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BIOTECNOLOGIE
INTERVISTA
MISTERI
“Sì agli Ogm: servono contro la fame nel mondo”
“Il nostro alter ego è nascosto in un orso”
E’ possibile fare sesso quando si è nello spazio?
La Pontificia Accademia delle Scienze si schiera a favore delle piante «modificate».
Discendiamo dalle scimmie, ma il nostro immaginario non può fare a meno degli orsi.
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La medicina spaziale si occupa anche di sesso? Le risposte sono contraddittorie.
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DEFEZ PAGINA 26
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CIMATTI PAGINA 27
GRASSIA PAGINA 29
TUTTOSCIENZE IL TEAM ITALIANO DEL TEST «ASACUSA» PRODUCE ATOMI DI ANTI-IDROGENO: «SI AVVICINA IL MOMENTO DI RIVEDERE LE LEGGI DELLA FISICA?»
Analisi MAURILIO ORBECCHI
L’inevitabile separazione da Freud
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on si può neppure dire che la psicoanalisi freudiana sia falsa o non scientifica, perché non è nemmeno raccontabile, o riassumibile, tanto è contraddittoria». Edoardo Boncinelli, biologo affermato in campo internazionale per i suoi fondamentali lavori sui geni Hox - i geni architetto che «dirigono» il lavoro degli altri geni - non teme di inimicarsi il mondo psicoanalitico e va giù pesante: «Il modello freudiano non solo non è scientifico, ma non lo può neppure diventare. Andrebbe riformulato di sana pianta, a cominciare dai concetti di “Io” e di “Inconscio”. Freud assegna delle proprietà, degli obiettivi, delle mire e delle caratteristiche che non hanno nulla a che fare con il nostro inconscio. Quindi Freud e le neuroscienze, nonostante qualcuno dica il contrario, sono due vie separate. Nemmeno parallele, ma divergenti». L'affermazione è particolarmente autorevole, perché pronunciata da un neuroscienziato che è stato chiamato a far parte del Comitato del Centro di Neuropsicoanalisi Internazionale, istituito con lo scopo di cercare le basi biologiche del pensiero freudiano sotto gli auspici del New York Psychoanalytic Institute. Ma non finisce qui: «Per di più i freudiani guardano con supponenza agli junghiani e alle altre scuole, invece non sono affatto meglio degli altri. Sostanzialmente sono tutti delle sette». SEGUE A PAGINA 28
TUTTOSCIENZE MERCOLEDÌ 1 DICEMBRE 2010 NUMERO 1445 A CURA DI: GABRIELE BECCARIA REDAZIONE: GIORDANO STABILE tuttoscienze@lastampa.it www.lastampa.it/tuttoscienze/
“Il mio viaggio nell’antimondo” Al Cern una “fabbrica” di antimateria indaga l’origine dell’Universo GABRIELE BECCARIA
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otrebbe diventare la fonte d’energia perfetta e la chiave della tecnologia del XXI secolo. Oppure la sua capacità distruttiva potrebbe trasformarla nell’arma definitiva di distruzione di massa. E’ troppo presto per saperlo e il fisico britannico Frank Close le ha appena dedicato un saggio con cui si diverte a esplorarne i misteri: si intitola semplicemente «Antimateria», perché basta la parola per evocare un brivido in chiunque. Sulla Terra non esiste, eppure abbiamo imparato a fabbricarla, confinando qualche infinitesimo frammento in po-
Evandro Lodi Rizzini Fisico RUOLO: E’ PROFESSORE DI FISICA ALL'UNIVERSITÀ DI BRESCIA E RESPONSABILE DELLA PARTE ITALIANA DELL’ESPERIMENTO «ASACUSA» IL SITO: HTTP://ASACUSA.WEB. CERN.CH/ASACUSA/
tenti campi magnetici da cui sia impossibile la fuga e, quindi, qualunque rischio: al Cern di Ginevra due esperimenti in parallelo stanno facendo notizia. Mentre «Alpha» la imprigiona, «Asacusa» le spara addosso. L’obiettivo finale dei team è risolvere l’interrogativo, forse, più spaventoso di tutti: perché dopo il Big Bang la materia ha prevalso sull’antimateria, dando forma all’Universo che conosciamo e a ciò che noi siamo? Ci vorrà tempo per abbozzare una risposta e siamo lontanissimi dal custodire l’inquietante ampollina fluorescente che nel film e nel romanzo «Angeli e Demoni» minaccia di annientare il Vaticano. Ma intanto il prossimo passo sta per essere annunciato da un team italiano sulla rivista «Physical Review Letters»: se «Alpha» studia gli anti-atomi di idrogeno imprigionati in una trappola
magnetica a bassissima temperatura, «Asacusa» - l’acronimo di «Atomic spectroscopy and collisions using slow antiprotons» che si pronuncia come il nome del più antico tempo buddhista di Tokyo - bombarderà gli anti-atomi con fasci a microonde, facendoli volare in uno spazio di non più di 20 centime-
tri prima della loro analisi e della disintegrazione. E’ una performance che fa battere forte il cuore dei fisici. «Nei decimillesimi di secondo in cui si spostano nell’apparato potremo vedere come cambierà la loro polarizzazione. Lo scopo - spiega il responsabile del test Evandro Lodi Rizzini -
è capire se gli anti-atomi reagiscono in modo diverso rispetto agli atomi oppure se continua la simmetria apparentemente perfetta tra materia e antimateria». E visto che in gioco ci sono la realtà e il suo specchio, non è un caso che la procedura utilizzata per la ricerca rappresenti
una sorta di opposto a quella che ha reso celebre Lhc, l’acceleratore di particelle: invece di far scontrare protoni alla velocità della luce e a energie via via maggiori, «si fa in modo che gli anti-protoni vengano messi a riposo», sottolinea Lodi Rizzini. Il mondo dell’acceleratore si rovescia così nel «deceleratore»: «E’ possibile grazie a una macchina unica sul pianeta, realizzata al Cern, e d’altra parte “Asacusa” è il solo esperimento in grado di fermare gli anti-atomi e poi di farli ripartire». Anche il trabocchetto per intercettare gli anti-atomi è speciale e Lodi Rizzini la descrive come una strada che da liscia si trasforma in un saliscendi e in cui i «più freddi», vale a dire quelli meno energetici, si bloccano, lasciandosi superare da quelli «più potenti». Così solo il 50% prenderà il volo e il fascio ottenuto verrà passato sotto esame per indagare le interazioni che danno vita all’elusiva antimateria. E la conclusione piena di promesse è che, «se le frequenze tra atomi e anti-atomi non coincideranno, andranno riviste le leggi fondamentali della fisica». Ciò che al momento sappiamo è che nell’antimateria particelle e atomi hanno la stessa massa dei «gemelli» della materia, ma carica elettrica opposta: in teoria un anti-mondo sarebbe indistinguibile dal nostro e tuttavia, se i due entrassero in contatto, si annullerebbero in un inimmaginabile lampo energetico. E’ ciò che per primo aveva previsto il Nobel Paul Dirac nel 1928 e da allora la caccia non si è mai interrotta, tra ripetuti colpi di scena: nel ‘95, sempre al Cern, sono stati generati i primi 9 nove anti-atomi di idrogeno e l’anno prossimo verrà installato sulla Stazione Spaziale l’esperimento internazionale «Ams». Cercherà gli anti-nuclei pesanti, come l’anti-elio e l’anti-carbonio, e nel caso li trovasse - ha dichiarato uno dei responsabili dello studio, Roberto Battiston - «significherà che esistono anti-stelle attive in anti-mondi». Per l’umanità potrebbero spalancarsi spiazzanti scenari da «Alice nel paese delle meraviglie» e poi sogni ad occhi aperti, come gli anti-motori immaginati per l’astronave «Enterprise» di «Star Trek», e incubi come i super-cannoni annichilatori: secondo alcune leggende metropolitane, sono già allo studio al Pentagono.