RPfeb2012

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vescovo di Roma? DAL PUNTO DI VISTA BIBLICO In merito alla presenza e al ministero di Pietro a Roma non abbiamo alcuna notizia Scritturale. Tutto è “tradizione” o, per l’esattezza, come la definisce qualcuno, “leggenda bellamente architettata”. Nel capitolo 12 degli Atti, il verso 17 dice: “…Pietro, essendo uscito (dalla casa di Maria, madre di Giovanni soprannominato Marco) se ne andò in un altro luogo”. In questa frase alcuni ravvedono la partenza di Pietro per Roma. Come mai Luca, così preciso nelle sue descrizioni, non dice nulla, cioè non nomina il luogo dove Pietro se n’è andato? Se realmente Pietro si fosse recato a Roma, Luca lo avrebbe detto, come lo ha fatto per Paolo, data l’importanza dell’evento. I fatti storici devono necessariamente avere più valore delle tradizioni, solo gli avvenimenti storici hanno fondamento. In Atti al capitolo 15 nella descrizione del “Concilio di Gerusalemme” ritroviamo Pietro; avrebbe fatto un viaggio di andata e poi di ritorno da Roma con i mezzi di allora? Pietro ha forse detto qualcosa del suo operato a Roma,

come hanno fatto Paolo e Barnaba invece, riferendo le grandi cose che Dio aveva compiuto per mezzo loro nei loro viaggi? Anzi, sappiamo solo che, dopo il Concilio, Pietro è andato ad Antiochia, come possiamo dedurre dalla lettera dell’apostolo Paolo ai Galati 2:9-11. È interessante notare che l’apostolo Paolo, nella sua lettera ai Romani (58-59 d.C.), non ha una sola parola per Pietro. Paolo manda i suoi saluti a una lunga lista di fratelli e sorelle (capitolo 16), ma Pietro non è nominato. Quando lo stesso Paolo è in viaggio per Roma (61 d.C.) i cristiani di quella città gli vanno incontro “fino al Foro Appio e alle Tre Taverne” (Atti 28:15) e Pietro non è con loro. Nella lettera ai Galati, Paolo dice: “Colui che aveva operato in Pietro per farlo apostolo della circoncisione aveva operato in me per farmi apostolo dei Gentili” (2:8) e ancora “E quando conobbero la grazia che mi era stata accordata, Giacomo, Cefa e Giovanni…dettero a me e a Barnaba la mano d’associazione perché noi andassimo ai gentili, ed essi ai circoncisi”. Questa potrebbe essere un ulteriore prova biblica dell’inesistenza del ministero di Pietro a Roma, capitale dei gentili e degli incirconcisi. Nella lettera ai Colossesi (62 d.C.) Paolo, nel dare i saluti ai fratelli, elenca diversi nomi di persone che sono prigioniere come lui a Roma, ma il nome di Pietro non figura nella lista. Nell'epistola a Filemone, scritta pressappoco nello stesso periodo, durante la prigionia a Roma, Paolo invia i saluti nominando i suoi compagni di carcere. Anche qui nessuna traccia di Pietro. Nella seconda lettera indirizzata a Timoteo, scritta qualche anno dopo (66-67 d.C.),

R isveglio Pentecostale - Febbraio 2012

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