VENERDÌ 23 AGOSTO 2019
IN PRIMO PIANO
13.30 INTERGRUPPO SUSSIDIARIETÀ
Quotidiano
#6•ANNO 40
MEETING
Aleppo, luci tra le macerie
Il vescovo e il Gran Muftì accendono la speranza di Davide Amata La guerra in Siria prosegue nella regione di Idlib. Nonostante siano cessati i bombardamenti, ad Aleppo le condizioni di vita dei siriani sono ancora drammatiche: diversi quartieri devono essere ricostruiti e liberati dalle macerie. Soprattutto è necessario restituire un futuro alle famiglie e ai bambini orfani, molti dei quali nati durante la permanenza dei jihaidisti nella zona est di Aleppo. “Un nome e un futuro è quello che vorremo assicurare ai bambini orfani della città”, ha esordito il giornalista Andrea Avveduto, introducendo gli ospiti venuti nonostante le molte difficoltà, prima di mostrare un video dell’incontro tra il vicario apostolico di Aleppo Abou Khazen e il Gran Muftì Mahmoud Akkam. Un’amicizia di cui proprio Abou Khazen, testimonia l’importanza: “Siamo diventati amici di un gruppo di musulmani. Ad alcune famiglie abbiamo offerto degli appartamenti in cui vivevano delle suore prima della guerra.
Partecipano Maurizio Lupi, Graziano Del Rio, capogruppo del Partito Democratico alla Camera, Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri e altri leader politici
SALA NERI UNIPOLSAI
15.00 LIBERI DI CREDERE
Intervengono Thomas Georgeon, postulatore dei martiri d’Algeria e Javier Prades Lopez , rettore Università San Damaso di Madrid. Introduce Stefano Alberto, docente di Teologia
AUDITORIUM INTESA SANPAOLO B3
17.00
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IL SISTEMA SCUOLA-IMPRESA
Libertà di credere: amicizia e martirio
ARENA SUSSIDIARIETÀ & LAVORO B1
di Maurizio Vitali Thomas Georgeon, monaco trappista, è postulatore della causa di beatificazione dei 19 martiri d’Algeria. Per la prima volta è a Rimini dove oggi interverrà al Meeting per l’amicizia fra i popoli sul tema “Liberi di credere”, insieme al teologo Javier Prades, rettore dell’Università San Damaso di Madrid. La libertà religiosa in occidente sembra un principio acquisito. Sono altri i mondi in cui non si è liberi di credere. O no? Indubbiamente in occidente vi è libertà
Partecipano Stefano Antonio Donnarumma, Ad Acea e presidente Consorzio Elis e Gigi De Palo, presidente nazionale Forum delle associazioni familiari
21.30 SUONI, FIGURE, FORME NEL PURGATORIO DI DANTE
Gabriele Dell’Otto, illustratore, Adelfo Galli, scultore e Franco Nembrini, scrittore
SALONE INTESA SANPAOLO B3
di coscienza, di opinione e di religione. E questo è fondamentale. Io però vorrei porre l’accento su questo: non si nasce cristiani, come invece, ad esempio, si nasce musulmani. Cristiani si diventa, tramite il Battesimo, cioè tramite un atto di libertà, esercitato magari dai genitori. Nel cristianesimo la libertà di credere deve appoggiarsi sul desiderio dell’uomo e richiede una responsabilità. Quindi? Non è poi così ovvia questa libertà. Il consumismo, che ci fa passare quasi compulsivamente da un bene all’altro,
ci fa consumare tutto ma non ci rende liberi. È vero anche che la nostra tradizione liberale tende a limitare la religione al momento privato, non accettando che abbia rilievo nello spazio pubblico. Questo è un limite ed un errore. Oggi aggravato alla paura dell’islam. Parlo soprattutto della Francia, ma non è tanto diverso altrove. La Francia ha reagito accentuando l’idea di laicità, cioè appunto l’idea (e l’obbligo) di mantenere nell’ambito strettamente privato ogni esercizio o manifestazione religiosa.
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Le città in movimento
Volontari per quarant'anni
Il Meeting dei fotografi