(n°4) Per La #GalleriadelRitorno il #FondoVerri presenta
L’homo una o due volte sapiens deve dimostrare ogni giorno la degnità per meritarsi cotanto aggettivo. L’avere sapore non s’attaglia agli insipidi, così come Maira non è il refuso di stampa di un nome più diffuso ma l’unicità cui ha diritto ogni essere vivente a qualsiasi regno appartenga. Le immagini di Maira Marzioni sono tracciature di vita lì dove “trema ogni cosa” e “tutto si muove” come già aveva intuito il per sempre giovane poeta di Tricarico quando scriveva: “"Io sono un filo d'erba / un filo d'erba che trema. / E la mia Patria è dove l'erba trema. / Un alito può trapiantare / il mio seme lontano".
Già, la poesia. È proprio dal mondo ineffabile della poesia che prende movenza e ritmo “La danza delle cose cadute”. Le immagini si staccano dalle tenebre del tempo (del nostro tempo?) come le parole del poeta dal silenzio dell’universo. Si è vivi per poco, solo questo ci unisce e ci rende unici (...)
Vittorino Curci