Quotidiano Meeting | 20 agosto 2023

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MEETING2023

ANNO 44 N° 1

EDITORIALE

Una “strana” amicizia

Come sempre i titoli del Meeting spiazzano. Anche quando compaiono parole di uso comune, come ad esempio “amicizia”, non sono mai luoghi comuni. Tutti noi abbiamo una certa idea di amicizia. Tutti sappiamo chi è un amico e chi non lo è. Ma che l’ “esistenza” stessa sia una amicizia e, per di più, inesauribile, questo non è scontato.

Questa è, dunque, la sfida del Meeting di quest’anno: prendere un’idea a tutti familiare e sovvertirla, renderla sorprendente, svelarne un valore e un significato che non conoscevamo. D’altra parte, tutti sono buoni a produrre effetti speciali parlando di cose mai viste o sentite, ma chi riesce a farti stupire per ciò che pensi già di conoscere? D’altronde, cos’è il Meeting, se non la grande avventura di una amicizia tra le persone e quindi tra i popoli?

Quello che si vede è una imponente manifestazione culturale, ma ciò che la sostiene è una invisibile, ma inesauribile, trama di amicizia. E quali sono, allora, questi aspetti sorprendenti? In fin dei conti, già Aristotele o Cicerone dicevano che l’amicizia è una virtù fondamentale per la società umana. Cosa si può scoprire di nuovo in questa idea così antica e così quotidiana? La settimana che oggi si apre a Rimini sarà per ciascuno la grande occasione per scoprire tutta la portata creativa e “sovversiva” di questa amicizia inesauribile.

E tra le tante dimensioni non scontate dell’ “esistenza come amicizia”, vorrei segnalarne una che mi pare particolarmente significativa per il tempo che viviamo. Noi tendiamo normalmente a pensare l’amicizia come un sentimento privato che lega le persone e le fa sentire bene assieme. Al Meeting si scopre che l’amicizia va oltre: è una virtù pubblica, civile. Dirò di più: a Rimini si capisce che l’amicizia è “la” risorsa più importante che definisce la ricchez-

L’INTERVISTA Il cardinale Zuppi, presidente della Cei, inaugura oggi l’edizione 2023

«La vita arte dell’incontro»

Il titolo del Meeting, sottolinea il cardinale Matteo Maria Zuppi «ci fa comprendere la grandezza della nostra esistenza; che non può essere immiserita da individualismi più o meno accessoriati e autosufficienti».

«L’uomo non è un’isola e cercare di esserlo fa male all’uomo – aggiunge il presidente della Cei alla vigilia dell’incontro che aprirà l’edizione 2023 –. L’uomo è socievole, è amicizia, porta che si apre sempre verso l’esterno. L’amicizia è il relativismo cristiano indispensabile per comprendere chi siamo e dove andiamo! Dio è amico, manifesta se stesso a noi e ci insegna a non essere estranei, nemici, ma amici».

E sulla missione di pace in Ucraina: «Custodisco la fermezza del Papa a non rassegnarsi alla guerra».

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Atto primo

Alle pagine 12 e 13

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UNA CIVILTÀ NON CRESCE SENZA CULTURA DIALOGO E BELLEZZA NE SONO LA LINFA VITALE SOSTIENI IL MEETING COSTRUIAMO INSIEME QUESTA GRANDE STORIA DONA ORA AI DESK HALL SUD · A3 · A5 · C1 · C5 · D0 DONA SUBITO DAL TUO SMARTPHONE sostienici.meetingrimini.org INTERVISTE , RACCONTI, CRONACHE A MICROFONO APERTO
Il romanzo «profetico»
del Cavallo
40 anni
Rosso
di spettacoli
Al Teatro Galli e in Fiera Settimana
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(Continua

PRIMO PIANO Il messaggio di papa Francesco trasmesso dal segretario di Stato vaticano Pietro Parolin

Aperti a tutti, nessuno escluso

«Il Meeting 2023 ha un titolo audace perché va nettamente controtendenza, in un tempo segnato da individualismo e indifferenza che generano solitudine e tante forme di scarto»

«Che il Meeting per l’amicizia tra i popoli continui a promuovere la cultura dell’incontro, aperto a tutti, nessuno escluso, perché in chiunque c’è un riflesso del Padre». È l’auspicio che papa Francesco rivolge a organizzatori e partecipanti del Meeting 2023, proseguendo l’ormai lunga tradizione di messaggi papali per la manifestazione. Una serie iniziata con la storica visita di Giovanni Paolo II il 29 agosto 1982, per la terza edizione del Meeting, quando papa Wojtyla sottolineò di persona l’importanza della parola “amicizia” che sta al centro della “ragione sociale” del Meeting: «Già solo il pronunciare queste parole rallegra il cuore: “Incontro”! “Incontro di amicizia”! “Amicizia tra i popoli”! Parole che acquistano un particolare significato in queste ore, spesso drammatiche, della storia del mondo». Già allora si intravvedevano due considerazioni molto attuali, analoghe a

quelle da cui prende avvio il messaggio di quest’anno, trasmesso al Meeting dal segretario di stato vaticano Parolin tramite il vescovo di Rimini, monsignor Nicolò Anselmi. Da un lato ecco il riconoscimento del bisogno di amicizia proprio di ogni uomo e ogni popolo. Dall’altro la preoccupazione per quanto accade in giro per il mondo. La lettera rilasciata il 29 luglio dalle stanze vaticane va subito al punto: «La guerra e le divisioni seminano nei cuori rancori e paure, e l’altro

diverso da me è percepito spesso come un rivale». Impossibile non scorgere riferimenti alle due questioni che più pesano oggi sul cuore del Papa: il dramma del popolo ucraino (nonché di tutti i popoli coinvolti nella “guerra mondiale a pezzi”) e la tragedia dei migranti. Questioni che riguardano tutti. E infatti, nella lettera, il monito («La comunicazione globale e pervasiva fa sì che questo atteggiamento diffuso diventi una mentalità, che le differenze appaiano sintomi di ostilità e

si verifichi una sorta di epidemia di inimicizia») s’accompagna alla condivisione della sfida lanciata quest’anno («In tale contesto, il titolo del Meeting suona audace: “L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile”. Audace perché va nettamente controtendenza, in un tempo segnato da individualismo e indifferenza, che generano solitudine e tante forme di scarto»).

Si troverà poi anche un parallelo fra l’idea di amicizia di Francesco e quella di don Giussani (per il quale l’amicizia è impossibile se non si ama il destino degli altri) in una lettera che è tutta da leggere. E da prendere sul serio nei suoi passaggi: quando ricorda che Gesù stesso ci ha chiamato “amici”; quando sottolinea il concetto di “amicizia sociale”, per papa Francesco unica chance «perfino davanti alla guerra»; quando fa richiesta di «gesti concreti» e «scelte condivise» per costruire una cultura di pace, ovunque ci troviamo.

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L’ESISTENZA UMANA È UN’AMICIZIA INESAURIBILE 2 DOMENICA 20 AGOSTO

L’ESISTENZA UMANA È UN’AMICIZIA INESAURIBILE

PRIMO PIANO A colloquio con il cardinale Matteo Maria Zuppi che torna a Rimini e oggi inaugura l’edizione 2023

«Amici, non estranei senza volto»

Il presidente della Cei e inviato del Papa per la pace in Ucraina: «Il Meeting raccoglie tanti frammenti di amicizia che compongono il grande mosaico della vita e in questo scorgiamo il volto di Dio». «Non è un sogno, ma una responsabilità»

«È sempre bello tornare al Meeting perché è un’occasione di confronto, di incontro, di crescita, di consapevolezza del cammino che ci unisce e anche di scelte per quello da fare. È in fondo fare esperienza del “Fratelli tutti”, perché il Meeting nasce proprio dal pensarsi insieme in una dimensione di fraternità che unisce mondi diversi, situazioni, sensibilità diverse». Lo afferma il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna.

Eminenza, cosa le suggerisce il titolo dell’edizione del Meeting che si apre oggi?

«Ci fa comprendere la grandezza della nostra esistenza; che non può essere immiserita da individualismi più o meno accessoriati e autosufficienti. Quanto è vero che l’uomo non è un’isola e cercare di esserlo fa male all’uomo! L’uomo è socievole, è amicizia, porta che si apre sempre verso l’esterno. L’amicizia è il relativismo cristiano indispensabile per comprendere chi siamo e dove andiamo!

LA MISSIONE

A Bologna sulla cattedra di San Petronio

Il cardinale Matteo Maria Zuppi è nato a Roma l’11 ottobre 1955; entrato nel Seminario di Palestrina ha seguito i corsi di preparazione al sacerdozio alla Pontificia Università Lateranense. Si è laureato, inoltre, in Lettere e Filosofia all’Università di Roma. Tanti gli incarichi svolti: in particolare dal 2000 al 2012 è stato Assistente ecclesiastico della Comunità di Sant’Egidio. Il 27 ottobre 2015 è stato nominato da papa Francesco arcivescovo di Bologna. Il 24 maggio 2022 Papa Francesco lo ha nominato presidente della Conferenza episcopale italiana.

Dio è amico, manifesta se stesso a noi e ci insegna a non essere estranei, nemici, ma amici. Non siamo servi e l’altro non è uno “senza volto”, come erano considerati i servi. Cambia tutto. Un mondo senza amicizia mette paura e fa chiudere nelle isole. L’amicizia ha una capacità di rinnovarsi, di crescita, di resistenza a cui, purtroppo, crediamo troppo poco. Senza l’amicizia, che è delicatissima, l’esistenza umana diventa arida, sterile, dura. La vita è l’arte dell’incontro, come ricordano i versi del poeta brasiliano Vinicius de Moraes, citato nell’enciclica di Papa Francesco. L’arte dell’incontro non è solo una conoscenza sociologica o introspettiva dell’amicizia ma una storia, che si rinnova continuamente, che non finisce mai perché sempre nuova, che coinvolge tutto di noi stessi. L’amicizia è sempre circolare, come quella che si sperimenta tanto al Meeting dove siamo coinvolti in una circolarità universale che unisce anche tanti pezzi diversi, antichi e nuovi, vicini e lontani. E poi attenzione: se non c’è l’amicizia vince l’inimicizia!».

Che cosa si aspetta dal Meeting?

«La scoperta di amici molto più vicini di quanto noi pensavamo, molto più amici di quanto noi credevamo e di tanti testimoni, di compagni di strada che ci aiutano a non fermarci e a non rimanere paralizzati dal pericoloso veleno della disillusione. Tanti ci aiuteranno a rispondere alle domande del nostro confuso e minaccioso presente, ci suggeriranno ri-

sposte nuove, ci aiuteranno a non buttarci via, a non perdere il sapore, a riconoscere la presenza di Dio nella nostra vita e in questo mondo. Soltanto insieme se ne esce, ma non da estranei, da amici».

Qualche anticipazione su quello che dirà oggi nell’incontro inaugurale?

«Cercheremo di confrontarci con questa grande visione per cui abitiamo una casa comune e siamo fratelli tutti. Non è un sogno, ma una responsabilità che chiede di mettere in moto scelte e pratiche operative. Ne indicherò qualcuna ma credo che ne ascolteremo tante storie di umanità che ci aiuteranno a essere umani. Il Meeting raccoglie tanti frammenti di amicizia che compongono il grande mosaico della vita e in questo scorgiamo il volto di Dio. La “Fratelli tutti” è un’enorme sfida, di cui capiamo la decisività dopo la lezione severa del Covid e in questa pandemia della guerra, quando il fratello non sa più riconoscere il suo fratello e vede nell’altro solo un nemico».

Lei porta a Rimini anche la sua esperienza di inviato del Papa per la guerra in Ucraina. «Custodisco la fermezza del Papa a non rassegnarsi alla guerra, a non accettarne la logica, perché la guerra è terribilmente logica. La fatica è entrare dentro quella logica per riportarla alla ragione, per rimuovere le cause, per sciogliere i nodi che hanno permesso quella macchina di morte che è la guerra. La guerra

in Ucraina ha un aggressore e un aggredito e la pace deve essere giusta e sicura, aggiungo. Proprio per questo il dialogo non deve mai essere visto come cedevolezza o peggio tradimento delle proprie ragioni, ma deve completare la legittima difesa. C’è il diritto a rispondere all’aggressione ma anche il dovere di credere che una pace giusta e sicura si possa, si debba raggiungere con il dialogo. Non avviene in un momento ma con tanti tentativi, con l’avvicinamento, il confronto, l’ascolto, il comporre interessi diversi per rendere possibile l’unico vero interesse di tutti che è proprio la pace».

Vede spiragli di speranza?

«Il Papa si era chiesto dove era finita la pace creativa e mi sembra che finalmente cominciano ad aprirsi alcuni spazi di confronto, come i primi recenti incontri a Gedda, con la presenza di tanti attori, impensabile fino a poco tempo fa. Soltanto proseguendo in questa ricerca si potrà arrivare a vedere quella colomba che porta l’ulivo perché il diluvio è finito».

L’INCONTRO Fratelli tutti, costruttori di pace

Dopo la celebrazione della Messa alle 11, l’Auditorium Isybank ospiterà alle 15 l’incontro inaugurale del Meeting sul tema “Fratelli tutti. Testimonianze di un’amicizia operativa sulle orme di papa Francesco”. Il cardinale Matteo Maria Zuppi in dialogo con Alberto Bonfanti, presidente di Portofranco; Vittorio Bosio, presidente del Centro sportivo italiano; Regina De Albertis, direttore tecnico e consigliere delegato di Borio Mangiarotti spa, presidente di Assimpredil Ance Milano, Lodi, Monza e Brianza; Dario Odifreddi, presidente della Piazza dei Mestieri e del Consorzio scuole lavoro. Modera Bernhard Scholz, presidente della Fondazione Meeting.

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DOMENICA 20 AGOSTO

EDITORIALE [Segue da pagina 1]

za di un paese, di una nazione, di un mondo. Altro che Pil, lo stato di salute di una società si misura dalla sua capacità di coesione, di cooperazione, di concordia: in una parola? Di amicizia. Ma, chiediamoci, perché è una virtù “pubblica” oltre che privata? Facciamo un esempio. Per essere amici non bisogna essere tutti uguali, né bisogna pensarla tutti allo stesso modo. In un rapporto di amicizia, l’altro è un bene per me, è un dato posto dinanzi a me, innanzitutto per ricordarmi chi sono. In un vero rapporto di amicizia non si diventa tutti uguali, anzi, le diversità rimangono, ma costruiscono uno spazio comune, un bene comune. Bisogna però riconoscere che oggi questa non è l’idea comune di amicizia. Oggi amico è chi vive nella mia stessa “bolla”, chi non disturba la mia “confort zone” o più semplicemente chi appoggia tutto quello che dico o faccio. Da dove nasce, allora, questa diversità, qui al Meeting? Bisogna tornare al titolo e alla sua “stranezza”. Per capire di che amicizia parliamo, dobbiamo guardare la nostra esistenza. Potevamo non essere; se esistiamo è segno che qualcuno ci ha voluti, per qualcuno siamo un bene. È la vita stessa il primo gesto di amicizia. Riconoscere questo primo debito tra amici è il fondamento della virtù pubblica. Senza la “stranezza” del titolo non c’è futuro per l’umana convivenza.

EDITORIAL

An “unusual” friendship

As always, the titles of the Meeting are surprising. Even when common words appear, such as “friendship,” they are never clichés.

We all have a certain idea of friendship. We all know who is a friend and who is not. But that “existence” itself is a friendship and, furthermore, an inexhaustible one, is not taken for granted. This is the challenge of this year’s Meeting: to take a familiar idea and subvert it, to make it surprising, to reveal a value and a meaning we didn’t know.

On the other hand, anyone can produce special effects by speaking of things never seen or heard before, but who can amaze you with what you already think you know? After all, what is the Meeting if not the grand adventure of friendship among people, and thus among nations?

What you see is an imposing cultural event, but what supports it is an invisible yet inexhaustible web of friendship. So, what are these surprising aspects? Ultimately, even Aristotle and Cicero

said that friendship is a fundamental virtue for human society. What new thing can be discovered in this ancient and everyday idea? The week that is opening today in Rimini will be a great opportunity for each of us to discover the creative and “subversive” scope of this inexhaustible friendship. Among the many unexpected dimensions of “existence as friendship,” I would like to highlight one that seems particularly significant for the times we live in.

We tend to think of friendship as a private feeling that binds people and makes them feel good together. At the Meeting, we discover that friendship goes beyond: it is a public, civil virtue. I will go further: in Rimini, we understand that friendship is the most important resource that defines the wealth of a country, a nation, a world. Forget GDP; the health of a society is measured by its capacity for cohesion, cooperation, concord: in a word, by friendship. But let’s ask ourselves, why is it a “public” virtue as well as a private one? Let’s give an example. To be friends, we don’t all have

to be the same, nor do we all have to think the same way. In a friendship, the other is a good for me, a given placed before me, primarily to remind me who I am. In a true friendship, we don’t all become the same; on the contrary, our differences remain, but they build a common space, a common good. However, we must recognize that today this is not the common idea of friendship. Today, a friend is someone who lives in my same “bubble,” who doesn’t disturb my “comfort zone,” or simply supports everything I say or do. Where does this diversity, here at the Meeting, come from? We need to go back to the title and its “strangeness.” To understand what friendship we’re talking about, we must look at our existence.

We could not have existed; if we exist, it’s a sign that someone wanted us, for someone, we are a good. Life itself is the first gesture of friendship. Recognizing this initial debt among friends is the foundation of the public virtue. Without the “strangeness” of the title, there is no future for human coexistence.

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PRIMO PIANO Si apre oggi l’edizione numero 44: “L’esperienza umana è un’amicizia inesauribile”

Buon Meeting a tutti

Quattrocento relatori italiani e internazionali, 16 mostre e un intenso cartellone di spettacoli

di Matteo Rigamonti

Gli amici veri si incontrano. Benvenuti dunque al Meeting, che oggi, finalmente, apre al pubblico, apre a voi, a te che stai varcando gli ingressi. L’edizione di quest’anno è pronta a sprigionare l’inesauribile potenziale del messaggio contenuto nel suo titolo, che mette al centro l’amicizia, quella vera, che cambia le umane esistenze. Un’amicizia che «succede – come ha ricordato in un’intervista a Tracce il suo presidente – e mentre succede mi rendo conto che è un dono». Un’amicizia inesauribile perché è la sua «fonte a essere inesauribile».

E «l’origine», ha spiegato Bernhard Scholz, «è il centenario di don Giussani», il suo carisma nel testimoniare «la passione di Dio verso l’uomo».

Una passione viva oggi, da toccare con mano visitando quel luogo del cuore, eminentemente pedagogico, che diventa la Fiera di Rimini per il popolo del Meeting nella consueta penultima settimana di agosto. Perché qui dall’amicizia si impara e basta anche solo scorrere l’elenco dei relatori negli incontri della giornata inaugurale per capire quanto ci possa essere da imparare: dalle testimonianze

LA APP

Una “bussola” per orientarsi

Amica del visitatore è l’applicazione che, ormai da diversi anni, si conferma strumento imprescindibile per visitare il Meeting. Scaricabile da Google Play, App Store e Huawei Store App nelle versioni Android, iOS e HarmonyOS, l’app Meeting Rimini, rinnovata rispetto al 2022, permette, registrandosi, di accedere fisicamente alla Fiera dal 20 al 25 agosto, prenotare convegni e visite alle mostre, leggere le news e accedere a contenuti aggiuntivi. Dall’app, inoltre, è possibile donare per sostenere il Meeting. Gli utenti che, per un fatto di età o di maggiore abitudine all’uso, abbiano maggiore dimestichezza con l’app, possono aiutare quanti parlino con minore familiarità la lingua del digitale.

operative sulle orme di Francesco con il presidente della Cei Matteo Zuppi al vulcano di umanità tutto da scoprire che è Dorothy Day, dal rapporto con Giovanni Testori nell’altro centenario, così prezioso per la nostra storia, all’incontro con il filosofo francese François-Xavier Bellamy sulla cancel culture. Una delle tante sfide della contemporaneità che il Meeting non teme certo di affrontare.

Un viaggio da costruire insieme e destinato a proseguire oltre i sei giorni del Meeting – del resto ormai si sa, le mostre itineranti vivono per almeno un anno intero in tutta l’Italia e oltre i confini, generando ulteriori e sempre nuove amicizie – ma che già in questo scorcio di fine estate ci porterà a conoscere, più da vicino, la storia di qualcuno tra i 400 relatori, italiani e internazionali, del centinaio di incontri in programma, il messaggio delle 16 mostre e dei tanti spettacoli, molti dei quali si terranno nel cittadino Teatro Galli. Senza dimenticare quanto accade ogni giorno negli oltre 8mila metri quadrati – praticamente un Meeting nel Meeting – tra Villaggio Ragazzi (con la mostra sull’arte, Peter Pan e la storia del

presepe) e aree riservate allo sport, che quest’anno, oltre alla consolidata collaborazione con il Centro sportivo italiano, si avvale di quella, inedita, con i campioni del Derthona Basket.

Tutto questo e molto altro ancora proveremo a raccontarvi qui, sulle pagine del quotidiano, offrendo storie e suggerimenti, chiavi di lettura e informazioni

I primi amici sono i volontari

di servizio. Non soli, ma insieme a tutta l’area comunicazione del Meeting: videonews, podcast, sito, social media e, ovviamente, l’app ufficiale. Dalla Messa inaugurale oggi alle 11 alla visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, prevista per il 25 agosto, giornata conclusiva della manifestazione. Nel frattempo non ci resta che augurare buon Meeting a tutti.

Se è vero che il dono dell’amicizia, non solo stupisce, ma responsabilizza, la testimonianza in tal senso forse più luminosa di ogni edizione del Meeting sono innanzitutto i volti, radiosi anche quando stanchi dopo un’intensa giornata di lavoro, dei suoi volontari. Un manipolo di persone che, da tutto il mondo, gratis, anzi, pagando a proprie spese come si fa per una qualsiasi vacanza il soggiorno a Rimini, quest’anno supererà quota 3mila persone, il 58 per cento dei quali giovani under 30. Segno inestimabile che l’amicizia da cui, ormai più di quarant’anni fa, è nato il Meeting di Rimini vive in una discendenza di eredi pronta a cogliere la sfida custodendone l’origine.

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PIÙ DI TREMILA
Una passione viva da toccare con mano

INCONTRI Testimoni raccontano l’esperienza di Dorothy Day e del Catholic Worker Movement americano

Donna delle beatitudini

Robert Ellsberg : «Misericordia, povertà spirituale, pacificazione, fame di giustizia come cardini di una amicizia sociale»

Cosa vuol dire l’amicizia con Cristo all’interno della Grande Depressione, nel contesto di un’America che si riscopre anche povera e bisognosa di riscoprire le proprie radici? L’esperienza di vita di Dorothy Day racconta di un’amicizia con Cristo che trova il suo punto di volta nella conversione di Dorothy al cattolicesimo nel 1927, a trent’anni di età, dopo essere cresciuta in un contesto dai forti stimoli culturali e sociali.

Il lavoro del padre giornalista ha portato la famiglia a diversi trasferimenti, prima ad Oakland in California, poi a Chicago, dopo il terremoto che nel 1906 ha sconvolto San Francisco e la Bay Area. Dopo due anni di frequenza universitaria Dorothy torna a New York, città di origine, lavorando come giornalista per case editrici di orientamento socialista. L’avvicinamento alla Chiesa cattolica avviene a partire dal 1926, appena diventata madre, grazie all’amicizia con suor Aloysia. Con il sociologo francese Peter Maurin, nel 1933 da vita al Catholic Worker Movement. Grande pacifista, considerava suo manifesto il Discorso della montagna. Spese gli ultimi decenni della sua vita al servizio del prossimo e nel segno della

missione, viaggiando dalla Russia all’India e incontrando grandi personalità, da Aleksandr Solženicyn a Madre Teresa di Calcutta. La sua eredità è stata raccolta dalla Società per le missioni estere degli Stati Uniti d’America – Maryknoll, con

cui ha portato avanti gran parte delle sue battaglie negli ultimi anni di vita, fino alla morte per attacco di cuore nel 1980, a 83 anni.

La vita di Dorothy Day sarà al centro dell’incontro in programma oggi alle 17

presso l’Auditorium Isybank D3 dal titolo “Amicizie inesauribili. Dorothy Day e l’amicizia sociale”, che vede tra i relatori Robert Ellsberg, editore e curatore dell’autobiografia di Dorothy Day “Ho trovato Dio attraverso i suoi poveri” (Libreria Editrice Vaticana).

«Ho incontrato Dorothy Day per la prima volta nel 1975 – racconta Ellsberg – quando ho interrotto momentaneamente gli studi universitari per lavorare con lei al Catholic Worker. Avevo 19 anni e sono rimasto con lei per cinque anni, gli ultimi della sua vita. Tornai al college nel 1980, poco prima della sua morte, e in seguito curai la selezione dei suoi scritti, passando gli ultimi decenni a promuovere la sua eredità e il processo di canonizzazione». Proclamata serva di Dio da San Giovanni Paolo II, Dorothy Day «può essere definita una donna delle beatitudini – aggiunge Ellsberg – che ha abbracciato i principi di misericordia, povertà spirituale, pacificazione, fame di giustizia, non solo in modo personale, ma portandone avanti le radicali implicazioni sociali», cercando di immaginare una società governata da valori di misericordia, solidarietà e amicizia e vivendo lei stessa secondo quei valori.

INCONTRI Oggi alle 19, in Auditorium, “Cancellare culture o costruire cultura?” con Berardinelli, Bellamy e Weiler

Insieme al di là delle differenze

Simoncini: «Riscoprire la bellezza del rapporto con il diverso, non oscurare automaticamente chi non la pensa come noi»

di Lucio Bergamaschi

«La nostra responsabilità è quella di promuovere una cultura dell’amicizia e del rispetto reciproci come antidoto alla violenza della cancellazione e dell’oblio culturale».

Così Andrea Simoncini, docente di Diritto costituzionale all’Università di Firenze e vice presidente della Fondazione Meeting, sintetizza il senso dell’incontro “Cancellare culture o costruire cultura?” che si terrà oggi alle 19.00 (Auditorium Isybank Pad D3). All’incontro prenderanno parte il sociologo Sergio Berardinelli, l’europarlamentare francese Francois-Xavier Bellamy e il professor Joseph Weiler, della New York University.

Il fenomeno della cosiddetta cancel culture, nato negli Stati Uniti qualche anno fa a seguito del movimento Black Lives Matter, si è ormai diffuso a livello globale amplificato dai social raggiungendo vette di paradossale follia: statue di Cristoforo Colombo demolite, testi di Shakespeare emendati da frasi o espressioni politicamente scorrette, personaggi pubblici condannati all’oblio mediatico per un tweet o messi all’indice per un semplice like come la scrittrice inglese J.K. Rowling, autrice della saga di Harry Potter. Il fenomeno è stato accostato all’iconoclastia diffusasi nella cristianità orientale sul finire del primo millennio ma con la fondamentale differenza che

la cancel culture non è l’esito di una decisione del potere costituito, delle istituzioni civili o religiose, ma appare piuttosto come un processo autoalimentato, tutto interno alla comunicazione e ai social media e quindi difficile da governare.

Sono in atto in alcuni paesi iniziative di legge per difendere la libertà di opinione da questa isteria censoria. Anche in Italia la Corte Costituzionale si è ripetutamente espressa in favore della tutela del diritto al pluralismo delle fonti nell’informazione.

«Per difendere le minoranze o supposte tali – prosegue Simoncini – oggi si mette in discussione la libertà di opinione ovvero il principio cardine della

civilizzazione occidentale dall’Illuminismo in poi, nato proprio per tutelare i soggetti più deboli dall’arroganza del potere. Davanti a questo paradosso la vera risposta non può essere innanzitutto di carattere giuridico o legislativo ma culturale: occorre riscoprire la bellezza del rapporto con il diverso, non oscurare automaticamente chi non la pensa come noi rifugiandosi nelle “comunità di simili” come avviene sempre più spesso. Ci è chiesto insomma uno sforzo di autenticità e verità nei rapporti, la riscoperta di ciò che tiene insieme le persone al di là delle differenze».

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INCONTRI A cento anni dalla nascita dello scrittore

Testori, l’amico imprevisto

Un gruppo di universitari di Cl, un telefono a gettoni e il primo contatto nel 1978. «Mi avete abbracciato senza chiedermi niente di tutti i miei errori, delle mie stramberie, di tutta la mia disperazione»

di Paolo Costa

«Mi avete abbracciato senza chiedermi niente di tutti i miei errori, di tutte le mie colpe, di tutte le mie stramberie, di tutta la mia disperazione». Così Giovanni Testori al popolo del Meeting, dopo dieci anni di presenza come relatore, autore e regista. È la perfetta sintesi della storia di un’amicizia intensa e appassionata, cominciata da un telefono a gettoni nel marzo del 1978.

«A me Cl non mi ha mica preso per delle teorie di teologia» ricordava Testori a Rimini nel 1989, la voce fessa, l’emozione di chi sta aprendo il cuore «mi hanno preso quando sono venuti a trovarmi tre, quattro, per la tenerezza, l’amicizia, per qualcosa in più di umano che oggi invece la società ha buttato via per inseguire la mitologia di uno stramorto progressismo».

Avevano rapito Moro e lui sulla prima pagina del Corriere aveva rotto la cappa di cinismo e indifferenza montata dall’intellighenzia, andando al nocciolo vero della questione: «Perché s’è avuto e si ha ancora il timore di dire che il Dio rifiutato è un vuoto che nessuna demagogia del benessere e dell’eguaglianza, o d’ambedue assieme, può colmare; e che quel vuoto, a riempirlo, sarà solo il cupo inferno della materia impazzita e della sua impazzita cecità e solitudine?... Senonché la luce, di cui, oggi, l’uomo ha bisogno non è primariamente di natura politica e sociale; è una luce che anche queste comprende e che, anzi, ne precisa e illumina i valori reali e supremi, ma reali e supremi proprio perché riconosciuti relativi rispetto al suo proprio e primo Supremo». Il testo affascinò un gruppetto di studenti dell’Università Cattolica: uno di loro prese coraggio e lo lesse in Assemblea generale. Poi insieme decisero di chiedere a Testori un incontro e ci fu chi si recò – gettone alla mano – in una cabina telefonica. Le immagini di quei giorni

Giussani:

sono ancora nitide: «Bussammo alla sua porta in via Brera» e lui dimostrò subito una «incredibile disponibilità a mettere in comune la sua vita con noi, con noi giovani che venivamo da un’esperienza così opposta e lontana dalla sua». Immediatamente sboccia un’amicizia che investe tempo e interessi, si dipana attraverso persone e luoghi, si muove sulla strada della concretezza, così come deve essere ogni amicizia autentica. Poco tempo dopo ecco l’incontro con don Giussani e la partecipazione a momenti della vita del movimento. Si moltiplicano anche le serate pubbliche nelle città e Testori, raccontando di sé, ama citare questa frase del Gius: «La giornata ci è data perché la verità di Cristo nasca dalla carne, sia vista da noi e dagli altri nella nostra carne, cioè nei rapporti che viviamo con noi stessi, con gli altri e con le cose». Un ulteriore tratto di questa amicizia è la fecondità: un colloquio col fondatore di Cl diventa “Il senso della nascita”, primo titolo della collana “I Libri della Speranza”, e fioriscono le nuove produzioni teatrali. Lo scrittore viene inoltre coinvolto nell’avventura del settimanale “Il Sabato” e partecipa al Meeting dalla prima edizione. Una presenza continuata fino a oggi: nei tre convegni e nello spettacolo a lui dedicati quest’anno continuerà infatti a parlarci, a cento anni dalla nascita e a trenta dalla morte, confermandoci il lascito di un’amicizia generatrice di letizia e di speranza. «Era appassionato alla vita, una passione che suscitava, specialmente nei giovani, una volontà di fare, una volontà di impegno, una volontà creativa» ha scritto Giussani ricordando l’amico.

«Sei stato – disse poi nell’omelia del funerale – padre di quei giovani, che nella sperdutezza hanno ritrovato un punto di riferimento, come tu hai trovato un punto di riferimento in loro, un punto di speranza in loro… li hai aiutati a conoscere di più e ad amare e a lavorare per Cristo».

Tre convegni e uno spettacolo

Oggi alle 17 in Sala Neri “Un’amicizia che apre al mondo. Giovanni Testori, nei 100 anni dalla nascita” con il giornalista Riccardo Bonacina, uno dei protagonisti del primo incontro con Testori, la drammaturga e attrice Angela Demattè, Emilia Guarnieri, testimone delle presenze di Testori al Meeting, e Davide Dall’Ombra, direttore di Casa Testori; domani alle 19 (Sala Neri) “Jannacci, Testori e Gaber. Le periferie del nostro cuore”, con i giornalisti Giuseppe Frangi ed Enzo Gentile, il musicista Paolo Jannacci, con una performance dell’attore Michele Maccagno e del musicista Andrea Mirò, modera Massimo Bernardini; martedì 22 alle ore 17 (Sala Neri) “L’amicizia con il teatro. Giovanni Testori nei 100 anni dalla nascita” con il regista Valter Malosti, Andrèe Ruth Shammah (Cooperativa Teatro Franco Parenti), l’attore Andrea Soffiantini, modera Giuseppe Frangi. Tra gli spettacoli domani alle 21.30 (Teatro Galli) “Maddalene (da Giotto a Bacon)”: Valter Malosti porta in scena un percorso attraverso le Maddalene dei grandi artisti in cui si alternano i versi dello scrittore e brevi suite per violoncello scritte da Carlo Boccadoro e interpretate da Lamberto Curtoni

QUOTID. MEETING 2021-3 inserz.pdf 1 04/08/21 16:05 7 DOMENICA 20 AGOSTO L’ESISTENZA UMANA È UN’AMICIZIA INESAURIBILE
«Sei stato padre, punto di riferimento e di speranza»

INCONTRI “Non morirò di fame”: uno chef stellato in rovina, un clochard e un’amicizia che trasforma le eccedenze in risorse

Quel cassonetto pieno di speranza

Storia di un percorso di rinascita nel film diretto da Umberto Spinazzola. La proiezione mercoledì sera alla Corte degli Agostiniani con la Fondazione Banco Alimentare

Una vita dissestata può ripartire anche dalle circostanze più impensate. Per esempio, da un cassonetto dell’immondizia dove ci si è ridotti a cercare il cibo per sfamarsi.

Capita a Pier, chef stellato caduto in rovina e precipitato nel gorgo della trascuratezza, che mentre fruga dentro un cassonetto incontra “il Granata”, un clochard che lo guida a conoscere il pianeta dello spreco e delle eccedenze alimentari nei supermercati di Torino, tra le bancarelle dei mercati ambulanti e ai mercati generali, dove si può trovare da mangiare senza spendere un euro. I due diventano sodali e Pier mette a frutto la sua sapienza gastronomica creando piatti succulenti a partire da quel che riescono a recuperare dai loro “fornitori”. È l’inizio di un percorso di rinascita umana segnato da incontri che si riveleranno decisivi: con la figlia che non rivedeva

AREA INTERNAZIONALE | PAD C3

C’È UN’ITALIA CHE COOPERA

da anni e che decide di andare a vivere con lui in una casa abbandonata alla periferia di Torino, con un vecchio amico al quale propone i piatti preferiti, con la commessa di un supermercato che rimprovera Pier di avere gettato al vento il suo talento gastronomico e che riaccende in lui l’orgoglio dello chef stellato.

“Non morirò di fame”, per la regia di Umberto Spinazzola, è un film che racconta una storia di riscatto, di relazioni che diventano amicizie generative, denuncia la civiltà dello spreco in cui siamo immersi (e di cui spesso siamo complici) ed evidenzia le possibilità di trasformare le eccedenze in risorse.

Il Banco Alimentare vi ha colto molte tematiche legate alla sua mission e lo propone al pubblico del Meeting dando appuntamento per mercoledì 23 agosto alle 21 presso la Corte degli Agostiniani di Rimini (via Cairoli 40, ingresso gratuito). La filiera agroalimentare italiana produce 5,6 milioni di tonnellate di alimenti in eccedenza, una cifra che include cibo ancora buono e sicuro che non viene venduto per varie ragioni. Il valore economico di questo surplus supera i 12,6 miliardi di euro, mentre il numero di persone che hanno bisogno di cibo nel nostro Paese aumenta ogni giorno. Il film è un ottimo alleato per una realtà come il Banco Alimentare, che coltiva una cultura del “prendersi cura”, contro una cultura dello scarto, partendo dalla concezione che tutto ci è affidato. L’aiuto alimentare può diventare così il primo gradino per il riscatto di tante persone in difficoltà, che dentro una trama di relazioni ritrovano le ragioni per tornare a sperare.

della Cooperazione Italiana
percorsi e storie
L’ESISTENZA UMANA È UN’AMICIZIA INESAURIBILE 8 DOMENICA 20 AGOSTO

INCONTRI Appuntamenti con ministri, sottosegretari, governatori e con l’intergruppo parlamentare per la sussidiarietà

Governo e Regioni: l’Italia che cambia

Emmanuele Forlani, direttore della Fondazione Meeting: «Tutti i rappresentanti delle istituzioni sono stati invitati a discutere su temi di loro competenza e anche noi avremo l’occasione di dire che cosa pensiamo»

Dieci ministri, quattro viceministri, tre sottosegretari, nove governatori di Regione, il presidente della Corte Costituzionale e due incontri organizzati con l’Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà. Politica e governo avranno grande spazio nel Meeting 2023, ma l’appuntamento da segnare in rosso sul calendario non vedrà protagonista un leader di partito: martedì 22 agosto ore 17 il dialogo sarà con Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

“Cosa sta cambiando in Italia?” sarà il titolo dell’incontro, introdotto dal direttore della Fondazione Meeting Emmanuele Forlani.

«Alfredo Mantovano – spiega Forlani –segue tutti i dossier del Governo. Con lui il colloquio sarà a trecentosessanta gradi per capire dove sta andando il nostro Paese e quali sono le posizioni di Palazzo Chigi su diversi temi. Temi su cui anche noi avremo l’occasione di dire cosa pensiamo».

In assenza della premier Giorgia Meloni («il fatto che non ci sia non è una presa di distanza – hanno spiegato al Meeting – ma non è mai capitato di avere nella stessa edizione il presidente della Repubblica e quello del Consiglio») sarà quindi il dialogo con il sottosegretario a tratteggiare il punto politico dell’Italia a guida centrodestra.

Per il resto, l’elenco dei ministri in Fiera prevede dieci appuntamenti: domani, lunedì 21 agosto ci saranno il titolare dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il mi-

TERZA PRESENZA

nistro del Lavoro Marina Elvira Calderone, quello della Salute Orazio Schillaci e quello delle Imprese e del Made in Italy

Adolfo Urso; martedì 22 spazio agli Affari europei e al Pnrr con Raffaele Fitto e a Famiglia, Natalità e Pari opportunità con Eugenia Roccella.

Il 23 agosto sarà il giorno dei vicepremier: Antonio Tajani, ministro degli Esteri, interverrà sulle sfide comuni con l’Africa, mentre Matteo Salvini, titolare delle Infrastrutture e dei Trasporti, parlerà di sviluppo legato ai fondi europei. Sempre mercoledì riflettori accesi per il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. A chiudere l’elenco, venerdì 25, Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito.

«Non sono incontri a sé stanti – prosegue Forlani – ma sono posti in un ideale percorso a tappe lungo l’intera settimana. Tutti i ministri, poi, sono stati invitati a discutere su temi di loro competenza. Lo scorso anno avevamo avuto l’incontro con i leader dei partiti, ma quest’anno, avendo diversi di loro un posto nel governo, abbiamo deciso di non replicarlo. Anche Stefano Bonaccini, per esempio, interverrà come presidente dell’Emilia-Romagna e non per il ruolo che ha nel Pd».

Ogni ministro, infine, sarà chiamato a confrontarsi con testimonianze di imprenditori, cittadini, realtà del mondo no profit.

«L’obiettivo – conclude Forlani – è andare oltre le semplici domande e calare i temi nella realtà attraverso esperienze concrete».

Il ritorno di Mattarella

La settimana si chiuderà con il presidente della Repubblica. «A lui consegneremo idealmente quanto accadrà in questi giorni»

Per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’incontro in programma di venerdì 25 agosto sarà un ritorno al Meeting dopo la presenza in Fiera nel 2016 per i settant’anni dell’Italia repubblicana e quella del 2021, quando inaugurò in videocollegamento la prima edizione post pandemia.

«Al presidente – le parole del direttore di Fondazione Meeting Emmanuele Forlani – consegneremo idealmente, nel giorno della chiusura, i contenuti emersi nell’intera settimana. Sarà infatti un confronto sia sulla provocazione del titolo del Meeting 2023, sia su quanto accadrà in questi sei giorni». D.G.

9 DOMENICA 20 AGOSTO L’ESISTENZA UMANA È UN’AMICIZIA INESAURIBILE

IN MOSTRA Dal Venezuela la testimonianza del beato José Gregorio Hernández

Medico del popolo, uomo di pace

Alejandro Marius: «Il percorso espositivo è un atto di obbedienza verso la Chiesa». Sosta e preghiera davanti alle reliquie

Come una cartolina inviata dalle strade di Caracas, arrivano alla piazza C3 gli insegnamenti di José Gregorio Hernández, medico, uomo a trecentosessanta gradi e benefattore della comunità, racchiusi in una singola esposizione ideata con l’obiettivo di favorire un punto di unione tra Venezuela e il resto del mondo. Hernández è stato un medico che ha offerto la propria vita non solo ai poveri ma all’intero popolo venezuelano, diventando un elemento centrale della nazione. Venerato per le sue opere e ritenuto santo da molti suoi concittadini, è stato proclamato beato nel 2021 da papa Francesco.

«È un atto di obbedienza verso la Chiesa per restare fedeli al nostro carisma e a quello di don Giussani» dice Alejandro Marius, curatore della mostra insieme a Leonardo Marius e a Sabrina Di Scipio, spiegando l’origine del percorso espositivo. L’idea è partita chiedendosi cosa poter offrire al Meeting e si è svi-

luppata diventando sempre più concreta nel tempo grazie anche all’appoggio del cardinale di Caracas Baltazar Porras, e di tante altre persone che hanno suppor-

tato il progetto. Al centro emerge l’esperienza di unità che il medico del popolo rappresenta per il Venezuela.

La mostra offre un’esperienza di popolo che guarda alla santità. I visitatori potranno conoscere il beato attraverso immagini dell’epoca e testimonianze di coloro che sono stati curati e miracolati, il tutto immerso in un ambiente di espressioni artistiche e culturali che ricrea l’ambiente cittadino e popolare venezuelano. All’interno saranno presenti anche reliquie del religioso venezuelano che offrono l’occasione di raccoglimento e preghiera.

Alejandro Marius sottolinea anche l’importanza del messaggio di pace che José Gregorio Hernández ha sempre rilanciato con la propria vita. Anche attorno a questo tema si svilupperà l’incontro in programma martedì 22 sempre nella piazza C3 dove è allestita la mostra. Hernández offre la sua vita per la pace e durante il discorso per la sua beatificazione il Papa ha sottolineato come la stessa si costruisca a partire dai gesti quotidiani e curando i bisognosi, proprio come il medico venezuelano ha fatto durante la sua vita.

PSR LOMBARDIA ABBIAMO MESSO AL CENTRO LA SOSTENIBILITÀ

Vivere in armonia con la natura è essenziale per un futuro sostenibile. E grazie ai finanziamenti del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, oggi le imprese agricole lombarde sono già protagoniste nella conservazione delle aree naturali.

ESISTENZA UMANA È UN’AMICIZIA INESAURIBILE 10
DOMENICA 20 AGOSTO L’

IN MOSTRA A quarant’anni dalla prima edizione del romanzo «profetico» di Eugenio Corti

Il Cavallo Rosso, storia di noi

Elena Rondena: «I drammi vissuti dai personaggi del grande affresco letterario sono gli stessi che viviamo oggi». Domani al Meeting il Premio internazionale dedicato allo scrittore

«Il Cavallo Rosso è un romanzo che oggi ha risvolti profetici: la visita alla mostra allestita negli spazi del Meeting è un invito alla lettura, un grande affresco che abbraccia trent’anni di storia italiana ed europea, dal 1940 fino al 1974».

Giuseppe Langella, ordinario emerito di Letteratura italiana contemporanea all’Università Cattolica di Milano, curatore della mostra “Il Cavallo Rosso di Eugenio Corti. Le prove della storia, il lievito della vita”, richiama così a scoprire l’esposizione dedicata al capolavoro dello scrittore brianzolo.

IL PERCORSO ESPOSITIVO

«Venite a visitare la mostra dedicata a Corti perché parla di voi. I drammi vissuti dai suoi personaggi dal 1940 al 1974 sono gli stessi che viviamo oggi, nel 2023. Eugenio Corti è il Manzoni del Novecento, è un autore che ha consacrato la sua vita alla invocazione del Padre Nostro: venga il tuo Regno» annota Elena Rondena, docente di Letteratura italiana in Università Cattolica, accostandosi al percorso, a cui farà da cornice una serie di incontri durante tutta la settimana del Meeting, un’occasione per assistere a momenti di dialogo anche su aspetti poco noti della figura di Corti.

Il percorso della mostra, diviso in cinque

Pagine inedite e il cappotto del soldato

di Gigi Brioschi

Professoressa, come è nata l’idea di questa mostra?

«L’idea della mostra – risponde Elena Rondena – è nata in occasione della ricorrenza dei quarant’anni dalla data della prima pubblicazione del Cavallo Rosso. Essa è una tappa ulteriore del “Cantiere Corti” che dal 2016 propone attività di studio, di ricerca e convegni per onorare la figura dello scrittore. Dopo un confronto fra i curatori, si è scelto per la mostra il titolo suggerito dal professor Giuseppe Langella. Questo titolo riassume molto bene il percorso espositivo: infatti, il romanzo storico di Eugenio Corti pone di fronte al lettore le numerose prove che l’uomo è chiamato ad affrontare, ma Corti attraverso le storie dei protagonisti ci presenta ciò che permette alla loro vita di prendere forma. All’interno della mostra ci saranno documenti inediti, oggettistica bellica dello scrittore e tre filmati con letture dal Cavallo Rosso. Al termine è stato previsto anche uno spazio Arena, dove i curatori daranno vita a momenti di dialogo e confronto».

Avete incontrato problemi per la sua realizzazione?

«La vera sfida è stata lavorare su molti materiali di prima mano, documenti,

lettere, minute, e ricercare fotografie e interviste, mai visionate prima».

Chi ha collaborato con voi?

«I curatori sono undici. Inoltre alla mostra hanno collaborato diversi enti: l’Associazione Eugenio Corti presieduta dalla signora Vanda di Marsciano, il cui apporto è stato fondamentale, l’Associazione Culturale internazionale Eugenio Corti, la casa editrice Ares. Ha collaborato anche il Centro Studi Eugenio Corti di Besana in Brianza».

Quali sono gli aspetti più rilevanti?

«La mostra intende evidenziare, il posto fondamentale che Il Cavallo Rosso ed Eugenio Corti occupano nella letteratura del Novecento, sottolineandone altresì il loro straordinario valore umano e cristiano per la cultura di oggi. Si propone una rilettura del Cavallo Rosso, con particolare attenzione alle dinamiche che hanno portato l’autore a concepire l’attività dello scrivere come un compito assegnatogli dalla Provvidenza. Il percorso infatti intreccia la biografia dell’autore brianteo con le vicende narrate nel romanzo, osservando, per certi aspetti, quasi una sovrapposizione fra la sua vita e il contenuto dell’opera».

sezioni, conduce nella prima parte a scoprire la famiglia di Corti, la Brianza, gli studi universitari e l’incontro con la moglie. L’itinerario prosegue con il racconto della campagna di Russia «dove – spiega ancora Elena Rondena – all’inferno della guerra è affiancato il dramma della libertà che Corti sperimenta nei suoi personaggi». Sono esposti tra l’altro il suo cappotto militare e la macchina da scrivere, provenienti dalla collezione del Comune di Besana Brianza.

L’esposizione è il culmine di un percorso di ricerche iniziato nel 2016, che ha dato vita al Premio internazionale Eugenio Corti, sostenuto dall’associazione intitolata allo scrittore. Quest’anno il premio sarà assegnato durante il Meeting, domani alle ore 21. Tra gli ospiti attesi insieme a Giuseppe Langella, Vanda Corti, moglie dello scrittore e presidente dell’Associazione Eugenio Corti, e monsignor Massimo Camisasca, vescovo emerito di Reggio Emilia. Nella squadra

dei curatori con Elena Rondena e Giuseppe Langella, figurano: Giulio Luporini, Paola Scaglione, Renato Mambretti, Franco Camisasca, Alessandro Rivali, Francesco Righetti, Camilla Gaetano e Gianfilippo Filippi. Disponibile in libreria Itaca il catalogo della mostra pubblicato da Edizioni Ares, che riporta anche il testo di un intervento dello scrittore durante il Meeting del 1989.

11 DOMENICA 20 AGOSTO L’ESISTENZA UMANA È UN’AMICIZIA INESAURIBILE

SPETTACOLI Stasera i The Strangers in concerto sul palco dell’area Piscine Ovest Illumia

Sconosciuti? Ora non più

Quindici musicisti nella band. Due anni fa il debutto durante una vacanza estiva

Per la prima volta volta il Meeting scopre la freschezza e l’energia che caratterizzano i concerti dei The Strangers – “Gli Sconosciuti”. A sentire ciò che raccontano i ragazzi della band, quando arriva il momento di sfoderare gli strumenti, scaldare la voce e salire sul palco, si crea tra loro qualcosa che va oltre il desiderio di creare e condividere musica con chi li ascolta: un’amicizia inaspettata che è sbocciata durante una vacanza e che, con il passare del tempo, è cresciuta fino a comprendere l’attuale formazione di quindici elementi divisi tra cori, fiati, percussioni, corde e tastiere.

Nonostante lo studio e il lavoro impongano notevole distanza, la voglia di ritrovarsi e stare insieme non è mai venuta meno, frutto di un’esperienza comune che li fa guardare oltre le divergenze che ci possono essere e che li lega per la vita. La consapevolezza dell’affetto umano che li unisce, dono di un bene capace di vincere il senso di inadeguatezza e il

mito della performance, muove questi giovani a raccontare, tramite la musica, quanto di affascinante e di bello li ha travolti. Proprio da questa storia nasce il loro primo inedito “The best is yet to come”. Ecco allora che le occasioni di ritrovo si mutano in un intenso lavoro di scrittura, arrangiamento e reinterpretazione di brani che spaziano dal Funk alla

Disco, dal Rock and Roll al Pop italiano e straniero, con un sound accattivante da cui è impossibile non lasciarsi trasportare fino a farsi catturare da un’irresistibile voglia di ballare. Appuntamento questa sera alle ore 21.30 presso il Palco Spettacoli Piscine Ovest Illumia con il concerto inaugurale di questo Meeting 2023 sulle note dei The Strangers.

MERCOLEDÌ AL GALLI Mônica Salmaso “alma lirica” brasiliana

L’incontro con Mônica Salmaso, una delle voci femminili più belle nel panorama della musica popolare brasiliana, avviene quasi per caso durante la pandemia. I video musicali realizzati con i grandi interpreti della tradizione sudamericana rimbalzano da telefono a telefono, facendo scoprire la dolcezza e la saudade (nostalgia) insite nelle affascinanti melodie. Dallo scambio di esperienze con la comunità di Cl nasce un’amicizia intima con l’artista, da cui il desiderio di fare conoscere le sue canzoni agli amici italiani, un proposito che vedrà la sua realizzazione al Meeting: mercoledì 23 agosto alle ore 21.30 al Teatro Galli Mônica sarà protagonista del concerto “Alma lirica brasileira”, accompagnata dal flautista Teco Cardoso e da Nelson Ayres al pianoforte, un viaggio attraverso la semplicità della vita quotidiana e la bellezza dell’anima in tutte le sue sfumature, coniugata alla poesia e al ritmo di cui il Brasile è maestro.

DOMENICA 20 AGOSTO L’ESISTENZA UMANA È UN’AMICIZIA INESAURIBILE 12

SPETTACOLI “Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano” di Eric Emmanuel Schmitt stasera al Teatro Galli

Ciò che dai è tuo per sempre

Storia di amicizia intessuta di ironia, candore e saggezza tra un ragazzo ebreo e un anziano arabo. In scena Sergio Rubini e Simone Zanchini alla fisarmonica

di Alessandra Montagnoli

La quarantaquattresima edizione del Meeting apre il cartellone di spettacoli stasera alle 21.30 al Teatro Galli, con un testo tratto da “Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano”, uno dei titoli più noti della vasta produzione di Eric Emmanuel Schmitt, scrittore, drammaturgo, regista, sceneggiatore francese.

Tra i protagonisti della scorsa edizione del Meeting con un bellissimo dialogo su ciò che nell’uomo è irriducibile, il pubblico incontrerà nuovamente l’arte di Schmitt grazie a un testo che invita alla riflessione sugli incontri e i legami che si creano tra le persone.

Il racconto è ambientato nella Parigi della Nouvelle Vague degli anni ’50, nella Rue Bleue, abitata prevalentemente da ebrei; qui ha il suo negozio di generi alimentari il musulmano Ibrahim, uomo anziano, pacifico e gentile, “che a detta di tutti era un saggio (…) sicuramente

perché parlava poco e sorrideva tanto”. La sua vita si intreccia con quella del giovane Mosè, detto Momo, che ha undici anni, è di religione ebraica e vive con un padre con cui ha un rapporto conflittuale che nel tempo diventa un muro di distanza invalicabile. Un giorno se ne va

sentendosi incapace di affrontare le sue responsabilità, e Momo inizia a scoprire cose che non sapeva della sua vita, tante menzogne. L’unico ad abbattere la diffidenza con il mondo degli adulti è Ibrahim che Momo continua a frequentare; da lui impara tante cose, semplici ma cariche

di significato, impara a sorridere, osservare la bellezza, a commuoversi delle cose. Il loro legame si fa sempre più definitivo fino a decidere di comprare una macchina e partire per un viaggio verso l’Oriente da cui Ibrahim proveniva. Questo viaggio è reale e interiore allo stesso tempo, i due fanno esperienza delle meraviglie del mondo e approfondiscono il loro legame; emerge l’uomo che accompagna l’uomo, a prescindere dall’età e dalla fede, nei suoi bisogni più profondi: comprensione, affetto, accettazione, umanità, perdono. Si parla di tutto, con estrema libertà, anche della morte. Ibrahim perde la vita a causa di un incidente d’auto ma Momo non resta solo; riceve in eredità il suo locale e il prezioso Corano che lo aiuterà a ricordare, crescendo, quei fiori che avevano scoperto insieme e che sono, in effetti, la vera eredità, quella che non muore.

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UN’AMICIZIA INESAURIBILE
È
DOMENICA 20 AGOSTO

L’ESISTENZA UMANA È UN’AMICIZIA INESAURIBILE

VOLTI CHE COSTRUISCONO Il fundraising per sostenere insieme il Meeting: tutte le possibilità in Fiera e oltre

«Chi dona poi ringrazia»

Punti di raccolta in ogni padiglione. I volontari: «Corresponsabilità e relazioni: un’esperienza che proponiamo a tutti»

di Gianni Mereghetti

Il Fundraising è l’attività di sostegno per costruire insieme il Meeting. Tutto l’anno è possibile sostenere l’evento, ma la settimana di appuntamenti in fiera è certamente il momento più significativo per poter donare.

«Corresponsabilità e relazioni – dice Federica Cipressi, una delle responsabili – su questo si poggia l’esperienza che facciamo al fundraising e che proponiamo a tutti».

Durante la settimana del Meeting sono molte le modalità con cui si può contribuire: in ogni padiglione della fiera si può trovare un desk dove donare, poi si possono acquistare i biglietti della lotteria, aggiungere un euro allo scontrino della ristorazione, o effettuare donazioni online sul sito o direttamente dall’app del Meeting. Donare consente inoltre benefici fiscali perché il Meeting è un ente del Terzo settore.

Quest’anno poi il Fundraising è all’insegna di “Volti che costruiscono”, rubrica

quotidiana che farà incontrare le persone che ogni giorno in ambiti diversi costruiscono il Meeting.

Ai desk ad esempio il primo volto che incontriamo è quello di Marilena Casari, volontaria storica, che dopo tanti anni di Meeting come semplice partecipante

Allo stand del TIMONE Pad. C2

ha risposto alla proposta impegnarsi in questo specifico ambito.

«Il Meeting – dice Marilena – è il luogo dove posso vivere l’ideale a 360 gradi, un luogo di incontri che spalancano».

Marilena è colpita e commossa dalle persone che donano e poi ringraziano,

«quando chiedo perché ringraziano rispondono che il Meeting è importante per loro».

Volontario è anche Federico Casari, studente che ha conseguito quest’anno la maturità e si avvia verso l’avventura universitaria. Ha cominciato a 15 anni a entrare nella realtà del Fundraising e pian piano si è coinvolto anche in funzioni organizzative.

«Il Meeting – dice Federico – è un luogo dove si fanno incontri belli, che fanno crescere la tua persona e i rapporti con gli altri. Poi per me è stato il luogo dove ho imparato a prendermi delle responsabilità».

Federico poi è rimasto molto colpito da un sacerdote della diocesi di Rimini che ogni anno viene al Meeting e fa una donazione consistente. «La cosa bella –sottolinea – è che lui passa in ufficio, ci tiene a salutarci e ci chiede di portarlo a fare un giro per il Meeting in carrozzella». E così anche con i donatori nascono amicizie che continuano per sempre, inesauribili.

DOMENICA 20 AGOSTO ore 16:15

PER UNA SCUOLA E UNA CULTURA (DAVVERO) LIBERA

incontro con: suor Anna Monia Alfieri e Francesco Giubilei

MARTEDÌ 22 AGOSTO ore 16:15

ITALIANI DI POCA FEDE

incontro con:

Eva Crosetta e Mons. Corrado Sanguineti (vescovo di Pavia)

GIOVEDÌ 24 AGOSTO ore 16:15

DON CAMILLO E’ VIVO E REMA

CON NOI. PEPPONE CERCASI

incontro con:

don Pierre Laurent Cabantous (parroco a Cervia) e Marco Rizzo (leader di Democrazia sovrana popolare)

DOMENICA 20 AGOSTO
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L’ESISTENZA UMANA È UN’AMICIZIA INESAURIBILE

DOMENICA 20 AGOSTO

INCONTRI

SANTA MESSA

Ore 11:00 Auditorium isybank D3

Per consentire l’ingresso alla Santa Messa la Fiera aprirà alle ore 10:00.

In diretta Rai

Presiede S.Em. Card. Matteo Zuppi, Presidente CEI, Arcivescovo di Bologna. Concelebra S.E. Mons. Nicolò Anselmi, Vescovo di Rimini.

SANTA MESSA (SALA NERI)

IN COLLEGAMENTO

Ore 11:00 Sala Neri Generali-Cattolica

SANTA MESSA IN PRESENZA

CON COLLEGAMENTO DIRETTO

DALL’AUDITORIUM.

Per consentire l’ingresso alla Santa Messa la Fiera aprirà alle ore 10:00. In diretta Rai Presiede S.Em. Card. Matteo Zuppi, Presidente CEI, Arcivescovo di Bologna. Concelebra S.E. Mons. Nicolò Anselmi, Vescovo di Rimini.

FRATELLI TUTTI.

TESTIMONIANZE DI UN’AMICIZIA

OPERATIVA SULLE ORME

DI PAPA FRANCESCO

Ore 15:00 Auditorium isybank D3

In collaborazione con Centro Sportivo Italiano

S.Em. Card. Matteo Zuppi, Presidente CEI, Arcivescovo di Bologna in dialogo con Alberto Bonfanti, Presidente Portofranco; Vittorio Bosio, Presidente Centro Sportivo Italiano (CSI); Regina De Albertis, Direttore tecnico e consigliere delegato Borio Mangiarotti S.p.A., Presidente Assimpredil Ance Milano, Lodi, Monza e Brianza; Dario Odifreddi, Presidente Piazza dei Mestieri e Presidente Consorzio Scuole Lavoro. Modera Bernhard Scholz, Presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS.

AMICIZIE INESAURIBILI.

DOROTHY DAY E L’AMICIZIA SOCIALE

Ore 17:00 Auditorium isybank D3

Simona Beretta, Direttrice del Centro di Ateneo per la Dottrina Sociale della Chiesa e Direttrice responsabile della rivista Dizionario di dottrina sociale della Chiesa, Università Cattolica del Sacro Cuore; Robert Ellsberg, Collaboratore e curatore dell’autobiografia Dorothy Day Ho trovato Dio attraverso i suoi poveri (ed. Lev); Giulia Galeotti, Giornalista, autrice di Siamo una rivoluzione. Vita di Dorothy Day (ed. Jaca Book).

Modera Francesco Magni, Ricercatore di Pedagogia Generale e Sociale all’Università degli Studi di Bergamo. Con il sostegno di Tracce e Università Cattolica del Sacro Cuore.

UN’AMICIZIA CHE APRE AL MONDO.

GIOVANNI TESTORI, NEI 100 ANNI DALLA NASCITA

Ore 17:00 Sala Neri Generali-Cattolica

Riccardo Bonacina, Giornalista; Angela Demattè, Drammaturga e attrice; Emilia Guarnieri, Cofondatrice Meeting per l’amicizia fra i popoli. Modera Davide Dall’Ombra, Direttore Casa Testori Associazione Culturale.

IL LAVORO: UNA VOCAZIONE?

Ore 17:00 Sala Ferrovie dello Stato B2

In collaborazione con Cdo

Lucia Albano, Sottosegretario Ministero dell’Economia e delle Finanze; Stefania Brancaccio, Segretaria Generale Unione cristiana imprenditori e dirigenti (UCID); Sonia Malaspina, Direttrice HR Danone

Italia & Grecia; Alberto Paltrinieri, Cantina Paltrinieri, Modena; Enzo Porzio, Cooperativa Paranza, Napoli. Modera Andrea Dellabianca, Presidente Compagnia delle Opere Milano.

COMUNITÀ ENERGETICHE

E POVERTÀ ENERGETICA: LA DEMOCRATIZZAZIONE DELL’ENERGIA

Ore 17:00 Sala Conai A2

Michele Emiliano, Presidente Regione Puglia; Fabrizio Iaccarino, Responsabile Sostenibilità e Affari Istituzionali Enel Italia; S.E. Mons. Filippo Santoro, Arcivescovo Emerito di Taranto, Delegato Speciale del Santo Padre per i Memores Domini; Mario Antonio Scino, Capo di Gabinetto Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Modera Giuliano Frosini, Docente Luiss Business School.

CANCELLARE CULTURE

O COSTRUIRE CULTURA?

Ore 19:00 Auditorium isybank D3

Sergio Belardinelli, Professore ordinario di Sociologia dei processi Culturali e comunicativi, Università di Bologna; François-Xavier Bellamy, Europarlamentare, filosofo e intellettuale francese; Joseph H.H. Weiler, University Professor at NYU Law School and Senior

Fellow at the Center for European studies at Harvard.

Modera Andrea Simoncini, Vicepresidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS, Docente di Diritto Costituzionale, Università di Firenze.

FUSIONE NUCLEARE:

L’ENERGIA DELLE STELLE PER IL FUTURO DEL PIANETA

Ore 19:00 Sala Neri Generali-Cattolica

A cura di Associazione Euresis

Ambrogio Fasoli, Direttore Swiss Plasma Center (Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne) Losanna, Presidente Consorzio EUROfusion; Marcella Marconi, Direttore Osservatorio Astronomico di Capodimonte, Istituto Nazionale di Astrofisica, Napoli. Modera Carlo Sozzi, Istituto per la Scienza e Tecnologia dei Plasmi, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Milano.

COMPETENZE, TALENTI E PARTECIPAZIONE AL LAVORO

Ore 19:00 Sala Conai A2

Marco Ceresa, Group Chief Executive Officer Randstad Italia; Manuela Kron, Direttore Corporate Affairs & Marketing Consumer Communication del Gruppo Nestlé in Italia; Mauro Nori, Capo di Gabinetto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; Luigi Sbarra, Segretario Generale Cisl; Stefano Scaroni, Amministratore Delegato Gruppo Deles. Modera Cesare Pozzoli, Avvocato giuslavorista.

ACCOGLIENZA:

IL FRUTTO DELL’ AMICIZIA

Ore 21:00 Auditorium isybank D3

S.E. Mons. Massimo Camisasca, Vescovo emerito di Reggio Emilia –Guastalla; Silvio Cattarina, Fondatore e Presidente Cooperativa Sociale

L’Imprevisto; Catia Petta, Famiglia Accogliente; Luca Sommacal, Presidente

Associazione Famiglie per l’Accoglienza; Jimmy Tamba, Coordinatore del progetto Sostegno a distanza per Avsi a Freetown, Sierra Leone.

Modera Martina Saltamacchia, Distinguished Associate Professor di Storia Medievale all’Università del Nebraska, Omaha.

SPETTACOLI

MONSIEUR IBRAHIM

E I FIORI DEL CORANO

Ore 21:30 Teatro Galli

Di Eric- Emmanuel Schmitt, con Sergio Rubini e Simone Zanchini alla fisarmonica, regia di Otello Cenci, adattamento testo Emanuele Fant Nel breve intreccio di strade di un popolare quartiere parigino dove i nomi delle vie hanno il sapore delle favole (rue Bleue, rue de Paradis), l’adolescente Momo vive con un padre sprofondato in una silenziosa e fosca depressione. Nello stesso quartiere vive anche monsieur Ibrahim, l’unico arabo in una via “ebrea”, titolare della drogheria dove Momo si reca a fare la spesa quotidiana e non esita ogni tanto a sgraffignare qualche scatoletta di conserva. Così comincia la storia d’amicizia, intessuta di ironia, candore e profonda saggezza, del ragazzo ebreo e dell’anziano “arabo”. Come in una favola o un apologo che non pretende di dare lezioni morali, ma soltanto proporre un sogno da decifrare, i due protagonisti si incamminano verso il grande mondo, verso una libertà che li fa inerpicare verso l’alto, guidati da quell’arte di sorridere alla vita racchiusa nei preziosi fiori del Corano. L’inconfondibile voce narrante di Sergio Rubini darà vita a questa storia di profonda amicizia, accompagnata dalle note della fisarmonica di Simone Zanchini, musicista tra i più innovativi del panorama internazionale.

In collaborazione con il Comune di Rimini e la Sagra Musicale Malatestiana. Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Gruppo Maggioli, Vulcangas

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THE STRANGERS

Ore 21:30

Palco Spettacoli Piscine Ovest Illumia

The Strangers, è un organico di ben 15 elementi, provenienti dal Veneto, dalla Lombardia e dal Trentino. Una band e un’amicizia nata quasi casualmente tra ragazzi tra loro sconosciuti (da qui il nome della band) durante una vacanza estiva.

I loro concerti hanno un solo obiettivo: far ballare! Il l vasto repertorio, che spazia dal Funk alla Disco, dal Rock and Roll al Pop del momento, con l’aggiunta di loro inediti come “The best is yet to come”, coinvolgerà tutto il pubblico del Meeting.

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Fondazione Meeting per l’amicizia tra i popoli ETS, iscritta dal 06 giugno 2022 Repertorio n° 26584 nella sezione “Altri Enti del Terzo Settore” del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, ai sensi dell’articolo n. 22 del D. Lgs. del 3 luglio 2017 n. 117 e dell’articolo 17 del Decreto Ministeriale n. 106 del 15/09/2020. sede: via Flaminia 18/20, c.p. 1106, 47900 Rimini Tel. 0541-783100 | Fax 0541-786422

Direttore Gianfranco Giuliani

Direttore responsabile

Cesare Trevisani

Progetto grafico

Bruno Monaco

Impaginazione Nicol Baiti

Fotolito e stampa

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Elisa Compagnoni Lorenzo Norfini

Immagini Foto Meeting

CED Via dell’Industria, 52 Erbusco (BS)

Registrazione Tribunale di Rimini n. 16/91 del 15/07/1991

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