Valmalenco sport a 360°

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GUIDE SPORT

Ivan Pegorari

VALMALENCO SPORT A 360째

VALMALENCO - SPORT A 360째

Ivan Pegorari

MOUNTAIN BIKE

ARRAMPICATA

SCIALPINISMO

LYASIS EDIZIONI

CIASPOLE


Con il patrocinio e il contributo di:

Club Alpino Italiano Sezione della Valmalenco


GUIDE SPORT 5

VALMALENCO SPORT A 360째 Ivan Pegorari

LYASIS EDIZIONI


Ivan Pegorari, classe 1973, affianca la professione di guida alpina a quella di infermiere. Appassionato di montagna da sempre, svolge principalmente la sua attività sulle montagne di casa, anche se ama molto viaggiare. Ha arrampicato in tutta Europa, avendo all’attivo salite importanti in tutto l’arco alpino. Nel novembre del 2005, in collaborazione con il CNR, ha partecipato alla formazione di una squadra di soccorso himalayano in Nepal con sede presso la piramide CNR, a poche ore di cammino dal campo base dell’Everest. Un debole particolare è per la Sardegna con i suoi trekking e le belle arrampicate in riva al mare. Nato e cresciuto in Valmalenco, è sposato e vive a Caspoggio: conosce questa valle in tutti i suoi angoli e in tutte le stagioni, praticando tutti gli sport di montagna. E’ membro del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico. ivanpeg@alice.it www.valmalencoalpina.it



SOMMARIO PREFAZIONE/AVVERTENZE/INFORMAZIONI

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MOUNTAIN BIKE 1. L’alpeggio di Arcoglio 2. La piana dell’Alpe Lago 3. I 3 anelli di Primolo 4. Verso i ghiacci del Ventina 5. Il sentiero dei contrabbandieri 6. Al cospetto del Bernina 7. L’alpe Fora e le sue cascate 8. La conca del lago Palù 9. Attorno al Sasso Alto 10. La Cima Sassa 11. L’Alpe Prabello 12. L’Alpe Musella 13. La Val Poschiavina 14. I sentieri sopra Caspoggio 15. La Val di Togno 16. Il sentiero Rusca SCHEDA 1 - Downhill Caspoggio

pag. 18 22 26 30 33 36 40 42 46 50 52 56 58 60 63 66 70

ARRAMPICATA 1. Arquino boulder 2. La falesia del Valdone 3. Spriana boulder 4. La falesia di Spriana 5. Il sasso del Curlo 6. La falesia di Alba 7. La falesia di Senevedo 8. La Sentinella della Vergine 9. La falesia delle Prese 10. La falesia del Ciafer 11. La falesia del sasso di Franscia 12. Le pareti dello Zoia 13. Campo Moro - deposito Inerti 14. Campo Moro - diga SCHEDA 2 - Memorial Bruseghini 6

pag. 75 78 82 86 88 90 94 98 102 104 106 108 116 120 128


SCIALPINISMO 1. Monte Arcoglio e Sasso Bianco 2. La Val Giumellino 3. Il Pizzo Cassandra 4. La Punta Kennedy 5. Il Passo Vazzeda 6. Il Monte del Forno 7. La Sassa d’Entova 8. Il Sasso Nero 9. Il Monte delle Forbici 10. Il Sasso Moro 11. Il Gran Tour del Bernina 12. Il Monte Spondascia 13. Il Pizzo Canciano 14. Il Pizzo Scalino 15. Il Monte Palino SCHEDA 3 - Rally Pizzo Scalino

pag. 132 134 135 138 140 142 143 146 148 149 152 159 161 164 166 170

CIASPOLE 1. L’Alpe Piasci e Arcoglio 2. L’Alpe Lago 3. L’Alpe Pirlo 4. L’Alpe Ventina 5. L’Alpe dell’Oro 6. L’Alpe Senevedo 7. L’Alpe Fora 8. Il Lago Palù 9. Ponte e Cima Sassa 10. L’Alpe Brusada 11. Il Dosso dei Vetti 12. L’Alpe Musella 13. Il Passo Campagneda 14. L’Alpe Prabello 15. L’Alpe Acquanera SCHEDA 4 - Ciaspoluna NUMERI UTILI

pag. 174 176 178 180 182 184 186 188 190 192 193 195 198 200 202 204 pag. 206 7


...la necessità di pubblicare una guida sulle attività sportive outdoor in Valmalenco nasce dalle infinite possibilità che offre questa valle e dalla volontà di fornire un supporto tecnico a chi intende conoscerla più attivamente...

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MOUNTAIN BIKE

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L’ALPEGGIO DI ARCOGLIO Località di partenza: Torre Santa Maria Quota minima-massima: 780 m - 1976 m Dislivello complessivo in salita: 1196 m Lunghezza: 29 km Tempo di percorrenza: 4 ore Difficoltà: MC Percentuale ciclabile: 100% (seguendo la carrareccia) Periodo consigliato: da metà maggio a ottobre Punti di appoggio: rifugio Cometti Copertura della rete cellulare: buona

L’itinerario proposto rappresenta parte della prima tappa dell’Alta Via della Valmalenco. Il percorso si sviluppa attraversando diversi paesaggi: dagli ambienti di fondovalle fino alle praterie alpine dove è situato Arcoglio. Attraversa uno degli alpeggi tra i più panoramici dell’intera valle.

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Mountain Bike

Dall’abitato di Torre Santa Maria (780 m) si imbocca la strada a sinistra che porta prima alla bella frazione di S. Giuseppe (860 m) e successivamente alla contrada Musci (990 m). Da qui si continua la pedalata attraverso ripidi tornanti tra boschi di larici e latifoglie, oltre i quali si raggiunge la Foppaccia (1560 m) e si raggiunge infine uno spiazzo dove si nota sotto la strada un monumento degli alpini posto tra la baite di Pra Le Corti (a monte) e di Pra Fedugno (a valle). Poco più avanti si giunge a un bivio (1690 m) dove a destra è indicato l’Alpe Piasci e a sinistra l’Alpe Arcoglio inferiore. Consiglio di visitare l’Alpe Piasci dove si situa l’accogliente rifugio Cometti-Grandi, raggiungibile in circa 15 minuti, (1800 m – 11,8 km) posto su una terrazza erbosa dove si

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gode di una ottima vista sui “quattromila” della Valmalenco, tra cui spicca il Pizzo Bernina e la Cresta Guzza. Dall’Alpe Piasci si ritorna al bivio precedente (12,6 km), e si segue per Arcoglio Inferiore sulla carrareccia (1976 m – 14,5 km); volendo dalla fine della sterrata dei Piasci, sulla sinistra, in direzione SO inizia un sentiero parzialmente ciclabile, che in circa 40 min., conduce fino all’Alpe Arcoglio Inferiore. La via di discesa è la medesima della risalita.

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Mountain Bike


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ARRAMPICAT A

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12 PARETI DELLO ZOIA


Arrampicata

Favolosa ed estetica falesia in quota, una delle più belle della Valtellina, esposta a O-SO e ad una quota di 2100 metri circa. Oltre alla bellezza dell’arrampicata, il posto è ideale per rilassarsi: vista splendida sul Pizzo Scalino, sul Disgrazia con i suoi ghiacciai e sull’intera Val Lanterna e il rifugio Zoia a 10 minuti. La falesia è esposta al sole dalla seconda parte della mattina fino al tramonto. Dopo piogge abbondanti alcune linee asciugano in fretta ma la maggior parte richiedono qualche giorno per essere perfettamente asciutte. L’arrampicata è molto tecnica e di resistenza sulle dita, a eccezione di qualche strapiombo più atletico, e si svolge su muri di serpentino compatto rosso e nero, tagliato da fessure, in prevalenza verticali o leggermente strapiombanti. Tutta l’area era stata scoperta e valorizzata a partire dal 1993 da Massimo “Vigneron” Bruseghini, fortissimo arrampicatore locale purtroppo scomparso nel 1999 (a lui è dedicata una targa nel settore alto) che dapprima aveva salito alcune linee fino al 7b pre-proteggendosi con friends e nuts e successivamente ha chiodato a spit e liberato tutte le vie fino all’8a+ di “Elever”. Un nuovo settore centrale è nato nel 2002 ed è stato chiodato da Gerry Miotti, Gino Notari, Matteo Maternini e Fabio Sertore. Gli stessi hanno aggiunto alcune linee nuove nel settore alto della falesia (n.9/10/11/13/14/15/17bis/22/25/26) e hanno provveduto alla sostituzione di spit e catene delle altre vie. La falesia è consigliata ad arrampicatori già esperti dal 6c in su. Le vie sono lunghe al massimo 25metri, portare una corda da 60 m e 10 rinvii. Chiodatura a fix 10 mm, catene con moschettone alle soste, nomi scritti alla base delle vie.

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Settore Basso

Settore Basso

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1. POTENZA ORIZZONTALE 7c/7c+ 18 m Marcato strapiombo su buone prese ma distanti, difficile ristabilimento in uscita. Il mezzo grado in più è per la nuova partenza su placca ipertecnica 2. RUNNER WIND 7a+ 20 m Muretto, pancia poi duro doppio boulder su micro liste 3. TRIFON 7c 20 m Metà via in strapiombo con prese tonde, poi placca su dita e allunghi. 4. ELEVER 8a+ 20 m La più dura della falesia, placca verticale, ondulata, su micro prese distanti; Christian Brenna l’ha salita a vista. 5. OURGAN 8a 20 m Muro leggermente strapiombante 6. PUMPING 7c+/8a 20 m Muro leggermente strapiombante con aleatorio boulder finale. 7. PROGETTO NL 20 m Ultima nata, chiodata Gerry Miotti nel 2005 attende ancora la prima salita.


Arrampicata 8. CREATOR OF A DREAM 8a 9. KUMI ORI 8a

10. HALLO DADDY 11. SI BON PERO’ 12. SPIELBERG’S STORY 13. DUBBIO 14. ADONAI 15. COMI-MASPES

20 m Muro strapiombante con serie di boulder. 20 m Muro liscio verticale con piccole incisioni. Di movimento in partenza e poi resistenza su liste. 7c+/8a 20 m Duro traverso, placca su piccole liste e fessura obliqua svasata. 7a+ 20 m Sequenza boulderosa in partenza e poi gran resistenza. 6b+ 25 m Duro movimento di dita iniziale poi intuito tra cenge e corti strapiombi. 6b 20 m Come la precedente 7c 18 m Boulder e strapiombo 6a+ 25 m Itinerario da proteggere nuts e friends, uscita sulla cima della falesia

Settore Basso

Manuel Dioli su “Trifon” (7c)

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12 Settore Centrale

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20 20 20 20

7b+

18 m Muro iniziale di dita e movimento poi fessura interessante 15 m Allungo per uscire sulla prima cengetta 12 m Non banale. 11 m Movimenti intensi

1. BRUSE DIT 2. YENA PLINSKY 3. MAX’S HOUSE

NL 12 m Progetto, prua strapiombante. NL 12 m Progetto, strapiombo con boulder 7c+/8a 15 m Strapiombo marcato con difficile ristabilimento finale. 8a 15 m Duro strapiombo su prese piatte, in obliquo prima a destra poi a sin, finale su muretto a tacche 7c+/8a 20 m Estremo boulder d’entrata poi più facile su fessure. 7c Boulder per i primi 3 spit, poi fessura. 7c 20 m Resistenza di dita con boulder iniziali. 7b 16 m Primi metri estremi su micro liste verticali.

4. PROTRONICA

5. SPAZIALE 6. ZOOROPA 7. ULTIMA TENTAZIONE 8. FREE THAN YOU BASTARD 9. ILLUSION 10. VARIANTE GINO 11. CONAN 12. THOR

6b+ 5c 6a+

7b+ 7b+ 7a 6c

6b+ 13. GETE BEPE 14. ZEKE THE RENEGADE 7a+ 15. BENVENUTI IN PARA- 7a+ DISO 7b 16.INSUBMISCION 17. SPACCA 18. DONNE E DOLORI 19. TOM E JERRY

6b 6a+

20. 21. 22. 23.

6a 6a+ 6a 6a+/b

PHISIS ONTOLOGIA NOVISSIMI APOCATASTASI

m Placca tecnica m Discontinua con sezioni tecniche su poco. m Passaggi impegnativi ed aleatori. m Placca con chiodatura un pò distante

16 m Resistenza su micro liste. 15 m Partenza estrema su microliste (NO SPIT) 15 m Boulder d’entrata poi passo singolo in alto sotto la catena. 15 m Resistenza su muro verticale a tacche con boulder d’entrata, fessura obliqua. 15 m Strapiombo e muro fessurato. 15 m Strapiombo fessurato e muro verticale con boulder in catena. 15 m Continuità su tacche e buchi.

Settore Centrale

6c 7b 7b 6c

Settore Alto

1. SCIA’ PICIU 2. C.E. ISO 9001 3. VE.LA.CE.CA. 4. DONNA SCHIAVA STIRA E LAVA 5. BINGO BANGO BONGO 6.PRUGNETTE 7. AL CIOF 8. VIRUS SPA

13 m Passo chiave a metà su svasi e gran precisione nei piedi. 12 m Due muretti tecnici. 10 m Corto muretto a liste. 10 m 6b (a sinistra) prese piccole e distanti; 6a+(a destra) segue una fessura stondata 17 m Muretto tecnico iniziale poi fessura. 15 m Muretto tecnico iniziale poi fessura. 15 m Muretto tecnico iniziale poi fessura. 15 m Muretto tecnico, tettino di difficile intuizione e fessura.

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Settore Alto

ACCESSO: Da Sondrio risalire la Valmalenco seguendo le indicazioni per Lanzada prima e per Campo Franscia dopo. Da Campo Franscia salire per la strada fino a Campo Moro (7 km); dopo una curva, in vista del muro della seconda diga, lasciare l’auto nel grande piazzale del Ristoro Poschiavino, sotto il rifugio Zoia. A piedi in pochi minuti al rifugio e seguendo il sentiero in direzione Campagneda per altri 5 minuti si giunge nei pressi del settore basso (sulla destra del sentiero). Proseguendo lungo il sentiero per pochi minuti si passa alla base del settore centrale mentre per il settore alto proseguire ancora finchè la traccia passa sotto gli strapiombi e, girato l’angolo, un’evidente muro rossastro (10/15 minuti dal parcheggio). Da segnalare la presenza di alcuni massi puliti e tracciati da Gino Notari nella morena sottostante il sentiero che dal rifugio Zoia conduce al settore basso della falesia. 114


Arrampicata Luc Thibal, forte guida alpina di Briançon, su “Pumping” (7C+/8A) 115


14 CAMPO MORO - DIGA Con le falesie dello Zoia e degli Inerti, il Settore della Diga completa un’area di arrampicata in quota con impronta sportiva davvero invidiabile. Non credo che nelle alpi centrali esista una zona estiva così ricca di falesie e vie sportive come quella di Campo Moro. Il potenziale poi è ancora più ricco e si attende la nascita di nuove falesie e vie. Questo settore si sviluppa da O ad E ad una quota compresa tra i 2000 e i 2200 metri con una vista eccezionale sul gruppo del Disgrazia e su parte del gruppo del Bernina. L’esposizione è a Nord per cui considerare il sole che compare nel pomeriggio ed è consigliato in periodi caldi. Non dimenticare mai a casa il pile. Si trova acqua nelle fontane nei pressi del parcheggio di Campo Moro. Questo settore propone monotiri dal 4a al

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Arrampicata

8a mentre vie spittate di più tiri dal 5a al 7a. Non tratto le numerose vie storiche e d’avventura. Alcune di esse erano segnalate con dei grossi numeri e frecce colorate in partenza. Considerare solo le vie con spit. Le vie a più tiri proposte sono spittate, comprese le soste. Portare comunque qualche friends piccolo – medio per integrare laddove gli spit fossero distanti. Sono sufficienti una dozzina di rinvii e corde da 60 metri, vengono segnalate le vie che richiedono corde di lunghezza superiore. Portare il necessario per le soste e la discesa in doppia che è possibile da tutte le vie descritte. Buona parte degli itinerari hanno visto la luce grazie a due instancabili chiodatori, le Guide Alpine Augusto Rossi e Luca Maspes “Rampikino”. ACCESSO: da Campo Franscia (Lanzada) seguire la strada che porta alle dighe di Campo Moro. Giunti nell’amena località, al piazzale dove finisce l’asfalto, proseguire lungo la sterrata che costeggia la prima diga fin dove essa termina, sotto il muro della seconda diga (Campo Gera), in un ampio piazzale appena usciti dalla galleria. Lasciata l’auto si percorre la sterrata carrozzabile che, in salita verso destra (S) porta alla casa del guardiano. Passato il primo tornante e sopra il 2° e 3°, si trova il settore del “Freddo Mattino” dove tra le altre corrono vie storiche come le “Nuove curve di Marylin”. Continuando la sterrata si arriva proprio nei pressi del muro che delimita ad E un piazzale. Il margine S del piazzale è delimitato dalla “Parete della Diga” (ben visibili i numerosi spit). Raggiunta la casa del custode e risalito il muro della diga si percorre la sterrata che percorre il lato sinistro orografico (S) del bacino di Gera. Dopo poche decine di metri, a destra (S), una traccia di sentiero con bolli rossi sbiaditi conduce alle “Placche della Diga”. Continuando la bella sterrata che conduce in Val Poschiavina si passa una galleria. Appena prima sulla destra (S) si trova il “Muro dei Misteri”. Oltrepassata la galleria si costeggia il settore dei “Pilastri del Lago”. Dall’auto da 5 a 20 minuti.

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Parete del Freddo Mattino

Parete del freddo mattino

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Individuato il settore si raggiunge la base delle prime 3 vie risalendo a destra di una rampa in cemento che parte proprio dalla sterrata. Per le altre due vie procedere verso sinistra alla base della struttura per percorso non obbligato finché se ne distinguono gli attacchi. 1. KABUL (Maspes & C. 2001) 2. DEMO (Maspes & C. 2003)

6a(5c obbl) 60 m 2 L 6a+(5c obbl) 100m 2 L

3. LA RIGA (Maspes 2003)

7a

22 m Via difficile di placca e micro fessura su serpentino liscio; parte a destra di DEMO;

4. VARIANTE “DIRETTA” alla via 6b+ (6a obbl) del Firmaiolo (Rossi - Parolini 2007)

90 m 4L

6b+ (6a obbl)

120m 5L

5. BURNING MANHATTAN (Maspes & C. 2001)


Questo settore poggia il suo margine N sul piazzale alla base del muro della diga di Gera. Costeggiandolo da sinistra verso destra (da E a SO) se ne aggira lo spigolo O e si risale per rampe erbose fino all’attacco della prima via spittata.

Arrampicata

Parete della diga

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Parete della diga

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6. JIHAD (Maspes & C. 2001)

6c+/7a (6a+ obbl)

140m 5L, spittata ma integrare con friends medio piccoli, fino al 0,75 camalot

7. ARE YOU READY (D.Pigoni 1999) 8. PARAKALO’ 9. LUCIGNOLO 10. B52

8a+

20 m Muro estremo, tecnico su micro tacche

6b+/c 6a+ 6b+

22 m Muro tecnico verticale 23 m Tettino e placca finale 23 m Come la precedente

11. GINO FASULO

6b+/c

80 m 3L

12. L’AMERICANA 13. LA COMASCA 14. LA ROMANA

6b+ 6b 5c

19 m Muro tecnico e uscita di forza 19m Bouder poi continuità 20 m Muro a tacche e fessure

15. THE SOUTH ASS (Maspes & C.)

6a(5c obbl)

120m 5L

16. 17. 18. 19.

6a 5c 5b 4a

14 25 25 16

6a(5c obbl)

150m 5L

ADA SATRAGNI FRANZONI CUGGE PER BIMBI

20. PREDICATO VERBALE (Maspes & C.)

m m m m

Placca Placca Come la precedente Facile

Placche della diga

Placche della diga

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Bel settore esposto a N (sole il pomeriggio), chiodato dall’instancabile Augusto Rossi. Le vie sono prettamente tecniche in placca. Raggiunta la sommità del muro della diga si procede per la sterrata che 21. VIA DELLA DIGA 6a+ 30 m conduce in Val Poschiavina 22. BESTIA 6a 30 m 23. NON SO 6a 30 m e dopo 50m la si abbando24. VIA DEL CELSO 5b 30 m na a destra (S) per salire 25. LUPO ALBERTO 5a 25 m una rampa erbosa. Tracce 26. DANZA 5c 25 m 27. ELISIR 6a 20 m di sentiero e dei boli rossi 28. VIAGGI E MIRAGGI 6a 20 m sbiaditi portano alla base 29. LENI 6a 20 m 30. PINOCCHIO 6a+ 20 m delle placche.


Arrampicata

Placche della diga

Muro dei misteri Poco prima della galleria che si incontra procedendo in direzione Val Poschiavina salire a destra (S) per pochi minuti fino all’evidente parete spittata. Non vengono descritte le numerose vie storiche e non spittate presenti in questo settore. 6c (6a obbl)

200m 7L

6b+ (6a+ obbl) 6c+ (6a obbl) 5c obbl 6a 6a 5c obbl

230m 8L corda da 70 mt

40. CAPO CARLO IL TARLO

6b

35 m Placca tecnica

41. LO CHIAMEREMO YUGS

6b (6a obbl)

90 m 3L

6b+ (6a obbl) 260m 9L 6c+ (6a obbl) 250m 9L corda da 70 mt

180m 80 m 35 m 35 m 90 m

8L corda da 70 mt 3L Placca tecnica Come la precedente 3L

Muro dei misteri

31. FUGA DI CERVELLI (Rossi - Parolini 2003) 32. IL FUTURO E’ LA’ (Rossi - Parolini) 33. CACCIA A OTTOBRE ROSSI (Rossi - Parolini) 34. DOTTOR PANZINA (Maspes & C. 2002) 35. EL VERONICA (Rossi - Parolini) 36. BOMA (Maspes & C. 2001) 37. INCISIONI 38. PACOS COGLIADA 39. UN BEL GIOCO DURA POCO

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Pilastri del lago

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Pilastri del lago Oltrepassata la galleria la strada fiancheggia un alto sperone roccioso e per un tratto è stata scavata in esso. Per molte vie si parte proprio dalla strada. Alcuni nomi delle vie sono scritti alla base. 42. LA SPIRALE (Maspes & C.2002) 43. DIMENSIONE PANZA (Rossi - Parolini 2002) 44. SIM SALA BIM (Rossi - Parolini 2005) 45. CHISSA’ (Rossi - Parolini 2005) 46. HOUSTON IL FUTURO (Maspes & C. 2001) 47. VIA VAI (Rossi - Parolini 2005) 48. LILLY (Rossi - Parolini 2005) 49. CAPRICE (Maspes & C 2002)

Muro dei misteri

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70 m 3L 6a obbl 6a (5c obbl) 100m 4L 6b (5b+ obbl) 130m 5L corda da 70 mt 6b+ (6a obbl) 160m 6L 200m 8L 6b obbl 6a (5b obbl) 180m 7L 5c (5a obbl) 220m 6L 2 corde da 50 mt 230m 8L 2 corde da 50 mt 5c obbl


Arrampicata

Pilastri del lago

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S CIALPINISMO



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IL GRAN TOUR DEL BERNINA LocalitĂ partenza: diga Campo Moro Quota minima-massima: 1900 m - 4049 m Dislivello complessivo: 2550 m DifficoltĂ : OSA Durata: 3 giorni Esposizione preval. in discesa: tutti i versanti Punti di appoggio: rifugio Marinelli ; rifugio Marco e Rosa De Marchi; rifugio Carate Copertura della rete cellulare: pessima


Tutti gli itinerari proposti fin ora sono stati scelti con la filosofia di gite abbastanza comode per accesso ed impegno in termini di tempo. Una guida che tratta itinerari nel cuore delle Alpi Retiche non può escludere sua maestà “il Bernina”, l’unico 4000 delle Alpi centro-orientali. L’itinerario proposto è un’idea anche se le combinazioni di più giorni che questo maestoso gruppo di montagne può proporre sono assai ampie.

Scialpinismo

NOTE: essenziali imbragatura, piccozza, ramponi e corda, chiodi da ghiaccio e abbigliamento d’alta montagna.


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1° GIORNO Rifugio Marinelli (2813 m); dislivello 900 m; esposizione SSO; difficoltà BS; tempo 3.30 ore. Dalla diga di Campo Moro, attraversato il muro della stessa, si scende nel piazzale sottostante il muro e si segue il tracciato del sentiero estivo per i rifugi Carate – Marinelli (cartelli) che si sviluppa a N del piazzale. Il sentiero è quasi sempre evidente e a tratti sgombro da neve, in questo tratto attenzione con neve non sicura, preferire eventualmente il percorso all’Alpe Musella (vedi scheda relativa nella sezione racchette da neve). Si percorre il lungo traverso iniziale in lieve salita fino a giungere ai tornanti che portano ad aggirare il Sasso Moro dalla sponda S a quella O, siamo alla base della quota 2286. Ora in netta direzione N-NO, in lieve salita, per154


Scialpinismo corriamo il fianco O della montagna fin sopra l'Alpe Musella. Risalire il lungo vallone in direzione N, puntando al rifugio Carate (2636 m) e alla bocchetta delle “Forbici” che dista poche decine di metri dal rifugio, oramai ben visibili. Passato il valico, con direzione N-NO si tagliano i pendii del versante O della Cima Occidentale di Musella, dapprima dolci poi sempre più ripidi. In caso di manti nevosi poco stabili questo passaggio presenta dei pericoli oggettivi piuttosto marcati (ATTENZIONE!!). Si prosegue finchè a E si apre l’ampio vallone in parte ancora occupato dal Ghiacciaio di Caspoggio. Ora il rifugio sarà visibile sulla bastionata che vedremo in direzione NE. Procedendo nel vallone proprio in direzione NE per dolci pendii andremo ad aggirare a E la stessa bastionata per poi rimontarla in direzione O, fin davanti al rifugio Marinelli. 155


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2° GIORNO Pizzo Bernina (4049 m); dislivello 1250 m; esposizione SO; difficoltà OSA; tempo 4 ore. Dal rifugio Marinelli seguire in direzione E prima e N poi il vallone che conduce al passo Marinelli Occidentale (3000m). Dal passo ci si inoltra lungo il ghiacciaio di Scerscen superiore, in direzione N, lasciando sulla destra il Piz Argient e la Cresta Guzza. Avremo di fronte la triade in direzione O-E: Roseg, Scerscen, Bernina. Ora, giunti alla base del canale di Cresta Guzza, alla cui sommità è ben visibile il rifugio Marco e Rosa (3608 m), ci accingeremo a risalirlo con gli sci fin dove possibile, aggirando eventuali crepacci, poi a piedi fin dove il canale, perdendo d’inclinazione, concederà di ricalzare gli sci. In breve ora al rifugio. Ora, con direzione N punteremo, sci ai piedi, alla spalla del Bernina, sotto degli evidenti speroni di roccia. Lasciati gli sci, per canalino di neve o roccette si guadagna la cresta SE del Bernina. Seguirla fin ad un altro balzo di roccia. Ora, a seconda delle condizioni dell’innevamento, si sceglie se seguire le rocce od aggirarle sulla destra per i pendii di neve che danno sul verante E della montagna. Riguadagnata la cresta la si segue fino in cima. Discesa: per la via di salita fino al rifugio Marco e Rosa dove si dorme.

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Scialpinismo


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3° GIORNO Piz Argient (3945 m) – Giro Belleviste – Campo Moro; dislivello 400 m; esposizione N, E, S, O; difficoltà OSA; tempo 4 ore. Dal rifugio Marco e Rosa con direzione E attraversare il colle di Cresta Guzza e seguire l’itinerario svizzero per la Fortezza ed il Giro delle Belleviste, che porta sopra delle evidenti ed enormi terrazze glaciali, transitando tra i caratteristici seracchi e sotto la bellissima cima di Cresta Guzza fin quando a destra (S), dopo una marcata salita, sarà ben evidente il bacino glaciale contenuto tra le cime del Piz Argient e del Piz Zupò. Risalire il bacino, con attenzione ai crepacci fino al colle, interposto tra le due cime (Forcola occ. dello Zupò). Ora per cresta in direzione O si raggiunge in breve la cima. Si ridiscende per la via di salita fino ad incontrare il tracciato che riprende il giro delle Belleviste. Continuando ora in direzione E ci si porta sotto la cima di Bellavista aggirandola senza perdere troppa quota e giungere al Passo di Bellavista (3683 m), tra l’omonima cima ed il famoso Piz Palù. Ora con direzione S scenderemo lungo il ghiacciaio Altipiano di Fellaria fino al Passo dei Sassi Rossi 3510 m, e dal passo con direzione SO verso la Vedretta di Fellaria. Attenzione ai numerosi crepacci prima e dopo il passo. Nella vedretta si potrà raggiungere facilmente il passo Marinelli Orientale prima ed occidentale dopo, sempre con direzione SO. Dal passo scendere per l’itinerario di salita fino al rifugio Marinelli e quindi Campo Moro. In alternativa dal Passo Marinelli Orientale si potrà scendere sempre lungo la Vedretta di Fellaria, in direzione E fino alle morene del ghiacciaio, poi appena possibile con direzione S fino all’Alpe Fellaria dove si trova il rifugio Bignami. Ora, con innevamento sicuro e non ghiacciato attraversare, come per il sentiero estivo, il versante S del Sasso Moro fino al muraglione dell’invaso di Campo Gera, altrimenti aggirando lo stesso invaso sulla coda e risalendo all’Alpe Gembrè e quindi sul versante S (sinistro orografico) del lago. Ora, seguendo la sterrata innevata che costeggia i due invasi, si giunge in breve a Campo Moro.

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Località partenza: strada Campo Moro Quota minima-massima: 1900 m - 2867 m Dislivello complessivo: 1000 m Tempo di percorrenza: 3 ore Difficoltà: BS Esposizione preval. in discesa: S, O Punti di appoggio: rifugio Zoia; rifugio Cà Runcasc Copertura della rete cellulare: buona NOTE: vista splendida lungo tutto il percorso sul Pizzo Scalino, sulla Piana di Campagneda e sulla Val Lanterna fino al fondovalle. Dalla vetta vista splendida sui tre gruppi montuosi della Valmalenco, sulle cime dell’alta Valtellina e sulle Orobie centro-occidentali, sul Resegone e le Grigne.

12 Scialpinismo

IL MONTE SPONDASCIA

1ª VARIANTE Dalla strada per Campo Moro, poco prima della diga (dopo la seconda galleria), lasciare l'auto in corrispondenza della strada che verso destra si diparte alla volta del piano di Campagneda. Percorrere detto tracciato oltrepassando i nuclei dell'Alpe Campascio (2078 m) e all’altezza dell’'Alpe Campagneda (2145 m) risalire verso sinistra (N) i pendii con radi larici fino alla dorsale che caratterizza il versante O della montagna. 2ª VARIANTE Dal parcheggio auto in corrispondenza della diga di Campo Moro (1990 m) salire in pochi minuti al visibile rifugio Zoia (2021 m). Seguire verso E la mulattiera che, dopo aver percorso per un breve tratto il crinale boscoso sul quale sorge il rifugio, piega a destra (SE) e, dopo essere passata sotto alcune balze rocciose, traversa la base dei pendii O dello Spondascia. Dove questi sono più dolci si prende a salire a 159


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IL LAGO PALÙ Località partenza: parcheggio presso Hotel Sasso Nero Quota minima-massima: 1520 m - 2007 m Dislivello: 487 m Tempo di percorrenza: 3 ore Difficoltà: E Esposizione: Ovest Punti di appoggio: alberghi di San Giuseppe; rifugio Palù Copertura della rete cellulare: buona NOTE: percorso che conduce nei pressi del lago alpino naturale più grande della Valmalenco. Solitamente la strada da Chiesa Valmalenco a San Giuseppe si percorre senza catene, rimane comunque l’obbligo di catene a bordo.

Dal parcheggio dell’hotel Sasso Nero, di fronte alla partenza della seggiovia che collega San Giuseppe con il Palù, si segue la strada innevata che parte in salita proprio dal margine N del parcheggio, con indicazioni rifugio Barchi-Lago Palù. Poco dopo, sull’ampio tornante sulla destra, incontriamo due diverse deviazioni sulla sinistra. La prima, per BraciasciaAlpe Entova-rifugio Longoni, dovrà essere ignorata mentre si segue la seconda deviazione per la località PaluettoBarchetto in direzione NE. In breve si giunge in una ampia conca innevata e si prosegue in direzione E seguendo le tracce che tagliano nel fitto bosco. Si prosegue facendo particolare attenzione che a un certo punto, dopo un piccolo ruscello ghiacciato, la traccia sale ripidamente sulla destra (E). 188


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Dopo circa 20 minuti di cammino si raggiunge la località Barchetto, piccolo borgo isolato posto su ripidi pascoli innevati, che rappresenta una finestra sull’itinerario fin qui percorso. Si prosegue sulla traccia, in direzione E, fino a raggiungere dopo circa 10 minuti l’Alpe Zocca, altro piccolo nucleo posizionato in una conca, e poi dopo circa 30 minuti l’Alpe Palù e il lago omonimo. Anche in questo tratto di percorso il tracciato è abbastanza ripido e tutto in ombra nel fitto bosco. Giunti al Lago Palù, si seguono le indicazioni per il rifugio Palù e successivamente, da dietro il rifugio, si prosegue in direzione E fino all’Alpe Roggione, facilmente individuabile perché posto sopra una breve sponda soliva. L’itinerario di discesa può essere il medesimo della salita oppure può avvenire seguendo le indicazioni che portano al rifugio Barchi su comoda mulattiera innevata e dal rifugio Barchi a San Giuseppe su strada innevata.

PONTE E CIMA SASSA Loc. partenza: 6° tornante sulla strada per Campo Franscia Quota minima-massima: 1300 m - 1720 m Dislivello: 420 m Tempo di percorrenza: 3.30 ore Difficoltà: T Esposizione: S Punti di appoggio: alberghi della Valmalenco; Copertura della rete cellulare: buona NOTE: vista suggestiva sul gruppo dello Scalino, del Disgrazia, sulla media e bassa Valmalenco. Gita consigliata anche a principianti e famiglie. L’alpe è composta da numerose baite dislocate nei grandi pascoli che formano un ampio terrazzo con vista meravigliosa sulla conca di Sondrio e la Valmalenco.

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Ciaspole

Lungo la carrozzabile di Campo Franscia si parcheggia in prossimità di un tornante verso destra (il 6°). Sulla sinistra (O) diparte la strada forestale che con dei tratti in salita e, superando una serie di vallette, conduce all’Alpe Ponte (1520 m): splendido terrazzo che regala una vista suggestiva e una quiete rilassante. All’inizio del maggengo continua verso destra una pista forestale che con qualche tornante e qualche tratto ripido, attraverso un bel bosco di larici ed abeti rossi, conduce in un’ora circa alla Cima Sassa (1720 m). Discesa per l’itinerario di salita.

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