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Ma non bastava; questa è stata solo una parte del nostro lavoro iniziale, che ha previsto l’organizzazione e gestione di attività di training specificamente progettate, sia per le imprese del territorio, sia per le figure che a vario titolo si sarebbero occupate di trasferimento tecnologico (technology brokers). Infine, sul modello di “Innovation Factory”, abbiamo costituito un incubatore “di primo miglio” al servizio sia di ricercatori che di giovani desiderosi di avviare un progetto per la creazione di imprese innovative ad alto contenuto di conoscenza. GLI OBIETTIVI Dopo la selezione pubblica, il personale è stato contrattualizzato il 20 novembre 2009. Tre senior AREA coordinano la regìa di un organico costituito da 29 persone (di cui 27 lucane), molte delle quali in possesso di Lauree «soft», in piena sintonia con l’operatività e la nostra mission. Le nostre risorse umane hanno quindi sostenuto un importante periodo di formazione, in due fasi: con la presenza di personale di Basilicata Innovazione a Trieste (in AREA Science Park) e con il personale di AREA in Basilicata per coaching e affiancamento sulle diverse tematiche. La formazione da parte del personale di AREA, terminata formalmente verso la fine di febbraio 2010, di fatto è proseguita per circa un anno con ulteriori scambi per l’approfondimento di metodologie, uso degli strumenti e discussione di casi concreti. A completamento, nel periodo appena concluso abbiamo investito, su donne e uomini di Basilicata Innovazione, circa 250mila Euro in attività formative quali partecipazione a Master, formazione interna, corsi di lingua, visite a fiere di settore, partecipazione a convegni. IL CONTESTO Operare in Basilicata sul fronte dell’innovazione e del trasferimento tecnologico non sarebbe stato semplice. Lo testimoniavano
alcuni dati oggettivi: moltissime erano le piccole e micro imprese, sottocapitalizzate e polverizzate sul territorio, con bassa cultura di “rete” e scarsa propensione utilizzo di risorse per migliorare i prodotti/ processi attraverso la ricerca. La visione del mercato molto ristretta, troppo spesso confinata nei limiti della regione, era inoltre un gap notevole da considerare, così come l’eccessiva dipendenza dal finanziamento pubblico, che si traduceva in una notevole resistenza ad investire proprie risorse in progetti innovativi. Su un piano “macro”, infine, mancava una politica che favorisse la valorizzazione economica dei risultati della ricerca sviluppati presso l’Università e gli Enti di Ricerca presenti sul territorio. Lo sguardo panoramico sulle criticità esistenti ci è servito per comprendere meglio quale avrebbe dovuto essere il nostro impatto su questa realtà, quale l’approccio da utilizzare con gli imprenditori, quali le leve da esercitare per cogliere e valorizzare le eccellenze. I tanti casi di successo, al momento, dimostrano che quel quadro in realtà aveva una spessa patina che avremmo potuto squarciare, con molta buona volontà, impegno e le metodologie giuste. Infatti con il trascorrere del tempo le imprese ci hanno percepito, come di fatto vogliamo essere: partner e non consulenti, mostrando in realtà un forte interesse a migliorare la propria posizione competitiva. Abbiamo reso possibile quello che molti, all’inizio, dipingevano come “l’impossibile”: riunire imprenditori, che inizialmente si consideravano “concorrenti”, e costruire filiere di imprese per avviare progetti di comune interesse. In parallelo, abbiamo avviato e poi consolidato, con soddisfazione, la collaborazione con numerosi Dipartimenti dell’Università della Basilicata e con altri Centri di ricerca esistenti in regione, anelli di una catena delle eccellenze che andava (e va) valorizzata e messa in rete.
IL BILANCIO Sulla bilancia della soddisfazione, a tre anni dall’inizio delle attività, il peso è moderatamente dalla parte delle positività. Dall’altro lato permangono alcune criticità, a partire, ad esempio, da un certo disallineamento delle politiche Regionali con altri strumenti esistenti. Ci manca ancora un accordo quadro di collaborazione con l’Università della Basilicata, e questo può ulteriormente rallentare alcune operazioni, utili al territorio regionale che molto può ottenere da un migliore rapporto con il sistema della ricerca. Occorrerà incidere sulle attività di sviluppo di nuove imprese e incentivare la cultura sulla proprietà industriale. Sappiamo però che, siamo appena a metà del nostro cammino. Ci piacerebbe, nel prossimo triennio, essere considerati componente stabile e naturale del sistema economico regionale, completando le azioni così faticosamente intraprese nella nostra fase di start up. Abbiamo verificato che possiamo influire sulla competitività delle imprese, rompendo un atavico isolamento degli imprenditori, che hanno imparato a confrontare le proprie competenze con quelle del nostro team e degli esperti che di volta in volta ci hanno coadiuvati. C’è ancora molto spazio per creare aggregazione fra imprese su temi di interesse trasversale; c’è ancora tanto da camminare – e la necessità – sul percorso dell’orientamento dei risultati della ricerca locale verso applicazioni industriali o verso la creazione di impresa. La crescita di fatturato e i nuovi posti di lavoro stabili creati grazie ai nostri interventi sono il frutto del lavoro, della passione comune messa sul campo, della voglia di crescere e di guardare al futuro con rinnovata speranza. Siamo convinti di essere appena all’inizio di un lungo percorso, e che il meglio debba ancora arrivare.