rico del prodotto avvengano sempre allo stesso livello mentre il complesso di piastre viene azionato da un traslatore verticale, che muovendosi verso l’alto o verso il basso posiziona ciascuna coppia di piastre in corrispondenza del convogliatore in ingresso (cfr. Figura 10). A posizionamento avvenuto, le piastre vengono divaricate in modo che i pacchetti di prodotto da congelare possano essere spinti dal convogliatore tra le piastre stesse producendo l’espulsione del prodotto congelato dalla parte opposta. Il ciclo descritto si ripete in maniera identica per ogni coppia di piastre fino al completamento del carico; quindi le piastre vengono serrate e inizia il processo di congelazione. Congelatori per aspersione di liquidi criogenici In questo tipo di impianti si ottiene la congelazione del prodotto mediante aspersione con liquidi criogenici (cfr. Figura 11 e Figura 12), quali azoto liquido, anidride carbonica liquida o freon R12, mentre esso viene trasportato con nastri rettilinei, a spirale o a più ordini. Mettendo direttamente in contatto il prodotto da congelare con il fluido frigorigeno si ottengono grandi velocità nei processi di scambio termico. A questa caratteristica si aggiungono altri pregi, che hanno determinato la grande diffusione di questi impianti negli ultimi anni: costo iniziale basso, rapida installazione e messa in funzione, possibilità di inserimento in linee di processo altamente meccanizzate, riduzione dei processi di disidratazione. Questa ultima caratteristica li rende poi particolarmente idonei alla congelazione di prodotti caldi o cucinati. Il principio di funzionamento di un congelatore ad irrorazione di azoto liquido dotato di nastro trasportatore rettilineo è il seguente: l’azoto liquido, alla temperatura di -196 °C, viene spruzzato sul prodotto da congelare trasportato da un nastro all’interno di un tunnel dove viene mantenuta la pressione atmosferica; l’azoto, evaporando rapidamente, sottrae al prodotto da congelare una grande quantità di calore. Mentre un agitatore provvede a mantenere l’atmosfera continuamente in movimento, i vapori freddi vengono inviati in controcorrente sul prodotto che entra nel congelatore in modo da
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Figura 11. Rifornimento di gas criogenico per tunnel di surgelazione.
Figura 12. Surgelatore industriale per aspersione di fluido criogenico per linee di lavorazione di prodotti delicati che potrebbero essere deteriorati da forti correnti d’aria: 1) nastro trasportatore di alimentazione; 2) nastro trasportatore di prelievo; 3) vasca di surgelazione; 4) iniettori di fluido criogenico; 5) condensatore del fluido criogenico.
effettuare un preraffreddamento e il successivo congelamento, per poi essere scaricato ad una temperatura compresa tra i -30 e i -18 °C.; occorre tuttavia tener conto che molti prodotti possono non sopportare lo stress termico causato da un raffreddamento così rapido come quello che avviene in questo tipo di impianti. Poiché l’azoto non viene recuperato dopo l’uso, il suo consumo incide notevolmente sui costi del processo di congelazione. I consumi di azoto si aggirano tra 1 e 1,5 kg per kg di prodotto congelato.
Nel caso invece in cui si adoperi il freon R12 (non più utilizzato), particolarmente purificato (temperatura di ebollizione -30 °C alla pressione atmosferica), questo viene in gran parte recuperato per condensazione all’interno dell’impianto, dopo che è evaporato in contatto con il prodotto da congelare. La piccola quantità di R12, che rimane sul prodotto congelato, evapora in gran parte durante il periodo di conservazione nel magazzino frigorifero, lasciando piccoli residui sugli alimenti congelati. ●