SUPERFICIE OCULARE
Figura 1. Blefarite. Il quadro clinico caratterizzato dalla presenza di squame intorno alle ciglia è indicativo di alterazione dell’equilibrio della superficie oculare
Figura 2. La colorazione con fluoresceina consente di visualizzare zone di ridotto spessore del film lacrimale dovute a congiuntivocalasi
poco frequentemente o in maniera non completa (la proporzione di ammiccamenti completi non dovrebbe essere inferiore all’80%, e non dovrebbero mai essere rilevabili ammiccamenti forzati) probabilmente è un occhio secco da iperevaporazione. Importante osservare il bordo palpebrale: teleangectasie, la presenza di croste intorno alle ciglia o di schiuma in corrispondenza del film lacrimale sono fortemente indicativi di blefarite (Figura 1). Consiglierei di valutare anche l’iperemia della congiuntiva bulbare non solo nella zona esposta ma anche sotto la palpebra superiore per la diagnosi differenziale con altre patologie della superficie oculare come la congiuntivite limbica superiore. La colorazione con fluoresceina consente di evidenziare eventuali danni dell’epitelio corneale, sia in caso di occhio secco (epiteliopatia puntata nel settore centro-inferiore), che di tossicità da farmaci e/o
conservanti (fine epiteliopatia su tutta la superficie corneale), e consente di vedere eventuali zone di assottigliamento del film lacrimale che sono dovute per esempio a congiuntivocalasi (Figura 2). La colorazione con verde di lissamina è invece importante per visualizzare danni a carico dell’epitelio congiuntivale. In alcuni pazienti con sintomi di SOS la cornea non si colora con fluoresceina, ma il verde di lissamina consente di visualizzare i danni a carico della superficie oculare (Figura 3). Altri test diagnostici importanti sono la misurazione del break-up time (BUT) per conoscere la stabilità lacrimale (generalmente un tempo di rottura inferiore ai 10 secondi suggerisce la presenza di un film lacrimale instabile ed è da considerarsi patologico), il test di Schirmer I senza anestetico e preferibilmente facendo tenere gli occhi chiusi al paziente, la misurazione della sensibilità corneale con il Cochet-Bonnet (o più semplicemente con un filo di cotone), la citologia ad impressione se avete a disposizione marcatori dell’infiammazione e citometro a flusso per quantificare l’infiammazione sulla superficie oculare.
Terapia della sindrome dell’occhio secco
Figura 3. Il Verde di Lissamina è un colorante vitale che mette in evidenza un danno a carico dell’epitelio congiuntivale, parametro diagnostico importante per capire lo stadio della malattia e le terapie necessarie
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LA VOCE AICCER 1/2017
Negli ultimi vent’anni sono stati fatti enormi progressi circa il trattamento dell’occhio secco e della superficie oculare, grazie anche alla migliore comprensione dei meccanismi fisiopatologici alla base della malattia. Questo ha portato ad uno spostamento del paradigma della gestione dell’occhio secco dalla semplice lubrificazione e idratazione della superficie oculare con lacrime artificiali a strategie che mantengono intatto l’epitelio della superficie oculare e la sua funzione di barriera e inibiscono i fattori infiammatori che hanno un impatto negativo sulla capacità della superficie oculare e degli epiteli ghiandolari