Occhio e Lenti a Contatto - Estratto

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Occhio e lenti a contatto

Vi sono differenti metodi per valutare questa caratteristica dei materiali; il più diffuso, quello che noi per praticità raffigurativa mostreremo è quello della goccia: si fa cadere una goccia d’acqua sulla superficie e si analizza l’ampiezza dell’angolo di contatto. Tanto minore è l’angolo, tanto migliore è la bagnabilità della superficie. Una superficie idrofobia ha un angolo di bagnabilità di 110°, una lente idrogel è di ca. 30°; quindi più la superficie sarà bagnabile meglio si distribuirà il film lacrimale sulla superficie stessa della lente a contatto (ed inferiore sarà l’angolo di contatto); meno la superficie sarà bagnabile peggio si distribuirà il film lacrimale sulla superficie stessa (e maggiore sarà l’ampiezza dell’angolo di contatto). Un materiale poco bagnabile facilita l’adesione dei depositi muco-proteici contenuti nel film lacrimale, quindi si sporca prima e con più facilità, causando un’irregolare distribuzione della lacrima, riducendo il comfort e le performances visive oltre che facilitare l’insorgere di fenomeni irritativi, allergici e rischio di infezioni. Le lenti morbide in idrogel tendono ad accumulare maggiori depositi proteici, mentre quelle in silicone idrogel più depositi lipidici.

Resistenza alla disidratazione Il fenomeno della disidratazione è tipico delle lenti a contatto morbide idrofile, cioè costruite con materiali che basano il concetto della trasmissione di ossigeno sul loro contenuto idrico; più elevato sarà il quantitativo di acqua contenuta nel materiale maggiore sarà la trasmissione di ossigeno, ma maggiore sarà la tendenza alla disidratazione. Tuttavia i materiali idrofili tendono a perdere acqua nel momento stesso in cui vengono applicati alla superficie oculare e non vi è alcun modo per ridurre o prevenire questo effetto, poiché l’acqua tende ad evaporare a contatto con l’aria. In ogni materiale idrofilo una parte dell’acqua è legata più o meno al polimero, un’altra parte è libera di muoversi in rapporto alle condizioni esterne. Nel corso degli anni gli studi clinici e le nuove tecnologie hanno consentito la realizzazione di nuovi materiali in grado di mantenere un bilanciamento idrico più a lungo al fine di evitare fenomeni di disidratazione importanti durante l’uso giornaliero delle lenti morbide. Questo fattore è decisamente importante considerando l’attuale stile di vita e le moderne esigenze, infatti gli ambienti condizionati artificialmente causano una irregolare evaporazione del film lacrimale, che tende a ridurre l’idratazione della superficie oculare, in tale contesto diventa fondamentale evitare l’applicazione di un materiale che lega la trasmissione di ossigeno in funzione del quantitativo di acqua in esso contenuto, poiché più sarà elevato il contenuto di acqua libera (quella percentuale di acqua che evapora a contatto con l’acqua) più elevata

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