieme e per il match sia uno che l’altra devono essere pronti..anche se non sempre è così..perchè troppe varianti entrano in gioco al momento del confronto. Però il pensiero che mi fa restare calma è che sono consapevole di tutto il lavoro svolto, di come questo lavoro sia stato svolto e sono consapevole della competenza di chi mi segue..perciò so che rimanendo concentrata e rilassata ho i mezzi per farcela..e non certo perchè me lo dico da sola! Ho sempre lasciato agli altri l’onore o l’onere del giudicare, quando ne sanno più di me. Se per il maestro sono pronta allora sono pronta. E anch’io mi sento pronta. Giusto o sbagliato questo mi aiuta a mantenere il controllo, per ora.. Un mesetto fa ero decisamente più preoccupata! Ero ossessionata dalla paura di non fare abbastanza; senza contare che l’arrivo della primavera mi ha debilitato tanto..ero sull’orlo della disperazione... ma poi si sa un po’ di razionalità risolve tante cose, se non tutte. Riflettendo sulle mie sensazioni, spesso mi sono chiesta nell’ultima settimana come potrebbe sentirsi la mia avversaria..sarà tranquilla o preoccupata? Si sarà allenata più lei o mi sarò allenata più io? Sarà più preparata lei o sarò più preparata io? Domande che in fondo a me non cambiano nulla perchè non hanno risposta e anche se l’avessero non cambierebbero nulla comunque, perchè devo pensare a me. Ma non immaginate quanto darei per una sbirciatina in una sfera di cristallo..non per vedere il futuro - non voglio mica rovinarmi l’attesa del finale! - ma per vedere come l’altra ragazza vive questo momento..Perchè a volte in un confronto, potendo provare solo le proprie sensazioni e non quelle dell’altro, ci sembra che l’avversario sia una sorta di robot perfetto, impassibile, sicuro nel suo autocontrollo mentre noi vittime di una confusione totale. Invece per evitare che questo capiti devo pensare, come mi suggeriscono, che l’avversaria è come me: anche per lei è il primo incontro e anche lei avrà dentro un turbinio di emozioni. Ed è bello così, le emozioni sono il motore della vita. Tutto sta a gestirle e incanalarle nella giusta direzione, per tramutarle da nemiche ad assi nella manica. Certo non è facile..ci vogliono esperienza e maturità per riuscirci al meglio..ma chissà, la fortuna del principiante magari.....Sappiti controllare e avrai più della metà del match in tasca! E se si controlla anche l’altra come la mettiamo?!? Beh..credo sia piuttosto palese la situazione agrodolce in cui mi trovo..una tranquillità che ha però bisogno di una vena d’ironia per scongiurare i cattivi pensieri..un equilibrio mobile direi, che sembra saldo invece deve fare i conti con elementi che si contrastano..Ecco..mi sento un po’ come una maionese nel frullatore! Gli ingredienti al momento si stanno ben comportando, ma domani impazzirò? E più mi ci addentro in questo paragone e più l’atmosfera si fa surreale..e più capisco che domani, sabato 12 maggio 2007, sarà un gran giorno, nel bene o nel male. E vorrei tanto farlo diventare il mio giorno.. Esattamente un anno fa, il 12 maggio 2006, ho assistito per la prima volta dal vivo ad un incontro di boxe. Stefania stava difendendo a Rezzato il suo titolo mondiale. Quella sera combattere era ancora un miraggio. Non pensavo che un anno dopo sarebbe toccato a me...

E ORA IL RING NON LO LASCIO Le sensazioni, prima, durante e dopo il mio debutto.

E’

qualcosa di assolutamente indecifrabile la sensazione della vittoria. Quasi se non fosse per la coppa che ho davanti nemmeno ci crederei. E’ un fuoco talmente ardente che ti lascia incapace di capacitartene..e se un attimo prima ti sentivi la forza di un drago, diventi improvvisamente fragile. Quel cuore e quella mente, che si sono dati man forte e ti hanno resa viva e de-

dalla prima pagina

Sul ring per conoscersi Simona Lucarno sfida se stessa

terminata, ora cedono e si sciolgono al loro stesso calore. E quella ragazza a cui l’arbitro sta alzando il braccio sinistro in segno di vittoria non sei più tu, perchè invece di vivere quella scena in prima persona ti vedi da fuori, spettatrice di te stessa. Come un aquilone cessato il forte vento si rilassa, così tu ti abbandoni al momento. Tutto ti cede dentro, le gambe tremano, gli occhi brillano. Così che diventa difficile strapparsi al ring, che tanto ti ha stregata. Nemmeno riavvolgendo mille volte il nastro della registrazione riesco a impressionare nella ragione qualcosa da poter dire. Se dovessi parlarvi adesso di quel tesoro impalpabile di emozioni che tanto andavo cercando, vi direi che l’ho trovato, ma che mi è impossibile descriverne lo splendore. Come se certe emozioni non volessero farsi raccontare. Degli attimi prima del match ricordo la sensazione di un tempo che scivola via, di un’imminenza sempre più prepotente del mio turno e di una concentrazione sempre più difficile da mantenere. L’aria elettrica e frenetica, l’attesa che ti sfida, le mani fredde e lo sguardo fisso...Prima di salire sul ring avevo già fatto i conti con me stessa e mai come prima desideravo il confronto. Non volevo che quell’equilibrio che mi ero creata svanisse..volevo sfruttare il momento. Respiri profondi, a pieni polmoni. Poi l’annuncio. Scavalcare le corde assume il significato più diretto di sfida. E da questo momento è di sfida che si tratta. Provo davanti al corpo il magnetismo della competizione, sotto i piedi un’energia amica. Mi sento a mio agio e questo mi infonde la segreta consapevolezza di partire al meglio. Anche se tutto il resto è ancora un’incognita. Ma tra pochi istanti, nei prossimi minuti le mie domande troveranno una risposta..”Boxe!”.... Se non fosse per la registrazione, del match ricorderei molto poco. A parer mio, la mente sul ring inizia a funzionare in modo diverso dal normale. Non procede per ragiona-

menti, ma lavora con input che dalla testa si scaricano come scosse lungo tutto il corpo. E questo per me rende difficile dopo ricostruire le cose. Quasi come quel linguaggio in codice con cui il corpo si gestisce durante l’incontro, diventi all’improvviso incomprensibile una volta finito tutto. Restano però le sensazioni, quelle che mi hanno fatto capire che non posso proprio fare a meno del ring.. Sentire che stai conquistando quello spazio, che stai conquistando l’avversaria. Sentire attorno il tuo nome e le voci che crescono quando aumenti il ritmo..il maestro all’angolo che ti segue e ti sprona..e un flusso che mi attraversa di continuo e mi intreccia all’avversaria unendomi a lei pur nel confronto. Sarà sicuramente per il positivo andare delle cose che il tempo scorre rapido e le tre riprese passano svelte, lasciando inappagata la voglia di stare sul quadrato.. Non ricordo le parole del maestro al suono dell’ultima campanella... la freddezza era già sparita e lo stomaco si chiudeva sempre di più, spingendo in gola e facendomi girare la testa nel momento del verdetto... tanto che non so come ho fatto a stare in piedi. Abbracciare l’altra ragazza subito dopo è stato liberatorio, mi ha fatto sentire troppo bene e già non eravamo più avversarie. Mi sono sentita grata a lei per quest’esperienza e ancor più bello è stato poi scoprire che anche per lei valeva la stessa cosa, quando abbiamo avuto la possibilità di parlare a fine serata. La premiazione da parte dell’Assessore allo sport mi ha fatto definitivamente capitolare e a quel punto le famigerate lacrime sono arrivate, un po’ stemperate dalla gettonatissima domanda che mi è stata fatta da molti e anche dall’Assessore sul ring “Ma non sei parente col maestro Livio?” (abbiamo lo stesso cognome)...ma appena scesa dal quadrato, la commozione rinvigoriva ad ogni amico che veniva ad abbracciarmi. Splendido poi ricevere i complimenti dalla gente, non per manie di protagonismo - anche se naturalmente rende fieri - ma perchè mi ha fatto un immenso piacere aver regalato insieme a Jessica un bell’incontro.


4

Brav issimi i ragazzi del Mosaiko

L

e più calorose congratulazioni ai nostri redattori che hanno brillantemente superato gli esami!

Da sinistra: Sofia Falchetto (Ottimo) Cecilia Mariotti (Ottimo) Elena Pisa “matura” con 75/100 Marta Lamanuzzi “matura” con 100 e lode Davide Varni “maturo” con 93/100.

V

V

A tu per tu con la scrittrice che fa sognare i ragazzi

olare per

ivere

Moony Witcher, un passato difficile illuminato dalla gioia di raccontare

M

oony Whitcher (al secolo Roberta Rizzo) è una scrittrice di libri di avventura per ragazzi. Ho avuto l’onore di incontrarla e intervistarla insieme ad altri suoi lettori. Questo incontro si è svolto nella libreria Ubik, che si trova in Via Emilia a Voghera. Di questa famosa scrittrice, adorata dai ragazzi, finora sono stati pubblicati 5 libri e alcuni diari; inoltre, a Marzo 2007, è uscito un manuale di alchimia e alla fine del prossimo anno un libro (con cd musicale abbinato) adatto alla giovane fascia di lettori, che va dai 6 agli 8 anni. La serie di libri più famosa di Moony è quella dedicata al personaggio di Nina. La storia di Nina è stata ispirata da alcuni eventi della vita dell’autrice: uno di questi ha origine dal suo passato; infatti Nina era una amica immaginaria che teneva compagnia alla scrittrice, quando aveva circa 8 anni. L’idea di scrivere libri risale a pochi anni fa; Moony non ha mai avuto figli, ma sposando suo marito ne ha “adottati” due: Francesco e Alessandra. Un giorno questi bimbi le hanno chiesto di raccontare loro una storia. Lei, non avendo idee, si ricordò di Nina e inventò una avventura con questa protagonista. Il giorno dopo tutti e tre decisero di perfezionare la storia e poi l’autrice scrisse i primi cinque capitoli. Li inviò alla casa editrice Giunti; le risposero che i capitoli erano interessanti e che se avesse scritto dei libri glieli avrebbero pubblicati. Un’altra curiosità sulla vita della scrittrice è che in quinta elementare è stata bocciata, perché la sua maestra non la capiva; lei per “dispetto” al mondo non mangiò più e iniziò a soffrire di anoressia. Nella collana di Nina una frase che viene spesso ripetuta infatti è: “Volare per vivere”. Anche questa frase ha una spiegazione nel passato della scrittrice. Nel corso dell’intervista lei ha ricordato che, l’ultimo giorno passato in quella scuola, era un giorno di pioggia. Tornando a casa insieme a sua madre, ad un tratto, mentre stringeva in pugno l’ombrello, si alzò un gran vento. La bambina era così leggera che si sollevò da terra. Quel fatto alla scrittrice rimase impresso nella memoria e lei pensò che doveva andare via da quel posto dove era stata umiliata per ‘volare’ verso un luogo dove avrebbe vissuto più serena. Con questa frase l’autrice vuole ricordare ai lettori che c’è sempre la speranza di ricominciare una nuova vita volando via almeno con la fantasia. Nella collana di Nina altri pensieri che l’autrice ricorda spesso, anche se a volte in modo implicito, sono che se ci si guarda dentro è più facile risolvere i problemi attuali, che tutto ha un inizio e una fine perché il bello della vita è il vissuto, che essere bambini serve per essere adulti e che l’unica cosa che non manca mai è il pensiero. Nei suoi libri Moony Whitcher ricorda spesso che il male affascina molto e soprattutto usa strumenti che il bene non utilizza, per esempio la persuasione. Secondo l’autrice la persuasione non è uno strumento positivo, perché la verità appare sempre limpida e cristallina agli occhi di tutti e non ha bisogno di esortazione. Dopo la collana dedicata al personaggio di Nina, Moony Whitcher si è dedicata a ‘Geno’. Il suo nuovo romanzo è ambientato nell’Oltrepo’, a differenza di Nina che si svolge a Venezia. L’ispirazione di Geno è arrivata all’autrice mentre era a Barcellona. La scrittrice ci ha rivelato che il suo nuovo romanzo la sta impegnando molto (scrive addirittura dalle 10 alle 12 ore al giorno) ma non sa ancora con precisione se la collana sarà composta da tre o quattro libri.

Federica Marini

Alla fine dell’intervista la scrittrice ha detto che attorno alla metà d’aprile ha organizzato delle giornate per noi ragazzi. La città che ospiterà questo evento sarà Perugia. Mi è piaciuto molto l’approccio delicato della scrittrice con i suoi lettori e soprattutto il fatto che abbia parlato non solo dei suoi libri ma anche di come sia difficile crescere o affrontare la vita restando sempre dalla parte del bene.

Moony Witcher (a sin.) e Federica Marini Sotto: alcuni libri di Moony Witcher


5 I ragazzi del Mosaiko a scuola di danza

IL CUORE ALLO SPECCHIO

Mouversi con arte Si comincia per curiosità e non si riesce più a smettere

Marta Lamanuzzi

Elisa Setti La seguente intervista vede protagonisti tre ragazzi dodicenni di Castelnuovo Scrivia, Cecilia Crivelli, Laura Mandirola e Andrea Marcone, redattori del Mosaiko, che hanno partecipato al saggio di fine anno organizzato dalla palestra “California Dance School Academy” di Margherita Roda con sede a Voghera. Lo spettacolo, che ha visto protagonisti anche alcuni ragazzi del noto programma televisivo “Amici”, ha avuto luogo giovedì 21 giugno al “Cowboys Guest Ranch” sempre a Voghera.

I

La prima intervistata è Cecilia Crivelli, una ragazza timida e tranquilla ma dotata di un bel sorriso furbo e tanta voglia di raccontare la sua esperienza. Quando è nata la tua passione per la danza? Ho deciso di iniziare a frequentare i corsi tre anni fa dopo aver assistito ad uno spettacolo di Laura, una mia amica che ha partecipato con me a questo saggio di fine anno, ed è stata subito passione. Quando ballo riesco ad esprimere al meglio le mie emozioni. Conservi il ricordo di qualche emozione particolare legata alla danza? L’emozione più bella che ricordo è quella legata al mio primo saggio, un’esperienza unica, che credo non dimenticherò mai. Pensi di continuare a frequentare i corsi? Sicuramente si, siccome la danza per me sta diventando non solo un hobby ma vera e propria passione. Hai qualche sogno nel cassetto? Viaggiare, girare il mondo e magari riuscire ad andare a vivere nel luogo che mi ha colpito di più. Seconda intervistata Laura Mandirola, fisico da ballerina e “veterana” della danza. Quando hai iniziato a praticare questo sport? Frequento corsi di danza da quando avevo tre anni. È stata mia madre ad iscrivermi e ad avvicinarmi a questo sport che ormai, si può dire, fa parte della mia vita. Preferisci la danza classica o moderna? Frequento i corsi di entrambe le specialità ma posso dire di preferire la più complessa ma elegante danza classica. Emozioni particolari legate alla tua esperienza? Mi emoziono sempre in modo diverso ad ogni nuova coreografia e quindi anche una semplice lezione di danza infrasettimanale mi regala sensazioni uniche. Riesci a conciliare lo studio con lo sport? Si, cerco di ottenere buoni risultati a scuola come nella danza e mi impegno ugualmente in entrambe le cose cercando di conciliarle: spero di riuscire a fare lo stesso anche negli anni a venire. Sogni nel cassetto? Mi piacerebbe esibirmi alla scala ed incontrare il famoso Roberto Bolle, e chi non lo vorrebbe? Terzo intervistato Andrea Marcone, uno dei pochi ragazzi appassionatisi a questo sport che, troppo spesso nella nostra realtà, viene considerato prerogativa femminile. Da quando frequenti corsi di danza? Questa esperienza è iniziata due anni fa quando mi sono reso conto di provare un certo interesse per questo sport così ho deciso di provare ad iscrivermi in palestra e ne sono contento visto che mi trovo molto a mio agio. Altri compagni maschi frequentano il tuo stesso corso? Si, al momento ho un solo compagno ma ho comunque legato anche con le ragazze del mio corso. Quest’anno, durante lo spettacolo, sono stati proposti vari musical e tu sei stato protagonista di uno di questi… Quale? In “Sette spose per Sette fratelli” ho interpretato Adamo, il protagonista. E’ stato divertente. Hai un sogno nel cassetto? Vorrei arrivare ad essere bravo quanto Roberto Bolle che ammiro moltissimo.

Dall’alto al basso: Cecilia Crivelli insieme a Cristo Martinez, il noto ballerino della trasmissione televisiva “Amici”.

In basso da sinistra: Cecilia Crivelli, Andrea Marcone e Laura Mandirola alla redazione del Mosaiko.

Foto Elena Pisa

Laura Mandirola in costume pronta a entrare in scena.

l luogo che circonda l’uomo, sia esso d’acqua, di terra o di mattoni, nei suoi innumerevoli volti, è un soggetto letterario molto quotato. Chiaro, fresco e dolce ha accarezzato con le sue acque la Laura di Petrarca; impregnato di vita e luce limpidissima, festante di vendemmia, ha rallegrato Firenze nei Sepolcri di Foscolo; lontano e severo ha straziato il cuore di chi, come Romeo, ne è stato esiliato; infinito ha dissetato il bisogno disperato di immaginazione di Leopardi e materno ha protetto il giovane Pascoli come il nido protegge le tenere ghiandaie. Talvolta i luoghi evocano o alludono, come quello della Sera fiesolana di D’Annunzio che, con il “fruscio che fan le fratte”, evoca il mistero bisbigliato dalla natura all’uomo; altre volte sono correlativi oggettivi, come il rivo strozzato di Montale, che incarna l’arido male di vivere. Il disincantato lettore moderno probabilmente legge straordinaria fantasia e amabile finzione letteraria nella personificazione di un luogo, tuttavia, come scrisse Ungaretti “poesia è il mondo, l’umanità, la propria vita, fioriti dalla poesia” ma soprattutto “la limpida meraviglia di un delirante fermento”. Non siamo tutti poeti e magari non sappiamo comporre limpide meraviglie, ma siamo umani, in carne, ossa e deliranti fermenti. La realtà urbana in cui viviamo senza dubbio non è suggestiva come i loci amoeni dell’antichità, ma è solo a causa del ritmo frenetico che la nostra società ci impone che spesso non ci accorgiamo che l’ambiente che ci circonda è lo specchio della nostra anima. Noi stessi, proiettandovi di continuo le nostre emozioni gli diamo vita. Così la pioggia salterella giocosa e vivace quando siamo allegri, mentre ladra spregevole si trascina via i nostri ricordi in un rigagnolo e dentro il tombino se lui o lei ci hanno lasciati. Il sole ci sorride attraverso il finestrino dell’auto se stiamo partendo per una vacanza, mentre quando siamo in costume sulla spiaggia, ci scruta da ogni parte, spietato, mettendo a nudo i nostri difetti. Della città ascoltiamo la musica della nostra serenità o il frastuono del nostro cieco dolore, ora ci sembra che si diverta di voci e di colori, ora, avendo notato una crepa o un muro scrostato, che si stia sgretolando impotente. Nessun luogo in cui ci troviamo è una scenografia immobile e inespressiva, quando ci sembra tale in realtà esprime il nostro senso di solitudine e mancanza di conforto. Ogni ambiente esterno è in simbiosi con l’interiorità degli uomini, trasfigurato dalle loro emozioni, dai ricordi dai sogni dell’avvenire. È affascinante pensare che persino il più celebre ritorno dalla rocca di Troia, quello di Ulisse, non sia stato altro che il riflesso allucinatorio di un’indole tumultuosa.


6 Scoprire un linguaggio eterno

La forza del verso Le redattrici del Mosaiko al concorso di poesia “Emilio Arzani”

Bolle di sapone

Federica Marini

Le bolle di sapone Si gonfiano d'aria e chiamate dal cielo salutano la terra... Tra le nuvole si rincorrono, colorate e spensierate, mentre salgono sempre più su... Ma il loro tempo è breve: termina incontrando le stelle.

Elisa Setti

Il coraggio

F

ederica Marini, studentessa castelnovese, si è classificata al secondo posto del premio di poesia “E. Arzani”, indetto ogni anno dalla scuola media F.M. Baxilio di Castelnuovo presso la quale ha frequentato la classe prima.

Coraggioso o pappamolla il coraggio non è bianco. E’ l’amico che non molla e lo trovi al tuo fianco. Il coraggio è stare soli dalla parte di chi perde. Il coraggio è dire rosso quando tutti dicon verde. La paura ed il coraggio son parole confinanti, ma con una torni indietro, e con l’altra vai avanti.

Qual è il titolo della tua poesia e che argomento tratta? La poesia si intitola “Le bolle di sapone”, un titolo esplicativo, che racchiude in sé l’argomento dei versi che lo seguono. In realtà non vi è un riferimento vero e proprio all’immagine concreta delle bolle di sapone ma piuttosto alle suggestioni e pensieri che queste evocano. A cosa ti sei ispirata per comporla? L’ispirazione è partita da un’immagine assolutamente comune e vale a dire quella di una bambina intenta a soffiare bolle di sapone nell’aria. In quel periodo cercavo uno spunto per scrivere una poesia con l’intento di partecipare al concorso indetto a scuola e quindi ho deciso di ispirarmi a quella particolare immagine che mi aveva, nella sua semplicità, colpita.

Il tuo posto vuoto

Cecilia Crivelli

Il tuo posto vuoto fa risuonare la tua voce, riaccende il tuo sorriso, rallegra i miei pensieri.

Sicuramente l’esserti classificata al secondo posto del premio di poesia è stata una bella esperienza… Cosa hai provato quando ti hanno comunicato la tua vincita?

Il tuo posto vuoto sulla poltrona, accanto alla finestra, è ancora tuo.

Sono rimasta piacevolmente colpita da questo secondo posto tanto più che avevo inviato la mia poesia senza nessuna aspettativa di vittoria. Ovviamente anche la mia famiglia, amici, compagni di classe e insegnanti ne erano molto felici e si sono complimentati con me per il buon risultato ottenuto.

Oltre il mare

Ti piace scrivere poesie e lo fai abitualmente?

Cecilia Mariotti

Silenzio sulla spiaggia. Lontana da tutto e da tutti. Sola. Davanti a me solo acqua. Acqua e cielo. All’alba sono uguali... Un’unica distesa.

Si, mi piace scrivere poesie ma comporle non è una vera e propria abitudine. Non sempre trovo qualcosa da poter esprimere in versi sulla carta e quindi mi limito a preparare qualcosa in occasione di concorsi come questo. Hai qualche poeta o poesia preferiti?

E’ l’infinito? Esiste l’immortalità? No, l’uomo muore. Anche io morirò. Eppure sento che esiste un universo oltre questa vita finita.

Non posso dire onestamente di provare una preferenza per un poeta in particolare ma la poesia mi interessa comunque molto come genere letterario soprattutto verso i brani che trattiamo a scuola. Un’ultima domanda…. Come impiegherai il denaro della vincita? Ho le idee chiare in proposito. Una parte del denaro la conserverò e investirò il resto nell’acquisto di qualche testo utile alla biblioteca della scuola dove mi reco spesso con la mia classe.

Laura Mandirola

Federica Marini (in alto) e Elisa Setti

E’ allora che mi scende dagli occhi una perla lucente, cade nel mare e diventa eterna.


7

La vela

Beatrice Bianchi

Uno sport a contatto con la natura in tutte le sue forme

C

on grande piacere ho avuto l’occasione di fare un’intervista ad un campione, Roberto Torti, classe 1968, che è sposato con Pamela, ha un figlio, Leonardo, e abita a pochi isolati da me a Isola sant’Antonio. Ha gareggiato per la regata velica della Millevele Telecom Italia (finanziatore della Luna Rossa) organizzata dallo Yacht Club Italiano (circolo rivale nell’America’s Cup), svoltasi nel porto di Genova. Dopo questa presentazione ci si potrebbe aspettare di avere a che fare con un uomo molto ambizioso e vanitoso, e invece mi trovo di fronte a un ragazzo aperto e molto modesto, innamorato della sua famiglia, del suo lavoro di geometra e naturalmente della vela.

è normale, e quindi puoi fare anche un equipaggio fisso, ma è chiaro che non è sempre così e molte volte ti trovi a gareggiare insieme a persone che non conosci affatto. Che ruolo occupavi nella squadra nell’ultima vittoria? E da chi era composta? E che rapporto avete? Nell’ultima vittoria io ero lo skipper, cioè il capo-squadra, ed anche il timoniere, mentre gli altri, tutti Liguri, erano: Davide Fazio che era il prodiere ossia addetto alle manovre di prua (tutte quelle operazioni che si eseguono nella parte anteriore della barca); Claudio Rossi che regolava la scotta del fiocco ovvero la vela di prua; infine Diego Cerruti che regolava la scotta della randa, vale a di-

re mi ha portato alla vela perché è il modo migliore per assaporare tutta la natura che hai attorno: sei senza rumore e ti muovi con le vele insieme al vento. Quindi grazie alla passione per il mare e al piacere che trovo nella natura mi sono dedicato senza esitazione a questo sport che, ritengo, sia l’unico che ti permette di assaporare pienamente entrambe le sensazioni. Quali altri appuntamenti ti aspettano per questa stagione? Domenica 24 giugno avevo una regata ad Albisola, poi ad Albisola ne ho ancora una a luglio ed una a settembre, successivamente bisognerebbe trovare il gruppo giusto per fare la Barcolana ad ottobre a Trieste perché è una grandissima festa per tutta la città che raccoglie circa 2000 barche e con migliaia e migliaia di persone tra regatanti, amici, e semplici appassionati e spettatori; anzi, per chi ama Trieste quello è il periodo migliore. Come concili la famiglia, il lavoro e lo sport? Al primo posto c’è la mia famiglia e, dopo il lavoro, il tempo che rimane è poco. Poi avendo un figlio di 3 anni e mezzo, non resta che una parte piccolissima a disposizione. Quindi appena c’è la possibilità vado al mare, non in spiaggia, a fare un giro in barca. La speranza è che anche il bimbo si possa appassionare a questo sport. Qual è stata la tua prima vittoria? La mia prima vittoria da skipper e timoniere risale al 2001, al trofeo Città di Celle Ligure; prima ce n’erano state altre ma come membro dell’equipaggio in diversi ruoli. Progetti per il futuro? No... È una piccola passione, poi il resto che verrà sarà solamente in più, perché io la prendo con molta tranquillità, e non ho grossi piani per il futuro. Qual è il tuo pensiero su uno sport come la vela? Onestamente più che uno sport è un modo di vivere. Certo che se tu vai in un porto e vedi 200 barche a vela ormeggiate là che non si muovono, dove magari non ci sono nemmeno i velisti o magari se ci sono non sanno come si usa ed hanno un marinaio che li fa andare o li porta in giro e gli regola le vele... Invece chi va a vela ed ha veramente la passione, tende ad adottare nella vita gli atteggiamenti che il mare gli impone e cioè rispetto della natura, adattamento ai suoi tempi, senso di responsabilità, autocontrollo ecc.. Andare per mare, a vela, ti insegna come uscire da situazioni critiche, affrontare problemi immediati e confrontarti, in spazi ristretti, con le altre persone a bordo e son tutte problematiche che ritrovi nella vita quotidiana.

Dall’alto in basso: Concentrazione prima della partenza A Genova nel 2004 Sulla banchina. Roberto Torti nelle foto è il primo da sinistra

re la vela di poppa (parte posteriore della barca), quella che normalmente è la più grande nelle barche. Diego e Davide sono molto giovani e bravi, fanno solamente regate e nel periodo di agosto (che è il mese senza regate importanti) loro sono istruttori di vela. In quell’occasione la barca era di media lunghezza, ma esistono barche grandi in cui regatano più di dieci persone o barche più piccole dove le persone possono essere anche solo due. In questo caso bastavamo noi quattro e siccome siamo anche amici ci divertiamo, perché l’importante è divertirsi ma se si vince è anche meglio!!!

Come è nata la passione, la squadra e quali ostacoli hai incontrato nel tuo cammino? Avevo una grande passione per il mare, tanti anni fa, e nel 1994 circa ho iniziato ad avvicinarmi alla barca a vela, nell’anno seguente ho intrapreso un pò di corsi per riuscire ad avere la patente nautica ed ho cominciato ad andare sulle barche grosse e poi sono tornato alle barche piccole perché ho capito che se non impari bene su quelle piccole sulle grosse hai molta difficoltà. Non ho incontrato molti ostacoli perché è uno sport normalissimo dato che chiunque lo può praticare. Per la squadra funziona così: inizialmente ci si iscrive ad un circolo e ti danno una tessera della federazione vela e quindi gareggi per quel determinato circolo. Io dapprima ero membro della Lega Navale di Alessandria, quindi sono stato iscritto ad un circolo sul Lago Maggiore, e dal 1998 sono iscritto al Varazze Club Nautico. Nei circoli conosci parecchia gente e con qualcuno leghi di più,

Che emozione provi prima, durante e dopo una regata? L’emozione iniziale è la tensione perché vedi intorno a te molte imbarcazioni, alla regata della nostra vittoria erano 315, e poi c’è la responsabilità di quello che stai facendo e la responsabilità per l’incolumità delle persone che hai a bordo; perché alcune volte ci può essere il mare calmo ma quando c’è il mare mosso e c’è il vento ti puoi, purtroppo, anche fare male o danneggiare la barca. Poi quando danno il segnale di partenza prevale l’aspetto agonistico e ti dimentichi di tutto, essendo concentrato solo su quello che stai facendo. Mentre l’emozione del dopo è principalmente la soddisfazione della vittoria. Quali altri sport hai praticato prima della vela e quando hai capito che era importante per te, visto che non abiti in un posto di mare ma bensì in bassa Valle-Scrivia? Ho praticato calcio e sci ma non a livello agonistico, ho frequentato poche lezioni di tennis, poi quella passione per il ma-

Cosa consigli ai giovani che vogliono intraprendere questo sport? Sinceramente se ad una persona piace il mare e la natura, lo sport della vela gli verrà poi automatico praticarlo. Ma questo sport non è molto facile proporlo perché è lento, non dà sensazioni forti immediate ed hai difficoltà per le prime volte ad abituarti perché si può anche soffrire il mal di mare. Occorre un minimo di predisposizione ma, se questa c’è, la passione verrà sicuramente e più forte che in qualsiasi altro sport. Sogno nel cassetto? No, assolutamente, è una passione nata così, non la esaspero e quando ho tempo ci vado. Se viene qualcosa in più, tanto meglio. Per me va benissimo anche così. Poi bisogna dire che se vuoi fare di più, e coltivare qualche sogno, devi trovare gli sponsor e non è assolutamente facile, in giro ce ne sono molto pochi siccome la vela non ha ancora raggiunto una grande visibilità mediatica. Un saluto per i ragazzi di MosaiKo Kids!!! Naturalmente saluto tutti… e sono invitati per un giro a vela.

“Matura” con 84 ongratulazioni da tutta la redazione de Il Mosaiko Kids a Alessandra Santi di Isola S. Antonio, “matura” con 84/100.

C


8

Una gita a Gardaland Sicurezza e qualità

APERTURA NUOVA SEDE A CASTELNUOVO SCRIVIA via Roma, 29

M

algrado il tempo non promettesse nulla di buono, con il nostro arrivo a Gardaland è spuntato il sole!

Certo è che questa gita si è rivelata veramente speciale: il posto è meraviglioso per noi ragazzi, ma bellissimo è stato il viaggio in pullman specialmente al ritorno: lo stare insieme il ridere e lo scherzare ci ha unito in questa grande esperienza. GRAZIE MIMMA PER AVER ORGANIZZATO LA GITA!!!!!! Federico Maggi

Patentino Ciclomotore Corsi ADR

foto Elena Pisa

Corsi recupero punti

Pratiche Patenti Corso della Repubblica n° 56 Tortona AL Tel 0131820316 Fax 0131821980

razie ragazzi per avermi regalato i vostri sorrisi, le vostre gioie, la vostra spensieratezza, il vostro umorismo e, soprattutto, la vostra voglia di vivere!

G

Un giorno davvero speciale, in cui ho ritrovato i colori dell’infanzia, ho sentito nuovamente l’intensità del gioco e la felicità della scoperta. Quante emozioni! Sì, l’emozione, quella che ci esplode dentro e che ci toglie il fiato, quella che ci riempie l’anima. Ragazzi, la vita è un telo Cartongesso e controsoffittature di vari tipi bianco, copritelo con i colori che più vi piacciono!

Decoratore - Progettista d’Ambienti

Claudio Bertoletti

Imbianchino

Via Mazzini, 72 15050 Isola Sant’Antonio (AL) TEL. 0131 857259 338 7592232

o I l M o s a iK

i d s

s

A

Un caloroso benvenuto a tutti i nuovi ragazzi che sono entrati da oggi nel mondo del Mosaiko Kids. Da Castelnuovo: Elisa Setti, Marta Sottotetti, Andrea Botosso, Alberto Pelizzari, Matteo Santi. Da Isola S. Antonio: Beatrice Bianchi. Da Valenza: Elena Mazzucco.

Associazione Il Mosaiko Kids Via C. Alberto, 13 15053 Castelnuovo Scrivia (AL)

s

Mimma Franco

POESIA DI PRIMAVERA di Marco Mandirola La primavera è una ragazza che balla in un campo di fiori profumati e colorati. La primavera è una farfalla che vola nel cielo limpido e azzurro. La primavera è come un fiore che sboccia in un prato verde. La primavera è come una rosa rossa e delicata rosso come il colore della gioia e dell’allegria.

i a z i o e

BUONE VACANZE A TUTTI!

n

Internet: www.autoscuolazinzi.it

Momenti indimenticabili!

o

Email: info@autoscuolazinzi.it

Castelnuovo Scrivia AL Fax 0131821980

c

Via Roma n° 29 Tel 3484073088

Una Giornata a Gardaland

Vietato riprodurre senza autorizzazione testi, fotografie e impostazione grafica

Progetto grafico e impaginazione: Associazione Il Mosaiko Kids Fotografie: Riccardo Torti, Cecilia Crivelli, Elena Pisa, Manuela Gandolfi. Redazione Direttore Resp.: Antonella Mariotti. Presidente: Mimma Franco. Giovanna Spantigati - Marta Lamanuzzi - Livia Granata - Elehanna Silvani - Simona Lucarno - Davide Varni - Elena Pisa - Claudio Bertoletti - Elio Pisa - Manuela Gandolfi - Paola Picena - Riccardo Torti - Andrea Botosso - Elisa Setti - Marta Sottotetti - Beatrice Bianchi - Alberto Pelizzari - Elena Mazzucco - Andrea Accatino - Valeria Milanese. Piccoli Piccoli Cecilia Crivelli - Chiara Fossati - Alessandro Setti - Cecilia Mariotti Martina Ruta - Sofia Falchetto - Daniele Accatino - Federica Marini Marta Chiapedi - Laura Mandirola - Marco Mandirola - Irene Gavio - Andrea Marcone - Riccardo Allegrone - Chiara Ghibaudi - Riccardo Tosino - Federico Maggi - Giacomo Maggi - Andrea Tava. Segreteria Elena Pisa.


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.