Quotidiano Meeting | 24 agosto 2021

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EDITORIALE

Afghanistan tutto perduto? di Roberto Fontolan C’era una volta un Afghanistan che sognava. Lo aveva raccontato al Meeting 2015 la moglie del presidente Ghani, la first lady Rula, di origine libanese e cristiana, che desiderava essere chiamata con il suo nome afghano, Bibi Gul. Era stata inserita dal “Time” tra i cento leader che possono cambiare il mondo. E in quegli anni, nonostante tutto: le stragi, la violenza sempre implacabile, la povertà spaventosa, i diritti umani schiacciati; nonostante tutto questo in quegli anni a Kabul ancora si sognava, ancora si credeva, ancora si lavorava per un Paese nuovo. Bibi Gul Ghani era un punto di riferimento per centinaia di associazioni e iniziative e progetti: dalla lotta all’analfabetismo all’aiuto alle donne, dalla microimpresa alla famiglia, dalla riabilitazione dei feriti delle innumerevoli guerre all’educazione sanitaria. Un fermento incredibile ha animato per anni uno dei luoghi più bui del pianeta, che ben si posizionava ai primi posti di tutte le classifiche negative: povertà, sottosviluppo, diritti della persona, danni provocati dai conflitti. Quell’Afghanistan ci stava provando, anche grazie alla tutela delle missioni militari occidentali. Quante volte abbiamo sentito i racconti dei soldati italiani impegnati anche a ricostruire scuole e ad assistere i bambini. Moltiplichiamolo per quasi venti anni e per i vari contingenti occidentali: spagnoli, tedeschi, britannici (persino gli americani, anche se oggi il presidente Biden ci racconta che «non siamo andati laggiù per costruire una nazione ma per cacciare i terroristi: la missione è compiuta e dunque ce ne andiamo») e così tutti gli altri. Quanti volontari, quante ong si sono impegnate in Afghanistan in tutti questi anni? Un numero incalcolabile: ancora in queste ore, quando si tratta di salvare migliaia di afghani che hanno lavorato con gli occidentali (che non sono stati solo eserciti) non lo sappiamo. Quell’Afghanistan è finito con la presa di Kabul da parte dei Talebani, lunedi 16 agosto, primo giorno del secondo Emirato islamico di Afghanistan. Forse era già finito prima, da quel rapido inarrestabile conto alla rovescia [Continua a pagina 2]

Gentiloni per un ruolo attivo dell’Ue. E Lupi sul Pnrr: la prima infrastruttura è la formazione

Europa aperta agli esuli Bassetti

Un sinodo per il Mediterraneo A pagina 7 La mostra

Vivere senza paura è possibile A pagina 9

Tra le quinte

Nel dibattito sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, organizzato al Meeting in collaborazione con l’Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà presieduto dall’on. Maurizio Lupi, il commissario europeo Paolo Gentiloni, ha risposto anche alle domande del direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, sull’Afghanistan. Gentiloni, in dissenso con il presidente della Commissione europea, si è detto decisamente a favore di

un ruolo attivo dell’Europa nella crisi afgana: nell’immediato creando corridoi umanitari per gli esuli da Kabul, e in prospettiva organizzando un vero e proprio sistema di difesa comune. Quanto al Pnrr, Gentiloni ha ammonito i partiti a non privilegiare interessi settoriali. Lupi ha illustrato un documento che insiste sulla necessità di considerare istruzione e formazione le prime “infrastrutture” da finanziare. [A pagina 3]

Il Meeting del popolo dei volontari Alle pagine 10 e 11

Meeting News Protagonisti, voci, immagini e servizi nel notiziario quotidiano sul canale YouTube Meetingdirimini


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[Segue da pagina 1] scattato con gli accordi di Doha che avevano rimesso l’America di fronte a suoi nemici, e forse ai suoi incubi. Tra pochi giorni ricorre l’anniversario dell’11 settembre. E c’è una immagine, crudelissima e straziante, che sigilla l’inizio e la fine di questo ventennio, il tempo di una generazione: i corpi che cadono dalle Torri Gemelle in fiamme e i corpi che cadono dall’aereo che decolla dalla bolgia infernale di Kabul. Da una decina di giorni tantissime domande affollano le nostre menti, domande che si situano ben al di là della cronaca ora per ora: cosa è davvero accaduto? Come spiegare un simile disastro? E’ tutto perduto? Che ne sarà di quei sogni, di quell’impegno? E di quelle donne, di quei bambini disperatamente gettati nelle braccia dei soldati perché salvino almeno loro? Domani qui al Meeting (ore 11, Sala Tiglio) proveremo a guardare assieme i fatti sconvolgenti di questi giorni. Senza pretendere di trovare le risposte, ma con quella passione per la realtà che è la ragione stessa del nostro ritrovarci qui, anno dopo anno. Roberto Fontolan

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EDITORIAL

Afghanistan: is all lost? by Roberto Fontolan Once upon a time Afghanistan was full of hope. President Ghani’s wife, the First Lady Rula, of Lebanese and Christian origin, told this story at the Meeting in 2015; she wished to be called by her Afghan name, Bibi Gul. She had been included by Time magazine among the hundred leaders who could change the world. And in those years, in spite of everything: the massacres, relentless violence, appalling poverty, and human rights abuses people in Kabul still dreamed, still believed, still worked for a new country. Bibi Gul Ghani was a point of reference for hundreds of organizations, initiatives and projects: from the fight against illiteracy among women, to small businesses for families, to the rehabilitation of the wounded of countless wars, to health education. An incredible spirit for ye-

ars has energized one of the darkest places on the planet, which was ranked worst on many indexes: poverty, underdevelopment, human rights, damage caused by conflicts. That was the effort Afghanistan was undertaking, thanks also to the protection of Western military missions. How many times have we heard the stories of Italian soldiers engaged in rebuilding schools and assisting children? Multiply it across almost twenty years and for the various Western contingents: Spanish, German, British (even the Americans, although today President Biden tells us that “we did not go there to build a nation but to expel the terrorists: the mission is accomplished and therefore we leave”) and many others contingents. How many volunteers, how many NGOs have been involved in Afghanistan in all these years? An incalculable number. We do not know even in these hours, when the lives of thousands of Afghans who worked with the West (in both military and civilian roles) are at risk. That Afghanistan collapsed with the capture of Kabul by the Taliban on Monday, August 16th, the first day of

the Second Islamic Emirate of Afghanistan. Perhaps its death knell was already sounded by the signing of the Doha Agreements that forced America to face its enemies, and perhaps its nightmares. In a few days’ time, the 20th anniversary of 9/11 will be celebrated. There is an image, very cruel and heartbreaking, that frames these twenty years, a generation: the bodies falling from the Twin Towers and the bodies falling from the plane as it takes off from the chaotic runway at Kabul airport. For about ten days, many questions have filled our minds: what really happened? How can we explain such a disaster? Is all lost? What will become of those dreams, of that commitment? What about those women, those children desperately thrown into the arms of soldiers in the hope that at least they could be saved? Tomorrow here at the Meeting we will try to look together at the shocking events of these days, not expecting to find the answers, but with that passion for reality that is the very reason for our finding ourselves here, year after year.


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Il commissario Gentiloni si schiera per l’accoglienza dei profughi e chiama i partiti alla corresponsabilità sul Pnrr

Afghanistan, l’Ue apra i corridoi di Maurizio Vitali Il commissario italiano all’Unione europea per gli Affari economici, Paolo Gentiloni, è più che determinato: l’Europa deve rispondere senza indugi all’emergenza umanitaria dei profughi afgani. Il presidente della Commissione ha detto no ai corridoi umanitari? Opinione sua, ma non decide lui. «Abbiamo il dovere – ha detto Gentiloni – di lavorare sull’accoglienza di quote di profughi legali, togliendoci l’alibi dell’unanimità delle decisioni: in materia di cooperazione rafforzata e di protezione temporanea non si decide all’unanimità, ma a maggioranza». Il nostro commissario a Bruxelles ha risposto così alla domanda del direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, al Meeting di Rimini, all’inizio di un confronto su “l’Europa del Recovery plan”, organizzato in collaborazione con l’Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà presieduto da Maurizio Lupi.

legge sulle delocalizzazioni delle imprese, considerato “punitivo” nei confronti delle nostre imprese. Gentiloni stigmatizza i toni eccessivi e respinge le critiche al governo, riconoscendo però “legittima” la richiesta di discutere insieme l’impianto di un provvedimento di tale importanza. Stante che l’obiettivo è attrarre investimenti in Italia «senza illuderci di congelare la situazione pregressa» per legge. Il che blinda Orlando. Cosa ne pensano gli interlocutori invitati al dibattito? Giovanni Andrea Toselli, presidente e amministratore delegato PWC: «Servono riforme (giustizia civile, trasporti e infrastrutture, ecc.) attrattive di investimenti anche esteri». Quanto al ministro Orlando, «tenga presente che noi piccoli e medi imprenditori non desideriamo affatto delocalizzare o vendere l’impresa di famiglia, ma crescere». Anche per Alessandro Cattaneo, urgono le riforme. «Bene il governo su vaccino e green pass. Ora bisogna

Contro il ministro Orlando Bonomi esagera. Il Governo è per attrarre investimenti

Gentiloni però non si è fermato qui. Sottolinea l’urgenza di una forza comune di difesa europea. Oggi risibile: 5000 uomini. La tendenza della politica Usa è difendere i suoi interessi nazionali senza l’ambizione di controllare l’ordine mondiale. «Questo apre dei vuoti, ed è urgente che l’Europa acceleri per non lasciarli occupare da altre potenze». Quanto al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), Gentiloni ha ammonito le forze politiche a non fare scherzi, cioè a non privilegiare, in questa delicatissima fase, litigi e interessi di bottega, ma a privilegiare l’interesse nazionale. «Dei 52 miliardi di pre-finanziamenti dell’Unione europea, l’Italia ne incassa 26. Li incassa sul progetto presentato, 52 punti tra cui riforme della giustizia anche civile da chiudere entro l’anno. I prossimi li incasserà dimostrando i risultati». Bonomi? Toni eccessivi, ma… Terzo tema di attualità: l’attacco del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, al ministro (pd, come Gentiloni) Orlando per il progetto di disegno di

Documento di Lupi: la prima infrastruttura da finanziare è la scuola

Talk

Pnrr e lavoro, la grande sfida La quarta puntata di Talk, a cura della Fondazione per la sussidiarietà, si concentra oggi sul rilancio dell’Europa. Il Pnrr ci aiuterà a creare vero lavoro? Si può parlare di mercato del lavoro europeo? Saranno approfonditi, in particolare, l’importanza del dialogo tra istituzioni europee e locali e i vantaggi che l’essere parte di una comunità ampia e solida comporta in un periodo di grandi cambiamenti. Come la cultura sussidiaria può essere una leva per il rilancio dell’Europa? Temi affrontati grazie ai contributi di Wojtek Murdzek vice ministro polacco all’ educazione e alle scienze, di chi si occupa di lavoro in tutto il mondo, di un’associazione in prima linea nella ripresa e di chi sta al centro delle politiche di governo del nostro Paese. Interverranno Francesco Baroni, country manager Gi Group Italia; Roberto Garofoli, sottosegretario di stato alla presidenza del consiglio dei ministri; Pedro Silva Martins, professore di economia applicata alla Queen Mary University di Londra e ricercatore presso NovaSBE di Lisbona; Francesco Mutti, presidente Centromarca. In diretta alle 19 su Repubblica.it e nella Hall Centrale della Fiera. S.A.

correre per riformare fisco, giustizia e quant’altro per aiutare sussidiariamente a crescere chi ha voglia di fare». Carlo Fidanza, capogruppo a Strasburgo di FdI, si dice scettico sull’idea di difesa comune europea «se non c’è una politica estera comune, parliamo di un ballon d’essai». Di una presa per i fondelli, insomma. Fabio Melilli, presidente della Commissione Bilancio alla Camera, del pd, condivide la posizione di Gentiloni. L’intelligenza, prima infrastruttura Maurizio Lupi, Presidente dell’Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà, illustra un documento in cui il “debito buono” del Pnrr va fatto per le infrastrutture: che sono l’istruzione e la formazione. «L’infrastruttura decisiva – ha detto – per costruire il futuro è quella delle intelligenze». Incominciando dalla sicurezza degli edificiscolastici, dalla connessione veloce, dalla formazione continua dei docenti. Dando ampio spazio all’autonomia scolastica.


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INCONTRI

Regioni: palestre per il Paese

Sabino Cassese, il ministro Gelmini e tre governatori rilanciano la Conferenza: «Deve essere inserita nella Costituzione» affiancare al parlamento nazionale venti palestre, le regioni, dove potessero allenarsi nuovi personaggi politici capaci di interpretare i bisogni delle proprie popolazioni». Nel pubblico una passione politica diffusa e senza steccati: «Sono iscritta a Fratelli d’Italia» dice una ragazza, «Io sono del Pd» risponde un’altra. Il ministro per gli affari regionali Mariastella Gelmini ha precisato: «La strada è indicata dall’articolo 5 della Costituzione. La Repubblica è una e indivisibile, ma riconosce e promuove le autonomie locali e attua il più ampio decentramento del-

le funzioni. L’assumersi una responsabilità da parte di ciascuno porta ad affrontare anche le situazioni eccezionali». Il governatore della Liguria Giovanni Toti ha suggerito: «Non ci deve essere rivalità tra l’autonomia della regione e il potere centrale dello Stato. Nel complesso va promosso il sistema istituzionale del Paese. Rappresento la regione con l’età media più alta, ora stiamo dando più vaccini ad altre regioni con una popolazione più giovane coordinati dal generale Figliuolo». Arno Kompatscher, presidente della Provincia autonoma di Bolzano è ritornato sul nodo toccato da Casse-

se: «Deve essere istituzionalizzata la conferenza tra le regioni. Il luogo di coordinamento tra le regioni deve essere la conferenza, a cui va dato un ruolo nel testo della Costituzione. I problemi si capiscono meglio dal basso, questo è espressione del principio di sussidiarietà». Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli ha proposto una riflessione sulle autonomie: «Ѐ giusto che ci siano, ma devono rispondere ad un disegno complessivo, per cui ogni regione ha un suo compito, attraverso un’unica grande sfida possono essere esaltate le logiche dei territori».

UNIONE EUROPEA

C’È UN’ITALIA CHE SI INCONTRA UN’ITALIA CHE SI IMPEGNA CHE COSTRUISCE CHE UNISCE C’È UN’ITALIA CHE DIALOGA CHE COMUNICA C’È UN’ITALIA CHE AGISCE UN’ITALIA CHE PARTECIPA C’È UN’ITALIA CHE COOPERA

di Davide Amata L’incontro “Fra federalismo e centralismo”. Quali prospettive per le regioni ha offerto l’occasione per una proposta di rilancio del ruolo della Conferenza delle regioni, sottolineato per primo dal professor Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale: «In quel luogo dovrebbe rinascere il concetto di nazione, dal basso non dall’alto». Andrea Simoncini, su invito del giornalista di Sky Tg24 Roberto Inciocchi ha dato avvio ai lavori: «Nel dna del Meeting c’è l’idea della politica come responsabilità diffusa. I padri costituenti intendevano

AREA INTERNAZIONALE PAD B1/B2

UNIONE EUROPEA


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INCONTRI

Sanità, tempo di rivoluzione

Il ministro Speranza ha insistito sull’urgenza di investimenti nel capitale umano e di rafforzare le reti internazionali di Paolo Costa Un miliardesimo di metro. Il virus che cambierà il mondo, dopo aver messo in crisi i sistemi sanitari e le economie di tutti i Paesi, ha questa dimensione. Un pulviscolo capace di generare una pandemia che continua ad essere un fenomeno dai troppi aspetti oscuri. «Eppure - ha detto Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, introducendo l’incontro con il ministro della Sanità Roberto Speranza, - è ora il momento di guardare avanti, di chiederci dove porta il futuro, riorganizzare i servizi ripensando il rapporto tra ospedale e territorio e il ruolo degli operatori, investire di più perché se un debito buono deve esserci questo deve riguardare

la sanità». In Italia la spesa sanitaria corrisponde all’8,5% del Pil a fronte di una media europea del 9,9%. Abbiamo soltanto quattro medici ogni mille abitanti. Ecco due esempi contraddittori di un sistema che, prima del Covid, veniva considerato dall’Oms il secondo al mondo per qualità ed efficacia. «Noi dobbiamo difendere il nostro modello - ha detto il ministro – previsto da padri costituenti che definirono la tutela della salute un diritto fondamentale. Da almeno quindici anni però la spesa sanitaria è stata fermata. Dobbiamo perciò invertire la rotta. Come ha detto il Papa “peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla”». Secondo Speranza il primo investimento deve riguardare il personale

(«Si è fatta troppa retorica sull’eroismo proprio mentre si tagliavano risorse»). «Per la sanità ora abbiamo l’opportunità del Pnrr - ha sottolineato Speranza – uno strumento che indica la strada da percorrere, quella delle reti internazionali e della collaborazione globale. Abbiamo bisogno di istituzioni sovranazionali più forti, in grado di prendere decisioni comuni e di garantire la salute anche alle popolazioni più povere». Della necessità di un trattato pandemico mondiale e della sospensione temporanea dei brevetti dei vaccini ha parlato il professor Walter Ricciardi mentre collegato dagli Stati Uniti Amitabh Chandra ha insistito: «Gli Stati devono investire di più nella ricerca scientifica».

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INCONTRI

Credibilità. Per comunicare Al via i webinar di Comin & Partners per discutere le strategie del futuro di Marta Bettiol «Durante la pandemia il dilagare delle fake news online ha messo a dura prova la fiducia di consumatori e cittadini, la comunicazione necessita di credibilità e trasparenza per mantenere il rapporto di fiducia con gli stakeholder». Inaugura così il webinar “Comunicare i temi complessi: ambiente, salute e sostenibilità del paese” Gianluca Comin, fondatore di Comin & Partners, communication partner della manifestazione. Il rapporto tra l’agenzia e il Meeting è basato sulla condivisione di valori comuni che ha dato il via, lo scorso anno, alla partnership tra le due realtà. «Crediamo che un approccio comunicativo moderno e integrato sia l’ideale per valorizzare i messaggi del Meeting. La comunicazione è importante ma anche il contatto, l’incontro e la

condivisione sono fondamentali. C’è un grande team di professionisti e di volontari che ogni giorno è a disposizione per valorizzare i messaggi che vengono proposti nei convegni. Inoltre, la possibilità di partecipare anche online potenzia ulteriormente la diffusione dei contenuti». Con l’incremento dell’utilizzo dei social

COSTRUTTORI DI FUTURO

Lavoro: quel Quid in più di Gianni Mereghetti Nello spazio incontri della mostra “Costruttori del futuro” ieri è stata presentata Quid, associazione di promozione sociale nata nel 2012 con lo scopo di reinserire nel mondo del lavoro donne in difficoltà. Vanessa voleva realizzare le sue aspirazioni umanistiche e quando incontra Quid i suoi desideri si concreatizzano. «Quid – dice – è proprio quel qualcosa in

Ho trovato il lavoro, ma soprattutto la forza di andare avanti

più che si trova dentro questa esperienza. Un nostro negozio non è solo acquistare un bel prodotto, un vestito ben fatto, ma abbracciare la storia di chi l’ha fatto, una storia unica.» Anna Chiara si è laureata come stilista e ha lavorato nel campo della moda, ha anche creato una start up di piccole dimensioni sempre a livello stilistico ma poi ha dovuto chiuderla. «Circa tre anni fa – rac-

conta – in un momento difficile della mia vita ho iniziato a fare la volontaria in Quid, aiutando nel campo della modelleria e nel controllo della qualità. L’incontro con queste donne che provengono da esperienze drammatiche (carcere, violenze domestiche, tratta, immigrazione) mi ha dato una grande forza, queste donne mi hanno comunicato una grande forza, la forza di non arrendermi. Da loro ho capito che i miei problemi non mi definiscono, che sono più piccoli di quelli di queste donne, che vi è sempre una energia che ti fa andare avanti». Anna Chiara conosce poi Anna che non si presenta a lei come presidente dell’Associazione. E’ un incontro semplice che le cambia la vita. «Dopo due giorni – continua a raccontare – mi viene fatta la proposta di lavorare in Quid. E’ stata per me una cosa grande, mi sono sentita finalmente accettata e ho trovato la forza di andare avanti. Nel rapporto con Quid ho aperto gli occhi, ho ritrovato quell’oceano di emozioni che cercavo di nascondere». Essere per entrambe al Meeting per la prima volta è un’esperienza affascinante. «Qui – dice Vanessa – c’è molto ascolto e questo è molto importante oggi, perché ascoltare fa riflettere sulla vita». «In questi giorni – dice Anna Chiara – ho sentito quel calore che abbraccia la fragilità. Mi sono sentita accolta, oggi posso dire di essere di casa».

media, il controllo sociale si è rafforzato, trasferendo la formazione dell’opinione pubblica dalle piazze alle bolle di discussione social, dove si forma l’agenda setting individuale. «Per capire l’importanza di una comunicazione trasparente online, basti pensare al ruolo che hanno assunto gli influencer». I dati parlano

chiaro: l’83 per cento degli utenti sopra i 18 anni ritiene molto credibili gli influencer quando trattano di temi della sfera sociale, pubblica o politica. La discussione è aperta e accesa, e continuerà domani nel webinar “La comunicazione all’opinione pubblica: fra spinta alla promozione e obblighi di responsabilità”. Si manterrà questa tendenza di autenticità emersa durante la pandemia, oppure si tornerà ai registri comunicativi pre-Covid? «Sono convinto – afferma Gianluca Comin - che indietro non si possa tornare. I cittadini, sempre più giudici della comunicazione di aziende e organizzazioni, chiedono trasparenza, rispetto e autenticità. Molte imprese in questi lunghi mesi di pandemia hanno saputo dialogare con capacità con i propri clienti e stakeholder».


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INCONTRI

Sindaci e vescovi per il Mediterraneo dei popoli di Gianni Mereghetti Nell’incontro dal tema «Mediterraneo frontiera di pace» sono intervenuti il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, e Dario Nardella, sindaco di Firenze. Ha moderato l’incontro Bernhard Scholz, il quale ha sottolineato che questo incontro fa da ponte tra quello di Bari del febbraio 2020 a cui hanno partecipato 58 vescovi del Mediterraneo e quello in programma tra febbraio e marzo 2022 che vedrà incontrarsi non solo i vescovi ma anche i sindaci del Mediterraneo. Una

novità di grande importanza e con prospettive affascinanti, che il cardinale Bassetti e il sindaco di Firenze hanno spiegato, entrambi con riferimenti a Giorgio La Pira che già negli anni ’50 aveva capito l’importanza dei sindaci e delle comunità locali. Come ha detto Nardella La Pira aveva agito invitando i sindaci prima di tutto del mondo intero e poi del Mediterraneo a incontrarsi e ad affrontare i problemi comuni perché lui era convinto che là dove non riescono gli stati, potevano riuscire i sindaci.

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Il cardinale Bassetti, dopo aver ricordato l’importanza dell’incontro di Bari, ha spiegato commuovendosi come è nato il progetto di Firenze 2022: è andato a trovarlo il sindaco Nardella, chiedendogli se volesse continuare l’iniziativa di Bari e ha aggiunto «se lei richiama i vescovi, io richiamo i sindaci». Così è nato l’incontro che si svolgerà il prossimo anno a Firenze. «Questo è il Sinodo – ha sottolineato il card. Bassetti – è mettersi insieme per affrontare i problemi che ci sono, QUOTID. MEETING 2021-3 inserz.pdf per costruire la pace». Il cardinal Bas-

setti ha detto al sindaco che lui doveva parlare con il Papa di questa idea, perché è il Papa a guidare la Chiesa. «E sono andato dal Papa – ha continuato il card. Bassetti – e gli ho raccontato tutto, lui stava zitto finchè ha detto “tu lo sai che queste cose mi piacciono”». A questo punto il progetto è partito: ora si incontreranno i vescovi e i sindaci del Mediterraneo a Firenze. Intanto è sempre più evidente che sono le comunità locali e le loro guide,04/08/21 laiche e16:05 religiose, la speranza per il 3 Mediterraneo.


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IN MOSTRA

Io, il cervello, le parole

L’allestimento di Euresis e Camplus esplora la natura del linguaggio di Valeria Vimercati Cosa significa dire io dal punto di vista del linguaggio e della coscienza? Che cos’è la coscienza? Come fa il cervello a ospitare l’io? Sono le domande che risuonano nella mostra “Dire io. Linguaggio e coscienza” allestita nel padiglione D3, promossa da Euresis e Camplus (curatori: Tommaso Bellini, Marco Bersanelli, Andrea Caprotti, Mauro Ceroni, Mario Gargantini, Francesco Mambretti, Samir Suweis.). La mostra, a ingresso libero senza prenotazione, è un viaggio alla scoperta della natura della coscienza, unitaria e ricca, e del linguaggio, capace di costruire strutture infinite, di

concepire l’infinito aggiungendo parti nuove. «Le lingue sono l’espressione stessa del cervello, come se la carne si facesse logos», aveva esclamato Andrea Moro, neurolinguista e consulente scientifico della mostra insieme al neuroscienziato Marcello Massimini, durante l’incontro dal titolo “La possibilità di dire io. Il mistero del linguaggio”, che ha introdotto, approfondito e rilanciato i temi al centro della mostra. Percorrendo le tre tappe verso l’io (io e il mondo, io e le parole, io e il cervello) Moro ha invitato i presenti a riflettere prima sulla funzione del linguaggio, che non è, innanzitutto, quella di comunica-

re. Secondo un’analisi della sua struttura biologicamente determinata: non si costruisce su una tabula rasa, le menti staminali dei bambini, infatti, sono aperte a imparare ogni lingua. Infine, l’affondo sull’unicità del linguaggio umano: combinare gli elementi minimi delle frasi, le parole, in modi infiniti e complessi (sintassi). Esprimere il proprio pensiero, dare voce alla propria coscienza, a questo serve innanzitutto il linguaggio. Un’operazione che gli animali non possono fare, come dimostrato da alcuni esperimenti condotti sui primati. Alla coscienza, decisiva e fragile, e ai suoi elementi misurabili

è dedicata la seconda parte della mostra, tema approfondito da Massimini e Samir Suweis, ricercatore all’Università degli studi di Padova, durante l’incontro “Un viaggio nel cervello alla ricerca della coscienza”.

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IN MOSTRA Al Meeting, oltre all’esposizione, il dialogo tra i protagonisti di “Vivere senza paura”. Diretta su Telepace

Nell’incertezza, un incontro

Julián Carrón, Charles Taylor e Rowan Williams a confronto sulle sfide della contemporaneità di Matteo Rigamonti “Vivere senza paura nell’età dell’incertezza” si può. Lo documenta la mostra, così intitolata, costruita intorno alle testimonianze di Julián Carrón, Charles Taylor e Rowan Williams che si trova nel padiglione B3 della Fiera riminese. Presentata con il sostegno di Prostand, l’esposizione è visibile da remoto in digitale per gli utenti che si registrano al sito del Meeting. «È un’idea nata dall’amicizia di noi curatori con i tre protagonisti della mostra», spiega uno di loro mentre introduce il primo gruppo di visitatori della mattina. Il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, il premio Ratzinger 2019 (autore de “L’età secolare” nonché professore emerito di filosofia alla McGill University di Montreal) e l’ex arcivescovo di Canterbury, già primate della Chiesa anglicana (ora emerito di pensiero cristiano contemporaneo all’Università di Cambridge), sono stati invitati dai curatori a dialogare con le sfide e le domande dell’oggi. Che sono plasticamente rappresentate in un percorso audiovisivo in tre movimenti ricco di musica, video-interviste, estratti da produzioni cinematografiche e immagini di telegiornale. Con Andrea Carabelli voce narrante delle poesie che introducono i tre quadri. Mentre sugli schermi si alternano le performance di Lady Gaga e Demi Lovato con spezzoni del pensiero di Ghali, Madame e Marracash, drammatiche immagini di città distrutte

dalla guerra si susseguono a riprese giornalistiche delle contestazioni di piazza legate ai più attuali movimenti di protesta: dalle campagne ambientaliste di Greta Thunberg alle contestazioni dei regimi autoritari, dalle manifestazioni Lgbt ai raduni Black lives matter. Le parole di Carrón, Taylor e Williams nel mentre gettano luce sulle tensioni umane al fondo di tanto subbuglio, personale e collettivo. Il visitatore, però, non si trova di fronte a un’analisi – per quanto attenti osservatori dell’oggi siano i tre personaggi –, piuttosto assiste a una condivisio-

ne schietta di esperienze di vita. Non è un caso, infatti, che ognuno degli autorevoli interlocutori prenda le mosse dal vissuto, andando con la memoria agli anni della gioventù e parlando del personale rapporto con la fede. La travagliata ricerca di senso è, infatti, al cuore del primo quadro che, come i successivi due, è allestito grazie alle soluzioni immersive del digitale volute dai curatori. Un viaggio attraverso quelle «domande che bruciano» e che la guida invita a tenere presente paragonandosi con i tre momenti del percorso. «Non abbiate la

preoccupazione di trattenere tutto», avverte, prima di rendersi disponibile a un confronto finale. Il secondo quadro introduce l’imprevisto come possibilità di risposta al dramma e alla paura; il terzo, per dirla con don Giussani, ampiamente citato da Carrón, è un affondo sull’incontro «con persone che siano presenze», il «moltiplicarsi» delle quali è il solo «indice di speranza» per la società contemporanea. I tre protagonisti di questa avvincente sfida all’incertezza dilagante – che nel lungo percorso espongono ampiamente il loro pensiero senza censurare nessun tipo di domanda, ma sempre mettendo a fuoco l’irriducibilità dell’umano – intervengono oggi in persona al Meeting di Rimini, con un incontro che ha lo stesso titolo della mostra e vuole esserne, come si legge sul programma, «parte integrante». In attesa di poterli ascoltare dal vivo alle 15 nell’Auditorium Intesa Sanpaolo D1, in collegamento nella Sala Generali B4 e in diretta su Telepace, risuoni l’invito di Leonard Cohen, celebre cantautore canadese che, nella sua “Anthem”, riproposta in uno dei passaggi finali dell’ultimo video, canta: «Suonate le campane che ancora possono suonare, dimenticate la vostra offerta perfetta, c’è una crepa in ogni cosa. Ed è così che entra la luce». Anche nella sfida posta dalla secolarizzazione ai cristiani, circostanza nella quale, peraltro, è maturato l’incontro tra i tre relatori.

Natura umana? Fino al 5 settembre la rassegna di scultura L’esposizione allestita al Palazzo dell’Arte in piazza Cavour di Davide Amata Prosegue oltre il Meeting, fino al 5 settembre, la mostra “Natura Umana? A che immagine a che oscura somiglianza”, allestita presso il Palazzo dell’Arte in piazza Cavour a Rimini e curata da Davide Rondoni e Beatrice Buscaroli. All’inaugurazione del 20 agosto erano intervenuti anche Andrea Gnassi, sindaco di Rimini, e Bernhard Scholz, presidente del Meeting. Il primo cittadino aveva ricordato il profondo legame tra la città e il Meeting: «In questo tragitto umano c’è stata la costruzione di un noi. Il Meeting ritorna nel cuore di

una comunità, Rimini è una città libera dove vive una comunità in viaggio». Scholz aveva ripreso le parole di Gnassi sottolineando: «Rimini ha plasmato il Meeting, così come l’arista mentre plasma la materia fa emergere le sue domande». La mostra è un omaggio a Ilario Fioravanti che, ha osservato Buscaroli, «dava un’ironia costruttiva alle sue opere, un senso di pace, di chi ha raggiunto l’obbiettivo». Un gruppo di studenti dell’Università Cattolica di Milano ha collaborato all’evento dando vita al blog “Pandèmia”.


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VOLONTARI

La Compagnia dello scatto e le facce da Meeting

I fotografi: «Abbiamo un compito, raccontare la realtà di ogni giorno. Serve disponibilità del cuore e degli occhi ad andare al fondo di ciò che vediamo» di Stefano Andrini Cacciatori di facce, da Meeting. Questa la missione dei fotografi (una ventina) che per tutta la durata dell’evento riminese battono palmo a palmo la Fiera alla ricerca di scatti emozionanti o semplicemente curiosi. Da uno di loro ci facciamo raccontare i dietro le quinte del gruppo. «La mia avventura al Meeting - racconta Billo - è iniziata nel 2012 quando sono stato invitato da alcuni amici che conoscevano la mia passione per la fotografia. Fin dal primo giorno il gruppo mi ha svelato un segreto. Mi ha fatto capire che la macchina fotografica è solo un mezzo. Noi fotografi abbiamo un compito: raccontare la realtà che viviamo tutti i giorni. Ci deve essere, tuttavia, la disponibilità da parte nostra, del nostro cuore e dei nostri occhi di andare al fondo di ciò che ci viene dato. Sta a noi con la macchina fotografica raccontarlo al meglio. Questo ha rivoluzionato il modo con cui fotografiamo ma anche la vita di ciascuno di noi». Una birra insieme La Compagnia dello scatto, capitanata da padron Giacomo, non è solo un gruppo tecnico e di servizio. La conferma viene da un retroscena sconosciuto al grande pubblico. «Il vero Meeting dei fotografi - confida

l’attenzione alla realtà che ci è stata insegnata. E non lo abbiamo scoperto solo noi. Anche i giornalisti riconoscono che nei ragazzi e nei volontari c’è una diversità».

ancora Billo - inizia la sera quando, con gli amici dello stand, ci ritroviamo insieme davanti a una birra e ci confrontiamo su come è andata la giornata. Un momento fondamentale perché, se non c’è una crescita personale, un’attenzione verso le persone che ci stanno intorno, per noi non è Meeting». Torniamo alla “mission”: i volti. «Fotografarli è difficilissimo. Non perché non si trovino, tutt’altro, ma perché

devi essere disposto a vederli. Nel mio primo anno tornavo a casa triste: nelle mie foto non ritrovavo la bellezza che emergeva da quelle degli altri. Poi, lavorando insieme al gruppo ho imparato. Le digital Meeting non sono altro che il riflesso dei rapporti che interagiscono qui. A conferma che i volti dei volontari e dei visitatori che sono qua non li trovi in nessun’altra fiera. Se riusciamo a captare tanta bellezza è per

La luce e il sorriso Qualche trucco? «La mattina arriviamo presto per una questione di luce» rivela Billo. «Ma soprattutto perché ci piace documentare il sorriso dei giovani mentre puliscono i pavimenti, spazzano, portano i bidoni della spazzatura. Sono queste le facce da Meeting». A proposito sono cambiate dopo la pandemia? «Assolutamente no. I ragazzi sono nuovi ma i loro volti sono quelli di sempre accomunati da un modo di vivere bellissimo».Un’ultima curiosità. Che fine fanno le migliaia di foto scattate? «Nessun segreto - conclude Billo -. Tutte le foto scattate le guardiamo insieme e le valutiamo. In questo modo ci aiutiamo ad educarci alla fotografia. Una volta scelte sono caricate nell’archivio storico del Meeting a disposizione dell’Ufficio stampa. Nell’archivio si possono trovare immagini date per perse come quelle su Giovanni Paolo II e Madre Teresa di Calcutta. È bellissimo rivederle e scoprire che anche lì ci sono le stesse facce da Meeting di oggi».

«Se una carta restasse per terra il Meeting non sarebbe lo stesso» di Giuseppe Bianchini Quattro testimonianze di amici che per età e per diverse implicazioni e compiti i più disparati si trovano a donare tempo ed energie al Meeting. Andrea Braschi, di Pavia, ingegnere informatico, trentuno anni: «È la terza volta che faccio il volontario al turno delle pulizie. Sono convinto che se una carta o una bottiglietta rimanessero in terra, il Meeting non sarebbe, esattamente, la stessa cosa. Facendo una cosa semplice riesco a contribuire a una cosa immensa come il Meeting. È fantastico lavorare in questo clima di amicizia dove anche i

problemi sono affrontati sempre nello spirito giusto». Valeria Vimercati dà il suo contributo al Quotidiano Meeting desiderando verificare la propria capacità di scrittrice: «All’incontro Pupi Avati ha detto che è importante che il lavoro ci permetta di dire chi siamo. Questa è l’esperienza che sto facendo lavorando come volontaria. Sono venuta con il desiderio di contribuire alla costruzione di un luogo segno di speranza e di ricchezza, mettendo a disposizione il mio talento per la scrittura, che deve ancora affiorare in tutta la sua possibilità di bellezza e utilità».

Lorenzo Boati, prossimo ad iniziare gli studi universitari: «Sono un volontario addetto allo sgombero dei tavoli nell’area fast food. È il mio secondo anno in questo settore ed avendo presente l’esperienza dell’anno scorso sono venuto al Meeting con il desiderio di conoscere nuovi amici anche in vista dell’Università che frequenterò dall’anno prossimo. Per me essere qui è anche una grande occasione per ascoltare incontri su temi che mi interessano di ambito politico, economico e sociale con una prospettiva che non è solo volta a un accrescimento di un benessere materiale».

Susanna Cannistrà, impiegata di Milano, grande amica del Meeting: «Il cambiamento più evidente in me dopo anni di servizio come hostess è stato il mio desiderio di tornare volontaria per servire, anche letteralmente, alla ristorazione. Questo sta cambiando il mio sguardo su chi ho davanti e quello che emerge è proprio il desiderio di servire Cristo e questa storia che ho incontrato fino nel dettaglio di mettere il tovagliolo in un modo piuttosto che un altro. Di questo cambiamento mi accorgo anche rispetto ad alcuni rapporti con cui faccio più fatica».


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Fanno la spola per tutta la Fiera, senza di loro dare un resto sarebbe impossibile

In trincea con gli “spicciolai”

Marsupio addosso e sguardo di stupore per i “soldati” che riforniscono le casse di moneta di Emilia Leban e Cecilia Rossi Corrono in lungo e in largo per tutta la Fiera, senza essere notati. Portano un marsupio addosso e non si fermano mai. Sono gli “spicciolai”, i volontari che riforniscono di moneta i cassieri dei vari ristoranti e bar all’interno della Fiera. Silenziosi e invisibili, sono la linfa vitale della ristorazione del Meeting. Senza di loro, infatti, file chilometriche alle casse e ospiti in perenne attesa sarebbero la norma. Alex, il responsabile dei cassieri, racconta scherzando: «È come in guerra – ride – quando certi soldati fanno la spola per portare le munizioni a quelli in trincea. I nostri ragazzi fanno lo stesso». Quest’anno la direzione ha deciso di puntare sui giovani. «Abbiamo sempre avuto volontari anche più grandi, ma il peso fisico del lavoro si fa sentire dopo qualche giorno. Il desiderio di aiutare è grande, ma a un certo punto le gambe cedono – prosegue Alex –. Una cosa è certa, però, siamo sempre stanchi ma felici». Il Meeting è motivo di soddisfazione non solo sul momen-

to, ma anche quando finisce e si torna alla vita di tutti i giorni. «I piccoli attimi di sconforto che capitano al lavoro spariscono nel momento in cui ricordo le esperienze vissute qui». Tra gli “spicciolai”, conosciamo Maria e Martina, due ragazze fresche di maturità, che hanno deciso di entrare a far parte della grande famiglia dei volontari. «È un lavoro stancante perché le monete pesano – raccontano le ragazze – ma è sempre molto bello, soprattutto perché abbiamo occasione di parlare con tanta gente durante le corse da un settore all’altro». Martina non si è tirata indietro nemmeno con un ginocchio fasciato e continua a dare il suo contributo «per qualcosa di più grande». Maria invece ci racconta una tenera curiosità: «Nel ristorante pugliese si paga per lo più con il Pos, quindi non hanno molto bisogno di noi e degli spicci. Ma la signora che ci lavora lì ci accoglie sempre dicendo “grazie di pensare anche a noi!”». Mentre i ragazzi si rimettono al lavoro davanti allo stand del Bar Alcamo,

Maturati al servizio

Alex, da veterano del Meeting quale è, ci lascia con un ultimo consiglio: «Dobbiamo prendere esempio dallo sguardo dei giovani e dal loro stupore. Loro sono il nostro futuro».

Fragilità abbracciata, umanità rinata Storie di dedizione tra i ragazzi del Meeting tornati a sperare dopo un incontro decisivo

Ho scoperto un modo più bello e più profondo di vedere le cose

di Oreste Malatesta È quando si fanno i conti con la propria fragilità che ci si accorge di avere bisogno degli altri. Ed è incontrando persone vere che rinasce la speranza. Potrebbero testimoniarlo, non dall’eccezionale palco di una sala conferenze, ma dall’ordinario luogo di una quotidiana dedizione, innumerevoli volontari al Meeting. Tra quelli che abbiamo incontrato ce ne sono alcuni che hanno visto fiorire la loro umanità proprio perché presi sul serio da qualcuno che ha saputo condividerla. Samuel, 32 anni, viene dalla Nigeria: è dovuto scappare perché, giornalista, aveva scritto articoli ritenuti offensivi da alcuni politici, che lo hanno minacciato di morte. Nel giugno 2016 arriva, da clandestino, a Palermo, dove presenta richiesta di asilo, accolta dopo 2 anni. A Parma trova lavoro alla Number 1, che gli ha offerto importanti occasioni formative. Impara l’uso delle

macchine nel settore logistico e oggi lavora nel magazzino automatico della Barilla. Nonostante oggi faccia il magazziniere, dopo aver fatto il giornalista, Samuel si dichiara contento, non solo perché guadagna bene (fino al punto da inviare qualche risparmio alla sua famiglia), ma soprattutto perché ha incontrato persone che si sono dimostrate amiche, disposte ad ascoltare e a capire il suo vero bisogno. Poi c’è Eleonora che fa il corso tecnico di cucina a In-Presa, dove è capitata in un periodo buio della sua vita. È successo che, in quel luogo, le persone hanno avuto fiducia in lei. Anche Chiara ha frequentato In-Presa e fa la pasticcera, dopo aver imparato il mestiere; dice che qui ha incontrato «un luogo popolato da persone autentiche, che mi hanno aiutato a vedere la vita con occhi diversi. Ho incontrato un modo più bello e più profondo di vedere le cose».

Sono al Meeting dopo la maturità. Giovani volontari addetti alle pulizie oppure tra le casse della ristorazione, portando monete per dare i resti. Intanto si interrogano sul senso del passaggio verso l’università. Alcuni insegnanti li accompagnano. «La cosa più bella sono i dialoghi tra noi – dice Maria –, perché c’è solidarietà, un’intesa, come a dire: so che stai lavorando anche tu, quindi dialogo con te per farti compagnia». «Fare servizio è un’occasione unica di stupore – racconta Jessica –: mi ha sorpreso riconoscermi desiderosa di fare una cosa diversa da quelle che faccio di solito». E aggiunge: «Credo che il desiderio sia nato dalla commozione per aver visto quanta gente vuole mettersi in gioco per quest’opera». Per non parlare degli incontri: «Mi sembra capitino alla mia vita per una ragione, per avvicinarmi di più a Lui». Simone, che lavora alle pulizie, osserva: «Mi faceva sorridere che, andando a pulire negli uffici, quelli che erano presenti ci guardavano come supereroi, come se fosse strano quello che stavamo facendo, invece era una cosa semplice.» Cecilia ha la stessa sensazione: «Mi colpisce che le persone mi ringrazino per quello che faccio. Il lavoro delle pulizie è la forma più bella di servizio». «Sono al Meeting per una proposta – racconta Sofia –, non sapevo se sarei stata capace, ma mi sono fidata. Il lavoro delle pulizie mi ha educato all’attenzione al luogo e ho imparato a stare attenta alle persone». Gli insegnanti riscoprono che dai giovani si impara, se li si sa guardare. Pietro dice: «Gli adulti seguono i giovani. Capita di arrivare stanchi agli incontri perché si è lavorato tanto e di non riuscire a seguire. Nel dialogo con i ragazzi scopri che loro invece hanno seguito e ti spiegano quello che a te è sfuggito». E Matteo rilancia: «C’è il rischio di essere qua dando per scontato la ragione per cui sei qua. Il rapporto con i ragazzi nel lavoro è un aiuto a riguadagnare le ragioni per cui sei qua». Gianni Mereghetti


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TRACCE

La crepa e la luce: Elisa Fuksas Il ciclo di videointerviste si conclude oggi con la regista e scrittrice di Gianni Mereghetti La rivista Tracce ha portato al Meeting tre videointerviste. Le prime due, a Edith Bruck e Jesús Carrasco, si possono rivedere su Youtube, quella con Elisa Fuksas verrà presentata questa sera alle ore 20 in Sala Neri. «Due considerazioni – ha raccontato Alessandra Stoppa, direttrice di Tracce – stanno all’origine di questa proposta. Abbiamo pensato che il nostro contributo al Meeting doveva essere quello di incontrare esperienze personali. Per non cadere nell’astrattezza, che per Kierkegaard era il nemico più pericoloso dell’umano, la strada era incontrare degli io. La seconda considerazione: incontrare una persona significa incontrarla nel suo ambiente. Quelle che proponiamo sono conversazioni ambientate, l’altro lo intercetti dove vive e assieme a coloro con cui vive». Incuriosisce la scelta di tre personalità così diverse e con vicende umane che sono molto differenti, sorge spontanea la domanda del perché di questa scelta. «Abbiamo individuato tre persone che hanno il coraggio della propria umanità», risponde con trasporto Alessandra. E aggiunge: «Questa nostra inizia-

tiva si intitola la crepa e la luce perché se tu lasci essere la crepa tocchi la vita e la sua luce». Alessandra spiega le ragioni della scelta fatta con una intensità da cui si capisce che lei ha incontrato veramente queste tre persone. Edith Bruck porta dentro la sua esperienza il male dell’umanità sia personale sia sociale ed è dentro quel dramma che lei vede la luce passare attraverso le fessure più minuscole. Jesús Carrasco ha una grande sete di incontro, la sua è una domanda aperta che tocca tutte le pieghe dell’umano. Per Elisa Fuksas la crepa è un tradimento che l’apre al rapporto con il mistero «e questo – commenta Alessandra – è una grande speranza per me». È evidente dal coinvolgimento emotivo della direttrice di Tracce che quella proposta al Meeting è di più di un’iniziativa: è la testimonianza appassionata del fatto che l’io si incontra. “Incontrare persone come loro mi aiuta ad essere aperta a quello che accade, ad avvertire con più consapevolezza di essere sulla soglia dell’avvenimento. Io ho bisogno di vedere l’io, non di pensarlo. E oggi queste tre persone, con il loro sì alla vita, sono per me compagne di cammino».

COOPERAZIONE

Dare voce a chi non ne ha La storia di Roula Khadra di Sara Spimpolo «Sono nata in un paese in fiamme, che non ha mai vissuto un’ultima guerra». La dottoressa Roula Khadra, dell’istituto Ciheam di Bari, racconta la sua storia in uno dei talk del padiglione internazionale della Cooperazione italiana. Dalla nascita in una Beirut in guerra («mia madre rischiava di saltare in aria quattro volte al giorno per portarci a scuola») all’arrivo in Italia. L’ingegneria idraulica, il dottorato, il Ciheam. Si definisce un “miracolo della cooperazione”: «A volte - dice - mentre dormi, sogni di gridare, ma la voce non esce. Chi vive la guerra si sente così anche da sveglio. La cooperazione mi ha dato la voce che mi mancava». È stata la prima

donna eletta nel Consiglio arabo dell’acqua. Sostiene di aver avuto le difficoltà di una qualsiasi donna nel mondo, con l’aggravante che in alcuni paesi «sono le leggi, e non solo la società, a ostacolare l’inserimento delle donne nel lavoro». A volte è stato difficile, come quando il sindaco di una città in cui operava si è presentato da lei con un M16 in mano pretendendo un bacino d’acqua solo per sé. Lei, senza scomporsi, gli ha ripetuto un detto che le diceva suo padre: «Quando un uomo ha un fucile, o spara o lo appoggia per parlare. Lei che fa?». Un ricordo delle sue origini che, dice, non dimenticherà mai; e un monito per i più giovani: «Cercate di dare voce a chi non ne ha».

Il tempo e i luoghi del coraggio

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FUNDRAISING

Il cuore oltre l’ostacolo

Per il Meeting ogni dono di tempo, di risorse economiche, di idee è l’espressione di un legame, di una corresponsabilità, di un’amicizia viva di Bernhard Scholz Il Meeting esiste perché migliaia di persone in tutto il mondo si adoperano per farlo esistere. Tutto l’anno. C’è chi pensa, crea, pianifica; chi ci mette la faccia, il cuore, le mani. Chi lo costruisce donando. Gratuitamente. E per noi non è mai scontato; ogni dono di tempo, di risorse economiche, di idee, noi lo viviamo con stupore enorme, soprattutto in questi ultimi due anni che per tanti nel mondo sono stati carichi di fatiche, sacrifici, dolore. Questa edizione, così come la special edition dello scorso anno, sono state per il Meeting la conferma che si può buttare il cuore oltre l’ostacolo, proprio perché ci sono tante persone che si mettono completamente a disposizione per far crescere questo luogo. Ognuno come può. Mi hanno raccontato che una volontaria al “dona ora” il primo giorno di Meeting, appena ha finito di sistemare la sua postazione con il cuore rosso, ha avviato il computer e la prima cosa che ha fatto è stata donare. La prima donazione all’edizione 2021 l’ha fatta lei. Avrebbe poi dialogato durante la settimana con centinaia di altre persone per aiutarle a comprendere l’importanza di questo gesto. Per prima, l’ha voluto fare lei. Un’altra volontaria riceve un messaggio da un’amica incontrata alle postazioni “dona ora”: «Grazie per avermi

fermata ieri. Sono tornata a casa così grata che ho deciso di rispondere alla tua richiesta di sostegno al Meeting con un bonifico. La distrazione e la superficialità sono state vinte. Grazie» In questi giorni di Meeting abbiamo ascoltato decine di testimonianze di “io” che con coraggio stanno affrontando la realtà. Ascolto con la stessa commozione queste esperienze semplicissime, che mostrano l’umano quando si muove per e verso qualcosa a cui tiene davvero. Per il Meeting il fundraising è questo. E’ l’espressione di un legame, di una corresponsabilità, di un’amicizia viva. E’ certamente importante il risultato a cui arriveremo, ma ciò che stupisce di più è la storia, la motivazione che c’è dietro ad ogni dono. Quest’anno inoltre abbiamo voluto far partecipare i donatori di una gratuità che arriva oltre i confini del Meeting. Infatti una parte della raccolta realizzata in questa settimana sarà destinata ad uno dei progetti di Rose Busingye in Uganda. Si tratta della Welcoming House di Kampala, una casa di accoglienza per bambini e ragazzi spesso provenienti da situazioni difficili. Perché si moltiplichi il valore del dono. Dare, ricevere, rendere; una circolarità aperta capace di espandersi e dilatarsi nel tempo e nel mondo intero. Con il fermento più fecondo che esiste: la gratitudine.

MOBILITY PARTNER

Con noi in viaggio verso il futuro L’amministratore delegato di Toyota Italia: «Qui per continuare a essere protagonisti del cambiamento» di Davide Amata Nell’elegante stand nel padiglione Toyota, mobility partner del Meeting 2021, Luigi Ksawery Lucà, amministratore delegato di Toyota Italia, racconta il motivo della sua presenza alla manifestazione riminese: «Per noi è la prima volta qui al Meeting in questa formula. Non abbiamo esitato a lanciarci perché è un contesto in cui si parla di futuro. Un futuro di cui siamo e vogliamo continuare a essere protagonisti per la mobilità e non solo. Mirai, nome di uno dei modelli che ci rappresentano a Rimini, in giap-

ponese significa proprio futuro. L’idrogeno è uno tema strategico per il paese. In Giappone siamo il partner principale per la mobilità sostenibile e anche in Italia desideriamo continuare a ricoprire un ruolo importante». Guardando alle nuove generazioni l’ad di Toyota Italia precisa: «Oggi molti giovani rinunciano alla patente puntando su un modello di mobilità condivisa. Anche questo ci dice che sta cambiando il concetto stesso di mobilità: un concetto sempre meno indi-

viduale. Desideriamo inoltre creare nuove opportunità di lavoro e di crescita per prepararci alle sfide di domani». Andrea Saccone, responsabile della comunicazione di Toyota Italia sottolinea infine l’importanza del protocollo di collaborazione nelle scuole T-TEP (Technical education program) tra la casa automobilistica giapponese e il Ministero dell’istruzione, varato nel 1995 con l’Istituto professionale di Monza: «Uno strumento per affiancare le scuole professionali nell’aggiornamento costante».


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SPETTACOLI

Anche Dio parla romagnolo Paolo Cevoli stasera in piazza a Rimini con “La sagra famiglia” di Daniele Maria Ragno Al Meeting un momento di spettacolo può fare da tramite fra la realtà e il cuore dell’uomo, può intercettare le nostre domande più intime e valutarle in modo ironico e leggero. È questo il tentativo che porta Paolo Cevoli a presentare lo spettacolo “La sagra famiglia” (oggi alle 21.30, nell’Arena di piazza Tre Martiri). L’attore romagnolo mette in scena un racconto personale che, scomodando i protagonisti della storia umana e della mitologia antica, ripercorre il rapporto di un padre con il proprio figlio. Cevoli, con la simpatia e spensieratezza che lo contraddistinguono, si abbandona al fiume di ricordi che lo legano alla propria terra, interrogandosi e interrogandoci sul valore della famiglia (e non una qualunque, ma quella tipicamente ro-

magnola). «Per me la famiglia è una festa, tipo una sagra. - spiega Paolo Cevoli -. Voglio raccontare cosa è stato per me il rapporto coi miei genitori ed essere a mia volta babbo e nonno. Lo paragono con i grandi della storia e della mitologia: Achille, Abramo, Ulisse. Venite a vederlo perché c’è un sacco di roba e ci si “divertisce” tanto». Da diversi anni Paolo Cevoli spopola anche sul web: contributi video di ogni tipo, da semplici battute a interi sketch comici, vengono regolarmente pubblicati sui suoi canali social, consacrandolo a portavoce dell’irresistibile ironia che caratterizza le spiagge e le borgate della Romagna. L’appuntamento di stasera non potrà lasciare il pubblico senza una buona dose di risate e di allegria mai banali.

Bookcorner in podcast (M.B.) Tommaso Baronio è diventato volontario in Meeting Radio Plus quasi per caso e ora, come spesso accade, da una situazione imprevista sta nascendo un progetto interessante e innovativo, che prende spunto dal format di Bookcorner, da lui curato a partire da questa primavera. «Il podcast è una rassegna di libri che ho selezionato con l’obiettivo di fornire spunti di approfondimento culturale agli ascoltatori» spiega Baronio. Tra i libri scelti spuntano titoli come “Ho fatto tutto per essere felice. Enzo Piccinini, storia di un insolito chirurgo” di Marco Bardazzi, “Senza offendere nessuno” di Giovanni Scifoni e “Il nichilismo del nostro tempo” di Costantino Esposito. Il programma si può ascoltare tutti i giorni nella diretta delle 17, oppure in differita sul sito del Meeting.


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OGGI IN FIERA WEBINAR PARLARE AL CUORE E ALLA MENTE. LA COMUNICAZIONE E LA LEADERSHIP IN TEMPO DI GRANDI CAMBIAMENTI Ore 11:00 | WEBINAR A cura di Randstad Partecipa Fabio Caressa, Giornalista, commentatore sportivo e conduttore televisivo. Modera Jack Sintini, Campione di pallavolo e Head of Randstad Sport. IL RUOLO DEI PARTITI NELLA DEMOCRAZIA OGGI. INCONTRO CON I PROTAGONISTI DELLA POLITICA ITALIANA Ore 12:00 | Auditorium Intesa Sanpaolo D1 In diretta su Corriere TV, Repubblica.it, SkyTg24 e Quotidiano Nazionale In collaborazione con Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà. Giuseppe Conte, Presidente del Movimento 5 Stelle; Enrico Letta, Segretario Nazionale del Partito Democratico; Maurizio Lupi, Presidente dell’Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà; Giorgia Meloni, Presidente Nazionale di Fratelli d’Italia; Ettore Rosato, Presidente Nazionale di Italia Viva; Matteo Salvini, Segretario Federale della Lega; Antonio Tajani, Vicepresidente di Forza Italia. Introduce Giorgio Vittadini, Presidente Fondazione per la Sussidiarietà; modera Michele Brambilla, Direttore di QN - Quotidiano Nazionale. Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Illumia, Tracce. TOLKIEN. LA POLIFONIA DELLA CREAZIONE E LA CREATIVITÀ DELL’UOMO Ore 13:00 | Sala Generali B4 In diretta su Telepace Andrea Monda, Direttore de l’Osservatore Romano; Lukasz Neubauer, Koszalin University of Technology, Department of Foreign Languages; Guglielmo Spirito, Francescano conventuale e Docente di Teologia Spirituale all’Istituto Teologico di Assisi. Introduce Giuseppe Pezzini, Professore Associato all’Università di Oxford e curatore della mostra “The Tree of Tales. Tolkien e la polifonia della creazione”. Con il sostegno della Regione Emilia-Romagna. VIVERE SENZA PAURA NELL’ETÀ DELL’INCERTEZZA Ore 15:00 Auditorium Intesa Sanpaolo D1 Sala b4 in collegamento In diretta su Telepace Julián Carrón, Docente di Teologia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano e Presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione; Charles Taylor, Professore emerito di Filosofia, McGill University, Montreal e Vinci-

Direttore Gianfranco Giuliani Direttore responsabile Cesare Trevisani

tore Premio Ratzinger 2019; Rowan Williams, Professore emerito di Pensiero Cristiano Contemporaneo, University of Cambridge, già Arcivescovo di Canterbury. Introduce e modera Monica Maggioni, Giornalista. Con il sostegno di Intesa Sanpaolo, Tracce. WEBINAR DALLA COMPETIZIONE ALL’UNITÀ: COMUNI, REGIONI E STATO ALL’APPELLO PER LA RIPRESA Ore 16:15 | WEBINAR In collaborazione con Rivista Italiana di Public Management e Gruppo Maggioli. Luigi Fiorentino, Capo Gabinetto Ministero Istruzione, Coordinamento scientifico ed editoriale Rivista italiana di public management; Alberto Gambescia, Amministratore unico Studiare Sviluppo (MEF), Editore Rivista italiana di Public Management; Roberto Garofoli, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri; Vincenzo Giannotti, Dirigente del settore risorse finanziarie ed economiche del Comune di Frosinone, Dottore commercialista e Revisore di Enti Locali; Giovanni Legnini, Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione sisma 2016; Bernardo Mattarella, Professore di Diritto Amministrativo Università Luiss “Guido Carli” Roma, Comitato tecnico scientifico Rivista italiana di public management; Elisa Pintus, Docente di Economia delle amministrazioni pubbliche Università della Valle d’Aosta, Coordinamento scientifico ed editoriale Rivista italiana di public management. Introduce Andrea Simoncini, Vice Presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli; modera Salvatore Taormina, Coordinatore Dipartimento Istituzioni e Amministrazione Pubblica della Fondazione per la Sussidiarietà. UNIVERSITÀ E RICERCA NELL’EPOCA DEL CAMBIAMENTO Ore 17:00 | Auditorium Intesa Sanpaolo D1 Franco Anelli, Rettore Università Cattolica del Sacro Cuore; Maria Chiara Carrozza, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR); Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano. Introduce Davide Prosperi, Professore Ordinario di Biochimica all’Università di Milano-Bicocca. Con il sostegno di Eni, Autostrade per l’Italia, Tracce. È SVILUPPO SE AUMENTA LA DISUGUAGLIANZA? Ore 17:00 | Sala Generali B4 In diretta su Repubblica.it e Telepace In collaborazione con Fondazione per la Sussidiarietà Jean-Paul Fitoussi, Economista; Franco Gallo, Presidente Treccani, ex Presidente Corte Costituzionale; Stefano Zamagni, Presidente Accademia Pontificia per le scienze sociali.

Introduce Giorgio Vittadini, Presidente Fondazione per la Sussidiarietà. IL MEDICO CHE VERRÀ Ore 17:00 | Sala Ravezzi Donatella Parentini, Medico di Medicina Generale ATS Val Padana; Pierluigi Strippoli, Professore Associato di Biologia applicata presso Alma Mater Studiorum, Università di Bologna; Gabriele Tomasoni, Primario Reparto di Rianimazione degli Spedali Civili di Brescia. Introduce Felice Achilli, Presidente Medicina e Persona. Con il sostegno di DOC Generici. “E IO SOL UNO M’APPARECCHIAVA A SOSTENER LA GUERRA”. CINQUE GENERAZIONI CHE CAMMINANO CON DANTE, A CONFRONTO Ore 19:00 | Auditorium Intesa Sanpaolo D1 In diretta su Telepace Pietro Baroni, Insegnante e Direttore dei Colloqui Fiorentini; Gabriele Dell’Otto, Illustratore; Francesca Gargantini, Insegnante; Clementina Mazzoleni, Insegnante in pensione; Laura Rodella, Studentessa; Paolo Valentini, Presidente dell’Associazione Centocanti, Direttore scolastico di Fondazione Karis. Introduce Franco Nembrini, Insegnante e scrittore. Con la partecipazione di Fabio Volo, scrittore, attore, autore e conduttore televisivo e radiofonico. Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Luoghi dell’infinito di Avvenire, Tracce. RECOVERY & NEXT GENERATION: UN PERCORSO PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA Ore 19:00 | Sala Generali B4 In collaborazione con Cdo e Unioncamere. Paolo Emilio Signorini, Presidente Autorità portuale di Genova; Carlo Tamburi, Direttore Italia Enel; Riccardo Toto, Direttore Generale Renexia. Introduce Marco Piuri, Direttore Generale FNM e Amministratore Delegato Trenord. Con il sostegno di Enel, Leonardo, Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, SEINGIM. TALK “IL LAVORO CHE VERRÀ”. PNRR E LAVORO Ore 19:00 | Sala Ravezzi In diretta su Repubblica.it Il TALK sarà trasmesso nella Hall Centrale A cura di Fondazione per la Sussidiarietà. Francesco Baroni, Country Manager Gi Group Italia; Roberto Garofoli, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri; Pedro Silva Martins, Professore di Economia Applicata alla Queen Mary University di Londra e Ricercatore presso NovaSBE di Lisbona; Francesco Mutti, Presidente Centromarca.

Editore Fondazione Meeting per l’amicizia tra i popoli, Fondazione costituita in data 31 marzo 2008 con atto a ministero del Notaio del Plescia di Rimini (rep. n. 47.236/7949, registrato all’Agenzia delle Entrate di Rimini il 10 aprile 2008 al n. 4.919/I) sede: via Flaminia 18/20, c.p. 1106, 47900 Rimini Tel.0541-783100 | Fax 0541-786422

Con il sostegno di Philip Morris Italia, Bayer SpA. LA CREPA E LA LUCE. INTERVISTA A ELISA FUKSAS Ore 20:00 | Sala Neri L’incontro verrà trasmesso in differita su TV2000 Questo incontro fa parte di un ciclo di videointerviste, realizzate dalla rivista Tracce, con Edith Bruck, Jesús Carrasco ed Elisa Fuksas: tre protagonisti della cultura del nostro tempo si raccontano in una conversazione a tu per tu, offrendo il loro sguardo sull’oggi, attraverso le ferite della storia personale e collettiva. Il titolo si ispira al verso di Leonard Cohen, tratto da Anthem: «C’è una crepa in ogni cosa e da lì entra la luce». UN VIAGGIO DI QUARANT’ANNI. RELATIVITÀ GENERALE E BUCHI NERI SUPERMASSIVI Ore 21:00 | Auditorium Intesa Sanpaolo D1 In collaborazione con Associazione Euresis. Reinhard Genzel, Premio Nobel per la Fisica 2020, Direttore del Dipartimento di Astronomia infrarossa e sub- millimetrica, Max Planck Institute for Extraterrestrial Physics, Garching, Monaco. Introduce Marco Bersanelli, Professore di Fisica e Astrofisica all’Università degli Studi di Milano. Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Tracce. SPETTACOLI SPIRTO GENTIL. SERGEJ RACHMANINOV: PRELUDI Ore 21:30 Sala Ravezzi Pier Paolo Bellini, curatore della collana Spirto Gentil, presenta il secondo appuntamento di guida all’ascolto dedicato ai Preludi di Rachmaninov. Per l’occasione, Pietro Beltrani, giovane pianista di talento, proporrà dal vivo sei dei preludi del compositore russo. Ospiti della serata saranno i musicisti Nazzareno Carusi e Christopher Vath. “LA SAGRA FAMIGLIA” DI PAOLO CEVOLI Ore 21:30 | Arena Spettacoli SGR Piazza Tre Martiri Acquista il biglietto su Vivaticket o trova i punti vendita più vicini a te. Con il sostegno di Comune di Rimini, SGR. C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA MIAMI & THE GROOVERS Ore 21:30 | Palco Spettacoli Piscine Ovest Spettacolo ad accesso libero senza prenotazione fino ad esaurimento posti. Dopo anni trascorsi on the road, in Italia e oltreoceano, i Miami & the Groveers approdano sul palco del Meeting pronti a far vivere e vibrare le corde più alte del rock che scorre nelle loro vene.

Progetto Grafico Bruno Monaco

Fotolito e stampa CED Via dell’Industria, 52 Erbusco (BS)

Impaginazione Elisa Compagnoni, Veronica Conchetto, Petra Mistura, Sabrina Scalesciani

Registrazione Tribunale di Rimini n. 16/91 del 15/07/1991


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martedì 24 agosto 2021


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