FUOCO | pasionaria monograph

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maginarium

issn 2282-3727

monografie visionarie

numero tre gennaio - marzo 2014

aleksandra zaborowska, This is not Wonderland


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visioni  la carte «Non so ne quando, ne perchè, ne come mi ha preso so solamente che un giorno s'è acceso e libero mi ha reso immune alle mode di costume e alla coscienza spenta che rimane un mal comune nella mia città. Esente mi rende dal contagio della uniformità ideologica, statica, arida e guida ogni mio gesto, scrive ogni mio testo, e quando tutto è freddo io bollente resto.»

emanuele forzese

02 architettura.

ragione e passione per

34 concept-able

professione raif kaya

07 cinema. incendio in sala! 11

dalila zanca

estetica del colore. il colore del fuoco è arbitrario

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barbara dragoni

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valentina dragoni

illustrazione. il fuoco della creazione

40 textcloud 41

aphorismarium

42 wunderkammer

(Il mio fuoco – Articolo 31)

letteratura. ma non liberarci dalla passione madelaine serravalle

20 mitologia. la furia dei titani valentina forzese

25 moda. fire! la moda gioca col fuoco fortunato giovine

29 poesia. la poesia brucia

43 doppio editoriale

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ARCHITETTURA. RAGIONE E PASSIONE PER PROFESSIONE Parole Chiave Ragione, Passione, Jane Austen, Progettista, Pratica artistica, Frank Lloyd Wright, Prostituzione, Archistar, CAD Monkey, Oscar Niemeyer, Atto politico, Esistenza umana, Helio Piñon, Committente, Competenza tecnica, Verità, Bellezza, Amore, Alvar Aalto, Idee, Immaginare

Emanuele

forzese

consulente e progettista di scenari e spazi abitativi

«Bisogna immaginare, chiacchierare soltanto non serve: bisogna azzardarsi e mostrare ciò che sappiamo fare.» Oscar Niemeyer, 2012 bibliofila (o biblio-dipendente se vi pare… smet terebbe volentieri se trovasse un libro che gli insegni come fare), p e n s at o r e ( “ c i a r l o s o f o ” suonerebbe più realistico ma meno poetico), talentuoso nel tormentarsi intellettualmente mediante domande e provocazioni concettuali, trascorre il suo tempo esplorando costantemente i significati e le relazioni che legano tra loro l'architettura, la ricerca, il territorio e l'esistenza.

Secondo alcuni critici il romanzo Ragione e sentimento – incentrato sul contrasto tra i caratteri delle due sorelle Dashwood, ovvero la razionalità di Elinor contro l'emotività di Marianne – nasce con una struttura incerta poiché l'autrice Jane Austen a un certo punto della stesura non riesce più a decidere quale delle due caratteristiche debba prevalere sull'altra. Tale incertezza pervade anche l'immaginazione architettonica nella contemporaneità, dove l'eterna battaglia tra ragione (del mestiere) e passione (per l'arte) sembra procedere verso il deterioramento dello scopo primario per l'architettura, pratica artistica che si avvale delle competenze tecniche per conferire identità, significato e struttura allo spazio che l'uomo abita. «Non c'è niente di sbagliato nell'architettura di oggi perché ci sono cose meravigliose. Quello che c'è di sbagliato nell'architettura sono i cattivi architetti». [Giò Ponti, 1961; in Longobardi, 2009] Ciò che consente di distinguere il “buono” dal “cattivo” progettista è una capacità di pensare lo spazio che sia al contempo animata dalla passione e guidata dalla ragione. Infatti, come afferma Karl Marx [in Donà, 2000], «l'ape fa

ARCHITECTURE. DESIGN WITH SENSE AND SENSIBILITY KEYWORDS: Reason, Passion, Jane Austen, Designer, Artistic Practice, Frank Lloyd Wright, Prostitution, Architectural Celebrity, CAD Monkey, Oscar Niemeyer, Political Action, Human Existence, Helio Piñon, Customer, Technical Competence, Truht, Beauty, Love, Alvar Aalto, Ideas, Imagining The novel Sense and Sensibility describes the collision between the two Dashwood sisters – Elinor's rationality against Marianne's emotionality – without making it clear which of the two prevails over. Similarly, in contemporary architectural imagination the eternal battle between reason (of profession) and passion (for art) proceeds against the primary purpose of architecture: giving identity, meaning and structure to space inhabited by man. Wich is today the flame lighting and feeding the fire of architectural designer? In 1931 Frank Lloyd Wright points out that architecture sells oneself as a prostitute in order to getting a job: some artists makes art for the power and the glory, others makes art for the art itself. The research of power creates two phenomena in architectural practice: on the one hand the architectural celebrity, or designer animated by the fire of media and social recognition in belonging to architectural star-system through the unending production of sensational images and marketable icons. On the other hand the CAD Monkey, or somebody who has gone through years of difficult and strenuous education in engineering, architecture, or a similar field only to wind up with a mindless and repetitive job where they do one task on a computer drafting program over and over again. For architectural celebrity and CAD monkey the passion's fire is transformed into martyrdom's stake: submissed to the rationality that makes them respectively machine à impressionner and machine à dessiner, they forget that architecture should be the research of truth through the practice of beauty in forms, spatiality and materials. Is it yet possible designing with sense and sensibility?


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Riferimenti visionari Austen Jane, Sense and Sensibility, 1811; ed. it. Ragione e sentimento , Corbellini Giovanni, Grande &

vergognare molti architetti con la costruzione delle sue cellette di cera. Ma ciò che fin da principio distingue il peggiore architetto dall'ape migliore è il fatto che egli ha costruito la celletta nella sua testa prima di costruirla in cera».

veloce. Strumenti compositivi nei contesti contemporanei, Roma,

Quale fiamma accende e alimenta oggi il fuoco del progettista architettonico?

Milano, Mondadori, 2010.

Officina Edizioni, 2000. D o n à M a s s i m o , I l fa r e perfetto. Dalla tragedia d e l l a t e c n i c a all'esperienza dell'arte, in Cacciari Massimo, Donà Massimo, Arte, tragedia, tecnica, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2000. Longobardi

Giovanni,

L'architettura non è un martini , Roma, Mancosu, 2009. Niemeyer Oscar, Il mondo è a cura di Riva Alberto, Milano, Mondadori, 2012.

ingiusto ,

Piñon Helio, Teoria del proyecto, Barcellona, 2006; ed. it. Teoria del Progetto, a cura di Sebastiano D'Urso, Santarcangelo di Romagna (RN), Maggioli, 2009. Wright Frank Lloyd, Two Lectures on Architecture, 1931; parzialmente contenuto in: Casabella, n. 784, Dicembre 2009, numero monografico “A scala minore”. http://www.urbandictionary.co m/define.php?term=cad%20mo nkey

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Già nel 1931 Frank Lloyd Wright osserva che «L'architettura batte le strade come una prostituta perché “ottenere un incarico” è divenuto il fine più importante. In architettura l'incarico dovrebbe trovare la persona e non la persona l'incarico». Negli ultimi tempi si può addirittura dire che le vie della prostituzione – per i progettisti, ma non solo – siano diventate infinite: nella pratica artistica da sempre si distinguono coloro dediti all'arte per ottenere il potere e la gloria da coloro che fanno l'arte per l'arte medesima, soddisfacendo in tal modo l'impulso interiore a creare ed esprimere se stessi. L'esercizio della pratica architettonica per il potere vede manifestarsi due fenomeni estremi: da una parte troviamo le cosiddette archistar, ovvero progettisti animati dal fuoco del consenso mediatico e del riconoscimento sociale di appartenenza allo star-system dell'architettura, che li induce a sfornare incessantemente immagini sensazionali per i media e icone commerciabili sul mercato, nell'affannoso tentativo di mantenere alta l'attenzione su di sé, mentre l'atto ponderato del costruire per abitare diviene marginale, come osserva Gino Valle [in Corbellini, 2000]: «L'architettura esiste solo in quanto pubblicata. Ci sono architetti che fanno qualsiasi cosa per finire sulle riviste, perché sanno che esistono solo quando sono pubblicati, e quello che è pubblicato è un'altra cosa rispetto al costruito, completamente un'altra cosa».

Hugh Thomson, illustrazione del romanzo Sense and Sensibility (immagine da austenonly.com)


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extra C l e m e n t e M at t e o , G l i a r c h i t e tt i … d o v r e b b e r o ammazzarli da piccoli, Robin, 2006. Rudofsk y

Bernard,

Architecture without a r c h i t e c t s , N e w Yo r k , Doubleday & Company, 1964; ed. it. Architettura senza

a r c h i t e tt i . U n a b r e v e i n t r o d u z i o n e a l l ' a r c h i t e tt u ra “ n o n b l a s o n ata ” , N a p o l i , Editoriale Scientifica, 1977. Silber

John,

ed.

it.

Architetture dell'assurdo. Come il “genio” ha tradito l'arte al servizio della comunità, Lindau, 2009. Wolfe Tom, ed. it. Maledetti

architetti. Dal Bauhaus a casa nostra, Mil ano, Bompiani, 2001.

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Il fenomeno diametralmente opposto è quello del CAD monkey, termine ormai entrato a far parte del gergo tecnico per designare coloro che, dopo anni di difficile e faticosa formazione nelle scuole di ingegneria e di architettura, si ritrovano a svolgere un lavoro automatico e ripetitivo che prevede l'esecuzione più e più volte di un solo compito su un programma di disegno assistito dal computer. Costretto a battere la strada dell'anonimato, l'aspirante progettista si riduce così a mero operatore informatico che – nella più ottimistica delle ipotesi per poche centinaia di euro al mese, nella peggiore invece come stagista non retribuito – produce render in quantità industriale al servizio di quel professionista già avviato da tempo che rincorre il successo sperando un giorno di accedere all'olimpo delle archistar. Ciò che accomuna entrambi i fenomeni, è il mutamento del fuoco della passione in rogo del martirio, secondo quella logica dantesca nota come “legge del contrappasso”: l'archistar è mossa tumultuosamente dalla bufera che scatena la lussuria del successo a cui ha ceduto, invece la CAD monkey è costretta dalla propria pusillanimità a fissare uno schermo giorno dopo giorno, entrambi perdendo di vista il senso originario della loro azione. Sottomessi alla razionalità che li rende rispettivamente machine à impressionner oppure machine à dessiner, essi percepiscono sempre più come un'eco lontana quella passionalità auspicata da Oscar Niemeyer quale motore per l'azione attraverso l'architettura: «L'architettura è un pretesto. Importante è la vita, importante è l'uomo! Eppure, l'architettura può avere una funzione politica, proprio perché si occupa dell'uomo e della sua maniera di vivere. […] Io penso che la questione politica faccia parte di qualunque professione, e a maggior ragione dell'architettura, dal momento che l'architetto agisce in uno degli ambiti fondamentali della vita dell'uomo: quello sociale. La città, la

scena del film Gentlemen prefer blondes di Howard Hawkes, 1953

Architexts, Keep it simple, stupid, 2013 (immagine da architexts.us)


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convivenza, l'esistenza quotidiana e lo spazio di ognuno di noi, sono il suo campo di battaglia. Qui, l'architetto può prendere posizione e lottare». Il progettista deve dunque prendere coscienza di come trasformare la propria professione in atto politico, ma poiché di fatto gli viene negata – o si nega, facendosi distrarre da altre questioni – l'azione profetica di dare forma allo spazio esistenziale dell'uomo, egli finisce per attraversare una crisi di identità che lo induce a convertirsi, secondo Helio Piñon, «in un esperto in trucchi e belletti che – come colmo dei mali – l'Amministrazione impone a chi si propone di edificare: in realtà, assume il ruolo di un commissario estetico, esperto in amministrare gli arbìtri della moda». Spesso nell'opinione comune l'architettura viene pensata non tanto come modalità specifica per costruire quanto piuttosto in termini di surplus estetico da sovrapporre all'edificio, aumentando in tal modo il divario tra il progettista e il cliente: quest'ultimo detta arbitrariamente le proprie preferenze al cui il primo aderisce per garantirsi la sopravvivenza economica e per l'incapacità di far prevalere idee che spesso non sono tali, e nemmeno proprie. A mantenere il divario non è la differenza tra i rispettivi gusti, bensì il mancato riconoscimento da parte del committente della competenza tecnica del progettista nell'affrontare i problemi specifici dell'architettura, che vanno ben oltre le questioni di gusto, e conseguentemente nell'offrire soluzioni reali finalizzate alla qualità dell'abitare. L'obiettivo primario dell'architettura è la ricerca della verità attraverso l'esercizio della bellezza nelle forme, nelle spazialità e nei materiali, e il successo di tale ricerca dipende inevitabilmente dalla quantità d'amore riversato in essa, come ci insegna Alvar Aalto [in Longobardi, 2009]: «Quando progettate una finestra, immaginate che vi si debba affacciare la persona che amate».

scena dal film Modern Times di charlie chaplin, 1936

Bansky, Window lovers, Graffito, Bristol


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E' ancora possibile progettare con ragione e passione? «Oggi il guaio è che mancano opportunità, però ognuno deve fare la sua parte, rischiare, avere idee, inventare. […] Bisogna immaginare, chiacchierare soltanto non serve: bisogna azzardarsi e mostrare ciò che sappiamo fare». [Oscar Niemeyer, 2012] *Articolo sottoposto al referaggio del Comitato Scientifico ed approvato per la pubblicazione su Imaginarium.

Feilden, Cregg, Bradley Studio, Dyson Centre for Neonatal care, Bath (immagine da europaconcorsi.com)


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CINEMA. INCENDIO IN SALA!

raif

kaya

scenografo, video-producer

«Vorrei tre vite: col cinema forse ne assecondo l'illusione.»

Parole Chiave

CINEMA.

The Fire, Piero Fosco, Fuoco Fatuo, Louis Malle, Pierre Drieu La Rochelle, La guerre du feu, Jean- Jaques Annaud, J.H. Rosny Aîné, Offret/Sacrificatio, Andrai Tarkovsky, Twin Peaks, Fire walk with me, David Lynch, Laura Palmer, Jennifer Lynch, Holy Smoke, Jane Campion, Flickan som lekte med elden, Daniel Alfredson, Uomini che odiano le donne, Stieg Larsson, The Hunger Games, Francis Lawrence, La Escondita, Roberto Gavaldòn, Evita Peron, Alan Parker, Giovanna D'Arco, Luc Besson, Elizabeth, Golden Age, Shekhar Kapur, Amelia Earhart, Mira Nair, The Iron Lady, Phyllida Lloyd, Margareth Tatcher, Die Papstin, Sönke Wortmann, Donna Woolfolk Cross, Hard Candy, David Slade, Guerriere, Passione, Metafora.

KEYWORDS: The Fire, Piero Fosco, Vain Fire, Louis Malle, Pierre Drieu La Rochelle, La guerre du feu, Jean-Jaques Annaud, J.H. Rosny Aîné, Offret/Sacrificatio, Andrai Tarkovsky, Twin Peaks, Fire walk with me, David Lynch, Laura Palmer, Jennifer Lynch, Holy Smoke, Jane Campion, Flickan som lekte med elden, Daniel Alfredson, Män som hatar kvinnor, Stieg Larsson, The Hunger Games, Francis Lawrence, La Escondita, Roberto Gavaldòn, Evita Peron, Alan Parker, Joan of Arc, Luc Besson, Elizabeth, Golden Age, Shekhar Kapur, Amelia Earhart, Mira Nair, The Iron Lady, Phyllida Lloyd, Margareth Tatcher, Die Papstin, Sönke Wortmann, Donna Woolfolk Cross, Hard Candy, David Slade, Warriors, Passion, Metaphor.

FIRE IN THE CINEMA!

alberto lattuada Origine turche, nazionalità italiana, una vita vissuta come una trasposizione di continuità fra la scena ed il reale, o m e g l i o , f r a l a r e a lt à scenografica e la sceneggiata della realtà.

Tra tutti i fenomeni del mondo naturale, Il fuoco viene classificato fra i distruttivi. Carbonizza, annienta, distrugge, incenerisce, è la forza devastante che corrode tutto ciò che non gli somiglia, che non è fuoco a sua volta. Contemporaneamente, in contrapposizione al suo valore naturale, la sua valenza simbolica è per lo più benefica: l'umanità, senza il fuoco, non si sarebbe evoluta da una umida caverna ed un mucchio di insetti e carne cruda. Nel complesso, una sorta di condanna liberatoria, una distruzione rigeneratrice: il fuoco è un ossimoro. Anche sul grande schermo, dove sposa simbolicamente ideologie opposte, conservando sempre quella sua caratterizzante aura enfatica, facendo il bello e il cattivo tempo, senza mai prescindere dal grande effetto. Favilla – vampa – cenere sono le tre parti di “The Fire”, film muto del 1915, di Piero Fosco, pellicola amata e censurata in

Cinematography of the characters and films that have set fire on he big screen and souls: the different uses of fire as a symbol on the film, the most famous historical and fantastic Pasionarie,... everything that burns told by the camera.


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Riferimenti visionari alfredson daniel, flickan som lekte med elden, 2009 besson luc, the messenger. the story of joan of arc, 1999 campion 1999

jane, holy smoke,

g a lva d ò n

roberto,

la

escondida, 1956 kapur shekhar, elizabeth: the golden age, 2007 lawrence francis, the hunger

games, 2013 lloyd phyllida, the iron lady, 2011 nair mira, amelia, 2009 parker alan, evita, 1996 slade 2005

david,

hard

candy,

wortmann sönke, die papstin, 2009

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cui un pittore sconosciuto rimane ossessionato dall'incontro con una famosa poetessa tanto da non riuscire più a dipingere e abbandonare la sua vita. Fatuo è, invece, il fuoco di Louis Malle, del 1963, tratto dall'omonimo romanzo “Fuoco fatuo” (Le feu follet) di Pierre Drieu La Rochelle, sulla commovente autodistruzione di un uomo che non riesce più a comunicare con il mondo. Arcaico, ne “La guerra del fuoco” (La guerre du feu), del 1981, diretto da Jean-Jacques Annaud, ispirato all'omonimo romanzo di J. H. Rosny aîné, un viaggio preistorico fra linguaggi segreti e riti primitivi alla conquista della forza della Natura. Votivo e disperato, “Offret/Sacrificatio” di Andrei Tarkovsky, del 1986, come una forma di preghiera contro la paura e la catastrofe, come un esorcismo della disperazione. Dark thriller dalla sfumatura onirica, “Fuoco cammina con me” (Twin Peaks: Fire Walk with Me), del 1992, diretto da David Lynch ed in parte tratto dal romanzo “Il diario segreto di Laura Palmer” di Jennifer Lynch, sulla pista di un omicidio avvenuto e di un altro che sta brutalmente per compiersi in una piccola intricata e morbosa cittadina di Washington. Sacro e spirituale per “Holy Smoke” di Jane Campion, del 1999, fatto di un braccio di ferro fra il potere del plagio e della seduzione. Giallo e cruento, “Flickan som lekte med elden” di Daniel Alfredson, del 2009, tratto dall'omonimo best seller di Stieg Larsson “Uomini che odiano le donne”, aggrovigliato fra omicidi, misteri e disprezzo. Battagliero e spettacolarizzato in “The Hunger Games: la ragazza di fuoco”, di Francis Lawrence, al bis proprio lo scorso novembre, puntando sulla figura archetipo della guerriera che infiamma le folle. Troppo fantasticizzata e ludica, però, per concorrere a immagine di donna Pasionaria. Per incarnare la Donna dell'Ideale invece la ragazza ideale. Calibro ben sostenuto, invece, dalla drammaticità e dalla

madonna in una scena del film Evita di alan parker, 1996

milla jovovich in una scena del film the messenger. the story of joan of arc di luc besson, 1999


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credibilità di film-documento di donne forti e combattive, dure e incontenibili oltre ogni morale, appassionate e coraggiose oltre ogni limite, come “La Escondida” (La Pasionaria), di Roberto Gavaldón del 1956, “Evita” di Alan Parker del 1996, basato sulla storia della celebre Evita Peron, “Giovanna d'Arco” diretto da Luc Besson, del 1999, o “Elizabeth: The Golden Age”, del 2007, di Shekhar Kapur. «Donna. Guerriero. Regina» [Elizabeth: the golden age] E ancora “Amelia” di Mira Nair, del 2009, sulla vita di Amelia Earhart, famosa pioniera dell'aviazione femminile; “The Iron Lady”, del 2011, diretto da Phyllida Lloyd, racconto dell'ex primo ministro britannico Margaret Thatcher; «Con tutto il rispetto generale, ho dovuto combattere sempre, ogni santo giorno della mia vita e sono stata sottovalutata da molti uomini in passato.» [The Iron Lady] “Die Päpstin” (La Papessa), del 2009, di Sönke Wortmann e tratto dall'omonimo romanzo di Donna Woolfolk Cross, dove una giovane donna della Renania del 814 d.C. non accetta quello che il destino le riserva sfidando la morale e la gerarchia ecclesiastica; ed infine “Hard Candy”, del 2005, di David Slade, che attraverso il personaggio inventato di una quattordicenne apparentemente ingenua come una moderna Cappuccetto Rosso, racconta la cronaca reale di un gruppo di ragazzine giapponesi che avvicinano gli uomini spingendoli a sedurle, per poi torturarli, in cerca di vendetta contro chi potenzialmente incarna l'abusatore-tipo di altre loro più sprovvedute coetanee. Personaggi e personalità diverse con una caratteristica comune: sono delle guerriere nella vita. Intense e crude, animate dalle loro difficoltà, dal coraggio e dalla forza d'animo.

cate blanchett in una scena del film elizabeth. the golden age di shekhar kapur, 2007

locandina del film twin peaks: fire walk with me di david lynch, 1992


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Donne che incarnano, sulla pellicola, la passione di vite vere e di amore per la vita, ma anche amore per l'amore stesso, fino alle viscere del loro animo. Il merito di questi racconti cinematografici è la capacità di stabilire una illuminante continuità tra cinema e realtà, analizzandole con grazia e precisione, mescolando emozioni legate alle protagoniste che attraversano anche la nostra anima; in cui il fuoco è un ricordo potente, è una sensazione straziante, è la metafora dell'uomo, è la passione divoratrice. E' spirito, è una eco dell'anima, qualcosa che arde con forza e palpito. La fiamma inestinguibile dell'esistenza, del sentirsi vivi, quella che arde prescindendo dal luogo e dal tempo, sempre anche quando è invisibile. «Per qualche minuto non sentirai niente di niente, alla fine però prenderai fuoco!» [Twin Peaks: Fire Walk With Me, USA, 1992, David Lynch] *Articolo sottoposto al referaggio del Comitato Scientifico ed approvato per la pubblicazione di Imaginarium.

meryl streep in una scena del film the iron lady di phyllida lloyd, 2011


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ESTETICA DEL COLORE. IL COLORE DEL FUOCO E' ARBITRARIO Parole Chiave Calore, Percezione, Aura, Delirio, Visione, Emozione, Combustione, Socrate, Associazione, Picasso, Robert Plutchik, Sintesi Psico-Evolutiva, Stella circolare, Fiamma, Gas, Temperatura emozionale.

dalila

zanca

«il giudizio estetico risiede nella mente dell’occhio.» alessandro morandotti, minime, 1979 33 anni. Un diploma all'accademia di Belle Arti di Venezia. Una propensione per l'Estetica. Una passione per i c o l o r i . D e c o r at r i c e p e r mestiere. Dipinge per scelta, scrive per caso.Le cromatiche le permettono di sperimentare le sensazioni non vissute… “Per i toni elettrici ci vuole coraggio, i pastelli rendono tutto più umano.”

L'elemento naturale del Fuoco è un simbolo universale, simbolo dei giochi olimpici, del milite ignoto, della divinità, della passione; rappresenta il sacro, l'amore, l'odio, la sessualità, la luce, la gloria, la purificazione. L'immaginario collettivo lo identifica, comunemente, al rosso: il primo colore d'associazione istintiva al calore e il primo colore che il neonato percepisce; il colore che stimola le parti più recondite della mente; nell'aura epilettica, nel delirio alcolico, negli stati isterici, infatti, si hanno visioni “rosse”, emozionalmente traducibili in sovra eccitamento, distruttività, delirio mistico, rabbia, … in forti emozioni. L'elemento del fuoco e le sue simbologie fanno parte della natura umana e della cultura dell'uomo dai tempi della preistoria, come un eterno fiume che scorre parallelo alla storia del mondo. Esattamente come l'emozione. Mettendo, dunque, in paragone queste due “forze “ (Fuoco, come sviluppo di calore e di luce sotto forma di fiamma, per effetto della combustione. Ed Emozione, quale reazione emotiva a situazioni oggettive o a stati soggettivi che turbano profondamente la coscienza modificandone le reazioni psichiche e fisiologiche) risulta subito chiara la similitudine. Ne risulta una sorta di incarnazione.

COLOUR AESTHETICS.

THE COLOUR OF FIRE IS ARBITRARY KEYWORDS: Heat, Perception, Aura, Delirium, Vision, Emotion, Combustion, Socrates, Association, Picasso, Robert Plutchik, PsychoEvolutionary Synthesis, Circular Star, Flame, Gas, Emotional Temperature.

A heated substance emits energy in light radiation. The dominant color of that light gradually changes from infrared to ultraviolet as the temperature increases. The flame color depending on the combustible substances and their quantities: carbon particles generate red, sodium generates a yellow flame, pink potassium, green barium, blue methane, ultraviolet hydrogen. Thinking about chemical substances such as emotional feelings, the process demonstrates that fire (such as physical strength and conceptual strength) is not always equal to itself and it has an arbitrary and individual color.


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Riferimenti visionari Plutchik Robert, Emotions: a psycoevolutionary synthesis, New York, Harper & Row, 1980.

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Il fuoco è emozione. Numerosi studi sulle relazioni psichiche, ipotizzano siano il fuoco e l'incendio a determinare l'incendiario e la piromania, per le emozioni in grado di suscitare: un intenso e irrefrenabile piacere che la persona desidera poi rivivere e ripetere, generando e stabilendo un legame attrattivo ossessionante tra la forza naturale e se stessa. Quindi, il fuoco è emozionale. Socrate, invitava gli artisti a rappresentare i travagli dell'anima, osservando attentamente il modo in cui i sentimenti influenzano il corpo in azione. Il nesso colore-emozioni è ancor oggi in parte avvolto nel mistero. Gli psicologi si sono a volte preoccupati di sondare questo aspetto dell'umana esistenza. Il colore è emozione. E' innegabile l'esistenza di una notevole concordanza fra colori ed emozioni, sia che derivino da un immaginario convergente che discordante. Genericamente, in risposta ad un determinato stimolo linguistico (parola relativa ad un'emozione o un sentimento) viene in mente almeno un colore. Mediamente, nel 60% delle indicazioni del primo colore pensato si associa la stessa immagine cromatica. Immagini, quest'ultime, che identificano un'emozione nell'immaginario collettivo. Immaginario che non può necessariamente essere determinato e uguale per tutti. L'amore, così, sarà rosso, rossastro e arrosito, l'euforia aranciata, e gialla come la sorpresa che è pure bianca e rossa; nera la paura, blu intenso la determinazione, vermiglia l'ira, marrone il disprezzo, grigio il rimorso come la malinconia e la delusione, azzurra l'empatia,

Robert Plutchik, Wheel of Emotion (immagine da Emotions: a psycoevolutionary synthesis)


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violacea la sensualità, argentea e candida la purezza. Il colore è, dunque, anche emozionale. Prendiamo ad esempio, quanto ci è noto dal vissuto di uno dei più grandi artisti della storia: all'avvenimento del decesso dell'amico Casagemas, suicidatosi a Parigi nel 1901 a causa di una delusione amorosa, Picasso venne ossessionato dall'idea della morte e scelse il blu come colore cardine della sua tavolozza. Egli stesso commentò questa scelta suggerendo implicitamente che il blu si presta a esaltare la tristezza e la melanconia, che sono dei sentimenti aperti verso la via della meditazione quale strumento idoneo a dar senso ad una vita altrimenti insopportabile. Il blu di Picasso è stato da lui scelto per rispondere tecnicamente al bisogno di accentuare, attenuare o capovolgere ciò che il quadro dichiara, un pò come un tentativo di esorcizzare l'angoscia della morte vissuta dall'artista. D'altro canto il suo blu, per sua stessa ammissione, è stato rubato agli antichi romani e riattualizzato nelle sue tele in risposta all'esigenza di dare spessore di sacralità ai suoi personaggi. Il colore è, perciò, calore emozionale. Altrettanto interessanti risultano le osservazioni di Robert Plutchik nella sua “Sintesi Psico-evolutiva”, il quale concepisce le emozioni come una tavolozza circolare di colori, e associa ad ogni colore fondamentale un'emozione (interesse, gioia, ira, paura, disgusto, vergogna, angoscia l'accettazione, l'anticipazione e la sorpresa), considerando inoltre che, come due colori quando si mescolano danno luogo a un terzo colore, a quest'ultimo corrisponde a sua volta un'emozione che è il risultato delle precedenti due emozioni associate ai colori base. Dalla fusione di emozioni fondamentali derivano pertanto emozioni di ordine superiore.

Pablo Picasso, Autoritratto del periodo blu, 1901 (immagine da Musèe National, Parigi)


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Facciamo anche riferimento, al fatto che una sostanza riscaldata emette energia sotto forma di radiazione luminosa, cioè luce, il cui colore dominante cambia gradualmente dall'infrarosso all'ultravioletto man mano che la temperatura aumenta. La colorazione della fiamma varia a seconda delle sostanze combustibili e delle loro quantità: le particelle di carbonio generano il rosso ma, ad esempio, il sodio genera una fiamma gialla, il potassio una fiamma rosa, il bario verde, il metano azzurra, l'idrogeno puro persino invisibile a occhio umano, ultravioletta. Il fuoco, perciò è una tavolozza di colori (emozionali) simile a quella a cui fa riferimento Plutchik; esso è un'esperienza cromatica interiore come sosteneva Socrate. Il fuoco, quindi, non è un colore ma è colore. Metaforizzando le sostanze chimiche come sensazioni emotive, il fuoco (come forza fisica e come forza concettuale) non è mai uguale a se stesso ed il “suo” colore è arbitrario e individuale, così come la variabilità di percezione al calore può essere considerata temperatura emozionale. «Stride la vampa ! la folla indomita corre a quel fuoco lieta in sembianza: urli di gioia echeggiano... Sinistra splende su' volti orribili la tetra fiamma che sale al ciel!» [da Il trovatore di Giuseppe Verdi] *Articolo sottoposto al referaggio del Comitato Scientifico ed approvato per la pubblicazione su Imaginarium.

Varianti cromatiche di fiamma da gas


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ILLUSTRAZIONE. IL FUOCO DELLA CREAZIONE Parole Chiave Scintilla, Processo, Nascita, Creazione, Rodin.

GRAPHIC ART. THE FIRE OF CREATION KEYWORDS: Spark, Process, Birth, Creation, Rodin.

barbara

dragoni

pittrice, illustratrice, fashion designer, stylist, writer.

«l’immaginazione e’ l’unico mezzo che ci permette di vivere più di una vita. l’unico scaffale apparentemente disordinato che trova il suo ordine all’interno del nostro talento.» insegue, correndo con suole oramai consumate, ma mai stanche e rassegnate la sua imperfezione perfetta in un mondo dove non esiste criterio logico. con un piede piantato nel passato, uno appoggiato al presente e la mente proiettata al futuro cerca di mettere insieme questi trinomi nel modo migliore in arte come nella moda. ha sempre avuto un bisogno incontrollabile di essere sempre in movimento e avere lo spirito sempre saturo da nuove sensazioni e nuove immaginazioni. stabilità. non e’ una parola adatta. né mentale né fisica.

«L'Artista deve creare una scintilla prima di poter accendere il fuoco e prima che l'arte nasca: l'artista deve essere pronto ad essere consumato dal fuoco della propria creazione.» [Auguste Rodin] *Articolo sottoposto al referaggio del Comitato Scientifico ed approvato per la pubblicazione su Imaginarium.

Artistic illustration about relationship between fire and creation; acrylic on canvas. «The artist must create a spark before can start a fire and before his art born, the artist must be ready to be consumed by the fire of his own creation» [Auguste Rodin]


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Barbara Dragoni, Il fuoco della creazione, 2013, acrilico su tela

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LETTERATURA. MA NON LIBERARCI DALLA PASSIONE Parole Chiave Passione, Metafora, Donna, Archetipo, Cristo, Istinto, Anna Karenina, Eroine, Sogno, Saffo, Ipazia, Murasaki Shikibu, Margareth Ann Bulkley, Rita Levi Montalcini.

valentina

LITERATURE. BUT NOT DELIVER US FROM PASSION KEYWORDS: Passion, Metaphor, Woman, Archetype, Christ, Instinct, Anna Karenina, Heroines, Dreams, Sappho, Hypatia, Murasaki Shikibu, Margaret Ann Bulkley, Rita Levi Montalcini.

dragoni

cultural mediator, traduttrice

«la ragione non sovrasta mai l’immaginazione, mentre l’immaginazione spodesta frequentemente la ragione.» blaise pascal, 1670

Come sfruttare la mia mente rigorosa? Studiando le lingue, uno strumento razionale per dare infinite forme all'immaginazione umana. L'inglese, l a mia “lingua gemella”, mi ha aperto il mondo d e l l a l e t t e r at u r a . I l giapponese, lingua delle parole dipinte, mi ha fatto viaggiare per luoghi misteriosi. L'arabo, la lingua che odora di d e s e r t o , m i h a fat t o intravedere un universo ancora d a s c o p r i r e . Traduco per diletto, leggo per passione. Con le radici ben aggrappate alla mia adorata c a m p a g n a , d a genuina “biblio-antropologa” esploro la giungla letteraria alla ricerca di nuovi esemplari.

«La passion explique bien des choses, mais ne justifie rien.» ('La passione spiega bene delle cose, ma non giustifica niente.') [Louise-Victorine Ackermann Choquet, Pensieri di una solitaria, 1882] Chi non ha mai sentito parlare del fuoco della passione? Questa metafora regna nella nostra immaginazione da tempo immemore, tentando di raffigurare in maniera emblematica ciò che la passione rappresenta. Se il fuoco però è la forza maschile, la passione ha un carattere nettamente femminile. Come faccio a dirlo? Intanto dalla etimologia della parola “Passione”: dal latino passio, a sua volta derivato dal verbo pati ovvero 'patire', 'soffrire', è un termine che ha assunto sfumature diversissime nel corso dei secoli, dalla Passione di Cristo, indicando la profonda sofferenza fisica e spirituale, passando per la letteratura, dove un qualsiasi sentimento che coinvolga l'animo umano veniva chiamato passione. Se facciamo un breve excursus sulla storia della passione ci accorgiamo che generalmente viene accoppiata con l'istintività, la parte nascosta ed emozionale della nostra anima, quella forza prorompente che spinge oltre i limiti e che

Women are an example of how to fight against everything for a passion, for an idea, for talent, for freedom. This first new monographic contribution is dedicated to women who illuminated the history of literature and philosophy with thei fire. Not for nothing "the Passion" is feminine.


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Riferimenti visionari Ackermann Choquet LouiseVictorine, Pensées d'une

solitaire; précédées de fragments inédits, Parigi Lamerre, 1903. Amenàbar Alejandro, Agora, 2009. Cantarell a, Raffaele, La l e tt e rat u ra g r e ca classica, Milano, Rizzoli, 2002. Levi Montalcini Rita, Elogio Milano, Garzanti 1987.

dell'imperfezione ,

Murasaki Shikibu, La storia di Genji (Genji monogatari), a cura di Maria Teresa Orsi, Einaudi Editore, Torino, 2012. Rae Isobel, The Strange Story of Dr. James Barry: Army Surgeon, InspectorGeneral of Hospitals, Discovered on Death to be a Woman, Londra, Longmans, 1958. Woolf Virginia, Le tre ghinee, Milano, Feltrinelli, 2000. http://www.enciclopediadelled onne.it

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nella simbologia è regno del femmineo, del patrimonio culturale ed emozionale della donna, troppo spesso sopito dal giogo di un mondo impostato sulla razionalità. Non stupisce quindi che l'accostamento più frequente con la passione sia quello con l'amore sensuale, con quel fuoco meraviglioso quanto distruttivo che brucia tutto e tutti, insinuandosi come una radice nella carne che stringe fino a fare male (e qui torna l'originale significato di sofferenza) e porta a fare scelte estreme, impensabili in una mente lucida. La letteratura è piena soprattutto di esempi di eroine che vengono travolte da passioni che le conducono perlopiù a tragiche fini. Uno su tutti? Anna Karenina, archetipo della donna che abbandona tutto il suo mondo in nome di una passione senza futuro. Ma sarebbe troppo scontato fare un mero elenco di passioni letterarie, di eroine dalla tragica fine; nondimeno la passione è donna, quindi vorrei aprire questo nuovo ciclo che inizia con la spinta vitale del fuoco parlandovi di pàsionarie. Chi sono? Donne che hanno messo la loro passione al primo posto, che hanno combattuto per le loro idee scontrandosi con leggi e società spesso troppo difficili da abbattere. Sono donne che con la loro mente e il loro cuore brillante hanno illuminato la Storia, la Letteratura, l'Arte e la Civiltà, rappresentando anche tutte coloro che invece non hanno potuto. Ci sarebbero milioni di storie da raccontare e quelle che conosciamo sono solo un piccolo frammento; perdonatemi quindi questa personalissima e parziale galleria di miniature ispirata da un sogno che ho fatto tempo fa... Ero di fronte ad una grande casa, una di quelle in stile georgiano che sanno di antico, con le pareti biancastre ricamate da piante rampicanti. Piano piano salgo i pochi gradini che conducono al portone: questo è aperto, leggermente, e sento come un lieve suono di risate come se

Marcello Reboani, Ritratto di Rita Levi Montalcini, mostra Ladies for Human Rights, 2013


mg ci fosse una piccola festa. Intravedo un corridoio e mentre lo percorro sento il vociare farsi pian piano più vicino, fino ad arrivare ad una porta socchiusa. Spingo la porta e sento il vociare fermarsi. Entro, e la sala è vuota. È bella, ampia con le pareti di un leggero color avorio e le finestre incorniciate da tende rosse. Ad un tratto sento una risata sommessa e mi giro verso di lei. Proviene da un quadro. Mi avvicino e mi accorgo che la figura si muove e mi guarda sorridendo! È una donna dalla pelle scura e i capelli neri; veste un abito bianco e verde e d'un tratto mi parla: «Non aspettavamo un'ospite! Ma se vuoi ascoltare le nostre storie sei la benvenuta. Io sono Saffo: la penna fu il mio sfogo, la passione la mia stella. L'amore per la poesia ha dominato la mia vita ed è diventata la mia missione. A volte lieve come un soffio, altre pesante come un macigno. Anche quando mi ostacolavano, io ho continuato a scrivere. Ciò mi resa immortale». Rapita dall'eccezionalità della situazione, proseguo verso il ritratto successivo: una giovane donna bendata si gira verso di me: «La mia passione ha invece acceso l'odio di coloro che non accettano il diverso. Io sono Ipazia, filosofa di Alessandria, sposa della verità. La mia mente volava vicino alle stelle e ne respirava l'odore. Insegnavo a tutti quelli che volevano ascoltarmi e anche i grandi capi mi rispettavano per la mia cultura. Ma non a tutti gli uomini piace prendere lezioni da una donna. I loro occhi non riuscivano neanche a scorgere quello che vedevano i miei: per questo me li hanno strappati via». Calò il silenzio per un momento: quanto duro deve essere sostenere le proprie passioni contro un mondo che non ti ritiene degno? Una voce leggera come i petali di ciliegio interruppe quel silenzio: «Ho incontrato molti uomini cui non piaceva che io fossi a corte. Il mio nome è Murasaki Shikibu, dama della corte imperiale giapponese. Il mio onorevole padre mi educò come un uomo, insegnandomi le arti e tutto quello che serviva affinché potessi volare con le mie ali. Ma ho dovuto

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nascondere la mia cultura per paura che mi giudicassero inadeguata. Io, che prima tra le donne, ho scritto un romanzo. Di me ora rimane solo l'eco delle mie parole». «Delicata la signora! Io invece gli uomini li ho sfidati con le loro armi! Volevo fare il medico, ma alle donne nell'Irlanda del XVIII secolo non era permesso studiare all'università. Allora cosa ho fatto? Ho smesso di essere Margareth Ann Bulkley e sono diventata James Barry. Chiamatemi vigliacca, ma mai come quando indossavo questa maschera sono stata me stessa. Ho girato il mondo curando i soldati, che si affidavano a me nonostante i miei tacchi rossi e le camicie ricamate. E non osavano contraddirmi: non esitavo a duellare! Mi hanno scoperta solo da morta: che risate mi son fatta alle loro spalle!» E qui il mio sogno vi lascia. Se potessi parlare con queste donne straordinarie direi loro: Amiche mie, il mondo si è rivoluzionato in questi secoli, ma molte cose ancora sono rimaste le stesse. È vero, ora abbiamo tante possibilità: studiamo, amiamo, parliamo. Libere. Ma continuiamo a lottare ogni giorno, ci opponiamo a chi ci ostacola e molte di noi perdono tutto. Ma le pàsionarie non muoiono davvero: rimangono con le loro parole, i loro gesti, a ricordarci che la storia ha bisogno di noi. Concludo con il citare una delle donne che per me è simbolo di come una pàsionaria deve essere: Rita Levi Montalcini. Non esiste una donna che nell'era moderna abbia rappresentato meglio di lei la passione per il proprio mestiere, che nel suo caso credo sia stato più di una missione: «Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella “zona grigia” in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva, bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi». *Articolo sottoposto al referaggio del Comitato Scientifico ed approvato per la pubblicazione su Imaginarium.


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MITOLOGIA. LA FURIA DEI TITANI. STORIA DI PASSIONE A FERRO E FUOCO Parole Chiave Simbolo, Cambiamento, Potere, Religione, Purificazione, Combattimento, Titanomachia, Prometeo, Zeus, Efesto, Pandora, Vendetta, Mali, Cratos, Bia, Oceanine, Dei, Punizone, Tortura, Sacrificio, Salvezza.

MYTHOLOGY. THE FURY OF TITANS KEYWORDS: Symbol, Change, Power, Religion, Purification, Fighting, Titanomachia, Prometheus, Zeus, Hephaestus, Pandora, Revenge, Evil, Cratos, Bia, ocean nymphs, gods, Punishment, Torture, Sacrifice, Salvation.

MADELAINE

SERRAVALLE mitologa

«Per lo storico il mitologo è un esaltato; per il mitologo lo storico è un sobrio.» Calabrese, mitologa, mitomane, colleziona cammei e dispensa storie.

«Il fuoco si leva in forme gioiose dalla culla oscura, in cui dormiva, e la sua fiamma si innalza e ricade e nuovamente erompe e si avvolge festosa, finché la sua materia è consunta, e allora fuma e lotta e si spegne: ciò che rimane è cenere». [Friedrich Hölderlin] Il fuoco, nella storia dell'uomo, riveste il segno dell'evoluzione. La possibilità di controllarlo prima e di riprodurlo poi hanno reso possibili alcuni cambiamenti fondamentali nell'uomo e nel suo rapportarsi con i propri simili e con l'ambiente che lo circonda. Il fuoco è sempre stato una condizione, oltre che una forza naturale, di privilegio. I vari cambiamenti, fisici, sociali e relazionali derivati dal fuoco, hanno origine in età preistorica, ed alcuni fra i miti e le leggende più diffusi nell'antichità storica, di tutto il mondo, non potevano prescindervi. Nelle tradizioni della cultura amerinda, ad esempio, il fuoco simboleggia il rapporto col mondo ultraterreno e la forza da subire per l'espiazione delle proprie colpe; nella mitologia nordica e vichinga, punto d'inizio dell'immaginario fantasy, fiamme e lava caratterizzavano una delle due terre in cui era diviso il mondo in origine, ed il fuoco avrebbe una funzione benefica nella creazione della vita e una distruttiva nell'ultimo giorno di vita sia per gli uomini che

The myth of Prometheus told as a story of passion and linked to other legendary "pasionarie" figures : Hephaestus, Zeus, Pandora... A quick trip through the symbolic concepts associated with Fire: punishment, creation, destruction, defense, offense, magic, immortality.


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Riferimenti visionari Branston Brian, Gods & Heroes from Viking Mythology, Eurobook Ltd, 1978. Davidson

weapon

E., The

of

secret Byzanthium ,

1973. Pasch Gabriele, Il fuoco greco, in Archeologia medioevale, XXV, 1998, pp. 359-368. Set tia Aldo A ., Rapine, assedi, battaglie. La guerra nel medioevo, Laterza, 2002. Wood Marion, Spirits, Heroes and Hunters from North American Indian Mythology, Eurobook Ltd, 1981.

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per gli Dei. L'importanza del fuoco assunse nel corso delle epoche valenza non solo sociale ma anche politica e religiosa. In molte religioni antiche, un fuoco sacro veniva acceso all'interno dei templi per la cremazione rituale dei cadaveri, per le purificazioni, le trasmigrazioni spirituali e le espiazioni dei peccati, per invocare lo Spirito della Natura, ecc… La visione del fuoco come elemento purificatore, ha una sua singolare evoluzione nell'Ebraismo e nel Cristianesimo, anche qui con una connotazione ambivalente. Esso diventa una punizione divina inferta per i propri peccati. Nell'Antico Testamento [Genesi, 19, 23-26], ad esempio, leggiamo di come «il Signore fece piovere sopra Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco. Distrusse queste città e tutta la valle con i suoi abitanti», o crea con le fiamme l'Inferno cristiano alle quali sarebbero destinati i dannati. Ma è sempre il fuoco, la luce, a simboleggiare lo Spirito Santo, portatore di forza morale e salvezza. L'ambivalenza del fuoco, positiva e negativa, è evidente sotto l'aspetto religioso, mitologico-leggendario ma pure nelle applicazioni militari. L'utilizzo del fuoco come arma è antico almeno quanto la sua scoperta: contro gli animali e negli scontri tra uomini, contro le costruzioni lignee fino all'avvento della pietra come materiale da costruzione, nei combattimenti in campo aperto, nelle battaglie navali. Da qualunque parte venisse impiegato, il fuoco era la maggiore arma difensiva, offensiva e magica. A doppio nodo, questo, lega il Fuoco alla mitologico rapporto fra gli Dei e l'umanità: esso è l'oggetto della discordia fra divinità e uomini, ma anche fra Dei e Titani e ancor più ferocemente fra Zeus e Prometheus, «il dio crocifisso per aver amato troppo gli uomini» [Simone Weil]. Cornelis Van Harleem, Titanomachia (Particolare), 1588-1590 (immagine da commons.wikimedia.org)


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«Il fuoco, sopraggiungendo, giudicherà e condannerà tutte le cose». [Eraclito] Appartenente ai Titani, una razza divina ancora selvaggia e turbolenta, contro cui Zeus lottò a lungo nel tentativo di domarla, Prometeo fu il primo dio a difendere gli uomini per redimerli dalla miseria e dalla paura. Un atto eroico pagato con il sacrificio e la sofferenza, pagato col fuoco. Prometeo, in greco "colui che prevede", Titano e figlio di Giapeto, essendo preveggente, non aveva preso parte alla Titanomachia (lotta decennale fra Zeus ed i suoi fratelli Titani), avendo capito che il Destino voleva la vittoria di Zeus. Essendo un Titano giusto e pietoso nutriva una grande compassione nei confronti degli uomini che, a quel tempo, erano ancora selvaggi, e non avendo ammirazione ne fede in Zeus lo mise alla prova: uccise un toro e nascose nella pelle di questo la carne migliore, poi fece un mucchio più grosso con le ossa, col grasso e con le interiora, lasciando scegliere a Zeus che, come previsto, scelse il mucchio più grosso. Per vendicarsi dell'inganno, Zeus, ordinò a Hefèsto, il dio che i latini identificarono con Vulcano, di fabbricare una donna di straordinaria bellezza e di infonderle vita mediante una scintilla di fuoco. Tutti gli Dei vollero fare un dono alla fanciulla prendendo parte a questa straordinaria creazione: da Atena ebbe le attitudini ai lavori femminili, da Afrodite la grazia, da Hermes il coraggio e l'astuzia ammaliatrice. Nacque così Pandora, che in greco significa appunto "tutti i doni". Zeus vi aggiunse un vaso chiuso, un vaso che non sarebbe mai dovuto essere aperto. Pandora venne mandata sulla terra per sposare Epimèteo, in greco "colui che ha solo il senno del poi" nonché fratello di Prometeo. Epimèteo, imprevidente e impulsivo, appena vide Pandora se ne innamorò perdutamente e la volle subito in

John William Waterhouse, Pandora, 1896 (immagine da jwwaterhouse.com)


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moglie, senza tener conto delle parole del fratello Prometeo, il quale gli aveva raccomandato di diffidare da tutto ciò che proveniva da Zeus. Pandora non appena sposa di Epimèteo, si fece vincere dalla curiosità femminile e aprì il vaso che Zeus le aveva donato per le nozze. Aperto il vaso, tutti i mali del mondo furono liberati e si sparsero per la Terra, ed in quell'attimo Pandora riuscì a trattenere soltanto la Speranza, che giaceva sul fondo. Tra le tante infelicità, che colpivano gli uomini, vi era l'ignoranza sui benefici del fuoco, dato che essi mangiavano la carne cruda degli animali e gelavano di freddo in inverno. Prometeo, nel tentativo di rimediare a tanta miseria, si recò a Lemmo e rubò una delle scintille del dio Hefèsto, nascondendola in un bastone, poi la portò agli uomini. Insegnò ad essi tutti i benefici del fuoco, ma anche le sacre arti dell'architettura, della scrittura e della medicina. L'umanità, sorpresa da tante grazie e novità, cominciò a trascurare i doveri religiosi provocando così l'ira funesta di Zeus, che pieno di spirito di vendetta decise di punire colui che era stato causa di cotanto oltraggio ai suoi divini confronti. Fece catturare Prometeo dai suoi servi, Cratos la forza e Bia la violenza, lo fece condurre nel selvaggio paese di Sciti, sul monte più alto dove Hefèsto, secondo l'ordine ricevuto da Zeus, lo crocifisse ad una roccia, fermandolo con catene e anelli, alle braccia e ai piedi, e con un grosso chiodo piantato nel costato. «Ed ora, Efesto, | compier tu devi gli ordini che il padre | a te commise: a queste rupi eccelse | entro catene adamantine stringere | quest'empio, in ceppi che non mai si frangano: | ch'esso il tuo fiore, il folgorio del fuoco | padre d'ogni arte, t'involò, lo diede | ai mortali. Ai Celesti ora la pena | paghi di questa frodolenza, e apprenda | a rispettar la signoria di Giove, | a desister dal troppo amor degli uomini». [Eschilo]

Dirck Van Baburen, Prometeo incatenato da efesto, 1623 (immagine da commons.wikimedia.org)


mg Ogni mattina un'aquila veniva mandata a divorargli il fegato, il quale miracolosamente ricresceva ogni giorno. Un tremendo supplizio durato secoli, durante i quali nemmeno le consolazioni delle Oceanine, che ogni giorno uscivano dal mare per trovare il povero martire, riuscirono a convincere Prometeo a sottomettersi al potere di Zeus e mettere fine al calvario. «A colui che dal proprio intenso pensare è trasformato in un Prometeo, un avvoltoio mangia dentro il cuore per sempre: quell'avvoltoio è la creatura stessa che egli ha creato». [Herman Melville] Zeus venne poi a conoscenza del fatto che Prometeo aveva predetto la fine del suo regno e che era l'unico a poterlo aiutare svelandogliene il segreto. A quel punto, il re dell'Olimpo, si affrettò a mandare Hermes da Prometeo e quest'ultimo si rifiuto di parlare fino a che le catene non fossero sciolte e con esse venisse riconosciutagli, da Zeus in persona, la buona fede delle sue azioni per aiutare gli uomini. Passarono altri secoli prima che Zeus rinunciasse al suo duro orgoglio decidendosi a liberare Prometeo. Il Titano mantenne il patto e rivelò che se egli avesse sposato Teti gli sarebbe toccata la stessa sorte toccata a suo padre Cronos e ad Urano. Conosciuto il segreto, Zeus sposò Hera e fece sposare Teti ad un mortale, Peleo. Prometeo, dunque, non appartiene né alla stirpe degli Dei (i conservatori del fuoco e dei suoi segreti) né agli uomini (gli esclusi), bensì a una razza diversa, i Titani, pronti a rompere il monopolio divino del fuoco per il bene dell'umanità.

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«Il tuo delitto divino fu l'essere gentile, / di rendere con i tuoi precetti la somma / dell'umana infelicità minore». [George Gordon Byron, Prometeo] Il mito di questo Titano eroico confluisce tra le molte caratteristiche, anche una particolare connotazione rivoluzionaria. In aggiunta ai cambiamenti sociali relativi al fuoco, di cui si accennava prima, la leggenda di Prometeo aggiunge il potere, in mano ai controllori del fuoco e la fossilizzazione della divisione in classi, e consolida la condizione di segreto del fuoco, celato e protetto nella oscura fucina di Hefesto prima che venisse rubato. La tremenda punizione inferta al Titano comprende anche un valore espiatorio, sacrificale, quale responsabilità data dalle azioni audaci e ardimentose. E, ancora, sacro, nel momento in cui il mito consolida il fuoco come simbolo del sapere e forza salvifica, redimendo gli uomini dall'ignoranza e proiettandoli verso l'evoluzione di se stessi. «Quest'ordine del mondo, che è lo stesso per tutti, non lo fece né uno degli dei, né uno degli uomini, ma è sempre stato ed è e sarà fuoco vivo in eterno, che al tempo dovuto si accende e al tempo dovuto si spegne». [Eraclito] *Articolo sottoposto al referaggio del Comitato Scientifico ed approvato per la pubblicazione su Imaginarium.


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MODA. FIRE! LA MODA CHE GIOCA COL FUOCO Parole Chiave SS, Elsa Schiapparelli, Vivienne Westwood, Agata Ruiz de la Prada, John Galliano, Antonio Marras, Vicktor & Rolf, Enzo Miccio, Carla Gozzi, Crudelia Demon, Miranda Prietsly, Burnout, Devorè, Stampa, Trasparenza, PETA, Pelle, Pellicce, Tatuaggi.

valentina

forzese

fashion designer, stylist, illustratrice, writer.

«Come il fluire incessante del fiume, senza né pace né posa si muovono le mie passioni, finché tutto ciò che disegno,scrivo o creo non abbia respiro proprio.» Durante e dopo l'excursus accademico (Fashion Design prima, Styling e Comunicazione Visuale poi) si appassiona agli studi di filosofia estetica, semiotica ed all'applicazione dell'arte in più ambiti culturali, concentrandosi su varie forme di comunicazione. Non ultima la scrittura. E' nota per le sue identità multiple, con una lama a doppio taglio: il binomio genio & sregolatezza. Possibili complicazioni non s o n o a n c o r a a c c e r t at e . Prognosi riservata.

Combustione in 3 atti La moda è un modo di agire, di vivere, di pensare legato a un'epoca o a una società. Quella legge semestrale che arriva puntuale a spazzare via le precedenti, come un tornado, da un capo all'altro del pianeta. Rapida, impietosa e dilagante, esattamente come una pericolosa fiammata. Tuttavia la moda resta sempre un'alchimia misteriosa, quel sorprendente studio sociologico dalle forme mutevoli e ramificate. Una scintilla che, al primo alito di vento a favore, divampa in un incendio; del quale, Natura ci insegna, è arduo prevedere che direzione possa prendere. Possiamo, dunque, considerare la moda come quel fervore creativo imprevedibile che accende passerelle e riflettori, ed anche come quel potenziale rischio che riduce menti e animi in banane flambè. La moda è combustibile. Atto I - FLARE/FLASH ovvero l'arte di esagerare e rimanere folgorati: I Pasionari e l'armata delle SS. I militanti della moda si dividono in categorie, sbilanciatissime. C'è il brulicante circolo di api operaie che silenziose e inarrestabili vi si dedicano con cuore, ci sono gli Idealisti, i

FASHION. FASHION PLAYS WITH FIRE KEYWORDS: SS, Elsa Schiapparelli, Vivienne Westwood, Agata Ruiz de la Prada, John Galliano, Antonio Marras, Vicktor & Rolf, Enzo Miccio, Carla Gozzi, Crudelia Demon, Miranda Prietsly, Burnout, Devorè, Print, Transparency, PETA, Leather, Fur, Tatoo.

Combustion in 3 acts Fashion remains a mysterious alchemy, the amazing sociological study of the changing forms and branched. A spark that became a raging fire at the first breath of wind in favor. Nature teaches us, it is difficult to predict which direction it can take. We can therefore consider fashion as the unpredictable creative fervor that ignites walkways and reflectors, as well as the potential risk that reduces minds in flambè bananas. Fashion is fuel.


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Riferimenti visionari D’Agostino

Roberto,

Dagospia, <http://www.dagospia.com> Frankel

David,

wears

Prada ,

The

devil

Twentieth

Century Fox, 2006.

PETA - People for the E t h i ca l Tr e at m e n t o f Animals, <http://www.peta.org> Vergan Guido, Dizionario della Moda, Milano, Baldini Castoldi Dalai Editore, 2010

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“puri d'immaginazione”, coloro che rimangono fedeli al loro modo di esprimersi, i controcorrente e contro le logiche di vendita, i definibili come Pasionari (vedi Elsa Schiapparelli, Vivienne Westwood, Agata Ruiz de la Prada, John Galliano, Antonio Marras, Vicktor & Rolf… per citarne alcuni); poi c'è anche quel chiassoso stormo di pappagalli appariscenti ed esasperati che si mescolano ai precedenti, senza cognizione ma con modi nazisti, i definibili come l'armata delle SS, alias le Stilosamente Sgarbate. Si, perché anche la moda ha le sue mode, e secondo una di queste -odioso è bello. Anzi, è fashion. L'antipatico modaiolo è quella creatura perennemente intollerante, e ormai intollerata, la cui espressione schifata, volontariamente malcelata, è quasi una paresi; sono quelli dalla battuta infelice sempre pronta, quelli che malanimo is the new black, e che si nutrono dell'umiliare tutti e tutto ciò che li circonda, quelli per cui potere e fascino equivalgono a crudeltà e spietatezza. La nuova frontiera della noia mortale, in soldoni. Perché l'invasione degli Enzo Miccio e delle Carla Gozzi, tutti broncio e snobismo, non è un nuovo fenomeno di costume ma una semplice brutta copia offensiva, ed estremamente meno divertente, della mitica Crudelia Demon. I crociati della Cattiveria dovrebbero però ricordare ciò che la storia ci insegna: i militanti sono importanti ma di führer può essercene solo uno, le copie non sono ammesse; Miranda Priestly docet, e per dirla nella loro lingua: essere poco originali non è cool.

Lush & Vivienne Westwood, campagna For The Climate Revolution

Gli ideali invece, quelli veri, lo sono ancora? Atto II - FLAME ovvero essere divorati dalle fiamme: Il Burnout La stampa Burnout fu inventata negli anni '20 e veniva applicata al velluto, utilizzando una tecnica chiamata Devoré (“divorato” in francese): un tipo di lavorazione-stampa tessile il cui scopo è quello di eliminare una parte del tessuto che

Collezione Valentino Autunno/Inverno 2011/2012


mg risulterà così trasparente, favorendo la visualizzazione del disegno costituito dalle fibre "non divorate". Oggi, con il termine Burnout si indica un similare tipo di stampa che si applica esclusivamente a tessuti composti da fibre di cotone e poliestere (le percentuali di tali fibre possono variare, ma la migliore stampa Burnout si ottiene su un tessuto composto al 40% da cotone e al 60% da poliestere), caratterizzata da un pattern semitrasparente in netto contrasto con il resto del tessuto pieno e uniforme. Questo effetto si ottiene trattando chimicamente le fibre di tessuto che si dissolvono letteralmente, assottigliandosi e sbiadendosi. Per la sua realizzazione, si parte da un tessuto composto da fibre di cotone e di poliestere, in cui le prime compongono determinati pattern e disegni. Il tessuto viene fatto passare in una stampante che, invece dell'inchiostro, inietta un acido chimico che va a distruggere la porzione in cotone (che brucia per reazione chimica) lasciando intatta quella in poliestere (che può a sua volta essere tinta o stampata).

scene dal film The Devil wears Prada di David Frankel, 2006.

Atto III – FUR ovvero fur-or di popolo «Non dite agli attivisti della P.E.T.A. e alle animaliste talebane che è andata in scena in pompa magna la nuova sfilata di pellicce. Se n'è accorta la bella showgirl Daniela Martani che su facebook ha dichiarato: “Possiate morì ammazzati, anzi scuoiati vivi, tutti voi che le indossate e le promuovete. Mi fate schifo. Vomito, E poi c'avete pure i cani. Perché i visoni, le volpi, i cincillà non sono animali? M***e!”. I soliti ignoti della Romanella mondana e impicciona se ne fregano altamente del pelo basta che se magna gratis». [Roberto D'Agostino, 23 settembre 2013, <http://www.dagospia.com ] Il PETA (People for the Ethical Treatment of Animals ) è un'organizzazione no-profit a sostegno dei diritti degli animali e che si espone contro l'allevamento di animali da pelliccia, la vivisezione, l'uso di animali nell'industria dello spettacolo, la

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peta, campagna ink not mink


mg pesca, la pratica della disinfestazione (dei ratti, ad esempio) e in favore del veganismo e vegetarianismo, ma non solo. Organizzazione spesso balzata alle cronache per le lotte contro Mc Donald's e Burger King o contro il Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti, ha sostenuto una causa per la liberazione di una coppia di scimmie affetta da AIDS sostenendo che il pericolo che queste costituivano per la popolazione umana locale non implicava il diritto di tenerle imprigionate. Il PETA è stato spesso accusato di aver finanziato gruppi ecoterroristici; alcuni dei suoi membri hanno più volte dichiarato pubblicamente che, per la causa animale, reati come il furto o la distruzione di beni di proprietà altrui sono accettabili; le sue campagne sui mass media sono spesso ritenute immorali per la presenza di personaggi, più o meno noti, seminudi, oppure ritenute aggressive verso un pubblico vulnerabile, come il caso della campagna inglese contro i prodotti derivati dal latte, indicati dal PETA come causa di acne ed obesità. La più recente ”Ink not mink”, che ha come protagonisti ovviamente nudi – personaggi dello star system animalista, coperti solo di uno slogan «Sii orgoglioso della tua pelle. Non indossare pellicce». L'eterna controversia: la caccia alla volpe contro la caccia alle colpe… o al colpevole. Una colpa di nome “Vanità”? E' certo che l'argomento in discussione non sia destinato a risolversi, non in tempi brevi quanto meno, per tutti coloro che acquistano, indossano, adorano i capi in pelle e le pellicce… perché il crimine di cui parliamo è la scelta. Scegliere è una questione di etica, di morale, di criterio personale che nessuno può decidere al nostro posto. Ciascuno può scegliere di perseverare sulle proprie idee oppure scegliere di puntare il dito. Gli ideali cominciano anche

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da qui, vi è un unico principio fondamentale: schierarsi e non titubare. Non è da Pasionari, e nemmeno très chic. *Articolo sottoposto al referaggio del Comitato Scientifico ed approvato per la pubblicazione su Imaginarium.


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POESIA. LA POESIA BRUCIA Parole Chiave Dediche, Conquista, Garteggio, Ustione, Tormento, Jane Welsh Carlyle, Regina Vittoria, Emily Dickinson, Napoleone, Pablo Neruda.

fortunato

POETRY. POETRY BURNS KEYWORDS: Symbol, Change, Power, Religion, Purification, Fighting, Titanomachia, Prometheus, Zeus, Hephaestus, Pandora, Revenge, Evil, Cratos, Bia, ocean nymphs, gods, Punishment, Torture, Sacrifice, Salvation.

giovine

«teatro e’ guardare vedendo. serve ad attraversare le frontiere fra te e me.» (giorgio albertazzi) autore teatrale, isol ano, isolato, disarmato, diserbante s u l f o r m a l e , s c r e d i tat o praticante. Scrive terribili descrizioni ma bellissimi similannunci.

Attenzione! Tenere lontano dalla portata dei sentimentali. «Ho il colon ustionato di versi» . [Alda Merini] Pensieri, parole, opere e omissioni: dalla dedica romanza, al pensiero struggente, dalle frasi di conquista alle cose non dette. Tutto ciò che è poetico corrode, l'anima e il corpo, le azioni presenti e i pensieri futuri. Desiderio, disperazione, attesa e perduto amore, attraverso i secoli sono stati affidati a carteggi ardenti, bollenti, infuocati di passione e poeticamente tormentati. Ne emergono intimità, fremito, agonia, onestà, bellezza e tutto ciò che gli amanti storici sono mai stati in grado di esprimere. Confessioni audaci e spudorati scritti di folgorante beltà da bruciare la pelle, in una moltitudine di sentimenti e lagne: nulla in comune eccetto il desiderio di attraversare lo spazio e il tempo pur di raggiungere il proprio amato e dominare quel fuoco. Forse in nessun altro momento la verità dei sentimenti di un uomo e di una donna viene espressa in modo così poco artefatto e altrettanto vulnerabile.

Warning! Keep out of the reach of sentimental people. Thoughts, words, deeds and omissions, from romance dedicates to the poignant thought, from the sentences of conquest to the unsaid things... All that is poetic corrodes soul and body, present shares and future thoughts. All grades of burns in poetry.


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Riferimenti visionari Bonaparte Napoleone, Mille a m o r o s i b a c i . Le tt e r e erotiche a Giuseppina. Storia di un'infatuazione e d i t ra d i m e n t i , P i g r e c o Editore, 2012. Enrico VIII, Lettere d'amore di Enrico VIII e Anna Bolena, Nutrimenti Editore, 2011.

«Sono, queste epistole d'amorosi sensi, abbastanza esplicite e piene di desiderio?» Si chiede l'innamorato logoro «Renderanno giustizia ai nostri sentimenti ?» Ce lo siamo chiesti tutti. Ce lo chiediamo ancora? Poco sappiamo e in fondo poco sapremo, se per sapere s'intendono i dettagli precisi, le cose concrete. Sapremo del desiderio. Di quanto del desiderio si può raccontare in poche parole perfette, struggenti, distaccate, difensive, eccitate, disincantate e vere (?). «Quando tu giuri che sei sua, con brividi e sospiri, e lui giura che la sua passione è infinita, immortale - Signora, segnatelo: uno di voi mente». [Dorothy Parker] Il sentimento divampa in poesia e la poesia brucia. Ci si ustiona. Ahi! le ustioni, beffarde lesioni provocate dagli effetti distruttivi del calore di corpi roventi o liquidi (animi) surriscaldati. E la maggior parte delle ustioni sono dovute al mancato rispetto di elementari norme di sicurezza, si sa. Ustione di 1°grado - arrossamento semplice e dolore da contatto. «Quando ho letto nei vostri sguardi e nelle vostre parole che mi amate, l'ho sentito nel più profondo del mio cuore; allora non mi curo più di nulla nell'intero Universo; ma quando voi volate via dalle mie carezze per fumare tabacco o parlate di me come una nuova accolita del vostro gruppo, in quel caso davvero 'il mio cuore è disturbato da molte cose». [Jane Welsh Carlyle, al marito Thomas Carlyle, Templand, 3Ottobre 1826] Quaddles, Vintage couple 23

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extra Means David,Episodi incendiari assortiti, Minimum Fax Editore, 2013

Ustione di 2°grado - danneggiamento interno e penose vesciche. «Ma che male fa essere tagliata fuori dalla vita nel fiore degli anni...vedere la nostra pura, felice, quieta vita domestica , che da sola mi dava la forza di sopportare la mia posizione così poco amata, SVANIRE a quarantadue anni...mentre io avevo sperato con tanta intima certezza che Dio non ci avrebbe mai diviso e ci avrebbe fatto invecchiare insieme, anche se lui parlava sempre della brevità della vita». [La Regina Vittoria al Principe Alberto, Re del Belgio, Osborne, 20 Dicembre 1861] «Quanto sono stanca di aspettare e cercarti e chiamarti; a volte chiudo gli occhi, e chiudo il cuore davanti a te, e cerco nuovamente di dimenticarti, perché tu mi fai così tanto disperare, ma mai te ne andrai via... Oh,tu non lo farai mai...dillo, Susie, promettimelo ancora ed io abbozzerò un sorriso...e sopporterò ancora la mia piccola croce di questa triste, triste separazione». [Emily Dickinson a Susan Gilbert, 6 Febbraio 1852] Ustione di 3°grado - distruzione delle terminazioni nervose. Certo è difficile eguagliare la francamente malinconica Caterina D'Aragona che, mollata da Enrico VIII più di vent'anni prima, decise di scrivergli «i miei occhi desiderano voi sopra ad ogni cosa», in punto di morte. Difficile dire se prima lei o il senno, al capolinea. Ustione di 4°grado - annientamento. «Non è passato giorno che non t'amassi; non è passata notte che non ti stringessi fra le braccia; non ho preso una tazza di thè senza maledire la gloria e l'ambizione che mi tengono lontano dall'anima della mia vita. In mezzo agli affari, alla testa delle truppe, percorrendo i campi di battaglia, la mia adorabile Giuseppina è sola nel mio cuore, occupa il mio spirito,

Memento Mori, Vintage couple

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mg assorbe il mio pensiero. Se mi allontano da te con la velocità di un torrente del Rodano, è per rivederti più in fretta. Se, nel mezzo della notte, mi alzo per lavorare ancora, è che questo può anticipare di qualche giorno l'arrivo della mia dolce amica e, tuttavia, nelle tue lettere del 23, del 26 ventoso, mi davi del Voi. Voi, tu stessa. Ah, Cattiva! Come hai potuto scrivere questa lettera? Come è fredda! E poi dal 23 al 26 ci sono quattro giorni; che cosa hai fatto per non aver scritto a tuo marito? Ah! Amica mia, questo Voi e questi quattro giorni mi fanno rimpiangere la mia antica indifferenza. Sfortuna a colui che ne sarebbe la causa! Possa egli, per pena e per supplizio, provare ciò che la convinzione e l'evidenza che servirono il tuo amico, mi farebbero provare! L'inferno non ha supplizio, né le furie serpenti! Voi!Voi! Ah! Che ne sarà fra quindici giorni? La mia anima è triste; il mio cuore è schiavo e la mia immaginazione mi spaventa!» [Napoleone a Giuseppina]

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Vintage Couple

Ed eccola, la parte più umana persino del grande condottiero, quella dove la passione ardente consuma l'armatura e rimane l'uomo, esposto e vulnerabile, che ha amato, odiato, lasciato, pianto come ogni altro essere vivente sulla terra. Il grande statista, l'inarrestabile imperatore, l'intrepido leone da guerra, ridotto ad appassionato, tenero, romantico micione in sella al suo destriero, con tanta ragion di stato sulle spalle quanta melassa in corpo, a dannarsi per quattro miseri giorni. Oggi, tempo e distanza non si frappongono più fra gli innamorati. Con un piccolo movimento di pollice e la pressione del tasto 'Invia' possiamo essere raggiungibili da tutti (Cosa abbiamo perso!). Ma non siamo e non saremo comunque esonerati dal fuoco del patimento e dal tormento sentimentale. Le ustioni sono sempre in agguato e l'attenzione non è mai troppa. Una cosa però occorre metterla

francesco didioni, il divorzio di napoleone e giuseppina, 1877


mg in evidenza: Invece di tatuarvi sul cuore (nei casi più nobili e dicibili) il nome dell'innamorato/a, imprimete bene nell'animo che esiste un solo tipo di amore, ed è quello che fa bene. Se è il caso, marchiatevelo a fuoco. Pablo Neruda Non solo il fuoco Ahi, sì, ricordo, ahi, i tuoi occhi chiusi come pieni dentro di luce nera, tutto il tuo corpo come una mano aperta, come un grappolo bianco della luna, e l'estasi, quando un fulmine ci uccide, quando un pugnale ci ferisce nelle radici e una luce ci spezza la chioma, e quando di nuovo torniamo alla vita, come uscissimo dall'oceano, come tornassimo feriti dal naufragio tra le pietre e l'alghe rosse. Ma altri ricordi esistono, non solo fiori dell'incendio, ma piccoli germogli che compaiono d'improvviso quando vado nei treni o nelle strade. […]

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Ahi, vita mia, non solo il fuoco tra noi arde, ma tutta la vita, la semplice storia, l'amore semplice di una donna e d'un uomo uguali a tutti gli altri. *Articolo sottoposto al referaggio del Comitato Scientifico ed approvato per la pubblicazione su Imaginarium.


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#BUILDING AMBITION

concept-able.

percezioni evocative su un piano...

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#BURNING

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#SMOKING

mg

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#FLAMING

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#FOCUS IDEAS

concept-able.

...o piani evocativi su una percezione.

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textcloud.

fuoco

frenesia febbre fanatismo

esaltazione

patimento patema dolore

un addensamento di sfumature testuali in sospensione nell’atmosfera del tema visionario. furore

impeto

delirio eccitazione

pena

impulso

tribolazione

bramosia

desiderio intenso appetito

cupidigia fame

erotismo

sete

passione

eccitamento

ardore

s. f. [dal lat. tardo passio -onis, der. di passus, part. pass. di pati «patire, soffrire»]. Il termine ‘passione’ si contrappone direttamente ad azione, e indica perciò la condizione di passività da parte del soggetto.

inclinazione violenza volontà

vigore

attaccamento

intensità del sentire

partecipazione lena

forza

fede

convinzione

dedizione

sensualità

trasporto sessuale

concupiscenza

sofferenza fisica o spirituale tormento

brama

avidità

sentimento fortissimo slancio che turba lo spirito trasporto

emozione

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amore

voluttà

predisposizione propensione

interesse vivissimo fissazione

smania manìa


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mezza verita’ o una verita’ e mezza sul tema visionario, ma detta in modo da aphorismarium. stupire piu’ di una menzogna. «Chi combatte il fuoco col fuoco di solito finisce in cenere.» [Abigail Van Buren] «Le passioni violente è meglio che nascano all'improvviso oppure che non nascano per niente.» [Sara Seale] «Il grande vantaggio del giocare col fuoco è che non ci si scotta mai. Sono solo coloro che non sanno giocarci che si bruciano del tutto.» [Oscar Wilde] «Non illuderti: la passione non ottiene mai perdono. Non ti perdono neanch'io, che vivo di passione.» [Pier Paolo Pasolini] «Il fuoco migliore non è quello che brucia più in fretta.» [Charles Eliot]

«Ogni passione veramente profonda contiene in sé il suo contrario.» [Mario Soldati]

«Per una donna mi butterei anche nel fuoco. Ma dopo di lei.» [Roberto Gervaso]

«Le passioni sono difetti o virtù solamente se portate all'estremo.» [Johann Wolfgang von Goethe]

«La passione non ha legge.» [Guy de Maupassant]

«Fuoco che Donna dà è sempre infernale.» [Andrea Perrucci] «È veramente umana la passione perversa di appartenere a una persona soltanto?» [Mario Puzo] «L'uomo è di fuoco, la donna di stoppa, il diavolo arriva e soffia.» [Miguel de Cervantes] «La passione è uno strumento di difesa della ragione. Perché non basta avere ragione: bisogna anche, appassionatamente, difenderla.» [Vittorio Sgarbi] «Un fuoco a lungo celato diventa un incendio difficile ad estinguere: un fuoco di cui appare la vampa, agevolmente si spegne.» [Confucio] «Ognuno ha bisogno di trovare delle ragioni alla propria passione.» [Marcel Proust] «L'anima dell'uomo non è un sacco da riempire, ma un fuoco da accendere.» [detto cinese]


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antesignana del concetto di museo, la ‘camera delle meraviglie’ veniva wunderkammer. usata dai collezionisti per raccogliere tutti gli oggetti straordinari. paolo buggiani,

performance artistiche con il fuoco isabelle hayeur,

fire with fire

mostra national geographic,

aria/acqua/terra/fuoco shawn smith, scultura pixel re-things-fire


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essere passionari e’ una questione di postura

s’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo

Lo spirito combattivo è dato anche dagli eventi, ci insegnano i nostri nonni sopravvissuti a guerre, stragi, crisi e disastri; sopravvissuti anche al nulla. E anche se gli eventi cambiano, la loro sorte siamo noi, è il nostro modo di scegliere come viverli. La mia sopravvissuta, una quasi 98enne dagli occhi grigi e perennemente vispi e illuminati che gli eventi non sono mai riusciti a velare, mi ha insegnato che lo spirito è il vero elio che ti fa volare sempre più in alto e che si può allenare: “Immagina di avere la punta di una lama posta al di sotto del mento e ti ricorderai di andare sempre a testa alta”. Il tempo insegna, invece, che quella lama non è la minaccia che viene dall'esterno ma da noi stessi quando la volontà cede.

La mitologia greca ci racconta che Prometeo, mosso a pietà verso gli uomini, donò loro il fuoco sfidando l'ira divina di Zeus e subendo il quotidiano castigo di farsi divorare il fegato da un'aquila. Il genere umano, in segno di ringraziamento, ha gettato un secchio colmo d'acqua sulla fiamma:

«Credi e piegati; o altrimenti ripudia e sta a testa alta». [Multatuli, 1862] Da Alessandrina Ravizza, Gisella Floreannini, Teresa Noce, a Sampat Pal Devi e la Gulabi Pink Gang,fino a Nadežda Tolokonnikova, Maria Alyokhina, Yekaterina Samutsevich, a tutte le Pasionarie di ogni nazione e di ogni tempo, a tutte le donne che perseguono, per la vita, la “giusta postura”… ¡No pasarán!

«Viviamo in tempi che non amano le emozioni dense. [...] L'età del compromesso quotidiano è anche il tempo delle passioni fredde, della presa di distanza, degli sguardi neutri, di quelle passioni depotenziate che subiscono il disincanto di una caduta pressoché generale dei valori collettivi». [Pier Luigi Celli, Passioni fuori corso, 2000] Nella contemporaneità si manifesta una crisi del desiderio che rende vane tutte le favolose potenzialità umane, metaforicamente rappresentate dal dono prometeico. Già nel 1922 il filosofo spagnolo Ortega y Gasset riconosce che il mondo soffre di un esaurimento della facoltà di desiderare, con un conseguente arretramento degli strumenti a sua disposizione, non sapendo più come e a cosa adoperarli. Nonostante il pressoché illimitato potenziale creativo, l'uomo prova un grande malessere derivante dal non sapere cosa essere, ovvero gli manca l'immaginazione per inventare il tema centrale della propria vita. E allora la domanda che auguro a ciascuno di porsi un attimo prima di gettare il secchio sulla propria fiamma è la seguente: La passione è un fuoco che ci scalderà l'immaginazione o che brucerà la nostra casa?

valentina forzese - editor in chief

emanuele forzese - assistant director


imaginarium

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monografie visionarie issn 2282-3727

COMITATO SCIENTIFICO

editor in chief, creative director

Tutti i contributi visionari contenuti all'interno di Imaginarium sono stati sottoposti alla supervisione di personalità che nel proprio ambito professionale sperimentano l’immaginazione nelle sue varie forme e che credono nel potere della visione. I componenti del Comitato Scientifico redigono un parere favorevole o contrario alla pubblicazione di ciascun contributo sulla base della correttezza, completezza, originalità e rilevanza del lavoro, nonché della conformità alle linee editoriali della monografia visionaria.

valentina forzese assistant director, graphic designer

emanuele forzese visionary contributors

Barbara dragoni valentina dragoni emanuele forzese valentina forzese fortunato giovine raif kaya madelaine serravalle veronica vannoni dalila zanca contact www.monografievisionarie.net info@monografievisionarie.net È vietata la riproduzione, anche parziale, degli articoli pubblicati senza l’autorizzazione degli autori. Le opinioni espresse negli articoli appartengono ai singoli autori, dei quali si rispetta la libertà di giudizio, lasciandoli responsabili dei loro scritti. ciascun autore garantisce la paternità dei contenuti inviati al direttore responsabile sollevando quest’ultimo da ogni eventuale richiesta di risarcimento danni proveniente da terzi che dovessero rivendicare diritti su ta l i c o n t e n u t i . L e i m m a g i n i pubblicate sono state fornite dagli autori al Direttore Responsabile di questa e-zine.

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In questo numero il Comitato Scientifico è composto da: ANNA D'AMBROSIO Gallerista d'arte contemporanea, curatrice di economART. Amy-d Arte Spazio : via Lovanio 6, 20121 Milano

progetti di

LEVIS DONDI Architetto presso Itastudio Associati. Il regolamento adottato dal Comitato Imaginarium è consultabile sul sito: http:// www.monografievisionarie.it

Scientifico

di


THE STORY Imaginarium è un viaggio metafisico. Parte ora, non sappiamo dire dove approda. Un crocevia. Una camera con vista. Un caleidoscopio su una cellula che si riproduce. Visioni ad occhi aperti. Il filo rosso che le cuce. E' più mondi sul comò.E' l'occhio del voyeur. E' quello che non c'era, e adesso c'è. THE REASON

CREDIAMO nelle visioni di David Lynch, Diane Wreeland, Aldous Huxley e Oscar Niemeyer. CREDIAMO nel potere, nelle idee, nei giochi e nelle parole: nel potere delle idee, nelle idee giocose, nei giochi di potere, nel potere delle parole, nelle parole del gioco... ma anche nei giochi di parole e in tutte le altre possibili combinazioni. CREDIAMO di potere. DUBITIAMO delle abitudini, dei miti, delle contaminazioni di massa, delle certezze, del presente, dei compromessi e delle menti annoiate. DUBITIAMO anche dei nostri dubbi.

Imaginarium è un'idea nata da un'insoddisfazione. Imaginarium è una webzine indipendente a contenuto monografico e trasversale. Imaginarium nasce dalla voglia di leggere e lasciarsi ispirare da qualcosa che non sia l'ennesimo blog-rimbalzo delle notizie trite e ritrite del momento, l'ennesimo website delle scelte pescate la mattina dall'armadio dai ¾ della popolazione fashionista, l'ennesimo chi-cosa-quando e perché, l'ennesimo reportage di date e città dei prossimi mostre ed eventi, l'ennesimo “just another web-magazine”.

DIFENDIAMO la libertà di espressione, il lavoro artistico, l'autenticità, l'ampiezza degli orizzonti, la cultura, le streghe dalla caccia, l'indipendenza dai dogmi, l'ambizione, la ricerca, e l'amor proprio. DIFENDIAMO noi da noi stessi, prima ancora che dal mondo. CONTESTIAMO chi non (si) mette in discussione.

Imaginarium nasce dalla voglia di sperimentare.

ACCETTIAMO la cronaca e la critica, la crasi e la crisi… purché fatte con criterio. ACCETTIAMO i limiti geografici ed ecologici, politici ed economici, tecnologici ed etici… ma sogniamo tutti i giorni di scavalcare il confine.

Imaginarium nasce laddove vorremmo chiudere gli occhi sui clou del momento storicopolitico-economico-culturale e aprirli in scenari di gran lunga più ampi e migliori perché il velo pietoso non è coprente abbastanza.

RIFIUTIAMO gli abusi, i linguaggi e/o le immagini gratuitamente offensive, le discriminazioni verso qualsiasi tipo di razza, religione, sesso, cultura o appartenenza politica… però ci vanno bene le caramelle dagli sconosciuti (sugar free, magari).

THE VIEW IN VISION WE TRUST

AMIAMO la bellezza in tutte le sue forme culturali, le prese di posizione, perderci fra gli scaffali delle librerie, trovare una cosa quando se ne stava cercando un'altra,l'incoscienza.

CREDIAMO nel limbo sospeso tra conoscenza e creazione, ma anche tra reale e possibile. CREDIAMO nell'intuito e nell'emozione, nel pensiero e nella sensazione, nell'istinto e nell'immaginazione. CREDIAMO nell'inter-disciplinarietà, nella pluri-disciplinarietà e nella transdisciplinarietà. CREDIAMO nell'analisi generale del particolare e nell'analisi particolare del generale, nell'importanza marginale.

ODIAMO la sterilità culturale, il gossip, il qualunquismo, la perdita dell'immaginazione. IMMAGINIAMO. THE END(LESS)


monografie visionarie

obedear& the defiant fashion, fotogrammi dal film purity ring

numero tre gennaio - marzo 2014

maginarium

PASIONARIA è un appellativo riferito solitamente a personaggi di sesso femminile particolarmente impegnati in attività politiche o ideologiche. In origine, fu utilizzato come pseudonimo da Dolores Ibàrruri, attivista spagnola fra gli anni '50-'70. In lingua spagnola, il termine può designare diversi tipi di fiore, tra cui la Passiflora (fiore della passione). Dopo il caso di Dolores, il termine assunse un significato più ampio, arrivando a definire generalmente una donna, o comunque una persona, fortemente legata a una causa o ad un pensiero ideologico, come dominata da un fuoco, in preda ad una fiamma ardente.


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