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di TanAda

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con

Anna De Franceschi

di Annachiara

VIVA IL TEATRO, VIVA LA COMMEDIA!

Come stai?

Domanda di riserva? Il 23 febbraio 2020, quando ci hanno chiusi, abbiamo tirato un sospiro di sollievo. Dopo due mesi intensissimi in cui abbiamo lavorato tutti i giorni. “Ah che bello ci riposiamo!” abbiamo detto. L’estate, il panico. Con la questione del distanziamento tra noi attori e tra noi e il pubblico, i vari spettacoli in arene piccolissime con le persone tutte ammucchiate erano difficili da fare. Ci sembrò di far quasi niente in questi tre mesi. Però, cercavamo di vedere sempre il lato positivo: siamo riusciti ad andare in vacanza a luglio! Cosa impossibile prima! È stato pazzesco. Il 9 ottobre, con Romeo e Giulietta, è stata l’ultima data. Richiudere è stata una botta emotiva gigantesca. È stata tosta. Rimasti a casa, il primo giorno ho provato ad andare in bici ma non ce la facevo. Sono tornata e mi sono buttata sul divano a guardare la Regina degli Scacchi tutto il giorno. Dovevo distrarmi per non pensare alla chiusura. Ora ho un pensiero da coltivare. Sto preparando il mio nuovo spettacolo, Full Metal Ginger che andrà in scena in estate ma l’atteggiaento del: “c’è teeeeempoooo...” è sempre lì e con questa scusa fissarsi degli obbiettivi, lavorativamente parlando, è complicato. Artisticamente ci lamentiamo perchè solitamente hai 3 settimane per preparare un lavoro. Ma ora, lavorare senza delle scadenze mi è difficile, posso farlo anche domani, tra due giorni, tanto c’è tempo...

Come nasce la vostra compagnia?

Beh, io sono entrata di prepotenza. Ho provato a fare alcuni provini nella mia vita ma non fa per me... sono pessima. Una volta ero ad un provino con Alessandro Gasman. Dovevo fare la parte di una arrabbiata. Ho pianto. Io non piango mai cazzo. Ho pensato subito “mi prenderà ovvio, guarda che bel pianto spontaneo!” peccato che non era quello che voleva. Quando ho conosciuto Marco e Michele ho detto “voglio lavorare con voi!” e gli ho rotto il cazzo. Abbiamo rifondato Stivalaccio. All’inizio eravamo noi 4 poi ci siamo resi conto che serviva un ufficio. Guidavo io il furgone, loro montavano i fari e poi io tiravo su le luci ma non potevamo continuare a rompere le palle a tutto il mondo per farci prestare un furgone e ci serviva un tecnico.Ora abbiamo una sede e siamo una decina.

Quindi fare l’attore è un lavoro vero! Immaginavi che l’essere attore fosse più un’essenza o un mestiere a tutti gli effetti?

Finita l’accademia ho detto “ok, questo è quello che voglio fare. Punto” e quindi ho fatto di tutto per far si che diventasse il mio lavoro anche perchè inizi l’accademia che pensi di sapere un sacco di cose e quando la finisci capisci quante cose non sai e devi ancora imparare ma al di là di quello hai la certezza che vuoi fare questo per campare.

ah, fare l’attrice era il lavoro dei tuoi sogni da bambina?

Si, di film. In realtà volevo vincere un Oscar. Ma è ancora li eh! Guarda, ci sono attori che sono diventati famosi nel cinema a 60 anni. Secondo me da anziana sarò bellissima. Molto più bella di adesso e quindi vincerò un Oscar. Durante il lockdown ho fatto alcuni provini. Il cinema è un mondo completamemnte diverso ma è lì e mi attrae. Chissà cos’accadrà....

Ma qual è la differenza di recitare davanti ad un pubblico e davanti allo schermo della macchina da presa?

È completamente diverso. Lo spettacolo teatrale è totalmente performante. Hai quell’occasione lì! Punto, fine. O ti va o non ti va. Non puoi dire fermi fermi ricomincio e soprattutto non sei solo tu! C’è un protagonista in più. Il pubblico. Lo senti, è vivo. Devi ascoltarlo sennò lo perdi. Nel cinema l’attore ha un valore differente. É importantissimo, sia chiaro, ma ciò che gestisce il gioco è il montaggio.

Ti manca tutta la parabola della creazione. Nelle fiction poi, quando hai i micro ruoli da fare, hai la tua battuta da fare e ti dicono: “falla con rabbia o felicità “, un po’ come su Boris. Poi ovviamente dipende dal tipo di produzioni in cui finisci.

Mi piacerebbe sapere se durante gli spettacoli si instaura sempre un rapporto con i pubblico.

Certo, assolutamente. Noi facciamo commedia popolare proprio per questo. Nei nostri spettacoli il pubblico interviene e partecipa un po’ come se la sente. Alcune volte solo perchè leggono sul cartellone che si esibisce Stivalaccio Teatro, stanno già ridendo quando entriamo in scena anche se non c’è nulla da ridere, altre volte ci mettono un po’ a lasciarsi andare.

Ma senti, è differente anche il modo nel quale ti immedesimi nel personaggio sul palco?

Certo. Nel cinema bisogna interpretare un ruolo che tenda al realismo e alla verosomiglianza. Puoi giocare con delle sfumature, con dei piccoli dettagli del viso, del corpo, del tono di voce. In teatro invece non puoi sussurrare. Devi giungere al pubblico.Devi essere molto visibile, grande e soprattutto il linguaggio teatrale è più sintetico.

Hai avuto un attore che ti ha fatto innamorare di questo mestiere?

Ho amato follemente Silvio Orlando. Per me era l’attore più bravo che potesse esistere sulla faccia della terra. Mi faceva morir dal ridere e piangere in 02. Tant’è che una volta, a Roma, l’ho conosciuto. Eravamo su questo tavolino a far colazione con altre persone e come una cretina non ho aperto bocca. Con un sorriso ebete sulla faccia. Silvio Orlando è stato micidiale per me. Poi ti fissi con altri attori come Ryan Gosling ma lì per altri motivi...(occhiolino) stiam parlando di cose di un certo tipo.

É vero che per essere un buon attore bisogna essere senza vergogna?

Assolutamente no. Ci sono tantissimi attori timidi, che si vergognano e soffrono di balbuzie e poi in scena non balbettano. C’è una quarta parete e quando tu entri in scena sei una cosa diversa da te stesso.Lì non sei te anche se sei te.

Cosa signifi ca l’applauso del pubblico per voi?

C’è un aspetto tecnico ed uno emotivo. Tecnicamente ti da i ritmi. Nei nostri spettacoli d’improvvisazione e di maschere, è un fine scena. Ti da il respiro e la possibilità di cambiare. Molto spesso quando scriviamo uno spettacolo appuntiamo: “e qui ci va l’applauso.” perchè sappiamo ci sarà. Quella volta che non c’è lo chiediamo. “Ma l’applauso?” Emotivamente parlando è una conferma. Ok ci siamo, ok gli piace.

Mi immagino che stare sul palco sia una botta di adrenalina pazzesca. Si soffre di astinenza da palcoscenico?

L’adrenalina è pazzesca. Ti fa stare lassù anche quando hai 38° di febbre e una caviglia rotta. Stare sul palco è proprio una droga. Infatti quando abbiamo smesso per il lockdown, mi è nato un rifiuto per il teatro. Era troppo doloroso non viverlo e il solo pensarlo mi faceva stare male.

Facendo commedia, le cose divertenti che dite fanno ridere anche voi?

Siiiiiii si ride a manetta. Il teatro popolare è pericoloso: se ti metti a ridere in scena, il pubblico inizia a ridere ancora di più e li è la fine perchè ti vede bloccato. La risata è geniale ed è contagiosa per fortuna.

Ho letto che gli attori non vivono mai una vita reale perchè in qualche modo stanno sempre interpretando una parte e perciò la loro vita è come se fosse una continua performance...

Devi trovare il tuo centro! C’è il personaggio della sceneggiatura e te, con la tua voce, il tuo corpo, i tuoi capelli ect.. Il personaggio che prende vita sul palco è l’uninone di questi aspetti. Il fatto è che devi sapere bene chi sei te e cos’è il personaggio che interpreti affinchè uno dei due non prenda il sopravvento e ti ritrovi in una sorta di psicosi inesistente..

Come fai a sintonizzarti con i personaggi che interpreti? Anche con quelli che non ti piacciono...

Devi difenderli fino alla morte. Devi stare sempre dalla loro parte sennò viene fuori una macchietta. Se fai una caricatura del personaggio, quella rimane e non ti crederà nessuno. Devi credere in loro. Se il personaggio è comico, è perchè possiede una doppia personalità. Ma se tu non fai intravedere questo conflitto interiore, che tutti noi abbiamo, perde di credibilità. Ed inoltre non fa ridere. La comicità sta nel contrastro.

Cosa desideri in questo momento?

Ah beh vorrei innanzitutto la tutela e la riconoscibilità del nostro lavoro. Si pensa sempre che l’aspetto attoriale sia una velleità, qualcosa che fai per divertimento. E sono fortunata a fare un lavoro che mi diverte, che mi piace, ma è pur sempre il mio mestiere. Lavorare in ufficio, in un bar, un supermercato, un palcoscenico o una banca non è la stessa cosa. Non puoi trattare tutti i lavori allo stesso modo, ma li puoi tutelare tutti nella stessa maniera. Non c’è ancora stata la riforma del terzo settore e quindi siamo costretti ad essere un’associazione culturale, però siamo un’impresa e paghiamo le tasse comunque. Cosa chiediamo? Fateci lavorare correttamente ma con intelligenza. Quella che è la mia speranza di adesso è che con questa crisi le persone si siano svegliate e abbiano voglia di far valere i propri diritti di lavoratori. non siamo solo saltimbanchi che fanno ridere.

Stivalaccio, che nome curioso! Da dove l’avete tirato fuori?

All’inizio inizio c’erano anche degli altri attori che venivano da tutto lo stivale ma siccome Michele, il nostro presidente, è toscano e insomma siamo tutti un po’ sgarruppati, ( scusa, erano sgarruppati! da quando ci sono io siamo fighissimi) è stato partorito questo nome.

Hai qualcosa da dire ai giovani che non vanno a teatro? Perchè in fondo non è una cosa solo da vecchi.

Eh purtroppo è passata questa informazione... Se pensi anche agli spettacoli che vanno nelle scuole cioè dici che cazzo è questa merda. È noioso non mi piace dura troppo non capisco. La scuola fa quello che può, con le finanze che ha e molto spesso si ritrova a prendere quello che le costa meno .... e poi la gente non capisce quanto possa essere bello. Il mio consiglio è di non mollare. Continuate ad avere fiducia in noi. Ce ne sono tante di tipologie di teatro.. uno deve iniziare a capire qual è la sua. Io spero che la gente si sia stancata di Netflix.. hai bisogno di uscire e di fare altre coseeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee. Andare a teatro è un’esperienza, ma bisogna saper scegliere, informarsi, chiedere e PRETENDERE.

Per farti due risate, spulciati il calendario. il link di è questo:

https://www.stivalaccioteatro.it/

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