C’è la voce nella poesia, necessaria ai poeti, soprattutto per chi è memore dei dialoghi con Mnemosine. La musa, col suo soffiare versi all’orecchio dei “sensibili” trovava nell’oralità, nella voce, la declinazione, poi nell’orecchio dell’altro, la casa delle parole…
In queste pagine è la voce nel tentativo di farsi voce che fa dimora. Il balbettio di chi inciampa, di chi nell’incantamento della lingua trova la traccia del proprio dire. La poesia come atto necessario che toglie dal qualunque sentire ed immerge nel sono: nell’Io solo, nel musicale dialogo in ascolto della vita, del suo divenire!
MM