“Lavorare in miniera è stato troppo duro. Sono tornato perché sono un minatore innamorato della terra, della mia terra: il Salento”.
L’essenziale, al di là della retorica, della ridondanza del tempo coevo: in una frase Cesare Mirto di Carmiano, classe 1926, riassume una vita.
L’ex minatore vive a Lecce, a Porta Napoli, in un palazzo alla cui sommità hanno edificato una cappella che decanta come una chiesa.
Lo conosco in campagna, nella zona di via Vecchia Frigole di Lecce dove ha un appezzamento che è un intrico di olivi bassi e di alberi da frutto. A novant’anni si alza presto: “Non voglio stare a letto. Voglio lavorare. Voglio vivere”. Cesarino produce olio, vino e legumi.