C come magazine n.20

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che nella Marsica è ancora conosciuta come Ente Fucino: un vincolo di forte appartenenza al territorio che mai avremmo consentito venisse meno. La riforma va nella direzione opposta a quella paventata dei tagli: più garanzie per il personale dipendente, che sarà maggiormente valorizzato rispetto al passato, e miglioramento dell’efficienza dei servizi anche alla luce delle nuove sfide dell’agricoltura moderna». Dunque, assicurano Di Bastiano e Iampieri, nessun danno alla Marsica e ai suoi lavoratori, mentre il consigliere regionale Daniela Stati denuncia furiosa che di quest’area è stata fatta «terra di conquista». Il Pd infine commenta, tramite il segretario regionale Silvio Paolucci e il capogruppo in consiglio regionale Camillo

D’Alessandro, che «questo progetto è solo un’operazione di facciata, che porterà risparmi esigui perché i dipendenti saranno trasferiti alla Regione. Anzi, proprio questo punto rischia di ottenere l’effetto contrario: potrebbero moltiplicarsi i contenziosi e persino le spese, perché sono stati tagliati i fondi ministeriali. Le agenzie strumentali devono essere oggetto di una riforma vera, partecipata e trasparente, che nella riduzione ne rinnovi le funzioni strategiche e le adegui alla luce delle nuove esigenze di una pubblica amministrazione moderna: mantenere tutto così servirebbe a poco». Noi auspichiamo solo una cosa: che la qualità, alla fine di questo lungo discorso, possa vincere sempre.

Una riforma che punta alla razionalizzazione delle spese

I DUBBI Con i tempi che corrono nessuno mette in dubbio il bisogno di risparmiare. A volte la razionalizzazione può passare attraverso scelte apparentemente impopolari, i cui benefici non sempre sono immediatamente manifesti. Ma viene da chiedersi quale sia il risparmio nel far transitare il personale alla Direzione regionale Agricoltura, mettendo tutto in un calderone, così che sia impossibile capire e distinguere spese oculate e con risultati concreti da altro genere di spese i cui risultati rispondono, in fin dei conti, alle logiche di vecchio stampo. Pensare ad un’agenzia in grado di gestire progetti e budget in maniera manageriale, agile, in grado di operare scelte controllabili e verificabili, possibilmente fuori dalle pastoie della burocrazia (una chimera?) e dando a dirigenti e tecnici la responsabilità di quello che fanno: questo, crediamo possa portare un vero risparmio, migliorando il sistema. Risparmiare vuol dire infatti spendere meglio, non necessariamente spendere meno. Piuttosto che comprare beni o servizi scadenti solo in funzione del prezzo, non è meglio sceglierli badando al rapporto qualità prezzo in funzione della loro destinazione? Scevri delle logiche demagogiche, applaudimmo a suo tempo l’abolizione del Consiglio d’amministrazione dell’Arssa; al posto di una marea di personaggi cooptati dalla politica fu nominato un unico direttore generale, e gli fu attribuita la responsabilità di bilanci, progetti e scelte. Questo dette nuovo impulso all’Ente. Adesso, invece di proseguire sulla strada della responsabilità, dell’efficacia e della verifica dei risultati, si rischia di riportare tutto dov’era un tempo, con conseguenze immaginabili. Non si mette in dubbio la necessità di fare ordine, di risparmiare, a cui la Giunta Chiodi ha risposto con la prospettiva di sopprimere i cinque enti. Ci chiediamo piuttosto chi potrà verificare la ponderatezza di certe scelte, l’efficacia e il raggiungimento dei risultati? Cosa può essere cambiato nel sistema dei controlli, che nel frattempo possa garantire l’efficacia di questa svolta epocale? Le sfide che l’agricoltura abruzzese dovrà affrontare nei prossimi anni, a cominciare dalla PAC 2014-2020, avrebbero bisogno di scelte fatte da tecnici preparati e motivati. Efficacia, professionalità, verifica e responsabilità dovrebbero essere le parole d’ordine. Possono essere assicurati dalla burocrazia, spesso più attenta a compiacere il clima del momento che a perseguire l’utile collettivo? Solo il tempo potrà dirlo. Noi, siamo speranzosi. (Luana Di Lorito)

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