Portfolio_MarikaScaduto

MARIKA SCADUTO SELECTED WORKS 2013 - 2016 Università IUAV di Venezia

ABOUT ME Sono una persona ottimista, mi piace lavorare in team.

Dopo essermi trasferita a Venezia ho capito quanto perfezionare costantemente questi due aspetti caratteriali sia importante per un architetto.

Ho lavorato sporadicamente, perchè la mia priorità è sempre stata studiare, e voglio, con il tempo, poter fare di tutto questo un lavoro.

MARIKA SCADUTO EDUCATION D.O.B. 24 novembre1992, Erice (TP)

2006/11 - Diploma presso il Liceo Classico “L. Ximenes”

Address :

Venezia in “Architettura: tecniche e culture di progetto”

2013 /16 - Laurea Triennale presso Università IUAV di

Via Verderame, 35 Paceco (TP) 91027 Phone: +39 3882432288 Email: marika.scaduto@gmail.com

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PERSONAL SKILLS ECDL - European Coumputer Driving License PET - Preliminary English Test, B1 https://www.linkedin.com/in/ marika-scaduto

marika scaduto

facebook.com/marika.scaduto

Patente di guida B

CONTENTS

01

CONTEMPORARY YALI

02

HOUSING IN VENICE

03

UNA MICROMEGA STRUTTURA

04

BUEN RETIRO

05

MIMESIS I Teatri di guerra trame di sguardi

06

OUTLINING MOUNTAIN I Teatri di guerra trame di sguardi

07

INSIDEOUT I Edge of the square

08

CAMPUS DIFFUSO

09

EL RETABLO DE MAESE PEDRO

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GALLERIA AKKA

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IL CHIOSTRO DEI CIPRESSI

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SAN LORENZO IN CASTELLO

Prof.ssa Eleonora Mantese 2013/2014

Prof. Stefano Rocchetto + Prof.ssa Gianna Riva 2014/2015

Oliver Gahinet W.A.Ve 2016

Prof. Stefano Rocchetto 2014/2015

Prof. Alberto Ferlenga 2015/2016

Prof. Alberto Ferlenga 2015/2016

Esther Giani + Jinyoung Chun W.A.Ve 2014

Prof. Stefano Munarin 2015/2016

Angela García de Paredes + Ignacio G. Pedrosa W.A.Ve 2015

Prof. Fabrizio Gay 2015/2016

Prof. Giuseppe D’Acunto 2014/2015

Prof. Mario Piana 2015/2016

SOCIAL HOUSING La casa intesa come spazio in cui vivere è la prima forma dell’architettura.

Nella casa lo spazio diventa luogo ed il luogo, nel tempo, si è declinato in tante varianti dell’abitare. Allo stesso modo il triangolo è la figura piana alla base di tutte le altre, poiché tre è il numero di segmenti necessari per delimitare una superficie chiusa; nel delimitare la casa ed il triangolo hanno il loro comune significato.

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SOCIAL HOUSING/2013

CONTEMPORARY YALI La parola yali viene dall´antica Grecia, e significa sulle rive del mare, sulla spiaggia. Successivamente venne usata per indicare una tipologia di residenza sulle rive del Bosforo, tipicamente utilizzata dalle famiglie agiate come casa vacanze.

Gli yali risalgono all’impero Ottomano, circa un centinaio sono sopravvissuti al tempo ma non tutti sono in buone condizioni.

Il progetto ha mirato a far rivivere tutte le caratteristiche dello yali in una residenza moderna di lusso, ipoteticamente posta in un sistema di abitazioni dello stesso tipo. Gli edifici vi si sviluppano attorno, lo yali fa parte del sistema come rovina, quasi come fosse tutt’uno col paesaggio.

CONTEMPORARY YALI

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SOCIAL HOUSING/2013

L’ essenza dello yali è molto facile da comprendere: si tratta di una residenza temporanea dedicata all’otium. E’ una tipologia abitativa di lusso che, per questo, non può rinunciare a grandi spazi per famiglia e ospiti e a grandi zone esterne dove godere della bella stagione.

Seppur vicina ad una grande strada, la casa se ne distacca e protende tutta verso il mare, dove alla fine si immerge. Lo yali è alla destra e si pone in confronto con esa, definendo un nuovo modo di disegnare la costa.

CONTEMPORARY YALI

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SOCIAL HOUSING/2015

HOUSING IN VENICE Il palazzetto dello sport di Venezia, raro caso di architettura pubblica moderna in città, rappresenta un unicum da diversi punti di vista: dalla grande area che occupa, alla presenza di un livello sotterraneo, alla struttura in cemento a vista.

L’ipotesi assunta è quella di uno stato in cui questo non sia più esistente, lasciando vuoto di entità quasi pari a quello di piazza San Marco. La sfida qui è quella di colmare quella lacuna, non per forza con dei volumi ma con uno spazio particolare che riesca ad adattarsi alle esigenze di un edificio residenziale ed a conciliare il rapporto fra terra ed acqua, al momento spezzato dalla presenza del grande palazzetto.

HOUSING IN VENICE

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Venezia è un territorio complesso, unico nel suo genere; la compresenza di acqua e terra fà si che questi siano vie di comunicazione di uguale importanza: non ci si può muovere solo via terra e non si può raggiungere ogni luogo solo via acqua.

Dalla stretta calle di S. Biagio si accede all’ area, e al fronte opposto si trova l’affaccio sul canale. È naturale tracciare delle linee, dei percorsi, delle viste che diano senso al nuovo volume; le viste dello scorcio verso la Giudecca da una parte, e del tipico canale veneziano con case addossate dall’ altra,sono la ragione che attrae il volume verso l’acqua.

Il piano terra è libero, e seppur coperto, lascia sempre visibile la presenza dell’acqua con cui dialoga fortemente.

La creazione di un sistema dei moli, orientati secondo i setti portanti dell’edificio, è ciò che permette all’ edificio di relazionarsi praticamente con l’acqua. I muri che separano i vari attracchi sono forati strategicamente, in modo che tutta la struttura possa essere attraversata con lo sguardo.

Dall’ altra parte, la relazione con la calle e le preesistenze è mitigata da un sistema d’ accesso, costituito dal volume a parallelepipedo, che contiene una hall, ascensonsori e scale per accedere ad appartamenti e zone comuni.

Per accedere all’ edificio si attraversa un salto di quota di 90 cm ì, creato con l’intenzione di farlo emergere all’ interno del fitto contesto dell’urbanizzazione veneziana e, allo stesso tempo, di volerne diventare parte in un modo nuovo.

Lo spazio prima e dopo la fabbrica fa sì che una volta entrato, il visitatore occasionale scorga subito l’acqua e sia invitato ad avvicinarsi. Questi spazi non sono altro che l’eco del campo veneziano: uno spazio pubblico su cui gli edifici circostanti si affacciano.

All’ interno dei muri di recinzione si trova lo spazio esterno adibito all’ uso dei condomini. Anche in questo caso la partizione è stata data dal motivo formato dai setti portanti specchiati rispetto alla linea su cui finiscono, quasi come se fossero riflessi dall’ acqua.

Le tre zone si dividono per funzioni, al’ inizio si trova un piccolo parco giochi circondato da verde e sedute, destinato principalmente alle famiglie; al centro ci sono delle vasche di terra recintate, dove è possibile coltivare alberelli, arbusti o fare un piccolo orto (ogni appartamento ne ha uno di pertinenza); alla fine invece c’è un piccolo spiazzale con delle sedute, è un luogo più piccolo e raccolto dove poter stare più tranquilli, lontani dai giochi dei bambini.

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SOCIAL HOUSING/2015

HOUSING IN VENICE

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PROSPETTO OVEST

PROSPETTO EST

3.5

6.3

6.4

6.2

4.3

6.2

9.3

6.7

8.9 1.2 11.8

10.0 1.2

50.0

9.0

3.5

6.3

6.4

6.2

4.3

6.2

9.3

6.7

16.7

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11.9

SOCIAL HOUSING/2015

10.3 50.0

9.9

65 m2

apt. lusso 260 m2

65 m2

45 m2

45 m2

PIANO PRIMO

PIANO PRIMO

110 m2

110 m2

85 m2

85 m2

PIANO SECONDO

PIANO TERZO

PIANO SECONDO

PIANO TERZO

HOUSING IN VENICE

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In questo caso era scontato scegliere delle fondazioni a platea in quanto tutta la struttura si poggia sul terreno melmoso della laguna.

Sotto lo strato melmoso ce n’è uno più duro, il caranto, in cui storicamente si inseriscono dei pali in legno, di lunghezza di circa 10 metri, che serviranno daa ulteriori punti di scarico per la fondazione.

La platea qui permette di distribuire al meglio i carichi e ripartirli in maniera uniforme, tuttavia, sempre a causa della complessità dell’ edificio, è sembrato opportuno nervare la platea mediante una griglia formata dai setti portanti e da transetti quanto possibile ortogonali.

In questo modo è possibile favorire il comportamento scatolare ed irrigidire la struttura che in buona parte è subacquea.

IProprio per questo motivo il calcestruzzo usato è di classe XS2, creato appositamente per ambiente permanentemente sommerso, soggetto a corrosione da cloruri di origine marina.

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SOCIAL HOUSING/2015

a.

a.

b.

b.

c.

c.

d.

d.

e.

e.

1. miscela di substrato per inverdimenti estensivi sp medio_12cm 2. telo filtrante_ 0,1 mm 3. strato di accumulo, drenaggio, aerazione ZinCo Flordrain FD 25_2,5 cm 4.feltro di protezione e accumulo ZinCo SSM 45_0,1 cm 5. membrana di impermeabilizzazione certificata antiradice_0,1 cm 6. T.N.T._0,1 cm 7. pannello isolante XPS_8 cm 8. barriera al vapore biadesiva incollata a freddo_0,1 cm 9. solaio in calcestruzzo armato 30 cm .

1. resina protettiva_0,1 cm 2. pavimentazione in cemento spatolato + primer _0,4 cm 3. massetto di allettamento_5cm 4. guaina isolamento acustico in PFU + agglomerato poliuretanico_0,3 cm 5. massetto in c.l.s. alleggerito 6. solaio in calcestruzzo armato 30 cm 7. profilo metallico per aggancio controsoffitto_0,4 cm 8. schiuma poliuretanica per isolamento termico_10cm 9. pannello in legno lamellare 1,5 cm .

1. resina protettiva_0,1 cm 2. pavimentazione in cemento spatolato + primer _0,4 cm 3. massetto di allettamento_5cm 4. guaina isolamento acustico in PFU + agglomerato poliuretanico_0,3 cm 5. massetto in c.l.s. alleggerito 6. solaio in calcestruzzo armato 30 cm 7. intonaco_1,5 cm

1. resina protettiva_0,1 cm 2. pavimentazione in cemento spatolato + primer _0,4 cm 3. massetto di allettamento_5cm 4. guaina isolamento acustico in PFU + agglomerato poliuretanico_0,3 cm 5. massetto in c.l.s. alleggerito 6. solaio in calcestruzzo armato 30 cm 7. profilo metallico di collegamento_0,4 cm 8. pannello cartongesso aquaboard_1,2 cm

1. pavimentazone in pietra di Luserna (66x20)_3 cm 2. letto di sabbia_5cm 3. massetto di allettamento_10 cm 4. massetto di c.l.s. alleggerito_12 cm 5.magrone 60 cm

HOUSING IN VENICE

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SOCIAL HOUSING/2016

UNA MICRO MEGA STRUTTURA “Paradossalmente, Venezia è un modello di città del ventunesimo secolo, una città post-crisi. Una città della permanenza e della parsimonia, dove lo spazio è, per forza di cose, ristretto. Qui, avremo la possibilità di progettare a grande scala e di confrontarci con il territorio. Venezia è LA città, alla quale sembra non si possa aggiungere nulla. È pur tuttavia, quello che noi proponiamo di fare: continuare la città finita.

Che esperienza si vuole avere di Venezia o di Marghera oggi? Per metterle in relazione, dobbiamo inventare un nuovo territorio che non sia né la laguna, né la terraferma; dobbiamo immaginare un equivalente a grande scala, un equivalente moderno della fusione tra la terra e il mare che si può percepire a Venezia di capire cosa possa comunicare ed aiutare l’osservatore comune a comprenderlo.”

UNA MICRO MEGA STRUTTURA

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PIANTA PIANO TERRA

CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

PIANTA PIANO PRIMO

PIANTA PIANO SECONDO

PIANTA PIANO SESTO

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PROSPETTO NORD SOCIAL HOUSING/2016

PIANTA PIANO TERRA 1:200

PIANTA PIANO PRIMO 1:200

PIANTA PIANO SECONDO 1:200

PIANTA PIANO SESTO 1:200

CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

PROSPETTO NORD 1:20

UNA MICRO MEGA STRUTTURA

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DERNA

T

OÅ NJAK STEPHANIE MARIJA

NGUIN CHIARA

HENG HAO

CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

CREAT

A

TIPOLOGIA DUPLEX PIANTA LIVELLO 1 - 1:50

PIANTA LIVELLO PRIMO - APPARTAMENTO DUPLEX

A'

ESK

A

A' CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

TIPOLOGIA DUPLEX PIANTA LIVELLO 2 - 1:50

SOCIAL HOUSING/2016

TIPOLOGIA DUPLEX SEZIONE AA' - 1:50

CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

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CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

PIANTA SECONDO LIVELLO - APPARTAMENTO DUPLEX

Nell’ ipotesi di collegare Venezia e Marghera lungo l’attuale traiettoria della ferrovia, sono stati tracciati dei segmenti paralleli ad essa; questi sono il vero e proprio fulcro del progetto : le SPINE. Si tratta di due corpi collegati fra loro, ognuno dei quali largo solo 4 metri e da prolungare potenzialmente all’ infinito che funge da innesto per tutte le funzioni di cui la città avrà bisogno.

Le due spine racchiudono quelli che diventeranno i luoghi urbani ed, allo stesso tempo, li metteranno in rapporto alle residenze attaccate alle spalle come isole. Si tratta di un tentativo di costruire il fronte urbano, cercare di immaginare il domani di Marghera in termini pratici e soddisfarne il desiderio di contatto con Venezia. Lungo tutta la striscia di abitazioni corre una pista ciclabile che un domani potrebbe essere quell’ anello di congiunzione fra l’abitare a Marghera ed il visitare Venezia o, chi può dirlo, l’opposto.

Gli appartamenti pensati per appartenere alla striscia devono essere adeguatamente progettati per una ripetizione verticale ed orizzontale, da qui la decisione di sovrapporre due volumi ad L in modo da creare un edificio i cui si alternano pieni e vuoti che lo attraversano in ogni direzione.

Dall’ alto a destra_ 1/2 . Modelli di studio del rapporto pieno/vuoto in relazione agli spazi abitabili e all’ interno dell’ ottica della ripetizione. 3. Modello dell’assemblaggio tipo delle tipologie abitative progettate, il modulo è pensato per poter essere ripetuto nella striscia.

UNA MICRO MEGA STRUTTURA

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REST HOUSE Il cerchio è autoreferenziale, ha un centro e tutto conduce a quello. Il rifugio vuole essere come un cerchio: un luogo dell’egoismo dove stare con sé stessi o dove è possibile serrarte le porte al mondo esterno.

Qui è trattata una condizione estrema dell’abitare, in cui lo spazio è ridotto al minimo ma l’ esaltazione dell’ essenza del “luogo” deve ambire al massimo.

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REST HOUSE/2015

BUEN RETIRO Il progetto è collocato in provincia di Marsala, Sicilia. Ci troviamo sull’ isola Lunga, che da un lato chiude il golfo di Mothia e dall’ altro si affaccia sulle isole Egadi.

Questa rappresenta un unicum nel territorio, in quanto si tratta di un sito quasi completamente ricoperto da saline, eccetto per un’area archeologica fenicia, ed accessibile solo tramite mare: via barca o attraverso un passaggio situato all‘ estremità rivolta al lido di San Teodoro che si scopre con la bassa marea e diventa percorribile a piedi.

L’asse visivo del rifugio è stato orientato in modo da aprirsi al paesaggio e chiudersi alle correnti di vento più frequenti e forti. Per questo il volume è netto ed aperto solo su due lati. Il progetto è pensato per un’utenza ridotta, sulla filosofia del “buen retiro”, e prevalentemente estiva.

BUEN RETIRO

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SEZIONE B-B’

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REST HOUSE/2015

Il ridotto spazio interno ed il contesto geografico fanno sì che gli ambienti vivibili si trovino soprattutto all’ esterno del volume chiuso. In circa 20 mq si sviluppano la zona servizi (pranzo + bagno) e una contenuta area relax, mentre sul soppalco trovano spazio la zona notte ed una piccola area “utility”.

Il buen retiro è pensato per due persone, l’utilizzo estivo fa sì che la doccia possa essere collocata all’ esterno dell’ edificio lungo l’asse che unisce i paesaggi delle Egadi, su un fronte, e delle saline, sull’ altro. L’ arredamento è quasi esclusivamente fisso, mentre l’esterno è organizzato in una serie di piattaforme a diversi livelli, che hanno la funzione di tracciare delle soglie, dei cambiamenti fra gli spazi o nell’uso di questi. Il lungo muro è necessario a schermare l’edificio dall’ accumulo di sabbia dovuto alle correnti ventose e traccia l’asse di sviluppo esterno. I gradoni piatti sono la traiettoria che porta alla strada battuta mitigando l’invadenza della vegetazione. La parte più alta è la stessa che ospita la doccia esterna e collega la piattaforma sulla spiaggia, la più grande, pensata per mangiare fuori o prendervi il sole, e quella quadrata prima dell’ingresso, cisterna sotterranea per la riserva d’acqua.

BUEN RETIRO

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SEZIONE A-A’

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REST HOUSE/2015

BUEN RETIRO

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REST HOUSE/2016

MIMESIS

teatri di guerra, trame di sguardi

Con la partecipazione alla Grande Guerra l’Altopiano di Asiago diventa scenario di un conflitto che ne cambia l’aspetto per sempre.

Al di là della natura tragica dell’evento, con questo progetto si volevano mettere in luce tutti quegli effetti, cause e fenomeni prodotti dalla guerra nel tentativo di esaminarli per capire cosa in effetti abbiano cambiato nella percezione del territorio, della vita odierna e dell’evento storico.Inizialmente è stato utile creare degli sguardi per capire cosa ci fosse da vedere sui luoghi di guerra e perché fosse importante.

Il risultato è stato un TOTEM, una sorta di piccolo baluardo dal volume compatto. Ben visibile e con la funzione di inquadrare un paesaggio nell’ intento di capire cosa possa comunicare ed aiutare l’osservatore comune a comprenderlo. Poi, in quei luoghi è stato progettato una sorta di villaggio temporaneo costituito da bivacchi che permettano di esplorare i teatri di guerra e poi pernottare in loco.

MIMESIS

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REST HOUSE/2016

MIMESIS

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MIMESIS – La retrovia La progettazione dei bivacchi è avvenuta in un contesto preciso, Piazzale Lozze. Zona di retrovia utilizzata attualmente come parcheggio dagli escursionisti che risalgono la montagna fino alla cima del monte Ortigara teatro di lotte scavato dalle trincee.

Restituire dignità storica ad una zona di retrovia che in effetti non mostra segni tangibili della storia non è stato facile.

La strategia scelta è stata quella di lasciare il piazzale il più libero possibile in modo che il primo sguardo sia la panoramica del versante che sale verso la cima del monte. Sui lati il visitatore trova, rispettivamente, tutti i servizi disposti lungo il versante del sentiero e l’area espositiva più lontana il cui percorso è tracciato da una serie di totem, utilizzati come segna passi.

La piccola area espositiva vuole essere metafora delle trincee che i visitatori ritroveranno sulla cima del monte, per cui ne riprende il materiale (pietra) ed i passaggi stretti.

All’interno si ritrova l’elemento del totem in un continuo meccanismo di sguardi e rimandi che mirano a suscitare una riflessione empatica. I bivacchi sono stati concepiti come strutture temporanee che si dispongono all’ interno del bosco lungo il sentiero preesistente. Si appoggiano sulla montagna ed in questa cercano di mimetizzarsi, come le architetture belliche.

Dall’alto a sinistra in senso antiorario_ 1.Vista interna dell’infopoint. 2. Lo stesso visto dall’ esterno. 3. Attacco a terra del sistema di servizi: infopoint + area ristoro 4. Sezione del ristoro. 5.

Vista interna della batteria di cucine del ristoro. 6. Vista dal punto di arrivo.

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REST HOUSE/2016

MIMESIS

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REST HOUSE/2016

MIMESIS

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1. pavimentazone in legno_15mm 2. massetto di cemento_ 30 mm 3. membrana di separazione_2mm 4. isolante termico_ 20 mm 5. materiale sfuso agglomerato_30 mm 6. membrana impermeabile_2mm 7. xlam_120 mm 8.pannello gesso fibra_10mm 9. lana di vetro_50 mm 10. listellatura in legno di abete_15mm

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REST HOUSE/2016

1. rivestimento interno in legno_5mm 2. xlam_80 mm 3. barriera al vapore_2mm 4. isolante termico_40 mm 5. membrana permeabile al vapore_2mm 6. listellatura legno abete_20/30mm 7. rivestimento esterno scandole di legno_5mm

MIMESIS

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CULTURAL ARCHITECTURE Il quadrato, nella simbologia religiosa, esprime la perfezione ed è per questo le piante dei primi edifici sacri sono quadrate.

Gli edifici sacri sono la prima forma di architettura pubblica, un nuovo modo di costruire per stare insieme.

OUTLINING MOUNTAIN

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OUTLINING MOUNTAIN teatri di guerra, trame di sguardi

La terza parte della riflessione sulla Guerra è stata più complessa perché si colloca all’ interno della città di Asiago, nell’ area del Sacrario Militare. La necessità è di tracciare un ingresso all’ area sacra, attualmente chiusa da un cancello, che non sia in rottura con il fronte urbano ma che allo stesso tempo segni un cambiamento rispetto all’ambito della città.

L’imponente sacrario dall’ altezza di circa 50 metri si staglia sulla collina lungo l’orizzonte, rendendo impossibile un confronto ravvicinato con i nuovi volumi diprogetto (auditorium, ristorante e museo), così la strategia adottata è stata quella di inserirli, quesi sotterrarli, nella collina, in modo che la vista dal sacrario sia intaccata il meno possibile e si focalizzi sull’ asse del viale degli eroi.

In questo modo gli edifici si avvicinano al fronte urbano e lo “terminano”, creano uno spazio pubblico di filtro all’ area sacra e si rapportano al sacrario quandovisti dalla città, ed attraverso la prospettiva che si crea sono in grado di stabilire un legame con esso.

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CULTURAL ARCHITECTURE/2016

OUTLINING MOUNTAIN

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OUTLINING MOUNTAIN

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9 8 7 1. Pavimentazione interna in pietra (66x20)_ 3 cm 2. Letto di sabbia_ 5cm 3. Massetto di allettamento_10 cm 4. Massetto di c.l.s. alleggerito 12 cm 1. Magrone_60 cm

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ELEMENTI ORIZZONTALI 1. Resina protettiva_ 1 cm 2. Pavimentazione in cemento spatolato_ 2/3 cm 3. Massetto cementizio di allettamento_5 cm 4. Guaina isolamento acustico di PFU + agglomerato poliuretano_ 3 mm 5. Solaio in calcestruzzo armato_ 25 cm 6. Intonaco_ 1,5 cm ELEMENTI VERTICALI: 7. Pilastro di cemento_ diam. 35 cm 8. Vetro strutturale doppia pelle_ 3 cm 9. Pinna vetro strutturale_ 10 cm

CULTURAL ARCHITECTURE/2016

1. Miscela di substrato di ZinCo per inverdimenti estensivi sp medio_ 12/15 cm 2. Telo filtrante ZinCo TG_ 1 mm 3. Strato di accumulo, drenaggio, aerazione ZinCo Flordrain FD 25_ 2,5 cm 4. Feltro di protezione e accumulo ZinCo SSM 45 _ 1 mm 5.Membrana di impermeabilizzazione certificata antiradice_ 1 mm 6. T.N.T. _ 1 mm 7. Pannello isolante in polistirene espanso (XPS) _8 cm 8.Barriera al vapore biadesiva incollata a freddo_ 1mm 9.Solaio in calcestruzzo armato_30 cm

OUTLINING MOUNTAIN

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L’AREA ESPOSITIVA La pianta del percorso espositivo nasce dall’osservazione di uno dei prodotti del movimento futurista: uno schema grafico di Marinetti. Questo descrive perfettamente l’obiettivo del’ museo: ossia come la percezione del fenomeno cambia in base al tempo in cui lo si esamina.

Il tema principale, su cui si articola la simmetria dello schema, è il tempo rapportato alla memoria.

I coni che in pianta si alternano alle sale espositive rappresentano la volontà di iquadrare qualcosa, mirare con precisione ad un aspetto del conflitto. In alcuni è possibile entrare in piccoli gruppi, in altri si può solo osservare dall’ esterno.

IERI: LA GUERRA AL TEMPO DELLA GUERRA 1_EMPATIA: Stanza buia a cui si può accedere da uno stretto passaggio. Serve a ricreare un collegamento, ad aiutare il visitatore a contestualizzare ciò che sta per vedere. Una volta dentro si viene investiti da forti rumori e flash di luce.

Come in una notte sul campo di battaglia.

2_STANZA ROSSA: Parole illuminate . Impossibile leggerle tutte, girarsi attorno e coglierne alcune, diverse da persona a persona suggerisce spunti di riflessione su percorsi quasi casuali.

3_CINEMA: Uno sguardo diverso sulla tragedia, vista da punti di vista nuovo. Inaspettato, diverso anche comico.

4_UN LIVELLO SOPRA - LA TRINCEA: Un lungo corridoio porta al tetto Verde scoprendo altri sguardi.

Trovarsi sotto il piano di calpestio,come in una trincea, ma allo stesso tempo sopra i coni luminosi dell’ esposizione. Gli sguardi si sovrappongono .

OGGI: PERCORSI DI RIFLESSIONE CONSAPEVOLI 5_LA MEMORIA STORICA: La proiezione di un excursus sui momenti salienti della guerra e della sua interpretazione dall’ eroicizzazione dei tempi del fascismo all’ interpretazione morale dei giorni nostri.

6_TERRITORIO: Cosa è cambiato dalla guerra? Che conseguenze ha prodotto sul territorio? Le infrastrutture, la naturalizzazione lette tramite proiezioni e plastici in cui si cerca di mettere tin evidenza questo femomeno.

7_LO SGUARDO: Un frammento di vista come tanti sui monti dell’ altopiano.

Leggere il territorio tramite uno sguardo guidato.

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CULTURAL ARCHITECTURE/2016

3

2

7

6

1

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OUTLINING MOUNTAIN

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CULTURAL ARCHITECTURE/2016

4

Se al piano terra il percorso è tutto rivolto all’ unica grande apertura che inquadra il sacrario da una prospettiva ricavata appositamente e che dà l’orientamento al museo, al livello superiore il tetto verde riprende lo schema della pianta di cui i setti portanti tracciano il disegno, sottolineato da materiali diversi. I coni diventano aree espositive esterne, mentre il grande corridoio centrale è la traccia che conduce alla vista sulla città. Per potervi accedere dall’ interno si attravrsa il corridoio - trincea parte dell’esposizione.

OUTLINING MOUNTAIN

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INSIDEOUT EDGE OF SQUARE

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CULTURAL ARCHITECTURE/ 2014

INSIDEOUT EDGE OF THE SQUARE

“Il programma prende le mosse da una prima scelta: l’uso di un unico materiale quale generatore delle proposte: il vetro stratificato (laminated glass) vale a dire il vetro come struttura (verticale e orizzontale) e superficie. Il vetro suggerisce il pretesto funzionale: essere testimone e manifesto di se stesso e delle sue potenzialità: serra, teca, vetrina; contenere, custodire, esporre. “ All’ interno dei cantieri della Fintitan, a Marghera, c’è un’area abbandonata composta da vecchi edifici industriali. Una delle infinite aree che compongono il panorama post industriale della città.

Quello che ha di particolare quest’area è la possibilità di poter instaurare un rapporto diretto con Venezia tramite lo sguardo. L’obiettivo, dunque, è quello di creare un’area cittadina che ospiti ciò che a Marghera manca: un luogo di ritrovo pubblico.

INSIDE OUT_EDGE OF THE SQUARE

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AUDITORIUM

HALL

CAFFETTERIA

GREEN HOUSE SALA ALLESTIMENTI

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CULTURAL ARCHITECTURE/ 2014

INSIDE OUT_EDGE OF THE SQUARE

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Dall’ alto 1_Individuazione del sistema delle piazze nel centro storico. 2_Individuazione dei luoghi scolastici e sportivi, assimilabili al concetto di “campus”. 3_Mappa completa, con il nuovo asse di progetto che lega la città. Questo è il percorso che idealmente potrebbe percorrere uno degli studenti dei workshop organizzati dalla scuola tessile.

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CULTURAL ARCHITECTURE + URBAN PLANNING/2016

CAMPUS DIFFUSO Per capire quale fosse l’approccio da adottare nei confronti della città, dopo le analisi preliminari che ne hanno chiarito meglio la natura, abbiamo deciso di creare una mappa dei percorsi più probabili, rispettivamente in auto e a piedi, per raggiungere determinati luoghi.

La simulazione è stata fatta in entrambi casi con l’ausilio di Google Maps, immaginando per i percorsi a piedi un utente giovane, un ragazzo che si reca da casa a scuola, in palestra o in stazione, e per quelli in auto una persona adulta che si reca a lavoro, a scuola per prendere i figli o a fare commissioni presso banche, supermercati e uffici postali.

Da questa operazione è stata generata una mappa piena di fili intrecciati: il passo successivo è stato individuare i «nodi» e semplificare la mappa selezionando i percorsi principali.

I nodi sono stati oggetto di ulteriore studio per il progetto, in quanto hotspot, punti di interesse (attuale o futuro), ed è lungo due di questi che si sviluppa il nuovo asse di progetto che prevede la riqualificazione di due edifici importanti per Valdagno: il parco di Villa Serena e l’ex macello.

CAMPUS DIFFUSO 1,5 KM

20 MINUTI

1,7 KM

5 MINUTI

UDINE BOLZANO A27

A22

SS47 SS46

VALDAGNO A31 SS12

SS348

SCHIO

VICENZA

SS24 SS13

SS53

TRIESTE

VENEZIA SS500

VERONA

SS247

PADOVA

SS309

A13 SS516

A22

SS432 SS12

CAMPUS DIFFUSO

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1,5 KM

20 MINUTI

10 MINUTI

1,7 KM

5 MINUTI

7 MINUTI

CULTURAL ARCHITECTURE + URBAN PLANNING/2016

CAMPUS DIFFUSO

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LABORATORI DEL TESSILE / SPAZIO SFILATE

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CULTURAL ARCHITECTURE + URBAN PLANNING/2016

POLIFUNZ SALA CON

SALA CONFERENZE

NUOVA BIBLIOTECA POLIFUNZIONALE: aule multimediali e laboratori NUOVA BIBLIOTECA POLIFUNZIONALE: aula informatica / sala lettura NUOVA BIBLIOTECA POLIFUNZIONALE: sala consultazioni BAR

CAMPUS DIFFUSO

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NUOVA B POLIFUNZ AULE SPEC

CAMPU

CAMPU

RE - USE

RE - USE

LINK

LINK

SQUARE

SQUARE

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PARK(ING)

PARK(ING)

CULTURAL ARCHITECTURE + URBAN PLANNING/2016

US DIFFUSO

US DIFFUSO

RESIDENZA STUDENTI SCUOLA TESSILE

ALLOGG RESIDEN CAMERE

ATTIVITA’ COMMERCIALI

BAR/ RISTORANTE

ALLOGG RESIDEN CAMERE

SQU

CAMPUS DIFFUSO

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SQU

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CULTURAL ARCHITECTURE/ 2014

EL RETABLO DE MAESE PEDRO Trovandoci in uno dei più suggestivi ed antichi siti di Venezia, il nostro progetto ha individuato l’enfatizzazione di questo come obiettivo principale. Il lazzaretto nuovo, infatti, non ha solo l’importanza che la storia gli attribuisce, ma è anche un punto panoramico al centro della laguna. Questo ha fatto sì che l’elaborazione delle scenografie si concentrasse sul riuscire ad esaltare il contesto in cui queste vengono poste con materiali e caratteri (corde, legno, briccole) tipici di Venezia, ma che allo stesso tempo mantenessero un carattere astratto, evocativo degli scenari in cui l’opera si svolge. Tutte le scene, a differenza dell’opera originale che prevedeva l’uso di marionette, sono pensati per attori reali. L’ anello di congiunzione è rappresentato dall’ orchestra, che è presente strategicamente in tutto lo spettacolo. Ogni scena dura dai 2 a 5 minuti, per questo il pubblico è in movimento: intanto che la scena si svolge attraversa l’isola, ne scopre la dimensione e i piccoli angoli nascosti mente la scena gli si svolge davanti.

EL RETABLO DE MAESE PEDRO

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CULTURAL ARCHITECTURE/ 2014

EL RETABLO DE MAESE PEDRO

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CULTURAL ARCHITECTURE/ 2014

EL RETABLO DE MAESE PEDRO

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TOOL BOX La cassetta degli attrezzi dell’architetto non è tangibile, questa si compone di conoscenze varie e a volte discordanti: sapere, saper fare, saper guardare. La conoscenza, a differenza delle cose materiali, va esercitata e messa in pratica per non essere persa; la progettazione non è che il risultato di tutto ciò che conosciamo, ciò che riusciamo a fare con i nostri attrezzi.

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TOOL BOX/2016

GALLERIA AKKA

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GALLERIA [AKKA] Situata in una delle vie commerciali di Osaka, è forse uno degli edifici meno celebri di Tadao Ando. In realtà si tratta di un caso interessantissimo da studiare per la suddivisione dello spazio interno: l’edificio stretto e lungo (8 x 40 mt cioè 4 piani, di cui uno interrato) è tutto sviluppato sulle scale curve che ne tagliano i piani permettendo di attraversarlo con lo sguardo. Si tratta di una struttura intricata, dove a volte queste si sovrappongo o si guardano senza toccarsi; l’ispirazione è data dai bawdi, pozzi a gradini indiani, che Ando ha visto in un film.

I negozi, magazzini e servizi insieme occupano la metà del volume, mentre il resto appartiene alle scale. Il piccolo edificio è una sorta di baluardo che sa che verrà assorbito nel caos cittadino ed accetta di farne parte, protendendosi verso l’alto: unica direzione da cui proviene la luce. Il tetto, curvato sul fronte principale, è quindi l’unica parte in vetro e acciaio, l’unica via in cui l’edificio si può aprire; il resto, nel tipico cemento a vista di Ando, è il limite ultimo, lo spazio che segna il confine fra edificio e città.

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TOOL BOX/2016

GALLERIA AKKA

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TOOL BOX/2015

IL CHIOSTRO DEI CIPRESSI Il Chiostro Maggiore, detto anche “Chiostro dei Cipressi”, è un’opera tarda del Palladio. Risale quasi certamente al 1597, quando l’attigua Chiesa di San Giorgio Maggiore (1566-1611) era già in stato di avanzata esecuzione. Il Chiostro è concepito secondo uno schema tradizionale e riprende una precisa tipologia di chiostro a colonne binate già presente in monasteri affiliati, come in questo caso, alla congregazione di Santa Giustina. A causa della sua lunga avventura costruttiva subisce delle modifiche al progetto in corso d’opera e viene terminato nel 1618 da Longhena, che, tuttavia, rispetta integralmente il progetto dell’edificio palladiano. Successivamente, basandosi sulle piante della chiesa e del contesto, Puppi ribadisce la preesistenza del chiostro, o quantomeno di un impianto generale ben prima che questo venisse commissionato a Palladio.

RILIEVO DEL CHIOSTRO DEI CIPRESSI

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RILIEVO DEL CHIOSTRO DEI CIPRESSI

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RILIEVO DEL SISTEMA VOLTATO - Il rilievo del sistema voltato ha evidenziato come questo sia composto da una volta ellittica inclinata che è intersecata da semi cilindri convergenti verso il centro della volta. Inizialmente è stato difficile individuare correttamente questa costruzione geometrica perché successivamente alla costruzione è stata creata una sorta di cuspide in stucco. Nel disegno abbiamo voluto mostrare in sequenza la genesi geometrica del sistema voltato. Nello specifico da un cubo solido delle dimensioni della campata, è stata estratta la forma del cilindro ellittico ottenendo l ‘impronta della volta nel solido. A questa è stato necessario sottrarre anche il volume dei cilindri convergenti, costruiti con le misure rilevate. Una volta ottenuta la costruzione geometrica di base, è stato aggiunto l’arco che sorregge il sistema voltato dalla parte interna al chiostro; questo è un arco a tutto sesto ottenuto dalle misure rilevate, leggermente più piccolo rispetto al cilindro da cui si generano le lunette.

FOTO RADDRIZZAMENTO TRAMITE METODO ANALITICO - Il metodo analitico configura un approccio maggiormente controllabile. Il lavoro di campagna è più lungo e consiste nel costruire una rete di punti sul fotopiano da raddrizzare. Le operazioni da compiere sul posto sono: individuare almeno 4 punti appartenenti al piano da raddrizzare; misurare la distanza tra essi in modo da poterli restituire mediante una rete di triangoli; calcolare le coordinate (x, y) di ciascun punto rispetto ad un sistema di riferimento. Individuati un minimo di 4 punti, questi vanno referenziati rispetto ad un sistema facilmente individuabile. Ci si può aiutare con uno schizzo del prospetto, sul quale si annotano i punti individuati che si avrà cura di far coincidere con parti riconoscibili. Questa operazione va riferita ad una stessa foto da raddrizzare e il numero di punti può evidentemente aumentare a vantaggio di un minor scarto e quindi di una maggiore precisione. Nella fase di restituzione si mette in relazione la coordinata di ciascun punto con il suo omologo in fotografia (questa operazione è agevolata dalla compilazione di tabelle oggetto, immagine, ed infine, unione).

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RILIEVO DEL CHIOSTRO DEI CIPRESSI

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CONFRONTO DISEGNO PALLAD

CONFRONTO DISEGNO PALLADIANO -

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CONFRONTO DISEGNO PALLADIANO - Sca

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5:1 alacS - ONA PARTICOLARE VOLUTA, GEOMETRIE CAPITELLO e TRABEAZIONE Scala 1:5

AMIS ANOROC

TNEMAZZIRDDAROTOF OTNORFNOC

PARTICOLARE VOLUTA, GEOMETRIE CAPITELLO e TRABEAZIONE Scala 1:5 PARTICOLARE VOLUTA, GEOMETRIE CAPITELLO e TRABEAZIONE Scala 1:5

CONFRONTO FOTO BASAMENTO- Scala PARTICOLARE VOLUTA, GEOMETRIE CAPITELLO e TRABEAZIONE Scala 1:5

5:1 alacS - OTNEMASAB EIRTEMOEG CONFRONTO RILIEVO / COSTRUZIONE PALLADINA (procedura delle partizioni successive) - Scala 1:10

CONFRONTO FOTORAD BASAMENTO- Scala 1:5

CONFRONTO FOTORADDRIZZA BASAMENTO- Scala 1:5

6 CONFRONTO RILIEVO PALLADINA (procedura 1_Confronto fra il/ COSTRUZIONE rilievo e la costruzione Palladiana delle partizioni successive) - Scala 1:10

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(metodo delle partizioni successive) 2_Rilievo della colonna tipo del FOTORADDRIZZAMEN porticato. 3_ Pianta e prospetto del modulo delle colonne binate. 4_ Pianta e prospetto delle paraste in CONFRONTO corrispondenza BASAMENTO- Scala 1:5 CONFRONTO RILIEVO / COSTRUZIONE PALLADINA (procedura dell’ ingresso allo scalone monumentale. 5_ Particolare della voluta con geometrie del capitello e trabeazione. 6_ Geomedelle partizioni successive) - Scala 1:10 trie del basamento. 7_Confronto fra disegno Palladiano e rilievo. 8_Fotoraddrizzamento e rilievo del basamento. 9_Fotoraddrizzamento e rilievo della trabeazione.

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ONFRONTO RILIEVO / COSTRUZIONE PALLADINA (procedura elle partizioni successive) - Scala 1:10

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ala 1:5 CONFRONTO FOTORADDRIZZAMENTO CAPITELLO

IMA

CORONA SIMA CORONA

CONFRONTO FOTORADDRIZZAMENTO CAPITELLO

CONFRONTO FOTORADDRIZZAMENTO CAPITELLO

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CONFRONTO FOTORADDRIZZAMENTO CAPITELLO GEOMETRIE BASAMENTO - Scala 1:5

GEOMETRIE BASAMENTO - Scala 1:5

GEOMETRIE BASAMENTO - Scala 1:5

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GEOMETRIE BASAMENTO - Scala 1:5

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PIANTA E PROSPETTO PARASTA SCALONE - Scala 1:10

PIANTA E PROSPETTO PARASTA SCALONE - Scala 1:10 7

ETTO COLONNA - Scala 1:10

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PROSPETTO COLONNA - Scala 1:10

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NTO

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PROGETTO PER SAN LORENZO La Chiesa di San Lorenzo in Castello per come la vediamo oggi è il risultato di vicende storiche riassumibili in tre principali fasi costruttive.

La prima fase risale agli inizi del IX secolo; alla famiglia ducale dei Particiaci si attribuisce l’impianto originario, di cui si conservano le fondazioni in arenaria che consentono di supporre uno schema a tre absidi.

La seconda fase coincide con l’esigenza di un ampliamento del complesso benedettino circostante, tra il X e l’XI secolo. La terza fase corrisponde all’ edificazione del XII secolo conseguente all’ incendio che nel 1106 distrusse vaste aree di Venezia, fra cui il San Lorenzo. La nuova chiesa non altererà né lo schema planimetrico né gli allineamenti della fabbrica precedente, ma muterà sostanzialmente spazi e volumi. Nei secoli successivi verrà ampliato il presbiterio (1100) e costruito il porticato (1200).

I resti di questa fabbrica riemergeranno durante la costruzione dell’attuale chiesa nel 1500. Edificata nello stesso luogo della precedente, ma in maniera evidentemente differente rispetto alla natura delle fabbriche precedenti. Si tratta, infatti, di un edificio dalla morfologia inconsueta, di transizione fra le forme basilicali e quelle romaniche.

RESTAURO DI SAN LORENZO IN CASTELLO

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RESTAURO DI SAN LORENZO IN CASTELLO

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PCN.1- Nebulizzazione miscele di silicato di etile.

La procedura potrà essere utilizzata sia per la riadesione di scaglie e micro frammenti pericolanti sia in presenza di fenomeni di polverizzazione e decoesione della superficie lapidea e, si porrà come obiettivo quello difissare temporaneamente il materiale. L’operazione consisterà nella nebulizzazione di miscela d’esteri dell’acido silicico (in percentuale variabile in ragione del supporto.

PU.1 - Pulitura con acqua dolce nebulizzata a bassa pressione.

Si i inizia con la rimozione meccanica dei depositi incoerenti. La pulitura deve essere preceduta dall’accurata sigillatura di fessure, giunti e in generale di tutte le vie di possibile penetrazione dell’acqua. Si può finalmente procedere all’installazione dell’impianto di nebulizzazione o di atomizzazione. L’intervento deve essere completato da un risciacquo della superficie con acqua deionizzata per agevolare la rimozione di prodotti della dissoluzione dei depositi o degli eventuali prodotti detergenti .

anche il metallo con il quale vengono a contatto; è necessario provvedere al termine della pulitura sistematici lavaggi in acqua deionizzata per eliminare eventuali residui di queste soluzioni, che agiscono anche a distanza di tempo. Le modalità specifiche d’applicazione seguiranno la scheda tecnica del prodotto scelto.

AS.1- Diserbo da piante superiori Lo scopo della pulitura sarà di asportare, dai materiali lapidei, vegetazione erbacea, arbustiva ed arborea.

L’asportazione dovrà essere preferibilmente eseguitanel periodo invernale e potrà essere fatta sia meccanicamente, mediante il taglio a raso con l’ausilio di mezzi a bassa emissione divibrazioni, sia ricorrendo all’uso didisinfestanti liquidi selezionati seguendo le indicazioni riportate nell’articolo sulle generalità.

PU.2 - Pulitura meccanica mediante spazzole La pulitura meccanica di superfici lapidee, comprende una serie di strumenti specifici il cui impiego è in stretta relazione al grado di persistenza delle sostanze patogene che si dovranno asportare; a tal fine si potrà ricorrere a strumenti di vario tipo spazzole di saggina o di nylon, bisturi, piccole spatole metalliche.

AG.1 - Rincocciatura di murature.

La rincocciatura è un’operazione che interessa la ricostruzione di mancanze o lacune murarie tramite l’inserimento di nuovi materiali compatibili con quelli presenti allo scopo di ripristinare la continuità della parete. L’operazione di rincocciatura si renderà necessaria, inoltre, per evitare il progredire e/o l’insorgenza dei fenomeni di degrado che potranno attecchire all’interno della lacuna. La cavità dovrà poi essere pulita ricorrendo a mezzi manuali come spazzole, raschietti o aspiratori in modo da rimuovere i detriti polverulenti e grossolani.

PU.3 - Pulitura mediante impacchi assorbenti.

PU.3.1 - Pulitura mediante impacchi assorbenti a base di sostanze chimiche.

In presenza di croste poco solubili gli impacchi potranno essere additivati con dosi limitate di sostanze chimiche.

Le sostanze chimiche, a base di solvente o di sospensioni ad azione solvente, con le quali si potranno additivare gli impacchi dovranno avere una limitata tossicità, bassa infiammabilità, adeguata velocità di evaporazione e una composizione pura. Ad operazione avvenuta si renderà indispensabile un lavaggio con acqua deionizzata accompagnato, se si riterrà necessario, da una blanda azione meccanica di spazzolatura.

AG.2 - Ristilatura dei giunti Stuccatura dei giunti mediante malta a base di calce idraulica naturale ed inerti scelti e selezionati, eventualmente caricata con cocciopesto. Previa bagnatura con acqua pulita della muratura si procederà ad applicare, senza l’ausilio di guide e mediante cazzuola, lo strato di rinzaffo a cui sarà demandato il compito di preparare un fondo ruvido atto all’adesione per il successivo strato di intonaco macroporoso. Dopo almeno 24-48 ore, quando il rinzaffo inizierà a rapprendersi, si procederà ad applicare, il successivo strato di intonaco macroporoso ed eventuali strati superiori si applicheranno in strati successivi a distanzadi 24 ore uno dall’altro.

PU.3.2 - Impacchi assorbenti a base di acqua L’impacco acquoso consisterà nell’applicazione, direttamente sulla superficie, di argille assorbenti o polpa di cellulosa previa messa in opera, dove si renderà necessario, di klinex o fogli di carta giapponese indispensabili per interventi su superfici porose e/o decoese. La permanenza dell’impacco sulla superficie sarà strettamente relazionata al caso specifico e dipenderà dalla concentrazione delle soluzioni impiegate, dal tipo e dalla consistenza del degrado che dovrà essere rimosso. La rimozione della poltiglia potrà essere eseguita quando questa, una volta asciutta, formerà una crosta squamosa ed incoerente tale da distaccarsi dal supporto poiché non più aderente alla superficie.

I frammenti di pasta cadranno da soli o potranno essere rimossi con facilità aiutandosi con pennello o spatola.

PR.1 - Tinteggiatura alla calce.

La procedura prevede che il grassello di calce venga stemperato in una quantità d’acqua necessaria al fine di ottenere un composto sufficientemente denso; dovrà essere lasciato riposare da un minimo di 6-8 ore ad unmassimo di 48 ore. A stagionatura avvenuta il composto sarà passato al setaccio allo scopo di eliminare le impurità presenti nell’impasto

PU.4 - Pulitura degli ossidi mediante solvente specifico Nel caso in cui la pulitura meccanica non si riveli sufficientemente efficace, è possibile procedere alla pulitura degli elementi metallici con dei solventi specifici che non si limitano ad aggredire i prodotti d’alterazione ma solubilizzano

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PR.2 - Protezione degli elementi metallici con carbonato di zinco.

Il trattamento di protezione prevede l’applicazione di un passivante che inibisca i fenomeni di corrosione e successivamente un trattamento anticorrosivo con cromato di zinco. La zincatura del ferro si realizza a freddo con speciali protettivi antiruggine a solvente, dall’elevato peso specifico, che agiscono per contatto diretto con le superfici ferrose, che devono presentare tracce di ossido, grassi e pitture. Viene stesa una prima mano di antiruggine al cromato di zinco e dopo 24 ore viene stesa una seconda mano.

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In basso_ dettaglio del parapetto ed aggancio alla pavimentazione originale, prospetto e sezione.

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La proposta di progetto ha come finalità la messa in sicurezza dell’edificio in quanto bene di interesse storico/artistico, ed al contempo per restituirgli il valore di spazio comune e quindi aperto al pubblico.

In relazione alla storia costruttiva della fabbrica, è stato stabilito di ripristinare nei punti dove fosse possibile la pavimentazione originale, catalogata e conservata durante gli ultimi interventi degli anni ‘90, senza intaccare l’area degli scavi che più esplicitamente ne racconta le vicende storiche.

Le due tipologia di intervento sono le seguenti: la prima, molto semplicemente, ha previsto la chiusura degli scavi archeologici operati nella parte anteriore della Chiesa ed il ripristino completo della pavimentazione originale; A la seconda, invece, riguarda la sezione posteriore all’ abside, dove è stato creato un perimetro che lasciasse visibili i resti degli antichi impianti permetten- A do comunque una circolazione agevole intorno. Qui è stato necessario creare delle strutture di sostegno, che regolarizzassero il profilo degli scavi e ne permettessero la messa in sicurezza. La sostanziale differenza con il primo intervento consiste nella volontà di rendere esplicito il perimetro degli scavi e le conseguenti reintegrazioni della pavimentazione.

Intervento di riposizionamento della pavimentazione originale Intervento di riposizionamento della pavimentazione originale + tracciamento del perimetro

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