giornale delle Giudicarie novembre

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Le buone azioni che contano Le buone azioni per la crescita del nostro territorio 

Le buone azioni che danno valore al tuo futuro 

Giudi iudicarie

il

iornale delle

NOVEMBRE 2018 - pag.

EDITORIALE

Il peccato delle carte non freni gli eletti di Adelino Amistadi Stamane, mentre facevo il mio giretto quotidiano sono stato raggiunto da un simpatico signore che mi ha gridato: “ehi...sei contento? I Giudicariesi ti hanno ascoltato...sono entrati in tre in Consiglio...hai fatto un bel lavoro...” Sono rimasto un po’ sorpreso ma poi ho risposto al volo: “Informati.. sono quattro, ottimo risultato, speriamo che si facciano valere...” E ci siamo salutati sorridendo. Credo che il sorriso della speranza possa ormai essere il sorriso di tutti i nostri conterranei. Ma non voglio tediarvi sull’esito e sul “cambiamento”, vorrei mantenermi sul concreto come cerco sempre di fare. Per prima cosa prendo atto che finalmente i Giudicariesi hanno capito l’importanza di essere coesi e di puntare sui nostri candidati, anche quelli non eletti hanno avuto belle soddisfazioni. Me ne compiaccio. Ma adesso viene il bello. I nostri neo eletti hanno cinque anni per rimediare alla desolata considerazione con cui abbiamo dovuto convivere negli anni appena trascorsi, con l’alleanza di centro sinistra tutta presa dal soddisfare le pretese della città e di alcune valli (non la nostra) quasi fossero le preferite dal Signore. E allora cosa fare? Mi permetto alcune brevi considerazioni su quanto la nostra gente si aspetta per la prossima legislatura. A pagina 18

Le buone azioni che contano

Le buone azioni per la crescita ����������� ������� del nostro territorio ������� ����������� ����������� ����� ������� �����������

Le buone azioni che danno valore al tuo futuro �������������������

Mensile di informazione e di approfondimento

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ANNO 16 - NOVEMBRE 2018 - N. 11 - MENSILE

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FONDATO NEL 2002 - Distribuito da

Elezioni, il trionfo della Lega con Salvini trascina il centrodestra Quattro i consiglieri provinciali eletti in Giudicarie

Alle pagine 4-10

EUROPA

Le cicatrici della storia di Paolo Magagnotti

Maltempo in Giudicarie si contano i danni

A pagina

L’approfondimento

Pensioni, capirci qualcosa oltre gli slogan

ALLE PAGINE 12 E 13

Arte

Raffaele Franzoi, la magia del bulino A PAGINA 25

TURISMO Intervista a Michela Valentini Pag. 22

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CALCIO Cristiano Fusari a caccia dell’azzurro Pag. 34 SCUOLA Maturità si cambia Pag. 26

La storia d’Europa è stata purtroppo caratterizzata per secoli da molti conflitti, sviluppatisi con varie dimensioni, ma sempre con tanti morti. Due guerre mondiali, entrambe originatesi nel Vecchio continente con un’indicibile numero di milioni di vittime non possono far dimenticare quello che è successo nei secoli precedenti. Guerre conclusesi con “conferenze di pace” nelle quali i vincitori hanno deciso, tra l’altro, la divisione di territori e con essi di popolazioni che dall’oggi al domani si sono trovate sotto un dominatore straniero e private di quella unità di patrimonio umano e culturale che ne costituiva fondamentale elemento di identità. A pagina 15

Energia

Arnò: ok provinciale alle centralina A PAGINA 20

Sport

Cinquant’anni di Team Volley C8 A PAGINA 27

PER LA VOSTRA PUBBLICITÀ SUL GIORNALE DELLE GIUDICARIE sponsorgdg@yahoo.it - 3356628973 - 338 9357093


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A cura della REDAZIONE

Rassegna Stampa

NOVEMBRE 2018

RASSEGNA STAMPA OTTOBRE 2018

DALLE GIUDICARIE DALLA PROVINCIA

Maltempo in Giudicarie - Le abbondanti piogge che hanno interessato in Trentino a fine ottobre hanno provocato un allerta meteo come non si vedeva da molti anni. Tutti i corsi d’acqua hanno raggiunto livelli di guardia e si sono verificati in tutte le Giudicarie smottamenti e chiusure strade. Solo la costante opera di protezione civile messa in atto con la straordinaria partecipazione di migliaia di volontari ha fatto sì che i disagi fossero limitati al massimo. Ecofiera di Montagna, un grande successo. Positivo il bilancio della diciannovesima edizione Diciannovesima edizione e diciannovesima grande successo. Si potrebbe riassumere con queste poche parole l’edizione di Ecofiera svoltasi ad ottobre nell’accogliente centro di Tione. Come tradizione l’evento è stato apprezzato dai giudicariesi e da molti visitatori arrivati nella busa Tionese da altre vallate del Trentino e dalle regioni limitrofe di Lombardia e Veneto. È stata l’ecofiera più completa ed innovativa di sempre: 14 settori tematici, 200 espositori per un area complessiva dedicata di oltre 11’000 m2. Chiesa di San Vigilio, 20 mila persone da tutto il mondo per vedere i suoi tesori artistici Si è concluso il periodo in cui la Chiesa di San Vigilio di Pinzolo (Danza macabra) è stata aperta con orari fissi (dal 1 giugno al 30 settembre è stata tenuta aperta tutti i giorni tranne il lunedì dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 17.30). Al 30 settembre hanno visitato la chiesa quasi 20.000 persone, di cui 4.056 venuti dall’estero, così suddivisi: Tedeschi 3.208, Inglesi 239, Austriaci 202, Polacchi 75, Olandesi 72, Spagnoli 66, Ungheresi 60, Francesi 48, USA 40, Rumeni 20, Russi 15, Belgi 9, Africani 8, Boemi/Ceki 7, Svizzeri 7, Canadesi 6, Croati 5, Ecuadoregni 5, Cileni 4, Estoni 3, Nepalesi 3, Argentini 2, Australiani 2, Cinesi 2, Finlandesi 2, Maltesi 2, Svedesi 2, Albanesi 1, Colombiani 1, Lituani 1, Portoghesi 1 124° Congresso SAT in valle del Chiese, una tre giorni di cultura, sport e amore per la montagna Innovazione nella tradizione dei valori e dei legami che la montagna riesce ad intessere: questo il tema che quest’anno con il 124° Congresso dal titolo “Amore in montagna ovvero vivere in montagna” la SAT ha affrontato nelle quattro giornate (18-21 ottobre) in Valle del Chiese. Cinquanta le sezioni partecipanti con la presenza di oltre

200 soci ai lavori congressuali. Molto attese le parole della presidente Anna Facchini, a presiedere il suo primo congresso. Facchini saluta i congressisti raccontando le emozioni provate assistendo alle varie fasi di un Congresso così lontano dai centri cittadini ma così ricco di vita, di stimoli, di idealità ed energie positive. A portare i saluti del CAI nazionale Alberto Ghedina consigliere del CAI di Bressanone. Abschnitt Adamello 1915-1918. Presentato il nuovo libro sulla Grande Guerra del Parco Naturale Adamello Brenta Un lungo applauso al termine della presentazione di “Abschnitt Adamello 19151918”, presso l’auditorium comunale di Carisolo, è riuscito a coronare anni di studi e ricerche sulla Guerra Bianca condotte dal Parco Naturale Adamello Brenta. Questo nuovo libro è, infatti, la sintesi di un impegnativo lavoro di ricerca e di interpretazione che è partito dalle alte quote dei crinali adamellini, ha raggiunto l’Österreichisches Staadsarchiv di Vienna e l’archivio della Sovrintendenza dei beni culturali di Trento, prendendo poi corpo negli uffici di Strembo, per raccontare i quattro anni di battaglie, prese di posizione, sofferenze umane, drammi e orrori di quel tragico evento. L’ossatura del libro è rappresentata dai documenti inediti rintracciati nei fondi austriaci da Alessandro Livio e Nicola Fontana ai quali Tommaso Mariotti ha attinto per scrivere i testi. “Abschnitt Adamello – ha sintetizzato Mariotti – racchiude la storia dell’evoluzione della prima linea di difesa austro-ungarica nel primo conflitto bellico, non solo dal punto di vista strategico e militare, ma anche geografico, antropologico, architettonico. La ricerca consente ora di avere un quadro più chiaro sulle vicende d’arme in Adamello e fornisce agli studiosi diversi punti d’appoggio per approfondimenti successivi”. Rudy Cozzini, assistente ambientale dell’Ufficio tecnico del Parco, si è invece occupato dell’importante corredo cartografico e fotografico.

Sfoglia il Giornale delle Giudicarie su www.giornaledellegiudicarie.it Si ricorda che è possibile sfogliare il Giornale delle Giudicarie sul sito www. giornaledellegiudicarie.it aggiornato ogni mese con le notizie più importanti che accadono in Giudicarie.

Formazione, nasce il “Polo dell’hotellerie e del turismo sostenibile” L’offerta formativa provinciale si arricchisce di un nuovo Polo Specialistico di Filiera. La Giunta provinciale ha riconosciuto il “Polo dell’hotellerie e del turismo sostenibile”, composto dall’Istituto Ivo de Carneri di Civezzano, il C.F.P. Opera Armida Barelli, l’I.F.P. Istituto Professionale Alberghiero Trentino, Activart S.r.l., Fidelity Italia S.r.l., Azienda Per il Turismo Valsugana soc. coop. Nati come strutture per favorire lo scambio e la condivisione di esperienze e buone pratiche tra formazione secondaria e di livello universitario, centri di ricerca e sviluppo e aree d’insediamento produttivo. Ogni Polo Specialistico di Filiera deve essere composto da: un istituto tecnico e/o professionale a carattere statale o paritario; un’istituzione formativa provinciale o paritaria; un’istituzione scolastica a carattere statale o formativa, provinciale o paritaria, che realizza l’alta formazione professionale; due imprese iscritte nel relativo registro presso le competenti Camere di commercio, industria, agricoltura e artigianato. Per costituire un Polo deve essere firmato un “accordo di rete” che comprenda anche un programma. Mobilità elettrica: incentivi per imprenditori, anche agricoli, e per professionisti Recentemente si è andato completando il quadro degli interventi previsti per la mobilità elettrica, attraverso gli incentivi all’acquisto di veicoli elettrici, o ibridi plug-in, e di sistemi di ricarica. Ora infatti possono beneficiare dei contributi anche i privati che svolgono attività economica e professionale e le imprese agricole. Le domande possono già essere presentate. Il contributo si riceverà per l’acquisto di: - autoveicoli elettrici (con contributo di 4.000 euro a cui si aggiungono 2.000 euro di sconto da parte dei concessionari convenzionati, per ogni mezzo) e autoveicoli ibridi plug-in (con contributo di 2.000 a cui si aggiungono 2.000 euro di sconto dei concessionari per ogni mezzo) di prima immatricolazione o nuovi; l’acquisto dovrà essere fatto presso concessionari

convenzionati, e la domanda di contributo potrà essere presentata tramite gli stessi; - motoveicoli elettrici di prima immatricolazione o nuovi (con contributo di 1.500 euro e comunque non superiore al 50% della spesa ammissibile); - stazioni di ricarica per veicoli elettrici o ibridi (nel limite di 5 stazioni per ciascun richiedente, per una spesa massima ammissibile di 1.500 euro l’una e con un contributo del 60%); - stazioni di ricarica per ebike, dotate di multipresa di tipo SHUKO (nel limite di 1 stazione per ciascun richiedente, per una spesa massima ammissibile di 500 euro l’una e un contributo del 60%). Il contributo viene concesso in regime di de minimis (15 mila euro in tre anni per le imprese agricole e 200mila in tre anni per gli altri soggetti). Censimento permanente di popolazione e abitazioni Sono iniziate, sul territorio nazionale, per concludersi il 20 dicembre 2018, le operazioni legate al nuovo censimento permanente della popolazione e delle abitazioni. In Trentino, la rilevazione viene condotta dall’Istat in collaborazione con l’Istituto di statistica della provincia di Trento (ISPAT). Rispondere al censimento è obbligatorio e nel caso di violazione di questo obbligo sono previste sanzioni. In Trentino sono coinvolti 57 comuni. Infatti, a differenza dei censimenti del passato, l’ultimo dei quali svolto nel 2011, con i censimenti permanenti ogni anno sarà coinvolto solo un campione rappresentativo di comuni e in questi comuni - solamente un campione di famiglie e di abitazioni. La data di riferimento della rilevazione è il 7 ottobre 2018. Trentino Sviluppo sostiene la crescita di BM Group: 8 milioni di investimenti, 30 assunzioni Un nuovo stabilimento industriale realizzato nell’ottica dell’Industria 4.0, al posto di due siti produttivi, quelli di Condino e Cimego, diventati ormai decisamente “stretti”. Questo, in sintesi, l’obiettivo dell’accordo siglato tra BM Group, Trentino Sviluppo e Provincia au-

tonoma di Trento. L’azienda di Borgo Chiese, operante nel settore dell’automazione e della robotica in ambito industriale, negli ultimi mesi ha visto crescere in modo importante i propri volumi di produzione, grazie in particolare ai contratti stipulati sul mercato americano. Di qui la necessità di riorganizzare i processi produttivi, rendendoli sempre “connessi” ed efficienti, e di superare le difficoltà logistiche legate all’attuale disponibilità di due sedi produttive in Valle del Chiese situate a 5 chilometri di distanza l’una dall’altra. BM Group investirà 8 milioni di euro per l’apprestamento di un nuovo stabilimento, che con ogni probabilità sorgerà a Condino, ed assumerà 30 nuovi collaboratori passando dalle attuali 76 a 106 unità lavorative. Trentino Sviluppo supporterà l’investimento acquistando per 2,8 milioni di euro le due “vecchie” sedi di BM a Condino e Cimego, che nell’ottica di economia circolare di territorio verranno messe a disposizione di altre attività produttive locali che già hanno manifestato interessamento. Un nuovo Festival per Trento: record per la prima edizione del Festival dello Sport Grande successo per Il Festival dello Sport alla sua prima edizione, organizzato da La Gazzetta dello Sport e Trentino. E’ stato davvero il festival del record, grazie all’impressionante sfilata di campioni di tutte le specialità arrivati dal mondo intero: dall’11 al 14 ottobre Il Festival dello Sport ha portato a Trento oltre 200 ospiti che hanno preso parte a 130 appuntamenti, tutti gratuiti, che per quattro giorni hanno elettrizzato la città con uno spettacolo non stop. Organizzato da La Gazzetta dello Sport e dal Trentino (Provincia Autonoma di Trento, Comune di Trento, Trentino Marketing, Apt di Trento), con il patrocinio del Coni e del Comitato italiano paralimpico, Il Festival dello Sport ha totalizzato 50mila presenze agli eventi, senza contare le migliaia e migliaia di persone che hanno riempito la città partecipando alla grande festa dello sport.

Giornale delle Giudicarie, distribuito dalla Cooperativa Lavoro Da gennaio dello scorso anno il Giornale delle Giudicarie viene distribuito dalla Cooperativa sociale Lavoro, con sede in località Copera a Zuclo. Per segnalare critiche, suggerimenti, disguidi nella spedizione è possibile chiamare il numero della cooperativa: 0465-326420 oppure quello del Giornale delle Giudicarie, 0465322934, oppure via mail all’indirizzo: redazionegdg@yahoo.it.


Politica

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Maurizio Fugatti presidente supera il 40%, per lui 21 consiglieri di cui 13 della Lega

Ribaltone elettorale: un governo di centrodestra per la Provincia Alle spalle della Lega, con un risultato molto lusinghiero, la Civica Trentina, trainata dal successo del sindaco di Tione Mattia Gottardi e dalla bella affermazione di Vanessa Masè con l’11,50% e Progetto Trentino che con Mario Tonina e Alessandra Sordo Sicheri porta a casa un ottimo 10,66%. Maluccio il Pd, con il 9,74% dei voti (furono oltre il 21% nel 2013); tiene il Patt, con oltre il 9% totale, che spicca a Caderzone, trainato dal sindaco Marcello Mosca con il 22%, e resiste - nonostante la Lega straripante - nelle roccaforti storiche come Pinzolo (11,15%) comunque a fronte di una Lega lanciatissima al 51% dalla presenza del candidato “di casa” Failoni. Il Movimento 5 Stelle non sfonda, fermandosi al 5,68% nonostante l’ottima affermazione di Alex

Cinque anni dopo le scorse provinciali, nelle quali il centrosinistra autonomista di Ugo Rossi trionfò ovunque, cambia tutto anche in Giudicarie. Con il 59% di preferenze si impone infatti anche nei 24 comuni giudicariesi il centrodestra autonomista e popolare a guida Maurizio Fugatti, facendo segnare addirittura un punto in più della coalizione a guida Patt del 2013 e rifilando ben 39 punti percentuali di distacco al suo principale competitor Giorgio Tonini

e al suo centrosinistra, fermo al 20,62% e alla corsa solitaria di Ugo Rossi e del Patt, al 9,68%. Numeri e distanze ancora più marcate di quelle registrate a livello provinciale per queste elezioni. Elezioni che - confermando le previsioni e il sentiment o della vigilia - certificano che anche anche nel nostro comprensorio soffia il vento leghista, con il Carroccio che fa segnare uno storico 29,41%, con l’ottima affermazione di Roberto Failoni. Marini, neo consigliere, specie a Storo, dove si attesta a oltre il 13%. Male gli altri partiti nazionali, come Forza Italia e Fratelli d’Italia; malissimo l’Unione per il Trentino che - dopo le scissioni e l’addio di Mario Tonina - fa segnare un 1,56% che segnala la fine di un’epoca, se si pensa che solo nel 2013 il partito di Lorenzo Dellai poteva contare in Giudicarie su un 14,46%. Per quanto riguarda le prestazioni dei partiti nei singoli comuni giudicariesi, la Lega vince praticamen-

te ovunque, e stravince a Pinzolo, dove fa segnare il picco del 51,40%. Unici comuni in cui non è stato il primo partito sono Stenico, dove Progetto Trentino si conferma primo al 27,21% trainato dal sindaco Monica Mattevi; Borgo Lares dove si impone Civica Trentina, staccando di poco Progetto Trentino; e poi Tione, dove l’effetto Mattia Gottardi porta la Civica Trentina in testa. Infine, Castel Condino, unico comune in Trentino dove a vincere è stata Futura 2018, addirittura al 54,23%, trainata dalla candidatura “di casa” di Remo Andreolli. Buona, infine, l’affluenza nel comprensorio, che si attesta sul 64,25%, mezzo punto sopra quella delle provinciali del 2013, sostanzialmente in linea con la media provinciale. (r.b.)


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Politica

NOVEMBRE 2018

Per la coalizione di Maurizio Fugatti 124.590 voti Come da sondaggi e da sentori diffusi, il vento della Lega arriva anche in Trentino e pone fine a quella “anomalia” che da 20 anni vedeva la nostra Provincia unica governata dal centrosinistra autonomista in un panorama del Nord Italia, specie Nordest, dominato dal centrodestra. Maurizio Fugatti diventa dunque presidente della Provincia e lo fa con numeri importanti; 46,74% per il sottosegretario alla Salute (che ora dovrà lasciare questo incarico governativo) che gli

permette di staccare di oltre 20 punti Giorgio Tonini, alfiere del centrosinistra fermo al 25,40% e Ugo Rossi, che con il solo Patt ha raggiunto il 12,42%. L’aver superato la soglia del 40% garantisce alla coalizione di Fugatti un premio di maggioranza di 21 consiglieri su 35, un numero che permette di governare con una certa tranquillità. Guardando al voto giudicariese, alla coalizione di centrodestra sono andati 11.270 voti, pari al 59,80%, di questi al solo candi-

dato presidente Fugatti sono andati 263 voti. I voti “personali” non sono lontanissimi per il candidato del centrosinistra Giorgio Tonini – 213 quelli che i giudicariesi gli hanno consegnato – ma la coalizione di centrosinistra si ferma al 20,62%, ovvero 3.886 voti. Poco più di un migliaio i voti andati al Movimento 5 stelle di Degasperi, e il presidente uscente Ugo Rossi rimane sotto alla soglia del dieci per cento. (r.g.)

CANDIDATI PRESIDENTE: I RISULTATI

MAURIZIO FUGATTI

GIORGIO TONINI

UGO ROSSI ANGELO GIOVANNI

FILIPPO DEGASPERI

124.590

67.721

33.121

18.922

VOTI

VOTI

VOTI

VOTI

DI CUI SOLO AL PRESIDENTE 3684

DI CUI SOLO AL PRESIDENTE 4371

DI CUI SOLO AL PRESIDENTE 1012

DI CUI SOLO AL PRESIDENTE 485

46,73%

25,40%

12,42%

7,10%

In Giudicarie 11.270 VOTI

In Giudicarie 3.886 VOTI

In Giudicarie 1.824 VOTI

In Giudicarie 1.057 VOTI

DI CUI SOLO AL PRESIDENTE 263

DI CUI SOLO AL PRESIDENTE 213

DI CUI SOLO AL PRESIDENTE 54

DI CUI SOLO AL PRESIDENTE 23

59,80%

20,62%

9,68%

5,61%

ANTONELLA VALER

ROBERTO DE LAURENTIS

MAURO OTTOBRE

PAOLO PRIMON

FILIPPO CASTALDINI

FERRUCCIO CHENETTI

FEDERICO MONEGAGLIA

7.099 VOTI

4.015 VOTI

5.237 VOTI

2.384 VOTI

1.247 VOTI

DI CUI SOLO AL PRESIDENTE 1438

1.904 VOTI

350 VOTI

DI CUI SOLO AL PRESIDENTE 189

DI CUI SOLO AL PRESIDENTE 120

DI CUI SOLO AL PRESIDENTE 99

DI CUI SOLO AL PRESIDENTE 32

DI CUI SOLO AL PRESIDENTE 14

DI CUI SOLO AL PRESIDENTE 9

2,66%

1.51%

1.96%

0,89%

0,47%

0,71%

0,13%

IN GIUDICARIE 257 VOTI

IN GIUDICARIE 197 VOTI

IN GIUDICARIE 152 VOTI

IN GIUDICARIE 113 VOTI

IN GIUDICARIE 11 VOTI

IN GIUDICARIE 10 VOTI

DI CUI SOLO AL PRESIDENTE 56

DI CUI SOLO AL PRESIDENTE 15

DI CUI SOLO AL PRESIDENTE 4

DI CUI SOLO AL PRESIDENTE 7

IN GIUDICARIE 69 VOTI DI CUI SOLO AL PRESIDENTE 1

DI CUI SOLO AL PRESIDENTE 0

DI CUI SOLO AL PRESIDENTE 0

1,36%

1,05%

0,81%

0,60%

0,37%

0,06%

0,05%


Politica

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Lega acchiappatutto. In Giudicarie CivicaTrentina e PTsopra il PD Debutta bene Futura 2018, resiste il PATT, sotto le aspettative il Movimento 5 stelle Nell’ambito della coalizione vincente di centrodestra, gli altri partiti si segnalano tutti molto staccati dalla Lega, in particolare Forza Italia e Fratelli d’Italia che fanno segnare prestazioni deludenti, rispettivamente sotto i tre e i due punti percentuali. Meglio le liste locali, in particolare Civica Trentina di Rodolfo Borga che fa segnare il 4,62%, facendo eleggere – unica tra le altre liste del centrodestra – due consiglieri, lo stesso Borga e Mattia Gottardi. Poi Progetto Trentino, al 3,23% ma ben lontano dalle ambizioni della vigilia, in cui spicca il solo Mario Tonina, così come gli Autonomisti Popolari di Walter Kaswalder, al 2,99% e

Fra i risultati di lista si segnala, come previsto, una Lega pigliatutto: il Carroccio, trainato da un Salvini che negli ultimi giorni è stato molto presente in Trentino a lanciare la campagna elettorale, si è attestato su un lusinghiero 27,09%, staccando tutti e conquistando 13 seggi in consiglio (più quello di Fugatti), peraltro tutti nuovi al esclusione di Alessandro Savoi. Secondo partito è il Pd, al 13,93% che conferma gli assessori uscenti Olivi, Zeni, Ferrari e il consigliere Manica, terzo il Patt al 12,59% con quattro consiAgire per il Trentino di Claudio Cia, appena sopra il 2. Lega padrona del campo, dunque, anche se va segnalato che la presenza delle liste locali, dati alla mano, è stata strategica per consentire al centrodestra autonomista di cogliere il premio di maggioranza. Fra i partiti, male l’Unione per il Trentino a trazione Dellai-Fravezzi, ferma sotto il 4% e con un solo consiglie-

re, Pietro Degodenz; il voto ha dimostrato che senza l’anima popolare e con il partito troppo sbilanciato a sinistra l’Upt arranca. Ma il voto segnala anche un altro passaggio, di tipo storico-generazionale, con tanti volti noti della politica trentina degli ultimi 20 anni che escono di scena, in particolare Lorenzo Dellai, che non era nemmeno candidato, ma che è stato l’”anima nera” delle

glieri tra cui Rossi, Dallapiccola e Ossanna e la new entry Paola Demagri, mentre è ottimo il debutto di Futura 2018 che sfiora il 7% con Paolo Ghezzi oltre le 5.000 preferenze. Delude il Movimento 5 Stelle, che – dopo le regionali in Friuli – anche qui conferma come nelle elezioni locali sia molto distante dai fasti delle Politiche; solo a marzo i pentastellati avevano sfiorato il 25% in Trentino, mentre alle provinciali si sono fermati al 7,23% cogliendo due consiglieri, Filippo Degasperi e il giudicariese Alex Marini. contraddizioni politiche che hanno portato all’implosione del centrosinistra autonomista. Il voto segnala infine per l’ennesima volta l’inutilità delle corse solitarie, come quella di Roberto De Laurentis e Mauro Ottobre, entrambi andati all’assalto di un seggio da candidati presidente alla guida rispettivamente di Tre e Autonomia Dinamica, ed entrambi rimbalzati contro il muro di una legge

elettorale in cui è evidente che l’unione fa la forza. Insieme sarebbero stati al 3,50%. In Giudicarie, la lista più votata è stata quella di Civica Trentina, trascinata da Mattia Gottardi che le ha permesso di fare un 11,5% di preferenze quando nel resto della Provincia la lista non è arrivata al 5%. Sorte simile per Progetto Trentino, che arriva al 10.66% delle preferen-

ze (rispetto alla percentuale a livello provinciale che rimane sotto il 4%), trascinato dal radicamento del consigliere di casa Mario Tonina e dalla candidata Alessandra Sordo. Entrambe le liste sono riuscite a prendere più preferenze rispetto al Pd, laddove in ambito provinciale la situazione è stata ben diversa, segno che il voto giudicariese ha guardato ai candidati di casa più che ai programmi dei partiti. Più alta della media provinciale in Giudicarie la percentuale di preferenze per la Lega di Salvini che ha portato a casa un 29,41% di preferenze, di un paio di punti percentuali superiore alla media provinciale. (r.g.)

I PARTITI PIÙ VOTATI IN TRENTINO E IN GIUDICARIE

LEGA

PARTITO DEMOCRATICO

PATT

MOVIMENTO 5 STELLE

FUTURA 2018

CIVICA TRENTINA

69.116 VOTI 27,09% IN GIUDICARIE 5.356 VOTI 29,41%

35.530 VOTI 13,93% IN GIUDICARIE 1.774 VOTI 9,74%

33.109 VOTI 12,59% IN GIUDICARIE 1.770 VOTI 9,72%

18.437 VOTI 7,23% IN GIUDICARIE 1.034 VOTI 5,68%

17.670 VOTI 6,93% IN GIUDICARIE 1.615 VOTI 8,87%

11.777 VOTI 4,62% IN GIUDICARIE 2.095 VOTI 11,50%

per il TRENTINO

UPT

PROGETTO TRENTINO

AUTONOMISTI POPOLARI

FORZA ITALIA

AGIRE PER IL TRENTINO

UDC

10.150 VOTI 3,98% IN GIUDICARIE 284 VOTI 1,56%

8.248 VOTI 3,23% IN GIUDICARIE 1.942 VOTI 10,66%

7.621 VOTI 2,99% IN GIUDICARIE 197 VOTI 0,97%

7.204 VOTI 2,82% IN GIUDICARIE 542 VOTI 2,98%

5.458 VOTI 2,14%

5.306 VOTI 2,08% IN GIUDICARIE 454 VOTI 2,49%

IN GIUDICARIE 277 VOTI 1,52%


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Politica

NOVEMBRE 2018

Meglio solo nel 2003, con 5 consiglieri. Ora si punta a fare quadrato per la valle

Quattro consiglieri per le Giudicarie, un risultato storico Questo 2018 ci consegna invece 4 eletti e alcuni che hanno rischiato l’elezione per poco. Iniziamo da Roberto Failoni, secondo in assoluto della lista vincitrice, la Lega Nord, con 2.336 preferenze totali, e più votato in Giudicarie con oltre 1.900 preferenze. L’imprenditore di Pinzolo e assessore alla comunità di Valle, è stato capace di catalizzare il voto leghista nella sua Rendena e ad ora è in pole position per un ruolo in giunta provinciale, probabilmente da assessore al turismo essendo Failoni albergatore e componente del consiglio della rappresentanza di categoria Unat. Distanziatissimi gli altri candidati locali della Lega, Cinzia Parisi a 579 voti e Piercandido Rio penultimo a 174. Mario Tonina cambia partito ma non cambia il risultato elettorale; giunto negli ultimi giorni nelle fila di Progetto Trentino, è stato capace di portare con sè i voti dei popolari e, con 2.496 preferenze, di sopravanzare nettamente tutti gli altri candidati di lista, doppiando Alessandra Sordo Sicheri, l’altra candidata giudicariese (ferma a 1.299 e prima dei non eletti) e bissando così l’elezione del 2013 ottenuta con l’Upt. Per lui un possibile incarico da assessore all’agricoltura, tematica da sempre cara a Tonina. Ottimo il risultato anche per Mattia Gottardi; il sindaco di Tione fa cen-

C

omunque la si guardi queste elezioni provinciali saranno una data storica per le Giudicarie, per i quattro eletti e per la possibilità di almeno tre di loro di rivestire un ruolo importante nel prossimi esecutivo provinciale. Non è però un inedito. Già nel 2003, infatti, le Giudicarie piazzarono ben 5 consiglieri tra gli eletti; con Adelino Amistadi vi erano anche Remo Andreolli, Margherita Cogo, Roberto Bombarda e Iva

Berasi, a cui si aggiunse per un periodo anche Tiziano Salvaterra. Alcuni di loro anche come assessori; ma va detto che allora la giunta era formata da 12 componenti, e il meccanismo della “porta girevole” favoriva la possibilità di consiglieri non eletti di venire ripescati in Consiglio. Da allora con le nuove regole, pochi rappresentanti per le Giudicarie, nell’ultima legislatura il solo Mario Tonina.

Mario Tonina Progetto Trentino 2496 preferenze di cui 1504 in Giudicarie

Mattia Gottardi Lista Civica Trentino 2056 preferenze di cui 1636 in Giudicarie

Roberto Failoni Lega 2336 preferenze di cui 1901 in Giudicarie

tro al primo tentativo e con 2.056 preferenze si pone come il più votato della Civica Trentina, secondo partito della coalizione di centrodestra di Maurizio Fugatti. Gottardi ha capitalizzato un ottimo risultato nel suo comune (444 preferenze), con ottimi risultati anche a Sella Giudicarie, Porte di Rendena, Borgo Lares e Tre Ville, risultando il secondo più votato nelle Giudicarie alle spalle di Failoni, con circa 1.600 voti. Anche per lui si parla di un posto in giunta provinciale,

con il ruolo di vicepresidente. Alle sue spalle il fondatore della Civica Trentina, Rodolfo Borga, poi, al terzo posto e prima dei non eletti, Vanessa Masè, con oltre mille preferenze, che anche stavolta come accaduto nel 2013 con Amministrare il Trentino, sfiora di un passo l’elezione in Consiglio provinciale. Molto più staccato l’altro candidato di Civica Denis Dall’Alda, con 265 voti.

Alex Marini, di Storo, che è risultato il più votato della lista del Movimento 5 Stelle; i grillini, con il 7,23% a livello provinciale, hanno ottenuto meno di quanto pronosticavano i sondaggi, però Marini - presidente dell’associazione Più democrazia in Trentino - con 766 preferenze raccolte per metà nelle Giudicarie e per metà nel resto del Trentino ha saputo battere la concorrenza di D’Alterio e Zanella, suoi principali competitors. Fino a qui le note positive, con i quattro eletti.

All’opposizione ci sarà un altro giudicariese,

Alex Marini Movimento 5 Stelle 766 preferenze di cui 371 in Giudicarie

A Remo Andreolli non sono bastati 1.014 voti per conquistare un seggio in Consiglio, nonostante una discreta prestazione; la lista del Pd piazza Giuliano Beltrami al decimo posto con 790 preferenze, mentre Francesca Rodigari si ferma a 261, molto distanti dai risultati dei candidati del 2013. In Forza Italia Bruna Cunaccia si deve accontentare di 262 preferenze e del sesto posto di lista; benino Chiara Guetti nel Patt, dove conquista 517 voti, ma è ben lontana dagli eletti.

Tre delusioni elettorali arrivano dalla Val Rendena. In primis l’unico candidato dell’Unione per il Trentino di tutte le Giudicarie, Barbara Costanzo di Pinzolo, ferma a soli 63 voti, di cui 6 nel suo comune. Dire che il partito di Dellai era abituato in Giudicarie ad altri numeri è quasi scontato. Poi Matteo Masè dell’Udc, che - nonostante la campagna elettorale con l’ex vicepresidente del consiglio provinciale Nerio Giovanazzi - ha portato a casa solo 111 voti totali; meglio, si fa per dire, Silvana Frank, appena più sopra con 151 preferenze. Maluccio anche Sergio Binelli, anima giudicariese di Agire per il Trentino: solo decimo in lista con 126 voti, mentre l’altra candidata Grazia Castellini si è fermata 81. Poi c’è Vincenzo Zubani, che aveva optato per la singolare scelta di candidarsi e poi dire pubblicamente di non votare lui ma Paolo Ghezzi: di certo gli elettori lo hanno “accontentato”, per lui solo 174 voti. Meglio Flavia Frigotto, sempre in Futura 2018, con 363 preferenze personali. Seguono poi Ascanio Zocchi di Storo, 60 voti con Autonomia Dinamica, Daniele Costantini che negli Autonomisti Popolari ha fatto 55, staccando l’altra candidata, Elena Molinari, di 3 preferenze. Infine Casapound con Andrea Cipolla che si piazza sesto in lista, ma con soli 31 voti.


Politica

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Già consigliere del centrosinistra, confermato anche in corsa con il centrodestra

Mario Tonina: “Per le Giudicarie maggior forza istituzionale” Unico consigliere provinciale giudicariese entrato nella tornata elettorale del 2013, Mario Tonina, dirigente della Federazione allevatori, viene riconfermato dagli elettori nel suo secondo mandato, questa volta nelle file del centrodestra dove all’ultimo è passato nel caos pre-elettorale. Che campagna elettorale e che elezioni sono state queste? Si aspettava il suo risultato? Per certi versi è stata una campagna elettorale anomala e lo è stata anche a seguito dell’esito del voto delle politiche del 4 marzo e di quanto accaduto nei mesi scorsi. Sono saltati tutti gli schemi tradizionali e anche il Trentino, queste elezioni ne sono la riprova, ha espresso a gran voce la volontà di cambiamento. Non avevo fatto nessuna previsione così come non le ho mai fatte nemmeno per le altre elezioni anche perché ho sempre rispettato

la volontà degli elettori. A risultato ottenuto voglio ringraziare le molte persone che mi hanno sostenuto visto l’ottimo risultato, essendo stato il secondo per numero di preferenze della coalizione alla quale appartengo. Risultato frutto di un lavoro che è stato premiato, lavoro svolto negli ultimi 5 anni sui territori e all’interno dell’Aula consiliare attraverso diversi atti politici. La soddisfazione la voglio condividere con quanti hanno creduto in me dato che un risultato così positivo non era per nulla scontato né facile. A campagna elettorale terminata, come giudica il cambiamento “epocale” che gli elettori hanno sancito? Anche il Trentino ha scelto il cambiamento sull’onda nazionale ed a questo risultato hanno sicuramente contribuito le divisioni che si sono create in modo particolare dopo il voto di marzo a segui-

to del quale il Centro Sinistra Autonomista non è stato in grado di fare un’analisi seria, come da me più volte richiesto, per adottare delle strategie politiche che potessero tenere realmente conto delle necessità dei trentini. Negli ultimi mesi, infatti, ci sono state divisioni continue con spaccature che hanno favorito ulteriormente la vittoria della nuova coalizione. La situazione che si è venuta a creare

nel CSA è, a mio parere, frutto principalmente di personalismi che sono nati all’interno dei vari partiti per salvaguardare l’elezione di pochi volti noti. Non condividendo la scelta fatta sul candidato presidente ed essendo io a favore di una larga coalizione, sollecitato da tantissime persone di diversi territori e su richiesta di Progetto Trentino, ho deciso di accettare la candidatura nella nuova coalizione.

Da consigliere (o magari da assessore), quali obiettivi di interesse in particolare giudicariese si prefigge di portare a casa durante la legislatura? Siete in 3 giudicariesi in maggioranza, ritiene che potrete «fare gruppo» per un territorio spesso considerato marginale? Cercherò sicuramente di condividere con gli altri due giudicariesi eletti nella stessa coalizione gli obiettivi strategici per dare quelle risposte che da troppo tempo i giudicariesi si aspettano. Chi mi conosce sa bene che sono da sempre convinto che solo attraverso un gioco di squadra si possono raggiungere dei risultati. Come già avevo anticipato nel Vostro giornale, le Giudicarie si aspettano di migliorare la viabilità attraverso opere come la circonvallazione di Pinzolo, di Comano Terme, il miglioramento delle galle-

rie di Ponte Pià e del tratto Nembia Molveno. Per quanto riguarda la sanità dovremo consolidare quanto già ottenuto con il protocollo tra la PAT e la Comunità delle Giudicarie per riuscire a garantire servizi di qualità. Importante sarà anche completare l’espansione del servizio di metanizzazione ed assicurare la fibra ottica a imprese e privati oltre ad un forte impegno per lo snellimento delle procedure (meno burocrazia), di cui abbiamo bisogno per essere più veloci nel dare risposte ed essere maggiormente attrattivi. Insieme ai colleghi sono convinto che riusciremo a portare avanti le istanze dei Giudicariesi; sicuramente molto dipenderà anche dal ruolo che ricopriremo all’interno del Consiglio e dell’esecutivo, certo è che le Giudicarie, in questa legislatura, avranno maggior forza istituzionale.

Mattia Gottardi: “Il cuore del Trentino batte nelle valli e come tale va protetto e valorizzato” Da sindaco di Tione a consigliere provinciale con 2.056 voti, soprattutto giudicariesi

Mattia Gottardi, avvocato, sindaco di Tione per due legislature, è stato il più votato nella lista Civica Trentino, a sostegno di Maurizio Fugatti, con 2.056 voti. Che campagna elettorale e che elezioni sono state queste? Si aspettava il suo risultato? La campagna elettorale è stata molto pacata, forse poco visibile rispetto ad altre, ma certamente molto intensa per quanto mi riguarda. Il ritmo degli incontri è stato molto serrato ed il clima era assolutamente positivo e favorevole. Nelle innumerevoli occasioni di dialogo con amministratori, categorie e cittadini delle varie realtà delle Giudicarie e del Trentino, ho respirato la voglia di cambiamento, associata al desiderio di competenza. Il risultato ottenuto è di innegabile soddisfazione:

non tanto e non solo per i numeri ma per la concentrazione territoriale nelle Giudicarie. Infatti oltre l’80% delle preferenze ricevute “parlano” giudicariese e questo mi riempie di orgoglio: ricevere fiducia da chi ti conosce meglio è una sensazione molto piacevole. Cercherò di dimostrare che era fiducia ben riposta attraverso gesti concreti e tanto tanto impegno per la nostra terra. Non avevo fatto un conteggio prima delle elezioni né avevo un obbiettivo preciso da raggiungere. Mi sono messo a disposizione di un progetto credibile, serio e territoriale, senza paracaduti in caso di risultato negativo. A campagna elettorale terminata, come giudica il cambiamento “epocale” che gli elettori hanno sancito? Innanzitutto direi che la richiesta di cambiamento

chiaro, migliorando ciò che di buono è stato fatto così come mettendo mano, anche radicalmente, a quanto è stato assolutamente sbagliato, primo fra tutti il rapporto valli-città. Il cuore del Trentino batte nelle valli e come tale va protetto e valorizzato.

non è giunta solo con le ultime elezioni. Ci sono stati segnali già a partire dalle elezioni comunali del 2015 con risultati negativi per l’allora maggioranza provinciale, seguiti dalla sconfitta sul referendum costituzionale e dalla batosta delle elezioni politiche di marzo 2018. La risposta a questa richiesta è stata distruttiva per il centrosinistra ed il risultato del 21 ottobre era

atteso. Quello che è davvero epocale è la fine di un ciclo politico e l’apertura di un nuovo ciclo, fatto di persone giovani e pronte a mettere al servizio della nostra Comunità le proprie competenze, acquisite in ambito sia amministrativo che lavorativo. Le persone hanno scelto con nettezza ed ora tocca a tutti noi una grande responsabilità, quella del fare bene. Senza rivoluzioni, sia

Da consigliere (o magari da assessore), quali obiettivi di interesse in particolare giudicariese si prefigge di portare a casa durante la legislatura? Siete in 3 giudicariesi in maggioranza, ritiene che potrete «fare gruppo» per un territorio spesso considerato marginale? Negli scorsi anni il territorio ha lamentato scarsa rappresentanza ed in effetti altre zone del Trentino, con maggiore presenza nelle Istituzioni, hanno ricevuto diverso trattamento rispetto alle Giudicarie. Ora non ci sono più alibi. Se i risultati non dovessero

essere all’altezza la colpa non potrà essere che nostra, mia e degli altri due rappresentanti del territorio, a prescindere dai ruoli ricoperti. Tocca a noi dimostrare di essere in grado sia di fare “squadra” sia di fare la differenza. Non mi piace l’elencazione di obiettivi di interesse particolare parificandoli ad una “lista della spesa”: il nostro territorio merita innanzitutto rispetto ed attenzione e di essere ascoltato nelle sue specificità. I grandi temi quali la sanità, la viabilità, il lavoro e le attenzioni alla fascia anziana della popolazione dovranno essere centrali nell’agenda politica provinciale e questo sarà il mio obiettivo principale. Ascolto, concretezza e buon senso le uniche regole da utilizzare nella quotidianità della mia azione politica ed alle quali mi atterrò nello svolgimento del mio incarico.


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Politica

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Robarto Failoni, albergatore della Val Rendena, amico di Matteo Salvini che da lui passa le vacanze estive, assessore della Comunità di Valle per le opere pubbliche e lo sport, ha fatto il pieno di voti fra le fila della Lega. Che campagna elettorale e che elezioni sono state queste? Si aspettava il suo risultato? Per me era la prima esperienza di campagna elettorale fuori dei confini locali. La richiesta di candidare mi è giunta solo poco prima dell’inizio della competizione elettorale e ho dovuto organizzare in tempi strettissimi un piccolo staff, a cui va dato il merito di aver saputo coniugare al meglio impegno, motivazione e competenze tecniche, sia per l’elaborazione dei contenuti, che per la loro comunicazione. E poi non posso dimenticare lo straordinario supporto di tanti amici, che hanno condiviso la mia scelta, sostenendomi in questo breve ma intenso percorso. Ma sbaglierebbe di grosso chi attribuisse il mio successo personale, del tutto inaspettato o quantomeno non di quella portata, a fattori esclusivamente esogeni. Del fatto di essere amico di Salvini da diverso tempo vado certamente orgoglioso, ma molti lo sono, io sono solo uno fra loro. L’effetto traino Lega? Indubbiamente c’è stato, ma ciò in qualche misura è valso pressoché per tutti i candidati del centro-destra e non esclusivamente per quelli della Lega. Credo che la differenza alla fine l’abbiano fatta la mia lunga atti-

Il più votato in Giudicarie, con 1.901 preferenze

Roberto Failoni: “Offrire delle opportunità alle Giudicarie” vità di amministratore pubblico, ruolo interpretato rifuggendo sempre determinate logiche politiche, ed il programma che ho presentato, fatto di obiettivi concreti e molto chiari. Esso naturalmente, partendo dal documento programmatico della lega, focalizza alcuni temi peculiari, che per giorni, instancabilmente, ho portato in giro per il Trentino oltre che nelle “mie” Giudicarie. Questo mi ha permesso anche di ascoltare le istanze della gente, delle imprese, degli amministratori e sarà mio impegno tenere conto di questi suggerimenti, garantendo costante vicinanza ai territori. A campagna elettorale terminata, come giudica il cambiamento “epocale” che gli elettori hanno sancito? È la fine di una stagione o meglio un’epoca politica, che ha caratterizzato per decenni il nostro Trentino. Ma come insegna la storia delle democrazie, il ricambio della classe politica dirigente è linfa vitale per la democrazia stessa. Purché porti a

comportamenti e visioni nuovi, altrimenti poi la gente avrebbe ragione a dire che si è cambiato tutto per non cambiare niente. Abbiamo già il problema delicato dei lupi e degli orsi in Trentino. Non è proprio il caso di aggiungere quello dei gattopardi. Non vanno ripetuti gli errori commessi da quelli che ci hanno preceduto: occorre quindi rompere gli schemi clientelari, chiudere con la pericolosa inclinazione all’autoreferenzialità e le decisioni prese a tavolino nel chiuso del Palazzo: sulla pelle dei territori, della loro economia, degli amministratori locali e dei loro cittadini. È ne-

cessario invece stare a contatto con la gente, in costante ascolto e confronto con i rappresentanti locali, del mondo delle imprese, delle associazioni e del volontariato, dei cittadini trentini in definitiva. E lo stesso atteggiamento di ascolto e confronto sul territorio va esteso alla galassia delle società controllate, specie quelle che dovrebbero essere più votate al marketing territoriale, in modo da supportare adeguatamente l’indirizzo politico amministrativo che spetta alla Giunta Provinciale, che a sua volta è chiamata ad un democratico confronto con il Consiglio Provinciale.

Da consigliere (o magari da assessore), quali obiettivi di interesse in particolare giudicariese si prefigge di portare a casa durante la legislatura? Siete in 3 giudicariesi in maggioranza, ritiene che potrete «fare gruppo» per un territorio spesso considerato marginale? Non vi è dubbio che siamo stati eletti prevalentemente grazie al voto della nostra gente, ma non dobbiamo dimenticare che anche altri trentini ci hanno dato fiducia, esprimendo preferenze personali o di partito. Il nostro compito di consiglieri sarà quello di porci in ascolto anche degli altri territori, dei loro problemi, sensibilità ed aspettative; perché riguardano alla fine tutto il Trentino. Detto questo, credo che la la domanda che dobbiamo porci è la seguente: cosa si aspettano ora da noi i giudicariesi? Io credo ci sia una sola risposta possibile: si aspettano che ora, terminata la competizione elettorale - che, va detto, tutti abbiamo condotto all’insegna

del reciproco rispetto – facciamo squadra per portare avanti insieme le istanze del nostro territorio: come consiglieri provinciali o secondo i ruoli che ci possano essere eventualmente assegnati. Personalmente, ho ben chiari in testa gli obiettivi delle Giudicarie, consapevolezze che ho maturato anche grazie alla preziosa esperienza di assessore della Comunità. Ma credo che daremmo un ulteriore segnale di maturità verso la nostra gente nel momento in cui, una volta avviata formalmente la legislatura, Tonina, Gottardi ed io dessimo vita, insieme ad altri amministratori territoriali, a dei momenti dedicati per individuare le priorità del nostro ambito, affinché vengano concretamente messe nell’agenda della maggioranza. Concludo riaffermando con forza che, sebbene il compito assegnato imponga un impegno per tutto il Trentino, dovremo cercare di offrire delle opportunità anche alle Giudicarie, troppo spesso dimenticate in questi anni.

Alex Marini: “Coinvolgimento dei cittadini, difesa del lavoro e lotta al precariato”

Cresciuto a Darzo, mlitante della prima ora del Movimento 5 stelle, unico consigliere oltre al capolista Degasperi Alex Marini, ingegnere di Darzo ma trasferito a Rovereto da qualche anno con la famiglia, è l’unico consigliere 5 stelle oltre al capolista Filippo Degasperi. Da tempo militante del Movimento, ha portato avanti in particolare la battaglia per la democrazia diretta e in Provincia, eletto con 751 voti, siederà ora nei banchi della minoranza. Che campagna elettorale e che elezioni sono state queste? Si aspettava il suo risultato? Non si può dire sia stata una campagna elettorale esaltante dal punto di vista della qualità. Come al solito dibattito e proposte hanno solo scalfito la superficie delle problematiche e quindi delle possibili soluzioni da adottare. Inoltre l’eccessivo numero di liste e candidati ha fatto prevalere il voto legato ai rapporti e agli interessi personali rispetto ai programmi e alla credibilità del personale politico. Se

ci aggiungiamo il massiccio impiego di denaro da parte di quasi tutti i partiti per la propaganda capiamo come la discussione sia stata ulteriormente impoverita facendo prevalere il potere economico sulle idee e sulle visioni del futuro. Al netto dello scenario illustrato, il risultato del M5S presenta luci ed ombre. Premesso che il 10% era un obiettivo alla nostra portata ed è stato mancato va anche detto che c’è comunque stato un aumento di 5.000 voti assoluti rispetto al 2013, indice di crescita magari non impetuosa ma costante. Per quanto mi riguarda, devo ammettere che il risultato mi ha molto sorpreso. La mia candidatura è arrivata davvero all’ultimo momento per una serie di fattori anche emozionali imprevisti ed imprevedibili solo alcuni mesi fa. Non pensavo affatto che sarei stato il candidato con il maggior numero di preferenze nella lista, un apertura di credito che rap-

presenta al tempo stesso un onore ed una grande responsabilità. Il Movimento 5 stelle è andato sotto le aspettative in Trentino, cosa è successo? L’analisi del risultato è complessa e sta ancora venendo approfondita. In gioco ci sono tanti fattori concatenati, ma su 2 piedi direi che uno dei motivi di questa performance elettorale non esaltante è stato un certo gap comunica-

tivo da parte nostra. In questi 5 anni si è lavorato tanto, in maniera dura e metodica, facendo emergere numerosi sperperi e casi di mala amministrazione, però non si è prodotto un grande effetto in termini consapevolezza sociale. È quindi probabile che non siamo stati in grado di comunicare efficacemente la portata dei nostri sforzi e la necessità implicita di cambiamento. La sensazione è che il fastidio generato dalle

nostre denunce in alcuni strati della popolazione, spesso la parte elitaria del Trentino pienamente partecipe dei benefici del “sistema”, non abbia trovato un adeguato contraltare di consenso in quella parte maggioritaria della nostra società esclusa da quelle stesse dinamiche e che in molti casi ha scelto di affidarsi ad una narrazione brutalmente semplice come quella della Lega. Sempre a tema comunicazione, anche che la scelta da parte nostra di non impiegare risorse economiche per gli spazi a pagamento dall’online a TV, giornali e radio ha ulteriormente limitato la visibilità dei nostri candidati. Infine il tentativo da parte nostra di mettere al centro del dibattito pubblico problematiche complesse e relative proposte di riforma sistemica non ha avuto l’esito sperato. Col senno di poi andava forse trasmesso un messaggio più semplice ed incisivo.

Da consigliere di minoranza, su quali obiettivi si concentrerà in questa legislatura? Per storia personale ed interessi, le tematiche che mi sono più care e sulle quali concentrerò la mia azione politica sono quelle della democrazia diretta, della trasparenza amministrativa e del coinvolgimento della cittadinanza attiva nell’amministrazione della cosa pubblica. Non meno importante sarà l’impegno verso le questioni della difesa del lavoro, della lotta al precariato e della sanità pubblica. Cercherò di portare avanti proposte innovative riguardo a turismo e mobilità sostenibile. Vigilerò su tutto quanto concerne i temi ambientali a partire dalla protezione dei corsi d’acqua e dal Piano Urbanistico Provinciale, sul quale temo si scateneranno i peggiori istinti della nuova maggioranza.


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di Oreste Bottaro

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Ambiente

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A Tione all’interno del programma di Ecofiera di Montagna la prima edizione del festival

“Non c’è più tempo”, l’allarme di Luca Mercalli al Festival Trentino dell’Acqua Ci hanno dimostrato come il riscaldamento globale abbia effetti pesanti ed estremamente visibili in montagna, su innumerevoli fronti, dalla scomparsa dei ghiacciai alle sempre più scarse precipitazioni nevose invernali, maggiori e più violente piogge, il ritiro del permafrost e conseguenti frane - causa di disastri sociali, alluvioni urbane -, fiumi più secchi in estate e più ricchi in inverno, laghi più caldi, maggiori e più violenti temporali, bombe d’acqua ed esondazioni e come tutto questo impatti sulla natura e sulla società. Nell’immediato già assistiamo al bisogno di maggiore innevamento artificiale per il turismo invernale, all’aumento dell’offerta del turismo estivo e autunnale per bilanciarne l’indispensabile economia, a modifiche di coltivazioni in agricoltura e frutticoltura spostate a quote più alte, ad una maggiore necessità di irrigazione dei terreni e conseguenti rischi di conflitti per l’uso dell’acqua tra idroelettrico, agricoltura, pesca, turismo , considerando che in altre parti del pianeta i conflitti per l’utilizzo dell’acqua sono causa di guerre. E abbiamo anche problematiche relative alla salute, generate da ondate di calore e da malattie portate da zecche o zanzare. UN QUADRO ALLARMANTE Un quadro allarmante, al quale Luca Mercalli, invitato a Tione e seguito da un folto pubblico ha aggiunto anche il notevole ritardo sugli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi sul clima che indica di “fare ogni sforzo possibile per non superare l’aumento medio della temperatura di 1,5 °C , fissando l’obiettivo ben al di sotto dei 2°C”. La montagna , dove è più evidente il riscaldamento, è la sentinella dei cambiamenti climatici, così come l’ecosistema artico al Polo Nord: “I cambiamenti climatici sul nostro pianeta ci sono sempre stati – ha spiegato Mercalli - e non determinati dall’uomo, ma le ricerche degli scienziati della Base Artica Dirigibile Italia mostrano un’evidenza: l’estrema

Il 6 ottobre 2018, alla prima edizione del Festival Trentino dell’Acqua, organizzato all’interno dell’Ecofiera, interventi dell’ing. Giacomo Bertoldi e dell’ing. Emanuele Cordano hanno trattato,

rapidità del cambiamento climatico negli ultimi 50 anni. Il grido d’allarme parte dall’Artico che si sta riscaldando ben più velocemente delle regioni di latitudine inferiore” e così “ altrettanto al Polo Sud dove la velocità di scioglimento del ghiaccio in Antartide è triplicata negli ultimi cinque anni, un processo irreversibile. Se si sciogliesse tutto il ghiaccio, il livello del mare si alzerebbe di 60 metri, portando acqua salata nei fiumi, creando danni all’ecosistema, rovinando i pozzi di acqua dolce e trasformando terreni fertili in campi aridi”. Saranno a rischio città come Venezia, Amsterdam, New Orleans , Shangai e Rovigo e altre zone italiane sulla costa adriatica, ma non solo. Molti climi montani tra pochi anni si trasformeranno, con tutto ciò che ne conseguirà per la natura, l’economia e il sistema sociale; compreso il nostro Mandrone, che alimenta il bacino del Sarca e che sta arretrando ad una velocità compresa tra i 5 e i 20 metri all’anno, produrranno gravi ricadute sulla nostra risorsa idrica. COSA FARE Nel rapporto sul clima presentato dall’ing. Bertoldi dell’Eurac di Bolzano un intero capitolo è dedicato ai compiti che ciascuno di noi dovrebbe assumersi , dai politici ai comuni

rispettivamente, “I cambiamenti climatici nelle zone alpine con i conseguenti impatti sulle risorse idriche”. e “Gli effetti del cambiamento climatico sull’innevamento in Val Rendena”. e quantificato i vantaggi economici e sociali della salvaguardia del clima, dimostrando che salvando il clima si possono creare 65 milioni di posti di lavoro, soprattutto in 5 settori: energia, città, trattamento delle acque, settori industriali, agricoltura e utilizzo del suolo. Il rapporto spiega che la bonifica di 160 milioni di ettari di terre degradate potrebbe far guadagnare 84 miliardi di dollari all’anno. Solo per i popoli autoctoni della foresta amazzonica, si potrebbero generare “fino a 10 mila dollari per ettaro in termini di vantaggi per il sistema”. E’ di questi giorni la notizia che il comitato del

cittadini, a ciò che si può e si deve fare per un corretto utilizzo delle risorse idriche e del suolo, in agricoltura e nel turismo e per i trasporti, cosa possono fare le aziende, gli asili, le scuole e il settore della ricerca. Le grandi città e metropoli non possono che diventare “resilienti”, adattarsi ai cambiamenti, trasformando le incertezze in occasioni e i rischi in innovazione. I cambiamenti climatici oggi le mettono alla prova con “eventi estremi”: uragani, inondazioni, isole di calore. Molte di queste città hanno raccolto la sfida: le pagine del libro “La città resiliente” di Pietro

Mezzi e Piero Pelizzaro raccontano gli esempi di Barcellona, Rotterdam, Copenhagen, Malmö, New York, Boston, New Orleans, con i progetti più avanzati di adattamento e resilienza. Uno studio della Global Commission on the Economy and Climate (organismo indipendente voluto da Regno Unito, Svezia, Indonesia, Norvegia, Corea del Sud, Colombia ed Etiopia, che ha l’ obiettivo di aiutare i governi a comprendere perché dovrebbero guardare al cambiamento eco-sostenibile come ad un volàno di crescita) ha redatto un nuovo rapporto

prestigioso premio norvegese ha assegnato il Nobel per l’Economia a W. D. Nordhaus e P.M. Romer: al primo per aver studiato l’interrelazione tra i cambiamenti climatici e l’economia, al secondo per lo studio sulla crescita endogena, da cui sono emerse nuove ricerche sulle politiche che incoraggiano l’innovazione e la crescita a lungo termine. Secondo l’Ocse il miglior modo per indurre comportamenti ecocompatibili è quello di far leva sugli incentivi economici: l’inchiesta rivela infatti che le tariffe speciali sui rifiuti, ad esempio, sono in grado di convincere le

famiglie a ridurre la produzione del 20-30%. Allo stesso modo è utile far pagare l’acqua in modo progressivo rispetto ai volumi di consumo; i cittadini sono pronti a dei compromessi sui propri stili di vita, se questo è necessario per preservare l’ambiente. A Città del Capo, la terza città più popolosa del Sudafrica, a gennaio di quest’anno , causa la grave siccità in corso da anni, per scarsità di piogge, il servizio idrico cittadino annunciava una possibile interruzione dal 12 aprile, abitanti costretti a fare la coda a 200 pompe dell’acqua per rifornirsi di una razione quotidiana ridotta a 25 litri d’acqua. I cittadini hanno contribuito a contenere l’emergenza idrica modificando profondamente il proprio stile di vita sull’utilizzo e riutilizzo dell’acqua e le restrizioni hanno funzionato, tanto che il “Day Zero” a Città del Capo, ossia la data in cui si prevede la fine dell’acqua è stata posticipata ad aprile 2019. NON C’È PIÙ TEMPO Ecco quindi il perché del piccolo, ma importante Festival Trentino dell’Acqua a Tione, frutto di una proposta condivisa ed organizzata da alleanze trasversali, a partire dall’intero Consiglio Comunale, minoranza e maggioranza, e poi soprattutto dal Comitato Promotore Ec-qua, convinti della necessità dell’impegno a continuare nei prossimi anni, ripetendo l’evento annuale per tenere acceso il faro sull’acqua, bene comune primario insostituibile oggi e per le future generazioni, impegno preso anche tramite il Manifesto di Intenti sottofirmato da tutti i referenti del Comitato stesso. Luca Mercalli, nel suo libro “Non c’è più tempo”, fa parlare la Madre Terra: “Ricordatevi che io non ho bisogno di voi, ma voi avete bisogno di me”. Riusciranno i popoli della Terra nella prossima conferenza sul clima che si terrà a Katowice, Polonia, dal 3 al 14 dicembre 2018 a produrre fatti e non solo chiacchiere? Anna Pironi


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Un primo bilancio della stagione estiva

I chia

< O N R E V N I E >PROMOZION -30% €42

-30% €142

GIACCA HYBRID UOMO/DONNA

99

29

PILE RIPSTOP UOMO/DONNA • MICRO PILE • TRASPIRANTE

GIACCA INVERNALE UOMO/DONNA

FURRY UOMO/DONNA

-30% €85

FURRY UOMO/DONNA

59

PANTALONE SOFTSHELL UOMO/DONNA

-30% €85

FELPA PILE WOOL LOOK UOMO/DONNA

FELPA PILE WOOL LOOK DONNA

GIACCA INVERNALE JUNIOR 4-14 ANNI

-30% €56 PILE FURRY PILE MELANGE JUNIOR 4-12 ANNI

59 mivy.it

SPECIALE KIDS

59

-30% €85

39

PANTALONE OUTDOOR JUNIOR 4-12 ANNI

60

-30% €65

45

TRENTO CARANO CLES ARCO ROVERETO TIONE PINZOLO

-30% €99

69

BORGO VALSUGANA

TIONE DI TRENTO (TN)

VIA 3 NOVEMBRE, 30 VICINO -CAFFÈ AL CORSO- TEL. 0465 322359 ORARIO: LUN 15.00-19.00 / MAR-SAB 9.00-12.00 / 15.00-19.30


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Primo Piano

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Pensioni, andarci senza di Enrico Gasperi

Un gran parlare di pensioni. Un argomento importante perché può comportare un cambiamento nella “seconda” vita di ciascun lavoratore (positivo, se l’importo è più alto o se concede più anni per beneficiarne, negativo se l’importo finale è talmente basso da non permettere una vita dignitosa), trascinare con sé impatti potenzialmente devastanti sui fragili conti pub-

blici e sulle tasse dei cittadini, portare (o togliere) voti. Ma come funziona esattamente questo sistema complesso? L’Italia purtroppo è un paese di scarsa cultura previdenziale, tant’è che tra i giovani la reazione più diffusa alla domanda “non pensi alla tua pensione?” è “tanto io alla pensione neppure ci arriverò, o non ci saranno soldi per pagarla”.

Raramente, però, si ha coscienza e conoscenza di dati di entrate ed uscite dell’INPS e di quanti soldi si spendano per gli assegni pensionistici in Italia (sono quasi 20 milioni i percettori). Quando si parla di pensioni non si intendono solo persone che hanno versato i contributi, ma anche assegni sociali, pensioni minime e assegni di invalidità. L’Inps si occupa, inoltre, di liquidare gli ammortizzatori sociali come cassa integrazione e assegni di disoccupazione (e sono in molti a pensare che sarebbe opportuno disgiungere le due cose, cioè separare l’impegno dello stato sociale dall’istituto pensionistico puro).

oltre agli ammortizzatori sociali, è quindi sempre necessario ricorrere all’intervento dello Stato, ovvero all’utilizzo delle tasse dei suoi cittadini. Le pensioni coprono una fetta importante del PIL (cioè di tutta la ricchezza prodotta dalla nazione). Di queste, più del 20% non sono coperte da contributi.

Qualche dato per iniziare (fonti Inps e Sole 24 ore): l’INPS ha speso nel 2016 per le pensioni 272 miliardi, a fronte di un’entrata da contributi pari a 218 miliardi (stiamo parlando di un disavanzo relativo a queste due voci di 54 miliardi di euro; evito di analizzare le altre voci di bilancio, segnalo però che lo stato trasferisce annualmente a Inps oltre 100 miliardi); nel 2017 tale disavanzo, a fronte di una spesa di 275 miliardi per le pensioni, è stato pari a 56 miliardi (219 entrati da contributi); nel 2018 sono previsti 227 miliardi di contributi e 283 miliardi di erogazioni pensionistiche (differenza 56 miliardi). Per pagare le pensioni Inps,

LA SPESA PENSIONI Media OCSE 7%, Germania 11,7%, Italia 17%. In Italia lavora (e quindi versa contributi) un cinquantacinquenne su tre, nell’Europa continentale due su tre, in Scandinavia tre su quattro. Aggiungo che, ad oggi, sussistono vere e proprie

pensioni d’oro, retaggio del passato, come nel caso di un dirigente Tim ritiratosi dal lavoro oltre 10 anni fa (con il sistema retributivo, poi vedremo di che si tratta), che prende 91.000 euro lordi al mese, quando dovrebbe prenderne “solo” 37.000 se il calcolo della sua pensione fosse effettuato con il metodo contributivo su quanto effettivamente versato. Pensione d’oro significa quindi non importo alto in assoluto, ma alto importo regalato per differenza rispetto a quanto versato durante la vita lavorativa. Le pensioni agli invalidi civili a inizio 2016 erano 2.980.799. Al Nord è erogato il 34,7% di esse (37,2 ogni 1.000 residenti), al

Centro il 20,6% (50,8 ogni 1.000 residenti) e al Sud il 44,8% (64,1 ogni 1.000 residenti). Se si guarda nel complesso alle pensioni assistenziali (compresi quindi gli assegni sociali) a fronte di 63 prestazioni ogni 1.000 residenti in Italia, in Trentino sono 26 ogni 1.000, in Emilia Romagna 45 ogni 1.000 e in Calabria 97 ogni 1.000 residenti. E’ infine necessario chiarire che l’Inps nasce nel 1898 (allora era un’assicurazione volontaria integrata da un contributo statale e da uno del datore di lavoro). Nel 1919 diventa obbligatoria (a quel tempo i lavoratori iscritti erano 12 milioni). Infine, la pensione sociale viene introdotta nel 1969. Dopo ogni riforma, per l’Inps è iniziato un percorso di sistemazione dei conti ma, paradossalmente, ogni volta che questo miglioramento è diventato sostanziale, si è pensato bene di caricargli qualche ulteriore gravame, giusto

per non perdere l’abitudine alla sofferenza, non ultimi la presa in carico (con relativi debiti) dell’Inpdap (la cassa delle pensioni dei dipendenti pubblici), Inpdai (dirigenti), fondo elettrici e telefonici e i prelievi di liquidità in conseguenza della “spending review”. COME FUNZIONA PER IL LAVORATORE Vediamo ora come funziona per l’individuo, ovvero il lavoratore che mette da parte una serie di contributi (di regola mensili, pari al 9,19% della sua retribuzione a cui si aggiunge il 23,81% di contribuzione a carico del datore di lavoro) con il fine di costruire una rendita per la propria vecchiaia. Fino a metà anni ‘90 si andava in pensione mediamente dopo 40 anni di lavoro, salve misure particolari (all’estremo le cosiddette pensioni baby, maturate a partire da 14 anni, 6 mesi e un giorno di lavoro, misura

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strangolare i nipoti introdotta nel 1973 e definitivamente eliminata solo con la riforma Dini). La pensione era calcolata sulla media degli ultimi 5 anni di stipendio, e pari all’80% di questo (esempio: ultimi redditi 30.000 euro, pensione pari a 24.000 euro annui fino alla morte del soggetto e, qualora ci siano i requisiti, anche successivamente e parzialmente sotto forma di reversibilità). Un modo di caricare l’Inps di costi molto gravosi, ma la struttura produttiva era ancora tutto sommato favorevole, c’erano tre/quattro posizioni attive per ogni pensionato (“i lavoratori mantengono l’anziano” era il motto)… Ci pensò Dini a salvare l’istituto dall’affondamento. Era il 1995 e, per evitare casi tipo quello del sopra accennato dirigente Telecom che si godevano rendite incredibili grazie agli ultimi 5 anni di lavoro con lo stipendio gonfiato, introdusse il principio che la pensione sarebbe stata conteggiata esclusivamente in base a quanti soldi uno avesse versato nel corso della vita lavorativa sul proprio conto previdenziale (tutti i contributi sono trattati come fossero investimenti di un piano di accumulo; chiunque abbia provato con assicurazioni private ha idea di quanto bisogni versare per ottenere una piccola rendita a scadenza). Ancora oggi chi va in pensione e ha iniziato a lavorare prima del 1995 può contare su una parte di quota retributiva (un calcolo vantaggioso che fa emergere un importo che non “sarebbe dovuto” ma viene pagato al soggetto attingendo dalle tasse). Per tutti gli altri il sistema è (sarà) uno solo. La differenza rispetto all’esempio di prima è subito chiara con un esempio. In una carriera lavorativa normale, senza grandi incrementi, la pensione media “contributiva” si aggira (a parità di reddito di uscita di 30.000 euro) su una cifra tra i 15.000 e i 19.500 euro (tra il 50 e il 65%) dopo 42 anni di versamenti contributivi. In presenza di carriere con forte ascesa la percentuale finale può ridursi fino al 35% dell’ultimo reddito. RIFORMA FORNERO E QUOTA CENTO Ora si parla molto (male) di Fornero e della novità di quota 100. Cosa significano

queste due alternative? La ministra Fornero, ai tempi del governo Monti, rilevò semplicemente che la vita media era aumentata (e quindi anche gli anni durante i quali uno può usufruire della pensione), fece due conti e, per rimettere in equilibrio il sistema pensionistico (NB: tale equilibrio sarebbe andato a regime tra il 2030 e il 2040) di fatto allungò a tutti noi la vita lavorativa. Questo per garantire (matematica alla mano) per circa 30 anni medi un importo pensionistico pari suppergiù al 5% di quanto accantonato (esempio: contributi versati 400.000 euro, pensione pari a 20.000, che corrisponde agli “interessi” del capitale e a una parte di esso, che ogni anno quindi erode il “montante”, cioè quanto rimasto sul “con-

to”). In seguito si è studiato anche di introdurre una forma di pensionamento anticipato (ape, o ape sociale per casi determinati, lavori precoci o usuranti ad esempio) per consentire di uscire in anticipo. Quota cento è invece una “formula” che conteggia l’età pensionabile in base alla somma di età anagrafica + età lavorativa (nelle ipotesi attuali si è fissata un’età minima di 62 anni e un’anzianità contributiva minima di 20 anni, per esempio 62 anni di età + 38 di contributi). Tecnicamente, qualsiasi sia la metodologia applicata, non ci sono limiti per l’anticipo dell’età pensionabile. Ma la riduzione della pensione attesa è talmente alta (anche in questo caso oltre 4% annuo, e si tratta di

semplice calcolo matematico: verso meno contributi e con questi pochi soldi mi devono pagare per più anni di vita restante la pensione), che la prospettiva di ritirarsi dal lavoro, ad esempio, 5 anni prima con il 20% in meno non è molto allettante (ma sempre e comunque possibile). Teoricamente, in un sistema retributivo puro, è possibile andare in pensione anche dopo pochi anni di lavoro, sempre che una legge conceda questa possibilità (nello stesso esempio di prima, reddito annuo 25.000 euro, con 5 anni di contributi versati si potrebbe arrivare a una “baby pensione” di poco inferiore a 84 euro mensili). L’ipotesi quota cento, se viene rispettato il contributivo, non cambia quindi praticamente nulla. Cioè anda-

re in pensione prima, e con meno contributi, significa semplicemente avere una pensione più bassa: a questo si può ovviare soltanto addossando eventuali differenze e integrazioni alla fiscalità dello stato (le nostre tasse). Già la dibattuta quota minima di 780 euro è un livello non agevolmente raggiungibile con il sistema contributivo attuale (il 62% delle pensioni è attualmente inferiore a 750 euro; per il futuro, se si ragiona su lavori con stipendi bassi, part time, occupati presso call center o simili, con il contributivo si può aspirare a una pensione reale “guadagnata con le proprie mani” inferiore a 500 euro). L’importo medio attuale delle pensioni di vecchiaia è di 1093 euro netti, e un pensionato su due prende meno di 1000 euro al mese; l’età media dei pensionati è di 74 anni. Calcoli alla mano, l’unico modo per poter garantire una pensione interessante dopo 40 anni di versamenti è quello di incrementare di una quota pari almeno al 2% sia i contributi a carico del lavoratore sia quelli a carico del datore di lavoro. L’opportunità risiede nella doppia valutazione degli effetti: da un lato verrebbe avvertita dalla maggioranza dei lavoratori come aumento di tasse (ci sarebbero meno soldi in busta paga), ma ragionando sarebbero solo “risparmi messi da parte”, una retribuzione differita –a patto di sopravvivere- (oggi queste somme possono convergere in alternativa su altre forme volontarie di accantonamento, fondi pensione o assicurazioni private); sul fronte imprese invece provocherebbe un

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aumento del cuneo fiscale e un indebolimento della già fragile struttura produttiva del nostro paese. Di fatto l’area è sempre base per altezza, cioè contributi per numero di anni, e tale “rettangolo” deve coprire un periodo più lungo (così tutti ci auguriamo) di pensione, e allo stesso tempo garantire nel presente un flusso di versamenti da parte dei lavoratori sufficiente per pagare le pensioni attuali. In conclusione, l’invecchiamento della popolazione è una forza più potente delle riforme. Crescono le persone che giungono all’età in cui maturano la pensione di vecchiaia e allo stesso tempo rimangono in vita più anziani di prima. E la crescita dei contributi, complice anche la decontribuzione dei nuovi assunti (una delle poche leve incentivanti per far assumere in assenza di un grande sviluppo economico) con l’aumento del numero di pensioni di anzianità e delle pensioni di vecchiaia non è sufficiente a mantenere i conti in ordine. Anzi, questi peggiorano e solo attingendo alle tasche degli italiani si riesce a chiudere il bilancio dell’Inps in pareggio. La ricetta purtroppo sembra solo una: lavorare più tempo per versare più contributi. Il problema è che non ci sono alternative, se non accontentarsi di un assegno più basso o far pagare questo assegno ad altri (a chi sta lavorando). Il difficile equilibrio tra un semplice conto matematico, una comprensibile aspettativa umana e il consenso politico (ecco perché le riforme sostanziali finora le hanno fatte solo i governi tecnici).


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Attualità

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Si inizia, dunque, con la conferma del nuovo progetto dedicato alle scuole dell’infanzia che saranno invitate a leggere e conoscere il territorio attraverso “La Valle dei colori”, un’attività ideata in collaborazione con il Gruppo Passpartù di Barbara Balduzzi e Ilaria Antonini. Il coinvolgimento dei più piccoli nasce dall’idea che la conoscenza del territorio e delle sue caratteristiche debba iniziare fin dalla più tenera età facendo leva sulla naturale curiosità dei bambini. Si prosegue poi con le proposte per le scuole elementari e medie che quest’anno sono state interessate da una stimolante novità. Durante la scorsa estate, infatti, lo staff del Consorzio Turistico, in collaborazione con la Rete delle Riserve della Valle del Chiese, ha ideato un vero e proprio “curricolo locale” che si propone di accompagnare i bambini dalla prima classe della scuola elementare fino all’uscita dalla scuola media con otto diverse proposte formative che legano attività in aula e momenti di scoperta sul territorio. Il “curricolo locale per la promozione del patrimonio culturale, storico, artistico, etnografico e naturalistico della Valle del Chiese” (questo il nome preciso della proposta) si propone di offrire spunti di conoscenza, approfondimento e studio ai piccoli abitanti della Valle del Chiese, che si vadano ad affiancare alle numerose iniziative già inserite nei piani dell’offerta formativa di ciascuna scuola, come integrazione delle progettualità presenti e come occasione per offrire ulteriori strumenti oltre che possibilità di lavoro. Un’opportunità per le scuole che, peraltro, saranno chiamate anche ad essere protagoniste attive (e imprescindibili) di questo nuovo percorso. L’attuale anno scolastico, infatti, sarà la prima occasione per sperimentare le nuove proposte; al termine dei diversi moduli didattici e delle lezioni saranno previsti dei momenti di verifica, di valutazione e di confronto con gli insegnanti coinvolti, gli operatori e gli enti organizzatori per fare il punto della situazione. Si deciderà, quindi, se il curricolo ha bisogno di correttivi, modifiche e integrazioni per andare ad elaborare una nuova versione di quello

Una conferma e un’importante novità per le proposte didattiche gratuite rivolte a scuole materne, elementari e medie

Nuovi percorsi didattici pergli alunni dellaValle del Chiese T

orna anche quest’anno la proposta del Consorzio Turistico della Valle del Chiese dedicata alle scuole dell’infanzia, alle elementari e alle medie locali. Dopo i positivi riscontri degli anni passati, il Consorzio Turistico prosegue il suo cammino con alunni e insegnanti grazie a nuove avventure didattiche alla scoperta della Valle del Chiese. Il progetto condiviso e sostenuto dal Consorzio dei Co-

che, ci si augura, possa diventare il primo curricolo locale per la promozione del patrimonio culturale, storico, artistico, etnografico e naturalistico della Valle del Chiese. Il progetto – che si propone di essere una delle attività più significative e caratterizzanti l’Area Cultura

– parte dal presupposto che la conoscenza e la consapevolezza del valore del patrimonio – materiale e immateriale – siano la base su cui poter costruire progetti di sviluppo sostenibile e le fondamenta su cui far crescere una comunità responsabile e attenta. Per questo è importante stimolare la

muni del BIM del Chiese, però, si amplia quest’anno sia per il numero delle classi coinvolte (dalla scuola dell’infanzia fino alle medie, includendo anche la prima e la seconda elementare che negli anni passati non erano destinatarie di alcuna proposta), sia per la tipologia e l’articolazione delle attività che assumeranno una veste nuova per i ragazzi della primaria e della secondaria di primo grado.

curiosità e l’interesse degli alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado e contribuire al graduale sviluppo della capacità critica di coloro che diventeranno i cittadini del domani e i custodi delle ricchezze del nostro territorio. Un aspetto significativo del curricolo è quello di

aver messo ad un tavolo tre diversi attori territoriali che, pur con ruoli e responsabilità diversi, lavorano per lo sviluppo locale: il Consorzio Turistico, il BIM del Chiese e la Rete delle Riserve della Valle del Chiese. A questi si affiancheranno strada facendo le scuole (anche se già

alcuni insegnanti sono stati attivamente coinvolti nella fase di elaborazione del progetto) ma anche i diversi operatori didattici e i soggetti locali che saranno coinvolti nella realizzazione delle attività, in primis i soggetti gestori dei poli culturali meta privilegiata delle visite sul territorio. Il progetto si va, quindi, ad inserire nelle politiche di sviluppo e crescita della Valle del Chiese, definite e promosse dagli enti coinvolti. Per questo motivo le attività didattiche che hanno trovato spazio in questa offerta, saranno completamente gratuite per le classi che decideranno di aderirvi. Nelle scorse settimane l’invito all’adesione è stato trasmesso ai diversi plessi scolastici della Valle del Chiese. Per iscrivere al progetto le singole classi basta compilare e restituire il modulo di prenotazione all’indirizzo info@visitchiese.it, mentre per maggiori informazioni basta contattare il Consorzio Turistico al numero 0465/901217.

69 borse di studio per i ragazzi della Valle del Chiese Ha riscosso un ottimo successo il BANDO BORSE DI STUDIO per l’anno accademico 2016/17, promosso dal Consorzio dei Comuni del BIM del Chiese e chiusosi lo scorso mese di luglio. Il bando prevedeva la possibilità di presentare domanda per borse di studio e premi di merito per il conseguimento della Laurea o del Master di primo o secondo

livello, agli studenti universitari residenti nei paesi della Valle del Chiese e di Tiarno di sopra e in regola con i criteri posti nel bando stesso. Tutte e cinquantacinque le domande di borse di studio che sono state recapitate al BIM del Chiese sono state ammesse dalla commissione valutatrice e riceveranno un contributo che va da

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un minimo di 300 ad un massimo di 2mila euro. A stabilire l’entità sarà l’isee. Le richieste per le borse di merito, invece, sono state quattordici, praticamente il doppio rispetto alle sette messe a disposizione dal bando, situazione che ha comportato un intervento sul regolamento di assegnazione. “Considerando che ben undici sono lauree con

la votazione di 110 e lode, la commissione ha ritenuto opportuno proporre all’Assemblea di estendere l’incentivo economico a tutti i richiedenti. I giovani che si impegnano e ottengono questi risultati eccellenti devono essere premiati”, ha sottolineato il presidente del BIM Severino Papaleoni.


Europa Popolazioni che oltre ad aver subito gli orrori della guerra hanno dovuto sperimentare le tragiche conseguenze di sottomettersi a norme mai conosciute, estranee alle proprie consuetudini di vita, e impedite nella quotidiana frequentazione sociale che ne consentiva una serena e equilibrata realizzazione. Popolazioni divise da nuovi confini che una storia ingrata e avversa ha fatto divenire cicatrici sofferenti, cicatrici di una storia che altri hanno deciso. Dopo la Seconda guerra mondiale, mentre politici nazionali coraggiosi e lungimiranti decidevano di avviare quello straordinario processo di unificazione dei popoli europei che oggi viviamo nell’Unione europea, rappresentanti di istituzioni subnazionali, quali regioni e comuni, nel mentre erano impegnati nella ripresa locale delle proprie comunità rese povere e deboli dalla guerra, cercarono pure di dedicarsi nel non facile sforzo di ristabilire rapporti di collaborazione fra popolazioni di territori divisi. Prime significative iniziative le abbiamo avute lungo l’asse del Reno, fra realtà territoriali di Germania e Francia, due Paesi eterni rivali. Erano uomini di buona volontà che volevano sostituire ciò che aveva diviso con ciò che poteva unire e risolvere in comune problemi comuni. Con il coinvolgimento di territori olandesi vennero compiuti altri passi importan-

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Le cicatrici della storia di Paolo Magagnotti La storia d’Europa è stata purtroppo caratterizzata per secoli da molti conflitti, sviluppatisi con varie dimensioni, ma sempre con tanti morti. Due guerre mondiali, entrambe originatesi nel Vecchio continente con un’indicibile numero di milioni di vittime non possono far dimenticare quello che è successo nei secoli precedenti. ti. Nel 1965 venne organizzata sul confine fra Germania e Olanda un’esposizione sulle realtà culturali ed economiche locali cui venne dato il nome di “EUREGIO”, abbreviazione dell’espressione in lingua tedesca “Europäische Region”. Fu la prima volta che venne usata questa espressione, per indicare soprattutto una “regione europea” che doveva agire e svilupparsi in uno spirito di superamento dei confini nazionali, verso un’Europa di unità, amicizia e collaborazione. Si trattò delle avvio di quella “microdiplomazia” della cooperazione transfrontaliera che ha svolto un ruolo non secondario oltre che per risolvere problemi concreti delle zone di confine per creare condizioni e presupposti di collaborazione fra

gli stessi Stati nazionali ed in una dimensione europea più ampia. All’inizio degli anni Settanta è stato l’arco alpino a divenire protagonista nel promuovere cooperazione transfrontaliera. Per quanto riguarda la nostra regione, del 1973 la provincia di Trento aderì alla “Comunità di lavoro delle Alpi centrali ArgeAlp”, costituita a Mősern, nel Tirolo, il 12 agosto 1972 per iniziativa del presidente tirolese

Guerre conclusesi con “conferenze di pace” nelle quali i vincitori hanno deciso, fra l’altro, la divisione di territori e con essi di popolazioni che dall’oggi al domani si sono trovate sotto un dominatore straniero e private di quella unità di patrimonio umano e culturale che ne costituiva fondamentale elemento di identità.

Eduard Wallnőfer. Fra la fine degli anni Novanta e i primi anni Ottanta, il presidente della Regione Enrico Panchei fu protagonista di una intensa azione politica di promozionale di microdiplomazia transfrontaliera. Dopo la caduta del Muro di Berlino è stato un importante coinvolgimento di realtà territoriali dell’Europa centro-orientale. Da noi vi è dal 2011 l’”Euregio TiroloAlto Adige-Trentino”, Gruppo

europeo di cooperazione transfrontaliere istituito in base al regolamento dell’Unione europea. Un’Euregio, peraltro, con ancora carente percezione fra le comunità interessate, che potrebbe esprimere maggiore concretezza, soprattutto sul piano economico. I governi nazionali, e fra questi soprattutto quello italiano, all’inizio non vedevano di buon occhio, anzi, ostacolavano il dinamismo regionale oltre confine,

ritenendo ingiustamente che si trattasse di un pretesto per svolgere attività di politica estera, riservata esclusivamente alla competenza dei governi nazionali. Il seguito le cose cambiarono e ed a livello sia nazionale sia europeo ci si rese conto dell’importanza della cooperazione transfrontaliera, che ora rappresenta importante politica dell’Unione europea. Una politica che contribuisce alla crescita socioeconomica di comunità locali ma che al tempo stesso - ed è un aspetto di fondamentale importanza favorisce amicizia e reciproca comprensione. Uno dei grandi meriti della cooperazione transfrontaliera è stato quello di rendere sempre più sbiaditi, fino ad eliminarli, i confini psicologici: una grande conquista che deve essere difesa contro pericolosi ritorni cui potrebbero portare quei sovranisti dei nostri giorni che esaltano irresponsabilmente la sovranità nazionale come nuova aspirazione per il futuro dell’Europa.


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Il Saltaro delle Giudicarie

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Ghera pu de settecento candidati per trentazinque posti, e pu de venti partiti, un meio del’altro, pieni de speranzosi putei e qualche vecia carcassa che i spereva en del miracol, per fortuna che da Lassù ià provvedu a controlar la situazion... e, per na volta i Giudicariesi ià votà ben, ià votà zent nosa e l’è nada ben... pu che ben...” concorda il saggio Archimede. L’Orsolina non è tanto d’accordo. Con la storia delle preferenze di genere c’è stato qualcosa che non ha funzionato, le donne votate sono ancora poche, sei, sette, non di più, eppure ce n’erano di brave e di belle...” “Beh...ghe sarà stade anche done brave, ma en quanto a bele... lasom star...” Quel maledetto Caccola non sa tacere e l’Orsolina l’ha inchiodato con i suoi occhi strabici, fumanti rabbia e sconcerto. In effetti c’è stata un po’ di confusione nel nuovo modo di votare, e la gente, confusa, ha per gran parte votato una sola preferenza e buona notte, a scapito delle donne. “Meio cosita, le donne le fa sol casin e basta...” sbocca il Feronio che di donne se ne intende, che ha divorziato due volte e s’è visto depredare la casa e metà dello stipendio. Per fortuna che il sindaco Filippo interviene con il suo carisma a domare la situazione che si stava facendo difficile. “Stiamo calmi ragazzi, capisco, siamo un po’ tutti nervosi perché, che si voglia o non si voglia, siamo stati tutti più o meno coinvolti nella campagna elettorale. Ognuno aveva i suoi preferiti per cui parteggiare ed oggi, stiamo tirando le somme, alcuni di noi sono contenti, altri un po’ meno, l’importante è che i nuovi amministratori provinciali facciano il loro dovere nel modo migliore” “Ma co vot che i faga...quei che ha vinzu, per gran parte no ià mai amministrà gnanca la Sportiva...” dice l’Arcadio, vecchio comunista. “Tasi ti, comunista…. No l’è che el to Pd l’abbia fat de pu en tuti questi ani che l’è sta al governo...pu che begar no ià fat… beghe una drio al’altra...e quando i parleva de robe serie, i parleva de gender, gay, lesbiche e quele robe lì , che a la gent non ghe ne fregava gnent...iera ben altri i problemi del Trentino...mi ho tignù per Kaswalder, quel si che l’è n’om!” tuona l’Osvaldo Caccola. “Ma si, en bon om, no se discute, ma vot meter el Matia da Tion, bel, zoven, avvocato, son content per lu, el farà ben a Trent...”aggiunge l’Abele. “Si quel lì, l’he proprio en bel putelin e el dev’eser anca bravo...”conferma

IL SALTARO DELLE GIUDICARIE

Finalmente l’è finida e ades che i lavora ben

“Porca vacca! Finalmente l’è finida sta sega dele elezion….el casin de sta volta non ghe mai sta per el passà, n’aven vist de tucc i color. Gent daben ensema a mus da tola, boci che si e no ià fat le elementari, gent che no ha mai lavorà, e tuti che i voleva nar a Trent per ciapar soldi e nient’altro. Per fortuna che en tuta sta masnada ghe n’era anche de boni, esperti e pronti a servir la nostra tera, sperom che i se faga valer e che vargota i ghe l’Orsolina sempre attenta alla parte sexi del discorso. “L’è un dei tre giudicariesi che ha vinzu...mi envece tignevo per el Mario del Lomas, n’om co le bale...esperto e bon de lavorar...anca lu el se farà rispetar...son convinto” l’Evaristo, allevatore del Bleggio, interviene con tanto di sorriso stampato in faccia, sognando contributi a bizzeffe pronti a partire da Trento per gli allevatori del Bleggio. “Mi son n’à sula Lega, quel Failoni lì el dev’esser en mostro de om, l’è amico de Salvini, l’è albergatore, porca vacca, a Trent el deventerà padron de meza Provincia, bisogna tignirlo da cont… La Lega l’è stada grande, l’ha vinzu come Napoleone a Waterloo, e quel Fugatti el sarà en grande Presidente, scommetto!” s’inserisce il Fiorenzo, leghista dell’ultima ora. “Ma varda che ignorant…, interviene l’Aristide, lo studiato del gruppo, el Napoleone a Waterloo l’ha pers ...” “Beh l’è lo stess… l’avrà vinzu da naltra banda, sapientone!” risponde piccato il Fiorenzo. Io sono rimasta con l’Upt...” tenta di dire la maestra Camilla. “Te le ciapada la ciavada, quei li ie sparidi come el fum su per el camin...ia fat cilecca...abbandonadi da tuti, vot veder che el Dellai el torna sotto i ponti? L’ha fini de far cantieri... con en capo cantier che no l’ha mai lavorà, l’era facile da capir che la neva a fini cosita… l’ha raccolto quel che ha seminato..i dis quei che la sa longa...” spiega bene le cose l’Osvaldo Caccola. “Mi son del Patt, son en Schützen de quei giusti...el sa comportà ben el Patt, i s’è difesi ben…, ma i ga avu a che far con na banda de vedei...se anca il Pd e l’UpT, envece de begar, i restava su Rossi Presidente, anca el Fugatti el ghe l’avria avuda dura...ma tra Pd e Dellai, ià fat su en car-

nerval che l’ha mandà tuti en malora! E po dopo el Della l’ha ciapa el 3,42 % dei voti a Gardolo, el so paes...robe da mati!” ha detto ancora il Feronio con saggezza. “In effetti ha ragione Feronio, in quel centro sinistra c’è stata una vera guerra fratricida fatta di invidie, gelosie, tradimenti, tresche sotterranee e chi più ne ha più ne metta, e sono finiti nella...” ha tentato di prendere la parola il sindaco Filippo. “... m…..a, completa l’opera l’Abele, i credeva de salvarse col Ghezzi, che l’è de Pradibondo, ma la ghe nada sbusa, per vinti ani, tuti quei li i starà for dale bale...” “Quel che pu m’ha fat encazar l’è sta quel Bezzi lì, quel del val de Sol che l’è vent’ani

rive a cambiar...” Questa è l’espressione del saggio Abele che riassume alla buona, ma con tanta saggezza, quel che è avvenuto nel mese scorso con la campagna elettorale. L’osteria della Maroca ospita come sempre l’élite delle nostre Giudicarie, gente dabbene, carica di spirito (?), saggia e scafata, che sa cosa sia “el viver del mond”, mica gente qualsiasi. Al vostro Saltaro non rimane che ascoltare e riferire nell’alto dei Cieli, com’è suo dovere.

che el mantignim a Trent senza che l’abia mai fat qualcos per el Trentino. L’ha girà el Trentin con i manifesti delo Scudo Crociato, il glorioso simbolo della Democrazia Cristiana, lu, proprio lu che no le mai sta democristian, l’è sempre sta contra, l’ha girà cento partiti, ma mai democristian e, el mes passà, el girava con la cros della DC, el se vergogna, el citava anca De Gasperi che gnanca el

seva chi che l’era...povero Alcide nela so tomba, se l’avessa podu el saria resuscità e el gavria sbarà...” sentenzia el Bepi Sgronda, democristiano da sempre e duro ai posti. “Comunque alla fine è andata bene, tre giudicariesi sono stati eletti in Consiglio e questo è un ottimo risultato che potrà portare frutti copiosi. Finalmente i Giudicariesi hanno votato compatti, non hanno disperso voti, i traditori, quelli che hanno votato per candidati che niente avevano a che fare con noi sono stai pochi, brava la nostra gente!” ha riassunto con saggezza il sindaco Filippo. “Sior Sindaco, a proposit, no so se la vist la Cogo, se la ricordelo, quella della Region, delo sbiancheto, quela li ensoma...quela la girava la fera de Tion con na zerta Sara Ferrari de Trent a tirarghe su i voti...”interrompe l’Abele. “Si, l’ho vista ancha mi...ma quela no le mai

stada giudicariesa….ma Sior Sindaco, el varda che i nostri eletti iè stadi czinque, el Roberto, el Matia, el Mario, ma ghè anca l’Alex Marini de Darzo e anca il Ghezzi da Pradibondo, iè zinque...” “Si l’è vera, ma el Marini l’è coi Cinque Stelle, e a Trent el conta poc o miga...e el Ghezzi gnanca el sa de eser da Pradibondo...” sentenzia l’Evaristo. “Bene, abbiamo fatto un’interessante chiacchierata, ora festeggiamo...Maroca portaci una bottiglia di spumante...” ordina il Sindaco per concludere. “Lasa star, portane envece en bel fiasco de vin bon, lo spumante l’è per i fighetti de Trent...”corregge l’Abele. E la Maroca è pronta col suo fiasco pieno fino al collo, sorride, quelli non sanno che che l’aveva appena riempito d’acqua per un buon quarto. E il vostro Saltaro se ne va soddisfatto, dovrà tradurre ai Santi del Paradiso ogni parola del convivio convinto che il tutto sarà gradito, a pro della nostra terra giudicariese che finalmente potrà ottenere giustizia e rispetto in quel di Trento.

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Territorio

GIUDICARIE 2018 A TEATRO 2019

PROSA

TEATRO PARROCCHIALE DI SPIAZZO

SABATO 10 NOVEMBRE 2018 - ORE 21.00

TEATRO ORATORIO PARROCCHIALE DI STORO

SABATO 17 NOVEMBRE 2018 - ORE 21.00

PROSA

CINEMA TEATRO COMUNALE DI TIONE DI TRENTO

DOMENICA 18 NOVEMBRE 2018 - ORE 17.30

TEATRO RAGAZZI

DOMENICA 25 NOVEMBRE 2018 - ORE 17.30

PROSA

Principio Attivo Teatro

STORIA DI UN UOMO E DELLA SUA OMBRA (mannaggia ’a mort)

CINEMA TEATRO COMUNALE DI TIONE DI TRENTO

GIOVEDÌ 29 NOVEMBRE 2018 - ORE 21.00

con Paolo Fresu tromba PROSA

TEATRO PARROCCHIALE DI SPIAZZO

PROSA

DOMENICA 13 GENNAIO 2019 - ORE 17.30

IL CIELO IN UNA PANCIA TEATRO RAGAZZI

SABATO 19 GENNAIO 2019 - ORE 21.00

Gruppo Panta Rei

I MUSICANTI DI BREMA

Dalla favola dei Fratelli Grimm TEATRO COMUNALE DI GIUSTINO

PROSA

DOMENICA 24 FEBBRAIO 2019 - ORE 17.30

IL MAGO DI OZ AUDITORIUM - PALAZZETTO DELLO SPORT DI CARISOLO

TEATRO COMUNALE DI BERSONE - VALDAONE

TEATRO RAGAZZI

DOMENICA 20 GENNAIO 2019 - ORE 17.30

Teatro Erba matta - I.so Scarl

DOMENICA 3 MARZO 2019 - ORE 17.30

ALI BABÀ E I QUARANTA LADRONI PROSA

CENTRO SCOLASTICO DI DARÈ - SALA MULTIUSO PORTE DI RENDENA

PALESTRA CENTRO SCOLASTICO DI PIEVE DI BONO-PREZZO

VENERDÌ 8 MARZO 2019 - ORE 21.00

Teatro Stabile di Genova

LE PRÉNOM (CENA TRA AMICI)

TUTTA COLPA DI EVA

Teatro Perdavvero

TEATRO PARROCCHIALE DI RONCONE - SELLA GIUDICARIE

PALAZZO BERTELLI - SALA MULTIUSO - CADERZONE TERME

Ippogrifo Produzioni

DOMENICA 2 DICEMBRE 2018 - ORE 17.30

CINEMA TEATRO PALADOLOMITI DI PINZOLO

SABATO 23 FEBBRAIO 2019 - ORE 21.00

Nido di Ragno / co-produzione Festival delle Lettere

SABATO 26 GENNAIO 2019 - ORE 21.00

SALA CONSIGLIARE MULTIUSO - BONDONE

DOMENICA 17 FEBBRAIO 2019 - ORE 17.30

IL PIFFERAIO DI HAMELIN

GIOBBE - STORIA DI UN UOMO SEMPLICE

la versione di Chet Baker

TEATRO COMUNALE DI SAN LORENZO DORSINO

TEATRO RAGAZZI

SABATO 2 FEBBRAIO 2019 - ORE 21.00

CENTRO SOCIO CULTURALE DI CIMEGO - BORGO CHIESE

DOMENICA 10 MARZO 2019 - ORE 17.30

Produzione MOMOM

Il 9 ottobre incontro con testimonianza perBÙ! adolescenti, il 12 per adulti I MAGGIORDOMI Pantakin Circoteatro con il sostegno di Città Teatro di Riccione

A che gioco giochiamo?

DOMENICA 9 DICEMBRE 2018 - ORE 17.30

Gruppo teatrale Panta Rei

LA BOTTEGA DI MERLINO

Uno spettacolo di magia per tutta la famiglia! PROSA

Teatro Erba matta - I.so Scarl

IL FIORE AZZURRO

TEMPO DI CHET

TEATRO RAGAZZI

SABATO 5 GENNAIO 2019 - ORE 21.00

Compagnia Burambò

Teatro Stabile Bolzano

TEATRO RAGAZZI

TEATRO RAGAZZI

Teatro d’Aosta

TEATRO RAGAZZI

TEATRO ORATORIO PARROCCHIALE DI STORO

SALONE DELLE FESTE DI CASTEL CONDINO

PREZZEMOLINA

TEATRO DI LARIDO - BLEGGIO SUPERIORE

SABATO 16 FEBBRAIO 2019 - ORE 21.00

DIVERSI DA CHI?

Compagnia Teatrale Mattioli

VASSILISSA E LA BABARACCA

TEATRO DI LARIDO - BLEGGIO SUPERIORE

I Punto Gezz

VOGLIO ESSERE INCINTO

Associazione Culturale Kuziba

PROSA

VENERDÌ 28 DICEMBRE 2018 - ORE 17.30

EstroTeatro

GLI EQUILIBRISTI

TEATRO RAGAZZI

PROSA

IL MAGICO ZECCHINO D’ORO

Compagnia Teatro dell’Argine

TEATRO RAGAZZI

CINEMA TEATRO PALADOLOMITI DI PINZOLO

Antoniano di Bologna, Fondazione Aida e Centro Servizi Culturali Santa Chiara

ITALIANESI

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Dall TEATRO RAGAZZI

Scena Verticale

PROSA

NOVEMBRE 2018 - pag.

TEATRO PARROCCHIALE DI FIAVÈ

PROSA

CENTRO POLIVALENTE DI CONDINO - BORGO CHIESE

PROSA

DOMENICA 3 FEBBRAIO 2019 - ORE 21.00

Factory Compagnia Transadriatica

LA BISBETICA DOMATA TEATRO RAGAZZI

STRAPPATEMPO

La mirabolante avventura della storia della musica

GIOVEDÌ 14 MARZO 2019 - ORE 21.00

LaQ-Prod in collaborazione con Pupi&Fresedde Teatro di Rifredi e con Festival InEquilibrio - Armunia

INFANZIA FELICE

SABATO 22 DICEMBRE 2018 - ORE 21.00

Milano Saxophone e Pipa e Pece

CASA MONDRONE DI PREORE - TRE VILLE

una fiaba per adulti

SALA COMUNALE DI MASSIMENO

SABATO 9 FEBBRAIO 2019 - ORE Il calendario suscettibile di variazioni per cause di forza maggiore. L’esperienza del17.30 gruppo Azzardo aèTione

Associazione Teatrale Iride

Informazioni sul teatro e sul cinema in Trentino nel sito internet: www.trentinospettacoli.it

STORIE D’ACQUA

!INGRESSO BIGLIETTI PROSA! Intero € 10,00 - Ridotto per i giovani fino ai 14 anni € 8,00 !INGRESSO BIGLIETTI TEATRO RAGAZZI! Ingresso unico € 5,00

!ABBONAMENTO LIBERO 4 SPETTACOLI DI PROSA! Ingresso unico € 30,00 !ABBONAMENTO LIBERO 4 SPETTACOLI TEATRO RAGAZZI! Ingresso unico € 15,00

Comune di Sella Giudicarie

Comune di Bleggio Superiore

Comune di Bondone

Comune di Borgo Chiese

Comune di Caderzone Terme

Comune di Carisolo

Comune di Castel Condino

Comune di Fiavé

Comune di Giustino

Comune di Massimeno

Comune di Pieve di Bono Prezzo

Comune di Pinzolo

Comune di Porte di Rendena

Comune di San Lorenzo Dorsino

Assessorati alla promozione culturale COMUNITÀ DELLE GIUDICARIE

CIRCUITO TEATRALE TRENTINO

LA RETE PROVINCIALE DELLO SPETTACOLO

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

Ministero per i beni e le attività culturali

Direzione Generale per lo spettacolo dal vivo

Comune di Spiazzo

Comune di Storo

Comune di Tione di Trento

Comune di Tre Ville

Comune di Valdaone


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Territorio

NOVEMBRE 2018

Non sarebbe meglio come fanno l’Alto Adige, la Svizzera e l’Austria pensare alla rete ferroviaria, agli impianti dell’ultimo chilometro turistico, alle politiche per la famiglia indirizzate prioritariamente alle famiglie storiche locali, alla detassazione sopra i mille metri delle aziende agricole e non solo, per riattivare l’economia montana, per una sanità moderna, per una visione d’insieme con l’Alto Adige ai servizi per ridurre i costi sia in campo energetico che dei trasporti? La mia domanda, è volutamente una domanda retorica e provocatoria. La risposta è sì. La crisi scoppiata con il dramma del crollo del ponte Morandi a Genova sul tema delle concessioni nei servizi, che sono diventati dei veri oligopoli che garantiscono redditi superiori a quelli produttivi a società private, sta obbligando dopo la crisi di tutte le ideologie sul ruolo dello stato in economia (è poi questo il motivo del fallimento del comunismo, del fascismo e adesso del liberismo) a riprogettare completamente la società nella sua struttura produttiva, fiscale e dei servizi, sia dal basso verso l’alto, dall’individuo alla comunità alla provincia, dall’heimat al land, che trasversalmente distinguendo tra il ruolo e i poteri del pubblico, della comunità e del privato. Se apriamo qualsiasi statuto

Un’analisi degli investimenti pubblici rispetto alle periferie

Architetti della socialità di Marco Zulberti

I

due maxi progetti del NOT e dell’interramento della Ferrovia che stanno per essere calati sulla città di Trento vanno attentamente vagliati per gli importi che peseranno sui bilanci provinciali per due decenni pari a 3.5 Mld e i disagi e paralisi in cui rischiano di gettare la città. delle comunità medioevali trentine, redatti tra il XIII e il XVIII secolo, erano già distinti i ruoli del pubblico come ad esempio l’utilizzo dell’acqua delle fontane o dei boschi e i pascoli della comunità e i ruoli dei singoli contadini e artigiani. I mercati erano regolati da norme severissime e si trovavano in luoghi ben precisi e in orari ben precisi. Oggi la perdita con il liberismo di ogni regola permette al mercato di non essere più un mercato efficiente, sia in quello commerciale, vediamo l’anarchia di internet senza regole dove Amazon è diventato il mercato eterno, perennemente aperto

ed efficiente, sia quello dei servizi energetici, sanitari, delle comunicazioni e nei trasporti. Ed è su quest’ultimo dei trasporti che il progetto dell’interramento dello scalo ferroviario di Trento spaventa il cittadino che vede questa iniziativa partire da una elitè di tecnici e politici che forse non sono preoccupati dell’impatto che una tale opera può provocare sia sul piano sociale della città che sullo economico di tutta la provincia. Dopo il progetto del NOT, il progetto della ferrovia per chi osserva i numeri dei bilanci provinciali, e le richieste delle valli periferiche che si stanno spo-

Di fronte a queste cifre iniziali 1.7 mld per l’ospedale e 1.5 Mld per l’interramento sotterraneo della stazione ferroviaria cosa devono dire le vallate, le comunità più remote, il tessuto economico, agricolo, turistico e artigianale che la sostengono con il loro tributo fiscale? polando, alimenta profonde preoccupazioni. L’impressione è che i tecnici si limitino alla progettazione di opere faraoniche senza preoccuparsi più di tanto dell’impatto sociale ed economico se non quello urbanistico finale, che può essere effettivamente positivo ma sempre molto teorico, come ci viene dalla lezione di Le Courbusier in India, mentre i politici pensano solo alla grandezza delle opere realizzate da inaugurare tagliando i nastri. Nel pieno di questa crisi multipla della società moderna di fronte all’incedere dei tempi e dei mercati senza regole, servono nuo-

vi architetti della socialità trentina e alto atesina, simile a quella che nella storia hanno redatto i primi statuti di autonomia per uscire dal medioevo. Intellettuali, professionisti, politici, amministratori legati insieme non da uno stemma politico, o da interessi di più o meno evidenti e personali finanziari, professionali o economici, ma con un orizzonte di lungo termine come avevano i nostri padri fondatori moderni che identifichiamo con Alcide De Gasperi. Quando leggiamo i roboanti articoli locali su 30 mln stanziati per questa o quella valle remota, e poi leggiamo le cifre del NOT e del

progetto ferrovia, ci si sente presi in giro dagli stessi politici. Diventare architetti della socialità vuol dire conoscere in profondità la storia, la geografia e lo spirito della nostra terra, ricordare quanta fatica è stata fatta per strappare prati e malghe alle rocce e alla furia delle acque per produrre alimenti, attrezzi e vita per le comunità. L’idea di defiscalizzare la montagna sopra una certa quota potrebbe fermare l’emorragia dei pensionati italiani verso il Portogallo riportando la vita in montagna. Una montagna dove sono sempre più evidenti i ruderi di questa civiltà scomparsa solo da pochi decenni per il piacere effimero degli intellettuali cittadini innamorati del bello selvaggio della montagna. Quello non era il nostro mondo antico e non vuol essere il nostro futuro.

EDITORIALE di Adelino Amistadi

Il peccato delle carte non freni gli eletti Continua dalla Prima Io di solito vengo qualificato come “politico”, ma personalmente mi sono sempre considerato più un amministratore avendo gestito i principali enti della nostra terra per parecchi anni. Con ciò intendo dire che preferisco affrontare le concrete esigenze delle nostre valli con il criterio del buon senso senza condizionamenti ideologici. Noi siamo periferia, a qualcuno non piace questa parola, ma io la confermo, e voi, come me, credo abbiate adeguata conoscenza dei disagi e delle problematiche delle nostre valli e di cosa comporti vivere decentrati, lontani dalla “capitale”. E’ facile constatare la situazione di svantaggio della periferia rispetto alla realta cittadina e le difficoltà a cui sono chiamati ogni giorno i nostri conterranei. Credo quindi che si debba porre come primo obiettivo la perequazione, riequilibrare i territori per garantire pari qualità della vita a tutti indistintamente per quanto concerne le cose principali che segnano il quotidiano e la vita di ognuno di noi: sanità, scuola e e una viabilità sicura e scorrevole. Non ci devono essere mai più trentini di serie A e altri di serie B. Di fronte a certe valli noi siamo cit-

tadini di serie C. Se non sono garantite queste esigenze basilari, è ovvio che le valli saranno soggette a progressivo spopolamento con conseguenze letali per la stessa Autonomia. La soppressione di scuole, dei servizi giudiziari o sanitari come la recente soppressione del reparto nascite a Tione e il tentativo di spogliare il nostro Ospedale di altri servizi è inaccettabile, ed è il segno della poca considerazione che il centro ha da sempre dedicato alle Giudicarie. Abbiamo dovuto subire una politica centralista ove, con la scusa di ridurre i costi si è tentato di concentrare in città gran parte dei servizi. Forse, ma non credo, si saranno ridotti anche i costi per la Provincia, di certo sono aumentati i costi per le nostre famiglie che per assistere una paziente in ospedale a Trento è costretta ad accasarsi in albergo per tutto il tempo necessario. A maggior ragione, a questo punto, rimane preminente il discorso sulla viabilità. Per superare le difficoltà anzi dette, per garantire la possibilità di sviluppo, un’esistenza rassicurante, una qualità della vita decente alle nostre valli credo sia fondamentale una viabilità sicura e funzionale. Abbiamo strade

che risalgono al dopoguerra salvo alcune piccole correzioni, il problema, quindi, dev’essere affrontato con assoluta priorità. La circonvallazione di Ponte Arche e di Pinzolo sono le prime in lista, per non dire delle gallerie di ponte Pià fino alle Arche, senza dimenticare la viabilità verso Brescia che rimane basilare per lo sviluppo artigianale, industriale e turistico. E cerchiamo di essere chiari: la necessità di garantire un riequilibrio fra le varie valli del Trentino non deve assolutamente essere intesa come un atto di solidarietà nei nostri confronti, anzi, si tratta di un diritto a recuperare tutto quello che per tanto tempo non s’è fatto, e fa specie che politici che si richiamavano all’etica della politica, tutti presi dai loro salotti e dalle loro sofisticate allucinazioni, abbiano dimenticato troppo spesso la necessità di garantire a parità di tassazioni, parità di diritti anche alle popolazioni più lontane dalla città. E per concludere un accenno ad uno dei problemi più ardui da affrontare, la lotta alla burocrazia. Il cardinale Re, ospite dei Presidenti dei Bim, radunatisi a Roma, nella Cappella del Santo Spirito, in San Pietro, ci stupì con questa

espressione: “Ricordatevi cari amministratori che oggi una delle piaghe che più fanno soffrire la nostra gente è la burocrazia spesse volte fuori da ogni buon senso, tesa più a complicare le cose che a risolvere, e questo fa soffrire molto più di quanto voi pensiate... è molto più grave il peccato delle carte che quello della carne, la gente lo patisce molto di più!” Rimanemmo allibiti, ma a pensarci bene, aveva perfettamente ragione. Non sarà facile modificare e risanare la struttura provinciale, ma almeno cominciamo dal basso, dalla riforma delle amministrazione comunale con una nuova legge sui segretari comunali che dovrebbero essere i primi collaboratori dei sindaci per la realizzazione dei programmi votati dalla popolazione, ma spesse volte, accanto ad ottimi funzionari, ce ne sono alcuni che bloccano ogni attività amministrativa cercando le virgole e i punti anche dove non sarebbe necessario. Tutto legale , per amor di Dio, ma talvolta il buon senso e la possibilità di servire al meglio l’amministrazione dovrebbe essere prioritario. Di cose ne potremmo dire ancora tante da riempire l’intero giornale, ma lo faremo un po’ alla volta,

col tempo. Intanto pensiamo ad iniziare bene la nuova legislatura. Per incidere convenientemente è necessario che i nostri rappresentanti siano consapevoli dell’oneroso compito che li aspetta. Non sarà una cosa facile, ci saranno resistenze, contrarietà, ma convincere il Consiglio e la nuova Giunta di quanto ci è stato negato per il passato e di quanto siamo in credito dalla Provincia sarà una delle prime cose da fare. Io mi auguro che i tre di Maggioranza: Roberto Failoni, Mattia Gottardi e Mario Tonina possano fare gruppo ed insieme decidere le priorità, esaminarne le soluzioni e presentare le richieste necessarie, appoggiandole con la grinta che si riconosce ai Giudicariesi, con la convinzione di essere nel giusto e con la consapevolezza che tutto ciò che otterranno sarà a vantaggio della nostra gente. E speriamo che all’occorrenza si accodi al gruppo anche lo storese Alex Marini, non sarebbe male. Era Ora. Speriamo. Noi come giornale vi tamponeremo inesorabili, pronti a riconoscere i vostri meriti, ma altrettanto pronti a denunciare i vostri ritardi o le vostre manchevolezze. Come abbiamo sempre fatto d’altronde. Buon lavoro!


Comunità delle Giudicarie È il Presidente Giorgio Butterini a ricordare che “nel recente protocollo di intesa, condiviso da Comunità, Provincia, Consorzi BIM e Comuni, è prevista la realizzazione di interventi per circa 11 milioni di euro, distribuiti su tutto l’ambito e volti a rettificare concretamente alcuni punti critici del nostro sistema stradale. Naturalmente si tratta di opere puntuali, progettate per eliminare situazioni di oggettivo pericolo, ma che tuttavia rappresentano delle soluzioni parziali rispetto a quegli investimenti che invece sarebbero necessari per un reale ammodernamento della rete automobilistica: tra questi, priorità assoluta dovrebbero averla le tangenziali di Pinzolo e Comano e il completamento del tratto Idro - Ponte Caffaro, che, pur in terra lombarda, è percorso quotidianamente da migliaia di persone dirette verso il Trentino”. La domanda però sorge spontanea: è pensabile che, in considerazione delle limitate risorse a disposizione e visti gli scarsi finanziamenti stanziati negli ultimi anni, nel prossimo quinquennio possano essere realizzate opere il cui valore

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La viabilità, il grande nodo giudicariese

Giorgio Butterini: “Ora avanti con le grandi opere” R

ecentemente i consigli comunali di Pinzolo e Comano Terme hanno approvato delle mozioni relative alla realizzazione delle rispettive circonvallazioni, delle quali ormai si parla da anni, senza che tuttavia siano state stanziate le risorse necessarie. La Comunità di Valle delle Giudicarie, per rafforza-

re e sostenere queste iniziative approverà a propria volta un documento indirizzato alla Provincia e a tutti i soggetti istituzionali interessati, affinché nella legislatura che sta per iniziare venga seriamente presa in considerazione la possibilità di migliorare in maniera sostanziale la viabilità Giudicariese e quella delle aree immediatamente limitrofe.

potrebbe superare abbondantemente i 200 milioni di euro? “Ritengo che sia dovere e prerogativa degli amministratori eletti in consiglio provinciale ed in particolare dei nostri quattro rappresentanti recepire queste istanze e formulare risposte chiare e concrete. Sarà necessario riprendere in mano da subito studi e progetti, utili anche per stabilire un ordine di priorità, fare una ricognizione ogget-

tiva sulle risorse disponibili nella legislatura e assumere decisioni ponderate in funzione di interventi realmente strategici ed economicamente sostenibili. Pur consapevole che determinati fondi siano destinati a opere con una precisa localizzazione geografica e con il dovuto rispetto per le scelte già compiute, fa un po’ riflettere il finanziamento da più 30 milioni di euro per la realizzazio-

ne del tunnel di collegamento tra Bondone e la Val Vestino, quando con una cifra simile forse si poteva realizzare almeno una parte della circonvallazione di Anfo, da cui appunto quotidianamente transitano migliaia di pendolari e turisti in viaggio anche verso le Giudicarie. Aggiungo che per la costruzione di infrastrutture di nevralgica importanza potrebbe essere promossa anche una forma di sinergia e compartecipazione economica da parte delle aziende private, che da sempre evidenziano le difficoltà imputabili alla lentezza dei trasporti”.

La Comunità a sostegno delle famiglie e degli studenti Anche per l’anno scolastico 2018-2019 la Comunità delle Giudicarie ha aperto i termini per la presentazione delle domande per gli assegni di studio e le facilitazioni di viaggio Sono stati recentemente approvati i bandi per la presentazione delle domande di contributo per sostenere economicamente le famiglie con figli iscritti a scuole superiori fuori delle Giudicarie, che frequentano indirizzi di studio non presenti sul nostro territorio e quindi costretti a dimorare presso convitti o appartamenti privati. «Tra le varie competenze gestite dalla Comunità a favore dei cittadini, Il Diritto allo studio rappresenta uno dei principali ambiti di intervento; – informa l’Assessore all’Istruzione e Assistenza scolastica Michela Simoni – per aiutare economicamente gli studenti costretti a dimorare fuori famiglia per frequentare il corso di studio scelto quando non esiste sul territorio giudicariese, anche quest’anno la Comunità delle Giudicarie ha pubblicato i bandi per assegni di studio e per facilitazioni di viaggio, che rappresentano un efficace aiuto per le famiglie, talvolta tenute a do-

ver pagare costi particolarmente gravosi. Si tratta di un’iniziativa che, oltre a sostenere le famiglie, specie quelle con i redditi più bassi, riconosce anche il merito degli studenti, perché rivaluta l’impegno di quei ragazzi che acquisiscono buoni risultati nel loro percorso di studi. Lo scorso anno la Comunità ha accolto 87 domande per un importo complessivo di contributo erogato di oltre 185mila Euro; anche per l’anno scolastico 2018-2019 la disponibilità è rimasta inalterata». Gli assegni di studio Si tratta di contributi in denaro che la Comunità eroga agli studenti, che devono uscire dalle Giudicarie per frequentare l’indirizzo di studi prescelto, in quanto non presente sul territorio. Tra i requisiti richiesti, gli studenti devono essere stati promossi al termine dell’anno scolastico precedente e appartenere ad un nucleo familiare la cui situazione reddituale e patrimoniale, sulla base

dell’indicatore ICEF, non superi determinati limiti. L’assegno può arrivare fino ad un importo di 3.500,00 €, e viene concesso a sostegno delle spese, con un minimo di 50,00 €, relative a tasse di iscrizione e frequenza, libri di testo, trasporti, mensa, convitto e alloggio. Al fine del riconoscimento delle spese di convitto ed alloggio, deve essere valutata la distanza della scuola dal luogo di residen-

za, tenuto conto delle obiettive difficoltà di trasporto. Per quanto riguarda invece le spese relative a libri di testo, trasporti e mensa, esse sono riconosciute solamente per la frequenza di percorsi di istruzione non attivati sul territorio provinciale, in quanto esse godono già di importanti agevolazioni nella nostra Provincia. L’assegno è concesso presentando agli uffici della Comunità la dichiarazione ICEF e la documentazione delle spese sostenute, ed è determinato tenendo conto, in pari misura, della condizione economica famigliare e del merito scolastico. Le facilitazioni di viaggio Le facilitazioni di viaggio sono contributi destinati agli studenti delle superiori e della formazione professionale, nei casi di impossibilità di fruizione del servizio di trasporto pubblico. La facilitazione è ammessa se il percorso non coperto da servizio pubblico è superiore a 3 chilometri e viene

concessa sia che il trasporto venga effettuato con i mezzi del genitore, sia a mezzo vettore. I bandi per la concessione dei benefici ed i relativi moduli sono disponibili presso i Comuni delle Giudicarie ed il ‘Servizio Istruzione’ della Comunità delle Giudicarie, a Tione, oppure sono scaricabili dal sito Internet della Comunità www.comunitadellegiudicarie.it. Per fruire di queste opportunità, gli interessati, muniti della “domanda unica 2018” (ICEF), devono completare il modulo raccolta dati e presentarsi personalmente presso il ‘Servizio Istruzione’ della Comunità delle Giudicarie per la compilazione a mezzo di supporto informatico, richiedendo un appuntamento entro il 9 novembre p.v. (prenotazione al numero: 0465/339512). Le domande dovranno essere presentate entro le ore 12.00 di venerdì 30 novembre 2018.


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Attualità

NOVEMBRE 2018

E’ arrivato il via libera provinciale alla centralina in Val di Breguzzo

La partita del mini-idroelettrico: l’Arnò e i torrenti trentini Il Comune di Sella Giudicarie intenzionato a non concedere la deroga urbanistica Quando si parla di energia idroelettrica in Trentino è doveroso fare memoria di quella grande epopea che, a partire soprattutto dagli anni del dopoguerra, seppe risollevare, attraverso grandi investimenti in opere infrastrutturali, l’economia di un’intera regione. Le dighe, le condotte forzate, il roteare delle turbine, furono (e continuano ad essere) per buona parte dei comuni trentini il lasciapassare verso il mondo del benessere. Disconoscere il valore di questa eredità sarebbe scorretto ed ingiusto. Ricordare con troppa intensità il passato tuttavia, porta, in alcuni casi, a dimenticarsi di proiettare lo sguardo verso il futuro. Quale destino ci auguriamo per i nostri torrenti? Se c’è una scienza che ci aiuta a capire come si misura la salute di un fiume, è l’ecologia fluviale. Il punto focale di questa rigorosa disciplina è di facile comprensione. I fiumi sono come le arterie del mondo emerso: più esse sono libere da impedimenti, più in salute starà corpo della terra. Non si tratta solo di una suggestiva immagine dalle tinte poetiche; abbiamo a che fare qui con un corpus di conoscenza espressa matematicamente e condivisa da una comunità scientifica internazionale. Un corso d’acqua sano fornisce all’uomo una grande varietà di servizi ecosistemici, ricreativi e paesaggistici che abbiamo addirittura imparato a quantificare economicamente. Come collocare dunque le sempre crescenti esigenze energetiche del nostro vivere all’interno di questo delicato equilibrio?

di Tommaso Bonazza “Goccia dopo goccia nasce un fiume” recita una canzone per bambini. Se però tutte le gocce venissero tolte da quel fiume, caso sciagurato, la collettività si troverebbe a partecipare con sentimento di cordoglio a qualcosa di simile ad un funerale. Parlando fuori di metafora

Questa grande domanda, a cui peraltro non abbiamo ancora trovato risposta, ci riporta alla questione del mini-idroelettrico. Con “mini-idroelettrico” si intende un piccolo impianto di produzione elettrica di potenza sovente inferiore a 1-2 MegaWatt. Per capire quanto poco conti l’energia prodotta da questo tipo di impianti, basti dire che essa, a livello nazionale, copre solo il 2 per 1000 (mille) del nostro fabbisogno energetico. Ma oltre la beffa, il danno! Le conseguenze ambientali del proliferare delle centraline sono preoccupanti: torrenti in secca, prelievi dissennati, enormi investimenti di mantenimento della fauna ittica, sensibile calo delle capacità ecosistemiche dei fiumi, progressiva scomparsa della biodiversità.

Lo scenario non è dei più allettanti, eppure a lucrare su tutto questo ci sono i proprietari degli impianti, quasi sempre imprese private o singoli proponenti, che favoriti da una liberalizzazione delle richieste di concessione e da una pioggia di incentivi per la produzione di energie rinnovabili, vedono gonfiarsi il proprio portafoglio con lo sgonfiarsi delle acque dei torrenti. In questo modo la collettività finisce per rimanere letteralmente a bocca asciutta: il proprio torrente acciaccato e nessun ritorno economico. ulla vicenda centraline, ha suscitato l’interesse dell’opinione pubblica il caso del torrente Arnò, corso d’acqua della Val di Breguzzo già peraltro ampiamente sfruttato dal punto di vista idroelettrico, che dal 2015 è entrato nelle mire di un’impresa privata inten-

la vicenda assume un tono decisamente problematico e molto più pratico: i fiumi trentini, e gran parte dei corsi d’acqua dell’arco alpino, sono in crescente sofferenza a causa dello sfruttamento mini-idroelettrico. Per capire meglio si necessitano due premesse.

zionata a costruire un nuovo impianto, proprio alle porte del Parco Naturale Adamello Brenta. In opposizione al progetto, nello stesso anno, si

costituisce un comitato di cittadini che prende il nome di SalvArnò, al quale si affianca, in un secondo momento, anche l’amministrazione del neonato comune di Sella Giudicarie. Le vicende proseguono per quasi tre anni attraverso i procedimenti di valutazione di impatto ambientale che trovano una improvvisa svolta proprio il 5 ottobre scorso, in chiusura di legislatura provinciale, con il nulla osta a favore del privato proponente. La dinamica del “via libera” non è inedita, a tal punto che il Comitato per la salvaguardia delle acque in Trentino, coordinamento provinciale di associazioni e comitati locali, denuncia in una conferenza stampa l’inadeguatezza dei

criteri di valutazione di impatto ambientale e sottolinea al contempo la necessaria presenza di enti di controllo terzi, del tutto indipendenti dagli umori politici provinciali. La partita dell’Arnò rimane dunque aperta. Da un lato l’amministrazione di Sella Giudicarie, sostenuta dai SalvArnò, che si è detta determinata a negare la deroga urbanistica necessaria per la costruzione dell’impianto, dall’altra un privato, che attratto da una prospettiva di profitto e sostenuto dagli incentivi, sembrerebbe non voler retrocedere. Si rinnova dunque il dibattito su quell’acqua bene comune che aveva ispirato i quesiti referendari del 2011. Quale futuro per le nostre acque? Assieme a questa domanda ritorna inevitabilmente quella sul futuro delle nostre valli e sulla conservazione di quel patrimonio naturale che non possiamo permetterci di perdere.

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Territorio

Al lupo!

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info@bimsarca.tn.it - www.bimsarca.tn.it

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Turismo

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Tionese, rientra in Giudicarie dopo una lunga esperienza a Roma

Michela Valentini è la nuova responsabile comunicazione dell’Apt di Campiglio Come mai è voluta tornare in Trentino, dopo 25 anni di assenza? Non l’ho chiesto io, mi hanno telefonato i responsabili Apt e me lo hanno proposto. Ha avuto dubbi ad accettare? C’è un bel salto fra vivere a Roma ed a Tione No, ero contenta, sono tornata per fare proprio il mio lavoro, e perché in questi 25 anni sono sempre tornata in Giudicarie con entusiasmo, per trovare i parenti e gli amici. Lei aveva già lavorato all’Apt di Campiglio, dopo il master. Ha trovato l’ambiente molto diverso? No, non tanto, era già un ufficio molto ben organizzato 25 anni fa. I problemi ci sono dappertutto, ma al momento mi sto trovando bene. Lavora bene con i nuovi colleghi? Sì, in particolare ho trovato grande sintonia con Matteo Bonapace, il responsabile dell’area prodotto turistico, e stiamo lavorando assieme per realizzare diverse tipologie di comunicazione. Il marchio Campiglio è già molto noto, anche in campo internazionale, che farete di più? Il mio obiettivo è tutto teso alla realizzazione del piano per il 2019. Ormai la strategia per il 2018 è stata decisa da chi c’era prima, ed era già molto efficace. Cosa proporrà di diverso? Ci sarà un lavoro di analisi molto approfondito, con l’elaborazione di dati statistici, già in parte in nostro possesso, e poi ci dovrà essere la verifica dei risultati. Questo aspetto è fondamentale. A chi vi rivolgerete? Ci sono diversi prodotti su cui puntare. Ovviamente lo sci, gli alpinisti, ma anche il mondo del cicloturismo, gli amanti del wellness, i pescato-

M

di Chiara Garroni

ichela Valentini è da fine settembre la nuova responsabile dell’area comunicazione e supporto vendite dell’Azienda di promozione turistica di Campiglio, Pinzolo e Rendena. Tionese doc (infatti ha una casa a Le Sole), dopo le scuole superiori che erano ancora sede staccata del Galilei di Trento, si è laureata a Bologna in economia, e successivamente ha conseguito a Trento un master in marketing dei servizi turistici. Il suo

primo lavoro fu proprio a Campiglio, all’Apt, ma dopo un anno se ne andò a Roma, dove lavorò per la società di consulenza “SL&A” specializzata in turismo e ambiente. Ora questa società è sua, assieme a due soci, e le ha permesso di farsi una grande esperienza nell’elaborazione di piani di sviluppo turistico per conto di vari enti pubblici. Ad esempio per la Regione Emilia Romagna, la val d’Aosta, Veneto, Lazio, Toscana. Con parchi, territori ed imprese. E i mercati stranieri? Campiglio è già una meta internazionale, e noi cercheremo di aumentare e selezionare le proposte. Penso soprattutto al mercato tedesco, che può essere incrementato, e su questo aspetto sta dando buoni risultati il progetto EMTB adventure, ideato con Garda Trentino:

ri. Ci si rivolgerà inoltre agli operatori locali, che ci danno servizi. E poi ci dovrà essere la “comunicazione interna Cioè? Dobbiamo porre grande attenzione a chi è già qua, e saper offrirgli sempre di più. Dato che ci sono milioni di presenze, dobbiamo fare di tutto per tenercele strette, coccolando i clienti, e fare in modo che tornino qui. E’ un lavoro difficile, un po’ come prevedere il futuro? E’ difficile, sì, ma si possono cogliere alcuni segnali. Ad esempio sarà sempre più importante la sostenibilità, specie nell’aspetto della mobilità. E allora si pensa alle offerte per i bikers. O l’attenzione all’ambiente, allora si va nella direzione del natural wellness, il benessere fisico e psichico, l’attenzione al cibo. Altre proposte particolari? Possiamo parlare di turismo-avventura, con gli sport adrenalinici come il parapendio, il canyoning, le ferrate. Attenzione andrà anche alle donne, quelle più sportive che si muovono in gruppo per vacanze tutte femminili, ed anche le altre, perché alla fine sono loro, in famiglia, che decidono che vacanze fare.

percorsi in bicicletta che uniscono natura, cultura, bellezza e attività fisica e cucina locale. L’offerta, da Riva del Garda a Campiglio, ha visto le due aziende per il turismo lavorare assieme, e si sono rivolte soprattutto ad ospiti internazionali. La cosa più innovativa

che ha in mente? Mi piacerebbe tanto coinvolgere i giovani della valle, magari attraverso le scuole, su progetti turistici ideati da loro C’è qualche precedente in merito? Sì, si chiama “Premio talento turismo” per Roma ed il Lazio, dove scaturiscono proposte veramente interessanti ed innovative. Ne ricorda qualcuna in particolare? Una si chiamava Astronomitaly, un progetto per osservare i cieli stellati più belli, dove non c’è inquinamento. Astronomitaly ora ha ideato la Certificazione “I cieli più belli d’Italia” che identifica i luoghi migliori dove osservare le stelle in Italia. Viene assegnato alle località che godono di un cielo stellato di qualità o che, in un percorso di qualificazione e miglioramento, desiderano valorizzarlo offrendo esperienze e servizi dedicati all’Astroturismo. Auguri di buon lavoro Michela e in bocca al lupo per la sua scelta di vita.

RICERCA PERSONALE Per il potenziamento del proprio organico la Società ricerca personale per le seguenti posizioni:

* PERITO ELETTROTECNICO/INFORMATICO * PERITO MECCANICO o MECCANICO con esperienza nella mansione Inviare dettagliato Curriculum Vitae – entro il 30 novembre 2018 – al seguente indirizzo email: risorseumane@funiviepinzolo.it


Territorio

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Dall

Il 9 ottobre incontro con testimonianza per adolescenti, il 12 per adulti

A che gioco giochiamo? L’esperienza del gruppo Azzardo a Tione


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Arte

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Dopo le peripezie di una vita, segnata dalla partecipazione alla seconda guerra mondiale come alpino e agli spostamenti con il padre fabbro alla ricerca di lavoro, come operaio, nei cantieri idroelettrici tra Piemonte e Lombardia, negli anni delle grandi opere idrauliche, l’agognato rientro in Trentino con l’approdo a Molveno alla SISM (Società idroelettrica Sarca Molveno), che in seguito diventerà Enel. Ai piedi delle Dolomiti di Brenta e della Paganella mette su famiglia, sposando Myriam Vindimian, maestra elementare di Lavis, con la quale avrà tre figli, Patrizia, Giorgio e Maria. Ma è l’incontro con il vecchio pittore futurista torinese Elia Vottero, esponente di spicco di quella mitica avanguardia, nei suoi periodici soggiorni molvenesi, a risvegliare nell’artista giudicariese l’antica passione, sacrificata fino allora alle incombenze lavorative e familiari, incoraggiandolo a coltivare il talento innato mai compiutamente espresso. Non è certamente il linguaggio futurista a cui guarda Raffaele Franzoi, nella sua ‘ripartenza’ artistica, ma a un naturalismo ed a un realismo esaltati ancora di più da una capacità grafica non comune, attraverso l’uso sapiente della tecnica incisoria, la più faticosa, la più ‘silenziosa’ delle sperimentazioni artistiche; quella che più si attanaglia alla sua indole di uomo semplice, sensibile e pragmatico. La natura e la sua bellezza sono la fonte prima della sua ispirazione, in un’accezione classica eppure sentimentale, lontano da formalismi fine a se stessi e da sofisticati cerebralismi. Il primo affaccio espositivo è all’inizio degli anni settanta, sul volgere della sua parabola lavorativa, dove ottiene il terzo premio della grafica ad un concorso internazionale a Napoli. Nel 1974, dopo il pensionamento, si trasferisce con la famiglia a Brancolino, ameno paesino nei pressi di Nogaredo, in Vallagarina, dove trova il luogo ideale per il suo incedere creativo, bisognoso di quiete e di massima concentrazione, come deve essere per l’arte del bulino, dove non è ammesso l’errore, tantomeno la cancellazione. Nel ‘buen retiro’ lagarino allestisce finalmente un laboratorio tutto suo, una sorta di cella monacale, con tutti gli strumenti del procedimento incisorio, dove troneggia il torchio manuale per la stampa calcografica; di lì escono le sue magie grafiche, siano

Omaggio ad un grande artista dimenticato

Raffaele Franzoi, la magia del bulino di Giacomo Bonazza Succede che molti giudicariesi non conoscano l’arte incisoria di Raffaele Franzoi, e ne è un vero peccato, trattandosi di un artista di grande valore, bravo quanto modesto e schivo, che arriva ad esporre nella sua valle solamente una volta, in occasione della retrospettiva-omaggio organizzatagli dal Gruppo Culturale Bondo Breguzzo, presso la Casa

lo introduce a soluzioni grafiche sempre più raffinate e complesse. Questa sperimentazione continua porta Raffaele Franzoi a misurarsi con le straordinarie decorazioni dalla bicromia bianco-nera in scagliola carpigiana, una tecnica di intarsio su gesso per imitare il marmo e le pietre dure, mutuate pari passo dagli altari barocchi della vicina chiesa di S. Maria di Brancolino e riproposte col bulino su rame, dando prova di un assoluto virtuosismo.

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Probabilmente da quei modelli nascono le splen-

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1 - “Borgo”, ceramolle su rame, 1984 2 -”Anatomia di un Tronco 3”, bulino su rame, 1981 3 - Raffaele Franzoi al suo tavolo di incisore 4:”Il cardo”, acquaforte su rame, 1983

4 esse acqueforti, xilografie, acquetinte, puntesecche, tutte nel segno di una tecnica sopraffina maturata, lastra dopo lastra, nella sfida incessante alla durezza della materia per estrarne poesia in immagini. Comincia ad essere conosciuto ed apprezzato nell’ambiente roveretano e nella cerchia degli incisori trentini, partecipando nel contempo a numerose

Sociale di Breguzzo, suo paese natale, nel 1987. E’ proprio lì che nasce Raffaele nel 1922, da padre ronconese, Patrizio Franzoi, e da madre breguzzese, Eugenia Bonazza, dimostrando sin da giovane una particolare attitudine al disegno che i più anziani del paese ricordano ancora, riferita alle variopinte scenografie per il teatrino parrocchiale.

collettive in Italia ed all’estero, ottenendo prestigiosi riconoscimenti ai concorsi grafici a cui aderisce. La prima personale è presso la Galleria d’arte Delfino di Rovereto negli anni ottanta, dove per decenni sfila il meglio della produzione artistica locale e non solo. Tra gli artisti a lui più vicini, Maurizio Larcher, ottimo incisore roveretano, che

dide acqueforti “in negativo” dei fiori bianchi su fondo nero, forse l’apice della sua produzione. I soggetti più cari e più consoni alla sua poetica rimangono, comunque, il piccolo mondo dei borghi rurali, le loro vestigia materiali e i paesaggi naturali, indagati a volte fin nel dettaglio delle loro morfologie, come nel caso delle bellissime “Anatomie di un Tronco” dove l’elemento figurativo trascende in forma pura ed astratta. Al fondo dell’opera di Raffaele Franzoi, rimane una visione della bellezza come sintesi tra bello e buono, “kalòs kai agathòs”, come dicevano i greci del bello ideale, mai disgiunto da un sentimento etico. Non è fuori luogo riportare alla fine di questo breve scritto il ricordo affettuoso delle figlie di Raffaele, riportato sul catalogo della mostra “La Poesia del Fare - le incisioni di Raffaele Franzoi”, tenutasi a Brancolino/Nogaredo nel settembre del 2010, a quindici anni dalla morte dell’artista, che bene ne tratteggia la personalità forte e buona: “ ...nonostante la vita lo avesse messo a dura prova, quello che traspare dai suoi disegni ed incisioni , è un amore quasi commovente per le cose semplici e genuine...Uno dei suoi tanti doni è stato quello di trasmetterci la capacità di cogliere la bellezza di quei particolari che ai più possono sembrare insignificanti. Soffermarsi ad ammirare piccoli capolavori della natura, o un vecchio muretto di campagna...”.


Arte Non poteva che partire dalla Judicaria citra Duronum, terra madre della noce bleggiana, l’ideazione e l’offensiva estetica della mostra trentina, richiamando inevitabilmente un’altra offensiva, meno artistica, più cruenta, che il prossimo anno compirà 440 anni, e che alla noce affianca un drammatico fatto d’arme: la Guerra delle Noci del 18 dicembre 1579, il “ Contrasto delle nose”, che vide i contadini delle Pievi giudicariesi ribellarsi orgogliosamente alle disposizioni vessatorie dell’Arciduca del Tirolo Ferdinando, resistendo ai reparti tedeschi nella campagna fra Dasindo e Curè, protetti solo dai maestosi alberi di noce, prima della scontata resa; anche se il nome “guerra delle noci”, fa riferimento più precisamente al “gran noce degli Aloisi”, sopra Dasindo, all’ombra del quale un’assemblea popolare decide la rivolta pangiudicariese. Oggi la resistenza è di altro tipo, culturale ed anche colturale, intendendo con quest’ultima accezione la difesa dell’unicità di alcuni prodotti locali, indice di biodiversità ma pure tasselli preziosi dell’identità di un territorio, come è appunto il caso della piccola noce varietà bleggiana, dal 2016 riconosciuta presidio Slow Food, grazie all’impegno entusiasta della omonima Confraternita del Bleggio. L’arte, questa volta, a far d’ancella a sua maestà, la regina noce, dentro gli spazi sontuosi di Palazzo Trentini, convocando una cinquantina di artisti, dei diversi linguaggi espressivi a celebrare quell’ involucro intrigante, fonte di mille suggestioni visive. La pattuglia giudicariese di assoluto livello: da Carlo Sartori con il suo contadino che bacchia le noci, poesia e nostalgia di stagioni lontane, alla Grande (Madre) noce di Gianluigi Rocca, dalle sembianze di organismo vivente e generante; dal surreale castello incastonato in un guscio di noce di Paolo Dalponte, alla “singolarità della noce” di Alessandro Togni, quasi risucchiati nella noce/cranio di un archetipo del futuro; dalla efficacissima opera concettuale di Gualtiero Rocca “La pecora nera”, intrisa di ironia manzoniana (Piero Manzoni), con l’uso di noci vere, al minimalismo zen dei Berasi “Fratelli Fabbri” e il piccolo guscio di noce decorazione/simbolo in ferro battuto applicato su lamina; dalle ombre

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La Noce, che visioni!

Artisti giudicariesi a Palazzo Trentini C

on una mela conquisterò Parigi!” sentenziava Paul Cèzanne, lanciando la sua sfida di “solidificatore dell’impressionismo” agli amici parigini inebriati di dissolvenze e sfumature, partendo proprio, per la sua rivoluzione formale, dall’umile sfera e dalla solida plasticità rappresentate dal frutto più domestico del mondo; “Con una noce conquisteremo Trento !”, sembra fargli eco il drappello ben assortito di artisti giu-

dicariesi, quasi tutti delle Esteriori, con capofila Gianluigi Rocca, co-curatore insieme ad Andrea Zanotti e Nicoletta Tamanini della originale mostra “LA NOCE - visioni artistiche contemporanee”, presso Palazzo Trentini dal 6 ottobre al 3 novembre 2018, indagando monograficamente dentro lo stimolante immaginario legato a quel frutto regale; regale come il nome scientifico dell’albero da cui proviene: Juglans regia.

Gualtiero Rocca, La pecora nera - 1979

Gianluigi Rocca, Grande (Madre) Noce - 2018 Carlo Sartori, contadino che bacchiale noci - 1987

Berasi Fratelli Fabbri, Ikebana - 2018

Paolo Dalponte, Il Castello nel guscio - 2008

Lucia Parma, Funzione destra e funzine sinistra - 2018

Alessandro Togni, La singolarità della noce - 2018

Caro Filiberto Bleggi, Le ombre autnnali, 2014

autunnali che scendono geometriche sulla spianata di noci sull’essicatoio, catturate dall’obiettivo di Carlo Filiberto Bleggi, al dittico fotografico di Lucia Parma, dove un’immagine veramente evocativa come quella di una mano che serba amorevolmente tre noci, viene contrapposta alla sua volgare svalutazione per un uso effimero e consumistico. Giacomo Bonazza


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Scuola

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Nuova maturità: via una prova scritta e più peso per i rendimenti Da giugno si cambia, niente Ivalsi e alternanza scuola-lavoro in quinta di Francesca Cristoforetti

Il 4 ottobre sono stati comunicati sulla pagina ufficiale del Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) i cambiamenti che verranno apportati all’Esame di Stato della scuola secondaria di II grado. Alle scuole sono stati inviati due importanti documenti, uno preparato da una commissione di esperti guidata da Luca Serianni riguardo alla preparazione della prova scritta di italiano e uno con le indicazioni per seguire le griglie necessarie per correggere le prove scritte. Ma guardiamo nel dettaglio alcune delle modifiche che si presenteranno con il prossimo Esame di Stato. Requisiti d’accesso all’Esame di Stato Non sarà più necessaria la partecipazione, durante l’ultimo anno di corso, alle prove nazionali promosse dall’Invalsi, con lo scopo di

Novità in ambito scolastico: la prova di maturità cambierà a livello nazionale per tutti gli studenti, a partire dal prossimo giugno. Si passerà da tre a due prove scritte, più l’esame orale. Punteggio maggiore per il credito scolastico e griglie di vaverificare le competenze in italiano, matematica ed inglese. Non sarà obbligatorio inoltre lo svolgimento delle ore previste dall’Alternanza Scuola-Lavoro del decreto Milleproroghe. Restano invariati requisiti quali, l’obbligo di frequenza per almeno tre quarti del totale delle ore annuali, il conseguimento della sufficienza (sei decimi) in ciascuna materia, così come nel voto di comportamento. Sarà possibile l’ammissione anche con una materia insufficiente, soltanto tramite una valida motivazione. Attribuzione del credito scolastico Il credito scolastico maturato nel secondo biennio e

nell’ultimo anno di corso avrà un peso maggiore nella valutazione finale, aumentando da 25 punti attuali a 40 massimi su 100 totali. Le prove d’esame e il punteggio finale complessivo

lutazione nazionali per le prove scritte. Cambiano anche i requisiti per essere ammessi alla prova più temuta dagli studenti delle scuole superiori: bisognerà avere il 6 in ogni materia, così come nella condotta.

Le prove scritte non saranno più tre, ma due. Nella prima prova scritta, italiano o della diversa lingua in cui si svolge l’insegnamento, verranno valutate le capacità linguistiche, espressive

e critiche dello studente attraverso un elaborato scelto tra 7 tracce in ambito artistico, letterario, filosofico, scientifico, storico, sociale, economico e tecnologico. La data prevista è il 19 giugno. Le tipologie saranno tre e non più quattro: tipologia A, analisi del testo, B, elaborazione di un testo argomentativo e C, riflessione critica su tematiche di attualità. Per l’analisi del testo gli autori proposti saranno due e i testi saranno compresi nel periodo storico dall’Unità d’Italia fino ad oggi. La seconda prova scritta tratterà la materia caratterizzante il proprio percorso di studio. Saranno previste per entrambe le prove

delle griglie di valutazione a livello nazionale per poter assegnare i punteggi in modo uniforme ed equo. Il punteggio finale verrà calcolato in centesimi, di cui 20 punti massimi per ciascuna prova scritta e 20 per il colloquio orale. Il punteggio minimo per superare l’Esame di Stato rimane 60 punti; sarà inoltre possibile assegnare un massimo di 5 punti in più, se il candidato si presenta con un credito minimo di 30 punti e un totale di almeno 50 punti nelle prove d’esame. Le materie da affrontare in seconda prova verranno comunicate a gennaio. Sono inoltre previste delle misure di accompagnamento sia per gli studenti che per i docenti con incontri di formazione e informazione organizzati sul territorio, e percorsi formativi a partire dal questo mese.

Al via giovedì 22 novembre la rassegna tionese

Pagine d’Autunno, libri e musica in biblioteca Apre il 22 novembre, sempre di giovedì, alle 20.30, al municipio di Tione la rassegna “Pagine d’autunno” organizzata dalla Biblioteca di Tione. Non solo un momento di musica, nemmeno soltanto la presentazione di un libro, e nemmeno solo una serata fra amici: negli anni l’atmosfera di Pagine d’Autunno si è consolidata in un momento dove ascoltare i maestri della Scuola Musicale delle Giudicarie interpretare in musica lo spirito e il contenuto dei libri trattati incontrando in un momento famigliare gli autori, i loro personaggi e le trame delle loro creazioni. Si apre il 22 novembre con il libro “Cosa diremo agli angeli” (Einaudi) il quarto libro dello scrittore trentino Franco Stelzer che rimane

fedele alla brevità delle sue fatiche letterarie – 130 pagine – ad una prosa attenta, pignola e deliziosa per un libro dalla trama fuori dagli schemi. La storia di un uomo che di mestiere pare fare il doganiere, ma di interesse è un osservatore e in questa sua veste di osservatore del mondo lo incontra il lettore e prende a prestito il suo punto di osservazione per il breve tempo di lettura delle 130 pagine di questo libricino capace di catturare l’attenzione come il migliore degli enigmi. Una settimana dopo, il 29 novembre, sarà un giovane autore di casa a parlare al pubblico del suo primo libro: “Il bibliotecario” (Curcu e Genovese) di Lorenzo Martinelli vincitore del premio Papaleoni 2017, un giallo che non si dimen-

tica di sorridere e fare un salto nelle vite complicate dei suoi protagonisti. Un altro autore trentino, Marco Ianes, arriva a Tione il 6 dicembre con “Il nuovo mondo” (Albatros). I cambiamenti climatici, l’indifferenza dell’uomo davanti agli stravolgimenti naturali che sta causando, un gruppo di alieni e Madre Natura che alla fine si ribella, sono questi gli ingredienti di una riflessione sul nostro tempo e il posto dell’Uomo nell’universo contenuta in un romanzo di fantascienza. Uno scenario apocalittico quello dove si muovono i personaggi di Ianes che ricorda le ambientazioni di autori come Michael Crichton e Franz Schatzing. A chiudere la rassegna, giovedì 10 gennaio 2019

(doveva essere il 30 ottobre, ma causa maltempo la biblioteca ha dovuto rinviare) sarà “Prima dell’alba” (Neri Pozza) di Paolo Malaguti, un romanzo storico che si svolge su due tempi: l’ottobre 1917, il disastro della battaglia di Caporetto e la lunga marcia di ripiegamento delle truppe italiane, e il febbraio 1931, col misterioso ritrovamento del cadavere di Andrea Graziani, Luogotenente Generale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, lungo i binari della ferrovia in direzione Prato. Un giallo di grande accuratezza storica, di un autore candidato al premio Strega, avvincente fino all’ultima riga, capace di mantenere una grande umanità.


Sport

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Il coraggio degli uomini e la costanza delle donne del Volley locale

Cinquant’anni di TeamVolleyC8 di Storo di Mariachiara Rizzonelli

Come è nato di fatto il Team Volley di Storo? “Nel 1968 un gruppo di ragazzi frequentante l’istituto Artigianelli di Brescia, dieci veri ‘pionieri’ del volley, tra cui Giovanni Grassi “Grant”, ha pensato di portare la pallavolo a Storo” - ha raccontato Ferretti - “Poiché come squadra ci si iscriveva al CSI, Centro Sportivo Italiano, di ispirazione cattolica, occorreva sia avere un referente religioso, per cui si è coinvolto il parroco del paese, sia appoggiarsi ad una società sportiva, fatto per cui i ragazzi hanno chiesto alla Settaurense Calcio, il cui Presidente di allora ha accettato, e la squadra è stata costituita”, Ferretti ha ricordato ancora come i primi campionati siano stati giocati allora all’aperto, su un campo di cemento presso le Piane, con tutti gli inconvenienti metereologici che ne conse-

guivano, mentre l’ex giocatore e allenatore del TeamVolley di Storo Paolo Pasi, mente storica della locale squadra, ha sottolineato come, per poter continuare a giocare in maniera efficacie, si sia poi proseguito in una palestra addirittura in quel di Trento, quindi a Tione e da ultimo di nuovo a Storo. Gli atleti del TeamVolley hanno comunque tenuto duro, ha sottolineato Ferretti, innalzando costantemente il proprio livello di preparazione sportiva fino a raggiungere risultati insperati e avere atleti che giocavano nei campionati di C regionale (ora squadre e dirigenti si ritengono dei “volontari professionali”). La storia del TeamVolley C8 è caratterizzata anche da un altro tratto particolare: dopo molti momenti di grandi soddisfazioni sportive, la squadra maschile

Cinquant’anni dalla Fondazione del “TeamVolleyC8”, festeggiato all’indomani dell’argento del volley femminile ai Mondiali. Una sala gremita di atleti e atlete di vecchia e nuova generazione, molti dirigenti e allenatori, di autorità locali e rappresentanti della federazione Nazionale Volley ha celebrato l’anniversario. Qui l’attuale Presidente Igino Ferretti nel proprio discorso ha elogiato il coraggio di coloro che tra ha lasciato sempre più spazio alle squadre delle ragazze: oggi la squadra maschile è sì in I° Divisione, ma il resto della società è costituita prettamente da squadre femminili: “Con la prima squadra femminile l’anno scorso eravamo in serie C regionale, mentre quest’anno abbiamo dovuto fare un passo indietro in I° Divisione perché parecchie titolari ora fanno l’università e hanno dovuto rinunciarvi, ma abbiamo bambine e ragazze impegnate in tutte le giovanili, dai sei anni alle squadre under 16. Riusciamo

quindi a garantire un percorso sportivo e di educazione che va dal minivolley fino all’età adulta”. Quello della crescita del volley femminile in Valle del Chiese si è rivelata infatti una buona possibilità di praticare uno sport per tante ragazze che altrimenti non avevano dove esprimersi. “Si tratta di uno sport che si presta bene per il mondo femminile” - ha sottolineato Pasi - “E che è molto apprezzato perché non dà appesantimento, ma porta ad uno sviluppo fisi-

la fine degli Anni ’60 e l’inizio degli Anni ’70 hanno deciso di dare il via ad una dottrina sportiva allora nelle nostre valli quasi sconosciuta, e ancora la capacità di quanti, avvicendatisi nel tempo nella conduzione del TeamVolley C8, hanno saputo introdurre importanti elementi innovativi, come la costituzione delle squadre femminili e del minivolley, nell’organizzazione della squadra locale.

tre anni in serie C. Con l’inizio dell’università a Trento si è allenata ancora con la squadra dell’Argentario di Cognola giocando contemporaneamente in serie C a Storo, per tornare poi a giocare in serie C, B1 e B2 con l’Argentario.

“Il volley mi ha insegnato a non arrendermi” Ilaria Maestri, uscita col massimo dei voti alla maturità all’Istituto “Guetti” di Tione, sta frequentando il terzo anno di Economia e management a Trento; per lei giocare con altre squadre è stato un modo di conciliare sport e studio. Alla domanda su cosa le abbia insegnato la disciplina della pallavolo così parla della propria esperienza: “A me il volley ha insegnato tanto: a non arrendermi per esempio nei momenti di difficoltà in cui in allenamento o in partita non riesci ad essere di aiuto alla squadra perché in un momento difficile; allora ti rendi conto che hai cinque persone in campo e altrettante fuori che sono lì per te e ti sostengono, quindi anche nei momenti bui riesci a ritrovare quella piccola cosa che puoi fare per poter dare il tuo contributo. La pallavolo ti insegna a sacrificarti per la squadra e a impegnarti a dare il meglio di te. Finché non cade l’ultimo punto la partita è sempre aperta. Bisogna trovare il lato positivo di ogni partita come di ogni cosa, senza nascondere gli aspetti critici, perché la vita è fatta anche di questo, e cercare di trovare una soluzione”. co equilibrato”. Questo trend delle femminili dura di fatto da un po’, tanto che nella locale squadra giocano già figlie di ex atlete degli anni passati. Tante le belle figure di atlete che hanno fatto parte di questa società, tra di esse ultimamente Alice Nicolini e Anna Mezzi, la seconda arrivata in A2, quindi in promozione, Anna Corradi, che ha giocato con la squadra dell’Under 18 dell’Argentario di Trento, con il quale si sono allenate anche Ilaria Gioffrè, Marzia Zontini e Ilaria Maestri. Quest’ultima, in forza all’Alta Valsugana Volley, ha iniziato nei tornei di minivolley alle elementari, passando alle medie alle giovanili e arrivando alla I° Divisione con le superiori. L’anno seguente ha iniziato a giocare in serie D e quindi per

A lei abbiamo chiesto di commentare la felice corsa verso l’argento della nazionale femminile di volley: “A me piace dire che le atlete della nazionale italiana di volley non hanno perso l’oro, ma vinto l’argento. Sono una squadra con tanto potenziale e lo dimostrano i premi individuali che hanno preso quattro delle nostre giocatrici. Bellissimo esempio da seguire sia in campo che fuori, sono riuscite ad appassionare tutti a questo sport davanti allo schermo, una chance sia per far conoscere il movimento della pallavolo sia per trasmettere dei valori, come il non mollare mai: le ragazze sia in semifinale che in finale sono arrivate fino al quinto set lottando punto a punto, dimostrando che insieme, impegnandosi si possono fare grandi cose”.


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Cultura

NOVEMBRE 2018 La rivista n.98 dedicata a Val Rendena e Busa di Tione, focus sull’associazionismo

Sull’ultima “Judicaria” la solidarietà tionese Le pubblicazioni di Judicaria sono la realizzazione di questa filosofia, comprendendo tutti i territori judicariensi. In ogni numero si tocca una vallata diversa. Il numero di cui stiamo trattando, il 98, è dedicato alla val Rendena ed alla busa di Tione, ed oltre ai temi consueti con i quali la rivista si è caratterizzata nei suoi 36 anni di vita, vi si tratta anche delle attività di tre delle più importanti associazioni di volontariato tionese: Africa Rafiki, Speranza di Vita e Mani Unite. La presentazione ha avuto luogo lo scorso 12 ottobre nella sede tionese del Centro Studi Judicaria, sotto la guida del presidente Graziano Riccadonna, che ha sottolineato come nella nostra società del benessere crescano i bisogni, e che questo aspetto richieda momenti di riflessione e solidarietà. Africa Rafiki, nata nel 2000 dalla collaborazione col missionario padre Franco Cellana che operava a favore delle popolazioni povere del Kenia, ha permesso di dare alla gente, soprattutto ai bambini delle baraccopoli di Nairobi, i cosiddetti “ragazzi di strada” aiuti materiali di ogni tipo: dalla costruzione di dispensari medici, alla realizzazione di asili e scuole e di progetti rivolti ad adulti e bambini affetti di aids. Ogni anno molti giudicariesi offrono la loro opera direttamente sul posto in la-

di Chiara Garroni E’ una rivista sempre assai varia e ricca di argomenti, ma il numero 98 del quadrimestrale Judicaria lo è ancora più del solito. Il periodico è la vetrina del Centro Studi Judicaria, nato nel 1982 per volontà dei due Bim del Sarca e del Chiese,

su spinta del maestro Basilio Mosca, che lo ha presieduto per 20 anni. La filosofia che stava alla base dell’iniziativa era l’unificazione del bacino dell’antica Judicaria Summa Laganensis, ossia i bacini del Sarca e del Chiese, più la valle dei laghi e la val Vestino. nacque nel 2007 con l’intento di continuare il progetto “La pace è possibile” svolto durante l’estate a Tione, che ospitò per la prima volta in Trentino dieci ragazzi israeliani e dieci ragazzi palestinesi, con il coinvolgimento del Comune, della Provincia, di associazioni sportive e del Vigili del Fuoco. Non fu possibile ripetere quel progetto, ma il gruppo di persone che collaborarono a quella iniziativa decise di svolgere qualunque azione possibile nel promuovere la pace e nel miglioramento delle condizioni di vita, specialmente dei bambini. In seguito l’associazione ha cominciato ad operare nell’ambito sanitario con bambini orfani o indigenti e intrapreso collaborazioni

vori per costruzioni, in base alle esigenze. Oltre al contributo diretto dei volontari che ogni anno sacrificano giornate del loro tempo per andare lì, a insegnare materialmente come si costruisce una casa o un acquedotto,

Il Giornale delle Giudicarie mensile di informazione e approfondimento

Anno 16 n° 11 novembre 2018 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Coordinatore di Redazione: Denise Rocca Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Aldo Gottardi, Matteo Ciaghi, Denise Rocca Hanno collaborato: Gianni Ambrosini, Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Giuliano Beltrami, Giacomo Bonazza, Alberto Carli, Massimo Ceccherini Podio, Francesca Cristoforetti, Chiara Garroni, Enrico Gasperi, Marco Maestri, Mariachiara Rizzonelli, Tiziano Salvaterra, Alessandro Togni, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 - 338 9357093 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3286821545) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 30 ottobre 2018 da Sie Spa - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129

sono stati portati contributi finanziari di Regione e Provincia, nonché i proventi di iniziative organizzate nelle nostre valli. L’obiettivo è continuare ad aiutare questa gente bisognosa di tutto: dal vestiario ai medicinali, dalla costruzioni di canali di scolo, alla realizzazione di ospedali, scuola serale e laboratori artigianali. Speranza di Vita di Tione è una associazione che ha una lunga storia nella solidarietà internazionale. Nacque nel ’95 per ospitare nelle famiglie tionesi i bambini bielorussi vittime delle radiazioni della centrale nucleare di Chernobyl, e poi col tempo si è orientata anche in aiuti verso l’America Latina, nel sostegno della tionese Daniela Salvaterra, volontaria da molti anni ad Encanada in Perù, che ha realizzato due Case della Carità, dove opera e accoglie un centinaio di persone disabili o in stato di bisogno. Il progetto a cui si sta contribuendo attualmente è quello di alcuni laboratori educativi presso la casa Madre Teresa, in collaborazione con varie associazioni locali, fra cui la Scuola musicale delle Giudicarie. L’Associazione Mani Unite

con altre associazioni. In particolare ci si è presa cura di due bambine bielorusse con gravi malformazioni agli arti, Polina e Katia. Nel 2010, con uno straordinario intervento chirurgico eseguito gratuitamente dall’equipe del dottor Testoni, primario del reparto di chirurgia della mano dell’ospedale “Pederzoli” di Peschiera del Garda, a Polina è stato trapiantato alla mano sinistra, il dito residuo della gamba destra, per produrre l’”effetto pinza” e consentire alla bambina di afferrare gli oggetti di prima necessità. L’anno prima le era stata applicata, per la prima volta, la protesi che gli ha consentito di camminare. Katia, affetta da “artogriposi”, una malattia rara che si

manifesta con la completa mancanza di forza nei muscoli delle gambe, è curata con tutori che sono da sostituire ogni tanto a causa della crescita naturale. Grazie alla collaborazione venutasi a creare fra l’associazione e gli istituti sanitari coinvolti negli interventi, le protesi vengono fornite gratuitamente. L’incontro è stato chiuso dagli interventi di alcuni dei collaboratori di Judicaria, con l’illustrazione di una parte degli argomenti trattati in questo numero: il distacco della parrocchia di Javrè dalla pieve di Spiazzo, la scuola del merletto di Javrè, la nascita dell’usanza di offrire grappa a tutti da parte dei neosposi a Javrè, le Regole e gli Statuti della Rendena. Inoltre l’acquisizione di un terreno sopra l’ospizio di Campiglio, fino allora proprietà della comunità di Fisto, e la produzione di mattoni nella “copera” di Saone.

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Memoria

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Scriverà Monsignor Donato Perli: “A Roncone ed anche in Rendena i militari – per lo più Bosniaci – che girano le campagne per far bottino di patate difendono l’opera propria contro i padroni, od altri che si opponessero, colle granate a mano, colla rivoltella, o col fucile”. Quasi a peggiorare la situazione, a partire dall’agosto 1918 gli italiani iniziarono a bombardare con regolarità anche Tione e Bolbeno, costringendo le persone residenti a rifugiarsi negli avvolti o a ritirarsi nelle proprie case da monte. Inoltre, a partire dai primi di settembre comparve anche nella busa di Tione una strana influenza che rapidamente degenerava in una forma acuta di polmonite che indeboliva il malato spesso fino a procurarne il decesso. Impressionò per la rapidità con la quale si diffondeva tra la popolazione: il parroco Perli ci parla di circa 200 civili contagiati nella sola Tione dopo il primo caso, e di oltre 500 militari ospitati negli ospedaletti militari a Brevine. Si trattava di quella che sarà poi la tristemente nota Influenza Spagnola, che causerà nel mondo decine di milioni di morti. Verso la fine dell’estate del 1918, dopo i mancati sfondamenti degli Imperi Centrali nella Pianura veneta in Italia, l’arrivo di nuove e fresche truppe in sostegno dell’Intesa da parte degli Stati Uniti d’America a partire già dalla fine del 1917, la sempre maggiore penuria di materie prime per le industrie e di cibo per la popolazione civile evocavano il sempre più concreto spettro della disfatta. Eppure la propaganda lavorava per tenere il morale alto, anche tra i civili mediante gli organi di stampa locali. Ma la situazione era ormai chiara per tutti, tra sempre maggiori diserzioni in massa, mancanza di disciplina tra i combattenti, ruberie e continue violenze nei confronti dei civili, annullamento di progetti di costruzione e so-

“Tutti parlavano dell’armistizio imminente, solo gli Italiani sparavano ancora come se la guerra dovesse iniziare”

La fine del conflitto mondiale L

di Aldo Gottardi

a situazione delle retrovie giudicariesi, con il precipitare della situazione economica dell’Impero austro-ungarico, diventò disastrosa. Durante l’estate del 1918 i livelli di insofferenza tra i vari reparti dell’esercito

di stanza in zona, spesso appartenenti a regioni dell’Impero caratterizzate da forti sentimenti nazionalisti ed indipendentisti, crearono non pochi problemi di convivenza con la popolazione civile.

spensione di cantieri. E più avanti, alla fine di ottobre, partenza dei comandanti, distruzione di documenti riservati ed opere di mina sui ponti da Lardaro fino alla busa di Tione. Con il primo di novembre l’intero fronte sprofondò nel caos. Tutte le artiglierie e i macchinari bellici furono distrutti, manomessi o allontanati in tutta fretta dalle prime linee verso l’interno dell’Impero. Grande impressione nei piccoli paesi sull’altro versan-

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te delle Alpi la fecero i grandi stormi di aerei che insieme, caccia e bombardieri in ordinate formazioni, dai vari aeroporti del fronte si trasferivano verso gli aeroporti interni per sfuggire alla cattura. Simili a grandi stormi di uccelli spaventati. Scrive Oswald Kaufmann, Standschütze tirolese di stanza a Pinzo-

lo il 2 novembre 1918: “C’era una grande confusione. Agli angoli delle strade si svendeva ogni cosa, furti e rapine erano frequenti. Tutti parlavano della fine della guerra, dell’armistizio imminente, solo gli Italiani sparavano ancora come se la guerra dovesse iniziare. Dalla Val Genova tornavano le truppe, i cannoni e gli

animali da trasporto. Le postazioni venivano liberate. La situazione era divenuta molto critica e ovunque regnava una baraonda incredibile e nessuno riusciva a capirci qualcosa.” Gli italiani erano intenzionati ad occupare il Trentino fino a Bolzano, avanzando e facendo prigionieri tutti i soldati che avrebbero trovato ancora sul territorio. Fu l’ultimo grande sbandamento degli ormai stanchi soldati imperiali: chi si diede alla macchia per poi organizzare piccole azioni di guerriglia e scampare così alla cattura (come accadde in Val di Sole), chi si diede alla fuga disperata, chi si incolonnò pacificamente dopo aver gettato le armi e chi rimase al suo posto coprendo la ritirata dei commilitoni (come la guarnigione del forte Carriola e di alcune postazioni in alta quota). Vi erano così tanti soldati austroungarici lungo le strade e che scendevano dai boschi, che i primi manipoli di soldati italiani in esplorazione ne furono assai impressionati. Ma ancor più grande impressione la ebbero i civili, che finalmente poterono uscire dai propri rifugi dopo giorni e giorni di bombardamenti. Sparite finalmente le guardie vi fu l’assalto ai magazzini, sorprendentemente ancora ricchi di vini, liquori e cibarie, alle quali si aggiunsero quelle portate dall’esercito fino al giorno prima “nemico”. Un cambiamento così repentino e disordinato, quello del Trentino alla fine della Grande Guerra, ben rappresentato dall’espressione dialettale coniata durante quei confusi giorni, che un aneddoto mette in bocca proprio a un soldato italiano, nella Tione appena occupata: “Guarda un po’ questi Trentini! Chiamano rebaltòn la nostra vittoria!”.


Territorio

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Ottantamila euro in progetti, al via i bandi con la Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella “L’obiettivo dei bandi promossi dalla nostra Cassa è quello di favorire l’ideazione di iniziative sostenibili che sappiano rispondere in modo innovativo ai bisogni specifici del territorio, favorendo la collaborazione degli enti e delle associazioni ed il coinvolgimento delle comunità”, spiega Andrea Armanini Presidente della Cassa. Attraverso il bando per investimenti materiali si intendono sostenere le opere di tutela e valorizzazione del patrimonio artistico, storico ed ambientale; la costruzione, valorizzazione e ristrutturazione di edifici e l’acquisto di materiali, attrezzature e automezzi strettamente connessi all’attività dei soggetti richiedenti. Un bando che quest’anno vede introdurre regole nuove: saranno 10 i progetti selezionati per i quali l’intervento della Cassa sarà definito in base al costo preventivato dell’investimento. Sono infatti previste tre fasce di costo per ognuna delle quali è definito l’ammontare del contributo. Un secondo bando è finalizzato a sostenere progetti sia in ambito formativo-culturale - percorsi formativi, at-

L

a Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella attiva due bandi per il sostegno ad enti ed associazioni del proprio territorio. Continua l’impegno della Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella per favorire l’ideazione e sostenere la realizzazione delle iniziative di enti ed associazioni che operano sul nostro tività educative ed iniziative culturali nei settori delle arti visive, musica, cinema, storia e cultura locale - sia in ambito sociale con iniziative a favore di persone bisognose o svantaggiate e relative alla conciliazione dei tempi lavoro famiglia. Al fine di supportare tutte le realtà che intendono aderire a questo secondo bando la Cassa Rurale ha inoltre previsto la possibilità di un incontro individuale con esperti in progettazione, per una consulenza sul progetto ed una verifica delle modalità di stesura della domanda. “Un’attenzione in più che vogliamo riservare alle nostre associazioni, con l’obiettivo di sostenerle non solo economicamente ma anche dal punto di vista formativo offrendo loro l’occasione per migliorare le proprie competenze su come si progetta e come si compila la domanda di un bando” aggiunge il Vicepresidente Luca Martinelli.

territorio a favore delle nostre comunità. Due sono i bandi con cui la Cassa Rurale intende favorire queste iniziative: un bando per investimenti materiali ed un bando finalizzato a sostenere progetti in ambito formativo culturale e sociale. Il tutto con un plafond a disposizione di 80.000 euro.

La partecipazione all’incontro individuale consentirà di acquisire un punteggio maggiore in fase di valutazione delle

proposte progettuali per le quali si chiede un contributo attraverso i due bandi.

Le associazioni interessate a ricevere informazioni possono rivolgersi all’Ufficio Relazioni Comunicazione Mutualità, contattando il numero 0465/709360 oppure scrivendo un’email all’indirizzo relazioni@lacassarurale. it. La documentazione relativa ai due bandi è scaricabile dal sito internet della Cassa Rurale (www.lacassarurale.it) e le domande dovranno essere presentate entro il 16/11/2018.

Il tionese Mauro Battocchi è il nuovo ambasciatore d’Italia in Cile Mauro Battocchi, originario di Tione, ha ricevuto, dopo una serie di esperienze prestigiose, il suo primo incarico di ambasciatore: rappresenterà il nostro Paese in Cile. Classe 1967, Mauro Battocchi si laurea alla Bocconi di Milano ed entra in carriera diplomatica nel 1993. Il suo primo incarico alla Farnesina è alla Direzione Generale Affari Economici, nel 1994. L’anno successivo parte per l’estero: è secondo segretario commerciale a Bonn; nel 98 viene confermato nella stes-

sa sede con funzioni di Primo segretario commerciale; nel 99, a seguito del trasferimento della sede dell’ambasciata da Bonn a Berlino, è alla Sezione distaccata a Bonn dell’Ambasciata con funzioni di Primo segretario commerciale.Lascia la Germania per Tel Aviv, dove è Primo segretario commerciale. Dopo una missione di studio all’Università di Princeton, torna alla Farnesina: nel 2003 è alla DG Cooperazione Economica e Finanziaria Multilaterale. Nel 2008, alle dirette dipendenze del Direttore Generale per la

Cooperazione Economica e Finanziaria Multilaterale, viene temporaneamente assegnato presso l’ENEL. Mantiene lo stesso incarico, ma alle dirette dipendenze del Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese, fino al dicembre 2010. Nel 2012 è Console Generale a San Francisco, incarico che ricopre fino al gennaio 2016, quando viene posto fuori ruolo per prestare servizio presso il Ministero dello Sviluppo Economico quale Consigliere Diplomatico del Ministro.


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Guerra 1914-18 mese per mese - Novembre 1918

Agonia e stasi… poi la fine della Prima Guerra Mondiale Gli armistizi fondamenta per la sofferta Pace di Mario Antolini Musón Un mese che segna la definitiva scomparsa di Imperi e di Nazioni cui si contrappone la nascita di numerose Repubbliche. La stato di guerra e di belligeranza risulta apparentemente finito, ma l’assesto socio-politico e istituzionale delle popolazioni europee rimane sospeso in attesa di un “Trattato di pace” dal quale ci si aspettavano nuovi equilibri sociali, che non tuttavia apparivano né facili e né certi; tanto è vero tuttora (nel Duemila), a distanza di un secolo dall’immane flagello, se ne sentono tuttora le conseguenze che bruciano come ferite causate dai risvolti negativi di quei “trattati di pace” che hanno creato instabilità nelle popolazioni che, oltre ai danni della guerra (non ancora tutti sanati!), hanno dovuto subire l’incapacità dei “potenti” nel raggiungere soluzioni definitivamente risolutive sia a livello regionale che nazionale, europeo e mondiale. Ci vorrà l’impegno per tutto il 1919 ed oltre per dare almeno un provvisorio assestamento alle conseguenze del conflitto, anche se le decisioni che poi saranno prese non risulteranno del tutto idonee a risolvere le conseguenze dell’inutile strage. Per quanto accaduto in questo stesso mese di cento anni fa gli avvenimenti più salienti vengono cronologicamente di seguito qui riassunti. 1° novembre 1918. Fronte balcanico. La forze franco-serbe liberano Belgrado dall’occupazione austroungarica. / Impresa di Pola: sabotatori italiani penetrano nella base navale di Pola e affondano la corazzata austroungarica “SMS Viribus Unitis”. 3 novembre. - Fronte del Nord. Rivola della flotta tedesca ancorata a Kiel. - Germania. In Germania inizia la “rivoluzione di novembre”. 3/4 novembre. - Fronte italiano. L’Austria-Ungheria sigla l’armistizio di Villa Giusti, presso Pado-

Il mese di novembre 1918 è il mese che segna la fine della prima guerra mondiale. Il mese degli ultimi combattimenti, delle rese, delle considerate o vittorie o sconfitte, del cessate il fuoco e, soprattutto, degli ar-

va, con gli Alleati, entrato poi in vigore il giorno dopo; fine delle ostilità sul fronte italiano. Le trattative erano cominciate il 29 ottobre, durante la battaglia di Vittorio Veneto: l’ultimo scontro armato tra l’Italia e l’Impero austro-ungarico. Il generale Armando Diaz, comandante delle forze armate italiane, comunicò la vittoria e la fine della

Guerra con un bollettino: «La guerra contro l’Austria-Ungheria che l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta». - Il 4 novembre 1918 Trento e Trieste redente, le truppe italiane entrarono finalmente anche a

mistizi e del tanto agognato “ritorno a casa”. Quindi la “conta” dei morti e dei feriti, degli avventurosi ritorni dei reduci, della rassegna delle piaghe e ferite da far lentamente marginare. Trieste, accolte con irrefrenabile entusiasmo. 4 novembre. - Fronte occidentale. Seconda battaglia della Sambre, spallata decisiva delle forze alleate a occidente. 8 novembre. - Germania. Sommosse popolari in varie zone della Germania; a Monaco viene proclamata la “Repubblica bavarese dei Consigli”. 9 novembre. - Belino. Guglielmo II, kaiser di Germania, abdica e si reca in esilio nei Paesi Bassi. A Berlino è proclama la Repubblica. 10 novembre. - Romania. La Romania dichiara nuovamente guerra ala Germania. 11 novembre. - Fronte europeo. Italia e Germania firmano l’armistizio di Compiègne che metterà fine alla Prima Guerra Mondiale. 8 milioni di morti e 20 mil-

Francia e Austria-Ungheria. Molti soldati della Triplice Alleanza si rifiutano di combattere e i Capi di Stato Maggiore sono costretti a chiedere un armistizio. Il luogo dei negoziati è tenuto segreto. Non esistono filmati dell’evento, ma solo alcune foto. 11 novembre. - Polonia. A Varsavia viene proclamata la nascita della Repubblica dell’Austria tedesca. 12 novembre. - Austria. A Vienna viene proclamata la nascita della “Repubblica dell’Austria tedesca”. 14 novembre. - Cecoslovacchia. La Cecoslovacchia proclama la sua indipendenza. 16 novembre. - Ungheria. Viene istituita la “Repubblica democratica di Ungheria”. 21 novembre. - Mare del nord. La flotta tedesca si

ioni di feriti in quattro anni di conflitto. Un conflitto globale che è durato 4 anni, 3 mesi e due settimane. 60 milioni di soldati sono stati impegnati nei combattimenti, oltre 9 milioni perderanno la vita. Altrettanti saranno i civili uccisi. La Germania, da un lato, e l’impero russo, dall’altro, subiranno le perdite più pesanti, seguiti da

consegna agli Alleati e viene internata a Scapa Flow. 22 novembre. - Fronte occidentale. Le forse tedesche evacuano il Lussemburgo, che viene restaurato nella sua piena indipendenza. 26 novembre. - Fronte africano. Il generale Lettow-Vorbeck e i resti della guarnigione dell’Africa

Orientale Tedesca si arrendono ai Britannici nella Rhodesia Settentrionale. 27 novembre. - Fronte occidentale. Le forze tedesche completano l’evacuazione del Belgio. La prima guerra mondiale fu un conflitto logorante, una guerra di posizione, di trincea, che costò all’umanità milioni di vite umane provenienti da tutti i Paesi coinvolti. La guerra si protrasse fino al novembre/dicembre del 1918, quando gli apparati militari erano allo strenuo e incominciarono fenomeni di rivolta e ammutinamento nell’esercito e rivolte popolari. Dieci milioni tra soldati e civili, furono le vittime. Il conflitto oltre a provocare morti, stremò l’economia delle potenze in guerra e modificò per sempre gli assetti politico-territoriali in ogni parte del mondo.. Ed iniziarono i “ritorni” così delineati dagli studenti del “Don Guetti”” di Tione: «Dopo l’armistizio del 1918 il tanto atteso “ritorno” in patria non fu per niente facile, né poté essere realizzato in breve tempo. La concessione del rimpatrio vene più volte rimandata sia a causa della difficoltà di trasporto sia per le complicazioni dovute alla guerra e alla rivoluzione russa. Particolarmente lungo e complesso fu il ritorno per coloro che si trovavano con tanto in Galizia (Polonia) quanto in Siberia». Se questi rientri erano ristretti ai Giudicariesi che facevano parte dell’esercito austroungarico, immaginiamoci i “ritorni” in tutte le altre parti del mondo. È troppo facile scrivere di guerra parlando soltanto di generali e di battaglie, di vittorie e di sconfitte, di vincitori e vinti; tutto ciò che ne è stata l’essenza e le mai enumerate conseguenze meriterebbero ben altre e tanto diverse e diversificate pagine di “vera” storia che sa e deve andare al di là della pura “cronistoria” e della limitatissima “cronaca di giornata”.


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Novembre 1918 - Ripercussioni in Trentino e in Giudicarie

Pure per i Giudicariesi e i Trentini spento il fuoco di guerra Tra i firmatari dell’armistizio per l’Italia anche un Giudicariese di Mario Antolini Musón Inoltre sui giornali dell’epoca trovo: «4 novembre. Reparti italiani raggiungono Salorno, la Mendola, Sluderno. 5 novembre. La Prima Armata italiana occupa la linea Trento-Brennero e Fortezza-Brunico. 6 novembre. I deputati Valeriano Malfatti, Alcide Degasperi ed Enrico Conci si recano a Roma per incontrarsi col ministro Sonnino. 7 novembre. A Berlino una rivolta depone il kaiser Guglielmo II e proclama la repubblica. 11 novembre. L’imperatore d’Austria Carlo I d’Asburgo abdica. 12 novembre. L’Assemblea Nazionale provvisoria proclama l’Austria una repubblica “parte integrante della repubblica germanica”. 16 novembre. A Bolzano un’assemblea dichiara costituita la “Repubblica del Südtirol” e vota l’unione della piccola repubblica alla “Confederazione dei Paesi austro-tedeschi”. È istituito ad Innsbruck un ufficio di relazioni diplomatiche che intende mantenere i vincoli con Austria e Germania da una parte e, dall’altra, operare come rappresentante diretto ed indipendente del Tirolo, compreso l’Alto Adige. 18 novembre. Ettore Tolomei giunge a Bolzano per assumere la direzione del Commissariato lingua e cultura dell’Alto Adige. Lo stesso giorno il governatore militate Guglielmo Pecori Giraldi indirizza un suo proclama alla popolazione dell’Alto Adige. 23 novembre. Riprendono la pubblicazione a Trento i giornali “La libertà” e “Il Trentino” di Alcide Degasperi. Novembre. Fortunato Depero fonda a Rovereto la “Casa d’arte Depero”». Si aggiungono le annotazioni del Perli, scritte proprio in quelle giornate di cent’anni fa; esse esplicitano ciò che realmente stava avvenendo, anche perché personalmente egli stesso coinvolto in prima persona. Tuttavia, in queste succinte pagine, pare voglia estraniarsi e se ne rende il semplice “cronista”, in maniera “fredda” e “distaccata” senza, cioè, quell’irruenza emotiva che

Le cronache di quel fatidico mese di novembre 1918, che è rimasto indicativo e commemorato per tutto un secolo, trovano traccia, per quanto riguarda il Trentino, nelle pagine del Benvenuti che così limita i suoi appunti di storia: «2 novembre. Un gruppo di cittadini di Trento si costituisce in Comitato per la formazione di un governo provvisorio e prende in consegna dall’amministrazione officiosa di Trento il governo della città con le inerenti funzioni di polizia. 3 novembre. Squadroni del 14° Cavalleggeri di Alessandria entrano a Trento attraverso il ponte sul torrente Fèrsina. È firmato l’armistizio tra gli era propria in tutte le altre pagine del suo ancora prezioso “Diario”. «1 novembre. - Il cannone continua l’opera sua. Cattivo pronostico. Le autorità militari però continuano i loro preparativi per la partenza. Si dice che gl’Italiani abbiano oltrepassato il Piave, e sieno rientrati a quest’ora fino nella città di Udine o via di là; e che si sieno avanzati in Valsugana fino a Levico, e in Val d’Adige fino a Calliano. Sono voci che arrivano sulle ali del vento, perché da 5 giorni ci mancano i giornali. 2 novembre. - Nel settore di Lardaro s’intensifica l’azione dell’artiglieria. Non si teme, ma si spera, anzi si desidera che l’esercito italiano sfondi e presto le porte anche su questo nostro fronte, e ci tolga da questo letto di procuste non più sopportabile. Da Trento non ci arriva più nissun veicolo. Quest’imperial regio Capitanato affastellò i suoi atti d’ufficio e li mandò verso Innsbruck. Nel dopopranzo di oggi incominciarono ad arrivare da Bondo carriaggi di munizioni ed altro e di soldati dirigendosi per la Rendena verso Campiglio-Mendola. / In paese [Tione] si lavora febbrilmente a raccogliere e caricare sulle automobili e sui carri il mobilio militare. È un movimento impressionante; quanto ne sono contenti i soldati, altrettanto ne sono avviliti gli ufficiali. Si dice che l’Italia abbia rifiutato l’armistizio offertole dall’Austria-Ungheria e che, quindi, l’offensiva italiana continuerà, per cui si teme seriamente che Tione resti vittima di un imminente combattimento. “Domine, salva nos / Signore salvaci”.

3 novembre. - Ieri sera verso notte incominciò la partenza in massa dei militari da Tione per la Rendena. Alle 7 incominciarono a cadere nei pressi di Tione le bombe da 15; la popolazione costernata si riversò negli avvolti e nelle cantine dove vi rimase per tutta la notte, perché il bombardamento continuò fino alle 4½ di questa mattina, però senza disgrazie. Da Bondo arrivano carri e soldati a iosa e proseguono verso Campiglio. Intanto il cannoneggiamento a Lardaro e giù di lì continua ininterrotamente. Circa le 10 antimeridiane si sparge la voce che gl’Italiani abbiano rotto le prime linee fra Lardaro e Creto. Subito dopo il mezzodì altre voci dicono che i nostri [austroungarici] si sieno arresi in massa, e che gl’Italiani si avanzino in fretta verso Tione. Alle 3 pomeridiane si dice che gl’Italiani sieno già a Roncone. Intanto il cannone persevera nel suo lavoro. La popolazio-

Italia ed Austria e le truppe italiane, entrate in Trento, dal 4 al 7 occupano Bolzano, il Passo Resia; il 10 Dobbiaco, San Candido e la Valle della Drava; l’11 varcano il Brennero e il 23 novembre entrano in Innsbruck. 4 novembre. Alle ore 18,20 entra in vigore l’armistizio firmato a Vila Giusti di Abano. Giunge a Trento il generale Guglielmo Pecori Giraldi, comandante della I.a Armata, nominato il giorno precedente dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Armando Diaz, con proprio decreto, “Governatore militare del Trentino, dell’Ampezzano e dell’Alto Adige” fino alla linea dell’armistizio». /

ne si mette tutta in moto per incontrare gl’Italiani. Alle 4 pomeridiane una compagnia d’Italiani detti gli “arditi”, sotto il comando del capitano Margotta, arrivò da Bondo e sostò a Brévine. I Tionesi, assieme al podestà Dottor. Righi e al Decano [don Perli] si affollarono sul tronco della vecchia strada che dalla piazza della Pretura sbocca nel nuovo stradone sopra Brévine, accogliendo con delirante entusiasmo i primi soldati italiani gridando “Evviva” all’Italia, all’esercito liberatore, ai Savoia. I Tedeschi, intanto, almeno gli ultimi rimasti a Tione, fuggivano per la Rendena tentando per la via di Campiglio e Val di Sole di giungere a Merano prima che gl’Italiani sbucassero dal Ponte di Legno ad arrestarli, ma non ci riuscirono. / Alle 9 pomeridiane del 3 novembre arrivò la truppa italiana; la III brigata dei bersaglieri comandata dal generale Cecchini; ostacolata lungo

il cammino dai soldati austriaci che calavano d’ogni parte dei monti giudicariesi non per uccidere, ma per darsi prigionieri e aver subito pane per sfamarsi. 4 novembre. - Il giorno dopo, fatti prigionieri, furono ricondotti a Brescia. La popolazione di Tione diede tosto l’assalto a tutti i magazzini dei militari tedeschi. Tutti erano invasi dallo spirito del saccheggio e non rispettavano più né beni pubblici né privati. Disordine completo. Il Decano, aiutato dalle autorità militari italiane, riuscì a frenare la insaziabile avidità rapinesca e salvare il salvabile per un regolare approvvigionamento per tutti. Furono gettate a terra e fracassate tutte le aquile bicipiti. / Alle 3½ del giorno 4 è stato firmato l’armistizio fra l’Italia e Austria: uno dei delegati italiani a ciò fu il colonnello Tullio Marchetti di Bolbeno. 5 novembre. - Il giorno dopo - 5 novembre - partita la III divisione bersaglieri,

arrivò la IV divisione fanteria col generale Viara, il maggiore Guerra, il capitano Iacini che rimasero qui a tutto il gennaio 1919; indi venne la brigata Forlì. Annotazioni senza data. - Coll’arrivo dell’esercito italiano incominciò per me un lavoro vertiginoso per corrispondere ai nuovi e gravi bisogni dell’approvvigionamento a tutti i paesi del distretto. I generi alimentari venivano somministrati dal militare dietro pagamento da parte nostra a prezzo fino al giugno 1919. Indi subentrò il governo stesso colla istituzione di un consorzio centrale (in Trento) per tutto il Trentino. / Coll’anno 1921 fu dichiarato libero il commercio di tutti i generi, ed io me ne lavai finalmente le mani». Della drammatica situazione in Giudicarie si fa portavoce il Marchetti, diretto protagonista sul fronte italiano e poi firmatario dell’armistizio fra Italia ed Austria: «Al “rebaltón” [il 3 novembre] la Divisione austriaca di stanza a Sténico poté sgattaiolare a Trento, le altre due installate a Bondo, Tione e Pinzolo iniziarono la ritirata dirette a Campiglio e Valle di Sole; ma quando la testa della colonna si affacciò a Dimaro, trovò sbarrata la via dagli Alpini scesi come frecce dal Tonale. L’intera unità si diede prigioniera e, con un forzato dietro-front, ridiscese senza speranza giù per la Rendena e la Val del Chiese verso Brescia e chiusi in campi di prigionia. Si era giunti all’atto finale: l’armistizio di Villa Giusti, con decorrenza dalle ore 15 del 4 novembre, segnò il compimento della guerra. Le Giudicarie vi furono rappresentate dalla scrivente: uno sei dette plenipotenziari italiani del Comando Supremo che lo stipularono. L’aver posto la mia firma ai documenti che sanzionarono il trionfo dell’Italia e la libertà della mia amata Valle fu, per me, la più grande soddisfazione della mia vita». Anche per le Giudicarie la guerra era davvero “finita”! Ma le conseguenze continuavano a “bruciare”


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Sport

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Il bleggiano milita da qualche stagione nella serie A di calcio a 5

Cristiano Fusari, alla conquista della maglia azzurra La stagione successiva si trasferisce alla Tridentina: in Serie A2 mette a segno 23 reti, contribuendo in maniera determinante alla salvezza dei trentini. Nell’estate del 2014 si trasferisce sempre in Serie A2 all’ambiziosa Cogianco con la quale conquista la promozione nella massima serie tramite i play-off. Confermato anche in Serie A, gioca solamente alcune partite prima di tornare in cadetteria con il Prato. Attualmente gioca nella massima competizione nazionale con la casacca della “Came C5” di Treviso. Cristiano, la tua carriera comincia nella squadra del paese, il Comano Terme Fiavè, poi un cambio importante, dal calcio a 11 al calcio a 5 professionistico. Qual è stato il momento in cui hai deciso di cambiare “disciplina”? Come sono stati i primi mesi “in palestra”? La decisione è maturata lentamente. Diciamo che dopo aver giocato con Mezzocorona e Porfido Albiano, dopo un brutto infortunio extra calcistico subito qualche anno fa decisi di tornare a “casa’’ sposando il progetto del Comano Terme Fiavè di cui ho ricordi bellissimi: gli amici, la vicinanza della famiglia, la grande organizzazione della società (in cui ad oggi gioca mio fratello). Aspetti che porterò sempre nel cuore. Purtroppo nel calcio a 11 per arrivare in alto non ba-

“L

di Marco Maestri

a fatica non è mai sprecata.” Potremmo riassumere così, con una delle più celebri citazioni di Pietro Mennea, la carriera di Cristiano Fusari, talento giudicariese classe 1991 che disputa, ormai da qualche stagione, la serie A di calcio a 5. La carriera calcistica di Cristiano, nativo del Bleggio, comincia con il calcio a 11. Con il Comano Terme

Fiavè disputa un campionato di Eccellenza e uno di Promozione. Prima di approdare nella prima squadra termale gioca anche la serie C con il Mezzocorona per poi passare, ai tempi della Serie D, al Porfido Albiano. Nel 2012 passa al calcio a 5 accordandosi con il Verona in Serie A, dove si divide tra Under 21 e prima squadra con la quale mette a segno 5 reti.

sta il talento ma servono tanti altri fattori che preferisco non citare. È stato per questo che ho deciso di cambiare disciplina. Fin da quando ero bambino e giocavo al campetto sotto casa, mi divertivo sempre come un pazzo. Crescendo poi, attraverso i tornei estivi, diverse squadra trentine di calcio a 5 mi chiedevano di andare a giocare con loro. All’inizio, visto che a Comano stavo benissimo, ero un pò titubante ma poi decisi di buttarmi nel calcio a 5.

mondo del professionismo però poi non è finita. Bisogna continuare a lavorare per giocarsi al meglio le proprie carte.

Com’è l’ambiente del Came C5 Treviso, dove giochi? E quali sono gli obiettivi per la stagione? La società è molto seria. A Treviso sto benissimo. Attorno alla squadra c’è un clima molto sereno e si riesce a lavorare molto bene. L’obiettivo è quello di ben figurare in tutte le competizioni nazionali: Scudetto, Coppa Italia e Coppa Divisione.

Nel 2016 è arrivata la chiamata dalla nazionale maggiore. Probabilmente un sogno che si è avverato. C’è un aneddoto particolare che ricordi della tua esperienza in maglia azzurra? La maglia azzurra è il sogno di ogni bambino. Il primo giorno che ho indossato ufficialmente la maglia azzurra è stato emozionante ma allo stesso tempo mi ha ripagato di tutti gli sforzi fatti. Il ricordo più bello è stato quando per la prima volta ho giocato a fianco di giocatori che, fino a qualche tempo fa, ammiravo alla tv. Un sogno che si avvera.

Il calcio a 5 è una disciplina che negli ultimi anni è cresciuta. Qual è il consiglio che ti senti di dare a un Giudicariese che ambisce alla tua carriera? L’unico consiglio che

Rappresenti le Giudicarie nello sport professionistico. Come vivi questo ruolo? Sono molto orgoglioso di poter rappresentare le giudicare ed il Trentino in questo contesto. Cercherò ancora per un bel po di anni di tener fede a questo simbolico incarico lavorando duramente ogni stagione.

posso dare ad un giovane ragazzo ambizioso di arrivare nel mondo del professionismo è quello di puntare, per prima cosa, a ben figurare nel calcio a 5

regionale. Attraverso l’impegno, la tenacia, le buone prestazioni ed i risultati è possibile farsi notare dai club di caratura nazionale. Una volta arrivati nel

La vita del “giocatore

professionista” richiede un cambio di stile di vita rispetto a un giocatore di Eccellenza. Com’è cambiata la tua vita? La mia vita è cambiata molto. Ho dovuto rivedere tutte le mie abitudini di prima. Mangio molto meglio seguendo un’alimentazione precisa allenandomi al massimo per molte ore. Nel tempo libero esco poco e rigorosamente solo dopo le partite. Insomma la vita è dedicata totalmente al calcio a 5. Chi ritieni doveroso ringraziare per averti supportato in questi anni? Ringrazio tutti coloro che mi hanno sempre supportato sia nei momenti buoni che in quelli difficili. Un ringraziamento particolare va alla mia famiglia, alla mia ragazza e a tutti gli amici-tifosi che mi sostengono. Infine voglio ringraziare tutte le persone invidiose che, per un motivo o per l’altro, mi hanno criticato perché mi hanno dato tanto carica per arrivare dove sono oggi. Quali sono i tuoi obiettivi sportivi futuri? E qual è il sogno nel cassetto? L’obiettivo è quello di proseguire con il percorso iniziato qualche anno fa. Sono convinto che con la costanza, l’impegno e la determinazione posso rimanere ai massimi livelli. Non ho un sogno nel cassetto preciso se non quello di conquistare tutti i trofei in palio nelle manifestazioni che disputerò.


Sport

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Sport e canestri per fare inclusione vera Un progetto nato con Cooperativa Incontra e Comunità Handicap

Un progetto nato con Cooperativa Incontra e Comunità Handicap

Facciamo un passo indietro, all’estate 2017. Già allora i protagonisti della storia della palla a spicchi giudicariese hanno cominciato fin da subito a concretizzare ogni idea a favore della diffusione della disciplina in zone fino a poco tempo fa assolutamente prive di ogni riferimento cestistico. È bastato un incontro tra amici per passare in breve tempo a momenti di gioco nelle feste paesane, alla costituzione di una vera e propria società con ampio movimento giovanile e con una prima squadra, il tutto con epicentro Fiavé. La vorticosa crescita del sodalizio verdeblù, capace di raggruppare – cosa più unica che rara – sportivi da ogni angolo di Giudicarie, è poi proseguita con un frequentato ciclo di allenamenti estivi nel parco delle Terme di Comano con tanto di partecipazione anche di diversi entusiasti turisti e con l’apertura di una nuova Scuola Basket in quel di Bondo, ma il passo più grande stava solo per essere compiuto dalla società del presidente Cristiano Zambotti. Nel mese di settembre, la presentazione di un progetto a suo modo rivoluzionario, almeno per la nostra zona. «In-SuperAbili» il nome della nuova squadra, una formazione

S

i fa presto, talvolta, a dire inclusione. Molto più difficile, spesso, è mettere in pratica un concetto che richiede impegno e voglia di mettersi in discussione. Ecco quindi che Giudicarie Basket, associazione che già dopo il primo allenamento ha deciso di raddoppiare il proprio impegno, tanto per far capire l’entusiasmo che ogni attore è riuscito a mettere in campo. Andiamo quindi a spiegare nel dettaglio il progetto In-Super-Abili. Tutto è cominciato dall’incontro tra Giudicarie Basket, Cooperativa Incontra e Comunità Handicap, che – pure loro – sono passate ben presto dalle parole ai fatti: «Il secondo martedì del mese, sul parquet di Fiavé, si terranno gli allenamenti dei ragazzi diversamente abili seguiti dalle due cooperative, che saranno seguiti dagli istruttori della Giudicarie Basket e che si alleneranno insieme ai piccoli cestisti che già giocano a pallacanestro», hanno spiegato i promotori dell’iniziativa. Ecco quindi che martedì 9 ottobre la palestra dell’Altopiano è stata invasa dall’entusiasmo di una dozzina di ragazzi diversamente abili, affiancati da altri giovani atleti giudicariesi, nonché dagli istruttori e da alcuni giocatori della prima squadra verdeblù. Come detto, l’impegno è stato subito raddoppiato, tanto che da novembre sa-

ranno due (il secondo e il terzo martedì del mese) gli allenamenti mensili degli In-Super-Abili. Detto della nobiltà dell’iniziativa, c’è da sottolineare una cosa importan-

nata appena un anno fa ma già cardine importante del tessuto sociale valligiano, non si è tirata indietro non appena c’è stata l’occasione di passare dalle parole ai fatti in materia di inclusione tramite lo sport.

tissima, ovvero che nulla è stato improvvisato, anzi. Quando a Tione, nel mese di settembre, è stato presentato ufficialmente il progetto, l’ospite d’onore era Marco Calamai, ex coach di Serie A di basket

che ha salutato anzitempo la massima serie per dedicarsi a progetti di basket inclusivo, tanto che ora a Bologna coinvolge 150 ragazzi con diverse disabilità in allenamenti e partite. I significativi filmati

proiettati da Calamai nella serata tionese – alla quale era presente anche il presidente di Aquila Basket Luigi Longhi, tanto per sottolineare la sinergia tra la società del capoluogo e le altre realtà trentine – hanno fatto capire come il gioco del basket, attraverso le proprie regole e i propri obiettivi, possa fornire un contributo enorme alla crescita dei ragazzi diversamente abili, capaci di trovare nella palla a spicchi e nel canestro degli stimoli per migliorarsi giorno dopo giorno e per vincere paure e difficoltà. «L’obiettivo è dare a questi ragazzi regole e obiettivi – spiega Andrea Modena, deus ex machina di Giudicarie Basket e tra i principali fautori del progetto In-Super-Abili – per puntare all’inclusione mediante il basket. Tutti i ragazzi sono stati tesserati e sono stati “vestiti” con le nostre divise, si divertiranno con i nostri atleti e in futuro chissà, magari potranno partecipare a qualche partitella giovanile. A Pergine e Mezzolombardo stanno portando avanti progetti simili, quindi uno dei prossimi obiettivi sarà un incontro con queste altre due realtà. Da parte di genitori e cooperative sociali abbiamo trovato massima apertura, quindi non possiamo che guardare con ottimismo al futuro».


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Sport

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Pomeriggio dopo pomeriggio la Comano Bike ha entusiasmato i ragazzini trasmettendo i segreti delle due ruote tra slalom, salti, esercizi e passaggi impegnativi, il tutto nella massima sicurezza per imparare a manovrare la mountain bike in ambienti diversificati e prendere così confidenza con un modo di vivere le nostre Valli in maniera attiva e divertente. Le proposte dell’associazione delle Giudicarie Esteriori hanno fatto così breccia nei ragazzini che già dai giorni successivi alle prime lezioni sono stati tanti i piccoli pedalatori che hanno coinvolto i genitori in piccole escursioni nei dintorni dei vari paesi. Il corso tenutosi a fine estate è stato solamente il primo passo di un progetto a medio termine architettato dal rinnovato direttivo della Comano Bike. Il presidente Stefano Gosetti, infatti, non ha mai nascosto la volontà di creare un settore giovanile permanente della società, per diffondere la cultura della mountain bike tra i giovani prima ancora che per prendere parte a manifestazioni di qualsiasi tipo. In questo senso, fondamentale è stata la collaborazione instaurata con il comune di Fiavé, che fin

Minibiker alla Pineta di Fiavè

Ascuola di Mountain Bike Ha riscosso un successo oltre le previsioni la «scuola di mountain bike» proposta nel mese di settembre dalla Comano Bike nel verde della Pineta di Fiavé. Per quattro sabati, i tecnici Fci Stefano Gosetti (presidente dell’associazione) e Franco Zoanetti, affiancati da altri collaboratori, hanno coinvolto oltre venti minibiker dai 7 ai 12 anni provenienti da tanti angoli di Giudicarie, insegnando

loro i fondamentali della disciplina. Nessuna smania di puntare a prestazioni o altro, ma solamente la voglia di coinvolgere i ragazzi utilizzando come centro nevralgico il campo sportivo di Fiavé, per poi muoversi nei vicini boschi e prati in un contesto straordinario, a cavallo tra il Garda Trentino e le Giudicarie, nonché a due passi dal sito palafitticolo Patrimonio Unesco. dell’associazione, con relativo magazzino e spogliatoio: un punto d’appoggio necessario e tanto atteso dagli appassionati, che dal 2019 potranno quindi dare vita a nuove iniziative in un’area che si presta all’attività outdoor vista la presenza di molteplici itinerari capaci di accontentare qualsivoglia esigenza, oltre che di strutture e spazi idonei.

da subito ha sposato le intenzioni dell’associazione sportiva, prima offrendo

gli spazi della Pineta per il corso di settembre, poi concedendo alla Comano

Bike la struttura degli ex spogliatoi del campo da calcio per sviluppare ul-

teriori progetti. Dai prossimi mesi alla Pineta troverà quindi spazio la sede

Insomma, se il buon giorno si vede dal mattino, per la Comano Bike sembra aprirsi un orizzonte davvero interessante e ricco di proposte per i più giovani, e non solo.

Ciclismo, alla CronoBleggio un grande Michele Berasi Portare il ciclismo giovanile in un luogo suggestivo come il borgo di Rango, chiudere al meglio il triennio dei Campionati Italiani delle Terme di Comano per guardare al futuro con nuovi progetti, festeggiare la maiuscola stagione del bleggiano Michele Berasi: questi gli obiettivi – tutti pienamente centrati – de La CronoBleggio, spettacolare gara tenutasi sabato 6 ottobre sull’altopiano giudicariese. Nonostante la concomitanza con altre importanti competizioni, ben 62 allievi hanno risposto all’invito del Comitato organizzatore, con la Società Ciclistica Storo, i Vigili del Fuoco del Bleggio Superiore e altri volontari in prima linea: oltre metà di questi ragazzi (classe 2002 e 2003) provenivano da fuori regione, con rappresentanze da Domodossola e Pisa, da Forlì e Pordenone, dalla Brianza e Treviso, e via dicendo.

Passando al lato agonistico, la gara a cronometro di 5 chilometri prevedeva la partenza da Santa Croce presso il Municipio di Bleggio Superiore, la salita verso Bivedo, gli attraver-

samenti di Marazzone, Larido e Cavaione, la discesa verso Cavrasto, l’impegnativa salita di Balbido e lo spettacolare arrivo a Rango passando sotto un portico. La gara maschile

ha visto prevalere il piemontese di San Maurizio Canavese Damiano Valerio, capace di battere di un’inezia (11 centesimi!) il ceco Karel Vacek, l’allievo più vincente in Italia

con ben 22 successi. L’applauso più fragoroso del pubblico, assiepato lungo le strade così come sulla linea d’arrivo, è stato però per Michele Berasi, che ha centrato un superlativo terzo posto, un podio che vale moltissimo vista la qualificata concorrenza trovata nella gara di casa: il 16enne di Marazzone, portacolori della Forti e Veloci di Trento, ha chiuso così la stagione con tre vittorie (una nel maceratese, una a Pergine e una a Dozza, in provincia di Bologna), un secondo e due terzi posti. Successo piemontese pure nella gara femminile, che ha visto al via anche la campionessa italiana di specialità, ovvero la pisana Matilde Bertolini: sul gradino più alto del podio è salita l’ossolana Francesca Barale (già due volte maglia tricolore alle Terme di Comano) davanti alla romagnola Carlotta Cipressi e alla brianzola Cristina Tonetti.


Attualità

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Accorpamento dei seggi di Daré eVigo Rendena, le ragioni della decisione

Novità per i cacciatori su rinnovo e rilascio del porto d’armi


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Tutti giù per terra

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Fatti un selfie e ti dirò chi sei Poche settimane fa Google ha lanciato, all’interno della app Google Arts&Culture, la nuova funzionalità ArtSelfie. Basta scaricare la app sul cellulare, farsi un selfie e in un attimo appariranno sullo schermo tutti i nostri sosia presenti nelle opere d’arte. Scontato il boom di download: nell’era digitale siamo tutti figli di un autoscatto prima che di un amplesso. Ma c’è di più: l’operazione è apprezzabile perché sfrutta la leva del narcisismo collettivo per avvicinare, per quanto possibile, la gente all’arte. Oltre a fornire info sui quadri su cui ‘siamo’ artisticamente raffigurati, la app permette tour virtuali all’interno dei musei. Difficile sottrarsi alla curiosità: il nostro volto è stato ritratto sul corpo di un papa o di un patriota? Di un santo o di un soldato? Su una tela del Louvre o degli Uffizi? Vanesi come sono, i nostri politici non potevano esimersi dal provare il giochino, scattarsi un selfie e poi ammirarsi (corpo ma soprattutto anima) nelle rispettive personificazioni artistiche:

Tutti giù per terra di Massimo Ceccherini Podio

Salvini è il ritratto di Carlo V, padrone nel XVI secolo di uno dei più vasti imperi di sempre, esteso su tutta Europa e oltre. Quell’Europa spesso a lui indigesta, che non riesce a controllare e domare come vorrebbe. Fiero e impettito, barbuto e corrucciato. “La mia vita è stata un viaggio” diceva l’imperatore. “La mia vita è un rimpatrio” proclama Salvini. “Dei migranti”. Il segretario del PD Martina è la fotocopia spiccicata del ‘Chitarrista cieco’ di Picasso. Postura spigolosa e implausibile, dall’incarnato bluastro come quello di certi suoi ‘compagni’ dopo le elezioni di marzo, il nostro continua mestamente a suonarsela e cantarsela. Ma attorno a lui il vuoto, dentro di lui il Vuoto. Renzi è il Pinocchio delle illustrazioni di Mazzanti. Il personaggio del burattino calza a pennello all’Ei fu Premier: faccia da bischero e inflessione toscana, ma soprattutto la naturale, irrefrenabile predisposizione a spararle grosse. Per Di Maio, una vera metamorfosi iconografica. Un paio di mesi fa esibiva lo stesso volto emaciato e pal-

lido del ‘Bacchino Malato’ di Caravaggio. Il predominio mediatico dell’alleato Salvini era evidente a tutti e il giovine Luigi ne soffriva molto. Ma l’approvazione della recente “Manovra del Popolo” ha restituito un leader dallo sguardo fiammeggiante e fiero. La sua immagine di vittoria sul balcone di Piazza Colonna, con il pugno alzato e circondato dai suoi fedeli, rimanda direttamente all’immagine di riscossa della donna ne ‘La Libertà che guida il popolo’ di Delacroix. Dalla presa della Bastiglia alla presa di Palazzo Chigi. Per il premier Conte invece un intoppo. La app rallenta, gira a vuoto, sembra non trovare un sua sosia artistico. Ma non c’è da stupirsi. Chi l’ha visto? E chi lo vede davvero? Gira voce nel Palazzo che sia messo lì per caso e non decida nulla, un po’ figurante, un po’ Cavaliere Inesistente. Neanche la app ne riconosce la sua “corporeità”. L’inconsistenza non ha volto, neanche per il tempo di un selfie.

La mia campagna elettorale

Giuliano Beltrami: “Tanta freddezza di chi avrebbe dovuto spingere e non ha fatto” Non avevo messo in conto (lo confesso) le diffidenze e la freddezza nientemeno che all’interno del partito. Se si escludono le elezioni comunali (candidato e sempre eletto a Storo fino al 1995), non ho una grande esperienza di campagne attive. Ricordo le ultime due: nel 1994 candidato con i Progressisti per le elezioni politiche, e stavolta. Beh, un’atmosfera totalmente diversa. Allora militanti che ti chiamavano, volontari che ti davano una mano. Stavolta? Se si escludono pochi luminosi esempi (da contarsi sulle dita di una mano) un silenzio spettrale. E’ vero: c’erano due liste

Domenica 21 ottobre: è finita l’avventura nella quale mi sono imbarcato un mese prima. Ed è finita come doveva finire: con la convinzione da parte mia di aver dato una testimonianza in un clima che si sapeva non favorevole al centrosinistra autonomista e addirittura (Pd e Futura 2018) che almeno in zona potevano farsi, anzi, era scontato che si facessero la concorrenza. Chi mi ha ascoltato in quei giorni mi ha sentito commentare che “Futura 2018” avrebbe cannibalizzato il Pd. A livello provinciale non è accaduto; in particolare nella bassa valle del Chiese, dove offriva un candidato forte come Remo Andreolli, è accaduto. Per quanto mi riguarda, esco da questa esperienza

con sentimenti contrapposti. Sono contento di aver trovato e ritrovato

ostile al Partito Democratico. Fra l’altro io non sono nemmeno un tesserato, ma dando la disponibilità a metterci la faccia sapevo di andare incontro al rischio di raccogliere nella migliore delle ipotesi delle diffidenze, nella peggiore critiche anche accese.

rapporti umani di stima, non necessariamente facenti riferimento all’area

politica per cui mi candidavo. Per contro, come dicevo, tanta freddezza di chi avrebbe dovuto spingere e non lo ha fatto. Ciò detto, passando ad un’analisi più generale, era scontato il risultato, perché (dico cose che qualcuno ha già scritto e detto) hanno influito numerosi fattori: la percezione nazionale, l’energia di Salvini, le liti interne e suicide del centrosinistra autonomista, la voglia di spazzare via quelli che hanno retto il potere negli

ultimi vent’anni. Ecco, confesso che faccio fatica a comprendere quest’ultimo fattore, basato principalmente sulle emozioni. Anche perché bisognerà pur dirlo che gli indicatori trentini sono positivi e non è molto dignitoso farsi trattare da incapaci di intendere e di volere. Comunque è andata così. La storia è maestra: quando un popolo decide di cambiare non si fa molti scrupoli a gettare il bambino insieme all’acqua sporca. In democrazia (il minore dei mali) i risultati vanno accettati, indipendentemente dal gradimento. Giuliano Beltrami


Opinioni a confronto BOTTA E RISPOSTA

vilgiat@yahoo.it

Caro Adelino, Leggo sul GdG la lettera di “un paio di amici di Bondo” e la tua risposta. Come sai sono solita dire quello che penso (putost che me vegne el gós) e anche in questo caso vorrei esporti le mie considerazioni in merito. L’organizzazione di questa cerimonia é iniziata ancora nell’estate del 2017, su proposta della Banda di Vobarno che ospitava una banda ungherese, con cui é gemellata, e che ha lanciato l’idea anche alla banda di Roncone e alla Bohmische Judicarien. Il progetto “note per la pace” era notevole e subito ha incontrato l’approvazione dell’amministrazione comunale di Sella Giudicare: unire più formazioni musicali provenienti dalle zone interessate dal primo conflitto mondiale, di cui nel 2018 si ricordavano i 100 anni dalla conclusione. Alle 4 bande citate si é unità la banda austriaca di Bezau, cittadina del Voralberg che ha dato i natali a molti dei soldati sepolti nel cimitero di guerra di Bon-

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Commoventi le commemorazioni a Bondo e alla Rocca d’Anfo do. Dunque due momenti significativi: il concerto della pace tenutosi alla Rocca di Anfo con la partecipazione delle 5 bande e la firma, da parte dei 5 presidenti, di una “dichiarazione di pace” E un secondo momento a Bondo, con la sfilata dei corpi bandistici, degli alpini, degli schützen, dei rappresentanti della Croce Nera e dei corpi d’arme attualmente in servizio, la Santa Messa, la deposizione delle corone e la benedizione e sepoltura di 2 soldati austroungarici ritrovati recentemente. Ti posso garantire che entrambe le cerimonie, di Anfo e Bondo sono state commoventi ed apprezzate da chi le ha vissute. Tu dici che la gente non ne era a conoscenza? Ma cosa dobbiamo fare per far sapere le cose alle persone? Le locandine erano presenti in tutti gli esercizi pubblici (bar e negozi), affisse alle bacheche comunali, comunicate dai social, e don Celestino lo ha annunciato in chiesa! Noi che c’eravamo siamo stati molto contenti di come si

sono svolte queste giornate, un momento di ricordo per quanto successo con la speranza che non si ripeta, ma anche una grande festa della musica che ha saputo superare le diverse specificità e la diversa parlata dei musicisti. Mi dispiace che qualcuno non l’abbia saputo (ma non ci credo) ti posso però garantire che molto spesso succede così... La gente non legge i cartelli, fa fatica a partecipare agli eventi che vengono organizzati, (vedi concerti cori, bande, spettacoli teatrali ecc) dove tra gli spettatori fatichiamo a riconoscere i nostri paesani ... E solitamente quelli che si lamentano non si vedono mai .... È vero non c’erano molte bandiere . ..ma il “Monumento” era sobriamente addobbato con i fiori. Abbiamo tutti fatto del nostro meglio ma certamente qualcosa da migliorare c’è sempre.... Sarà per la prossima volta... Ora che te l’ho detto sto meglio, con amicizia Norma

Sigle sindacali da riformare Talvolta mi chiedo se esistono ancora i Sindacati, fino a qualche tempo fa non c’era giorno che la Camusso della Cgil non avesse qualcosa da dire. La Cisl e la Uil si sentivano meno, ma anche loro avevano di che protestare un giorno sì e l’altro anche. A furia di utilizzare la forza delle tessere più per fare politica che per la tutela dei lavoratori, i Sindacati hanno perso gran parte del proprio prestigio. Ormai le sigle storiche Cgil, Cisl e Uil si reggono per lo più sui tesserati pensionati, e non lo dico con soddisfazione perché è venuta meno un forza indispensabile a livello contrattuale. E non mi sembra che in futuro le cose torneranno come prima… Un operaio preoccupato Da una ricerca che mi sono permesso di fare, risulta che le adesioni delle tre maggiori organizzazioni sono calate di 450 mila unità negli ultimi tre anni. La Uil sembra la meno toccata, ma per Cgil e Cisl le

cose stanno andando davvero male. Sono comunque ancora più di 10 milioni i lavoratori che credono ancora nei Sindacati, ma bisogna distinguere fra quelli che ancora lavorano e quelli che sono pensionati e quest’ultimi sembrano essere in netta maggioranza. Quindi la rappresentanza dei lavoratori sul campo è sempre meno. Sono segnali di come sia cambiato in questi ultimi anni il lavoro e il rapporto fra rappresentanze e maestranze. Nel mondo del lavoro di oggi, in continuo movimento, hanno trovato spazio molte nuove sigle con obiettivi più locali che nazionali, ma quel che più incide è la diffusa disaffezione, l’indifferenza per un ruolo che ha sempre meno spazi, con difficoltà di coinvolgere nuove fette di lavoratori atipici che è sfuggita alle stesse segreterie sindacali. E’ l’ennesimo segno che la società è cambiata e sta cambiando, ma pochi riescono a tenere il passo, Sindacati compresi. (a.a.)

Cara Norma, “putost che te vignesse el gos”, malattia assai diffusa dalle nostre parti negli anni passati, hai fatto bene a scrivermi e così cerco di dirti la mia con altrettanta franchezza. Se ho ben capito si è trattato di una lodevole iniziativa dei cinque Corpi bandistici provenienti da varie Nazioni coinvolte nel primo conflitto mondiale, un concertone, tanto per capirci, “una grande festa della musica che ha saputo superare le diverse specificità e la diversa parlata dei musicisti”, una manifestazione che si è svolta ad Anfo e che vi ha lasciato tutti contenti. La capisco e la apprezzo. Qualche perplessità la mantengo sul secondo momento significativo, quello

che s’è svolto a Bondo con la santa Messa, l’inumazione delle due salme di caduti recentemente ritrovate e la sfilata per le vie del paese di tutti gli intervenuti con la quasi totale assenza della popolazione. Secondo me la giornata svoltasi Bondo esulava dalla festa bandistica. Seppur collegata, aveva contenuti evocativi ben più importanti dato che celebrava la fine della Grande Guerra che fu per le nostre zone devastante e causa di tante disgrazie patimenti, fra cui l’incendio dell’intero paese di Roncone. Allora forse sarebbe stato il caso di una comunicazione specifica, solenne, comprensibile, interessando anche i Comuni limitrofi, creando un clima

d’attesa che coinvolgesse i sentimenti dell’intera comunità. Hai ragione quando dici che la nostra gente fa fatica a partecipare agli eventi che vengono organizzati, ma questo riguarda avvenimenti di routine, talvolta banali e ripetitivi, ma ha sempre dimostrato grande partecipazione e particolare sensibilità per le celebrazioni solenni riguardanti il “Monumento” ed i suoi Caduti. Ne posso essere testimone. Comunque è stata una delle poche iniziative che hanno cercato di ricordare e commemorare uno dei periodi più difficili e martoriati dei nostri paesi e mi sarei aspettato che si facesse qualcosa di più anche da parte di altre organizzazioni. Si farà meglio la prossima volta, come dici tu…. ho però l’impressione che fra cento anni le celebrazioni del bicentenario le dovremo guardare dall’alto dei Cieli. A proposito, se scrivere a me o al mio giornale ti fa stare meglio, scrivici tranquillamente, ci teniamo alla salute dei nostri lettori. Con altrettanta amicizia Adelino Amistadi

Diritti e doveri delle badanti Ho a che fare con una badante rumena regolarmente assunta e assicurata contro gli infortuni che gli potrebbero capitare nel suo lavoro. Ma talvolta, vedendola all’opera, mi chiedo: e se la badante, per imperizia o per incuria, causasse danni all’assistito (mio nonno), ho l’impressione che questi non abbia tutela. Possibile che la legge non tuteli l’assistito? Tiziano Credo che la figura della badante, anche da noi, sia ormai una figura di cui non si può fare a meno per poter garantire assistenza alle persone malate, anziane o in condizioni di difficoltà. Mi sembra normale che un infortunio sul lavoro sia coperto come in ogni altro settore, anche per loro è prevista la tutela attraverso gli istituti previdenziali. Però anche le assistenti familiari, come tutti i lavoratori, hanno doveri di contratto da rispettare e se causano danni debbono risponderne. Il codice del lavoro prevede per le badanti diritti e doveri. Fra questi ultimi c’è l’obbligo di prendersi cura della persona assistita, non solo per quanto riguarda l’aspet-

to sanitario (medicine, alimentazione, pulizia personale ecc.), ma anche per quanto riguarda l’aspetto umano cioè quello di fare compagnia all’assistito. Chi sgarra e causa guai, ne risponde di fronte alla legge: dal licenziamento, alla denuncia, al risarcimento danni. Così me l’ha spiegata con competenza un mio amico avvocato a cui mi sono rivolto. (a.a.)

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NOVEMBRE 2018


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