Logiche del potere e logiche spaziali in Michel Foucault 77
accenna a un «sogno militare»7 della società, e anche a un «sogno politico della peste». La peste, non nel campo letterario ma in quello politico, è il momento meraviglioso nel quale il potere politico si esercita pienamente. La peste è il momento in cui la suddivisione di una popolazione viene portata al suo punto estremo, il momento in cui non si può più produrre alcuna comunicazione pericolosa, alcuna comunità confusa, alcun contatto proibito. Il momento della peste è quello della suddivisione esaustiva di una popolazione da parte di un potere politico, le cui ramificazioni capillari raggiungono senza interruzione la grana degli individui stessi, il loro tempo, il loro ambiente, la loro localizzazione, il loro corpo8.
Nel XVIII secolo si costituisce il fantasma di un potere totale, costante, regolare, trasparente, etc. Soprattutto, però, questo potere diventa positivo: non si tratta più di estrarre, di sottrarre, di escludere o di prelevare, ma al contrario di integrare e far fruttare. Con un lavoro minuzioso di conoscenza (osservazione) e di distribuzione si integrano e combinano tutti gli elementi in un solo corpo/macchina, allo scopo di massimizzarne le forze. Nel periodo, fluttuante in Foucault, che va dal Medioevo alla fine dell’Ancien Régime, il filosofo individua un potere che, essenzialmente, reprime: preleva (i beni e la vita), esclude (l’indesiderabile, l’impuro), vieta. Ma cosa vieta? Cos’altro vieta se non il fatto di mettere in pericolo il potere del sovrano? L’esclusione del lebbroso sembrava significare l’esclusione di un pericolo per la comunità; ma bisogna aggiungere che c’è o ci sarà presto l’esclusione di quel che costituisce un pericolo per il sovrano. La norma di questo potere sovrano, la legge, è una norma minima nel senso in cui essa si definisce con il divieto (e la punizione dell’infrazione) e soprattutto con la proibizione di attentare al corpo del re. I supplizi dell’Ancien Régime costituiscono essenzialmente la riaffermazione di una potenza messa in causa: infrangere la legge penale significa in primo luogo attaccare la persona reale. Allo stesso modo, il palazzo è un’altra manifestazione di questa potenza.9 Ivi, p. 198; trad. it. cit., p. 184. Sogno militare che si distingue dalla “guerra” come il personaggio militare si distingue dall’uomo di guerra. Occorrerebbe approfondire la matrice militare delle tecniche disciplinari e distinguere il “militare” dalla “guerra”, intesa, classicamente, come duello. 8 M. Foucault, Les Anormaux, cit., p. 44; trad. it. cit., p. 50. 9 Cfr. M. Foucault, L’œil du pouvoir, in Dits et écrits, a cura di D. Defert e F. Ewald, Gallimard, Paris 2001, t. II, pp. 190-207 (testo 195); trad. it. L’occhio del potere. Conversazione con Michel Foucault, in J. Bentham, Panopticon ovvero la casa d’ispezione, a cura di M. Foucault e M. Perrot, Marsilio, Venezia 1983, pp. 7-30. 7