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Proibito
from Marittimo Vol.2
di Aurora
Ne esistono a bizzeffe di questo tipo di cose. Cose di un’estate di mare che speri sempre diventino materia ma non sai quando e non sai se lo vuoi veramente però restano nell’aria per un sacco di tempo. C O S E D I A R I A. A volte mesi, a volte anni, a volte tutta la vita. Loro se ne stanno lì sdraiate nei tuoi pensieri, che si alzano e si sgranchiscono e si fanno vedere quando meno te lo aspetti. Ed è quasi un dolore che siano lì, però un dolore di nuvola, soffice, un dolore piacevole. Improvvisamente ritornano e loro lo sanno come ti faranno sentire e iniziano a giocare con i tuoi pensieri, a saltarci la corda, a baciarli, a farci l’amore. A tutte le ore. Ossessione. E tu sei lì, che ti senti come in trappola in una vita che hai scelto e che però poteva anche essere altro. E a te piace da impazzire quella vita lì finché non ti ricordi che poteva essercene anche un’altra, con quella cosa lì. E chi saresti tu allora? E come sarebbe? Beh, Sicuramente più felice perché le cose di aria hanno sempre qualcosa in più delle cose della realtà. Sono sempre più bionde, più P A Z Z E, con la lingua più morbida, più per te. Tu credi. E allora come sarebbe? E come sarei? E H chi lo sa come sarebbe ah magari fosse beh ma magari sarà massì c’è tempo chissà la vita non sai mai come va a finire! Chi lo sa la vita. Giorni e giorni e giorni camminano mentre la tua realtà ti sta sempre più stretta come i jeans appena usciti dalla lavatrice, che combattono con la ciccia incazzata delle cosce. Poi alla fine loro si allargano quando li metti un po’..e anche tu. E allora torni alla tua realtà mentre pensi a dove vanno tutte le occasioni perse. Sono davvero perse? La mia amica Giorgi dice che orbitano attorno a noi come S A T E L L I T I e che aspettano il momento giusto per tuffarsi su di noi. E io penso lo stesso da quando me lo ha detto lei. Per questo la mia cosa di aria resta sempre lì a sonnecchiare su una sedia di vimini in una stanza della mia testa gigante dai muri arancioni. Perché un giorno uscirà, lo so, chissà da dove .. magari dagli occhi o dalle orecchie. Magari la tirerò fuori io con la mano. A me piace immaginarmi la mia cosa di aria che un giorno scende dal treno perché i treni sono nella mia lista delle sette cose più romantiche del mondo assieme all’erba e alle finestre senza tende e ai muri illuminati di sole e alle rose rampicanti (non quelle gialle né quelle bianche né quelle rosse. Quelle rosa) e alle cose che svolazzano e alle gambe umane nude sotto le magliette bianche. E i treni trasportano tantissime occasioni ogni giorno. Lo fanno da quando esistono. Sono sicura siano nati soprattutto per questo. Spero che un giorno da un treno che arriva da nord scenda luccicante la mia occasione persa. Nuova di zecca. Tutta lì, piena, reale, la posso T O C C A R E. E la vorrei persino L E C C A R E, come i cani. E P R O V A R E l’elettricità e il brivido leggero di qualcosa che ha ancora il sapore dell’impossibile. E S E N T I R E sulla pelle sui capelli sugli occhi sulle labbra sui piedi sulle mani sull’ombelico sulle cosce sul culo sulle spalle e fino nelle viscere più profonde il vero significato della parola F I N A L M E N T E.
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