ne di pescatori Pegaso, indirizzando una missiva – a firma del direttore Pasquale Valentini – al Presidente della Repubblica: Oscar Luigi Scalfaro ufficialmente fu investito, ma concretamente non mosse un dito. Eccellentissimo presidente, facciamo ricorso al Suo elevato senso di umanità ed al Suo spirito di difensore della Giustizia e della Eguaglianza per rivolgerLe un sentito appello che promana da tutta la marineria da pesca nonché dalla intera popolazione di Molfetta. Come ad Ella è noto, nel corso del novembre 1994 una imbarcazione della nostra flotta da pesca (M/p FRANCESCO PADRE) con l’intero suo equipaggio a seguito di una esplosione, sulle cui cause la magistratura inquirente ha già formalizzato una chiusura di istruttoria avverso la quale è stata proposta istanza di supplemento di indagini, affondava nel Mare Adriatico in acque internazionali al largo delle Bocche di Cattaro. Nel corso delle indagini la magistratura si è avvalsa anche di riprese subacquee del relitto e dei fondali circostanti la zona di affondamento. Le suddette riprese, che per altro a nostro modesto parere non hanno affatto chiarito le cause dell’affondamento, evidenziando lo stato di quasi integrità dello scafo e la presenza sullo stesso di resti umani, fanno intuire che non dovrebbe essere impossibile procedere al recupero del relitto. Ipotesi quest’ultima che, oltre a recare un notevole contributo agli accertamenti ancora in corso, costituirebbe dal punto di vista umano e civile un atto di sensibilità nei confronti della marineria e della città tutta (...) La dignità delle famiglie delle vittime, l’esigenza di una categoria di lavoro (importante per la locale economia e da sempre abituata a convivere con disagi e pericoli) di veder smentita la infamia dello svolgimento collaterale di attività illecite a scapito di un lavoro faticoso quanto romantico e “pulito”, il bisogno della città di vedere una volta per tutte la memoria dei propri figli periti in disgrazia 175