Brochure Meeting Mostre 2015

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Da spettatore a protagonista: le mostre itineranti del Meeting 2015 Un modo nuovo di comunicare e di approcciare la cultura: arte, letteratura, storia, sport, musica e scienza. Proporre una mostra del Meeting è un’occasione che crea inaspettatamente rapporti: tante sono, infatti, le testimonianze di chi, decidendo di portare una delle mostre itineranti nella propria città, nella propria azienda, in Università, nel proprio circolo, nella propria parrocchia o coinvolgendo le Istituzioni locali, ha scoperto nella semplicità di questo gesto un vero e proprio terreno di dialogo, di apertura e confronto, dal quale misteriosamente sono nati rapporti impensabili.


di Letizia Bardazzi, presidente AIC

Ogni anno durante l’annuale kermesse internazionale del Meeting di Rimini vengono realizzate alcune mostre espositive, veri progetti artistici, curati da professionisti ed esperti del tema affrontato in collaborazione con studenti universitari italiani e stranieri. Un patrimonio che comprende più di 150 progetti con a tema l’arte, la letteratura, la musica, le scienze, la storia dei popoli, la storia e i protagonisti della cristianità, i temi caldi e attuali della nostra società. Nel catalogo delle mostre del Meeting, per esempio, si può trovare una mostra che traccia la storia segreta del desiderio umano espresso attraverso la modalità del rock ‘n’ roll, una sull’avventura della conoscenza nella pittura di Masaccio, Beato Angelico e Piero della Francesca, una che offre una rilettura della storia del secondo Novecento, una sull’archeologia come disciplina costruttrice di unità nazionale nella Siria dei giorni nostri. Pavel Florenskij, San Daniele Comboni, il beato Rolando Rivi, Don Bosco, Mozart, Santa Gianna Beretta Molla, San Carlo, Sant’Agostino, i coniugi Martin e tanti altri sono i protagonisti delle mostre del Meeting. L’Europa, la crisi economica, il valore educativo del lavoro, la sussidiarietà e la solidarietà nella società, le disuguaglianze, l’emarginazione e l’estremo disagio nelle zone periferiche del mondo sono fra i temi sociali affrontati dalle mostre degli ultimi anni. Moltissimi centri culturali, parrocchie, scuole di diverso grado e amministrazioni cittadine sono cresciute ospitando negli anni le mostre del Meeting. Grazie alla collaborazione di Meeting Mostre, la realtà che dal 2000 ha operato per diffondere e rendere itinerante il grande patrimonio di tutte le mostre presentate a Rimini, offrendo servizi integrativi come l’allestimento, la formazione delle guide e l’organizzazione di incontri, sono state realizzate finora più di 200 esposizioni all’anno, in Italia e all’estero, con una stima di 200.000 visite guidate.

Qual è la forza culturale di queste realizzazioni e quale originalità offrono oggi in un contesto di scarsità di risorse, di carenza di innovazione culturale e basso valore sociale attribuito alla cultura da parte dell’opinione pubblica italiana? Ogni mostra nasce da un lavoro incredibile nel corso di un anno. Stimolati dal titolo dell’edizione del Meeting che detta il tema e fa da sfondo alle varie riflessioni della settimana riminese, per la realizzazione di una mostra avviene un lavoro di raccolta di fonti, un lavoro di critica, di giudizio, di condivisione e sviluppo del tema che vede impegnato stabilmente un gruppo di lavoro costituito da docenti, esperti del tema trattato e studenti, tutti volontari affascinati dalla sorpresa della conoscenza nuova che implica sempre l’essere in contemporanea con quell’Avvenimento che la genera e la sostiene. Oltre alla consueta formula del noleggio delle mostre in ambienti di lavoro, scolastici, parrocchiali e legati alla vita dei centri culturali per una settimana o due con visite guidate che ne permettano l’assimilazione, le mostre del Meeting possono diventare anche contenuto di una serata all’interno di un palinsesto culturale. L’originalità di giudizio che emerge dalla mostra e quel filo rosso dettato dalla scoperta che i curatori vivono in un anno, può diventare il tema di una serata che sarà arricchita con video, presentazioni dei pannelli, di immagini, testi, fotografie e testimonianze di uno dei curatori e ideatori scientifici del progetto. 2

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Tante serate in compagnia delle mostre del Meeting


Mostre 2015

Abramo. La nascita dell’io

Se dovessimo chiederci qual è la grande malattia del mondo di oggi dovremo rispondere: la mancanza dell’io, l’oscuramento di cosa è l’uomo. È proprio questa crisi d’identità che è alla base del crollo delle evidenze, della violenza nei rapporti, della vita non vissuta, del senso di orfanità sperimentato da tanti. Qual è il metodo di Dio per venire incontro a questa circostanza? Cosa c’entra Abramo, quell’uomo sconosciuto della Mesopotamia? “Tutta la storia di tutto il mondo diventa chiara in un filone che parte da un uomo della Mesopotamia, Abramo. Dio lo ha scelto per farsi conoscere dagli uomini e per salvare gli uomini che navigavano in una dimenticanza totale o in una affermazione della totalità secondo una propria misura” (Don Giussani). Con Abramo avviene la “nascita” dell’io. La concezione dell’io come rapporto con un Tu che mi chiama nella storia, la percezione dunque della vita come vocazione e del lavoro come compito assegnato da un Altro, la categoria di storia lineare nel rapporto con Dio, sono dimensioni che entrano in gioco per la prima volta con la chiamata di Abramo. È proprio quello che il pensiero moderno non riesce a tollerare: che sia un avvenimento e non un’analisi quello che permette ai fattori del nostro io di venire a galla con chiarezza. Ma allo stesso tempo è la speranza nascosta di tanti uomini e donne che vivono insieme a noi. Ignacio Carbajosa Pérez curatore della mostra

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Mostra in versione itinerante: • 45 pannelli f.to 100x140 n. 1 video n. 2 tracce audio catalogo Il numero dei pannelli è indicativo, può essere soggetto a variazioni.


Tenere vivo il fuoco.

Nelle periferie dell’esistenza dove la povertà, la desolazione, la perdita del significato della vita sembrano prevalere, cosa permette di non soccombere? Cosa mantiene vivo ildell’arte desiderio di ricercare ed esplorare? . . . Sorprese contemporanea

C’è una caratteristica dell’arte di oggi, ed è comune a quella di sempre: conosce solo un tempo, il presente. Uno sguardo curioso e aperto per non restare ostaggi dei soliti luoghi comuni. L’arte di oggi è certamente anche un fatto di mercato, spesso ridotta a puro esercizio di nichilismo. Ma in mezzo a questa fanghiglia - come sempre nella storia dell’uomo - si possono scoprire dei fili d’oro che è un peccato non seguire, non guardare, non conoscere. Sono fili d’oro che raccontano un’imprevista, a volte spiazzante, commozione per l’umano. E che la raccontano in forme altrettanto impreviste, a volte molto diverse da quelle a cui la tradizione ci ha abituati. Ma l’arte non è obbligata da nessuna forma. La mostra vuole proprio seguire alcuni di questi “fili d’oro”, attraverso non le opere, ma la narrazione, anche spettacolare, di queste opere. Non vuole essere una mostra che cerca consenso, ma che sollecita curiosità. Lo spettatore è accolto da un video che introduce, non senza ironia, il tema dell’arte di oggi, tratteggiandone alcune caratteristiche che la differenziano da quella dei secoli scorsi. Vengono poi presentate sette opere di altrettanti artisti viventi: Marina Abramovic, Ron Mueck, Jenny Saville, Damien Hirst, Alberto Garutti, Ai Weiwei e Anish Kapoor. Giuseppe Frangi curatore della mostra

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Mostra in versione itinerante: • 7 installazioni di stampe e video


Per me vivere è Cristo.

. . . Uno sguardo nuovo che ti abbraccia così come sei, che crede che c’è un valore della persona che supera ogni pregiudizio e situazione, anche in un universo le cui dimensioni sono sempre più Antonij incredibilmente grandi. Metropolita

«Il Signore ci ha presi come una semente, e ci ha sparsi per tutto il mondo». Nella travagliata epoca della rivoluzione russa e delle due guerre mondiali, il destino di Andrej Bloom, il futuro metropolita Antonij (1914 - 2003), come le sorti di migliaia di persone in fuga dal regime sovietico, private all’improvviso di tutto, costrette all’emigrazione e a vivere nelle baraccopoli e nelle periferie, sembrava un’insensata condanna. In realtà una serie di incontri e di circostanze trasformerà questa tragedia nella fioritura di ricchezze e testimonianze impensate e aprirà per l’Europa la strada all’incontro con l’Ortodossia. L’acuta domanda umana e religiosa, l’incontro con Cristo, la scoperta della vocazione, lo struggimento di dare la propria vita e la gioia della fraternità, di una comunione che niente e nessuno può spezzare: questa la testimonianza di un cristianesimo vissuto nella fedeltà all’Ortodossia russa, e nel contempo universale, capace di trovare echi profondi nell’esperienza di ogni cristiano: si pensi all’amicizia di Antonij con l’arcivescovo Rowan Williams, ex primate della Chiesa anglicana, o alle impressionanti assonanze con la concezione di teologi cattolici suoi contemporanei, tra cui don Giussani. Una mostra all’insegna dell’«incontro»: è infatti proponibile in parrocchie e centri culturali per la possibilità di approfondimento personale e comunitario, e in particolare come uno strumento per accostare persone e comunità ortodosse, di paesi slavi. L’altro, il diverso, il nuovo, può veramente diventare un’occasione di riscoperta della nostra tradizione e nel contempo aiutarci a comprendere che cosa sia l’ecumenismo, «Cristo tutto in tutti», rispondente al bisogno di infinito dell’uomo e all’unità irriducibile del suo cuore. Giovanna Parravicini curatrice della mostra

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Mostra in versione itinerante: • 30 pannelli f.to 100x140 • 16 pannelli f.to 200x100 • 6 gigantografie n. 1 video

catalogo

Il numero dei pannelli è indicativo, può essere soggetto a variazioni.


Opus Florentinum.

Nelle periferie dell’esistenza dove la povertà, la desolazione, la perdita del significato della vita sembrano prevalere, cosa permette di non soccombere? Cosa mantiene vivo ilDuomo desiderio di ricercare ed esplorare? . . . fede, Piazza del a Firenze tra

storia e arte

Piazza del Duomo è il cuore cristiano di Firenze: tra Medioevo e Rinascimento, grandi protagonisti della nostra storia artistica hanno modellato e arricchito di capolavori il Battistero, la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, il Campanile. La mostra offre una lettura di questo straordinario spazio, soprattutto attraverso i cicli scultorei che decorano l’esterno dei tre edifici della piazza. Nelle tre porte bronzee del Battistero, è raccontata tutta la storia della salvezza, dalla creazione dell’uomo alla vicenda drammatica, fatta di peccato e di attesa del popolo di Israele, all’avvenimento di Cristo. La vita di Cristo risorto è data agli uomini nel Battesimo: da questo gesto misterioso nasce la Chiesa. La Cattedrale di Santa Maria del Fiore celebra la Madonna, l’inizio di questa generazione nuova che solca i secoli. Nel Campanile tale avventura si compie con la celebrazione del lavoro, rappresentato alla base della torre: l’uomo è chiamato da Dio a essere corresponsabile della creazione, nel lungo ed esaltante cammino che rende storia il tempo. La mostra racconta il messaggio di questo spazio straordinario a chi non è un addetto ai lavori, a chi non conosce la storia dell’arte, ai tanti che – magari senza capire perché – sobbalzano stupiti di fronte alla bellezza. E Piazza del Duomo a Firenze è una lente eccezionale per vedere il cuore cristiano della tradizione culturale alla quale apparteniamo. Mariella Carlotti

Con il Patrocinio:

Mostra in versione itinerante: • 35 pannelli f.to 100x140 • gigantografie

curatrice della mostra

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catalogo

Il numero dei pannelli è indicativo, può essere soggetto a variazioni.


Misteriosa è l’acqua

Il percorso è un ri-conoscimento della preziosità e unicità dell’acqua, che si approfondisce nella conoscenza di dettagli sorprendenti. Parlare di acqua significa parlare di un rapporto fra ciò che è vivo e il suo componente essenziale. Proprio per questo, quando manca, se ne avverte il bisogno tramite il meccanismo della sete, che simboleggia un bisogno più grande e radicale dell’uomo. Nel cammino di scoperta del valore misterioso e insostituibile dell’acqua sarà possibile porsi domande urgenti su reperimento, distribuzione e gestione intelligente e accorta della risorsa acqua da parte dell’uomo e sulle problematiche geo-politiche ad essa collegate, lasciandosi provocare dalle sollecitazioni della recente enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco. La mostra viene introdotta da un video sul tema della sete e si svolge in 5 sezioni: un breve riassunto della storia dell’uso dell’acqua da parte dell’uomo, un video che illustra la storia del rapporto fra l’acqua e il pianeta Terra, un approfondimento dei meccanismi attraverso cui gli organismi viventi si approvvigionano d’acqua, un approfondimento delle straordinarie caratteristiche e proprietà della molecola d’acqua, una conclusione sul valore del percorso di conoscenza dell’acqua e sulle sfide attuali legate al suo uso. Nicola Sabatini

curatore della mostra

Mostra in versione itinerante: • 38 pannelli f.to 100x140 • 10 pannelli f.to vario • exhibits n. 2 video

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Il numero dei pannelli è indicativo, può essere soggetto a variazioni.


Mostre 2015

Esperienze e Percorsi

Spazi dedicati a volti, storie, realtà e racconti di uomini che vivono e hanno vissuto intensamente i loro bisogni e desideri. Percorsi che attraverso testi, immagini e video ci accompagnano

Momenti di dignità. Mostra fotografica di Joseph Weiler

“Mossi da uno sguardo”. Dalla Sagrada Familia all’Abbazia di Morimondo, storia di un’amicizia

Un cuore più grande della guerra. I canti del popolo soldato attraverso la grande guerra

Le foto del prof. Joseph Weiler dicono della condizione dell’uomo. Una condizione complessa e profonda e fatta da Dio. Con la sua fotografia cerca di catturare attraverso l’obiettivo, quel momento di dignità che, al di là della parola, al di là del sorriso, al di là dello sguardo della mente, penetra e indica l’essenzialità della condizione umana. Da una parte, nella dignità siamo tutti uguali, il re e il suo servo. E allo stesso tempo siamo tutti unici, abbiamo tutti la nostra unicità, che dà l’identità specifica a ogni persona. In questa mostra vedrete il tentativo di catturare questo essenziale della condizione umana, l’eguaglianza e la unicità.

La mostra racconta una storia di amicizia, nata e cresciuta dall’incontro tra persone impegnate in modo diverso con il fatto cristiano nella zona dell’Abbiatense, in provincia di Milano, e architetti e scultori che seguono oggi la direzione dello sguardo di Gaudì continuando l’opera della costruzione della Sagrada Familia. All’origine di questa amicizia vi è una passione comune per la vita: è questo il filo che unisce realtà così apparentemente diverse come la Sagrada Familia e l’Abbazia di Morimondo, opera cistercense in provincia di Milano. Ciò che crea unità, come si è dimostrato nel tempo, è che la vita sia presa sul serio nella sua interezza e che solo Cristo è capace di uno sguardo tanto ampio e coinvolgente, come testimoniano i monaci che hanno costruito l’Abbazia di Morimondo e la santità di Gaudì, che oggi si rende presente nello slancio sempre più indirizzato al cielo della Sagrada Familia.

Uno dei temi più suggestivi e caratteristici della tradizione alpina è quello della nostalgia, della malinconia, dell’avvertita mancanza o lontananza di qualcosa (Qualcuno) che colmi il cuore umano. La semplicità delle esperienze umane consegnate ai canti più belli giunge a questo vertice di attesa (spesso inconsapevole), all’espressione del bisogno costitutivo del cuore umano. Sovente il testo è fatto di evocazioni elementari, riguardo alla vita e alla morte, all’amore e alla guerra, ai mestieri e alle stagioni; nelle parole si troverà la verità delle storie e una domanda umana solo abbozzata o ancora confusa: ma nella dimensione musicale, il presentimento della reale profondità del desiderio umano e di una possibile pienezza si fa esperienza. Nei canti, anche i più tristi e drammatici, non vi è traccia di recriminazione e di disperazione ma anzi un chiaro senso di compassione e di speranza. L’uomo è in grado di desiderare, di amare, di offrire, di pregare, certo di un’origine e di un destino più grandi.

Mostra in versione itinerante:

Mostra in versione itinerante:

Mostra in versione itinerante:

• 12 foto f.to 70x100 • 17 foto f.to vario

• 51 pannelli f.to 70x100 • 3 pannelli 100x140

• 20 pannelli f.to 100x200

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catalogo

n.1 video


Vil l a g g i o R a g azzi

lungo un cammino fatto di incontri che fanno rinascere, di occhi stupiti che ridanno speranza, di luoghi in cui è possibile essere uomini

FARE SCUOLA: Introduzione alla realtà totale

“Tu lascerai ogni cosa diletta più caramente”. L’esilio dei Giuliano Dalmati alla fine del secondo Conflitto Mondiale

In te c’è più di quanto tu creda. L’avventura umana secondo Tolkien ne “Lo Hobbit”

La scuola della Fondazione Sacro Cuore è stata pensata e voluta da don Luigi Giussani, come un esempio − offerto a tutti – di quale può essere un percorso scolastico in grado di educare a un rapporto vero con le persone e con la realtà. Un luogo di verifica di una proposta educativa che ha a cuore la persona nella sua totalità, ragione e libertà. A trent’anni da quell’inizio, l’emergenza educativa che caratterizza la nostra epoca rende ancora più attuale la sfida lanciata da don Giussani e sintetizzata ne “Il rischio educativo”.

Protagonista della mostra, la vicenda del Confine Orientale e dei 350.000 italiani che hanno lasciato le proprie abitazioni e le proprie terre per rimanere italiani. Lungo quell’invisibile linea di demarcazione la Seconda Guerra Mondiale non terminò dopo il 25 aprile 1945, ma proseguì cambiando volto e attori e costringendo migliaia di persone, colpevoli solo di essere italiani, ad abbandonare case, botteghe, barche e la loro intera storia con poche e misere cose messe assieme all’ultimo momento lasciandosi alle spalle un pezzo importante della loro vita e dei loro ricordi. Ma la storia, per fortuna, grazie anche all’impegno e all’ostinazione di chi è sopravvissuto, non si è conclusa come volevano le mappe e gli uomini. E tutti noi oggi abbiamo non solo l’imperativo di ricordare, ma anche quello di raccontare l’esperienza brutale vissuta da quel territorio e dalla sua gente.

«In una caverna nel sottosuolo viveva un Hobbit». È l’incipit forse più famoso della letteratura per ragazzi, il primo assaggio di un mondo immaginario che inizia nel modo più banale e con un personaggio assolutamente improbabile: uno hobbit appunto. Nato dalla geniale penna del più noto professore di Oxford, J.R.R. Tolkien, questo racconto è divenuto ben presto un successo planetario. L’itinerario proposto dalla mostra affronta i momenti salienti vissuti dal protagonista, lo Hobbit, ovvero il mezzuomo Bilbo Baggins, che gli fanno scoprire come, oltre le mura comode e rassicuranti della propria casa, esista tutto un mondo che lo mette duramente alla prova e che gli farà affrontare le sue paure, le sue fragilità, le sue tentazioni ma che, alla fine, gli rivelerà quanto l’amicizia, l’allegria, il coraggio, il sacrificio siano davvero un tesoro prezioso, capaci di trasformare una vita. Il protagonista si ritroverà così a scoprire che in lui c’è una grandezza inaspettata e che l’irruzione di qualcosa di inatteso nell’esistenza di ciascuno, racconta come anche in noi ci sia davvero più di quanto si creda.

Mostra in versione itinerante:

Mostra in versione itinerante:

Mostra in versione itinerante:

• 26 pannelli 100x242,5

• 30 pannelli 70x100 cm

• 20 pannelli 70x100 • 1 pannello 100x140

catalogo

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catalogo


IN CAMMINO VERSO IL GIUBILEO

Una proposta di mostre

Giubileo straordinario della Misericordia

Il cuore del cammino per questo anno, Papa Francesco lo ha descritto in questi passaggi della bolla Misericordiae Vultus: “In questo Anno Santo, potremo fare l’esperienza di aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali, che spesso il mondo moderno crea in maniera drammatica. Quante situazioni di precarietà e sofferenza sono presenti nel mondo di oggi! Quante ferite sono impresse nella carne di tanti che non hanno più voce perché il loro grido si è affievolito e spento a causa dell’indifferenza dei popoli ricchi. In questo Giubileo ancora di più la Chiesa sarà chiamata a curare queste ferite, a lenirle con l’olio della consolazione, fasciarle con la misericordia e curarle con la solidarietà e l’attenzione dovuta. Non cadiamo nell’indifferenza che umilia, nell’abitudinarietà che anestetizza l’animo e impedisce di scoprire la novità, nel cinismo che distrugge. Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto. Le nostre mani stringano le loro mani, e tiriamoli a noi perché sentano il calore della nostra presenza, dell’amicizia e della fraternità. Che il loro grido diventi il nostro e insieme possiamo spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l’ipocrisia e l’egoismo.

Sua Santità Papa Francesco nella bolla Misericordiae Vultus, per l’indizione del Giubileo straordinario dedicato alla Misericordia, che si svolgerà dall’8 dicembre 2015 al 20 novembre 2016, ha espresso l’intenzione che questo Giubileo sia vissuto a Roma così come nelle Chiese locali; questo fatto comporta un’attenzione particolare alla vita delle singole Chiese e alle loro esigenze, in modo che le iniziative non siano un sovrapporsi al calendario, ma tali da essere piuttosto complementari. In questo Giubileo viene offerta la possibilità di aprire la Porta Santa – Porta della Misericordia anche nelle singole diocesi, in particolare nella Cattedrale o in una chiesa particolarmente significativa o in un Santuario di particolare importanza per i pellegrini. Come ha appunto affermato il Santo Padre:

“Il Giubileo, pertanto, sarà celebrato a Roma così come nelle Chiese particolari quale segno visibile della comunione di tutta la Chiesa”. 10

È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina. La predicazione di Gesù ci presenta queste opere di misericordia perché possiamo capire se viviamo o no come suoi discepoli. Riscopriamo le opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti. E non dimentichiamo le opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti”.

Sono numerosi i titoli delle mostre itineranti che possono dare un contributo a questo cammino di conversione che Papa Francesco ci chiama a percorrere. Abbiamo desiderato proporre da subito alcuni temi. Ci auguriamo che questo suggerimento diventi l’inizio di un lavoro, aperto a ciò che il Papa ci indicherà e a come metterà in moto il nostro cuore e la nostra intelligenza.


Qual è il metodo di Dio per venire incontro a questa circostanza? Cosa c’entra Abramo, quell’uomo sconosciuto della Mesopotamia? “Tutta la storia di tutto il mondo diventa chiara in un filone che parte da un uomo della Mesopotamia, Abramo. Dio lo ha scelto per farsi conoscere dagli uomini e per salvare gli uomini che navigavano in una dimenticanza totale o in una affermazione della totalità secondo una propria misura”. (Don Giussani). Con Abramo avviene la “nascita” dell’io. La concezione dell’io come rapporto con un Tu che mi chiama nella storia, la percezione dunque della vita come vocazione e del lavoro come compito assegnato da un Altro, la categoria di storia lineare nel rapporto con Dio, sono dimensioni che entrano in gioco per prima volta con la chiamata di Abramo.

L’avventura del beato don Carlo Gnocchi

A cura di Marco Barbone e Mariella Carlotti

A cura di Fondazione Don Carlo Gnocchi, Giorgio Barelli, Fabrizio Begossi, Paola Brizzi, Francesco Esposito, Silvia Giampaolo, Paola Mazzola Con la consulenza scientifica di Edoardo Bressan, Emanuele Brambilla, Stefano Zurlo Jacques Maritain di Chieti

L’Ospedale di Santa Maria della Scala a Siena, nato dalla novità introdotta da Cristo: Ama il prossimo tuo come te stesso, è una grande “compagnia di opere” medievale. Subito la carità si fa bellezza, e gli artisti senesi decorano le volte, le pareti, perfino le copertine dei registri dell’Ospedale.

La gloria di colui che tutto muove.

La felicità nel paradiso di Dante A cura di Edoardo Barbieri, Simone Carriero, Gaia Cavestri, Michele Colombo, Daniele Gomarasca, Alessandro Ledda, Gianluca Sgroi, Marco Vianello. In collaborazione con Associazione Centocanti: Laura Aldorisio, Lucia Benedettini, Valentina Costantini, Irene Dionigi, Roberto Olmo, Paolo Valentini. Il cammino di Dante nel Paradiso, preludio alla visione finale di Dio, è la testimonianza di una esperienza possibile per l’uomo di tutti i tempi: l’esperienza dell’incontro carnale, possibile in questo mondo, con la misericordia divina nei suoi accenti più vivi. Il fascino del creato, il volto amato di Beatrice e l’amore di Dante per lei, sono per il Poeta la manifestazione di Dio che suscita gratitudine e attrattiva irresistibile per il Mistero che fa tutte le cose. Allo stesso modo, per ognuno è possibile che brilli la speranza del compimento, del porto di felicità pieno che ci attende.

Una mostra dove incontrare la bellezza, il fascino, la statura umana di don Carlo Gnocchi e la testimonianza irriducibile del suo operare. Protagonista di un cattolicesimo dalla forte intelaiatura razionale, solare, non nostalgico e ripiegato all’indietro, immerso nei problemi della società. La sua vita permette di cogliere lo spessore di questo cattolicesimo vivo. Il valore pedagogico del dolore innocente, l’idea dell’imprenditorialità, la grandissima libertà che si manifesta lungo tutta la sua esistenza, unita a un’ altrettanto salda obbedienza, sono i punti di forza dell’esperienza di don Gnocchi.

Laico cioè cristiano.

San Giuseppe Moscati, medico A cura di Associazione Medicina e Persona Coordinamento generale di Luca Belli, Paola Bergamini, Adriano Rusconi In collaborazione con i Gesuiti di Napoli del Gesù Nuovo, Medici Cattolici La mostra pone a tema la figura di un Santo, Giuseppe Moscati, che fu medico e scienziato, vissuto a Napoli a cavallo tra il 1800 e il 1900. Moscati riassume in sé un’eccezionale capacità di impegno professionale, scientifico e civile, unita ad uno spirito profondamente cristiano. 11

Soc i a le Ad usum fabRicae.

L’infinito plasma l’opera: la costruzione del Duomo di Milano A cura di Marco Barbone, Mariella Carlotti, Compagnia delle Opere, Martina Saltamacchia Nel Medioevo la cattedrale esprimeva la natura dell’uomo come rapporto con l’infinito. Ogni uomo trovava una dimora per il proprio desiderio e un ricovero per il proprio peccato, e il popolo l’immagine della propria unità. La costruzione della Cattedrale coinvolse tutta la città, era l’opera per eccellenza cui tutti, in vario modo, partecipavano, come annotano gli Annali della Fabbrica del Duomo. Prendono vita, tra le pagine degli Annali della Fabbrica del Duomo, le commoventi storie di uomini e donne che, come possono, danno il loro contributo all’impresa comune.

Socia le

Se dovessimo chiederci qual è la grande malattia del mondo di oggi dovremo rispondere: la mancanza dell’io, l’oscuramento di cosa è l’uomo. È proprio questa crisi d’identità che è alla base del crollo delle evidenze, della violenza nei rapporti, della vita non vissuta, del senso di orfanità sperimentato da tanti.

Con avida, insistente speranza.

Quando la certezza diventa creativa. Gli affreschi del Pellegrinaio di Santa Maria della Scala a Siena

Le tte ra tura

La nascita dell’io A cura di Ignacio Carbajosa Pérez

Storia della cristianità

Ar t e Ante Gradus.

Storia della cristianità

Storia della cristianità Abramo.

Libertà va cercando ch’è si cara. Vigilando redimere

A cura di Paola Bergamini, Nicola Boscoletto, Alberto Savorana, Giorgio Vittadini In collaborazione con la Fondazione per la Sussidiarietà Con il Patrocinio del Parlamento Europeo, la Camera dei Deputati, il Ministero della Giustizia Viviamo in una società dove chi sbaglia è dannato: dentro o fuori le sbarre rimarrà sempre prigioniero dei suoi errori, un malvagio da emarginare. Ben diversa è l’esperienza cristiana. In essa un uomo, qualunque delitto abbia commesso, ha sempre una possibilità di cambiare e di redimersi perché c’è una possibilità, nella ferita dolorosa del riconoscimento dell’errore, di redenzione e di salvezza. La mostra racconta questi fatti di vita nuova giungendo a porre interrogativi sul ruolo della detenzione nel nostro Paese.


m o s t r e noleggio mostre

con la collaborazione di:

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Dal 2000 ad oggi Meeting Mostre offre il suo servizio per promuovere e allestire tutte le mostre in catalogo, in Italia e all’estero, fino a superare ogni anno le 200 esposizioni.

SERVIZI

Per questo vengono costantemente migliorate le offerte che comprendono l’allestimento e la grafica, la formazione delle guide e l’organizzazione di incontri ed eventi che accompagnano l’esposizione, la consulenza personalizzata per ogni cliente. Accanto al noleggio vero e proprio delle strutture che compongono l’esposizione scelta, Meeting Mostre offre servizi complementari che permettono una più agevole gestione dell’evento e sono garanzia di un’eccellente fruibilità del percorso culturale della mostra, quali: • Progettazione, allestimento e trasporto mostra • Consulenza sulla grafica e sulla comunicazione-promozione dell’evento, anche sui nuovi social • Fornitura dei cataloghi e video delle mostre

Per maggiori informazioni visita in nostro sito e consulta il nuovo catalogo 2015.

International Exhibition Service srl Sede legale: Via Flaminia, 18/20 – 47923 Rimini (RN) Uffici e magazzino: Via Pietrarubbia, 32/B – 47922 Rimini (RN)

0541.728565 - Fax 0541/765206 inf o@meet ingmostre.com www. meet ingmost re.com m o s t r e

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