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CHIRURGIA DELLA CATARATTA di Veronica Volante, Maria Chiara Bigliardi, Maria Elena Bosi, Gian Maria Cavallini

Apprendimento della tecnica B-MICS nella chirurgia della cataratta: risultati e complicanze Introduzione Negli ultimi decenni la chirurgia della cataratta ha subito una continua evoluzione, per cui il progresso della tecnologia e della strumentazione ha permesso di ridurre le dimensioni delle incisioni, arrivando allo sviluppo delle tecniche chirurgiche con microincisioni (MICS, microincisioni cataract surgery)1. Si distinguono due tecniche di MICS: la tecnica coassiale (CMICS) e la tecnica bimanuale (B-MICS). Nella B-MICS2 (Bimanual Microincisions Cataract Surgery) vi è la separazione della sonda da aspirazione da quella di infusione e ciò consente di eseguire incisioni inferiori o uguali a 1,5 mm, che risultano minori rispetto alla modalità coassiale3 (C-MICS) in cui infusione e aspirazione sono nella stessa sonda, che ha quindi un diametro maggiore, presentando quindi incisioni da 1.8 mm a 2.2 mm. La tecnica di microfacoemulsificazione bimanuale si propone, quindi, come una variante mini-invasiva della facoemulsificazione coassiale tradizionale e attualmente è la tecnica che consente le incisioni più piccole nella chirurgia della cataratta. Ciò è di estrema importanza in quanto studi clinici hanno dimostrato che la dimensione dell’incisione è direttamente proporzionale all’astigmatismo indotto e inversamente proporzionale alla sua stabilità nel tempo4. I principali vantaggi di questa tecnica chirurgica sono l’aumentata stabilità della camera anteriore data dalle microincisioni, la separazione dell’infusione dall’aspirazione e la conseguente possibilità 22

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di orientare gli strumenti secondo le esigenze, la più ampia visibilità del campo operatorio legata alle ridotte dimensioni degli strumenti. Queste caratteristiche abbiamo pensato essere utili e vantaggiose anche in chirurghi meno esperti. Ad oggi inoltre, per nostra conoscenza, non è stato condotto uno studio che mirasse a valutare l’incidenza di complicanze durante la fase di training della B-MICS; abbiamo pertanto valutato l’apprendimento della tecnica B-MICS da parte di un chirurgo in formazione, considerando le principali complicanze intra e postoperatorie verificatesi durante la curva di apprendimento di tale tecnica chirurgica. Sono stati poi valutati i risultati postoperatori in termini di acuità visiva, di astigmatismo, di spessore corneale e conta endoteliale.

Materiali e Metodi Tra ottobre 2010 e maggio 2011 presso la Struttura Complessa di Oftalmologia dell’Università di Modena e Reggio Emilia è stato condotto uno studio prospettico su i primi 42 occhi di 38 pazienti operati da un chirurgo in formazione durante i primi 8 mesi di esperienza con questa tecnica chirurgica. Tutti gli interventi chirurgici sono stati effettuati sotto la diretta supervisione di un chirurgo esperto, con la funzione di guida ed eventuale intervento in caso di necessità. Sono stati inclusi nello studio pazienti con cataratta nucleare o corticonucleare di grado da 2 a 3 del sistema LOCS III (Lens Opacities Classification Segue a pagina 31


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