Quotidiano Meeting | 21 agosto 2021

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21 ANNO 42 N° 2

EDITORIALE

Il lavoro per dire io di Giorgio Vittadini Soffocata da rigidità, burocrazia e tasse, l’Italia fatica a creare lavoro. Negli ultimi dieci anni gli occupati sono lievemente saliti, passando da 57 a 58 ogni 100 persone di età fra 15 e 65 anni. In Europa la crescita è stata da 63 a 68. In compenso il Belpaese ha il triste primato dei Neet, i giovani che non studiano nè lavorano: ben 1 su 5, con una forte concentrazione al Sud. È quanto emerge dal Rapporto “Sussidiarietà e… lavoro sostenibile” della Fondazione per la Sussidiarietà, in collaborazione con Crisp, Centro di Ricerca dell’Università di Milano Bicocca. La pandemia, ricorda il Rapporto, ha acuito la situazione. Sono spariti 900.000 posti; la cassa integrazione è esplosa mentre resta elevata la disoccupazione. Nel 2021 è iniziata la ripresa, con oltre 560.000 annunci di lavoro sul web nei primi sei mesi. Con un paradosso. In quasi un terzo dei casi le imprese faticano o non riescono a trovare addetti qualificati. Il Rapporto suggerisce alcune azioni per promuovere lo sviluppo. Puntare su settori e imprese in crescita. Potenziare la formazione, a tutte le età. Creare sinergie fra interventi statali e regionali. Valorizzare la vocazione dei territori. Il lavoro è il principale modo per dire ‘io’, tema del Meeting. Ed è anche il banco di prova per il futuro del Paese. Una rivoluzione sta attraversando il mondo del lavoro. Oltre metà delle professioni che esisteranno nel 2040 devono ancora essere inventate. Globalizzazione, tecnologie e transizione ecologica stanno trasformando tutti i mestieri. Un sistema paese sostenibile poggia sulla cultura sussidiaria che mette al centro le persone, il lavoro e i corpi intermedi. [continua a pagina 4]

L’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella inaugura la 42ª edizione

Solo insieme vinciamo Economia

Prove di nuovo patto sociale A pagina 5 In fiera

A tavola tra sapori e sorrisi A pagina 10

La mostra

Uganda I volti della speranza A pagina 13 “L’io responsabile e solidale è la pietra angolare della convivenza”. Il presidente della Repubblica, in un applauditissimo discorso ai partecipanti al Meeting ritornato in presenza, ha assunto e sviluppato il tema centrale, “il coraggio di dire io”, con una riflessione culturale di spessore e con giudizi sulle vie sociali e politiche da percorrere per una ripartenza all’insegna di uno sviluppo giusto e sostenibile. Mattarella ha richiamato

i valori del personalismo contro le minacce alla libertà e alla democrazia, ha sottolineato l’importanza decisiva della sussidiarietà per una società viva e capace di crescere perseguendo il bene comune. Ha individuato nella “sovranità comunitaria” la condizione per una vera sovranità nazionale, aperta e non arroccata su se stessa. E non ha mancato di rimarcare il “dovere di vaccinarsi”. [Alle pagine 2-3]

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PRIMO PIANO Le reazioni in platea alle parole del capo dello Stato

Speranza e sguardo all’Europa Un pensiero aperto e capace di cogliere e capire i desideri e le ambizioni dei giovani

di Davide Amata e Daniele Maria Ragno «Ho sentito il presidente in sintonia con il Meeting». Franco Malacarne, volontario a presidio degli ingressi in Auditorium, conferma la calorosa partecipazione del pubblico presente in Auditorium D3 durante l’incontro d’apertura con il capo di Stato Sergio Mattarella, salutato da un lungo applauso dopo l’introduzione del presidente del Meeting Bernhard Scholz. Sergio Mercuri, ambasciatore d’Italia a San Marino sottolinea: «Penso che il presidente abbia compiuto una riflessione avanzata, il suo pensiero è aperto e capace di cogliere e capire i desideri e le ambizioni dei giovani. Ѐ riuscito a fare un passo in più». Tra le prime file c’è Emilia Guarnieri che fotografa così l’intervento inaugurale di Mattarella: «Mi ha molto colpito ed entusiasmato, soprattutto per avere

colto il nesso e non la contraddizione tra il titolo del Meeting del 2016 “Tu sei un bene per me” e quello di quest’anno “Il coraggio di dire Io”. Inoltre, è stata di grande ispirazione l’apertura sull’Europa e la sottolineatura riguardo la democrazia: è importante poter ritrovarne oggi il valore autentico, non come un principio astratto, ma come un fondamento pratico, soprattutto per i giovani. Ho sentito le parole del presidente Mattarella come un contributo determinante per questo Meeting, un richiamo alla responsabilità di ciascuno di noi». Il capo dello Stato Mattarella, parlando al pubblico del Meeting, ha messo in fila alcuni temi fondamentali come la libertà e la democrazia, con parole chiare e costruttive, esaltando i valori dell’incontro, della persona e della responsabilità. Anche il messaggio inviato da papa

Francesco attraverso il cardinale Pietro Parolin aveva evidenziato l’importanza di mettersi in gioco: «C’è bisogno innanzitutto di qualcuno che abbia il coraggio di dire “io” con responsabilità e non con egoismo, comunicando con la sua stessa vita che si può cominciare la giornata con una speranza affidabile». Marco Murani, venuto al Meeting da San Bonifacio in provincia di Verona è grato del messaggio giunto dal Quirinale: «Le sue parole sono andate al nocciolo delle questioni con un messaggio di speranza. La situazione attuale è complessa ma si può affrontare con coraggio, come ha ben ricordato». Gli auguri del presidente Sergio Mattarella al Meeting hanno chiuso l’intervento: «Il vostro contributo all’impresa in corso per il rinnovamento della società italiana ed europea sarà prezioso».


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PRIMO PIANO Il discorso (in teleconferenza) del presidente della Repubblica per l’inaugurazione del Meeting

Mattarella: all’Italia serve il coraggio della responsabilità Il dovere di vaccinarsi non è in obbedienza a un principio astratto, ma nasce dalla realtà concreta

C’è un io, un tu e un noi anche per l’Europa e per le sue responsabilità, contro ogni grettezza

di Maurizio Vitali Il coraggio di dire io è il primo presidio della libertà e della democrazia, perché desidera la compagnia degli altri, e così esercita il coraggio della responsabilità, diventa cioè un “costruttore”, nell’economia, nella società e nella cultura. Di coraggio della responsabilità ha bisogno come del pane l’Italia, come ha ben mostrato la pandemia; e ne ha bisogno l’Europa, «nel nuovo contesto di interlocutori globali che trascendono gli Stati e tendono a rendere, di conseguenza, debole ogni influenza e controllo democratico». Sono alcuni dei concetti chiave che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha esposto ieri, in teleconferenza dal Quirinale, aprendo il 42° Meeting di Rimini. Dopo l’introduzione del presidente della Fondazione Meeting, il capo dello Stato è stato significativamente salutato da un lungo e caloroso applauso dai partecipanti; e due lunghi e ancora più calorosi applausi gli sono stati tributati al termine. Un applausino misurato sarebbe ovvia buona creanza; un applauso caloroso e convinto è empatia non scontata.

«libertà e democrazia dipendono in buona misura dalla vivacità, dalla ricchezza di articolazione dei gruppi sociali, dalla autonomia loro riconosciuta. L’economia, la società, la cultura non possono farne a meno». È il tema della sussidiarietà, tanto più difficile in un modo globalizzato dove i grandi centri di influenza sempre più pervasivi e anonimi tendono a isolare e separare gli individui. Ma il significato e il valore delle aggregazioni intermedie «non sono affievoliti e vanno preservati e, se possibile, accresciuti».

Vaccinarsi è un atto d’amore Alla luce del titolo del Meeting, “Il coraggio di dire io”, Mattarella ha svolto una rivisitazione del personalismo cristiano e del principio di sussidiarietà di grande spessore culturale, e offerto giudizi e indicazioni di attualità politica. Ha tenuto a ribadire, soprattutto rivolgendosi ai giovani, il dovere di vaccinarsi «non in obbedienza a un principio astratto, ma perché nasce dalla realtà concreta che dimostra che il vaccino è lo strumento

più efficace di cui disponiamo per difenderci e per tutelare i più deboli e i più esposti a gravi pericoli. Un atto di amore nei loro confronti, come ha detto pochi giorni fa papa Francesco». Il presidente della Repubblica ha esordito ricordando la sua presenza al Meeting del 2016, il cui tema era “Tu sei un bene per me” e sottolineando di aver «colto subito l’evidente collegamento tra l’indicazione di allora e quella di oggi». Tanto più in un contesto di accelerati cambiamenti – l’interconnessione globale, la pandemia, la scoperta della fragilità umana, «Avere il coraggio di dire io – ha detto Mattarella - richiama la necessità di rivolgersi ad altri, a uno o a tanti tu… L’io ha bisogno di avvertire la

propria responsabilità e di riconoscere gli altri per comporre il noi della comunità... Il futuro può essere costruito soltanto insieme». La pietra angolare della società La nostra società frammentata ha conosciuto il fallimento del collettivismo, ma sempre più dolorosamente anche quello dell’individualismo turbo-capitalista, che lascia smarriti o scarta tantissimi. E ancora ci si illude, talvolta o spesso, che potere, denaro e regole tengono insieme una società. Per Mattarella no: «L’io responsabile e solidale è la pietra angolare della convivenza. E, nella società civile, della società democratica». E qui subito Mattarella sottolinea che

Win-win, una formula per l’Europa Il desiderio di tutti, oggi, è di “ripartire”. Ci sarà ancora la pandemia da combattere, ma – per il capo dello Stato – occorre immaginare il domani, adottando una formula vincente: win-win: «Si vince insieme, si perde insieme». Occorre a questo riguardo considerare il ruolo decisivo dell’Unione europea, che con il New Generation EU si pone come motore di uno sviluppo più equo e sostenibile. L’idea di Mattarella è netta e decisa: «È un’occasione storica che dobbiamo saper cogliere e trasformare in un nuovo, migliore e stabile equilibrio. C’è un io, un tu e un noi anche per l’Europa e per le sue responsabilità, contro ogni grettezza, contro mortificanti ottusità miste a ipocrisia – che si manifestano anche in questi giorni - che sono frutto di arroccamenti antistorici e, in realtà, autolesionisti… C’è l’esigenza di potenziare e rendere non illusoria la sovranità comunitaria che sola può integrare e rendere non illusorie le sovranità nazionali».


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[segue da pagina 1] Ma occorre anche un cambio di mentalità. Il lavoro è sempre più un percorso e sempre meno un posto. Dovremo abituarci tutti al cambiamento, al movimento e all’apprendimento continuo. Di tutto questo si parla ogni giorno alle 19 al Talk “Il lavoro che verrà”, lo spazio di approfondimento curato dalla Fondazione per la Sussidiarietà, in collaborazione con Crisp e Adapt. La ripresa dopo la pandemia. La formazione continua e le nuove professioni. Lo smart working, la sostenibilità ambientale e la sfida digitale. Ci saranno ospiti in studio e in collegamento, reportage dall’Italia e dal mondo. Intervengono leader e operatori in prima linea. Il Talk può essere seguito in Fiera nella Sala Ravezzi e sul megaschermo della Rotonda nella Hall Sud; in diretta streaming sul sito del Meeting e altri canali online; in differita su IlSussidiario.net. Giorgio Vittadini

EDITORIAL

Work to say I by Giorgio Vittadini Suffocated by rigidity, bureaucracy and taxes, Italy struggles to create jobs. Over the last ten years, the number of people employed has risen slightly, from 57 to 58 for every 100 people aged between 15 and 65. In Europe, the growth was from 63 to 68. On the other hand, the Belpaese has the sad primacy of the Neet, young people who do not study or work: 1 out of 5, with a strong concentration in the South. This is what emerges from the “Subsidiarity and… sustainable work” report of the Foundation for Subsidiarity, in collaboration with Crisp, Research Center of the University of Milan Bicocca. The pandemic, the Report recalls, has exacerbated the situation. 900,000

places have disappeared; layoffs exploded while unemployment remains high. The recovery began in 2021, with over 560,000 job advertisements on the web in the first six months. With a paradox:in almost a third of cases, companies struggle or fail to find qualified employees. The Report suggests some actions to promote development. Focus on growing sectors and companies. Enhance training, at all ages. Create synergies between state and regional interventions. Enhance the vocation of the territories. Work is the main way to say ‘I’, the theme of the Meeting. And it is also the testing ground for the future of the Country. A revolution is going through the world of work. Over half of the professions that will exist in 2040 have yet to be invented. Globalization, technologies and ecological transition are transforming all trades. A sustainable country system is based on a subsidiary culture that places pe-

ople, work and intermediate bodies at the center. But a change of mentality is also needed. Work is increasingly a path and less and less a place. We will all have to get used to change, movement and continuous learning. All this is discussed every day at 7 pm at the Talk “The work that will come”, the in-depth space cared for by the Foundation for Subsidiarity, in collaboration with Crisp and Adapt. The recovery after the pandemic. Continuous training and new professions. Smart working, environmental sustainability and the digital challenge. There will be guests in the studio and in connection, reports from Italy and the world. Leaders and frontline operators intervene. The Talk can be followed at the Fair in the Ravezzi Room and on the Rotonda mega-screen in the South Hall; live streaming on the Meeting website and other online channels; deferred on IlSussidiario.net. (traduzione di Marina Olmo)

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I cambiamenti dell’economia al centro di diversi confronti tra imprenditori, ministri, esperti e docenti universitari

Prove di nuovo patto sociale

In forte aumento la richiesta da parte delle aziende di persone con nuove competenze. Sempre più decisive per i giovani formazione e disponibilità a mettersi in gioco di Paolo Costa Innovazione, transizioni ecologica e digitale, inclusione sociale: sono gli obiettivi del Pnrr e anche in un certo senso la descrizione per capitoli del cambiamento economico e sociale che sta investendo il mondo e chiede uno sguardo attento a intercettarne persino i dettagli insieme alla capacità di mettersi in gioco in positivo, aperti e disponibili alle novità. Ieri al Meeting ministri, esperti, manager, docenti e universitari hanno “incrociato” in diversi convegni le loro esperienze aiutando a comprendere le nuove tendenze del mondo del lavoro e indicando linee, azioni, case histories. Uno scrigno di testimonianze dalla comune sottolineatura: l’importanza del capitale umano come fattore decisivo per affrontare il futuro. La giornata si è conclusa con un confronto tra il ministro del Lavoro Andrea Orlando e il leader della Cisl Luigi Sbarra, nell’ambito della prima puntata del Talk “Il lavoro che verrà”. Il ministro ha sottolineato che l’epoca Covid ci ha dimostrato che «il mercato non sempre è intelligente e l’intelligenza dipende da noi, mettendo al centro la persona». Per il segretario generale della Cisl c’è

l’esigenza di «un nuovo patto sociale tra governo, lavoratori e imprenditori». Quanto al Pnrr il ministro per l’Innovazione tecnologica Vittorio Colao ha sottolineato il fine dell’inclusione sociale: «É una enorme opportunità – ha detto – attraverso la quale possiamo non solo fare il bene del mondo, ma anche creare un rilancio etico dell’imprenditoria. La parte più importante dal

punto di vista strategico e nella sostanza (30 miliardi) è quella dedicata alla formazione e alla ricerca. Da lì dipende tutto il resto, innovazione compresa». «Il Pnrr – rilancia Luigino Bruni, direttore scientifico di The Economy of Francesco – è un grande aiuto sussidiario, ma guai a considerarlo provvidenziale e risolutivo. La cifra di 220 miliardi va presa per quello che è: in fondo è ‘solo’ il 10 % del nostro Pil ma anche per esempio quanto gli italiani gettano nel gioco d’azzardo in due anni. Guai quindi ad abbandonarsi alle facili illusioni.É urgente invece una nuova presa di coscienza basata sul motto: solo tu puoi farcela, ma non puoi farcela da solo». Il sostegno europeo è importante, quindi, ma da considerare punto di partenza per aprirsi al cambiamento, alla costruzione di una nuova economia al servizio delle persone, del Pianeta, della giustizia sociale… insomma un’economia non preda esclusiva delle logiche della finanza e della speculazione. «Il futuro – aggiunge il professore – oggi dipende da un’economia ‘salvata’, nuova, ecologica. E tra l’altro la transizione ecologica crea posti di lavoro. É un grave errore pensare di non essere

di fronte a una enorme opportunità anche dal punto di vista dell’occupazione». A giudicare dalle parole di Marco Ceresa, group chief executive officer Randstad, agenzia per il lavoro leader nel mondo, la svolta è già potenzialmente in atto perché, dice, «le aziende stanno cercando insistentemente persone che abbiano competenze in campo digitale. Oggi tutto passa da lì e perciò occorre investire in formazione non solo per i giovani ma anche per chi è più avanti nell’età. Nel mondo del lavoro sta emergendo sempre di più la dimensione della fluidità e le aziende cercano persone disposte a imparare o con nuove skill». Dall’osservatorio di Ceresa giungono segnali di fiducia: l’attività del suo comparto è aumentata del 20% (nel 2021 sul 2019) e le richieste del mondo imprenditoriale nei riguardi delle nuove occupazioni sono in enorme crescita. «Si tratta di fenomeni – puntualizza – che non si limitano al mercato italiano». I problemi, insomma, non esistono soltanto a casa nostra. Ma a maggior ragione anche le opportunità aumentano, non hanno confini.

Incontri

Quale futuro per i neet? Una sfida educativa “Gli occhi dei ragazzi, all’inizio smarriti, si riempiono di gioia quando imparano un mestiere” di Gianni Mereghetti Lo spazio della mostra “Costruttori di futuro” ha ospitato ieri un incontro dal tema: “Quale futuro per i neet? L’esperienza di Ascla”. Ha moderato il dialogo Paolo Viana, giornalista di Avvenire, sono intervenuti Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, e Giuseppe Negro, presidente di Ascla, Associazione scuola e lavoro. Paolo Viana ha introduttivamente evidenziato la questione sociale dei neet, giovani che non vanno più a scuola e che non hanno lavoro, una questione sempre più drammatica ma che trova oggi chi si prende il coraggio di affrontarla. Ascla, come ha spiegato Giuseppe Negro intervenendo, è una di queste realtà che da vent’anni opera a Lecce in tutta la Puglia facendo formazione professionale. In questo modo e attraverso il rappor-

to con il tessuto industriale del territorio Ascla ha creato per i giovani sia uno spazio per imparare un lavoro sia opportunità di impiego dentro le realtà industriali pugliesi. Ascla è intervenuta sulla fragilità dei giovani e questo ha fatto capire ai suoi operatori che ciò che chiedono i giovani è una presenza che rilanci le loro capacità e li faccia rivivere. “Questo si vede – ha sottolineato Giuseppe Negro – dagli occhi dei ragazzi che arrivano ad Ascla: sono smarriti all’inizio e poi attraverso un cammino in cui imparano un mestiere diventano raggianti di gioia, hanno trovato una occasione di lavoro che li valorizza, sono rinati.” Giorgio Vittadini ha voluto evidenziare la questione che emerge dall’esperienza di Ascla e che riguarda tutto il campo dell’educazione. “A livello mondiale – ha detto Vittadini – è cambiato l’approc-

cio all’educazione. É stata superata la vecchia didattica, fredda e distaccata, per una didattica in cui l’insegnante si coinvolga con il ragazzo e lo appassioni”. Senza un rapporto affettivo non vi è conoscenza, senza prendere sul serio gli interessi dei ragazzi non vi è cammino educativo. A livello del fallimento dei neet vi è una didattica superata, una didattica senza coinvolgimento con i ragazzi, una didattica in cui gli studenti si trovano di fronte a insegnanti che non sono appassionati a loro. Questo invece può accadere e accade nella formazione professionale in cui si restituisce al mestiere tutto il suo valore educativo. In questi anni, secondo Vittadini, si è umiliata la formazione professionale che oggi deve ritrovare la sua importanza: imparare un mestiere è una nuova frontiera da percorrere con decisione e

insieme, perché da soli non si va da nessuna parte, solo insieme, facendo squadra, si raggiungono obiettivi significativi. “Costruttori di futuro” prosegue oggi, sabato 21 agosto, il suo cammino: sul tema “Rigenerare i territori: la coesione sociale non è un destino”. Intervengono Riccardo Bonacina, giornalista, fondatore di vita, e Angelo Moretti, presidente della rete di Economia Civile “Sale della Terra”.


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INCONTRI Esponenti di accademia e cultura a confronto sul rapporto in crisi tra istituzioni e società in Occidente

Costruttori di democrazia

Dall’America all’Europa: non può esserci rappresentanza senza comunità e dialogo di Emilia Leban e Cecilia Rossi «C’è speranza per la democrazia. Come americano non sono ancora disperato per il mio Paese, perché siamo già usciti da situazioni difficili». Queste le parole di Joshua Mitchell, professore di Teoria Politica alla Georgetown University, all’incontro dal titolo ‘Stati Uniti. Democrazia al bivio?’, dove sono intervenuti anche Paolo Carozza, professore di Diritto alla Notre Dame University, e il direttore di Repubblica Maurizio Molinari, per discutere del futuro dell’America e, di riflesso, dell’Europa. Con la moderazione della professoressa di Storia medioevale dell’Università del Nebraska, Martina Saltamacchia, i relatori hanno sviscerato il problema fondamentale del mondo occidentale: la fragilità delle sue istituzioni democratiche,

che ha portato all’avvento del populismo e alla perdita di identità degli individui. Ma dall’incontro emerge un germoglio di speranza. Tutti e tre gli interlocutori, infatti, si sentono di poter dire che da questa crisi c’è una via di uscita: ricostruire insieme. Gli interventi Carozza riprende il tema del Meeting 2021 rivisitandolo per proporre la sua visione degli anni a venire: il coraggio di dire ‘io’ deve comprendere un ‘noi’, perché la democrazia richiede innanzitutto ascolto e compromesso, che sono virtù imprescindibili. E grazie ai giovani sente di potersi definire speranzoso, perché vede nei suoi studenti, ogni giorno, la fiducia negli ideali liberali e democratici, ma allo stesso tempo anche un

sentimento di insoddisfazione perché la società americana non è al momento in grado di esaltarli. Bisogna quindi lavorare insieme, in un ‘noi’ compatto e determinato, per fare in modo che si torni a vivere la democrazia come comunità di anime legate dal dialogo. Per indicare la strada giusta da intraprendere, Molinari ricorda un potente consiglio che, nei suoi anni da inviato a Washington, aveva sentito riferire dall’ex presidente americano Barack Obama ai membri della comunità afroamericana della sua nazione: «Il tempo della protesta, dei movimenti di liberazione come nel caso di Marthin Luther King, è ormai concluso. Ora bisogna andare avanti. Basta vittimismo, è arrivato il momento di diventare la generazione che costruisce la terra promessa insieme agli altri

uomini. È arrivato il momento di canalizzare le energie non più nella contestazione, ma nella costruzione». Come fare? Secondo Mitchell, la parola chiave è fiducia. «Dobbiamo credere nella capacità delle persone comuni di cambiare il mondo. Ci troviamo di fronte a una crisi di competenza e per uscirne dobbiamo unire la volontà dei cittadini alla preparazione degli esperti». Non bisogna per forza rinunciare al modello famigliare, nazionale e religioso tradizionale per ricostruire una società che possa sentirsi di nuovo unita. Ma è necessario capire come agire in sinergia. Conclude con questa frase il professore: «Senza un modo cristiano di gestire il senso di colpa non si può uscire dalla crisi, che non è solo politica ma anche spirituale».

IL “MODELLO BRINDISI” PER LA PREPARAZIONE E RISPOSTA ALLE EMERGENZE UMANITARIE. Il Meeting di Rimini 2021 ospiterà, nell’Area Internazionale, una mostra dedicata alla Base di pronto intervento umanitario delle Nazioni Unite (UNHRD) di Brindisi organizzata in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Mostrando sotto una luce diversa gli oggetti che nel nostro quotidiano spesso passano inosservati, ma diventano importantissimi per chi ha perso tutto a causa di un una catastrofe naturale o di un conflitto, la mostra offrirà la possibilità di conoscere una sorprendente realtà parte dell’agenzia ONU World Food Programme (WFP) e finanziata dalla Cooperazione Italiana. UNHRD Brindisi negli anni si è affermata come un modello di partenariato e cooperazione per la preparazione e risposta alle emergenze umanitarie.

AREA INTERNAZIONALE PAD B1/B2

Pad. A1


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Nel padiglione Cdo opere sociali (C3) la mostra sulla fondatrice di In-Presa. Il ricordo del marito e di chi l’ha conosciuta

Il primo bisogno è un rapporto

Dall’intuizione di Emilia Vergani un’opera educativa che vive per aiutare ragazzi difficili di Gigi Brioschi «Come mai certe persone lasciano una traccia così rilevante da diventare storia?». Se lo è chiesto Giancarlo Cesana, marito della fondatrice di In-Presa, nell’incontro sulla mostra ‘Emilia Vergani. Saggia e ardente’ allestita in occasione del ventesimo anniversario della morte di lei e dedicata all’opera che ha saputo generare. La mostra si trova nel padiglione Cdo opere sociali (C3) ed è stata presentata ieri insieme a Silvio Cattarina, presidente de L’Imprevisto, e a Ian Farina, che da quasi venticinque anni lavora a In-Presa. «Emilia era una persona seria – ha ricordato Cesana – che non vuol dire che fosse pignola. La serietà è chiedersi sempre il significato di quel che succede, la differenza fra caso e avvenimento.

L’avvenimento, infatti, è ciò che ti mette in relazione con il significato». Qui nasce un modo di affrontare la vita che non è lamento né pretesa, ma rapporto con chi incontri, per ciò che è. Come documenta la storia di In-Presa. In-Presa nasce a Carate Brianza prendendo sul serio l’altro, in particolare ragazzi in difficoltà, cogliendo che il bisogno primo è il bisogno di un rapporto. Da qui l’intuizione di mettersi assieme per cercare di fargli capire che valgono, anche se non lo sanno. Essere seri, insomma, chiedendo loro di essere seri a loro volta. «Quando ho iniziato a lavorare qui – ricorda Farina – In-presa era un piccolo appartamento con una grande tavola e una cucina». «I primi aiuti giunsero dal sostegno economico di amici e da imprenditori locali che spesso assumevano

ragazzi per stage di lavoro», ricorda Cesana. Farina aggiunge: «Il mattino andavano a lavorare, poi si pranzava insieme e nel pomeriggio si rifletteva con ciascuno su quanto era successo nella giornata. E si studiava». Oggi In-presa è un centro di formazione professionale accreditato presso la Regione Lombardia con percorsi triennali per operatori della ristorazione (catering e pasticceria didattica), operatori elettrici (installazione e manutenzione) e operatori meccanici. Tanto da coinvolgere 400 studenti. Poi c’è un lavoro complesso di accompagnamento al conseguimento della licenza media e di inserimento lavorativo. Agli operatori professionali e agli insegnanti si affianca l’opera dei volontari. La prospettiva è aprire in autunno una sezione nel vicino comune di Giussano.

Tutto questo non era immaginabile all’inizio e non è il frutto di progetti. È qualcosa nato vivendo la verità del rapporto fra persone. «Emila era solita fare il fuoco con la legna che aveva, con discrezione e senza lamentarsi», è stato ricordato, convinta che ai ragazzi che incontrava occorresse ‘fargli fare qualcosa’. Senza troppi discorsi. Saggia e ardente come la descrive il titolo della mostra, che rende il tipo di persona che era. La figlia di Giancarlo ed Emilia, Caterina Cesana, che lavora nell’opera fondata dalla mamma, interverrà domenica 22 agosto alle 13 in Sala Ravezzi all’incontro intitolato «È l’ora della partecipazione». Con lei Claudia Fiaschi (Forum del Terzo Settore), Marco Morganti (Direzione Impact di Intesa Sanpaolo), Carlos Olivero (Familia Grande dell’Hogar de Cristo).

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La verifica della fede Incontri

Le testimonianze di Candiard e Orobator: «Essere cristiani significa saper dialogare e valorizzare tutto» di Giuseppe Bianchini In un discorso del 1996, l’allora cardinale Ratzinger rispose, a riguardo della plausibilità della fede, che essa può sperare di reggere la sfida con il mondo contemporaneo «perché trova corrispondenza nella natura dell’uomo. Nell’uomo vi è un’inestinguibile aspirazione nostalgica verso l’infinito». Con questa provocazione si è aperto l’incontro coordinato da Alberto Savorana che ha visto a confronto due giovani sacerdoti, religiosi e teologi: Adrien Candiard, domenicano e studioso dell’Islam e Agbonkhianmeghe E. Orobator, gesuita e presidente della Conferenza dei Gesuiti in Africa, l’uno

aspirante biblista, predicatore e più propenso allo studio su Gesù che al parlare di sé, l’altro figlio di genitori praticanti la religione africana e i culti della tradizione. Entrambi accomunati da un costante cammino di verifica della fede nelle proprie circostanze di vita. Perché il cristianesimo, come dice padre Orobator, non annulla ciò che sei, non cancella quello che sei stato e quello in cui hai creduto. E aggiunge, a spiegazione, citando un proverbio africano, che «un leopardo non perderà mai le sue macchie a prescindere dalle volte in cui attraverserà il fiume», così il gesuita non ha abbandonato le sue origini spirituali animiste,

anzi le ha approfondite. Perché essere cristiani significa poter dialogare e valorizzare tutto. Ed è una scoperta nuova anche quando chi racconta, come Candiard, proviene da una tradizione di cristianesimo già consolidato. Il giovane domenicano desiderava infatti studiare e annunciare Gesù e invece i superiori lo mandano al Cairo dove scopre una nuova missione, perché “il dialogo più interessante è quello che Dio ha con il mondo, non ciò che noi abbiamo da dire su Dio”. Candiard lo ha verificato proprio nel rapporto con i fedeli musulmani, con i quali talvolta la diffidenza reciproca porta a vivere una distanza che non fa-

vorisce l’opportunità di un vero incontro. Infatti, la vera missione della Chiesa, secondo lui, non è affermare la verità delle sue posizioni, ma servire Cristo che «ci precede in Galilea» e parla al cuore di ogni uomo attraverso l’esperienza. Un io che si implica nella realtà con questo desiderio di servizio è un io che si apre disarmato all’altro. La testimonianza della scoperta di sé e del proprio io in movimento ed aperto alle nuove sfide che il mondo ci pone è il contributo che Candiard e Orobator hanno donato al cammino del Meeting quest’anno, laddove l’esperienza umana della fede diventa una strada per tutti.


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Lavoro che cambia servono nuovi percorsi Talk

Il ministro Bonetti: «Il Paese vive un’inerzia che vogliamo invertire» di Stefano Andrini Vincitori e vinti del lavoro al tempo della pandemia. Questo il filo conduttore del primo appuntamento di Talk, a cura della Fondazione della Sussidiarietà, che ritornerà per tutta la settimana del Meeting. Incalzati da Massimo Bernardini ed Enrico Castelli sul lavoro che verrà sono intervenuti Elena Bonetti, ministro per le pari opportunità e la famiglia, Andrea Orlando, ministro del lavoro e delle politiche sociali, Luigi Sbarra, segretario generale Cisl, Marco Ceresa group chief executive office Randstad, Renzo Sartori, presidente Number1 e associazione Next, Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà. Tante le storie raccontate come contrap-

punto al dibattito. Quelle di chi ha perso tutto, come gli spettacoli viaggianti, o di chi si è reinventato come formatore, salvo poi dimezzare il fatturato. E ancora la documentazione su coloro che non hanno ceduto di un millimetro (le macchine utensili) o addirittura hanno provato a colmare il gap dell’emarginazione (Lavoro e Persona – Venezuela). «Purtroppo il nostro Paese vive un’inerzia statica che vogliamo provare ad invertire - ha affermato il ministro Elena Bonetti -. Abbiamo pensato ad una strategia quinquennale che tenga conto anche delle disparità sociali e territoriali del nostro Paese. In Italia purtroppo le donne sono state private della possibilità di poter essere sé stesse dovendo scegliere tra

famiglia e lavoro. Per il 2026 vogliamo entrare nella top ten europea delle politiche per la parità di genere». Da parte sua il ministro Andrea Orlando ha ricordato che la matrice del Recovery Fund è quella di ridurre le disuguaglianze. «Un grande successo politico - ha detto - a livello europeo. La dignità del lavoro è essenziale anche per la competitività. E’ fondamentale non sprecare l’occasione di questo tempo perché purtroppo c’è una tendenza al riaffermarsi dei presupposti degli squilibri pre-pandemia». Sul reddito di cittadinanza Orlando ha commentato «è una discreta misura di contrasto della povertà ma non è una politica attiva per l’occupazione». Il segretario Cisl Luigi Sbarra ha

invitato a puntare tutto sulla formazione. Oggi alle 19 in sala Ravezzi il secondo appuntamento di Talk con la partecipazione di Vincenzo Durante, Responsabile Occupazione Invitalia; Antonio Loffredo, Parroco della Basilica di Santa Maria della Sanità, Napoli; Maurizio Martina, Special Advisor e Vicedirettore Generale aggiunto della Fao; Alberto Sinigallia, Presidente Fondazione Progetto Arca.

Dietro l’energia che usi ogni giorno, ci siamo noi.

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sabato 21 agosto 2021

In fiera

In tavola al Meeting: il gusto della sicurezza tra sapori e sorrisi di Giorgio Garrone La ristorazione al Meeting, da sempre punta di diamante della rassegna riminese, torna cento per cento in presenza per accogliere e intrattenere le famiglie, i gruppi di amici, tutti i visitatori, con un’attenzione alla qualità, alle tipicità regionali, ma anche alla salute e alla sicurezza. RISTORANTE VEGETARIANO OROGEL, RISTORANTE ROMAGNOLO «AZDOR», FAST FOOD PONI Il tour alla scoperta del mangiare bene al Meeting incomincia nel padiglione C3 Area Cdo che raccoglie i ristoranti Romagnolo e Vegetariano Orogel, due importanti realtà che fanno della raccolta delle materie prime, della cura e attenzione nella preparazione dei piatti i loro cavalli di battaglia. Uno spazio è riservato alle personalità in visita alla fiera e ai relatori dei convegni. Fra i piatti segnalati dai responsabili dell’area la classica lasagna romagnola, il cosciotto di maiale con patate rosse e mistacanza di insalatine, la crema pazza al caffè, il menu «Ninen» per i più piccoli; mentre del ristorante Benessere Orogel con verdure fornite dall’importante brand internazionale del food, il menu pescato e il menù Adzora con poke al basmati, soia, avocado, mango e salmone marinato, insalata tiepida di mare con verdure all’aceto, passatelli estivi con ortolana di verdure e datterini, mozzarella di bufala in intingolo di pomodorini e fagiolini. Il viaggio negli spazi della ristorazione prosegue con le presenze storiche alla Fiera di Rimini, il Fast Poni (padiglione C1) che raccoglie il meglio della tradizione culinaria romagnola con gli stand dedicati alla piadina, l’osteria romagnola, la pizzeria marchigiana e la «novità» dell’American Street Food. Millecinquecento posti distanziati con un’ampia scelta di piadine, hamburger, pizza, gustosi snack, sfiziose proposte del territorio. BAR ALCAMO E STREET FOOD PUGLIESE Parlare di ristorazione al Meeting non si può prescindere dal Bar Alcamo (padiglione A1) un vero must per il pubblico in fiera, ricercato per i suoi sfiziosi cannoli, gli arancini, le granite ma anche per

la ristorazione più elaborata con primi e secondi a base di pesce cucinati con materie prime freschissime. Qui incontriamo Vincenzo Bambina, responsabile dello stand, che dispensa elogi e propositi di ottimi piatti proposti al pubblico, con le novità per quest’anno: le farine tipiche per la produzione di schiacciate da accompagnare agli aperitivi al melograno del territorio, dolci siciliani, paste tipiche, le sarde, il pesce spada, il pesto trapanese, la caponata di tonno, il panato alle mandorle. Un’aria di internazionalità si respira al Street Food Pugliese nell’area della Cooperazione internazionale (padiglione B1 e B2) dove un’agguerrita compagine di cuochi e personale di sala attende i visitatori per servire i migliori piatti della tradizione: la puccia salentina con burrata, pomodori secchi e luganiga, tiella barese di riso patate e cozze, insalate di orecchiette alle cime di rapa, pomodorini e cacioricotta, pasticciotti, vini del territorio.

FOCACCERIA, SFOGLIA MATTA, MASTRI BIRRAI, FRITTO & APERITIVI Dopo il successo del 2019 tornano al Meeting i panificatori della Focacceria Ligure (pad. B3) che propongono oltre alla versione classica la focaccia al formaggio e altre sfiziosità della tradizione regionale con la cucina di mare accompagnati da vini tipici. Nel vicino D3 è collocato un punto ristorativo per le famiglie con i primi piatti e il meraviglioso mondo della tagliatella che dal nome “Sfoglia Matta” si presenta con un interessante realtà da conoscere e gustare. Le due chicche finali sono alle piscine Ove4st attiguo al palco spettacoli con i mastri birrai del Meeting e tre tipi di birre alla spina accompagnati da assaggi di street food. Ad Est una nuova proposta con Fritto e Aperitivi e spuntini a pranzo e poi dalle 18 alle 21 con gli aperitivi da consumare all’aperto, coni di fritto o piatti veloci a base di pesce verdure, pollo e patatine con birra , spritz e prosecco da consumare con gli amici.

Tra i fornelli

SGUARDI CHE SI INCROCIANO La ristorazione al Meeting è fatta di volti, di sguardi che si incrociano, di braccia che lavorano, di parole e voci dei numerosi volontari che lavorano, chi dietro le quinte negli uffici come responsabili dei settori, chi come operativi dietro i banconi, nelle cucine e nelle sale di ristorazione. Francesco, Peter e, in particolare Maddalena, ci hanno aiutato per muoverci in questo breve tour di conoscenza e promozione della ristorazione. Giuseppe quale responsabile dei ristoranti romagnolo e vegetariano Orogel sottolinea «l’attenzione e la cura del cliente, di tutti i nostri clienti e delle persone affette da allergie e intolleranze al glutine che anche oggi abbiamo servito in più occasioni». Silvia responsabile del personale area street food evidenzia «un particolare riguardo per tutto il personale che lavora in sala e nelle cucine, tanti giovani ma anche adulti appassionati di dare un contributo al meeting e di fare bene le mansioni assegnate. Tutti vengono accompagnanti da personale preparato nel percorso di conoscenza e svolgimento delle attività di catering, mansioni che non si improvvisano e a cui è necessaria passione e responsabilità». Giovanna, responsabile degli allestimenti nei padiglioni della ristorazione sottolinea «un’attenzione per il cliente generalmente reduce da convegni e visite, persone di tutte le età che hanno bisogno di sedersi in relax e di ricevere un servizio curato e veloce. La novità di quest’anno è il servizio al tavolo offerta nell’area C1». Giovanni, giovane chef della trattoria romagnola, elenca il gustoso menù proposto in questi giorni: gustose tagliatelle, pennette pomodoro e basilico, ma anche piatti elaborati come la paella valenziana con pesce e zafferano o i cappelletti pasticciati. «Rapidità, dialogo e sorriso sono gli ingredienti necessari - dicono Eleonora, Elena, Giulia tre studentesse volontarie del servizio al tavolo, - un compito non semplice, ma impegnativo. Dobbiamo correre fra i tavoli con vassoi pieni e piatti di tutta l’area ristorativa con richieste diversificate per soddisfare i gusti di tutti». Marco responsabile dell’organizzazione e della logistica negli stand sottolinea che «per fare bene occorre rapidità e attenzione a tutte le richieste per le cucine. Anni di dedizione, una nuova avventura con vecchi e nuovi amici da conoscere e con cui lavorare e conversare». G.G.


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Dal 2014 il fundraising, in crescita nonostante crisi e pandemia, assicura sostegno economico al Meeting

Il dono, un gesto che apre al mondo

Nicoletta Rastelli, che coordina la raccolta, racconta di donazioni imprevedibili e della decisione di destinare parte dei fondi all’opera di Rose Busingye «Welcoming House» di Valeria Vimercati Il ragazzo che per la Cresima sceglie di fare una donazione al Meeting, rinunciando alle bomboniere. La moglie che, non potendo più venire a Rimini per assistere il marito malato, fa una donazione ogni anno, grata per la compagnia che il Meeting continua a farle attraverso gli incontri che può seguire online. O ancora la signora che, di fronte all’iniziativa di raccolta fondi “un euro alla cassa” attiva presso i bar della fiera, esclama: «Dono un euro e rinuncio alla bottiglietta d’acqua». «Cosa mi dice un gesto così?» si chiede Nicoletta Rastelli, responsabile PR e fundraising del Meeting, raccontandoci alcune tra le tantissime storie che custodisce. La raccolta fondi, che sostiene la costruzione di ogni edizione del Meeting dal 2014, è strettamente connessa alle relazioni, «perché il dono parte sempre da un legame», spiega Rastelli che aggiunge: «Il Meeting è nato, cresciuto ed esiste in forza di un legame». Con il volontario, che offre il suo tempo e le sue energie, con il visitatore che capita in Fiera perché è in vacanza a Rimini, fino al legame con il capo di Stato che viene in visita ufficiale. Per questo, prosegue Nicoletta «per

Chi offre si mette in gioco nella costruzione di un luogo che è segno di speranza per tutti

noi il donatore è, innanzitutto, una persona che si mette in gioco nella costruzione di un luogo che è segno di speranza, innanzitutto per sé e poi per il mondo». La coscienza del valore Questa coscienza condivisa tra il Meeting, che chiede di essere sostenuto anche economicamente per continuare ad esistere, e la risposta di chi lo sostiene attraverso le diverse modalità, «ha portato alla coscienza di una corresponsabilità – continua Nicoletta – nei confronti di un luogo che non è fatto solo di spazio». Perché, come ha testimoniato l’edizione particolare dell’anno scorso, «i legami vanno oltre il tempo e lo spazio». Tanto che «è stato un Meeting ristretto in fatto di presenze, ma è arrivato ai confini del mondo», con decine di piazze collegate in Italia e all’estero. Nonostante il numero ridotto di presenze, il 2020 ha registrato un aumento delle donazioni. Come è possibile? «È aumentato il desiderio di sostenere il Meeting e la coscienza dell’importanza che questo luogo ha». Ed è stata anche l’occasione per approfondire i rapporti con i donatori perché, aggiunge la responsabile del

fundraising, «non potendoli incontrare in fiera, li abbiamo raggiunti tramite call, così abbiamo stretto legami profondi». Perché tanta attenzione nei nostri confronti? Si chiedono i donatori, sorpresi dall’attenzione nei loro confronti. «Perché – risponde a ciascuno di loro Nicoletta – noi abbiamo bisogno di guardare te. La pandemia ha tolto una forma ma si è consolidato e aumentato il valore che dà vita alla forma». La gratuità si dilata Introduce, poi, l’iniziativa dell’edizione 2021 regalandoci un’immagine: «Desideriamo che il sasso lanciato 42 anni fa realizzi un cerchio che arrivi fino in Uganda, a Kampala». Dal desiderio di ricambiare e dilatare la gratuità delle tante persone che contribuiscono alla sua costruzione, il Meeting devolverà parte delle donazioni, che riceverà durante la set-

timana dal 20 al 25 agosto, a favore dell’opera di Rose Busingye «Welcoming House», che accoglie bambini e ragazzi che provengono da situazioni difficili, affinché, attraverso l’esperienza di essere amati, rinasca in loro la gioia di vivere. Guardare il mio lavoro – conclude Nicoletta – significa guardare quello che il Meeting genera. Un luogo di speranza, soprattutto in un momento in cui tutto ciò che ci circonda sembra apparentemente negativo». In fiera si può donare presso i desk presenti in diversi padiglioni (con l’inconfondibile insegna a forma di cuore) e le postazioni mobili (attenzione ai volontari in bicicletta!), acquistando i biglietti della lotteria del Meeting e aderendo all’iniziativa già citata “dona un euro alla cassa”, oltre alle modalità di donazione online, sempre disponibili, sul sito del Meeting e all’indirizzo https://sostienici. meetingrimini.org/.


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La natura dell’uomo, un’opera d’arte In mostra

Al Palazzo dell’Arte in piazza Cavour sei scultori da scoprire e un omaggio a Ilario Fioravanti di Davide Amata «Guarda che in Romagna c’è un grande scultore, Ilario Fioravanti, vai a conoscerlo». Così Giovanni Testori invitava lo scrittore e poeta Davide Rondoni a recarsi dalle parti di Cesena per incontrare l’artista. La rassegna dal titolo «Natura umana? A che immagine, a che oscura somiglianza», curata da Davide Rondoni al Palazzo dell’Arte di Rimini - aperta dalle 10 alle 19, mercoledì anche dalle 21 alle 23 fino al 5 settembre - , registra la presenza di importanti scultori del panorama contemporaneo italiano: Ugo Riva, Dario Tironi, Elena Mutinelli, Marianna Costi, Domenico Casadei Palino - che aveva già partecipato con una

mostra curata da Marco Vianello all’edizione del Meeting 2004 - e appunto Ilario Fioravanti. In questo caso, si tratta di un nuovo omaggio al celebre scultore di Cesena scomparso nel 2012, dopo la notevole rassegna dedicatagli nel 2015 presso il Castel Sismondo di Rimini. Davide Rondoni illustra il significato del percorso: «Gli artisti nella loro diversità mettono al centro la figura umana, che interroga il visitatore sulla propria natura. La mostra è di grande impatto, in quest’epoca di smaterializzazione, di apparente leggerezza, c’è gente che lavora con materie pesanti, dal bronzo di Ugo Riva al marmo di Elena Mutinelli, c’è la fatica delle mani. Le opere hanno

un loro peso, una loro forza». Francesca Sacchi Tommasi ha curato l’allestimento espositivo nella sala centrale del museo e al terzo piano, dove si potrà seguire la proiezione di un video che racconta gli artisti all’opera. La mostra riporta il Meeting nel centro di Rimini in piazza Cavour, è un gesto artistico molto forte aperto a tutta la città. Davide Rondoni precisa: «In un momento storico in cui intendono ridurre l’essere umano come un computer. Che cosa vuol dire io? In che cosa consiste la natura dell’io? Se non è chiara la natura dell’io, questa diventa solo una maschera da mettere addosso. L’arte è il campo dove si misurano le questioni del nostro tempo, per

questo è interessante chiamare alcuni amici, grandi scultori contemporanei ad affrontare la sfida offrendo alcune opere che mettano il visitatore come di fronte alla raffigurazione di sé. Provocando la domanda: a che immagine sono fatto? A che oscura somiglianza? Qual è la natura umana? Questa è la sfida estrema della mostra, propongo solo cose coraggiose».

L’abisso di una domanda Così Davide Rondoni riassume il significato dell’evento: «In consonanza con il titolo del Meeting che mette a tema “Il coraggio di dire Io”. Oggi si combatte una grande guerra nel campo della natura umana. Alla domanda che Leopardi urla al cielo, «io che sono?», bisogna rispondere in qualche modo. La mostra mette in scena grandi maestri dell’arte scultorea italiana, i quali affrontano la figura umana attraverso varie prospettive. Intorno alla natura umana occorre intendersi; qual è la risposta alla domanda abissale di Leopardi?»


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In mostra

Tu sei un valore Uganda: storie, volti e opere originate da un incontro che ha ridestato il cuore di uomini e donne. Un percorso che prosegue di Giuseppe Bianchini “Io so di chi sono e questo mi libera”. Questa è la frase chiave con la quale Rose Busingye lancia la mostra “Tu sei un valore” nel trailer di presentazione del lavoro. Tutto nel percorso espositivo è incentrato nel sottolineare il legame tra il cuore umano, sede e operatività del proprio io, e il resto del reale. Rose è una infermiera ugandese e anche per lei, nell’incontro con don Luigi Giussani, esplode la scoperta che rivoluziona la vita: io ho un valore. Lo ha visto negli occhi e nelle parole di quel prete brianzolo, le si è attaccato addosso e non se lo è scrollato più. Quello sguardo valorizzatore di tutto l’umano si è riversato poi nelle opere che Rose ha visto nascere in questi anni. Come con le donne del Meeting Point a Kampala. La mostra è un racconto di fatti, nomi e luoghi. È un percorso dentro le vicende dolorosissime della guerra civile in Uganda (con tutte le tremende conseguenze che quella guerra ha generato in primis sulla popolazione femminile della tribù Acholi) e dentro la piaga dell’altissima diffusione dell’Aids nel paese africano. Soprattutto però è un percorso dentro la grandezza del cuore umano e del suo destino: percorso nel cuore delle donne raccontate nella mostra, nel cuore di chi ha preparato il “draft” e in ultimo nel cuore del visitatore che in questi giorni si fermerà a guardare i volti e le storie narrate sui pannelli. La mostra è una sequenza di gigan-

tografie e chi la visita è catturato dai volti bellissimi delle donne del Meeting Point, volti intensi e lieti, volti segnati e rinati. Sotto le foto trovano spazio didascalie di dimensioni piccolissime, che per leggerle ti devi avvicinare, metterti in movimento. Così hanno voluto i curatori perché si sviluppasse un coinvolgimento del visitatore, il quale quindi mette qualcosa di sè nel percorso: secondo il team di preparazione la mostra non ha altra intenzione che di essere un inizio, un “work in progress” appunto. “Guardare e ascoltare, perché siamo di fronte a dei volti”, è stato l’incipit alla visita per i volontari scelto da Monica Fontana Abad, curatrice della mostra insieme a Matteo Severgnini. Entrambi grandi amici di Rose e testimoni di cosa significhi la rinascita di quelle donne così calpestate. “Vivevo e lavoravo in Uganda e quello che mi ha coinvolta fino alla preparazione di questa mostra al Meeting è stato aver incontrato una vita che ho riconosciuto come mia, che volevo anche per me. Approfondendo questo fascino è venuto fuori il riconoscimento del valore che ho. Anche come abbiamo lavorato a questa mostra è stato segnato da questa fioritura dell’io di ciascuno, è stato un dire io con più verità, incompleto ma vivo. Questo mi rilancia, in questo la mostra è tato ed è un avvenimento”. Stessa esperienza per Matteo Severgnini, “Seve” per gli amici, che vive in Uganda dal 2012 e dirige la scuola de-

dicata a don Luigi Giussani: “In Uganda ho fatto una esperienza di rinascita incontrando Rose e le sue donne, ed allora ho desiderato approfondirla anche nel lavoro alla mostra. In essa sono stato coinvolto con tutto il cuore e con tutta l’intelligenza perché quando vivi il rapporto con Rose e gli altri amici il cuore si commuove e conosce il proprio valore, fino alla domanda “chi sono io?” o anche “di chi sono io?”, domanda a volte dura, a volte lieta…a volte scomoda. Desidero che chi vedrà la mostra possa arrivare alla mia stessa domanda”. Impressionanti anche le testimonianze di Alberto Repossi e Francesca . Dice Alberto entrando nel vivo della sua esperienza personale: “Ultimamente avevo una forte domanda sul perché sono a Kampala e questa è stata l’occasione per riscoprire il perché. Ho bisogno continuamente di essere rimesso in gioco, rilanciato, altrimenti vengo schiacciato dalla routine asfittica. Rose dice che quando ha problemi nella gestione del Meeting Point va dalle sue

donne che la fanno ridere (donne che, come attestato nella stanza del buio, hanno subito violenze indicibili) e così uno recupera una dimensione del reale, che cioè non è fatto da sè, ed allora non soffoca più. Io voglio questo abbraccio più grande per la mia vita”. Francesca da circa un anno è con il marito in pianta stabile in Uganda, felicissima di questa vita. Alla domanda sul perché del suo lavoro alla mostra risponde: “L’incontro con le donne di Rose è avvenuto 5 anni fa. Ho visto un modo di vivere la fede, di vivere insieme nelle cose di tutti i giorni a me molto familiare e corrispondente. Nel lavoro con gli amici della mostra ho potuto riscoprire l’intuizione della commozione di sè, che non è una volta per sempre ma deve riaccadere. Tra l’altro sapevo poco della loro storia, di quanto sia dura, di quello che hanno vissuto, vederle è scoprire su di me che può essere riscattato ogni aspetto di me. Non è un già saputo e anzi credo che siamo solo all’inizio di questa avventura”.

Testimoni

Madri, padri, figli “rinati” nel sostegno a distanza di Oreste Malatesta A fare da guida nella mostra “Tu sei un valore” è Anna Capozzi, di Milano. Alla richiesta di conoscere il motivo della sua partecipazione al Meeting, Anna racconta la storia di come sia diventata mamma di quattro bambini adottati o sostenuti a distanza. Nel 2006 volle andare in Uganda a conoscere la famiglia del primo bambino. Rimase colpita dalla gratitudine dimostrata nei suoi confronti. Davanti a quei volti riconoscenti, lei, senza figli, ha sentito il bisogno di adottarne altri tre. Uno di essi, orfano di padre e di madre, dopo due anni di dialogo, tramite i so-

cial, ha iniziato a sentirla e a chiamarla “madre”: la sentiva tale, nonostante non avesse il suo stesso sangue e fosse di un’altra razza. L’affetto da parte di quel ragazzo ha trovato subito accoglienza nel cuore di Anna, che ha sperimentato, in modo imprevisto, quel profondo sentimento proprio dell’amore materno. Anna è tornata sette volte in Uganda a trovare i suoi figli; ma non nasconde la sua preferenza per quel ragazzo di Kampala, che oggi ha 18 anni e che, dopo aver frequentato, con ottimi risultati, l’high school ha iniziato a studiare musica. In Uganda Anna non ha conosciuto soltanto i suoi figli, ma anche Marco Tre-

visan, che, per conto di Avsi, cura circa 3600 sostegni a distanza. Insieme, lavorano per la mostra. Marco segue esperienze di sostegno dal 2004 e ha visto tanti bambini diventare uomini responsabili in un cammino di maturazione umana, grazie all’aiuto ricevuto. Non si sente un semplice intermediario tra chi invia soldi per pagare le tasse scolastiche, ma spettatore di un coinvolgimento affettivo tra beneficiario e donante, che lo coinvolge, come operatore Avsi. Tra i volontari impegnati nella mostra c’è anche Antonino Masuri, che, dal 2007, cura il sostegno a distanza di circa 3000

bambini del Kenya, per conto di Avsi. Antonino avverte il dramma della sfida con una realtà umana povera e difficile, che lo provoca continuamente: «senza un costante rapporto con il Mistero - dice è impossibile affrontarla». Ha visto fiorire il sorriso sul volto di tante vedove, che, grazie all’aiuto ricevuto, hanno sperimentato l’affetto di persone interessate al loro destino. Ha visto figli diventare uomini con una responsabilità civile: uno di questi, recentemente, è andato a ringraziare Antonino perché, se è diventato preside di una importante scuola di Nairoby, lo deve agli amici dell’Avsi.


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SPETTACOLI Semifinali fino al 23 agosto alle Piscine della Fiera e poi la finalissima il 25 in città lungo la Darsena

Talenti sul palco per cantare l’io Entra nel vivo il contest musicale per giovani artisti under 40 che hanno voluto misurarsi con il titolo del Meeting di Gigi Brioschi Un contest musicale per tornare a esprimersi dopo diciotto mesi di Covid. Offrendo a giovani artisti l’occasione di mettersi in mostra a partire dal titolo del Meeting. È ciò che vuole essere il Meeting Music Contest, la prima delle cui semifinali si è svolta ieri sera presso le Piscine della Fiera, con notevole partecipazione di pubblico. Un’idea che non poteva che nascere in terra romagnola, fra Rimini e Faenza. Da un lato i responsabili spettacoli del Meeting per l’amicizia fra i popoli e dall’altro il Mei (Meeting etichette indipendenti), realtà che si occupa di musica e spettacolo da quasi trent’anni. Il Meeting Music Contest è stato bandito lo scorso inverno. L’idea originale del bando, valido a livello nazionale, era piuttosto semplice: proporre un brano

musicale che si confrontasse con il titolo del Meeting. Ammessi solo giovani under 40. «Abbiamo voluto incontrare i giovani – spiega Otello Cenci, responsabile spettacoli del Meeting – e offrire loro uno spazio che fosse anche occasione di ribalta, dove potersi confrontare con la loro passione e per verificarne lo

spessore». Agli organizzatori sono giunte 137 composizioni dei più diversi generi musicali: hanno partecipato rock band, gruppi pop, cantautrici e cantautori. Venti le canzoni scelte che, da ieri sera, stanno dando vita alle semifinali sul palco spettacoli delle Piscine Ovest nella Fiera

di Rimini, con ingresso gratuito fino a esaurimento posti disponibili. Ogni sera alle 21:30, fino a lunedì compreso, si esibiranno cinque semifinalisti; mentre il gran finale è previsto per la sera del 25 agosto. Questa volta non in Fiera, bensì nell’Arena Lido in zona Darsena a Rimini. La serata finale sarà condotta da Lorenzo Baglioni che, insieme ai coordinatori Giordano Sangiorgi e Otello Cenci, oltre che a una giuria di artisti tra i quali Erica Mou, Naip, Federico Mecozzi e Max Monti, designerà il vincitore della manifestazione. Artisticamente rilevante il fatto che, come premio, il vincitore potrà registrare il proprio singolo, con tanto di stampa di CD, e sarà ospite al Mei di Faenza sabato 2 ottobre.

Riemergere con Dante oggi dalla selva oscura

di Matteo Rigamonti ‘Dante 2021. Mi ritrovai… dalla selva oscura al Paradiso’. È il titolo dello spettacolo corale che va in scena questa sera a Rimini, alle 21:30, nella centralissima Arena Spettacoli Sgr, allestita presso la scenografica cornice di Piazza Tre Martiri. Ma è molto di più. È il senso dell’attualissimo invito rivolto dal sette volte premio Ubu (l’Oscar del teatro italiano) Marco Martinelli a un popolo sfinito da una selva di paure, angosce e fallimenti. Non soltanto dalla pandemia da Covid 19. E a chiunque abbia il coraggio di ammetterlo, di riconoscere di aver smarrito la via, Martinelli propone il respiro di un percorso immediatamente rivolto verso la luce. Proprio come fu per il Sommo Poeta.

Ideato in occasione del 700esimo anniversario dalla morte di Dante, in collaborazione con l’Associazione italiana centri culturali e il Teatro delle Albe di Ravenna, questo originale viaggio alla scoperta della Divina Commedia si avvale della collaborazione attiva di attori non professionisti e si conclude con Ulisse XXVI, un corto cinematografico recitato da Ermanna Montanari. L’iniziativa è stata resa possibile grazie al sostegno della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Rimini e di Sgr. E soprattutto non finisce qui il percorso dantesco, che proseguirà in diverse città d’Italia con una serie di iniziative ad esso collegate, grazie all’impegno e alla creatività della rete dei centri culturali.

Il tempo e i luoghi del coraggio

Pad. A3


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OGGI IN FIERA LE IMPRESE NELLA RIPRESA Ore 12:00 | Auditorium Intesa Sanpaolo D1 In diretta su Corriere TV Guido Bardelli, Presidente Compagnia delle Opere; Carlo Bonomi, Presidente Confindustria. Testimonianze di Attilio Briccola, Amministratore Delegato Bric’s S.p.A.; Emanuela Lucchini, Presidente ICI Caldaie. Introduce e modera Dario Di Vico, Editorialista de Il Corriere della Sera. Con il sostegno di Intesa Sanpaolo, Generali, Eni, Conad, Marr, UCIMU, Tracce, Italian Exhibition Group. INVESTIRE IN EDUCAZIONE OGGI VUOL DIRE SCOMMETTERE SULL’ALLEANZA SCUOLA- LAVORO Ore 13:00 | Sala Generali B4 In diretta su Telepace Stefano Bolognini, Assessore allo Sviluppo Città metropolitana, Giovani e Comunicazione, Regione Lombardia; Giorgio De Rita, Direttore Generale CENSIS; Ezio Delfino, Dirigente Scolastico e Presidente di DiSAL; Paolo Lattanzio, Deputato al Parlamento Italiano, Partito Democratico; Gabriele Toccafondi, Deputato al Parlamento Italiano, Italia Viva. Introduce Ubaldo Casotto, Giornalista e Curatore della mostra “Alleanza scuola- lavoro. Non è mai troppo tardi”. Con il sostegno di Intesa Sanpaolo. LE RADICI DI UNA NUOVA LEADERSHIP Ore 13:00 | Sala Ravezzi A cura di AVSI. Giovanna Bottani, Operation Senior Consultant, STMicroelectronics Foundation; Erneste Nzeyimana, Direttore Telecom Services Provider Ltd, Rwanda, bambino sostenuto a distanza da AVSI; Yasmine Sherif, Director, Education Cannot Wait; Giampaolo Silvestri, Segretario Generale AVSI. Introduce Paolo Lembo, Former UN Official. IL CORAGGIO DI DIRE “IO” Ore 15:00 | Auditorium Intesa Sanpaolo D1 In diretta su Telepace Javier Prades, Rettore Università San Damaso di Madrid. Introduce Bernhard Scholz, Presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli. Con il sostegno di Intesa Sanpaolo, Destinazione Romagna, Tracce.

Direttore Gianfranco Giuliani Direttore responsabile Cesare Trevisani

IL CORAGGIO DI DIRE “IO” (SALA B4 IN COLLEGAMENTO) Ore 15:00 | Sala Generali B4 Javier Prades, Rettore Università San Damaso di Madrid. Introduce Bernhard Scholz, Presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli. Con il sostegno di Intesa Sanpaolo, Destinazione Romagna, Tracce. RIAPRIRSI AL MONDO IN MODO SICURO E SOSTENIBILE Ore 17:00 Auditorium Intesa Sanpaolo D1 In diretta su Corriere TV e SkyTg24 In collaborazione con Cdo e Punti Impresa Digitale delle Camere di commercio. Alberto Cirio, Presidente Regione Piemonte; Attilio Fontana, Presidente Regione Lombardia; Maurizio Fugatti, Presidente Provincia Autonoma di Trento; Massimo Garavaglia, Ministro del Turismo; Nello Musumeci, Presidente Regione Siciliana; Donatella Tesei, Presidente Regione Umbria. Introduce Gianluca Giansante, Socio Comin & Partners, Docente Luiss Guido Carli. Modera Roberto Inciocchi, Giornalista di SkyTg24. Con il sostegno di Regione Friuli Venezia Giulia, Leonardo, Confesercenti, Destinazione Romagna, Tracce, Italian Exhibition Group. “FOOD COALITION”. LA SFIDA DELLA NUTRIZIONE IN TEMPO DI PANDEMIA Ore 17:00 | Sala Generali B4 In diretta su Repubblica Tv In collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Agnes Kalibata, UN Secretary General’s Special Envoy to the 2021 Food Systems Summit; Maurizio Martina, Special Advisor e Vicedirettore Generale aggiunto della FAO; Ettore Prandini, Presidente Coldiretti; Marina Sereni, Viceministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; Suor Alessandra Smerilli, Sottosegretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale per il settore Fede e Sviluppo, Consigliere economico del Papa. Introduce Conchita Sannino, giornalista de La Repubblica Con il sostegno di Intesa Sanpaolo, Coldiretti, CIHEAM Bari.

DIGITAL HEALTH E MEDICINA DEL TERRITORIO Ore 17:00 | Sala Ravezzi Paolo Benanti, Docente alla Pontificia Università Gregoriana di Roma ed esperto di bioetica, etica delle tecnologie e human adaptation; Anna Odone, Professoressa di Igiene generale ed Applicata all’Università di Pavia. Introduce Mattia Altini, Direttore Sanitario AUSL Romagna. Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, DOC Generici. DANTE: IL VIAGGIO DELL’IO, LA NOSTRA AVVENTURA Ore 19:00 | Auditorium Intesa Sanpaolo D1 Emilia Guarnieri, Insegnante, già Presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli; Ron Herzman, Distinguished Teaching Professors at the State University of New York at Geneseo, Usa; Vittorio Montemaggi, Senior Lecturer in Religion and the Arts in the Department of Theology and Religious Studies at King’s College London, U.K.; Brian K. Reynolds, Department of Italian Language and Culture and in the Graduate Institute for Comparative Literature at Fu Jen University, Taipei; Introduce Filippo Gianferrari, Assistant Professor of Literature University of California, Santa Cruz. Modera Marco Aluigi, Vicedirettore & Congress Manager Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli. Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, APT Emilia-Romagna, Luoghi dell’infinito di Avvenire, Tracce. DALLA TERRA DEI MOTORI AL FUTURO DELLA TERRA Ore 19:00 | Sala Generali B4 In diretta su Corriere TV Stefano Bonaccini, Presidente Regione Emilia Romagna; Andrea Pontremoli, Amministratore Delegato Dallara; Alessandra Zinno, Direttore Generale Autodromo Nazionale Monza SIAS SpA. Introduce Emmanuele Forlani, Direttore Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli. Con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, APT Emilia-Romagna, Destinazione Romagna, Airiminum, ACI, Italian Exhibition Group.

In diretta su Repubblica.it Il TALK sarà trasmesso nella Hall Centrale A cura di Fondazione per la Sussidiarietà. Vincenzo Durante, Responsabile Occupazione Invitalia; Antonio Loffredo, Parroco della Basilica di S. Maria della Sanità, Napoli; Maurizio Martina, Special Advisor e Vicedirettore Generale aggiunto della FAO; Alberto Sinigallia, Presidente Fondazione Progetto Arca. Conducono Massimo Bernardini ed Enrico Castelli. Con il sostegno di Philip Morris Italia, Bayer SpA. SONO ANCORA I ROMANZI CHE RACCONTANO L’UOMO? Ore 21:00 | Auditorium Intesa Sanpaolo D1 Carmen Pellegrino, Scrittrice; Marco Pisoni, Sceneggiatore; Gian Mario Villalta, Direttore artistico del festival letterario Pordenonelegge, scrittore e poeta. Introduce e modera Luca Doninelli, Scrittore. Con contributi video di Alessandro Baricco, Scrittore; Sergio Givone, Filosofo; Massimo Onofri, Critico Letterario. Con il sostegno di Tracce. SPETTACOLI MI RITROVAI. DALLA SELVA OSCURA AL PARADISO Ore 21:30 | Arena Spettacoli SGR Piazza Tre Martiri Biglietti gratuiti fino ad esaurimento posti, prenotabili sull’app del Meeting. “azione corale” di Marco Martinelli In collaborazione con Associazione Italiana Centri Culturali. Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Comune di Rimini, SGR. MEETING MUSIC CONTEST SECONDA SERATA DI ESIBIZIONE DEI SEMIFINALISTI Ore 21:30 | Palco Spettacoli Piscine Ovest Spettacolo ad accesso libero senza prenotazione fino ad esaurimento posti. Il Meeting Music Contest, ideato dal Meeting di Rimini e dal Mei di Faenza, giunge alle semifinali riproponendo finalmente la musica dal vivo. Con il sostegno della Regione Emilia-Romagna.

TALK “IL LAVORO CHE VERRÀ”. UN LAVORO SENZA FRONTIERE Ore 19:00 | Sala Ravezzi

Editore Fondazione Meeting per l’amicizia tra i popoli, Fondazione costituita in data 31 marzo 2008 con atto a ministero del Notaio del Plescia di Rimini (rep. n. 47.236/7949, registrato all’Agenzia delle Entrate di Rimini il 10 aprile 2008 al n. 4.919/I) sede: via Flaminia 18/20, c.p. 1106, 47900 Rimini Tel.0541-783100 | Fax 0541-786422

Progetto Grafico Bruno Monaco

Fotolito e stampa CED Via dell’Industria, 52 Erbusco (BS)

Impaginazione Elisa Compagnoni, Veronica Conchetto, Petra Mistura, Sabrina Scalesciani

Registrazione Tribunale di Rimini n. 16/91 del 15/07/1991


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sabato 21 agosto 2021


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