MATARAN / NUOVA SERIE / 1

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IN REGALO SPECIALE A LUCI ROSSE

OLIO DI GOMITO E CECITÀ SICURA

SATIRA, UMORISMO E FUMETTI AD USO DI FRIULVENETIGIULIANI


LA CONTROCOPERTINA

INAILUIGITENEVLUIRF ID OSU DA ITTEMUF E OMSIROMU ,ARITAS

IN FRIULI VENEZIA GIULIA SI POSSONO INTEGRARE

PROPRIO TUTTI

MADONE NERE DI MONT IMMIGRATA IRREGOLARE CON PROLE RESIDENTE DAL 1400 A CASTELMONTE (UD)


MATARAN | 3

LA POSTA DEI LETTORI

ATTUALITÀ 4 LO SCATTO 5 CRONACA REGIONALE 7 GUBANEWS DI GIOVANNI GUBANE 11 CRONACA

DAL FUTURO

15 INTERVISTA

COL VOLPINO

DI MARCO TONUS 24 NETFVG DI TIZIANO TREVISAN

SOCIETÀ 32 PAGINA DEI MORTI 14 MUSICA 25 SPORT RACCONTI 9 MANI

DI RUD INACIO 10 PUSIOL DI TIZIANO TREVISAN 16 TRE MANIFESTI

A BUTTRIO, FRIULI

DI SIMONE MARCUZZI 20 EL ZALO TRIESTIN DI TAMAS

FUMETTI 12 NUTRIOLINO

DI UPATA 18 KARNER DI ALESSIO RIZZO 22 NONE DI IRENE COLETTO 26 LAFAGIANESSA DI TONUS E ALESSIO RIZZO

ILLUSTRAZIONI 1 COPERTINA DI GIO DI QUAL 4 BURGER KIM DI SAM TORPEDO 8 MANI DI DAVIDE PIGHIN 28 LUNASHI DI CARIN MARZARO

INSERTO SPECIALE MANDINGO DI BENVENUTO, TONUS, RIZZO, RUD INACIO, RUZ

Gentile redazione di Mataran, ho letto un sondaggio dove si diceva che sopravvive più tempo una copia di PordenoneInTasca che una del Messaggero Veneto: la prima resiste fino a un mese sulla mensola del bagno, la seconda in meno di 15 ore finisce nelle scovazze o usata a fogli per pulire la stufa. Mataran però sfugge alla statistica, ho ancora tutti i numeri: li leggevo al cesso o prima di dormire, alle volte addormentandomi anche sul water, o cacando direttamente nel letto. Odio leggere dal telefonino: avete mai provato a buttare un giornale on line nello spolert? Rischiate di rimetterci un cellulare al giorno! I giornali di carta mi danno l’idea che c’è qualcuno che li produce fisicamente, che ci sia una redazione che puoi andare a trovare, magari col mitra come quella volta in Francia. So che la carta è piena di nemici: la muffa, il cane, l’asta giudiziaria, il Bilderberg, l’Isis. Per questo ho imbustato i vecchi numeri e li ho messi al sicuro in libreria, dove nessuno si avvicina. Tra vent’anni li vorrei riaprire e goderne: sarò invecchiato e mi ricorderanno la gioventù, che come a Udin no si cjate in nissun lûc. Ma nel frattempo mi annoio. Quando tornate a uscire? Gratis, possibilmente. Un lettore Caro ed esigente lettore, rieccoci.

Questo numero è dedicato a Luciano Lunazzi (1952-2017), amico, lettore e accanito sostenitore di Mataran: in ultima di copertina trovate Lunashi, un semidio indofurlan, ovvero come lo ricorderemo sempre. Mandi, Luciano!


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LO SCATTO

— Se il fum al va de bande di soreli jevât, cjape il sac e va al marcjât.


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CRONACA REGIONALE L’industria del caffè nella bufera

Illy mandante dell’omicidio di Peter Parker

La soddisfazione di Max Pezzali: «Era ora, denunciai lo sgarro 26 anni fa» CRO DI AVIANO

ENNESIMA CONVERSIONE

STATALE PONTEBBANA

A neonazi ricrescono capelli con la chemio

«Divento friulano» e cambia nome in Mandi Allam

Ubriaco si fa portare a casa dalla sua scimmia L’animale è risultato negativo all’alcol test

Il giornalista fulminato dalla causa autonomista: «Mi è apparso Sgorlon»

Dopo il Rommel Trail ecco la Tito Golf Cup, torneo per principianti a Basovizza

Pienone al convegno sulla marilenghe

Trump di Opicina non fa salire gli immigrati

Indicato dalla freccia, l’unico dei presenti che parla friulano.

Ieri mattina il mezzo è impazzito. Rimasto a piedi anche il sindaco Dipiazza, in quanto originario di Aiello del Friuli.

FOTONOTIZIA


BIG KIM CRISI DOPPIO CHICKEN URANIO AI FUNGHI

Pyongyang SUPREME ATOMICO IOO%


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ART REGJONÂL DUTE FURLANE

PAR CURE DI

PHILIPPE DAVIDERIO

di Giovanni Gubane • Arance di plastica al mercato,

ambulante si difende: «Sono varietà tarocco». • Direttore Quattroruote

lascia per poca autostima. Flame tra sarti scozzesi per un tweed.

Auto che rimangono incollate all’asfalto, ferraglia che si trascina verso il centro della città, hard disk inutilizzabili. Il sindaco chiede lo stato di calamita naturale.

OGNUN AL BALE CUN SÔ AGNE

I VÛL BIGHE E NO CJAVEI

UN BLANC O UN NERI, BASTE CHE AL SEDI BON

NO VARÌN MIGHE DI LASSÂSI COME CJANS!

CEMÛT LA BIGHE? CJALDE MA FLAPE

IL TOCAI AL GUARIS DUCJ I MAI

Fernando Botero, 2007

Michelangelo Merisi da Caravaggio, 1597

Normale il rigurgito fascista quando si mangia a testa in giù.

Albergatori della Transilvania sul lastrico: troppi turisti mordi e fuggi.

Ritirate le gomme quattro stagioni: i carciofini si ammassano sui parafanghi.

La crema legale vi abbronza con un’ora di anticipo.

Kazimir Malevič, 1915

Giotto di Bondone, 1303

Denunciato per millantato credito: si spacciava per pusher.

Sparò una bufala, convocato esperto di ballistica.

• Dramma ad alta quota, escursionisti muoiono assiderati in una tormenta di neve. Sottovalutata la guida alpina grillina che li aveva avverititi: «Il vento sta cambiando!»

Primavera allo zoo, si fa il cambio degli armadilli.

Brevettano delle pianole giganti «Ma solo per fare uno scherzo». Denunciati due Bontemponi.

Lucas Cranach, 1533

Edgar Degas, 1875



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MANI di rud inacio -----------------------------------illustrazione di davide pighin

S

e ne erano visti di belli funerali negli anni, ma come quello del capo attrezzista morto sul lavoro con le mani tagliate proprio no. Abituato a comandare, raramente si metteva al lavoro e nell’eccezione che conferma la regola ci aveva trovato la morte: secco, stecchito, con le mani sparse sul pavimento pieno di sangue e le braccia affettate come due salami. Una roba orribile da raccontare ma siccome era un uomo cattivo non ce n’era uno a cui non scappava almeno un sorriso a vederlo senza mani come un poveretto, non una lacrima, non un sospiro, non un brivido a correre per la schiena, voglia di ridere, gran voglia di ridere, di fregarsi le mani, di spintonarsi bonariamente, di darsi la carica, pacche sulle spalle, una grande soddisfazione. Intelligentemente, il becchino, l’uomo delle pompe funebri, per nascondere quello schifo gli ha messo da morto i moncherini in tasca e con le braccia infilate nei pantaloni scuri, il capoattrezzista sembrava quello che era sempre stato: uno che girava con le mani in tasca per il reparto senza voglia di fare, uno che spiava e che urlava agli altri senza una ragione, per niente. Le mani tagliate erano riposte non si sa bene dove ma comunque all’interno della bara, assieme alla salma, forse messe dietro la schiena. In chiesa tutti assistevano al funerale di quella carogna, fissavano la bara, volevano essere sicuri che fosse morto davvero. E se magari usciva d’un tratto da dietro una colonna a guastare la festa? Non si fidavano i compari del lavoro, erano sospettosi malgrado gli abiti scuri. Si appostavano dietro l’acquasantiera e non vedevano l’ora che il giorno finisse. Quattro, poi, prontamente hanno alzato sopra le loro teste la bellissima bara che come un razzo lucido e brillante ha attraversato la folla facendo ombra sui singoli volti arrossati dal freddo e dall’allegria. Il razzo è atterrato velocemente in cimitero nel giorno in cui è di gran moda portare vasi di fiori sulle tombe e prima di scomparire in un buco scavato nella terra, durante il tragitto è successa una cosa degna di nota. Le mani del capoattrezzista sono andate su e giù di continuo per la cassa, si sono rotolate da tutte le parti sbattendo come sassi in un barattolo, sballottate come fossero fagioli in una pentola.


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pusiol di tiziano trevisan ------------------------------------


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MESSAGGERO VENUSIANO HOME

CRONACA

SPORT

OSTERIE

PIANETA TERRA

SI PARLA DI UDINESE ELEZIONI 2108 BANDA LARGA

EDIZIONE

URANO PLUTONE

CUCINA ECONOMIA

SACCHETTI COMMESTIBILI

7 FEBBRAIO 2108 SANTA EUGENIA MERCATI A UDINE, FORGARIA, NIMIS

OPINIONI

ALIENAZIONE

Robot in sciopero “Condizioni disumane” Braccia meccaniche incrociate, presidio a oltranza I sindacati: “Sì al permesso matrimoniale tra operai e lavatrici”

Pignarûl vietati sul Sole Esultano i galassisti L’ira del locale Fogolâr Furlan “Non ci sono prove sull’uso di copertoni”

I delegati di Cgil, Cisl e Uil con il picchetto davanti alla Lucelettronica di Pordenone.

La Banca Centrale Intergalattica cancella il debito della Popolare di Vicenza

Intervista al ragazzo clonato di Tolmezzo «Mi sento un altro»

Indagini della IntergalacticPol

FOCUS

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Imbrattato il monolito sulla Luna

Mangiato l’ultimo musetto presente sul pianeta Terra

Chiuso dopo 19 anni il Centro di accoglienza alieni di Gorizia

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La critica divisa: vandalismo o opera d’arte? Il degrado in cui versa il satellite

SPORT

NOTIZIE Derby: Udinese castiga Caporiacco. Festa dei tifosi alla Casa del Miele Arena

· Foto · Video

Prosecco a Kashyyyk: il DOC esteso fino all’Orlo Mediano

Video

Cinghiale incastrato in un buco nero


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TUTTA UN’ALTRA MUSICA! Sarà ancora bello far l’amore da Trieste in giù? In anteprima le recensioni degli album più attesi della stagione in uscita il 29 aprile: dall’hip populista alla dancemocratica, fino all’elettronanonica e al vetero punkautonomismo! AFTERDEBBY HAI PAURA stants e elezi ons so r e DEL BUIO? Un pot-pourri di stimoli sonori accatastati con intensità: incubo o capolavoro? Di fatto, per cinque anni è stata la musica più ballata in FVG, dalle UTI agli ospedali. A breve, mini tournée a Roma.

PD ZEPPELIN PD ZEPPELIN Sull’onda del successo nazionale del 4 marzo scorso, celebrato come autentico capolavoro renziano, il disco torna nella versione della tribute band locale. Riff veloci sottolineano cori di lamenti blues che sembrano quasi provenire dal dirigibile in caduta libera dell’artwork.

FORZAITALIA TONDO DAL FRIÛL Un disco noioso che farà felici solo i collezionisti del gruppo di Arcore, lieti al pensiero di saperli ancora vivi. Raro caso dove la copertina parla per il contenuto: un (auto)sabotaggio, nello stile che dal lontano 1994 li contraddistingue.

SERGIO BOLZODER FROM HERE TO ETERNITY Per l’ottimo uso del sintetizzatore, l’album dell’ex borgomastro è destinato a rimanere una pietra miliare, almeno di là da l’aghe: per la prima volta un pordenonese tenta la scalata alle classifiche del Friuli e di Trieste. Ma l’etichetta, ormai in crisi, pare non crederci per prima.

FEDRIGHEZ LEGHISTI COL FLEX Nato come scherzo sui social grazie a una strategia virale del producer Salvini, è una raccolta di brani pensati più per riempire i palazzetti di fan di Fedrighez che restare nella storia: testi di critica sociale spiccia, pop travestito da rap e tanti tromboni. CECOTTI - FEDELI ALLA LINEA AUTONOMISMO E BARBARIE Seconda prova in studio per il gruppo dell’etichetta Patto. I toni punk che mescolano dottrina autonomista e provincialismo friulano si sono ammorbiditi. Rispetto al primo album Affinità - divergenze fra il corregionale triestino e noi, con cui forma un dittico da cui non si può prescindere, la voce di Cecotti è straordinariamente angosciante, un crescendo di disperazione. Suoni vari e diversi, grezzi ma vitali.


il lato erotico di mataran vietato ai minori di 18 anni

erotismo pruderie cosacce

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MANGA “UN TAJ”

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PAGINA III

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II

Nel bel mezzo della mattinata realizzò per conto suo, senza l’aiuto di nessuno, di volere praticare, da lì in poi, il sesso senza sentimenti.

il naso la propria tega che in velocità prendeva colore e diventava sempre più grossa. Ma ella non la vedeva mica, faceva come finta di niente. Stava li a farsi strizzare e a prenderlo nel culo, in bocca, nel taglio davanti con disinvoltura, anche troppa. Le cene, il cinema, lavarsi il corpo prima e dopo Lui la riempiva come un vasetto di yogurt scaricandole lo stancavano parecchio, si stressava di continuo e gli dentro il revolver, oppure le spruzzava indosso la sbobba, veniva il nervoso. Eppoi si innamorava sempre di chi gli che scivolava via sulla finta pelle come pioggia sul vetro accoglieva in bocca il pisello, di chi gli donava il buco del della veranda. Quando si svuotava finalmente la borsa, culo, di chi si faceva volentieri leccare la fica. Sempre si rideva allegro e benediva con le mani giunte il giorno in innamorava. Di una poliziotta, di una studentessa, di una cui aveva avuto la bella idea di comprarsi la bambola vicina, di una bassa di statura. Di tutte insomma. gonfiabile. Era bello il sesso senza amore. Si sentiva soddisfatto quando piollava, schiacciava, Troppo amore lo mandava fuori di testa, lo amincannava, e scoreggiava felice come una locomotiva mattiva, diventava matto a forza di innamorarsi. Il giorno quando le tappava il buco fra prima per esempio si innamorò di una prostituta le gambe o quando si faceva ancora prima di esserci una pippa fra le tette e una andato. Roba da matti. volta, anzi un paio di volte, Scese le scale, uscì in le ingolfò il respiro cacandole strada e andò a comprarsi in bocca. una bambola gonfiabile. Appena finito di scopare, Scelse l’ultimo modello che sparecchiava tutto e sul lanon si differenziava tanto vandino della cucina lavava dal primo modello ma la la bambola a pezzi come era consistenza della plastica abituato a fare con se stesera migliore, il seno sodo so fin da bambino. Le sfree i tre buchi erano belli da gava con foga le ascelle, la vedere, piacevoli alla vista, schiena, il bel volto, baciameglio di una donna vera e di rud inacio va i capelli che profumavapropria. no di balsamo alla mela e con una spazzola le pettinava con cura i peli pubici, i peli del sedere, le ciglia lunghe. Mentre la portava a casa nel sedile dietro della Infine con il panno della macchina asciugava lentamente macchina, pensò sorridendo che finalmente poteva fare le parti in questione e con gran scrupolo passava e ripassesso senza amore, ma senza ridursi ad andare con le casava ogni centimetro di quel corpo fatto di sola plastica. pre. Subito decise astutamente di non darle nessun nome Lo strofinava con attenzione, seduto sul pavimento della di battesimo. Temeva che un nome tipo Gloria, Susanna, sala da pranzo, ancora nudo, ancora da rivestirsi. Prima Asia, Renata avrebbe elevato la bambola allo status di di andare a dormire riponeva la bambola nel ripostiglio e quasi donna e quindi poteva essere un pericolosissimo le dava idealmente la buonanotte. sentiero sulla via dell’innamoramento che lui respingeva come il demonio. Grossomodo dopo circa una settimana si stanAppena tornato dal lavoro si metteva a fare all’amore cò di praticare il sesso senza sentimenti, sgonfiò la bamcon la bambola appena comprata senza indossare il prebola, la impacchettò, prese la licenza di caccia e si mise servativo perchè non correva nessun rischio e stava lì a a sparare per sport ai caprioli. toccarle le tette, a leccargliele e spesso le agitava sotto

sesso senza amore


III

ATTENZIONE! QUESTO È UN MANGA: LA LETTURA DELLE VIGNETTE VA DA DESTRA VERSO SINISTRA

To n u s e n p a i

UN POPÒ DI

TATTOO

Ricsochan

Una serie di esclusivi disegni ispirati al tatuaggio sul Vajont che tanto è piaciuto: le versioni dedicate a ricorrenze, iniziative e luoghi della tua regione!


IV

Cerca su 5,441,437 video...

Irrigatore continua a spruzzare e non si ferma più

Mamma di Bonzicco scartoccia a mano due belle pannocchie

Mungitrice calda pompa il latte nel bidone di Anselmo

Carrello elevatore si Idropompa inonda rompe sul più bello acqua nella cisterna 10k views solo a Manzano e poi spurga nel fiume

Anselmo prova tutte le chiavi inglesi fino alla misura 88

Contadino ciula la nafta del vicino succhiandola poderosamente

Carlo diceva che il suo olio era vergine... Amatoriale 100%

Un guardone spia dalla finestra pecore in transumanza

Covone penetrato da grossa trivella sui bastioni di Palmanova

La prima volta dell’ape regina... miele a volontà per l’apicoltore

Lola conduce seminatrice a 90 (km/h)

Il grande braccio della forca tutto dentro al letame

Lola spompa la seminatrice tirando troppo il freno a mano

Stagionale calpesta la mia soia e poi se la ingoia cruda


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ESCLUSIVA PORDENONE, DAI REDUCI DEL ROCK A QUELLI DEL REICH

Intervista col Volpino ROMMEL AVVISTATO IN RIVA AL NONCELLO: «QUI MI TROVO A CASA, COME NEL DESERTO». IL FANTASMA DEL FELDMARESCIALLO SI RACCONTA: «RIDATEMI IL WI-FI, ERA COMODISSIMO» Pordenone Intervista di Marco Tonus

U

na pioggia leggera avvolge un giovedì sera in Corso Vittorio Emanuele II. Le serrande sono abbassate e le commesse hanno il passo svelto di chi va a casa. Raggiunta la Loggia comunale, piove bene sugli impermeabili. Il luogo per l’incontro lo ha scelto Erwin Johannes Eugen Rommel (1891-1944), o meglio, quel che ne resta: il suo fantasma. Appare con puntualità teutonica all’ora stabilita, etereo ma composto nella sua divisa da Feldmaresciallo del III Reich. Sistemandosi la visiera fa un cenno di saluto col capo, Siegh! «Serata umidiccia. È una fortuna non avere più le ossa, mi dispiace per le sue». Esordisce così, attraversando una colonna per ripararsi nel portico. Dopo Mal e Bobby Solo, un altro mito della gioventù dei nostri nonni vive a Pordenone, come mai? Ho passato così tanto tempo nel deserto che mi sembrava il posto più adatto (sorride e allarga le braccia a indicare l’ambiente intorno). In realtà avevo soggiornato per un breve periodo nel 1917 in Valcellina, a Cimolais, a Meduno... posti tranquilli, una volta passati per le mitragliatrici tutti quelli che ci ostruivano l’avanzata. Lei è apparso 19 volte in centro, ma solo 16 testimonianze sono state ritenute credibili. Conferma? Non tengo il conto di chi incontro, ma

sicuramente tre mi hanno visto senza uniforme sotto la doccia. Ci si sente sporchi anche da morti, si sappia. Ha scelto Pordenone anche per le politiche messe in campo dalla giunta comunale di centrodestra? Destra e sinistra non esistono più. Beh, detto da un nazista... (Ride) Guardi, sono arrivato nel 2005, con tutt’altra amministrazione al governo, convinto peraltro dal wi-fi comunale gratuito. Era comodissimo per chattare, ho molti amici in Argentina e lo trovavo un ottimo servizio. Ora lo hanno tolto perchè “troppo democratico”, lo usavano davvero tutti, perfino i neri, me compreso. Non cromaticamente, sia chiaro, ma d’animo. Lei abita in centro, dove alcuni se ne lamentano. Non devono mai essere stati in Africa. Laggiù è davvero pieno. Degli steward urbani cosa pensa? Giocano alle Schutzstaffel, con quelle loro ridicole pettorine gialle. Non sono neanche antiproiettile, inutili. Con chi chatta in Argentina? Con il Führer e dei vecchi commilitoni. Un recente sondaggio indica che un austriaco su quattro vorrebbe Hitler alla guida del Paese, che ne pensa? Che non accetterebbe mai. Si è ritirato a Buenos Aires deluso e amareggiato per come lo hanno trattato. Troppi ricordi in Europa, troppi ricordi.

Le hanno dedicato una corsa podistica, la Rommel Trail, nei luoghi che ha attraversato in Friuli. La onora? Percorrere quelle stradine sconnesse senza elmetto, divisa e armi addosso più che agonismo è una passeggiata. Lo sport fa sempre bene, comunque. Molti non hanno apprezzato l’idea. Sarò sincero, ho sbuffato io per primo. Avrei preferito una gara tra carri armati nelle Grave, ma si sarebbero lamentati gli animalisti che, posso assicurare, sono molto più pedanti degli storici. Lo sa chi amava pazzamente i cerbiatti? Hitler. Sento del sarcasmo. Dicono che era coinvolto nell’Operazione Valchiria, il piano per uccidere Hitler. Smentisco categoricamente, avevamo solo delle divergenze sul piano tattico: lui voleva soluzioni rapide per eliminare il nemico, io preferivo giocarci un po’. Questioni di gusto. Come fa la volpe con la preda. Faccio un esempio: avevano messo in giro delle voci, frutto di invidie e rancori emersi dopo l’attentato fallito, e il mio nome era sulla bocca di tutti. Ma godevo di tanta stima per essere dichiarato un traditore. Adolf in persona mi fece quindi recapitare una pallina di cianuro per evitarmi la gogna mediatica. Se non è amicizia questa! Si farà ancora vivo? Più di così?


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TRE MANIFESTI A BUTTRIO, FRIULI di simone marcuzzi

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ell’azienda in cui lavoro c’è un solo bagno per gli uomini. Siamo sessanta in produzione, una decina in magazzino, una ventina negli uffici. Un rapporto che di sicuro viola qualche parametro di legge, compensato da un bagno femminile sontuoso composto da tre box, a disposizione di forse quindici dipendenti. Per un uomo è statisticamente improbabile trovare il servizio libero al momento della necessità, anche perché gli stimoli intestinali sembrano seguire un calendario lunare condiviso e in genere reclamano all’unisono. Ma anche nel caso, non è detto che tutto sia destinato a filare liscio. Ieri, ad esempio, dopo aver completato l’assemblaggio di un ordine urgente, sono dovuto correre, e il bagno era libero. Grandioso. Però il coperchio del water – finezza che l’ufficio personale non manca mai di sottolineare, questa di avere il water e non la turca, quando lamentiamo l’insufficienza dei servizi a disposizione – il coperchio, dicevo, era abbassato. Una delicatezza che insospettisce, quasi di certo un tentativo di occultare qualcosa. In quello stanzino si sono compiuti infatti misfatti leggendari, che nel tempo hanno generato una fitta e livorosa cartellonistica alle pareti.


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Ora sopravvivono tre messaggi stampati in A3, nero su fondo rosso, plastificati dai ragazzi degli uffici. Quello a sinistra dice: L’OBIETTIVO È FARE CANESTRO. Al centro: LO SCIACQUONE SALVA LA VITA. A destra: FARESTI UNA COSA DEL GENERE A CASA TUA? Insomma sono lì, con la vescica che grida e il coperchio del water abbassato. Non ho visto chi è stato l’ultimo a uscire dal bagno. Penso a quel collega che chiamano Cannavacciuolo, perché lascia la decorazione sul vaso come il famoso chef sul piatto. Penso a Corpo Sciolto, a Chernobyl, a Imodium. Ho paura di sollevare il coperchio. Rileggo i cartelli, aziono lo sciacquone, ma potrebbe essere un placebo. Sarei tentato di farla direttamente sul pavimento e poi scappare. Mi slaccio i pantaloni, e in quel momento bussano alla porta. Dico “Occupato”, mi rispondono “Muoviti!”. Sono in ostaggio, mi beccherebbero, diventerei anch’io un soprannome. Penso a Stercorario, a Ultime Volontà, a Birkenau. Inspiro, espiro. Una goccia fredda mi scende lungo il fianco, la vescica esplode. Sollevo il coperchio.


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EL ZALO TRIESTIN -----------------------------------------------------

SPORCA NOTTE DE DIAVOLI IN TORMENTO

Una notte plumbea era scesa su Trieste e non c’era anima viva in giro a sfidare le tenebre (erano le 21.23), quando il campanello di casa Covacich risuonò con un clangore d’inferno.

«E il tecnico gaveva dito che iera tuto a posto, go visto! Sempre me fa venir un cago, sto campanel...», mormorava tra sé Manlio Covacich, 73 anni portati malino, mentre si avvicinava alla porta. E poi, rivolto al cagnetto biondo che lo fissava stolido: «De Zolt! Non barar al Risiko mentre son de là!».


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« CHI PUÒ AIUTARMI ADESSO, HO PENSATO, SE NON IL SIGNOR MANLIO CHE È SEMPRE TANTO GENTILE? »

Il pesante portòn aveva appena terminato di girare sulle bartuèle, liberato dai chiavistelli a forza di imprecazioni, che il pensionato si trovò davanti un’apparizione: una femmina tutte curve, fasciata a malapena da un vestitino a fiori. «Ostia che babòn», pensò Covacich, spalancando la porta. «Aide-moi, pétit couer!», pianse la donna, e si gettò sul petto di Covacich, sgualcendogli anche un po’ la vestaglia damascata. «No xe da pianzer, drugariza, ja govorim malo slovenski... La me diga, cosa le è capitato?». «Un distinto signore alla fermata del 9, signor Manlio, ha abbassato il finestrino del suo bolide e mi guardava fisso. Io sono una ragazza semplice, credevo che fosse un ammiratore, ma lui, con la scusa di stabilire un appuntamento romantico, mi ha rubato l’orologino d’oro della nonna Mariza ed è fuggito sgommando... Chi può aiutarmi adesso, ho pensato, se non il signor Manlio che è sempre tanto gentile?». Covacich non se lo fece ripetere due volte. Indossò la vestaglia pesante, afferrò la rivoltella del trisavolo Pauli, ufficiale k. und k., mise il guinzaglio a De Zolt, che intanto aveva occupato tutta l’Africa, e si precipitò sciavattando per le scale fino alla fermata del bus. Erano già le dieci meno dieci, ma i muli del centro e delle rive i xe tuti dei drittoni, e, quando Covacich chiamò, balzarono dal letto e scattarono alla ricerca del pollo; la Zastava verde fu individuata, parcheggiata a cazzo, in via Felice Venezian, dove il malvivente contava di vendere a una libreria antiquaria il vetusto tictac. Il ricettatore avrebbe aperto alle otto, ma i criminali, si

sa, hanno tempo da buttare. La lotta fu breve e concitata: Covacich perse una papuza sul terreno sconnesso e stava per soccombere, ma De Zolt si avventò sul criminale e lo morse al polso, facendogli cadere il monile. Subito la baba si piegò per recuperarlo, mostrando il ben di dio a Covacich, che tuttavia teneva l’occhio fisso sul ladro. «Dovevo immaginare che saresti intervenuto...», borbottò il delinquente, massaggiando la mano dolorante. «Hai vinto un’altra volta, Covacich. Ma adesso no far monade, lasseme ndar... Non hai un po’ di pietà?». «Volentieri», rispose il Covacich. E sparò tre volte. Ogni colpo fu accompagnato dai latrati di approvazione di De Zolt: «Just! Just! Just!», abbaiava l’intrepido cagnetto, un friulano a pelo corto. «E adesso che cosa facciamo?», domandò infine la donna, ancora tuta un tremàz, mentre scendevano verso le rive. «Ti non so, baba; mi vado a dormìr – go meso l’imbotida!», ribatté Covacich, sistemando il revolver nella tasca interna della vestaglia, serio e felice come un bambino intento al gioco. Erano le 22.35; la città sembrava sparita nel suo sonno profondo, e perfino De Zolt se ne stava zitto, sotto il peso di quella notte, per nulla rischiarata da una luna immensa.


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DI TIZIANO TREVISAN

Sulle rive del lago di Misurina viene ritrovato il cadavere di Maura Palman, figlia di uno degli avvocati più in vista di Cortina. Data la delicatezza del caso viene inviato sul posto Daniele Cuperlo, giovane vice questore della polizia di Trieste, il quale dovrà fare ricorso a tutte le sue abilità e affrontare viaggi onirici e incubi, per farsi strada tra i misteri che sembrano avvolgere quei meravigliosi paesaggi montani.

Talk show itinerante. In ciascun episodio Riccardo Illy porterà in giro su un’auto d’epoca diversa un politico diverso, le chiacchiere si susseguono senza un canovaccio, e alla fine l’ospite promette di diventare azionista della società triestina in vista dell’imminente collocamento in borsa.

In un futuro distopico i ricchi potranno permettersi degli squisiti agnolotti che manterranno intatte tutte le loro qualità, senza avere alcuna data di scadenza. Per indagare su una partita avvelenata viene riportato in vita il cuoco Gianni Cosetti, la cui anima sarà fatta alloggiare in un ripieno.

Siamo in piena guerra fredda. A una coppia di spie americane, cresciute e addestrate ad Aviano e in grado di parlare friulano, vengono fornite le false identità di coniugi Brusadin e il compito di indagare sulle attività dei simpatizzanti sovietici in Carnia.

In prossimità del valico di Tarvisio vengono ritrovati due mezzi cadaveri. Una metà appartiene a un politico austriaco, l’altra a una donna triestina. Le polizie dei due paesi coinvolti sono chiamate a indagare congiuntamente sul serial killer, mentre il clima politico si fa sempre più pesante, tra rischi di insabbiamenti e ripercussioni sull’accordo di Schengen.

Gennaio 1985, una scia di sangue attraversa Meduna e Tagliamento. Tutto ha inizio quando un assistente sociale, invidioso del successo del fratello, ricatta un proprio assistito costringendolo ad una sgangherata rapina per rubare a quello una preziosa maglia autografata da Zico. Ma con l’arrivo della nevicata del secolo, niente andrà secondo i piani.

Ai visitatori del parco di Miramare viene offerta la possibilità di vivere un’esperienza ispirata alla colonizzazione asburgica del Messico. Avventura, sesso, violenza, tutto sarà permesso perché oltre ai turisti gli altri personaggi sono androidi. Improvvisamente però si riscontrano delle anomalie nel comportamento di questi ultimi, e l’azienda francese che li ha programmati se ne lava le mani.


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OTTO SPORT A CUI DARE DIGNITÀ

SPORT CANDIDATI A

PECHINO 2022 Trùc umano Dalla pedana del salto con gli sci ogni squadra lancia a turno un bob. Atterrando, deve andare a colpire gli slittini dell’altra squadra per eliminarli.

Starnuto sincronizzato All’interno di una camera sterile la coppia di atleti si disporrà dandosi le spalle, e avrà 30 secondi per produrre lo starnuto. I giudici valuteranno sincronia, assonanza e similarità del secreto. In deroga alle comuni norme antidoping, i corticosteroidi saranno obbligatori, per prevenire vantaggi derivanti da riniti allergiche.

Staffetta con grolla Prova di pattinaggio di velocità a squadre: ogni atleta dovrà percorrere 1000 metri e bere prima di passare al compagno la grolla, che dovrà giungere vuota al traguardo. Spillare il vin brûlé comporterà la squalifica del quartetto. SPORT CANDIDATO ALLE

PARALIMPIADI 2022 Pattinaggio artistico La particolarità è che i giudici saranno non vedenti. Gli atleti verranno giudicati in base alla loro abilità nel produrre rumori sfregando i pattini sul ghiaccio e imitando con la voce i suoni delle evoluzioni.

Tutto merito del Curling Bisiac Dopo l’interessamento del CONI per la versione “con le tòmiche” di Ronchi dei Legionari, il Comitato Olimpico Internazionale sta vagliando altre otto discipline sportive che si candidano a essere ufficialmente integrate alle prossime Olimpiadi.

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PARIGI 2024 Dressage con benefit

Il binomio cavallo-cavaliere dovrà eseguire delle figure comprendenti barriere e ostacoli che culminerà nell’approccio del cavallo a una sagoma sul quale dovrà portare a termine la monta. Qualora l’animale si rifiuti e preferisca la biada, incorrerebbe in una forte penalità denominata fienzone. SPORT CANDIDATI A

LOS ANGELES 2028 Triestathlon La prova in linea prevede delle frazioni composte da 100 canestri a basket, 50 km a vela, inframezzate da 30 pause caffè e sigaretta. Vince chi riesce ad avvicinarsi più alle 8 ore senza superarle.

Maratona pasoliniana L’atleta, seduto davanti a uno schermo, deve commentare fatti di cronaca random con delle frasi del poeta casarsese. Una rete neurale quantificherà la pertinenza della citazione e la corrispondenza dell’attribuzione all’autore.

Hockey su Pasian di Prato Il vincolo maggiore della disciplina è che può svolgersi solo nel territorio del comune dell’hinterland udinese. Pertanto, ogni partita necessita l’annessione di un terreno della città che ospita la gara, con conseguente ricalcolo di Tasi e Tari.


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Necrologi Dopo tante sofferenze ci hanno lasciato gli

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È scomparsa la

“Tradizione e futuro”

Regione del Veneto

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Tragicamente affogata nei pressi di Venezia, credendosi autonoma. La Repubblica Italiana ringrazia fin da ora il Friuli per aver portato in salvo Sappada e il Tiramisù. ANNIVERSARIO

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I funerali si svolgeranno, a carico dello Stato, in forma privata. La carissima salma giungerà dal policlinico San Paolo di Milano e verrà cremata in un salvadanaio a forma di correntista. I liquidatori non chiedono fiori ma buone azioni.

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MATARAN Aperiodico / Supplemento al mensile PordenoneInTasca.it, n. 3 di aprile 2018 / Registrazione al Tribunale di Pordenone n. 40 del 23.5.2013 / Editore TMS Servizi per la comunicazione / Direttrice responsabile Margherita Timeus / Direttore David Benvenuto / Grafica Marco Tonus / Hanno collaborato a questo numero Irene Coletto, Gio Di Qual, Giovanni Gubane, Rud Inacio, I Cjastrons, Simone Marcuzzi, Carin Marzaro, Davide Pighin, Alessio Rizzo, Ruzin Ruz, Sam Torpedo, Tamas, Upata, Tiziano Trevisan / Stampa Tipografia Sartor (PN) / I contenuti possono essere riprodotti citandone la fonte o con l’attribuzione ai rispettivi autori.



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