Quotidiano Meeting | 22 agosto 2021

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Il docente di teologia Javier Prades approfondisce il tema del Meeting di quest’anno

Spettacolo di umanità di Marco Bersanelli La pandemia ha dato una scossa al mondo, nel male e nel bene. Ha messo in discussione, fra l’altro, forme di organizzazione e di espressione che si erano consolidate nei decenni precedenti in ogni ambito della società costringendole a evolvere, o a scomparire. La sfida è arrivata in pieno anche al Meeting. L’“edizione speciale” dello scorso anno si è tenuta in piena emergenza, nello spazio ridotto e tecnologicamente spinto del nuovo Palacongressi di Rimini. Quest’anno, quasi miracolosamente, il Meeting è di nuovo qui, nei padiglioni della Fiera. Ma non è ritornato alla situazione pre-Covid, è andato avanti. Le limitazioni del distanziamento richiedono ancora di portare pazienza, ma alcune novità introdotte lo scorso anno si sono tradotte in nuove possibilità, prima solamente immaginate. Così, ad esempio, quest’anno gli incontri del Meeting si propagano attraverso la rete in tutto il mondo, in tempo reale e in alta definizione. Le mostre utilizzano strumenti multimediali che hanno reso i pannelli rigidi appesi al muro un lontano ricordo. E sulla scorta dell’esperienza nata spontaneamente lo scorso anno, in decine Paesi (dall’Europa all’America Latina, dall’Africa agli Stati Uniti) le “Piazze del Meeting” ripropongono eventi in collegamento insieme a una serie di contributi locali. Molto è cambiato e, possiamo starne certi, molto cambierà. Ma basta girare per i padiglioni della Fiera in questi giorni per rendersi conto che il cuore è quello di sempre: lo spettacolo di umanità che il Meeting rappresenta. La trama di incontri, di dialoghi, di rapporti nuovi che iniziano, di vecchi legami che si riallacciano: ovunque ti giri trovi qualcosa di vivo. Se qualcuno con il passare degli anni lo aveva iniziato a sentire come ovvio, ci ha pensato la pandemia a mostrare che è tutt’altro che scontato. I relatori che vengono qui da ogni angolo del pianeta portano testimonianze e giudizi originali su come va il mondo, dalle grandi metropoli fino alle più lontane periferie [continua a pagina 2]

Dall’io nasce il popolo

Javier Prades, Rettore Università San Damaso di Madrid, si è confrontato con il tema del Meeting, la frase di Soren Kierkegaard, il coraggio di dire io. Prades ha svolto il suo intervento con una introduzione, tre quadri e un epilogo. Nell’introduzione Prades ha ripreso la frase di Kierkegaard affermando che senza mettersi in gioco non vi è comunicazione della verità. Nel primo quadro riferendosi all’opera di Pirandello “Uno, Nessuno e Centomila”, Prades ha evidenziato la condizione esistenziale dell’uomo, che ha smarrito la conoscenza di sé e nello stesso tempo non si sente riconosciuto dagli altri. Nella deriva dell’uomo contemporaneo segnata da solitudine e nostalgia vi è però una crepa da cui passa un fascio di luce. Nel secondo quadro Abramo e Gesù sono la testimonianza da dove nasca il coraggio di dire io, dal rapporto con un Tu. Il terzo quadro fa emergere che il coraggio di dire io nasce da un attaccamento affettivo e genera la nascita del popolo. C’è oggi bisogno di spazi d’azione dove uomini testimoniando la loro libertà aiutano gli altri a ripartire da se stessi. Nell’epilogo Prades ha evidenziato che l’uomo che sa riconoscere il proprio errore dà spazio alla misericordia di Dio che ricrea vita. A pagina 3

Confindustria Plus Radio insiste il coraggio sul vaccino di dire rock A pagina 5

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Meeting News Protagonisti, voci, immagini e servizi nel notiziario quotidiano sul canale YouTube Meetingdirimini


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[segue da pagina 1] (addirittura, dalle particelle elementari fino al centro della Galassia, passando per “I confini di Babele”). Ma qui al Meeting figure di alto profilo dell’impresa o dell’economia, accademici e premi Nobel, sono anzitutto accolti nella loro persona, prima ancora che per il loro intervento. L’io viene prima. È questo che produce in tanti di loro una curiosità inedita che apre alla possibilità di un dialogo vero, al di là di posizioni predeterminate. Intanto le maglie colorate dei quasi duemila volontari ti ricordano che senza di loro il Meeting semplicemente non esisterebbe. Tantissimi di loro sono giovani, altri magari vengono qui fedelmente ogni estate da una vita. Colpisce l’attenzione con cui una ragazza ti indica il parcheggio dopo una lunga giornata sotto il sole, oppure la cura con cui un volontario ingegnere disinfetta centinaia di sedie nel salone; ma colpiscono soprattutto i loro sguardi. Sarà che la mascherina copre il resto del viso, ma quegli occhi hanno una luce di inconfondibile: sono gli occhi di uno che dice “io”. Difficile non domandarsi: quale segreto sta dietro a tutto questo? Marco Bersanelli

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EDITORIAL

Spectacle of Humanity by Antonino Sidoti The pandemic has given a jolt to the world, for better or for worse. It has called into question, among other things, forms of organization and expression that had been consolidated in previous decades in every area of society forcing them to evolve, or to disappear. The challenge also came in full at the Meeting. Last year’s “special edition” was held in full emergency, in the reduced and technologically pushed space of the new Palacongressi of Rimini. This year, almost miraculously, the Meeting is here again, in the pavilions of the Fair. But it has not got back to the pre-Covid situation, it has gone ahead. The limitations of distancing still require your patience, but some innovations introduced last year have translated into new possibilities, only imagined before. So, for instance, this year Meeting encounters are propagated throu-

gh the web all over the world, in real time and in high definition. Exhibitions use multimedia tools that have made the rigid panels hanging on the wall a distant memory. And on the basis of the experience born spontaneously last year dozens of countries (from Europe to Latin America, from Africa to the United States) aka “Piazze del Meeting” propose events together with a series of local contributions. Much has changed and, we can be sure, much is going to change. But if you stroll around Fiera pavilions on these days you would realize that the heart is the same as always: the show of humanity that the Meeting represents. The plot of personal encounters, of dialogues, of new relationships that begin, of old bonds that link back: wherever you look you’ll find something alive. If someone over the years had started to feel it as obvious, pandemic has shown that it is far from be obvious. The speakers who come here from every corner of the planet bring original testimonies and judgments on where the world is going, from the great metropolises to the most distant peripheries (straightaway from elementary particles to

the center of the Galaxy, passing through “The borders of Babel”). But here at the Meeting high-profile figures of business or economics, academics and Nobel laureates, are beforehand welcomed in the person, even before than their intervention. The self comes first. This is what produces in many of them an unprecedented curiosity that opens up the possibility of a true dialogue, beyond predetermined positions. Meanwhile, colored tee-shirts of almost two thousands of volunteers remind you that without them the Meeting simply would not exist. Many of them are young, others perhaps come here faithfully every summer for a lifetime. Struck you the attention with which a girl shows you the parking lot after a long day in the sun, or the care with which a volunteer engineer disinfects hundreds of chairs in the living room; but they strike above all their eyes. It may be that the mask covers the rest of the face, but those eyes have an unmistakable light: the eyes of one who says “I”. Hard not to wonder: what secret is behind all this? Traduzione di Antonino Sidoti


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PRIMO PIANO Il docente di teologia Javer Prades a confronto con il titolo del Meeting

«Per dire io ci vuole un Tu» Tre quadri e un epilogo per raccogliere la sfida lanciata da Kierkegaard di Gianni Mereghetti Javier Prades, rettore dell’Università San Damaso di Madrid, si è confrontato con il tema del Meeting, la frase di Soren Kierkegaard, il coraggio di dire io. Lo ha introdotto Bernhard Scholz, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia tra i popoli. Scholz ha spiegato l’origine della scelta del titolo, facendo capire che la mancanza di realismo del tempo di Kierkegaard che rendeva difficile dire io, perché non si sapeva cosa fosse, è tornata oggi, ma in senso contrario perché la pandemia ha fatto emergere l’esigenza a tornare a dire io. Qui sta il perno della proposta del Meeting di quest’anno, l’invito a tutti a riscoprire il valore del proprio io. Senza mettersi in gioco non vi è comunicazione della verità Il Meeting ha chiesto a Javier Prades di affrontare la domanda così importante per l’uomo di oggi, ogni uomo in qualsiasi condizione si trovi, qualunque approccio esistenziale abbia, qualunque tradizione lo abbia educato. Prades ha iniziato il suo intervento ringraziando i responsabili del Meeting e i volontari perché hanno reso possibile tornare a casa, hanno creato le condizioni per poter essere insieme in presenza. Ha poi ripreso il tema del Meeting facendo presente che Kierkegaard ha fatto questa affermazione perché contro l’astrazione del pensiero idealista e razionalista voleva sostenere che la verità esige una persona che si mette in gioco. «Senza mettersi in gioco non vi è comunicazione della verità» ha detto con forza Prades documentando la sua affermazione con diverse personalità della cultura contemporanea. Gilles Lipovetsky ha scritto che dopo che tutto è crollato è rimasto in piedi solo l’individuo, Charles Taylor ha caratterizzato il nostro tempo come epoca dell’autenticità, Massimo Recalcati si è soffermato sulla follia narcisistica. Don Giussani e don Carron hanno ripreso la sfida di Kierkegaard perché chiama in gioco il soggetto e soprattutto dopo l’effetto Chernobyl che lo ha indebolito esistenzialmente urge una ripresa dell’io. Javier Prades a questo punto ha chiarito il percorso attraverso il quale avrebbe affrontato la sfida posta dalla frase di Kierkegaard: tre quadri e un epilogo. Primo quadro. Uno, nessuno e centomila L’opera di Pirandello fotografa la condizione esistenziale dell’uomo del Novecento, che smarrisce la possibilità di conoscere

se stesso e nello stesso tempo non si trova più riconosciuto dagli altri, tanto da poter essere nessuno e nello stesso tempo centomila. Prades nel suo percorso è poi arrivato a Bohemian Rhapsody dei Queen, alla serie tv Euphoria, al film Nomadland per far emergere il senso di onnipotenza di alcune posizioni e il rovescio della medaglia, una solitudine intrisa di amarezza. L’uomo, e non solo i teenagers, ma anche

i sessantenni e i settantenni, vive il dramma di una grave solitudine, è incapace di legami stabili. Ma in tutta questa deriva Prades avverte «la crepa nel muro: una nostalgia di qualcosa d’altro». Vi è un punto di fuga: tutto sembra crollare, in realtà si apre una prospettiva nuova e affascinante, vi è una crepa attraverso cui passa una luce imprevista ma reale. Prades, prima di passare al secondo quadro, ha fatto eseguire il canto di Adriana Mascagni, Il mio volto. Secondo quadro. Abramo: la nascita dell’io Prades ha iniziato questa seconda parte citando Edith Stein, la sua coscienza di essere fugace, ma nello stesso tempo che nel suo essere fugace vi è un essere duraturo. Von Balthasar afferma a tale riguardo che non è con la meditazione che si può trovare il proprio io ma donandosi ad uno o alla realtà. E’ qui il punto di svol-

ta che viene dal mondo ebraico-cristiano, «per poter dire io ci vuole un Tu, l’uomo ha bisogno di un rapporto cui abbandonarsi totalmente per dire io». Con la personalità di Abramo, come afferma don Giussani si ha «la nascita dell’io». La vocazione di Abramo dà inizio ad una storia nuova, la storia di un dialogo con un Tu in cui l’io trova se stesso. La figura della storia in cui si compie questo rapporto con il Tu è Gesù

di Nazareth, l’uomo che dice io, «prima che Abramo fosse io sono», un io che è diventato compagno di strada dell’uomo. Con Gesù l’uomo scopre di essere perché è amato, «io sono perché sono amato». A questo l’uomo deve rispondere, qui sta l’origine della parola responsabilità, così importante nella vita di tutti. «Alternativa alla solitudine – ha detto Prades – è l’accoglienza di un Altro, è la responsabilità». A questo punto Prades ha fatto vedere un brano dell’intervista a Mikel Azurmendi, proposta lo scorso anno, commentando con grande commozione che Mikel ha capito che cosa significhi responsabilità. Terzo quadro. La nascita dell’io e del popolo Prades ha citato a questo punto don Abbondio, la sua affermazione secondo la quale «Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare». Non è questo il coraggio che invece come dice don Giussani nasce da una simpatia. «Il coraggio di dire io – ha detto

Prades – passa attraverso l’attaccamento affettivo». Così nasce l’io e con la nascita dell’io nasce il popolo. Il sì di Pietro rappresenta così l’origine del popolo cristiano. A questo punto Prades ha fatto riferimento agli «spazi d’azione» di cui parla Ulrich Beck ad indicare che oggi in questo mondo contemporaneo serve un’azione creativa che non accetti i limiti attuali. Prades ha sostenuto con energia che oggi servono luoghi di educazione alla libertà, di educazione alla vita sociale, di educazione al lavoro. C’è bisogno sempre più di luoghi in cui la fede di alcuni aiuti gli altri a ricominciare, perché la vita è una continua ripresa, un inesausto ripartire per vivere pienamente il reale. Epilogo. Sono stato io Prades ha raccontato un aneddoto, un pellegrinaggio in cui i giovani partecipanti erano divisi a gruppi e i gruppi si erano persi. Non si capiva cosa fosse andato male finchè uno dei capigruppo ha detto: «sono stato io!» Una persona che riconosce di aver sbagliato è l’opposto del male che invece ci fa nascondere, ci fa dire «non sono stato io». A questo punto a testimoniare che il riconoscimento del proprio errore è l’affermazione dell’amore di Cristo Prades ha citato una delle pagine più straordinarie del Vangelo, quella in cui Pietro dice a Cristo: «Signore Tu sai tutto». Prades, per affermare che Dio è misericordia, ha terminato il suo intervento con un brano dell’intervento di don Giussani nel maggio del 1998 davanti a Giovanni Paolo II: «Il mistero della misericordia sfonda ogni immagine umana di tranquillità o di disperazione; anche il sentimento di perdono è dentro questo mistero di Cristo. Questo l’abbraccio ultimo del Mistero, contro cui l’uomo - anche il più lontano e il più perverso o il più oscurato, il più tenebroso - non può opporre niente, non può opporre obiezione: può disertarlo, ma disertando se stesso e il proprio bene. Il Mistero come misericordia resta l’ultima parola anche su tutte le brutte possibilità della storia. Per cui l’esistenza si esprime, come ultimo ideale, nella mendicanza. Il vero protagonista della storia è il mendicante: Cristo mendicante del cuore dell’uomo e il cuore dell’uomo mendicante di Cristo.» «Ecco l’io umano più potente, - ha concluso Javier Prades il suo intervento - che ci sia mai stato sulla terra, l’io di Cristo, e la modalità con cui ognuno di noi potrà sempre, anche attraverso i suoi limiti e le sue mancanze, continuare ad avere il coraggio di dire io, di generare così un popolo che renda testimonianza della presenza di Dio vivente nella storia».


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Incontri

Educazione: perchè investire? di Oreste Malatesta L’incontro dal lungo titolo “Investire in educazione oggi vuol dire scommettere sull’alleanza scuola – lavoro” è stato introdotto da Stefano Bolognini, il quale ha provocato gli ospiti citando Mario Draghi, intervenuto al Meeting del 2020. L’ex presidente della Bce in quell’occasione sottolineò l’esigenza di investire sui giovani, cioè sull’educazione. Stefano Bolognini, Assessore Giovani e Comunicazione della Lombardia, ha descritto le conseguenze del debole investimento in materia educativa, quali, ad esempio, una forte dispersione scolastica ed il penultimo posto dell’Italia quanto a laureati in Europa. I modelli positivi, attualmente esistenti, sono da prendere a riferimento per un proficuo investimento.

Gabriele Toccafondi (deputato di Italia Viva) ha ripreso l’idea ed ha indicato, come modello positivo, l’esperienza di don Milani, per il quale la scuola doveva accompagnare i ragazzi in un percorso di conoscenza di sé e di apertura alla realtà. Se i ragazzi non si sentono accolti abbandonano la scuola. Giorgio De Rita, Direttore CENSIS, ha introdotto il tema dell’immaginazione di nuovi spazi, vale a dire di luoghi in grado di ospitare fisicamente il deposito dei valori provenienti dalle precedenti generazioni ed i migliori progetti educativi. Invece le strutture scolastiche attuali, per un terzo, sono ubicate in edifici adattati a scuola, la metà dei quali sono senza agibilità o costruiti oltre 60 anni fa. Paolo Lattanzio, deputato PD, ripren-

dendo un passo del recente intervento del Presidente Mattarella, ha sviluppato l’idea delle “no cognitive” o “character skills”, cioè di quelle abilità personali che influenzano la capacità di lavorare o interagire con gli altri, poco considerate dall’attuale sistema di valutazione. Per Ezio Delfino, presidente di Disal, va rivista la governance del sistema scolastico, inquadrando il tema della libertà di educazione in un necessario rafforzamento dell’autonomia, in senso interdipendente, relazionale (che dialoghi con altri soggetti) e solidaristico (alleandosi con realtà territoriali). La conclusione è stata lasciata ad un esempio di best practice, in un video proveniente da Palermo e visibile nella mostra Alleanza Scuola Lavoro

(Pad. A4): la preside di un Istituto Tecnico (Battaglia) si è mossa, durante il lock down, come un manager, consentendo ai ragazzi di tornare a scuola, in presenza.

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Il presidente di Confindustria all’incontro su “Le imprese e la ripresa” ripropone un accordo tra le parti

Sull’obbligo vaccinale Bonomi (ri)chiama i sindacati medie aziende. Entrambi, infine, hanno testimoniato la loro esperienza interrogandosi sul cambiamento richiesto agli stessi imprenditori. Emanuela Lucchini, riferendosi alla sua esperienza, considera la crisi un’occasione per un salto di qualità: per il fattore ambientale (“passare all’idrogeno”) e il fattore umano (“siamo tornati ad assumere ma occorre individuare percorsi di formazione adeguati”). L’imprenditore? “Accetti di tornare a scuola” per superare le rigidità del modello organizzativo gerarchico a favore di progetti trasversali all’insegna della corresponsabilità”. Attilio Briccola deve questo cambiamento di posizione dell’imprenditore, avvenuta in lui, all’esperienza del “caffè in compagnia”, zoom settimanale di un’oretta (in pausa pranzo), nell’ambito del Board di imprese per l’eccellenza. «Il Covid ci aveva ridotto il fatturato a metà (da 50 milioni a 25) – ha raccontato – e mi aveva preso la paura. La con-

di Maurizio Vitali Per la cronaca politica d’uso, le notizie dell’incontro di ieri su “Le imprese nella ripresa” stanno in due nette prese di posizione del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi: l’appello (con critica) ai sindacati sul vaccino e il green pass in azienda e la bastonata al ministro del Lavoro, Orlando, e alla viceministra allo sviluppo economico Todde, sul decreto in gestazione contro le delocalizzazioni. Il decreto è considerato “punitivo” dell’industria manifatturiera, “principale asset del Paese”. Quanto ai sindacati «sull’obbligo vaccinale nei luoghi di lavoro e nella scuola e il green pass obbligatorio hanno sbagliato a ributtare la palla nel campo della politica, chiedendo una legge», assai improbabile date le divergenze tra i partiti della maggioranza e che comunque arriverebbe alle calende greche. Meglio tornare a un tavolo, subito, e aggiornare il patto sulla sicurezza.

Talk

Un Board di fabbrica per l’Eccellenza: così piccoli e medi imprenditori ritrovano fiducia e iniziativa

Bonomi ha risposto alle domande precise e stimolanti di Dario Di Vico, inviato del Corriere della Sera, che ha moderato l’incontro cui hanno partecipato Guido Bardelli, avvocato amministrativista e presidente della Compagnia delle Opere e due imprenditori di pmi, Attilio Briccola e Emanuela Lucchini. La Lucchini è presidente di ICI Caldaie SpA, e Vice Presidente di Confindustria Verona per le aggregazioni di filiera, Briccola è Ceo di Bric’s, società attiva nel settore borse da viaggio e pelletteria e tra i fondatori della CdO di Como. Entrambi hanno quattro figli, cosa che Di Vico non ha mancato di sottolineare a dimostrazione della dimensione familiare dell’attività imprenditoriale di una pmi che si coniuga con una più ampia responsabilità sociale. Entrambi, poi, sono tra i protagonisti del Board di Fabbrica per l’Eccellenza, progetto CdO per le

Imparare ad imparare

Terzo appuntamento con il format televisivo di approfondimento della Fondazione per la sussidiarietà di Stefano Andrini Giorno dopo giorno il Talk curato dalla Fondazione per la sussidiarietà, come lungo un sentiero di montagna a volte impervio, segna le tappe per la ripresa e le sfide del lavoro che verrà. Il format sarà trasmesso in diretta anche oggi, alle 19, nella hall centrale del Meeting e su numerosi canali social. Il terzo appuntamento del ciclo, dal titolo “Imparare ad imparare”, prende in considerazione l’impatto che i cambiamenti del lavoro avranno sulla società. C’è una domanda chiave che l’incontro cercherà di sviluppare indicando, laddove possibile, alcune risposte praticabili fin da subito. Una nuova stratificazione sociale si sta delineando, ma sarà fonte di maggiore integrazione e convivenza o genererà maggiori divisioni e conflitti? Un passaggio importante, in questa prospettiva, è chiederci - dicono i promotori del ciclo di appuntamenti ambientati nello studio televisivo allestito in Fiera - come ci prepariamo e come ci prepareremo al lavoro. E se saremo pronti alla rivoluzione che ci attende. Passare dal “posto” al “percorso” richiede una formazione continua e una grande disponibilità a rimettersi in gioco da parte di tutte le componenti sociali e della stessa politica. Una formazione continua è necessariamente basata sulla capacità di dare sempre un senso al lavoro che si fa. Siamo pronti a vivere questa sfida e ci sono già le strutture capaci di darci i servizi necessari? Gli ospiti che scenderanno in campo a partire dai settori di competenza (istruzione, università, formazione) porteranno il loro contributo originale per cercare di rendere meno nebulosa la sfera di cristallo del mondo nuovo che ci attende. Alle domande dei giornalisti Massimo Bernardini ed Enrico Castelli risponderanno Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione; Remo Morzenti Pellegrini, rettore dell’Università di Bergamo; Dario Odifreddi, presidente dell’Associazione Consorzio Scuole e Lavoro e presidente della Fondazione Piazza dei Mestieri; Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la sussidiarietà.

In tempi di pandemia il “pavimento” ha tenuto: la responsabilità sociale è nel Dna di chi fa impresa

divisione e il confronto con altri imprenditori in quell’ambito mi ha aiutato a non lasciami irretire e progettare insieme nuove ipotesi su finanziamenti, cassa integrazione, sostenibilità e a prendere decisioni dettate da una speranza nel futuro: per esempio abbiamo investito moltissimo per avere il nostro negozio in Galleria a Milano”. La “compagnia” è il tratto distintivo originario di un “corpo sociale». Concetto ribadito da Guido Bardelli. Che suggerisce il metodo adeguato: non affrettare risposte, ma avere la pazienza di ascoltare, porsi le domande giuste, per poi costruire insieme percorsi di soluzione. «In tempi di pandemia - ha detto il presidente della Compagnia delle Opere - il pavimento ha tenuto. Perché? Perché hanno tenuto le mattonelle». Tradotto: “La responsabilità sociale è costitutiva dell’imprenditore”.


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INCONTRI L’esperienza del Consorzio “Sale della Terra”. Intervista ad Angelo Moretti

«Ognuno può essere accolto e contribuire a cambiare il mondo» di Gianni Mereghetti La Rete di economia civile Consorzio “Sale della Terra” nasce nel 2016. Presidente è Angelo Moretti che, assieme a Riccardo Bonacina, fondatore del settimanale “Vita”, è intervenuto ieri nell’area incontri della mostra “Costruttori di futuro”. «All’origine - spiega Moretti - c’è l’esperienza del volontariato vincenziano. A Benevento, andando di casa in casa, abbiamo incontrato il bisogno di persone disabili, molti di loro con problematiche psichiatriche, e condiviso la loro sofferenza, facendo nascere un centro di accoglienza. Poi abbiamo incontrato il bisogno dei carcerati. Ci è stato chiesto di operare nell’ambito delle misure alternative al carcere e ci siamo presi carico delle persone che dovevano fare dei percorsi di recupero. In questa esperienza abbiamo capito che una vera accoglienza è quella che genera libertà e

lo si può fare partecipando alla pena dell’altro come fosse la tua. Da qui è nata l’idea della libertà partecipata, una libertà del carcerato a cui si partecipa passo dopo passo. Abbiamo poi incontrato i migranti e ci siamo accorti quanto lucro si facesse sul loro bisogno. Noi vogliamo invece realizzare un’accoglienza vera, caricarci sulle spalle il loro bisogno e lo abbiamo fatto con le Sprar a Benevento». Moretti evoca un nuovo tipo di Welfare, che è un primo collettore dello sviluppo sociale. Quelle proposte da “Sale della Terra” sono Cooperative di Comunità: tutta la comunità locale è coinvolta ad affrontare i bisogni che si incontrano. Oggi il Consorzio ha 300 lavoratori che si occupano di artigianato, commercio, agricoltura e turismo. Sono stati aperti negozi che vendono i prodotti locali a Napoli, Torino, Benevento. E’ stata costruita una

rete di fattorie sociali, un bistrot, una pasticceria, agricoltura coesiva in terre abbandonate; l’artigianato inclusivo si distingue in particolare per la linea tessile diventata ormai un trend nazionale. Moretti sente il tema del Meeting molto legato alla idealità di Sale della Terra. «Siamo impegnati - ha detto Moretti - ad accogliere la vocazione di ogni persona debole. Il coraggio dell’io è la storia di ogni individuo che viene accolto e valorizzato e può contribuire a cambiare il mondo». Oggi alle ore 17 nell’area della mostra “Costruttori di futuro” (padiglione C3) vi sarà un incontro dal tema: “Una rete per ripartire. L’esperienza di Insieme per il lavoro”. Interverranno il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, e Giovanni Cherubini della Fondazione San Petronio. L’incontro sarà moderato da Giorgio Paolucci, curatore della mostra.

C’È UN’ITALIA CHE SI INCONTRA UN’ITALIA CHE SI IMPEGNA CHE COSTRUISCE CHE UNISCE C’È UN’ITALIA CHE DIALOGA CHE COMUNICA C’È UN’ITALIA CHE AGISCE UN’ITALIA CHE PARTECIPA C’È UN’ITALIA CHE COOPERA

UNIONE EUROPEA

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UNIONE EUROPEA

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INCONTRI Come valorizzare le bellezze dei territori: presidenti di Regione e ministro a confronto

Turismo, il motore della ripresa

Massimo Garavaglia: «Positivi i dati 2020, guardiamo con fiducia alla stagione invernale» di Paolo Costa «Non voglio più sentire la parola resilienza: dobbiamo essere capaci di guardare avanti, di progettare e costruire con intraprendenza. Insomma, occorre coraggio! Ecco perché Kierkegaard ha visto giusto con la frase che dà il titolo al Meeting». Il ministro del Turismo Massimo Garavaglia interviene in fiera e sparge ottimismo: non dà le cifre («per scaramanzia perché voglio aspettare il resoconto finale»), ma il sorriso che lo accompagna dice già tutto. Si va in tutta Italia (lo confermano i presidenti di Regione presenti) a raggiungere se non a superare il risultato del 2019, lasciando alle spalle l’annus horribilis 2020, quando il settore si distinse per essere tra i più colpiti dalla pandemia. Tra i governatori, Nello Musumeci appare come il più soddisfatto. «In

Sicilia - dice - siamo già oltre il 6% rispetto al 2019 e guardo con fiducia al futuro. Noi eravamo e dobbiamo continuare a essere una tra le sette regioni al mondo preferite come meta turistica». Il risultato è ottimo, ma non deve far sedere sugli allori. Musumeci lo sa e accenna ad alcune priorità: investire su promozione, sicurezza, formazione. «Dobbiamo far arrivare di nuovo le persone dall’estero - dice - e perciò dobbiamo lavorare per farci sentire come una meta sicura, dove i servizi sono di alta qualità. Il nuovo turismo deve essere de stagionalizzato perché la nostra offerta non può essere limitata a una stagione». Hanno sottolineato gli ottimi risultati della stagione estiva anche gli altri governatori: Attilio Fontana (Lombardia), Maurizio Fugatti (Provincia di Trento), Alberto Cirio (Piemonte) e Do-

Dietro l’energia che usi ogni giorno, ci siamo noi.

L’energia non si muove da sola. Noi di Terna siamo il più grande operatore indipendente europeo di trasmissione dell’energia elettrica e la portiamo in tutta Italia, a beneficio di persone e imprese. Con soluzioni innovative lavoriamo per garantire alle prossime generazioni un futuro veramente sostenibile, alimentato da fonti rinnovabili e senza emissioni inquinanti. Perché l’energia è un diritto di tutti. E il nostro dovere ogni giorno.

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natella Tesei (Umbria). A crescere è stato il turismo domestico (turisti dall’Italia) e di prossimità (turisti da Stati a noi vicini), un dato che suscita ottimismo e fiducia che si proiettano anche sull’autunno dei congressi. Fontana, a questo proposito, ha sottolineato l’importanza - anche simbolica - del prossimo Salone del Mobile, che ritorna in presenza. E poi la stagione invernale, che Garavaglia cita più volte come appuntamento che segnerà una vera ripresa. E fa il punto sulle risorse in arrivo: in particolare precisa che gli attesi 460 milioni per gli impianti sciistici sono ormai prossimi a destinazione essendo quasi concluse le procedure di un iter più lungo del previsto. «Ma per il settore alberghiero stiamo progettando - aggiunge - anche un superbonus oltre che a strumenti finanziari per QUOTID. MEETING 2021-3 inserz.pdf

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accedere a un credito d’imposta dell’80%. Individueremo delle formule semplici, facendo tesoro di quello che sta accadendo col 110% evitando i troppi appesantimenti burocratici». «In Italia - ha detto ancora il ministro - il turismo copre il 14% del Pil ma io sono sicuro che potremmo raggiungere il 20%. Che cosa serve per migliorare? Più formazione e più digitalizzazione. Il primo investimento delle istituzioni deve comunque interessare lo sviluppo della rete degli alti istituti di alta formazione per il turismo. Oltre al coraggio, che è indispensabile, occorre infatti molta competenza. Chi lavora oggi nel turismo deve essere in grado di progettare l’attività con grande anticipo, di rinnovare le strutture e l’offerta, di comunicare di più e meglio, di intercettare nuovi clienti». La lista non è chiusa, volutamente. 04/08/21

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INCONTRI La presentazione molto particolare della mostra “Guareschi, un mestiere anche per me”

La fisarmonica di don Camillo di Daniele Maria Ragno Gli eventi legati a Giovannino Guareschi non sono mai scontati. Così, questa volta, sono state le voci di Gianni Govi e di Enrico Beruschi a stregare il pubblico, introducendolo in un viaggio lungo le terre padane, luoghi natii di Giovannino Guareschi, e dando vita a uno scenario pittoresco che ha descritto nella sua particolare vivacità il carattere dello scrittore parmense. Mentre la fisarmonica di Corrado Medioli e gli strumenti a fiato di Eugenio Martani accompagnavano i racconti con musiche della tradizione, nello stupore generale hanno fatto la loro apparizione in fiera nientemeno che don Camillo e Peppone (Abdon Boni e

Giulio Bersellini, attori che animano da oltre vent’anni le manifestazioni e le sagre popolari). Le storie rappresentate riflettono l’arguzia tipica della penna di Guareschi, subito riconoscibile per lo stile ironico: i personaggi che costruisce sono vasi in cui si crogiolano passioni e contraddizioni dell’umano, persone così diverse nei principi e nel temperamento, eppure dipendenti le une dalle altre quando costrette a muoversi nel medesimo orizzonte fisico e sociale. Un quadro in movimento che conferisce grande dignità al dialogo e al binomio del lavoro con la vita, sotto il segno della convinta fede cattolica dello scrittore.

Dai racconti della bassa reggiana si è passati a storie di vita vera, come quella di don Giancarlo Plessi, presidente del Centro di Spiritualità Mons. Manfredini di Piacenza, un «don Camillo in carne ed ossa» come lui stesso si è definito in modo scherzoso. Il parroco ha testimoniato l’esperienza accanto ai giovani dell’oratorio e la nascita della vocazione al sacerdozio, percorso maturato attraverso l’incontro con persone interamente offerte a Cristo, in particolare don Giussani. A concludere l’incontro Egidio Bandini, presidente del Gruppo Amici di Giovannino Guareschi: «Il Gruppo è un’associazione che dal 1988 si occupa di tra-

smettere la memoria dello scrittore con mostre e incontri presso Fontanelle di Roccabianca, suo paese natale. Il 5 settembre alle ore 17 a Brescello ci sarà la rievocazione del film “Il compagno don Camillo”, evento che, in collaborazione con la Pro Loco, ospiterà la riproduzione della piazza con la statua del soldato russo, luogo in cui è ambientata la pellicola di cui a seguire avverrà la proiezione». L’incontro si lega alla mostra allestita al padiglione D3 “120 meno 50 uguale 70”, dedicata agli anniversari di Gino Cervi, Fernandel e al primo film della serie. Non mancate!


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In onda

Meeting Plus Radio: tutto in diretta Laboratorio educativo: i microfoni dei giovani di Camplus danno voce ai protagonisti della settimana. Podcast e rubriche tematiche per raccontare l’edizione 2021 di Marta Bettiol Scovare lo studio radiofonico: è qui che comincia l’avventura di Meeting Plus Radio. Incastonati nei corridoi della ex area stampa, di fianco alla Sala Neri, i ragazzi di Camplus, realtà di collegi universitari di merito presente in tutta Italia, hanno costruito la loro roccaforte, tra microfoni penzolanti, teli fonoassorbenti e piante recuperate dagli angoli dimenticati della Fiera. Sul bancone centrale è un trionfo di appunti, cartelle, bottigliette d’acqua, mentre intorno si accende la frenesia dei minuti che precedono la messa in onda. C’è chi prova il segnale audio, chi manda le ultime mail, chi ripete le frasi d’apertura rannicchiato in un angolo mentre Chiara Carmeni, conduttrice della diretta mattutina, si scalda la voce per le due ore di trasmissione che la attendono. Meeting Plus Radio è la web radio del Meeting, creata nel 2020 dalla collaborazione con Camplus. Nella scorsa edizione gestiva una finestra radiofonica di un’ora al giorno, condotta da Alessandro Menghini, composta da interventi e commenti alla mostra “Esseri viventi”, sponsorizzata da Euresis e Camplus. Le nuove proposte Quest’anno è arrivata tutta la squadra a dare man forte, un team di 15 persone radunate dai vari collegi come volontari, ma con lo stesso obiettivo: dare una voce ufficiale al Meeting numero 42. Provengono da percorsi di studio differenti, c’è chi ha studiato ingegneria, chi frequenta un indirizzo umanistico, chi sta dando gli ultimi esami di medicina: background diversi che si mescolano e si arricchiscono a vicenda, e da cui scaturisce la poliedricità dei contenuti radiofonici. Il palinsesto si compone di due fasce orarie principali, quella mattutina, dalle 11 alle 13, e quella pomeridiana, dalle 17 alle 19. Nella scaletta si susseguono podcast, interviste, rassegna stampa e rubriche tematiche, nate da un corposo lavoro nei mesi precedenti l’inizio del Meeting. «Lavorare da remoto è stata una bella sfida, soprattutto non conoscendoci tutti di persona, ma il clima è sempre stato entusiasta e propositivo» racconta Chiara Carmeni, studentessa all’Università di Bologna e redattrice di Plus Radio. Nascono così “BookCorner”, a cura di Tommaso Baronio, “Il coraggio di dire io” di Ales-

sandro Meneghini, “Il coraggio di dire rock”, di Paolo Vites. L’offerta mediale spazia orizzontalmente dai protagonisti del giorno ai consigli di lettura, dalle interviste ai volontari alle reazioni a caldo di chi segue il Meeting dalle piazze. Si mettono in risalto le sfaccettature del tema conduttore di questa edizione e la ricchezza intrinseca della manifestazione, che risiede nell’unione volontaria di elementi apparentemente lontani.

#cuoriconnessi

Dire no al cyberbullismo Un progetto promosso da Unieuro con la Polizia di Stato di Valeria Vimercati «Gli obiettivi raggiunti hanno i nomi e i volti dei ragazzi che hanno trovato la forza di parlare, di denunciare la loro solitudine, di dire no al cyberbullismo». Sono le parole di Luca Pagliari, giornalista impegnato in prima linea nell’iniziativa #cuoriconnessi, promossa da Unieuro in collaborazione con la Polizia di Stato. I promotori del progetto, avviato sei anni fa per sensibilizzare studenti insegnanti e famiglie sul tema del cyberbullismo e quindi sull’utilizzo corretto e responsabile della tecnologia, sono presenti al Meeting con una mostra interattiva allestita nel padiglione A3. Lo scopo è duplice: «condividere con il pubblico del Meeting le storie e i valori del progetto ed incontrare le famiglie per offrire loro l’occasione di visitare la mostra dedicata al tema», spiega in una nota Unieuro, leader nel mercato italiano della distribuzione elettronica di consumo ed elettrodomestici. L’intento di questa e delle altre iniziative legate a #cuoriconnessi è quello di «fornire qualche risposta a tutte le problematiche che derivano dall’utilizzo del web e degli smartphone», spiega Pagliari. Per visitare la mostra è sufficiente inquadrare con il proprio smartphone il QR code presente su ogni totem per essere introdotti nelle storie e nelle vite di questi ragazzi, che hanno avuto il coraggio di dire io. La voce narrante è quella di Pagliari, che ha raccolto queste e altre storie nei due volumi “#cuoriconnessi – storie di vite online e di cyberbullismo” e “#cuoriconnessi – tu da che parte stai?”. I due volumi, scaricabili gratis dal sito www.cuoriconnessi.it, sono stati distribuiti gratuitamente in 400.000 copie nei punti vendita Unieuro e migliaia di scuole li hanno utilizzati come testi didattici, perché non sono racconti che hanno una morale – annota Pagliari – ma sono storie prese per essere discusse. Ci interessa che i ragazzi e le famiglie comprendano che da soli non si va da nessuna parte. La condivisione rende i pesi più sopportabili».

Sguardi dalla redazione La metafora si concretizza perfettamente nella riunione pomeridiana di redazione, quando la stanzetta afosa viene travolta dall’arrivo dei redattori, che la riempiono velocemente di un caldo odore di caffè accompagnato dagli aneddoti della mattinata. La voce di Paolo Cremonesi, giornalista, ex caporedattore al Giornale Radio RAI, interrompe il chiacchiericcio e dà il via ufficiale alla riunione. Si passa al setaccio la scaletta del palinsesto serale, si discutono le proposte per le interviste, si spulciano i convegni del giorno successivo, ognuno mette sul piatto i propri studi e competenze. «Quest’anno abbiamo voluto concentrarci sulla produzione di contenuti di qualità, che ampliassero l’esperienza del Meeting sia per le persone presenti qui in Fiera che per chi ci segue da casa – spiega Carmeni – Nella scorsa edizione, che si è svolta principalmente online, il nostro obiettivo era quello di mantenere un’interazione viva e costante con il pubblico da casa, mentre quest’anno abbiamo voluto mettere un pezzettino di noi, delle nostre passioni e inclinazioni, per poter raccontare la manifestazione in più sfaccettature possibili». Una fucina educativa Tutto questo non sarebbe stato possibile senza la guida di professionisti del settore come Paolo Cremonesi, Camilla Vettori e Concetta Russo. «La Radio del Meeting è una fucina educativa, - afferma Cremonesi - dove i ragazzi possono mettersi alla prova in un campo nuovo per loro, ampliando le loro conoscenze ma soprattutto crescendo nel loro lato umano». In Meeting Plus Radio si riassume lo spirito portante della fiera, dove il volontariato incontra la professionalità, trasformando l’esperienza in un’occasione di crescita educativa per tutti.


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Compagnia delle Opere

Nel volo (e nel cuore) di Icaro di Giorgio Garrone L’opera di Henri Matisse “L’Icaro” è il fil rouge che introduce i visitatori nell’area “Vivere di imprese” della Compagnia delle Opere. L’installazione artistica in 3D si presenta come un insieme di pezzi scomposti. Il messaggio? Catturare l’attenzione del visitatore al quale si chiede di ricercare «il punto di vista ideale». «Tutti gli altri punti di vista risulteranno parziali, perché permettono di cogliere soltanto alcuni aspetti dell’immagine slegati tra loro, - sottolinea Andrea Benzoni, responsabile degli allestimenti della CdO - mentre quello “ideale” è il solo a restituire la corretta visione d’insieme. e richiede il proprio orientamento personale, il “coraggio di dire io” per essere gustata in tutta la sua bellezza».

Una scomposizione tridimensionale del celebre dipinto di Henri Matisse porta di ingresso dell’area “Vivere di imprese”

«L’opera di Matisse – prosegue Benzoni introduce ad un percorso espositivo che racchiude un arco temporale che va dal 20 marzo 2020 a oggi, un anno e mezzo segnato dal dolore e dall’incertezza per la crisi causata dalla pandemia del Covid. Un periodo anche contrassegnato per tante imprese dalla voglia di rinascere, o meglio, dal coraggio di volare, come per Icaro, di ripartire». Intorno all’area sono presenti gli stand delle imprese suddivisi per settore le quali, nella settimana del Meeting fino a mercoledì prossimo, daranno vita ad un programma di incontri e di testimonianze, come riportato in allegato. Quali le imprese e i temi trattari al Meeting? Dalle cooperative sociali che sono state presentate nei giorni scorsi, si prosegue con altre realtà educative incentrate su temi di particolare attualità, quali il reclutamento e la formazione dei docenti, le criticità e le proposte, per ricostruire fiducia in una generazione che genera uomini. Domani mattina sono in programma le

testimonianze di CdO Energia sul ruolo dell’Europa e le problematiche energetiche nel presente e nel futuro; mentre nel pomeriggio, gli interventi di CdO Meccanica. Martedì sarà la volta del settore turistico, affrontando i temi del vivere il turismo da protagonisti, con un ambiente per la persona e l’ecologia integrale e la logistica umanamente sostenibile. Mercoledì pomeriggio la chiusura con i temi del lavoro e il futuro nel post pandemia e le conclusioni di CdO Agroalimentare sul marketing della bellezza delle imprese e dei prodotti. Tornando al tema introduttivo, l’opera di Matisse appartiene al genere delle installazioni anamorfiche. Alta circa quattro metri nel suo punto massimo, possiede questa caratteristica unica: richiede la collaborazione attiva di chi la osserva per poter essere “completata” e compresa pienamente. Si tratta di un soggetto molto caro sia alla Compagnia delle Opere, sia al Meeting di Rimini: l’installazione è stata realizzata dal team di artisti di Truly Design. Conclude Andrea Benzoni: «Anche nella difficile ripartenza dopo la pandemia, la nostra associazione vuole continuare a proporsi come un luogo in cui imparare a guardare insieme la realtà, affrontare le sue sfide, in particolare quelle professionali e sociali, con il desiderio che ciascuno possa maturare uno sguardo unico e insostituibile e possa esprimere sé stesso con libertà e responsabilità». Il presidente della CdO Guido Bardelli torna sul significato della mostra con questa dichiarazione: «Il percorso che inizia dall’installazione prosegue nella vita associativa delle imprese in questi mesi in particolare nel progetto Sirio, spiegato all’interno della mostra, dove le imprese sono guidate in un percorso contraddistinto da tre pilastri fondamentali: leadership, business management e connettività digitale, elementi necessari per guidare le piccole medie imprese in un orizzonte di sviluppo». Bardelli sottolinea un dato fondamentale che emerge nel periodo della pandemia : ottocento nuove imprese si sono associate alla CdO. «Un segnale - dice - che fa emergere una voglia per gli imprenditori di stare e di costruire insieme, spiegato bene nei pannelli che raccontano la storia di Amedeo Peter Giannini, che diede un impulso decisivo al Piano Marshall. Un grande sostenitore dei lavoratori italiani impegnati negli Stati Uniti».


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In mostra

Serie Tv: anche le storie più oscure hanno fame di luce. «Io ho scelto di vedere la bellezza» di Stefano Andrini «Il narratore prende ciò che narra dall’esperienza – dalla propria o da quella che gli è stata riferita – e lo trasforma in esperienza di quelli che ascoltano la sua storia». È una frase di Walter Benjamin il “Virgilio” che accompagna i visitatori della mostra “Una domanda che brucia. Incontri e scoperte nel mondo delle serie tv” allestita nel padiglione A1 della Fiera di Rimini. E sono proprio gli amatissimi eroi, dalla loro metaforica collina di Spoon River, a raccontarsi prendendo per mano occhi mai stanchi di stupirsi tra video e citazioni emblematiche. Come quella di Rocco Schiavone: «È come stare in trincea. Solo che il nemico è senza nome, e te lo porti dentro». In questo viaggio nei gironi, a volte infernali, della fantasia spuntano fattori umani che non t’aspetti. O della, protagonista di Westworld: in mezzo a tutto il disordine e alla bruttezza Dolores comprende che c’è un’altra possibilità oltre a quella di distruggere il suo mondo: restituire agli umani, e condividere

Quando la fantasia “inciampa” nella realtà con loro, una promessa di bellezza. La ricerca di Rust Ancora la ricerca di un senso ultimo, nonostante tutto, è al centro di True Detective anche se nell’epoca del nichilismo sembra tramontata la possibilità di capire il motivo per cui ciascuno di noi è al mondo. Per ben diciassette anni Rust e Marty vanno a caccia di un serial killer, ma soprattutto del loro stesso io, per esorcizzare l’assurdo dell’esistenza e poter scommettere ancora sulla propria vita. È come una discesa nell’abisso quella che i due dovranno compiere, non solo per incastrare l’assassino, ma anche per scoprire un senso possibile, una luce che li aspettava al fondo del buio. Anche la lotta per la verità fa la parte del leone nei pannelli dedicati dalla mostra alle serie tv. È il caso di Chernobyl che prende spunto dai racconti dei testimoni oculari del disastro alla centrale nucleare. Protagonista è lo scienziato Valerij Legasov che si trova a fare i conti non solo con l’emergenza ma anche con le menzogne di un sistema di potere animato solo dalla volontà di difendere i propri privilegi. Ciò che è in gioco, scoprirà Legasov, è la libertà, la possibilità di dire senza vergogna:

«Io so chi sono e so quello che ho fatto». Completa la mostra un’appendice davvero sfiziosa: il dietro le quinte di serie tv raccontate dai grandi creatori di storie.

Si esce con un retrogusto di emozione e di domande. Insieme a un pensiero indelebile tratto da Westworld. «C’è bruttezza in questo mondo, il disordine … io ho scelto di vedere la bellezza».

«Molti di noi sono attirati dalle serie tv – sottolinea Cesar Senra Riesgo – ovvero da racconti e storie che in un certo senso sono una nuova letteratura. Vediamo raccontata una comprensione del mondo d’oggi, la sfida del mondo contemporaneo, i limiti e i tentativi di risposta e la ricerca di una possibilità di essere uomini. Sono racconti di persone vulnerabili come noi e con ferite che possiamo avere tutti. Certe serie tv con i loro racconti aiutano a capire il mondo.» E lei che cosa vede nelle serie tv? Alcune sono molto forti e con un sottofondo nichilista. «Io cerco di vedere nelle serie tv qual è il punto di verità, di grido, di domande che tante volte ci sono dentro un contesto anche moralmente discutibile. E’ vero che

talvolta le serie tv esprimono un mondo molto nichilista ma in alcuni personaggi non vince il nulla, perché c’è il grido dell’essere ed erompe. Questo mi aiuta a guardare il mondo d’oggi che non è definito dal nulla ma dalla domanda di senso che è presente e attende di essere riconosciuta». Che rapporto hanno i giovani con le serie tv? «Sono grandi consumatori delle serie tv – risponde Cesar – a volte solo per distrazione, a volte scoprono delle cose belle per loro. Si trovano in un mondo a pezzi e le serie lo evidenziano, ma sempre si apre uno spiraglio per la ricostruzione, perché l’essere umano non è definito dalla divisione, è la sua domanda di unità a segnarlo».

I curatori

Un grido dalla Chernobyl di oggi di Gianni Mereghetti «La mostra “Una domanda che brucia. incontri e scoperte nel mondo delle serie tv” nasce da un gruppo di persone – dice César Senra Riesgo, uno dei curatori dell’evento espositivo – che vedendo le serie tv hanno colto un’attrattiva nelle problematiche e nei personaggi che ne sono protagonisti. Nelle serie tv sono presenti tutti i problemi dell’uomo di oggi, dal male che lo avvince al grido che lo caratterizza, alla ricerca di risposte dal di dentro di ogni situazione in cui si trova a vivere». Che cosa attrae delle serie tv? Perché molti fin da prima della pandemia e ancor di più nei lunghi momenti di lockdown hanno passato tanto del loro tempo incollati a trame senza fine che scorrono sul video?


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FUNDRAISING

Non per soldi, per condividere di Gigi Brioschi Ma nessuno in questi anni vi ha mai considerato gabellieri come Matteo? La domanda provoca una espressione di stupore sul volto di Manuela Gruner e Alessandro Bini. «No mai o almeno nessuno ce lo ha mai detto» risponde con sicurezza Alessandro. Eppure “fundraising” significa raccolta di fondi. «Ma noi non cerchiamo soldi. In primo luogo ci interessa incontrare la persona che vuole dire condividere una esperienza, farla emergere». Esperienza? «Si esperienza di un posto vero, bello e ricco per sé e per tutti». Manuela e Alessandro sono volontari del fundraising da sei anni. «Ma seguiamo il Meeting da sempre racconta Manuela - dalla prima edizione». Ovviamente non tutti gli anni tutte le giornate, i casi della vita non sempre sono prevedibili. Poi la decisione di fare

i volontari. Come mai, cosa ha fatto maturare questa scelta? «Perché era diventato un avvenimento vitale per il mondo e per noi stessi». E alla domanda seguì la proposta del Meeting di occuparsi della raccolta fondi. «Non sapevamo nulla in merito, ma non approfondimmo, accettammo si potrebbe dire per obbedienza. Ma fu una esperienza esaltante». Ore dietro un banchetto a cercare fondi? «Il punto non sono in primo luogo i soldi ma incontrare le persone e la loro umanità. Poi puoi incontrare il ragazzino che dona dieci euro raccolti con gli amici o chi versa 5.000 euro». Un poco come la parabola evangelica viene da pensare. Ma le grandi opere della Chiesa, dalle cattedrali agli ospe-

dali, hanno una storia simile di finanziamento. «Esaltante è incontrare una umanità e poter proporre una cosa bella». Già ma sei giorni l’anno? «Mai sentito parlare di MeetTheMeeting? - chiede Manuela - Tutto è iniziato tre anni fa in sordina e solo in sei città. Si trattava di omaggiare vino a fronte di donazioni» Nel 2019 l’iniziativa si è ripetuta coinvolgendo decine di città con

presenza nelle piazze con iniziative culturali e presentazione del Meeting. Due gli obiettivi raccogliere fondi ma anche promuovere l’edizione di agosto. «Questo ha comportato che le persone delle singole città si adoperassero nel lavoro di organizzare le iniziative e trovare donatori per il vino. Un’occasione che ci ha permesso di coinvolgere i nostri amici».

Ciao sono Chim Chim!

Ti aspetto nella Hall Sud per esplorare l’Isola di Mauaga. Giocando scopriremo insieme la strada per un futuro migliore.


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IN FIERA Alla scoperta del padiglione della Cooperazione internazionale (B1)

Educare alla sostenibilità

L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e i suoi 17 obiettivi spiegati a grandi e piccini di Emilia Leban e Cecilia Rossi Cooperazione e solidarietà internazionale spiegate ad adulti e bambini nel padiglione (B1) allestito dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Qui i Sustainable development goals (Sdg) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sono i protagonisti dell’area: diciassette obiettivi che l’Onu si impegna a perseguire per porre fine alla povertà, lottare contro l’ineguaglianza, affrontare i cambiamenti climatici e costruire società pacifiche. A presentarli è un muro didattico e interattivo dal titolo #insiemepergliSdg. Un itinerario di pannelli di legno, spago, adesivi e buoni propositi per illustrare con semplicità l’Agenda ai visitatori. Imparare giocando Gli “avventurieri” sono chiamati a scegliere uno degli obiettivi. O meglio, è l’obiettivo che sceglie loro, attraverso una “ruota della fortuna” dello sviluppo sostenibile. «Tranquilli – dice una volontaria dell’area – si vince sempre! Riceverete un braccialetto colorato in base all’obiettivo su cui si ferma la ruota». Grandi e piccoli si divertono a rispondere ai quiz sugli schermi o a legare i fili

sui giusti bottoni per tracciare la propria carta d’identità sostenibile. In più, per i bambini, sono organizzati tanti laboratori e attività educative utili a comprendere giocando come avvicinarsi a una vita sempre più sostenibile. Agli estremi del salone internazionale, troneggiano due ulivi in cima a una collina artificiale. Simbolo del settore agricolo pugliese e del Mediterraneo, l’ulivo è stato scelto come logo dal Ciheam, l’Istituto agronomico mediterraneo con sede a Bari, specializzato in programmi di ricerca e cooperazione internazionale volti a promuovere l’agricoltura sostenibile nel Mediterraneo. Un futuro responsabile Tra gli obbiettivi dell’Agenda spicca quello della sicurezza alimentare cui è dedicata la “collina della food security”: sviluppata con il sostegno di Fao e Coldiretti, è sormontata da sei schermi incentrati su temi legati al cibo, come la recente Dichiarazione di Matera. L’alimentazione è certamente responsabilità e impegno, ma anche elemento di condivisione da celebrare, oltre che da gustare: sul muro intitolato “Colora il tuo cibo preferito”, armati di pennarelli, gli

ospiti del padiglione possono divertirsi a colorare le sagome di diversi alimenti del mondo, dall’avocado al formaggio. Si può, inoltre, lasciare un piccolo messaggio in un apposito spazio intitolato “il futuro è nelle nostre azioni”, per riporvi le proprie speranze, timori e desideri. «Siamo soddisfatti di essere nuovamen-

te presenti al Meeting e di vedere un’ampia partecipazione di giovani e famiglie ai nostri incontri – ha dichiarato l’ambasciatore Giorgio Marrapodi, direttore generale della Cooperazione allo sviluppo del ministero degli Esteri – ad oggi abbiamo registrato già molte visite nel nostro padiglione #1Italiachecoopera».

Dalla sfida alimentare alla formazione dei professionisti, creando opportunità di lavoro concrete

Testimoni di un metodo che funziona C’è un’Italia di cooperanti che anima progetti originali destinati a durare nel tempo di Alice Tombesi «Food for all, cibo per tutti». A lanciare l’appello dal palco del Meeting è Marina Sereni, viceministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, sottolineando come «l’obiettivo zero fame nel mondo, da raggiungere entro il 2030, si è allontanato con la pandemia; noi ministri degli Esteri ci siamo incontrati per il G20 a Matera e abbiamo voluto mettere al centro il rischio che la crisi sanitaria si trasformi in crisi alimentare». Intervenendo sul progetto Food Coalition promosso dall’Italia nell’ambito della Fao, il viceministro ha ricordato l’importanza di un approccio multilaterale e multisettoriale, quello emerso dalla Dichiarazione di Matera, che coinvolge tutti i paesi membri sul tema dell’alimentazione. A confermare la strategicità di un simile approccio, non soltanto in tema di

emergenza alimentare, i racconti degli ospiti all’interno del padiglione “C’è un’ Italia che coopera” (B1). Don Dante Carraro, presidente di Medici con l’Africa Cuamm, una ong che promuove e tutela la salute delle popolazioni africane, gestisce 23 ospedali in otto Paesi. Secondo il sacerdote la formazione è fondamentale: non medici per l’Africa ma con l’Africa, cui insegnare e dare la possibilità di crescere diventando protagonisti. «Due anni fa – ha raccontato – nel sud Sudan si sono laureate 20 ostetriche». Di formazione ha parlato anche l’ambasciatore Giorgio Marrapodi, direttore generale per la cooperazione allo sviluppo del ministero degli Esteri: «Per avere maggiore benessere – ha detto – bisogna lavorare insieme e per farlo bisogna andare a cercare gli attori e invitarli a fare sistema». Tanti i progetti a cui ha fatto riferimento. In un campo

profughi della Giordania, ad esempio, c’è Oasis, un progetto che permette alle donne di produrre kit per l’infanzia: «Imparano un mestiere o migliorano quello che già sanno fare». Anche il documentario “I am a farmer I am a women” del progetto Gemaisa è incentrato sulle donne. «È rivolto alle donne di Egitto, Libano, Tunisia, Palestina e Marocco ed è realizzato dall’Istituto agronomico mediterraneo di Bari, il Ciheam, con i fondi della Cooperazione italiana – ha spiegato il regista e giornalista Ernesto Pagano -. Abbiamo sostenuto diverse filiere in cui lavorano donne, le abbiamo aiutate a prendere coscienza del ruolo che rivestono all’interno della società e in famiglia». Nel documentario le storie di dieci donne, come quelle di Reda, che vive in Egitto e coordina sessanta donne che realizzano ricami tradizionali, o Fatima, che in Marocco produce miele

insieme a una decina di donne che hanno infranto il tabù dello “eib”, la vergogna di uscire dall’ambiente familiare per lavorare. A parlare di mare e comunità costiere Antonio Errico, che ha detto: «Il Ciheam nasce da un’idea di “migranti” andati via dalla Puglia e poi tornati, consapevoli di vivere in un luogo in cui valesse la pena rimanere» e che si impegnano ogni giorno nella tutela degli ecosistemi rurali e costieri. Tra gli altri interventi anche Samuele Rizzo. Nato in Uganda e cooperante Avsi, Samuele è cresciuto in un ambiente votato al sostegno all’altro: «Mio padre faceva il medico in Africa e mia madre l’infermiera. L’Uganda è uno dei paesi più giovani al mondo ma c’è un grosso problema di disoccupazione giovanile. Tra i progetti Avsi c’è quello di generare lavoro tra i giovani sviluppando delle opportunità per coinvolgerli».


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SPETTACOLI Questa sera a Rimini Federico Mecozzi in concerto

«I miei universi musicali» di Davide Amata «Sono stato un chitarrista dai cinque ai dodici anni, ero convinto di diventare cantautore, scrivevo canzoni, mi ispiravo a De André». Federico Mecozzi, giovane violinista, classe 1992 di Rimini, questa sera alle 21.30 chiuderà con il concerto in Piazza Tre Martiri il tour estivo dedicato al suo primo album da autore solista “Awakening”, iniziato il 4 luglio nell’abbazia di Santa Maria di Morimondo. «Ѐ la prima volta che suono in piazza Tre Martiri, sono andato a sentire Uto Ughi per ambientarmi, è bella l’idea di invadere il centro storico di Rimini con la musica». Come ha scoperto la sua passione per il violino? «A dodici anni ho deciso di iscrivermi al conservatorio di Rimini, così mi sono avvicinato al violino. Avevo alcune fi-

gure di riferimento come Angelo Branduardi, che suona il violino in modo originale ispirandosi alle antiche ballate, e Mauro Pagani della Pfm polistrumentista e violinista innovativo. Quando ho iniziato a suonare il violino è stato amore a prima vista, è uno strumento che ti cattura pienamente». Quando si è avvicinato alla musica folklorica irlandese e scozzese? «Quell’universo musicale l’ho respirato in casa, mio padre è sempre stato un grande appassionato. Sin da bambino ho prediletto la tradizione nord-europea, la musica celtica di stampo irlandese, quella bretone. Ho fatto anche parte di un trio di musica bretone approfondendo molto quel repertorio. Tutt’ora esploro senza pregiudizi qualsiasi mondo musicale». Lei è spesso in giro per il mondo, accompagnando dal 2009 Ludovico Ei-

naudi nei suoi concerti. Al tempo stesso si intuisce dai suoi video musicali l’amore per la Romagna… «Ho avuto la fortuna di viaggiare tanto, compiendo diverse volte il giro del mondo. E’ un’esperienza che ti arricchisce e offre mille spunti sul piano artistico. Il fatto stesso di girare molto mi ha aiutato a riscoprire le mie radici. Ogni volta ritornare è qualcosa di toccante, è bellissimo rientrare a casa e suonare». C’è un incoraggiamento che desidera rivolgere ad altri musicisti che stanno attraversando momenti difficili per il blocco dei concerti? «Ci vuole tantissimo impegno, non bisogna perdersi d’animo. Ѐ necessario cercare una propria strada che ti renda diverso dagli altri. Ho sfruttato questo periodo di assenza dai concerti per scrivere, ho preparato quello che sarà il mio prossimo album».

Pupi Avati

I giovani, il talento e il maestro di Valeria Vimercati «Nessuno dei presenti non rappresenta un’assoluta eccezione irripetibile, nessuno dei presenti può dire di non essere il prescelto, il più amato, quello che comunque dovrà rispondere prima o poi di questo talento». Le parole che il regista Pupi Avati aveva rivolto alla platea del Meeting 2005 risuonano ancora come un accorato invito a prendere sul serio i propri talenti per metterli a frutto e far fiorire la propria vita. Ma scoprire i talenti non è scontato. Occorre incontrare un maestro, proprio come Avati, che oggi torna al Meeting per il dialogo “I giovani, il talento e il maestro” (ore 13 Sala Generali), introdotto da Otello Cenci, responsabile spettacoli Fondazione Meeting. L’incontro sarà trasmesso in diretta su Telepace.

Il tempo e i luoghi del coraggio

Pad. A3


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OGGI IN FIERA SANTA MESSA Ore 11:00 | Auditorium Intesa Sanpaolo D1 Sala Generali B4 | in collegamento Presiede S. Ecc. Mons. Francesco Lambiasi, Vescovo di Rimini. I GIOVANI, IL TALENTO E IL MAESTRO Ore 13:00 | Sala Generali B4 In diretta su Telepace Dialogo con Pupi Avati, Regista. Introduce Otello Cenci, Responsabile Spettacoli Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli. Con il sostegno di TIM. È L’ORA DELLA PARTECIPAZIONE Ore 13:00 | Sala Ravezzi Caterina Cesana, Insegnante presso cooperativa sociale In-Presa; Claudia Fiaschi, Portavoce Forum del Terzo Settore; Marco Morganti, Responsabile Direzione Impact Intesa Sanpaolo; Carlos Olivero, Sacerdote, Familia Grande dell’Hogar de Cristo, Argentina; S. Ecc. Mons. Filippo Santoro, Arcivescovo di Taranto. Introduce Stefano Gheno, Presidente Cdo Opere Sociali. Con il sostegno di Intesa Sanpaolo. L’ENCICLICA “FRATRES OMNES” Ore 15:00 | Auditorium Intesa Sanpaolo D1 In diretta su Telepace e TV2000 Damir Mukhetdinov, Primo Vicepresidente del Consiglio religioso dei musulmani della Federazione Russa e Segretario esecutivo del Forum Internazionale Musulmano; David Rosen, Direttore internazionale degli affari interreligiosi del Comitato Ebraico Americano e Direttore dell’Istituto Heilbrunn per l’intesa interreligiosa internazionale; S. Em. Card. Louis Raphaël I Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei; S. Em. Card. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna. Introduce Roberto Fontolan, Direttore del Centro Internazionale di Comunione e Liberazione. Con il sostegno di Tracce. ISTITUZIONI INTERNAZIONALI E MULTILATERALISMO ALLA PROVA IN TEMPO DI COVID Ore 17:00 | Auditorium Intesa Sanpaolo D1 In collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Luigi Di Maio, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale;

Direttore Gianfranco Giuliani Direttore responsabile Cesare Trevisani

Emma Marcegaglia, Presidente B20; Francesco Rocca, Presidente della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, Presidente nazionale Croce Rossa Italiana. Introduce Bernhard Scholz, Presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli. In occasione dell’incontro Intervento di saluto di Luca Beccari, Segretario di Stato per gli Affari Esteri, la Cooperazione Economica Internazionale e le Telecomunicazioni della Repubblica di San Marino. Con il sostegno di CIHEAM Bari, Tracce. LA TRANSIZIONE ECOLOGICA E VETTORI ENERGETICI: L’IDROGENO Ore 17:00 | Sala Generali B4 In collaborazione con Cdo e Punti Impresa Digitale delle Camere di commercio. Daniel Alfreider, Assessore alle infrastrutture, viabilità e mobilità della Provincia autonoma di Bolzano; Alberto Dossi, Presidente H2it; Marco Piuri, Direttore Generale FNM e Amministratore Delegato Trenord; Luigi Ksawery Luca’, Amministratore Delegato Toyota Italia; Massimiliano Salini, Europarlamentare e Membro della Commissione Trasporti e Turismo; Michele Viale, Amministratore Delegato ALSTOM. Introduce Introduce Andrea Dellabianca, Presidente Cdo Milano. Con il sostegno di Toyota, Trenord, Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige, ACI. INTELLIGENZA ARTIFICIALE IN MEDICINA Ore 17:00 | Sala Ravezzi Giancarlo Bizzarri, Amministratore Unico Umbria Salute e Servizi; Stefano Forti, Director Digital Health & Wellbeing, FBK and board member of TrentinoSalute4.0; Jonathan Montomoli, Medico anestesista-rianimatore, Ospedale Infermi di Rimini. Introduce Pasquale Chiarelli, Direttore Generale Azienda Ospedaliera di Terni. Con il sostegno di DOC Generici. EUROPA, NAZIONI, REGIONI. LA VERTICALIZZAZIONE DEL POTERE? Ore 19:00 | Auditorium Intesa Sanpaolo D1 In diretta su Corriere TV Intervento di David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo. Partecipano Sabino Cassese, Giudice emerito della Corte Costituzionale e Professore di

Editore Fondazione Meeting per l’amicizia tra i popoli, Fondazione costituita in data 31 marzo 2008 con atto a ministero del Notaio del Plescia di Rimini (rep. n. 47.236/7949, registrato all’Agenzia delle Entrate di Rimini il 10 aprile 2008 al n. 4.919/I), sede: via Flaminia 18/20, c.p. 1106, 47900 Rimini Tel.0541-783100 | Fax 0541-786422

Global Governance alla School of Government della LUISS Guido Carli; Massimiliano Fedriga, Presidente Conferenza Stato-Regioni, Presidente Regione Friuli Venezia Giulia. Introduce Andrea Simoncini, Vice Presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, Docente di Diritto Costituzionale all’Università di Firenze. Con il sostegno di Intesa Sanpaolo, Tracce. DI CHE COSA È FATTO IL MONDO? SULLE TRACCE DI PARTICELLE SFUGGENTI Ore 19:00 | Sala Generali B4 In collaborazione con Associazione Euresis. Juan José Gómez Cadenas, Professore di Fisica, Donostia International Physics Center di San Sebastian, e Fondazione per la scienza Ikerbasque di Bilbao, Spagna; Lucio Rossi, Professore di fisica, Università degli Studi di Milano. Introduce Marco Bersanelli, Professore di Fisica e Astrofisica all’Università degli Studi di Milano. TALK “IL LAVORO CHE VERRÀ”. IMPARARE A IMPARARE Ore 19:00 | Sala Ravezzi Il TALK sarà trasmesso nella Hall Centrale A cura di Fondazione per la Sussidiarietà. Patrizio Bianchi, Ministro dell’Istruzione; Remo Morzenti Pellegrini, Rettore dell’Università di Bergamo; Dario Odifreddi, Presidente dell’Associazione Consorzio Scuole e Lavoro e Presidente della Fondazione Piazza dei Mestieri; Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. Conducono Massimo Bernardini ed Enrico Castelli. Con il sostegno di Philip Morris Italia, Bayer SpA, Consorzio Scuole Lavoro. LA CREPA E LA LUCE. INTERVISTA A JESÚS CARRASCO Ore 20:00 | Sala Neri Questo incontro fa parte di un ciclo di videointerviste, realizzate dalla rivista Tracce, con Edith Bruck, Jesús Carrasco ed Elisa Fuksas: tre protagonisti della cultura del nostro tempo si raccontano in una conversazione a tu per tu, offrendo il loro sguardo sull’oggi, attraverso le ferite della storia personale e collettiva. Il titolo

si ispira al verso di Leonard Cohen, tratto da Anthem: «C’è una crepa in ogni cosa e da lì entra la luce». RISCOPRIRE LA PROPRIA DIGNITÀ. TESTIMONI DAL MONDO Ore 21:00 | Sala Generali B4 Mario Del Verme, Coordinatore responsabile per le attività sportive per Scholas Italia; Marigona Oliva, Educatrice ed Insegnante, già ragazza de L’Imprevisto di Pesaro; Alena Choperskova, Direttore editoriale e responsabile delle comunicazioni Takìe Delà. Introduce Davide Perillo, Giornalista. Con il sostegno della Regione Emilia-Romagna. SPETTACOLI A HIDDEN LIFE Ore 20:30 | Corte degli Agostiniani La Corte degli Agostiniani ospiterà la proiezione di “A Hidden Life”, capolavoro di straordinaria forza cinematografica e spirituale del regista americano Terrence Malick. La proiezione sarà preceduta dall’ intervento introduttivo di Francesco Comina, autore di “Solo contro Hitler. Franz Jägerstätter, il primato della coscienza”. In caso di maltempo, la proiezione si terrà lunedì 23 agosto. FEDERICO MECOZZI IN CONCERTO Ore 21:30 | Arena Spettacoli SGR Piazza Tre Martiri Acquista il biglietto su Vivaticket o trova i punti vendita più vicini a te. Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Comune di Rimini, Intesa Sanpaolo, SGR. MEETING MUSIC CONTEST Terza serata di esibizione dei semifinalisti Ore 21:30 | Palco Spettacoli Piscine Ovest Spettacolo ad accesso libero senza prenotazione fino ad esaurimento posti Il Meeting Music Contest, ideato dal Meeting di Rimini e dal Mei di Faenza, giunge alle semifinali riproponendo finalmente la musica dal vivo. Con il sostegno della Regione Emilia-Romagna.

Progetto Grafico Bruno Monaco

Fotolito e stampa CED Via dell’Industria, 52 Erbusco (BS)

Impaginazione Elisa Compagnoni Veronica Conchetto Petra Mistura Sabrina Scalesciani

Registrazione Tribunale di Rimini n. 16/91 del 15/07/1991


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domenica 22 agosto 2021


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