Giornale delle Giudicarie dicembre 2019

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Le buone azioni che danno valore al tuo futuro

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Mensile di informazione e di approfondimento

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ANNO 17 - DICEMBRE 2019 - N. 12 - MENSILE

EDITORIALE

FONDATO NEL 2002 - Distribuito da

Auguri!

A Natale, la porta un po’ più aperta di Adelino Amistadi

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Siamo in dicembre e l’aria natalizia già si fa sentire con tutto il suo fascino. Me ne rendo conto, e così, dopo avervi annoiati (chi più chi meno) per tutto l’anno con la politica ed altre cose laiche, concedetemi almeno una volta di cambiare argomento. So bene che politicamente stiamo vivendo un momento delicato. Si sta discutendo sulla legge di bilancio, decisiva per la nostra economia. Ogni partito dice la sua, il problema è che, ormai, non essendoci più partiti, ogni parlamentare ha diritto di dire come la pensa, e allora potete immaginare la caotica situazione della nostra politica nazionale. E ancor più difficile per me e per voi fare il punto della situazione. E allora prendiamoci una pausa. Ho ben cose più importanti di cui parlare. A pag. 16

mB mobili

EUROPA

Brexit e unità europea di Paolo Magagnotti Che ne sarà del Regno Unito in Europa? Nel momento in cui spochi giorni fa, in extremis, a Bruxelles non è stato considerato e l’Assemblea ha chiesto un nuovo rinvio dei termini.

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Politica

ATTUALITÀ Perché i popoli fuggono? A pag. 24

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Centro Specializzato Materassi e Reti ...e tu come dormi?

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Scuola

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SELLA GIUDICARIE (BONDO) - Tel. 0465.901919 - 339.1388960

TURISMO Trentino, 200 alberghi dismessi A pag. 38 ATTUALITÀ A Carisolo l’assessora alla gentilezza A pag . 34

Politica

Intervista a Fugatti, un anno di presidenza ALLE PAGINE 10 E 11

Salute

Prevenire il tumore al seno, i consigli

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Augura alla Spettabile clientela Buon Natale e un Felice Anno Nuovo ...

PORTO FRANCO ���� Orsi sì, orsi no A pag. 8

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GIOVANI InPrendi, sei giovani per sei idee d’azienda A pag 17

PER LA VOSTRA PUBBLICITÀ SUL GIORNALE DELLE GIUDICARIE sponsorgdg@yahoo.it - 3356628973 - 338 9357093


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Rassegna Stampa

DICEMBRE 2019

A cura della REDAZIONE

RASSEGNA STAMPA NOVEMBRE 2019

DALLE GIUDICARIE DALLA PROVINCIA

Buon Natale! Ecco il messaggio di Papa Francesco sul Santo Natale, lo riprendiamo su queste pagine per augurare a tutti voi delle serene festività. «Il Natale di solito è una festa rumorosa: ci farebbe bene un po’ di silenzio per ascoltare la voce dell’Amore. Natale sei tu, quando decidi di nascere di nuovo ogni giorno e lasciare entrare Dio nella tua anima. L’albero di natale sei tu quando resisti vigoroso ai venti e alle difficoltà della vita. Gli addobbi di natale sei tu quando le tue virtù sono i colori che adornano la tua vita. La campana di natale sei tu quando chiami, congreghi e cerchi di unire. Sei anche luce di natale quando illumini con la tua vita il cammino degli altri con la bontà la pazienza l allegria e la generosità. Gli angeli di natale sei tu quando canti al mondo un messaggio di pace di giustizia e di amore. La stella di natale sei tu quando conduci qualcuno all incontro con il Signore. Sei anche i re magi quando dai il meglio che hai senza tenere conto a chi lo dai. La musica di natale sei tu quando conquisti l armonia dentro di te. Il regalo di natale sei tu quando sei un vero amico e fratello di tutti gli esseri umani. Gli auguri di Natale sei tu quando perdoni e ristabilisci la pace anche quando soffri. Il cenone di Natale sei tu quando sazi di pane e di speranza il povero che ti sta di fianco. Tu sei la notte di Natale quando umile e cosciente ricevi nel silenzio della notte il Salvatore del mondo senza rumori ne grandi celebrazioni; tu sei sorriso di confidenza e tenerezza nella pace interiore di un natale perenne che stabilisce il regno dentro di te. Un buon natale a tutti coloro che assomigliano al natale». Javrè, demolito l’edificio. La strettoia è solo un ricordo L’edificio che da anni creava una strettoia sulla provinciale della Val Rendena è stato completamente demolito. Ora la strada potrà ora essere allargata e uno dei nodi critici della viabilità giudicariese si potrà dire risolto, dopo anni di dibattito. L’interventop è stato realizzato dalla ditta Onorati Scavi. Festa della ciuìga del Banale: un grandissimo successo È andata in archivio anche la diciottesima edizione della Sagra della Ciuìga, con il solito apprezzamento e riscontro di pubblico sia locale che nazionale e internazionale. Parecchi gli avventori accorsi a San Lorenzo in Banale - alcune migliaia - per la kermesse dedicata all’omonimo e ormai celeberrimo salume composto da carne di maiale e rapa, nato come piatto estremamente povero a fine Ottocento e riqualificato fino a diventare presidio Slow Food. «Presidio Slow Food e da quest’anno abbiamo ottenuto il marchio di Sagra di Qualità Unplio - ha commentato un soddisfatto Samuele Aldrighetti, presidente della locale

Pro Loco, ente capofila nell’organizzazione - inoltre a partire da questa edizione abbiamo puntato a creare una «Sagra 2.0», valorizzando sì l’enogastronomia ma anche la restante offerta turistica outdoor che il nostro paese ed il territorio circostante presenta». Grosté, crolla pianta sulla fune, la cabinovia oscilla un ragazzo sbalzato fuori Preoccupante incidente a Madonna di Campiglio sulla telecabina del Grostè. A causa delle neve bagnata e pesante che cadeva sulla zona, un albero è caduto sulla fune della cabinovia del Grosté senza spezzarla, ma provocando un «effetto fionda» che ha fatto oscillare violentemente una cabina con a bordo tre giovani sciatori ed altre due che seguivano. Sulle tre cabine, c’erano sette ragazzi dello Sci Club Bolbeno che andavano ad allenarsi. Un ragazzo di 14 anni è stato sbalzato fuori dalla cabine ed è caduto nella neve, provocandosi alcune botte. Fortunatamente il ragazzo è atterrato nella neve fresca che ha attutito la caduta. Lesioni non gravi anche per gli altri due, un ragazzo di 14 e uno di 13 anni.

Spazio Argento: al via la sperimentazione anche in Giudicarie Prenderà avvio nel Territorio Val d’Adige, presso la Comunità delle Giudicarie e quella del Primiero la sperimentazione del progetto di modello organizzativo per lo Spazio Argento, dedicato agli anziani e ai loro bisogni. Lo ha deciso il 22 novembre scorso la Giunta provinciale, su indicazione dell’assessore alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia, Stefania Segnana, che spiega: “Abbiamo deciso di identificare alcuni territori dove dar corso alla sperimentazione della durata di 12 mesi, prima della piena attuazione di questo modello organizzativo. Al termine di questo percorso si valuterà gli esiti sulla base dei quali individuare il modello organizzativo dello Spazio Argento che ogni Comunità dovrà adottare. Vale la pena di sottolineare - prosegue l’assessore - che ogni territorio dovrà declinarsi secondo le proprie peculiarità: in tal senso i tre ambiti di sperimentazione sono stati selezionati sulla base di caratteristiche precise ovvero la collocazione geografica, l’indice di vecchiaia, l’incidenza demografica della popolazione anziana, l’estensione territoriale e la numerosità delle Apsp”. Il budget a disposizione è di 138.500 euro. Al via gli eventi per il centenario della nascita di Chiara Lubich a Trento Le celebrazioni prenderanno il via da Trento il 7 dicembre con l’inaugurazione della mostra internazionale “Chiara Lubich città mondo” presso la suggestiva cornice della Galleria Bianca a Piedicastello. Promossa dalla Fondazione Museo storico del Trentino e dal Centro Chiara Lubich, con il patrocinio della Provincia autonoma di Trento e sotto gli auspici del Segretario Generale del Consiglio d’Europa, la mostra rimarrà aperta durante tutto il 2020.

loggi pubblici, al di fuori delle ordinarie graduatorie approvate dagli enti locali, ai coniugi legalmente separati o divorziati che non siano in condizione di soddisfare, autonomamente o tramite rete familiare, il bisogno abitativo per sé e, eventualmente, per i propri figli - spiega l’assessore alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia, Stefania Segnana - . Si tratta di intercettare una particolare e grave situazione di bisogno determinata dalle difficoltà economiche e alloggiative, che spesso accompagnano un evento di separazione o di un divorzio”. Le spese stimate sono pari a 100.000 euro per l’anno 2020 e 200.000 euro per l’anno 2021. Ora il ddl passerà all’esame del Consiglio provinciale. Foto contro la plastica negli oceani. La mostra “Beyond Drifting” al Buonconsiglio. Dal 28 novembre le fotografie di Mandy Barker saranno nei giardini del Magno Palazzo, al Castello del Buonconsiglio. “Beyond Drifting: imperfectly known animals”, questo il titolo della mostra, sono scatti della pluripremiata fotografa britannica, che da anni smuove le coscienze con opere visivamente bellissime che, viste da vicino, rivelano la loro origine: sono rifiuti plastici raccolti dall’autrice nelle spiagge e negli oceani di tutto il mondo, e testimoniano l’invasione delle plastiche nella nostra civiltà, ad ogni latitudine e nella forma di infiniti oggetti abbandonati dall’uomo. L’ingresso è libero. Vaccini antinfluenzali: nessuna contaminazione da lattice In merito alle notizie riportate da alcuni organi di informazione nazionale sulla possibile contaminazione da lattice di alcuni vaccini antinfluenzali, l’Azienda Sanitaria Trentina ha diramato un comunicato per informare che Aifa ha pubblicato una nota di chiarimento in cui spiega che la comunicazione sulla presenza/assenza di lattice riguarda solo il confezionamento dei vaccini antinfluenzali: «L’avviso pubblicato da Aifa riguarda solo il confezionamento dei vaccini antinfluenzali a tutela di coloro che presentano allergie a tale sostanza. Ciò per consentire anche ai soggetti allergici una adeguata vaccinazione informandoli sui prodotti latex-free».

“Il Mondo di Leonardo” apre a Palazzo delle Albere Sulla scia del milione di visitatori che ha varcato le porte del museo Leonardo3 - Il Mondo di Leonardo a Milano, apre a Trento la mostra dedicata a Leonardo da Vinci, con alcune novità in anteprima assoluta. Una grande occasione per sfogliare i due principali codici leonardiani in versione digitale e interattiva: Il Codice Atlantico e il Codice del Volo. Per scoprire il funzionamento di invenzioni come la Cordatrice, la Filettatrice e il Grande Organo Continuo. Ma anche per avventurarsi attraverso postazioni interattive e ricostruzioni 3D - nei segreti di opere come L’Ultima Cena, La Da gennaio dello scorso anno il Giornale delle Giudicarie Dama con l’Ermellino e viene distribuito dalla Cooperativa sociale Lavoro, con La Gioconda. La mostra sede in località Copera a Zuclo. è aperta fino al 23 febPer segnalare critiche, suggerimenti, disguidi nella spebraio. dizione è possibile chiamare il numero della coopeUn ddl a sostegno dei rativa: 0465-326420 oppure quello del Giornale delle coniugi separati o diGiudicarie, 0465322934, oppure via mail all’indirizzo: vorziati in difficoltà redazionegdg@yahoo.it. Un ddl per sostenere il

Giornale delle Giudicarie, distribuito dalla Cooperativa Lavoro

coniuge separato o divorziato nella prosecuzione di un’esistenza dignitosa, nel recupero dell’autonomia abitativa e nell’esercizio dei ruoli materno e paterno. Lo ha approvato la Giunta provinciale prevedendo interventi di sostegno economico, abitativo, di assistenza e mediazione familiare. “Fra le azioni, va segnalata in particolare la possibilità di assegnare alcuni al-

Sfoglia il Giornale delle Giudicarie su www.giornaledellegiudicarie.it Si ricorda che è possibile sfogliare il Giornale delle Giudicarie sul sito www.giornaledellegiudicarie.it aggiornato ogni mese con le notizie più importanti che accadono in Giudicarie.


DICEMBRE 2019 - pag. Maurizio Fuga

Ribalto

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Sanità

DICEMBRE 2019 Richiesto un incontro con l’assessore Segnana

Ospedale, sempre in attesa di anestesista e segnali di futuro “L’importante - si schermisce - non sono le forme, ma i contenuti. E per noi i contenuti oggi sono rappresentati dalla preoccupazione per il futuro dell’ospedale di Tione”. Giusto, i contenuti. Ma le forme narrano che all’incontro, convocato a margine del Consiglio provinciale, doveva essere presente, insieme all’assessora provinciale alla salute Stefania Segnana ed al direttore generale dell’Azienda sanitaria Paolo Bordon, anche la squadra al completo degli assessori giudicariesi: Mattia Gottardi, Mario Tonina e Roberto Failoni. In realtà pare ci fosse solo il primo. Impegni più pressanti hanno tenuto lontani gli altri due. Lo abbiamo detto, Butterini è un diplomatico e non si lamenta, anzi, non dice nulla in proposito. Dice, invece, che è preoccupato, questo sì, perché quel maledetto tema degli anestesisti sul tappeto lo angustia. Nel protocollo d’intesa firmato da Comunità, Provincia e Azienda sanitaria qualcosa come quarantuno mesi fa si parlava della necessità della presenza 24 ore su 24 degli anestesisti, il che fa quattro medici. Quarantuno mesi dopo i medici sono ancora tre, pertanto 24 ore su 24... te lo scordi. Non pervenuto. “Che siano fissi o gettonisti - esclama il presidente della Comunità - poco cambia. La formula la cerchi l’Azienda, ma un quarto anestesista a Tione deve esserci. Ho inviato all’assessore Segnana una richiesta di disponibilità a venire ad incontrare il Consiglio della salute per affrontare i vari temi, partendo da questo, che secondo me è prioritario”. C’è una questione che stona: il potenziamento dell’ospedale di Cavalese, cui hanno lasciato il punto nascite nonostante i numeri più piccoli rispetto alle Giudicarie. Perché? In val di Fiemme gli anestesisti li hanno trovati. Evidentemente hanno saputo fare pressione su Trento. E chi può fare pressione, se non gli amministratori locali? Dove sono i sindaci? E i rappresentanti giudicariesi in Provincia?

di Giuliano Beltrami

Conta avere tre assessori giudicariesi nella Giunta provinciale? Diciamo che dovrebbe contare. Diciamo di più: sono in molti (si potrebbe dire tutti) ad auspicare che conti. Fra coloro che auspicano c’è il presidente della Comunità di Valle, Giorgio Butterini. Bisogna dire che se c’è un

Un malato cronico? In febbraio scrivevamo “ospedale, malato cronico”. Con una battuta in vero un tantino lugubre dobbiamo aggiustare il tiro ed auspicare che non si trasformi in un malato terminale. Inutile rifare la storia a partire dall’estate bollente di cinque anni fa, quando furono raccolte in un mese febbrile 23.000 firme di protesta contro la chiusura del punto nascite, consegnate il 12 settembre 2014 al presidente della Giunta provinciale. Nulla successe. Un anno dopo la nuova Giunta della Comunità scelse la via della trattativa e si arrivò nell’aprile del 2016 alla firma del protocollo d’intesa. E continua a succedere molto poco. Verrebbe da dire che un protocollo non si nega a nessuno. Dov‘è finito il completamento del reparto della chirurgia per essere messo a disposizione dell’ortopedia? E il pronto soccorso è sufficiente? Rivolgersi per saperne di più a chi sta seduto per ore in attesa del suo turno. E prepariamoci all’arrivo della stagione invernale, notoriamente foriera di emergenze da piste di sci e da cadute sui marciapiedi. Si racconta, infine, di attese bibliche per esami e

visite specialistiche. A meno che, s’intende, non si paghi.

diplomatico sotto questo parallelo è proprio l’ex sindaco di Condino ed ex presidente del Bim del Chiese: infatti non si sbottona quando gli chiediamo se sia vero ciò che si mormora rispetto ad un incontro che nel mese di novembre avrebbe messo in agenda a margine del Consiglio provinciale.

Allora tutto si sveltisce.

Il difetto nel manico L’ospedale di Tione è una delle aziende più grosse delle Giudicarie con i suoi 350 e rotti addetti, fra medici, infermieri e personale impegnato nelle varie mansioni di supporto. Domanda: esiste un’azienda (poniamo uno stabilimento) che non abbia un direttore sul posto? Sfidiamo qualsiasi imprenditore a lasciare andare una unità produttiva senza un manager, un direttore, un coordinatore, lo si chiami come si vuole. Ebbene, la struttura ospedaliera di Tione un coordinatore lo ha, ma in comproprietà con Arco. Direttore significa una persona che abbia la visione di insieme, la possibilità di decidere, di governare. Onore e merito a tutti i professionisti che si fanno il mazzo, a partire dai

primari e giù fino all’ultimo manutentore. Merito, in particolare, ad Egidio Dipede, che oltre a fare il primario di medicina e pronto soccorso, opera per l’integrazione dei servizi ospedalieri con il territorio su tutto il bacino della Judicaria (Giudicarie e Alto Garda). Viene una domanda: è giusto poggiare sulle spalle generose di professionisti carichi che dovrebbero stare su altre spalle? Poi ci si stupisce se la gente si stufa. Nella ortopedia, per dirne una, abbiamo delle eccellenze, a partire dal primario Luigi Romano. Che attualmente è a scavalco fra Cles e Tione. Periodicamente esce la notizia secondo cui sarebbe intenzionato ad andare a Trento. Posto che Romano potrebbe andare dappertutto senza problemi, e magari guadagnando di più rispetto a oggi, non resta che sperare che rimanga dov’è. Anche se una comunità di 37.000 abitanti non può essere appesa alla bombola dell’ossigeno della speranza.

Daone, l’elicottero non arriva il bebè nasce in casa Il sapore dolce di una bella storia, mescolato al gusto amaro della realtà. Si può sintetizzare così la nascita di Hermann? Giovedì 21 novembre 2019, terzo millennio pieno, mica Medioevo, e nemmeno Novecento contadino. Valdaone, Trentino... Mica Sud Sudan, o Ande peruviane! Ricordiamo rapidamente la storia, ché l’hanno raccontata i giornali nei particolari. Ore 4.03 del mattino: mamma Martina sente che il bimbo che tiene dentro di sé vuole uscire. Papà Patrick chiama il super pubblicizzato numero unico 112. Risposta: “Mandiamo subito l’elicottero”. Pardon, non lo mandiamo: la nebbia (fenomeno naturale contro il quale nemmeno le tecnologie possono qualcosa) non può alzarsi in volo. Ma il bambino spinge, vuole vedere la luce del mondo. Infatti nasce, nel bagno di casa. Da Storo e da Tione partono le ambulanze, ma arrivano a cose fatte. E fatte bene. Si è arrangiato

papà Patrick a sbrogliare quel maledetto cordone ombelicale che si era attorcigliato pericolosamente al collo di Hermann. Però meglio portare mamma e bimbo all’ospedale. Avventura nell’avventura (quando sarà grande potrà raccontarla), da Daone a Trento (una sessantina di chilometri di via crucis, fra ostetrica vomitante ed errori stradali) l’equipaggio arriva poco meno di tre ore dopo la nascita di Hermann, alle 6,50. Ecco. Il gusto amaro della realtà. Quando, il 26 aprile del 2016, fu dichiarata ufficialmente la morte del punto nascita di Tione, si citò il decreto ministeriale 70/2015, secondo cui la distanza delle Giudicarie dal punto nascita Hub (Santa Chiara di Trento) è comunque sempre inferiore al limite di sessanta minuti, il limite per la definizione di area orograficamente disagiata. Importa qualcosa che dalle Giudicarie si arrivi a Trento facendo decine di chilometri tortuosi?

Bondone (per prenderla alla larga) dista quasi novanta chilometri, che rispettando il codice della strada si percorrono in almeno un’ora e mezza. Da Campiglio è peggio. Daone è lontana da Trento una sessantina di chilometri, come detto. Sui tempi di percorrenza abbiamo visto. Fidarsi della tecnologia è un bene o un male? Non è questo il problema. Quando decisero di chiudere il punto nascita di Tione ci dissero che l’elicottero avrebbe garantito un servizio efficiente. Non dissero come avrebbero risolto in caso di nebbia o di neve. Qualche mese dopo una signora partorì in macchina, mentre cercava di arrivare a Trento. Adesso a Daone parto in bagno, in attesa dei soccorsi. Per carità, chi ha superato i sessanta generalmente è nato in casa. Con l’aiuto della levatrice però (oggi si direbbe ostetrica). E’ chiedere troppo se Sua Maestà l’Azienda sanitaria istituisse la figura dell’ostetrica 24 ore su 24 a Tione?


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Turismo

DICEMBRE 2019

Perde forza l’idea di accorpare le Apt

Turismo, la riforma dal 2021 Quattro nuove “Agenzie territoriali” come ente intermedio nella proposta dell’assessore Roberto Failoni La sfida maggiore che l’assessore al turismo Roberto Failoni ha preso su di sé è la riforma del turismo, riforma che nei suoi punti cardine ha presentato al pubblico su youtube, nell’account ufficiale di comunicazione della Provincia. Era uno dei punti cardine del suo programma elettorale e ad un anno dall’inseriformulazione per completare i passaggi - spiega Failoni - i presidenti delle Apt entrano nelle Agenzie insieme a un rappresentante di Trentino Marketing per indicazioni e possibilità di esplorare nuovi mercati e nuovi prodotti. Un modo per lavorare in modo più velocemente”. Cambio anche al vertice della “piramide” di gestione del turismo trentino: l’assessore Failoni vuole infatti scorporare Trentino Marketing da Trentino Sviluppo, in modo da fornire alla prima piena autonomia decisionale e, quindi,maggiore indipendenza e forza. “C’è tanto lavoro da fare - dichiara l’assessore - si deve fare un passo indietro e scorporare Trentino Marketing, percepita lontana dai territori, da Trentino Sviluppo e quindi istituire un Cda”. Un passaggio, però, che non è né facile né scontato: dalle considerazioni economiche - oggi Trentino Marketing è totalmente finanziata con fondi pubblici, cosa accade se invece la si scorpora creando un Consiglio di amministrazione? - alle considerazioni sulla forma di governance da adottare.

Altra idea di cui si parla è quella della Guest platform per un Trentino che si muova sempre più sui binari digitali. “Dovrebbe

diamento della giunta leghista in Provincia, arrivano le prime linee guida sulla direzione che il turismo trentino dovrà prendere. “Il cliente - spiega Failoni all’inizio del videomessaggio - è la persona al centro della vacanza. Un hotel, un agritur, un b&B, piuttosto che altre forme di turismo. permettere di non avere più confini all’interno del Trentino - spiega Failoni - in modo da far sì che il turista sia a conoscenza di

tutto grazie ad una App che contenga tutte le informazioni. Un territorio a 360 gradi, e una volta tornato a casa la App verrà usata

da noi per capire cosa ha fatto, le esigenze che ha, se intende ritornare”. Il Tavolo azzurro, ovvero il tavolo per il turismo, le Pro loco, l’unificazione della tassa di soggiorno per tutto il Trentino saranno altri elementi che faranno parte della riforma, ha poi concluso Failoni.

X LEGGERE

La legge sul turismo è del 1986, quindi ritoccata nel 2002 e nel 2015. In questi mesi abbiamo cercato di capire quello che fanno i competitor per portare avanti alcune modifiche”. Le certezze sono che la riforma del turismo entrerà in aula in aprile 2020 per diventare legge il 1 gennaio 2021: questo scandisce chiaramente Failoni al pubblico davanti allo schermo. Il contenuto della riforma è invece meno definito, anche se Failoni ha incontrato le Apt trentine per spiegare in cosa consiste il cambiamento che vuole portare nel mondo del turismo. Anzitutto, pare che venga abbandonata la proposta del suo predecessore, Michele Dallapiccola, di accorpare le Apt, della quale tanto si è parlato: non se ne è parlato nel dettaglio, ma pare che le Aziende per il turismo resteranno anche se il loro ruolo verrà definito in maniera diversa con l’arrivo di un nuovo livello intermedio nella gestione del comparto turistico trentino, ovvero delle “Agenzie territoriali”. Compito di questi nuovi organi sarà quello di porsi in una posizione intermedia fra Trentino Marketing e le diverse Aziende per il Turismo distribuite nei territori, studiando ogni anno i nuovi prodotti turistici da proporre. “Un riassetto, una

20 anni di Nati per Leggere w w w. c u l t u r a . t r e n t i n o . i t / B i b l i o

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6 - 8 dicembre 2019 | 10:00-19:00 Piccola biblioteca temporanea 0-6 anni letture e incontri a entrata libera e gratuita Sala Conferenze Fondazione Caritro via Garibaldi n. 33 | Trento


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Madonna di Campiglio ha festeggiato il compleanno del Ragno delle Dolomiti

Cesare Maestri: 90 anni di alpinismo Il traguardo più importante? “Essere diventato vecchio” di Alberta Voltolini

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Il Saltaro delle Giudicarie

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Antico come sono, non m’azzardo in sondaggi che neanche so come funzionino e che secondo me puzzano non poco di impostura, favorendo comunque e sempre chi li paga, preferisco tornare ai vecchi metodi. E cosi m’accuccio, non visto, nell’osteria della Maroca dove stanno discutendo di politica personaggi storici della saggezza giudicariesi. Come al solito dirige il traffico l’Abele, poi l’Archimede, l’Osvaldo, il bullo, il Sisinio, e il Brunetto, tontolone, più furbo che santo, e in fine l’esperto di politica mondiale il sindaco Filippo, “el baiarel” così come viene definito in paese. E un bel fiasco di quello buono che non manca mai. Sono certo che le loro parole valgono più di mille sondaggi e mille supposizioni, sono parole del popolo e voce del popolo, voce di Dio. E il vostro Saltaro prende nota scrupolosamente. Riassumendo, sinora s’è parlato in modo positivo del nuovo governo provinciale: “... senza pregiudizi di sorta, dice il sindaco Filippo, a me interessa che quel che fanno quelli di Trento sia fatto bene, nell’interesse di tutti. Che poi comandi la destra o la sinistra, non me ne frega niente, l’importante è che si parli poco e lavori molto, così com’è nella tradizione della nostra terra, che ci ascoltino, ascoltino anche le periferie...” “Beh...questi nuovi comandanti sembrano aver cambiato registro, non hanno la puzza sotto il naso, viaggiano parecchio, sono in ogni parte del Trentino, non hanno il culo appiccicato alle loro poltrone e cercano di essere il più possibile vicino alla gente, anche la più lontana...” dice l’Archimede. “ Fin’ora bene, sentenzia il Sisinio, anche merito dei tre giudicariesi che siedono in Giunta. Il Mario Tonina, dopo che è diventato vice presidente, è sparito dalle Giudicarie preso in mille impegni, ma se c’è bisogno lui c’è, così dice, è quello che ha porta-

Sondaggi politici all’osteria della Maroca Giorno più giorno meno, è un anno buono che siamo governati da una nuova maggioranza provinciale impensabile fino a qualche anno fa. Finita l’epoca dei politici datati ormai in parte spariti dal panorama politico della nostra provincia, e altri ridimensionati come Dio comanda, oggi dirige la barca trentina la Lega con Fugatti presidente, Tonina vicepresidente, e una serie di accoliti se non altro to in Giunta esperienza ed equilibrio. Il Mattia Gottardi, lui è un avvocato e sa raccontartela molto bene, però s’è dimostrato abile e sta cambiando in meglio le amministrazioni comunali, semplificandone le regole e la burocrazia...” “A me piace il Roberto Failoni, l’è un drago, l’è dappertutto, ogni giorno lo trovi in paesi diversi, l’è come en saltamartin, l’è così che si fa...” interrompe l’Osvaldo. “ Ma per le Giudicarie ancora niente di definitivo. Imparino i nostri dai nonesi che inviavano regolarmente treni di soldi nella loro valle. Noi non abbiamo treni, ma abbiamo ottimi trasportatori camionati. Un camion e rimorchio di soldi per noi non sarebbe male. Non sarebbe un sopruso, ma solo perequazione per averci dimenticato per decenni” dice il Bruneto tontolone, che continua: “... il presidente Fugatti, ah..quel l’è più furbo che sant…, dice il Bruneto tontolon, l’è en democristian de quei de na volta...na volpe, tel digo mi!” “Non c’è dubbio, hai ragione caro Brunetto, Fugatti è democristiano a Trento e salviniano a Pontida, quand’è con Salvini urla e sbraita con la sua vocetta che poco ha a che fare con

quella di Salvini, quando è a Trento l’è come il vecchio Andreotti, il Giulio, s’intende, furbo ed efficace...a dir il vero in Giunta ci sono anche alcune croci che bisognerebbe dar loro una sistemata, il Bisesti tutto sommato è simpatico, e lo giudicheremo alla fine della legislatura, ma la Segnana, quella della sanità, quella l’è proprio da condannare al rogo, come si usava una volta, parla di sanità e non sempre sa quello che dice, già ci stava sulle balle il Zeni (pd) suo predecessore, quello che ha devastato il nostro ospedale, e adesso arriva questa che ne con-

simpatici per il loro entusiasmo e il non poco coraggio. E’ quello che si pensa nelle alte sfere nell’alto dei cieli che vorrebbero saperne di più, preoccupati come sono che la terra di grandi Santi qual’è il Trentino, sia governata nel migliore dei modi, cosi hanno incaricato me, vostro umile Saltaro, perché faccia un sondaggio su come stanno andando le cose con la nuova maggioranza.

tinua l’opera, niente sala parto, niente anestesia e adesso anche le analisi del sangue sono a rischio… poi dicono che l’assistenza è comunque garantita, elicotteri, non elicotteri e balle varie...proprio in questi giorni un bambino è nato in Val di Daone, in casa, senza alcuna assistenza, perché l’elicottero non s’è mosso, vista la nebbia e men che meno altri servizi, così i due giovani genitori, senza neanche un’ostetrica si sono dovuti arrangiare, tutto bene, Hermann, il neonato, ce l’ha fatta, bravi i suoi genitori, due ragazzi in gamba, ma almeno ci fosse

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stata un’ostetrica come nel passato, hanno rischiato molto...grazie a chi ha decapitato il nostro ospedale e a chi continua a farlo... un altro fatto così, prima che succeda una disgrazia, sarà opportuno scendere a Trento con i forconi...porca vacca! Lo dico io...” “ Non hai mai parlato così bene...lo sappiamo i nostri rappresentanti in Giunta e quelli in Consiglio, se ci saranno ancora rischi per i nostri nascituri, scenderemo a Trento con i forconi... sono d’accordo!” proclama il mite Abele davvero incazzato per l’accaduto. All’unanimità passa la proposta. Conclude l’Archimede, lo studiato: “Tutto sommato il giudizio è positivo, il prossimo anno, con più esperienza potranno fare di più. Ne sono sicuro. Diamo loro fiducia e vedremo...” “Bene, dice il Sisinio, diamo loro la fiducia che meritano, ma stiamo all’erta, non accetteremo più sperequazioni evidenti come per il passato, non ci devono più essere valli di serie A e valli di serie B, paghiamo tutti le stesse tasse, abbiamo tutti gli stessi diritti, compresi quelli di far nascere i nostri figli in sicurezza...” aggiunge l’Abele. La soddisfazione è grande sul volto di tutti i convenuti. “ Ma dato che ci siamo, continua il Brunetto, finto tontolone, che ne pensate delle altre vicende semiserie di questi ultimi giorni che abbiamo

letto sui giornali?” “Quella che più mi piace e che di certo avrà grande successo è il nuovo partito che stanno mettendo insieme Ivo Tarolli con Fravezzi e Dellai, così diceva il giornale qualche tempo fa, sarà vero? A me sembra impossibile...immaginate cosa ne verrebbe fuori...roba da ridere, patetici!” dice l’Archimede. “E il Panizza che va con Sgarbi a fare il geografo? Ancor più ridicola... tutta ‘na scusa per rimetterlo in circolazione...Sgarbi avrà così un esperto in più al suo servizio...ho detto un esperto, non una capra!” dice il Sisinio. “A me fanno incazzare i provinciali che sono sul piede di guerra perché vogliono l’aumento salariale, porca malora, dice l’Osvaldo, qualche giorno fa abbiamo letto gli stipendi dei loro dirigenti, più di duecento, tutti oltre i 100.000 mila euro all’anno, più o meno, addirittura qualcuno arriva a duecento mila...ma si può...con la gente che non trova lavoro, che patisce la fame, facciano silenzio, che si accontentino, hanno il posto sicuro, al caldo e con un padrone, la Provincia, neanche tanto esigente...” “ A meno che non ritornino in cassa i soldi che gli ex consiglieri provinciali devono ridare alla Provincia, in molti hanno già restituito somme consistenti, ma altri, hanno fatto ricorso, con pieno diritto, e i soldi non li vogliono restituire, birichini, fra i quali Andreotti, Muraro e la nostra (per modo di dire) Margherita Cogo che spera, se va bene il ricorso, di godersi in santa pace i 242 mila euro, faticosamente guadagnati, che dovrebbe restituire... così va il mondo!” dice la sua l’Osvaldo. “Intanto in Trentino arrivano le sardine...ragazzi simpatici che stanno giocando con la politica...però a me le sardine non sono mai piaciute...potevano scegliere un’altro nome, che so io, gli orsacchiotti, da noi avrebbero avuto di certo molto più successo...” conclude l’Archimede che chiude la discussione. Deve tornare a casa altrimenti con la moglie Teresa sonno c... zi suoi. Così vale per tutti. Con quanto sentito e riferito, ho fatto il mio dovere. Nel cielo sono soddisfatti e lo son anch’io. BUON NATALE!


Salute

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Cosa fare per ridurre il rischio di tumore al seno

Dopo il Mese Rosa, la prevenzione continua Le variazioni dell’incidenza, dipendono come ben si sa, dallo stile di vita, dall’età della prima gravidanza e dall’organizzazione degli Screening di massa. Bisogna anche sottolineare che la mortalità è in calo in tutti gli Stati Occidentali grazie all’approccio multi disciplinare che permette di praticare in Centri ad elevata specializzazione le cure più moderne ed efficaci. In Italia le diagnosi di tumore del seno sono circa 53.000 ogni anno, ma la sopravvivenza è molto alta, superiore all’87% a 5 anni. Si calcola che nel nostro paese circa 800.000 donne siano state curate per un tumore del seno e che circa 500.000 possano considerarsi guarite. Si può fare ancora meglio se si riescono a ridurre i rischi ambientali quotidiani e si pone attenzione ai suggerimenti che elencheremo di seguito. Parlare di Stile di Vita è troppo generico, lo fanno tutti con scarsa rilevanza sui cambiamenti effettivi di costume che ognuno dovrebbe mettere in atto. Per questo farò un elenco di quello che bisognerebbe fare per avere una riduzione sostanziale del rischio. Avere il primo figlio prima dei 30 anni e allattarlo almeno per 6 mesi. Numerosi studi concordano sul fatto che avere più figli e allattarli al seno protegge

di Gianni Ambrosini - Oncologo La sacralità del seno di una donna si esalta quando la donna diventa madre. Il rapporto fra madre e figlio si rafforza quando si allatta. In natura il latte materno è il centro della vita. Ma il seno va protetto perché si ammala. Nel mondo il tumore al seno colpisce

dal rischio di tumore mammario. Gli effetti ormonali che si generano con la gravidanza e l’allattamento proteggono le cellule mammari, le rendono meno vulnerabili. Purtroppo si fanno meno figli e quasi sempre dopo i 30 anni, per ovvi cambiamenti di costume assolutamente positivi. Ma bisogna tener conto del cambio biologico a cui si rinuncia e impegnarsi su altri tipi di prevenzione.

Mantenere il peso ideale per tutta la vita Obesità e sovrappeso sempre più in aumento, sono fattori di rischio accertati. Aumentare di peso in postmenopausa è molto pericoloso, fa salire il livello degli Estrogeni circolanti. La maggior parte dei tumori mammari insorge dopo i 50 anni. Scegliere perciò un’alimentazione ricca di fibre, verdura e frutta aiuta a ridurre il rischio.

quasi due milioni di donne. Però fra i vari paesi c’è un elevato grado di variabilità rispetto all’incidenza. Questo dipende da tutta una serie di fattori che abbiamo illustrato più volte e ripetuto in modo esemplare nella Tavola Rotonda del 26 ottobre a Tione.

Fare attività fisica Moltissimi studi confermano l’importanza dell’attività fisica costante, regolare (non occasionale) nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, del diabete e dei tumori. Per la prevenzione dei tumori del seno viene attribuita molta importante all’attività fisica durante l’infanzia perché ritarda l’inizio delle prime mestruazioni (menarca precoce), altro fattore di

rischio riconosciuto. Non usare la pillola anticoncezionale dopo i 35 anni Durante l’uso della pillola vi è un leggero aumento del rischio, che però si azzera alla cessazione. Nelle donne giovani il rischio è quasi inesistente; dopo i 35 anni sarebbe meglio usare altri metodi contraccettivi. Evitare di fare ricorso alla terapia ormonale sostitutiva (TOS) in menopausa Se proprio necessaria non usarla per più di 2 anni. Uno studio recentissimo su 100.000 donne, che si aggiunge a quelli già noti, ha confermato che la TOS aumenta il rischio di tumore al seno. Se i disturbi della menopausa sono veramente invalidanti bisognerebbe usarla per il minor tempo possibile. Evitare o ridurre il consumo di alcol L’alcol a qualsiasi età è considerato cancerogeno. Non vi sono altri giri di parole. E’ un dato scientifico accertato. Non dovrebbe far parte della dieta quotidiana, se non per le occasioni particolari. La donna è più sensibile dell’uomo, al massimo dovrebbe consumare un’unità alcolica/ die e non esiste una soglia sotto la quale sia completamente innocuo.

Non fumare Il fumo, si sa, è uno se non il maggior fattore di rischio per i tumori. Il rischio è multi organo e si potenzia con l’alcol. Per la mammella il rischio non è elevatissimo ma sarebbe meglio evitare di fumare. Eseguire mammografie regolari L’abbiamo ribadito più volte, anche con interviste recenti al responsabile del servizio di Senologia, che i programmi di Screening hanno cambiato letteralmente la prognosi del tumore della mammella. Individuare lesioni molto piccole ne aumenta la curabilità. La mammografia andrebbe fatta dai 45/50 anni fino ai 70/75 anni. E continuata nel tempo se esistono dei fattori di rischio. Va sempre associata all’autopalpazione mensile, che copre gli intervalli fra gli esami mammografici. La mammella è un organo molto ben valutabile; si impara molto facilmente ad auto-sorvegliarsi. Se si è giovani la mammografia non è indicata perché il seno è molto denso. Come comportarsi se in famiglia (dalla parte materna) vi sono stati più casi di tumore mammario o ovarico, soprattutto se prima dei 40 anni Se dovesse verificarsi un’evenienza del genere potrebbe significare che in famiglia vi sono delle mutazioni genetiche che aumentano il rischio di ammalarsi. Queste mutazioni possono essere evidenziate con degli esami particolari fattibili in tutti i laboratori di genetica. Nel caso di positività si può iniziare un percorso decisionale che si chiama “Counseling Geneitico “che permette di controllare e di eliminare il rischio. Come comportarsi dopo un tumore al seno Studi recenti hanno evidenziato che l’aumento di peso, la cattiva alimentazione e la sedentarietà possono incidere negativamente sulla possibilità di guarigione e sul rischio di un secondo tumore mammario. Quindi tutto quello che abbiamo citato vale anche per chi si è già ammalata. La prevenzione deve continuare.


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Tavola Rotonda

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Il primo anno al potere della Lega, un bilancio con il presidente della Pat

Fugatti:«Sostegnipubbliciaseconda Il contrasto all’immigrazione è stato indubbiamente il cavallo di battaglia della campagna elettorale che ha fatto pendere la bilancia del voto verso la Lega. Crede di aver dato le risposte che i suoi elettori si aspettavano? Sì, credo che abbiamo fatto quello che avevamo detto che avremmo fatto qualora fossimo andati a governare. Siamo stati molto coerenti. Ci sono state tante polemiche e dibattiti sulle decisioni che abbiamo preso, ma noi abbiamo messo in atto quello che avevamo promesso in campagna elettorale. Posso capire che non possa essere stata completamente condivisa questa politica ma anche per fare queste cose i trentini ci avevano votato. Credo che abbiamo diminuito quella forte attenzione che

Questo mese la tavola rotonda delle Giudicarie si concentra sul primo anno di amministrazione della Lega in Trentino. L’esito delle elezioni provinciali fu un terremoto politico e un fatto se non inatteso sicuramente nuovo nel panorama politico trentino. Come vanno le cose dopo un anno? Abbiamo chiesto al prec’era da parte delle istituzioni provinciali, anche in termini di risorse impiegate, verso i temi dell’accoglienza e dell’integrazione. Il trentino sta ancora facendo accoglienza e integrazione ma lo fa in

modo più equilibrato rispetto al passato, questo crediamo di avere fatto. Nel processo di chiusura dei servizi agli immigrati si sono persi posti di lavo-

sidente Maurizio Fugatti conto di promesse elettorali e scelte fatte con al sua giunta e a due consiglieri giudicariesi, uno di maggioranza e uno di minoranza, di esprimere il loro parere su alcune delle questioni principali affrontate in questo primo anno al governo della Provincia. ro nel sociale, che risposta dà a queste persone? Noi abbiamo fatto gli incontri con i tavoli sindacali e abbiamo detto che se qualcuno ha realmente perso il posto per queste scelte tutti gli ammortizzatori sociali che ci sono anche per gli altri settori devono essere attivati e questo è stato fatto. Parliamo di sanità. Fra le prime misure del suo mandato la riapertura del punto nascite di Cavalese, come aveva promesso. Gli ospedali periferici non sono stati potenziati,

qual è la visione attuale in proposito? Se parliamo di punto nascite noi parlavamo di riapertura di Cavalese, e questo abbiamo fatto, e avevamo detto che se su Arco se ci fossero state le condizioni avremmo fatto la richiesta di riapertura del punto nascite. Su Arco abbiamo richiesto e nei prossimi giorni l’assessore Segnana alla conferenza degli assessori alla salute nazionale chiederà le modifiche dei criteri con i quali si decide l’apertura o riapertura dei punti nascita, e quello è un punto

Alex Marini: «Non mi pare sia cambiato molto perle valli. La tendenza è di accentrare le risorse sull’asta dell’Adige» Ma per il Consigliere dei M5S: «Per un giudizio completo vedremo se chi comanda sarà di parola» La campagna elettorale della Lega si è focalizzata sull’immigrazione, che ne pensa delle risposte date dal governo provinciale in questo ambito? Sull’immigrazione la maggioranza si è distinta per la demagogia dei provvedimenti ad uso e consumo dei propri supporter più scaldati e per la contraddittorietà dell’azione rispetto alle promesse elettorali. Tagliano le risorse alle strutture che operano nell’accoglienza, col bel risultato di far perdere posti di lavoro ai trentini (si stimano 140 posti in meno per il solo 2020) lasciando per strada e senza controllo masse maggiori di persone. Allo stesso tempo quelli che gridavano “prima i trentini!” oggi sono pronti a far arrivare più immigrati, visto che nel 2019 nell’alberghiero e nella raccolta della frutta le richieste di manodopera straniera risultano in crescita del 20%. Presto grideranno contro ai troppi immigrati per strada... “dimenticandosi” di dire che ce li hanno messi loro. Gli Stati Generali della Montagna sono una delle politiche di ascolto più ampie messe in campo fino ad ora dell’amministrazione Fugatti. Qual è il suo giudizio? Quando l’amministrazione pubbli-

ca incontra la società civile è sempre una buona cosa. Nel caso degli Stati Generali della Montagna bisognerà però capire quale peso la maggioranza vorrà dare alle varie posizioni in campo. Il timore è che tutto si riduca a un’operazione di accreditamento di politici che poi procederanno dando molto più peso ad alcune richieste, ad esempio quelle degli impiantisti, rispetto ad altre, tipo Sat o associazioni ambientaliste. Sarebbe un esito in linea con la filosofia mostrata fino a questo momento da una maggioranza per cui tutela paesaggistica e politiche ambientali sembrano un fastidio, quasi fossero dei freni alla crescita e non degli strumenti indispensabili per garantirla nel tempo, perché chi visita il Trentino non lo fa certo per vedere cemento a distesa. Crede che oggi l’autonomia dei singoli territori, sia più ampia rispetto alle amministrazioni precedenti che hanno governato il Trentino? Non mi pare che sia cambiato molto rispetto alla precedente amministrazione provinciale. La giunta Fugatti si riunisce di tanto in tanto in giro per il Trentino, e per carità, può essere un segno di

attenzione, ma nel concreto non mi pare porti a molto, se non a creare un’occasione per fare qualche proselito nelle valli. Nel concreto come illustra bene la questione della sanità, la tendenza ad accentrare le risorse sull’asta dell’Adige rispetto alle periferie non è affatto cambiata. Questo perché a decidere certe politiche sono i numeri del bilancio finanziario e i grandi interessi economici concentrati nelle zone più popolose del Trentino. Al di là delle parole spese in campagna elettorale, né la Lega né tanto meno i suoi alleati hanno la volontà di cambiare davvero questa situazione. Sanità, un tema delicato per il Trentino, come giudica la politica sanitaria che viene adottata in questo momento in Trentino? Anche per la sanità tante promesse in campagna elettorale ma poi niente è cambiato. La situazione dell’ospedale di Tione ne è l’emblema. C’è un ospedale che può vantare un reparto di ortopedia fra i migliori d’Italia che deve faticare per avere sostegno, a partire dalle risorse umane aggiuntive per i periodi di massimo afflusso. C’è un pronto soccorso il cui personale deve farsi in 4 per far fronte alle esigenze del-

l’utenza, compreso fare portineria in notturna. C’è un protocollo d’intesa sottoscritto dai politici locali con l’Azienda Sanitaria che ha portato Tione a rinunciare al reparto di ostetricia in cambio di un rafforzamento della struttura rimasto incompleto, ad esempio per quell’anestesista che non arriva mai. In tutto questo dov’è la maggioranza? Forse a fabbricare nuove promesse. Come giudica l’attività della giunta Fugatti fino ad ora? Non posso certo tessere le lodi di questa giunta provinciale. Tuttavia va detto con onestà che su alcuni temi mi è stato dato ascolto, penso ad esempio ad alcuni ordini del

giorno approvati di recente che mirano a rendere più snella la normativa sugli appalti al tempo stesso rendendo possibili i controlli sulla capacità delle ditte che vincono gare pubbliche di pagare i propri dipendenti evitando che tutto poi si blocchi finendo in tribunale o ancora al tema agriturismi e apicoltura, con l’approvazione di un altro mio ordine del giorno che mira a far sì che questi settori si sostengono a vicenda. Ho strappato anche molti altri impegni alla giunta ma è solo un primo passo che non significa le cose verranno realizzate. Insomma, per un giudizio completo vedremo se chi comanda sarà di parola.


Tavola Rotonda

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In finanziaria sarà introdotto l’indice di sviluppo territoriale

della diversa situazione delle zone” di partenza. Sul resto credo che rispetto alla precedente giunta provinciale si stia già facendo tanto perché non c’è un arretramento sui punti nascita che ci sono e sull’offerta attuale. Tione ha un problema con l’anestesista, ma non è un problema politico, noi vogliamo che a Tione arrivi un nuovo anestesista, ma non si sta in questo momento trovando. C’è un oggettivo problema di reperimento medici. Sul tema della sanità stiamo mantenendo quello che c’è quando la precedente giunta provinciale chiudeva reparti: credo che sia un forte passo avanti rispetto al passato già il fatto che gli ospedali non siano depotenziati perché in passato succedeva l’opposto.

Stati generali della Montagna, quali idee e linee guida si è portato in giunta e a che putno siamo con la realizzazione? Su certe tematiche abbiamo già iniziato a lavorare, e penso per esempio al piano natalità, ai bonus nidi, al tema del pericolo spopolamento per la montagna che era uno dei più forti usciti dagli Stati Generali. Si era parlato di collegamenti con le valli: il tema del cadenzamento sta andando avanti, ci mettiamo 2 milioni in più ogni anno per servire le valli. Sulla distribuzione dei sostegni pubblici sulla base della territorialità, altro tema uscito dagli Stati Generali, ora in finanziaria metteremo l’indice di sviluppo territoriale, altro tema uscito dagli stati ge-

nerali, ovvero una distribuzione dei contributi e degli aiuti sulla base della situazione territoriale delle diverse zone del Trentino. Gli obiettivi degli stati generali della montagna che erano di medio periodo li stiamo affrontando. Sul tema dei trasporti abbiamo azzerato il costo degli autobus per le famiglie in quei comuni dove si sono chiuse le scuole, per gli altri il costo è dimezzato. Il tema delle gestioni associate va in questa direzione: le abbiamo chiuse per chi non vuole farle, anche questo era un tema uscito dagli Stati della Montagna, prima o si faceva la gestione associata o si commissar. Credo che ci sia una volontò di

versa di approccio con le problematiche dei territori, oggi se una scuola la possiamo lascirare aperta la lasciamo aperta, prima l’approccio era diverso, molto più centralista. Di cosa è particolarmente orgoglioso di questo primo anno alla guida della Provincia? Non vorrei suonare presuntuoso, siamo gente che vuole stare con i piedi per terra. Però credo che abbiamo posto il tema del rapporto fra centro e periferia, credo che si sia visto un approccio diverso che ha questa giunta provinciale nei confronti dei territori: non significa risolvere tutti i problemi, ma l’atteggiamento e l’approccio è diverso e credo che si sia notato.

La consigliera de La Civica dà un giudizio positivo al primo anno di lavoro della Giunta Fugatti

Vanessa Masè: «C’è la volontà concreta di fare scelte capaci di mantenere vive le valli» La campagna elettorale della Lega si è focalizzata sull’immigrazione, che ne pensa delle risposte date dal governo provinciale in questo ambito? Premesso che non appartengo al partito della Lega, personalmente posso dire che ritengo condivisibile che vi sia un controllo dell’immigrazione al fine di favorire un’integrazione sostenibile di quanti arrivano sul nostro territorio. La mancanza di una politica che sappia programmare e prevedere quante persone è in grado di accogliere e a quante può garantire uno standard di vita accettabile ha certamente favorito chi, come la Lega, ha da sempre sostenuto che senza regole non c’è integrazione possibile. La Civica per parte sua sostiene l’idea che la buona integrazione si fa se si coinvolgono nelle scelte le comunità. Non è pensabile, come è accaduto negli anni, di inserire “a freddo” persone estranee alla cultura e al luogo e sperare che possano essere accolte senza destare diffidenza. Nella realtà, ricordo l’esperienza della scuola materna equiparata di Bondone, in cui i bambini si raccolgono intorno al Presepe, pur essendoci tra i frequentanti bimbi di fede diversa.

Gli Stati Generali della Montagna sono una delle politiche di ascolto più ampie messe in campo fino ad ora dall’amministrazione Fugatti. Qual è il suo giudizio? Gli Stati Generali della Montagna sono stati un momento fondamentale di ascolto che ha favorito un proficuo scambio tra Governo provinciale e singoli territori, poiché ha riconosciuto a ciascuno di essi una propria specificità e quindi la necessità di dare risposte precise ad ogni realtà, in un’ottica di valorizzazione delle singole vocazioni. Peraltro, questo è il modus operandi caposaldo della forza politica cui appartengo, La Civica. Va poi detto che dalle Giudicarie è uscito un lavoro di qualità e di grande capacità propositiva, non solo nei confronti della politica provinciale, ma dei territori stessi, che hanno avuto il coraggio di prendere in mano situazioni che si trascinano da decenni, rivalutandole, e cercando di immaginare scenari nuovi, aggiornando le necessità alla realtà attuale. Crede che oggi l’autonomia dei singoli territori sia più ampia rispetto alle amministrazioni pre-

cedenti che hanno governato il Trentino? Sì, decisamente. Il Trentino ha assistito, già in questo avvio di legislatura, a quel coraggioso cambio di paradigma che era stato preannunciato in campagna elettorale dalla attuale maggioranza. In particolare mi riferisco ai recenti obiettivi raggiunti dall’assessore agli Enti Locali Gottardi (come me in quota La Civica): la firma del protocollo di Finanza locale con il Consiglio delle Autonomie locali, in cui, tra il resto, si è rivista l’impostazione del Fondo perequativo, e una nuova impostazione delle gestioni associate. Non più imposte dall’alto e decise a tavolino, ma rispondenti alle esigenze reali dei vari Comuni, che potranno decidere la geometria più conforme alla propria situazione. Senza dimenticare la possibilità per i Comuni di tornare ad assumere. Sanità, un tema delicato per il Trentino, come giudica la politica sanitaria che viene adottata in questo momento in Trentino? Come in molti ambiti, a maggior ragione per la Sanità dobbiamo chiederci quale costo sociale rap-

presenti l’eliminazione di un servizio rispetto al suo mantenimento. Anche in questo settore, l’intento è proprio quello di rivitalizzare nei territori i presidi sanitari di prossimità e intensificare, se possibile, la rete dell’assistenza. La valorizzazione delle eccellenze ad esempio potrebbe essere un buon modo per continuare a dare linfa agli ospedali periferici, facendo quindi un uso delle risorse mirato e capace di garantire non solo presidio, ma anche sviluppo (penso al “turismo sanitario” da fuori provincia). A livello locale, è fondamentale il superamento di un pregiudizio: se ad esempio si può andare dalle Giudicarie a Trento per partorire, lo stesso si può fare al contrario andando da Trento a Tione per un intervento chirurgico. Come giudica l’attività della giunta Fugatti fino ad ora? Avendo un assessore che appartiene a La Civica, potrei sembrare di parte, ma, al netto di quale possa essere la comunicazione sull’esterno, da addetta ai lavori mi sento di dare un giudizio positivo. Innanzitutto per la volontà concreta messa in campo di fare scelte che siano capaci di mantenere vive le

valli, cuore dell’azione politica di legislatura. Per la centralità data alla famiglia, e al suo essere cellula fondante di una società che sappia darsi un futuro. Poi, per il coraggio di dare discontinuità su temi che sembravano intoccabili, e contemporaneamente, però, l’intelligenza di mantenere in essere quanto di buono è stato fatto da chi ci ha preceduto, senza gettare via tutto solo in nome di un nuovo cappello politico da imporre. Infine (ma solo per motivi di spazio editoriale, non di contenuti), per la capacità di ascolto, disegnando la visione del domani partendo da quanto emerge dai territori.


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Europa

DICEMBRE 2019

Favoriamo un clima politico e mediatico che sia costruttivo di Paolo Magagnotti Nel bel mezzo abbiamo avuto le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, precedute da una campagna elettorale durante la quale i cosiddetti movimenti e partiti populisti e sovranisti si sono alleati per minare il più importante ed affascinante progetto democratico di unità di popoli mai visto nella storia dell’umanità. Fortunatamente si è trattato solo di una perturbazione che non è riuscita a travolgere l’impianto dell’Unione europe, anche se lo ha un po’ indebolito; le difficoltà nella formazione e per l’avvio dell’attività della Commissione europea ne sono una prova. Pur considerando che è quasi purtroppo fisiologico che nelle campagne elettorali l’obiettivo del consenso prevalga sull’interesse per il bene comune, vi sono state strumentalizzazioni e tante bugie sul

Stiamo per concludere un’anno durante il quale la nostra cara Europa è stata attraversata da un vento politico che non l’ha lasciata molto tranquilla. Di fronte a diverse difficoltà economiche, presenti e emergenti questioni sociali e a Progetto europeo che sono andate oltre ogni limite e che in certa misura fatto breccia nell’elettorato. In merito, in Italia, accanto a posizioni rispettose della verità e della realtà, abbiamo purtroppo registrato deviazioni molto, troppo pesanti. Dobbiamo con grande rammarico registrare pure una irresponsabile complicità attiva e passiva da parte di molti, troppi organi di informazione, soprattutto a livello nazionale. Un’informazione che dovrebbe far prevalere la verità sulle menzogne; un’informazione la quale, sia in Italia sia purtroppo anche in altre parti d’Europa e del mondo, culla le negatività reali o presunte e trascura più o meno inten-

zionalmente le molte positività che nonostante tutto abbondano nelle nostre società. L’Unione europea, pur con innegabili limiti, ha prodotto nel corso dei decenni e continua ad offrirci molte positività, tante opportunità impensabili senza quel coraggioso lungimirante progetto di unità

sempre più aggressive sfide mondiali non vi è stata purtroppo in termini adeguati quella necessaria convergenza istituzionale e politica che dovrebbe rappresentare base e traino per un futuro migliore dei popoli europei.

voluto da veri uomini di Stato dopo due guerre mondiali che avevano messo in ginocchio l’Europa, riversando un macigno di morte, distruzione sofferenze particolarmente pesante anche sul nostro Paese. La globalizzazione, una crescente interdipendenza, i cambiamenti climatici che

fanno passare quasi ogni giorno davanti ai nostri occhi scenari mai visti ed impensabili richiederebbero ai governanti e ad ognuno di noi serie riflessioni ed un conseguente costruttivo impegno per un futuro che potrà essere migliore solo si saprà operare in spirito di coesione e solidarietà. Pur essendo evidentemente doveroso e imperativo etico per il mondo dell’informazione denunciare e documentare fatti e comportamenti che violano la legge ed incuranti della dignità umana, è altrettanto responsabile e dovere etico rendere la società partecipe dei molti fatti positivi che in essa si generano. Se una mosca cade nella minestra, non soffer-

miamoci per giorni su questo fatto spiacevole, ma parliamo anche dei tanti bravi contadini e delle buone industrie che ci hanno permesso di avere in tavola una piacevole e salubre pietanza. Non credo che sia esagerato vedere, ad esempio, in molti programmi televisivi nazionali italiani, una sorta di concorrenza distruttiva, irresponsabilmente incurante delle tante cose delle e buone che possono anche essere esempi motivanti per molti. Voglio augurarmi che con l’anno nuovo si crei un nuovo approccio politico e mediatico maggiormente costruttivo, per il bene di tutti. Noi, con il nostro Giornale, cercheremo di dare il nostro contributo.

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Arriva il freddo, I T A L A G come comportarsi RE LE!! A T A AN

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Cooperazione

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Matrimonio fra le Casse rurali Adamello e Giudicarie Valsabbia Paganella

Una nuova fusione bancaria nel mondo cooperativo Già, cos’è successo? Inutile dire che le bocche sono serrate a doppia mandata. Ed è altrettanto inutile dire che chi avanza ipotesi non ufficiali viene accusato di diffondere notizie capaci di destabilizzare o (peggio) di causare danni irreparabili o quasi alla reputazione, tema molto caro alle banche in generale. Eppure qualcosa deve essere successo se nel giro di quattro mesi (anzi, nel giro di un mese, perché fino all’elezione del Consiglio dell’Adamello nessuno aveva in testa di fare ulteriori fusioni) si è arrivati al matrimonio. Perciò niente pensieri, niente parole, niente immaginazioni, niente suggestioni. E niente illazioni! E’ andata così, punto e basta. Una cosa è certa: venerdì 15 novembre 2019 è da segnare sul calendario fra le date di portata storica. Da quel giorno le Giudicarie hanno una unica Cassa Rurale. Non è vero. Non ancora. Diciamo che è stato acceso il motore e la macchina della fusione si è avviata. Ora serve l’autorizzazione della Banca centrale europea, cui seguiranno (per farla breve) le Assemblee dei soci. Sono i soci che formalmente possono dire se la fusione vada o non vada loro a genio. A proposito di suggestioni, e se i soci dicessero di no, cosa acca-

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enerdì 15 novembre. La giornata era cominciata con una solenne nevicata. Alle sei di sera si è buttata in acqua, giusto per farci scappare il solito proverbiaccio: “Fusione bagnata, fusione fortunata”. Lo sarà davvero? Di che parliamo? Del matrimonio (consumato alla velocità della luce) fra le due Casse Rurali rimaste nelle Giudicarie: la Giudicarie Valsabbia Paganella

(sede a Darzo) e la Adamello (sede a Tione). Erano passati appena quattro mesi e mezzo dalla fusione fra Adamello-Brenta (sede a Tione), Val Rendena (sede a Spiazzo) e Pinzolo, e appena un mese dall’elezione del Consiglio di Amministrazione. Gli eventi evidentemente sono precipitati. E quando un evento precipita è normale porsi subito una domanda: cos’è successo?

drebbe? Lo scenario più gettonato dice che diranno di sì, anche se non si sa mai. Se diranno di sì, dal primo luglio dell’anno prossimo la Cassa (ancora tenza nome) sarà operativa. E dalla metà di ottobre 2020 avrà un nuovo Consiglio di Amministrazione, un nuovo Collegio sindacale ed un nuovo presidente. Una storia di cambiamenti Le prime Casse Rurali nascevano sul finire dell’Ottocento. Come le Famiglie Cooperative, nascevano in tutti i paesi, anche i più piccoli. Si viveva in un’economia di sussistenza: tutti contadini che si mantenevano con i pochi prodotti della avara campagna montanara e con le quattro vacche nella stalla. I più coraggiosi migravano. La prima tempesta per le Casse Rurali venne a seguito del ’29, ossia della crisi partita dall’America e diventata mondiale. Poi si ripartì. Fino ad una trentina di anni fa nelle Giudicarie

c’erano 19 Casse. A quel punto iniziò la politica delle fusioni. Le due Casse appena sposate sono frutto di fusioni successive: Giudicarie Valsabbia Paganella di Darzo-Lodrone e Giudicarie-Paganella, quindi con Saone; Adamello molto più complessa. C’erano una volta le Casse di Tione, Ragoli, Montagne, Bersone, Bondo-Breguzzo, Roncone,

Augura Buon Natale e un Felice Anno Nuovo .. .

Condino... Ovviamente c’era Val Rendena, e prima Spiazzo e Strembo. E fermiamoci. Certo, ogni piccola comunità aveva la sua Cassa. E ogni Cassa aveva la sua comunità di riferimento, orgogliosa nella difesa della sua Cassa. Sarà ancora così? Non si può dire che non ci siano malumori per più motivi. Prima di tutto la spersonalizzazione. In altre parole, sono in molti a temere che un territorio troppo ampio distrugga il rapporto della Cassa con la propria gente, per dirla in termini semplicistici. C’è poi la fine dell’auto-

nomia. La riforma delle banche di credito cooperativo ha dato un segnale inequivocabile: a dettare legge nel gruppo è la capogruppo. I maliziosi (ma sono davvero maliziosi?) la traducono così: la Cassa Rurale è ridotta a puro sportello. Ma sì, tutt’al più potrà erogare la beneficenza, ma poco altro. Una prova? Alla conferenza stampa che annunciava la fusione fra Giudicarie Valsabbia Paganella e Adamello, alla richiesta su chi fra i due direttori sarà “primus inter pares”, la risposta, forse condita con un filo di imbarazzo, è stata la seguente: “De-

ciderà la capogruppo”. Noi abbiamo riposto in una cassetta di sicurezza il nome, che tireremo fuori a decisioni avvenute. Ma la conclusione è chiara: non è necessario che il direttore abbia la fiducia del presidente, del Consiglio di Amministrazione e del proprio territorio. L’importante è che vada bene alla capogruppo: nel nostro caso Cassa Centrale Banca. I numeri La nuova Cassa sarà la quarta del Trentino, ma come bacino sarà la prima: asta lunga 140 chilometri, dalla bassa valle Sabbia a Madonna di Campiglio, con deviazione verso le Giudicarie Esteriori, l’altopiano della Paganella e la Piana Rotaliana. Due Casse sane, che mettono via qualcosa come una decina di milioni di utili, a fronte di masse amministrate che superano la ragguardevole quota di tre miliardi di euro: oltre due di raccolta diretta e indiretta, un miliardo e 136 milioni di impieghi, ossia di prestiti. I soci sono 16.972: 8.869 dell’Adamello, 8.103 della Giudicarie Valsabbia Paganella. Gli sportelli sono 42: 25 GVP e 17 Adamello. I dipendenti 252: 103 e 149. Per stare sul territorio la nuova Cassa mutuerà l’invenzione della GVP: i Gol, Gruppi operativi locali. Sono le antenne sul territorio che si affiancano al Consiglio di Amministrazione per le questioni non bancarie.

Augura Buon Natale e un Felice Anno Nuovo .. .


Porto Franco

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Trent’anni dalla caduta del muro di Berlino Ettore Zampiccoli

Il 9 novembre di trent’anni fa veniva aperto (e poi abbattuto) il famoso muro di Berlino, costruito nel 1961. Su questa ricorrenza ho letto decine di dichiarazioni e di commenti, compresa qualche giustificazione di maldestri esponenti del Pd ai quali non è parso vero di poter

anche comprensibile. E infatti non ci mollarono tutto il santo giorno. Sulla Unten den Linden negozi praticamente vuoti di merce, nei bar bicchieri scheggiati, niente da bere, nei ristoranti ignobili zuppe di color rossastro. Di carne e pesce neanche parlarne. Anche questo faceva parte del famoso paradiso comunista tanto celebrato anche dai compagni italiani. Fu in quell’occasione che co-

nobbi due persone che, seppur velocemente, descrissero la realtà della Berlino Est. Uno era l’avvocato Voegel. Con gli altri giornalisti lo incontrammo nella sede della Fondazione Adenauer a Berlino Ovest. E’ morto qualche anno fa e ne parlarono i giornali. Era l’avvocato incaricato dalla Germania dell’Ovest di “contrattare“ l’acquisto di professioni e tecnici nella Germania dell’Est. Che signi-

dire che quel muro rappresentava l’antifascismo. Per la verità rappresentava solo ed esclusivamente il fallimento del comunismo. Ho avuto la fortuna di visitare in diverse occasioni Berlino Est e di parlare con alcune persone che conoscevano bene la situazione della DDR. ficava? Semplicemente che la Germania dell’Est avendo bisogno di valuta pregiata non esitava a mettere sul mercato buoni cervelli e buoni tecnici. L’avv. Voegel incontrava i funzionari del ministero autorizzato, contrattava, si stabiliva un prezzo e così una serie di professionista poteva attraversare il muro e andare a vivere a Berlino Ovest. L’altra persona fu Luciano Cossetto, giornalista originario di Bolzano, corrispondente dell’Ansa da Berlino. Allora accadeva questo: nel dopoguerra l’Ansa aveva aperto i propri uffici a Berlino. Quando venne eretto il muro gli uffici dell’Ansa vennero a trovarsi a Berlino Est. Quando lo conobbi Cossetto lavorava a Berlino già da 5 anni. Ogni giorno per avere notizie si spostava a Berlino Ovest al mattino per rientrare all’Est nel pomeriggio. Al posto di controllo, dopo 5 anni, cono-

sceva tutti i vopos, con i quali stava a chiacchierare fumando anche qualche sigaretta. E loro conoscevano lui, ovviamente. Ebbene ciononostante ogni volta, sia al mattino che nel pomeriggio, i poliziotti lo perquisivano controllando la macchina dentro e sotto. Voleva dire semplicemente che il controllo era rigido. Non a caso seicento persone sono morte, uccise, mentre stavano tentando di attraversare quel muro. Ma il controllo era anche sui cittadini, già stremati da una vita difficile, e sempre “ascoltati “ dalla Stasi, il famigerato servizio segreto della DDR. A questo proposito – per chi non credesse – consiglierei di legge il libro “ DDR: che cosa rimane” scritto e documentato da Francesco Alberti. Devo dire che per i trent’anni del Muro, al di là delle convenienze politiche, mi sarei aspettato una riflessione più

seria e storicamente documentata sulle cause che portarono alla divisione di Berlino in due città ed alle sofferenze che accompagnarono molti tedeschi dell’Est. E invece abbiamo visto simpatici manifesti del Pd che – in sostanza – ci avvertivano che la sinistra è pronta ad abbattere altri muri. Ma questi lo sanno che il muro di Berlino è stato innalzato da comunisti o ci prendono tutti per fessi? In effetti Berlino Est e la DDR sono stati l’ultimo avamposto del comunismo europeo. Quando crollò il muro tutti gli altri paesi dell’Est europeo stavano già cambiando pelle. La stessa Russia di fatto aveva riconosciuto che il comunismo era fallito e la Cina, pur rimanendo comunista, stava introducendo le regole del capitalismo. Le cause del crollo furono soprattutto di tipo economico. Il modello comunista non era in grado di assicurare né libertà, né adeguati modelli di vita economica. Chi ha avuto occasione di visitare in quegli anni la Russa o la DDR ha potuto vedere de visu quali erano le condizioni economiche e sociali della gente.

MARTINELLI

SNC

La prima volta – era probabilmente il 1980 – attraversai il famoso muro assieme ad un gruppetto di giornalisti italiani. Ricordo il disagio ed il timore che accompagnava questo passaggio. Superato il Checkpoint Charlie si doveva attraversare una specie di sentiero, delimitato da una rete di ferro che ti impediva di uscire dal piccolo viottolo. Si arrivava in una baracca di legno dove un poliziotto chiedeva i passaporti. Passa un quarto d’ora, passa mezz’ora, passa tre quarti d’ora e il poliziotto non si fa vivo. Finalmente dopo oltre un’ora di attesa il vopo ritorna e restituisce i passaporti. Si esce su una stradicciola sconnessa e si arriva finalmente sulla famosa via Unten del Linden. Era il primo maggio e sulla strada troviamo striscioni a raffica con la scritta “ Arbeit macht frei “. La stessa che usavano i nazisti nei campi di concentramento. Nessun commento da parte dei colleghi, anche perchè ci eravamo accorti che due vopos ci seguivano a debita distanza. Essendo tutti giornalisti un po’ di precauzione forse era

Augura Buon Natale e un Felice Anno Nuovo .. .

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Le Giudicarie in numeri

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Invecchiamento e sostenibilità della struttura della popolazione a cura di Virginio Amistadi

Torniamo in questo numero ad un approccio più tradizionale all’analisi della struttura della popolazione giudicariese utilizzando due indici statistici molto utilizzati in demografia: l’indice di vecchiaia e l’indice di dipendenza strutturale. Si tratta di indici molto semplici basati su operazioni di somma e divisione della numerosità di inPer questo motivo non sono basate sulla percezione sociale del concetto di giovane e di anziano ma su una convenzione statistica di valenza universale. L’indice di vecchiaia è un numero che misura il numero di anziani presenti in una popolazione per ogni 100 giovani e permette di valutare il livello d’invecchiamento degli abitanti di un territorio. Valori superiori a 100 indicano la prevalenza dei soggetti anziani rispetto ai molto giovani. Ad esempio, in Provincia di Trento l’indice di vecchiaia al 1° gennaio 2019 è pari a 153,5. Questo significa che nella popolazione trentina ci sono 153 anziani ogni 100 giovani. L’indice si cal-

dividui all’interno di specifiche fasce di età. Nello specifico le fasce utilizzate sono quella dei giovani (da 0 a 14 anni), degli anziani (popolazione di 65 anni e più) e quella della popolazione attiva (15-64 anni). Le fasce di età considerate devono permettere confronti tra popolazioni diverse nel tempo e nella collocazione geografica.

cola semplicemente facendo il rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione di età 0-14 anni. L’indice di dipendenza strutturale fornisce una misura sintetica della sostenibilità della struttura di una popolazione calcolando il numero di individui in età non attiva per ogni 100 in età attiva. Si tratta di un indice teorico di carico sociale ed economico della popolazione in età attiva. Valori superiori al 50 per cento indicano una situazione di squilibrio generazionale. In Provincia di Trento l’indice di dipendenza strutturale al 1° gennaio 2019 è pari a 57,3. Questo significa che il 57,3% della popolazione è in età non at-

tiva perché troppo giovane o troppo anziana. L’indice di dipendenza è il rapporto percentuale tra la popolazione in età non attiva (0-14 anni e oltre 64 anni) e la popolazione attiva (15-64 anni) e corrisponde alla somma degli indici di dipendenza giovanile (014/15-64) e senile (65 e oltre/15-64). In tabella riportiamo gli indici di vecchiaia e di dipendenza strutturale giudicariesi (scomposta in dipendenza giovanile e senile) per comune. I dati sono ordinati per indice di vecchiaia. Per dare qualche ulteriore riferimento di lettura in tabella sono riportati i dati trentini e italiani suddivisi per area geografica.

Comune/ Area Geografica Castel Condino Valdaone Bondone Borgo Lares Bocenago Pieve di Bono-Prezzo Pinzolo Bleggio Superiore Italia - Centro Italia - Nord San Lorenzo Dorsino Strembo Giustino Spiazzo Italia Tre Ville Caderzone Terme Borgo Chiese Valli Giudicarie Fiavè Italia - Sud e Isole Sella Giudicarie Provincia di Trento Stenico Tione di Trento Pelugo Carisolo Storo Porte di Rendena Comano Terme Massimeno

Indice di vecchiaia 259,3 259,2 208,1 208,0 200,0 195,2 185,8 182,9 182,3 180,6 180,4 180,0 175,5 174,4 173,1 168,1 167,4 162,6 161,2 159,4 158,0 156,9 153,7 152,7 147,2 143,4 142,3 139,9 131,3 126,4 125,0

Indice di dipendenza strutturale giovanile senile 79,5 22,1 57,4 67,4 18,8 48,6 65,9 21,4 44,5 60,8 19,7 41,0 48,1 16,0 32,1 60,9 20,6 40,3 60,5 21,2 39,3 57,6 20,4 37,3 57,3 58,5 64,2 22,9 41,3 59,2 21,1 38,1 60,6 22,0 38,6 59,6 21,7 37,9 56,3 57,9 21,6 36,3 56,9 21,3 35,6 62,1 23,7 38,5 60,7 23,2 37,4 63,4 24,4 39,0 53,0 59,4 23,1 36,3 57,3 22,6 34,7 57,2 22,6 34,5 62,2 25,2 37,1 50,4 20,7 29,7 61,5 25,4 36,1 60,8 25,4 35,5 59,3 25,7 33,7 61,8 27,3 34,5 47,9 21,3 26,6

EDITORIALE di Adelino Amistadi Continua dalla Prima Vorrei parlarvi del Natale che per definizione è considerato il giorno più bello che ci sia, un giorno che ispira nell’animo bontà, tolleranza e serenità. L’arrivo del Natale ogni anno è annunciato da un’atmosfera tutta particolare. Le strade illuminate dei nostri paesi danno il segno dell’ansia dell’attesa. La gente già si prepara ad invadere i negozi, sontuosamente addobbati per l’occasione. Ai bambini luccicano gli occhi, alla vista di montagne di giocattoli. Persino le ragazze sembrano più belle mentre sfarfallano sfidando l’aria gelida e frizzantina. Della festività natalizia forse s’è persa l’origine religiosa. Lo scambio tra le persone di regali ben impacchettati, ma spesso inutili, in altre parole il consumismo, prevale ormai su ogni altro sentimento. Eppure sono convinto che, dietro la gioia collettiva che sembra coinvolgere un po’ tutti nei giorni antecedenti la festa, ci siano anche motivi spirituali, riti, credenze, tradizioni, valori che ormai si sono confermati nella nostra cultura da millenni di cristianità. Ecco perché a Natale “siamo tutti più buoni”, è il giorno in cui si salutano persone che si incontrano spesso, ma che passata la festa, ci si guarda e si passa oltre. Passata la festa si ricomincia come sempre: con la persona a cui si è stretta la mano, accompagnata da un lar-

A Natale, la porta un po’ più aperta go sorriso durante la Santa Messa di mezzanotte, incontrandola non ci si scambia nemmeno un cenno col capo, si ricomincia a mormorare, a giudicare, ad insinuare come se niente fosse. Tanto il Natale è passato e allora si torna come prima. Il presepe l’abbiamo riposto negli scatoloni, l’albero l’abbiamo abbandonato in un prato non sapendo dove sbolognarlo così come le buone intenzioni, l’auspicio di una vita migliore, ricca di bontà e tolleranza, che ci eravamo impegnati per il nuovo anno. L’unico ricordo che ci rimane è la tavola imbandita alla grande per il pranzo di Natale con le leccornie fuori controllo preparate dalla mamma. Non è più il Natale di una volta. Allora il Natale era un’ “Attesa” popolare, sentita, di tradizioni, di amicizie, ci si ritrovava con tutta la famiglia e si respirava ovunque il messaggio natalizio. Oggi il Natale lo viviamo diversamente. Ma ho l’impressione che non sia il Natale ad essere cambiato, ma siamo cambiati noi, in peggio, non abbiamo più tempo per nessuno, si cerca

di sistemare il tutto con regali e luminarie. Il Natale dovrebbe essere giornata di autentico ripensamento della propria vita e di come ci rapportiamo con gli altri, ma l’euforia e le distrazioni ci portano a chiudere la porta, mettersi a tavola e brindare al nuovo anno, che sia felice, e che magari si possa

vincere al “gratta e vinci”, sarebbe il massimo! E così, per evitare fastidi, ci dimentichiamo dei tanti bambini in giro per il mondo che muoiono di fame, ai tanti che fuggono dalle guerre e dalle stragi, dalla carestia e dalla fame. Ci dimentichiamo di coloro che hanno motivi di grande infeli-

cità per malattie o per persone care scomparse. E di tante altre situazioni tragiche sempre più diffuse anche da noi. La porta è ben chiusa, non si accettano sibili fastidiosi. Sarà anche Natale, noi festeggiamo il nostro e gli altri facciano altrettanto. Non è un problema nostro. Mi rendo conto che non sono stato propriamente natalizio in questo mio scritto. Devo ammetter che molte delle cose scritte riguardano anche me, e talvolta mi vergogno e mi rendo conto che c’è ben poco da fare, così va il mondo. Ma mi permetto di fare un ultimo richiamo cominciando da me: che la serenità del prossimo Natale ci aiuti a pensare in positivo, ad essere disponibili e ottimisti, a costruire speranze per il futuro nostro e dei nostri figli, pur consapevoli delle difficoltà che incombono giornalmente. E cerchiamo di non chiudere la porta, almeno il giorno di Natale lasciamola un pochino aperta, l’aria natalizia fa altrettanto bene delle terme di Comano...Auguri di cuore! BUON NATALE!


Attualità

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“Un crapfen per la vedretta del Tuckett” di Roberto Bombarda

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Il personaggio

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Si appassiona al mondo delle costruzioni, capisce che è una realtà per la quale si sente portato e inizia a collaborare con grande dedizione presso l’impresa Bazzoli Fausto. Il passaggio dagli studi di progettazione a un ambiente d’impresa rappresenta per lui una svolta fondamentale: si rivela infatti un salto oltremodo stimolante e al quale dedica tutto se stesso con una passione naturale non comune. In quel momento, si tratta di un’impresa di piccole dimensioni e che dà lavoro a una decina di operai, tutti residenti a Roncone, realizzando solo costruzioni per privati; Fabio si occupa principalmente di direzione di cantiere e contabilità. Ben presto emerge il suo spirito imprenditoriale, unito a una grande forza di volontà e una tenacia innata. Così il 30 settembre 1974 viene fondata la Bazzoli Fausto & C., di cui Fabio è socio fondatore. Ci sono 12 operai e un solo geometra in ufficio. Il 22 febbraio 1980 fonda la Ediltione Srl, nella quale confluiscono parte degli operai della Bazzoli Fausto & C. Il primo esercizio finanziario si chiude con un fatturato di 200 milioni di vecchie lire eseguito con una decina di dipendenti ed un solo autocarro. Nei primi anni di vita l’impresa lavora esclusivamente alla costruzione di edifici privati a destinazione residenziale, dei quali realizza opere murarie e impianti elettrici. Nel corso degli anni ottanta, l’impresa vive un momento di costante crescita e vengono assunti nuovi operai, pur continuando a mantenere il blocco principale di manodopera sempre originario di Roncone, paese storicamente noto per la propensione naturale orientata verso il mondo dell’edilizia. L’impresa sotto la direzione costante e appassionata di Fabio continua ad ampliare i propri campi d’interesse e i propri fatturati, diversificando la propria attività e acquisendo numerosi lavori pubblici, fra i quali il primo è la ristrutturazione della nuova sede del Comprensorio delle Giudicarie. In quegli anni l’impresa si dedica a costruzioni diverse e variegate, affiancando alla storica realizzazione di edifici ad uso residenziale anche opere diverse, quali industriali, idrauliche e stradali. Dagli anni novanta ad oggi la società continua ad allargare i propri orizzonti, lavorando prevalentemente alla realizzazione di opere pubbliche ed estendendo il proprio raggio d’azione a tutto il territorio della Provincia di Trento e saltuariamente anche fuori regione. Iniziano alcune collaborazioni con altre imprese, andando a realizzare importanti opere civili come ospedali, palacongressi e infrastrutture. I grandi lavori si succedono con costante frequenza e l’impresa si crea ben presto un buon nome a livello regionale, con committenti soddisfatti e rap-

FabioAntolini, un imprenditore con la passione dell’edilizia di Adelino Amistadi Fabio Antolini, 75 anni, ha iniziato da zero ed ha costruito (è il caso di dirlo), con il cuore e con la mente, una delle imprese edilizie più importanti e famose del Trentino. Davvero una storia meravigliosa che vale la pena di raccontare. C’è molto da imparare per i nostri giovani. Ma cominciamo dall’inizio. Figlio di un artigiano tionese, Virginio Antolini Tomeciòn, e di una casalinga originaria di Lardaro, Letizia Armani, nonché nipote dello stimato impren-

ditore edile Raffaele Armani, il giovane Fabio nasce e cresce a Tione, dove trascorre l’infanzia e l’adolescenza, dimostrando fin da subito un grande attaccamento alle proprie origini e al proprio paese. Ragazzo vivace, fin da giovane membro attivo della comunità, terminati gli studi professionali, inizia a lavorare giovanissimo come disegnatore prima per il geom. Adriano D’Agostin e successivamente per il geom. Patrizio Pizzini.

Nuovo Polo Culturale Diocesano VIGLIANUM - TRENTO

porti commerciali duraturi e consolidati. In quegli anni vengono eretti ad esempio il Palacongressi “Wroom” a Madonna di Campiglio, imponente struttura realizzata con tecniche costruttive a dir poco innovative per l’epoca, e il “PalaDolomiti” a Pinzolo, vero fiore all’occhiello dell’architettura della Val Rendena. Inizia in quel periodo anche una lunga collaborazione con la Curia diocesana, la quale riscontra nell’Ediltione il connubio ideale di serietà, preparazione tecnica, competenza e solidi valori che non sempre è semplice trovare sul mercato delle costruzioni. Fabio capisce fin da subito l’importanza di affiancare a una manodopera esperta e competente uno staff tecnico

Auditorium del Parco - L’AQUILA

preparato, in grado di seguire scrupolosamente i diversi Committenti durante le varie fasi di costruzione. Sceglie di puntare sempre su persone brillanti e volenterose, arrivando a formare un gruppo di circa una ventina di tecni-

ci fra ingegneri, geometri e periti estremamente coeso e orientato al lavoro in team. La precisa volontà di Fabio è quella di creare un gruppo dinamico e affiatato, affiancando persone di esperienza a giovani intraprendenti, in

modo che gli uni possano reciprocamente imparare dagli altri e dove tutti si sentano importanti e possano fare parte di un meccanismo complesso ma in grado di coordinarsi all’unisono. Nel 2004 la società diviene

una S.p.A., ed attualmente, con oltre 40 dipendenti direttamente impiegati, nonostante i difficili anni di crisi che a partire dal 2009 affliggevano e tuttora affliggono il settore dell’edilizia, continua a posizionarsi fra le maggiori e più solide realtà presenti nell’ambito delle costruzioni in Provincia di Trento. Non sono mancati i periodi difficili, ma Fabio ha sempre reagito con coraggio e competenza, esponendosi in prima linea e dedicando tutto se stesso all’azienda da lui fondata. E’ in questo momento che hanno

pagato le scelte effettuate in passato: in particolare la decisione di puntare sempre sulla qualità delle persone, sulla definizione di una struttura aziendale minuziosa, unita a uno spirito di sacrificio innegabile e a una ferrea determinazione, hanno permesso a Fabio di superare anche questi momenti, dovendo ogni tanto saper prendere decisioni difficili, talvolta dolorose, ma sempre finalizzate al bene dell’impresa. Ci si è dedicato anima e corpo, mettendo in campo carisma e forza di volontà, continuando a realizzare opere importanti che hanno contribuito a estendere sempre maggiormente il buon nome dell’impresa. Si ricorda a puro titolo d’esempio il Nuovo Polo Culturale Diocesano “Vigilianum” a Trento, maestoso edificio tecnicamente all’avanguar-

dia dove è conservato l’inestimabile patrimonio librario dell’Arcidiocesi di Trento. O ancora la costruzione della nuova R.s.a. Gruppo Spes di Cadine o della nota Casa Hospice “Cima Verde” a Trento, strutture importanti dove è stato a dir poco fondamentale saper portare avanti progetti complessi basati su una qualità edilizia di prim’ordine. In quegli anni l’impresa Ediltione realizza anche diverse importanti opere fuori regione, fra cui non si può non citare il famoso Auditorium del Parco a L’Aquila, progettato dall’architetto Renzo Piano, il quale supervisiona personalmente l’andamento del cantiere, dimostrando a fine opera tutto il proprio apprezzamento per quanto realizzato. Il rapporto col grande Maestro sancisce probabilmente la punta di diamante di una serie di collaborazioni con l’elite dei progettisti che lavorano sul nostro territorio e che hanno sempre ritrovato nell’impresa Ediltione, e in particolare attraverso il rapporto umano con Fabio, il partner ideale per la realizzazione di grandi opere e rendere concreti progetti ambiziosi e spesso avveniristici. Fabio è pertanto riuscito nel corso degli anni nella difficile impresa di dare forma a una realtà aziendale dinamica, flessibile e competente, in grado di spaziare agilmente dalla realizzazione di opere stradali, ponti, arredi urbani ed opere idrauliche, alla costruzione di ospedali, scuole, autorimesse, alberghi e capannoni industriali, senza tralasciare ristrutturazioni e restauri conservativi di edifici storici. Grazie al suo spirito imprenditoriale, a grandi sacrifici e un impegno mai venuto meno, nonché alla capacità naturale di riuscire a circondarsi sempre di persone valide e motivate, ha forgiato una realtà in grado di essere operante contemporaneamente in numerosi cantieri sparsi sul territorio, riuscendo a far convivere la forza organizzativa e lavorativa di una impresa di grosse dimensioni, con la cura dei dettagli e della qualità tipica di realtà più minute. Alla luce di tutto questo, oggi a fine 2019 Fabio continua a volgere lo sguardo verso il futuro, come sempre ha fatto nel corso della propria vita, con immutata passione e cercando sempre di anticipare i tempi a venire, sulla spinta di uno spirito imprenditoriale mai assopito e puntando forte sulle promettenti nuove generazioni.


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� � � � � Da calamità a opportunità Tempesta Vaia

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di Annibale Salsa

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Turismo

DICEMBRE 2019

Sfilata di autorità per la struttura di lusso

Inaugurazione con i fiocchi per il Lefay Resort & Spa Dolomiti Tutti hanno ringraziato la famiglia Leali per l’importante e strategico investimento che ha realizzato e che consentirà, a tutto l’ambito turistico, di fare un passo in avanti importantissimo. Ambito turistico che, con il collegamento sciistico, comprende l’intera skiarea di Madonna di Campiglio-Pinzolo-Val di Sole. Il Presidente dell’Apt Campiglio Pinzolo Val Rendena Tullio Serafini ha sottolineato il coraggio della famiglia Leali nel programmare un investimento così ingente, ammontante ad oltre 65 milioni di euro, in un periodo difficile dal punto di vista economico, realizzando una struttura che sarà di riferimento, non solo per il Trentino ma per tutte le Alpi e fra le principali al mondo nel settore del benessere. Dopo il saluto di Domenico Alcide Leali, capostipite della famiglia, il compito di illustrare la prestigiosa struttura è toccato al figlio Alcide Junior che ha tracciato la storia imprenditoriale della sua famiglia. La Lefay Resorts è stata fondata nel 2006 dopo l’esperienza di successo di Air Dolomiti, che, dalla sua fondazione nel 1991 alla cessione al gruppo Lufthansa nel 2003, è diventata la prima compagnia regionale italiana. Lefay Resorts è nata con la mission di diventare il brand italiano di riferimento nell’ambito della vacanza benessere di lusso attraverso la creazione di una collezione di eco-resort basati su principi quali la sostenibilità, il benessere olistico, un nuovo concetto di lusso e l’italianità. Tutto ciò si è concretizzato nell’agosto 2008 con l’apertura della prima struttura, il Lefay Resort & SPA Lago di Garda, situato nel cuore dell’incantevole Riviera dei Limoni. Il Resort, in questi primi 11 anni di vita, si è affermato come una delle “SPA Destination” come vengono definite con un termine di moda i centri benessere, più di successo e acclamate al mondo, ottenendo oltre 65 riconoscimenti internazionali, tra cui i premi come miglior SPA al mondo, per due volte, e miglior SPA d’Europa, titolo ottenuto per ben cinque volte. Il Resort sul Lago di Garda ha raggiunto anche importanti

di Enzo Ballardini Un prestigioso Resort a cinque stelle, il Lefay Resort & Spa Dolomiti, realizzato a Pinzolo e inaugurato ufficialmente davanti alle autorità provinciali e locali, sabato 15 novembre alla vigilia dell’apertura per la stagione turistica invernale. Una struttura che arricchisce l’offerta turistica non solo della Val Rendena ma di tutto il Trentino. Destinato ad un target che sceglie il grande lusso, il Resort si rivolge sia alla clientela italiana ma anche a quella

traguardi di performance economica, superando le 50.000 presenze all’anno con un tasso di occupazione della struttura ormai stabile oltre l’80%. Sin dalla fondazione di Lefay, la visione è sempre stata quella di creare una seconda struttura in montagna, nelle Alpi, destinazione in cui è nata l’ospitalità benessere e nella quale di conseguenza sono presenti le migliori strutture Europee. E tra le Alpi non potevamo che guardare al luogo in cui la mia famiglia ha da sempre trascorso le sue vacanze di montagna, al luogo dove io e miei fratelli abbiamo imparato a sciare…la Val Rendena, ha sottolineato Alcide Leali, alle pendici delle Dolomiti di Brenta, le montagne dichiara-

te dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Il Resort offre 88 Suite, chiamarle camere è diminutivo, a partire da 57mq, inclusa la prestigiosa Royal Pool & SPA Suite da 430mq e 22 Residenze private che sono state mese in vendita (metà delle quali sono già vendute) collegate direttamente ai servizi del Resort. La SPA grazie ai suoi 5.000 mq di superficie, è tra le più estese dell’arco alpino. E’ dislocata su quattro piani: un intero piano dedicato ai trattamenti con più di 20 cabine, in cui si effettuano i trattamenti dell’innovativa proposta benessere ispirata alla natura alpina; l’area della piscina interna/esterna riscaldata tut-

internazionale che predilige queste destinazioni. La scelta di Pinzolo per questa realizzazione è stata considerata positivamente da tutte le autorità intervenute: dal Vicesindaco di Pinzolo, Albert Ballardini, al Presidente dell’Apt, Tullio Serafini, all’Amministratore Delegato di Trentino Marketing, Maurizio Rossini ed infine dall’Assessore Provinciale al Turismo della Provincia Autonoma di Trento, Roberto Failoni.

to l’anno; un livello dedicato al Fitness, con palestra aperta 24h e infine la zona riservata agli adulti. Quest’ultima accoglie la piscina interna completamente realizzata in granito e l’innovativo Mondo Energetico Terapeutico, ispirato alla filosofia Lefay e composto da cinque aree con diverse tipologie di saune, materiali, fitoterapie e aromaterapie, collegate alla vasta centrale con acqua arricchita ai sali di magnesio. Il Resort dispone di due ristoranti: il Dolomia, con affascinanti vedute sullo scenario delle montagne, è uno spazio

deciso ed elegante che propone un’esperienza gastronomica unendo ricette tipiche e sapori rinnovati, e il “Grual”, che prende il nome dalla montagna ai cui piedi sorge il Resort e propone una cucina che privilegia etica e selezione delle materie prime, ma soprattutto fornitori che adottano sistemi di produzione biologici. La direzione dei ristoranti è stata affidata all’Executive Chef del Gruppo, Matteo Maenza, e allo Chef de Cuisine, Martino Longo. Per quanto riguarda l’Architettura e il Design, il Resort è stato studiato secondo i principi della bio-architettura dall’architetto Hugo Demetz. La nuova Struttura è caratterizzata da un ampio uso di materiali naturali del territorio, come i legni di abete e larice per i rivestimenti esterni, il rovere per il parquet, il castagno per gli arredi e il granito dell’Adamello, pietra dall’aspetto caratteristico utilizzata per i fontanili nei pascoli di montagna. Soddisfazione nel presentare le caratteristiche relative al contenimento del fabbisogno energetico e l’utilizzo di fonti rinnovabili con sistemi di produzione ad elevato rendimento, come la caldaia a biomassa e l’impianto di cogenerazione. Particolarmente importanti i numeri chiave; l’apertura di Lefay Resort & SPA Dolomiti segna un passo importante per la crescita e lo sviluppo della località di Pinzolo e in generale per l’intera area turistica di Madonna di Campiglio. Per il nuovo Resort, che sarà aperto tutto l’anno, sono stati già assunti 130 Collaboratori diretti, di cui più del 50% proveniente dalle Valli Rendena e Giudicarie. A regime si prevedono oltre 54.000 presenze l’anno e un fatturato di circa 20 milioni di euro, cifre che avranno ricadute significative sull’attività economica della Valle. Per quanto riguarda la zona benessere, l’accesso è aperto anche per gli esterni con prezzi che evidentemente sono in linea con il lusso che viene offerto. Aperti agli esterni anche il lounge bar ed i due ristoranti con un menu ed un servizio di lusso e con prezzi non alla portata di tutti.


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Il mutare dell’eternitĂ

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Arte

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A palazzo Roccabruna la mostra di Luca Chistè e Terry Maffei Gueret

La meraviglia delle Dolomiti in quaranta scatti

Da questa enorme mole di immagini gli autori hanno selezionato e offerto al pubblico circa una quarantina di esse. La soggettiva immortalata è sempre la stessa: la visuale compresa tra cima Sella (bocca di Tuckett) e cima Tosa, con visibilità sul rifugio Brentei e Bocca di Brenta. Lo scenario in questione è stato quindi fotografato in diverse condizioni di luce e di meteo, elementi che hanno conferito straordinaria mutevolezza e dinamicità all’immagine fiera e sempre immobile della roccia. Il lavoro svolto, connubio perfetto tra tecnica (Chistè) e sensibilità artistica (Maffei Gueret), è il frutto di tredici mesi durante i quali Terry ha scattato le immagini che compongono l’architettura dell’opera, recandosi ogni volta personalmente sul posto, con costante e attenta presenza, con sacrificio e calorosa devozione per le ‘sue’ montagne. Un amore smisurato quello di Terry instillatole dal papà Clemente, guida alpina, con il quale, insieme alle sorelle, condivideva sin da bambina lunghe e felici passeggiate in montagna animate dal piacere di contemplare la bellezza della natura circostante.

N

ella sfavillante cornice di palazzo Roccabruna di Trento, la sera del 21 novembre si è tenuta l’inaugurazione della mostra fotografica dall’emblematico titolo “Il mutare dell’eternità”. Il progetto, patrocinato da Trentino Marketing, Trento Film Festival e Fondazione Dolomiti Unesco, è nato da una Con questo progetto e questa mostra si potrebbe ben dire che il passaggio del testimone si compie: mossa da un senso di responsabilità educativo, quasi materno, Terry Maffei Gueret intende, attraverso la potenza di immagini maestose e monumentali, trasmettere alle nuove generazioni

- i cosiddetti ‘Post Millenials’, sempre social e tecnologicamente connessi, ma troppo spesso ‘asocial’ e tristemente disconnessi dalla Bellezza che li circonda – ciò che le è stato insegnato: l’importanza dello sguardo curioso, la sensibilità verso la Magnificienza della Natura.

felicissima intuizione degli autori, il fotografo trentino Luca Chistè e l’artista rendenese Terry Maffei Gueret, e si è materializzato in circa 3.000 scatti ottenuti posizionando in maniera fissa una macchina fotografica Nikon DF su una terrazza antistante le Dolomiti di Brenta, a Madonna di Campiglio. La seconda parte del lavoro ha visto gli autori impegnati in un intenso lavoro di selezione, editing, post-produzione e interpretazione. Infine la stampa, ad opera di Chistè, eseguita con tecnica fineart su carta Hahnemuhle Silk Baryta da 310 gsm – 100% a-cellulosa, praticamente immortale

come le montagne raffigurate. In tutte le fotografie l’Uomo è assente. La sua presenza si avverte nell’Assenza. E’ un farsi da parte con riverenza, un defilarsi maturo e finalmente consapevole della sua caducità rispetto all’eternità della Natura, ritratta nella sua dimensione sacra e monu-

mentale, eterna ma sempre mutevole nei colori e nei suoi elementi (il fulmine, il turbine, le nuvole, l’arcobaleno, la neve, la stella, il giorno e la notte), e pertanto furiosamente viva. Di fronte a queste immagini ciascuno di noi può cogliere rimandi ora letterari (all’Infinito di Leopardi per esempio: ma qui lo sguardo dello spettatore inevitabilmente non va oltre la siepe/montagne), ora iconografici (le sulfuree incisioni dantesche di Gustave Dorè, dense di vapori e roccia, o i quadri di Turner o del ‘nostro’ Segantini). E in questo viaggio visivo ed emozionale, che ci invita a riflettere sul senso delle vita e delle cose tutte, siamo accompagnati per mano da alcuni aforismi e citazioni letterarie accuratamente scelti dagli autori: da Eraclito (‘Nulla è permanente tranne il mutamento’) a Gibran (‘Per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte’), da Jim Morrison (‘Non accontentarti dell’orizzonte. Cerca l’infinito’) a Thoreau (‘La percezione della bellezza è un test morale’). La mostra rimane aperta fino al 4 gennaio 2020. Massimo Ceccherini Podio

Augura Buon Natale e un Felice Anno Nuovo .. .


L’azienda All’inizio Videotecnica si occupava solo di riprese video e vendita di tv, stereo, autoradio, telefonia e tutti gli altri apparecchi elettronici. Dal 1994, con il boom della telefonia, il negozio lavora tantissimo anche in questo settore (famoso lo spot radiofonico “Per il tuo telefonino vieni da Capelli a Condino” n.d.r.). Dopo anni di monopolio Telecom finalmente nel 1995 l’arrivo del nuovo gestore come Omnitel. Videotecnica è stato il primo negozio Trentino a diventare Centro Omnitel (che poi ha cambiato nome in Vodafone). Da quel momento prende in mano il settore della telefonia Angela, la moglie di Paolo che si occupa, oltre della vendita dei telefonini, anche delle attivazioni dei gestori telefonici, della risoluzione dei problemi legati agli smartphone e delle configurazioni dei cellulari. Nel ‘98, Gianpaolo Capelli, titolare del negozio, decise di fare un importante ampliamento e dai 100 passò ai 300 metri quadrati con l’introduzione della vendita di tutti gli elettrodomestici, stufe, frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, asciugatrici, congelatori, ecc. Paolo Capelli, figlio di Gianpaolo, ricorda “In questi 25 anni abbiamo vissuto un’evoluzione incredibile nel settore telefonia, siamo passati dai primi rudimentali telefoni, pesanti e ingombranti Etacs alla nuova tecnologia GSM con la scheda sim integrata e poi

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Dal 1994 il boom dei telefonini

Capelli Videotecnica 25 anni di passione per la tecnologia Situato nell’abitato di Condino, nel cuore della Valle del Chiese e circondato dal verde di bellissime montagne, il negozio Capelli Videotecnica compie 25 anni e dal 1994 ha portato una ventata di tecnologia al nostro territo-

agli smartphone di ultima generazione che sono dei veri e propri computer, dalle mille funzioni e con schermi ad altissima definizione, da tenere in tasca e che fanno foto, video, lettore mp3 e che permettono di gestire i propri Social Network e usare la messaggistica di Whatsapp, Messenger e Instagram e gestire la propria attività commerciale o l’ufficio, inviando mail o

videochiamate”. Dal nome del negozio “Videotecnica” si evince anche un’altra, importantissima attività della ditta, ovvero le riprese video, infatti Paolo, da sempre appassionato di video, in tutti questi anni si è occupato anche di riprese professionali e montaggi di eventi, concerti, cerimonie, documentari, interviste e recentemente anche di cinema, a livello nazionale,

rio.La ditta Capelli è stata fondata a Bondone quasi 50 anni fa, ma poi, per motivi logistici, si è spostata in un nuovo negozio a Baitoni e nel ‘94 è stata aperta la filiale nell’ex sede della Cassa Rurale di Condino. effettuando le riprese dei back stage di film italiani e trasmettendo le riprese in streaming per alcuni eventi sportivi ai telegiornali. Nel 2016 Paolo Capelli ha creato anche il canale televisivo Cedis TV, trasmesso sulla piattaforma del Consorzio Elettrico di Storo e si occupa della realizzazione dei filmati, della messa in onda, e della programmazione. Il fondatore della Società,

Il Giro d’I

Gianpaolo Capelli, classe 1945, ora è in pensione e il figlio Paolo è il Responsabile del negozio e per il suo 25° Anniversario ha chiuso un accordo con Euronics ed è diventato Euronics Point soprattutto per dare più scelta di prodotti, per avere maggiori offerte, più assortimento e offrire ancora più tecnologia ai clienti della Valle del Chiese. Per i membri dello staff Capelli Videotecnica è importante che ogni cliente possa ritenersi soddisfatto dell’acquisto e anche per questo che si impegnano ogni giorno a ricevere i clienti in modo cortese, amichevole e son sempre disponibili ad aiutare prima e dopo la vendita. Sabato 7 dicembre, nel pomeriggio, ci sarà un rinfresco con intrattenimento musicale con la cantante Nicol Bertanzetti per festeggiare il 25°Anniversario del negozio. Siete tutti invitati a brindare con lo staff di Capelli Videotecnica!


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Economia

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L’incapacità dei governi di capire le migrazioni

Perché i popoli fuggono? di Marco Zulberti L’incapacità economica e l’illusione religiosa, presente in molti paesi emergenti, sottraggono ricchezze ai loro stessi popoli che poi li inducono alla fuga verso le forma della vita laica occidentale dove la scienza e la tecnologia permettono di vivere secondo principi “positivisti”, dove comunque sono presenti uno stato sociale e un welfare. Ma non fuggono solo i popoli oppressi. Fuggono anche i giovani greci, italiani e spagnoli. Fuggono dalle incapacità dei loro governi di amministrare l’economico e il sociale. Quando un popolo fugge, scegliendo l’ignoto, identificato spesso con un’immagine di benessere illusoria, quando una giovane madre scavalca un muro o quando attraversa una landa desolata, o attraversa un oceano, l’atto di accusa verso la classe politica originaria che l’amministrava, compresa quella religiosa, non viene colto e non emerge. Rimangono al loro posto continuando a far star male a chi resta. Oggi lo si vede ovunque. Nei paesi emergenti come Irak, Libano, Venezuela, Egitto, Tunisia ma anche in quelli evoluti come Cile, Brasile e ultimante anche in Spagna e la stessa Francia. Ma potremmo elencarne altri. Nessuna delle classi dirigenti e delle gerarchie religiose dei paesi in sofferenza

L’anniversario del 9 novembre 1989 dalla caduta del muro di Berlino apre uno squarcio sui drammi interni che la società occidentale sta vivendo dopo le illusioni del positivismo, del socialismo reale ed ora del liberismo economico, costretta ad affrontare anche i drammi degli altri popoli. Dopo aver visto gli ungheresi, i cecoslovacchi e infine i tedeschi scappare dall’est all’ovest, e gli italiani nello stesso periodo emigrare dal sud al nord,

si chiede “perché il nostro popolo fugge?”. Anche la nostra classe politica “democratica” e religiosa italiana, non si chiede perché i giovani italiani fuggono, perché le imprese delocalizzano, perché i pensionati scelgono di andare a vivere nei paesi a tassazione più bassa. Anche le osservazioni sui nostri giovani definiti come “sfaticati” e “incapaci”, fatta regolarmente dalla classe dirigente attuale sono da rigettare. Nessuno ha il coraggio di dire che è il to-

tale fallimento del nostro sistema scolastico orientato solo alla teoria. Il sistema duale tedesco che ha integrato quello della DDR, ad esempio, vede il 52% degli studenti scegliere a 14 anni la scuola nelle imprese dove entrano nell’officina, nella falegnameria, nel laboratorio e alla fine del percorso hanno un lavoro. Nessuno oggi in Italia ha il coraggio di dire che il carico assistenziale è insostenibile dal bilancio pubblico sovraccaricato di tasse a causa delle

oggi vediamo i popoli che fuggono dall’Asia, dall’Africa e dall’America Latina verso le aree occidentali dove i diritti civili, politici, di idee, sessuali, sono rispettati. Paradossalmente gli Stati Uniti e l’Europa, tanto criticati dalle forze politiche interne a tratti dal carattere autodistruttivo, vedi il caso di Taranto, rappresentano invece la meta ambita dai popoli oppressi in giro per il mondo.

enormi inefficienze che lo caratterizzano. Nessuno ha il coraggio di dire che il bilancio sanitario per la metà è spesa strumentale ed edile, mentre i tempi di attesa per una visita rimangono lunghi in ambito pubblico. Abbiamo un sistema sanitario appunto ”ippocrate” alla faccia del giuramento. Le classi al governo dei popoli che fuggono pertanto non si assumono nessuna responsabilità. Anzi li accusano, fino a scacciarli, bollandoli come oppositori, ne-

mici e idolatri, quando non li mettono al rogo. E poi spesso questi popoli dopo aver saltato i muri, attraversato i deserti e i mari, per fuggire all’ingiustizia ad accoglierli trovano le avanscoperte degli stessi politici e degli stessi religiosi che li reimprigionano negli schemi da cui erano fuggiti. La DDR sembra rimpiangere il comunismo che in quello stato chiuso su se stesso garantiva comunque un minimo a tutti. Ma quel minimo era un minimo importante. Un minimo che garantiva una vita stabile. Il comunismo dopo aver cancellato la naturale iniziativa privata dei singoli individui che ha mosso la storia umana nei secoli, saltando il muro è sprofondato nell’illusione liberista, che adesso lo spinge paradossalmente a destra. La stessa strada del nazismo che incapace di cogliere il limite di una economia fondata solo sull’industria delle armi, incolpava fantasmi e inventava untori finanziari ed economici. Su questo tema è stato fatto un importante intervento al Festival dell’Eco-

nomia a Trento quest’anno da parte del professor David Leiser: l’incomprensione economica invece che agire sul fronte della tassazione e della spesa, induce la classe politica a “inventare” nemici, nuovi colpevoli. Per questo oggi in Occidente si invocano i confini. Per l’incapacità della classe politica che non sa comprendere la profonda crisi degli stati nazionali troppo grandi perché tracciati sui vecchi regni monarchici. Francia, Italia, Spagna e Inghilterra soffrono di questo. E qui nasce la contraddizione. Ogni sistema di leggi ha infatti necessità di un perimetro geografico e di un sistema di controllo rappresentato dalle forze dell’ordine dove farlo rispettare. Se saltano i perimetri, se saltano le leggi e la capacità di farle rispettare i popoli non comprendo più dove fuggire. E si rivoltano. Si rinchiudono. Se il rispetto delle leggi e del controllo ha fatto del modello laico, dove la religione è limitata correttamente a un fatto privato, la sua stabilità, ammirata e oggi ambita dagli altri popoli, deve far comprendere come l’Occidente si deve riconoscere anche come un modello per le giovani generazioni stanche di seguire modelli politici e religiosi che mantengono un significato antropologico ma che non guardano al futuro a cui invece ambiscono i popoli del domani.

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Comunità delle Giudicarie

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Stagione Teatrale “Giudicarie a Teatro” 2019/2020

GIUDICARIE A TEATRO

2019 2020

Il teatro cibo per l’anima

Il teatro per la sua intrinseca sostanza è fra le arti la più idonea a parlare direttamete al cuore e alla sensibilità delle persone. Noi vorremmo che autorità e istituzioni si formassero questa precisa coscienza del teatro considerandolo come necessità colletiva, bisogno dei cittadini, come un servizio pubblico alla stregua di acquedotti e vigili del fuoco.” (Paolo Grossi”) Dopo il successo riscosso nelle scorse stagioni, anche quest’anno la Comunità delle Giudicarie insieme a ben 18 Comuni e con il contributo fondamentale della Provincia Autonoma di Trento e dei due BIM del Chiese e del Sarca, Mincio, Garda, ripropone una nuova stagione teatrale unica e coordinata per tutto il nostro territorio. Se intendiamo la cultura non come patrimonio di elite e accademie, ma come esperienza di crescita e trasformazione a cui tutti i cittadini devono avere diritto e possibilità di accesso, è necessario che anche nelle nostre valli si arricchiscano gli spazi culturali e si investa in occasioni che alimentino la conoscenza. La metafora dell’acquedotto è particolarmente immediata per rendere l’idea di una proposta culturale come elemento fondamentale che tiene in vita e fa fiorire una sensibilità e una percezione del mondo più ampia. Allora la cultura non è più soltanto bagaglio personale ma capacità di visione e trasformazione, possibilità di immaginare cambiamenti. Tra le varie forme d’arte il teatro è forse la più antica e moderna insieme: l’evento teatrale accade davanti ai nostri occhi

vieni a casa tua

vieni a teatro

come un piccolo miracolo, un condesato di vita. E’ un’arte tridimensionale che, in un presente sovraccarico di immagini da piccoli schermi, oggi può dare emozioni nuove rispetto al passato. Per dare a tutti i giudicariesi la possibilità di vivere l’esperienza teatrale, abbiamo scelto la formula di una stagione con vari appuntamenti distribuiti su tutto il territorio e abbiamo destinato parte delle risorse per una proposta specifica di spettacoli dedicati alle scuole. Il calendario degli appuntamenti è molto vario sia nei linguaggi che nei contenuti: spazia dal teatro di narrazione, alla piece comica, ai classici senza dimenticare il teatro di impegno civile e le proposte di teatro ragazzi dedicate ai bambini e alle famiglie. Un ringraziamento particolare oltre che a tutte le amministrazioni e istituzioni che sostengono il progetto, va al Coordinamento teatrale trentino che mette a disposizione la sua competenza ed esperienza professionale nell’organizzazione di Giudicarie a teatro. Michela Simoni Assessore Comunità delle Giudicarie

GIUDICARIE A TEATRO

vieni a casa tua

vieni a teatro

TEATRO DI LARIDO - BLEGGIO SUPERIORE

DOMENICA 1 DICEMBRE 2019 // ORE 17.30

Associazione Teatro per Caso e Compagnia Al et les Atrolobi

2019 2020

PALAZZO BERTELLI - SALA MULTIUSO CADERZONE TERME

SABATO 7 DICEMBRE 2019 // ORE 21.00

ZHORAN

Storie di zingari e violini

CINEMA TEATRO COMUNALE DI TIONE DI TRENTO

TEATRO COMUNALE DI GIUSTINO

TeatroE

Kosmocomico Teatro

GIOVEDÌ 5 DICEMBRE 2019 // ORE 21.00

CIÒ CHE NON SI PUÒ DIRE. IL RACCONTO DEL CERMIS SPETTACOLO FUORI ABBONAMENTO

TEATRO PARROCCHIALE DI SPIAZZO

Teatro Crest

Compagnia Teatro Binario 7

DOMENICA 15 DICEMBRE 2019 // ORE 17.30

Produzioni Impertinenti

LE SORELLE BONAMENTE

CINEMA TEATRO COMUNALE DI TIONE DI TRENTO

DOMENICA 8 DICEMBRE 2019 // ORE 17.30

PICCOLO PASSO

Storia di un’Ocarina pigra Il calendario è suscettibile di variazioni per cause di forza maggiore.

SABATO 21 DICEMBRE 2019 // ORE 21.00

BIANCANEVE, LA VERA STORIA

COSÌ TANTA BELLEZZA

CINEMA TEATRO PALADOLOMITI DI PINZOLO

SABATO 21 DICEMBRE 2019 // ORE 17.00

DOMENICA 22 DICEMBRE 2019 // ORE 21.00

FAVOLE AL TELEFONO

LE REGOLE PER VIVERE

PALESTRA CENTRO SCOLASTICO DI PIEVE DI BONO-PREZZO

Produzione Teatro Stabile di Verona con la partecipazione del Teatro Ambra Jovinelli

Fondazione Aida

LA RASSEGNA PROSEGUE FINO AL MESE DI MARZO CON MOLTI ALTRI APPUNTAMENTI!

Informazioni sul teatro e sul cinema in Trentino nel sito internet: www.trentinospettacoli.it

POTETE VISIONARE IL PROGRAMMA COMPLETO SUL SITO WWW.COMUNITADELLEGIUDICARIE.IT

ABBONAMENTO LIBERO 4 SPETTACOLI DI PROSA Ingresso unico € 30,00

INGRESSO BIGLIETTI SPETTACOLI DI PROSA Intero € 10,00 / Ridotto giovani fino ai 14 anni € 8,00

ABBONAMENTO LIBERO 4 SPETTACOLI TEATRO RAGAZZI Ingresso unico € 15,00

INGRESSO BIGLIETTI SPETTACOLI TEATRO RAGAZZI Ingresso unico € 5,00 Comune di Sella Giudicarie

Comune di Bleggio Superiore

Comune di Bondone

Comune di Borgo Chiese

Comune di Caderzone Terme

Comune di Carisolo

Comune di Fiavé

Comune di Giustino

Comune di Massimeno

Comune di Pieve di Bono Prezzo

Comune di Pinzolo

Comune di Porte di Rendena

Comune di San Lorenzo Dorsino

Comune di Spiazzo

Assessorati alla promozione culturale COMUNITÀ DELLE GIUDICARIE

CIRCUITO TEATRALE TRENTINO

LA RETE PROVINCIALE DELLO SPETTACOLO

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo

Direzione Generale per lo spettacolo dal vivo

Comune di Storo

Comune di Tione di Trento

Comune di Tre Ville

Comune di Valdaone


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Arte

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I cavalieri di Castel Romano, ambasciatori dell’arte giudicariese di Giacomo Bonazza Di quello stacco, che scongiurò ben altro destino al dipinto murale, tassello di un ciclo pittorico più articolato, è ancora oggi opportuno renderne particolarmente merito al ‘padre’ dello stesso museo diocesano, sorto nel 1903, don Vincenzo Casagrande, in quei tempi pure Conservatore per i monumenti del Trentino, sotto l’egida della Commissione Centrale ai Monumenti di Vienna. Quasi presagendo i venti di guerra che stavano affacciadosi minacciosi sul confine del Tirolo meridionale, in un brumoso febbraio del 1914, il solerte presbitero trentino, grande esperto della tutela dei beni storico-artistici, assieme al collaudatissimo pittore-restauratore moriano Antonio Mayer, con il beneplacido del conte Lodron, procedevano alla delicata rimozione dell’affresco ed il suo trasporto a Trento. Qualche mese dopo si avvia la tragedia che avrebbe fatto di quella terra di confine scempio, e non solo umano. Don Vincenzo Casagrande proseguirà la sua azione di “monuments man” ante litteram, come vice presidente dell’ “Opera di soccorso per le chiese rovinate dalla guerra - sezione trentina”, dal 1917 al 1932, contribuendo anche in territorio giudicariese a risanare le ferite inferte a gran parte del patrimonio artistico religioso. Il tema della guerra, di un’altra guerra, è pure soggetto dell’affresco di Castel Romano, stemperato nella sua crudezza, da una sorta di aulica idealizzazione legata al mondo cavalleresco e ai suoi modi improntati ai valori dell’onore e della fedeltà, ben riassunti figurativamente nei raffinati stilemi tardogotici della composizione, di probabile ascendenza lombarda, non esenti da timide aperture alla rivoluzione prospettica dell’arte rinascimentale. Il riferimento ad altre “battaglie” coeve, ben più celebri, diviene spontaneo se tieniamo buona la datazione di

A volte basta un frammento per schiudere un mondo intero, per far intuire la magnificenza di una visione, sottrattaci dal tempo e dall’incuria umana al pieno godimento. È il caso del magnifico lacerto di affresco, raffigurante una battaglia di cavalieri, staccato nel 1914 dalla “stuba”, ovvero dalla “camera picta” di Castel Romano, di lodroniana memoria, una delle più importanti testi-

monianze di pittura profana del Quattrocento trentino, che fa bella mostra di sé dall’alto del secondo piano del Museo Diocesano Tridentino, occupandone l’invitante vano scale; un vanto assoluto per tutti i giudicariesi che miglior reliquia non potevano esibire della loro storia artistica lunga e variegata nel capoluogo della loro provincia.

metà XV secolo per il ciclo chiesano, contemporaneo alla memorabile “Battaglia di Ponte Milvio” di Piero della Francesca facente pare delle “Storie della Vera Coce” in San Francesco ad Arezzo e alla “Battaglia di San Romano” di Paolo Uccello di poco anteriore. Dalle nostre parti le novità toscane arrivano con qualche ritardo: i Lodron non sono i Medici, anche se con

Crocifissione e le Storie dei santi Giustina e Cipriano, un originale mix tra secchezze espressionistiche e linearità più morbide e cortesi, indubbiamente tra i più bei brani pittorici delle Giudicarie. Per tornare alla nostra “battaglia”, se incerta è ancora oggi la sua decifrazione presso gli studiosi, se sia essa legata alle “Chansons de geste” francesi (poemi epici medievali) e la loro esaltazione dei valori feudali al servizio dei valori cristiani, identificando nel cavaliere con la corona un mitico Carlo, re dei Franchi, oppure direttamente ri-

foto 1 - Battaglia a Castel Romano foto 2 - Battaglia a Castel Romano foto 3 - Castel Romano

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Paride il Grande il casato assurge ad una rilevanza geopolica mai raggiunta prima, inserendosi da protagonista nel contenzioso storico fra le potenze dell’epoca, Repubblica di Venezia, Ducato di Milano, Sacro Romano Impero, Principato Vescovile di Trento, Contea del Tirolo, tutte rientranti, artisticamente parlando, nella estesa koinè (comunità, lingua comune)

continentale del gotico internazionale. La decorazione delle sale del maniero lodroniano sul dosso di Sant’Antonio, si colloca certamente dopo il fatidico 1439, l’anno della cruenta battaglia nei pressi del castello, “della più notevole che mai si combattesse in Valle del Chiese”( Padre Cipriano Gnesotti), che vede Paride, alleato della Serenissima, sbaragliare una coalizione

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anti-veneziana che cerca di impedirgli di scendere verso Brescia per portare aiuto alla città circondata dalle truppe viscontee e anno della morte dello stesso Paride. L’eredità di Paride viene raccolta dai figli Pietro e Giorgio, ricompensati lautamente da Venezia per i servigi offerti dal padre alla causa della Repubblica, ed insigniti del titolo comitale da parte dell’imperatore Federico III d’Asburgo proprio nel 1452, con la mediazione del cugino Giacomo Giovanni Lodron, a sua volta medico e consigliere dell’imperatore, che rinuncia

contemporaneamente ai propri diritti su Castel Romano, componendo così una sanguinosa faida familiare pluriennale. In questo clima di pacificazione la probabile trasformazione di Castel Romano da arcigna fortezza militare a sontuosa residenza nobiliare ed il relativo abbellimento degli spazi interni, come si conveniva nelle corti dell’epoca. Sono gli anni dell’intervento di maestranze lombardo-venete, sempre su mandato lodroniano, nell’ abside quattrocentesca della chiesa di Santa Giustina, ai piedi del castello, con la splendida e dolente

ferita all’ imperatore Federico III raffigurato con al fianco Giacomo Giovanni Lodron, di sicuro è palese l’ intento sublimatorio voluto dai committenti Lodron per riscattare attraverso quelle “nobili” immagini un passato non proprio glorioso. Marciano i cavalieri dentro i loro gusci d’acciaio, dopo aver lasciato l’accampamento, le lance ben dritte, i cavalli dalle bardature raffinate, “il campo fiorito della battaglia”: un affascinante racconto colorato intriso ancora oggi di misteriosa modernità.


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Compie di Marco Maestri

Una targa a Elda Sommadossi Gottardi

Trent’Sale

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Turismo

DICEMBRE 2019

Val Rendena: dal 16 novembre aperte le piste a Campiglio

Stagione sulle piste al via con tanta neve In programma un ricco calendario di eventi e l’8 gennaio arriva la 3Tre

Il 16 novembre, a Madonna di Campiglio, come sempre una delle prime stazioni sciistiche dell’arco alpino a presentarsi sulla scena dell’inverno, sono stati accessibili 12 chilometri di piste da sci, dai 2.500 m del Grostè ai 1.650 m di località Fortini. E sono stati in molti a non rinunciare alla prima sciata della stagione e a presentarsi di primo mattino alla partenza della telecabina. Soddisfazione, da parte di Funivie Madonna di Campiglio, per il debutto stagionale e il giorno di apertura. Bruno Felicetti, vicedirettore di Funivie Campiglio, ha fornito un bilancio del primo giorno sugli sci: “I primi ingressi sono stati 1.400 e i passaggi 16.000, con una media di 10 corse a testa effettuate da ogni sciatore. Numeri di tutto rispetto”. Da sabato 23 novembre sono stati aperti tutti i giorni piste e impianti del Grostè e anche dello Spinale ai quali, progressivamente, si sono aggiunti quelli delle altre aree campigliane mentre il 5 dicembre hanno aperto i battenti le aree di Pinzolo e Folgarida-Marilleva collegamenti compresi. Tutta la Skiarea Campiglio Dolomiti di Brenta Val di Sole Val Rendena, con i suoi oltre 150 km di piste, è dunque pronta per affrontare nelle migliori condizioni l’inverno 2019/2020. Aspettando la 3Tre. In un mondo degli sport invernali sempre più ampio e aperto a nuove frontiere, esistono appuntamenti che rappresentano agli occhi degli appassionati un vero e proprio simbolo. Uno di questi è la 3Tre di Madonna di Campiglio, lo slalom notturno della Coppa del Mondo Fis di sci alpino in programma mercoledì 8 gennaio 2020 (1ª manche alle 17.45, 2ª alle 20.45). Questa gara, giunta alla 66esima edizione, è stata la prima, in Italia, ad entrare nel calendario della Coppa del Mondo di sci iniziata nel 1967. L’8 gennaio Madonna

di Alberta Voltolini Una stagione coi fiocchi. Non la si ricordava, in tempi recenti, una così grande nevicata già a metà novembre. Metri di neve in quota, settanta e oltre i centimetri caduti in centro paese a Madonna di Campiglio e un paesaggio invernale da cartolina che ha regalato ai primi sciatori piste molto ben innevate in una cornice da fiaba. “Un ottimo auspicio per la stagione appena iniziata”, ha commentato il presidente dell’Azienda

per il Turismo Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena Tullio Serafini, ricordando che anche il calendario degli eventi invernali proporrà molte iniziative agli ospiti: dal prestigioso slalom di Coppa del Mondo di sci alpino l’8 gennaio alle finali di Coppa del Mondo di sci alpinismo all’inizio di aprile fino alle iniziative più divertenti come la festa di Capodanno, gli appuntamenti con Trentino Skisunrise e Campiglio Sunsetski e il Carnevale Asburgico di fine febbraio, per citarne alcuni. to, affronteranno i pendii da brivido della pista nera Tulot Audi quattro mentre tra il 23 e il 26 gennaio, con arrivo e partenza a Madonna di Campiglio, ci sarà la Winter Marathon. Dal 31 gennaio al 2 febbraio il mondo Audi sarà protagonista del calendario eventi con Audi quattro Ski Cup, gara amatoriale di slalom gigante durante la quale si rivive l’atmosfera di competizione e divertimento che caratterizza lo slalom di Coppa del Mondo.

di Campiglio si vestirà a festa per lo spettacolo sul mitico Canalone Miramonti, uno dei templi mondiali dello slalom che si cala nel cuore della località. Un teatro naturale che ogni anno si riempie di entusiasmo e di un pubblico di 20.000 persone. Una volta in più, sull’inconfondibile pista che guarda in faccia le Dolomiti di Brenta, si sfideranno tutti i più forti atleti nello slalom. Non ci

sarà Marcel Hirscher, che dopo 8 coppe del mondo generali (e due allori sulla 3Tre) ha deciso di mettere fine ad una carriera senza paragoni, ma il parterre degli aspiranti nuovi re rimane straordinario: da Henrik Kristoffersen, il norvegese già due volte vincitore a Campiglio, al campione uscente Daniel Yule fino al nuovo talento emergente, il francese Clement Noel.

I top events. Numerosi gli eventi rivolti agli ospiti durante tutto l’arco dell’inverno. A Capodanno i festeggiamenti saranno a suon di musica in piazza Sissi a Campiglio con la festa che da alcuni anni accompagna il passaggio al nuovo anno mentre il primo gennaio sarà da tenere d’occhio la Fiaccolata con i maestri e le scuole di sci e snowboard sul Canalone Miramonti. Si prosegue, il 18 gennaio, a Pinzolo, con la Tulot Vertical Up, gara internazionale per i migliori skyrunner e sci alpinisti che, dal basso verso l’al-

Per chi preferisce l’atmosfera del tramonto, ci sarà Campiglio Sunset Ski: quattro appuntamenti nei rifugi sulle piste tra musica e aperitivi mentre il tramonto colora di rosa le Dolomiti di Brenta (6 e 20 febbraio, 5 e 12 marzo). Luci e location romantiche anche per il Trentino Ski Sunrise (25 gennaio, 1, 15 e 29 febbraio): incontro all’alba per un’inedita sciata seguita da una prelibata colazione con i prodotti tipici trentini. Dal 13 al 16 febbraio si brinderà con Trentodoc sulle Dolomiti, l’iniziativa che coinvolge i bar e i ristoranti di maggior

qualità di Campiglio per promuovere le bollicine di montagna, ovvero lo spumante trentino realizzato seguendo il metodo classico. Il Carnevale Asburgico entrerà in scena dal 24 al 28 febbraio con una settimana di eventi e finale con il Gran ballo dell’imperatore nello storico Salone Hofer. Si ritornerà a parlare di gusto il 14 (rifugio malga Cioca, Pinzolo), 21 (ristorante Ritorto, Madonna di Campiglio) e 28 marzo (ristorante Cascina Zeledria, Madonna di Campiglio), con Slow Food tra le Dolomiti, tre appuntamenti enogastronomici per conoscere formaggi e carni del nuovo presidio Slow Food Razza Rendena attraverso l’esperienza diretta dei produttori. Infine, per il terzo anno consecutivo, dal 2 al 5 aprile 2020, Madonna di Campiglio ospiterà le finali della Ismf World Cup, tappa conclusiva della Coppa del Mondo di sci alpinismo. A chiudere la stagione della neve, come ogni anno, sarà il Trofeo Super Grostè (18-19 aprile 2020) con gare di sci e snowboard per atleti, sportivi, ospiti e residenti che potranno dire arrivederci al prossimo anno con la grande festa finale sulle piste da sci della Skiarea Campiglio. In primavera, arriva il Giro. È appena passato un lustro, da quando Madonna di Campiglio e Pinzolo si sono colorate di rosa, che il Giro d’Italia è già pronto a ritornare in Val Rendena, ai piedi delle Dolomiti di Brenta. Lo farà il 27 maggio 2020 con l’arrivo di tappa Bassano del Grappa-Madonna di Campiglio e il giorno seguente, il 28 maggio, con la partenza della tappa Pinzolo-Laghi di Cancano. L’annuncio ufficiale, dopo i rumors e le anticipazioni dei giorni precedenti, è stato dato il 23 ottobre presso gli studi Rai di Milano nella presentazione annuale dell’attesissimo evento sportivo.


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17.45 Canalone Miramonti a

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1 Manche Slalom Maschile di Coppa del Mondo 20.45 Canalone Miramonti a

2 Manche


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Parco

DICEMBRE 2019 Visione positiva, ma il 40% dei residenti non ha mai partecipato alle iniziative

Parco Naturale Adamello-Brenta: l’opinione dei residenti e turisti L’obiettivo principale è stato quello di comprendere il livello di sostegno sociale che residenti e turisti sarebbero disposti a concedere all’Ente Parco. Il ruolo e gli interessi di entrambi i gruppi sono naturalmente diversi, quindi prendere in considerazione entrambe le visioni ha arricchito l’analisi. Per quanto riguarda la popolazione locale, i dati sono stati raccolti tramite un sondaggio online condiviso tra i residenti dei 17 Comuni Giudicariesi i cui territori sono compresi nel Parco (Bocenago, Caderzone Terme, Carisolo, Comano Terme, Giustino, Massimeno, Pelugo, Pinzolo, Porte di Rendena, San Lorenzo-Dorsino, Sella Giudicarie, Spiazzo Rendena, Stenico, Strembo, Tione di Trento, Tre Ville e Valdaone). Sono stati raccolti circa 320 moduli validi, in un periodo compreso tra aprile e maggio 2019. Diversamente, nel corso dell’estate 2019 è stato somministrato personalmente un questionario ai turisti del Parco Naturale Adamello Brenta nei punti di accesso alle valli, raccogliendo 300 formulari. Le aree maggiormente coinvolte sono state Vallesinella, Val Genova e la Val Brenta. I due campioni sono stati attentamente analizzati e comparati utilizzando alcune metodologie e tecniche statistiche, raccogliendo preziosi risultati. Il suddetto progetto di ricerca ha mostrato dei risultati piuttosto positivi nella relazione esistente tra residenti e il sito naturale. La comunità locale associa la presenza del Parco principalmente alla protezione dell’ambiente e alla realizzazione di opere

di Elena Ballardini

La problematica riguardante la complessa interazione tra esseri umani e aree protette sta progressivamente assumendo rilevanza, grazie al crescente interesse collettivo nei confronti di argomenti come la protezione della natura. In particolare, la tematica ha dato lo spunto per analizzare le percezioni e le attitudini delle comunità locali e dei turisti per il corretto mantenimento del territorio. I residenti hanno il vantaggio di essere vicini all’area del parco e quindi hanno la possibilità di stabilire un’interazione più stretta con il sito naturale. Il senso di attaccamento al luogo è generalmente elevato, ma ciò non si traduce automaticamente in visioni favorevoli. Infatti, percezioni e attitudini hanno molte discriminanti, tra cui la consapevolezza del territorio, la conoscenza dell’area, l’educazione ambientale, il coinvolgimento, il giudizio personale su questioni rilevanti e l’accettazione dei divieti. Da ciò deriva che gli abitanti conoscono in maniera piuttosto approfondita il territorio del sito naturale (ad esempio i confini e le principali località) e le principali regole di comportamento, mentre spesso non hanno una conoscenza sufficiente riguardo all’ istituzione del Parco e alle pubblicazioni scientifiche curate dall’Ente. Purtroppo, un lato negativo è lo scarso coinvolgimento nelle attività ed iniziative: il 40% dei residenti ha dichiarato di non aver mai preso parte a delle serate informative e il 20% di non aver mai visitato un Centro Visitatori. Tuttavia, i residenti sembrano mostrare interesse per le newsletter e la rivista del Parco. Il grado di soddisfazione per le iniziative è relativamente basso, ma è

stato dimostrato che quando i residenti partecipano alle attività ricreative organizzate durante la stagione estiva, maggiore è la loro soddisfazione. Oltre a ciò, molti abitanti pensano che la presenza del Parco sia positivamente correlata allo sviluppo del turismo e che essa svolga un ruolo fondamentale nell’attrarre più turisti. Conseguentemente, la soddisfazione della comunità locale per lo sviluppo del turismo aumenterà se il Parco gestirà il fenomeno turistico i maniera più sostenibile. Molti residenti conoscono il logo di qualità ambientale chiamato “Qualità Parco”, e la maggior parte pensa che il Parco dovrebbe pubblicizzare maggiormente le sue attività, eventi e iniziative. Qualcuno sostiene che le tariffe di parcheggio nelle valli siano troppo elevate, anche se i locali ricevono uno sconto sul prezzo intero. Alla comunità locale è stato chiesto se avesse riscontrato vincoli o divieti

nei confronti del Parco Naturale Adamello Brenta; i punti che vengono approfonditi nello studio della mia tesi di laurea sono la consapevolezza di trovarsi in un sito naturale, la concezione, soddisfazione e coinvolgimento per le attività del Parco e l’accettazione di alcuni limiti, oltre che a giudizi generali riguardo a questioni critiche.

che non hanno permesso di fare o completare un’attività. Il 56.4% ha risposto in modo negativo, ma una percentuale considerevole ha dichiarato il contrario. Inoltre, rispettivamente il 58.3% e il 50.3% sono favorevoli ad aumentare i controlli per garantire una maggiore protezione ambientale e per assicurare un maggior rispetto delle regole, ma si rileva una percentuale elevata che è contraria ad un aumento dei divieti. In aggiunta, esiste una relazione statisticamente significativa tra aver trovato alcune restrizioni in passato e la volontà di accettare ulteriori limitazioni in futuro. Parlando di limiti, agli intervistati è stato chiesto di indicare quanto si sentano limitati dalla presenza dell’orso: le risposte sono distribuite in pari percentuale fra gli estremi di chi dichiara di non essere limitato per niente e chi invece si sente estremamente limitato, confermando la presenza di opinioni radicalmente diverse. Un’ulte-

riore domanda indaga se il Progetto Life Ursus sia uno strumento utile per la conservazione della biodiversità nel territorio del Parco. In particolare, il 27.9% ha risposto “assolutamente no” e il 13.5% “assolutamente sì” confermando anche in questo caso una radicale diversità di opinioni. Per quanto riguarda i turisti, è interessante analizzare quali opinioni i visitatori hanno sulle responsabilità primarie del Parco. In questo caso, la promozione di una forma di turismo sostenibile appare come la più importante. Nel campione, i turisti provengono principalmente dall’Italia (in particolare, dalle regioni settentrionali) e la maggioranza assoluta (93,69%) è consapevole di trovarsi nell’area del Parco Naturale Adamello Brenta. Inoltre, ai partecipanti è stato chiesto di esprimere come abbiano scoperto l’esistenza del Parco; i principali canali di promozione sembrano essere il passaparola e le strutture ricettive locali. Il visitatore tipico del Parco è un visitatore abituale ed è piuttosto coinvolto nelle attività organizzate dal Parco; in particolare, uno su due ha utilizzato i servizi di mobilità sostenibile forniti nelle valli. Contrariamente ai residenti, il livello di soddisfazione per le iniziative e gli eventi è un punto più alto e il coinvolgimento personale sembra essere generalmente positivo.

Per quanto riguarda il grado di conservazione ambientale del Parco Naturale Adamello Brenta, entrambi i gruppi sono unanimi nell’affermare che la qualità ambientale sia buona; è interessante notare che la valutazione dei turisti sia relativamente più alta, forse perché sono abituati a vedere la zona con occhi diversi. Per quanto riguarda l’orso, la differenza sta nelle opinioni che hanno riguardo all’efficacia del “Progetto Life Ursus”: i turisti sono più predisposti a pensare che la reintroduzione dell’orso aiuti a salvaguardare la biodiversità del Parco rispetto alla comunità locale. Inoltre, l’orso segna in modo indelebile l’immaginazione collettiva, fino a diventare l’animale simbolo del Parco. Qualcuno può sentirsi limitato dalla sua presenza, ma la visione di entrambi i gruppi è quasi in linea. In conclusione, sarei grata se questa tesi di ricerca, inserita nell’ambito della mia tesi di laurea in Management del Turismo Sport ed Eventi, presso la Libera Università di Bolzano, Facoltà di Economia - Professoressa Linda Osti, potesse contribuire ad accrescere il coinvolgimento dei cittadini nella definizione di politiche di sviluppo condivise per un’area di eccezionale valore ambientale come il Parco AdamelloBrenta. Ringrazio gli amministratori e i dipendenti del Parco per avermi supportato in questo studio e condiviso utili relazioni e informazioni. Un grazie anche a tutti i residenti e turisti che hanno compilato i questionari perché, senza di loro, sarebbe stato impossibile completare la mia tesi.

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Cooperando Dottor Punzi, può spiegarci come si è articolato il percorso e che metodo avete utilizzato? Il percorso, promosso dalla Fondazione don Lorenzo Guetti e co-finanziato dal Piano Giovani di Zona delle Giudicarie Esteriori, si è articolato in quattro incontri serali e un weekend, in cui anche i figli, di età compresa tra 2 e 18 anni, sono stati coinvolti. Il percorso ha utilizzato una metodologia laboratoriale cooperativa e di partecipazione attiva. Proprio per questo non c’erano argomenti predefiniti: sono stati gli stessi partecipanti a individuarli, partendo dai propri bisogni genitoriali e relazionali. Gli argomenti scelti sono stati il passaggio dal figlio ideale al figlio reale, la potenza educativa dello sguardo, diventare capaci di dare parola a sentimenti e emozioni, la preadolescenza e l’adolescenza, rileggere la propria storia di figlio/a, il ruolo materno e quello paterno, la valenza educativa della comunità. Il metodo utilizzato costituisce il vero contenuto del percorso, la sua novità. I presupposti che lo fondano sono questi. Primo: la vita non passa attraverso i concetti né attraverso le ricette (ammesso che esistano) dei cosiddetti “esperti”. La vera forza vitale che ci nutre si sprigiona solo all’interno di relazioni, nelle trame comunitarie. Secondo: l’atteggiamento educativo efficace è quello che riesce a tenere insieme almeno quattro dimensioni: la cura dei propri figli, la cura della propria famiglia, la cura della propria

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Un percorso di formazione con la Fondazione Don Guetti e Iganzio Punzi

Famiglie in campo: semi di comunità di Alberto Carli

La Fondazione Don Lorenzo Guetti ha proposto un percorso di formazione, concluso a fine ottobre scorso, che ha riguardato lo scambio di testimonianze genitoriali e di buone pratiche relazionali in ambito educativo. Il percorso è stato coordinato interiorità, la cura della propria comunità. Terzo: il vero soggetto educante è la comunità. Una comunità che educa efficacemente è costituita da persone e famiglie che si raccontano e che si scambiano beni immateriali e beni relazionali. Persone che osano uscire dalle proprie individualità autosufficienti per andare a costituire luoghi di incontro, di fiducia, di dialogo aperto e profondo, di festa e convivialità, di vera umanità e sostegno reciproco. Come hanno reagito i partecipanti? Sono emblematiche le testimonianza che hanno riferito alcuni papà (inizialmente restii a partecipare a questa tipologia di percorsi) nell’incontro con-

clusivo: “Questa sera avevo proprio voglia di venire, significa che mi sono trovato bene! E non pensavo. Mi ha fatto piacere il clima che si è creato nel gruppo. Ho condiviso cose profonde con persone che già conoscevo, ma con le quali avevamo avuto sempre rapporti superficiali. Mi è molto piaciuto lo stile di conduzione.” “Sono contento che siamo riusciti a partecipare come coppia. Il gruppo mi è piaciuto molto e il percorso mi ha fatto crescere. Ho capito cose che ora sto cercando di mettere in pratica.” “Ho sfruttato la giornata con i figli per andare al nocciolo di questioni importanti. Da anni avevo voglia di farlo! Do-

da Ignazio Punzi, psicoterapeuta familiare, psicologo di comunità, formatore e presidente dell’Associazione “L’aratro e la stella”. Gli incontri sono stati ospitati al Centro Pastorale della Parrocchia di Santa Croce del Bleggio. vremmo continuare.” “Sono andato via dall’incontro con i figli con la voglia di ascoltarli di più. È un percorso da portare avanti.” “Ho partecipato solo agli ultimi due incontri, mi è piaciuto molto. Credo di aver recuperato qualche posizione con i figli. Ora mi ascoltano di più. Questi incontri mi hanno aiutato a riflettere, mi sono accorto che prima reagivo agivo molto più d’istinto. Mi piacerebbero altri incontri con tutta la famiglia intera” Quanto è importante la partecipazione della coppia a incontri di questo tipo? Visti i presupposti di cui ho parlato prima, la partecipazione ideale è sempre quella

che comprende la presenza di entrambi i genitori. Per diversi motivi. L’educazione è compito di tutti, non ci sono deleghe. È necessario costruire una coerenza educativa tra genitori. Percorsi simili, con una metodologia interattiva e di co-costruzione, costringe la coppia genitoriale a dialogare tra loro e a mettersi in un atteggiamento di confronto con le altre famiglie. Le consapevolezze acquisite è bene che diventino patrimonio comune, altrimenti si corre il rischio di creare ulteriori distanze tra genitori. Quali sono le principali sfide educative oggi? Oggi siamo di fronte a enormi cambiamenti epocali. Questi

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cambiamenti comportano sfide nuove per la politica, per la cultura, per le comunità, per le religioni, per la scuola, per le famiglie. L’educazione dei nostri ragazzi, ovviamente, non è immune da questi cambiamenti. Personalmente sono convinto che la sfida più grossa risieda nell’interpretare questi cambiamenti dando risposte adattative positive, evolutivamente efficaci. Nella storia dell’umanità ogni cambiamento epocale è stato accompagnato da una reazione umanamente comprensibile ma rischiosissima: la paura dell’altro, la paura del futuro. Oggi le comunità, la politica, le famiglie, e tutte le agenzie educative (scuola, chiesa, sport) devono seriamente interrogarsi se sono capaci di infondere alle nuove generazioni sentimenti di apertura e di fiducia. Quale il rischio maggiore? Quello di rinchiuderci nelle nostre sicurezze, di difenderci dall’altro, di rifugiarci in un individualismo che è portatore solo di morte. La paura ha il fiato corto! I figli cresciuti nella paura del mondo, dell’altro, del futuro, saranno inevitabilmente più disadattati di coloro educati, invece, alla fiducia, all’incontro, all’esplorazione, al viaggio. Per questo c’è necessità di costruire alleanze educative, come si è fatta carico la Fondazione don Lorenzo Guetti, anche per interpretare e dare risposte condivise e inedite alle sfide contemporanee.

ROBERTO E DANIELA | ANGELO - ROBERTO - DENNIS - FRANCO - PAOLO - CLAUDIO - STEFANO - ALESSANDRO


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Scuola

Le voci dei nostriDICEMBRE studenti pag. 2019

L’impegno sociale, le esperienze scolastiche

Noi giovani e la nostra visione del mondo

uesto numero il “Giornale delle Giudicarie” riserva ogni mese una sua intera pagina al buto degli studenti dell’Istituto “Lorenzo Guetti”, dando loro spazio e voce. La Riprende con questo numero, dopo nella Moratelli che con eccezionale one e tutta la redazione del Giornale attribuiscono molta importanza all’apporto di la pausa estiva e gli impegni per la disponibilità, entusiasmo e capacità mazioni, conoscenze, riflessioni e proposte che essi potranno offrire. Vi è nell’Istituto ripresa dell’anno scolastico, il conmotiva cezionale ricchezza di giovani menti che, contando su uno straordinario corpo gli studenti e ne coordina il nti, può esprimere, con conoscenza e creatività, importantida riflessioni utili per di programmazione e redatributo al nostro Giornale partee ideelavoro a comunità giudicariese, e oltre. degli studenti dell’Istituto Guetti di zione di ogni pagina. Alla luce del gli studenti – che lasceremo riposare nel periodo estivo – potrà essere un utile Tione. Un contributo per noi molto riscontro avuto fra i nostri lettori izio per sentirsi maggiormente partecipi e protagonisti della vita culturale e importante, persapranno il quale ringraziaquesta iniziativa, esamineremo economica della loro terra, sulla quale pure far riflettere i raggi su di quegli mo gli studenti e la dirigenza, che prossimamante l’opportunità di onti europei e internazionali più ampi verso i quali desiderano proiettare il proprio . L’iniziativa potrà contribuire al’avvio realizzare un raccordoa fra dare la stessaspazio a ulteriori realtà eduha pure agevolato e ulteriore continua

sostenere con convinzione tale esperienza. La direzione e la redazione del Giornale esprime un particolare ringraziamento alla prof. Anto-

In foto da sinistra: Sara Nicolini, Alessia Chinetti, Anna Floriani, Susanna Vaia, Alba Pellizzari, prof. Antonella Moratelli, Alice Corradi, Matilde Armani.

cative e formative delle Giudicarie, anche per favorire un rapporo funzionale con il mondo socioeconomico del territorio. (p.m)

Quaranta pannelli per immedesimarsi nei profughi

In fuga dalla Siria, una mostra per studenti più consapevoli Nei giorni dal 14 al 18 ottobre, l’istituto Guetti ha ospitato la mostra “In fuga dalla Siria” ideata dall’associazione “Granello di Senapa”, allestita e presentata dagli alunni delle classi quarte del liceo delle scienze umane e scientifico. I ragazzi promotori dell’iniziativa hanno accolto circa 300 compagni di ben 17 classi tra quarte e quinte, ma solo dopo aver seguito un percorso di preparazione che comprendeva anche un’uscita a Rovereto per provare in anteprima questa mostra. Si tratta di un metodo alternativo, scelto dal curatore, il

professore Cristian Mosca, per affrontare e sensibilizzare i giovani sulla tematica delle migrazioni, ma anche per tentare di estirpare dalle menti pregiudizi e pensieri razzisti purtroppo sempre più diffusi. I quaranta pannelli sono stati pensati per far calare il visitatore nei panni del profugo, soffermandosi sulle continue difficoltà che egli deve affrontare quotidianamente. La visita si apriva con la proiezione di un video della città siriana di Homs distrutta dai bombardamenti. Gli studenti sono obbligati dunque a fuggire dotati di

una nuova identità, rappresentata da un passaporto, e di 10.000 dollari in contanti. Prima della partenza ogni partecipante in cinque secondi deve appropriarsi

di beni materiali necessari per il viaggio. Decisione dopo decisione, tappa dopo tappa tutti con un obiettivo comune: la salvezza. Ragazzi costretti a fare i conti con

trafficanti di uomini, inumani banchi dei pegni (ricatti come prostituzione, sequestri, schiavismo, abbandono dei propri figli, torture, estrazione di organi) e a versare ingenti somme di denaro per passare al pannello successivo. Il percorso interattivo si concludeva con la lettura delle vere testimonianze di profughi che corrispondevano alle diverse identità. Per collegare maggiormente la problematica alla nostra realtà Flavia Frigotto, assessore del comune di Caderzone Terme che ha accolto una famiglia di profughi siriani in

un appartamento del luogo, si occupava nell’ora successiva di dare sfogo alle riflessioni emerse focalizzandosi sul quesito: “Ieri noi, oggi loro, domani chi?” ed utilizzando come incipit iniziale il cortometraggio realizzato nel 2015 da ex studenti del Guetti “La trincea dell’anima” riguardante la prima Guerra Mondiale e i profughi giudicariesi. Insomma, un’iniziativa davanti alla quale è impossibile rimanere impassibili, di fronte a certi racconti necessariamente qualcosa in ognuno cambia. Matilde Armani

L’approfondimento

Pensioni, capirci qualcosa oltre gli slogan

ALLE PAGINE 12 E 13

Arte

Raffaele Franzoi, la magia del bulino - Lego

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Scuola

DICEMBRE 2019 - pag.

Anche la quinta a indirizzo turistico del “Guetti” alla manifestazione di Confesercenti

Il futuro del turismo passa per i cambiamenti climatici Anche la quinta a indirizzo turistico del “Guetti” alla manifestazione di Confesercenti

Il futuro del turismo passa per i cambiamenti climatici di Vittoria Sartori

Il 24 settembre, gli studenti della 5° classe dell’indirizzo turistico del Guetti hanno partecipato alla sessione inaugurale della Borsa del Turismo Montano, manifestazione promossa da Confesercenti che affronta le tematiche più attuali del settore. Il tema era: “Territori resilienti per un turismo duraturo”. In questi anni i territori di montagna sono chiamati a ripensare in maniera profonda la loro offerta turistica. C’è un cambiamento in atto che non ha uguali; è necessario quindi non affrontare queste tematiche in maniera episodica, ma fare sistema, interessando tutti i soggetti coinvolti. L’assessore al Turismo della Provincia Roberto Failoni ha sottolineato come il turismo sia fondamentale per la nostra economia. È poi intervenuto Roberto Barbiero, funzionario dell’Osservatorio Trentino sul clima, che, nella sua relazione, ha confermato dati alquanto allarmanti sui cambiamenti climatici. In Trentino si prospetta un aumento di 2-3°C con ondate di calore estivo, un calo della precipitazione annua, ed una ridistribuzione delle piogge. Sicuramente sarà necessario adottare delle strategie di mitigazione e adattamento, consapevoli che le politiche di difesa del clima non siano una perdita economica, ma un investimento per il futuro che produrrà più

lavoro, più benessere e migliori condizioni Matteo Bonazza, libero professionista, ha di vita. Interessante anche l’intervento di parlato poi delle pratiche per il rilancio delUmberto Martini, docente dell’Università l’impresa turistica; con internet è cambiato Ildi 24 Trento, settembre, studenti della 5° classe del Guetti al hanno partecipato sessione inaugurale sugliun nuovo patto tra dell’indirizzo Ambienteturistico l’approccio mercato, ma alla resta la difficoldella Borsa del Turismo Montano, manifestazione promossa da Confesercenti che affronta le tematiche più attuali e Turismo. Loera: sviluppo non è duraturo”. tà di reperire collaboratori per “Territorisostenibile resilienti per un turismo In questi anni i territoricompetenti, di montagna sono del settore. Il tema statico,a ripensare ma dinamico implicala loro un offerta cam- turistica. dare C'è agliunimprenditori respiro chiamati in manierae profonda cambiamento inun atto che nongestionale ha uguali; è necessario quindi affrontare queste tematiche in maniera episodica,Concludendo, ma fare sistema, interessando tutti i posoggetti biamento deinon bisogni dell’uomo. Ciò che migliore. è stato molto coinvolti. L'assessore al Turismo della Provincia Roberto Failoni ha sottolineato come il turismo sia fondamentale per è certo è che la montagna ha bisogno del sitivo osservare quante persone sviluppino la nostra economia. ma non deve copiare modelli che iniziative alsul fine di che, cambiare nostrohafuÈturismo, poi intervenuto Roberto Barbiero, funzionario dell'Osservatorio Trentino clima, nella sua il relazione, non le appartengono e, ove necessario, sa-climatici. turoIneTrentino , di conseguenza, nostrodiambiente confermato dati alquanto allarmanti sui cambiamenti si prospetta unilaumento 2-3°C con ondate di calore estivo, un calo della precipitazione annua, ed una ridistribuzione Sicuramente sarà per applicare il concetto di limite. La sfida contando, anche,delle sui piogge. giovani. E in questo necessario adottare delle strategie di mitigazione e adattamento, consapevoli che le politiche di difesa del clima non è quella di lavorare per creare un equilibrio processo di cambiamento siamo ora entrati siano una perdita economica, ma un investimento per il futuro che produrrà più lavoro, più benessere e migliori tra le risorse e lel’intervento risorse natuanche noidocente più consapevolmente. condizioni di vita. economiche Interessante anche di Umberto Martini, dell’Università di Trento, su un nuovo rali-culturali. patto tra Ambiente e Turismo. Lo sviluppo sostenibile non èVittoria statico, maSartori dinamico e implica un cambiamento dei bisogni dell’uomo. Ciò che è certo è che la montagna ha bisogno del turismo, ma non deve copiare modelli che non le appartengono e, ove necessario, saper applicare il concetto di limite. La sfida è quella di lavorare per creare un equilibrio tra le risorse economiche e le risorse naturali-culturali. Matteo Bonazza, libero professionista, ha parlato poi delle pratiche per il rilancio dell’impresa turistica; con internet è cambiato l’approccio al mercato, ma resta la difficoltà di reperire collaboratori competenti, per dare agli imprenditori un respiro gestionale migliore. Concludendo, è stato molto positivo osservare quante persone sviluppino iniziative al fine di cambiare il nostro futuro e , di conseguenza, il nostro ambiente contando, anche, sui giovani. E in questo processo di cambiamento siamo ora entrati anche noi più consapevolmente.

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Studenti digitali, l’esperienza di Futura Assisi Si è svolta dal 9 all’11 ottobre la tre giorni di Futura Assisi, il cammino culturale verso l’innovazione tecnologica e sostenibile. Partecipare al progetto Futura Assisi è stata sicuramente una delle esperienze migliori che questa scuola mi abbia offerto. Insieme ad altri cinque ragazzi del Guetti, provenienti dalle classi quarte di indirizzi diversi, abbiamo partecipato al progetto organizzato dal Miur che ha coinvolto 11 scuole da altrettante regioni e che rientra nella piattaforma Futura Italia dedicata alla scuola digitale. In questi 3 giorni, divisi in gruppi, abbiamo cercato di trovare delle soluzioni a diversi problemi legati al turismo in generale: dalle barriere architettoniche, all’inquinamento, abbiamo cercato di fare del nostro meglio per proporre soluzioni realizzabili. Dato che ogni membro del gruppo proveniva da una regione e da un indirizzo scolastico diverso, ognuno è stato chiamato a mettere in gioco sia se stesso come persona sia le proprie competenze scolastiche. Trovo che questa iniziativa sia stata molto utile per aprire gli occhi sul resto di Italia e farsi un’idea di quali siano i problemi attuali; inoltre si sono strette amicizie con persone che altrimenti non avremmo mai avuto modo di conoscere e abbiamo anche visitato la meravigliosa città di Assisi. Alice Corradi


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Attualità

DICEMBRE 2019

Primo fra tutti ad accettare è stato il comune di Rivarolo Canavese in provincia di Torino nominando Lara Schialvino come prima Assessora alla Gentilezza. Tale assessorato avrà il compito di “promuove[re] valori e pratiche positive, per favorire il benessere e la crescita sociale, contribuendo a creare il futuro in cui vivranno i bambini di oggi; occupandosi inoltre della buona educazione, del rispetto verso il prossimo e la cosa pubblica, del prendersi cura di chi soffre […] o è in difficoltà […], ad accrescere lo spirito di Comunità, oltre che favorire l’unità, a coinvolgere i propri concittadini e le associazioni in iniziative di cittadinanza attiva per il bene comune” come riporta l’Associazione Cor et Amor sulla sua pagina web ufficiale Sos Gentilezza. Torniamo però in Trentino, nel Comune di Carisolo, con Monica Maestri, 33 anni, attiva professionalmente al Parco Nazionale Adamello Brenta nel settore della Ricerca scientifica e dell’Educazione ambientale e giovane consigliera comunale con delega alle foreste. Il 5 novembre le viene assegnata una delega aggiuntiva dal sindaco di Carisolo Arturo Povinelli, che accoglie la proposta fatta dalle Associazioni: «Quando il mio sindaco ha deciso di delegare me non conoscevo ancora questa figura, mi sono documentata e il giorno dopo ovviamente

Carisolo. Monica Maestri, assessora alla gentilezza È la seconda ad assumere questa delega in Trentino di Francesca Cristoforetti «Per me anche un semplice “ciao”, un saluto o un “come stai” fa la differenza. Mi piace essere cortese, è mia abitudine essere così e spero di poterlo essere sempre», dice la 44esima Assessora alla Gentilezza Monica Maestri, consigliera trentina di Carisolo a cui è stata affidata tale delega. Sì, perché anche la gentisono andata a firmare. Molto felice e anche sorpresa se vogliamo. Ci tengo a dire che per me è stata una cosa bellissima, non me l’aspettavo assolutamente» spiega Monica Maestri. L’idea promossa dalle due associazioni nasce però dalla volontà dei più piccoli: «Quest’idea è nata da alcuni bambini che si sono rivolti al proprio Comune sostenendo la necessità di individuare una figura con ruolo di “gentilezza”. Il Comune ha delegato questa prima persona in tutta Italia e così è nato l’Assessore alla Gentilezza. In Trentino siamo due, ma in Italia arriviamo a superare i 60» dice l’Assessora. A settembre infatti è stata affidata

questa carica alla consigliera comunale Rosanna Frizzi a Cimone, in provincia di Trento, nominata dal sinda-

lezza è stata istituzionalizzata, grazie ad una proposta partita inizialmente dall’Associazione Cor et Amor alle amministrazioni locali della Provincia di Torino dopo le elezioni amministrative del 26 maggio 2019, e dopo settembre estesa a tutti i Comuni italiani grazie anche al supporto del Movimento Mezzopieno.

co Damiano Bisesti; in Italia invece si contano già ben 65 Assessori alla Gentilezza. Che requisiti dovrebbe ave-

re un “assessore gentile”? Monica risponde che «l’educazione, che è sicuramente una buona base, e il rispetto per le altre persone portano ad essere gentili e ad avere un occhio di riguardo nei confronti dell’altro». Il programma vero e proprio ancora non è stato delineato, ma «stiamo attualmente valutando, parlo sempre al plurale perché abbiamo un consiglio comunale formato da persone molto in gamba, su quelli che potranno essere i progetti o qualcosa di più concreto. Al momento è in programma verso la metà di dicembre con la scuola primaria di Carisolo una visita ad una casa di riposo di Pinzolo per gli auguri di natale

agli anziani». Inoltre a breve «in occasione della “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne” stiamo cercando di organizzarci, sia con le associazioni che con l’aiuto di altre persone per far passare questo messaggio importante». Un ruolo estremamente simbolico quello degli Assessori alla Gentilezza, che come ci ricorda la giovane consigliera: «Non servono grandi gesti per essere gentili e questo ci tengo a sottolinearlo; non bisogna fare grandi cose, bastano anche piccoli gesti, che vi assicuro, sono molto più efficaci. Continuerò principalmente con piccoli gesti ma che possono aiutare». Rimanere se stessa è un qualcosa a cui Monica Maestri tiene particolarmente. Si reputa una persona semplice, positiva ed è fermamente convinta che di persone gentili ce ne siano tante, a partire dalla sua realtà.


Territorio

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Scuola

DICEMBRE 2019

Progetto ERASMUS +

Studenti UPT Tione inTirocinio formativo ad Ingolstadt

“Ingolstadt è una cittadina molto bella, caratterizzata da vivacità culturale e giovane, è infatti una famosa città universitaria della Baviera. L’atmosfera che si respira per le strade del centro è tranquilla e gioviale.” Denise “Quest’esperienza è stata molto interessante e divertente. Ci siamo avvicinate alla cultura tedesca visitando molti luoghi nuovi e di grande importanza.” Alessia “Il progetto ci ha dato la possibilità di scegliere ed organizzare alcune visite per il fine settimana. Abbiamo visitato Monaco, Norimberga, Dachau e i mercatini di Natale. Non è stata solamente un’esperienza lavorativa all’estero, ma anche un’importante occasione

Nel mese di novembre 2018 sono iniziati gli stage aziendali per tutti gli studenti delle classi terze. Mentre i compagni svolgevano il tirocinio sul territorio in aziende locali, 7 ragazze del percorso per operatore al servizio vendite ed operatore al servizio imprese svolto il loro stage di quattro settimane ad Ingolstadt (Germania). Le ragazze oltre a prestare tirocinio in azien-

da amministrativa o commerciale coerentemente con il loro profilo professionale, hanno frequentato un corso intensivo di lingua tedesca presso la Kolping Schule, per potenziare le competenze linguistiche. L’esperienza è stata apprezzata da tutte le studentesse coinvolte che hanno riscontrato una crescita professionale e personale.

per crescere e conoscere meglio la lingua tedesca.” Antonella

qualche difficoltà con la lingua. I colleghi sono sempre stati gentili e disponibili. Per il mio compleanno mi hanno perfino regalato un mazzo di fiori. Se potessi ripeterei sicuramente l’esperienza, che consiglio di fare a tutti.” Giulia “Cambiare città per un mese è stato per me un momento importante di crescita. Sono stata aiutata dalle mie compagne e dagli accompagnatori. Ho potuto confrontarmi con una realtà tutta nuova e diversa rispetto a quella a cui ero abituata.” Katia

“L’esperienza di stage ad Ingolstadt ha avuto un riscontro positivo a 360 gradi. Ho svolto il mio tirocinio presso uno studio legale, le persone con cui ho lavorato sono state gentilissime e sono state il mio punto di riferimento durante tutto il mio percorso.” Valentina

“Lo stage in Germania mi ha arricchito sia a livello umano che a livello scolastico per quanto riguarda la conoscenza della lingua, della cultura e delle tradizioni locali.” Nicole

“Mi sono trovata molto bene all’interno dell’azienda dove svolgevo lo stage, nonostante

Progetto Brieffreundschaft

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Sabato 30 novembre dalle 14.30 alle 18.00 - Venerdì 10 gennaio dalle 14.00 alle 17.00

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con prenotazione in segreteria tutti i martedì e giovedì pomeriggio Possibilità di accesso ai laboratori della scuola

Ministage

in collaborazione con gli Istituti Comprensivi – Una giornata di inserimento scolastico per verificare discipline e metodi didattici.

Entra con noi nel mondo delle Professioni per il Terziario

Il Progetto Brieffreundschaft prevede lo scambio di e-mails con i ragazzi di madrelingua tedesca della scuola secondaria di primo grado di Brunico. Lo scorso anno sono stati organizzati due momenti di incontro tra gli studenti delle classi dell UPT- Scuola delle Professioni per il Terziario con la classe altoatesina: una prima uscita degli allievi di Tione nella città altoatesina a dicembre (in prossimità dell’inizio del progetto) e un secondo incontro a maggio a Trento a conclusione del percorso. Durante la visita a Brunico i ragazzi della nostra scuola hanno visitato la città con i compagni altoatesini e hanno poi partecipato ad una lezione in lingua tedesca nella scuola degli allievi di Brunico. Durante il secondo incontro gli studenti di Tione hanno condotto una visita guidata del

centro di Trento in lingua tedesca e italiana. Da novembre 2019 viene attivato un progetto di scambio di lettere e cartoline in inglese con scuole di altre nazioni. La prima è una scuola di lingue russa, con sede a Syktyvkar (Russia). Il progetto è veicolato dalla piattaforma gratuita Cambridge Penfriends, che ne garantisce la serietà e sicurezza per i ragazzi in termini di privacy. In base alla partecipazione e all’impegno, le scuole ricevono badges digitali che ne aumentano la visibilità sulla piattaforma stessa. I ragazzi vengono premiati con certificati di partecipazione cartacei. In futuro verranno attivati scambi con una scuola superiore a Cupertino in California (USA) e una scuola di lingue a Esquel in Argentina.

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Attualità

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L’assessore Mario Tonina presenta una proposta per le duecento strutture abbandonate

Che fare degli hotel dismessi? Il che significa – detto in parole povere – che il problema non è aumentare i posti letti ma utilizzare meglio quelli che già ci sono. Se poi mancassero posti letto ci stanno pensando le piattaforme tipo AIRBNB che ti rovesciano addosso migliaia di turisti ( in Trentino si parla di cento mila ma con esattezza nessuno lo sa ) occupando stanze e divani ovunque ci sia un buco. E’ quello dei nuovi players un turismo che non è regolamentato né controllato e che oltretutto non porta grande reddito. Anzi, secondo una recente ricerca, porta via gli alberghi un fatturato tra il 5 ed il dieci per cento e dà una spesa turistica giornaliera di 25 auro ( Università di Venezia ). Con 25 euro non si paga nemmeno l’aria che si respira. Però di questo nessuno pare preoccuparsene più di tanto. L’importante è che ad ogni fine stagio-

di Ettore Zampiccoli

La notizia l’ha data l’assessore all’ambiente Mario Tonina: in Trentino ci sono duecento hotel dismessi, alcuni per vecchiaia manifesta, altri per difficoltà nella gestione e difficilmente collocabili sul mercato. Se a questi aggiungiamo gli alberghi che sono più di proprietà delle banche che non dei legittimi gestori il quadro che ne esce non è dei più brillanti. Tuttavia il turismo trentine si possa annunciare un più o meno consistente aumento di presenze ed arrivi, che poi siano di qualità o di scarsa redditività diventa un problema secondario, anzi sottovalutato. E così sottovaluta qui, sottovaluta là non c’è da meravigliarsi se poi si arriva a duecento hotel dismessi. Ed ora che farne? L’assessore Tonina ha buttato lì qualche buona idea, ad esempio trasformare qualche hotel in appartamenti per giovani coppie oppure in residenze per anziani. L’ex assessore Olivi ha suggerito di incentivare con adeguati contributi i giovani ad assumere

la gestione di qualche hotel ancora in buone condizioni. Noi pensiamo che una buona parte degli hotel siano irricuperabili sia per vetustà,

no non ne soffre. Perché ? Perché in Trentino non c’è bisogno di nuovi posti negli alberghi. Semmai manca qualche albergo a cinque stelle ma questo è un altro discorso. Che non ci sia bisogno di posti letto lo dimostra l’indice di occupazione degli hotel. Il Nord Tirolo e l’Alto Adige hanno un livello di occupazione nettamente superiore a quello del Trentino.

sia perché non rispondenti alle esigenze della moderna ospitalità. Abbatterli è la migliore cosa. Quanto ai giovani che vanno a ge-

stire qualche hotel qualche perplessità sorge perché già oggi, nel settore alberghiero, tanti giovani non seguono le orme dei padri. Non li incentiva il lavoro enorme che sta dietro la gestione e la scarsa redditività. Trasformarne qualcuno in residenze per anziani? Potrebbe essere una strada percorribile. Peraltro noi ci permettiamo di correggere il tiro ipotizzando anche la creazione di qualche hotel per anziani autosufficienti. In sostanza si potrebbe pensare ad hotel che abbiano tutti gli standard tipici dell’ospitalità ma al tempo stesso offrano una serie di

servizi di assistenza sanitaria ( ambulatorio, presenza costante di infermieri, disponibilità di un medico, piccola palestra ed altri spazi per la socializzazione ). Parliamo di anziani autosufficienti e con disponibilità di un certo reddito. Se poi il gestore dell’hotel, così ripensato, ritiene di poter riservare una piccola quota dei posti letto anche a turisti anziani desiderosi magari si svernare in Trentino male non ci farebbe. Ovviamente si tratterebbe di pensare a non molte strutture ( una decina forse meno in tutto il Trentino ? ) collocate in un contesto turistico-residenziale adeguato. E a questo proposito parliamo dell’ex Villa Rosa, stupendo complesso sanitario collocato a due passi da Pergine. La Provincia lo ha messo all’asta. Avrebbe tutte le caratteristiche per diventare un bel hotel per anziani.


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Parlando giudicariese

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Per le Giudicarie è il momento di guardare avanti? Nel nostro particolare momento storico, perfino i fanciulli viaggiano con i videogiochi e gli strumenti telematici che, ormai, sono diventati di casa; i giovani studiano su strumenti telematici, vanno anche all’estero in un andare e ritorno con estrema facilità quasi sospinti dalle tradizionali orme delle fiumane di emigranti ma con ben altri intenti e sorretti da strumenti (perfino comunicativi) ben più agguerriti che la vecchia “mola”. I rapporti imprenditoriali si estendono anche oltre i confini nazionali; l’arrivo di un turismo ormai universale pone la popolazione in contatto con realtà molto più ammodernate delle nostre infrastrutture piuttosto legate al passato che non già volte al prorompente presente già dal sapore dell’avvenire. In un mio articolo precedente su queste stesse colonne mi ero soffermato sul “vardàrse endré per nàr enànč”, intendendo che dal passato era necessario portar via quel qualcosa di determinante da prendere in mano poiché necessario sia per il presente che per l’avvenire ma nulla più, anche se da me considerato determinante. Ma attualmente “él nàr enànč” diventa preminente poiché, altrimenti, si corre il pericolo di o di rimanere indietro (cioè esclusi dalle trasformazioni in essere) o travolti da ondate

I cambiamenti universali chiedono tempestività di Mario Antolini Musón Non vorrei sembrare un vecchio illuso e presuntuoso, ma coi miei ormai 99 anni e oltre, ho l’impressione di percepire - pur nel chiuso di una mansarda - che qualcosa di grosso sta muovendosi a livello mondiale, per cui “l’alzàr le rèce” tramandatoci dai nostri Avi mi sembra riecheggi con una sonorità insolita e ampliata. L’eterna, solida, alta ed inva-

trasformatrici che non mancheranno di giungere anche nelle vallate alpine che corrono il pericolo della desertificazione o dall’esclusione dei vortici socio-economici. Lo so che io non posso parlare da esperto; le statistiche non le conosco, né sono in possesso di documentazioni sulle dotte ed approfondite dissertazioni dei politici, degli economisti e dei sociologi e di tutti gli altri scienziati che stanno occupandosi delle ineluttabili trasformazioni in corso e già prevedibili. Si tratta, la mia, di una sensazione più che

Il Giornale delle Giudicarie mensile di informazione e approfondimento

Anno 17 n° 12 dicembre 2019 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Coordinatore di Redazione: Denise Rocca Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Aldo Gottardi, Matteo Ciaghi, Denise Rocca Hanno collaborato: Gianni Ambrosini, Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Giuliano Beltrami, Dario Beltramolli, Giacomo Bonazza, Alberto Carli, Massimo Ceccherini Podio, Francesca Cristoforetti, Chiara Garroni, Enrico Gasperi, Alfio Ghezzi, Marco Maestri, Mariachiara Rizzonelli, Tiziano Salvaterra, Alessandro Togni, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Marco Zulberti, gli studenti dell’Istituto Guetti Per la pubblicità 3356628973 - 338 9357093 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3286821545) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 27 novembre 2019 da Athesia - Bolzano Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129

evidente, che riguarda tutto ciò che si sta muovendo (a tutti i livelli) in maniera isolita, con un incessante correre, tuttavia senza sapere dove e né come, quasi portati via da una corrente che sembra non sappia prendere la giusta direzione verso le méte opportune. Credo che oggi, più di ieri, proprio dai Giudicariesi debba essere preso in seria e motivata considerazione il concetto di “unità”, di uno “stare insieme” e di “operare insieme”, poiché o si sta tutti insieme con gli stessi intenti e protesi alle stesse finalità essenziali, o nella dispersione delle forze vi è il sicuro tracollo e la rovina ineluttabile (pur non volendo diventare io una novella Cassandra). A me spiace toccare questo tasto, poiché sono più che convinto che le Giudicarie si trovano in possesso di un immenso patrimonio, che si trova a disposizione di soli 37.000 abitanti, i quali lo stanno sfruttando centellinandone le singole particolarità, senza saperlo investire nella sua globalità inscindibile. Mi viene quasi da piangere, o da ribellarmi, poiché il capitale non viene investito nella maniera più saggia e soltanto goduto a fette, senza che tale patrimonio riesca a produrre rendite ben più sostanziose da giocare sul mercato internazionale. Vi sono esemplari “singolarità” che da sole rimangono delle oasi stupende in se stesse, ma incapaci di diventare fiumi copiosi di potenzialità produttive. Sono in gioco un Parco naturale con peculiarità uniche al mondo,

licabile cerchia di monti ha tenuto le Giudicarie al riparo di guerre e da una viabilità travolgente; ma ora il web coi social network ha oltrepassato mari e monti e ci hanno immesso “in rete” con l’universo e non vi è più la possibilità di rimanere protetti nel chiuso delle nostre vallate limitate da passi e forre per tanti secoli.

delle Stazioni termali che vanno fatte conoscere al di là degli stretti confini comprensoriali, strutture funiviarie che solo a livello internazionale possono risultare valide anche in futuro, una ricettività alberghiera che sa di vecchio sia nei fabbricati che nella gestione e nel personale sempre e solo stagionale, delle istituzioni pubbliche ancora isolate nei loro inutili e improduttivi campanilismi e nell’incapacità di incontrasi per operare unitariamente, degli impianti idroelettrici quasi unici al mondo che hanno bisogno di un più ampio respiro, delle falde geologiche uniche al mondo con ghiacciai e dolomie non sfruttate con sagace razionalità. Ed una popolazione limitati sisma (ed in continua trasformazione) ricca di tradizionale e secolare individuale capacità operativa che si sbriciola senza far sentire

le potenzialità che rimangono nell’ombra e nelle fessure dell’individualismo. Le Giudicarie godono di un assetto sociale invidiabile; tutti hanno un tetto, non vi è un abbandonato in strada, il pane quotidiano vi è anche per i più disagiati, gli anziani godono delle Case di Riposo più belle ed attrezzate del mondo, ogni villaggio gode di pulizia ed ordine in maniera esemplare. La popolazione - pur coi difetti propri di qualsiasi contesto sociale - non conosce la violenza né organizzazioni malavitose. L’aspetto religioso conserva la tradizionale valenza comunitaria, senza forme esagerate di bigottismo, ed il clero partecipa all’opera di vicendevole comprensione, specie ora con l’aggregazione di più parrocchie sono rimaste nelle mani di un unico sacerdote. Tutto un gran bene, tutto un unico patrimonio, ma in mano a singolarità incapaci di presentarsi al mondo dicendo: «Le Giudicarie sono un’unità inscindibile e tale vuol essere e tale si presenta al mondo». A me spiace non vedere nella Comunità delle Giudicarie l’unico caposaldo comprensoriale; la presidenza non si presenta come caposaldo comprensoriale al quale tutti dovrebbero e potrebbero far capo, come ai tempi del Capitanato au-

e 45 Oltr i di ann za e rien e o p es al tu lità a u ! q izio serv

Buon N Augura

stroungarico quando tutto dipendeva politicamente ed amministrativamente dal Capitano con sede in Tione (per la naturale convergenza delle tre vallate). I vari Enti (pubblici e privati) quasi non si conoscono e non si ritrovano a parlare delle problematiche comuni (cioè di “tutte e tutti” i Giudicariesi; gli allevatori sembrano abbiano una velata organizzazione comprensoriale, ma albergatori, pubblici esercizi, commercianti e artigiani viaggiano da soli senza “far gróp” ed impostare un comune modo di gestire l’intero comparto comprensoriale; così dicasi per gli Enti pubblici. Non so se sia soltanto una mia illusione, ma a me piacerebbero incontri a livello comprensoriale per i CdA di Funivie, Parco e Terme; per i Sindaci; per i presidenti degli Enti turistici; per le Associazioni sociali; per le Società sportive; per le stesse Sette Pievi (mai viste insieme); per il personale sanitario; per le associazioni di volontariato. Una serie annuale di incontri a livello comprensoriale per far sentire al mondo le Giudicarie, come si reclamizzano il Friuli, le Langhe, il Monferrato, il Cadore: ossia territori popolati quasi da un’unica ed unita popolazione e fatti conoscere nel loro insieme e non spezzettati come sono, purtroppo, le Giudicarie, dove la Rendena non vuol essere Giudicarie, e le Esteriori non vogliono aver niente a che fare con le Interiori. Siamo sempre vissuti da isolati, ed ancora ci spezzettiamo e finiremo a… pezzi. Quanto mi dispiace.

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Memoria Il centenario della Grande Guerra appena concluso ha portato all’attenzione e alla curiosità di un pubblico mai prima d’ora così vasto fatti, armi e luoghi del periodo bellico risvegliando in molti anche l’interesse collezionistico dei reperti bellici. Indubbiamente trovare un oggetto direttamente legato alle grandi battaglie della storia è emozionante e grande può essere la voglia di tenere come prezioso ricordo quella testimonianza. Ma, come detto prima, molti di queste armi non sono inerti, specialmente i proiettili d’artiglieria e le bombe. I primi ad accorgersene e a farne purtroppo le spese furono i primi recuperanti che nei periodi dopo la prima e soprattutto la seconda guerra mondiale salirono le montagne a cercare e raccogliere materiale bellico spinti più dalla fame che dalla passione per la storia: erano infatti altri tempi, di miseria in un contesto appena uscito dai più grandi sconvolgimenti storici, quando le economie di valle erano in ginocchio e solo la grande richiesta di materiali ferrosi per la Ricostruzione poteva rappresentare una via d’uscita dalla miseria. Magistralmente “raccontati” nel film del compianto Ermanno Olmi “I Recuperanti”, spesso reduci o testimoni oculari della guerra, questi pionieri conoscevano le armi e le loro caratteristiche, ma non per questo erano esenti da gravi incidenti. E’ però grazie a loro che, oltre a migliorare le condizioni di vita di molte famiglie nelle valli, in seguito nascerà una nuova sensibilità verso i reperti raccolti: da semplice materia prima del proprio lavoro a fonti intimamente legate alla propria storia locale che andavano di conseguenza salvaguardate. Questo porterà nel tempo alla nascita dei primi musei della Grande Guerra, nel nostro territorio esemplarmente rappresentati dal Museo della Guerra Bianca Adamellina di Spiazzo e del Museo della Grande Guerra in Valle del Chiese, che ancora oggi portano avanti oltre alla storia delle operazioni militari in Giudicarie e Rendena anche il ricordo e i principi dei primi recuperanti. Principi legati al

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Attenzione alla raccolta di residuati bellici

Recuperare la storia come si deve di Aldo Gottardi

E’ di poche settimane fa la notizia dell’ennesimo infortunio, stavolta in Veneto, ai danni di un ragazzo di diciannove anni, causato dall’esplosione di ordigni bellici detenuti a scopo collezionistico. Si salverà ma difficilmente potrà recuperare l’uso della mano destra. A diciannove anni. Ormai ogni anno si susseguono notizie di ferimenti (e morti) di persone che, trovando su bancarelle o lungo percorsi di montagna residuati bellici, non resistono

rispetto e alla salvaguardia della propria storia. Un discorso più controverso si lega invece al collezionismo privato di oggetti bellici. Come detto prima, i reperti bellici affascinano e continueranno a farlo, ma da parte del collezionista è richiesto sempre buon senso, intelligenza e razionalità. Tuttavia fin troppo spesso si tende a sottovalutare la pericolosità di oggetti riconducibili alla guerra ritrovati lungo le proprie escursioni, arrivando a maneggiare imprudentemente l’oggetto in questione o, peggio, metterselo nello zaino e portarselo a casa. E’ dello scorso agosto la notizia dei due giovani escursionisti spagnoli che, durante una escursione sul ghiacciaio del Presena, si sono imbattuti in una postazione in caverna della Grande Guerra. Entrati per esplo-

rarla, hanno raccolto da terra un non meglio identificato oggetto che, appena mosso, è detonato provocando gravi ferite alle mani di uno e un trauma da scoppio l’altro. L’esplosione ha messo in allerta altri escursionisti che prontamente hanno chiamato i soccorsi. Ma non solo giovani: infatti anche una pluriennale esperienza non basta a mettere nessuno al sicuro. Lo scorso ottobre a Campomulo di Gallio, località dell’altopiano di Asiago in provincia di Vicenza, teatro durante la Grande Guerra di pesanti bombardamenti, un settantanovenne recuperante e collezionista di reperti bellici è rimasto gravemente ferito dallo scoppio di una spoletta esplosiva di granata appena raccolta da terra. Lo scoppio è stato sentito da diversi chilometri di distanza. Anche qui tempestivo è sta-

alla tentazione di raccogliere e portarsi a casa uno di questi “pezzi di storia”, ignorando che però, queste memorabilie (non dimentichiamolo mai: realizzate esclusivamente per uccidere) sono solo addormentate. E il loro sonno è molto leggero: decenni di sonno anche in ambienti umidi non impediscono loro di essere perfettamente funzionanti e anche il minimo spostamento o la più piccola variazione di temperatura li può risvegliare. to l’intervento dell’elisoccorso che ha raccolto l’anziano collezionista, ridotto a una maschera di sangue, trasportandolo d’urgenza all’ospedale. Queste drammatiche notizie ci riportano immediatamente alla memoria le strazianti testimonianze di molti civili morti durante e dopo la guerra a causa molti ordigni ancora disseminati nei paesi e nelle campagne, che fanno degli eventi attuali quasi una lunga coda di morte e sofferenza legata ancora alla Grande Guera. Scriveva, ad esempio, Don Primo Discacciati, cappellano militare, nell’agosto del 1918, nelle

retrovie della Valcamonica: “Mentre sistemiamo le casse rimbalza un colpo nell’aria. Sembra lo scoppio di una granata di piccolo calibro, ma non avendo udito il sibilo del proiettile pensiamo cosa possa essere, intuendo la disgrazia: vedo subito sotto una donna che fa gesti di disperazione, vicino a lei un piccolo corpo bocconi sul terreno. Grido ai soldati: ‘Un medico, di corsa!’ e mi precipito giù. Trovo una bambina di 9 anni morente: è caduta con la testa in un piccolo rigagnolo. La sollevo e la metto supina sull’erba. Ha il braccio destro troncato, il sinistro sfracellato.

La parte destra del volto non esiste più, la coscia e il piede destro sono una ferita sola. Le do l’assoluzione mentre spira. Era una bambina che insieme alla donna accompagnava le vacche al pascolo. Risalendo il canalone trovò una bomba a mano inesplosa “Jutardo”. La curiosità la spinse a raccoglierla ed esaminarla e questa le scoppiò tra le mani facendone scempio.” La legislazione riguardo alla raccolta e alla libera detenzione di reperti bellici è chiara. Molto si prodigano associazioni di recuperanti, musei e singoli esperti per sensibilizzare ed educare a un rispettoso, coscienzioso e sicuro approccio alle testimonianze del periodo bellico nelle nostre valli. Facciamo attenzione, siamo prudenti ed abbiamo l’umiltà di dare ascolto a chi ne sa più di noi, senza arroganza o superbia…perché in caso contrario, i rischi sono più che concreti.

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Turismo

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Una ulteriore occasione per decidere di trascorre qualche giorno in Valle del Chiese dove gli amanti dello sci nordico trovano il centro fondo Le Brume a Valdaone. La nuova proposta è stata presentata alla stampa specializzata da Daiana Cominotti e Daniele Bertolini (rispettivamente presidente del Consorzio Turistico del Chiese e delle Giudicarie Centrali) e da Giorgio Marchetti (Sindaco di Borgo Lares), in una conferenza stampa ospitata nella MediaArena della rivista Sciare. Primi passi sulla neve si sposa perfettamente con calorosa accoglienza della Valle del Chiese, patrimonio tradizionale di Hotel, B&B, Agritur, Pensioni e Case vacanza. Insomma, una vacanza a misura di famiglia e al costo ideale per le famiglie – ha ribadito Daiana Cominotti, presidente del Consorzio Turistico -. Con la possibilità di modulare i soggiorni da due a sette giorni, di poter godere anche di escursioni con le ciaspole o di scialpinismo per i più esperti, di rilassarsi nell’Acqua Club - Centro natatorio a Condino (Borgo Chiese). O di godere di un fine settimana lungo con la possibilità di sciare già il venerdì sera in notturna o in tutta tranquillità nella giornata di lunedì. E naturalmente di visitare i

Collaborazione tra la Valle del Chiese e la vicina stazione sciistica

Bolbeno, nasce la vacanza primi passi sulla neve L’offerta è rivolta alle famiglie e con costi adatti alle famiglie È stata Skipass di Modena, l’unica fiera specializzata sulle attività invernali in Italia, ad ospitare la presentazione dell’ultima proposta di vacanza sulla neve nata in Trentino: si tratta di PRIMI PASSI SULLA NEVE frutto della collaborazione tra la Valle del Chiese e la vicina stazione sciistica di Bolbeno. Così, se tradizionalmente il Calendario delMercatini di Natale di Cimego o assistere alle numerose proposte che animano il periodo dell’Avvento. Tutte le informazioni su www.visitchiese.it. Da 55 anni Bolbeno costituisce un unicum, una sorta di calabrone nel mondo dello sci. Si, perché questa ministazione sciistica - collocata nel nuovo comune di Borgo Lares e posta ad appena 600 metri di altitudine - è di fatto il più basso impianto sciistico d’Italia e posto a una quota dove, secondo gli esperti, non sarebbe possibile sciare.

Come il Calabrone, che non conoscendo le leggi della fisica le contraddice e vola tranquillamente, Bolbeno da oltre mezzo secolo è il punto di riferimento per migliaia di bambini ed appassionati

l’Avvento e i Mercatini di Natale di Cimego animano in Valle del Chiese le ultime settimane dell’anno, quest’inverno a rendere ancora più intrigante la vacanza in questo ambito turistico del Trentino collocato tra il Lago d’Idro e le Dolomiti di Brenta - sarà l’inedita proposta rivolta alle famiglie che coinvolge Bolbeno (sci alpino e slittovia).

che intendono avvicinarsi al mondo dello sci. Grazie ai suoi 27 cannoni di neve, alla sua collocazione in una posizione orografica ideale, a un nuovo parcheggio gratuito

da 250 posti e all’apertura della mini circonvallazione che toglie il traffico di sciatori dal centro storico del paese – ha evidenziato Giorgio Marchetti -, oggi Bolbeno è di fatto una stazione sciistica destinata alle famiglie. A chi intende avvicinarsi allo sci senza spendere cifre astronomiche ma addirittura sfruttando il noleggio (sci, scarponi, caschi e bastoncini di top marchi) e parallelamente godendo di qualche giorno di vacanza a prezzi familiari, la nuova proposta della Val-

le del Chiese e di Bolbeno è imperdibile. Tutte le informazioni su www.prolocobolbeno.it/index.php/centrosci/centro-sci-borgo-lares E all’offerta di sci si abbina anche una interessante offerta enogastronomica - ha sottolineato Daniele Bertolini – valore oggi sempre più significativo nel mondo del turismo. E se sul piano della gastronomia la Valle del Chiese si difende alla grande (è la terra delle polente e del formai da Mont, il formaggio prodotto nelle numerose Malghe che caratterizzano la montagna) è invece priva di impianti di risalita pur essendo importante riferimento per il Mondo dello sci alpinismo, dell’arrampicata su ghiaccio e dello sci nordico con la pista Le Brume in Valdaone. Di qui la nuova proposta con Bolbeno. LA PROPOSTA DELLA VALLE DEL CHIESE I costi per il fine settimana partono da 53 euro a persona per i normali fine settimana (pernottamento e due giorni di sci) per salire a 83 euro con il noleggio dell’attrezzatura (sci, scarponi, bastoncini e casco) con sistemazione in B&B. Nel periodo natalizio sono rispettivamente di 66 e 96 euro. INFO: www.visitchiese.it.

Pattinare a Tione

Dal 7 dicembre al 6 gennaio c/o Parco Ville Tione di Trento! Disponibilità noleggio pattini e spogliatoi riscaldati!

A dicembre, anche quest’anno Tione si vestirà con i colori del Natale. Nel bellissimo Parco Ville verrà allestita, anche per le festività natalizie 2019/2020, una grande pista di pattinaggio su ghiaccio, con noleggio pattini e spogliatoi riscaldati, che sarà presente dal 7 dicembre al 6 gennaio, e sarà il centro attorno al quale si svilupperà un nutrito calendario di eventi di animazione per grandi e piccini, oltre ad essere luogo ideale per trascorrere qualche fresco momento spensierato tra amici o in famiglia. L’idea è quella di ricreare, nella piazza centrale del paese, un luogo di ritrovo, sia per gli abitanti che per i turisti; un luogo dove potersi intrattenere con diverse attività, prima fra tutte il pattinaggio su ghiaccio e dove, soprattutto i più giovani, possono divertirsi liberamente, ma sempre in sicurezza. I più piccini possono imparare grazie all’aiuto di alcuni sostegni in plastica a forma di orsetto a cui appoggiarsi e scivolare in allegria. L’inaugurazione avrà luogo sabato 7 dicembre alle ore 17.00 e si potrà assistere all’esibizione di danza su ghiaccio degli allievi Sporting Ghiaccio Artistico Pinzolo, a cui seguirà un momento conviviale per tutti con vin brulè e panettone. Per tutta il periodo del pattinaggio, oltre ad assistere agli spettacoli di bravissime pattinatrici o alle esibizioni della squadra di Hockey, davvero interessante sarà la possibilità di frequentare un corso di pattinaggio, sempre, con la collaborazione della scuola di Pinzolo. Per i più piccini verranno organizzati tanti giochi ed appuntamenti con gli elfi di Babbo Natale. Per i più grandi, invece, sabato 28 dicembre sarà possibile scatenarsi con musica e dj alla disco ice music. Infine, sarà presente un punto ristoro dove ci si potrà scaldare sorseggiando una bevanda calda. Tra luminarie, musiche natalizie, pattinaggio e animazione Tione si trasformerà in un regno natalizio di ghiaccio permettendo di respirare un’avvolgente atmosfera festiva. Info: Consorzio per il Turismo Giudicarie Centrali – Tel. 0465.323090


Mercatini

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Ogni fine settimana, fino a domenica 29 dicembre

Torna il fascino dell’Avvento in Valle del Chiese tra mercatini e presepi Tornano le atmosfere di Natale capaci di trasformare il Borgo delle Streghe in un affascinante palcoscenico di tutte le produzioni gastronomiche e artigianali a Km zero delle Giudicarie. Ogni fine settimana, da domenica 24 novembre a domenica 29 dicembre, i visitatori vi potranno ritrovare sapori e atmosfere d’altri tempi, riscoprire tradizioni che si perdono nella notte dei tempi a cominciare dalle simpatiche Streghe che qui sono grandi amiche dei bambini e protagoniste dell’affascinante ballo il primo e l’ultimo giorno di apertura dei Mercatini. Per 11 giornate – domenica 24 novembre e poi i fine settimana 30 novembre - 1° dicembre, 7-8, 14-15, 2122 e 28-29 dicembre – gli antichi androni, le corti, le cantine, gli angoli delle storiche case e fienili proporranno agli ospiti momenti

Sono stati i Mercatini di Natale di Cimego, tradizionalmente ospitati nel Medioevale borgo di Quartinago, ad aprire il calendario dell’Avvento in Valle del Chiese, nell’ambito turistico del Trentino Ocindimenticabili, magie e calore del Natale arricchito dalle polente (prima di tutte la Polenta delle Strie) e naturalmente i fuochi delle streghe con il loro elisir di lunga vita. In totale sono 40 gli espositori ai quali si aggiungono la Casetta di Babbo Natale e Casa Marascalchi, con un ricco programma di animazioni Insomma, i Mercatini di Natale in Valle del Chiese si confermano unici nel loro genere perché sono ospitati nell’atmosfera intima e raccolta del centro di Quartinago dove nei fine settimana (dalle 9.30 alle 18.30) si potranno acquistare le specialità gastronomiche della zona ed una grande varietà di prodotti

cidentale posto tra il lago d’Idro e le Dolomiti di Brenta. Tornano le emozioni con un ricco calendario di manifestazioni, incastonate tra atmosfere ed esperienze magiche che riguardano l’intera Valle. nale appuntamento con Natale in Strada ospitato sabato 7 dicembre nelle vie, cantine e avvolti della piccola Frazione di Pieve di Bono. A Storo da giovedì 5 a domenica 8 dicembre la sala riunione del Municipio sarà teatro del Mercatino di Natale Equo e Solidale.

d’artigianato creati con passione dalla gente della Valle del Chiese. Ma tutto questo è a misura di bambini grazie ai laboratori e giochi capaci di rendere ancora più unica la magia di Santa Lucia e Babbo Natale, tra le

Sara Rigatti

melodie di gruppi e le apparizioni delle streghe, che a Quartinago sono sempre state di casa. E sono belle e simpatiche. AVVENTO. Il calendario propone anche il tradizio-

LE RASSEGNE DEI PRESEPI. Sino a lunedì 6 gennaio il tema Natività sarà proposto nelle piazze e delle vie di Bondone, borgo tra i più belli d’Italia. Da domenica 8 dicembre a lunedì 6 gennaio Condino ospiterà Borgo Christmas ovvero la tradizionale rassegna di Presepi allestiti nelle Fontane della borgata. È da vent’anni un momen-

to di Festa e rappresenta un simbolico momento di avvicinamento al Natale oggi divenuto patrimonio anche dei turisti - con un grande successo. E poi a Storo (da domenica 8 dicembre a lunedì 6 gennaio 2020) il centro storico e le sue frazioni ospiteranno negli angoli più suggestivi piccole e grandi opere artigianali costruite con materiali naturali dalle famiglie del paese. Un evento festoso che si vivificherà con momenti di incontro e aggregazione tra i quali il concorso Masoi sui spergoi ovvero l’esposizione delle pannocchie di granoturco sulle facciate delle case. Valdaone in Presepio animerà le frazioni di Praso, Bersone e Daone (da domenica 22 dicembre a lunedì 6 gennaio) e i tanti scorci caratteristici con autentiche espressioni di tradizioni e arte popolare


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Alimentazione

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E proprio le sieroproteine rappresentano la componente più importante sotto il profilo nutrizionale, tanto che il latte di alta qualità ne deve contenere, secondo standard definiti, almeno il 15%. Esse contengono tutti gli aminoacidi essenziali che nessun’altra bevanda - da alcuni chiamata erroneamente latte - può vantarsi di avere, in particolare una notevole quota dell’aminoacido lisina. La presenza di lisina rende bilanciate e complete le associazioni alimentari con i cereali, generalmente poveri di questo aminoacido (polenta e latte dei tempi passati!). Il latte assunto a colazione assieme ai cereali permette di mantenere a lungo livelli corretti di glicemia, poiché la miscelazione del pasto permessa dai grassi rallenta l’assorbimento degli zuccheri. Per questo è utile che i ragazzi lo bevano al mattino prima di andare a scuola. Il principale zucchero del latte è il lattosio, che viene assorbito nell’intestino tenue grazie alla lattasi, la cui carenza è alla base dell’intolleranza a questo alimento. È interessante notare come in Europa, spostandoci da Nord a Sud, l’intolleranza al lattosio aumenti progressivamente. Ciò è correlato al forte consumo di latte

I lettori possono intervenire chiedendo curiosità e notizie sul mondo dell’alimentazione

Bere latte fa bene alla salute? I

A cura di Dario Beltramolli *

l latte intero fresco trentino proviene da oltre 11 mila mucche allevate in montagna oltre i 600 metri. È un latte di alta qualità che non contiene additivi o conservanti di alcun genere; la qualità è particolarmente elevata durante l’estate, quando le mucche in alpeggio hanno

nelle popolazioni nordiche, che hanno in questo modo selezionato e mantenuto una capacità maggiore di produrre lattasi. Bere latte è indubbiamen-

te vantaggioso perché è un alimento pressoché completo, unica sua carenza è rappresentata dal ferro e dalla vitamina C. Quello intero contiene dosi

a disposizione 40 mila ettari di pascoli alpini. Un bicchiere di latte pari a 100 ml forniscono solo 67 Kcal, provenienti da grassi – in prevalenza saturi - zuccheri e proteine di elevato valore biologico, rappresentate per l’80% da caseina e per il 20% da proteine del siero.

maggiori di vitamina D e di vitamina A, che si perdono con la scrematura. Il contenuto in calcio è pari a 240 mg per una tazza di 200 ml, che corrisponde a

un quarto del fabbisogno giornaliero. Al contrario di quanto sostenuto da molti addetti ai lavori, nessuno studio importante ha mai riportato effetti favorenti la crescita dei tumori: al contrario, il latte ha un effetto protettivo dimostrato sul tumore del colon-retto. Recenti studi hanno dimostrato inoltre che il latte abbassa la pressione arteriosa avendo un’azione simile a quella di alcuni farmaci antiipertensivi che agiscono sui reni. Ricordo che da piccolo andavo al caseificio del mio paese a comperare il latte fresco. Era confezionato in buste sciolte di plastica da un litro ammucchiate in frigorifero; ancor prima, negli anni

‘60 veniva distribuito nelle bottiglie di vetro. Ora il latte fresco trentino non si trova così agevolmente nei supermercati. Ed è un vero peccato, perché proprio quello fresco è il più ricco di vitamina B12, acido folico e tiamina che vengono perse con il trattamento per la lunga conservazione. A differenza del latte fresco infatti, che richiede un trattamento a 70-75 gradi per meno di un minuto, quello UHT richiede un riscaldamento fino a 150 gradi per alcuni minuti. Il miglior latte è dunque quello intero fresco sicuramente da consigliare, in dosi quotidiane da 150-200 ml, in particolar modo agli anziani e naturalmente ai bambini, anche per l’effetto “sedativo” che l’utilizzo continuativo può comportare. * Medico Dietologo, Nutrizionista Clinico d.beltramolli@gmail.com

CI SIAMO RINNOVATI! Con l’ausilio di DAO e Conad, le tre Famiglie Cooperative hanno adottato a Spiazzo l’insegna Conad Spesa Facile, che si caratterizza per i prezzi bassi su tutta la linea proposta e tale impegno è mantenuto ogni giorno: il negozio propone infatti quotidianamente la convenienza ed i suoi prezzi non temono confronti, mantenendo al contempo la qualità dei prodotti offerti ai massimi livelli. L’offerta di prodotto si basa su più di 2.000 articoli a marchio Conad, integrati da diverse linee specifiche per chi ha esigenze alimentari particolari Linea Alimentum, senza Glutine o senza Lattosio, Linea PiacerSi, Linea Verso Natura, Sapori & Dintorni). Il territorio è parte integrante del DNA di Conad Spesa Facile, la qualità dei prodotti freschi, di cui abbiamo rinnovato l’area, e l’attenzione ai prodotti locali (trentini e regionali), rappresentano l’attaccamento alla Valle ed alle sue radici. Un impegno costante nel solco della tradizione, che si può percepire presso il banco gastronomia e presso la macelleria dove si possono trovare qualità e freschezza con tantissimi tagli delle migliori razze, ai quali si aggiungono gustosi preparati pronti da cuocere. Venite a visitare il nostro punto vendita per poter toccare con mano la passione e la professionalità degli operatori, la qualità ed ampiezza dell’assortimento.

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Tutti giù per terra

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Umani al ‘minimo sindacale’

Uno degli obiettivi dell’attuale governo è l’introduzione di un ‘salario minimo’, misura che in Italia non esiste, contrariamente alla maggior parte dei paesi europei. La ‘svolta epocale’ porterebbe a nove euro (lordi) la paga minima oraria di quasi 3 milioni di lavoratori, tra cui guardie giurate e barman, camerieri e magazzinieri. Un paio di pizze in più a fine mese. Tanta roba… Se gli anni ’80 sono ricordati come gli anni della gioia e dell’abbondanza, i grami tempi attuali rischiano di passare alla storia come gli anni della depressione e del ‘minimo sindacale’. Riflettendo: vista la stitichezza relazionale che da anni ha preso piede in società, amplificata dai social e da un egoismo imperante, non sarebbe mica tanto male se il governo decidesse di introdurre per legge un ‘minimo sindacale’ anche nei rapporti umani. In famiglia per esempio. Sono estinti quasi del tutto i tempi in cui intorno al tavolo si esercitava quella particolarissima ed esclusiva abilità di noi umani: parlare. Oggi in tante case il focolare domestico si è

spento da tempo, e anche la brace è esaurita. Quando al figlio di ritorno dalla scuola chiedi ‘come va?’, lui al massimo risponderà stufo e bisillabico ‘beeee-ne…’. Poi zaino a terra, lancio parabolico delle scarpe, e dritto in bagno col cellulare. Se sei fortunato, tu genitore lo vedrai riapparire giusto il tempo del pranzo, qualche pigro fonema qua e là manco fosse sotto tortura, ti volterai un attimo e sarà di nuovo scomparso, avvolto in una nuvola di fumo (stile Bob Marley, mica Mandrake…). La cameretta è un bunker che se tenti di entrarci ti becchi una denuncia al telefono azzurro per violazione della privacy. Ma a volte, più tristemente, in famiglia si registra il problema opposto. Figli inascoltati e sofferenti di genitori adolescenti, distratti e persi nel loro ego accecante. Sul lavoro. Ci sono professioni che sono ‘missioni’. Pensiamo a dottori, infermieri, insegnanti. Grandi responsabilità ripagate però spesso da scarso riconoscimento sociale e contrattuale. Per reazione, alcuni di essi, più o meno scientemente, lavorano ‘al minimo sindacale’. Dotto-

ri che hanno perso umanità, maestri che hanno smesso di fare i ‘maestri’. Per fortuna c’è ancora chi resiste, chi ancora coltiva una passione rara per il lavoro che svolge. Conosco dottori che dispensano ai pazienti sorrisi e carez-

Tutti giù per terra di Massimo Ceccherini Podio

ze più curativi di flebo e antibiotici, e maestre che di domenica notte costruiscono coccodrilli di cartone per avviare la lezione del giorno dopo. In amore. Parole dolci e romantici bigliettini sono pratiche ignote agli ado-

lescenti. Oggi la tecnica di abbordaggio è: ‘dimmi come ti chiami che ti seguo su Instagram’. Invitarla a mangiare una pizza no? Tra adulti non è che le cose vadano meglio. Ci hanno talmente riempito la testa per anni con ‘sta

storia della crisi economica, del risparmio e della ricerca del low cost a tutti i costi, che ci è venuto il braccino corto anche nei sentimenti. Un bacio, un grazie, un abbraccio in più non costano nulla e hanno un grande valore terapeutico, per chi li riceve e per chi li da. Una parola gentile può scaldare un cuore infreddolito, una sola carezza scacciare paure e insicurezze. Dare forza, energia, inaspettata potenza. Di questi tempi, incontrare persone che ancora fanno questo, che dispensano premure e attenzioni, è un DONO. Non aspettiamo di perderle per accorgerci di quanto speciali siano. Non abituiamoci mai alla loro ‘straordinarietà’: sappiamola riconoscere, accogliere, apprezzare. Sempre. Con umiltà e gratitudine. Non aspettiamo che i nostri cuori inaridiscano. Nel delirante caos di emoticons, selfie e like inutili, due semplici parole hanno il potere di salvarci. Diciamo ‘ti amo’ alle persone che ci sono accanto, quelle SPECIALI, quelle VERE, non virtuali: figli, amici, coniugi, fidanzati. In fondo in fondo si vive anche per questo.

L’Università della Terza Età cambia nome Lo scorso 27 settembre alla Fondazione Demarchi in piazza S.Maria Maggiore a Trento ha avuto luogo l’inaugurazione del nuovo anno accademico dell’Università della Terza Età di Trento e Provincia. Nel quarantesimo anno di vita di questa importante istituzione è stato annunciato che ne verrà cambiata la denominazione. Quindi tra non molto non si chiamerà più “Università della Terza Età e del Tempo Disponibile” (in sigla UTETD). E’ aperto un concorso di idee tra gli iscritti per inventare il nuovo nome. Dovrà contenere la parola “Università” ed essere al massimo di cinque parole (articoli e congiunzioni escluse). A me piacerebbe “Universi-

tà per la Formazione Continua e la Cultura” (in sigla UFCC). Bella idea quella di cambiare la denominazione. Effettivamente la classificazione “Terza Età” sembra ormai appartenere ad un’altra epoca, anche perchè ha fatto spesso desistere molte potenziali “matricole” dall’intraprendere un percorso scolastico, erroneamente ritenuto solo per anziani. E’ giusto quindi che la dicitura “Terza Età” sparisca per lasciar posto a una grande e rivoluzionaria idea: quella della Formazione Continua, indipendentemente dall’età. Sono infatti convinto che dietro il cambio di nome si nasconda un progetto quanto mai ambizioso. Non è un’idea nuova quella

del cosiddetto lifelong learning (apprendimento permanente), ma purtroppo non se ne è mai vista una reale attuazione. Ecco, l’Università per la Formazione Continua e la Cultura potrebbe essere l’intuizione giusta per rilanciare questa idea alla grande e applicarla su larga scala. Si tratta, a mio avviso, di pensare e progettare un vero e proprio recupero culturale di massa, di tutte le persone, di qualsiasi età. Prima che sia troppo tardi. Si perchè paradossalmente nella nuova società della conoscenza globalizzata una sorta di analfabetismo culturale rischia di dilagare e fare danni, influenzando e impoverendo anche le persone di buona volontà.

Anche l’aggiunta “Tempo Disponibile” appare ormai inadeguata e forse poco rispettosa. Come se alla formazione e alla cultura si dovesse dedicare solo il tempo “disponibile”, o meglio quello che avanza, inteso come il tempo che la persona, assolte tutte le altre pur importanti incombenze del vivere quotidiano, potrebbe, eventualmente e senza troppo impegno, dedicare alla formazione e alla cultura. Invece formazione e cultura nella vita hanno un ruolo fondamentale e ad esse è giusto dedicare non il tempo che avanza, ma un tempo adeguato, anzi il nostro tempo principale. Spero che la nuova denominazione della nostra scuola,

qualunque essa sia, faccia ripartire una nuova stagione di conoscenza e di cultura, capace tra l’altro di incidere positivamente sulla qualità di vita delle persone. Negli anni Sessanta e poi quando comparvero le prime Università Popolari si diceva che non era mai troppo tardi per imparare. Ora io vorrei aggiungere che non è mai troppo presto per tornare a scuola a frequentare quella che io vorrei chiamare (e spero diventi) l’Università per la Formazione Continua e la Cultura. Valentino Zambotti (UTETD di Santa Croce del Bleggio)


Opinioni a confronto BOTTA E RISPOSTA

vilgiat@yahoo.it

Caro Adelino, mi ha incuriosito l’istituzione a Carisolo di un assessorato alla Gentilezza, incarico ricoperto dalla signora Maestri. Credo sia il primo da noi, e mi piace pensare che altri Comuni giudicariesi possano abbracciarne l’idea...tu che ne dici? Lucia Beh...in Italia sono già una cinquantina i Comuni che hanno in Giunta un assessore alla Gentilez-

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Un assessore alla gentilezza per ogni comune za. Il nostro convivere, al giorno d’oggi, ci ha ormai abituato ad una specie di rassegnazione verso linguaggi e comportamenti maleducati. Ormai si accettano stupidità, oscenità, offese gratuite senza batter ciglio un po’ dovunque, la Tv fa la sua parte nel diffondere un clima di volgarità e dei mala creanza. Ormai le parole gentili,le attenzioni, le dimostrazioni d’affetto e gesti di cortesia sono sempre più fuori moda fra di

noi, anche in Giudicarie. E spesse volte anche le

nostre stesse comunità ne soffrono, calano le ami-

cizie, ci si saluta a fatica, si diffonde sempre più un’aria irrespirabile fatta di invidie e di gelosie, i nostri paesi non sono più quelli di una volta. Ma purtroppo non è facile porvi rimedio. La cosa comincia a preoccupare giustamente anche gli amministratori responsabili delle nostre comunità. E così alcuni Comuni in Italia e Carisolo in Giudicarie, hanno istituito l’Assessorato alla Gentilezza che in qualche

modo dovrebbe dedicarsi a riportare serenità fra la gente nell’ambito della propria comunità. Non so se e come questa iniziativa porterà a risultati, ma solo il fatto di essere sensibili al problema e cercare di porvi molta più attenzione di quanto s’è fatto sinora, è già un titolo di merito del Comune di Carisolo. Il mio auspicio è che altri assessorati alla Gentilezza nascano come i funghi. Un po’ dovunque. Ne abbiamo bisogno.(a.a.)

Lotta alla plastica, Cani adorabili ma Natale, che caos! un’utopia spesso padroni Da qualche tempo si parla di abolire la plastica e si vuol cominciare a tassarla per impedirne l’uso. Non che me intenda molto, ma non credo che ci possa esserci un mondo senza plastica, mi son guardata intorno, la plastica c’è ovunque... non sarà facile abolirla... Chiara Mah...anch’io non ho capito granchè di tutto questo parlare di abolizione della plastica. Di certo è molto inquinante e i nostri mari ne sembrano pieni. Ma se al posto della plastica usassimo la carta, ci rimetterebbero le foreste e quindi l’ambiente. Non credo che tassare l’uso della plastica sia un rimedio, oltre tutto metterebbe in crisi le aziende che ne fanno uso. Siamo tutti preoccupati per l’ambiente sempre più inquinato, ma dare tutta la colpa alla plastica mi sembra una scusa per non fare niente. Il danno causato dalla plastica può essere sminuito mettendo la gente in condizione di poterla smaltire con la raccolta differenziata, evitando di gettare i rifiuti plastici dove capita. Oggi troviamo bottigliette di plastica abbandonate un po’ dovunque, nei boschi, nei torrenti, dobbiamo obbligare i cittadini a non farlo più, magari punendoli severamente. Già dalla scuola bisognerebbe partire per una adeguata educazione al rispetto dell’ambiente. E intanto, un po’ alla volta, anche le aziende potrebbero modificare l’uso della plastica con altri materiali meno inquinanti. Credo sia necessario comportarci civilmente, ne va della nostra salute. L’ambiente è la nostra casa, la casa in cui viviamo e meno inquinata è la nostra casa meglio sarà viverci in salute e serenità. (a.a.)

maleducati

Quando mi muovo di casa e faccio un giro per il paese, trovo sempre persone che portano a spasso il loro cane. Nel contempo devo stare attento a dove metto i piedi per non finire nelle loro “cachette” abbandonate sulle strade e sui marciapiedi. A me i cani fanno tenerezza , ma vorrei che i loro proprietari fossero più attenti all’igiene ed al loro comportamento… Giorgia Possedere un cane non è per niente facile, richiede attenzione, vicinanza, e un sacco di tempo da dedicargli. Credo che un po’ tutti noi amiamo gli animali, ma ci sono persone che, con pieno diritto, preferiscono stare alla larga soprattutto dai cani, e quindi possedere un cane implica rispetto anche di chi dei cani non ne vuol sapere. Spesso chi possiede un cane non si preoccupa granchè degli altri. Forse per superficialità, forse perché al suo cane è particolarmente affezionato. Ed è un errore. Non dimentichiamo che ci sono norme precise che regolano la circolazione in pubblico dei cani come di altre bestiole. Ma tutto sommato basterebbe usare il buonsenso. Ricordiamoci però che i cani sono i migliori amici dell’uomo. Chiedono poco e danno molto in affetto, compagnia, e salvaguardia nostra e dei nostri bene. E da sempre hanno accompagnato l’uomo, con fedeltà, in pace e in guerra. Fino alla fine. Teniamoceli cari. (a.a)

A fine mese festeggeremo il Santo Natale e subito dopo daremo il benvenuto al nuovo anno, sono già in agitazione pensando al traffico caotico fra qualche giorno, agli addobbi illuminati, alla corsa agli acquisti per i regali e perché no, per il cenone di Natale. Non sono solo io agitata, ma si metterà in moto un’isteria collettiva...si salvi chi può. Marisa

Ha ragione, si salvi chi può!! I supermercati son già pieni di panettoni, pandori, e cesti natalizi. Non mancano dolci e dolcetti d’ogni tipo accompagnati da spumanti acquosi di poco prezzo, non tutti si possono permettere lo champagne. Già mi spaventano gli addobbi luccicanti che illuminano tutta la notte la finestra della mia camera, la corsa frenetica ai regali, l’ingorgo delle strade che rende pericoloso anche un solo piccolo salto a Tione. Penso già con fastidio al solito ritornello: “Vai da qualche parte a Natale?” e subito dopo: “Vai al veglione di Capodanno? Dove andrai?”. Si salvi chi può da quelli che si riscoprono credenti solo a Natale e poi vanno alla messa di mezzanotte. E chissà perché solo “...a Natale bisogna essere tutti più buoni”. E infine me ne guarderò bene da tener acceso il televisore, il Natale non è il giorno delle banalità. Non voglio che nessuno mi chieda come ho passato il Natale, o come è andata a Capodanno. Sono fatti miei, miei e della mia famiglia. Passare il Natale ed aspettare l’anno nuovo con loro sarà più che sufficiente per ritrovare serenità e qualche momento di intima felicità. Si salvi chi può! Non vedo l’ora di arrivare all’Epifania e che tutto sia finito. Adelino Amistadi

Buon Natale e Felice Anno Nuovo Augura alla Spettabile clientela Buon Natale e un Felice Anno Nuovo ...

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DICEMBRE 2019


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