Sofferenza e futuro di massimo mallegni

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Massimo Mallegni Marina di Pietrasanta, 17 ottobre 2013 RIFLESSIONI

In questi giorni mi sono trovato nuovamente di fronte al mio recente passato. La trasmissione televisiva, andata in onda su Rai Due, Presunto Colpevole, ha stimolato i miei ricordi e riaperto quelle profonde ferite che pensavo ormai rimarginate. Ripercorrere quei momenti mi ha riportato immediatamente indietro con la mente. Le accuse inesistenti, mesi e mesi di veleno sulle pagine di giornale e nelle aule della politica cittadina, essere additato per anni come un delinquente e ladro, hanno segnato irrimediabilmente la mia vita. Poi la detenzione, lo sbattere delle porte del carcere, il pianto dei miei cari quando venivano a trovarmi a Lucca, lo strazio di non poter neppure parlare con mio figlio per quasi un mese. La segregazione degli arresti domiciliari, insomma, sei mesi di vita vissuta in "gabbia" e dieci anni di dileggi. Poi, un po' di "luce", prima le varie assoluzioni e poi vedere l'interesse, di una delle più importanti reti televisive nazionali, alla mia storia e capire, che forse su tutti gli errori giudiziari degli ultimi dieci anni, il mio è stato probabilmente uno dei più eclatanti sia per i modi che per le "ispirazioni" che lo hanno prodotto. Sicuramente avere potuto diffondere la mia storia "via etere" ha permesso, non solo a me ma a tutte le persone coinvolte a vario titolo nella vicenda, partendo dai miei familiari, di far comprendere al "mondo" la propria onestà, anche pubblicamente, questa è una cosa importantissima anche per i miei Cari che per troppo tempo hanno dovuto subire commenti e sorrisini ironici da parte di coloro che "godevano" di questa situazione.


Ed è esattamente questo il punto sul quale vorrei fissare l'attenzione, la cattiveria e l'odio. L'esperienza di uomo pubblico mi ha dato molto, in particolare il contatto umano con le persone e la possibilità di poter fare qualcosa di buono per la mia Città e per la mia Gente. Vincere nel 2000 dopo trent'anni di governi dello stesso colore politico è stato sicuramente un evento, ma allo stesso tempo ciò a ingenerato nella classe dirigente sconfitta un sentimento di non accettazione della situazione. Nei primi cinque anni ogni nostra azione amministrativa è stata passata al microscopio con innumerevoli esposti e denunce, che ovviamente hanno prodotto processi e disagi sia per me che per l'intera comunità. L'esito degli stessi è ben conosciuto da tutti, comunque per i distratti ognuno di essi si è concluso con la piena assoluzione degli imputati. Aver poi rivinto, o meglio, stravinto nel 2005 è stato "fatale", a quel punto le forze in campo si sono scatenate con una violenza inaudita provocando il mio arresto e quello di molti altri tra amministratori, dirigenti e funzionari, oltre ovviamente alle persone a me vicine. Credo che tutto ciò, visto appunto l'esito dei processi, abbia prodotto un enorme danno non solo alle persone coinvolte ma anche al buon nome di Pietrasanta e della Versilia. Per mesi e forse per anni, si è parlato dei "furbetti della marina"e dell'urbanistica deviata. Questo pesante "fardello" si è naturalmente aggravato dai costi per le difese degli Imputati, che essendo stati assolti, graveranno su tutta la comunità. Tutto ciò è normale e ancor di più giusto? Il Comune non avrebbe il diritto/dovere di rivalersi nei confronti del sistema che ha prodotto tale "guaio"? Come sappiamo in Italia non esiste una norma che permette alla parte lesa di rivalersi direttamente nei confronti di coloro che hanno sbagliato, tuttavia la legge prevede che sia il Ministero della Giustizia a "pagare" in luogo dei singoli. Credo che questo sia proprio il caso esatto per il quale la pubblica Amministrazione pietrasantina dovrebbe richiedere i danni per l'immagine e per gli eventuali costi da sostenere per le difese degli imputati assolti con formula piena. Ma la domanda che mi pongo è questa? Gli attuali amministratori faranno mai una cosa del genere? O faranno come quella volta in cui il Comune, risultato vincitore in una causa amministrativa al TAR promossa da una ex Dirigente, non si è poi costituito in sede di Consiglio di Stato quando quest'ultima vi si è rivolta proponendo ricorso? Io credo che tutti gli amministratori di Pietrasanta, inclusi i Consiglieri comunali abbiano il diritto dovere di tutelare la Comunità e loro stessi e se il Sindaco e la Giunta non si vorranno costituire per richiedere i danni per tutti gli anni di dileggi e infamie dovranno essere loro stessi a proporlo e a farlo votare dal Consiglio Comunale.


In quel modo capiremo chi sta dalla parte della Gente e chi svolge il proprio ruolo di Amministratore con il solo scopo di assecondare gli amici degli amici e non disturbare il "sistema". Queste modeste e rapide riflessioni ci portano a comprendere l'approccio che taluni hanno nello svolgere il proprio compito e/o ruolo. In tutti questi anni molti soggetti hanno operato con l'unico obiettivo di distruggere l'avversario che ovviamente era ed è considerato come "il nemico"! L'odio è stato il filo conduttore dell'operato di costoro. Ogni azione, ogni progetto, ogni decisione ha sempre avuto lo spirito di "far male" e possibilmente lasciare il segno. La preoccupazione che soggetti usciti indenni da vicende come sopra descritte potessero in qualche modo spendersi nuovamente per il proprio territorio e per la propria Gente ha azionato meccanismi da "servizi deviati" con altisonanti personaggi coinvolti. Questa è la questione che da sempre divide le parti politiche, tra coloro che vedono l'avversario come il soggetto da "battere" ma comunque da rispettare ed altri che vedono l'avversario come il male assoluto da estirpare con ogni mezzo e quindi da “abbattere”. Mallegni era imbattibile elettoralmente andava "cancellato" con altri sistemi. Parafrasando Antonio Di Pietro, "è vero, come è vero," tutto ciò che ho affermato tanto che importanti attori della mia vicenda oggi occupano posizioni di primo piano nello scenario nazionale da "uomini" di parte. Noi dobbiamo essere e dimostrare di essere diversi e contribuire a riportare le persone a credere nella politica. Per questo abbiamo il dovere di ricostruire quei soggetti costituzionalmente previsti, i Partiti, con lo spirito della condivisione democratica. Attenzione però a "rituffarsi" nelle guerriglie delle tessere e della compravendita degli iscritti. Al popolo dobbiamo demandare la scelta dei propri rappresentanti, consentendo loro, attraverso delle Primarie di scegliere il proprio segretario politico cittadino, provinciale, regionale e nazionale. Oltre ovviamente scegliere tutti i candidati per tutte le varie tornate elettorali. Non si deve aver paura della Gente, sono loro i "proprietari" della Nazione e gli dobbiamo dare fiducia. È evidente che molti dei soggetti in campo rifuggono da questa impostazione, sapendo benissimo che non raccoglierebbero neanche il voto della moglie o del fratello. Chi non ha il consenso del Popolo deve starsene a casa. È troppo facile correre una corsa podistica in motocicletta. Concordo quindi con coloro che perseguono questa strada consapevole della difficoltà dovuta alle forti resistenze interno al centro destra. Tuttavia il territorio è pronto per scelte di questo tipo.

Massimo Mallegni


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