Giornale delle Giudicarie Giugno 2021

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Mensile di informazione e di approfondimento

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ANNO 19 - GIUGNO 2021- N. 6 - MENSILE

L’EDITORIALE

Sondaggi sorprendenti di Adelino Amistadi

Esattamente un anno dopo la fine del primo lockdown, Mario Draghi ha deciso di riaprire il cuore e l’anima degli italiani con un provvedimento che farà ripartire al meglio tutte le attività. Intendiamoci, la strategia della cautela e della “gradualità”, che ha da sempre caratterizzato l’agire di Draghi fin dall’inizio del suo mandato, non è stata abbandonata. Ma il calendario è ormai fissato. Senza dare ascolto più di tanto al cavilloso ministro della salute Roberto Speranza, così anche senza badare granché alle spinte “aperturiste” di Matteo Salvini, il premier Draghi ha messo in fila i dati e ha deciso che se non ci saranno sorprese sull’andamento dell’epidemia, nelle prossime settimane si potrà tornare lentamente ad una vita quasi normale. Insomma, nel gioco, tutto politico, ormai stucchevole della diatriba tra “aperturisti” e “chiusuristi”, Draghi va per la sua strada, si muove in autonomia seguendo l’unica bussola valida, quella dei numeri dei contagi, dei decessi, delle terapie intensive, dei ricoveri e dei vaccinati, che gli hanno permesso di procedere con le aperture che, gradualmente, entro la fine di giugno, dovrebbero rimuovere le ultime briciole del tanto vituperato coprifuoco. E così la politica, in gran parte soddisfatta, cambia argomento e si dedica ai nuovi “rumors” che sembrano agitare le acque nazionali. A cominciare dai sondaggi dove sembra che in questi ultimi giorni FdI, il partito della Meloni, abbia superato alla grande il Pd del neo-segretario Letta, ed ora si trovi a poco meno di un punto dalla Lega di Salvini. A pag, 8

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FONDATO NEL 2002 - Distribuito da

La tavola rotonda

Economia, gli strascichi del Covid Alle pagine 4 , 5, 6 e 7

EUROPA

Conflitto arabo-israeliano di Paolo Magagnotti Pochi giorni fa, con il mondo intero preoccupato per una pandemia che non si sa ancora come e quando potrà finire, una nuova minaccia proveniente dal Vicino Oriente ha scosso e messo in allarme la comunità internazionale. Dopo che una pioggia torrenziale di missili proveniente dalla Striscia palestinese di Gaza scatenata dal movimento islamico paramilitare politico Hamas si è abbattuta su Israele, un nubifragio di bombe israeliane si è riversato su Gaza. Morte e distruzione non hanno risparmiato niente e nessuno. A Pag.15

Arte

Furti d’arte in Giudicarie

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Economia

Ristori Covid, al via le domande A PAGINA 11

Territorio

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Rassegna Stampa

GIUGNO 2021

A cura della REDAZIONE

RASSEGNA STAMPA MAGGIO 2021

DALLE GIUDICARIE DALLA PROVINCIA

MADONNA DI CAMPIGLIO. Una nuova vita per la Zangola. Ristorante, aprés-ski e boutique hotel. È in questa nuova e triplice veste che la Zangola, uno dei club più “in” della Perla delle Dolomiti di Brenta, si potrebbe presentare a turisti e residenti tra un paio d’anni. Una svolta che, con grande soddisfazione dell’ente proprietario ovvero l’Asuc di Fisto, arriva dopo la lunga chiusura seguita al cedimento del tetto nel 2014. A dare il la a questo iter l’apertura dell’offerta economica presentata dall’unica società partecipante al bando: la “5 club srl” di Milano, un raggruppamento temporaneo di imprese, tra cui vi sono il progettista - lo studio Cardin Paolo di Milano - e la Paterlini Costruzioni spa. Quello proposto, come si evince dal preliminare, è un progetto di finanza da 8.080.000 euro a cui l’Asuc parteciperà stanziando 1.900.000 euro. In cambio, la società garantirà un canone di 150 mila euro per 15 anni all’Asuc. Gianni Canale di Tre Ville nuovo presidente del Collegio Guide Alpine del Trentino - Quarant’anni appena compiuti, una Laurea Specialistica in Scienze Forestali ed Ambientali presso l’università di Padova, la Guida alpina e Maestro di alpinismo Gianni Canale di Tre Ville è stato eletto lo scorso 14 maggio nuovo presidente del Collegio Guide Alpine del Trentino. Dal Comune di Valdaone 100 euro in buoni spesa per ogni abitante - «Buoni spesa comunali a sostegno delle famiglie e dei consumi sul territorio”. È questa l’iniziativa messa in campo, anche in sinergia con l’amministrazione di Pieve di Bono-Prezzo (che proporrà nelle prossime settimane analoghi incentivi per la propria comunità), dall’amministrazione comunale di Valdaone. Il Regolamento disciplina l’assegnazione di un contributo una tantum per l’anno 2021 alle famiglie del Comune di Valdaone, mediante la consegna di 5 buoni spesa di 20 euro ciascuno per ogni residente da utilizzare negli esercizi pubblici e commerciali del territorio dei comuni di Valdaone e Pieve di Bono-Prezzo. Considerato che i residenti del Comune sono 1.149, il Comune destinerà a questo sostegno unico circa 115 mila euro del suo bilancio. A Malga Bissina, automobili a «numero chiuso», al massimo 250 al giorno fino alla diga In Val Daone a malga Bissina non potranno essere

parcheggiate più di 250 macchine. Se consideriamo che in alcune domeniche dell’estate scorsa si arrivò a punte di quasi 600 auto, si comprende che il taglio è netto. Il Parco ha deciso, oltre quel numero strada chiusa al Limes. Ma intanto non si passa comunque, c’è stata una frana e l’accesso è ancora interdetto. Annibale Salsa e il fascino di un’estate in alpeggio - Il noto antropologo studioso della montagna ha pubblicato un nuovo volume: stavolta però è autobiografico e racconta dell’infanzia nel mondo rurale. Per Annibale Salsa, già docente all’Università di Genova e presidente generale del Club Alpino Italiano, l’antropologia alpina è un tema chiave oggetto di studi, ricerche, pubblicazioni. Delle identità alpine, dei paesaggi naturali e culturali, così come delle dinamiche delle popolazioni e delle loro trasformazioni, Salsa si è occupato in decine e decine di saggi. Ora è uscito un suo libro autobiografico, Un’estate in alpeggio, pubblicato nella collana «Passi» di Ponte alle Grazie e Cai (128 pagine, 13 euro), una narrazione autentica ed emozionante della vita in malga, dei suoi riti e dei saperi antichi che Alessandro Pastore - storico e presidente del Centro operativo editoriale del Cai - ha definito «un libro intenso, nutrito dal ricordo dell’infanzia e sostanziato dal sapere dello studioso».

2021 Direttore Sanitario: ���������Cristantielli Patrizia

Scuola infanzia: 7.313 famiglie confermano la frequenza per il mese estivo supplementare - Le domande trasmesse in modalità telematica sono 7.313. Di queste 3.826 provengono da famiglie i cui bimbi sono iscritti alle scuole della Federazione Provinciale Scuole Materne, 2.626 alle Scuole Provinciali, 544 a Coesi e 317 a scuole a gestione autonoma. L’attivazione del servizio, come è noto, avviene con un minimo di 5 bambini iscritti per le scuole monosezionali e 7 per le altre scuole. Le scuole nelle quali sarà erogato sono dunque la quasi totalità, ad eccezione di due scuole che non hanno raggiunto il numero minimo di richieste. La copertura oraria sarà di almeno 7 ore al giorno, secondo l’attuale orario di apertura della propria scuola dell’infanzia. Anche nel periodo estivo è inoltre confermato il prolungamento dell’orario giornaliero di massimo 2 ore per coloro che ne hanno già usufruito durante l’anno, in base alle adesioni pervenute. La scorta al presidente Fugatti dopo le minacce - A fronte della notizia relativa all’assegnazione della scorta al presidente della Provincia autonoma Maurizio Fugatti a seguito dell’escalation di minacce da parte di soggetti contrari alle scelte prese dalla giunta e relative ai grandi carnivori, lo stesso presidente Fugatti sottolinea: “La decisione di assegnarmi la scorta è derivata da una scelta dell’autorità competente e non è frutto di una mia personale richiesta” afferma Fugatti. Addio a Tarcisio Grandi - È morto, a settant’anni, Tarcisio Grandi, a lungo protagonista della politica trentina. Consigliere provinciale a Trento dal 1988 al 2003 ed assessore alla cultura. Dal 1994 al 1999 aveva presieduto la giunta regionale. Malato da tempo, dopo una frattura ad un braccio le sue condizioni di salute erano precipitate. È morto all’ospedale San Camillo, lascia la moglie Piera e i figli Anna e Giovanni. Grandi era stato fra i protagonisti della Democrazia Cristiana. Cominciò la sua attività politica in consiglio comunale a Trento, assessore alle politiche sociali. Poi passò in Consiglio provinciale nel 1988 come assessore all’istruzione e cultura. Grandi fu il sostenitore e artefice della creazione di tutti i grandi festival culturali, appoggiando Oriente Occidente, Pergine Spettacolo Aperto, i Suoni delle Dolomiti, Drodesera. Ma anche avviando la grande opera di restauro dei forti della Grande Guerra, la creazione del Sentiero della Pace, e molto altro. Fu il “padre” della legge n.35 nota nel mondo delle politiche sociali perché definì un nuovo sistema di intervento a favore delle fasce deboli. Negli ultimi anni si era ritirato a Tavernaro, sulla collina di Trento. Il Calcio Trento promosso in serie C - Con la vittoria ottenuta contro il Campodarsego, al Briamasco, davanti ad oltre 700 tifosi, il Trento ha conquistato la matematica certezza della promozione in serie C. Il Trento torna tra i professionisti, proprio nell’anno in cui celebra il centesimo anniversario di fondazione Insediamento giovani agricoltori, nuovo bando - Un “premio” per l’insediamento in agricoltura di giovani con meno di 40 anni, nell’ambito del Programma di sviluppo ru-

Sfoglia il Giornale delle Giudicarie su www.giornaledellegiudicarie.it Si ricorda che è possibile sfogliare il Giornale delle Giudicarie sul sito www. giornaledellegiudicarie.it aggiornato ogni mese con le notizie più importanti che accadono in Giudicarie.

rale. Il via libera al sesto bando dell’operazione 6.1.1 “Giovani agricoltori”, è arrivato dalla Giunta provinciale. I nuovi aiuti all’avvio di imprese per giovani agricoltori hanno, per ora, un valore complessivo di 240mila euro. Si tratta di un’iniziativa che si avvale di risorse che derivano da revoche e rinunce sui bandi precedenti. L’insediamento è un processo che deve essere già iniziato alla data di presentazione della domanda di aiuto ma che non è ancora del tutto completato. Il bando 2021 prevede che siano ammissibili ad agevolazione le domande dei giovani che hanno avviato la loro attività - come capi azienda o corresponsabili - nei 18 mesi precedenti, mentre resterà il limite dei 6 mesi precedenti per il bando 2022. La delibera dispone la presentazione delle domande dal 17 maggio al 15 luglio. In questo bando possono presentare domanda i giovani che si sono insediati negli ultimi 18 mesi. Accordo per realizzare un tram nel cuore di Trento - Provincia autonoma e Comune di Trento alleate sulla mobilità sostenibile per il capoluogo. E’ l’obiettivo dell’Accordo di collaborazione approvato dalla giunta provinciale su proposta del presidente Maurizio Fugatti che ha come obiettivo la realizzazione di una nuova infrastruttura di Trasporto rapido di massa a Trento. Nel dettaglio, quindi, la soluzione ipotizzata è quella di un Tram che potrebbe vedere la luce entro i prossimi anni e che dovrebbe correre lungo un tracciato preferenziale lungo via Brennero, collegando inizialmente la parte nord della città con il centro, con la possibilità in futuro di essere estesa anche alla parte sud della città. Il film su Roberto Baggio girato anche in Trentino - È girato in gran parte in Trentino con il sostegno della Film Commission “Il Divin Codino”, film diretto da Letizia Lamartire che ripercorre la straordinaria carriera calcistica di Roberto Baggio, in uscita il 26 maggio su Netflix. Le riprese del film, iniziate a settembre 2020, si sono tenute in Trentino per 20 giorni. “Il Divin Codino” celebra l’uomo oltre il mito, con un film che segue la carriera calcistica di Roberto Baggio. Partendo dagli esordi nelle fila del Lanerossi Vicenza e passando dal controverso calcio di rigore della Finale di Coppa del Mondo 1994 tra Italia-Brasile, il film ripercorre la vita di Baggio, dal suo difficile debutto come professionista fino all’addio ai campi. Voucher sportivo: aperte le domande fino al 30 giugno - Centoventidue associazioni sportive trentine hanno detto “sì” al progetto e ora le famiglie hanno tempo fino al 30 giugno 2021 per fare domanda. Il voucher è una misura ideata dalla Provincia autonoma di Trento per avvicinare alla pratica dello sport anche i bambini e i ragazzi minorenni di famiglie in possesso di determinati requisiti che, diversamente, non sarebbero in grado di sostenere questo onere. Destinatari dei contributi sono le famiglie numerose beneficiarie della quota B1) e le famiglie beneficiarie della quota A) dell’Assegno unico provinciale. Sul sito dell’Agenzia provinciale per la famiglia www.trentinofamiglia.it è stato pubblicato l’elenco delle Associazioni sportive che hanno aderito al progetto: il voucher viene infatti riconosciuto esclusivamente per la frequenza di percorsi sportivi presso le Associazioni aderenti.

Giornale delle Giudicarie, distribuito dalla Cooperativa Lavoro Il Giornale delle Giudicarie viene distribuito dalla Cooperativa sociale Lavoro, con sede in località Copera a Zuclo. Per segnalare critiche, suggerimenti, disguidi nella spedizione è possibile chiamare il numero della cooperativa: 0465-326420 oppure quello del Giornale delle Giudicarie, 0465322934, oppure via mail all’indirizzo: redazionegdg@yahoo.it.


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Tavola Rotonda: Turismo in Giudicarie

GIUGNO 2021

Tullio Serafini, presidente di Apt Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena

“C’è una tendenza dei turisti a fermarsi di più abbinando lavoro a distanza e vacanza”

Quali sono le prospettive per quest’estate turistica ancora caratterizzata dal Covid? Dall’inizio di maggio c’è un rinnovato e crescente interesse verso la nostra destinazione. La piattaforma H-Benchmark, che propone oltre 200 indicatori di performance relativi alla destinazione e alle strutture per l’ospitalità, conferma che a luglio e ad agosto il 30% dei posti letto è già stato prenotato, con periodi di permanenza più lunghi (fino a 12 gg). Siamo fiduciosi, anche perché la scorsa estate abbiamo registrato una nuova attenzione verso la montagna estiva da parte di ospiti nuovi che hanno scelto per la prima volta una vacanza sulle Alpi e le Dolomiti. Altri due elementi, credo importanti, sono stati il ritorno, per soggiorni più lunghi, degli ospiti nelle seconde case e la tendenza dei turisti a fermarsi di più, magari negli appartamenti in affitto, abbinando il lavoro a distanza con il soggiorno in un contesto ambientale di alta qualità, dove potersi rilassare e vivere momenti di benesse-

re all’aria aperta. È la prima stagione con il nuovo ambito creato dalla legge Failoni, quali iniziative avete preparato per rispondere ai nuovi orizzonti ed esigenze di territori anche diversi fra loro? Azienda per il Turismo punterà, dopo la positiva esperienza dell’estate 2020, ad iniziative di carattere esperienziale che coinvolgeranno tutto il territorio da Campo Carlo Magno al lago d’Idro. Parlo delle “Colazioni sull’erba” (con l’inserimento di alcuni appuntamenti pomeridiani), di “Riveder le stelle”, di “Albe in malga” e, poi, di “Polenterchef” e “Di prato in pranzo”. Parallelamente sarà data continuità agli eventi consolidati e strategici. Ad esempio il ritiro della Nazionale Azzurra di Basket dal 5 al 13 giugno (Pinzolo, con allenamenti a Carisolo), il ritiro pre-campionato del Bologna Fc 1909 (13-24 luglio, Pinzolo), la Dolomitica Brenta Bike (2627 giugno, Pinzolo), la Transalp (9 luglio, Roncone), il Brenta Open (25 luglio), il

Flying Fishing Festival (2627 giugno, Tione di Trento), la Granfondo Top Dolomites (27-29 agosto, CampiglioRiva del Garda-Campiglio), la Chiese Run (svoltasi il 30 maggio a Sella Giudicarielago di Roncone), la Dolomitica Run (19 settembre, Pinzolo-Tione), le Giovenche razza Rendena-Sfilata e dintorni (4 settembre, Pinzolo). Fino ad arrivare ad ottobre con il Festival della Polenta. E non dimentichiamo la cultura con “I Suoni delle Dolomiti” e una nuova edizione del Festival culturale d’alta quota “Mistero dei Monti”

che, nel mese di agosto, si terrà a Madonna di Campiglio nel segno di Dante Alighieri, a 700 anni dalla morte del “Sommo poeta”. Qual è il primo effetto che si vedrà, secondo lei, per operatori e ospiti, della riforma provinciale del turismo ora che è entrata in vigore? Per quanto riguarda gli operatori, Azienda per il Turismo ha iniziato l’attività di Coaching attraverso appuntamenti di formazione condotti dalle aree “Sales” e “Comunicazione”. Ogni settimana incontriamo operatori del-

l’ospitalità, singolarmente o a piccoli gruppi, ai quali proponiamo indicazioni, strumenti, supporti, conoscenze e contenuti che Azienda per il Turismo può mettere a loro disposizione per ottimizzare o migliorare le azioni commerciali e di comunicazione, sia tradizionali che digitali. In questo modo possiamo diventare “più forti” insieme, accrescere la qualità del turismo in tutta la destinazione e migliorare la percezione che di essa hanno i turisti. Gli ospiti avranno invece a disposizione un maggior numero di servizi integrati e proposte diversificate inserite in un territorio più ampio e variegato; più possibilità e nuove opportunità. D’altra parte i confini tra ambiti turistici sono una convenzione nostra, talvolta un limite per gli ospiti che cercano esperienze, emozioni, occasioni per stare bene. Nella programmazione futura, quanto hanno inciso e incideranno questi due anni segnati dalla pandemia? L’impatto della pandemia è

stato drammatico dal punto di vista sanitario, sociale ed economico. La nostra Azienda per il Turismo deve fare ora i conti con un budget (costituito dal 49% di risorse pubbliche e 51% di risorse private) che, almeno per il 2021 e il 2022, subirà inevitabilmente una riduzione rispetto agli anni precedenti. Ciò impone la massima attenzione nel monitorare le risorse a disposizione e nel compiere le scelte giuste. Di positivo c’è che il processo di digitalizzazione e personalizzazione dei servizi sperimentato l’estate scorsa e messo a punto per l’inverno (con un grande sforzo, in termini di innovazione e impegno economico, da parte degli impianti funiviari) è un patrimonio di conoscenze già pronto per essere attivato a garanzia di una ripartenza in sicurezza sia dell’estate che della prossima stagione invernale. Nel suo complesso, infine, il sistema economico del nostro territorio ha retto ed è pronto a ripartire. Questo è l’aspetto che più conta.

Alberto Bosetti, presidente del Consorzio “Borgo Vivo”

“La priorità va data a integrazione tra turismo e qualità di vita dei residenti” Quali sono le prospettive per quest’estate turistica ancora caratterizzata dal Covid? L’interesse per la vacanza c’è, le prenotazioni cominciano ad arrivare. Abbiamo la percezione che le persone dopo un periodo di immobilità abbiano voglia di viaggiare, prontamente il nostro territorio si sta preparando per una ripartenza rapida e sicura. È evidente che anche quest’estate dovremo rispettare le misure di sicurezza adottate l’anno scorso che ci hanno permesso di svolgere comunque un buon lavoro. L’estate 2021 partirà in ritardo rispetto al consueto, anche se leggermente in anticipo rispetto all’anno scorso. Confidiamo, però, che grazie alla campagna vaccinale la stagione si possa prolungare maggiormente rispetto all’autunno 2020. Credo sarà una stagione ancora predominata da un pubblico italiano, ma che potrà avere un aumento di clientela straniera rispetto all’anno scorso, in base all’andamen-

to della campagna vaccinale nel resto d’Europa. Ci aspettiamo comunque di fare una stagione migliore, seppur di poco, rispetto all’anno scorso. È la prima stagione con il nuovo ambito creato dalla legge Failoni, il vostro è un Consorzio appena nato, quali iniziative avete pronte per concretizzare le direttive della riforma? Per noi sarà un anno zero, sia per la pandemia che per il grande cambiamento che stiamo vivendo. Nella difficoltà del periodo, stiamo comunque affrontando con grande entusiasmo questa nuova sfida, consapevoli di avere tutte le carte in regola per poter fare bene. Come Consorzio abbiamo interpretato e cercato di dare concretezza allo spirito della legge Failoni: il turista al centro. Nel sistema turistico in Dolomiti Paganella, i consorzi si occupano principalmente della fase di permanenza dell’ospite che, come emer-

esperienze siano sempre disponibili all’ospite.

ge dalla legge, sta acquistando un ruolo sempre più importante all’interno della customer journey del turista. Come Consorzio ci stiamo quindi concentrando sulla realizzazione di esperienze da far vivere all’ospite per fare in modo che il suo soggiorno includa emozioni, attività e momenti che possano arricchirlo personalmente. Il nostro compito è quello di stimolare i fornitori di servizi locali

(guide alpine, operatori olistici, aziende agricole ecc.) a formulare proposte da far vivere all’ospite e dare visibilità a tali proposte. Stiamo ponendo particolare attenzione a favorire lo spirito d’iniziativa delle nuove generazioni, nella convinzione che saranno loro i nuovi protagonisti del turismo del futuro. Sosterremo poi economicamente le esperienze più differenzianti e rappresentative del nostro prodotto turistico, per far si che tali

Qual è il primo effetto che si vedrà, secondo lei, per operatori e ospiti, della riforma provinciale del turismo ora che è entrata in vigore? Uno degli obiettivi della riforma è quello di rendere più efficaci ed efficienti le Aziende di Promozione Turistica. Questo permetterà di potenziare e valorizzare quei prodotti turistici innovativi che rispondono alle esigenze di un mercato in forte crescita, ma che allo stesso tempo non avevano le capacità economiche e tecniche per emergere. Mi riferisco per esempio al turismo lento, consapevole e rispettoso dell’ambiente in cui si sviluppa, di cui il nostro territorio è portavoce. Allo stesso modo, la creazione dei nuovi ambiti permetterà al turista di vivere una molteplicità di esperienze, le più adatte alle sue esigenze, con più facilità perché le troverà messe a sistema e

quindi più accessibili. Come operatori, abbiamo recepito la riforma come una sfida ed un’opportunità di crescita professionale, dato che ci andremo a confrontare con un ambito molto ben strutturato e professionalizzato. Siamo consapevoli che solo un sistema turistico professionale possa diventare motore di sviluppo per l’intero territorio. Nella programmazione futura degli enti turistici, quanto hanno inciso e incideranno questi due anni segnati dalla pandemia? Mi auguro che questi due anni di pandemia lascino agli amministratori degli enti turistici la consapevolezza che molte dinamiche nella vita delle persone, e quindi dei potenziali turisti, sono cambiate. A mio avviso la priorità va spostata sull’integrazione tra turismo e qualità della vita dei residenti, affinché l’industria turistica possa essere una vera ricchezza per il territorio a lungo termine.


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Tavola Rotonda: Turismo in Giudicarie

GIUGNO 2021

Daniele Bertolini, titolare de “La Contea” di Bolbeno

“Le prospettive per l’estate, con molta cautela, sono discretamente buone” Gli operatori hanno ricominciato a lavorare da poche settimane, quali sono le prospettive per quest’estate? Il periodo di incertezza sta continuando e anche se tutti abbiamo l’impressione che la situazione sia in miglioramento il vero problema per noi operatori rimane sempre la mancanza di certezze. Non avere date precise, tempi certi e modalità di lavoro concordate non permette di poter iniziare seriamente l’organizzazione delle attività. Perciò per ora diciamo che si naviga a vista. Credo però che l’estate che sta arrivando possa portare nella nostra provincia e anche nella nostra valle un buon afflusso turistico che in questi giorni è confermato dalle numerose richieste di informazioni e ricerche di disponibilità, in particolare nel comparto dell’extra-alberghiero, per questo anche le attività ristorative come tutti i servizi turistici sono sicuro avranno delle soddisfazioni. Inoltre si avverte anche nella popolazione residente la voglia di tornare a socializzare e di uscire di casa, compresa la voglia di ritornare ad organizzare cerimonie o piccoli festeg-

giamenti. Anche la cronaca locale sta evidenziano la nascita di nuove proposte ricettive che vanno incontro ai cambiamenti della domanda turistica, compresa l’organizzazione di piccoli eventi, sia con nuove proposte o attività già sperimentate. Si può dire che l’imprenditoria turistica sta cercando di fare il suo lavoro. Le prospettive per la stagione estiva, dunque, pur nella grande cautela del momento, sono discretamente buone. Nell’organizzazione futura di ristoratori e baristi, quanto incideranno questi due anni di pandemia? Per diversi aspetti credo che per alcuni di noi questa lunga pausa può essere servita per profonde riflessioni, che mi auguro portino ad una più attenta organizzazione aziendale, perché la pandemia ha fatto capire che ci sono delle situazioni del tutto impreviste che possono accadere quando meno te lo aspetti. Servirà trovare il modo di mettere tutta l’energia che è propria degli imprenditori del settore in questo delicato momento di ripartenza da poterla trasformare in carburante “positivo” per far capire

Il Giornale delle Giudicarie mensile di informazione e approfondimento

Anno 19 n° 6 giugno 2021 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Presidente: Oreste Bottaro Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Coordinatore di Redazione: Denise Rocca Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Matteo Ciaghi, Denise Rocca Hanno collaborato: Gianni Ambrosini, Achille Amistadi, Adelino Amistadi, Virginio Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Giuliano Beltrami, Dario Beltramolli, Giacomo Bonazza, Alberto Carli, Massimo Ceccherini Podio, Francesca Cristoforetti, Chiara Garroni, Enrico Gasperi, Marco Maestri, Mariachiara Rizzonelli, Tiziano Salvaterra, Alessandro Togni, Ettore Zampiccoli, gli studenti dell’Istituto Guetti Per la pubblicità 3356628973 - 338 9357093 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3286821545) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 31 maggio 2021 da Athesia - Bolzano Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129

sia ai turisti ospiti, che ai residenti, tutte le capacità e opportunità di cui disponiamo permettendoci di valorizzare le nostre capacità e le bellezze del nostro territorio. Bisognerà dare sempre molta attenzione ai nostri collaboratori, fondamentali per tutte le attività, cercare di fare squadra e creare degli ambienti di lavoro interessanti e stimolanti. Purtroppo per non dover rimanere forzatamente fermi per tanti mesi in molti hanno dovuto cercare lavoro in altri settori.

Qual è la situazione degli operatori dopo questo lungo periodo di aperture a singhiozzo? Personalmente ho come la sensazione di aver passato un lungo periodo con i motori spenti. E per un operatore come il sottoscritto, ma evo dire per questo settore in generale, diciamo che non è la situazione ideale. Un po’ perché il timore per il protrarsi del periodo pandemico con la relativa sensazione che la situazione comunque non si risolverà completamente in tempi brevi c’è ed

è forte, cosi come l’impressione che per qualche tempo dovremmo convivere con altre emergenze o paure simili. Avendo anche il tempo di analizzare bene l’attività aziendale si scopre che ci potrebbero essere dei grandi spazi di miglioramento e magari per i non più giovanissimi come il sottoscritto ,si finisce a capire che non solo si può mollare un’ po’ ma si deve addirittura rilanciare. Queste aperture a singhiozzo sono state d’avvero un grosso problema gestionale e penso che forse era meglio fare un periodo magari più breve ma con delle chiusure totali. Penso che anche nelle nostre Valli ci sara nel breve periodo un grosso tournover aziendale con diverse aziende che cambieranno gestione o addirittura chiuderanno . Tocchiamo un tema delicato: i ristori. Una delusione, una speranza o un aiuto concreto? Se la prima imprevista ondata primaverile è stata shock , la seconda ondata autunnale/invernale cosi forte anche se molti dicevano prevedibile ci ha messo in ginocchio, personalmente però non ho mai pensato hai ristori come la soluzione al momento difficile , da molti punti di vista anche drammatico. Sinceramente non ho mai messo

in preventivo che gli aiuti - che comunque bisogna ammettere lo Stato, ma anche la nostra Provincia, stanno cercando di mettere in piedi pur nella difficolta e nella grande necessità del momento, potessero risolvere la situazione e se ci sono aziende che aspettano questi aiuti perché indispensabili credo proprio che debbano fare le opportune valutazioni. Certo per alcune incombenze sarebbero/sono anche un importante aiuto, e mi riferisco a chi come noi sta continuando con regolarità al pagamento degli affitti e tutti i vari tributi. Potrebbero essere anche una boccata di ossigeno per saldare le bollette di energia /rifiuti/acqua ecc costi rimasti praticamente invariati anche con le aziende chiuse o parzialmente aperte. Ad oggi il vero aiuto concreto è dato sicuramente dalla possibilità per chi ha in organico parecchi dipendenti a tempo indeterminato, di attingere alla cassa integrazione potendo cosi contare su una discreta serenità di almeno una parte dei lavoratori. Mi auguro che le prossime manovre economiche guardino di più dalla parte delle aziende che hanno in cantiere la possibilità di fare investimenti dando loro concretamente accesso al credito o contribuzione specifiche .


Tavola Rotonda: Turismo in Giudicarie

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Susanna Serafini, presidente di Apt Terme di Comano-Dolomiti di Brenta

“La pandemia ha accelerato tendenze già in atto” Quali sono le prospettive per quest’estate turistica ancora caratterizzata dal Covid? C’è una gran voglia di vacanza, di evasione, di aria aperta. Ce lo confermano i dati forniti, proprio in questi giorni, da Trentino Marketing. Le sessioni su visittrentino.it a maggio sono cresciute del 95% rispetto al 2019. Nell’ultima settimana, le visite italiane sono cresciute del 183% e quelle tedesche dell’89%. Anche sul fronte locale, sta crescendo l’interesse e le richieste di informazione. Il sito ha registrato 20 mila nuovi visitatori. Sono aumentate notevolmente le visualizzazioni di pagina a dimostrazione dell’interesse ad approfondire e il tempo medio trascorso sul portale. Da un confronto con gli albergatori, emerge un avvio lento, con giugno, nella maggioranza dei casi, ancora debole ma si rileva un interesse crescente per luglio e agosto. La speranza è che con l’aumento della copertura vac-

cinale, l’allentamento delle misure restrittive e l’arrivo del caldo ci sia un avvio deciso e che si possa poi contare su un allungamento nell’autunno . La sicurezza resterà una delle priorità principali. Gli esperti parlano ancora di un turismo di prossimità, dell’interesse per zone minori, dell’attenzione alle garanzie sulle cancellazioni e le prenotazioni flessibili. È la prima stagione con il nuovo ambito creato dalla legge Failoni, quali iniziative avete preparato per rispondere ai nuovi orizzonti ed esigenze di territori anche diversi fra loro? Unire gli ambiti turistici dal punto di vista dell’accorpamento societario non è cosa semplice. Oltre ai necessari aspetti formali in questi mesi ci siamo già concentrati sugli aspetti strategici e su quelli organizzativogestionali. In particolare i direttori hanno lavorato per essere pronti e pienamente operativi dopo il 1° giugno,

allineando i gestionali, i sistemi informatici, le modalità di lavoro. Per quanto riguarda l’attività vera e propria, abbiamo rafforzato le progettualità sulle quali già collaboravamo con il Garda e con Ledro, come il progetto Outdoor e il protocollo Outdoorpark per la qualità dell’offerta legata alla vacanza attiva.

Siamo entrati anche nel tema dell’enogastronomia con l’adesione al progetto Vacanze con Gusto, attraverso il quale si valorizzano i prodotti locali, i produttori e i ristoratori. Per l’estate 2021 la programmazione di proposte e servizi per l’ospite ha ricalcato quella dello scorso anno e quindi è avvenuta

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con una logica territoriale. Un aspetto importante che stiamo portando avanti è quello di servizi e infrastrutture che colleghino e valorizzino l’ambito allargato: mi riferisco alla richiesta di rafforzamento della linea di Trentino Trasporti “Ponte Arche – Riva” con l’aggiunta di una corsa al mattino e una nel pomeriggio, funzionali anche all’apertura del nuovo villaggio palafitticolo di Fiavè. Un fronte strategico è la ricerca di soluzioni per il completamento dell’anello ciclabile tra il Garda e Comano, passando per il Limarò e il Ballino, ritenuto fondamentale da entrambe le attuali Apt e per il quale abbiamo avuto già diversi confronti con gli uffici competenti. Qual è il primo effetto che si vedrà, secondo lei, per operatori e ospiti, della riforma provinciale del turismo ora che è entrata in vigore? La riforma rappresenta un passaggio importante, che richiederà del tempo per

trovare i giusti equilibri, che porterà dei cambiamenti cui ci si dovrà abituare, ma sono certa che sarà anche una bella opportunità per il nostro territorio, per confrontarsi e ritagliarsi il suo spazio in una realtà più grande, più evoluta e più internazionale. Un’occasione di crescita, a tutti i livelli. Il 2021 è un anno di transizione, in cui diventava difficile programmare insieme. Ma abbiamo voluto comunque proporre qualcosa di concreto, già per l’estate, un primo segnale sia per gli operatori che agli ospiti. In vista di una card territoriale unitaria nel 2022, abbiamo arricchito le card con servizi dell’altro territorio. Il Garda Trentino offre ai suoi ospiti un’interessante opportunità per provare le Terme di Comano e la dimensione enogastronomica della vallata, mentre nella Comano Dolomiti Card è stata inserita una salita con l’ascensore per il Bastione e una tratta di navigazione sul Garda.

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Territorio

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Va detto che sono stati nominati molto di recente, a maggio, e una volta nominati, prima di tuffarsi a capofitto nel lavoro sulle opere, c’è da trovare il personale dedicato, organizzare la sede, compilare una sere di necessità burocratiche per essere effettivamente operativi: un processo propedeutico all’avvio del lavoro che è in corso e nella speranza di Bonenti dovrebbe concludersi entro l’estate per iniziare poi concretamente a prendere in mano i progetti per la circonvallazione della Rendena. «Ciascuna unità operativa ha quattro collaboratori - spiega infatti il commissario - che vengono assunti tramite agenzia interinale e c’è tempo fino al 12 giugno per le candidature, poi ci sono da valutare i curriculum e fare le assunzioni. Mi auguro che saremo operativi a fine luglio». Nel frattempo il contatore del tempo per portare a termine l’opera è già partito, e sono tempi stretti considerata la mole di lavoro necessaria: 4,5 anni per avviare il cantiere. La circonvallazione di Pinzolo prevede 3.000 metri complessivi, di cui 1.945 saranno in galleria. L’importo previsto per il primo lotto funzionale, quello che è oggetto dell’incarico del commissario, è di 80 milioni e 200mila euro, quindi è una parte di quella che a suo tempo, quando si iniziò a parlare di variante di Pinzolo, era

Massimo Bonenti è stato nominato dalla Provincia

Un commissario speciale per la circonvallazione di Pinzolo di Denise Rocca Quattro commissari per quattro grandi opere trentine, sono quelli nominati dalla giunta provinciale per prendere in mano alcuni progetto strategici e portarli al cantiere di realizzazione in tempi se non brevi - “breve”, quando is para di lavori pubblici è praticamente impossibile – almeno ragionevolmente ottimizzati. La variante di Pinzolo è uno di questi lavori e ad occuparsene con i poteri speciali dei commissari sarà l’ingegnere Massimo Bonenti: 66 anni, laureato a Bologna nel 1981, per diversi anni prima prevista. Il tracciato originale parte infatti da località Gal e arriva fino alla ss239 a monte dell’abitato di Carisolo: l’unità funzionale numero 1, di cui si dovrà occupare Bonenti, è la parte principale di questo tracciato che parte dal depuratore di Pinzolo e arriva a completamento fino alla ss239 oltre l’abitato di Carisolo. Quello che rimane, e sarà oggetto di nuovi appalti nei prossimi anni, è la prima parte della variante, ovvero il tratto che va dalla località Gal fino al depuratore di Pinzolo, e si farà un collegamento provvisorio se nel frattempo non verrà sbloccata anche questa prima parte.

«Appena saremo operativi - spiega Bonenti – come prima cosa dovremo aggiornare allo stato attuale

dipendente e poi responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Pinzolo, fino al 2007, e poi al Comune di Comano terme dal 2010 al 2019 quando è arrivata la pensione. Oggi abita a Vigo Rendena, e la valle con le sue esigenze e necessità la conosce benissimo. «I commissari non hanno la bacchetta pagina - mette le mani avanti Bonenti, quando gli chiediamo aggiornamenti sull’opera - ma hanno alcuni poteri speciali che dovrebbero permetterci di portare avanti il lavoro razionalizzando i tempi».

le progettazioni rispetto alle normative vigenti, perché il progetto definitivo risale al 2013. Poi il

progetto aggiornato dovrà passare tutte le procedure autorizzative, e questa è la parte più delicata. La gara successiva sarà, visto l’importo, europeaı». Le vicissitudini della variante di Pinzolo sono state parecchie e di anni per quest’opera se ne sono persi tantissimo, ora i commissari sono chiamati a lavorare a tempo pieno sulle opere a loro assegnate per recuperare il più possibile: l’incarico del commissario è di 54 mesi, significa che entro la fine del 2025 la strada deve essere aperta al pubblico. «Il programma a cui sto pensando - spiega l’ingegnere Bonenti - è, sempre fatti

salvi eventi straordinari del calibro di pandemia o tempesta Vaia, di arrivare alle procedure di appalto per la fine del 2022 e iniziare i lavori a inizio 2023: quindi ci saranno concretamente tre anni di tempo per il cantiere, che servono tutti». «I commissari - conclude Massimo Bonenti - lavoreranno all’insegna della massima trasparenza: verrà creato un portale dedicato alle singole opere dove i commissari faranno degli aggiornamenti regolari sui lavoro che sono chiamati a seguire, a disposizione di tutta la popolazione».

L’EDITORIALE - di Adelino Amistadi Continua dalla Prima I sondaggi, sia chiaro, sono virtuali, e molte volte si rilevano fasulli soprattutto se di parte, ma sono sufficienti per creare timori, delusioni ed apprensioni da non sottovalutare. Se poi la Giorgia Meloni, giustamente gasata, dichiari che si sta preparando a governare l’Italia, forte dei sondaggi che la danno in crescita strepitosa, apriti o cielo! Ultimamente è davvero difficile capire la situazione politica del momento ed ancor più quella del futuro. Nel contempo Sergio Mattarella ha aperto la partita per la sua successione: “Sono vecchio, fra otto mesi tornerò a riposare...” ha detto ai ragazzi di una scuola romana. Ed allora si accendono i motori, un po’ tutti i partiti cercano la strategia migliore per cogliere le occasioni propizie che si possono presentare. Non è facile capirci qualcosa. Ma ci provo. Con le dichiarazioni del Presidente Mattarella vengono spiazzati e dovranno rivedere i loro piani coloro che pensavano di rieleggere l’attuale Capo dello Stato in modo da poter arrivare alla fine della legislatura

Sondaggi sorprendenti che scade nel 2023 mantenendo Mario Draghi quale Presidente del Consiglio per portare a termine il piano di sostegno europeo da oltre 200miliardi, che solo lui saprebbe gestire al meglio. Era questo il piano, presumibilmente, del Pd e dei Cinque Stelle che avrebbe consentito loro di rimettersi in forze e magari provare a trovare una coalizione di centro-sinistra capace di proporsi al governo del paese. Il piano di Salvini è del tutto opposto. Il capo della Lega vorrebbe spedire Draghi al Quirinale quale Presidente al posto di Mattarella, per poi andare alle elezioni anticipandole di un anno. Questo comporterebbe alcuni importanti vantaggi per Salvini: primo, impedire al Pd e ai M5S di riprendersi dal pantano in cui si sono cacciati; secondo, bloccare

per tempo il possibile sorpasso che Giorgia Meloni sta tentando con successo per presentarsi alle elezioni al primo posto fra i partiti italiani. Ecco perché Salvini ha fretta: a febbraio potrebbe essere ancora lui a primeggiare e a candi-

darsi come Presidente del Consiglio. Giorgia Meloni, ovvio, penserebbe invece a permettere a Draghi di completare gli altri due anni fino al termine della legislatura per indebolire ulteriormente Salvini e sorpassarlo. Ma che dopo

le prossime elezioni l’Italia vada in mano al centro destra sembra non dubitarne nessuno. L’unico dubbio rimane sul come agirà FI che potrebbe essere l’ago della bilancia per il nuovo governo: FI seguirà i due o si ritaglierà uno spazio più centrista? Tutto dipenderà dalla salute di Berlusconi, difficilmente il Berlusca accetterebbe di andare al governo con anti-europeisti, anti-euro, anti-atlantici, e con tutta una serie di alleati europei tipo Orban in Ungheria, Kaczinski in Polonia, Le Pen in Francia, Trump, Putin e compagnia bella. E allora? Come andrà a finire? Non è facile vedere oltre la nebbia... forse c’è chi dice che bisognerebbe allungare di una anno il mandato di Mattarella, cioè fino alla scadenza naturale della legislatura, permettendo al premier

di rimanere al proprio posto, magari giustificando la proroga con l’asso delle riforme da mettere in cassaforte – con l’uomo giusto al posto giusto – nei tempi stabiliti. Ragioni quindi di emergenza nazionale che potrebbero essere accettate per poi lanciare Mario Draghi come Presidente della Repubblica nel 2023, sperando che per allora le cose fra i partiti siano più chiare e più affidabili. Insomma, una sorta di “semestre bianco” per evitare che il tanto atteso e salvifico Recovery Fund venga vanificato con gravissimo danno per la ripresa dell’Italia intera. A quanto pare la politica è difficile che si conceda qualche pausa corroboante. Anzi. La madre di tutte le battaglie è appena agli inizi.


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Il Saltaro delle Giudicarie

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Mondo pazzo… Ricevuto il pagamento con carta di credito, il seme viene spedito al medico di fiducia o alla clinica dove verrà compiuta la fecondazione artificiale, e, voilà, il figlio che desiderate è garantito. L’Archimede non sta più nella pelle, sbava come nei momenti di grande emotività. Il figlio desiderato lo si costruisce clic dopo clic, sullo schermo del computer lo si costruisce come più si desidera e la cosa è fatta, c’è solo da recepire la condiscendenza della madre, ed aspettare la fine della gravidanza. Beh...non si devono attendere miracoli, è difficile garantire che un figlio di un imprenditore sarà poi un imprenditore e non un veterinario, o altro, vent’anni dopo, ma tutto il resto è garantito, compreso il peso, da adulto, l’altezza, con la pelle che si abbronza e non si brucia facilmente, che ha il 44 di scarpe, che ama gli animali, e che il suo cuore batterà 52 volte al minuto...con poco euro in più si potrà avere la sua probabile foto. Chiaro che bisogna fidarsi: il “soddisfatti o rimborsati” qui non esiste. Il conto complessivo non è male: 300 euro per un set del seme (con donatore anonimo), e 300 euro per la spedizione in “contenitore a nitrogeno secco”. Attualmente i donatori sono più di 500, si va da quelli che garantiscono la pelle scura, “razza africana o portoricana”, razza bianca del nord, o mediterranea, non ci sono problemi. L’Archimede ne è convinto, il Corriere non racconta balle. A ben pensarci non ne sono molto convinti gli amici del bar della Maroca. Sarà anche vero, ma qui si scombina il

Il vostro Saltaro è allibito. Non vuole crederci, farà subito una relazione dettagliata nell’alto dei Cieli, qui il mondo sta impazzendo, non sa più cosa pensare...La notizia la porta l’Archimede, il saggio, agli amici del bar della Maroca che l’ascoltano a bocca aperta, questa poi è una notizia che li lascia sbalorditi. I figli, quanto prima, non saranno più figli del buon Dio e di atti d’amore fra marito e moglie, buon Dio, ora si possono ordinare a una ditta specializzata danese che offre il seme “on-line”, con trecento euro ti spediscono un set mondo, l’Abele preferisce la vecchia maniera, con la sua Teresa non ha difficoltà a procreare, anzi, gli da grande soddisfazione, ha già due figli belli e pasciuti, non avranno le scarpe numero 44, né sono alti un metro e novanta, ma sono belli e pimpanti, figli dell’amore. Ancor più drastico è il giudizio dell’Osvaldo Caccola, ma come?... e l’uomo che parte ha in tutto questo commercio, fa il cornuto, il cornuto consenziente, non è una gran bella cosa. E l’Orsolina parla a nome delle madri, ormai ridotte a macchinette che producono figli di chissà chi per intestarseli come figli della propria famiglia. L’Orsolina capisce che per le donne non sempre è facile avere figli fatti all’antica, nel proprio letto, quando il suo Giuseppe che l’accompagnò nella vita per alcuni anni fino al suo licenziamento, ogni volta che tentavano l’approccio amoroso, puzzava di vino da far orrore e per fortuna che mai rimase incinta, ma fare all’amore in una clinica con una fialetta di seme, gli sembra una pagliacciata. Magari in clinica si potrebbe trovare un bel medicuzzo, giovane e baldo, che potrebbe sostituirsi felicemente al set di fialette di seme, ma non sempre si ha la fortuna di incontrare il medico voglioso e generoso pronto a gettare nel cestino la fialetta e a farne le veci. Il sindaco Filippo

non è per niente d’accordo, lui i suoi figli li vuole suoi e solo suoi, con il suo seme, il suo amore per la sua donna, che se anche è spesso una rompi balle, è sempre sua moglie. L’Evaristo è perplesso, la sua donna è schizzinosa, non sempre l’accetta ad occhi chiusi, ha un sacco di problemi, magari la fialetta potrebbe piacerle e così risolverebbe il suo problema, potrà avere i figli che desidera, e dato che si può scegliere, vorrebbe un figlio come Tarzan, alto un paio di metri, gagliardo, robusto come un torello, che lo aiuti a fare il boscaiolo come lo è stato lui, suo padre e il

di fialette con lo sperma per avere il figlio che preferisci: gli occhi cosi, il naso cosi, i capelli ricci, biondi o mori...come lo ordini te lo danno. Il figlio di Internet, almeno per metà, è disponibile per tutti. Due grandi banche del seme offrono sui loro siti internet le liste dei propri donatori-venditori, e la possibilità per i clienti di selezionarli secondo una serie di caratteristiche fisiche, compresa la razza. Così dice il Corriere della sera. Il seme è garantito, sottoposto a tutti i test necessari per garantirne l’igiene e la salute.

padre di suo padre. Ma la sua donna accetterà? E’ una donna di chiesa e respingerà di certo l’occasione. El Bepo ci sta pensando, così è come andare al super mercato e comprare quel che si vuole, non male, lui quasi quasi, gli piacerebbe ordinare un figlio. Lo vorrebbe tutto particolare. Lo vorrebbe femmina. Bella, bellissima, come la Brigitte Bardot ed intelligente come la maestra Tamanini, potrebbe diventare un’attrice, e magari girare il mondo con lei, a Hollywood, in America, a Roma a Cinecittà, in televisione, ne è quasi convinto, il problema è

come ordinare il seme, lui di computer non se ne intende, se ci provasse finirebbe per ordinare il seme di qualche animale, e chissà che esito si avrebbe, ci dovrà pensare per bene prima di tentare l’avventura. L’Archimede insiste. E’ una cosa che ormai si farà largo nel mondo, d’altronde facilita un sacco di cose: permette di superare la riottosità di certe donne, ti permette di avere una figliolanza perfetta evitando figli sbandati e progettando già nell’utero la loro brillante carriera. Orma ‘l’Archimede è vecchio, è fuori dal giro, ma se ne avesse ancora la possibilità, vorrebbe ordinare un figlio destinato a diventare medico, cosi gli starebbe vicino e lo aiuterebbe a superare le sue magagne dovute all’età, sarebbe comodo. Ma è la Maroca a chiudere il tutto con il consueto buonsenso: “Che il mondo sia sempre più strampalato lo si è capito da tempo, ma qui siamo alla pazzia. E a rimetterci sareste soprattutto voi uomini, qualche migliaio di donatori sarebbero sufficienti per ingravidare tutte le donne d’Europa, e allora voi che fine farete, va bene cornuti, che in gran parte già lo siete, ma poi, sentireste i figli della provetta come vostri figli? Li sapreste amare come se fossero vostri? Sareste pronti a sacrificarvi per loro? Ho l’impressione che con

le prime difficoltà mandereste figli e mogli a quel paese e buona notte. Il buon Dio ha voluto creare maschi e femmine, non per sport, ma per creare la famiglia che è fatta d’amore e comprensione reciproca. Ai tempi della creazione neanche sapeva che esistessero le fiale... già la famiglia è messa in discussione dai tanti sapientoni della televisione, se poi ci mettiamo anche le fiale di mezzo, va a finire che nostro Signore prenderà seri provvedimenti, basterebbe un bel diluvio universale, per ricominciare tutto daccapo e riscoprire con serietà la nostra vita, la famiglia e l’amore che da sempre unisce uomini e donne… e che Dio mi ascolti! … Adesso ve ne offro un fiasco e non parliamone più, se il mondo è pazzo non è necessario che lo siamo anche noi”. Più o meno un po’ tutti i suoi clienti hanno apprezzato il suo buon senso e la sua difesa della famiglia. Il Saltaro, commosso, racconterà tutto nelle Alte Sfere e raccomanderà la Maroca perché venga ricompensata per le belle parole che hanno chiuso i ragionamenti stravaganti portati sul tavolo dall’Archimede. Santa? Magari Santa no… apprezza troppo la buona grappa, ma promuoverla a suo tempo, enologa del Paradiso potrebbe essere una buona idea. Ci proverà...


Attualità Dal 26 maggio al 31 agosto sarà possibile presentare domanda per ricevere i tanto attesi ristori provinciali. Nel provvedimento della Giunta provinciale vengono approvati i criteri e le modalità per la concessione dei contributi finalizzati a integrare il reddito di impresa, di lavoro autonomo degli operatori economici che hanno subito gravi danni in conseguenza al perdurare del Covid-19 in modo da consentire loro di superare il periodo di crisi determinato dalla sospensione o dalla riduzione dell’attività. “Questa misura è l’intervento più rilevante e diretto in termini di risorse e di platea dei beneficiari nonché di criteri, per inserire il maggior numero di operatori possibile, che la Provincia autonoma ha mai messo in campo. Vogliamo così rispondere alla richiesta di aiuto in modo equo e rapido. Equo perché l’aiuto è calcolato in base all’entità del danno subìto. E rapido, perché usiamo un sistema che ha già dimostrato di operare bene e in maniera efficace, ossia quello di Ripartitrentino. Abbiamo tutti gli strumenti per andare incontro agli operatori della nostra economia colpita dopo l’inverno segnato dal Covid. Ora ci sarà il sostegno, il ristoro. Subito dopo ci occuperemo della ripartenza, fiduciosi nell’inizio di una buona stagione estiva”, sostiene l’assessore Spinelli. I nuovi contributi approvati dalla Giunta sono destinati a favore degli operatori economici che hanno subito un calo dei volumi di attività nel periodo compreso tra il 1° novembre 2020 e il 30 aprile 2021 rispetto al medesimo periodo temporale della stagione 2018 – 2019, l’ultima stagione non interessata dal Covid-19. Le condizioni per poter ottenere i contributi Vediamo quali sono le condizioni per poter ottenere i contributi: - Avere una unità operativa nel territorio provinciale e data di avvio attività entro il 31 dicembre 2020; - aver registrato nella un volume di attività su base annua maggiore di 12 mila euro e fino a 30 milioni di euro; - aver subito un danno in conseguenza al perdurare del COVID-19 nel periodo invernale con un calo del fatturato di almeno il 30%; - la presenza di un numero di addetti impiegati per l’attività oggetto del contributo pari ad almeno uno e comunque inferiore o uguale a cinquanta. Le opzioni per gli operatori economici Ciascun operatore economico può optare tra: - un contributo forfettario, il cui importo è determinato in relazione al nume-

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Ristori provinciali, al via le domande di contributo

Oltre 118 milioni per imprese e lavoratori autonomi Atteso con ansia da migliaia di operatori economici è stato finalmente approvato nei giorni scorsi da parte della Giunta provinciale il provvedimento che prevede i ristori a sostegno degli operatori economici che hanno subito danni in conseguenza del perdurare dell’emergenza Covid-19 nel periodo

invernale. Su proposta dell’Assessore allo sviluppo economico, ricerca e lavoro Achille Spinelli, ed in stretta collaborazione con l’Assessore al Turismo, Roberto Failoni, la Giunta provinciale ha stanziato per gli operatori economici oltre 118 milioni e mezzo di euro.

ro di addetti presenti nell’impresa, ad esclusione degli operatori economici neo costituiti, per i quali il contributo è individuato in un valore fisso. Sono tre le possibilità: le attività neocostituite potranno avere 2 mila euro, per le aziende fino a 2 dipendenti 4 mila, per aziende con più di 2 dipendenti, 6 mila euro; - un contributo per i costi sostenuti, il cui importo è determinato appunto in relazione ai costi fissi sostenuti dall’operatore economico nel periodo 1 novembre 2020 - 30 aprile 2021 e la percentuale di riduzione del volume di attività registrata dall’operatore economico. L’azienda può scegliere questo contributo: certifica i costi sostenuti, che vengono coperti in misura percentuale corrispondente al calo di fatturato. Ad esempio se un Azienda ha sostenuto, nel periodo indicato, costi fissi per 50.000,00 euro ed ha avuto un calo del fatturato del 50% il contributo concedibile sarà pari a 25.000,00. È altresì prevista una maggiorazione per gli operatori economici che hanno assunto nel periodo 1° novembre 2020 - 30 aprile 2021 personale a tempo determinato e lo hanno mantenuto in servizio effettivo per almeno 45 gg. continuativi, nelle unità operative attive sul territorio provinciale. L’importo della maggiorazione è determinato in relazione al numero di personale assunto. Il contributo complessivo non può superare la soglia massima di 40.000 euro per operatore economico. Fatta eccezione per i lavoratori autonomi, l’importo è incrementato a 60.000,00 euro se l’operatore economico ha due unità operative sul territorio provinciale e a 80.000,00 euro per tre o più unità operative sul territorio provinciale

A fronte del contributo ricevuto, l’operatore economico è tenuto a rispettare alcuni obblighi fino al 31 dicembre 2022, tra cui la salvaguardia del numero di addetti e il regolare pagamento delle loro retribuzioni, nonché il regolare pagamento dei debiti nei confronti dei propri fornitori. Fondo montagna Con la presentazione della domanda di contributo gli

operatori economici che appartengono ai comprensori sciistici e che svolgono attività turistiche, potranno beneficiare, in aggiunta, dei contributi statali, il Fondo Montagna, che stanno per essere definiti nel dettaglio dallo Stato e che ammonteranno a 75 milioni. In Giudicarie i Comuni interessati sono quelli della Rendena ed inoltre Tre Ville, Borgo Lares, San Lorenzo-Dorsino e Stenico, mentre tra le attività previste riguardano,

oltre agli impianti di risalita, il commerci al dettaglio, panifici, trasporti di passeggeri, alberghi, ristoranti, lavanderia, attività sportive e ricreative, parrucchieri, trattamenti estetici e centri di benessere. Non servirà quindi in questo caso presentare una seconda domanda e la liquidazione del contributo sarà automatica da parte della Provincia. Stiamo cercando di avere certezze, a Roma, riguardo ai tempi in cui saranno a disposizione queste risorse - spiega l’assessore al turismo Roberto Failoni - Nel fondo montagna ci saranno anche le risorse per i maestri di sci (7 milioni ad hoc) chiedo un po’ di pazienza. E comunque le associazioni e le scuole di sci potranno chiedere il contributo subito, sui fondi provinciali». Lavoratori stagionali Anche per i dipendenti stagionali che hanno perso il lavoro a causa della pandemia sarà possibile chiedere un’indennità una tantum provinciale per la stagione invernale saltata a causa del Covid. La provincia ha approvato uno stanziamento da 18,2 milioni di euro, ha annunciato l’Assessore Failoni, che andrà a so-

stenere un piccolo esercito di 15-20mila stagionali di solito impiegati nella stagione; stanziamenti che saranno cumulabili ai contributi nazionali decisi con i decreti Sostegni ma che verranno assegnati solo a chi al 18 maggio scorso risultava residente in Trentino. La platea di coloro che possono accedere al contributo è individuata tra i lavoratori che prestano di solito la loro opera nei settori del turismo, degli impianti a fune e degli stabilimenti termali su tutto il territorio provinciale e per chi opera nel commercio al dettaglio ma solo nelle località classificate a vocazione turistica. Tra i requisiti per essere considerato uno stagionale c’è quello di aver avuto tra il primo dicembre del 2019 e il 18 maggio del 2021 un contratto a tempo determinato o in somministrazione della durata non inferiore a 30 giorni nei settori citati e aver cessato tale contratto involontariamente. Se questi lavoratori tra il primo novembre 2020 e il 30 aprile 2021 non hanno lavorato o lo hanno fatto per meno di 90 giorni hanno diritto all’indennità. Il sostegno una tantum pari a 800 euro per chi tra l’1 novembre 2020 e il 30 aprile 2021 ha lavorato fra 31 e 90 giorni; di 1.000 euro per chi ha lavorato meno di 30 giorni e di 1.500 euro per chi non ha lavorato affatto. (rg)


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Attualità

GIUGNO 2021

A Sclemo e Castel Condino le esperienze giudicariesi

Albergo diffuso, una nuova scommessa per il turismo Oggi ci interessa un tema particolare ed innovativo che comincia a fare capolino: l’albergo diffuso. Ci interessa, perché dopo anni di chiacchiere e buoni propositi comincia a fare capolino concretamente. Più buoni propositi che chiacchiere, a dire il vero. Il ricordo corre indietro di alcuni anni, quando a Praso pareva fatta. Incontro pubblico e ricerca di appartamenti. Poi più nulla. Si capì che lo sviluppo turistico non era una priorità. O meglio, non era una priorità tale da convincere i proprietari di appartamenti sfitti a ristrutturarli per metterli in rete con altri e formare così l’albergo diffuso, appunto. E vengono alla mente esempi di altre vallate trentine, non distanti dal Chiese, in cui fin dagli anni Sessanta (sessant’anni fa) non venivano messi a disposizione dei turisti gli appartamenti sfitti, ma quelli abitati dalle famiglie, che per raggranellare qualche soldo durante l’estate si trasferivano nella stalla lasciata libera dagli animali mandati all’alpeggio. In

di Giuliano Beltrami Stiamo per entrare nel pieno della stagione turistica estiva. Le previsioni sono buone. Se andasse come l’anno scorso... Chi non ricorda le montagne piene di gente? Perfino troppa (guai dirlo!), nel senso del traffico intasato dentro alcuni paesi.

quelle vallate oggi il turismo non è una meteora, ma certamente costituisce una voce intrigante del prodotto interno lordo.

La Superluna di fine maggio - Foto Marco Gualtieri

Nelle Giudicarie si stanno muovendo un paio di esperienze rispetto all’albergo diffuso. E un’esperienza sta partendo relativamente

“Alberghi, seconde case, ristoranti e rifugi sono in febbrile attesa di ospiti”. Si sa, questo è il classico ritornello che sui giornali si ripete con la puntualità degli orologi svizzeri all’inizio di ogni stagione. Non ne parliamo.

al recupero delle “Ca’ da mont”, altro tema di cui si è parlato a lungo in passato. Ma solo parlato. Intanto, in particolare per l’albergo diffuso, in giro per l’Italia alcune iniziative sono partite, e funzionano. Pensiamo al Friuli, ma anche al sud, fra Puglia e Basilicata. Ora è venuto il momento delle Giudicarie. Con esperienze simili, ma diverse. Simili, perché coinvolgono appartamenti di due centri storici; diverse, perché una è figlia della comunità, mentre l’altra ha subito la spinta di persone che vengono da fuori. Vediamole. Sclemo: Hara, l’esperienza che viene da fuori Frazione di Stenico, nelle Giudicarie Esteriori, 115 abitanti. Questo è Sclemo, un centro storico in cui spiccano case abbandonate. Una famiglia milanese (Valeria e Nicola Zucca, manager che vogliono cambiare vita con i loro cinque figli) ha deciso di investire e di convincere gli altri ad investire. Non solo nel turismo. “Ci sono lavori oggi – racconta Nicola – che si possono fare da remoto. Noi milanesi scappiamo volentieri in periferia, ma si può andare addirittura

oltre”. E oltre ha significato Sclemo, dove la coppia ha costituito una società dal nome esotico, Hara, (il centro della stabilità e dell’azione nei chacra) e ha comperato tre case da ristrutturare. L’intenzione è di metterle in rete, magari aggiungendo un bar. Sì, perché l’albergo diffuso prevede che gli ospiti facciano riferimento ad una reception unica, proprio come un albergo, e magari anche a servizi centralizzati (pasti, pulizie). “Il borgo – ha spiegato Zucca - è ricco di immobili rurali in disuso che hanno perso la loro funzione originale di case con stalla a pianterreno, abitazione sopra e fienile agli ultimi piani. Noi vogliamo riqualificare queste strutture mantenendo un equilibrio fra tradizione e modernità”. Ci riusciranno? Castel Condino: l’albergo nella comunità Sabato 15 maggio 2021, Locanda dei Castellani. Autorità provinciali e locali danno la benedizione alla versione castellana dell’albergo diffuso, spiegata dal sindaco Stefano Bagozzi. “Abbiamo coinvolto i proprietari degli appartamenti per sensibilizzarli circa la possibilità che

i loro edifici diventino fonte di attività economiche integrative”. In effetti, come in tutti i villaggi di montagna, ci sono molte case malinconicamente vuote a causa della fuga verso il fondovalle (o addirittura verso il resto del mondo) di proprietari in cerca di lavoro. A Castello gli appartamenti finora dati all’albergo diffuso sono tre, ma diventeranno cinque. E potranno contare su un punto d’appoggio importante: la Locanda dei Castellani, gestita da una Cooperativa sociale dal nome benaugurale, “Cielo Stellato”, fondata da due trevisani, Annalisa Zanatta e Fabio Taffarello, i quali hanno deciso di trasferirsi nel villaggio della valle del Chiese per mettere in piedi un’attività sociale. Obiettivi ambiziosi: inserimento di persone in difficoltà nel mondo del lavoro per primo. Ma poi, in accordo con il Comune, dare un respiro turistico al paese che sta ai piedi di Boniprati. Ca’ da mont: un nuovo ruolo Se da anni si parlava senza troppo costrutto dell’albergo diffuso, non da meno è il discorso sulla valorizzazione delle “ca’ da mont”, i vecchi fienili che venivano utilizzati quando la montagna era vissuta dai paesani e dalle loro bestie. Ci fu un tempo in cui il Bim del Chiese (allora guidato da Adelino Amistadi) ne fece un cavallo di battaglia. E ci fu un tempo (vent’anni fa o giù di lì) in cui la Giunta provinciale Dellai-Pinter varò la normativa per il recupero e per il cambio di destinazione d’uso delle migliaia di edifici di montagna che costellano i pascoli delle vallate trentine. Poi calò il silenzio. Recentemente le Amministrazioni comunali di Sella Giudicarie, Tione e Borgo Lares hanno lanciato il proposito di recuperare queste case. Inutile dire che il proposito è di quelli da sposare, anche perché il turismo sta cambiando pelle, e chi cerca luoghi inediti (non solo i classici alberghi o gli appartamenti in mezzo alla gente) è in aumento. Nella speranza che non sia la solita strada verso il paradiso, lastricata di buone intenzioni e nulla più.


Turismo

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Impianti di risalita: continua la chiusura fino al 15 febbraio secondo quanto stabilito dal Dpcm

SCONFIGGERE Ap IL COVID SI PUÒ

Gli spostamenti tra regioni sono vietati, ma è possibile raggiungere le seconde case

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Società

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Le assistenti familiari, essenziali per la nostra quotidianità Ma non chiamiamole più badanti. Dall’ottobre scorso, con il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, il nome corretto da usare è quello di “assistenti familiari”. Una vera professione dignitosa e fondamentale, a tutela loro e a tutela delle sempre più numerose famiglie che hanno bisogno di persone che si prendono cura dei propri cari. Le “assistenti familiari”, che io , per comodità, continuerò a chiamare “badanti”, sono fra le figure più richieste al giorno d’oggi per chi abbia bisogno di sostegno nella cura e nell’assistenza dei nostri anziani. Ormai la badante ha compiti sempre più ampi, se in un primo momento lo scopo era quello di aiutare persone non autosufficienti e prevalentemente malate, oggi si richiede la presenza di una badante anche solo per assistere l’anziano e fargli compagnia. Negli ultimi anni buona parte delle famiglie italiane con soggetti anziani e non, comunque non autosufficienti, ha affidato il compito di assistenza alle badanti. La famiglia non sempre riesce a garantire l’assistenza necessaria al familiare bisognoso, la donna che lavora difficilmente ha la possibilità durante il giorno di dedicarsi ai problemi di casa, inoltre, per molte famiglie il lavoro femminile svolto fuori casa è indispensabile per il bilancio familiare, per cui la ricerca di una persona che le sostituisca nei compiti di cura divenuta quasi obbligatoria, soprattutto quando l’assistenza richiede continuità e presenza costante. E allora chi è più adatto a svolgere il lavoro di una donna se non un’altra donna disposta a stare accanto ai nostri anziani anche 24 ore su 24? Le badanti, soprattutto quelle immigrate, sono più accettabili degli uomini, anzi preziosissime, perché viste appunto come donne all’antica, nel senso tradizionale del termine: addette ai lavori domestici e alla cura delle persone. E così il lavoro delle badanti è sempre più richiesto dalle nostre famiglie. In Italia la domanda ha superato di molto l’offerta e con l’avvento delle normative Covid tra Stato e Stato la situazione è peggiorata. E così l’arrivo da Romania,

di Adelino Amistadi Sono facili da individuare. Le vedi passare con passo deciso e postura altera, sguardi furtivi a destra e a manca, non sempre ti salutano, sembrano curiose, ma nello stesso tempo schive, che appena ti guardano, poi abbassano gli occhi quasi a dire: dall’ex Jugoslavia, dalla Polonia, Bulgaria, Moldavia e Ucraina si è ridotto di molto, per fortuna che ultimamente si sono aggiunte indiane, filippine, sudamericane, che hanno rimpiazzato le carenze dovute al Covid. Purtroppo le difficoltà del rapporto con le famiglie non sono poche. Le badanti tendono a cambiare assistito cercando soluzioni migliori per il loro lavoro, preferiscono un autosufficiente ad un non autosufficiente, o pazienti meno impegnativi rispetto al malato d’Alzhaimer. Altre, appena possono si trovano un appartamento e non sono più disposte ad offrire un servizio 24 ore su 24. Dall’altro lato il bisogno delle famiglie aumenta sempre più. Molte sono sotto pressione, i problemi sono soprattutto economici: per permettersi una persona in casa giorno e notte si rischia di non farcela, si esauriscono i risparmi, aumentano le liti e le incomprensioni con gli inevitabili sensi di colpa. D’altronde il compito delle badanti è spesso difficile e gravoso. Molti ritengono che fare la badante sia un lavoro tutto sommato molto facile e che non servano requisiti particolari per poterlo portare a termine, ma non è assolutamente vero. Lavorare come badante implica, innanzi tutto l’instaurarsi di una relazione personale con l’assistito basata sulla fiducia e sull’empatia: un rapporto umano che possa essere di sostegno all’assistito e possa alleviare il senso di solitudine di una persona costretta a casa o a letto a causa dell’età o della malattia. Per questo motivo la capacità d’ascolto e di comunicazione sono abilità che la badante deve curare in maniera particolare. Le famiglie si aspettano sempre il meglio, si aspettano cura, dedizione, amore, e non è facile per le assistenti corrispondere appieno. Essendo un lavoro che impegna molto sia fisicamente che mentalmente, la resistenza fisica e quella emotiva sono qualità importanti,

indispensabili per affrontare con serenità intere giornate in compagnia della persona assistita. La badante inoltre dovrebbe essere in grado di gestire situazioni d’emergenza: oltre alle norme di sicurezza domestica, è importante che abbia anche conoscenza di un minimo di pronto soccorso per ogni evenienza. Nella maggior parte dei casi la badante la vora a domicilio, a casa della persona assistita. Può però essere richiesto il suo supporto anche quando la persona anziana, malata o disabile si trova in ospedale o in una struttura di riabilitazione per somministrare i pasti, per esempio, per la sorveglianza notturna o la

“Io non c’entro...non sono di qui...”. Donne dalla faccia diversa, donne di mezzo mondo, eppure donne fondamentali per la nostra serenità e per il buon proseguo della nostra vita quotidiana. Sto parlando delle badanti.

compagnia di giorno. Un lavoro stressante, difficile e di grande responsabilità. Ma quanto è pagata una badante? E’ la do-

manda che ricorre spesso. Diciamola con franchezza, non sempre la paga è all’altezza delle gravosità del lavoro. Il nuovo contratto dell’autunno scorso prevede tutta una sfilza di minimi retributivi per tutta una serie di categorie. Ma per semplificare la cosa per chi assiste un non autosufficiente il contratto nazionale prevede circa 920 euro netti, più vitto e alloggio, più un’indennità quando vanno in ferie, e 800 euro netti per chi assiste un autosufficiente. Più o meno, con poche varianti fra una categoria e l’altra. D’altronde non ci sono alternative. In Italia la popolazione è sempre più vecchia, gli anziani vivono più a lungo, non sempre c’è possibilità di trovare spazi nelle case di riposo. La società è cam-

biata: bisogna lavorare in due e chi rimane a casa ha molte problematiche che vanno gestite. E non sempre sono disponibili assistenti italiane, e quelle poche disponibili, non offrono un servizio 24 ore su 24, di solito sono ex operatrici sanitarie o ex infermiere, preparate, che lavorano ad ore. E infine, a chi ci chiede come fare per ingaggiare una badante, la risposta non è per niente facile. Ci sono agenzie, consulenze di vario genere, siti, cooperative sociali, ma il canale migliore è il passaparola, la chiacchiera con il conoscente che già ha avuto analoga esperienza, o con il vicino di casa sia la soluzione più rapida. Ci sarebbe bisogno di canali sicuri e giusti, ma non è facile. E che le badanti siano le benvenute...sempre e per sempre, per molti dei nostri anziani sono dei veri e propri angeli custodi... rispetto e gratitudine è il minimo che dobbiamo loro!

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Europa

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Conflitto arabo-israeliano USAe Unione Europea Dopo che il 14 maggio 1948 venne ufficialmente riconosciuto lo Stato di Israele, ponendo rimedio è fine - quantomeno questo era l’auspicio - alla diaspora degli ebrei, non vi è di fatto mai stata pace fra il nuovo Stato riconosciuto dall’ONU e molti Stati nel mondo e l’area arabo-palestinese, dove non si è mai voluto riconoscere la nascita di Israele, e con Israele sempre ostinato a non riconoscere uno Stato palestinese. Parliamo di vicende che si perdono lungo i secoli, con radici profonde e che nessuno e niente è ancora riuscito a sistemarle sul piano della riconciliazione e di reciproci riconoscimenti. Nella Genesi, primo libro della Bibbia, leggiamo che Abramo, capostipite della famiglia ebraica - ma anche del popolo arabo - andò in quella parte del mondo ora in conflitto. Erodoto nelle sue Storie parlava di Palaistine riferendosi all’intera area tra la Fenicia e l’Egitto. La nascita dello Stato autonomo e indipendente di Israele, doverosamente agevolata anche da chi in Europa ha voluto cercare di conciliarsi con la propria coscienza per la fine atroce di milioni di ebrei con l’Olocausto, non è stato

di Paolo Magagnotti

Pochi giorni fa, con il mondo intero preoccupato per una pandemia che non si sa ancora come e quando potrà finire, una nuova minaccia proveniente dal Vicino Oriente ha scosso e messo in allarme la comunità internazionale. Dopo che una pioggia torrenziale di missili proveniente dalla Striscia palestinese di Gaza scatenata dal movimento islamico paramilitare politico Hamas si è abbattuta su Israele, certamente un processo facile e non ci si poteva indubbiamente illudere che dall’oggi al domani potesse nascere la concordia fra ebrei e mondo arabo. Sappiamo quanti tentativi, quante iniziative vi sono state per far sì che un compromesso fra arabi della Palestina ed ebrei del nuovo Stato di Israele potesse essere raggiunto per un reciproco riconoscimento statuale e vivere - e lasciar vivere - in pace. Una lacerazione profonda venne segnata dalla cosiddetta Guerra dei Sei giorni, conflitto che nei giorni dal 5 al 10 giugno 1967 vide scontrarsi Israele da una parte ed Egitto, Siria e Giordania dall’altra; con la vittoria Israele conquistò la penisola del Sinai e la Striscia di Gaza all’Egitto, la Cisgiordania e Gerusalemme Est alla Giordania e le alture del Golan alla Siria. Altri conflitti seguirono, fra cui partico-

larmente violenta fu la guerra arabo-israeliana del Kippur (ricorrenza religiosa di espiazione ebraica), combattuta fra il 6 e il 25 ottobre 1973. In seguito alla Guerra dei Sei giorni, allo scopo di giungere ad una pace “giusta e duratura” il Consiglio delle Nazioni Unite emanò una risoluzione, la numero 242, in base alla quale vi doveva essere un ritiro militare israeliano dai territori occupati ed il reciproco riconoscimento di due Stati. Si parlò della dottrina di “pace in cambio di territori”. Sarà difficile pensare alla pace in questo delicatissimo tormentato e angolo del mondo fino a quando un reciproco riconoscimento di carattere statuale non sarà raggiunto. Non mancano nemmeno illustri ebrei che da tempo lo auspicano. In una lunga intervista che ebbi nel 1980 con il grande cancelliere austriaco Bruno Kreisky, il lungimirante politi-

B E NE SSE RE E C I RCO L AZI O NE.

un nubifragio di bombe israeliane si è riversato su Gaza. Morte e distruzione non hanno risparmiato niente e nessuno. Ancora una volta la tensione perenne fra Palestina e Israele si è infuocata ed ha sfilacciato tenui legami di speranza che forse si potevano intravedere per trovare soluzione ad un problema di piccoli territori con enormi risvolti mondiali. co di origine ebraica mi disse in merito a tale situazione geopolitica: ”Si tratta di mettere a disposizione la Cisgiordania e la Striscia di Gaza per la formazione di uno Stato palestinese, sia sotto forma di un piccolo Stato palestinese, oppure unitamente alla Cisgiordania. Questo è il compito di Israele […] Da parte loro i palestinesi […] hanno l’obbligo di riconoscere l’esistenza di Israele una volta che ci sia stato questo riconoscimento dei diritti legittimi dei palestinesi”. Il fatto che tale quadro di tensione rappresenti un macigno sulla sicurezza internazionale e la pace lo diceva anche un politico di lungo corso come Giulio Andreotti. Ricordo una sua preoccupazione espressa il 22 agosto 1982 a Coredo, in val di Non:” La situazione arabo-israeliana è più pericolosa della bomba atomica”. Mi sembra un’affermazione eccessivamente forte, ma visti

anche i fatti dei giorni scorsi, dobbiamo dire che, mutatis mutandis, egli, come sempre nei suoi interventi, non parlava a caso. Al di là degli auspici delle Nazioni Unite, per mediare nel mezzo di simili situazioni è necessario che vi sia qualcuno che ha la forza di poter dare qualcosa e questo può essere fatto in primo luogo dagli Stati Uniti d’America. La Casa Bianca si è impegnata più volte in questa impossibile impresa. Purtroppo siamo di fatto al punto di partenza, e tale situazione è estremamente allarmante. E l’Europa, l’Unione europea, che cosa può fare? Poco o nulla, se pensiamo soprattutto agli insufficienti poteri che sul piano della politica estera e di sicurezza gli Stati membri hanno consentito che entrassero nei trattati europei. Un po’ di più, se avessimo nell’Unione europea una vera e propria politica

estera e di sicurezza comune. Tutto questo, peraltro, senza particolari illusioni, in quanto sono unicamente gli Stati Uniti che costituiscono l’unico elemento particolarmente forte per poter continuare a tentare di raggiungere qualche risultato. L’Unione, comunque, potrebbe ben affiancare iniziative statunitensi, togliendo magari spazio a strumentali aspirazioni turche. In termini indiretti, a livello di Unione Europea qualcosa di più si potrebbe fare invece per far fronte al preoccupante estendersi di fenomeni di antisemitismo che si affermano oltre schemi tradizionali anche in Europa e che, come è stato osservato recentemente presso l’Istituto affari internazionali di Roma, è “alimentato dall’antisionismo che è cresciuto nei ghetti musulmani delle nostre città”. Tuttavia, sia per rapporto alla questione arabo-israeliana, sia sul fronte di altri scacchieri che sul piano internazionale possono mettere in pericolo stabilità e pace, un contributo importante potrà essere dato da una Unione europea veramente unita e forte; una forza che solo i suoi stati membri le possono garantire.

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Rubrica salute

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Ecco perché serve vaccinarsi

I segreti del sistema immunitario È organizzato come un esercito dove agiscono soldati con gradi e compiti molto diversi fra loro ma tutti concorrono all’armonia e al buon funzionamento del sistema di prevenzione; con termine tecnico la definiamo “omeostasi ”. I lori nomi, almeno alcuni, ci sono noti come i globuli bianchi, mentre altri sono meno noti come le interleuchine, altri ancora li definiamo con sigle e numeri. Hanno funzioni molto differenziate perché devono riconoscere e fermare gli eventuali invasori, oltre che riparare le sedi delle battaglie quando il loro stesso modo di agire é molto aggressivo. Usiamo il termine “immunità” per definire la loro funzione. Esiste una prima linea di difesa dove schieriamo i soldati più aggressivi, quelli subito pronti a combattere e ad immolarsi come i fagociti (dal greco “mangiare”) che inglobano e distruggono e così facendo danno l’allarme al sistema. Costituiscono l’immunità detta “innata”: ne muoiono milioni ogni giorno, sono della famiglia dei globuli bianchi, tengono sotto controllo la salute del nostro corpo. Se la prima linea non ce la fa (di solito ci riesce) si attiva tutto l’esercito che è capace di adattarsi alle situazioni più disparate e difficili (si chiama “immu-

di Gianni Ambrosini - oncologo «Buongiorno, come sta ? Sono il medico vaccinatore volontario che dopo le opportune valutazioni del suo stato di salute le darà l’ok per la vaccinazione. Oggi somministriamo il vaccino etc etc....». L’operazione si ripete di continuo e le persone passano per le varie fasi del programma. Non ci sono intoppi, le domande e le richieste sono sempre le stesse, la fila scorre veloce. Devo dire che dopo nità adattiva” per questo). Entrano in gioco allora dei soldati molto specializzati che usano armi molto sofisticate. I più importanti sono i linfociti B, che producono delle difese chiamate anticorpi che si attaccano agli invasori e con l’aiuto di molti altri specialisti risolvono il problema. La proteina Spike del Coronavirus Sars-Cov 2 che produce la malattia Covid-19 viene aggredita dagli anticorpi che, bloccandola e distruggendola, impediscono al virus di entrare nelle nostre cellule e di infettarci. Noi vaccinandoci offriamo ai linfociti B l’opportunità di allenarsi contro qualcosa che imparano a conoscere, bloccare e distruggere, perché non facente parte del nostro organismo. I linfociti T, invece, hanno una funzione superiore perché dirigono tutte le operazioni. Nel loro gruppo vi sono anche dei soldati specializzati che dirigono i checkpoint: sono come dei freni che impediscono ai linfociti di esagerare. Bisogna immaginare che esiste un codice di allarme che attiva tutto il sistema che si comporta

con una sequenza preordinata : arrivano prima i neutrofili come dei soldati semplici, poi i monociti, poi i macrofagi, poi i generali i linfociti T. Ma contemporaneamente i segnali di allarme attivano tutta una serie di altri soldati che genericamente chiamiamo citochine, che contribuiscono al funzionamento del sistema. E non è che gli altri componenti dell’esercito stanno a guardare. Anche le piastrine hanno il loro compito, anche i vari sistemi rispondono con i loro mediatori. Senza parlare di organi di cui si sapeva l’esistenza ma di cui

molte settimane di ricevimenti non mi è mai stato posto un quesito specifico sul sistema immunitario, che è l’attore principale del nostro agire. E allora mi è venuta l’idea di parlarne. Il suo compito principale è quello di difenderci dall’invasione di sostanze estranee al nostro organismo : virus, batteri, funghi, proteine anomale, tutto quello che possiamo definire come non nostro (non self).

si ignoravano le funzioni. Il timo, per esempio, un organo che si trova dietro lo sterno, si pensava fosse un cuscinetto adiposo; si è scoperto invece essere un organo importantissimo per il sistema immunitario dove alcune classi di linfociti T “si allenano e imparano” a svolgere certe funzioni. Si è scoperto che se certi linfociti sono troppo reattivi contro il nostro organismo vengono soppressi, come pure nel timo incontrano molte delle molecole che si troveranno a controllare quando saranno in giro di pattuglia nel corpo. E che dire dei linfonodi che si trovano un po’ dappertutto e della milza: bisogna vederli come dei posti dove le truppe dei globuli bianchi si acquartierano e si preparano ad entrare in azione. Viene da pensare che la vita non è altro che un processo molto complesso in continua evoluzione. Non vi sono delle leggi di natura che spingono necessariamente

verso la complessità ma i cambiamenti sono possibili solo se passiamo da forme semplici a forme più complesse. Altrimenti si muore. Per evolvere bisogna aggregarsi e cooperare. Il Coronavirus che provoca la malattia Covid-19 è piccolo, molto piccolo; se frena la sua crescita e la sua evoluzione muore, ha bisogno di replicarsi in fretta, molto in fretta per questo cambia di continuo e ci sono le varianti. Il nostro sistema immunitario deve essere allenato a distruggerlo. Come? Con i vaccini. Ho cercato di dare solo un modestissimo assaggio della complessità del sistema immunitario il quale, soggetto alle leggi della biologia dei sistemi invecchia e non svolge appieno le sue funzioni se non viene allenato e informato. E dal momento che è sempre attivo forse conviene aiutarlo nelle sue funzioni seguendo le indicazioni della Scienza con la “s” maiuscola e non con discorsi

mediati da considerazioni che lasciano il tempo che trovano, ma che non incidono sulla risoluzione del problema. Due parole sulle dosi dei vaccini. Perché bisogna vaccinarsi se si ha già avuto il Covid-19? Perché la risposta dei linfociti B può essere debole e di breve durata e perché si sa che facendo anche il richiamo i linfociti T cooperano con i B e la risposta si potenzia. Quale copertura c’è dopo la prima dose? Per il vaccino Pfizer si arriva già al 50% dopo 10-12 giorni e fino al 89% dopo 15-20 giorni. Per Moderna 80% dopo la prima dose e 95% dopo la seconda. Per Astra/Zeneca dopo 22 giorni 100% sulla forma grave e 70% sulle forme lievi e moderate. Per questo alcuni governi hanno deciso per l’allungamento dei tempi di somministrazione nell’ottica di vaccinare più persone. Quanto dura la copertura vaccinale ? La risposta è derivata dall’osservazione di quelli che hanno contratto per primi la malattia: non va oltre gli 11 mesi. E comunque si stabilisce anche in quelli che hanno sviluppato la malattia in forma lieve. Bisogna vaccinare le donne incinte o che allattano? La risposta è sì, perché la protezione passa anche al bambino. Concluderei con una definizione non mia ma che faccio mia “I vaccini sono esperienze non traumatiche che si trasformano in memoria” per il sistema immunitario.


Azienda sanitaria

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Al teatro di Tione «va in scena» la vaccinazione strazione settimanale di oltre 2mila dosi ed è operativo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 13 alle 16, con quattro postazioni per l’anamnesi (la raccolta di elementi sullo stato di salute) e tre linee vaccinali per la somministrazione delle dosi. Sul posto lavorano a turno tredici persone: tre medici, cinque assistenti sanitari/infermieri, tre volontari e due amministrativi. Per evitare assembramenti e ridurre al minimo i tempi di permanenza nei centri vaccinali si consiglia, una volta ottenuto l’appuntamento, di presentarsi con i moduli per la vaccinazione già compilati (scaricabili anche dal sito Apss: https://bit.

Anamnesi nel foyer e somministrazione delle dosi in platea: al teatro di Tione vanno «in scena» le vaccinazioni. Dallo scorso maggio il Cinema teatro è stato riconvertito e messo a disposizione dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari per la campagna vaccinale nel-

le valli Giudicarie. Il cambio di sede ha permesso di intensificare notevolmente l’attività, con oltre il doppio delle dosi somministrate rispetto a prima quando la sede vaccinale era al laboratorio sociale di Via Dante. Il nuovo centro vaccinale ha una capacità di sommini-

ly/3aUwBCX). Si raccomanda di presentarsi puntuali all’appuntamento, ma non più di cinque minuti prima).

Vaccinazione Covid-19: è il momento degli esenti ticket per patologia Dai primi giorni di giugno possono vaccinarsi anche le persone con meno di 50 anni che hanno un’esenzione per patologia o invalidità. Altra importante novità sul fronte vaccinale: i medici di medicina generale possono somministrare anche Pfizer e quindi vaccinare anche chi ha meno di 60 anni. Un parere di Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, ha infatti esteso da 5 a 31 giorni il periodo di conservazione del vaccino Pfizer scongelato e non aperto, che potrà essere tenuto in un normale frigorifero a 2-8°.

Certificazione verde: cos’è e come averla Green pass, certificazione verde, digital green certification…tanti nomi per un «lasciapassare» che ci consentirà di muoverci e viaggiare con maggiore libertà. Facciamo un po’ di chiarezza: Per certificazione verde si intende una certificazione che attesta: • l’avvenuta vaccinazione contro il SARS-CoV-2 • la guarigione dall’infezione da SARS-CoV-2 • il referto negativo di un test molecolare o antigenico rapido per la ricerca del virus SARS-CoV-2 Per fare esempi concreti, sono considerati certificati verdi questi documenti: • il certificato vaccinale rilasciato da Apss dopo la prima dose e alla fine del ciclo vaccinale (che indica anche il numero di dosi somministrate rispetto al numero di dosi previste). È visibile già dopo la prima dose nella piattaforma TreC (https:// trec.trentinosalute.net/ home) e nell’App TreC_FSE. Ci si può abilitare a TreC e all’App TreC_FSE con lo SPID o la Carta provinciale dei servizi (tessera sanitaria

abilitata). In alternativa si può chiedere il certificato vaccinale anche all’ufficio di igiene pubblica del proprio territorio. A breve sarà visibile anche su FasTreC. • il certificato di guarigione rilasciato da Apss alla fine dell’isolamento. Il certificato è visibile in FasTreC (serve il codice di accettazione consegnato al momento dell’effettuazione del tampone di guarigione) e viene inviato anche via mail alla fine del periodo di isolamento. • il referto del test antigenico negativo effettuato nelle farmacie convenzionate o dai professionisti e dalle strutture private. Questi documenti valgono come certificazione verde in caso di spostamenti sul territorio nazionale (verso regioni rosse o arancioni) e per le attività per le quali è richiesta una certificazione. Quanto vale la certificazione verde? • La certificazione verde Covid-19 di avvenuta vaccinazione vale dal quindicesimo giorno dopo la somministrazione della prima dose fino alla data prevista per

il completamento del ciclo vaccinale (quando sono previste due dosi) e di nove mesi dal completamento del ciclo vaccinale. • La certificazione verde Covid-19 di avvenuta guarigione dal Covid-19 al momento vale sei mesi dalla data di fine isolamento. • La certificazione verde Covid-19 di effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare negativo vale 48 ore dal prelievo del materiale biologico. Cos’è il Digital Green Certificate (DGC) Per Digital Green Certificate (DGC) si intende un certificato digitale o cartaceo di: • avvenuta vaccinazione contro il Covid-19 • avvenuta guarigione da Covid-19 • effettuazione di un test molecolare o antigenico per la ricerca di SARS-CoV-2 con risultato negativo, che sia interoperabile a livello europeo, attraverso un codice a barre bidimensionale (QRcode), verificabile attraverso dei sistemi di validazione digitali, associato ad un codice identificativo

univoco a livello nazionale. L’interoperabilità europea si avrà grazie alla definizione di dati e regole comuni che devono essere utilizzate per l’emissione dei certificati nei 27 Paesi dell’Unione Europea e allo sviluppo di piattaforme e strumenti informatici nazionali ed europei deputati a garantire l’emissione, la validazione e l’accettazione dei certificati. Il DGC sarà gratuito, in italiano e inglese. L’entrata in vigore è prevista per giugno 2021. L’Italia aderisce al DGC e sta realizzando, insieme alle Regioni, la piattaforma nazionale che permetterà il rilascio centralizzato dei interoperabili sia a livello nazionale sia a livello europeo attraverso l’apposito gateway europeo che assicurerà la verifica della loro validità al momento dell’ingresso in qualsiasi altro Stato dell’Unione Europea. La certificazione verde Covid-19 e il Digital Green Certificate Europeo sono la stessa cosa? No. I certificati verdi sono rilasciati in ambito regio-

nale e sono validi solo sul territorio nazionale e fino all’entrata in vigore del Digital Green Certificate, che verrà invece emesso da una piattaforma nazionale, alimentata con i dati trasmessi dalle Regioni, e conterrà un codice a barre bidimensionale (QRcode) per verificarne digitalmente l’autenticità e validità. Il DGC sarà necessario per muoversi in Unione Europea e varrà anche sul territorio nazionale per gli spostamenti e le attività per i quali è richiesta certificazione. La certificazione verde mi permette di andare negli altri Paesi europei? La certificazione verde Covid-19 è valida solo sul territorio nazionale, in quanto al momento il sistema e le regole del Digital Green Certificate non sono entrati in vigore, quindi per recarsi all’estero si è soggetti alle normative dei singoli Paesi. Il consiglio, in generale, è di consultare sempre i siti istituzionali degli altri Paesi europei prima di mettersi in viaggio.


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Il Personaggio

GIUGNO 2021

Maria Rita Alterio, oggi assessora a Tione. Una vita al servizio della comunità

“Se tutti dicono di no, che succede?» di Chiara Garroni Altro trasferimento dopo pochi anni, a Tione, dove la famiglia trovò la sistemazione definitiva. Purtroppo, a causa di un grave incidente automobilistico fra Tione e Villa Rendena, il padre di Rita morì: aveva 42 anni. Nonostante questa tragedia, la mamma di Rita non si lasciò abbattere, non volle tornare in Abruzzo, ormai la sua vita era a Tione, dove si era creata una rete di amicizie ed era circondata da grande stima. Era una donna volitiva, forte, generosa, si inserì benissimo nel tessuto sociale del paese, divenne attiva in varie associazioni, e negli ultimi anni è stata l’anima del circolo pensionati. A Tione Rita frequentò elementari e medie, poi a Trento le superiori, presso il collegio Sacro Cuore, l’Università alla Cattolica di Milano, dove si laureò in Lettere nel 1974. Già durante gli anni universitari aveva iniziato a fare qualche supplenza in alcune scuole delle Giudicarie, dove insegnò anche musica, perché sapeva suonare il pianoforte. Sì, anche questo aveva imparato a fare. Durante una supplenza a Pinzolo conobbe Bruno, il collega che sarebbe diventato suo marito. Il primo in-

Ci sono persone che hanno una marcia in più, e quando le loro capacità non se le tengono solo per sé, ma le mettono a disposizione degli altri, la comunità tutta ne trae giovamento. Stiamo parlando di Maria Rita Alterio, assessore alla cultura e al sociale del Comune di Tione, e presidente dell’Ente gestore della scuola materna “Don G. Failoni”. I genitori di Maria carico ufficiale di insegnante di lettere fu a Pieve di Bono, l’anno dopo a Pinzolo, poi il ruolo a Ponte Arche. Dopo alcuni anni il trasferimento a Tione, dove nel frattempo aveva messo su famiglia, aveva avuto la figlia Federica, e poi il figlio Gianluca. Mamma Angela, che abitava con lei, l’ha aiutata molto con i bambini, e questa grande armonia fra madre e figlia è sempre stata la grande forza di entrambe. A Tione divenne vicepreside alla scuola Media, poi in seguito alle modifiche dell’assetto della scuola, con la nascita degli Istituti Comprensivi, fu collaboratrice vicaria. Nel 2005 decise di partecipare al concorso ordinario indetto dalla Provincia di Trento per diventare dirigente scolastica. Fu un percorso impegnativo, molte le ore dedicate ai corsi, la tesina finale, gli esami scritti ed orali e finalmente il concorso terminò con esito positivo. Nel 2007 Rita prese servizio a Ponte Arche,

dirigente di una scuola grande, ben organizzata, che la coinvolse molto. Ci dice che si è trovata bene, c’è stata sempre una buona collaborazione con gli insegnanti, i genitori, e tutto il personale. Intanto, ha trovato tempo anche per altro. È stata presidente della Scuola Musicale di Tione, è socia del Centro Studi Judicaria, è membro del comitato del Premio Papaleoni, e scrive nel bollettino parrocchiale per il gruppo liturgico. Per la sua esperienza e le capacità, le fu chiesto dall’amministrazione comunale precedente a quella attuale di prendere in mano la scuola materna tionese, e lei accettò. Dunque dal 2014 è presidente dell’Ente gestore della scuola materna “Don G. Failoni”. Un impegno molto coinvolgente, una esperienza stimolante. Grande il lavoro iniziale, con la predisposizione dei regolamenti sulla sicurezza, ed i relativi lavori effettuati a questo scopo, l’elaborazione del nuovo statuto, e tutto il lavoro di organizzazione e gestione di una scuola che coinvolge 110 bambini, suddivisi in 5 sezioni. Con le restrizioni del Covid i gruppi attualmente sono fissi, il pasto non si fa in mensa ma in aula, i giochi in giardino con zone distanziate fra gruppi, ma tutto funziona al meglio, dalle 7,30 alle 17,30. Poi il salto in politica, o meglio, nella amministrazione del Comune. Anzi, Rita ci tiene a precisare che non è mai stata iscritta a nessun partito, che per natura desidera andare d’accordo con tutti, che si è lasciata convincere a partecipare alle ultime consultazioni comunali per spirito di servizio verso la comunità. «Se tutti dicono di no, che succede? Bisogna cercare di coinvolgere le persone capaci, i giovani soprattutto, per dare un

Rita erano abruzzesi, e vennero al nord perché il papà Gino, maresciallo della Guardia di Finanza, fu nominato comandante a Cavalese. Rita infatti è nata a Cavalese, nel ’51. Dopo poco ci fu il trasferimento a Merano, e qui Rita frequentò l’asilo tedesco, perché la mamma, molto lungimirante, volle che sua figlia imparasse il tedesco.

futuro alla comunità». Come va l’esperienza da assessore? Bene, ci dice, c’è appoggio reciproco con gli altri assessori, e si capiscono tante cose, viste da “dentro”. I vincoli, la complessità delle leggi, sono cose che da fuori non si comprendono. Nonostante la pandemia abbia bloccato tantissime iniziative, l’attività della amministrazione è continuata

con la presa in carico delle tante emergenze legate alla pandemia e con progetti finalizzati al benessere ed alla ripresa della vita di comunità. Sono state realizzate alcune iniziative a favore degli anziani per aiutarli nel difficile periodo della emergenza Covid, si è predisposto un piano di interventi e servizi rivolto alle famiglie, è stato elabora-

to un “ Piano Giovani della Busa di Tione “ per ridare entusiasmo e spunti di partecipazione ai giovani, che hanno patito molto l’isolamento a causa della pandemia. Traguardo ambito la nuova Biblioteca. Rita ci dice, incrociando le dita, che in giugno è previsto l’arrivo degli arredi interni. Quindi, dopo il trasloco, finalmente si potrà aprire al pubblico questa istituzione fondamentale per la cultura e la socialità. L’impegno futuro è di ripartire con eventi culturali e manifestazioni che coinvolgano di nuovo le nostre associazioni per ridare slancio e senso di ripartenza al nostro paese. Rita, per sua scelta personale, non frequenta i social, non ha profili di alcun tipo, ma ha acquisito una buona dimestichezza col computer, cosa ormai indispensabile con tutti i collegamenti e le attività che si devono fare online, quando non sono possibili gli incontri in presenza. Infine, una curiosità: qualche volta mette a tavola Federico Parolari, noto chef dell’osteria “A le due spade” di Trento. È suo genero, ed in famiglia preferisce che cucini Rita. Non si è mai lamentato: evidentemente è brava anche fra i fornelli.


Giudicarie in numeri

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Le strutture turistiche trentine di Virginio Amistadi In prossimità dell’estate, approfittiamo della recente pubblicazione di un corposo aggiornamento dell’annuario statistico on-line di ISPAT (http://www.statweb.provincia.tn.it/annuario) nella sezione Turismo per proporre alcuni dati relativi alla capacità di accoglienza per tipologia di struttura e numero

di posti letto disponibili in Giudicarie e sul territorio trentino. Si tratta di una panoramica in numeri assoluti che non tiene conto degli aspetti qualitativi dell’offerta turistica ma che permette di comprendere quali siano i numeri in gioco e le specificità dell’offerta potenziale sui diversi territori.

Consistenza degli esercizi alberghieri ed extralberghieri, degli alloggi privati e delle seconde case per comunità di valle (Anno 2020) Nelle Valli Giudicarie al 31 dicembre 2020 erano presenti Comunità di Valle Esercizi Alberghieri Esercizi Extra Alber- Alloggi privati Seconde case In complesso 15.491 strutture dedicate alghieri l’attività turistica tra esercizi Numero Letti Numero Letti Numero Letti Numero Letti Numero Letti alberghieri ed extralberghieri, Val di Fiemme 95 6.631 95 4.080 1.929 8.905 4.290 19.878 6.409 39.494 alloggi privati e seconde case per un numero complessivo Primiero 85 5.255 54 2.184 1.528 6.926 2.881 12.348 4.548 26.713 di 86.344 posti letto disponiValsugana e Tesino 27 975 83 3.070 741 3.447 2.310 10.502 3.161 17.994 bili. La distribuzione per amAlta Valsugana e Bersntol 103 5.915 108 12.452 1.910 8.002 2.844 11.295 4.965 37.664 bito territoriale è fortemente 8 340 22 325 89 332 518 2.079 637 3.076 Valle di Cembra concentrata sulla Valle Rendena che da sola raccoglie il Val di Non 56 2.631 146 3.121 1.490 6.325 3.554 15.449 5.246 27.526 69% delle strutture e il 70% Valle di Sole 143 11.373 134 7.041 2.369 10.231 4.803 19.586 7.449 48.231 dei posti letto totali. A livello Giudicarie 192 11.132 166 5.803 5.729 26.331 9.404 43.078 15.491 86.344 trentino, le Valli Giudicarie si Alto Garda e Ledro 187 12.180 337 16.631 2.481 11.315 2.103 9.296 5.108 49.422 caratterizzino per una dispoConsistenza degli esercizi alberghieri ed extralberghieri, degli alloggi privati e delle seconde case per ambito nibilità di letti in alloggi priVallagarina 34 1.783 126 4.128 – Valli801 3.764 2.829 13.319 3.790 22.994 Giudicarie (Anno 2020) territoriale vati quasi tripla rispetto alle Comun General de Fascia 281 16.528 216 7.791 2.502 11.113 4.801 20.762 7.800 56.194 prime 3 concorrenti trentine Alberghieri Extra Alberghieri Alloggi privati Seconde case In compless Altipiani Cimbri 67 4.129 35 1.838 1.838Numer 9.680 2.836 14.170 4.776 Nume 29.817 e doppia nelle seconde case. Territorio Letti Numero Letti Numero Letti Letti Numero o ro I posti letto in esercizi Extra Rotaliana-Königsberg 12 518 48 588 11 56 39 204 110 1.366 Giudicarie Centrali  16 826 16 564 639 1.010 5.367 1.192 Alberghieri ammontano inPaganella 123 8.255 43 1.826 1.256 5.367 857 3.812 150 2.279 19.260 vece a circa un terzo di quelli Valle del Chiese  26 938 26 788 491 2.197 1.301 5.232 1.844 Territorio Val d’Adige 38 3.766 160 2.571 552 3.071 427 1.951 1.177 11.359 disponibili nell’Alto Garda e 26 1.692 54 1.122 586 2.298 1.071 4.103 1.737 Consistenza degli esercizi alberghieri ed extralberghieri, degli alloggi privati e delle seconde case per ambito Giudicarie Esteriori  8 282 28 900 78 409 455 1.983 569 3.574 Valle dei Laghi Ledro e nell’ Alta Valsugana territoriale – Valli Giudicarie (Anno 2020) Valle Rendena 124 7.676 70 3.329 4.502 21.197 6.022 28.376 10.718 e Bersntol. Provincia 1.459 91.693 1.801 74.349 25.304 115.274 44.951 199.712 73.515 481.028 Alberghieri

Extra Alberghieri

Alloggi privati

Seconde case

Giudicarie  In complesso

192 11.132

166

5.803

5.729

26.331

9.404 43.078

15.491

Numer Numealloggi privati e delle Fonte: Istat - ISPAT, statistica della provincia di Trento. DatiGiudicarie elaborati Consistenza degli esercizi alberghieri extralberghieri, degli seconde caseIstituto per diambito territoriale – Valli (Anno 2020) Letti Numero Letti edNumero Letti Letti Numero Letti o ro Alberghieri Extra Alberghieri Alloggi privati Seconde case In complesso Giudicarie Centrali  16 826 16 564 150 639 1.010 5.367 1.192 7.396 Territorio Numero Letti Numero Letti Numero Letti Numero Letti Numero Letti Valle del Chiese  26 938 26 788 491 2.197 1.301 5.232 1.844 Posizione 9.155 Valli Giudicarie per numerosità di posti letto disponibili in esercizi alberghieri ed extralberghieri, degl Giudicarie Centrali  16 826 162.298 1.071 564 1509.215privati e delle 639seconde case 1.010 7.396 rispetto ad5.367 altri territori1.192 trentini. (Anno 2020) Giudicarie Esteriori  26 1.692 54 1.122 586 4.103 1.737 alloggi Valle del Chiese  26 938 26 788 491 2.197 1.301 5.232 1.844 9.155 Valle Rendena 124 7.676 70 3.329 4.502 21.197 6.022 28.376 10.718 60.578 Pos Posti Giudicarie Esteriori  26 1.692 54 1.122 2.298 1.071Posti 4.103 1.737 9.215 Giudicarie  192 11.132 166 5.803 5.729 26.331 9.404 43.078 15.491586 86.344 . Esercizi Alberghieri letto Pos. Alloggi privati letto Valle Rendena 124 7.676 70 3.329 4.502 21.197 6.022 28.376 10.718 60.578 Fonte: Istat - ISPAT, Istituto di statistica della provincia di Trento. Dati elaborati 1 Giudicarie 26.331 1 Comun General de Fascia 16.528 Giudicarie  192 11.132 166 5.803 5.7292 Alto Garda 26.331 9.40412.180 43.078 2 15.491 86.344 e Ledro Alto Garda e Ledro 11.315 Fonte: Istat - ISPAT, Istituto di statistica della provincia di Trento. Dati elaborati 3 Valle di Sole 11.373 3 Comun General de Fascia 11.113 Territorio

Posizione Valli Giudicarie per numerosità di posti letto disponibili in esercizi alberghieri ed extralberghieri, degli alloggi privati e delle seconde case rispetto ad altri territori trentini. (Anno 2020)

4 Giudicarie 11.132 4 Valle di Sole 10.231 Posizione Valli Giudicarie per numerosità di posti letto disponibili in esercizi alberghieri ed extralberghieri, degli alloggi privati e delle seconde case rispetto ad altri territori trentini. (Anno 2020) Pos .

Esercizi Alberghieri

Posti letto

Pos. Alloggi privati

Posti letto

1 Comun General de Fascia

16.528

1 Giudicarie

26.331

2 Alto Garda e Ledro

12.180

2 Alto Garda e Ledro

11.315

3 Valle di Sole

11.373

3 Comun General de Fascia

11.113

4 Giudicarie

11.132

4 Valle di Sole

10.231

Pos .

Esercizi Extra Alberghieri

Posti letto

Pos. Seconde case

Posti letto

1 Alto Garda e Ledro

16.631

1 Giudicarie

43.078

2 Alta Valsugana e Bersntol

12.452

2 Comun General de Fascia

20.762

3 Comun General de Fascia

7.791

3 Val di Fiemme

19.878

4 Valle di Sole

7.041

4 Valle di Sole

19.586

5 Giudicarie

5.803

Fonte: Istat - ISPAT, Istituto di statistica della provincia di Trento. Dati elaborati.

Pos .

Esercizi Extra Alberghieri

Posti letto

Pos. Seconde case

Posti letto

1 Alto Garda e Ledro

16.631

1 Giudicarie

43.078

2 Alta Valsugana e Bersntol

12.452

2 Comun General de Fascia

20.762

3 Comun General de Fascia

7.791

3 Val di Fiemme

19.878

4 Valle di Sole

7.041

4 Valle di Sole

19.586

5 Giudicarie

5.803

Fonte: Istat - ISPAT, Istituto di statistica della provincia di Trento. Dati elaborati.

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Attualità

GIUGNO 2021

Torna a rivivere la Loggia dei Paroloti di Francesca Cristoforetti Costruita a cavallo tra il seicento e il settecento a San Lorenzo Dorsino, la casa di famiglia ereditata da Armando Appoloni era ormai disabitata dal 2009. Da qui l’idea della ristrutturazione per preservare tutta la bellezza storica della villa e per ricavarne degli alloggi per turisti. La scelta del nome Logge dei Paroloti non richiama soltanto l’elemento architettonico che caratterizza la casa, ma fa riferimento anche al soprannome originario della famiglia di Armando, i cosiddetti Paroloti. Il gestore Appoloni conferma la grande importanza che è stata data al dettaglio storico: «Abbiamo recuperato i pavimenti vecchi esistenti in larice. Erano un po’ tarlati, ma li abbiamo recuperati con un falegname ed un artigiano della zona e ne abbiamo fatto gli arredamenti. Poi abbiamo sabbiato tutta la facciata, recuperato i sassi, tutto il loggiato. C’è stato un grande lavoro di ripristino». È stato infatti recuperato anche il vecchio soffitto del loggiato con le travi in legno. Al piano terra invece è stata ristrutturata la cantina con le pareti in pietra e con volte a

Dopo un anno di ristrutturazione sorgono le Logge dei Paroloti nella casa seicentesca di proprietà di Armando Appoloni, gestore insieme alla moglie Valeria Podrini degli Alloggi turistici Ciclamino a San Lorenzo Dorsino. Con il grandissimo lavoro di restauro si è voluta

botte, caratteristica presente anche negli appartamenti. Con i lavori di restauro è stato infatti possibile rica-

vare cinque posti letto divisi in due grandi camere, ognuna provvista anche di un angolo cottura. Oltre al

preservare tutta la storicità della villa, che da giugno sarà accessibile ai turisti che vorranno pernottarci. I lavori iniziati a giugno scorso hanno riportato alla luce il valore storico della casa, grazie alla particolare attenzione ai dettagli e al riutilizzo dei materiali originari.

loggiato sono stati ricreati alcuni spazi comuni, come la stube e una piccola lavanderia nel locale adiacente.

In una zona separata si sta allestendo anche una sala di lettura con un antico cassettone d’epoca. La ristruttu-

razione ha coinvolto quindi anche il recupero degli oggetti antichi della casa, reinseriti e riadattati nel nuovo contesto. Colpisce il riutilizzo dell’antico carro di famiglia come tavolo nella stube: «Ho recuperato un vecchio carro che usavano i miei nonni per portare i prodotti a Trento. Facevano un paio di viaggi alla settimana per portare la legna, la farina, i generi di prima necessità. L’ho recuperato e l’ho messo nella stube, ci ho speso moltissimo tempo. Mettendoci sopra un vetro ho creato un grande tavolo», ci racconta Appoloni. I lavori, partiti a giugno 2020 e terminati dopo circa un anno, sono stati condotti con grande cura da un geometra di San Lorenzo Dorsino, dagli artigiani locali, da quelli più esperti a quelli più giovani, che hanno prestato particolare attenzione al recupero dei materiali e alla bioedilizia, e grazie al supporto e alle consulenze di un’architetta riminese. La cura del dettaglio storico è stata possibile anche grazie alla grande passione di Valeria per la storia e all’aiuto del figlio di Armando.

Una passione per le scalate mai sopita

Il Cerro Torre di Ermanno Salvaterra “Vorrei che riusciste a immaginare cosa vuol dire stare su quella parete” «È un libro per tutti, non solo per gli alpinisti e gli scalatori, e vorrei che per un minuto riusciste a immaginare cosa vuol dire stare su quella parete». L’invito che Ermanno Salvaterra, l’alpinista di Pinzolo conosciuto nel mondo come “l’uomo del Torre”, ha fatto sabato alla presentazione del suo nuovo libro, “Patagonia. Il grande sogno” (sottotitolo: “Io e il Cerro Torre: Una passione ai confini del mondo)”, sarà sicuramente colto dai lettori appassionati di montagna. Basta infatti leggere le prime pagine per trovarsi immersi in una storia affascinante che parla prima di emozioni, illusioni e disillusioni, fatica, tenacia, tentativi riusciti e fallimenti, ricerca della bellezza di fronte alla maestosità della natura e nei piccoli gesti quotidiani, e poi di conquiste e di tecnica. Quella tra Salvaterra e il Cerro Torre, selvaggia Patagonia, è una storia d’amore iniziata nel 1982 e forte ancora oggi. Sulle tracce di quanto

avevano fatto, prima di lui, i suoi conterranei trentinicampigliani Cesare Maestri e Bruno Detassis, arriva “ai confini del mondo” e si lega per sempre a quei luoghi lontani fino a essere considerato (con l’alpinista italo-argentino Rolando Garibotti) il più grande conoscitore del Cerro Torre. Il libro, pubblicato per Mondadori, è stato presentato al Paladolomiti, ritornato ad ospitare un importante appuntamento culturale dopo molto tempo. Promosso dal Comune di Pinzolo e organizzato dalla Biblioteca comunale, l’incontro è stato coordinato dal giornalista Alessandro Filippini, penna “alpinistica” della “Gazzetta dello Sport”, con la presenza di Reinhold Messner, che ha curato anche la prefazione del libro di Salvaterra. «Il Cerro Torre si trova in una terra magica - ha detto l’alpinista altoatesino - con delle montagne granitiche che sono uniche al mondo. Tuttora rimane il simbolo

della montagna dell’impossibile». Su quei difficilissimi pilastri granitici, Salvaterra è stato protagonista di numero-

se avventure e imprese: compiute, rimandate, sognate. Centotrenta le notti vissute appeso alle strapiombanti pareti

verticali del Torre sferzate dal vento. “La prima volta” è stata nel 1982, lungo la “Via del compressore” con Elio Orlandi, ma il tempo, che là detta la legge più dura, costrinse la cordata alla rinuncia mentre è il 1983 l’anno i cui, con Maurizio Giarolli, raggiunse per la prima volta la cima. Del 1985 (con Andrea Sarchi, Paolo Caruso e Giarolli) è la prima salita invernale al Torre, rimanendo 11 giorni in parete. C’è, poi, nel libro, un capitolo che ricorda Fabio Stedile e, ancora, il racconto del 1995, con Piergiorgio Vidi, Roberto Manni e l’apertura di “Infinito sud”. Nel 2005, con Rolando Garibotti e un giovanissimo Alessandro Beltrami (23 anni), realizza la ripetuta della discussa impresa compiuta nel 1959 dalla cordata EggerMaestri. Oggi Ermanno Salvaterra ha 66 anni e da tempo, a conclusione dell’ultima scalata, dice: «Questa volta è l’ultima». Nel frattempo, tra decisioni e ripensamenti, dal

2012 compie numerosi tentativi per conquistare la vetta salendo dalla parete ovest della Torre Egger. Tre anni fa ci ha rinunciato a 200 metri dalla cima. «C’è stato anche un momento - scrive nel suo libro - in cui ho giurato che bastava così, che avrei chiuso e non ci avrei mai più provato. Ma poi… ci sono ricascato. E ho riprovato. E riprovato, riprovato ancora. Fino ad arrivare a oggi quando, costretto a casa dalla pandemia, che affligge il pianeta da oltre un anno, continuo a sognare, immaginare, pianificare e giocare con il mio progetto. Ci sono ricascato. Detto così sembra che io stia parlando di un vizio, di una dipendenza. E forse in qualche modo è così. Ma credo si tratti di una dipendenza sana, creativa, dunque vitale. Il bisogno di sentirsi vivo tramite la coltivazione di un sogno, di una passione, di un amore. Non mollo, tengo duro e stringo i denti. Questo, in definitiva».


Ambiente

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La lettera di Marco Gaddo

Serve una nuova legge per la montagna L’editoriale di Annibale Salsa pubblicato sul giornale l’Adige del 4 maggio 2021 menziona il disegno di legge del Senato italiano “Riconoscimento della figura di agricoltore custode dell’ambiente e del territorio”. Questo disegno di legge è ora in iter parlamentare di

approvazione come ” Legge Quadro che conterrà le linee guida per le Regioni atte a valorizzare il ruolo del contadino, che con la sua presenza costante e professionale è protagonista del presidio e tutela del territorio e della produzione”.

incoraggiamenti ed iniziative di tutela, valorizzazione e sviluppo per le aziende agricole di allevatori, pastori di pecore e malgari. Essi agiscono infatti con un impegno di forte interesse collettivo per la salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio, della tutela idrogeologica delle pendici montane e controllo delle alluvioni nelle sottostanti pianure. Ora serve pertanto dopo l’approvazione della Legge nazionale citata che anche in Trentino sia formata una nuova “Legge per la montagna” per ricreare una presenza sul territorio che assicuri la salvaguardia dello stesso e dia sufficiente garanzia di vita a chi intenda riprendere le attività in montagna. E’ necessario incoraggiare nei giovani la vita sana

libero, ristorazione, agritur ecc..) Nella certezza che il lavoro dei singoli allevatori, pastori, apicoltori, malgari sia riconosciuto con incentivi direttamente proporzionali a difficoltà, fatiche e impegno nel realizzare i loro prodotti. La

nella natura, la preparazione professionale e le specializzazioni di lavoro nei vari mestieri da praticare sui monti. E facilitare sinergia fra le diverse attività presenti sul territorio (agricoltura, allevamento, pastorizia, turismo, tempo

conduzione delle malghe deve essere affidata a personale bene organizzato, esperto di alpeggio, lavorazione dei prodotti di malga e rispettoso delle tradizioni locali. Devono essere demotivate le speculazioni di inesperti e incompetenti,

che mirano soltanto ai contributi CEE, senza avere sufficienti requisiti tecnici e preparazione per una gestione professionale delle malghe con protezione del pabulum e salvaguardia ambientale e paesaggistica. Sono certamente da imitare le forme di tutela, burocrazia ed associazionismo dei contadini di montagna realizzate nelle vicine Svizzera e Sudtirol. Questi motivi brevemente accennati indicano che se non viene invertita la tendenza involutiva attuale di abbandono e “non fare” che dura ormai da parecchio tempo e non verranno attuati indirizzi ed interventi proposti dalla Provincia di Trento in correlazione alla futura legge, si prevede che la montagna trentina con i suoi magici orizzonti, panorami indimenticabili e grandi interessi e valori economici, culturali e turistici ne potrebbe venire grandemente danneggiata. Marco Gaddo, ex forestale

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Il prof. Salsa considera la funzione di custodia esercitata dai contadini valevole soprattutto per i territori di montagna e ricorda che il prof. Luca Battaglini, docente di scienze agrarie e forestali dell’Ateneo Torinese, insegna che tale concetto si deve estendere anche al mondo degli allevatori e pastori definiti “ambasciatori del paesaggio”. E “le piccole aziende agricole di montagna esercitano la protezione dell’ambiente e della biodiversità”. Sono problemi di estrema attualità trattati nella recente Tavola Rotonda organizzata dal Giornale delle Giudicarie. La Provincia Autonoma di Trento dovrebbe pertanto, in esecuzione della citata futura legge nazionale quando verrà approvata, trattare i problemi in essere ed proporre regole per contrastare in maniera più efficace di adesso gli abbandoni di attività e i danni di varia natura a mandrie e greggi e nei prati falciabili, pascoli, alpi e malghe. Con

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Sport

GIUGNO 2021

Dolomitica Brenta Bike, l’edizione delle grandi novità Dolomitica2021 non sarà un evento solo, ma tre, organizzati nelle due giornate di sabato 26 giugno e domenica 27 giugno, tra Pinzolo e Madonna di Campiglio. Per quanto riguarda il programma, si inizierà sabato con una prima novità, la proposta dedicata all’E-Bike. Si tratta di una Randonnée su percorso straordinario che emula la leggenda delle salite in mtb verso Madonna di Campiglio ma senza ansia da prestazioni e solo per piacere. Un raduno quindi, con l’accompagnamento di guide e-bike e caratterizzato, oltre che dallo spettacolo assicurato, da punti ristoro che per l’occasione diventeranno dei momenti di degustazione di prodotti e specialità tipici. Per gli esperti di e-bike, la possibilità di partecipare alla Randonnée su un tracciato più impegnativo, con single track, passaggi e discese tecniche, con una guida speciale: il campione Marco Melandri.

Una due giorni di sport, enogastronomia ed intrattenimento. Protagonisti le due ruote ed il territorio. Testimonial Marco Melandri e super pacco gara con pettorale in omaggio per la Top Dolomites di Francesco Moser. Primo dei due grandi eventi della stagione firmati “Dolomitica Sport Trentino”, in attesa della prima Mezza Maratona della Val Rendena in programma il 19 settem-

bre prossimo.Manca davvero poco alla settima edizione della Dolomitica Brenta Bike, manifestazione che si preannuncia particolarmente interessante per le novità previste, pur anticipate per l’edizione 2020 annullata a causa dell’emergenza sanitaria in atto. Una su tutte, la proposta e-bike che andrà ad affiancare la classica gara di mtb. Ma andiamo con ordine. Seconda novità, sempre in programma sabato, nel pomeriggio, la Dolomini gara giovanile FCI. La manifestazione, dedicata nell’edizioni scorse ai più giovani, per il 2021 si vestirà di ufficialità, diventando una gara federale inserita nel Trentino MTB Kids Challenge 2021, aperta alle categorie Giovanissimi ed Esordienti. Domenica giornata clou. Partenza ormai classica in centro Pinzolo per la Dolomitica Brenta Bike che propone la scelta tra tre percorsi: Marathon di 62KM (dislivello 2.400MT), Race di 45KM (dislivello 1.550MT) e Ride di 31KM (escursionistica dislivello 1.200MT). Testimonial della manife-

stazione ormai da qualche anno, il campione Marco Melandri che, lasciata la moto, si sta divertendo non poco, anche ad alti livelli, proprio con la ebike. Ed i sentieri della Val Rendena, gli stanno regalando qualche bella soddisfazione. Importante “matrimonio” anche tra Dolomitica con l’altro evento clou di Pinzolo-Madonna di Campiglio, la Top Dolomites di Francesco Moser in programma nelle giornate del 27, 28 e 29 agosto. Chi si iscriverà alla Dolomitica infatti, riceverà un pettorale omaggio alla Top Dolomites. Una due giorni di sport, degustazioni ed intrattenimento dove i protagonisti saranno le due ruote e il nostro straordinario

territorio. Il primo dei due grandi eventi dell’anno firmati Dolomitica Sport Trentino, l’associazione guidata da Michele Maturi, in attesa della grande novità di stagione: la prima Mezza Maratona della Val Rendena, che si correrà il 19 settembre 2021 da Pinzolo a Tione di Trento. Più che una gara, un inno al territorio. Partenza da Pinzolo e arrivo sulla pista d’atletica all’interno dello stadio del Centro Sportivo di Sesena a Tione di Trento, 21 km attraverso la Val Rendena, coinvolgendone tutti i Comuni e le rispettive realtà associazionistiche. Una grande gara e una grande festa, un evento destinato a raccogliere un particolare interesse soprattutto fuori regione. Parallelamente alla mezza maratona sarà organizzata una non competitiva di 5 km dedicata alle famiglie con partenza a Porte di Rendena e arrivo a Tione.

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Scuola

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Memoria

GIUGNO 2021 I ricordi di Gianpaolo Capelli

La storia della pionieristica di Gianpaolo Capelli Col compianto amico Luigino Bondoni, e con lo zampino di Sergio Rassega che mastica elettronica come il pane, costruiscono un’antenna di trasmissione rudimentale ma perfetta per caratteristiche tecniche, per non bruciare i finali del trasmettitore. I primi esperimenti nascono proprio sul solaio di Luigino Bondoni a Storo. I tre antesignani delle loro future trasmissioni radio sperimentano il battesimo dell’aria della radio, con la diretta della radiocronaca della gara ciclistica Storo-Bondone, per ciclo amatori, organizzata nel 1977 dalla società ciclistica di Storo, di cui era presidente Domenico Ribaga. Io ero presidente della locale pro loco di Bondone, ricordo perfettamente tutto. Vendevo allora le prime radio a batteria, il trafem della Mivar, tutti ad ascoltare sulla frequeza 101.5 il resoconto dalla ammiraglia scoperta, che saliva verso Bondone, con il patron della gara Fiorindo Zontini, el” Firi da Stor.” Dino Grassi con il suo maggiolone verde su e giù dal paese dei carbonai a controllare la frequenza. Dopo il successo della prima trasmissione, la passione aumenta, così dal sodalizio e dalle iniziali dei due cognomi Grassi e Bondoni - nasce la sigla della nuova radio: GB1 Radio. Ai due primi soci di allora si aggiungerà più avanti anche Enzo Fusco, che entra in comproprietà. Iniziano le trasmissioni da Casa Rossa di Storo, nello scantinato di Don Cristoforo Bonomini. All’inizio poche cose: i soldi sono pochi, un bancone costruito con pezzi di moquette, due giradischi e un mixer che fornisco io a Dino e Luigino. La gittata della radio è corta, ed ecco che si installa allora un ponte in località Verdura, sopra Storo. Manca la corrente elettrica, e allora si cala dalle rocce un cavo scoperto “alla buena de dios”. Cose che rasentavano l’incoscienza, ma la passione era tanta. Cavo che crea problemi con il maltempo e allora su in mon-

Scrivere di GB1 Radio di Storo, che ha il suo battesimo dopo la metà degli anni ‘70, vuol dire parlare di radio private veramente pionieristiche, sorte quasi dal nulla. La prima radio privata del Trentino è stata Radio Dolomiti, che trasmetteva dai monti sopra Vezzano, nel 1977, la seconda nata quasi per caso fu GB1 Radio, a cui seguì dopo pochi mesi Radio Manuela. tagna a piantare puntazze anti fulmine. L’ascolto in valle aumenta, ci sono i primi sponsor pubblicitari, il palinsesto della radio comincia a prendere forma e spessore. Ed ecco che allora i due intraprendenti proprietari della radio, Dino e Luigino, piazzano un ponte di trasmissione sulla Rocca di Roncone: 300Watt in stereo. Lì l’elettricità c’è. Si copre tutta la Busa di Tione, un po’ della Rendena e si arriva a Ponte Arche. Nel bresciano, fino a Idro e in val di Ledro con il ponte sopra la chiesetta di San Giorgio, fino a Tiarno di Sotto e Bezzecca. La radio è sempre più ascoltata, io dj della prima ora, entro nelle case con la mia “Domenica in Liscio”. Faccio la mia prima trasmissione in esterna, nel 1978, dal piazzale delle scuole medie di Storo, trasmettendo la serata ferragostana con l’orchestra di Francesco Borghetti, naturalmente con la supervisione tecnica di Sergio Rassega. Come raccontavano, le canzoni di Borghetti nella notte echeggiavano sulle montagne e nelle valli. La radio diventa ufficiale e in regola quando può permettersi il direttore editoriale nelle persona di un giornalista iscritto all’albo, e quindi produrre il proprio telegiornale, naturalmente dando spazio alle notizie locali con dirette telefoniche e interviste audioregistrate. Il primo direttore fu Gianni Bazzanella di Trento, sostituito poi, fino alla fine della storia di GB1, da Aldo Pasquazzo di Casa Rossa. Il radio giornale era curato dai tre giornalisti dell’epoca: Giancarlo Girardini, Vigilio Giovanelli e dallo stesso Pasquazzo, più avanti entrerà nella squadra anche Adelino Amnistadi di Roncone. La messa in onda delle notizie era affidata alla bella voce di Luigi Grassi e qualche volta anche a

quella di Loredana Montesanti. Ricordata dagli ascoltatori di allora, ancora viventi, la mitica trasmissione del Natale 1978, curata dal compianto Giancarlo Girardini, dal titolo “La voce dei nostri emigranti”. Silvano Capella che collaborava con Aldo Pasquazzo a “Domenica Sport”, si era sposato proprio in quell’anno ed era andato in viaggio di nozze a Solvay negli Stati Uniti, dove oltre a i suoi parenti, c’erano tanti emigrati della valle del Chiese, ma anche di tutte le Giudicarie e della val Rendena. Con il registratore portatile, fornito da Giancarlo Girardini, raccolse oltre 50 interviste, che ritrasmesse commossero parenti e ascoltatori, con l’audience della radio alle stelle. Raccontando delle interviste di GB1 radio, non si possono dimenticare i tanti uomini politici, anche importanti, passati nel piccolo salotto della radio, specialmente in tempo di elezioni. Sindaci e qui va ricordato il sindaco di Storo il Cavalier Fiorindo Malfer,

Il racconto di Dino Grassi, uno dei fondatori e comproprietario della radio, è preciso e circostanziato: della sua radio storese ricorda tutto. Dino è appassionato radioamatore da sempre - tanti i suoi collegamenti internazionali, «difficili in tempi lontani - ricorda - ora molto più facili» - compera per 150mila lire un trasmettitore militare.

comandanti dei vigili del fuoco della valle, presidenti delle pro loco, organizzatori di eventi, la parola anche dei parroci. Tutti quelli che avevano qualcosa da dire agli ascoltatori di GB1 Radio erano ben accetti, indipendentemente dal loro colore politico. A tal proposito bisogna ricordare quando Giorgio Almirante fu ospite negli studi di GB1. Vuoi per scarogna o per fatalità, proprio quando stava parlando mancò l’elettricità: tutto spento! Il giorno dopo i soliti noti o ignoti, data la posizione politica di Almirante, insinuarono che il blackout della radio fosse stato provocato appositamente...tutto falso: spesso sulle linee del Cedis di allora per cattivo tempo o guasti improvvisi, avvenivano delle interruzioni di energia elettrica. Tante le interviste raccolte da Adelino Amistadi di Roncone. La sua bella voce, il suo fare gentile, politicamente preparato, metteva a suo agio l’interlocutore e piaceva agli ascoltatori. Adelino, paragonato all’attualità dei giorni nostri, si può definire il Maurizio Costanzo

delle trasmissioni di allora. Tanti i giovani, che alla scuola di GB1 Radio sono diventate bravi dj, ognuna nel loro genere musicale. A dar coraggio ad affrontare la paura del microfono e del mixer, ci pensava Sergio Rassega, che con i suoi insegnamenti svezzava i novelli conduttori di programmi. Sergio Rassega conduceva un programma, che si sdoppiava poi in due. Partiva con “Magia in musica” con le più belle canzoni della musica italiana per poi continuare con il ”Il volo del calabrone”, che spaziava dalla musica tirolese, ad incursioni nel mio genere, il liscio, con i tanti dischi che forniva Sergio Togni di Condino, un grande amico di GB1. E’ doveroso ricordare Franco Cattarina, un pilastro per GB1, sempre presente a risolvere i problemi della nuova radio, spesso anche di convivenza tra i vari collaboratori, la gelosia, regnava anche lì. Tutti i collaboratori nelle loro varie mansioni hanno contribuito al successo della radio. Il solo compenso per tutti

noi era la soddisfazione che amici, parenti e tanti sconosciuti sentissero il nostro programma, la nostra voce fino allora sconosciuta. Ognuno nel suo genere eravamo diventati dei piccoli miti. Nei programmi individuali ognuno aveva la sua fetta di ascoltatori, quindi la sua parte di gloria. Musica varia per tutti: cantautori e complessi italiani e stranieri, disco music, revival, folk, musica italiana di tutti i generi, chi più ne ha, più ne metta...tante le interviste a cantanti importanti di allora. La musica era la colonna portante principale dei palinsesti diurni e notturni della emittente. S’ anche notturni. Il programma di Cesarino Pellizzari di Condino iniziava dopo mezzanotte. Il telefono era il protagonista principale per colloquiare con il dj di turno e con gli ascoltatori . Una voce che si sentiva raramente era quella di Mario Trainini di Storo, dedicava tutto il suo tempo libero a preparare e mixare ore di musica varia, da trasmettere quando nessuno era in onda.


Memoria

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GB1 radio di Storo Le voci invece che facevano balzare il controllo del microfono al massimo, erano quelle dei giovanissimi dj Alessandro e Domenico, con il loro programma dedicato ai ragazzi. Divertenti! Posso affermare senza tema di smentita che i programmi radio erano un disco dedica continuo. L’ascoltatore che chiamava, chiedeva il brano musicale dedicandolo ad una persona a lui cara. Grande successo per programma”Una dedica per voi” che andava in onda tutti i giorni, anche la domenica, nel primo pomeriggio, telefonato al numero della radio, sempre occupato per le richieste. Chi non poteva telefonare richiedeva la dedica per l’anniversario, il compleanno, una data particolare da ricordare, scriven-

do una lettera alla casella postale della radio. Il programma, avrebbe dovuto durare circa un ora ma nel tempo aveva assunto una importanza tale presso gli ascoltatori, che spesso il dj di turno terminava anche verso le quattro del pomeriggio. Ne sa qualcosa la brava e giovanissima Antonella Maestri di Prezzo, entrata nello staff di GB1 a 15 anni, verso la fine degli anni ‘70 che conduceva ultimamente il programma. Tante mie canzoni nuove di ”liscio” che proponevo, entrando nelle case, in poco tempo diventavano dei successi ed erano richiestissime nel “Disco dedica”. Ancora nel mio cuore e nella mia mente: “La mia valle”, “Luna d’estate”, “Caro papà”, “Cuore di mamma”, “Il mio paese”,

“Lauretta”, “Chitarra vagabonda”, “Suona chitarra” e tante altre. L’amico Raoul Casadei era l’ospite d’onore, con le anteprime delle sue canzoni, che mi inviava. Agli inizi degli anni ‘80, quando l’orchestra di Raoul venne al Palacongressi di Riva organizzammo per gli ascoltatori della radio un pulman per andare a sentirlo. Tutto esaurito! Nei programmi del mattino gli argomenti trattati erano tanti, coinvolgendo gli ascoltatori, spesso con telefonate in diretta. Alla consolle si sono alternati tanti nomi, tutti all’altezza della situazione. Tanti gli special dedicati ad argomenti culturali, alcuni curati dal professor Mario Antolini Muson. Il Professor Lino Salvaterra, “Do”, di Tione cu-

rava quello della musica classica, molto bravo. Giancarlo Girardini e Loredana Montesanti , lavorando all’ufficio di collegamento, davano consigli agli ascoltatori sul mondo del lavoro e pensionistico con la trasmissione “Dalla vostra parte”. Ottimo ascolto per la trasmissione di cucina, curata da Luigi Cherubini e da Cinzia Monduzzi. All’interno della radio sono nati anche amori, più o meno durevoli, alcuni sfociati nel matrimonio. Tanti i nomi di giovani che negli anni si sono alternati ai microfoni di GB1, facendo grande la radio. Spesso, nel periodo estivo, venivano chiamati a presentare le tante serate di musica nei paesi vicini. Alcuni di essi come Alex

Quai è diventato un dj affermato trasmettendo la sua passione al figlio. La più giovane di GB1, Ornella Nicolini di Roncone è diventata cantante e presentatrice affermata. Antonella Maestri ha lavorato in diverse radio private e ultimamente su Radio 51 di Sabbio Chiese. Il sottofirmato ha presentato per 30 anni lo stesso programma fino alla chiusura di Nova radio. Ultimamente curo la programmazione dell’intrattenimento musicale in video su Cedis Tv di Storo. Ora, nel citare i collaboratori della radio spero di non dimenticarne nessuno. Tutti, indipendentemente dagli ascolti ottenuti, hanno avuto lo stesso valore per la crescita e il successo di GB1 Radio, indistintamente. Grazie ad ognuno! Partendo da Tione ricordiamo: Luana Battocchi e Silvano Capella, da Roncone Luana Rivelli e Ornella Nicolini, da Pieve di Bono Cinzia Monduzzi, scendendo a Condino Claudio Rosa e Katia Rosa, Roberto Spada, Domenico Spada, Franco Bodio ”French”, Cesarino Pellizzari. Da Storo Giovanni Zon-

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tini “Monfrì’, Ferdinando Parolari, Gerardo Candioli, Giacomolli Giacomo, Alex Quai, Roberto Balduzzi, Giuseppe el milanes detto “Bocher”, Alessandro Zontini “Panina”con Domenico Pasi, Mezzi Annunziata, Loredana Montesanti, Lella Ferretti, Tonini Maria, Daniela Demadonna, da Lodrone Turinelli Franco e Cherubini Luigi “Pascal”, da Tiarno di Sotto Graziano Ferrari”Such”, da Ponte Caffaro Giovanna Ghezzi. Alcuni protagonisti di Gb1 Radio non ci sono più, a loro vanno la nostra riconoscenza e il nostro ricordo. Tanti hanno lavorato in modo anonimo, sempre in favore della radio, grazie anche a loro. La radio viene ceduta ad altra testata, per la precisione a TG8 di Tione, nel 1982. A margine ricordo le tv locali giudicariesi, partendo da quella di Saone guidata da don Gino Flaim il “Don Valvova” di allora, ricordo anche Telebondone con il sottoscritto e Olivo Mantovani. Chiudo con il “refrein” della canzone Bei tempi, lanciata su Cedis TV di Storo da mia nipote Nicol Bertanzetti: ”Eran bei tempi...bei momenti...si cantava all’amor...”. Allora sì...ora...ritorneranno?


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“Sulle conce

Mar


Territorio Dopo un tirocinio in Svizzera per una grande azienda del settore erboristico fornitrice anche di “Ricola”, la laurea sulla pianta dell’erisimo e l’incontro con un’azienda farmaceutica della zona di Milano interessata ad avviare nuove aziende agricole in Italia, a novembre 2018 Nathan si è quindi trasferito a Condino, dove a febbraio 2019 ha avviato l’azienda “Judicaria Officinali” piantando le prime coltivazioni di echinacea e partenio a Darzo. Col tempo sono seguite anche le coltivazioni di perilla, solidago ed epilobio, a Storo, Cimego e Pieve di Bono, dove ha collocato anche una serie di apiari dai quali trae un certo quantitativo di miele e polline. Il laboratorio di lavorazione si trova invece nella zona commerciale adiacente la superstrada di Condino. «Coltivo le piante in campo - sottolinea Nathan - le raccolgo, le faccio seccare, le taglio e le preparo in sacchi di dodici chili e mezzo; vanno all’ingrosso per alcune aziende farmaceutiche che così cercano di contrastare la concorrenza di prodotti esteri spesso non eccellenti a livello qualitativo, mentre è importante che il principio attivo e le sostanze di queste erbe siano preservati». Zimbaldi dedica una parte delle proprie coltivazioni anche al mercato privato per cui ha creato una piccola linea di tisane e di frutta, e ora anche verdura (zucchine e pomodorini), essiccata con un sistema innovativo che non scalda l’aria ma la deumidifica, mantenendo, così spiega, le caratteristiche

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La storia di Nathan Zambaldi

Erbe di casa nostra di Mariachiara Rizzonelli «È un bel lavoro, anche se con l’agricoltura non bisogna mai star tranquilli; a febbraio vedevo le piantine che stavano spuntando; speravo ce la facessero. Abbiamo passato i mesi di marzo e aprile a strappare le erbacce a mano e ora sono cresciute. L’azienda con cui collaboro è soddisfatta dei miei prodotti», così commenta Nathan Zimbaldi quella che è la sua professio-

ne di erborista in quel di Borgo Chiese. Ventisettenne proveniente da Carate Brianza, ma con bisnonna originaria di Praso, Nathan ha compiuto i suoi studi alla Scuola Agraria Fondazione Minoprio e quindi seguito un corso in Scienze e Tecnologie Erboristiche all’Università Statale di Milano specifico rispetto a coltivazione, controllo e trasformazione delle erbe.

LA RACCOLTA DELLE ERBE SELVATICHE

qualitative: «È vero che oggi anche a dicembre abbiamo le fragole da comprare al supermercato, ma non arrivano sicuramente da coltivazioni a chilometro zero. Io propongo invece un prodotto conservato in maniera naturale, come si

faceva una volta. Per fortuna la Valle del Chiese è decisamente adatta per queste coltivazioni: il clima anche in estate non raggiunge mai temperature che arrivano a stressare le piante e non c’è bisogno di irrigare, un vantaggio fondamentale

Il maresciallo forestale maggiore della stazione di Condino Franco Salvaterra spiega: «Anche quest’anno le condizioni invernali si sono protratte verso il periodo primaverile con temperature più basse, pertanto la vegetazione ha rallentato il ricaccio primaverile. Ora il fotoperiodo si è allungato, gli alberi stanno completando il ricaccio di nuovo fogliame e le erbe dei prati vegetando abbondantemente. Sui prati di valle si è raccolto il tarassaco (cicoria) e la silene (sgrisoi); gli asparagi selvatici (Aruncus dioicus), alle medie quote sono ancora raccoglibili, lo spinacio di monte (chenopodium bonus-henricus), specie rara tipica dei pascoli vicino alle malghe, potrà essere raccolto appena la neve si diraderà. Per il radicchio dell’orso (Cicerbita alpina) invece ci vorrà ancora tempo in quanto i canaloni di valanga, luoghi vocati alla sua presenza sono ancora ampliamente coperti dalla coltre nevosa. La normativa sulla raccolta delle erbe spontanee L.P. 23.05.2007 n. 11 art. 25 ed in particolare il D.P.P. 23.10.2009 n. 23-25/Leg art. 4, prevedono che “la raccolta di particolari specie il cui utilizzo rientra nelle antiche consuetudini locali, è ammessa con le modalità e nei limiti quantitativi, allo stato fresco al giorno per persona, indicati nell’allegato B al regolamento” (silene = 1/2 kg, asparagi = 1 kg , chenopodium, cicerbita e tarassaco = 2 kg)».

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rispetto ad aziende simili ubicate in pianura». Se il meteo, togliendo qualche acquazzone in momenti delicati, è dalla parte di Nathan, non così la pandemia, che non ha messo in crisi la collaborazione con la ditta farmaceutica per cui produce - «Mi appoggio anche ad una rete di distributori – spiega - la “Libreria Ancora” a Trento e altri negozi e Gruppi di Acquisto Solidale della provincia da cui provengo» -, ma piuttosto ha inciso sulla possibilità di potersi autopromuovere ad eventi e fiere locali e non. «Prossimamente si spera di riuscire a fare qualche mercato o di poter tornare ad essere presenti su eventi tipo L’Ecofiera di Tione o il Festival della Polenta di Storo, situazioni che danno visibilità al di là del sito che uno può avere» afferma Nathan che si dichiara decisamente soddisfatto della propria scelta imprenditoriale nonostante si tratti di un lavoro faticoso, che prevede una parte fisico-manuale importante - «Mi aiutano i miei genitori» - e comprenda aspetti di cura delle relazioni con i clienti e burocratici impegnativi per i quali però ha trovato un buon sostegno nella Confederazione Italiana Agricoltori. «Le possibilità di lavorare in agricoltura, se si ha passione e dedizione, ci sono - conclude il giovane erborista - Tuttavia occorre possedere anche una buona preparazione tecnico-teorica e fare molta formazione. Questo limita i danni da imprevisti che si possono incontrare».

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Ambiente

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La novità di questa seconda edizione è stata senza ombra di dubbio la grande partecipazione di tutte le associazioni ed enti lungo tutto il corso della Sarca, dalla sorgente alla foce. Sono 14 i Comuni che hanno aderito al progetto di Rotte Inverse, e oltre 20 associazioni che operano sul territorio. In cosa consisteva l’iniziativa? La gestione dell’attività per singola tratta è affidata alle associazioni locali aderenti. Rotte Inverse guida i partecipanti lungo la tratta Torbole – Arco in piccoli gruppi di massimo dieci persone. Un referente per ciascun gruppo si assicura che vengano seguite le direttive di sicurezza (mascherine, uso dei guanti, regole di salvaguardia della flora e della fauna). I rifiuti sono trasportati successivamente al Cantiere 26 di Arco – dagli organizzatori – dove vengono selezionati, differenziati e pesati, utilizzando i contenitori forniti dalla Comunità di Valle dell’Alto Garda e Ledro. «Abbiamo scelto questo nome, ‘La Sarca Tutta Nuda’, perché abbiamo l’obiettivo di spogliare il fiume dai rifiuti che ne nascondono la bellezza”, racconta Daniele Monetti, presidente dell’associazione Rotte Inverse. Siamo davvero entusiasti per l’interesse e la collaborazione arrivate da altre realtà del nostro territorio. L’emergenza covid ci ha costretti a tenere in stand-by

L’iniziativa “La Sarca tutta nuda” ha coinvolto un migliaio di volontari

L’ecologia va di moda

“La Sarca Tutta Nuda” è l’iniziativa, giunta alla seconda edizione, proposta dall’Associazione di Promozione sociale Rotte Inverse nata nel 2016 con la missione di svolgere attività di sensibilizzazione e riflessione sul bisogno di “cambiare rotta” nel nostro stile di vita. La seconda edizione (la prima nel 2019, quella 2020 era invece saltata a causa della pandemia) dell’evento è organizzata anche grazie al coinvolgimento di tutta la comunità dei paesi in cui il fiume che

va dalla Val Rendena fino al Lago di Garda scorre. Obiettivo della giornata: la pulizia delle rive del fiume Sarca. L’iniziativa è stata anche un momento di sensibilizzazione verso tematiche ambientali ed ecologiche. Il tutto all’insegna della socialità, nel rispetto delle norme anti-covid. La manifestazione si è tenuta domenica 16 maggio e ha visto la partecipazione di oltre un migliaio volontari da Madonna di Campiglio fino a Torbole.

l’evento fino all’ultimo, ma finalmente l’edizione 2021 siamo riusciti a svolgerla.» E proprio la pandemia ha costretto gli organizzatori a una precisa e puntuale divisione dei 78 chilometri di fiume interessati dall’iniziativa, perciò le associazioni aderenti gestiranno le attività previste sulla “loro” tratta: il primo evento nazionale indipendente di pulizia di un fiume interamente realizzato da volontari (e autofinanziato) con quasi 20 tonnellate di rifiuti raccolti. «Abbiamo trovato perfino - raccontano i volontari telai di motociclette e bici, lampioni, segnali stradali, copertoni, bombole del gas vuote, e una valanga di ferro di varia fattura.» L’artista Matteo Cretti ha diretto un laboratorio per realizzare

un’installazione nata dai rifiuti. Un evento riuscito alla perfezione che è stato, a detta degli organizzatori, il primo di una lunga serie. «La Sarca Tutta Nuda deve diventare un progetto permanente. Abbiamo iniziato con La Sarca Nuda nel 2019 - racconta Ilaria Argenziano - e quest’anno è diventata la Sarca ‘Tutta’ Nuda perché abbiamo coinvolto l’intera

asta del fiume. Ci saranno di certo altre edizioni, vorremmo che l’evento diventasse una tradizione. Solo con il coinvolgimento della popolazione possiamo raggiungere l’obiettivo, che nell’immediato è sicuramente la pulizia degli argini, ma nel medio e nel lungo periodo è la sensibilizzazione delle persone». (M.M.)

COOPERANDO

Fino al 30 giugno per fare domanda

Ricomincia il Progettone Il “Progettone” è un intervento a sostegno dell’occupazione finalizzato ad accompagnare le persone al raggiungimento dei requisiti pensionistici, gestito dal Servizio per il Sostegno Occupazionale e la Valorizzazione Ambientale (SOVA) della Provincia di Trento. Prevede l’inserimento delle persone coinvolte in particolare in attività nel verde, nei servizi culturali e di servizio alla persona. Fino al 30 giungo è aperta la possibilità di presentare domanda per coloro i quali si trovino in stato di disoccupazione, siano residenti in Provincia di Trento ed abbiamo un’età almeno di 49 anni per le donne e 53 per gli uomini. Nelle settimane scorse è stata presentata una valutazione del “Progettone” da parte di Euricse, una iniziativa che ad oggi consente di dare lavoro a oltre 1800 persone all’anno e accompagnarle al raggiungimento dei requisiti pensionistici. Il

lavoro di valutazione rispetto a questa iniziativa che ha svolto Euricse, assume una rilevanza particolare perché cade in un periodo storico caratterizzato da una situazione economica e occupazionale per molti aspetti simile a quella della metà degli anni ’80 del secolo scorso, quando il Progettone fu ideato e sviluppato. Questa coincidenza storica permette infatti di avviare una riflessione sulla possibilità di ricorrere, anche per affrontare la crisi in corso, a nuovi strumenti di politica economica e del lavoro. La pandemia causata dal Covid-19 sta avendo infatti un impatto economico negativo ancora non calcolabile con precisione, ma decisamente più rilevante di quello di tutte le crisi succedutesi dal secondo dopoguerra in poi. Inoltre, poiché ha colpito e sta continuando a colpire settori ad elevata intensità di manodopera – dal turismo alla ristorazione ai servizi alla persona – che in cri-

di Alberto Carli si precedenti (non ultima quella del 2009 e 2011) non avevano subìto particolari contraccolpi, è probabile che l’impatto sull’occupazione possa essere maggiore di quello sul prodotto interno lordo, che ricordiamo nel 2020 in Italia è stato del 9%. Finora, grazie al blocco dei licenziamenti introdotto per legge, l’aumento della disoccupazione è rimasto contenuto e ha interessato soprattutto i lavoratori stagionali. Inoltre, non essendo ovviamente neppure aumentata l’occupazione, nonostante il buon andamento di alcuni settori non interessati dalla crisi, si sta già aggravando la situazione di chi è in attesa di una prima o di una nuova occupazione, soprattutto giovani e donne. Gli effetti occupazionali complessivi si vedranno quindi solo a partire dalla seconda metà di quest’anno anche se ad oggi è impossibile fare previsioni accurate

è chiaro che c’è da aspettarsi un importante aumento sia dei disoccupati che di coloro che sono alla ricerca di primo impiego. Quello che emerge dal lavoro di valutazione fatto dai ricercatori di Euricse è che la situazione con cui anche il Trentino dovrà confrontarsi presenta diverse somiglianze con quella in cui è stato ideato e avviato il Progettone negli anni ‘80. Va ricordato che fu proprio la nostra autonomia amministrativa a consentire lo sviluppo, il rafforzamento e il successo di questa che oggi è valutata efficiente ed efficace sia dal punto di vista produttivo, occupazionale che sociale. L’attenzione e l’impegno ad utilizzare la nostra Autonomia proprio con riferimento alle politiche per il lavoro avevano già portato nel 1983 ad una normativa articolata e all’istituzione – primi in Italia – dell’Agenzia del Lavoro. Il Progettone è infatti figlio

della concezione e organizzazione delle politiche del lavoro adottata dall’Agenzia e dagli strumenti e progetti realizzati nei suoi primi anni di vita. Sul successo ha poi inciso la decisione di separare finanziamento e progettazione, mantenuti in capo all’ente pubblico, dall’esecuzione affidata invece a privati, in particolare alla cooperazione, considerata la coincidenza di obiettivi tra amministrazione provinciale – nello specifico l’Agenzia del Lavoro – e la cooperazione di produzione e lavoro: garantire lavoro e reddito a persone altrimenti difficilmente occupabili. Il Progettone è quindi uno strumento che potrebbe essere esteso, per esempio, ai percettori di reddito di cittadinanza in grado di lavorare in un periodo come quello che si prospetta, in cui a causa dell’insufficienza della domanda di lavoro strumenti diversi come i centri di servizi per l’impiego possono e potranno fare

ben poco. Come evidenzia il Presidente di Euricse prof. Carlo Borzaga, forse vale la pena riflettere su un ampliamento non tanto del Progettone così come oggi configurato, ma dell’applicazione al disegno di altri interventi che abbiamo per logica quella di impiegare per un periodo limitato persone che altrimenti – certamente o molto probabilmente – non troverebbero una collocazione. Poiché la crisi in corso colpirà certamente in modo significativo i giovani al termine dei loro percorsi formativi, non sembra fuori luogo pensare ad un progetto che ne preveda l’impiego sia in attività di interesse generale – dove i beneficiari sarebbero soprattutto gli utenti – che in funzioni interne alle imprese, alle amministrazioni, all’università e ai centri di ricerca che, al contempo, garantiscano formazione ai giovani coinvolti e consolidamento produttivo all’impresa.


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GIUGNO 2021 Il tunnel da oltre 32 milioni è ancora solo sulla carta

La V di Giuliano Beltrami

Offic


Territorio INENGLISH – corsi di inglese online Per i ragazzi dagli 8 ai 12 anni e dai 13 ai 15 anni viene proposto il corso “The Young Learner Class”, tenuto da insegnanti madrelingua altamente qualificati, che propongono lezioni interattive e progetti di gruppo per fare in modo che gli studenti possano esercitare il loro inglese in diverse situazioni della vita quotidiana. Per i ragazzi con più di 16 anni e per gli adulti si propone il corso “The Adult Program”, rivolto a chi voglia migliorare il proprio inglese per viaggiare o lavorare e voglia esercitarsi in conversation, speaking e listening. Gli studenti avranno la possibilità di imparare nuovi vocaboli, acquisire padronanza, fluidità e accuratezza nell’inglese parlato con un registro ed uno stile appropriati.

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Impara le lingue con la Cassa rurale Nella convinzione dell’importanza che la conoscenza delle lingue straniere assume nella crescita delle nostre comunità, la nostra Cas-

sa Rurale è da sempre impegnata a promuovere iniziative che diano a tutti l’opportunità di frequentare un corso di lingua straniera. di una lingua straniera L’iniziativa è riservata ai giovani soci e ai figli di soci con meno di 27 anni, studenti o neolaureati in cerca di prima occupazione, che abbiano frequentato un corso di lingua straniera tra il 01/10/2020 e il 30/09/2021.

Adamello Giudicarie Valsabbia Paganella

IMPARA LE LINGUE

con la Cassa Rurale centivi lingue straniere

Dal 28 giugno fino al 17 settembre ritornano i corsi di inglese online per bambini, ragazzi e adulti di ogni età tenuti dai docenti madrelingua di British Study Centres e Welcome at Home.

The Young Learner Class Bambini 8-12 anni e ragazzi 13-16 anni

Borse di studio per soci e figli di soci fino ai 27 anni che hanno frequentato in autonomia un corso di lingua straniera in Italia, all’estero oppure online

The Adult Program

Ragazzi +16 e adulti di ogni età

Novità di questa edizione è la possibilità di combinare le lezioni con un’attività in grado di mettere alla prova le nozioni acquisite: gli studenti potranno infatti partecipare ad un “Tour Virtuale” durante il quale saranno guidati in un viaggio digitale alla scoperta delle città inglesi e delle loro principali attrazioni! I corsi hanno una durata di due settimane e le lezioni si svolgono dal lunedì al venerdì nel pri-

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Le iscrizioni dovranno pervenire attraverso il form disponibile su www.lacassarurale.it. I corsi iniziano ogni due settimane e le iscrizioni devono pervenire con 1 settimana di anticipo rispetto alla data prescelta di inizio corso.

Termine per la presentazione 30 settembre 2021 Regolamento e modulistica su www.prendiilvolo.it

Per informazioni: relazioni@lacassarurale.it - Tel. 0465 89 65 10 - 89 65 11

Le buone azioni per la crescita del nostro territorio

mo pomeriggio oppure in orario serale. I soci, i figli di soci e i genitori di soci hanno l’opportunità di accedere ai corsi a prezzi molto agevolati grazie all’abbattimento della quota da parte della Cassa Rurale. Un trattamento privilegiato viene inoltre riservato anche ai clienti e ai

L’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio, nell’ambito delle attività di sviluppo prodotto, è alla ricerca di luoghi, percorsi, racconti che pochi conoscono e che potrebbero emergere diventando occasione di esperienza per gli ospiti. Come avviene questa indagine? Attraverso una raccolta di idee rivolta ai residenti, operatori turistici e non solo, tramite un questionario da compilare on line. L’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio, operativa, da alcune settimane, nella sua nuova dimensione “armonizzata” da Campo Carlo Magno al lago d’Idro, coglie l’opportunità di questo cambiamento voluto dalla recente riforma del turismo trentino (Legge provinciale 12 Agosto 2020 numero 8) per coinvolgere in una “chiamata” del tutto speciale le persone che vivono in Val Rendena, Giudicarie Centrali e Valle del Chiese. L’obiettivo è di scovare, attraverso la voce dei residenti (operatori del turismo ma non solo, senza alcun vincolo di età o appartenenza a categorie), un luogo poco conosciuto in grado di suscitare meraviglia, una storia curiosa che emozioni,

loro figli, ferma restando la possibilità per tutti, anche per i non clienti, di partecipare all’iniziativa. I partecipanti dovranno disporre di un’adeguata connessione internet, essere muniti di computer o tablet ed assicurarsi che audio e video del disposi-

tivo funzionino correttamente. Prima dell’inizio del corso è prevista la somministrazione di un test di ingresso a tutti gli iscritti con lo scopo di verificare il livello di conoscenza della lingua e formare le classi. INCENTIVI - borse di studio per l’apprendimento

L’incentivo viene riconosciuto a fronte della frequenza di un corso tenutosi in Italia, all’estero oppure online. Il regolamento prevede l’erogazione di incentivi anche in caso di partecipazione al programma Erasmus e alla frequenza di un anno di scuola superiore all’estero o progetti simili. Si precisa che non sono ammesse richieste di incentivo per la partecipazione ai progetti InEurope e InEnglish, promossi e già sostenuti dalla Cassa Rurale. L’importo dell’incentivo varia in base alla meta, se in Italia, online o all’estero, alla durata del

corso e all’ammontare delle spese sostenute (costi di iscrizione al corso e costi di viaggio). Per partecipare al bando sarà necessario allegare alla domanda l’attestato di partecipazione al corso e l’attestazione delle spese sostenute (fatture e relativi pagamenti). A fronte di più corsi effettuati dallo stesso richiedente, verrà accettata solamente una domanda relativa ad un unico corso. Le domande potranno essere inoltrate entro il 30/09/2021. Tutti i dettagli e le modalità di partecipazione delle iniziative sopra descritte sono disponibili sui siti www.lacassarurale.it e su www.prendiilvolo.it. Per qualsiasi informazione riguardo le due iniziative è possibile contattare l’Ufficio Relazioni de La Cassa Rurale all’indirizzo mail relazioni@lacassarurale. it oppure telefonicamente ai numeri 0465/896510 – 0465/896511.

L’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio è alla ricerca di luoghi, percorsi, racconti che pochi conoscono

Una montagna di montagne

dettagli, sfumature e ispirazioni profondamente connesse alla dimensione montagna che possano essere trasformate in esperienze memorabili. L’unica “condizione” per partecipare è quella di conoscere, frequentare e vivere il territorio con il desiderio di trasferire qualcosa di più, di nuovo e di originale agli ospiti. Qualche indizio per cominciare a pensare all’esperienza da segnalare?

Che sia fuori dalla massa e che contempli i seguenti elementi: sorpresa/stupore, soggettività/protagonismo, unicità/esclusività, bellezza/emozione. La parola passa all’ambito turistico attraverso una “chiamata collettiva” nella forma del questionario online (https:// www.campigliodolomiti.it/ questionario), uno strumento che permette, in pochi minuti, di far conoscere i

propri suggerimenti, spunti, pensieri. «ApT – spiega il direttore Matteo Bonapace – visionerà tutte le risposte che arriveranno, selezionerà le idee più coerenti con la strategia di sviluppo e promozione turistica, le svilupperà ulteriormente in collaborazione con i proponenti, previo benestare degli stessi, e le inserirà nel programma generale dei prossimi anni, mettendone a terra almeno una nell’estate 2021». «“Una montagna di montagne” - aggiunge il presidente Tullio Serafini - è la prima azione esecutiva del Piano strategico pluriennale - che, nell’ottica del passaggio “da logo a luogo”, pone un forte accento sui contenuti, su un ambito fatto di emozioni e relazioni con l’obiettivo di essere unici ma molteplici. Per questo motivo siamo “a caccia” di diversità da valo-

rizzare». Nella particolarità di questo territorio, caratterizzato, in tutta la sua percorrenza lago d’Idro-Madonna di Campiglio, dalla Linea delle Giudicarie, una profonda spaccatura geologica che divide le Alpi Centrali e le Alpi calcaree meridionali (comprendenti le Prealpi italiane e i massici dolomitici) e fa incontrare Adamello-Presanella e Dolomiti di Brenta, la diversità ambientale, le pieghe della storia, le vicissitudini personali e imprenditoriali nascondono forse ancora qualcosa – luoghi, persone, esperienze – che può diventare ricordo, memoria, narrazione condivisa. Azienda per il Turismo invita dunque a compilare il questionario online che si trova al seguente link: https://www.campigliodolomiti.it/questionario.


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GIUGNO 2021

Il centenario della nascita di Carlo Sartori : 1921-2021 Bambino introverso e spesso malato, possedeva un grande spirito d’osservazione. Arrivato con la famiglia a S. Lorenzo con pochi oggetti caricati su un carretto, confessa che la prima cosa che lo sorprese fu “una fontana grande vicina alle case con tanta acqua che sgorgava in abbondanza: una meraviglia di ricchezza che a Ranzo non si conosceva”; quando poi si trasferirono a Poia (e successivamente a Godenzo), già da lontano “da quando posai gli occhi sopra il paese, senza accorgermene cominciai a frugare con lo sguardo ogni cosa di quelle case: come erano le tegole, i ballatoi e i ponti. Provavo ad indovinare quale sarebbe stata quella che ci avrebbe ospitato.” La sua predisposizione per il disegno si manifestò fin da piccolo. Quando iniziò a frequentare la scuola, nonostante le molte assenze per malattia, “la maestra mi incaricava di illustrare la lezione di storia. Tagliava un foglio di carta da disegno da un rotolo che custodiva nell’armadio della classe. Io lo portavo a casa, nel silenzio della cucina lo disegnavo e poi lo dipingevo con gli acquarelli. Lo riportavo a scuola e la maestra lo affiggeva alla parete della classe, lezione dopo lezione. Fra i

Cultura

di Gabriella Maines Carlo Sartori, morto nel 2010, era nato il 27 maggio 1921, esattamente un secolo fa. Lo ricor-

tanti, ricordo Cincinnato con i buoi che arava il campo, Furio Camillo a cavallo con la spada mentre scacciava Brenno, capo dei Galli che aveva messo la spada sulla bilancia per avere più oro dai Romani”. L’attaccamento alla famiglia ha tenuto il timido e inquieto

ragazzo legato al piccolo paese di montagna, anche quando era tormentato dall’urgenza di imparare a dipingere e poi dalla voglia di trovare uno stile personale: quasi metà dei suoi anni furono spesi nella ricerca di un’espressività capace di incanalare quell’imperioso bisogno di “espri-

diamo prendendo spunto da alcuni fatti che egli ha raccontato nel suo diario. mere i sentimenti” attraverso il disegno e i colori. Anche il secondo tenace vincolo della sua vita, quello con la terra e la quotidianità dell’esistenza contadina, che gli dava forza e sicurezza, fu determinante. Il mondo che amava e che voleva dipingere era costituito dal paese, dai profili dei monti, dalle persone e dalle fatiche che ben conosceva. La costanza e il continuo esercizio l’aiuteranno a rappresentare senza paura la sua rinnovata visione del mondo, espressa grazie all’energico cromatismo e alle figure dalla forma prosperosa. Pochi di noi hanno conosciuto Carlo Sartori prima che diventasse famoso, quando dipingere non era ancora l’unica attività della sua vita. Dopo tanto discorrere del suo stile maturo, di naif vero o presunto, di arte ingenua e reiterata, ora è tempo di conoscere il Sartori giovane sperimentatore, attento alle tecniche dei grandi maestri: fu proprio la sua giovanile determinazione a renderlo fiducioso di avere sia il dovere di insistere lungo la propria strada, sia il diritto di farlo.

Grazie alle offerte giudicariesi è sorta la chiesetta di Chachacomani È con soddisfazione che il gruppo de La Piazza di Bolbeno, tramite le pagine del Giornale delle Giudicarie, comunica che la chiesetta a Chachacomani in Bolivia è quasi terminata e pertanto vorremmo ringraziare, anche a nome di Stefano, tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita di questa iniziativa. Ma andiamo con ordine. Stefano Marchetti, di Bolbeno, a novembre dello scorso anno è partito per la Bolivia per una difficile missione: dedicare la sua vita ad aiutare il prossimo. Allora per cercare di sostenerlo noi del La Piazza, che è un piccolo giornalino che da un po’ di anni realizziamo a Bolbeno, abbiamo pro-

mosso una raccolta fondi per la costruzione della chiesetta del suo nuovo “paese”. Nel numero di dicembre, che è arrivato a tutte le famiglie di Bolbeno una settimana prima di Natale, abbiamo informato i nostri compaesani di questa idea. È stato contattato anche Don Ferdinando che ha dato prontamente la sua disponibilità a mettere una cassettina per le offerte nel centro della chiesa durante le funzioni religiose delle festività natalizie; inoltre è stata attività la possibilità di versare tramite bonifico bancario, allargando così la possibilità a contribuire a molte altre persone. Avremmo colto poi l’occasione a gennaio di consegnare direttamen-

te le offerte, proprio al parroco responsabile della missione, padre Topio, che in quel periodo si trovava in Italia. La raccolta è stata molto proficua e alla fine siamo arrivati alla bella somma 2.725,00 euro ( in Bolivia è una cifra davvero molto significativa) che abbiamo consegnato a Padre Topio che è venuto a Bolbeno appositamente una sera, celebrando anche la S.Messa. Vorremmo pertanto, di nuovo ringraziare di cuore tutti i Giudicariesi che hanno aderito. La chiesetta in fase di costruzione sarà benedetta il prossimo 23 giugno, festa di San Giovanni Battista, patrono della piccola comunità. Gli amici della Piazza


Arte Ironia della sorte, forse neanche sapeva il nostro Vincenzo Peruggia che la “Gioconda”non era nel novero delle opere sottratte al nostro Paese da Napoleone, ma portata dallo stesso Leonardo da Vinci in Francia e lì venduta al re Francesco I. Ben altra consapevolezza, lucida e diabolica nello stesso tempo, è quella del comando tedesco che nell’agosto del 1944, in seguito all’avanzata delle truppe alleate, ordina il trasferimento di quasi trecento opere, di assoluto valore artistico, prelevate dai musei fiorentini, tra cui Botticelli, Tiziano, Caravaggio e Rubens, verso una zona nascosta delle alpi, ed in particolare della Val Passiria, ufficialmente per preservarle dagli attacchi aerei americani. A guerra persa, sarà lo stesso capo delle SS in Italia a consegnare i quadri agli americani, dopo i sei mesi di ‘esilio’ altoatesino, fino al loro ritorno in una Firenze festante nel luglio del 1945. Resta il sospetto, per fortuna solo un sospetto, che se le cose avessero preso una piega diversa, anche quei capolavori sarebbero andati ad ad implementare il colossale, se non folle, progetto del “Führermuseum”di Linz, che il dittatore voleva inaugurare nel 1950 con tutte le opere razziate in Europa. L’appassionante storia dei ‘dipinti nascosti’ della Val Passiria è raccontata in una mostra dal titolo “Uffizi in Passeier 1944/45 - Chi protegge l’arte in guerra?”, presso le Gallerie di Piedicastello a Trento, aperta fino al 5 settembre 2021. Altrettanto festanti, in un contesto certamente meno drammatico, due piccole comunità giudicariesi, Balbido e Lodrone, hanno salutato in questi mesi il ‘ritorno a casa’, meglio alle loro chiese, di alcuni pregevoli pezzi del loro patrimonio artistico a suo tempo ivi trafugati da ladri senza scrupoli. Una volta si chiamavano furti sacrileghi (dal termine sacrilegium, “colui che ruba/porta via (legere) oggetti sacri”), chiamando a condanna oltre quella umana, la giustizia divina, ben più temibile e rispettabile; oggi basti il codice penale a perseguire simili reati, che sono innanzitutto affronto ad un patrimonio che è bene di tutti, oltre un’imperdonabile offesa alla biografia spirituale di una comunità, pur piccola che sia. Il dicembre scorso è stata riconsegnata alla chiesa di Santa Giustina di Balbido la bella pala “Madonna con Bambino e le sante Giustina e Barbara” (1617) di Gio-

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I furti d’arte in Giudicarie

A volte ritornano di Giacomo Bonazza Quando si pensa ai furti d’arte più famosi della storia, la memoria corre subito a quello della “Gioconda” leonardesca e del suo improvvido protagonista, un imbianchino decoratore, Vincenzo Peruggia allora ventinovenne, originario del Varesotto, emigrato a Parigi, che, oltre 100 anni fa, precisamente il 21 agosto del 1911 trafuga dal Salon Carré del Louvre, dove faceva lavori di manuten-

zione, il celebre dipinto con l’intenzione di restituirlo all’Italia umiliata dalle spoliazioni napoleoniche. Un ‘furto patriottico’, quindi, che ci rende simpatico il povero ed ingenuo artigiano italiano che, per la sua romantica bravata, verrà condannato a qualche mese di carcere, subito revocato, tenuto conto del suo nobile intento, dopo la restituzione del capolavoro al Louvre nel gennaio del 1914.

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vanni Battista Rovedata, notevole pittore trentino tra manierismo di impronta veronese e cultura figurativa nord europea, rubata nel 1978 e recuperata a Stoccarda nel 1988 con numerose altre opere trafugate in Giudicarie, tra le le quali il “Sant’Antonio da Padova”, del pittore barocco Stefan Kessler, appartenente ancora alla chiesa balbidese, le cinque tele sottratte nel 1979 alla chiesa di Sclemo e le cinquecentesche perle condinesi della “Pietà” lignea di Stefano Lamberti e della piccola tavola con l’”Ultima cena” di scuola romaninesca, razziate nel settembre del 1970. Il re-

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1 - Balbido: Chiesa di Santa Giustina - Giovanni Battista Rovedata “Madonna con Bambino e le sante Giustina e Barbara” (1617) 2 - Lodrone: Chiesa dell’Annunciazione - Nicolò Dorigati (attr.) Portella tabernacolo con santi ( 1721) 3 - Lodrone: Chiesa dell’Annunciazione - Nicolò Dorigati (attr.) Portella tabernacolo con santi (1721) 4 - Condino: Pieve Santa Maria Assunta - Stefano Lamberti -”Cristo morto fra Maria e Giovanni” (1530)

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cupero di Stoccarda è grazie alla scoperta di un colossale traffico di opere d’arte fra l’alta Italia e l’Austria, dove Vienna risulta essere il centro di smistamento delle opere rubate, dopo una sofisticata pianificazione dei furti su commissione che non risparmia neppure i tesori artistici custoditi da secoli nelle più lontane ed isolate chiese delle nostre valli. Preso di mira è soprattutto il patrimonio ligneo, sculture, decorazioni floreali, testine d’angelo, strappate da altari barbaramente smembrati e riproposte sul mercato antiquario come pezzi decontestualizzati, alla mercè di gang

organizzate a servizio di un collezionismo malato oppure di ladri occasionali quanto maldestri. Di questo saccheggio indiscriminato, per quanto riguarda il nostro territorio, ne sanno qualcosa alcune chiese letteralmente depredate dei loro preziosi arredi sacri tra la metà degli anni ‘70 e la metà degli anni ‘80, dove di sono verificati la maggior parte dei furti, documentati puntualmente nelle pubblicazioni della Provincia “Una storia in pericolo” : Chiesa della Madonna del Lares/Bolbeno (1976); Chiesa di San Stefano/Roncone (1977); Chiesa di Santa Giustina/Balbido (1978);

Chiesa di San Bartolomeo/Daone, Chiesa di San Felice/Bono, Chiesa di Santa Maria Assunta e Chiesa di San Valentino/ Iavré, Chiesa dei SS. Pietro e Paolo/Sclemo, Edicole sacre di Spiazzo (1979); Chiesa di San Vigilio/Pinzolo, Chiesa di San Vigilio/Tione (1980); Chiesa della Madonna dell’Aiuto/Villa Rendena, Chiesa sei SS. Fabiano e Sebastiano/Verdesina, Chiesa di San Bartolomeo/Brione, Chiesa di San Lorenzo/ Por, Chiesa di San Giorgio/Tignerone, Chiesa di San Nicolò/Comighello, Chiesa di Sant’Antonio Abate/Cimego (1983); Chiesa della Natività di Maria/Bondone (1984); Chiesa di San Zeno/Pelugo (1987); Chiesa di San Giorgio/Tignerone, Chiesa di San Nicolò/ Comighello(1988). Negli ultimi tre decenni il fenomeno criminoso si è nettamente attenuato anche per le misure di protezione messe in campo dalla Soprintendenza per i beni culturali di Trento in collaborazione con gli

organismi ecclesiastici della diocesi ed i nuclei speciali operativi delle forze dell’ordine. Ciò non ha impedito nel 2008 il furto delle due ante da tabernacolo (1721), presso la Chiesa dell’Annunciazione di Lodrone, attribuite al pennello di Nicolò Dorigati, famoso pittore di stampo classicista al servizio di Carlo Ferdinando di Lodron, ecclesiastico di alto rango e munifico mecenate anche per le sue giurisdizioni giudicariesi. Il tutto, però, ha avuto un lieto fine con il rocambolesco ritrovamento dei due pezzi, grazie alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”e la loro riconsegna alla chiesa lodronese lo scorso aprile. Davvero un ritrovamento speciale che ha visto protagonisti un sensibile paesano che ha contattato il noto format televisivo ed un altrettanto onesto titolare di una casa d’asta che, saputo della provenienza illecita delle opere, ha immediatamente consegnato la refurtiva ai carabinieri.


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Territorio Filo spinato vecchio rende insidioso il percorso. Come collane rugginose avvolge la base di alcuni grossi faggi e abeti, mentre in altri il tempo e le crescite l’hanno inglobato nel duro legno dei fusti. Osservando quei metalli e le loro insidiose spine ho arguito si trattasse di un vecchio confine con funzione anche di protezione. Una vecchia ceppaia ricoperta di morbido muschio mi invita ad un breve riposo. Osservo quella boscaglia cupa, ricca di ramaglia secca, in parte infossata nel fogliame marcescente. Alzo lo sguardo e colgo il chiarore di una ampia radura. Riprendo il mio cammino e mi avvicino a quel bordo luminoso dove il bosco si esaurisce in un ampio prato utilizzato a pascolo per equini e ospitante una vecchia casa da monte. Sono i “Maròch”. Nel prato infatti pavoneggiano due grossi massi “erratici” denominati appunto nel dialetto locale”maròch”. Non mi lascio corrompere dal fascino di quel prato, anche se sul fronte nord offre una ineguagliabile visione sul gruppo del Brenta. Una particolare fioritura di rose di natale a bouquet mi obbliga ad alcune riprese fotografiche. Passato questo incantesimo, rientro nel bosco. Lo trovo più cupo di quando l’ho lasciato. Mi sorprendono alcuni muretti a secco e cumuli sparsi di sassi. Osservo con attenzione quei manufatti. In alcuni punti sono ancora integri e delimi-

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Le “Frate” al tempo del Coronavirus di Giovanni Bazzoli Ho disatteso alcune volte l’ordinanza di non uscire di casa durante le restrizioni imposte dal Coronavirus. Una disobbedienza peraltro calcolata. Si trattava infatti di brevi passeggiata a monte dell’abitato di Bondo, che si sviluppavano per buona parte in tano a valle un terrazzamento. Tuttavia la presenza di arbusti e piante di alto fusto, alcune di età stimabile oltre i 60 anni, insistenti anche al centro dell’area terrazzata, rende difficile cogliere i segni di quella

singolare antropizzazione. A ciò si deve aggiungere il lavoro paziente dei muschi che nei decenni hanno ricoperto ogni pietra contribuendo ad un efficacie mimetismo di quelle antiche opere. Dopo

ombrosi cespugli di nocciolo, faggio, abete e altre latifoglie minori, di proprietà della mia famiglia. Salivo lento e pensoso seguendo un vecchio sentiero ormai sepolto da uno spesso strato di fogliame. Una fila di faggi contorti lo affianca. una breve meditazione e quasi mi destassi da un sonno profondo mi sono persuaso che si trattava delle famose “Frate”. Piccoli campi eroici, ottenuti su terreni scoscesi grazie al lavoro manuale di

uomini, donne e bambini. Si trattava più nel concreto della trasformazione di aree incolte o boscate in aree agricole attraverso interventi di taglio ed eliminazione del legnatico, spietramento, dissodamento ed elevazione a valle dei muri di sostegno. Beneficiari di tali aree erano le famiglie meno abbienti del paese che non disponevano di aree coltivabili in fondo valle. La loro assegnazione veniva fatta con grande rigore, sia nella scelta dei possibili beneficiari, sia nella individuazione degli interventi colturali necessari ad ottenere terrazzamenti idonei ad ospitare seminativi quali segale, orzo, frumento, e orticole quali patate. Ai tempi delle frate non si trovava fogliame nelle faggete se non quello dell’anno, come non si trovava legnatico nelle faggete e nei boschi comunali. Confezionare una fascina o

riempire il sacco di iuta con fogliame da parte dei ragazzi, dopo la scuola e prima del crepuscolo, era impresa difficile. I cespugli di nocciolo e di corniolo sparsi nei prati erano mappati e ripuliti dal fogliame al punto che la falce raggiungeva i polloni. Nelle faggete private si poteva accedere scalzi. L’assegnazione di questi territori alle famiglie più povere testimonia la grande sensibilità delle comunità. Sono passati ormai molti decenni da quando le frate sono state restituite all’incolto o all’imboschimento. Osservare adesso le tracce di quel passato che vedeva il nostro territorio umanizzato in ogni dove, induce a mestizia. Campi, prati, pascoli, boschi, cespuglieti, piante sparse di noce e ciliegio e frate, erano le opere d’arte elaborate da un esercito di artisti, chiamati contadini. Ed è grazie a quell’arte che in luogo della tavolozza, dei colori e dei pennelli, si esprimeva con rudimentali attrezzi, che i nostri territori offrivano, oltre ad una dignitosa sopravvivenza, incantevoli paesaggi.

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Parlando giudicariese

GIUGNO 2021

Quasi da solo e attorniato dalle nuove generazioni

Compiere 101 anni con le Giudicarie in cuore di Mario Antolini Musón

Credo che sia doveroso riconoscere che le Giudicarie costituiscono un contesto sociale ordinato, nell’ambito del quale si vive - tutti insieme - con ordine e in sicurezza, nel quale si possono soddisfare le fondamentali esigenze sia di ciascun individuo che dell’intera popolazione. Non risultano evidenti disguidi e disfunzioni sociali, per cui si può e si deve affermare che “in Giudicarie si sta bene e si vive bene”. Che vi siano lacune da riempire, angoli da smussare e migliorie da fare è più che ovvio, come lo è ovunque; tuttavia, in generale, non ci si può certo lamentare. Per quanto mi riguarda personalmente, ormai sulla soglia dei miei ormai 101 anni, non posso che guardarmi indietro e prendere in considerazione, in particolare, ciò che in un secolo è cambiato sotto i miei occhi. Di tutto ciò che i miei occhi di fanciullo hanno visto fra il 1920 e il 1932 non è rimasto nulla: si è ampliata la viabilità così come si sono messe a nuovo tutte le abitazioni; i centri abitati si sono tutti rifatti l’aspetto e si sono arricchiti di nuovi edifici, persino le frazioni più piccole; le botteghe degli artigiani ed i negozi dei commercianti si sono letteralmente trasformati e moltiplicati; sono sorte nuove aziende così come sono sorte numerose strutture alberghiere; si sono realizzati a Campiglio e a Pinzolo gli impianti funiviari ed a Comano è stato eretto lo stabilimento ter-

Nel mettermi a battere alla tastiera la pagina per “il Giornale delle Giudicarie” alla vigilia del mio compleanno dei 101 anni, mi sento sollecitato a ringraziare questa testata che, nei miei ultimi vent’anni di vita, mi ha mensilmente ospitato con cortesia e lasciandomi ampi spazi a volontà. Abbiamo camminato insieme nel segno delle Giudicarie e penmale col parco e il nuovo hotel; i Comuni si sono disfatti e rifatti più volte; sono stati istituiti il Comprensorio e la Comunità; la Scuola ha letteralmente fatto passi da gigante ed ha rivitalizzata la popolazione; è stato costruito perfino l’Ospedale che in Giudicarie mancava. Le “novità” che possono catalogarsi come realizzate dal 1920 ad oggi non si possono certo elencare brevemente, ma certamente le si possono trovare ed individuare in ogni angolo del territorio. Direi che tutto quanto è cambiato sotto i miei occhi e sotto gli occhi delle generazioni che sono andate succedendosi e alternandosi sotto la spinta dei continui cambiamenti in atto a seconda del presentarsi delle esigenze economiche e sociali ed alle quali era necessario adeguarsi meglio che si poteva e come si poteva. Tuttavia, l’aspetto che attualmente più mi colpisce sta nel fatto che mi trovo in un contesto sociale che ormai non è più quello nel quale sono nato e poi cresciuto; in un certo senso mi “sento spaesato”. Infatti noi Giudicariesi “vecchio stampo” stiamo ormai scomparendo; siamo rimasti in un numero ristretto e, in particolare, sentiamo che non incidiamo più nelle trasformazioni in atto nel

contesto sociale; siamo diventati dei semplici spettatori senza riuscire a mettere a disposizione le nostre esperienze e a dare il nostro apporto. La odierna vitalità delle Giudicarie - razionalmente e giustamente - è in mano della popolazione attiva del presente, ma che è cresciuta senza evidenti agganci col passato prossimo e remoto, soltanto preoccupata ed impegnata ad affrontare tutto ciò che si è andato trasformando con la necessità di creare altre modalità e altre strutture per riuscire ad affrontare sia l’economia sempre in via di elaborazione così come la stessa socialità che è costantemente in cerca più di adeguarsi alle nuove generazioni che non a soddisfare le precedenti.

sando ai Giudicariesi; perciò, anche in questo mese non posso non avere che pensieri che mi portano, quasi amorevolmente, a prendere in considerazione il territorio del “Comprensorio/Comunità delle Giudicarie”, che ci ospita, ci culla, ci difende, ci dà modo di esistere e di poter esistere in maniera adeguata e confortevole sotto tutti i punti di vista.

Dalla fine della prima guerra mondiale, ossia dal 1918 in poi, si è constatata una continua immigrazione sia all’interno delle stesse Giudicarie, con lo spostarsi di convalligiani giudicariesi da un centro abitato all’altro, così come il progressivo arrivo di persone sia da altre parti del Trentino, che da ogni regione italiana, con l’aggiunta dei provenienti dall’estero e da ogni parte del globo. Dei discendenti diretti dei Giudicariesi qui vissuti nei secoli medioevali non sono rimaste che le tracce. In questo stesso momento percepisco che non sto scrivendo pensando unicamente ai Giudicariesi nati e cresciuti nelle nostre vallate, ma sono convinto di dovermi rivolgere, in modo particolare, a persone che

vivono e abitano in Giudicarie ma che provengono da altrove e non so se tutte hanno fatto in tempo a conoscere il territorio e l’ambiente nel quale sono arrivate e cercano di mettere radici, qualora lo vogliano inserirsi e come lo vogliano e qualora ne siano realmente capaci. Ciò che specificatamente mi dà maggiormente da pensare, o meglio che mi dà modo di prendere in considerazione (e chiedo scusa se mi permetto di farlo), è il chiedermi se tuttora si debba interessarsi delle Giudicarie “globalmente assunte” al fine di un possibile sviluppo economico e sociale; in particolare mi chiedo con quale visione si dovrebbe procedere tenendo conto che si tratta di una popolazione di soltanto 37.000

abitanti. Mi ossessiona un costante interrogativo: «I Giudicariesi costituiscono un “gruppo omogeneo” (un effettivo “popolo” a se stante) capace di recepire uno stesso identico discorso ed una stessa ed identica impostazione sociale ed economica, o ci si trova in una torre di Babele dove ognuno comprende soltanto uno dei tanti linguaggi che si dovrebbero poter e dover usare? I Giudicariesi si sentono “uniti” o prevale l’atavico campanilismo?». Oso pensare che questo sia un problema che stiano affrontando i politici e gli amministratori pubblici, cercando di riuscire a comprendere che ci si trova in un momento in cui ci si dovrebbe sforzare a trovare nuove impostazioni di vita sociale ed economia per riuscire a intraprendere una nuova direzione per il cammino che obbligatoriamente si deve fare soltanto e debitamente “insieme”. * Ancora un sogno-illusione! Poter vedere seduti attorno a un tavolo i rappresentanti della Comunità, dei due Bim, del Parco, della Scuola, della Sanità, delle Funivie, delle Terme, degli Enti turistici... a chiedersi se vi possa essere un alcunché da riuscire a pensare, ad escogitare e possibilmente a realizzare “tutti insieme” in nome ed a favore delle Giudicarie nella loro globalità. Quale grandiosa programmazione sarebbe possibile!


Comunità delle Giudicarie

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Le domande dovranno essere presentate entro le ore 12.00 del giorno 11 giungo 2021.

L’Ufficio Segreteria è a disposizione per ulteriori informazioni: da lunedì a venerdì d da lunedì a giovedì dalle 14.30 alle 17.00. Tione di Trento, maggio 2021

Il bando completo e ulteriori informazioni su www.comunitadellegiudicarie.it L’Ufficio Segreteria è a disposizione per ulteriori informazioni: da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 12.00. da lunedì a giovedì dalle 14.30 alle 17.00. Tione di Trento, maggio 2021 IL COMMISSARIO - Giorgio Butterini -

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Siamo davvero tutti appesi a un filo (sperando che regga) Dunque: tra un paio di mesi saremo tutti ‘adulti e vaccinati’. Letteralmente! Evoluzione dell’antropologia comunicativa compiutasi nell’arco di un ventennio: siamo passati da ‘Un milione di posti di lavoro’ dell’era Berlusconi a un ‘Un milione di vaccinati al giorno’ dell’’era Figliuolo. A quanto pare quello a sei zeri è un numero acchiappa-consensi, che gronda succulento appeal mediatico. E’ cifra tonda che affascina, stimola, seduce, persuade. Cavalcando tale assioma, il Governatore dell’Ohio (USA), con l’obiettivo di convincere indecisi, scettici e No Vax, ha finanche lanciato una lotteria tra tutti i vaccinati anti Covid. Primo premio: un milione di dollari. Questa però è soltanto la più ricca delle tante iniziative pubbliche e private adottate in America per vincere la riluttanza di tanti (troppi) a farsi inoculare il siero. Rispetto ad altri Stati (Israele e Gran Bretagna in primis) in cui i rispettivi greggi sono stati già immunizzati, nel paese dello Zio Sam urge qualche incentivo. Allo scopo, come racconta la stampa americana, si regala di tutto: dalle ciambelle ai buoni spesa ai biglietti aerei, passando addirittura per birra e marijuana a gratis. A Chicago se ne sono inventata un’altra. Si offrono 50 dollari a chi convince qualcun altro a sottoporsi al vaccino. Un po’ come nel marketing della telefonia: ‘Posta un amico in Tim’. Tu ti becchi lo sconticino in fattura (che stanne

certo ripagherai con gli interessi) e l’amico rimedia telefonate moleste illimitate da quei rompiscatole dei call center. Intanto in Italia, mogimogi, lenti-lenti, tra un arrivo in volata al Giro d’Italia e un’ospitata tivvù della Meloni che vende il suo libro, siamo passati dal coprifuoco delle 22 al coprifuochino delle 23 al coprifuocherello delle 24. Quante cose possiamo fare adesso con quelle ore d’aria in più… Ordinare il dessert al ristorante. Andare al secondo spettacolo al cinema in città. Fare una corsetta pre-notturna e bruciare chilometri e calorie. Per poi flexare il report di RunKeeper sui social ovvio: e i poltroni li facciamo bruciare d’invidia al ritmo (cardiaco) delle nostre performance da maratoneti. Forse forse stiamo davvero uscendo dall’emergenza. Addirittura i media hanno ripreso a dare spazio-tempo a eventi di cronaca che solo qualche settimana fa non erano contemplati neanche dopo le notizie sul meteo e sul traffico. Ad esempio: si è parlato per giorni del missile cinese in caduta libera sul pianeta. Sarebbe potuto precipitare sul nostro Meridione si diceva, prefigurando scenari da film catastrofico, con gente un attimo prima sdraiata tranquilla a prendere il sole e l’attimo dopo bombardata da una pioggia di pezzi d’acciaio. Roba da far ringalluzzire i complottisti e le loro bizzarre teorie: il missile in realtà conteneva al suo interno un contro-vaccino

241 donatori (pressoché confermati rispetto all’anno 2019), 310 donazioni nell’anno 2020 funestato dal covid-19 (rispetto alle 330 del 2019) e diverse iniziative messe in campo in un anno difficile per ogni associazione. Sono questi i numeri emersi dall’assemblea della sezione Avis di Pieve di Bono, convocata dal presidente Emiliano Facchini, e tenutasi nell’accogliente sala della caserma dei Vigili del Fuoco Volontari di Praso. La sezione racchiude gli iscritti che vivono nei territori comunali di Pieve di Bono-Prezzo e Valdaone ed è una delle più attive, sia in termini di donatori che di numeri, a livello provinciale. Un’assemblea insolita rispetto alle tradizioni di sempre. «Nel rispetto delle restrizioni in atto per combattere l’emergenza sanitaria – ha commentato il presidente di sezio-

del vaccino, lanciato e poi fatto esplodere apposta dalla Cina per far ripiombare l’Occidente in una Nuova Ondata pandemica. Il compimento del Grande Piano Cinese di conquista del mondo. Ma noi europei siamo gente tosta. Resiliente. Il missile è caduto in aperto oceano. E ci siamo perfino tolti dalle scatole AstraZeneca. Ma non i complottisti, che nel frattempo si sono inventati quella delle calamite che si attaccano al braccio che ha ricevuto l’iniezione salvifica. La pandemia si attenua. Le riaperture ci restituiscono germogli di ‘normalità’. Che esigono però il loro prezzo da pagare, il triste pedaggio fatto di cose brutte. L’emergenza sbarchi, la ripresa del conflitto tra Israele e Palestina, il ritorno delle pratiche d’odio fondamentaliste, qualche tragedia qua e là. Tutto riapre. Anche gli stadi. Solo le discoteche restano chiuse, segno tangibilissimo di quanta poca fiducia i nostri governanti abbiano nei giovani e negli adulti che lavorano nel comparto, additato ancora una volta come un girone infernale popolato di untori e dissennati, una sorta di paese dei balocchi in cui regna il cazzeggio più becero e irresponsabile. Il buon senso, il senso civico, la tutela della comunità, la responsabilità: sono valori che non possono essere ricondotti a una questione anagrafica o di settore. Ci sono irresponsabili (pochi) e responsabili (tanti) tra i giovani come tra gli adulti.

E purtroppo si è ripreso anche a morire in modi inaccettabili per un paese moderno, civile, infrastrutturato come il nostro. Si muore in auto percorrendo ponti e viadotti che crollano. Si muore schiacciati dal soffitto della propria casa. E si muore dentro una funivia che precipita. In Italia puoi morire così. All’improvviso. Mentre stai ammirando il paesaggio. Mentre fai un selfie con la famiglia. Mentre fumi una sigaretta in macchina. Nel Belpaese si muore ancora così. Nel fulmineo,

Tutti giù per terra Tutti giù per terra di Massimo Ceccherini Podio

inatteso compiersi del nodo che viene al pettine. In circostanze assurde. Insensate. Muori perché statisticamente hai incarnato quel ‘uno su un miliardo’ di possibilità che tu muoia in quel modo. Ma non si tratta di fatalità, ma di vere tragedie con colpevoli da perseguire. Muori per un cavo d’acciaio grosso venti centimetri che si spezza. Un cavo revisionato regolarmente l’anno prima. Muori in un unico boato che mescola stridore di ferraglia e le urla senza scampo di innocenti. Urla

di sconosciuti. Amici. Figli. Muori ucciso dall’incompetenza, dall’avidità, dall’approssimazione assassina di uomini incapaci, di falsari, di irresponsabili contraffattori, burocrati delinquenti, imbroglioni, arraffoni, di vigilanti che non vigilano, di accumulatori di capitali e mazzette. Muori così, per mano di ‘parassiti senza dignità’, come Battiato definiva gli esseri miserrimi di cui son saturi i nostri tempi. Povera Patria. Eh no, Maestro, mi sa proprio che no… non cambierà.

Avis, attiva nonostante la pandemia ne Emiliano Facchini – ci siamo limitati ad un ritrovo minimo per l’espletamento dei lavori assembleari senza proseguire con i piacevoli momenti conviviali di cui eravamo abituati. Questo, sommato alle difficoltà date dall’attuale situazione, hanno contribuito ad aver una poca affluenza all’assemblea.» Diversi i punti all’ordine del giorno oggetto di discussione tra cui la relazione del presidente uscente Emiliano Facchini sulle attività fatte nell’esercizio 2020, la presentazione del bilancio consuntivo 2020 e l’elezione del nuovo consiglio direttivo che guiderà l’associazione per i prossimi anni. «I dati – ha commentato Facchini

– sono confortanti: rispetto alla popolazione abbiamo oltre il 9% di donatori attivi. È un’attività sentita nelle nostre comunità e questo è motivo di grande soddisfazione. La donazione, oltre che ad essere un prezioso servizio per chi ha bisogno di sangue, è un controllo di prevenzione per ogni individuo. Annualmente riusciamo a raccogliere adesioni che ci permettono di proseguire il trend positivo. Le attività del 2020, come inevitabile, hanno subito delle importanti variazioni causa covid-19. Non siamo però rimasti fermi: abbiamo infatti acquistato, nella primavera 2020, delle mascherine per la casa di riposo Padre Odone Nicolini di

Strada, donato dei foulard ai giovani del gruppo campeggio e partecipato alla raccolta fondi proposta dall’Avis regionale, donando 1’500, per l’acquisto di dispositivi di protezione per gli operatori sanitari.» Si è poi preceduto alla nomina del nuovo consiglio direttivo che ha registrato due nuovi ingressi: Luca Raffaelli di Agrone ed Emilio Capelli di Cologna. Le due new entry vanno quindi ad aggiungersi ai 10 componenti che hanno riconfermato la propria disponibilità: Emiliano Facchini, Francesca Taraborelli, Igor Bugna, Egidio Filosi, Paolo Nicolini, Elisa Vender, Serena Festi, Tullio Pernisi, Renzo Pernisi e Abramo

Armani. Il neo eletto consiglio si troverà pertanto nei prossimi giorni per definire le cariche sociali. «Accogliamo con piacere – sottolinea il presidente uscente Facchini – i due nuovi entrati che daranno un’importante contributo a tutto il gruppo. Il prossimo step sarà quello di trovarsi e decidere le cariche sociali con l’auspicio e la speranza che si possa presto, magari già nel periodo estivo, organizzare uno dei classici ritrovi in compagnia di tutti i donatori cogliendo l’occasione per la consegna delle benemerenze a tutti coloro che, in quest’ultimo anno, hanno raggiunto importanti traguardi di attività nelle donazioni».


Opinioni a confronto BOTTA E RISPOSTA

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Migranti, si torni a parlarne

vilgiat@yahoo.it

Caro Adelino, ultimamente siamo tornati alle solite, i migranti sono sbarcati a migliaia a Lampedusa, Salvini che non perde l’occasione per farsi sentire con le sue solite nenie, e l’Italia che cerca in qualche modo di far fronte alla drammatica situazione che s’è venuta a creare. E così come ogni anno, anche quest’anno avremo la destra che chiede i blocchi navali, la sinistra che tace, con le elezioni in avvenire meglio tacere, e il ministro Lamorgese che non sa che pesci pigliare...e tu come la pensi? Amico mio, parlare di migranti è diventato ormai un appuntamento di fine primavera. Con l’arrivo del caldo anche da noi, ecco che cominciano ad arrivare i barconi carichi di povera gente che fugge dalla povertà e dalle guerre fratricide che devastano le loro terre, e come

ogni anno l’Italia se ne deve assumere la responsabilità dell’accoglienza non potendo fare altro. Il problema sta nel dove sistemare le migliaia di persone che sbarcano dai barconi della morte. Nonostante gli appelli, in Europa nessuno pare interessato ad aderire alla proposta di ridistribuzione: fin’ora non c’è stato nessun Paese che si sia reso disponibile per accogliere anche solo una minima parte dei migranti sbarcati da noi nelle ultime settimane. Un po’ tutti gli Stati tentennano, avanzano scuse, perplessità, un modo un po’ furbesco per dire: no, grazie. La pandemia poi è un ottimo alibi, con il virus in circolazione, avere a che fare con i migranti, trasferirli, controllarli è ancora più difficile e oneroso. Ma più che altro nessuno vuole esporsi alle critiche dell’opinione pubblica che, già in difficoltà per la lotta al virus ed alle sue conseguenze,

vedi chiusure, divieti, crisi economica ed occupazionale, è ancor meno disposta a farsi carico dei migranti sbarcati in un altro Paese. E così l’Italia viene ancora una volta lasciata sola a far

fronte a questa emergenza. Ma alla fine il problema dev’essere pur affrontato, seppur complesso e drammatico, prima o poi, bisognerà trovare una soluzione definitiva. Certamente bisogna

agire con segnali chiari ai Paesi da cui partono i barconi: l’Italia non può accogliere chiunque decida di venire in Italia e quindi si dovranno prendere accordi severi con le autorità nord-africane per evitarne le partenze, in secondo luogo non è accettabile che l’aiuto dei Paesi europei sia affidato alla loro buona volontà, il criterio della volontarietà in base al quale i Paesi europei possono o meno decidere di accogliere un certo numero di migranti, non può essere tollerato. Serve un piano preciso, a medio e lungo termine, che vincoli ogni Paese europeo a fare al propria parte e farsi carico di una certa quota di migranti, non c’è altro da fare e dobbiamo confidare nel presidente Draghi che con la sua autorevolezza riesca a convincere anche gli Stati più riottosi a mettersi in riga e a fare il loro dovere di europei responsabili e non per gioco.

Nuova galleria di Ponte Pià Finalmente un’opera importante e a lungo attesa dai giudicariesi È arrivata, in dirittura d’ arrivo. La nuova galleria cha da Ponte Pià porta a Ponte Arche è ormai una realtà. Fin qui tutto bene! Ma se qualcuno si prende la briga di esaminare il progetto di massima noterà, con gran disappunto, che l’ uscita direzione Ponte Arche, termina prima di una “ secca “ curva che tutti gli automobilisti conoscono per la sua pericolosità. Di fronte ad un errore così grossolano, come semplice cittadino, mi sono sentito in dovere di interpellare il presidente della Provincia dott. Fugatti. In data 05/08//2020 ho inoltrato la seguente e-mail: Egr, Signor Presidente Maurizio Fugatti, E’ notizia di questi giorni che la Giunta Provinciale ha deliberato una serie di interventi strutturali per la viabilità nelle Giudicarie. Per quanto riguarda la nuova galleria di Ponte Pià, il progetto di massima, se non vado errato è del 2003, ed è inserito nella relazione tecnica provinciale del mese giugno 2015, che prevede la rettifica del tratto compreso tra le prog. Km 94,700 e Km 96,500 della SS 237 del Caffaro. L’ uscita della nuova galleria al Km 96,600 (direzione Tione - Ponte Arche ), risolve solo in parte la pericolosità del tratto in questione. Infatti a poche centinaia di metri c’è una curva molto pericolosa.

Inoltre, proseguendo per altri 600 metri, la statale si presenta stretta, tortuosa, con rischio di caduta sassi e cedimenti a monte. L’ultimo intervento urgente è del 2019. Penso che una soluzione razionale e corretta sarebbe quella di prolungare la galleria con l’uscita al Km 97,400, in località “due ponti” nei pressi del rio Tanfurino. Dopo la bellezza di “soli” 6 mesi ecco arrivare la risposta da parte dell’ufficio di Gabinetto del Presidente che riporto fedelmente: Egregio Signor Armani, con riferimento alla Sua cortese nota indirizzata al Presi-

dente Fugatti, nella quale Lei auspica che l’uscita della galleria sia spostata al km 97.400, siamo a comunicare che a suo tempo il servizio competente ha fatto delle valutazioni in base al budget messo a disposizione e la soluzione migliore è quella prevista dal progetto esecutivo, approvato nel 2003, che prevede l’uscita al km 96.600. Spostare l’uscita di 800 metri comporterebbe un allungamento dei tempi dovuto a una nuova progettazione e al relativo iter approvativo, stimabili in non meno di 2 anni, nonché un maggior costo variabile tra 10 e 15 milioni di euro, con una maggiorazione compresa tra il 40 e il 60% degli stanziamenti a bilancio attuali, risorse ad oggi non disponibili. Di fronte a tale risposta rimango letteralmente senza parole. Un’opera così importante e strategica per la nostra viabilità, già di per sé problematica, viene realizzata con una montagna di soldi pubblici, lasciando comunque un tratto di strada pericolosa per le automobili e autotreni. Sono per natura positivo e spero ancora che l’opera venga realizzata tenendo conto della rettifica da me suggerita. Con un po’ di razionalità si potrebbe certamente risolvere con buona pace di tutti i moltissimi automobilisti che ogni giorno transitano lungo la SS 237 del Caffaro. Gianni Armani


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