Proseguendo in questo filo di continuità tra Maestri del passato, noi Oculisti di mezza età e i giovani Colleghi, ho posto in copertina le foto di Charles Schepens e Robert Drews, e qui invece una in bianco e nero, dal tocco un po’ retro, di Benedetto Strampelli. Tre Oculisti famosi, che hanno lasciato un’impronta importantissima nella evoluzione della chirurgia oculare, che io ho conosciuto personalmente e che hanno segnato la mia carriera ed esperienza professionale perché, incontrati da giovane Oculista 35enne o giù di lì, ho poi portato avanti i lori insegnamenti ancora oggi, a 40 anni dalla Laurea. Nel 1984 passai un mese estivo presso la Retinal Fondation di Boston, la Struttura Clinica e di Ricerca di Charles Schepens, per vedere un pò di chirurgia della retina ab externo e anche la chirurgia open sky della ROP. Divisi quella esperienza con Francesco Bozzoni; tutto il mese di agosto lo passammo lì, frequentando ogni giorno ambulatori e sala operatoria. Vedemmo operare distacco di retina con cerchiaggio da seduti, la RPO dal famoso Tatsuo Hirose. Una sera, fummo anche ospiti nella casa di campagna di Schepens con aragoste nel menu. Da quella esperienza, ho imparato ad operare il distacco con più serenità e chiarezza di idee. Avevo incontrato, invece, Robert Drews a vari Congressi, ma trascorsi una settimana da lui. Imparai a sbendare gli occhi operati di cataratta nel pomeriggio (era ancora tempo di ECCE con sutura), mi piacque l’idea di un grande studio con vari box open perché il paziente capisse che non era il solo e l’unico. Alla fine invitai Drews a operare da me a Roma, e lui accettò. Apprezzai ancora di più la Sua intelligenza, il Suo senso pratico, la Sua cultura. Benedetto Strampelli fu una scoperta per me una mattina, quando accompagnai il Professor Balestrazzi nella sua sala operatoria a Villa Benedetta a Roma. Doveva operare una ciclodiastasi. E poco tempo dopo, anche io mi procurai lo strumentario e ne feci 3-4 con successo. Ma ciò che mi colpì di più, fu il Suo modo di preparare il campo operatorio: lavò la regione perioculare del paziente 2-3 volte lui stesso con il sublimato, asciugando e detergendo abbondantemente; ricordo poi, i tavoli porta strumenti attorno, i tanti apparecchi geniali, ma semplici, che lui inventava e faceva costruire da Benedetto Trovalusci. Tre Maestri, all’epoca e un giovane Oculista che voleva imparare. Oggi, un Oculista a carriera avanzata che vuole trasferire, anche se con poche parole, lo stesso entusiasmo a chi ci segue e vuole giustamente … superarci! Vittorio Picardo
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