Ronin Home Edition

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Se ci passo un pomeriggio intero, lui non demorde, anzi sembra quasi sorridere soddisfatto quando provo a controllare se è ancora là. Sono certo però di essere più veloce nelle segnalazioni: ogni volta che becco un fuorilegge, prendo subito in mano il telefono e sono sempre il primo a prendere la linea… ogni singola volta. Infatti finita la chiamata, alzo lo sguardo e vedo che anche lui mette giù il suo telefono e pure se non ne ho la certezza, io so che mi sta guardando in cagnesco. Ogni denuncia telefonica che concludo, la sua faccia è sempre meno rilassata ed assume smorfie di rabbia e cattiveria, chissà quanto gli brucia che sia sempre io il più veloce! ….. Il tempo passa e ormai è un mese intero che il nostro gioco va avanti, mi sono segnato le tacche giornaliere sul muro vicino alla finestra; come un carcerato che conta i giorni che lo separano dalla libertà io ho segnato tutti i giorni in cui abbiamo fatto i nostri appostamenti e ovviamente non ne abbiamo saltato neanche uno. Al TG hanno detto che domani finirà il blocco e potremo di nuovo uscire di casa, dato che i contagi sono diminuiti; il Premier ha ringraziato sommariamente tutti i cittadini per la collaborazione. Capito? Tutti! Che ipocrita schifoso, come se non si sapesse che le cose sono andate bene solo grazie ad i bravi cittadini come me, una netta ma inarrestabile minoranza che ha vigilato e denunciato chi di dovere. Mi meriterei una fottuta medaglia dal Presidente della Repubblica in persona: tutti i giorni, per quasi 20 ore il giorno ho vigilato sul mio quartiere. …. Stamani uscirò; stanotte non ho chiuso occhio e non per una insensata euforia legata alla fine di tutto, no, è che stanotte è successo qualcosa di strano: dopo cena, un tramezzino veloce mangiato seduto sul divano, mi sono ovviamente recato al mio posto di lavoro e come sempre, ovviamente è comparso il mio

avversario. C’era però qualcosa di strano nel suo volto: era come trasfigurato. Per essere sicuro ho preso la mia macchia fotografica con tanto di teleobiettivo ed ho zoomato al massimo per cercare di capire se il buio e la stanchezza mi stessero giocando un brutto scherzo e invece no: non aveva più un aspetto molto umano, la pelle era biancastra, la faccia allungata e scavata in maniera innaturale, al posto degli occhi c’erano due buchi neri deformati e la bocca era come immobilizzata in un angosciante ghigno perpetuo da cui schiumava bava… ho avuto paura, quello che ho visto non mi è piaciuto per niente. Ho abbassato la macchina fotografica, ho tirato la tenda, buttato giù la tapparella e mi sono allontanato immediatamente dalla finestra. Non mi ci sono più neanche avvicinato. Sono rimasto sdraiato nel letto con cucita addosso la convinzione che nonostante fosse nel palazzo di fronte, in casa sua, lontano decine di metri da me, quella creatura mi stesse ancora fissando. Anche adesso che sono uscito per strada quella sensazione non mi si scrolla di dosso, tanto è che mi fermo a fissare il suo palazzo per non so quanto tempo… “Signore, mi scusi, c’è qualche problema?” una voce si rivolge a me e mi risveglia dal mio trance. E’ un operaio con tuta da lavoro, elmetto anti infortunistico e ovviamente una mascherina anticontagio. “Mi chiedevo se c’è qualche problema signore, dato che è da quasi 10 minuti che è fermo, immobile a fissare le finestre di questo palazzo.” “Nessun problema, è solo che volevo capire chi abita al quinto piano di quel palazzo e poi mi sono fermato in sovrappensiero. Sicuramente faccio prima a guardare i nomi sul citofono.” “Guardi signore, non vorrei deluderla ma credo sia impossibile che qualcuno abiti qua, non solo al quinto piano ma in tutto lo stabile: già prima della pandemia c’era rimasta una sola famiglia in quel palazzo, che poi è stato sgombrato definitivamente perché giudicato pericolante,


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