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SETTEMBRE 2017 - pag.

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Mensile di informazione e di approfondimento

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EDITORIALE

Vivere nella paura di Adelino Amistadi Non so più che dire. Ho sempre evitato di parlare di guerra islamica contro il mondo occidentale, così come ho sempre evitato di collegare il terrorismo che sta snaturando la vita ad intere città dell’Europa con il fenomeno dell’immigrazione, per gran parte fuori controllo, ma pur sempre comprensibile dal punto di vista umanitario. Ma, più vanno avanti le cose, comincio a non avere più grandi certezze. Sono sempre più preso da paure, insicurezze e dubbi. Penso ai miei figli sempre in giro per l’Europa, a quel che potrebbe loro succedere. Non sono più sicuro di niente. Questo terrorismo internazionale s’è ormai organizzato in modo subdolo, da un lato l’Isis sembra sulla strada di una sconfitta inesorabile, dall’altra l’attività terroristica si diffonde sempre più in tutto il mondo. Un terrorismo islamico a due facce: quello vestito di nero con miliziani che combattono in Siria ed in Iraq, ormai sull’orlo della sconfitta con il Califfato ormai distrutto e con gli ultimi militanti che combattono per la loro sopravvivenza, e quello, fatto soprattutto di giovani, di ragazzi non sempre maggiorenni, sparso in tutto il mondo, che si nutre di rabbia e di esclusione e che è sempre più in crescita nelle periferie degradate di alcune fra le più popolose città europee. Nonostante tutto proclami e incitamenti alla violenza non calano, anzi, con la sconfitta nei loro territori, sembra che abbiano rivolto ancor più la loro rabbia contro il mondo occidentale, per loro il nemico da distruggere, per motivi storici, religiosi e culturali, difficili da comprendere per chi da secoli vive in democrazia. Continua a pagina 4

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ANNO 15 - SETTEMBRE 2017 - N. 9 - MENSILE

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FONDATO NEL 2002 - Distribuito da

Campiglio con Folgarida: è nato il maggiore gruppo funiviario italiano

Alle pagine 6 e 7

Concluse le operazioni di scavo per la galleria Castel Romano

Ricordare l’Autonomia pensando all’Europa

A pagina 32 Salute

Prevenzione tumore al seno

A PAGINA 24

Scuola

Al Guetti come in una High School americana A PAGINA 8

SALUTE Sole, amico nemico Pag. 24 SOCIETÀ Le vacanze dei giudicariesi Pag. 12 ARTE Romaniche Giudicarie A Pag. 22

di Paolo Magagnotti Ogni anno la Provincia autonoma di Trento organizza in settembre la ”Giornata dell’Autonomia”. L’occasione è data dalla ricorrenza della firma dell’”Accordo De Gasperi-Gruber” per l’Alto Adige, avvenuta a Parigi il 5 settembre 1946 nell’ambito della conferenza di Pace. Tale accordo rappresenta l’origine dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige, con il quale “alle province di Trento e di Bolzano sono attribuite forme e condizioni particolari di autonomia”. A pagina 14

Cultu

Ch A PAGINA 14

Ciclismo

Italian A PAGINA 35

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Rassegna Stampa

SETTEMBRE 2017

A cura della REDAZIONE

RASSEGNA STAMPA AGOSTO 2017

DALLE GIUDICARIE DALLAPROVINCIA

Debora Andreolli

Cimego - Quartinago, pioggia e grandine non rovinano la festa del fuoco con il ballo delle streghe e delle polente - Nemmeno la pioggia e qualche chicco di grandine sono riusciti a rovinare la Festa del Fuoco e delle Polente che ha animato lo storico quartiere di Quartinago a Cimego, nella Valle del Chiese. La serata di Festa si è conclusa con l’atteso gran ballo delle Streghe da sempre le protagoniste del Mercatino di Natale, che quest’anno sarà ospitato nello storico borgo di Cimego dal 26 novembre al 26 dicembre. L’evento ha di fatto aperto il calendario delle manifestazioni organizzate in Valle del Chiese nel periodo di fine estate e autunno. Tra questa la Desmontegada prevista a Boniprati il tre di settembre, Mondo Contadino al Lago di Roncone il 23-24 settembre e il Festival della Polenta a Storo il 7-8 ottobre. Giustino - Le chiavi del paese agli ospiti più affezionati - A Giustino, per la prima volta la consegna delle Chiavi del Paese agli ospiti della località che da più tempo, regolarmente, ogni anno vivono il borgo e la sua comunità. A 9 ospiti fedelissimi frequentatori della località è stato dato un riconoscimento: simbolicamente le chiavi del paese con una pergamena che ricorda le motivazioni del riconoscimento e, in dono, una preziosa acquaforte dell’artista Paolo Dalponte. Vedretta val di Fumo - Il ritiro dei ghiacciai porta alla luce i resti di un soldato italiano della Grande Guerra - Uno dei più impressionanti effetti del riscaldamento globale è il ritiro dei ghiacciai. Se ne è avuta una riprova con il nuovo ritrovamento, in vedretta val di Fumo, dei resti di un soldato dell’esercito italiano della Prima guerra mondiale, recuperati con un’operazione coordinata dall’Ufficio beni archeologici della Provincia, a cui ha prestato la propria collaborazione il Nucleo Elicotteri della Provincia autonoma di Trento. Ad una quota di quasi 3000 metri, sono stati riconosciuti i resti di un soldato che in base alle dotazioni ancora presenti (uniforme, scarponi) apparteneva all’esercito italiano. Il corpo era in posizione rannicchiata. Nelle vicinanze del corpo del soldato sono stati rinvenuti due alpenstock. I resti sono stati portati a valle e poi tradotti con un automezzo funebre, messo a disposizione dal Comune di Valdaone, presso le celle frigorifere del cimitero di Trento

Diva e Donna premia Laura Pirovano. Sul red carpet del Festival del Cinema di Venezia anche l’azzurra rendenese laureata campionessa mondiale juniores - Sull’insolito, per una sciatrice, e prestigiosissimo “red carpet” del Festival del Cinema di Venezia ha sfilato anche Laura Pirovano l’azzurra che si è laureata campionessa mondiale juniores in slalom gigante nella passata stagione agonistica. Residente in Val Rendena, sportivamente cresciuta a Madonna di Campiglio, Laura Pirovano, ha partecipato al Charity Dinner Diva e Donna, l’evento glamour organizzato da Tiziana Rocca per festeggiare i 12 anni del settimanale femminile in occasione della 74ª edizione del Festival del Cinema di Venezia. Val Rendena - Cede il ponte della circonvallazione di Strembo e Caderzone. Deviato il traffico - E’ stato chiuso al traffico su segnalazione delle autorità locali, il ponte della circonvallazione Caderzone-Strembo, sul fiume Sarca. La chiusura è stata determinata dal verificarsi di movimenti anomali della struttura del ponte, come ravvisato dal Servizio Gestione strade e dal Servizio Opere stradali della Provincia autonoma di Trento. La viabilità è stata prima deviata sul vecchio stracciato della SS 239, all’interno dell’abitato di Caderzone, poi è stata realizzata una bretella a tempo record per raccordare la circonvallazione con il ponte che conduce a Bocenago permettendo al traffico di defluire più speditamente utilizzando il tratto di circonvallazione agibile.

Valle del Chiese - Successo per il Premio Papaleoni Proclamati a Daone i nomi dei vincitori del premio letterario triennale Giuseppe Papaleoni 2017, organizzato dal Centro Studi Judicaria e dalla biblioteca di Tione. Cinque le sezioni in concorso: per la narrativa si è imposto il romanzo “Il bibliotecario”. Per quanto riguarda la saggistica il primo posto è andato a “Per la pittura di età moderna in Valle del Chiese nelle Giudicarie” dell’autrice Serena Bugna. Per le sezioni “Tesi di Laurea”, primo premio ex aequo alle tesi magistrali “Forra del Limarò in Giudicarie: un itinerario ciclopedonale per la valorizzazione del territorio” di Francesco Adamoli e a “Misure Sperimentali di spettrometria gamma e di dose gamma ambientale sui terreni uraniferi della Val Rendena” di Andrea Ferrari. Per il ciclo della scuola primaria la vittoria è andata a “Granita e Bollicino, due curiosi pesciolini”, ad opera della 3ª elementare di Pietramurata dell’Istituto Comprensivo Valle dei Laghi - Dro. Per il ciclo delle scuole superiori il premio è invece stato assegnato a “La Trincea dell’anima” dell’ Istituto di Istruzione Lorenzo Guetti di Tione. Infine, per la neointrodotta sezione “Didattica Musicale” dedicata al compianto Maestro Basilio Mosca, la vittoria è andata a “Memorie di Guerra dal diario di Valentino Maestranza, Keiserjaeger di Rendena” proposta dalla Scuola primaria di Giustino - Istituto comprensivo della Val Rendena.

Sfoglia il Giornale delle Giudicarie su www.giornaledellegiudicarie.it Si ricorda che è possibile sfogliare il Giornale delle Giudicarie sul sito www. giornaledellegiudicarie.it aggiornato ogni mese con le notizie più importanti che accadono in Giudicarie.

Estate positiva per il turismo in Trentino Buoni i dati diffusi dall’Ispat relativamente ai movimenti turistici in Trentino a luglio e nella prima metà di agosto, a cui si sommano quelli sull’intero periodo gennaio-luglio. Una prima istantanea sull’andamento del movimento nei primi 15 giorni di agosto, condotta su 1.052 strutture ricettive, indica una variazione positiva attorno al 4% sia per gli arrivi che per le presenze, confermando il trend positivo della prima parte dell’estate. La stima relativa al mese di luglio mostra a sua volta risultati decisamente positivi. Gli arrivi si incrementano nell’ordine del 6,3% rispetto allo stesso mese dello scorso anno e le presenze risultano in aumento di circa il 5%. I pernottamenti negli esercizi alberghieri e complementari del mese di luglio rappresentano circa il 33% delle presenze della stagione estiva. In particolare sono gli italiani a fornire un’ottima performance nel mese di luglio crescendo dell’8,4% negli arrivi e del 6,2% nelle presenze. L’altro dato significativo arriva dal sistema di comparazione Hbenchmark utilizzato da Trentino Marketing e mostra come rispetto all’anno scorso anche i ricavi medi per camera siano aumentati (ad esempio: a fine giugno 2016 era di 121 euro, quest’anno è di 134 euro). L’incremento sul fronte degli arrivi e delle permanenze dunque non è dovuto ad una politica dei prezzi particolarmente “allettante”. Abbattuta KJ2, l’orsa pericolosa Sabato 14 agosto gli agenti del Corpo forestale della Provincia autonoma di Trento hanno proceduto all’abbattimento dell’orsa KJ2 in attuazione dell’ordinanza emessa dal presidente della Provincia per garantire la sicurezza delle persone. Ciò è stato possibile grazie alle precedenti attività di identificazione genetica e successiva cattura e radiocollarizzazione ai fini della riconoscibilità dell’animale. Il documentato indice di pericolosità dell’esemplare, culminato nel ferimento di due persone, ha richiesto l’attuazione dell’ordinanza nel più breve tempo possibile. Sempre in funzione della

prioritaria sicurezza delle persone continueranno in maniera intensiva tutte le attività condotte per ridurre il rischio di incidenti (informazione, comunicazione, prevenzione, monitoraggio e presenza sul territorio). Danni all’agricoltura, c’è lo stato di calamità Il governatore Ugo Rossi e l’assessore all’agricoltura Michele Dallapiccola hanno chiesto lo “stato di calamità” in relazione ai danni arrecati all’agricoltura dagli eventi meteorologici di agosto. “Lo stato di calamità - ha precisato Rossi - riguarda l’intero territorio provinciale e tutti i settori produttivi, melicoltura, viticoltura e piccoli frutti, a sostegno dei quali abbiamo messo a disposizione risorse aggiuntive e straordinarie per complessivi 7,5 milioni di euro che saranno impiegate non per indennizzare gli agricoltori del danno inferto dalle grandinate alle produzioni, che sarà coperto dalle assicurazioni, bensì per mitigare gli effetti negativi sugli impianti e favorire il rinnovo degli stessi, per integrare le polizze delle cooperative per i mancati conferimenti, per sostenere i mutui e per la stabilizzazione dei lavoratori che, a causa del calo della produzione, non troveranno occupazione”. Assegno unico provinciale, spesa da 75 milioni: si parte dal 1 gennaio 2018 Si tratta di una misura “universalistica”, che consente a tutti i nuclei familiari di raggiungere una condizione economica sufficiente a soddisfare l’insieme dei propri bisogni. La Giunta provinciale ha approvato in via preliminare i criteri e le modalità di attuazione della legge che istituisce l’assegno unico. Due le “voci” o quote che lo compongono, e che si possono ritrovare insieme o anche separatamente: una quota finalizzata a garantire il raggiungimento di un livello di condizione economica sufficiente al soddisfacimento di bisogni generali della vita; una quota diretta a sostenere la spesa necessaria al soddisfacimento di bisogni particolari della vita, quali, tra l’altro, la cura, l’educazione e l’istruzione dei figli, l’assistenza di soggetti deboli - invalidi o non autosufficienti - e l’accesso a

soluzioni abitative idonee. Le risorse destinate sono all’incirca 75 milioni di euro. Sono previsti anche dei vincoli di condizionalità, per stimolare i beneficiari ad attivarsi per uscire dalla situazione di indigenza. In particolare chi manifesta una maggiore potenzialità a trovare un’occupazione, stipula con l’Agenzia un Patto di Servizio; gli altri sono tenuti a partecipare ad attività di volontariato e cittadinanza attiva. Il mancato rispetto della condizionalità comporta interruzione dell’erogazione e impossibilità a presentare domanda per un periodo di tempo commisurato alla gravità della violazione. La domanda va presentata all’Agenzia provinciale per l’assistenza e la previdenza integrativa, anche per il tramite degli sportelli periferici di assistenza e informazione al pubblico della Provincia o dagli istituti di patronato o assistenza sociale. Per il primo anno di applicazione la domanda potrà essere presentata da metà ottobre 2017 al 31 marzo 2018. Economia: in Trentino si consolida la ripresa. I dati 2016 di Ispat L’economia del Trentino consolida i segnali di ripresa, segnando per il 2016 una crescita del Pil dell’1,1%; superiore a quella registrata a livello nazionale che ha fatto segnare un + 0,9%, e superiore alle previsioni contenute prudenzialmente nel Defp approvato dalla Giunta a fine giugno, che erano dello 0,8%. Il dato è contenuto nella “Stima anticipata della dinamica di alcuni aggregati economici in Trentino – Anno 2016” diffusa da Ispat, l’Istituto di statistica della Provincia di Trento. Evidenzia lo studio che la crescita del Pil trentino è il risultato della ripresa dei servizi market e dei consumi interni, in particolare della componente turistica favorita dagli ottimi risultati, in termini di presenze, sia della stagione invernale che estiva. La stabilità dei prezzi e il recupero del potere di acquisto delle famiglie hanno sostenuto l’espansione dei consumi dei residenti. Il consolidamento della crescita del Pil è dovuto quindi principalmente alla ripresa dei consumi delle famiglie residenti e non residenti.

Giornale delle Giudicarie, distribuito dalla Cooperativa Lavoro Da gennaio dello scorso anno il Giornale delle Giudicarie viene distribuito dalla Cooperativa sociale Lavoro, con sede in località Copera a Zuclo. Per segnalare critiche, suggerimenti, disguidi nella spedizione è possibile chiamare il numero della cooperativa: 0465-326420 oppure quello del Giornale delle Giudicarie, 0465322934, oppure via mail all’indirizzo: redazionegdg@yahoo.it.


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Primo Piano

SETTEMBRE 2017 Con la richiesta al Cup via libera ai bambini

Vaccini per andare all’asilo, le procedure da seguire Il dibattito è montato invece negli ultimi mesi, dopo che il governo ha deciso di prendere il toro per le corna, un po’ anche a sorpresa per i toni da ultima spiaggia, come se dopo anni all’improvviso qualcuno si fosse accorto di un’emergenza ineluttabile. Le coperture vaccinali della popolazione sono effettivamente e lievemente scese sotto livelli considerati di guardia, come segnalato dal Comita-

di Enrico Gasperi

I vaccini: argomento che in modo ciclico era solito tornare sulla cresta dell’onda, spesso in seguito a collegamenti reali o presunti tali con patologie insorte successivamente all’inoculazione, ma a volte anche in seguito a umorali speculazioni, bufale ad effetto, to nazionale di bioetica, per cui lo Stato è intervenuto in tempi rapidi con una legge che riguarda tutti i bambini fino a 16 anni. Come c’era da aspettarsi, due agguerrite fazioni stanno dibattendo sull’opportu-

nità o meno di tale misura, che inasprisce in alcuni punti la tollerante situazione instauratasi negli ultimi decenni, e divide i fautori della difesa della collettività nel suo complesso (immunità di gregge in gergo

allarmismo e terrorismo mediatico, campagne di informazione e di disinformazione, complottisti, con Facebook spesso a erigersi come il più alto baluardo della cultura scientifica. tecnico) da chi riafferma il proprio diritto a una libertà di scelta. Ma, al di là delle ragioni dell’una e dell’altra parte, vediamo nel dettaglio in cosa consistono le nuove norme, e soprattutto quali

smart card). Nel caso si desideri regolarizzare una situazione non conforme, basta accedere al Cup Online (https://cup. apss.tn.it/) per prenotare la prestazione. In particolare, diversi sono

sono gli effetti pratici nella nostra Provincia. Il Trentino si è adeguato alla norma nazionale, predisponendo una serie di regole e procedure che integrano il sistema sanitario a quello scolastico, con effetto sull’iscrizione stessa dei ragazzini a scuola. La legge nazionale (n. 119 del 31 luglio 2017) interviene, tra l’altro, eliminando il vecchio riferimento al rischio di perdere la patria potestà: gli effetti dell’obbligatorietà si ripercuotono unicamente sulla possibilità di iscrivere i bambini all’asilo. Per la scuola dell’obbligo sono invece previste soltanto sanzioni per chi non fosse in regola.

gli impegni richiesti a seconda delle fasce d’età:

mine dell’anno scolastico. Sarà comunque la scuola stessa a inviare una comunicazione alle famiglie con minori (6/16anni) non conformi all’obbligo vaccinale per spiegare cosa fare Vaccini obbligatori I vaccini obbligatori per l’iscrizione a scuola passano da 12 a 10, mentre per altri 4 è prevista un’offerta attiva e gratuita. Le 10 vaccinazioni obbligatorie sono

L’EDITORIALE di Adelino Amistadi

Vivere nella paura Continua dalla Prima Così, dopo aver seminato lutti e sangue in Francia, in Gran Bretagna e in Germania, ora sono tornati a colpire in Spagna, alla loro maniera che in questi ultimi tempi vede l’utilizzo di automezzi scagliati a gran velocità contro la gente che serenamente sta godendo i suoi momenti di pausa in una piazza o passeggiando in un viale. A Barcellona, ancora una volta sono stati protagonisti ragazzi di poco maggiorenni: ragazzi nati e cresciuti in Europa, figli di una immigrazione che non è mai riuscita ad integrarsi bene con la società e la democrazia occidentale. Sono ragazzi pieni di rabbia, di delusione, che non hanno ideali se non quello di terrorizzare e distruggere i simboli di quell’Europa che ha accolto i loro genitori, ma che li ha molto spesso isolati in situazioni marginali accrescendo in loro invidia e risentimento. Di Isis e di Califfato probabilmente sanno poco o niente, ma ne seguono con edace interesse le loro gesta, malinformati ed istigati da qualche Imam strampalato (ce ne sono alcuni anche in Italia), vivono nelle periferie delle nostre città, e pur avendo casa e famiglia, non le riconoscono, le vivono come una prigione. E da questa prigione molti di loro escono, come abbiamo visto, solo per seminare morte e terrore per rabbia e risentimento. E’ facile per loro ascoltare i cattivi consigli che arrivano dal web, l’Isis diventa il riferimento per il loro affrancamento, per la loro emancipazione, in cui trovare il collante per motivare la loro volontà di essere finalmente protagonisti, puntare al martirio, spettacolizzare la loro morte per dare un senso alla loro vita, secondo il loro credo distorto. E allora progettano la loro liberazione, colpire e morire da eroi. Non importa come, quello che conta è il risultato, ed è lo stesso se si colpiscono civili inermi, donne e bambini: per loro tutti noi siamo colpevoli di vivere una vita fuori dalle loro regole religiose. Nessuno è innocente. Nessuno ha diritto ad essere risparmiato. E allora non c’è niente di meglio di un posto dove si

possono colpire persone di tutte le nazionalità (i morti e i feriti di Barcellona provengono da più di trenta Paesi) con il minimo sforzo. Poi, come al solito, non mancano le parole di sdegno e di condanna delle comunità musulmane, ma spesse volte sono proprio lì dentro, nelle comunità religiose, che si formano le cellule combattenti di giovani incoscienti che pianificano le strategie di morte. E’ in questo modo che la guerra che si sta spegnendo in Medio Oriente si trasferirà sempre più cruenta in Europa, nei nostri Paesi, nelle nostre città, una guerra colpisci e fuggi, imprevedibile, che colpisce tutti, che non finisce mai. E non è facile condividere i soliti consigli, le solite tiritere che ripetono ad ogni attentato che le nostre abitudini non devono cambiare, che non dobbiamo darla vinta ai fanatici religiosi e ai terroristi cambiando stili di vita. Comincio davvero a pensare che una civiltà e un modo di vivere non si difendono facendo finta di niente, o chiudendo gli occhi e sperando nella fortuna. Fra un po’ toccherà anche all’Italia, a noi? L’Isis ha già dato ordini in proposito. Ecco perché i nostri politici dovrebbero finalmente cambiare rotta e ribadire con fermezza e con l’azione la nostra identità religiosa e culturale, se non vogliamo diventare, come profetizzava Oriana Fallaci, una sorta di Eurabia, miscuglio “variopinto” di valori discutibili e di grandi ingiustizie. Non voglio affermare che esista un connubio immigrazione e terrorismo; certo è che probabilmente tanti sottovalutano taluni eventi e non si indaga forse a sufficienza su quel che succede nelle periferie delle nostre città. E’ molto probabile che siano in molti questi portatori di morte, che approfittino dei barconi per sbarcare in Italia, pronti ad entrare in azione dopo aver raggiunte cellule in sonno un po’ in tutta Europa. Rafforzare ulteriormente il controllo di questo fenomeno, senza se e senza ma, potrebbe essere indice di una strategia diversa di difendere la nostra gente, le nostre città e noi stessi.

I numeri: nella nostra Provincia i minori di 16 anni sono poco più di 86.500, 14.000 dei quali non risulterebbero in regola (“non conformi”) con le nuove norme sui vaccini obbligatori. Ognuno può verificare la propria situazione accedendo a questo link, dove si può anche stampare l’attestato: https://trec.trentinosalute.net/fast.trec (non è necessario il lettore di

Servizi di prima infanzia (0/3 anni) Per ottenere l’iscrizione è necessario stampare e consegnare l’attestato. Se non regolare, va fatta una prenotazione tramite CUP entro il 10 settembre (il percorso vaccinale va concluso entro l’anno scolastico 2017/18) ed è sufficiente presentare la stampa di tale attestazione Scuola d’infanzia (3/6 anni). La scuola ha già l’elenco dei soggetti abili e arruolabili, per cui tocca soltanto a quelli non in regola effettuare la prenotazione entro il 10 settembre Scuola dell’obbligo (6/16 anni) L’obbligo non permette la mancata iscrizione, quindi in questo caso sono soltanto previste sanzioni per chi non è in regola. Anche in questo caso la scuola ha l’elenco dei “conformi”, mentre chi non è in regola deve effettuare la prenotazione entro il 31 ottobre e completare il ciclo vaccinale entro il ter-

quelle contro poliomielite, tetano, difterite, epatite B, Haemophilus influenzae B, pertosse, morbillo, parotite, rosolia e varicella. Sei dei 10 vaccini obbligatori saranno somministrati in formulazione esavalente (poliomielite, tetano, difterite, epatite B, Haemophilus influenzae B e pertosse), gli altri 4 in tetravalente (morbillo, parotite, rosolia e varicella). Per questi ultimi è prevista l’obbligatorietà per 3 anni, con successiva verifica del raggiungimento della copertura di sicurezza. Le 4 vaccinazioni offerte attivamente sono quelle contro meningococco B, meningococco C, pneumococco e rotavirus. In questo modo diventano 14 i vaccini inseriti nel decreto. Sanzioni Per i genitori che non vaccinano i figli ci saranno sanzioni più basse rispetto a quelle previste in un primo tempo: andranno da 100 euro a 500 euro (nella prima stesura la legge prevedeva multe fino a 7500 euro). Le sanzioni saranno modulate in base alla gravità dell’infrazione.


Primo Piano di Francesca Cristoforetti

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Il nuovo numero unico per le emergenze è valido all’interno dei confini europei

Emergenze, tutte al 112 Attivo dal 6 giugno scorso, sostituisce tutti i numeri precedenti per chiamare soccorso


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Economia

SETTEMBRE 2017

La società della Perla delle Dolomiti con un colpo di coda si aggiudica gli impianti solandri

Folgarida – Marilleva è campigliana di Enzo Ballardini

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Valli di Sole, Peio e Rabbi. Così nell’assemblea del prossimo 9 settembre le Funivie Madonna di Campiglio potranno festeggiare tre successi: un bilancio invidiabile ( al 30/04/2017 i ricavi hanno raggiunto i 31 milioni di euro e l’utile netto i 4,4), i 70 anni dalla fondazione della Società e, naturalmente, l’acquisto di Funivie Folgarida Marilleva.

DATI AGGREGATI FUNIVIE MADONNA DI CAMPIGLIO S.p.A. FUNIVIE FOLGARIDA MARILLEVA S.p.A. DESCRIZIONE

F.M.C. S.p.A.

Fatturato (totale ricavi) Passaggi totali dell'esercizio Primi ingressi totali dell'esercizio Numero complessivo impianti Lunghezza totale piste in Km Superficie totale piste in metri quadrati nuti. La curatela fallimentare di Aeroterminal Venezia, guidata da Luca Mandrioli, ha verificato la presentazione di una sola offerta migliorativa di almeno il 10% sul prezzo proposto dall’aggiudicatario provvisorio del 25 luglio. L’offerente è Sviluppo Aree Sciistiche S.r.l., partecipata al 100% da Funivie Madonna di Campiglio spa e guidata dal presidente di Funivie Campiglio Sergio Collini. Mandrioli ha quindi aperto la gara informale sulla nuova base ed ha aspettato tre minuti per l’eventuale rilancio dell’altro concorrente presente. Ma i due rappresentanti della Opm, non hanno rilanciato e quindi l’asta è stata aggiudicata alla società costituita da Funivie di Campiglio

LA TOP TEN DELLO SCI MONDIALE PER NUMERO DI SCIATORI (REPORT VANAT 2017) 1. La Plagne (Francia) 2. Ski Welt Wilder Kaiser Brixental (Austria) 3. Les Arcs (Francia) 4. Saalbahc (Austria) 5. Ischgl (Austria) 6. Whistler Blackcomb (Canada) 7. Val Gardena – Siusi (Italia) 8. Val Thorens (Francia) 9. Madonna di Campiglio (Italia) 10. Serfauss – Fiss – Ladis (Austria)

F.F.M. S.p.A.

31.344.244,00 10.333.318 1.253.562 19 60 1.648.994

TOTALE

26.365.319,00 10.425.646 1.009.155 25 63 1.190.000

57.709.563,00 20.758.964 2.262.717 44 123 2.838.994

LE PRINCIPALI SOCIETA' FUNIVIARIE ITALIANE

Funivie Campiglio + Folgarida Sestriers Sitc. Canazei Cervino

Titolo asse

I fatti. Dopo una prima seduta deserta dell’asta, promossa dal curatore fallimentare di Aeroterminal Venezia S.p.A. per la vendita del pacchetto di maggioranza di Valli di Sole Peio e Rabbi, che ha il controllo di Funivie Folgarida Marilleva, al secondo tentativo, svoltosi alla fine di luglio, erano state presentate due offerte: quella della finanziaria milanese Opm scarl e quella della francese Compagnie des Alpes (di fatto di proprietà del Governo francese) con l’aggiudicazione provvisoria alla società finanziaria per 27,8 milioni di euro. La procedura prevedeva una successiva seduta dell’asta, prevista per il 3 agosto scorso, nella quale, un terzo poteva presentare un’offerta migliorativa con un aumento minimo del 10%. Al termine della seduta di gara si è garantita l’aggiudicazione la Newco, denominata Sviluppo Aree Sciistiche S.r.l., costituita appositamente da Funivie Madonna di Campiglio, al prezzo di 30 milioni 800 mila euro. Di offerte migliorative è arrivata solo quella trentina, che si è confrontata con la vincitrice della precedente asta. Opm non ha rilanciato e Campiglio ha vinto, con il sostegno della Provincia tramite Trentino Sviluppo. Nello studio del notaio Alfredo Dondi, in piazza Silvio Pellico, l’asta vera a propria è durata pochi mi-

E’ finalmente giunta al termine e con una conclusione positiva, la tormentata vicenda che da ormai molti anni riguarda la proprietà delle Funivie di Folgarida-Marilleva, Società fondamentale per tutta la Val di Sole che, a causa di investimenti sbagliati nei terreni adiacenti all’aeroporto Tessera di Venezia, si è trovata travolta dai debiti unitamente alla controllante

Colfosco Corvara

Drei Zinner San Candido Plan de Corones Brunico Mottonino Livigno Monterosa Gressoney Funivie Alta Badia 0

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fatturato in milioni di euro 2015

Soddisfatti del successo

Il presidente dell’offerta trentina all’asta per il controllo di Rossi: Funivie Folgarida e Marilleva sono il presiden“Obiettivo te della Provincia, Ugo campiglio Foto presidente e impianti Rossi da sci eesede l’assessore Carlo raggiunto” Daldoss, entrambi solan-

dri che si sono impegnati per cercare di organizzare una proposta capace di strappare l’aggiudicazione alla società finanziaria speculativa che la Val di Sole temeva. Il governatore Ugo Rossi, a cose fat-

te, ha dichiarato: «Sono mesi che lavoro, senza fare proclami, per tenere insieme Campiglio e i solandri e possiamo dire di aver raggiunto l’obiettivo”. Soddisfatto l’assessore provinciale Carlo Daldoss: “Possiamo dire che l’abbiamo scampata e che sia un risultato positivo non solo per i territori coinvolti ma per tutto il Trentino. Finalmente un po’ di soggetti economici trentini hanno ritenuto che

oltre a fare ragionamenti solo matemateci valeva la pena fare dei ragionamenti strategici di più ampio respiro. In Trentino le risorse ci sono e dunque penso che sia stata la fatica della prima volta ma che questo diventi un modello. La Provincia ha fatto da stimolo e il presidente Rossi ha suonato la campanella dell’ultimo giro, perché ci si accorgesse che c’era qualcuno in fuga. Però allo sprint ce l’abbiamo fatta”.


Economia

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Il Presidente di Funivie Campiglio Sergio Collini soddisfatto per i risultato ottenuto parla del futuro del turismo invernale

Si è costituito il maggiore gruppo funiviario italiano con un fatturato di 60 milioni di euro Presidente Collini ad un mese di distanza dall’aggiudicazione all’asta del controllo di Funivie Folgarida e Marilleva, quali sono le valutazioni che si possono fare? Quali pericoli si sono corsi? Le valutazioni sono sicuramente positive. Funivie Folgarida e Marilleva rimangono salde in mani trentine e si crea un gruppo solido con Funivie Campiglio. I rischi sono stati reali in quanto si era in presenza di una società squisitamente finanziaria, di cui non si conosceva nessun progetto industriale e che operava su “mandato” di un “dominus” altrettanto ignoto. Ci siamo trovati di fronte alla “pura finanza”, una sorpresa. Una situazione molto preoccupante: c’era il pericolo di assistere allo sfruttamento delle funivie o ad una non corretta gestione con potenziali enormi danni per l’indotto della Val di Sole e, più in generale, per tutto il territorio trentino. La costituzione di un polo unico in questo settore per il Trentino occidentale che benefici porterà all’economia locale ? Sicuramente grandi benefici, creando sinergie positive che permetteranno azioni comuni più incisive nel marketing, per raggiungere mercati sempre più lontani e condizioni migliori negli acquisti e nella gestione interna. Con questa operazione si costituisce il maggiore gruppo funiviario italiano con un fatturato di circa 60 milioni di euro. Si consolida, inoltre, anche a livello societario, la Ski-area Campiglio – Dolomiti di Brenta – Val di Sole – Val Rendena, nata 4 anni fa come semplice accordo commerciale fra le 3 Società impiantistiche e che ha portato grandi benefici di presenze turistiche. Un demanio sciistico, collegato sci ai piedi, con 60 impianti e 150 km di piste, quindi un’offerta ampia e diversificata.

Ad un mese di distanza dall’asta che ha aggiudicato il pacchetto di controllo delle Funivie di FolgaridaMarilleva alle Funivie di Campiglio, la soddisfazione si legge ancora in faccia all’Ing. Sergio Collini, Presidente della società campigliana. Un operazione non facile, ideata in pochi giorni

La cordata Trentina che si è costituita che valore potrà avere in futuro? Che ruolo competerà a Trentino sviluppo in questa prospettiva? Verranno coinvolte altre forze locali? Nel progetto ideato con il Presidente Rossi è previsto che, dopo l’acquisizione, debbano entrare nella Newco un gruppo di imprenditori della Val di Sole ed alcune Finanziarie trentine, per connotare l’operazione come un grande progetto di territorio. La Provincia - attraverso Trentino Sviluppo - ha garantito linee di credito per 21 milioni di euro attraverso un prestito obbligazionario ventennale a tassi di mercato. Trentino Sviluppo non entra nel capitale della società. Il nostro accordo prevede che entro il mese di settembre, la Newco deliberi un aumento di capitale, che verrà sottoscritto da Funivie Campiglio, che manterrà sempre la maggioranza, dalle società finanziarie e dai rappresentanti della Val di Sole: 23 milioni sarà l’apporto di Funivie Campiglio, 5 milioni quello degli operatori della Val di Sole, 7 milioni delle società finanziarie. Trentino Sviluppo avrà un rappresentante nel CdA della società, con voto determinante su materie strategiche.

Funivie Campiglio che ruolo avrà in questo gruppo? Quali saranno le prospettive per Funivie Folgarida-Marilleva? Funivie Campiglio manterrà la maggioranza di Sviluppo Aree Sciistiche S.r.l. ed in prospettiva di qualunque società derivante da fusioni “a cascata” e sarà il leader industriale del nuovo Gruppo con responabilità di gestione e di governance. Ricordo comunque che Funivie Folgarida e Marilleva ha sempre presentato dati fondamentali di bilancio positivi, in quanto le problematiche sono sorte non da problemi gestionali ma dalla partecipata che ha investito sui terreni dell’aeroporto di Venezia. A causa di questi problemi, negli ultimi dieci anni Funivie Folgarida e Marilleva non ha potuto fare un piano industriale di investimenti necessari sulle piste e sugli impianti, se non in misura ridotta. Noi pensiamo ad un piano decennale di investimenti che permetta di recuperare il tempo perso e portare il livello di quel demanio sciistico simile a quello di Campiglio. E le funivie di Pinzolo come entrano in questo progetto ? Il nostro piano industriale prevede una sempre maggiore integrazione tra Campiglio, Folgarida e anche Pinzolo, che ha avuto problemi negli anni

con il Presidente della provincia Ugo Rossi, in risposta ad un tentativo di speculazione da parte di una società finanziaria che aveva acquisito, a prezzo di saldo, parte dei crediti del sistema bancario nei confronti di Aeroterminal Venezia S.p.A., proprietaria dei terreni adiacenti l’aeroporto Tessera.

scorsi ma che quest’anno, con l’aiuto di Trentino Sviluppo, chiuderà i conti in utile. Ultimato il suo risanamento si potrà ragionare su un’unica grande società, la maggiore delle Alpi, una public company, partendo dagli 800 soci di Folgarida, dai 500 di Campiglio e dagli 800 di Pinzolo. Quali prospettive ci saranno per il turismo invernale per i prossimi anni ? Tutti gli studi più accreditati acclarano una continua crescita del turismo invernale, soprattutto nelle stazioni turistiche che offrono servizi di alta qualità sia per gli impianti che per i sevizi alberghieri. Prospettive positive, trainate da un turismo sempre più globalizzato che permette di raggiungere mercati diversificati a livello mondiale. 10 anni fa i turisti stranieri a Campiglio erano l’8%, oggi hanno raggiunto il 50% e provengono da tutto il mondo. Se il mercato italiano sta attraversando un periodo non facile, i flussi vengono compen-

sati dalla crescita di quello straniero. Anche i dati relativi all’occupazione dei posti letto alberghieri, pari al 70%, consente un ulteriore incremento delle presenze. Le prospettive per il futuro vedono nuovi impianti e investimenti? Certamente, noi pensiamo che l’attuale demanio sciistico del carosello Pinzolo-Campiglio-Folgarida sia sottodimensionato ed abbia necessità di essere ampliato. A Campiglio durante questo ultimo inverno abbiamo raggiunto, per oltre 30 giorni, un livello di saturazione calcolato in 12.000 primi ingressi giornalieri. Con questi numeri non possiamo garantire un servizio di qualità ai nostri ospiti, in quanto sono frequenti le code agli impianti ed il numero degli sciatori sulle piste crea situazioni di sovraffollamento e condizioni di pericolosità accentuata. I dati ci dicono quindi che l’ampliamento del demanio sciabile è una necessità non tanto per avere sempre numeri più grandi, ma per dare un servi-

zio di qualità, all’altezza delle migliori stazioni sciistiche mondiali e consentire alla clientela di divertirsi in tranquillità e sicurezza. In questa prospettiva il nuovo impianto di Serodoli, da noi perseguito da molti anni, potrebbe avere tre aspetti positivi: da una parte consentirebbe di realizzare una pista in quota, indispensabile nelle stagioni con poca neve e con temperature alte, dall’altra l’ampliamento delle piste con minore affollamento ed infine rappresenterebbe un’ulteriore potenziale collegamento con la Val di Sole. Altra opzione che intendiamo proporre è relativa all’area Vagliana - Mondifrà - Pradalago, che creerebbe un percorso alternativo rispetto al nodo congestionato dei Fortini e facilitare il collegamento con Folgarida e Pinzolo. E’ ovvio che le nostre idee dovranno confrontarsi con i vincoli normativi, del PUP e del Piano del Parco, ma riteniamo che attraverso un confronto costruttivo con gli Enti interessati si possano trovare le giuste soluzioni per non soffocare la crescita di un territorio che ha portato benessere ed occupazione alla nostra gente. E per chi non scia? Quest’ultimo inverno abbiamo aperto la nuova pista di slittino sul Monte Spinale. Purtroppo la scarsità di precipitazioni nevose hanno consentito l’utilizzo solo per un mese, ma abbiamo avuto riscontri molto positivi dalla clientela che fanno ben sperare per il futuro. Abbiamo inoltre già da anni un parco dedicato allo snowboard e nella località si possono soddisfare ulteriori attività quali sci alpinismo, ciaspole, cani da slitta, ecc. Pensiamo anche ad una “Babyland” per i primi passi dei bambini ed un kinderheim per la loro gestione, dando ai genitori alcune ore di libertà da dedicare allo sci.


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Scuola

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Al Guetti come in una High School americana Tutto come da copione quindi? Non esattamente, perché all’Istituto Guetti quest’anno si impongono importanti novità. Gli studenti delle 53 classi che lunedì 11 settembre varcheranno la soglia di questa scuola si troveranno di fronte a grandi cambiamenti, di cui il più rilevante sarà quello che riguarda l’organizzazione delle lezioni e delle aule. “Finora gli studenti avevano infatti la loro aula di riferimento, dove rimanevano tutta la mattinata; adesso invece le aule vengono destinate alle discipline” riferisce la Dirigente dell’istituto dott.ssa Viviana Sbardella. Da settembre, in altre parole, saranno gli studenti a muoversi per raggiungere le varie aule dove si tengono le lezioni secondo il loro orario. “La motivazione di questa scelta, decisamente più complessa rispetto alla precedente, a partire dall’impostazione dell’orario scolastico - spiega Sbardella - è cercare di aiutare i ragazzi a stare bene a scuola. Gli esperti teorizzano che le persone, i giovani in particolare, tra un’attività intellettuale ed un’altra dovrebbero avere uno stacco di circa dodici minuti; noi così tanti non li possiamo avere, ma permettere che un ragazzo tra una lezione ed un’altra possa fare due passi, una rampa di scale, un tratto di corridoio e cambiare ambiente, spezza un po’ l’obbligo di rimanere fermi nel banco tante ore. Sappiamo

di Mariachiara Rizzonelli Puntuali con settembre anche nella Comunità delle Giudicarie riaprono le scuole di ogni grado e livello. Puntuale assieme alle altre riapre anche l’Istituto di Istruzione Lorenzo Guetti di Tione, scuola superiore che racco-

glie più di novecento studenti provenienti da tutte le Giudicarie, dalla provincia di Brescia, e, grazie al Liceo Scientifico per le Professioni del Turismo di Montagna, anche dal resto d’Italia.

Cambiano i dirigenti degli istituti comprensivi locali

Nuovi vertici per le scuole A fronte dei pensionamenti, delle necessità di rotazione e delle esigenze derivanti dalle caratteristiche dell’offerta didattica sono arrivate anche quest’anno le nomine degli incarichi dirigenziali in ambito scolastico. Sono 51 le conferme di incarico, mentre 14 sono i nuovi affidamenti per rotazioni di sede. Sulla base della necessità di adeguare la dotazione organica della dirigenza scolastica per i pensionamenti o per le uscite dal servizio sono complessivamente 6 i dirigenti che sono assunti attraverso la mobilità interprovinciale. 5 di questi saranno assegnati a sede scolastica, mentre uno sarà incaricato unitamente ad altri 3 dirigenti scolastici presso il Dipartimento della Conoscenza. Per le Giudicarie sono cambiati i dirigenti scolastici dell’istituto comprensivo del Chiese, dell’Istituto comprensivo di Tione e di quello delle Giudicarie Esteriori. che ne hanno bisogno”. L’altro motivo, al di là del movimento degli studenti, è che ogni ambiente viene così caratterizzato dallo specifico lavoro che si va a fare lì in quell’aula: “Quell’ambiente già di per sé crea un apprendimento, ponendosi come un laboratorio specializzato. Si va, insomma, sempre di più in un’ottica di attività laboratoriale”, rimarca la dirigente Sbardella. L’arredo stesso di ogni aula dedicata sarà diversificato in base alla disciplina là insegnata.

Ogni docente, inoltre, potrà disporre banchi come più confà alla materia spiegata: così magari l’insegnate di lingue potrà disporli a semicerchio, conformazione che maggiormente si addice alla comunicazione a tu per tu e assieme, quello di matematica potrà avere sempre i banchi rivolti direttamente verso la lavagna dove si scrivono gli esercizi da svolgere, mentre se si lavora in gruppi si disporranno i banchi ad isole separate e così via. “ Un modo di lavorare

Fabrizio Pizzini ha iniziato il 1 settembre il suo incarico all’istituto Val del Chiese (prima era in Val Rendena), mentre il suo predecessore Alberto Paris è passato al comprensivo di Tione, nella sede centrale di Ponte Arche dell’Istituto comprensivo Giudicarie Esteriori siederà Carlo Zanetti e infine, in Val Rendena arriverà Massimo La Rocca. I dirigenti assegnati al Dipartimento, oltre a coprire il fabbisogno della funzione ispettiva, si occuperanno di attività di studio, consulenza e ricerca con mansioni specifiche: Matilde Carollo - educazione adulti, formazione continua e valutazione del sistema scolastico; Paolo Dalvit – coordinamento del tavolo di coordinamento tra la dirigenza scolastica e quella provinciale, alternanza scuola-lavoro, internazionalizzazione del sistema della conoscenza, innovazione didattica; Paola Sigmund - esami di stato; Laura De Donno – inclusione. che predispone alla collaborazione, una delle abilità che oggigiorno si richiedono in qualsiasi contesto di lavoro” sottolinea Sbardella. Ad un livello più profondo, spiegano ancora al Guetti, il fatto di essere disponibili a cambiare spesso aula, in un momento di veloci e continui cambiamenti, anche sul lavoro, può trasmettere agli studenti una non indifferente capacità di rimanere flessibili. Chi poi è orientato a continuare gli studi all’università farà esperienza di

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una modalità di lezione caratteristica di questo livello di formazione. Qualche docente potrebbe avere il timore che i ragazzi tendano a perdere tempo negli spostamenti da un’aula all’altra. Come spiega tuttavia la dirigente Sbardella, anche i docenti finora si spostavano, dovendo poi aprire il registro e preparare il materiale per fare lezione; con la nuova impostazione delle aule i professori si troveranno già in aula e avranno nel frattempo tutto il tempo necessario per svolgere gli adempimenti amministrativi direttamente sul luogo, mentre attendono l’arrivo degli studenti. Laddove questa organizzazione delle aule è stata avviata non si sono infatti notate criticità particolari, poichè questo tipo organizzazione è già stata sperimentata in tante scuole italiane; in Trentino sono l’Istituto “Martino Martini” di Mezzolombardo e il Liceo “Prati” di Trento ad averla già attivata, mentre in Lombardia, per citare un esempio vicino a noi, esistono scuole anche molto grandi che hanno già istituito questa modalità ormai da anni. L’istituto Guetti è arrivato a questa modalità poiché fa parte del Progetto nazionale “Avanguardie Educative”,

una sorta di rete che fa capo a “Indire” (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa), ente di ricerca del Ministero dell’Istruzione e punto di riferimento per la ricerca educativa in Italia, che si occupa di innovazione e formazione. Aderiscono ad “Avanguardie Educative” un certo numero di scuole e se ne entra far parte scegliendo uno o più dei dodici criteri fondamentali che ne formano la base ideale e il Guetti ha scelto proprio il criterio delle aule destinate alle discipline. “E’ un lavoro, quello della preparazione della nuova organizzazione delle aule, che si protrae fin dall’anno scorso – prosegue Sbardella - i professori ne sono ampiamente informati e sono più che collaborativi. Ora saranno da informare soprattutto gli studenti: sicuramente nella prima fase qualche piccola criticità ci sarà perché saranno un po’ disorientati, ma sulla scorta di esperienze fatte altrove siamo sicuri che poi funzionerà”. Questa tuttavia è solo la prima delle novità che i ragazzi incontreranno entrando a scuola a settembre. Lo scorso anno infatti l’istituto ha partecipato a quattro bandi della Provincia su fondi destinati ad incoraggiare l’innovazione didattica, vincendoli. Il fine è quello di creare contesti fisici concreti che possano garantire innovazione. Entro dicembre, grazie ad un finanziamento di 95.000 euro, si creeranno quindi quattro ambienti digitali diversi: la biblioteca, che verrà ri-arredata e dotata di strumenti multimediali, un innovativo laboratorio di fisica, un “angolo delle tecnologie” (laboratorio mobile con computer portatili e altri strumenti digitali, tipo droni e kit di scienze) e un ”atelier del racconto”, aula dei linguaggi allestita con arredi componibili e strumenti digitali utili a registrare e proiettare. “Mi auguro che mediante tutto questo riusciamo a conciliare i bisogni degli studenti con quelli dei docenti portando gratificazione ad entrambe le parti” è la speranza della dirigente Sbardella per l’avvio dell’anno scolastico.


Arte Organizzata da Aldo Collizzolli, responsabile della biblioteca di valle delle Giudicarie Esteriori, la biennale quest’anno ha visto esposte nella sala mostre al Turiterme Center di Ponte Arche le opere di 42 artisti che hanno aderito all’iniziativa cimentandosi su un tema - “animali” - che in linea con le edizioni precedenti dell’evento è un soggetto legato all’uomo e al suo rapporto con l’ambiente. Proprio per questa tradizione che ha visto i creativi locali cimentarsi anche con il tema “acqua” e con “bosco”, strettamente legati all’ambiente della vallata, il nuovo soggetto scelto dagli organizzatori è una variante ancora più interessante: “Solidarietà” è uno scarto astratto rispetto alla concretezza e materialità dei soggetti che hanno caratterizzato le edizioni precedenti, un tema che si può estendere a vari livelli e tocca diverse sensibilità che potranno trovare nelle tante tecniche artistiche che la mostra raccoglie un’ampiezza di rappresentazioni che rende intrigante e carica di attesa la sesta edizione della manifestazione. Un tema più astratto e meno fisico, di grande attualità, che spinge verso una rappresentazione critica e impegnata piuttosto che di prevalenza descrittiva. “L’iniziativa si propone, non senza ambizioni – spiega Aldo Collizzolli la genesi e l’evoluzione di Esteriorarte - di portare all’attenzione

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Svelato il tema per la prossima edizione: “Solidarietà”

Cinque candeline e 42 creativi per Esteriorarte Fra due anni, quando la manifestazione arriverà alla sua sesta edizione, gli artisti di Esteriorarte si affronteranno il tema “Solidarietà”, scelto dall’organizzazione e svelato, come da tradizione, al vernissage della mostra. Appena chiusa la manifestazione, che è stata un successo di pubblico e ha rappresentato l’occasione di vedere esposti del grande pubblico la testimonianza dei vari artisti che aderiscono con i temi di volta in volta affrontati. Si tratta di una mostra di arte figurativa intesa a far conoscere l’espressione artistica delle persone che vivono e operano nelle Giudicarie Esteriori, tanto che le opere presentate traggono ispirazione dalla nostra bella valle”. Le opere in mostra vengono raccolte in un bel catalogo corredato dalle note critiche per ogni artista e in occasione della presentazione e dell’apertura della mostra è il critico d’arte Alessandro Togni a guidare alla lettura

delle opere il pubblico presente. “Una soddisfazione è anche quella di riuscire a mantenere i costi contenuti – spiegano gli organizzatori - anche per l’aiuto di enti

a cimentarsi su uno stesso tema, 42 artisti locali che con varie tecniche espressive hanno interpretato quest’anno il soggetto “Animali”, si pensa già alla prossima edizione di un appuntamento ormai consolidatosi nel tempo tra le mostre d’arte contemporanea che vanno ad arricchire l’ampia offerta culturale proposta nelle Giudicarie.

pubblici, degli istituti di credito e gli operatori economici, che si sono assunti parte dell’impegno di supportarci economicamente per la buona riuscita della manifesta-

zione”. È una biblioteca che organizza eventi culturali in senso ampio, tanto per i piccoli e per le scuole, ma anche per la Terza Età e in campi del sapere molto vari, che vanno oltre la lettura e i libri. Una biblioteca che si prepara anche a godere della nuova sede in costruzione sulla centrale via Cesare Battisti di Ponte Arche, nell’edifici che un tempo fu la Masera Tabacchi, dove spazi nuovi e un ampio cortile centrale offriranno anche una location più prestigiosa e adatta ad accogliere al creatività del personale della biblioteca. “Ci piace pensa-

MeTe da leggere

re, pur ripetendoci, - prosegue Collizzolli - al ruolo della biblioteca come quello di “attivatore” di fermenti che già esistono nella nostra società; una sorta di facilitatore: compito che ci si assume con entusiasmo e passione”. Il progetto ha indubbiamente riscosso successo: oltre 150 opere in cinque edizioni da parte degli artisti locali e il pubblico non è certo mancato. Ora ci sono due anni per chi deciderà di cimentarsi con il nuovo tema che apre scenari e possibilità espressive molto ampie e connesse con un’attualità in veloce evoluzione. La sfida sarà riuscire a creare qualcosa di contemporaneo nello spirito che catturi la molteplicità degli universi immaginifici creati da un tema dalle vaste suggestioni come “Solidarietà”.

Rubrica mensile a cura di viale Dante, Tione

L’ apprendistato dalle origini ai giorni nostri L'apprendistato ha origini molto lontane dai giorni nostri: era già conosciuto nel mondo antico, anche se in termini e modalità evidentemente molto diversi. Fa infatti la sua prima comparsa nella civiltà egiziana, antesignana in molti ambiti di conoscenza, per esprimersi poi nella cultura greca e quella latina attraverso la fondazione delle prime scuole professionali, il “paedagogium”, o nelle “tabernae”, le odierne botteghe artigiane, ossia luoghi dove gli allievi si formavano in un mestiere attraverso la pratica. L’apprendistato continua ad evolvere attraversando i secoli ed iniziando, nel Medioevo, a lasciare le prime tracce rilevanti che mostrano uno strumento mano a mano sempre più vicino a quello in vigore oggi. Vi sono testimonianze, infatti, che già allora aveva l’obiettivo specifico di offrire ai giovani una cospicua crescita professionale attraverso una formazione specializzata: si basava sullo scambio di competenze e conoscenze tra datore di lavoro e lavoratore apprendista, in cambio di condizioni contrattuali per il giovane

meno vantaggiose di quelle garantite ad un lavoratore già formato ed esperto. Il contratto di apprendistato professionalizzante, così come lo conosciamo oggi, è stato istituito la prima volta con il D.Lgs 276/2003 (Legge Biagi) per il conseguimento di una qualificazione attraverso una formazione sul lavoro: esattamente come nel Medioevo si tratta quindi, ancora, di un’opportunità per imparare un mestiere attraverso la sua sperimentazione diretta. La normativa cambia con l’entrata in vigore del D.lgs. n.81 del 2015, che lo inquadra come l'unico contratto di lavoro con funzione formativa per il conseguimento di una qualifica professionale attraverso una formazione trasversale e professionalizzante. Salvo deroghe per particolari categorie di lavoratori, è rivolto ai giovani da 18 a 29 anni. La formazione in apprendistato professionalizzante si distingue in una formazione professionalizzante, svolta in azienda, sulle specifiche competenze tecniche necessarie per svolgere una determinata mansione e

una formazione per le competenze di base e trasversali, ovvero quelle capacità ad ampio spettro necessarie a qualunque lavoratore, offerta da Agenzia del Lavoro attraverso soggetti formatori accreditati, tra i quali L’Ancora. I percorsi formativi sul nostro territorio sono attivati ciclicamente e si svolgono nella sede del MeTe a Tione di Trento in v.le Dante 14. In chiusura, volendo fare una riflessione critica sulle opportunità che questa tipologia di contratto può offrire, bisogna calarsi nell’attuale contesto nel quale la scolarizzazione è mediamente molto alta, ma la crisi economica del 2009 ha incrementato notevolmente la difficoltà di trovare un lavoro anche per i giovani con livelli di istruzione elevati. Accanto all’opportunità formativa e di crescita offerta ai giovani che si accingono ad entrare nel mondo del lavoro, occorre infatti tenere presente che i vantaggi (soprattutto fiscali) assicurati ai datori di lavoro fanno correre il rischio di snaturare tale forma contrattuale. Il riferimento, in particolare, a quelle situazioni in cui la scelta delle imprese ricade su giovani già in

possesso di un livello formativo medio/alto, tralasciando coloro che hanno profili bassi (che necessitano pertanto di maggiori investimenti da parte delle aziende in termini di formazione). Eppure questa dovrebbe essere la vera natura del contratto di apprendistato: sostenere chi ha poca formazione di base mediante un investimento da parte dei datori di lavoro nella prospettiva, a lungo termine, di poter disporre di personale qualificato per le mansioni specifiche richieste nella determinata realtà aziendale. Ciò non toglie che tale forma contrattuale non giovi anche ai profili medio-alti che, visti i tempi veloci dettati dal mercato odierno, non hanno più la possibilità di essere accompagnati alla crescita globale della propria professionalità. di Francesca Cortelletti

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Società

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Al via la stagione venatoria, sempre più al femminile

Come dice la Presidentessa: “Non per forza la passione viene ereditata dalle famiglie, anzi, spesso le cacciatrici hanno sviluppato questa passione indipendentemente dalle loro origini e tradizioni, semplicemente accompagnando amici o parenti nei boschi trentini”. Nata 9 anni fa, l’associazione raccoglie cacciatrici da diverse riserve del territorio, facendosi spazio quindi in un mondo che ancora oggi è in prevalenza maschile. La stagione della caccia verrà aperta a breve, per la maggior parte delle riserve trentine il 10 settembre, mentre per alcune (poche di numero) la caccia al camoscio e muflone è già iniziata circa da metà agosto. La Provincia di Trento in particolare è specializzata nella caccia di specie animali, quali cervo, capriolo, camoscio, muflone, gallo forcello e coturnice. L’inizio della stagione venatoria autunnale del corrente anno, presente sul sito ufficiale della Provincia Autonoma di Trento (Servizio Foreste e Fauna), varia in base ad ogni specie di preda: la caccia del capriolo maschio parte dal 10 settembre arriva al 22 ottobre, mentre per le femmine e i piccoli fino al 31 dicembre. Per quanto riguarda il cervo si fa una distinzione tra quelli presenti nei distretti faunistici senza o con aree di bramito: per la prima categoria si va dal 10 fino al 17 settembre e dall’11 ottobre al 31 dicembre, mentre per la seconda dal 10 settembre al 31 dicembre. Per quanto riguarda il camoscio, invece, la stagione è già cominciata dal 16 agosto, e arriverà fino al 14 dicembre. L’Ente di riferimento per il nostro territorio è l’Associazione Cacciatori Trentini, che si occupa quindi anche della gestione pratica del

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o squadrone delle doppiette rosa diventa sempre più numeroso. Un numero, quello delle cacciatrici in costante aumento, come conferma la presidentessa del Gruppo Cacciatrici Trentine, la giudicariese Eddi Titta: “Questo è l’unico trend in aumento fra le donne a livello regionale, nazionale, ed anche europeo”. Si contano infatti 130 iscritte in Trentino, tra cui anche molte giovani giudicariesi, con un margine d’età che spazia dai 20 ai 65 anni, comprendendo donne, e giovani donne, provenienti da diversi ambiti, dalla studentessa universitaria alla casalinga. territorio faunistico, con censimenti, piani di prelievo e pianificazioni di abbattimento. Secondo le informazioni fornite dal sito ufficiale dell’associazione, i 36 mila ettari del suolo giudicariese comprendono ben 14 riserve di caccia, situate nelle zone della Busa di Tione, delle Giudicarie Esteriori e dell’Altopiano della Paganella di Molveno e Andalo. Il territorio è vario dal punto di vista morfologico, estendendosi infatti su diverse altitudini, dai 500-700 metri di Lomaso, Bleggio Inferiore fino ad arrivare alla vette più alte delle Dolomiti di Brenta, come i 3.161 metri di Cima Tosa. Dal punto di vista faunistico sono presenti principalmente cervi, caprioli, camosci e mufloni, ma come ci conferma anche il segretario della riserva di caccia Bleggio Inferiore Achille Onorati: “Attualmente l’ambiente giudicariese sta diventando favorevole specialmente al cervo, la cui caccia è in aumento rispetto a quella del capriolo. Inoltre, il numero dei capi varia da riserva a riserva ed il censimento annuale avviene in coordinamento con gli agenti forestali e i guardiacaccia, che determinano luoghi e date ben precisi per l’abbattimento di ogni specie. L’abbattimento degli animali selvatici è infatti regolato da criteri rigorosi, tra cui classi

d’età e sesso”. Secondo i dati provvisti dal piano provinciale di abbattimento per il 2017, per il cervo è previsto un numero di 2.583 capi in tutta la Provincia, di cui 152 nella zona giudicariese. Per il capriolo 6.632 abbattimenti a livello provinciale e 368 per le Giudicarie, mentre per il camoscio 2.800 totali in tutta la Provincia. Parlando con il tecnico faunistico dell’Associazione Cacciatori Trentini Michele Rocca, che si occupa invece di censimento e pianificazione di abbattimento dei territori di Ledro, Giudicarie, Chiese e Rendena, i censimenti del 2017 parlano di 2.000-2.100 cervi e 5.600-6.500 caprioli, registrati nella stagione primaverile e 8.500 camosci, registrati nella stagione estiva. I piani di abbattimento pianificati si aggirano intorno ai 350 cervi, 800 caprioli e 900 camosci: a stagione in media si rilevano circa in totale tra i 2.200-2.300 abbattimenti. Rocca dichiara: “Il numero dei cacciatori è rimasto stabile nella zona di cui mi occupo, se non per qualche leggera diminuzione: si contano quindi circa 1.500 cacciatori attivi. Grazie ai giovani c’è stato un aumento, non tanto da quelli provenienti dalle città, quanto da quelli delle valli”. Francesca Cristoforetti

Le armerie nel Duemila: fucili personalizzati e accessori L’Armeria Guerini di Roncone, dal 1987 gestita da Alessandro Guerini, è testimone dell’evoluzione del mondo della caccia e dell’uso delle armi. È lui a raccontare come l’armeria di oggi non sia solo vendita di armi da fuoco e munizioni, ma anche accompagnamento del cliente dal punto di vista della manutenzione dell’arma stessa, così come in tutto ciò che ruota attorno al mondo sportivo e della caccia. La clientela è varia e cerca principalmente prodotti per la caccia di selezione e per il tiro sportivo, personalizzate. Le tipologie maggiormente vendute sono carabine e monocanna basculanti adatte a questo tipo di attività e il mondo della caccia si serve dell’armeria anche per l’abbigliamento tecnico e gli accessori come zaini e strumenti ottici. Uno dei prodotti più importanti per l’armeria giudicariese rimane ancora, come da tradizione, il germanofono Kipplauf, il fucile basculante, prodotto ancora nella fabbrica di Roncone. Rispetto al passato un segno dei tempi è l’importanza assunta dalla parte estetica dei fucili: sono sempre di più le richieste di decorazioni artigianali per le proprie armi che le rendano uniche, riconoscibili e pezzi da mostrare agli amici e colleghi appassionati. (F.C.)

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Attualità La ditta Pretti e Scalfi di Tione, che si è aggiudicata l’appalto, ha iniziato i lavori ai primi di maggio e dovrà terminarli prima della fine del mese di ottobre, meno di sei mesi nei quali è stata impegnata a completare prima la demolizione della vecchia struttura, poi l’ampliamento del piano semiinterrato in cemento armato e poi la costruzione del nuovo edificio tutto in legno, secondo le più moderne tecnologie del risparmio energetico. Il vecchio albertgo-ristorante-bar- costruito negli anni Sessanta e poi ampliato nel 1985 era diventato ormai obsoleto e non aveva più i requisiti normativi richiesti. Il progetto di ristrutturazione, come hanno evidenziato i progettisti l’arch. Giovanni Berti e l’arch. Monica Fondriest, “Ha preso atto che il vecchio edificio era una struttura ricettiva posta sulle piste da sci e difficilmente assimilabile sia ad un rifugio alpino sia ad un normale albergo. Ricostruire uno chalet che risponda alle richieste di un turismo internazionale, quale quello di Madonna di Campiglio, impone una particolare attenzione alla tutela dell’ambiente e al suo inserimento in una natura che avrà sempre il sopravvento su qualsiasi manufatto antropico che si andrà ad insediare. Lo Chalet Spinale sarà l’osservatorio del meraviglioso Gruppo di Brenta, oltre che accogliere in un ambiente particolare e raffinato i migliaia di sciatori che salgono sui monti di Madonna di Campiglio”. Una costruzione realizzata con la tecnologia della prefabbricazione in legno con copertura e tamponamenti in parte in lamiera di colore grigio, parte in legno di larice e con ampie vetrate che permettono di affacciarci al Brenta come da un balcone strapiombante. Per quanto riguarda il risparmio energetico, il nuovo Chalet avrà la certificazione Arca Platinum che garantisce una presta-

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I lavori appaltati alla ditta Pretti e Scalfi saranno terminati entro l’autunno

Prende forma il nuovo Chalet Spinale – Fiat Sul monte Spinale, proprio sopra l’abitato di Madonna di Campiglio, proseguono veloci i lavori di rifacimento dello Chalet Spinale-Fiat di proprietà delle

zione energetica massima, con riscaldamento a pellets e con recupero dell’acqua piovana. Il nuovo progetto si inserisce nel filone della architettura moderna degli edifici di montagna che non si confondono e mimetizzano con il paesaggio, ma che rispondono alle richieste funzionali e prestazionali, costituendo un osservatorio dello spettacolo naturale circostante. La nuova struttura punterà alla qualità del servizio e non all’aumento dei posti che rimarranno invariati, 160 nel self-service e 30 per il bar, mentre il ristorante avrà una cinquantina di coperti. Le camere saranno sette con 18 posti letto, come le precedenti, ma con un ade-

guamento qualitativo importante. Verranno ampliati gli spazi destinati ai servizi quali la cucina, il self-service, i bagni a disposizione di tutti i frequentatori, l’ingresso con l’ascensore e verranno realizzate dieci stanze per il personale impegnato nella

Regole di Spinale e Manez. I lavori proseguono speditamente secondo l’impegnativo cronoprogramma predisposto.

gestione. La Pretti & Scalfi guida un gruppo di imprese locali che si occuperanno delle varie lavorazioni: Termodolomiti di Pinzolo per gli impianti termo-sanitari, Ecoenerg di Darzo per l’impianto elettrico, Faab Serramenti di Ber-

sone, Falegnameria Franceschetti di Pieve di Bono, Fellin di Revò per la struttura in legno, solo per citare le principali. Numerose anche le ditte locali incaricate degli arredamenti e attrezzature che completeranno lo chalet. A dirigere i lavori oltre all’Arch. Giovanni Berti in qualità di coordinatore, troviamo un gruppo di tecnici motivati tra i quali il geom. Silvio Paoli, l’ing. Marco Pedretti per gli impianti tremo-sanitari, il per. Ind. Simone Maestri per gli impianti elettrici, il dott. For. Albert Ballardini per la sicurezza, l’ing. Mauro Masè per le prestazioni energetiche. L’appalto della struttura

ammonta a poco meno di 4 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti 1,5 milioni per attrezzature ed arredamenti, un investimento ingente finanziato unicamente da fondi delle Regole Spinale e Manez e che rappresenta un intervento importante per l’economia locale. Grande determinazione alla Comunità delle Regole di Spinale e Manez per portare a termine un’opera importante che sarà il fiore all’occhiello per la millenaria comunità. Un percorso che ha visto il massimo impegno degli amministratori con il Presidente Zeffirino Castellani ed il Vicepresidente Enzo Ballardini, delegato alla gestione delle strutture turistiche, con l’intero Comitato Amministrativo supportato da tutti i dipendenti della Comunità guidati dal Segretario Giuseppe Stefani. I lavori sono seguiti con grande attenzione e comprensibile ansia dagli attuali gestori, la Società Cinque Laghi di Roberto Maroni e Valeria Porrù, che hanno gestito in passato e continueranno a farlo nei prossimi anni il famoso Chalet, puntando sulla qualità del servizio, creando una speciale atmosfera basata su una squisita accoglienza favorita da un panorama straordinario. (g.c.)


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Ambiente

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“Le Giudicarie ed il Trentino all’avanguardia nella tutela ambientale”

Gianfranco Pederzolli, presidente del Bim del Sarca, replica alle accuse dell’ex-direttore del Parco Adamello Brenta Progetto che, proprio in questi mesi, sta vivendo la sua fase clou, con la definizione specifica dei protocolli riguardanti progetti ed iniziative, ma soprattutto le direttive “di gestione” della Rete di riserve per i prossimi 12 anni. “Si tratta – spiega il presidente del Bim del Sarca Gianfranco Pederzolli – di un complesso di interventi davvero importanti che sono stati proposti e condivisi con il territorio, 27 comuni, 3 Comunità di Valle - Giudicarie, Garda e Ledro e Valle dei Laghi - 4 Asuc, enti, cittadini e associazionismo. Interventi che hanno l’ambizione di segnare un miglioramento dal punto di vista della valorizzazione ambientale conservando una visione di insieme significativa. Ma che, soprattutto, segnalano la volontà del territorio e dei suoi attori di puntare forte sull’ambiente quale elemento di sviluppo e caposaldo di un turismo sostenibile che riteniamo sia il futuro per queste valli”. Presidente, anche alla luce di questo impegno, cosa ne pensa delle parole dell’exdirettore del Parco Naturale Adamello-Brenta che parla di poca progettualità del Parco e di Trentino assente sulle politiche ambientali? Devo dire che queste affermazioni mi hanno colpito e le ritengo abbastanza gratuite e disinformate. Non commento le sue dichiarazioni riguardo alla gestione interna del Parco, perché non facendone parte non ne conosco le dinamiche. Però sulla questione ambientale del parco e delle aree protette della provincia Autonoma di Trento,qualcosa mi sento

E’ un momento di intenso sviluppo per l’ambiente trentino, con importanti progetti di salvaguardia che stanno prendendo forma, tutelando la natura nell’ottica del turismo sostenibile. Le Giudicarie, poi, si distinguono in questo movimento, grazie all’iniziativa del Bim del Sarca, guidato dal di dirlo, proprio perché ritengo che Bartolomei faccia dichiarazioni molto fuorvianti. Nel senso? Beh, basta pensare a quello che sta avvenendo in tutto il Trentino, con il progetto delle 9 Reti di riserva che sta decollando e che mette al centro della loro azione la condivisione di scelte rivolte alla conservazione e alla fruizione del territorio in maniera sociale ed economica. Grazie a regole dettate dalle nostre comunità è stato possibile mantenere e conservare un grande patrimonio naturale ed ora è giusto che le nostre Comunità gestiscano questi valori ambientali, facendoli rispettare, conoscere anche ad altri e dalla loro corretta gestione trarre anche dei benefici economici. Noi dobbiamo pensare che la montagna non sia un museo statico, ma sia un luogo di conoscenza, informazione, rispetto ed economia, perché attraverso questi elementi la gente può vivere la montagna preservando non solo il proprio territorio ma anche quello di coloro che vivono a valle, basti pensare alle continue alluvioni e dissesti idrogeologici che colpiscono la nostra penisola. E’ chiara qui la consapevolezza che solo se esistono i beni ambientali, come l’acqua, i boschi, la biodiversità, il rispetto delle specie autoctone, sia floreali che

presidente Gianfranco Pederzolli, di lanciare il progetto “Rete delle riserve del Sarca”, condiviso con il Servizio aree protette della Provincia, riunendo al tavolo comuni, comunità e associazioni per definire e finanziare una serie di importanti interventi di valorizzazione ambientale sull’asse del fiume Sarca, dall’Adamello al Garda. creando nuove opportunità lavorative. Non mi sembra che tutto questo sia nato dal nulla ma è il frutto anche di un“coaching”che già conosciamo e condividiamo.

selvatiche, possiamo pensare di crescere e rimanere sul nostro territorio Il continuo confronto alla tematica ambientale che vede anche questa parte di Trentino e le Giudicarie in prima fila, anche grazie all’attività del Parco Naturale Adamello-Brenta, così come del Bim del Sarca che sull’ambiente investe risorse e attenzione e sa coinvolgere gli altri enti e le forze vive del territorio su progetti condivisi, sta

Di “coaching”, ovvero formazione e sviluppo, parla Bartolomei nel suo post, non in termini lusinghieri per la realtà locale L’ex- direttore del Parco accusa la Rendena ed il Trentino di essere incapace di fare “coaching”, ossia sviluppare capacità, risorse e competenze definendo programmi e obiettivi. Non lo dico per auto incensarci, ma la capacità del Trentino di gestire l’ambiente in modo pro-attivo e con il coinvolgimento del territorio è riconosciuta da tutti, penso ad esempio alle parole del presidente nazionale di Federparchi Gianpiero Sammuri che, commentando l’abbattimento dell’orso ha detto proprio pochi giorni fa: “(..) la provincia automa di Trento per tante cose è all’avanguardia nella gestione ambientale, basta percorrerla per rendersene conto. Ha una rete di aree protette invidiabile con la perla del

parco dell’Adamello Brenta, una delle gestioni italiane di eccellenza”. Basti pensare poi ai riconoscimenti che la nostra zona ottiene, a partire dal 1995 quando Parigi riconobbe l’area delle Esteriori come meritevole del titolo di Biosfera Unesco, (MAB) sottolineando la sua valenza di bellezza naturale, culturale e di conservazione territoriale, conciliando natura e presenza antropica. Dunque non è vero che la Rendena ed il Trentino non valorizzano l’ambiente? Mi sembra francamente una stupidaggine, una boutade d’agosto. Basta fare un giro fuori Regione, e guardarsi attorno anche con aree montane simili alle nostre, tanto per dire, per capire che in Trentino c’è una sensibilità diversa sul tema ambiente, che deriva dal passato, dagli usi civici, dall’autonomia. E comunque sono tante le inesattezze contenute nelle parole polemiche di Bartolomei. Penso alla questione delle costruzioni nel Parco: da quanto esiste l’Ente non sono state autorizzate nuove costruzioni nel suo territorio, solo ristrutturazioni di

strutture ricettive esistenti ed edifici rurali esistenti, e in chiave di miglioramento qualitativo rispettoso dell’ambiente, senza mai creare nuova ricettività ma solo migliorare l’offerta turistica. Penso alla questione caccia: quella fatta nel Parco è una caccia di selezione che viene dalla tradizione trentina, accettata dagli enti di certificazione internazionali perché controllata e normata. Il tutto nella logica di Parco tracciata dalla legge nazionale del 1988 che introduce una visione dinamica dell’ente, che prevede la presenza e l’interazione dell’uomo, superando quella concezione degli anni Venti di area dove tutto è cristallizzato e vietato. Rendeneri chiusi e testardi, si legge nel post di facebook che tanto sta facendo parlare di sé, che ne pensa? L’ultima generalizzazione dell’ex-direttore è che i rendeneri sono persone chiuse e testarde. In realtà è gente che ha imparato tante cose girando il mondo per lavoro e grazie a questo hanno saputo mantenere e capire il valore del loro territorio, ed oggi hanno un patrimonio da gestire e valorizzare in chiave turistica che ha da imparare ma anche da insegnare. Anche verso di loro va il mio rispetto e il mio grazie. (R.S.)


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Dall’emigr di Chiara Garroni

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Europa

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Mentre il Trentino Alto Adige, “costituito in regione autonoma”, ha una Regione che in seguito a modifiche dell’originario statuto e a deleghe di sue funzioni al livello provinciale è stata fortemente impoverita nei suoi poteri, la Provincia di Trento, parimenti alla Provincia di Bolzano, risulta dotata di robuste competenze che possono incidere profondamente sulla vita socioeconomica della comunità locale. La “Giornata dell’Autonomia” è un’occasione per riflettere sul significato di autonomia come principio e concetto in termini generali e approfondire questioni che riguardano il significato che l’autonomia stessa ha per il Trentino. Viene così offerta occasione per un esercizio di pensiero interessante per ricordare l’origine di un processo che ha dato alla nostra comunità strumenti importanti per un’autogestione responsabile e utile allo scopo di produrre idee e suggerimenti per meglio gestire nel futuro le competenze che alla Provincia sono riconosciute. Com’è noto la definizione e la prima attuazione dello statuto speciale sono state oggetto di forti contestazioni da parte del gruppo linguistico tedesco del Sudtirolo, il quale, a parte le richieste di autodeterminazione, aspirava ad uno statuto che riguardasse solamente la provincia di Bolzano, senza il Trentino. Ora, con una Regione ridotta al lumicino, ed istituzionalmente umiliata, il gruppo linguistico tedesco si sente maggiormente

Ricordare l’Autonomia pensando all’Europa di Paolo Magagnotti Ogni anno la Provincia autonoma di Trento organizza in settembre la ”Giornata dell’Autonomia”. L’occasione è data dalla ricorrenza della firma dell’”Accordo De Gasperi-Gruber” per l’Alto Adige, avvenuta a Parigi il 5 settembre 1946 nell’ambito appagato, anche se non rinuncia a richieste per un’autonomia per il solo Sudtirolo. Al di là dell’importante significato storico che ha avuto l’Accordo De Gasperi-Gruber per rapporto alla concessione di una speciale autonomia di cui oggi godiamo, vorrei sottolineare in tale circostanza lo spirito di lungimirante valenza europea che è stato la base dell’trattato. Eravamo alla conclusione di un conflitto mondiale che aveva messo in ginocchio sia l’Italia sia l’Austria; i due rappresentanti di governo – Presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Alcide De Gasperi e ministro degli Esteri Karl Gruber - nel cercare a Parigi, fra molte umiliazioni internazionali, di trovare una soluzione per la popolazione di lingua tedesca

dell’ Alto Adige maltrattata dal Fascismo, hanno avuto la capacità, la determinazione e la lungimiranza di pensare ad una soluzione che, al di là del riconoscimento di diritti che erano stati calpestati e della previsione di nuovi poteri per un futuro migliore, potesse far crescere cittadini di lingua diversa in un’ottica europea. Una visione europea che, dati i tempi, non era da darsi per scontata; una visione che venne principalmente ispirata e sostenuta da Alcide De Gasperi, il quale ben conosceva il significato dell’incontro fra popoli diversi che egli aveva sperimentato come parlamentare del multietnico Impero austriaco. Sono di estrema attualità dichiarazioni rese da De Gasperi a Parigi qualche settimana

della conferenza di Pace. Tale accordo rappresenta l’origine dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige, con il quale “alle province di Trento e di Bolzano sono attribuite forme e condizioni particolari di autonomia”. dopo la firma dell’Accordo; dichiarazioni animate da uno spirito che oggi è purtroppo assente in molti uomini di governo dei Paesi europei chiamati a tracciare la via del nostro futuro in un mondo terribilmente incerto. “L’Alto Adige - disse De Gasperi parlando alla stampa il 7 ottobre 1946 - dovrà diventare un ponte e non una barriera tra due civiltà”. Ed aggiunse.” L’esperimento di una minoranza libera e garantita costerà qualche sacrificio anche l’orgoglio italiano, ma essere è fatto per la fraternità dei popoli”. Ecco il punto! La fraternità fra i popoli deve essere l’obiettivo per raggiungere il quale si deve poter rinunciare anche a qualche orgoglio nazionale, il che non significa evidentemente

rinunciare alla propria dignità e alla propria storia, bensì far convergere verso un’unità utile a tutti qualche rinuncia di parte. Questo lo spirito che dovrebbe reggere una nuova Europa che deve cresce oltre i confini nazionali. Purtroppo avvertiamo che appellandosi ad un malinteso ed anacronistico senso di sovranità nazionale vari politici rischiano di compromettere quell’unità europea che sola potrà consentirci di far fronte alle sfide epocali che toccano tutti noi. Nella ricorrenza del 30º anniversario della firma dell’Accordo di Parigi, il cofirmatario del trattato Karl Gruber mi rese una dichiarazione con la quale ha voluto sottolineare lo spirito di grande apertura con cui De Gasperi si adoperò per dare alle nostre

popolazioni uno strumento che servisse per farle crescere oltre gli angusti confini nazionali. “Il Presidente del Consiglio dei ministri Alcide De Gasperi – scrisse Gruber - ha definito sia l’Accordo sia le istituzioni autonomistiche stesse come segno precursore di un’autentica concezione europea. A questa linea ho dato di tutto cuore la mia adesione”. Questo fu lo spirito, l’animo e l’intento con cui questi due “galantuomini”, come li definì l’ambasciatore Nicolò Carandini che a Parigi seguì le trattative, decisero di mettere nelle mani delle nostre comunità uno strumento per un proprio futuro europeo. Certamente non è con lo stesso spirito che oggi, dopo oltre settant’anni, i nostri rappresentanti delle istituzioni autonomistiche hanno deciso di operare per la revisione dello statuto di autonomia: una consulta a Trento e una convenzione a Bolzano che a malapena hanno stabilito un dialogo.

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Comunità delle Giudicarie

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Intervista al Presidente della Comunità Giorgio Butterini sulle opere pubbliche in Giudicarie

Strategico il collegamento con Brescia e le due circonvallazioni Una delle competenze attribuite dalla Provincia autonoma di Trento alle Comunità di Valle riguarda la programmazione coordinata degli investimenti infrastrutturali all’interno dei rispettivi ambiti. Nella precedente legislatura questa istituzione definì insieme ai comuni la destinazione delle risorse inserite nel “fondo unico territoriale” (circa 18 milioni di euro), mentre nell’attuale, è stata chiamata a gestire il “percorso partecipativo”, propedeutico all’assegnazione del “fondo strategico” (quasi 6 milioni di euro). La progressiva contrazione delle risorse è dimostrata dal fatto che il budget destinato ai comuni da un quinquennio all’altro sia stato praticamente ridotto di due terzi: motivo per cui gli enti locali sono sempre più chiamati a individuare investimenti di oggettiva rilevanza e quindi a compiere scelte molto ponderate. È con questo spirito che la Comunità cerca di interpretare la propria funzione, promuovendo anche sinergie in fase di programmazione e finanziamento e coinvolgendo numerosi soggetti istituzionali, tra cui Provincia, Bim e Comuni: in questa fase sta infatti lavorando ad un articolato progetto che, in ragione appunto delle sopracitate partnership finanziarie, potrebbe determinare investimenti per circa trenta milioni di euro sul territorio giudicariese. Ad entrare nel merito di tale operazione, che è attualmente al vaglio degli amministratori locali e della Giunta provinciale, è il presidente Giorgio Butterini: “Stiamo cercando di fare fronte alle complesse contingenze del periodo, caratterizzato da una significativa riduzione delle risorse messe a disposizione dalla Provincia, stimolando in particolare gli enti sovraccomunali a pianificare investimenti condivisi e attingendo alle risorse derivanti dai canoni idroelettrici; in pratica, vorremmo finanziare opere stradali e strutture di valore nevralgico anche in funzione dello sviluppo economico, replicando e integrando il modello già collaudato per la realizzazione della rete ciclopedonale giudicariese, finanziata appunto in partnership dalla comunità, dai Bim e dalla Provincia, con un investimento complessivo superiore ai 12 milioni di euro”. Come sono state selezionate tali opere? “Come ho avuto modo di ribadire più volte, la nostra mission istituzionale e politica è quella di dare voce ai 25 comuni giudicariesi, ma nel contempo, stimolarli anche alla concertazione, quindi ogni scelta deve essere frutto di un lavoro di raccordo con le istituzioni sovraccomunali, ma anche e soprattutto con i sindaci, che hanno l’onore e il dovere di rappresentare tutti i cittadini”. Sta incontrando delle difficoltà a coordinare un così elevato numero di soggetti istituzionali? “Naturalmente condividere e sviluppare un progetto tanto complesso e ricco di contenuti richiede molte energie ed è normale che la sua concretizzazione sia anche subordinata ad un’intensa dialettica tra gli amministratori, non priva di espressioni critiche. Tuttavia ritengo che la stragrande maggioranza dei sindaci, abbia recepito la filosofia della proposta e ne condivida le finalità: ora sta anche alla Provincia legittimare questo percorso, con un’integrazione del budget messo a disposizione delle Giudicarie, in conseguenza degli sforzi che sta facendo il territorio anche su opere di competenza appunto provinciale come quelle viabilistiche”. Che significato attribuisce all’eventuale realizzazione di questo piano? “La Comunità di Valle, in quanto tale, ha il dovere di pianificare azioni volte a rendere sempre più coeso il territorio, favorendo l’integrazione dei quattro ambiti, ma anche di promuovere politiche innovative sotto il

profilo metodologico. La proposta in discussione, per spirito e contenuti, insegue la logica della razionalizzazione e della reciproca responsabilizzazione e questo costruirebbe già un risultato apprezzabile. Ma siamo all’inizio di un percorso, non ancora depurato completamente dai particolarismi, che deve invece portare non solo gli amministratori, ma anche i cittadini a maturare scelte coraggiose, ponde-

rate, “prioritarie”: in prospettiva auspico infatti che una parte delle risorse derivanti dallo sfruttamento dei territori, come i canoni idroelettrici, possano essere destinate sistematicamente ad alimentare importanti budget per la realizzazione di infrastrutture che risulteranno sempre più imprescindibili nell’ottica di garantire una vita dignitosa alle future generazioni; con orgoglio ricordo di aver

attivamente partecipato qualche anno fa a incontri finalizzati alla realizzazione del tratto Ponte - Re Idro, un’opera di imminente realizzazione, che migliorerà sensibilmente il collegamento tra le Giudicarie e la Provincia di Brescia. Personalmente, rinuncerei a realizzare infrastrutture per qualche anno, destinando le risorse alla costruzione di collegamenti verso i grandi centri: per coerenza e opportunità ritengo che dovremmo concentrare le energie per finanziare l’ulteriore tratto di strada che collega Idro a Ponte Caffaro, un’arteria di nevralgica importanza per la nostra economia, utilizzata principalmente dai Giudicariesi per raggiungere Brescia e quindi la rete autostradale, ma anche da decine di migliaia di turisti provenienti dalla vicina Lombardia. In maniera del tutto analoga rimangono prioritarie le due circonvallazioni di Pinzolo e Comano, dove nei periodi turistici, in particolare, la situazione è oggettivamente insostenibile. Chissà che questo “patto” con il territorio e la Provincia non possa costituire l’embrione per iniziative di futura rilevanza strategica”. (r.g.)

2a edizione del Trentino Food Festival con otto eventi gastronomici

Siamo alla seconda edizione del TRENTINO FOOD FESTIVAL, sapori e tradizioni delle Dolomiti di Brenta – evento gastronomico che può vantare il simbolico riconoscimento del bollino Unesco – nato con l’intento di riunire i singoli appuntamenti già esistenti sul territorio e in calendario dal 28 agosto al 12 novembre 2017: Giovenche di Razza Rendena (28 agosto 3 settembre - Pinzolo); Antichi Sapori di Rendena (10 settembre - Caderzone Terme); Mondo Contadino (23-24 settembre - Roncone di Sella Giudicarie); Ecofiera di Montagna (6-7-8 ottobre - Tione di Trento); Festival della Polenta (7 e 8 ottobre - Storo); Festa della Patata (27-28-29 ottobre - Campo Lomaso); Sagra della Ciuìga (3-4-5 novembre - San Lorenzo in Banale) e Festa della Noce del Bleggio (11-12 novembre – Cavrasto). Un ambiente affascinante tanto da ottenere l’attenzione Unesco sia per quanto concerne le Dolomiti di Brenta sia per quanto riguarda la Biosfera che abbraccia le Giudicarie e la zona di Storo, nella Valle del Chiese. TRENTINO FOOD FESTIVAL nasce, su spinta della Comunità delle Giudicarie, come

aggregatore di eventi con l’intento di unire e promuovere il viaggio nei quattro ambiti delle Giudicarie attraverso appuntamenti selezionati: dalla Val Rendena verso la Valle del Chiese, per poi ripartire dalla Busa di Tione ed arrivare, in autunno inoltrato, nella zona delle Terme di Comano. Un variegato percorso legato alla tradizione alimentare di questo incantevole ambito montano del Trentino, a ridosso delle Dolomiti di Brenta, che porta alla scoperta del ricco paniere di prodotti caratteristici locali, della cultura gastronomica, dell’agricoltura e dell’allevamento di questi luoghi, frutto di un singolare incontro tra uomo e natura. La laboriosità della gente locale ha modellato l’ambiente: prati, pascoli, vigneti, frutteti e le coltivazioni di lamponi, fragole e seminativi, sono i numerosi, variopinti e multiformi tasselli del mosaico che compone l’agricoltura delle Giudicarie. Un tratto comune lega le produzioni di questa terra, il filo antico di una produzione frutto di un armonico incontro tra uomo e natura; una naturalità dei processi che l’intervento umano, coadiuva-

to da avanzate tecnologie può solo esaltare.

Come ricorda il presidente Giorgio Butterini “la Comunità di Valle delle Giudicarie ha indicato tra i propri obiettivi strategici l’integrazione tra i vari ambiti locali e lo sviluppo turistico. Trentino Food Festival è nato dalla volontà di valorizzare lo straordinario patrimonio naturalistico e storico culturale locale, mettendo in rete alcuni tra gli eventi più rappresentativi del territorio e caratterizzati dalla prerogativa di far conoscere prodotti tipici e tradizioni. Come già sperimentato lo scorso anno per la prima edizione, le manifestazioni sono state selezionate in relazione a criteri specifici: si tratta innanzitutto di eventi già consolidati che rappresentano tutti gli ambiti delle Giudicarie e pongono specifica attenzione alla componente enogastronomica, vero trade-union della kermesse”. Come rimarca l’Assessore al Turismo della Comunità delle Giudicarie, Roberto Failoni, “Trentino Food Festival costituisce, tra l’altro, un’opportunità per far incontrare la gen-

te giudicariese, incentivando quello spirito di appartenenza e quell’unità che risultano essenziali per la valorizzazione della nostra terra, oltre ad essere un potenziale “prodotto” per lo sviluppo turistico”. Su volontà della Comunità delle Giudicarie inoltre, in cinque di questi appuntamenti (Giovenche di razza Rendena, Mondo Contadino, Ecofiera di Montagna, Festival della Polenta e Festa della Noce) vi sarà la presenza della Condotta Slow Food Giudicarie, che tratterà tematiche legate alla promozione e alla salvaguardia delle biodiversità alimentari, puntando ad approfondimenti tematizzati legati naturalmente o comunque attinenti ai temi principe di ogni evento.


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Economia

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Qualche passo indietro: a marzo il presidente del Consorzio Mauro Povinelli rassegnò le dimissioni per incompatibilità e divergenze con i vertici di Latte Trento, per “il disaccordo ripetutamente manifestato da parte della presidenza e della direzione di Latte Trento riguardo all’attività di promozione inerente il progetto di valorizzazione della Spressa dop finanziato congiuntamente dal Bim del Sarca-Mincio-Garda e dal Bim del Chiese”. Da qui si sono susseguite tante voci ma soprattutto il passaggio della presidenza al vice di Povinelli (il quale rimane comunque socio produttore del Consorzio), Alberto Ferrari, che rimarrà in carica fino al prossimo anno quando nel 2018 si arriverà a scadenza del consiglio. A lui qualche domanda per capire, al di là di voci e chiacchiere, come vanno le cose per la Spressa. Perché la scelta di spostare la sede a Trento? Intanto si tratta della sede legale, che già prima era a Fiavè dove è sempre stata e non a Giustino dove abbiamo il caseificio e la produzione. A Fiavè Latte Trento lascia lo stabilimento quindi dovevamo trovare un’altra sede e visto che gli adempimenti burocratici e amministrativi sono sempre stati in capo a Latte Trento abbiamo deciso di mettere

Produzione nel caseificio di Giustino, ma sede legale spostata nel capoluogo

La Spressa Dop al secondo anno del progetto di valorizzazione Ventiquattro soci allevatori e produttori di latte, un socio trasformatore che è Latte Trento e il progetto di lanciare un formaggio, la Spressa Dop delle Giudicarie, e con essa un territorio intero. Nel 2004 è arrivato il riconoscimento Dop e questo è anche l’anno di nascita del Consorzio che è strumento obbligatorio e necessario per le Dop, con il compito preciso di tutelare (nel senso di lì la nostra sede legale. Non è, e ci tengo a sottolinearlo, una scelta politica, ma semplicemente di opportunità, comodità e praticità: essendo solo la sede legale non abbiamo trovato problemi. La produzione e la sede operativa della Spressa rimangono nel caseificio di Giustino, come la Dop rimane legata a questo territorio. Peraltro è impensabile una produzione fuori da qui, lo prevede il protocollo della Spressa Dop, quindi non c’è da avere nessun timore che la Spressa se ne vada dalle Giudicarie o cose simili.

La seconda modifica allo statuto che avete introdotto è l’introduzione delle “quote rosa”. Una rivoluzione per il mondo agricolo? Non cambia molto nemmeno qui, nel senso che gli eletti sono i soci, di qualunque genere siano. La modifica allo statuto si è resa necessaria da una richiesta del Ministero dell’agricoltura che ha messo mano a tutti gli statuti e nel nostro non era prevista l’attenzione alla parità di genere, quindi l’abbiamo dovuta inserire. Che poi non sono tecnicamente quote rosa,

contrastare uso improprio del nome e contraffazioni) e promuovere il prodotto. E’ stato un anno turbolento per il Consorzio e a rinfocolare le polemiche lo spostamento della sede legale e amministrativa a Trento: il trasferimento da Fiavè a Spini di Gardolo, in via Monaco 5, è stato votato dal Consorzio che ha dovuto, per consentire il passaggio, operare una modifica statutaria. ma si parla di rappresentanza del genere meno rappresentato, quindi nei fatti più debole. Che nel nostro caso sono le donne. Era una modifica da fare entro fine agosto con assemblea straordinaria e la presenza del notaio, quindi abbiamo messo assieme le due modifiche statutarie e proceduto a farle entrambe. Come procede il progetto Spressa? La buona notizia è che le vendite stanno andando meglio dello scorso anno, quando eravamo obiettivamente rimasti un po’ delu-

kkk

si visto il grande impegno promozionale che si era messo in campo. Il Consorzio continua con il progetto triennale finanziato dai Bim del Chiese e del Sarca e iniziato lo scorso anno. Quest’anno, oltre alla promozione nelle Fiere, le attività portate avanti direttamente dal Consorzio sono realizzate in valle, il resto se ne occupa Latte Trento che porta il prodotto anche in fiere fuori confine. Quest’anno il focus, oltre alla partecipazione a fiere ed eventi che rimane, è la divulgazione nelle scuole del prodotto Spres-

sa, della sua produzione, del legame con il territorio all’interno negli istituti scolastici all’interno della vallata. I rapporti con Latte Trento? Sono come devono essere. Per dire, e anche rassicurare ancora sullo spostamento della sede legale che non ha nulla di politico, Latte Trento sta lavorando per portare i magazzini di stagionatura che prima erano a Fiavè, qui nel caseificio di Giustino. Si stanno adeguando gli impianti per la stagionatura in queste settimane nel nostro stabilimento produttivo per arrivare pronti alla ripresa della produzione che, come prevede il disciplinare, è comunque ferma da giugno a settembre.


Economia Le quattro giornate che si terranno il primo lunedì dei prossimi quattro mesi e precisamente il 4 settembre, il 2 ottobre, il 6 novembre e il 4 dicembre a cura dell’Agenzia del Lavoro, sono strutturate con momenti informativi per aziende e lavoratori, momenti di raccolta delle idee e riunioni pubbliche dedicate alle opportunità che offrono alcuni settori a partire dall’agricoltura innovativa, alla green economy, all’informatica e le telecomunicazioni. La filosofia che ispira quest’iniziativa inverte, da passiva in attiva, l’azione della programmazione istituzionale impostando una prospettiva settoriale come richiede una moderna analisi economica. Mentre fino agli anni Ottanta l’economia veniva distinta in modo molto semplice tra primaria (agricola), secondaria (industriale) e terziaria (servizi) oggi questo schema non funziona più perché anche in una valle montana come la nostra i settori attivi spaziano dalle costruzioni all’auto, dai servizi finanziari come banche e assicurazioni ai media, dalla produzione industriale al commercio al dettaglio alla produzione ortofrutticola, dai servizi pubblici alle utilities. La forza e il futuro di un’economia oggi si valuta a partire proprio dall’analisi, settore per settore, del numero degli occupati, del fatturato, dell’efficienza economica, della ricchezza prodotta. Mentre per alcuni decenni il ciclo economico trainava l’economia e l’Agenzia del Lavoro doveva aiutare soprattutto gli occupati più deboli, oggi si deve analizzare attentamene lo stato dell’occupazione settore per settore e poi valutare su quali investire per far ripartire un nuovo ciclo economico che possa gradatamente occupare invece i giovani, spesso laureati, che sono diventati i nuovi soggetti deboli. Per far tornare a crescere l’occupazione è fondamentale investire nei settori economici in fase di espansione rispetto a quelli

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Un tavolo delle idee per ragionare di occupazione ed economia di Marco Zulberti L’iniziativa dell’amministrazione del Comune di Storo sull’apertura di un “Tavolo delle idee” dedicato all’occupazione e all’economia riempie responsabilmente un vuoto sulla pianificazione necessaria oggi per affrontare le profonde trasformazioni che sta subendo anche la nostra economia di valle montana. L’amministrazione afche stanno contraendosi. Ma quali saranno le idee corrette? Come valutarle? Questa appare la sfida lanciata dal “Tavolo delle idee” che però per essere veramente efficace nella selezione dovrà fondare la sua azione sulla conoscenza dello stato sia passato che attuale dell’economia valutandone i potenziali cambiamenti nel futuro. Ma come facciamo a valutare? Qual è oggi la situazione economica settore per settore in Trentino, in Giudicarie e più nello specifico nel comune di Storo dove è partita l’iniziativa? Su questo tema si sono concentrate negli anni scorsi alcune ricerche avviate proprio dalla Comunità delle Giudicarie in collaborazione con l’Agenzia del Lavoro di Tione e lo scrivente questo pezzo. Attraverso i dati presenti nel Rapporto annuale sull’Occupazione dell’Agenzia del Lavoro, quelli riportati sul sito Statistica della Provincia di Trento e i dati di fatturato, si è cercato di valutare la situazione attuale della situazione economica sia provinciale che per le singole Comunità. Sono emersi notevoli problemi, innanzitutto per selezionare i dati e creare le serie storiche sull’occupazione dagli anni Ottanta ad oggi, poi nell’incrociare i dati degli occupati settore per settore in base al PIL. A livello di-

saggregato per Comunità, fino a pochi anni fa non era ancora possibile creare una visione d’insieme. Su questo piano il “Tavolo delle idee” ideato dal comune di Storo appare sicuramente innovativo e coinvolgente nelle sua finalità, ma può risultare più forte se punta ad abbracciare l’intera Val del Chiese, anch’essa vista come un’anima della Comunità della Giudicarie. Un piano agricolo forte con a capo Agri Novanta deve poter abbracciare anche i comuni di Borgo Chiese e Pieve di Bono, un piano dei trasporti deve coinvolgere

ferma di essere stata stimolata dalle proposte emerse sia a livello istituzionale, come aziende e associazioni di categoria, che a livello di singoli cittadini, orientate a riflettere sulla sostenibilità dello sviluppo economico locale. I Tavoli saranno aperti a tutta la popolazione e a quanti vorranno collaborare con l’intenzione di aprirne altri. la rete viaria da Brescia fino a Madonna di Campiglio, con nuovi tunnel con la Val di Ledro e Val Vestino deve essere pilotato dalla Provincia, un piano turistico che valorizzi la nascita di un Parco Fluviale del fiume Chiese deve partire dalla Val di Fumo e giungere fino al Lago d’Idro. La costruzione di infrastrutture che colleghino l’alta montagna al fondo valle come in Svizzera, pensiamo ad esempio ad una cremagliera che colleghi il Castello di San Giovanni con il lago a Baitoni o che colleghi il Castel Romano con il fondo valle richiedo-

no condivisioni a livello di Comunità di Valle. Ma altre idee potrebbero riguardate altri settori strategici come i consorzi fondiari di bonifica, i consorzi irrigui, un piano di urbanizzazione di tutti i siti montani come in Alto Adige. La valorizzazione dei borghi tramite eventi e i percorsi museali, l’istituzione di spazi pubblici estivi per le feste con le Ratkeller e le Biergarten, come accade nel mondo tedesco e così via. Dopo la fase di eccessiva fiducia nelle “leggi” del mercato dove in ogni comune si voleva il campo di calcio, la zona industriale, la zona

artigianale e anche l’albergo turistico, innescando doppioni e sprechi, ora la politica deve rispolverare i vecchi concetti di pianificazione che un liberismo senza freni aveva troppo presto messo da parte, fiducioso che il mercato avrebbe arricchito tutti i partecipanti. Invece oggi si scopre come il ruolo dei mercati senza regole, compresi quelli su Internet, finiscono con il concentrare la ricchezza nelle società più efficienti e non sempre rispettose dei contratti di lavori dei dipendenti. Dotarsi di una visione economica più allargata e unitaria permetterà al meccanismo di innesco delle proposte di evitare l’improvvisazione e di calare ogni idea in un percorso amministrativo naturale e giustificato.

Le prossime date degli “Opportunity Days

Le prossime date degli “Opportunity Days”: 2 ottobre, 6 novembre, 4 dicembre. Il programma delle giornate: - Dalle 16 alle 19 sarà aperto uno sportello personalizzato presso il municipio a cura di operatori dell’Agenzia del Lavoro e del Centro per l’Impiego di Tione per presentare servizi e strumenti a supporto di occupabilità e occupazione per lavoratori ed aziende: servizi di orientamento e inserimento lavorativo, incentivi all’assunzione, opportunità formative per lo sviluppo professionale, meccanismi di staffetta generazionale ed servizi integrati per le aziende, fra cui l’incontro domanda-offerta per la ricerca di personale. Si tratta di opportunità di cui si può beneficiare facendo riferimento anche al Centro per l’Impiego di Tione di Trento. - Dalle 20.30 alle 22 presentazione pubblica di approfondimento dei temi presentati negli sportelli po-

meridiani per cittadini ed aziende, sempre presso il Municipio di Storo. Verranno approfonditi, di volta in volta, strumenti e servizi del Piano operativo dell’Agenzia del lavoro. - Dalle 17 alle 20: attivazione dei “Tavoli delle Idee” con Trentino Sviluppo: chiunque (singoli cittadini, professionisti, aziende, associazioni) fosse interessato a condividere idee e proposte legate allo sviluppo locale potrà partecipare a questi momenti di confronto. Inizialmente ne saranno attivati tre sulla base degli input raccolti e a quanto emerso in occasione delle due edizioni della Fiera del Lavoro, oltre che in considerazione delle opportunità e delle disponibilità segnalate al Comune. I Tavoli individuati riguardano: agricoltura innovativa, green-economy, informatica, telecomunicazioni e attrazione d’impresa. Le iniziative sono aperte a tutti, gratuite e senza prenotazione.

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Attualità

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Al via i lavori del centro di aggregazione21 giovanile di Pieve di Bono- Prezzo

Porto franco

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contro la Democrazia Cristiana. Ora ha assorbito i toni, le forme, il linguaggio di un partito moderato che con garbo e furbizia mette un po’ in penombra i cappelli piumati e si inserisce delicatamente nelle pieghe di quell’intellighenzia democristiana, che dietro le quinte consiglia e suggerisce. Non sappiamo, oggi come oggi, se vincerà Rossi o Mosna, ma unoarchitettonico o l’altro una cosa è opo molta attesa, dovuta anche a qualche ri- fusione con il Comune di Prezzo, si era rivolto per la to alvinca livello certa: la leadership politica e tardo burocratico dilatato dai successivi ri- gestione della gara, con la formale consegna dei la- dell’arch. Michele Bertaculturale del Pd anche in Trencorsi all’aggiudicazione dell’appalto da parte vori alla ditta Ediltione Spa di Tione di Trento sono gnolli. Nella nuova struttudi Ettore Zampiccoli tino è ormai agli sgoccioli. dell’Agenzia per gli appalti e contratti della Provin- iniziati i lavori per la realizzazione del nuovo Centro ra verranno realizzati spazi Parliamo naturalmente del Pd di Luigi Pintor, già direttore del Manifesto una quindicina di sta rafforzando negli osservatori e nei politologi la convinziocia, cui l’ex comune di Pieve di Bono, prima della di aggregazione giovanile della Valle del Chiese. e laboratori a disposizione una volta, non di quella Cosa anni fa scriveva con una certa soddisfazione “non moriremo ne che “moriremo democristiani”. Non che, tutto sommato, dei gruppi giovani del Chieche verrà dopo l’innesto di pendemocristiani”. Invece in questo autunno dorato e incerto si mi dispiaccia ma vediamo di capire il perché. questa scelta, inserendo il se, una sala teatro polifunsiero dei nuovi rampolli. progetto tra quelli finanzionale con circa 200 posti maggioquello di comunista doc, vetero quali scenari nuovi si apriranno. Zeni un giovane promettente tanto Mosna, il candidato presi- Magari nella prossima ziati dall’assessorato alle e, in uno spazio autonomo o neo che sia. Anzi il suo modo Certo non potranno ribattezza- che ha dimostrato di sopporta- dente delle liste civiche di cen- ranza ci potrà essere anche il consiaun ricavato nel seminterrato, Pd, peraltro con la generazione di proporsi, di argomentare, la re il PD Democrazia Cristiana re malamente le liturgie dellapolitiche tro, magiovanili, non pensiamo un nonuova, ma attesa non potrà pesare più sua spavalderia ricorda più il ma sicuramente vi metteranno sinistra, Alessandro Andreat-contributo stalgico del unico e la di altrettanto chepensiero si affianca nuova tanto, né tantomeno berlusconismo che il bersani- dentro contenuti, modi di fare, ta di sicura fede cattolico/de-allesinistra, partito della risorsedelstanziate dalspesa sede di della Banda Musicaleseccare tanto ililmanovratore smo a perdere. E non a caso lo atteggiamenti e ragionamen- mocristiana, senza parlare delcomune pubblica, dell’idea che lae Prodi Pieve di Bono PievepiùdidiBono; tutto cir- perché altrimenti ci sarà sempre la stesso Renzi ha detto che Ber- ti che con la vecchia e ormai parlamentare Tonini, tanto perdal vincia deve essere che ovunque Bim del Chiese, ne ed condato da un ampio parco riserva del centro campo, quella sani è ormai “spompo”. Ebbene spompata sinistra avranno ben fare qualche nome. E’ una ge-ha riconosciuta insinuarsi dappertutto togliendo la valenza che consentirà di svolgere nerazione che sta cambiando la spazio al cittadino, al privato, di Grisenti e compagni. questi nuovi e giovani protago- poco a che fare. sovracomunale. La dura- attività ludico/ricreative nisti stanno mettendo alle corde A ben guardare questo proces- pelle di quel che po’ che resta al professionista. Grisenti è di Democristiani si nasce, non si ta dei lavori, così come e culturali E’ quelall’aperche non ha cachi bene o male ha tentato di in- so è in atto, silenziosamente, del Pd. Ma le situazioni più in- scuola democristiana e lo di- diventa.anche previsto dal contratto di to. Quale completamento terpretare in questi anni la Pre- anche a Trento. Vediamo un teressanti si ritrovano al centro, mostra, tra l’altro, la caparbie- pito il Pd nel momento in cui 551 dalle e perhafavorire in perso lel’accesso radici inseguendo miata Ditta: Bersani sta facendo paio di situazioni. Nel Pd della quell’ampio bacino che – comeappalto, tà conè lastimata quale è in risorto giorni. Le varie fasi della sicurezza al centro di agla fine che farà, Barca si è perso vecchia guardia - non ci rife- una vecchia e cara mamma sue difficoltà. Viola pure con battaglie di retroguardia e perquella gregazione, verrà alla fine dendo vent’anni a combattere nelle nebbie dell’ideologismo riamo al dato anagrafico - chi – è sempre pronto ad accoglie-progettazione, l’aggravante didaessere fervido Berlusconi, vuoto e un po’ snob, degli altri resta? Pinter ormai appare di re tutti. E in questa area che sipreliminare seguace della Compagnia a quella ese- delle ridisegnato, nellaanziché forma pensare e rinnovarsi. così mentre di sicura matrice e pensiero co- fatto archiviato, il buon Pacher giocheranno i destini futuri delcutiva, Opere. E Rossi? vi pare che sono stateMacurate neglia spazi, ancheEl’ampio munista o post comunista non con stile e tempismo ha deciso Trentino e che potrebbero riser-dallo il Patt sia didi sinistra. Ai tempi parcheggio di Bersani combatteva studio ingegneria antistante il Cavaliela re i giovani democristiani, si parla nemmeno più. C’è da di abbandonare la barca, Nico- varci inattesi scenari. quell’indomito combattente e architettura Eng Group che struttura. I lavori si con- zitti zitti, piano piano, come novelli giurarci ma, dopo il congresso, letti si è già perso nelle nebbie Infatti dicano i lettori che diffe-Srl era EnricodiPruner il Patt era di Pieve Bono-Prezcluderanno entro la primail trio Letta-Franceschini-Ren- romane. Poi ci sono i giovani renza fa tra un Grisenti e Viola capace di battaglie memorabili cuculi, volavano nel nido del Pd zione idonea per poterne dei gruppi giovani del- La Provincia Autonoma zo a firma dell’Ing. Sandro vera 2019. zi prenderà definitivamente in rampanti. Olivi, più vicino a da una parte e un Rossi dal- sia contro la sinistra, in nome deponendo le loro uova, che ora fruire ilalpartito meglio da parte valle Chiese. TrentoNon ha conosciamo poi avvallato con ile supporMarco Maestri si sono schiuse. Marangoni chedel a Marx, Luca di l’altra. mano e allora chissà l’intera di Dio Heimat Famiglia, sia più diTagliaferri,

Il vecchio detto torna puntualmente di moda

L’opera sorgerà nell’area a Creto, nel Comune di Pieve di Bono-Prezzo, adiacente al municipio, dove A Roma come a Trento ci sono si concentrano anche gran striscianti, ma non troppo, fenoparte dei servizi pubblici e meni e processi evolutivi che privatiarivolti alla portano dire che tracomuniqualche tà e nella quale, negli anni mese i democristiani, quelli di Cinquanta, era stata coseconda o terza generazione, struita inlamano scuola materna avranno le carte buone e “Alimonta”. potranno giocare una partita impensabile fino a poco Un’importante ed tempo attesa fa.opera Il tuttoche deriva dal lentolalogoprevede deramento dellae Premiata Ditta, molizione ricostruzione ovvero il PD delesistente, dopo Bersadell’edificio per ni che – sia ben chiaro – non un investimento di circa 3 sta chiudendo ma sicuramente milioni di euro contratsta cambiando gli (il azionisti di to per i lavori ammonta maggioranza e forse anche laa 1.948.005,19). La stessa ragione sociale. Basterebbeera stata ideata e condiro tre nomi per far capire cosa visa con il Piano sta succedendo nel Pd:Giovani Enrico Letta, e Renzi. Valle Franceschini del Chiese nel lonI tano primi 2007, due vengono di fatto individuando dal vecchio Partito del popolare di nella centralità comuMartinazzoli dna della ne di Pieve ed di ilBono, che democristrianità l’hanno nel ha messo a ce disposizione sangue e nel linguaggio. Renzi, gratuitamente l’aera per la pur essendo nato in terre rosse, realizzazione, l’ubicahasua tanti risvolti ma non certo

Moriremo democristiani D

Spesa per 3 milioni di euro

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Il grande ����������������������������������� ������������������������������� ������������������������������������� �������������������������������

LA FORZA DELLA CONCRETEZZA

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Speciale Ecofiera

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Fra le novità per le celebrazioni anche un settore dedicato alle tecniche di compostaggio

Ecofiera di Montagna fa 18 anni Ritorna per tre giorni, dal 6 all’8 ottobre 2017, l’appuntamento con Ecofiera di Montagna, che quest’anno festeggia 18 anni. In questi anni la manifestazione si è sempre evoluta, sia nelle dimensioni fisiche, che di qualità della proposta e La rassegna, organizzata dal Comune di Tione in collaborazione con il Comitato Fiere ed il Consorzio per il Turismo Giudicarie Centrali, si terrà, quindi, nei giorni di venerdì 6, sabato 7 e domenica 8 ottobre con orario di apertura al pubblico dalle ore 14.00 alle 20.00 venerdì, dalle 09.00 alle 20.00 sabato e dalle 09.00 alle 19.00 domenica, mantenendo, come da tradizione, l’ingresso gratuito. La fiera sarà suddivisa anche quest’anno in diversi settori: Agricoltura di montagna; Sviluppo sostenibile; Fonti alternative; Risparmio energetico; Bioedilizia; Eco-arredo e design; Artigianato; Prodotti tipici; Produzioni biologiche; Ristorazione

giudicariese; Agriturismo; Attività tradizionali della montagna; SportNatura; Salute e benessere. Sono 14 settori tematici, distribuiti in 4 padiglioni coperti, per un totale di circa 3.000 mq, e in 8.000 mq di aree esterne, disposti lungo il viale principale della borgata di Tione, che permettono ad ogni visitatore di trovare il suo settore, le sue passioni, le curiosità e le novità per la sua professione ed il suo tempo libero. Davvero numerose saranno le novità che animeranno questo importante traguardo di Ecofiera, sia dal punto di vista espositivo che per quanto riguarda le attività collaterali. Mille spunti utili ed interessanti, un contenitore di

idee originali, accattivanti, per tutti i gusti. Nuove iniziative, mostre collaterali, convegni, incontri culturali e musicali, spettacoli per bambini, laboratori, animazioni ed esibizioni dal vivo. Una delle novità in linea con l’impronta che Ecofiera di Montagna ha lasciato in questi anni pensata per coronare la 18^ edizione sarà un’ampia area espositiva dove verrà presentato e mostrato un metodo innovativo di compostaggio attraverso microrganismi che lavorano in un compostatore. In natura la sostanza organica prodotta e non più “utile” alla vita (foglie secche, feci, spoglie di animali, ecc.) viene decomposta dai microrganismi presenti nel

terreno che la restituiscono al ciclo naturale. Le componenti meno degradabili rimaste costituiscono l’humus, prezioso per la crescita di altri vegetali. L’humus può essere considerato una vera e propria riserva di nutrimento per le piante assicurando la fertilità costante del suolo. Con il compostaggio si imita, riproducendoli in forma controllata e accelerata, i processi che in natura riconsegnano le sostanze organiche al ciclo della vita: un perfetto riciclaggio dei rifiuti organici. In altre parole, il processo per creare il “compost” è copiato dalla natura. Gli scarti organici costituiscono un terzo dei rifiuti cittadini; recuperar-

ormai rappresenta un appuntamento autunnale irrinunciabile sia per gli espositori sempre in crescita, che per i numerosi visitatori che nell’ultima edizione erano oltre 30.000, provenienti da tutto il nord Italia e non solo.

li e trasformarli in compost – un concime naturale – consente di ridurre l’uso di fertilizzanti chimici e contrasta il progressivo impoverimento del suolo. Con il compostaggio vo-

gliamo imitare, riproducendoli in forma controllata e accelerata, i processi naturali che trasformano la sostanza organica in humus. Il processo per creare il compost è copiato dalla natura.

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A Ecofiera Francesca Negri, star di “Detto Fatto”, e le prelibatezze dell’Alta Formazione dell’Enaip di Tione

L’alimentazione fra moda, gusto e costume Torna il padiglione dedicato all’hobbistica Personaggio vip che parteciperà ai 18 anni di Ecofiera è la nota scrittrice Francesca Negri, la wine tutor di Detto Fatto 3, il programma del pomeriggio di Rai 2 condotto da Caterina Balivo. Dice di se stessa: “Sono una pasionaria. Di vino e di cucina. Di tacchi a spillo e di vestiti. Della carne che cuoce sulla brace e del rito magico delle tagliatelle fatte in casa. Delle mille storie che ti racconta un vino e dei ricordi che ci puoi nascondere dentro. Dei filari di vigne immersi nella luce calda dell’imbrunire, con tutta la loro poesia. Della vita.” Una presentazione che è una promessa di allegria e spensieratezza, parlando dei piaceri della vita. In Ecofiera Francesca Negri presenterà due dei suoi libri: il primo libro tratta di un prodotto locale: “Oro giallo. Farina di mais: dalla polenta al gelato”. Dopo l’esperienza

gastronomica di un bel piatto di polenta carbonera, domenica pomeriggio sarà possibile continuare questo delizioso percorso di gusto avviato con la presentazione del libro Inoltre l’autrice parlerà anche di “Tutta colpa di un Ruinart Rosé” la sua ultima fatica. È un romanzo d’amore a colpi di calici e ricette irresistibili. Ma l’attenzione alla gastronomia che Ecofiera riserva al suo pubblico passa anche per la “Strada dei Sapori”, che amplia l’offerta gastronomica con alimentazione e produzioni alimentari del territorio. A dare slancio a questo specifico contenitore della fiera anche appuntamenti di “Alta Ristorazione in Ecofiera”, durante i quali la scuola alberghiera di Tione proporrà delle vere e proprie opere d’arte per il palato. Da non dimenticare i momenti enogastronomici, dai

ristoranti giudicariesi che anche quest’anno propongono i menù Ecofiera, ai “Sapori e Momenti in Fiera” nei quali alcuni selezionati produttori trentini presentano le eccellenze enogastronomiche del territorio, che conservano e tramandano antiche tradizioni. Altro tema di grande attualità che sta spopolando nelle tendenze per il tempo libero è il grande mondo dell’hobbistica, alla quale Ecofiera dedicherà un padiglione: uno spazio dedicato alle piccole realtà di artigianato locale, che potranno esporre e vendere i loro manufatti. Un’area dedicata alla creatività per tutti gli amanti dell’hobbistica e del fai-da-te, dove trovare prodotti originali e unici da acquistare, ma anche scambiare idee ingegnose con chi ha fatto della tecnica abbinata all’arte di arrangiarsi un mestiere.

Gente di Ecofiera Verrà inaugurata presso la sala al piano terra del Municipio di Tione, sabato 7 ottobre alle ore 15.00, la più singolare e curiosa mostra di pittura che Ecofiera abbia mai ospitato: “Gente di Ecofiera”! Si tratta della collezione di 16 ritratti dipinti ad olio su pannello, in grande formato, “di gente speciale” che l’artista Pierluigi Dalmaso di Vallelaghi, grande estimatore e assiduo frequentatore della manifestazione, ha cercato, voluto e realizzato, per l’occasione dell’edizione che festeggia il 18° compleanno. La pittura di Pierluigi Dalmaso, molto conosciuta in Trentino per le molte esposizioni che l’artista ha tenuto negli anni, non è nuova in Ecofiera; si ricordano particolarmente le immagini nostalgiche di “C’era una volta”,

come quelle di “Autentico Trentino”. Non è passato inosservato anche il grandioso insieme ritrattistico dedicato ai componenti del gruppo micologico don Giovanni Corradi di Valdaone, presentato nello stand della mostra fungina del 2016. La sua ‘verve’ pittorica si esplica con tecnica figurativa piuttosto eloquente e lo stile sembra voler ribadire il segno della più riconosciuta classicità, anche se taluni estrosi trattamenti coloristici sfuggono a questo canone severo, per una disinvolta, quanto allegra modernità. “Gente di Ecofiera”, una proposta emozionata ed affettuosa di Pierluigi Dalmaso che siamo certi incontrerà prima la curiosità, poi l’entusiasmo di tante persone. Visitatela!

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Sul suo sedime, dopo la restaurazione asburgica, viene costruito nel 1904 il nuovo palazzo delle poste, tuttora adibito a quel servizio. Della chiesa settecentesca, autentico gioiello barocco, “una delle più ben tenute ed addobbate della città”, rimarrà a testimonianza solamente un anonimo arco di accesso ai depositi postali là dove si ergeva il leggiadro portale d’ingresso, trasmigrato a San Sebastiano di Folgaria ancora nel 1902. Preore riesce ad aggiudicarsi il pezzo più pregiato di quel doloroso smembramento, il maestoso altare maggiore progettato da Teodoro Benedetti ( Castione 1697-Mori 1783), architetto e scultore, esponente di spicco di quella scuola castionese che per due secoli ( XVII /XVIII sec.), tra controriforma e barocco, esporterà i magnifici marmi colorati della Valcaregna (Monte Baldo) in tutta la regione tirolese e nei territori finitimi. Carneri, Benedetti e Sartori, sono le dinastie di altaristi più famose provenienti dalle zone di Brentonico e Mori; le ultime due lasceranno tracce luminose pure in Giudicarie. Teodoro è figlio di Cristoforo Benedetti junior (Castione ? 1657ca. - Castione 1740), il più talentuoso di quella schiatta, autore, su commissione lodroniana, degli altari marmorei dell’ex chiesa di Santa Croce al Caffaro, collegata al palazzo Lodron, e delle statue di San Sebastiano e San Gerolamo, trasferite successivamente nel santuario mariano dell Madonna dell’Aiuto a Lodrone. Sempre a Cristoforo Benedetti viene attribuito l’altare maggiore della chiesa pievana di Santa Giustina a Creto (1713), pure in questo caso su incarico lodroniano. Per la cronaca, Cristoforo Benedetti è l’artefice, fra gli altri, della Colonna di Sant’Anna ad Innsbruck al centro della Maria Theresien Strasse, uno dei simboli del Tirolo (1706), dell’altare

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Arte

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Incursioni & Illuminazioni - Appunti sull’arte nelle Giudicarie

Da Rovereto a Preore: storia di un altare di Giacomo Bonazza L’altare arrivò a Preore “con carri trainati dai buoi da Rovereto per Riva - Varone - Tenno - Ballino - Lomaso e il passo del Duròn”. Era il 1851 e il prezioso manufatto andava a completare in maniera sontuosa la ricostruita chiesa di Santa Maria Maddalena, dopo la sua collocazione più a monte in seguito all’esondazione della Sarca del 1772 che aveva cancellato l’edificio antico. Probabilmente pochi tra i “vicini” di

Preore erano consapevoli del valore artistico di quell’acquisizione, dovuta alla messa all’asta degli arredi della chiesa della Visitazione di Rovereto, dopo l’infausta soppressione napoleonica (1811) della congregazione delle suore visitandine che l’avevano eretta fra il 1739 e il 1741, parte integrante di un più ampio monastero, a ridosso del centro storico cittadino, a metà circa dell’attuale Corso Rosmini.

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4 1 - Preore. Le statue dei santi vescovi Francesco di Sales ed Agostino di Domenico Molin 2 - Preore. L’altare maggiore di Teodoro Benedetti 3 - Preore. La pala di Gasparo Antonio Baroni Cavalcabò 4 - Rovereto. La chiesa della Visitazione demolita nel 1902 5 - Preore. Angelo, di Domenico Molin 6 - Spiazzo. Altare di San Giovavnni Battista di Giacomo Sartori

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maggiore del duomo della stessa città (1729), dell’altare della cappella del Crocifisso

nel duomo di Trento (16821687), del grandioso altare della pieve di Villa Lagarina

6 (1696), dell’altare maggiore della chiesa di Santa Maria delle Grazie di Arco (1710) su disegno di Andrea Pozzo, dell’altare maggiore della chiesa di Sant’Anastasia di Verona (1726). Di volta in volta collaborano alle imprese di Cristoforo, il padre Gia-

como, il fratello Sebastiano e l’inquieto figlio Teodoro. Giacomo Benedetti (Castione 1626 - ? 1707) è presente in Giudicarie nella chiesa di San Vigilio a Spiazzo, in quella che può essere considerata la sua prima opera documentata: l’altare di San

Giovanni Battista (1646), ovvero l’altare Todeschini, dal nome del committente, un felice alternarsi di marmi bianchi e neri, secondo i modelli veneziani portati in Trentino dai Carneri. Teodoro, quello di Preore, non è inferiore ai suoi predecessori in quanto ad abilità artistica, dimostrando, al contrario, una disastrosa incapacità organizzativa ed imprenditoriale. Suoi sono pure i magnifici altari maggiori di Calavino (1736), della Chiesa dei Domenicani di Bolzano (1744), della chiesa di Santo Stefano di Mori (1745), del Duomo di Bressanone (1753) e quello della Madonna dell’Aiuto in San Marco a Rovereto (1741). Per la decorazione scultorea l’architetto castionese si avvale di Domenico Molin (1691- 1761), un eccellente scultore della Val Badia che riesce ad armonizzare nella sua plastica l’elemento nordico con quello italiano. Ne sono esempio altissimo e i fregi, gli angeli della cimasa e le statue dei santi vescovi ( Sant’Agostino e San Francesco di Sales ) che contornano l’altare preorese, nel quale viene incastonata nel 1746 la stupenda pala del pittore Gasparo Antonio Baroni Cavalcabò (Sacco 1682- Villa Lagarina 1759), uno dei più importanti artisti del Settecento roveretano, raffigurante appunto l’episodio evangelico della visita di Maria alla cugina Elisabetta, emblema della spiritualità delle Salesiane della Visitazione. L’illustre letterato Clementino Vannetti apprezzerà particolarmente quel dipinto: “ per l’invenzione della loggia, in cui S. Elisabetta accoglie la Vergine, per l’espressione delle due figure piene di gioia, per la distribuzione di vari angioletti che ne fan festa e spargono rose, per la fresca opacità d’un paesaggio, che scorgesi dai balaustri della loggia, e sopra tutto pei due lumi diversi, uno affatto di sole ch’esce da un uscio laterale, l’altro affatto di Paradiso che terso e trasparente qual vetro dalla Gloria discende. Che più? All’entrare in Chiesa si rimane colpiti; tanto più, che ad onta dei due lumi la massa tutta resta raccolta ed armonica, cosa in ver singolare”. Dell’altro grande altare castionese in Giudicarie, quello della chiesa di Santa Croce, opera dei fratelli Domenico e Antonio Giuseppe Sartori, parleremo più avanti.


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Salute

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Il Chirurgo Oncologo era convinto che la diffusione dei tumori fosse di tipo meccanico e che l’intervento esteso potesse sbarrare la strada alla diffusione delle cellule neoplastiche. Si associava successivamente all’intervento la Radioterapia nell’ipotesi di poter sterilizzare gli eventuali residui microscopici di malattia, sfuggiti al chirurgo. Emblematico era il programma di cura per il tumore della mammella: mastectomia allargata o super allargata della regione mammaria sede del tumore e radioterapia successiva. Una cooperazione basata sempre sul concetto di diffusione loco regionale. Bisognerà aspettare gli anni Settanta perché le cose incomincino a cambiare. Si diffondono le campagne di educazione sanitaria ed entra nella pratica clinica anche la Mammografia. Questa metodica porta alla scoperta di tumori sempre più piccoli e si afferma il concetto che non sono più necessari interventi demolitori. Viene abbandonato l’intervento di mastectomia secondo Halsted. La malattia può essere gestita nel rispetto dell’Integrità fisica e quindi con interventi limitati, tipo la quadrantectomia. Anche perché si capisce che già alla diagnosi vi possono essere delle ripetizioni a distanza, delle cellule che sono sfuggite all’intervento chirurgico e alla radioterapia locale. Viene riconosciuta quindi l’importanza di usare dei farmaci nel periodo subito dopo l’intervento nel tentativo di

Il tumore alla mammella si cura, ma soprattutto si previene Gianni Ambrosini - oncologo

Quando arrivai la prima volta all’INT di Milano era il mese di giugno di alcuni anni fa. Avevo una lettera di accettazione come medico interno e il mio riferimento era il dr. Gianni Bonadonna. Non era nel suo studio, la maggior parte dell’attività si svolgeva nel l’Ufficio “Operativo”, il centro nevralgico del suo gruppo. Mi accolse la dottoressa Pinuccia Valagussa : “Se cerchi il Gianni arriva subito”. Comparve di li a poco con un fadistruggere le cellule residue: la chemioterapia adiuvante. La possibilità inoltre di poter usare nuove molecole sempre più efficaci e con minore tossicità permette all’Oncologo Medico di poter intervenire nella gestione della malattia con sempre più efficacia. Passa il concetto di Multidisciplinarietà. La strategia di cura non è più decisa da un solo specialista ma viene riconosciuta l’importanza della collaborazione contemporanea di più medici, ognuno esperto del proprio settore. Passa il concetto del consulto multidisciplinare che diviene la pratica corrente decisionale del programma di cura. Il gruppo del dr. Bonadonna pubblica i risultati dei primi studi di chemioterapia nel tumore della mammella già negli anni Settanta, contribuendo in maniera sostan-

ziale al cambio di mentalità nell’approccio alla cura. Inoltre la collaborazione di più specialisti dello stesso istituto (chirurghi, radioterapisti, patologi, biologi, radiologi ) tutti impegnati nel perseguire lo stesso risultato, fa si che l’INT diventi il capofila nella cura del tumore mammario. La cura viene personalizzata e i risultati non si lasciano attendere: le guarigioni sono sempre più frequenti. Anni dopo commentando fra colleghi i risultati straordinari di quegli anni si era soliti dire che eravamo “tutti un po’ figli del Gianni”. Sarebbero diventate standard la chemioterapia postoperatoria, l’intervento di quadrantectomia, il linfonodo sentinella, la radioterapia intraoperatoria per citare solo alcune delle conquiste dell’oncologia italiana diventate patrimonio dell’oncologia

scio di riviste sotto il braccio che distribuì un po’ a tutti i presenti. Senza camice, deciso e di poche parole : “Vieni da Trento ? Bene, cerca di essere empatico e ricordati che i nostri pazienti si aspettano molto da noi. Buon lavoro”. Era il periodo in cui l’Oncologia Medica incominciava ad avere una sua dignità. Fino ad allora l’approccio alla cura dei tumori era stato di tipo uni-disciplinare : ogni specialista operava da solo.

mondiale. Eppure, nonostante queste premesse, nonostante si sappia che il tumore mammario è la neoplasia più frequente nel sesso femminile, nonostante siano state individuate alcune cause certe, nonostante l’impegno per le campagne di informazione, i concetti che sono alla base della Prevenzione stentano a diventare pratica quotidiana dello stile di vita. Noi garantiamo la cura della tua malattia ma “non facciamo nessun investimento per evitare che tu ti ammali”. Eppure le regole base sono sempre le stesse e sono legate al buon senso. Una sana alimentazione, una dieta possibilmente mediterranea, il rifiuto delle mode legate al cibo, il controllo del peso, una discreta attività fisica, il rispetto dell’età e delle proprie condizioni di salute.

Sappiamo quasi sempre quello che dovremmo fare ma non lo facciamo. Eppure dovremmo capire il concetto fondante dello stile di vita: la medicina dell’oggi e del domani è una medicina dell’età e per medicina dell’età si intende il rispetto del proprio fisico nella quotidianità. Dovremmo capire che per poter convivere con le cronicità, che dopo una certa età sono sempre presenti, dovremmo investire nel nostro stile di vita. Non possiamo rimandare nell’ acquisire le buone abitudini. Non esiste la pillola della salute, bisogna impegnarsi quotidianamente e cambiare mentalità. E’ chiaro che privarsi di “ciò che piace” costa fatica ma dovremmo curare noi stessi soprattutto nei periodi di salute. Quando ci si ammala la cura non ci restituisce lo stato di salute preesistente. Il

livello di recupero si sposta su un parametro diverso. Per la prevenzione del tumore mammario oltre quanto suggerito esistono i programmi di screening : mammografia dai 50 ai 70 anni e ogni volta che se ne rilevi la necessità, autopalpazione mensile, rapporto fiduciario col proprio medico o con l’oncologo. Inoltre la LILT ogni anno organizza il Mese Rosa ( il mese di ottobre ): visite, consulenze , conferenze, manifestazioni di vario genere per sensibilizzare ed informare sulle metodiche di prevenzione del tumore della mammella. A questo si aggiungono le regole Europee per la prevenzione dei tumori in generale : non fumare, mantieni un peso sano, svolgi attività fisica giornaliera, limita il tempo che trascorri seduto, segui una dieta sana ( legumi, frutta, verdura), limita zuccheri e grassi (burro e formaggi), evita le bevande gassate, riduci le carni conservate, riduci il sale, limita il consumo di alcolici, usa le protezioni solari, allatta il tuo bambino, limita l’uso della TOS (Terapia Ormonale Sostitutiva in menopausa), partecipa ai programmi di screening.


Attualità

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Nuove leve per il Coro Guidasicuracon il Piano giovani Azzurro di Strada dellaRendena Il 7 ottobre, prove al volante per giovani dai 18 ai 29 anni

Si cercano candidati per una sezione giovanile

Il Coro Azzurro di Strada, guidato dal presidente Dino Ceschinelli, inserito nella propria comunità e, da sempre, attento alla valorizzazione degli aspetti culturali, della socialità e alle nuove generazioni, esplorata la fattibilità, in collaborazione con il Centro Studi Judicaria e l’amministrazione comuna«L’iniziativa – affermano i referenti dell’associazione corale – è nata con il preciso obiettivo di garantire il rinnovamento necessario al nostro Coro. Negli ultimi anni, per molteplici ragioni, abbiamo subito un netto rallentamento alla voce “nuovi coristi”. La nostra intenzione è quella di far avvicinare i più giovani al canto popolare.» Il progetto, la cui promozione è in atto e la partecipazione è gratuita, prevede la prima fase da settembre e dicembre con il Corso teorico. Le lezioni, che si terranno presso la Scuola Secondaria di primo grado di Pieve di Bono, vedranno la presenza di esperti insegnanti e si svilupperanno in dieci incontri di due ore ciascuno in orario

post scolastico. Successivamente, nel periodo che va da febbraio a maggio 2018, ci sarà una parte più specifica, dedicata alla pratica, con scuole settimanali, curate dal maestro e dal vicemaestro del Coro Azzurro, Cornelio e Danilo Armani. Gli obiettivi di questo nuovo progetto, il cui titolo è “Coro Azzurro live: sezione giovanile”, sono i seguenti: promuovere un’esperienza di scoperta e di conoscenza del canto popolare e di montagna; far conoscere, approfondire, studiare il proprio contesto, tra memoria e contemporaneità; costituire un coro giovanile, maschile, a voci pari per l’apprendimento della tecnica vocale e del patrimonio musicale tradizionale; incon-

le di Pieve di Bono-Prezzo, di fondare una propria sezione giovanile. Il progetto, che si sviluppa in più fasi, prevede un corso propedeutico di avviamento alla pratica corale di montagna che darà seguito ad una formazione corale permanente, aperta anche ad aspiranti coristi di contesti e paesi vicini.

trare e conoscere realtà simili, trentine e non; ampliare la conoscenza attraverso la cultura e la storia del canto popolare anche attraverso l’analisi e la comprensione dei testi dei canti, le caratteristiche del suono, la ritmica, l’intonazione vocale, la respirazione e l’apprendimento di brani musicali della tradizio-

ne popolare. I destinatari del progetto sono, in primo luogo, gli studenti maschi dalla classe quinta della scuola primaria fino ai 16 anni. La scheda di partecipazione, assieme ai dettagli dell’iniziativa, è pubblicata sul sito del coro www.coroazzurrodistrada.it (M.M.)

Bastano poche manovre corrette e le reazioni giuste per controllare un’auto anche quando condizioni particolari di meteo avverse o fondo sconnesso mettono in difficoltà i guidatori. Il Piano Giovani Rendena Busa ripropone il progetto “Guida Sicura” per sabato 7 ottobre, rivolto a giovani dai 18 ai 29 anni compiuti. Lo scopo del progetto è sensibilizzare i giovani alle problematiche stradali che difficilmente si riscontrano nel quotidiano. La giornata inizia presto, alle 8,30 si è a Trento presso la scuola Drive Ok a Ravina dove viene effettuato un breafing iniziale. A seguire si comincia a fare esercizi di guida con l’istruttore in auto che corregge contestualmente l’allievo e offre la possibilità di provare, in totale sicurezza, situazioni che nella vita reale potrebbero essere difficoltose e portare all’incidente. Gli esercizi consistono nell’eseguire volontariamente sottosterzi o sovrasterzi e correggere o prevenire tali sensazioni, frenate di emergenza con ostacoli e senza ostacoli, frenate di emergenza senza ABS e si chiude con una divertente gara di fine corso al termine della quale verranno anche consegnati i diplomi di partecipazione. Il costo del corso, comprensivo del pranzo, è di soli 35 euro per persona, grazie al fatto che si tratta di un progetto del Piano Giovani Val Rendena Busa di Tione, rispetto ad un costo effettivo di 280 euro a persona se effettuato singolarmente. “E’ una grande opportunità – spiegano gli organizzatori - per conoscere, capire e applicare le corrette regole di buona guida affinchè si prevengano incidenti. Per prenotazioni contattare: alessandro_piva@libero. it, cell. 335-215915.


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Il vostro Saltaro è solidale con la sua gente e partecipa con piacere ai loro improvvisati raduni evitando, s’intende, d’interloquire quando le discussioni si fanno serie e di alto contenuto valoriale. E’ quel che mi è capitato in questi giorni. Navigando nel cielo terso degli ultimi giorni di sole, mi sono giunte voci esagerate provenienti da un dei rifugi più frequentati delle Giudicarie. Oilà…! Che succede? Andiamo a vedere. Sono una decina i miei amici convenuti per passare la serata in allegria, ma dalle voci altisonanti e dal cinguettio sguaiato di un paio di donne abusive, dev’essere in corso una discussione non da poco. “Porca vacca, han fatto bene ad ammazzare quell’orsa...come si chiama? Ah, si...KJ2, guarda se è un nome...la potevano chiamare DDT che forse era meglio….” dice l’Orazio con voce greve. “E non capisco il casino dei giornali e degli animalisti...han fatto bene ad ucciderla? Si! Guarda se è possibile che io che sono nato nei boschi, ho passato la vita tagliando legname, facendo la foglia per la lettiera, procurando legna per l’inverno, cercando funghi, girovagando in cerca di pace, adesso, perché ci sono gli orsi, dovrei starmene a casa...” dice il Sisinio convinto. “Io non ci vado più da tempo, ho paura, e per me andare nei boschi era la vita….” conferma la Pasquina baldanzosa. “E fai bene, polposa come sei, se ti prende un orso ha da mangiare per un mese...” ribecca Torquato. “Quel povero diavolo da Cadine ha rischiato davvero di brutto...c’è mancato poco che finisse davvero male…, continua l’Oreste, e poi ci hanno montato sopra una farsa da far schifo...alla fine era colpa sua se l’orso l’ha azzannato...colpa del cane, forse doveva metterselo in tasca, e del bastone con cui ha cercato di difendersi...” “Il colmo è che poi ‘sti animalisti l’hanno denunciato proprio per aver cercato di usare il bastone... cosa doveva fare, alzare le mani e farsi mangiare...” dice il Ferdinando incazzato. “Roba da matti...roba da insipienti più che altro...

Noi e l’orso... IL SALTARO DELLE GIUDICARIE

A

gosto è il mese di una serena tristezza. Si stanno per finire le ferie, belle o brutte, ci si sta avviando verso il ritorno al lavoro, al solito tran-tran che ci accompagnerà per tutto l’anno. Per i montanari l’estate è sempre stato il periodo del lavoro più pesante, lo sfalcio e la raccolta del fieno hanno accompagnato i nostri nonni per tutta la loro vita, ora, che ormai abbiamo cambiato mestiere e finalmente anche per noi s’è aperta la finestra del dolce far niente, cosa c’è di più bello che ritrovarci all’osteria a perder tempo e a dar sfogo alla nostra saggezza fin troppo misconosciuta da un mondo che ci considera gente di poco conto. ho letto su un volantino che se vieni a contatto con l’orso devi comportarti civilmente. Bisogna stare calmi, parlargli con dolcezza (!), cercare di convincerlo ad andarsene, e se quello insiste bisogna gettarsi a terra a faccia in giù con le mano sopra la testa e aspettare che se ne vada.” dice l’Umberto. “E se non se ne va?” osa la Sabina. “C...zi tuoi!” chiude L’Umberto. “Be...io non ho ancora capito chi abbia avuto la brillante idea di riportare gli orsi da noi...”chiede perplesso l’Alfredo. “Chi vuoi che sia stato… a dir il vero ha cominciato il presidente Andreotti senza capirne un granchè, ma poi arrivò Dellai, il nostro presidente con la sua smania di grandezza, e del progetto Life Ursus, ne fece motivo di grande orgoglio. Lui e la sua compagnia hanno adottato il progetto finanziato dall’Europa, con grande pompa, per riportare l’orso nei nostri boschi, nel Parco Adamello Brenta a dir il vero, ma il Parco mica è recintato, ed ora abbiamo orsi dappertutto. Il bello è che siamo stati gli unici in Italia a volerlo, nessun’altra regione l’ha voluto, né la Val d’Aosta, né il Piemonte...i migliori siamo sempre noi. E i nostri politici erano stati avvertiti che la cosa poteva causare

anche guai seri, ma vuoi mettere, da Trento ci si davano ampie garanzie: contenerli in numero adeguato (una trentina) e controllarli passo per passo. Dopo una ventina d’anni oggi nessuno sa più quanti siano, la Provincia parla di una settantina, ma c’è qualche ben informato che ne denuncia 130 e più. Ma quel che fa ridere è che nel Parco del Brenta, per cui sono stati introdotti, ce ne sono ormai pochissimi...sono migrati in tutt’altre zone...” l’Aurelio, vice sindaco, le cose le sa e le spiega bene. Tutti gli altri zittiscono impressionati. “Per la madonna, e sai quanti danni hanno già fatto? A parte le tre persone che sono state aggredite, ogni giorno leggiamo sui giornali di pecore sbranate, vacche e vitelli divorati, pollai schiantati, alveari saccheggiati...e quei come si chiamano?..animalisti.. che si incazzano per un’orsa morta, ma neanche battono ciglio per le pecore, capre e pollame vario finiti massacrati dagli orsi... questo è tutto da ridere e la dice lunga sulla serietà di quei personaggi...quasi ci siano animali di serie A e di serie B...Mah!” insiste L’Augusto. “Al mio paese un orso s’è spinto fin nell’orto del Parroco ( a dir il vero forse voleva solo an-

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Il Saltaro delle Giudicarie

dare a messa!) e poi è sceso in piazza e si è messo a gironzolare intorno ad un albergo...in un altro paese ha girato tutta la notte fra le case dopo aver sbranato un paio di capre...Non è possibile una cosa del genere.” dice la Savina. “Ho letto da qualche parte che dobbiamo educarci a convivere, continua l’Aurelio, o impariamo a convivere in armonia, o nei boschi noi non ci potremo più andare...” “ Cosa? Non vado più nei boschi? Per noi montanari il bosco è la nostra seconda casa, io sono trent’anni che ci vado, ad ogni ora e con ogni tempo, i boschi fan parte della mia vita, fanno parte di me, ed ora dovrei andarmene per

colpa di quei quattro ben pensanti di città che il bosco neanche sanno cosa sia e quando vengono in montagna, vanno a Campiglio a sciare, magari gratuitamente, e poi parlano come fossero esperti di montagna e della vita dei montanari... io nel bosco continuerò ad andarci e se trovo l’orso, gli sparo, a costo di finire in galera...” grida con foga il Rolando. E l’Aurelio: “Non mi sono ancora capacitato del perché di questo progetto Ursus, ormai abbiamo capito che è fuori controllo, non sanno più come cavarsela, ci costa un sacco di soldi e più andremo avanti e sarà sempre peggio... in quanto ad educarci per poter convivere non sarà

facile coinvolgere gli orsi, non parlano la nostra lingua, sono slavi e forse la Provincia dovrebbe cominciare a fare dei corsi d’italiano anche per loro, dopo magari proveremo a parlarci...” E giù tutti a ridere. “Qualunque cosa pensino gli animalisti, l’orso resta pur sempre un animale ed è giusto che tale esso sia considerato...” conclude con saggezza il Sifrido. “Ma la stupidità più grossa è quando si afferma che l’orso valorizza turisticamente il nostro territorio...questa è bella, ma come, i turisti vengono da noi per per godersi l’aria sana dei nostri prati, le passeggiate nei boschi, provare l’esperienza della raccolta dei funghi, ma sono bloccati dalla paura e se ne vanno, è un po’ come quelli che vanno al mare per fare il bagno e si trovano il mare infestato dagli squali...” dice la sua con saggezza l’Ernesto. Speriamo che orsi in Trentino non ne arrivino più e si abbia un po’ di più rispetto di quelli che già ci sono, si spenda ancora qualche soldo pubblico per rimandarli a casa loro (ne sarebbero contenti!), risolvendo in maniera civile il problema creato da uomini presuntuosi che continuano nella loro supponenza. Ormai questo progetto strampalato fa acqua da tutte le parti, l’orso non interessa più a nessuno e si sta aspettando il primo martire che ci lasci le penne per chiudere tutto, in barba ai soldi spesi e ai disagi creati inutilmente alla nostra gente. E qualcuno dovrebbe risponderne. Parola di Saltaro.

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Cooperando Ma la cosa che appare chiara in questa fase storica, e che forse è quella che più interessa ai cittadini, è la necessità di una evoluzione del nostro sistema politico-istituzionale. Un sistema, che appare sempre più inadeguato ad affrontare le gravi questioni che quotidianamente si pongono a cittadini, famiglie ed imprese in ambito sociale ed economico. Capire, comprendere la natura e le cause di tale inadeguatezza è esercizio indispensabile, prima ancora di fornire delle risposte. L’inadeguatezza del nostro sistema politico ed istituzionale, infatti, non può essere ridotta ad una questione solo “locale o interna” cosi come non va confinata tutta all’esterno del contesto locale. Oggi siamo sempre più coinvolti nella complessità di fenomeni e di processi la cui scala o la cui natura fanno parte di dinamiche nazionali o internazionali e quindi esorbitano, sono fuori dalla sfera delle prerogative della nostra speciale autonomia. Gli esempi sono molti: il riordino del sistema del credito cooperativo fortemente voluto dagli organi centrali europei e declinato all’insegna delle grandi concentrazioni; le dimensioni dei fenomeni migratori sia di immigrazione, con le tragiche cause che li alimentano, sia di emigrazione; le dinamiche geopolitiche e il protagonismo economico di nuovi ed immensi mercati come quello cinese o indiano; l’impatto delle tecnologie. Oggi Il web tocca tutte le persone e tut-

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Un autunno caldo per il Trentino

L’autunno 2017 si appresta elettiva del prossimo GiuAlberto Carli ad essere un periodo molgno 2018; La politica è alle to intenso per il Trentino. La Cooperazione è alle prese con la scadenza della legislatura provinciale prese con la revisione del suo statuto e la ridefini- e le prossime elezioni che si terranno alla fine del zione della rappresentanza delle sue diverse com- prossimo anno. E ancora prima le prove generaponenti in seno al Consiglio di Amministrazione, li, ovvero le elezioni politiche che porteranno a oltre alla responsabilità di identificare uno o più Roma, non si sa ancora con quale legge elettorale, candidati al ruolo di Presidente per l’Assemblea i rappresentanti del popolo trentino. te le imprese e il suo impatto forse non è ancora compreso totalmente. Nei prossimi anni assisteremo alla progressiva automazione di tutte quelle attività che hanno un contenuto routinario, assisteremo sempre più alla digitalizzazione dei servizi con i benefici straordinari che ne derivano, le opportunità economiche ma anche le conseguenze, le ripercussioni sulle abitudini, sulle professioni, sui rischi che il web si porta in dote. Certo il Trentino ha sempre dovuto e saputo interpretare le grandi trasformazioni economiche e sociali che si sono succedute nelle diverse epoche storiche. Pensiamo al sistema dell’istruzione, dell’alta formazione e della ricerca; al sistema coope-

rativo; all’impianto istituzionale territorialmente diffuso; all’infrastrutturazione culturale e sociale. Eppure il rischio che oggi corriamo di un Trentino “piccolo e solo” forse non è mai stato così incombente nel percepito, nel vissuto quotidiano di cittadini, famiglie ed imprese. Lo possiamo constatare da una serie di indizi. Sul versante sociale assistiamo al calo della partecipazione politica ed associativa; al calo delle iscrizioni all’università dovuto soprattutto a causa di problemi economici delle famiglie; a parrocchie ed oratori sempre più vuoti. Sul versante del capitale economico: nell’impoverimento del contesto produttivo e della sua competitività; nel calo degli investi-

menti sulle infrastrutture economiche. A rafforzare questo senso di incertezza diffuso si aggiungono le contestazioni alle autonomie speciali messe in atto – senza distinzione di schieramenti politici - dal sistema delle Regioni a statuto ordinario e da aree sempre più estese del sistema istituzionale nazionale. Una condizione che rischia di aumentare lo smarrimento, la disaffezione e la paura. Di questo, tra l’altro, si alimenta il populismo che sullo smarrimento costruisce meccanismi di facile raccolta di consenso e la funzione della politica viene messa in crisi nella sua dimensione più intima e cioè quella che agisce in quel peculiare rapporto, quella relazione di prossimità

che salda le istituzioni autonomistiche con le sue comunità e viceversa. E’ su questa fragilità che oggi deve essere ripensato concretamente un progetto politico, su questa fragilità si incrociano infatti gli estremi di un progetto che deve essere unitario perché nell’integrazione di comunità, istituzioni, soggetti politici e politiche si assicura forza e valore al nostro percorso autonomistico. E non sarà un caso se è da una fragilità che prende le mosse un nuovo progetto politico. Non un caso, perché l’autonomia, l’autogoverno è prima di tutto una risposta positiva alla fragilità, quella dei territori di montagna, difficili, precari, segnati dal limite. Ed è proprio la risposta condivisa e parteci-

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pata al limite che nel tempo, la nostra comunità ha saputo declinare nell’autonomia e nella sua originale rappresentazione politica. La crisi economica deve essere un’occasione per pensare e rilanciare. Del resto la libertà di decidere cosa fare del territorio è fondamentale in montagna altrimenti l’alternativa è abbandonare tutto. Lo spopolamento della montagna c’è nei posti dove non c’è l’autogoverno delle terre alte. L’aiuto della pubblica amministrazione non può più essere assistenzialistico. In montagna deve esserci la produzione agricola, la filiera del bosco, ci devono essere le motivazioni economiche per restare e popolare le nostre valli. Il modello corretto è certamente quello che si radica sul tessuto sociale e culturale delle nostre comunità, che valorizza le risorse, gli asset del nostro territorio, anche attraverso una programmazione dello sviluppo di filiera (agroalimentare, del turismo legato alla salute,) puntando su ciò che non è delocalizzabile.

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Attualità

SETTEMBRE 2017 In Consiglio provinciale un ordine del giorno apposito

Il metano in Giudicarie Obiettivo: garantire continuità al progetto di metanizzazione Anche nelle valli meno centrali e nelle zone di montagna come le Giudicarie serve una copertura più capillare del servizio di gas metano. Parte da questo presupposto l’Ordine del giorno presentato in Consiglio provinciale dal consigliere Tonina in occasione dell’assestamento di bilancio. “Anche attraverso un’espansione del servizio di metanizzazione in Giudicarie potremo garantire sviluppo a questi territori” sostiene Tonina, evidenziando che “sarà sempre più essenziale il ruolo dell’efficienza enertutti i cittadini trentini sia dei territori di montagna che di periferia, come le

Giudicarie, si impegna la Giunta provinciale a garantire continuità al pro-

getto di metanizzazione già condiviso dal territorio.

16 - 17 SETTEMBRE 2017

GIORNATA PROVINCIALE

DELLE TERME APERTE RESPIRO E SALUTE

Fattori di rischio e buone pratiche per la prevenzione

Il respiro è vita Dal 1635

Loc. Terme di Comano, 6 38077 Ponte Arche (TN) Tel. 0465 701277 www.termecomano.it

Strada di Bagnes, 25 38036 Pozza di Fassa (TN) Tel. 0462 762567 www.termedolomia.it

Via delle Acque Acidule 3 38024 Peio Fonti (TN) Tel. 0463 753226 www.termepejo.it

Viale Vittorio Emanuele, 10 38056 Levico Terme (TN) Tel. 0461.706077 www.termedilevico.it

CHECK-UP GRATUITO Dalle 8.00 alle 11.00 e dalle 14.00 alle 17.00 Il check-up consisterà nella somministrazione di un questionario di autovalutazione e nell’esecuzione della spirometria. I risultati verranno commentati da personale medico che consiglierà eventuale terapia o approfondimenti e darà sug���������� �������������� ������ ���� ������� �� �������� ��������� della persona e della situazione respiratoria. ����������������������������������������������������������������� �������������������

PROGRAMMA DELLE CONFERENZE Saluto delle autorità 1° Intervento: Disturbi delle alte vie respiratorie e qualità della vita 2° Intervento: Io respiro, tu respiri, egli respira…

Con il patrocinio di

Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari Provincia Autonoma di Trento

Località Fonti di Rabbi, 162 38020 Rabbi (TN) Tel. 0463.983000 www.termedirabbi.it

Fonte S. Antonio - Via D. Chiesa, 2 38080 Caderzone (TN) Tel. 0465.806069 www.fontevalrendena.it/

RELATORI DELLE CONFERENZE

PROGRAMMA GENERALE SABATO 16 SETTEMBRE

vincitore sia la gestione in esclusiva per 12 anni delle reti esistenti, sia la realizzazione, con il successivo esercizio, di nuove reti di distribuzione a favore di territori sprovvisti di tale servizio, nonché l’effettuazione di investimenti rivolti all’efficientamento energetico per ridurre i consumi del gas. I Comuni giudicariesi si sono ritrovati solo parzialmente nella possibilità di accedere al servizio pubblico di distribuzione del gas, infatti la metanizzazione delle valli Giudicarie non è stata completata. Recentemente le amministrazioni comunali sono state informate rispetto al quadro di riferimento in un’assemblea dei Sindaci dal Presidente della Comunità Butterini, nonché nell’ambito del Consiglio delle autonome locali: serve potenziare la pressione a Pieve di Bono e dare la possibilità di estendere ulteriormente il feeder di trasporto per permettere una possibile chiusura dell’anello con la rete SNAM di Riva del Garda per garantire, in caso di anomalie, la continuità del servizio sia per le Giudicarie che per le utenze di Riva del Garda. Con l’ordine del giorno approvato nell’aula consiliare, considerato che il servizio di distribuzione del gas è un servizio di interesse pubblico per

getica grazie alla quale si potrà aumentare la competitività rispondendo alle diverse categorie di consumatori, dalle famiglie alle imprese energivore chiamate a competere anche sui mercati internazionali e quindi a ridurre il costo dell’energia” e conclude sostenendo che “è evidente che si dovrà continuare a puntare anche sullo sviluppo delle rinnovabili, sull’efficienza e sul risparmio energetico come strumenti per ridurre la dipendenza e mitigare gli effetti ambientali e climatici del ciclo energetico.”

DOMENICA 17 SETTEMBRE

L’Ordine del giorno, approvato all’unanimità, impegna la Giunta provinciale a sostenere le iniziative in corso con la Comunità di Valle delle Giudicarie e i Comuni, per costruire il bypass del feeder di Pieve di Bono e per estendere la tubazione di trasporto nel territorio a servizio della metanizzazione della Rendena e delle Esteriori, a individuare soluzioni utili ai Comuni non metanizzati per dotarsi di infrastrutture in merito e a verificare gli effetti di investimenti che potenzialmente possono essere in conflitto con lo sviluppo della rete gas. L’esigenza della metanizzazione sul nostro territorio era nata dallo sviluppo industriale legato alla cartiera di Condino negli anni Ottanta ed ha avuto seguito solo in Valle del Chiese fino alla Busa di Tione grazie alla tenacia dei Comuni giudicariesi interessati, che hanno saputo organizzarsi attraverso la costituzione di società dedicate. Realtà che hanno consentito di costruire sia la tubazione di trasporto del gas che la rete di distribuzione nei vari abitati. Nonostante ci fosse un accordo sottoscritto nel 2007 con il Comprensorio delle Giudicarie e la società che opera il trasporto fino a Tione, la Provincia ha revocato gli incentivi già concessi per la costruzione della rete di trasporto per i quali si era impegnata ed ha sospeso quelli già concessi per la rete di distribuzione nei paesi della Val Rendena, in attesa della definizione del quadro di riferimento normativo. La gara per l’affidamento del servizio di distribuzione prevede a favore del

Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Trento Via Valentina Zambra, 16 38121 TRENTO

Ore 11.00 ��������������������� - Già Direttore Clinica ����������������������������������������� Ore 11.30 ������������������������������������������������������� ������������������������������� Ore 17.00 � Ore 17.30 �

Dal 1635

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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

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Rifiuti

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L’informatica al servizio dell’ambiente

Stage al Servizio IgieneAmbientale delle Giudicarie: software libero, cloud e analisi delle emissioni di CO2 I

Che cosa lega l’informanformatica e Ambiente. Nell’ambito del con servizi di interazione diretta con l’utenza e tica con il servizio di geprogetto di alternanza scuola-lavoro pres- sono state stimate le emissioni di CO2 dei mezstione dei rifiuti urbani?immediatamente A so il accesso ServizioaiIgiene Ambientale Co- zio compilare adibiti alla raccolta dei rifiuti. dati, senza necessitàdella di stampare a penna un singolo folio diL’obiettivo carta. differenza di quello che si munità delle Giudicarie sono stati sperimen- futuro è quello di calcolare la carbon footprint Un servizio di questo tipo ha molteplici ed evidenti vantaggi: semplifica la vita agli utenti, facilita il lavoro dei potrebbe pensare, l’infortati dei sistemi di analisi e rappresentazione (impronta ecologica) del servizio e ridurla ove funzionari, riduce i tempi e ibasati costi e sul annulla il consumo di carta. Il Servizio Igiene Ambientale provvederà matica ha un ruolo deterdi dati innovativi cloud, integrabili possibile. minante nella gestione del prossimamente alla messa in esercizio di questo sistema per alcuni servizi specifici. servizio, e nel tempo questo tivo grazie soprattutto alla ruolo è destinato ad essere collaborazione due stuL’ultimo importantedirisultato che è stato raggiunto ha invece una valenza ecologica. Come detto, infatti, tra sempre più strategico, così denti dell’Istituto Guetti, gli obiettivi del SIA c’è quello di ridurre l’impatto ambientale del servizio che esso gestisce. Il primo passo come in molti aspetti delle nell’ambito di un tirocinio dunque è conoscerne nostre vite. formativo: Giorgio l’attuale Boroni e incidenza. Evidentemente di tratta di una operazione di ricerca piuttosto complessa, ma grazie al Nella fattispecie, l’informa- Gabriel Chiodega, chelavoro sono dei due giovani studenti sono stati mossi i primi passi in questa direzione. tica è lo strumento impreimpegnati, il primo Comestati risaputo un modo perper valutare l’effetto sull’ambiente di determinate attività dell’uomo è quello di scindibile per la gestione 6 settimane, il secondo per valutarne le emissioni di anidride carbonica (CO2). Con questo criterio, sono state stimate le emissioni dirette dell’anagrafica e della tarif- 3, presso il Centro Integrato di COper alla dei rifiuti urbani (per la parte relativa ai trasporti dalle isole ecologiche al Centro 2 dovute fa delle oltre 40.000 utenze i Rifiuti di raccolta Borgo Lares servite (non si potrebbe fare in unaper serie di attività che Lares), grazie ad un elaborato modello sviluppato dall’Agenzia Europea per Integrato i Rifiuti di Borgo altrimenti!); e lo si fa con hanno portato ad interesl’Ambiente (EEA) e ad un gruppo di ricerca dell’Università di Salonicco (Grecia). Per dare qualche numero, la uno strumento cloud. Ma santi risultati. raccolta dei rifiuti nelle comporta ogni anno emissioni di anidride carbonica per circa 266 oltre a questo l’informatica Il primo risultato haGiudicarie consitonnellate. che, mediamente, per ogni chilogrammo di rifiuto che ognuno di noi produce, vi è un è importante per la gestione stito in Ciò una significa raccolta dei dati e contabilizzazione del serstorici di produzione quali-indiretto di 20 g di CO2 cui devono aggiungersi ancora ulteriori trasporti e ulteriore impatto ambientale vizio. Forse non tutti sanno quantitativa di rifiuti delle trattamenti. Un’altra informazione interessante è relativa alle due tipologie di automezzo utilizzate per la che gli automezzi adibiti Giudicarie, che ha permesemerso in cheevidenza gli autocarri di tipo scarrabile che svuotano i contenitori seminterrati sono alla raccolta sono dotati raccolta: di so diè mettere strumentazioni di monitoi trend più più rilevanti e di in quanto emettono meno CO 2 per ogni chilogrammo di rifiuto trasportato. ambientalmente efficienti, raggio che consentono di conoscere in tempo reale la loro posizione e attività 2 (anche questo caso servizio cloud, cioè servizio inforCompattatori Scarrabili matico via web). Attraverso questi strumenti è possibile 60 gestire con maggiore razionalità l’intera flotta. La 51 stessa contabilizzazione, 50 sia lato utenti che lato appaltatori è stata parzialmen39 40 te automatizzata con strumenti digitali. Tutto ciò è il 31 risultato di una veloce evo30 luzione del settore sia dal 25 punto di vista normativo, che ha visto l’imposizione 20 di determinati sistemi di gestione, che tecnico. Con11 10 sapevole di questa dinami10 cità del settore, il Servizio Igiene Ambientale (SIA) è impegnato in una serie di 0 sperimentazioni con molCarta Multimateriale Residuo teplici scopi: riduzione dei costi, maggiore efficienza, miglioramento di servizi evidenziare le criticità prinrettamente via solo internet chedi un e i lavoro costi epiù annulla con-si cercherà conoscerne l’attuale incirappresenta però l’inizio ampioil che di portare Questo lavoro, come detto, specifici e riduzione delcipali ad oggi (qualità dei consentono di richiedere sumo di carta. Il Servizio denza. Evidentemente di avanti, magari con altri tirocini, per la valutazione integrata ambientale dell’intero servizio e quindi della l’impatto ambientale. materiali ed in particolare vari servizi. A questi modu- Igiene Ambientale prov- tratta di una operazione di stimadidell’impronta fine poi, di renderlo più compatibile.ricerca piuttosto complesIn quest’ottica si stanno multimaterialeecologica, e organi- con li èil stato associato ad un si-ecologicamente vederà prossimamente sperimentando da qualche co). Ed è questo infatti il stema di notifica automatica alla messa in esercizio di sa, ma grazie al lavoro dei Infine, per più tornare la pena sottolineare cheper tutto questo lavoro è stato fattosono mese dei sensori ad ultrafronte caldoall’aspetto per quanto dell’informatica, al responsabile vale dell’ufficio questo sistema alcuni due giovani studenti suoni per il monitoraggio riguardastrumenti il SIA. che ehasoftware, immedia- completamente servizi specifici. gratuiti. Istati mossi i utilizzati, primi passi utilizzando informaticipreposto, hardware computer del grado di riempimento Un secondo risultato è stato tamente accesso ai dati, L’ultimo importante risulin questa direzione. Come infatti, erano attrezzature dismesse che sono state rigenerate dal Servizio Igiene Ambientale, e su cui sono dei contenitori seminterrati. quello di sperimentare un senza necessità di stampa- tato che è stato raggiun- risaputo un modo per vastati sistema installatidisoftware sia onopen resource che free, su sistema a dimostrazione che è sempre L’idea è quella di svuotare modulistica o compilare a penna un to operativo ha invecelinux, una valenza lutare l’effetto sull’am(o quasi) possibile fare meglio maggiori i contenitori solo quando line che possa essere poi ef- senza singolo folio dioneri. carta. Un ecologica. Come detto, biente di determinate attinecessario, minimizzando fettivamente impiegato dal servizio di questo tipo ha infatti, tra gli obiettivi del vità dell’uomo è quello di così l’uso dei mezzi di rac- servizio per l’espletamento molteplici ed evidenti van- SIA c’è quello di ridurre valutarne le emissioni di colta. dei suoi compiti. Sono stati taggi: semplifica la vita agli l’impatto ambientale del anidride carbonica (CO2). Questa estate però è stato predisposti dei form rag- utenti, facilita il lavoro dei servizio che esso gestisce. Con questo criterio, sono svolto un lavoro significa- giungibili e compilabili di- funzionari, riduce i tempi Il primo passo dunque è state stimate le emissioni

Kg CO2 / tonnellata di rifiuto

CO per tipo di rifiuto [kg/t]

dirette di CO2 dovute alla raccolta dei rifiuti urbani (per la parte relativa ai trasporti dalle isole ecologiche al Centro Integrato per i Rifiuti di Borgo Lares), grazie ad un elaborato modello sviluppato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) e ad un gruppo di ricerca dell’Università di Salonicco (Grecia). Per dare qualche numero, la raccolta dei rifiuti nelle Giudicarie comporta ogni anno emissioni di anidride carbonica per circa 266 tonnellate. Ciò significa che, mediamente, per ogni chilogrammo di rifiuto che ognuno di noi produce, vi è un ulteriore impatto ambientale indiretto di 20 g di CO2 cui devono aggiungersi ancora ulteriori trasporti e trattamenti. Un’altra informazione interessante è relativa alle due tipologie di automezzo utilizzate per la raccolta: è emerso che gli autocarri di tipo scarrabile che svuotano i contenitori seminterrati sono ambientalmente più efficienti, in quanto emettono meno CO2 per ogni chilogrammo di rifiuto trasportato. Questo lavoro, come detto, rappresenta però solo l’inizio di un lavoro più ampio che si cercherà di portare avanti, magari con altri tirocini, per la valutazione integrata ambientale dell’intero servizio e quindi della stima dell’impronta ecologica, con il fine poi, di renderlo ecologicamente più compatibile. Infine, per tornare all’aspetto dell’informatica, vale la pena sottolineare che tutto questo lavoro è stato fatto utilizzando strumenti informatici hardware e software, completamente gratuiti. I computer utilizzati, infatti, erano attrezzature dismesse che sono state rigenerate dal Servizio Igiene Ambientale, e su cui sono stati installati software sia open source che free, su sistema operativo linux, a dimostrazione che è sempre (o quasi) possibile fare meglio senza maggiori oneri.


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Rubrica Legale

SETTEMBRE 2017 L’avvocato risponde

Danni al veicolo a causa delle buche Buongiorno Enrico, recentemente la Corte di Cassazione si è nuovamente pronunciata sulla responsabilità dell’ente gestore della strada oggetto di incidente dovuto ad insidia stradale, stabilendo una sorta di responsabilità oggettiva, ai sensi dell’art. 2051 del Codice Civile in capo alla Pubblica Amministrazione proprietaria della strada o al concessionario della stessa. L’articolo 2051, infatti prevede che “ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che si provi il caso fortuito”. Ciò significa che colui (ente o concessionario) che si trova nelle condizioni di fatto di controllare i pericoli della strada che ha in custodia, risponde dei danni, dalla stessa cagionati qualora esita un nesso causale tra la strada stessa e l’evento dannoso. La Suprema Corte ha difatti precisato che

Buongiorno Avv. Gottardi, Le scrivo perché nel viaggio verso il mare, il mese scorso, ho quasi distrutto la macchina perché dietro una curva sono finito in una buca che sembrava una vera e propria voragine. Fortunatamente ho soltanto tagliato una gomma e distrutto un cerchio ma ho evitato un incidente conla funzione della norma è quella di imputare la responsabilità dell’evento pregiudizievole, riconducibile a situazioni di pericolo connesse alla struttura e allo stato di manutenzione della strada, a chi si trovi nelle condizioni di controllare i rischi inerenti alla cosa stessa, ovvero all’Ente proprietario o concessionario della strada. Si esclude la responsabilità dell’ente gestore qualora emerga che l’utente danneggiato avrebbe potuto prevedere o avvedersi con l’ordinaria diligenza del buon padre di famiglia, dell’insidia o della situazione di pericolo. Pertanto, chi intende ottenere un risarcimento del danno da insidia stradale (quale

la buca/voragine che hai trovato improvvisamente dietro la curva) ha l’onere di provare l’esistenza del nesso causale tra il danno subito e l’assoluta imprevedibilità della situazione di pericolo connessa alla strada oltre al difetto di manutenzione della stessa. Diversamente, l’ente gestore della strada incriminata, per essere esente da responsabilità, deve provare che la condotta

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tro una macchina che proveniva in senso contrario. Nessuno si è fatto male ma, oltre allo spavento, ho dovuto sostenere delle spese ingenti per il recupero stradale, l’auto sostitutiva, ecc. Come posso fare per ottenere un risarcimento? Grazie per la disponibilità, Enrico

del conducente del veicolo danneggiato (distrazione, prevedibilità o visibilità dell’ostacolo o insidia, manovra azzardata, velocità eccessiva, ecc) era idonea di per sé a causare il sini-

stro. Alla luce del predetto indirizzo, ormai consolidato, delle sentenze della Corte di Cassazione, con particolare riguardo ai danni causati dalla mancata o inesatta manutenzione stradale può essere enunciato il principio secondo cui, essendo considerato quale custode di una strada aperta al pubblico, l’ente proprietario, concessionario o gestore ha l’obbligo di sorvegliare, controllare e migliorare le condizioni di fruibilità del-

CURIOSITÀ DAL MONDO A Washington D.C. (USA) una vecchia norma prevede che qualora un automobilista giunga ai confini della città con intenzioni criminali, questo si debba fermare e telefonare al capo della polizia per avvertirlo.

la strada. Diversamente ne risponderà per i danni subiti dagli utenti anche nell’ipotesi in cui non abbia segnalato adeguatamente le condizioni di pericolo (con cartelli o avvisi). L’ente proprietario, concessionario o gestore di una strada sarà responsabile anche qualora non riesca a provare di non aver potuto far nulla per evitare il danno a causa dell’improvvisa ed inevitabile insorgenza di un fattore estraneo imputabile ad un terzo. Per approfondire o per fissare un colloquio su questo o su altri temi l’avv. Mattia Gottardi riceve presso il suo Studio in Tione di Trento, via N. Sauro n. 2, previo appuntamento, chiamando il numero 0465/324667 oppure 349/2213536 o scrivendo all’indirizzo mgottardi1@yahoo.it


Attualità

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In consiglio provinciale un ordine del giorno apposito

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Attualità

SETTEMBRE 2017

Al simbolico abbattimento dell’ultimo diaframma hanno partecipato, oltre ai progettisti dell’opera, alle imprese impegnate nella realizzazione e agli incaricati alla direzione lavori, anche le autorità locali, tra i quali il Presidente della Comunità delle Giudicarie Giorgio Butterini ed il Sindaco di Pieve di Bono-Prezzo Attilio Maestri, e i massimi vertici politici provinciali. Presenti infatti per l’occasione il presidente provinciale Ugo Rossi e gli assessori provinciali Mauro Gilmozzi e Mario Tonina. “E’ un’iniezione di fiducia - ha sottolineato il governatore Ugo Rossi - in un Paese in cui esistono per gli appalti pubblici regole molto articolate. E’ il successo di un territorio dove le imprese sanno lavorare bene, assistite da una pubblica amministrazione che funziona e in cui grazie all’Autonomia si può decidere in quale settore investire, facendo un bell’esercizio di democrazia e di responsabilità”. Sulla stessa linea anche l’assessore Gilmozzi il quale ha confermato “la piacevole coerenza tra i lavori finora eseguiti e il cronoprogramma ipotizzato all’inizio dell’opera che rappresenta una vera e propria porta d’ingresso al Trentino ringraziando inoltre le istituzioni locali con il quale si è in costante rapporto”. Soddisfazione anche da parte delle autorità locali. «Si tratta – ha commentato il Sindaco Maestri – di un momento storico per la nostra comunità che aspettava da tempo quest’opera. Mi preme elogiare le imprese presenti in cantiere

Abbattuto l’ultimo diaframma del tunnel che devia il traffico veicolare

Concluse le operazioni di scavo per la galleria Castel Romano La nuova galleria “Castel Romano” ha visto finalmente la luce. È stato effettuato giovedì 31 agosto l’abbattimento dell’ultimo diaframma per la realizzazione del tunnel che permetterà, nell’ambito dei lavori della circonvallazione di Pieve di Bono-Prezzo affidati all’ATI capitanata da Collini Lavori S.p.A., di togliere il traffico sempre dai centri

per la serietà e la professionalità dimostrata nelle varie fasi di lavoro e ringraziare i referenti provinciali per aver accolto le richieste di modifica e integrazione, soprattutto legate a questioni di sicurezza, al progetto originale.» Il Presidente della Comunità delle

Le opere per la metanizzazione Parallelamente alla circonvallazione stradale, la Provincia e la Comunità delle Giudicarie stanno ragionando sul progetto per lo spostamento della tubazione principale di trasporto del gas metano che attraversa l’abitato di Pieve di Bono attraverso la costruzione di una nuova condotta di bypass, dotata di maggior capacità, lunga circa 4 chilometri all’esterno della galleria stradale. Questo intervento, reso possibile ora grazie alla presenza del cantiere stradale e che consentirà di evitare ulteriori aggravi per l’utenza, rientra nella strategia adottata per consentire lo sviluppo della metanizzazione di una parte del territorio trentino: l’intervento infatti risulta indispensabile per consentire la chiusura ad anello delle tubazioni principali di trasporto del gas (tratto Tione di Trento- Riva del Garda) nonché per dare la possibilità di sviluppare il servizio pubblico di distribuzione del gas in Val Rendena e nelle Giudicarie esteriori.

Giudicarie Butterini ha invece ricordato “come, in un momento così delicato per l’economia, in Trentino si fanno ancora importanti investimenti in opere pubbliche”. I lavori di realizzazione della galleria, la cui lunghezza complessiva è di 930 metri e vede il suo

abitati, con la conseguente messa in sicurezza, di Cologna, Creto, Strada e Agrone. L’abbattimento, avvenuto grazie all’ausilio di un mezzo meccanico specifico, coincide con l’ultimazione della fase relativa allo scavo sotterraneo della galleria il cui nome è ispirato all’antico maniero situato proprio sopra il tunnel.

sviluppo dall’imbocco di Cologna fino allo sbocco poco sopra l’area “BIC” di Creto, sono iniziati ai primi di marzo e hanno “tenuto compagnia” agli abitanti della Pieve in questi sei mesi con le quotidiane “esplosioni” (le volate, appunto) che hanno risuonato

nell’intera busa pievana. Le lavorazioni ora procederanno con la realizzazione dell’impermeabilizzazione e degli impianti come il sistema di illuminazione, la ventilazione, i dispositivi antincendio. Facendo un breve “focus” sulle altre aree del cantiere sono

in fase di ultimazione, con il materiale proveniente dagli scavi della galleria principale e di servizio, le terre armate in località Lardaro, in prossimità del Torrente Sadacla e a monte dell’area Bic. È stato inoltre realizzato il tombino in acciaio sul torrente Sadacla e sono stati ultimati anche i sottopassi in cemento armato di alcune strade comunali. Infine, in prossimità dell’abitato di Cologna, è stata realizzata la rotatoria che in futuro permetterà l’accesso all’abitato di Pieve di Bono. Ora tutte le attenzioni saranno puntate sull’installazione del viadotto, situato a nord dell’abitato di Agrone, che permetterà l’attraversamento da un versante all’altro della Valle le cui operazioni, stando alle previsioni iniziali, saranno completate in concomitanza del termine dei lavori previsto, salvo cambiamenti in corso d’opera, per ottobre 2018. (M.M)

Termine lavori a ottobre 2018 I lavori di realizzazione della circonvallazione sulla statale 237 del Caffaro nel Comune di Pieve di Bono, dell’importo complessivo di circa 36.255.000 euro, sono stati consegnati per la realizzazione il 22 agosto 2016. Saranno ultimati entro il 17 ottobre 2018. I lavori sono stati aggiudicati all’A.T.I. Collini Lavori S.p.a. con sede a Trento (capogruppo), Costruzioni Casarotto S.r.l. con sede a Villa Agnedo (Tn), Misconel S.r.l. con sede a Cavalese (Tn), Ediltione S.p.a. con sede a Tione (Tn). Le opere consistono nella realizzazione della circonvallazione sulla statale 237 del Caffaro nel tratto che interessa l’attraversamento di Pieve di Bono e delle frazioni, dal chilometro 71,100 (Cologna) a 75,00 (bivio per Daone). La soluzione progettuale individuata si sviluppa principalmente sulla sinistra orografica del torrente Adanà. L’intervento ha inizio ai Forti di Lardaro, subito dopo il nuovo

svincolo per la strada provinciale 27 di Val Daone, si abbassa quasi subito in affiancamento alla statale 237 esistente fino a raggiungere l’alveo del torrente Adanà che è scavalcato mediante un viadotto della lunghezza 132 metri circa. Il tracciato prosegue poi su un terrazzamento naturale abbastanza esteso, in sinistra idrografica del torrente fino al nuovo svincolo per la zona industriale di Creto e per l’abitato di Por. Successivamente si trova l’imbocco nord, nel lato verso Trento, della galleria naturale Castel Romano, che si sviluppa per circa mille metri e termina in direzione di Brescia in una rotatoria di svincolo, innestandosi nuovamente nella statale 237 prima dell’abitato di Cologna. Lo sviluppo totale del tracciato è di circa 3875 metri. Il direttore dei lavori è l’ingegner Paolo Nicolussi Paolaz, il coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione è il geometra Franco Micheli, il responsabile del procedimento è l’ingegner Luciano Martorano.


Attalità

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Conclusa la 6 ^ Edizione di Incipit L’iniziativa de la Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella che avvicina i giovani al mondo del lavoro Interessante l’evoluzione nel corso degli anni. Se all’inizio a partecipare erano soprattutto enti di interesse pubblico (Apt, Comuni, Comprensori, Terme), con il passare degli anni le aziende hanno vinto la timidezza e hanno preso il sopravvento, proponendo progetti, spesso innovativi, nelle discipline più svariate. A testimonianza di quanto andiamo dicendo, ecco lo spettro delle materie dell’edizione 2017: marketing e comunicazione, ingegneria, innovazione di prodotto, design, attività sociali, economia e ingegneria gestionale, scienze agrarie, informatica. La Cassa Rurale premia i progettisti con 1.000 euro di base ad ogni partecipante e stabilisce una graduatoria in base al punteggio fornito dalla Cassa stessa e dal partner. È proprio il partner che deve dichiararsi soddisfatto o insoddisfatto del lavoro del giovane. E bisogna dire che nel corso degli anni sono

È stato chiamato Incipit, perché (come sottolinea il nome) significa inizio. Ed il progetto vuole essere un inizio. Per i giovani (laureati da poco o in dirittura d’arrivo per la laurea) che si avvicinano per la prima volta ad un progetto concreto. Per le aziende o gli enti, che affidano un loro progetto ai giovani del loro territorio. Partito nel 2006, il progetto è giunto alla sesta edizione. I numeri rendono orgogliosa la Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella, certamolti i partner che si sono dichiarati soddisfatti. Non a caso i dirigenti della Cassa Rurale hanno potuto constatare l’instaurarsi di rapporti di lavoro duraturi fra alcune aziende ed i ragazzi o le ragazze che avevano deciso di scommettere sui progetti lanciati. 29 i progetti della sesta edizione. Senza voler far torto a nessuno, ne citiamo qualcuno a titolo di esempio, giusto per far capire l’ampiezza dei temi toccati. L’azienda agricola San Giuliano (Giudicarie Esteriori) ha affidato a Langone Mi-

mente pioniera ed imitata da più consorelle in iniziative come questa. Basti pensare che le sei edizioni hanno coinvolto complessivamente qualcosa come 199 ricercatori e ricercatrici, che hanno lavorato a 176 progetti. 106 sono le aziende coinvolte, mentre la Cassa ha investito per le prime cinque edizioni 307.450 euro. Per la sesta saranno erogati circa 56.000 euro dalla Cassa, più 6.900 euro (pari al 20% della seconda tranche) dalle aziende e dagli enti coinvolti.

chela uno studio di fattibilità per la produzione e la commercializzazione dello scarto secco di liquami, con l’obiettivo di ottimizzare il ciclo dei trattamenti. Da segnalare, accanto agli aspetti di risparmio energetico, anche creazioni fantasiose come l’”urban farmer”, che potremmo definire l’orto in barattolo. Un progetto delle Terme di Comano riguarda (a proposito di innovazione) un prodotto termo cosmetico per i trattamenti ginecologici, svolto da Gionghi Marta. È chiaro che in materie come

questa servono sperimentazioni ed autorizzazioni prima di mettere in commercio nuovi prodotti, tuttavia oggi lo studio c’è. Più avanti si vedrà. L’Ecomuseo della Valle del Chiese ha ricevuto da Gualdi Virginia e Sartori Federico un’indagine che ha coinvolto 167 aziende agricole con un obiettivo: “Costruire la nostra cucina”. Motivo: valorizzare il turismo enogastronomico nella valle che punta alla ruralità nella propria offerta. Rimanendo nel Chiese, un progetto decisamente ope-

rativo è stato affidato dal Comune di Sella Giudicarie all’ingegner Stefano Cumer per ridare acqua al laghetto di Roncone. La questione è nota, perché è finita spesso sui giornali: lo specchio d’acqua ronconese si abbassa di livello in modo preoccupante. Il Comune ci ha investito per attrezzare le sponde: come fare per ridargli dignità? Lo studio prospetta addirittura più soluzioni, una delle quali verrà messa in atto. Sempre in campo ambientale, il Comune di Comano Terme (Giudicarie Esteriori) ha lanciato il progetto della cittadella dello sport, con una riqualificazione ambientale, appunto, del torrente Duina, sopra Ponte Arche. Rimanendo in zona, è stato presentato dalla Confraternita della Noce del Bleggio uno studio per la valorizzazione in senso biologico di una pianta importante sia per l’ambiente che per la storia di questo territorio.

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Il generale Tullio Marchetti Traghettò le Giudicarie e Tione fuori dalla prima guerra mondiale di Mario Antolini Muson


Sport

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Per i ragazzi a partire dai 6 anni

E’“effetto Aquila” anche in Giudicarie: al via la Scuola BasketTerme di Comano Fiavè

Con l’arrivo della pallacanestro, si allarga ulteriormente un ventaglio che, come si diceva, non sarà mai abbastanza ampio se si considera lo sport come palestra di vita ancor prima che luogo dove ricercare prestazioni e risultati. Facciamo un passo indietro. Tutto è nato ad inizio estate, quando da una parte Andrea Modena, giovane rivano con alle spalle una lunga carriera nella palla a spicchi, ora consigliere della Federbasket provinciale, dall’altra Angelo Zambotti, appassionato di sport ancor prima che sindaco di Fiavé, hanno cominciato ad intavolare un discorso su come piantare il seme della pallacanestro anche nelle Giudicarie Esteriori, sfruttando la vicinanza con una piazza storica della disciplina come Riva del Garda e, perché no, l’entusiasmo creato dall’Aquila Basket vicecampione d’Ita-

Quanti sport possono praticare oggi i nostri ragazzi? «Sicuramente molti di più dei ragazzi di qualche decennio fa», risponderà, giustamente, qualcuno. «Sempre troppo pochi», sentenzierà qualcun altro. Ed è proprio dando seguito a questa seconda risposta che va vista con favore la nalia. Il progetto, è giusto chiarirlo, non prevede una «costola» di qualche società già esistente, bensì una realtà fortemente ancorata al territorio, a favore dei giovani e delle famiglie locali, per diffondere questa disciplina sportiva anche nella nostra Valle. Il nome ha subito voluto richiamare alle intere Giudicarie Esteriori, il cui principale elemento identificativo sono appunto le Terme di Comano, e la sede di tale Scuola Basket, che sarà appunto l’accogliente palestra di Fiavé. Le prime uscite della nuova realtà sono state alcune ore di gioco e di promozione in occasione di due ricorren-

ze paesane come il «Lume di Candela» di Fiavé e la «Festa delle Associazioni» di Rango, giornate che

scita nelle Giudicarie di una nuova realtà sportiva come la Scuola Basket Terme di Comano Fiavé. In zona, già diverse erano le discipline tra cui potevano scegliere i giovani, dal tradizionale calcio alla pallavolo, dal nuoto al mondo degli sport invernali, dal ciclismo all’atletica, e via dicendo.

hanno contribuito a creare molto fermento attorno a questo progetto. L’iniziativa spiccherà il

volo in settembre con l’avvio dei corsi sul parquet fiavetano, con sedute ogni martedì e giovedì dalle

17.30 alle 19. La data da segnarsi in agenda è quella di martedì 19, quando si terrà la prima lezione: la Scuola Basket è pronta ad accogliere tutti i ragazzi dai 6 anni in su, ma cerca anche possibili collaboratori per le più disparate mansioni. Da sottolineare che le lezioni del mese di settembre saranno gratuite, così da permettere a qualsiasi interessato di provare senza impegno la disciplina, il tutto alla presenza di istruttori qualificati. A lungo termine, il progetto intende creare una struttura duratura, con giovani cresciuti in Valle che tra qualche anno potrebbero andare a comporre vere e proprie squadre. Per ulteriori informazioni, contattare Andrea Modena (335.6507640) o cercare su Facebook la pagina «Scuola Basket Terme di Comano Fiavé».

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Centenario Grande Guerra

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Settembre 1917 - Ripercussioni in Trentino e in Giudicarie.

“Occasione sprecata” di Mario Antolini Musón

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ra le pagine di storia trentina del mese di settembre 1917 spicca la notizia: «17-18 settembre. L’esercito italiano tenta di sfondare le linee austriache a Carzano». Questa località è ricordata come “l’occasione sprecata, ossia “il sogno di Carzano”, che nel testo di Benvenuti è così Il progetto era stato preparato dell’Ufficio Informazioni della I.a armata, valendosi della collaborazione di soldati czechi e sloveni, presenti tra gli Austriaci in quel settore del fronte. L’azione fu stroncata sul nascere per mancata tempestiva comprensione nell’alto comando italiano e deficiente condotta delle prime azioni di sfondamento». Don Perli, anche di questo altro mese di guerra, stende pagine accorate e dense di contenuti, di cronache, di eventi e di informazioni varie, per cui il redattore di queste pagine è obligato - con sommo rincrescimento - a “tagliare”. 3 settembre. - Oggi si tenne qui un’altra leva dei giovani dai 20-19-18 anni del distretto giudiziario di Tione. Fra i 90 comparsi ne furono scelti 40 di abili, tra i quali tre da Tione. / Il Wilson ha già dato la sua risposta alla “Nota” del Papa con un: “Non possumus” perché, disse: «Lo scopo di questa guerra si è quello di liberare i liberi popoli dall’incubo di un militarismo strapotente, militarismo che vien guidato da un governo irresponsabile, il quale aspira all’egemonia mondiale, da un governo che alla realizzazione di questo piano si è lanciato senza un riguardo al mondo per i sacri doveri imposti dall’alleanza e per i principii esistenti e da tutti fino ad oggi rispettati nel campo del diritto internazionale e dell’onore, da un governo che ha scelto il momento opportuno per la guerra ed ha seguito subitamente e con crudeltà il suo piano, non attenendosi alle sanzioni delle leggi, né ai doveri della guerra e inondando il mondo di sangue... Questa potenza non è già il popolo germanico; essa è lo spietato tiranno del popolo tedesco... Il determinarsi a stipulare con questa potenza una pace quale è proposta da Sua Santità significherebbe, per quanto noi possiamo comprendere, di dare al nemico la sua forza primitiva e rinnovare la sua politica... La pietra quindi di paragone di qualsiasi piano di pace è quindi questa: Riposa essa sulla buona fede di tutti i popoli interessati o solo sulla parola di un governo ambizioso e intrigante da una parte e di un gruppo di liberi popoli dall’altra? Questa è la pietra di paragone che va diritta al nocciolo della questione e che deve essere usata. Noi dobbiamo aspettare nuove prove delle intenzioni dei grandi popoli delle Potenze centrali. Dio voglia che tali prove sieno date al più presto e che queste forniscano a tutti i popoli la fiducia nella buona fede con la stipulazione di trattati». Firmato: Roberto Lanzing segretario di Stato. / (Aggiunta posteriore): Il Wilson di poi mostrò coi suoi fatti d’aver messo gli Stati Uniti alla testa di tutto il movimento economico mondiale. (?) settembre. - Le battaglie sull’Isonzo continuano. / I Tedeschi entrarono nella città di Riga. / La popolazione non si interessa più dei fatti d’armi né di qua né di là; è troppo preoccupata da sinistri presentimenti pel futuro, specialmente per la generale carestia dei generi necessari alla vita. La farina gialla vien pagata oggi, da chi ne può trovare, 10 corone al chilo; la cioccolata a 36 corone; il burro a 20 corone; le patate a corone 1,70; lo zucchero a corone 7; una pagnocca mili-

tare a 6-8 corone e beato chi può trovarne anche a prezzi più alti. La fame sprezza anche le tariffe ufficiali. / Oggi fu qui l’ispettore provinciale della Kriegs-getr. per sentire in quali condizioni si trova il distretto rispetto alla propria produzione interna, e gli fu risposto, ufficialmente, che i frumenti, la segala e l’orzo diedero miseri risultati in causa della siccità, e le patate, oltre che scarse per la mancata semenza in primavera, molte marciscono. Promettente è soltanto il granoturco. Gli abbiamo domandato il grano per le semine autunnali e ci rispose che può darne soltanto a condizione che noi gliene rendiamo subito

delineata: «Sul fronte di guerra della Valsugana, a Carzano, gli Italiani tentano un’azione di sorpresa. Se fosse riuscita avrebbe permesso agli Italiani di impadronirsi di Caldonazzo dove si trovava l’imperatore Carlo d’Austria ed arrivare addirittura a Trento.

eguale quantità del nostro, che passerebbe al Comitato d’approvvigionamento per trarne farina: quindi una permuta. Gli abbiamo domandato 250 vagoni di patate e ci disse che ben difficilmente potrà somministrarcene una piccola quantità!!!... / Terra e cielo congiurano contro di noi. 7 settembre. - La direzione del partito cattolico conservatore del Tirolo, nella sua seduta del 3 giugno ultimo scorso, deliberò «di chiedere la conservazione delle province storiche e la concessione della loro autonomia, l’indivisibilità e di opporsi alle autonomie nazionali sia pure

entro le province stesse, e si protesta contro ogni ingerenza delle potenze estere nelle trattative per la pace nella politica interna della monarchia; si domanda che sia promosso lo spirito patriottico austriaco anche nelle classi che più tendevano all’irredentismo: clero e scuola eccetera». / Signori buffoni: foste voi i becchini di quello spirito patriottico, che vorreste, ma non riuscirete più mai a risuscitarlo fra i nostri monti! 12 settembre. - La lotta sull’Isonzo continua tenace e furibonda. Secondo i bollettini ufficiali, gl’Italiani, su d’un fronte di 50

Fronte italiano: si intensifica la difficile belligeranza

La Russia si avvicina velocemente alla “rivoluzione di ottobre” Un mese di settembre 1917 ancora ingarbugliato e segnato dal proseguirsi di battaglie sempre dagli esiti alternantisi e incerti. La loro successione qui di seguito. 1/3 settembre 1917. - Fronte orientale. I Tedeschi conquistano il porto di Riga, tra i maggiori sul mar Baltico, e si aprono 4 settembre. - Fronte italiano. Undicesima battaglia dell’Isonzo. Violento contrattacco austriaco sul Carso. Gli italiani perdono le posizioni che avevano conquistato alle pendici dell’Ermada. Più a nord, incessanti combattimenti sul San Gabriele. Forti perdite italiane. 8 settembre. Russia. Affare Kornilov: il comandante dell’esercito russo Lavr Georgievič Kornilov tenta un colpo di stato a Pietrogrado allo scopo di instaurare una dittatura militare, ma è bloccato dalla reazione della popolazione e costretto ad arrendersi il 14 settembre. 5 settembre. - Fronte orientale. Riga in mano all’VIII armata tedesca del generale von Hutier: 4.200 le perdite tedesche dell’offensiva, 25.000 quelle russe. 12 settembre. - Fronte italiano. Con gli ultimi, fallimentari assalti al San Michele, si conclude l’undicesima battaglia dell’Isonzo, cominciata il 19 agosto. Nonostante il brillante successo sulla Bainsizza, i pilastri della difesa austriaca, Tolmino, San Gabriele, Ermada, restano nelle mani del nemico. «Nell’undicesima batt-

aglia i cannoni italiani spararono quattro milioni di proietti e le bombarde un altro milione e mezzo: una tempesta di fuoco che inflisse gravi perdite agli austriaci, ma non riuscì a distruggere le loro posizioni fortificate. Per venirne a capo le brigate di fanteria furono mandate all’assalto ancora in formazioni compatte, un’ondata dopo l’altra, sotto il fuoco dell’artiglieria austriaca scaglionata in profondità, con risultati deludenti e gravissime perdite». Anche se «proprio nell’undicesima battaglia fecero le prime prove i reparti d’assalto, creati nell’ambito della II armata». Sui metodi di combattimento «l’esercito italiano era in ritardo». Perdite italiane nell’undicesima battaglia dell’Isonzo: circa 160.000 uomini; austriache: 85.000. 18 settembre. - Fronte italiano . Battaglia di Carzano. Mentre nella Conca di Caporetto gli Austroungarici e i Tedeschi stavano preparando una grande offensiva, in Valsugana (Tn) si svolse una delle pagine più imbarazzanti della Grande Guerra Italiana. Tutto ebbe inizio due mesi prima quando, la notte del 13 luglio 1917, un sergente boemo di nome Miejnek riuscì a superare le prime

virtualmente la via per Pietrogrado, dove si diffonde il panico. Hanno lanciato oltre 100.000 granate con il gas. Più a sud, sul fronte romeno, catturano 18.000 russi. / Fronte italiano. Artiglieria italiana catturata dagli Austro-tedeschi durante la battaglia di Caporetto. linee difensive a Carzano e si presentò a un ricovero italiano. Egli portava con sè un plico di diverse pagine e chiese di poter parlare con un ufficiale superiore del Comando di Pieve di Tesino, il quale si fece consegnare la busta che conteneva diverse cartine della prima linea austroungarica della zona che, presa in considerazione, portò alla stesura di un progetto bellico. Le difese in quella zona erano deboli e un attacco proveniente da est, in Valsugana, avrebbe consentito agli Italiani di dilagare fino a Trento con il sostegno dei soldati sloveni, cechi e serbi; ed il Comando maggiore italiano si fidò del piano. Il 7 settembre venne deciso che l’azione sarebbe stata portata avanti ma senza arrivare a Trento. L’attacco, indeciso e mal organizzato, si trasformò in una tragedia. Superata la linea austroungarica, la notte del 18 settembre, i primi Bersaglieri del 72° Battaglione entrarono in Carzano senza il sostegno della fanteria, che aveva sbagliato strada: anziché avanzare, l’ufficiale dei Bersaglieri, preso dal panico per l’assenza di rinforzi, ordinò la ritirata; un primo gruppo, però, aveva già attraversato il ponte sopra il torrente Maso e si ritrovò

bloccato dal fuoco nemico: 900 uomini vennero fatti prigionieri e 360 morirono mentre cercavano di ripiegare. / Dal comando supremo italiano l’ordine del generale Luigi Cadorna: l’esercito deve «concentrare ogni attività nelle predisposizioni per la difesa a oltranza»,in vista di un’eventuale controffensiva austriaca. 20 settembre. - Fronte occidentale. Terza battaglia di Ypres. Riprende, dopo meno di un mese di pausa, l’offensiva britannica. Haig ha trasferito il peso dello sforzo principale dalla V armata di Gough alla II di Plumer. La tattica ora è diversa: attacchi più piccoli e mirati, «colpisci e mantieni». Aiutati da un intenso bombardamento, inglesi e australiani prendono la strada di Menin. 28/29 settembre. Fronte meridionale. Vittoria britannica nella battaglia di Ramadi ai danni degli Ottomani in Mesopotamia. 29 settembre. Fronte del Baltico. Inizia l’operazione Albion: truppe tedesche attaccano le isole di Saaremaa e Muhu nel mar Baltico, mettendo in rotta i difensori russi.

Mario Antolini Musón


Centenario Grande Guerra

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Il Perli è disarmante: “Terra e cielo congiurano contro di noi”

italiana di sfondare a Carzano chilometri, spiegarono 48 divisioni: 700.000 soldati con 5.000 cannoni; ma finora non riuscirono ad alcun risultato d’importanza. Il generalissimo Cadorna, troppo compromesso di fronte alla sua patria, si ostina questa volta a volere una vittoria ad onta delle sue enormi perdite quotidiane. Ci riuscirà? È un generale lodato anche dai Tedeschi. I giornali commentano la risposta di Wilson al Papa chi a un modo e chi ad un altro, secondo i propri criteri soggettivi e le proprie tendenze politiche; in generale ne biasimano l’arroganza. È la superbia che vuole aver ragione comechessia. / Ieri passarono per qui (Tione) verso Trento 50 prigionieri italiani rimasti in mano dei nostri nella valle di Concei (Val di Ledro). I civili dimoranti oggi nel distretto giudiziale di Tione sono 16.469, e nel distretto di Stenico 11.589, che attualmente ricevono un etto e mezzo di farina per testa e per giorno, perché non ce n’è di più; e, quindi, i furti di patate e frutta si moltiplicano a dismisura; anzi taluni essicano ormai il granoturco nuovo nei forni e s’ingegnano a macinarlo in casa di nascosto, perché i mulini sono stati tutti sequestrati e chiusi dalle autorità politico-amministrativo per ordine del governo, appunto, per impedire le macinazioni di contrabbando. 14 settembre. - Le perdite d’uomini da parte dell’Italia all’Isonzo, secondo i nostri comunicati ufficiali, all’undecima loro offensiva ascendono a quest’ora a 250.000 almeno. / Nel luglio ultimo scorso, sono state affondate 811.000 tonnellate di navi nemiche. I sottomarini proseguono la loro caccia anche tutt’ora. / Ieri è stato distribuito soltanto un etto e mezzo di farina per testa e giorno, perché da Innsbruck non ne mandarono di più; e ciò porterà la conseguenza che per la fine del prossimo venturo ottobre saranno consumate quasi tutte le patate prodotte quest’anno. / Giorni fa il militare rimandò a Trento 200 cavalli così dimagriti, che taluni cadevano a terra per via. / Il fieno è scarsissimo e la semola manca affatto. 15 settembre. - Questa mattina alle ore 9½ arrivò a Tione da Trento il nostro Imperatore Carlo I. La sua venuta ci fu notificata ieri l’altro, cosicché si è potuto predisporre un decoroso ricevimento; anzi tutte le disposizioni in proposito furono prese dal

Comando militare di Bondo d’accordo con quest’imperial regio Capitanato. Furono invitati qui e comparvero le Deputazioni comunali coi rispettivi curatori d’anime e maestri popolari del distretto di Stenico e di quello di Tione, fuorché i Comuni della Rendena i quali convennero a Pinzolo per omaggiarlo lassù. Oltre le dette Deputazioni si sono raccolti sulla nostra piazza alla Croce (battezzata giorni fa “Piazza Imperatore Carlo”) una compagnia di soldati, cioè guardia d’onore, lo imperial regio Comando militare di Bondo ed altri ufficiali, le autorità politiche e gli impiegati giudiziali censuali, il municipio, clero e popolo di Tione, scuole e asilo infantile, il tutto disposto con bell’ordine. L’Imperatore era accompagnato dal feldmaresciallo Conrad von Hötz, dal ministro degli esteri conte Czernin e da altre ufficialità ragguardevoli. Alla sua comparsa fu salutato da un generale evviva. Indi si presentò a salutare il Brigadiere di Bondo Spiegel e il dirigente capitanale nostro signor Ebner; poi passò a visitare e a parlare familiarmente con ognuno dei soldati della guardia d’onore, indi cogli ufficiali locali, poi agli impiegati capitanali giudiziali, municipi, clero, Comuni e scuole. Alle 11¼ continuò il viaggio per Pinzolo lasciando qui di sè in tutti ottima impressione per la sua affabilità. Volle che gli fossero presentati i figli dei Caduti di Tione; come gli furono anche presentati, al ragazzo Alfiero, figlio del fu Carlo Andreolli, che gli presentò il saluto della scolaresca, regalò un orologio d’oro. 16 settembre. - In Russia tutto va a rotoli. I rivoluzionari operai e contadini furono paralizzati dall’azione energica del Comitato provvisorio direttivo, specialmente per opera del ministro della guerra Kerenki. Contro Kerenki sorse, in questi giorni, il generale Korniloff, il quale marcia contro Pietroburgo. Quindi lotta fra due rivali e guerra civile. / In Francia cadde il ministero Ribot e ne sorse un altro con a capo Painbrè socialista, al quale i socialisti negano il loro appoggio perché essi vogliono la pace. Pare che l’Intesa, sfiduciata della Russia, intenda dare efficace aiuto all’Italia per sfondare il fronte austriaco; e ciò spiega, forse, l’arrivo di truppe germaniche a Trento. / Tione quest’anno ha raccolto cinquanta quintali

ed anche più di grisoni (mirtillo nero) per trarne vino, che se vi venisse messo zucchero al 20 per cento riuscirebbe un vino non disprezzabile. / Oggi si pagano corone 1,40 al chilo. E le patate, chi può pigliarne, le paga anche più di corone 2 al chilo. Una stoffa leggera, che prima della guerra si pagava 35-40 soldi, oggi si paga 10-12 corone al metro, ed è un accidente il trovarne; un pezzo di corame per un paio di suole da scarpe costa 12-14 corone; un metro di tela bianca di cotone, a chi ne trova, costa 15-17 corone; una capra 120-130 corone; una gallina 12-15 corone; un coniglio ordinario 15 corone. / Le farmacie mancano di molti medicinali comuni come, per esempio, olio di ricino. / Il brascato dalle 150 alle 300 corone l’ettolitro. 16 settembre. - Korniloff, il rivale di Kerenski, ha dovuto soccombere. In Russia regna il caos. Dalla Russia ci arrivano notizie contraddittorie, incapaci di darci un’idea esatta degli avvenimenti che si succedono colà. Quel governo provvisorio proclamò ufficialmente la Repubblica. I socialisti radicali stanno per prendere il sopravvento. 16 settembre. - I giornali portano la risposta dell’Austria-Ungheria alla “Nota” del Papa. La risposta è firmata dall’Imperatore Carlo, il quale approva e loda con ossequiente rispetto la iniziativa e le ragioni del Pontefice per ritornare la pace nel mondo e dichiara che, in corrispondenza ai principi di giustizia e di equità dal Papa proposti, egli è pronto ad aprire trattative di pace coi nemici quando anche questi seguano le stesse direttive generali. Vedremo quali commenti ne farà la stampa avversaria. / Intanto al confine italiano si accumulano soldati nostri: austroungarici e germanici. Quali sorprese ci stanno pre-

parando? / In Italia, secondo i nostri giornali, si vanno intensificando le sommosse popolari, specialmente nelle maggiori città. Anche laggiù il malcontento è al colmo per le stesse ragioni che altrove. Tanto lo si sa anche dai prigionieri italiani. / Il capo del nuovo gabinetto francese tenne il suo primo discorso alla camera sulla falsariga dei suoi degni antecessori: guerra a fondo, infischiandosi così delle miserie dei popoli. E dire ch’è un bravo socialista! / Anche l’XIa offensiva italiana sull’Isonzo è finita senza la breccia per l’arrivo a Trieste, e ciò nonostante i più accurati preparativi tecnici e le 48 divisioni di soldati che l’Italia aveva predisposto e manovrato su quel fronte. Fu una delle più rabbiose e sanguinose offensive. Vi si lavorò per terra, per mare e per aria. 24 settembre. - Comparve sui giornali anche la risposta germanica, firmata dal ministro degli esteri, alla “Nota” del Papa pro pace. Nelle linee generali si accorda con quella austriaca: applaude al pensiero fondamentale della Nota, che alla forza bruta delle armi deve succedere quella morale del diritto; approva l’idea del disarmo graduale e simultaneo di tutti gli Stati e che, in avvenire, le controversie vengano appianate in via amichevole a mezzo anche di arbitrati. Il governo accetterà perciò qualsiasi proposta in argomento conciliabile col decoro e gl’interessi della Germania. / Il re d’Italia si reca a Parigi e Londra e, a quanto pare, per impetrare aiuti materiali per la conquista di Trieste e del Trentino onde arrestare la minacciante rivoluzione del Paese, che vede le sue continue perdite d’uomini, di materiale e di danaro senza mai nissun corrispondente risultato. / Anche l’Italia passa un brutto quarto

d’ora. 26 settembre. - Nelle Fiandre gl’Inglesi si ostinano rabbiosamente, già da molte settimane, a tentare una breccia nel fronte germanico. / Il giornale inglese “Daily Chronicle”, parlando della risposta austriaca al papa, dice: «È impossibile non guardare con rispetto la risposta dell’Imperatore Carlo. Qui parla evidentemente un uomo che ci tiene a conseguire una pace giusta e durevole. Che sia stata l’Austria-Ungheria a cominciare, influenzare e sviluppare la guerra, di questo non ha colpa veruna l’attuale Sovrano. Più di una volta dal giorno della sua assunzione al trono, l’Imperatore Carlo ha dato prova, con la parola e con l’opera, quale spirito elevato e quali sensi umanitari lo guidino. Sotto il suo governo Vienna ha sempre parlato in un tono che essenzialmente si diversifica dalla rudezza di Berlino». / Nella Nota germanica, dicono in complesso i giornali, sembra di notarvi lo sforzo che gli uomini di Stato dovettero fare per accostarsi particolarmente all’idea del disarmo: vi si sente la grandezza e la difficoltà del mutamento che qui si è sperato; vi si possono scorgere i resti dell’opposizione dei pangermanisti vinta, o meglio messa da parte. Coloro che si aspettavano dalle Potenze centrali la confessione della propria colpabilità dell’attuale guerra e formulassero delle soddisfazioni, dovettero rimanere disingannati. I soliti giornali poi guerrafondai dell’Intesa vi scorgono motivi per continuare la guerra fino a piena vittoria. I giornali cattolici d’Italia riconoscono nelle due Note austrogermaniche una inattesa arrendevolezza alle condizioni proposte dal Pontefice e sperano in bene. 27 settembre. - Questa sera, dopo notte, arrivò qui (a Tione) in pieno assetto di

guerra, a mezzo automobili, un battaglione di Germanici. A quale scopo? Nissuno lo sa. / I movimenti militari in grande stile si fanno di notte per sfuggire alle osservazioni degli aeroplani. / Oggi si aprì il parlamento austriaco. / Il debito dell’Austria-Ungheria ascende a 42 miliardi e se ne preventivano altri 12 pel quarto anno di guerra alle spalle dell’Austria. 28 settembre. - Oggi fui in Arco. La città evacuata è deserta, tutti i negozi chiusi; il movimento personale appena percettibile; qualche casa bucata e screpolata da una bomba italiana, qualche altra affatto rovinata, le vie di accesso quasi tutte mascherate con palizzate e ramaglie; quasi tutte le campagne, nei pressi e a mezzodì della città, incolte e deperite così da far sentire, a chiunque le guarda, il loro gemito: miserere nostri. La siccità della estate ultima scorsa rovinò anche quelle coltivate. I pochi profughi di recente ritornati laggiù non trovarono che appena la casa; il resto tutto è sparito fin i quadri sacri appesi alle pareti delle stanze e, in certe case, anche gli usci. Quell’arciprete, solitario nella sua canonica, ha le mani incallite dal quotidiano lavoro contadinesco nel coltivarsi da sè l’orto e un pezzetto di campagna, perché vi mancano affatto i giornalieri e gli operai. Anche là furono operati i rilievi sulla produzione campagnola d’ogni possidente. L’olio di oliva vien pagato anche 50 corone pur di trovarne. La miseria prese quartiere anche laggiù. / Si deplora, universalmente, uno spirito di distruzione nei soldati, i quali trovano un senso di soddisfazione, come i ragazzi, nel rovinare quanto loro capita in mano sia pur anche roba di privati e civili. Sono presi come da una suggestione, di cui non sanno rendersi ragione neppur essi stessi. Un non so che di simile accade loro quando si danno ad una ricreazione o divertimento, eccedono con tutta facilità e spensieratezza i limiti della moderazione e passano ad atti da pazzi come l’entrare in un salone d’hotel, a Tione, con carrozza a cavalli e fare sperpero di costosissime bottiglie di vino. Chiestone una ragione, ti rispondono di essere portati, anzi spinti, a siffatti eccessi per cavarsi dall’animo il sentimento di tristezza in cui si sentono avvolti e molestati dalla loro condizione.


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Lettere

SETTEMBRE 2017

Aiutate i cittadini a fare la raccolta differenziata

Una volta a casa, il volume degli imballaggi supera sempre quello degli alimenti comprati e bisogna attrezzarsi per trovare spazio per tutto il materiale inutile in attesa di un viaggio di riciclo. Ad essi si aggiungono ora, al supermercato, i provvidenziali guanti che ci impediscono di toccare la frutta in vendita (toccata fino a poco prima da grossisti e produttori sicuramente a mani nude) e contaminarci a vicenda: folle espressione del nostro bisogno di sicurezza. E dire che in tutto il mondo si denuncia il dramma delle isole oceaniche fatte di pla-

Mi riferisco all’articolo sulla raccolta differenziata apparso sul giornale di agosto. Sicuramente molti conferimenti lasciano a desiderare ma andrebbe considerato che il privato cittadino è anche vittima del comportamento della grande distribuzione, che vende in imballaggi di plastica, spesso

multipli, anche quello che non ne avrebbe bisogno. Se si fa caso, quasi nessun articolo ormai è acquistabile senza che ci si debba portare via anche un bel pezzo di plastica, che è un vero oggetto a sua volta, nuovo e indistruttibile, ma già destinato ad essere immediatamente buttato via.

stica… Le istituzioni o le associazioni dovrebbero in primo luogo trattare con i produttori perchè cambino abitudini relativamente agli imballaggi. I cittadini dovrebbero, per protesta, lasciare al supermercato gli imballaggi in eccesso. E chi ha messo in produzione i bidoni seminterrati per il conferimento dovrebbe fare un serio esame di coscienza e modificarli in modo che

Rossi ha fatto bene, riportiamo gli orsi dove sono stati prelevati Salve Direttore, sono un proprietario di immobile non residente che trascorre buona parte dell’anno in Val Rendena. Leggo sempre (perchè arriva alla mia buca delle lettere) con molto interesse il vostro giornale.Lo trovo molto apprezzabile per articoli di attalità e informazione su svariati campi. Nel numero di Agosto ho letto un interessante articolo riguardante l’orso che vive nelle valli trentine.Mi permetta di dissentire da qunto dichiarato dal Dott. Mustoni che essendo parte in causa ha tutto l’interesse a tranquillizzare la popolazione.Per quanto mi riguarda,devo dire che se oggi dovessi acquistare un immobile in montagna, opterei verso Regioni come Piemonte o Valle D’Aosta dove il problema non è presente.E’ dallo scorso anno che non mi arrischio più a passeggiare nei boschi per un problema di sicurezza.Ho parlato svariate volte anche con nativi residenti che la pensano allo stesso modo.A causa di chi non ha tenuto debi-

tamente sotto controllo il fenomeno del moltiplicarsi degli orsi in queste zone, abbiamo perso la libertà e la gioia di goderci questi posti. Cosa si fa? Aspettiamo che avvenga l’irreparabile prima di trovare delle

soluzioni congrue? Una soluzione semplice dal mio punto di vista ci sarebbe riportarli nelle zone da cui sono stati prelevati.Condivido pienamente quanto fatto dal Presidente Rossi con l’emanare l’ordinanza

di intervento per la cattura dell’animale pur avversandosi gli animalisti che ritengono più importante la vita dell’orso di quella dell’uomo. Alberto Artioli

1. non siano troppo alti per molte signore piccoline che vanno personalmente alle isole ecologiche 2. non richiedano tre mani per tenere aperto lo sportello e allo stesso tempo sollevare e buttare i materiali nel bidone. Solo dopo qualche serio tentativo di ridurre il volume dei rifiuti che non dipendono dai “consumatori”, si potrà rimproverarli di non fare del loro meglio: questo riguarda anche i giornali, che potrebbero promuovere, con qualche buon articolo, una riduzione della plastica in circolazione. Marina Clerici

Anche api, pecore e capre sono importanti Egregio Sig. Amistadi leggendo l’articolo da lei scritto sul Giornale delle Giudicarie del mese di agosto, mi trova perfettamente d’accordo alla risposta data al signor Dario in relazione al “Non uccidete l’orsa”. Vorrei ricordare, se possibile, come lei ha già spiegato in modo esauriente, ai “pseudo-animalisti” che le api sono la vita. Forse non sanno che questi animaletti sono di vitale importanza per noi tutti, in quanto oltre all’impollinazione di piante, fiori e frutti, ci danno miele e cera, non sanno che capre e pecore ci danno latte e lana, per non parlare di suini e bovini. Ecco, cari animalisti, questi animali sono preda di questo inutile plantigrado che solo danni azzecca, danni morali, materiali e traumi alle persone che difficilmente verranno superati. Si legge sui giornali che sono state raccolte 88mila firme per la difesa dell’orso. Perchè non vengono a raccoglierne anche nelle valli? Sicuramente verrebbero presi a calci nel sedere e rispediti a casa loro. A mio modesto parere, buona cosa sarebbe, cominciare come lei ha fatto, una campagna di informazione elementare per i troppi e purtroppo buontemponi che vogliono distruggere il turismo (già in crisi) che da anni è stato il fiore all’occhiello delle nostre vallate. Leo – Porte di Rendena


Opinioni a confronto BOTTA E RISPOSTA

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La salute in un click (o no?)

vilgiat@yahoo.it

Caro Adelino, ho mio figlio, oltre i trenta, che ogni volta gli capita di soffrire qualche malanno, lo prende la paura e va al computer e cerca di capire di che cosa si tratta e di come si possa guarire...a me sembra una gran stupidata, una volta era il medico che interveniva e di solito lo faceva nel migliore

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dei modi. Oggi ognuno si sente autorizzato a fare da sé...non mi sembra il modo giusto per affrontare i guai che ti possono capitare. Ferruccio Una volta, quando si aveva paura, si andava dal medico e già in sala

d’aspetto facendo quattro chiacchiere con altri in attesa, sfogliando qualche vecchia rivista, e ancor prima di entrare nell’ambulatorio, la paura se n’era andata, bastava un sorriso del medico per stare meglio. I tempi sono cambiati, ma l’ipocondria (la paura di ogni male) è rimasta in molti di noi.

E così invece di interpellare il medico di base, ci si scatena alla ricerca su internet. Con il risultato che, inseriti sintomi a capocchia, ne potrebbero uscire risultati terrificanti. E allora perché farci del male? Alzi la mano chi non ha mai consultato il web anche per un semplice raffreddore. E’ un

po’ quel che succede per la questione dei vaccini di cui ho già detto. La fiducia nel proprio medico è alla base della nostra salute. Lasciamo stare internet e se qualcosa non va, affidiamoci a chi per mestiere fa il medico e sa quello che fa. Sa individuare la malattia e sa prescrivere i dovuti rimedi. Conse-

gnare la nostra salute al computer può essere pericoloso, gran parte delle risposte alle sintomatologie che si leggono sul web sono il più delle volte sono indirizzate alla vendita di prodotti, pura propaganda. Provate per credere... anzi no, non provate per niente che è meglio! (a.a)

Lago di Roncone, un peccato vederlo così Egr. sig. Amistadi, passo ormai da anni le mie vacanze a Roncone e quando posso leggo volentieri il vostro giornale. Ne approfitto per farle una domanda che mi sta a cuore: che sta succedendo al vostro bel laghetto? E’ un vero peccato vederlo in così pessimo stato, lei cosa ne dice? Un villeggiante un po’ deluso

Ahime, lei tocca un tasto complicato. Devo confessare che da tempo evito di passeggiare attorno al lago per non soffrirne lo stato di degrado che ormai lo accompagna da un paio d’anni. Vederlo ridotto in quel modo è per me un’atroce sofferenza anche perché il lago di Roncone è stato motivo d’orgoglio per gran parte della mia vita. Si sono dette un sacco di sciocchezze sui motivi di tale situazione, ognuno a Roncone aveva la sua teoria che reputava giusta. Chi parlava di falde acquifere deviate da lavori pubblici eseguiti nei paraggi, chi propendeva per una scossa sismica che aveva aperto crepe nel fondale. Ma nessuno sapeva esattamente cosa fare. Su una cosa tutti concordavano: bisognava por-

tare acqua al lago per riportarlo al livello usuale. Ma anche qui congetture d’ogni tipo: c’era chi suggeriva di deviare l’Arnò, chi la Fiana, chi addirittura il Rio di Lardaro. Nel frattempo sembra sia stata movimentata la Provincia, ma fino ad ora non sembrano arrivare notizie risolutive. Per capirci: il lago è sempre vissuto di vita propria, l’acqua gli derivava da falde acquifere provenienti dai ghiacciai sovrastanti, ed il ricambio veniva garantito da piccole perdite nella parte a sud, e così le cose sono andate avanti per secoli. E quando le nevicate invernali erano scarse, ecco che il lago s’abbassava salvo recuperare l’anno dopo se l’inverno portava neve in abbondanza. Purtroppo gli ultimi due inverni sono stati deludenti, niente neve, poche piogge, e i ghiacciai in difficoltà, per cui, essendo di più l’acqua che usciva di quella che entrava, s’è ridotto nello stato attuale. Questa è l’unica verità, ormai accertata scientificamente. D’altronde basta vedere i laghi di montagna del Trentino, sono tutti in difficoltà, il bellissimo lago di Tenno, ne è la testimonianza più palese. E allora? Una soluzione c’è, semplice e fattibile, l’avevo pensata con un tecnico del luogo ancora tempo fa, pronta per essere attuata in caso di crisi. Si concorda

Quante critiche agli animalisti! Caro Adelino, ho notato che non sempre sei tiepido con chi ama gli animali, talvolta vai giù duro e non poco, ti ho sentito molto critico con gli animalisti per il caso dell’orsa uccisa … Marcello Caro amico, tranquillo, non ce l’ho con chi ama gli animali, ci mancherebbe, io sono cresciuto in mezzo agli animali, orsi compresi. Sono critico, anzi molto critico, dell’animalismo come religione, per cui se si deve salvare un animale o un bambino ci

si pongono interrogativi che non dovrebbero esistere. Sono contro il fanatismo ambientalista per cui se qualche amministrazione comunale deve tagliare un albero sembra che commetta non so quale delitto contro natura, per non dire dell’intolleranza di chi considera un cannibale chi mangia una bistecca. Oltre tutto spesse volte questi testimoni del bon ton della natura diventano veri e propri invasati nell’attaccare coloro che non la pensano come loro, basta leggere le ingiurie a destra e a manca in seguito alla vicenda dell’orsa di questi giorni. Mica lo capisco: l’amore per

con la Provincia il parziale prelievo dell’Adanà, così da non intaccare l’ecosistema ittico ed ambientale, per tutto l’anno, e già sarebbe un buon rimedio. La presa sul torrente c’è già, la “travada dei Carlin” è nel posto giusto e può essere rimessa in pristino, da lì una tubatura robusta porterebbe l’acqua lungo la Nazionale fin oltre l’Albergo Eden e da lì fatta cadere con gradevoli cascatelle, per la debita ossigenazione, nella parte a nord del lago. Con l’aggiunta fondamentale che il parziale prelievo dell’acqua dovrà aumentare ad ogni giornata di pioggia, quando la Adanà spinge si dovrà fare in modo di poter prelevare molta più acqua, e questa potrà garantire di raggiungere il livello dell’acqua desiderato, mantenuto costante dal poco, ma continuo prelievo di tutti gli altri giorni, fino alla prossima piovuta. Potrebbe essere l’idea giusta. Ma non semplice, con la burocrazia comunale e gli intralci cavillosi dei servizi provinciali potrebbe andare per le lunghe, ma quando si è convinti, niente è impossibile! Per noi il lago è una risorsa indispensabile per il nostro turismo e per il nostro orgoglio, parliamone un po’ di meno e facciamo qualcosa in più, questo è il mio auspicio e l’auspicio di tutti i Ronconesi! (a.a.)

Il Giornale delle Giudicarie mensile di informazione e approfondimento

Anno 15 n° 9 settembre 2017 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Caporedattore: Denise Rocca Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Aldo Gottardi, Matteo Ciaghi, Denise Rocca

la natura che ispira serenità ed amore, ormai sempre più spesso diventa fanatismo e violenza verbale. E non mi piace. Io ritengo di amare legittimamente gli animali anche senza essere animalista. E me ne vanto. (a.a.)

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Hanno collaborato: Gianni Ambrosini, Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Giacomo Bonazza, Alberto Carli, Francesca Cristoforetti, Umberto Fedrizzi, Chiara Garroni, Enrico Gasperi, Marco Maestri, Mariachiara Rizzonelli, Alessandro Togni, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 - 338 9357093 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3286821545) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 4 settembre 2017 da Sie Spa - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129


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SETTEMBRE 2017

Comune di

Sella Giudicarie

Sabato 23 & Domenica 24 Settembre 2017

Mondo Contadino Festival dell’Enogastronomia Rurale Lago di Roncone - Sella Giudicarie Il Festival dell’enogastronomia rurale al lago di Roncone, vetrina delle tradizioni agricole, dell’allevamento, delle produzioni agricolo-alimentari. Mostra mercato, prodotti tipici, buon cibo, degustazioni guidate, showcooking live. Sabato 23 Arrivo del bestiame ed identificazione dei capi | Mostra Mercato con le casette dei prodotti tipici e dell’artigianato | Laboratori bimbi Bandiera Blu | Pranzo con prodotti tipici | Competizione ‘Conduttori Junior’ | La Caserada | Cena tipica | Finale ed elezione delle campionesse: Razza Bruna & Razza Frisona | Serata musicale.

Domenica 24 Mostra Mercato | Inaugurazione Bandiera Blu e Saluti delle autorità | ‘La Capra in Valle del Chiese: local street slow cooking, degustazione & approfondimenti sul formaggio di capra | Pranzo tipico con Polenta Carbonera | La Caserada | Showcooking con il pasticcere Manuel Ferrari del Mistral del Grand’Hotel Villa Serbelloni | Estrazione Lotteria Mostra Bovina.

inoltre: Sabato & Domenica Trattori d’epoca in esposizione | Mostra di pittura ‘Che tempo fa?’ | Ring ‘Caprette e pecore’ | Intrattenimento per bambini | Domenica: Passeggiate a cavallo e con pony.

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visitchiese.it Consorzio Turistico Valle del Chiese

0465 901217 | info@visitchiese.it


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