L’uomo è, per Locke, unacreaturasocialee razionale, tale indole lo spinge verso laricerca volontaria della pace,ovvero di una condizione in cui sia possibile vivere congiuntamente e ottenere vantaggi, una realtà in cui preservareséstessie l’umanitàtutta.
La legge di natura nonèperòdeltuttoin grado di garantire la pace. Seppur razionale, essa è troppo astratta per poter valicare gli interessi personali ed essere realmente coercitiva.Perquesta ragione, anche per Locke la soluzione preferibile per tutti gli uomini è quella di uscire dallo stato di natura, creandoun potere superiore a quellodeisingoli(ma non indipendente), ossiail government. Questo potere deve distribuire equamente le risorse, e deve garantiregiustizia, equitàesicurezza.
il Giornale
La Magna Carta: tra i documenti più famosi al mondo. Concessa dal re d’Inghilterra Giovanni Senzaterra, ha stabilito per la prima volta il principio che ognuno – compreso il re – è soggetto alla legge.
«Nessunuomoliberosaràarrestato,imprigionato,multato,messofuori legge,esiliatoomolestatoinalcunmodo,nénoiuseremolaforzanei suoi confronti o demanderemo di farlo ad altre persone, se non per giudiziolegaledeisuoiparieperlaleggedelregno.»
UOMO…
…STATO
UN RAPPORTO DELICATO PER AVERE RICONOSCIUTI I DIRITTI
MACHIAVELLI, INVENTORE DELLO STATO MODERNO?
Egli fu il primo ad usare il termine Stato con un significato prettamentediversoda quello attribuitogli di norma nel periodo medievale:èconcepito come un corpo omogeneo, con una consistenza propria legata ad un territorio; è un regno, una “Patria”. Giàapartiredaquesta concezione, notiamo comeeglisi
allontanidigranlunga al pensiero eticopolitico medievale: chiamare Patria lo Stato, inteso fino ad ora semplicemente come regime o territorio, ha un forte valore etico, inquanto Machiavelli riconosce l’importanza dell’appartenenza, del lottareperciòacuisi tiene provando a renderlomigliore.
DEI DIRITTI UMANI
La tormentata storia dei diritti umani ha radici risalenti nel tempo, ma ciononostante fragili, vista la facilità con la quale è agevole sradicarlinellapratica, ma soprattutto nelle coscienze.
In passato, ma assai spesso ancor oggi, sono stati e sono chiamati “diritti dell’uomo”,conbuone ragioni, poiché fino a pochidecennifasono stati effettivamente soltanto diritti degli uomini e non anche delledonne.
La lunga storia dei diritti umani comincia conl’ideadilibertàesi afferma con l’idea di uguaglianza.
Larivendicazionedella libertà trova antecedenti in un passatolontano,daun latonellalottaperla
libertà religiosa degli ereticimedioevaliedei riformatori protestanti contro l’integralismo repressivodellaChiesa cattolica,dall’altronella difesa delle autonomie di gruppi sociali, corporazioni, città contro l’autoritarismo dei sovrani. Il riferimento più tradizionale lo si trova nella storia inglese, nella Magna Charta Libertatum del 1215, cheenunciailprincipio dell’habeas corpus, e che troverà nel ‘600 il suo sviluppo con l’Habeas Corpus Act e con il Bill of Rights, fruttodilottecivili,che tuttavia non avevano pretese rivoluzionarie néuniversalistiche,ma al contrario, sostenevano rivendicazioni fondate nella storia e nella tradizioneinglese.
“Quando a un uomo è negato il diritto di vivere la vita in cui crede, questi non ha altra scelta che diventare un fuorilegge”
LA STRAZIANTE STORIA
È con il moderno giusnaturalismo che si afferma l’idea dei diritti umani, fondati sul presupposto dell’eguaglianza naturale di tutti gli uomini, secondounadottrinache svincola il diritto naturale dalla sua origine religiosa, legandolo a presupposti individualisti e razionalisti. Si può ricostruire lo sviluppo di questa nuova dottrina a partire da Francisco de Vitoria e Ugo Grozio, passando per Hobbes, fino al teorico liberale JohnLocke,perilqualeil sovrano,ilpoterepolitico si legittima in quanto garantisca il rispetto dei diritti che l’uomo ha per sua natura: il diritto alla vita, alla libertà, alla proprietà privata. È poi con l’illuminismo che l’ideadeidirittiumaninon solosiapprofondiscedal puntodivistafilosofico–basti pensare a Immanuel Kant, a JeanJacques Rousseau, a Voltaire, a Montesquieu, a Beccaria - ma cerca anche di realizzarsi attraverso riforme concrete.
Nel 1513 Machiavelli scriveilsuotrattato
politico “Il Principe”. Si tratta dell’opera con maggior rilievo poiché, grazie a questa, è stato possibile carpire la vera essenza dello scrittore, definendolo soprattutto “Inventore dello Stato Moderno”. Per Machiavelli, la politica è intesa come un’arte autonoma, svincolata da ogni provvidenzialismo e finalismo. E’ un continuo “demistificare”, poiché la verità effettuale è solamente quella che andiamo a scovare con l’esperienza delle cose moderne e la continua lezione delle antique. (La “verità effettuale”, XV capitolo). In campo etico ciò è molto significante: l’autore mette al primo posto il realismo, non dà spazio alla trascendenza, edeterminacheilPrincipe non deve attenersi alle apparenze, o alla famosa formula medievale “ipse dixit”, ma creare un proprio pensiero, una propria opinione, a seconda dell’esperienza, data dal vivere il susseguirsi degli eventi umani. Viene così eliminato il binomio Chiesa-Impero presente nelMedioevo,dando
spazio ad una concezione di laicità dell’uomo e degli avvenimenti del tutto nuovi.
Conilsuostileasciutto, privo di parole ampullose finalizzate esclusivamente ad abbindolare i lettori, (eticamente nobile), Machiavelli mette a nudolesuepassioniei suoi desideri per la speranzosa riuscita del suo progetto. Questa parte è possibile definirla utopica, poiché l’autore fa emergere i sogni che lo spingono semprepiùinalto,come quell’arciere che non si arrende alla prima freccia scoccata male; la sua forza, il suo coraggio e la sua genialità lo portano a distanziarsi da ogni pensiero che non sia statoelaboratodallasua mente,edèproprioper questo che non possiamo attribuirlo esclusivamente alla frase “il fine giustifica i mezzi”, poiché ridurrebbe drasticamente la verità del suo essere, nonché Inventore di uno Stato Moderno.
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ESIGENZE DELL’INDIVIDUO, E AUSPICÒ UN VOLONTÀ DEL SOVRANO
“NON IL BENE PARTICOLARE MA IL BENE COMUNE È
QUELLO CHE FA GRANDI LE CITTÀ. E SANZA DUBBIO QUESTO BENE COMUNE NON È OSSERVATO SE NON NELLE REPUBBLICHE”
Ilmondopoliticodeisecoliprecedenti a Machiavelli aveva risentito profondamente del pensiero di Sant’Agostino che aveva radicalmente separato il mondo materiale, considerato fonte di ogni male, da quello divino.Tale modo di pensare portò ad un ridimensionamento del ruolo dell’essere umano, alla disgregazione dello Stato, del diritto, del bene comune, e di conseguenza ad una crescita del ruolo della Chiesa. Nel Medio Evo la Chiesa godeva di un enorme prestigio, detenevailmonopoliodellaculturae rappresentaval’istituzioneingradodi dare legittimità ai Sovrani, la situazione nei secoli successivi conobbe dei cambiamenti, ma al tempo stesso la struttura organizzativadellaChiesasiandava rafforzando, e attraverso la Santa Inquisizioneeraingradodi
condizionare il mondo della cultura. Tale politica produceva una certa stagnazionecivileeculturale,emolti iniziarono a vedere la società degli antichi, Greci e Romani, come un mododivitapiùavanzato. Negli anni di Machiavelli l’Europa stavauscendodalperiodofeudalee si avviava verso la formazione di potentiestabiliMonarchieNazionali.
Le nuove formazioni politiche sebbene più salde delle precedenti signoriefeudaliintendevanoloStato come un patrimonio privato che il Sovrano poteva gestire arbitrariamente per i suoi fini. Nel nostro Paese in particolare, si era avuta la diffusione delle libere università, che furono le prime istituzioni culturali non gestite dalla Chiesa, tali organizzazioni avevano favoritol’emergerediunaculturapiù innovativaepiùlibera.
IL GRANDE
SCRITTORE FIORENTINO RUPPE CON
LA TRADIZIONE MEDIEVALISTA, RICONOBBE LE SISTEMA DI GOVERNO CHE ARMONIZZASSE LA CON QUELLA DEI CITTADINI
Per il Machiavelli, come per gli altri pensatori umanisti, le esigenze materiali degli esseri umaninoneranoqualcosa da disprezzare, ma potevanoinqualchemodo favorire il miglioramento dellasocietà.Dataquesta premessa, il nostro scrittore passò a descrivere la natura umana, che non era né diabolica né simile a quella del Santo. La visione pessimistica dell’uomo, condivisa del resto da molti pensatori dell’epoca, lo spinse a scrivere che il principe doveva sapere usare l’astuzia e mostrarsi formalmente pio e ben disposto verso le consuetudini. L’uomo di governo ha da essere «golpe e lione» come ha scritto in uno dei più celebri passaggi del Principe, tuttavia a ben leggere le sue opere si notacheilMachiavellinon eraspintodaquelcinismo che gli è stato spesso attribuito, ed anzi dimostravaunrispetto
neiconfrontidegliesseri umani che molti pensatori dell’epoca non avevano. InMachiavellimoltoforte è l’ammirazione per lo Stato Romano e per le virtù civiche perseguite da quel popolo. Come molti pensatori antichi, Machiavelli propendeva per uno Stato che sapesse equilibrare la volontà dei cittadini con quella del Sovrano, che fosse pertanto una sintesi di monarchia, aristocrazia e democrazia. Ciascuna delle tre forme di governo senza alcun contrappeso riteneva potesse degenerare, «perché il Principato facilmente diventa tirannico;gliOttimaticon facilitàdiventanoStatodi pochi; il Populare sanza difficoltà in licenzioso si converte», mentre una certa commistione poteva garantire uno Stato più saldo ed equilibrato.Inmoltiscritti Machiavelli sembrava propendere più per un governorepubblicanodi
cittadini che per un dominio di una famiglia regnante.Inquestoèla modernitàdiMachiavelli, che faceva dello Stato l’espressione della società che si autoamministra senza interferenze religiose e senza ridurre lo Stato allafiguradelSovrano. Non meno autoritario fu Hobbes che per ragioni diverseeliminòqualsiasi potere minore che potesse ostacolare la volontà del Sovrano. D’altra parte se l’uso della forza e della frode poteva essere effettivamente utile a realizzare grandi conquiste, ciò non era considerato da Machiavelli come un comportamento apprezzabile. «Non si può ancora chiamare virtù» scrisse nel Principe «ammazare li sua cittadini, tradire li amici, essere sanza fede,sanzapietà,sanza religione; li quali modi possono fare acquistare imperio,manongloria».
UNA STORIA ANTICA: I PRIMI DOCUMENTI CHE RICONOSCONO DEI DIRITTI
LaMagna Charta Libertatumè una cartaconcessaaibaroniinglesiil15 giugno 1215 dal re d'InghilterraGiovanni Senzaterra; è consideratail fondamento dellelibertàcostituzionali inglesi. Le sconfittemilitarisubitedaGiovannia operadiFilippoIIdiFrancia,letasse gravose e l'abuso di privilegi reali e feudali furono all'origine dell'ennesima rivolta dei baroni control'autoritàregia. Nel 1215, dopo la violazione di una gran quantità di antiche leggi e usanzechegovernavanol’Inghilterra da parte del re Giovanni d’Inghilterra, questi fu costretto dai suoi sudditi a firmare la Magna Carta, che elencava quelli che successivamente vennero consideratiidirittiumani.Tradiessi c’eraildirittodellaChiesadiessere liberadall’interferenzadelgoverno,il diritto di tutti i cittadini liberi di possedereedereditarelaproprietàe diessereprotettidatasseeccessive. Stabiliva il diritto di decidere di non risposarsi da parte di vedove che possedevanodelle
proprietà e stabiliva i principi del processo imparziale e dell’uguaglianza di fronte alla legge. Conteneva inoltre disposizioni che proibivano la corruzione e il malgoverno da partedipubbliciufficiali. Considerato ampiamente tra i più importanti documenti legali nello sviluppo della democrazia moderna, la Magna Carta costituisce un punto di svolta crucialenellalottaperlalibertàin cui per la prima volta venivano definite formalmente le relazioni trareebaroni,codificandoidiritti e i doveri della feudalità e riformandoilsistemagiudiziario. Con l'aggiunta nel 1628 della Petizionedeidirittie,nel1689,del Bill of Rights, essa sancì la superiorità del Parlamento sulla corona. Pur modificabile e addirittura eliminabile in ogni momentoaseguitodiunsemplice atto parlamentare, laMagna Chartamantiene da oltre sette secoli il carattere di legge fondamentaledeldirittoinglese.
La prossima pietra miliare registrata nel corso dell’evoluzione deidirittiumani fula Petition of Right, un importantedocumento costituzionale che regola le libertà specifiche del soggetto che non possono essere violate dal re. Approvatail7giugno 1628, la Petition of Right vieta l'imposizione di tasse senza l'approvazione del Parlamento, l'obbligo di dare alloggio ai soldati, l'arresto senza una motivazioneel'usodi legge marziale. A seguito dei conflitti sortifrailParlamento ereCarloIariguardo dell'attuazione della guerradeitrent'anni,il Parlamentosioppose a finanziare le spese di guerra spingendo Carlo a raccogliere prestiti forzati senza l'approvazione parlamentare e a imprigionare arbitrariamentecoloro
che si rifiutavano di pagare. Inoltre, essendo sul piede di guerravenneapplicato l'alloggio forzato dei soldati all'internodelle casediprivaticittadini, nonché la dichiarazione di legge marzialenellamaggior partedelPaese. Come risposta, la Camera dei comuni stilò quattro Resolutions, condannando questi provvedimenti e ribadendo la validità dellaMagnaCartaeil requisito legale dell'habeas corpus. Questi propositi vennerorespintidare Carlo che annunciò inoltre che il Parlamento sarebbe statosciolto;aquesto punto la Camera dei comuni si riunì il 6 maggio col fine di prendere in considerazione delle alternative e si concluse che un'istanza per i diritti fosselasoluzione.
Di conseguenza, una commissione sottoilcomandodi Edward Coke abbozzò tale documento,ilquale venne approvato dalla Camera dei comunil'8maggioe poi inviato alla Camera dei lord. Dopo tre settimane di discussioni e riunioni fra le due camere, la Petition of Right venne ratificata da entrambelecamere il26eil27maggio. Seguirono ulteriori discussioni nelle quali il re limitò la libertàdiparolaper la Camera dei comuni, ma fu poi costretto a cedere alle pressioni; necessitando dell'appoggio parlamentarepergli sforzi bellici, il 2 giugno accettò la Petition.
dottrina giusnaturalistica occupano un posto centrale le nozioni di stato di natura e di contratto sociale. Per Thomas Hobbes, il passaggio da uno statodinatura,incui gli individui vivono isolatamente e in perenne conflitto, a una civile convivenza avvienepermezzodi unpattochesegnail trasferimentodeidiritti naturali di ciascun individuo alla volontà del sovrano, unico depositariodellaforza (contrattualismo). Su tali basi, Hobbes intende la legge naturale come “un dettame della retta ragione” che impone di ricercare la pace come condizione per laconservazionedella vita.
Secondo un altro grande teorico del giusnaturalismo, John Locke,“lalegge
dinaturainsegnaa tuttigliuomini,purché vogliano consultarla, che, essendo tutti ugualieindipendenti, nessuno deve danneggiare l'altro nella vita, nella salute,nellalibertàe nella proprietà”. Pertanto, Locke delineaunmodellodi convivenzacivileche, sedaunlatoriprende l'ipotesi contrattualista di Hobbes, dall'altro ne elimina i tratti assolutistici, assegnando allo Stato, in una prospettivaliberale,il compito di salvaguardare tutti i diritti naturali dei cittadini.
La distinzione tra Hobbes e Locke, derivasoprattuttodal vicino, ma profondamente diverso periodo storicoincuisono
vissuti.InInghilterra, infatti, nel 1600 ci sono state due rivoluzioni, quella sanguinosa degli anni'40(epocaincui scrive Hobbes) e quelladeglianni'80, dettaGloriosa(epoca in cui vive Locke): mentre la prima è una vera e propria guerra civile, una vicenda traumatica, la seconda rivoluzione è considerata un fatto altamente positivo, l'atto con cui l'intera società inglese si è sbarazzata di una monarchia oppressivaehadato vita ad una monarchia costituzionale.Ilfatto stesso che Hobbes abbiamaturatolesue ideeeisuoiscrittinel corso della prima rivoluzione e Locke nella seconda, è significativo per capire le differenze traiduepensatori.
Nella
DUE PENSIERI A CONFRONTO: UNA DOTTRINA CHE SI BASA SULL’EGUAGLIANZA DEGLI UOMINI
PerHobbeslacosachevaevitatapiùdi ognialtraèlaguerracivile,perLockela perdita della libertà. Hobbes mira alla sicurezza,Lockeadunasocietàliberale e dove ognuno possa raggiungere la felicità.
Hobbes è il filosofo del caos, l'uomo hobbesianolasciatoallesueinclinazioni nonècapacediconviverecolsimilema solodicombatterlo,lostatodinaturaè guerra, negazione radicale di ogni altra attività umana; Locke è il filosofo dell'ordine,lostatodinaturacheemerge dalle sue opere è una rete assai sofisticata di relazioni umane che solo inconvenienti latenti tendono a trasformareinunostatodiguerra.
SeperHobbesilLeviatanoèilrimedioa una condizione generale di morte, rimedio che può ben richiedere il sacrificiodiognilibertàinquantol'ordine e la pace scaturiscono dall'emergere dello Stato, per Locke il governo civile succedeaunacondizione
di insicurezza sì, ma pur sempre di rapportiarticolatiepacifici:quiprimadel governo ci sono già i contratti, la moneta,laproprietà,illavorosalariato; conseguentemente il governo sarà chiamatoagarantirequesteattivitàegli uomini non saranno disposti a pagare qualunqueprezzoperlasuaprotezione. Hobbes è generalmente considerato il teorico dell'assolutismo in ambito politico,inquantoperusciredallostato di natura, in cui tutti gli uomini sono potenzialmente in pericolo, si devono delegaretuttiidirittidinaturaalloStato che non solo non ha doveri ma è ineliminabile,penailritornoallostatodi naturaeallaguerraditutticontrotutti. Alcontrario,secondoLocke,teoricodel Liberalismo, se lo Stato non assolve il proprio dovere di salvaguardia dei cittadinipuòessereabbattuto(dirittodi resistenza); secondo Locke, inoltre, il poterepuòesserediviso,cosacheper Hobbesèinconcepibile.
CLASSE IVA
«DOVE NASCONO I DIRITTI UMANI?»
“In piccoli luoghi, vicino a casa, così vicini e così piccoli che non si possono vedere su nessuna carta del mondo. Eppure si tratta del mondo della singola persona, il vicinato in cui vive, la scuola o università che frequenta, la fabbrica, la ditta o l’ufficio in cui lavora. Questi sono i luoghi in cui ogni uomo, donna e bambino cercano giustizia, opportunità e dignità uguali, senza discriminazione. A meno che questi diritti non abbiano un significato in questi ambiti, essi avranno poco significato altrove. Senza attività coordinate dei cittadini per far sì che questi diritti vengano seguiti nel proprio ambiente, cercheremo invano progressi nel più vasto mondo.”
ACURADI
MichelaAzzurraRausei