«La Gazzetta dell'Aula» - A.S. 2018-2019

Istituto Comprensivo “Malaspina-Staffetti”

La Gazzetta dell’aula

Numero unico

Anno scolastico 2018/2019

Due successi dei ragazzi del laboratorio

La Gazzetta dell’aula quest’anno scende nuovamente in campo con due vittorie. La prima a Cesena dove ilgiornalino della nostra scuola è stato premiato dall’Ordine nazionale dei giornalisti all’interno del concorso “Fare ilgiornale nelle scuole”. È ilterzo riconoscimento nell’arco di quattro anni.

Bravi gli alunni cronisti che hanno frequentato illaboratorio di giornalismo lo scorso anno, ma bravi anche quelli di quest’anno che hanno vinto ilpremio “Internet” delcampionato di giornalismo fra scuole medie della provincia apuana organizzato dalquotidiano «La Nazione» e ricevuto un attestato di partecipazione dalRotary Club di Marina di Massa.

Proteste per salvare la Terra

Allarme clima. I ragazzi guidati dalla piccola Greta per salvare la Terra scendono in piazza e indicano la via della scienza imparando dalle formiche.

Alle pagine 6, 7, 8 e 9

Ilfuturo nelle mani dei robot

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VITTORIE Riflettori puntati su un pirata e sull’Inferno La salute cresce nell’orto

Foto di Paola Nizza

Alunni alla scoperta dell’Inferno della Divina Commedia e, attraverso lo scrittore Riccardo

Ecco cosa voglio fare da grande

Ser viz i a pagina 20 Nicolai, del pirata massese Alì Piccinin diventato pascià ad Algeri.

Alle pagine 14, 15, 16 e 17

Anche la tv è amica degli animali

Gli alunni in un sondaggio sfidano l’obesità promuovendo frutta e verdura come i cibi più adatti ad una sana alimentazione e propongono i prodotti dell’orto come merenda a scuola prendendo spunto da un progetto dell’Unione Europea rivolto ai bambini della primaria.

In un sondaggio fra gli studenti del plesso Malaspina i genitori hanno rivelato le attività che svolgono e gli alunni i loro sogni. Il mestiere preferito da ragazze e ragazzi? Rispettivamente l’attrice e il calciatore.

I cani, i gatti e altri animali abbandonati nelle strade della città trovano un sicuro rifugio nella struttura di Montepepe gestita da generosi volontari. Ma hanno anche importanti sostegni da amici che si occupano di loro grazie alla sensibilizzazione di programmi televisivi.

Uno scienziato massese dà vita alla mano artificiale dei robot al servizio dell’uomo.

Medaglie per gli atleti dell’istituto

Tante le medaglie guadagnate dagli alunni atleti dell’istituto nelle gare di campestre, pallavolo, nuoto e calcio a cinque.

Alle pagine 2 e 3

Alle pagine 10 e 11

Alle pagine 12 e 13

Alle pagine 4 e 5

Alle pagine 18, 19, 23 e 24

La Gazzetta dell’aula

L’ALI MENTAZ I O NE

La buona salute si vede dalla colazione, dal movimento fisico e dalle proteine Il gran nemico da battere? L’obesità

Samantha Manfredi, prof e nutrizionista, dàiconsigliperuna sana alimentazione

Il nostro organismo si mantiene in forma seguendo una sana alimentazione. Si ha così la certezza di un futuro migliore. È quanto emerso giovedì 14 marzo 2019 durante l’intervista alla dottoressa Samantha Manfredi, insegnante di scienze della scuola e nutrizionista. È stato un momento molto interessante, anche perché la dottoressa ha soddisfatto tutte le nostre curiosità relative all'argomento “Alimentazione e salute” e ci ha dato numerosi consigli.

La regola numero uno è quella di seguire una sana alimentazione. Ci ha spiegato che è fondamentale fare la prima colazione, «che deve essere abbondante e sana. Le persone che fanno sport almeno quattro volte alla settimana devono osservare un’alimentazione ricca di nutrienti e proteine “Masterchef”, “Unti e Bisunti”, “La prova del cuoco”, “Cotto e mangiato”, “I menu di Benedetta”, “Men vs Food”… questi sono solo alcuni dei tanti programmi culinari che affollano i canali delle nostre TV. Alcuni di questi avvicinano i concorrenti al successo (“Masterchef”, ad esempio), ma possono anche indurre ad un'alimentazione smodata (“Man vs Food”); altri ancora sono delle vere e proprie gare culinarie o rappresentano una sorta di scuola di cucina per chi è

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settimana. Ottimo sarebbe mangiare due volte il pesce e tre volte la carne, meglio se bianca e biologica e non più di due uova. Inoltre è preferibile consumare la frutta di stagione che ha maggiori proprietà nutrizionali. Abbiamo anche chiesto alla dottoressa Manfredi a quale età possiamo iniziare a bere il caffè. Ci ha risposto che l’età giusta è dopo i quindici anni e comunque in piccole quantità.

Abbiamo parlato poi di ali-

mentazioni particolari come quella vegetariana e vegana scoprendo che in questo caso bisogna introdurre nel nostro organismo degli ottimi sostituti della carne, del pesce e dei derivati animali, come le preparazioni a base di legumi.

Un altro argomento che abbiamo affrontato è stato quello relativo al problema del sovrappeso in età infantile, un fenomeno molto preoccupante perché un bambino obeso ha un rischio maggiore di avere un eccesso di colesterolo nel sangue e la pressione arteriosa alta. Questo può portare a malattie molto gravi in età adulta. In definitiva, l’alimentazione sana è sicuramente fondamentale fin da bambini per mantenere una buona salute, vivere meglio e più a lungo.

Classe II C Malaspina

il vincitore ottiene un assegno di 100.000 euro in gettoni d’oro e la possibilità di pubblicare un libro nel quale saranno riportate tutte le sue ricette. Un altro programma famoso è “Man vs Food”, in cui Adam Richman gira per i vari ristoranti del mondo proponendo sfide estreme che consistono nel mangiare qualcosa di esagerata-

mente piccante o di proporzioni smisurate. La domanda che ci poniamo è: “Per quale ragione assistiamo al proliferare di programmi di cucina su tutte le emittenti televisive?”. È moda? È un’esigenza reale? Non lo sappiamo. Sicuramente il cibo è un elemento che unisce e la tradizione culinaria di un popolo fa parte della sua cultura. Forse però i programmi di cucina in questo momento sono diventati un po’ troppi. O no?

Classe II C Malaspina

G li a lu n n i d e lla c la s s e I I C c o n la nutriz ionis ta Samantha Manfredi

per fornire all’organismo l’energia necessaria a sostenere lo sforzo fisico e muscolare. Il movimento fisico è fondamentale per tutti e a tutte le età, meglio se praticato all’aperto».

Un altro consiglio importante è quello di mangiare i carboidrati a pranzo anziché a cena, perché nell’arco della giornata si smaltiscono più facilmente. Sarebbe buona regola inoltre variare l’alimentazione nell’arco della

Troppo cibo in televisione

interessato all'argomento.

Il più conosciuto è “Masterchef”, dove gli chef stellati Antonino Cannavacciuolo, Giorgio Locatelli, Joe Bastianich e Bruno Barbieri svolgono la duplice funzione di presentatori e giudici. I concorrenti sono tutte persone “insoddisfatte della loro vita e desiderose di dare una svolta”. Infatti

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L’ALI MENTAZ I O NE

Frutta e verdure vanno di moda Le promuovono gli studenti in un sondaggio sullo stile di vita La maggiorparte consuma icinque pasticonsigliatie utilizza vivande sane

Per conoscere quante persone nella nostra scuola abbiano uno stile di vita sano abbiamo fatto un sondaggio chiedendo anonimamente ai nostri compagni delle classi seconde (83 ragazzi) cosa mangino a merenda, quanta acqua bevano al giorno, quale sport pratichino ed altro. Dopo questa analisi possiamo dire che gran parte dei ragazzi a cui abbiamo somministrato il questionario sinutre inmodo regolare senza eccedere nelle quantità. Solo il 10% segue un regime dietetico specifico, mentre il 30% degli intervistati effettua regolarmente i cinque pasti giornalieri consigliati dai nutrizionisti.

A sorpresa, quasi tutti gli alunni mangiano quotidianamente frutta e verdura di ogni tipo. Oltre 30 persone praticano più di 4 ore di sport settimanali e Il 72% degli intervistati fa costantemente colazione nutrendosi di vivande sane, condizione necessaria per iniziare bene la giornata ed avere a disposizione la giusta energia per

D i s e gn o d i C o s t a n z a B i a n c h i

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affrontare gli impegni scolastici e sportivi. Un dato poco confortante che è emerso riguarda la scarsa assunzione di acqua da parte dei nostri coetanei, probabilmente perché le bevande preferite sono quelle gassate e dolcificate che andrebbero invece evitate, perché, oltre a non essere sane, a lungo andare possono provocare assuefazione. Parlando invece della merenda a scuola, gli alunni portano spesso snack, focacce e merendine piene di grassi e di zuccheri oltre che di conservanti e coloranti che potrebbero rivelarsi tossici per l’organismo. Sarebbe invece opportuno scegliere della frutta o uno yogurt che sono, senza dubbio, più salutari. In conclusione dovremmo tutti mangiare in maniera più corretta modificando alcune nostre abitudini alimentari, perché se si mangia bene sicuramente si vive molto meglio e soprattutto sarà possibile evitare l’insorgere di patologie, anche gravi, inetàadulta.

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In un progetto i prodotti dell’orto a scuola diventano merende “Frutta nelle scuole” è un progetto promosso ziativa, magari sensibilizzando le famiglie e dall’Unione Europea e rivolto ai bambini che frequentano la scuola primaria (6-11 anni).

Ha lo scopo di incrementare il consumo dei prodotti ortofrutticoli negli istituti scolastici e di accrescere la consapevolezza dei benefici di una sana alimentazione. Probabilmente ciò risulta più semplice dove è prevista una mensa giornaliera e più complicato invece nelle scuole con orario mattutino, dove il consumo di frutta dovrebbe essere riservato esclusivamente ai momenti di ricreazione. Sarebbe però un grande vantaggio per gli studenti se tutte le scuole di ogni ordine e grado sperimentassero tale ini-

offrendo più spazio all’educazione alimentare durante le ore di lezione. In questo modo si potrebbe contribuire a modificare le abitudini alimentari sbagliate di bambini e adolescenti che preferiscono consumare spuntini a base di merendine o “focaccine” esageratamente caloriche e poco salutari. Sarebbe bellissimo se all’interno della scuola ci fossero macchinette dispensatrici di frutta fresca e colorata ad uso e consumo di tutti gli studenti, degli insegnanti e del personale ausiliario. Cosa ne pensate? È un’utopia?

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GLI AMI CI ANI MALI

I cani trovano rifugio a Montepepe E i gatti abbandonati possono vivere all’interno della struttura Miagolandia I volontari li accudiscono e promuovono le pratiche di adozione

A pochi passi da Massa c'è la salvezza per molti animali abbandonati. Si tratta del rifugio Montepepe, un canile detto anche “La casa di Febo”. Lì alloggiano dodici cani abbandonati salvati da volontari, così come altri animali. Annesso al canile vi è il gattile “Miagolandia”: al suo interno ci sono circa venticinque gatti. Nel rifugio, oltre a cani e gatti, trova posto anche una fattoria didattica dove sono stati accolti molti altri animali.

Insomma in questo luogo ci sono amici a quattro zampe, e non solo! Il rifugio prende il nome dal monte in cui è situato, Montepepe. Il rifugio è immerso nella natura, infatti è circondato da molto verde e da un piccolo fiumiciattolo. Nel rifugio lavorano molti volontari che tutti i giorni, oltre ai cani, cercano anche di salvare altri animali che sarebbero destinati al macello; infatti dentro ci sono piccoli maialini, piccoli cavalli e asinelli.

Il canile è una vecchia costruzione e spesso con il

D is egno di I van Ciardiello, Gabriele Petragnani e Riccardo Manfredi

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G li a lu n n i d e lla c la s s e I I D Staffetti con Roberto Guelfi al rifugio di Montepepe

maltempo, il vento e la pioggia è messo in difficoltà. Per fortuna molti volontari sono sempre disponibili ad aiutare e a proteggere gli animali. Il rifugio è proprio un bel posto per chi ama gli animali e, se ci andate, Roberto Guelfi, responsabile della sezione Apuania della Lega nazionale per la difesa del cane, vi accoglierà a braccia aperte come ha accolto i suoi animali. A rispondere alle nostre domande sono stati lui

e alcuni volontari.

Quando avete aperto l'attività?

«Sono più di 30 anni che abbiamo aperto».

Quali difficoltà avete affrontato?

«All’inizio è stato difficile, ma poi abbiamo trovato persone disposte ad adottare dei cani».

Quanti cani avete?

«Abbiamo 14 cani».

Avete anche dei gatti?

«Sì, abbiamo un gattile chiamato “Miagolandia” che ha

Ogni giorno migliaia di animali muoiono per colpa dell’uomo, che distrugge e inquina il loro habitat naturale, licaccia, liuccide. Cisono tante specie in via di estinzione, a partire dalrinoceronte bianco che è giàdestinato allasparizione:ormai rimangono solo due femmine e molto anziane. Ilpanda è un animale a rischio. Inizialmente il panda si nutriva di piccoli vertebrati, ma il cambiamento del suo

habitat naturale causò l’estinzione delle sue prede, portandolo a diventare un animale erbivoro che si nutre dei germogli delle canne di bambù. Ilsuo intestino non è abituato a questo cibo e, sia la difficoltà di digerire il bambù che di trovare i germogli a lungo andare porterebbe all’estinzione deipanda.

Invece, spostandosi verso l’Italia, un animale soggetto all’estinzione è la lontra a causa deldegrado degli

al suo interno più di 20 gatti».

Cosa significa per voi lavorare con gli animali?

«Per noi significa molto, è una bellissima emozione, soprattutto quando riusciamo a salvare gli animali».

Come funziona un’adozione?

«Veniamo chiamati o si presentano da noi le persone interessate all’adozione ed alcuni dei nostri specialisti si recano nella casa e osservano l’ambiente e i nuovi proprietari per accertarsi che il cane o il gatto possa andare a stare meglio di dove si trova attualmente». È mai capitato che la nuova casa non sia risultata idonea e quindi avete dovuto negare l’adozione?

«Fortunatamente no. Le persone che chiedono di adottare un cane o un gatto e vengono in un canile sono sempre disposte ad aiutare e sono sempre molto generose, almeno per la nostra esperienza».

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Il panda e altre specie rischiano l’estinzione

ecosistemi fluviali. Parlando dei nostri amici a quattro zampe, ci sono varie razze a rischio, come il canadese Labrador, il cinese Carlino, il Pastore Tedesco, il Bulldog francese, o ancora, ilSussex Spaniel, di cui rimangono 35 esemplari. IlWwf pensa agli animaliin via diestinzione, ma anche noi possiamo dare una mano all’ambiente, rispettandolo.

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GLI AMI CI ANI MALI

In tv gli amici a quattro zampe Sotto i riflettori i maltrattamenti e i forti legami fra uomo e animale Toccante la storia di Hachiko, fedele alpadrone oltre la morte

Nel corso del tempo sono nati e hanno avuto fortuna molti programmi sugli animali in Tv, come ad esempio “Amici Animali TV”, un programma che informa e interessa tutti gli appassionati di animali. Di recente su Rai 5 è andato in onda un documentario che ha ripercorso tutto l'albero genealogico dei canidi, mettendo in evidenza le somiglianze tra lupi, cani e volpi, attraverso Asia, America e Africa. E, se non bastasse, esiste anche un programma che trasmette video per distrarre i cani, rimasti magari da soli, 24 ore su 24.

Non tutte le cose, però, sono belle: ad esempio la vicenda del canile abusivo a Faicchio, andata in onda su Canale 5, grazie al programma “Striscia la Notizia”.

Nel servizio televisivo Edoardo Stoppa ha spiegato che le regole minime per un canile “legale” sono: ciotole di acqua e cibo sempre a disposizione, un tetto sopra la testa e un terreno facilmente lavabile o sterile. Nel canile abusivo, però, stando al servizio andato in onda, l'unica cosa presente erano delle ciotole piene di acqua

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D i s e gn i d i Elis abetta B a d i a le (a s inis tra) e d i Lu c a M e lo n i (s opra)

sporca. Inoltre sono stati mostrati recinti angusti specialmente per i cani “meno disciplinati”.

Andando avanti Edoardo ha incontrato la responsabile che ha promesso di impegnarsi in futuro,

Combattimenti feroci in nome delbusiness

Lo sfruttamento criminale degli animali ha raggiunto negli ultimi anni livelli molto preoccupanti. Già nel febbraio del 1992 la stampa italiana riferiva di lotte clandestine tra cani organizzate in Italia. Alcuni business hanno dato origine a violenze malefiche ed ingiuste contro gli animali. Nelle lotte fra cani il perdente, se non è già morto, viene ucciso, mentre il vincitore, se non in fin di vita, viene riutilizzato. I combattimenti vengono svolti illegalmente, nelle strade: per questi motivi molti animali muoiono anche per colpa di incidenti con le automobili. Per queste lotte i cani vengono anche drogati, o gli viene iniettata l’adrenalina, e vengono lasciati a digiuno anche per giorni. Alcune delle razze più utilizzate per i combattimenti sono il pitbull, il mastino o il bulldog. Per colpa di queste feroci lotte molti animali muoiono e la cosa più triste è che è proprio l’uomo ad ucciderli.

Anche per questo è stato ideato un sistema per rintracciare gli animali e porre un freno a questi combattimenti.

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affiancata da esperti nel settore, a migliorare le strutture finché tutti i cani non saranno adottati o riportati agli eventuali padroni.

Esistono molti tipi di programmi con i cani: umoristici, di azione, di paura, ma anche altri in cui purtroppo i cani vengono sfruttati e maltrattati. Esistono poi film in cui si racconta lo stretto rapporto tra l’uomo e gli animali. Nel film “Hachiko”, per esempio, si racconta la toccante storia di un cane il quale mostra fino a che punto possa arrivare la fedeltà del cane nei confronti dell'uomo. La storia vede come protagonista Hachiko, il cagnolino di razza Akita Inu trovato in una stazione ferroviaria dal professor Parker che, dopo aver cercato il legittimo proprietario, capisce di essersi affezionato ad Hachiko che diventa il suo fedele compagno di vita.

Hachiko lo accompagna alla stazione dove il professore prende il treno per recarsi a lavoro e lo aspetta lì al suo ritorno. Il legame fra loro è molto forte e va oltre la vita.

Infatti, dopo la morte del professor Parker, Hachiko continua ad aspettarlo in stazione, finché non arriva anche la sua ora.

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SCU O LA & AMB I ENTE

Allarme, il pianeta è troppo caldo Cambia il clima e si scatenano pericolosi uragani e alluvioni Metà delle specie viventi rischia di estinguersi entro la fine delsecolo

Il pianeta si sta riscaldando e continuerà a riscaldarsi! Chi è il colpevole? L’uomo.

Infatti, come è stato dimostrato dagli scienziati, sono le attività umane e lo sfruttamento della natura a provocare i cambiamenti climatici.

In particolare l’uso dei combustibili fossili come carbone, gas e petrolio,

Mancano azioni efficaci per invertire la rotta

bruciati per produrre energia, per soddisfare i consumi di elettricità e riscaldamento e per il trasporto, aumentano la quantità di alcuni gas nell’atmosfera, come anidride carbonica, metano, ozono e vapore acqueo, che hanno come conseguenza l'aumento della temperatura, fenomeno noto come “effetto serra”.

Anche la deforestazione contribuisce ad aumentare la presenza di gas serra nell'aria, poiché le piante hanno la capacità di assorbire l'anidride carbonica e rilasciare ossigeno nell’atmosfera. Il cambiamento climatico non è un problema futuro, ma presente, perché è già in atto

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D i s e gn i d i Gabriele Meloni e Mirko B ertelloni

e i suoi effetti ampiamente visibili, come il manifestarsi di uragani, tempeste, alluvioni, in contrapposizione a periodi di forte siccità e alla conseguente desertifi-

cazione. Anche lo scioglimento dei ghiacci è causato dall’aumento della temperatura, che innalza il livello dei mari con gravi danni alla barriera corallina e alle zone costiere.

Questi cambiamenti climatici sono talmente veloci da mettere a rischio anche la capacità di

adattamento degli esseri viventi e quindi la loro esistenza, infatti è stato calcolato che entro la fine del secolo la metà delle

Una torre ecologica

A Rotterdam, in Olanda, è stata ideata la Smog Free Tower, alta 7 metri, larga 3,5.

La torre è in grado di pulire l’aria inquinata. Funziona come un depuratore: aspira l’aria, la priva dell’anidride carbonica, la rimette nell’atmosfera pulita. Le particelle inquinanti vengono compresse e trasformate in piccole pietre dalla forma cubica, riutilizzate per fare gioielli. La torre è in grado di pulire 30mila metri cubi di aria all’ora, è a basso consumo energetico e si serve di energia eolica.

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D is egno di B eatrice Campochiaro

specie viventi rischia di estinguersi! I rappresentanti delle potenze mondiali più volte si sono incontrati per affrontare questo problema, ma non sono ancora riusciti ad avviare azioni concrete e significative per invertire la rotta, perché gli interessi economici prevalgono ancora su quelli ambientali. In particolare il primo documento sottoscritto riguardo al clima e l'unico universalmente e legalmente valido è l’Accordo di Parigi, siglato

Occorrono fonti di energia alternativa

da 195 paesi che si sono impegnati a ridurre la temperatura in maniera progressiva e portarla a solo 1 grado e mezzo, massimo 2 in più, rispetto alla temperatura terrestre del periodo preindustriale.

Per questo sono necessarie diverse azioni. Prima fra tutte la riduzione dell'immissione di gas serra nell’atmosfera attraverso la decarbonizzazione, impiegando fonti di energia alternative, pulite e rinnovabili, come quella eolica e solare. Poi bisogna bloccare la deforestazione, preservare gli oceani e ridurre i rifiuti, producendone meno e riciclando quelli esistenti.

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SCU O LA & AMB I ENTE Gli alunni della clas s e I I B Staffetti

«Il tempo sta per finire, ridateci il futuro» I giovani protestano e scendono in piazza guidati da Greta, ragazza delusa dai grandi

Venerdì 15 marzo 2019, primo sciopero mondiale per il clima: i ragazzi di tutto il mondo hanno deciso di farsi sentire gridando “Il tempo sta per finire, ridateci il futuro”.

Anche noi c’eravamo. Ci siamo preparati per questa giornata studiando la situazione climatica della Terra, le cause dei cambiamenti climatici, le conseguenze e le soluzioni possibili. Questo ci ha fatto conoscere un'eroina dei nostri tempi, Greta Thunberg, una ragazzina poco più grande di noi che, delusa dai “grandi”, ha trovato il coraggio di lottare per la salvezza del nostro pianeta, coraggio che è riuscita a trasmettere a tanti giovani ed anche a noi! Abbiamo iniziato a pensare a cosa potevamo fare in occasione dello sciopero. Volevamo dare un contributo concreto, quindi abbiamo deciso di rimanere nella nostra scuola per sensibilizzare chi ancora non era a conoscenza della situazione

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D is egno di Lorenzo Piras

in cui versa il pianeta. Divisi in piccoli gruppi, abbiamo creato delle situazioni recitative da presentare agli alunni delle altre classi e preparato cartelloni e slogan che ci aiutassero ad illustrare, in modo sintetico e accattivante, le nostre affermazioni. La parte più difficile è stata riassumere in poco tempo tutte le cose che volevamo dire, ma soprattutto trovare modi per incuriosire i compagni

all’ascolto e catturare la loro attenzione. Era importante far capire loro che il tempo per salvare il mondo “sta per finire” e che noi giovani dobbiamo agire perché “il futuro è nostro” e che tutti insieme possiamo fare ancora qualcosa! Per questo abbiamo insistito più che sulle politiche ambientali dei governi e degli operatori del settore, su quanto ognuno di noi può fare per il clima nella vita di tutti i giorni, attraverso gesti semplici, ma importanti: non sprecare acqua potabile, andare a scuola a piedi o in bicicletta, non consumare troppa plastica, fare la raccolta differenziata, tenere pulite le aule scolastiche e l’ambiente che ci circonda. L’esperienza è stata molto positiva perché ci ha fatto riflettere su una problematica così importante e ci ha uniti per il raggiungimento di un obiettivo comune: salvare il nostro pianeta.

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«Salviamo l’ambiente»

“Dite di amare i vostri figli, ma gli state rubando il futuro”.

Queste le parole rivolte da Greta Thunberg ai “grandi del mondo”, alla conferenza sul clima, in Polonia. Greta: 16 anni, svedese, con la sindrome di Asperger combatte contro i cambiamenti climatici. All’età di 9 anni, è colpita dalle parole della sua maestra, che le spiega che il pianeta è a rischio a causa dei cambiamenti climatici provocati dalle attività umane. Greta, sconvolta dal fatto che l’uomo non faccia nulla per evitare questa catastrofe, smette di mangiare e di andare a scuola, cade in una profonda depressione. Finalmente decide di reagire e di farsi sentire. Ogni venerdì mattina si reca davanti al parlamento svedese, facendo quello che lei chiama “lo sciopero della scuola per il clima”. Crea un hashtag sui social network, coniando lo slogan “fridayforfuture” e la sua protesta diventa virale! Adesso è candidata alnobelperla pace.

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SCU O LA & AMB I ENTE

È il momento di voltare pagina Dobbiamo cambiare i comportamenti per tenere la Terra in buona salute È l’invito della scienziata Rita Levi Montalcini raccolto da numerosi ragazzi

Surriscaldamento terre- perte che si sono succe- preservare la biosfera, stre, maggiore esposizio- dute ad un ritmo più studiare e conoscere i dine a siccità, tempeste, veloce della maturazione ritti delle altre specie, di inondazioni, piogge acide, dell’Homo Sapiens stes- tutti gli esseri viventi che venti contaminati, cata- so». In conclusione soste- condividono con noi strofi ambientali, scioglimento dei ghiacciai, inquinamento delle acque e dell’aria, fiumi sterili, mari privi di vita, disboscamento: i segnali di allarme e dei cambiamenti climatici sono sotto i nostri occhi! Il rapido accumulo di gas a effetto serra nell’atmosfera sta modificando le previsioni climatiche per le future genera- Alunni zioni. Chi è che mpearnli' faemstbaineonte provoca tutto Foto di questo? Siamo Barbara Bonanno noi con i nostri comportamenti sbagliati.

Rita Levi Montalcini, morta a Roma il 30 dicembre 2012 all’età di 103 anni, scienziata e premio Nobel per la Es perimenti nel medicina, in laboratorio di s cienze un’intervista alla n e l p le s s o M a la s p i n a rivista mensile “Oasis”, specializzata in neva la necessità di questa meravigliosa espetematiche ambientali, so- frenare il degrado del pia- rienza della vita». E i giosteneva le necessità di neta imponendoci tre vani, venerdì 15 marzo “voltare pagina”. «Se le obblighi: «Le popolazioni scorso, giornata mondiale cose non cambiano la no- ricche, un decimo del clima contro l’inquistra generazione non la- dell’umanità, devono ri- namento, sono scesi in scerà la stessa Terra che cordarsi di quelle povere. piazza per sensibilizzare ha ricevuto dai padri. Gli adulti devono comu- tutti sui cambiamenti cliL’umanità – affermava la nicare ai giovani il senso matici. scienziata – ha fatto sco- dei valori. Dobbiamo Anche la Malaspina è sce-

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sa nel cortile della scuola ed ha manifestato con cartelloni, disegni e frasi contro l’inquinamento.

Ma questo non basta: bisogna agire, essere consapevoli che ogni nostra azione può contribuire a distruggere o a difendere la terra, partendo dalla quotidianità, sia a casa che a scuola, attraverso la raccolta differenziata, il risparmio energetico e il rispetto dell’ambiente in cui ogni volta ci troviamo.

Inoltre è importante sapere che tutti possiamo collaborare alla ricerca scientifica, come ci ha spiegato la professoressa Laura Gianfranceschi, attraverso il progetto “School of Ants” nato dalla collaborazione tra i ricercatori del Laboratorio di Mirmecologia dell’Università di Parma ed i ricercatori della North Carolina State University, che per primi hanno portato avanti il progetto negli Stati Uniti. Con questo progetto impareremo a conoscere il livello di inquinamento della nostra città.

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SCU O LA & AMB I ENTE

Le formiche diventano insegnanti Spiegano il livello di inquinamento grazie alla lezione di School of Ants

La prof Gianfranceschi: «Ci indicano quanto sono salubri le nostre città»

Il livello di salute ambientale si può rilevare facendo esperimenti sulle formiche. È quello che in sostanza ci ha spiegato la professoressa Laura Gianfranceschi, da noi intervistata per saperne di più sull’argomento.

Come nasce l’idea di questo esperimento?

«Ad un corso di aggiornamento ci è stato proposto questo progetto per le scuole, organizzato dal dipartimento di Entomologia dell’Università di Parma e dal Museo delle Scienze di Trento, per censire le specie di formiche in ambienti abitati dall’uomo».

Perché è importante studiare questo aspetto?

«Le formiche sono degli importanti indicatori biologici degli ambienti antropizzati in Europa. Studiare le specie presenti permette di rilevare il livello di salute ambientale delle città. Gli entomologi conoscono quelle più sensibili

Alunni della I I A della Malas pina con la profes s ores s a di s cienze Laura Gianfrances chi

all’inquinamento: la presenza di certe specie fa capire il grado di inquinamento della zona che si sta prendendo in considerazione. Ci sono formiche che riescono a vivere in ambienti inquinati, altre che vivono solo in ambienti salubri, indice di bassi livelli di inquinamento».

Come viene condotto

l’esperimento?

«Aderendo all’iniziativa, si riceve una Ant Box per sviluppare il progetto in autonomia. Si posizionano delle piccole trappole per formiche in vari punti intorno alla scuola, indicati dagli scienziati. Dopo il tempo stabilito le trappole vengono recuperate e spedite all’Università di Parma per classificar le specie

Cosa sanno i ragazzi sull’inquinamento? Per rispondere a questa domanda abbiamo realizzato un sondaggio per conoscere i pensieri dei giovani sull’ambiente. Nel primo quesito posto agli alunni abbiamo mostrato la foto di un orso polare su un piccolo iceberg e abbiamo chiesto loro che cosa stesse facendo l’animale: la metà dei ragazzi ha correttamente

spiegato che l’animale era rimasto bloccato a causa dello scioglimento dei ghiacci dovuto all’inquinamento. Per quanto riguarda il futuro della Terra e del genere umano, secondo l’85% degli studenti a causa dell’inquinamento la natura è destinata alla “totale distruzione”, mentre per il 15% saranno gli esseri umani a scomparire. Abbiamo voluto poi testare la coscienza civica

delle formiche catturate.

La stessa cosa si farà anche a scuola, seguendo un protocollo scientifico. Nelle settimane successive l’Università effettuerà gli studi statistici».

Qual è l’obiettivo didattico del progetto?

«Avvicinare gli studenti al metodo scientifico attraverso un’esperienza diretta e far capire loro come funziona il mondo della ricerca».

Perché partecipare al progetto “School of Ants”?

«Il progetto, a livello mondiale, coinvolge volontari oltre che ricercatori.

Neppure tutte le Università del mondo riuscirebbero a raccogliere i dati per avere una valutazione corretta.

Si tratta di un progetto Citizen Science, “scienza dei cittadini”, un complesso di attività collegato ad una ricerca scientifica a cui partecipano semplici cittadini».

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«La raccolta differenziata? Noi la facciamo» Lo dicono gli studenti in un sondaggio

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dei nostri compagni e abbiamo scoperto che la percentuale dei ragazzi che fanno la raccolta differenziata a casa è del 74%. Molto incoraggiante scoprire che il 95% degli intervistati sapeva cosa fosse il buco nell’ozono. Dal sondaggio è emerso che noi ragazzi siamo informati sui rischi che corre l’ambiente a causa di politiche sbagliate.

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LE NU OVE TECNO LO GI E

Nasce la nuova mano artificiale piena di tatto e delicatezza con un design rivoluzionario

Allavoro a Pisa un pooldiesperticoordinatidall’ingegnerAntonio Bicchi

«La nuova mano robotica ha un design rivoluzionario.

Non ha giunti con cuscinetti a sfere ma le falangi rotolano l’una sull’altra come le articolazioni del corpo umano. Non ha vincoli rigidi tra le dita, ma legamenti che le conferiscono elasticità. E ovviamente non ha ruote dentate, ma tendini.

Questi elementi di base sono applicati non copiando pedissequamente la struttura della mano umana, ma cercando di capire quali sono le parti della struttura della mano che le consentono di svolgere determinate funzioni, per poi sviluppare una struttura artificiale in grado di svolgere le stesse operazioni».

Queste le parole di Antonio Bicchi, ingegnere di origine massese, coordinatore del gruppo di Robotica al Centro Piaggio di Pisa e Senior scientist all’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova.

Le dita di questa nuova mano rivoluzionaria si possono piegare, tirare, distorcere, disarticolare e ritornano a

Che la robotica avesse delle leggi, non lo immaginavamo davvero!

Sono tre e sono state pubblicate nel 1942 nel racconto Circolo vizioso di Isaac Asimov, apparso sulla rivista Astounding Science Fiction.

Riguardano il comportamento dei robot positronici cioè di quelle macchine create per aiutare l’uomo e dotate di sistema di sicurezza per non nuocergli, quindi sono attualissime. Eccole di seguito. Prima legge: “Un robot non può provocare danni all’essere umano e non può permettere che a causa del mancato intervento un essere

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D is egno di Giada Farina

posto senza danno. Anche dopo essere stata violentemente sbattuta su una lastra di ghisa, Soft hand ne è uscita intatta. Ma non solo, il progetto dell’istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ha consentito di realizzare una mano artificiale capace di comunicare sensazioni tattili a chi la indossa.

«L’innovazione che perseguiamo – prosegue Bicchi – consiste nel capire secondo

quali meccanismi fondamentali la nostra organizzazione neurale, anche tramite la particolare struttura fisica e di interconnessione del sistema muscolo-tendineo e dei recettori tattili, governi la meravigliosa complessità delle operazioni della mano.

Questo ci permetterà di costruire mani artificiali con nuove architetture, nuovi sensori e nuovi attuatori, ricorrendo anche alle più avanzate tecnologie dei

Anche la robotica ha le sue leggi

umano riceva danno”. Seconda legge: “Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani purché tali ordini non contravvengano alla prima legge”.

Terza legge: “Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questo non contrasti con la prima e la seconda legge”. Successivamente l’autore aggiungerà una quarta legge, definita legge zero: “Un ro-

materiali».

In pratica l’obiettivo è di creare le premesse da cui possa prendere le mosse una nuova intelligenza artificiale. Il risultato oggi è una protesi che potrà essere impiantata senza passare in sala operatoria.

Per questo, la collaborazione tra l'Università di Pisa e l'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova porta la robotica italiana all'avanguardia mondiale.

Per le sue ricerche sulla mano robotica, Bicchi e il suo gruppo di ricerca hanno già ottenuto un advancer grant dallo European Research Council, cioè il finanziamento ai migliori progetti di ricerca europei presentati da scienziati e studiosi già affermati: 2 milioni e mezzo di euro. Grazie a questo premio, Soft hand è già pronta per essere usata come protesi.

Da segnalare anche il precedente prestigioso riconoscimento ottenuto ad Osaka, nella conferenza internazionale “Humanoids”.

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la robotica umanoide ha ilcompito di realizzare un robot dalle sembianze umane, in grado di agire autonomamente; la robotica di servizio va dai robot per anziani ai robot domestici; la robotica educativa è un metodo che permette di insegnare ai bambini materie scientifiche e logiche in modo divertente; la robotica per la medicina permette a un robot chiamato ecografo di visitare un paziente in un modo più esaustivo; la robotica peri bambini è a scopo ludico, cioè perintrattenerlinelgioco.

bot non può recar danno all’umanità e non può permettere che, a causa di un suo mancato intervento, l’umanità riceva danno”. Le tre leggi della robotica sono importanti soprattutto perché suggeriscono un uso etico della tecnologia. Ecco alcuni impieghi “eticamente corretti” dei robot: nella robotica industriale il robot ha ilcompito di imballare le merci; Classe II E Malaspina

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LE NU OVE TECNO LO GI E

Sì agli automi al servizio dell’uomo

Da un questionario sulla robotica rivolto a un campione di alunni risulta che il 30,56% vorrebbe che la robotica creasse macchine e robot per aiutare l’uomo. Nei giorni scorsi, abbiamo infatti distribuito ai nostri coetanei un questionario strutturato su una serie di domande. Vediamole. Conosci il mondo della robotica? Quale paese è più all’avanguardia per lo studio della robotica in Europa? Secondo te che scopo ha la robotica? Pensando alla parola “robot” cosa ti viene in mente? Chi studia la robotica ? Che cosa vorresti che ideasse la robotica in futuro? Dai risultati è emerso che la maggior parte dei ragazzi la conosce poco e sottovaluta il nostro paese, indicando la Germania come la più sviluppata in questo campo, quando invece siamo proprio noi italiani i numeri uno nel settore! Lo scopo della robotica è chiaro: la maggior parte dei nostri coetanei ha

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infatti risposto che serve a sostituire l’uomo nei lavori pesanti e rischiosi e che serve a realizzare dispositivi tecnologici sia per aiutare persone con disabilità nelle loro attività quotidiane sia per migliorare la vita di tutti. È chiaro anche chi la studia: gli ingegneri. Inoltre abbiamo scoperto che molti ragazzi, pensando alla robotica, fanno un po’ di confusione e si riferiscono all’elettronica e alla fantascienza perché sperano che gli ingegneri inventino il teletrasporto, per viaggiare più velocemente, ma anche macchine che volino e che non inquinino per salvaguardare il nostro pianeta.

Noi pensiamo che la robotica abbia molta importanza perché ci offre un nuovo futuro ricco di agevolazioni e servizi e ci piacerebbe studiare e approfondire anche a scuola questo argomento così attuale e vicino alle nostre vite.

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Nel futuro le città dei sogni

Sembra davvero un sogno pensare che nelle città del futuro i robot umanoidi giocheranno con i bambini e si prenderanno cura degli anziani, ma questo è soltanto uno degli obiettivi reali verso i quali ci stiamo proiettando. Nelle città del futuro saremo immersi nella realtà aumentata di enormi display che ci permetteranno di essere sempre connessi. La carta lascerà il posto a display flessibili e sottili. Ogni superficie sarà interattiva e parlerà con il tuo cellulare.

Secondo i più ottimisti entro 10-15 anni la mobilità sarà rivoluzionata.

L’Hyperloop sarà un treno che viaggerà a levitazione magnetica alla velocità di 1200 chilometri orari in un tubo. La maggior parte dei futuri mezzi di trasporto sarà elettrica e quindi inquinerà di meno, in particolare avremo l’auto autonoma, che si guida da sola come la Volvo XC90.

Quest’auto, inoltre, dovrebbe permettere al traffico di fluire senza interruzioni e di causare meno incidenti, riducendo l’errore umano.

Con le reti 5G dei cellulari, inoltre, si permetterà a queste automobili ma anche agli oggetti che indossiamo come orologi, scarpe, vestiti - di essere sempre connessi e in grado di segnalare in tempo reale se ci sentiamo male o se siamo vittime di un’aggressione. Questo futuro è già dietro l’angolo, infatti in India nel 2020 si realizzerà Gift, acronimo di Gujart International Finance Tec-City, un centro finanziario ipertecnologico,

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iperconnesso e a basso inquinamento. In Arabia Saudita nascerà a breve una città per la quale sono stati investiti 500 miliardi di dollari. Boston Dynamics è una ditta americana che ha costruito i primi robot umanoidi in grado di correre. Anche l’Unione Europea è impegnata in questo, perché incentiva una serie di progetti pilota nell’ambito delle smart city, prendendo in considerazione indicatori come il numero degli incidenti automobilistici, la lunghezza delle piste ciclabili, il verde pubblico, l’accesso al wi-fi, la diffusione dei veicoli elettrici: in questo senso città come Copenaghen, Stoccolma, Santander e Amsterdam sono all’avanguardia. La sfida è conciliare tutto questo con la difesa dell’ambiente, la lotta all’inquinamento aumentando la libertà e la facilità di muoversi.

Intrigante, non trovate?

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Tanti i papà nel mondo del commercio Ma nessuno è contadino o pescatore E le mamme? Poche sono casalinghe È ilrisultato diun “viaggio”alla scoperta deilavorisvoltidaigenitori

Noi alunni della II B con delle domande poste ai nostri compagni nello scorso mese di febbraio abbiamo voluto indagare sui lavori dei genitori, scoprendo così che la maggior parte di loro è dipendente di un’azienda privata. Cosa faremo noi da grandi? Lo scoprirete leggendo gli articoli nell’altra pagina. Ma andiamo per ordine. Dopo una prima fase di raccolta dati, siamo passati alla loro analisi. Abbiamo distinto i mestieri degli adulti in tre aree: coloro che svolgono attività autonome, i dipendenti pubblici e quelli privati. Poi abbiamo tratto le nostre conclusioni distinguendo i risultati tra i lavori delle madri e dei padri. Tutti gli studenti delle classi seconde del plesso Malaspina hanno risposto e quindi i calcoli sono stati svolti su un campione di 170 adulti di cui 85 uomini e l’altra metà donne. Analizziamo i lavori dei papà. La maggior parte di essi è un dipendente privato, il 49,4%; a seguire ci sono i lavoratori autonomi

Com’è cambiato il ruolo della donna in poco tempo! All’inizio del Novecento, mentre le macchine e la velocità irrompevano nella vita quotidiana, le donne restavano ferme nel loro ruolo di madri e casalinghe ed erano ancora “proprietà” delle famiglie d’origine e poi dei mariti. Durante i due conflitti mondiali figlie e madri italiane hanno lasciato il tetto domestico e sono entrate nelle fabbriche, sono diventate postine, tranviere e impiegate: “Ma

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con il 29,4 % e infine i dipendenti pubblici che superano di poco il venti per cento (21,2%). Se andiamo più nel dettaglio vediamo che sei dei nostri genitori sono ingegneri, a seguire troviamo quattro muratori, tre operai e tre geologi. Ma ci sono anche due bancari, un farmacista e un lattaio, sicuramente uno dei lavori più inusuali che abbiamo incontrato. Tra gli autonomi ben dodici sono elettricisti, tre riforniscono grandi aziende nel settore agroalimentare e due sono marmisti. Nel pubblico invece

lavorano due papà nella veste di professori, tre medici di cui uno è chirurgo e un carabiniere. E le nostre mamme? Anche in questo caso la maggior parte di esse è una dipendente privata (52,9%), molte sono lavoratrici autonome (30%) e il 17,1% di loro fa un lavoro a carico dello Stato. Nel settore privato troviamo otto impiegate e sei segretarie, tre hostess e due veterinarie. A mezza via tra il privato e il lavoro autonomo troviamo le cuoche che o svolgono la loro mansione in grandi ristoranti della

costa e di Massa (quattro), o possiedono una loro attività (tre). Tra le lavoratrici autonome abbiamo poi due estetiste, due dentiste e due avvocati. Discorso a parte va fatto per le casalinghe: circa il 10% delle nostre mamme rientra in questa categoria. Infine tra le dipendenti pubbliche in molte lavorano nel settore medico scientifico: quattro medici, tre fisioterapiste e due biologhe; poi troviamo le poliziotte (quattro), solo due sono insegnanti. E abbiamo anche una postina. Possiamo trarre ora le nostre conclusioni: nessuno dei nostri genitori svolge un mestiere inseribile nel settore economico primario; non un contadino e neppure un pescatore e in pochi lavorano nel settore secondario, circa un 30% del totale. La maggior parte di essi lavorano nel terziario, soprattutto nell’ambito del commercio e dei servizi. E noi, quando saremo adulti, cambieremo le carte in tavola?

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sero le loro mansioni abbandonando il mondo del lavoro (almeno alcuni settori) ma non tutte furono d’accordo. La guerra aveva cambiato drasticamente l’atteggiamento femminile nei confronti del lavoro e lentamente è stato riconosciuto loro un ruolo attivo nella società. Il 2 giugno 1946 le

donne italiane fecero la loro prima grande conquista con il diritto al voto e fu anche l’anno in cui si approvò la legge sulla parità sessuale così da permettere loro di poter praticare tutti i mestieri.

Anche se oggi questa uguaglianza non si è ancora del tutto realizzata, le donne sono state nello spazio (conoscete la Cristoforetti?) e chissà, un giorno forse una donna sarà Presidente della nostra Repubblica!

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L’angelo del focolare viaggia nello spazio

quando rientrano gli uomini, voi tornate a casa!”, dicevano in molti. Le città erano il fronte delle donne. Lavoravano, gestivano spesso la borsa nera (il mercato clandestino), prendevano decisioni per la famiglia. Loro erano i soldati del quotidiano. I governi, dopo il 1945, fecero pressione affinché le donne riprendes-

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«Il nostro sogno «Quanto è bello è fare l’attrice il mestiere o la maestra» del calciatore»

Le tredicenni della Malaspina guidano la loro futura regata tra le onde dei mari della grazia e della moda, della scuola e della salute, dello sport e delle forze armate. Variegati sono i risultati ottenuti dal questionario posto dagli alunni della II B a tutte le loro coetanee per quanto riguarda il mestiere che vorrebbero fare da grandi.

Le risposte sono state eterogenee in quanto anche i lavori più gettonati hanno avuto soltanto tre voti ed essi sono stati: l’architetto, l’attrice, la maestra e l’estetista. Queste attività riguardano mondi molto differenti tra loro, ma la particolarità che hanno in comune è quella di essere tutti dei lavori che richiedono molto studio e molta precisione. In seconda posizione, con due voti ciascuno, troviamo: la ciclista, la cantante, la pasticciera e la segretaria. Secondo noi queste ragazze hanno questi sogni perché amano lo spirito di competizione e stare all’aria aperta (la ciclista), oppure sono appassionate di musica e di cucina e vorrebbero diventare famose e andare in Tv o, ancora, possiedono una spiccata capacità organizzativa (la segretaria). L’immaginario femminile delle adolescenti è colpito da molti altri ambiti. Non ci saremmo mai aspettati che tra i sogni delle ragazze ci fossero il carabiniere, il pompiere e il soldato. Vorrà forse dire che le differenze di genere iniziano a scomparire e che una ragazza pensa di poter benissimo anche domare un incendio o andare in guerra

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o occuparsi di questioni umanitarie? C’è poi il mondo della sanità (l’ostetrica e la dottoressa); probabilmente è stato scelto perché le donne di domani desiderano dare un loro contributo allo stato aiutando le persone che hanno bisogno di cure e vogliono lavorare nel mondo della ricerca medica. Troviamo infine la zoologa, la biologa marina e la veterinaria; le ragazze hanno un grande amore nei confronti della fauna e interesse per i temi

È il calciatore il sogno più diffuso tra i ragazzi delle seconde della Malaspina.

Anche se i risultati sono stati tra i più vari, ci aspettavamo che il mondo del calcio facesse la parte del leone perché è lo sport più diffuso tra i maschietti e per i pochi che riescono poi a farne una professione c’è la notorietà, si può diventare anche ricchi, facendo qualcosa che noi riteniamo divertente. È un lavoro che richiede una grande preparazione atletica e sacrifici quotidiani ma di certo non occorre trascorrere molto tempo sui

D is egni di Luca B er nardone (a s inis tra) e Sofia Manfredi (a des tra)

della tutela dell’ambiente, senza dimenticare la salvaguardia delle specie animali che rischiano l’estinzione.

Nessuna alunna della scuola sogna di diventare manager di grandi aziende o di lavorare all’università.

Confrontando i dati ottenuti sui mestieri delle mamme ci siamo accorti che in molte vorrebbero seguire le orme dei genitori e che anche le mamme, da ragazze, sognavano di far parte del mondo del cinema, dello spettacolo e della moda. Indipendentemente dal lavoro scelto crediamo sia bello avere degli obiettivi e lottare ogni giorno per raggiungerli con il tempo.

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libri di scuola. Le cose cambiano se si sogna di diventare medici, altra opzione molto diffusa tra gli alunni.

Per diventare un dottore occorrono molti anni di studio e un continuo aggiornamento su malattie e terapie, ma i risultati ottenuti con grande fatica, portano, poi, a grandi soddisfazioni personali e anche a un miglioramento delle condizioni di vita della gente, senza dimenticare che facendo il medico si ottiene un ottimo stipendio. È un mestiere importante in cui si cerca di curare e spesso anche salvare vite umane e perciò è un lavoro di grande responsabilità perché non si può sbagliare, occorre essere lucidi e precisi.

Passiamo a un sogno più “dolce”. Tanti vorrebbero da grandi fare gli chef o i pasticcieri. Alcuni, confrontando le loro risposte con quelle dei genitori, vorrebbero così seguire le loro orme o continuare a lavorare in attività familiari già avviate; altri, forse, sono rimasti affascinati dai programmi televisivi che hanno portato alla ribalta l’arte culinaria e reso noti ai più gli chef stellati. Perciò i nostri compagni sono forse attirati non solo dai fornelli ma anche dalle macchine da presa e desiderano firmare molte copie dei loro futuri libri di ricette.

Tra i ragazzi c’è chi vorrebbe diventare capocuoco di un grande albergo o aprire un ristorante. La cucina è una grande passione che va coltivata e le nostre scuole, strettamente collegate con alberghi e ristoranti della bella Versilia, danno la possibilità di mettere presto in gioco le proprie abilità. Passiamo infine al mondo della scienza e della tecnica. Solo un alunno sogna di lavorare “tra le stelle” sperando di diventare astronauta, gli altri preferiscono i campi dell’ingegneria e dell’informatica. Siamo una generazione molto legata al Pc e ai suoi “discendenti” e di bit si riempiranno le nostre giornate lavorative del domani, occorre quindi che qualcuno sappia sistemare e programmare le future tecnologie. Ciascun ragazzo vuole realizzare il proprio sogno per i motivi più diversi e noi non possiamo che augurargli di riuscirci presto!

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Dalla selva oscura fino all’Inferno seguendo il sommo poeta Dante alla scoperta della Divina Commedia Un “viaggio”culturale attraverso la lettura e ilcommento dell’opera in classe

Abbiamo fatto in classe un “viaggio” alla scoperta della Divina Commedia di Dante Alighieri che vogliamo condividere sottolineando il legame profondo che il sommo poeta aveva con il nostro territorio.

Ci ha particolarmente impressionato il suo Inferno, un terrificante mondo “incandescente” dell’oltretomba, dove le anime sono costrette per l’eternità a seguire la legge del contrappasso. Il lungo viaggio di Dante nel cono del male ha inizio con il suo smarrimento nella selva oscura che simboleggia il buio e la perdizione nell’esistenza. Tre animali feroci, impediscono al poeta di tornare indietro o di raggiungere un colle dove pare esserci più luce. Le fiere sono delle allegorie, una figura retorica cara a Dante e a tutta la letteratura medievale, che implica l’uso di oggetti o animali che, per le loro caratteristiche, stanno a simboleggiare un’emozione, una problematica o una filoso-

Una pena è una punizione, un castigo inflitto a chi ha commesso una trasgressione o dimostrato una cattiva condotta, allo scopo di correggerlo. Dante attribuisce nell’aldilà una pena a ciascun peccatore. Nel mondo dell’oltretomba, pensato dal grande poeta fiorentino, le pene variano in base alla Legge del Contrappasso: un principio che regola la pena che colpisce i rei o colpevoli mediante analogia o contrasto rispetto alla colpa

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fia. conoscenza Dante e di salvaincontra zione una attralonza, un verso i leone e tre reuna lugni pa, che dell’Alrappredilà. I sentano due rispettisi vaavviamente no la lusquindi suria, la verso suGerusaperbia e lemme e la cuda lì copidigia mincia la deldiscesa D is egno di Aurora Pes chi l’Uonel regno mo, cioè i peccati che degli inferi. I due varcano impediscono al poeta di vi- la porta dell’Inferno, dove vere serenamente. Dante è sono accolti dalle urla degli seriamente spaventato da ignavi, i peccatori che non quell’incontro, ma in suo hanno avuto alcun interessoccorso giunge una guida, se nella vita e che ora sono inviata direttamente dal costretti a correre nudi dieParadiso da Beatrice: tro a una bandiera, Virgilio, il grande poeta tormentati da insetti. Il latino, amato da Dante. percorso continua sul fiuEgli annuncia a Dante che me Acheronte dove il tranon riuscirà a tornare sulla ghettatore di anime retta via se prima non Caronte aspetta Dante e intraprenderà un viaggio di Virgilio per portarli nel

primo cerchio, dove inizia la discesa verso l’Inferno vero e proprio. Alla fine del viaggio, nell’ultimo dei nove cerchi di cui è composto l’Inferno, incontrano i peccatori peggiori: i traditori dei parenti, della patria, degli ospiti e dei benefattori. Nel punto più basso del nono cerchio, infine, si trova Lucifero, l’angelo ribelle, che maciulla i corpi di Cassio, Bruto e Giuda con le sue tre bocche. Scendendo lungo il suo corpo Dante e Virgilio raggiungono, quindi, un sentiero nascosto al termine del quale finalmente ritornano alla luce. Il mondo delle anime dannate è caratterizzato dal buio e dal rumore: nell’Inferno è sempre notte e l’aria è attraversata da pianti, urla, lamenti e bestemmie.

Se ciascuno di noi avesse sempre ben presente la punizione eterna prima di compiere qualsiasi azione malvagia probabilmente il mondo sarebbe migliore.

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commessa. Il caso più emblematico è quello degli ignavi, che Dante incontra nel terzo canto dell’Inferno, i quali subiscono una dannazione eterna in relazione alla propria colpa. Questi peccatori sono coloro che, durante la vita, non hanno mai agito né nel bene né nel male, senza mai osare

mai schierati nel prendere in vita una decisione, dopo la morte sono costretti ad una inutile e costante sollecitudine da parte di insetti quali vespe e mosche oppure vermi. Il grande insegnamento che Dante trasmette anche a noi ragazzi, che viviamo oltre 700 anni dopo di lui, è quello di non perdere mai l’occasione di scegliere e di affrontare le conseguenze positive o negative della scelta.

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Ecco la legge del contrappasso

avere un’idea propria, ma limitandosi ad adeguarsi sempre a quella del più forte.

Per analogia essi in vita evitarono sempre le scelte per paura di mettersi in mostra e dopo la morte compongono una folla anonima disdegnata e dimenticata che insegue un inutile vessillo. Per contrasto essi non essendosi

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Sette canti recuperati da Moroello E Alighieri elogia i Malaspina come gran famiglia piena di virtù Nelcastello di Fosdinovo completa la stesura delsuo capolavoro

Durante l’esilio Dante fu ospite di molti signori italiani come i da Polenta di Ravenna e i della Scala di Verona, ma solo la nobile famiglia Malaspina ha il privilegio di aver compreso Dante. Alla fine del 1306, infatti, Dante fu accolto da Moroello Malaspina, signore della Lunigiana, uomo colto e raffinato, che amava circondarsi di intellettuali e letterati. Il sommo poeta venne accolto nel castello di Fosdinovo e, ispirato dalla nobiltà dei suoi be-

Ilpoeta ben accolto dalla casata nobiliare

nefattori, continuò la stesura del suo capolavoro.

Si narra che lo stesso Moroello fece recuperare da Firenze sette canti dell’Inferno.

Dante instaurò con i membri della famiglia Malaspina un rapporto felice perché trovò in essa espressi valori importanti come la giustizia e la pace.

I Malaspina, da parte loro, avevano talmente fiducia in Dante che gli diedero l’incarico di trattare la pace con il Vescovo di Luni per la spartizione dell’eredità degli Obertenghi.

L’importanza e la riconoscenza nei confronti di questa casata nobiliare è evidenziata da Dante anche nell’ottavo canto

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del Purgatorio dove il poeta elogia i Malaspina che l’avevano accolto, compreso ed incoraggiato.

In questo canto Dante

incontra Corrado II Malaspina (che aveva la colpa di aver amato la sua famiglia) ed elogia tutti i Malaspina dicendo che, in un mondo che ha perso la

D i s e gn o d i Anita Ros a

La poesia sale sul palco celebrata da Benigni

“Tutto Dante” è il titolo dello spettacolo teatrale del grande comico Roberto Benigni che ha avuto ben 130 repliche. L’attore toscano ha portato questo spettacolo in tourperl’Italia e non solo, leggendo, con grande enfasi e superba interpretazione, alcuni dei più famosi canti della Divina Commedia, ilcapolavoro assoluto di Dante Alighieri.

Fin da subito l’ambizioso progetto dell’eclettico artista ha catturato l’attenzione del grande pubblico ed una platea molto numerosa ha partecipato a ciascun evento. Se Benigni è stato l’ultimo a fare una lettura pubblica della Divina Commedia, il grande letterato Giovanni Boccaccio è stato ilprimo a farlo, nellontano 1375, su incarico del comune di Firenze. Il canto più apprezzato dal pubblico è stato il quinto dell’Inferno che narra della tragica fine dei due cognati amanti, Paolo e Francesca, emblema delgrande amore contrastato, che oltre ad essere recitato dal “toscanaccio”, è stato anche trasmesso in televisione nel dicembre del 2007 su Rai 1. La tournée è iniziata nelgiugno del2006, a Patrasso, in Grecia, dove l’attore ha declamato ilcanto ventiseiesimo dell’Inferno che narra di Ulisse, l’uomo dal multiforme ingegno protagonista dell’Odissea.

Benigni ha riportato Dante a Firenze concludendo il tour nella splendida piazza Santa Croce e nel teatro Pergolesi, dove ha recitato per 13 sere altrettanti canti. Il pubblico, magistralmente guidato da Benigni, ha compiuto un viaggio nell’inferno dantesco e non solo. “È stato un lavoro meraviglioso - ha dichiarato Benigni -, questa esperienza la conserverò come uno dei ricordi più importanti edemozionantidella mia vita”.

strada delle virtù “Sola va dritta e ’l mal cammin dispregia” (è una famiglia che segue il suo destino comportandosi sempre bene). Dice ancora che la maggior gloria dei Malaspina è quella di aver conservato “il pregio de la borsa e de la spada” cioè di coltivare ancora le due principali qualità che caratterizzano il comportamento nobiliare: il pregio de la spada cioè l’esercizio delle armi (sia Moroello che Franceschino erano dei validi combattenti) e il

Ispirazione perDante dalle grotte di Onferno

pregio della borsa cioè la pratica della liberalità intesa come generosità e non elemosina. Sotto al castello, inoltre, ci sono le grotte di Onferno che sono state probabilmente di ispirazione per Dante per l’ideazione del suo inferno.

I Malaspina ebbero quindi una grande influenza sulla vita di Dante che non potrebbe essere compresa pienamente senza considerare il periodo vissuto in Lunigiana.

Dante nella “nostra zona” si è sentito compreso come uomo e come poeta e ha apprezzato i nostri valori: tutto questo ci deve rendere orgogliosi.

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«Ho raccontato la storia di un bambino rapito dai pirati, portato ad Algeri e trasformato nel Leone dei mari» Lo scrittore Riccardo Nicolai si confessa e svela i misteri delsuo libro

Un bambino massese, rapito dai pirati secoli fa, diventò un pascià. È questa in sintesi la storia raccontata dallo scrittore Riccardo Nicolai nel libro Aldo Piccinin Amogia del Mediterraneo.

Lo abbiamo intervistato per far luce sulla vicenda e sulla sua opera.

Da dove è nata la tua passione per i libri?

«L’amore per la scrittura l’ho sempre avuta. Scrivere un romanzo – ci confida Riccardo Nicolai – non vuol dire essere uno scrittore: essere uno scrittore significa pubblicare un libro e farlo leggere, essere

«Assolutamente sì, nel romanzo è spiegato il motivo per cui si scriveva il libro di bordo: era una scaramanzia tra i corsari, il libro indicava la rotta da seguire, i paesi da invadere, le navi da assaltare e razziare».

Chi ti ha dato lo spunto per questa storia?

«La prima volta che ho sentito pronto alle critiche, sia quelle parlare di Aldino ero al castello positive, che quelle negative».

Qual è la parte che preferisci del libro?

«Tutte, ma soprattutto il finale, quando si uniscono i due mondi ed il Mediterraneo di- Nel 1570, durante un’incursioventa il crocevia di popoli di- ne dei pirati barbareschi, fu raversi, dove non c’è distinzione pito Aldino, un bambino di di lingue, religioni, razze, in cui Mirteto. Fu portato ad Algeri e tutti si capiscono senza cono- venduto al mercato degli schiavi. scersi».

Salvato dal Ràis di Algeri che Cosa hai provato quando lo comprò come schiavo e fu poi hai visto per la prima volta da lui adottato come figlio dopo Algeri? la morte di quello naturale in «È come se fossi ritornato in un terremoto. Il ragazzo, dopo un posto dopo un’assenza di un’iniziale disperazione, realmente amato, si convertì tanti anni».

Come ti sei interessato alla all’Islam e alla “guerra santa” storia di Aldino? contro i cristiani, senza mai di«Mi sono appassionato a que- menticare la propria famiglia. sta storia perché ho associato Fece fortuna per le sue strabila sua infanzia alla mia». lianti doti che lo fecero diventare È vera la storia del libro di un coraggiosissimo ed abilissimo bordo? corsaro. Nella terra nordafrica-

«Sono pronto adaccogliere ogni critica dei lettori»

Lo s crittore Riccardo Nicolai a fianco della targa appos ta al Mirteto

scrivere la sua storia, è stato come vedere quel bambino davanti a me».

Ti aspettavi tutto questo successo?

«Sì, me lo sentivo, quando sono ritornato da Algeri ho fatto un sogno premonitore e ho visto tutto quello che poi è accaduto. Quando sono andato ad Algeri la prima volta mi è sembrato di conoscere la città e che lei conoscesse me».

Come ti è venuta in mente la parola “amogia”?

«Sentivo il bisogno di aiutare quel bambino, immaginavo che stesse piangendo e che

Malaspina e la guida raccontava di un bambino del Mirteto rapito dai pirati, portato ad Algeri e diventato pascià.

All’inizio pensavo che fosse una favola, ma poi ho trovato una pagina Facebook che si chiama “I misteri di Algeri” in cui si parlava di Alì Piccinin il Leone dei mari, ho subito sentito l’esigenza fortissima di avesse paura, ho sentito empatia ed ho avuto il bisogno di rassicurarlo, di aiutarlo, allora ho immaginato che la dea del mar Mediterraneo chiedesse ad Aldino di fidarsi di lei e di na le sue gesta gli valsero negli prenderla per mano. L’amogia anni la carica di Capo della è lo spazio tra le dita della maTaifa, Grande ammiraglio della no creato da Dio per flotta navale di Algeri e poi Pa- permettere ad una mano amiscià, nominato sul campo dal ca di stringere il suo destino Sultano di Costantinopoli Ibra- con il tuo». him I. La versione del libro per Riccardo Nicolai sentì parlare adulti è diversa? per la prima volta di Alì Picci- «Certamente, quella che avete nin una sera d’estate di qualche letto voi è la favola, dove ci soanno fa, in occasione di una no personaggi fantastici ed è manifestazione culturale alla scritta con un linguaggio più Rocca. Fu da quella sera che semplice, pensato per far Riccardo cominciò la ricerca breccia nei vostri cuori; la dello spirito di Alì e quando si versione del romanzo per ritrovò tra le mani il carteggio adulti ha un linguaggio diverso che Alì tenne con Alberico Ma- e ci sono solo personaggi in laspina decise di scrivere illibro. carne ed ossa».

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«Nella favola vivono personaggi fantastici»

Aldino lo schiavo

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Una targa in memoria di Alì Pascià “ponte” fra culture diverse apposta dall’ambasciatore algerino Ilcorsaro massese fece costruire una moschea con marmi delle Apuane

Quest’anno, a scuola, durante le ore di lettere, abbiamo letto il libro Aldo Piccinin Amogia del Mediterraneo scritto da Riccardo Nicolai, un nostro concittadino. Il libro parla di un bambino originario del Mirteto che, rapito dai pirati barbareschi nel 1570, raggiungeva Algeri ignaro del destino che lo attendeva. Il bambino fu venduto come schiavo al mercato di Algeri; il capo dei Ràis lo prese sotto la sua protezione perché riconobbe nel giovane ragazzino qualcosa di speciale e lo adottò. Dopo qualche anno Alì divenne un perfetto e coraggiosissimo corsaro, capo della corporazione dei Ràis, grande ammiraglio della flotta di Algeri ed infine Pascià, si innamorò della bellissima principessa Lallahoum, figlia del sultano della Cabilia, per amore fece costruire una moschea rivestita di marmi delle Apuane e gliela donò come regalo di nozze. Aldino, per la sua principessa, si convertirà alla religione musulmana e farà sua una cultura nuo-

va, immaginando il mar Mediterraneo come uno spazio su cui costruire un ponte, come un luogo di incontro delle diverse culture. Lo scrittore Riccardo Nicolai è nato a Massa nel 1969 ed è titolare, insieme al fratello

Gli alunni della I I G hanno lavorato s ui contenuti del libro di Riccardo Nicolai

Alberto, della libreria “Ali di carta”. Si è laureato in lingue e letterature straniere all’università di Pisa ed è autore di altri libri. Di quest’opera è stata fatta anche una versione teatrale ed il libro in Algeria è diventato un caso edito-

riale, tanto che l’ambasciatore algerino è venuto a Massa per inaugurare una targa in memoria di Alì che è stata posta al Mirteto l’11 maggio del 2018. Grazie a questo libro, Alì vivrà per sempre.

Classe II G Staffetti

Facciamo un viaggio tra le permettere a una mano amica di soffiasse alle spalle in modo frasi più belle del libro. poter intrecciare le sue dita con le da poter ciondolare le gambe «Lo vedi quello spazio che hai tra tue… Ilmare unisce idestini. Fatti un po’ di qua e un po’ di là, le dita delle mani?». prendere permano e fidatidime». tra Algeri e Mirteto».

Aldino si guardò la mano e allargò «Forse i giganti non esistono Nessuno mai prima di Alì aveva le dita. più – pensò – ma le corde per pensato di creare un ponte reale nel «Ebbene, quello spazio si chiama fare le altalene sì.

Mediterraneo, di mettere insieme Amogia, un’unica parola che ne Mi piacerebbe che la luna mi uomini di lingue, razze, religioni e contiene due: amore e magia. È costruisse una grandissima culture differenti. un’invenzione divina… sì, serve a altalena e che vento mi «Nelle mie onde vivono le

culture di tutti i paesi che si affacciano in questo vecchio mare meraviglioso; ogni persona che mi attraversa, che mi tocca, ogni nave che mi solca è come se mi donasse qualcosa di sé, come se lasciasse un pezzo della propria anima».

Classe II G Staffetti

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La Gazzetta dell’aula

Nel libro belle frasi di amore e di magia

SCU O LA & SPO RT Gli alunni della clas s e I I E Staffetti

Gli sport? Formidabili antistress Insegnano a sostenere i compagni, a credere in se stessi e a migliorarsi

Per i ragazzi lo sport è una forma di relax e svago poiché offre la possibilità di divertirsi e di lasciare alle spalle lo stress e il peso dei problemi della giornata scolastica. I nostri compagni praticano sport diversi e, alcuni di loro, hanno raggiunto dei

I campioncini della scuola si raccontano a ruota libera

buoni risultati. Parlando con loro abbiamo scoperto che gli sport di squadra insegnano il rispetto, sia per se stessi che per l’avversario, insegnano a credere nei compagni senza criticarli, sostenendoli sempre. Anche gli sport individuali insegnano a credere in se stessi e nelle proprie capacità,

La Gazzetta dell’aula

portano a migliorarsi, aiutano a superare i propri limiti e a migliorare l’autostima. Ma vediamo quali sono gli sport più gettonati e chi sono i nostri campioncini.

Martina Fialdini, 13 anni, pratica da sei anni danze latine americane. Si tratta di una categoria di balli di coppia da competizione.

L’allenamento consiste prima nel riscaldamento muscolare, attraverso vari esercizi per le gambe e per le braccia, poi nelle prove di ballo per i saggi e per le gare che vengono svolte in tutta Italia. Ha ottenuto vari successi tra cui una medaglia d’argento. Dichiara di praticare tale danza: “perché ballare mi rende meno timida e più socievole”.

Gaia Guidi, 12 anni, pratica atletica leggera da alcuni mesi, ma ha un passato da sportiva in altre discipline. L’obiettivo

di tale sport è di garantire effetti benefici per la salute attraverso il movimento di tutto il corpo.

L’allenamento, al campo scuola, consiste in vari giri di campo e stretching professionale per eseguire poi le varie specialità come la corsa ad ostacoli e il

Storie di amore perla danza, la pallavolo e l’atletica

salto in lungo. Dichiara di aver scelto l’atletica leggera “perché quando corro mi sento libera e spensierata”.

Refiona Qato, 12 anni, pratica da un anno la pole dance, un mix di ginnastica e danza con la pertica.

Occorre tanto allenamento e costanza perché forza fisica e tecnica sono alla base di questa discipli-

na che consiste nell’imparare ogni volta figure acrobatiche nuove. È uno sport intenso e completo che sta diventando un’attività sempre più amata dalle ragazze. Dichiara di amare tale sport “perché quando lo pratico mi sento me stessa e soddisfatta”.

Nicole Pintus, 12 anni, pratica la pallavolo da cinque anni. Tale sport è un gioco di squadra che si svolge tra due squadre avversarie. La sua ha ottenuto buoni risultati nei vari campionati under 13.

Gli allenamenti assidui e costanti consistono in una prima fase di riscaldamento con la corsa ed esercizi di allungamento poi si passa agli esercizi specifici per i vari ruoli della squadra. L’allenamento si conclude giocando una partita. Ha dichiarato di praticare tale sport “perché mi piace e mi rende felice”.

Classe II E Staffetti

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SCU O LA & SPO RT

I ragazzi promuovono il gioco del calcio ma bocciano la violenza allo stadio e condannano gli striscioni razzisti I loro idoli sono LionelMessi, un vero fuoriclasse, e Cristiano Ronaldo

Il calcio è per noi una grande passione. Viene giocato con un pallone in un campo rettangolare con due porte da due squadre composte da 11 giocatori, dieci dei quali possono toccare il pallone solo con i piedi, il corpo e la testa mentre un solo giocatore, il portiere, posto a difesa della porta, lo può toccare anche con le mani e le braccia. È diventato lo sport più popolare al mondo perché basato su norme semplici, perché si gioca solo con un pallone e perché può essere adattato ai luoghi e alle situazioni più diverse. Ci sono però delle persone che trasformano questa esperienza sportiva in una rissa. A volte le risse avvengono a seguito di decisioni arbitrali discutibili, ma sono sempre da condannare. Come si può trasformare un gioco in violenza? Forse le motivazioni vanno ricercate fuori dagli stadi. Disoccupazione, disagio giovanile, nevrosi, istinto di aggressività represso, idee xenofobe sono le spiegazioni più accreditate. Basti pensare agli striscioni razzisti che campeggiavano in alcuni stadi prima che questo fosse proibito per legge. È evidente che il disagio e la prepotenza, che non si sfogano in altri contesti, qui, tra migliaia di persone, possono trovare un proprio posto. Cause sociali spiegano la situazione, ad esempio, a Liverpool, città in decadenza e con tanta disoccupazione. La città inglese infatti

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conta un elevato numero di tifosi aggressivi, gli hooligans. Furono loro i responsabili della tristemente famosa strage dell’Heysel, avvenuta il 29 maggio 1985, poco prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni.

Quella sera, i tifosi britannici causarono la morte di 39 persone, spingendo i tifosi italiani della Juventus contro un muro, che improvvisamente crollò

sotto il peso eccessivo.

Ma del calcio non ricordiamo solo i lati negativi, anche i lati positivi.

Quando inizi a praticarlo ti appassiona molto e ti fa sognare. Chi segue il calcio, ha un idolo, come Lionel Messi, calciatore argentino che all’età di 13 anni è stato capace di sconfiggere una malattia e di diventare il fuoriclasse che tutti ammirano. Cristiano Ronaldo, calciatore

che da giovane disse ai suoi amici che sarebbe arrivato in alto, e che con la sua fama, il suo carattere e il suo gioco è diventato un giocatore amato da tutti, vincendo addirittura 5 palloni d’oro, come il rivale Messi. E comunque fra questi due grandissimi calciatori c’è ben poca differenza. Per noi il calcio rimarrà sempre lo sport più amato al mondo.

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D i s e g n o d i N i c o le P i n t u s

Tifo, attenzione ai famigerati ultras

Negli ultimi decenni il tifo sportivo è cambiato. Una volta i tifosi erano molto più tranquilli, soprattutto in confronto ai tifosi di oggi, fra i quali vi sono spesso i famigerati “ultras”, ossia tifosi che insultano chiunque, avversari, arbitro e anche gli allenatori per le loro scelte. A San Siro, nel 2000, questi ultras arrivarono a lanciare uno scooter dagli spalti; alcuni tifosi inneggiarono al colera e

all’esplosione del Vesuvio, e in un altro sport, il basket, a Piombino fu buttato un cestino nel campo durante una partita di ragazzi.

Il problema è che esistono i genitori ultras che trasmettono questi atteggiamenti ai figli, e loro li trasmetteranno ai propri e così via.

Se si andrà avanti in questo modo, gli ultras non spariranno mai e nei campi ci sarà sempre più violenza.

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SCU O LA & I NFO RMAZ I O NE

La “Gazzetta” fa centro a Cesena È promossa per la terza volta dall’Ordine nazionale dei giornalisti

Ilriconoscimento ai piccoli redattori delconcorso “Fare ilgiornale nelle scuole”

L’edizione 2017 del giornalino della nostra scuola ha ricevuto l’attestato e la medaglia dell’Ordine dei Giornalisti come nel 2016 e nel 2018. La premiazione è avvenuta durante la sedicesima edizione del Concorso Nazionale con cui l’Ordine dei Giornalisti segnala i giornalini scolastici più meritevoli tra quelli elaborati nelle scuole italiane di ogni ordine e grado. «La Gazzetta dell’Aula» della Malaspina-Staffetti è risultata una delle venti testate cartacee selezionate tra quelle delle Scuole Secondarie di I grado. Mercoledì 17 aprile una delegazione di studentesse guidata dal professor Federico Guidotti (il coordinatore del progetto) e da Alberto Sacchetti (il giornalista che collabora con la

scuola) si è recata a Cesena, dove, al Teatro Bonci, ha ricevuto dalla giornalista del Tg2 della Rai Adele Ammendola e da Guido D’Ubaldo, segretario del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, il bel riconoscimento. Bravissime le ragazze che, chia-

L a d e le g a z i o n e degli s tudenti gu i d a t i d a l profes s or Federico Guidotti e d a l g i o r n a li s t a Alberto Sacchetti a C e s e na

mate sul palco, hanno esposto in poche parole, di fronte al teatro gremito, le varie fasi in cui si è articolata la preparazione del giornalino nonché i suoi contenuti. Nicole Celi, Ariela Hysenaj, Rebecca Mattia, Lucia Pianini, Sophie Tonazzini Pardini ed

Elena Torre hanno degnamente rappresentato tutte le ragazze e tutti i ragazzi che nel 2017-2018 hanno scritto gli articoli, scattato le foto, disegnato le illustrazioni e preparato i grafici del sedicesimo numero del nostro giornalino. Le 24 pagine premiate erano state curate dalle classi seconde delle sezioni A, B, C, E e F della Malaspina e delle sezioni A, D, E e F della Staffetti sotto la supervisione delle professoresse Angelica Arrighi, Paola Barattini, Elena Belligi, Paola Biagioni, Lorenza Corsetti, Carmen Menchini, Elisabetta Parlatore ed Elisabetta Tonini nonché dai ragazzi e dalle ragazze del Laboratorio di Giornalismo della Malaspina, guidato dal giornalista Sacchetti e dal professor Guidotti.

La redazione

«La Nazione» assegna il premio internet ai ragazzi del Laboratorio di Giornalismo

Si è svolta martedì 30 aprile nell’aula consiliare del Comune di Massa la premiazione della XVII edizione del campionato di giornalismo “Cronisti in classe” del quotidiano «La Nazione» che ha come sponsor Conad, Aci Massa-Carrara e Rotary Club Marina di Massa Riviera Apuana del Centenario. Anche quest’anno la nostra scuola ha ricevuto un premio. Si tratta del premio “Internet”, ovvero la pagina più votata in rete. È stata apprezzata l’intervista che la nostra ex alunna, la scienziata Anna Tenerani, ha rilasciato dagli

La Gazzetta dell’aula

I ragaz z i del Laboratorio di Gior nalis mo con il profes s or Federico Guidotti

Stati Uniti agli studenti del Laboratorio di Giornalismo.

Dall’Università della California Anna Tenerani ha risposto alle domande sul mestiere di scienziata, sulle sue ricerche sul Sole e sull’incredu-

lità che a volte accompagna alcune scoperte scientifiche.

Molto votata è stata anche la seconda pagina prodotta dal Laboratorio di Giornalismo, che riguardava le sane abitudini alimentari e le buone pratiche

fisiche che tutti dovrebbero imparare e in particolar modo i giovani negli anni della loro prima formazione. I piccoli cronisti del Laboratorio di Giornalismo del plesso Malaspina sono: Luca Antonioli, Nicolò Ceccarelli, Federico Chicchi, Lorenzo Ceccarelli, Daniele Fruzzetti, Luca Fruzzetti, Lorenzo Gasperini, Davide Guidotti, Serena Ricci e Leonardo Volpato. Il laboratorio è coordinato dal professor Federico Guidotti.

Collabora il giornalista Alberto Sacchetti.

La redazione

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LE NO STRE ATTI VI TÀ

L’istituto Malaspina-Staffetti guadagna l’unico titolo europeo in provincia di eTwinning School

Geografia: vincono le gare puntando Fa centro con un progetto che crea un ponte fra ipaesidelcontinente su un video

Studenti e docenti fes teggiano le certificaz ioni eTwinning

vincia a potersi fregiare di questo titolo. Ma che cos’è “eTwinning”? Si tratta di un progetto europeo che ha lo scopo di offrire a tutto lo staff delle scuole dei paesi partecipanti una piattaforma per comunicare, collaborare, sviluppare progetti e condividere idee; in breve, per partecipare alla più entusiasmante community europea di insegnanti.

La redazione

Primo premio ex aequo perilmiglior video a tema geografico alla scuola Malaspina-Staffetti all’edizione 2019 dei Campionati Nazionali di Geografia svoltisi di Carrara a fine marzo.

Inoltre, nelle gare, gli alunni della Malaspina hanno guadagnato l’ottavo posto. La squadra era composta da Pietro Fruzzetti, Francesco Giordano, Viola Andreazzoli e Rebecca Sodini. Il video è stato realizzato con la collaborazione del Laboratorio dei Linguaggi Audiovisivi della Malaspina con il contributo determinante di Lorenzo Caravello del Gruppo Cineamatori delle Apuane. Nei Campionati Interregionali la squadra delplesso Staffetti ha ottenuto il primo premio ex aequo nella prova del puzzle. La squadra era composta da Andrea Fantoni, Gabriele Passaro, Aurora Peschi e Anita Rosa.

La nostra scuola ha ottenuto il Quality Label (certificato di qualità nazionale) e l’European Quality Label (certificato di qualità europeo) dell’eTwinning per un interessante progetto elaborato nel corso dello scorso anno scolastico dalle classi II A e II B del plesso Malaspina sotto la guida delle docenti Angelica Arrighi e Roberta Signorino. Il progetto, che ha visto la luce

grazie al gemellaggio elettronico con una scuola di Roma, una scuola polacca e una scuola croata, è stato inserito in un’area speciale del Portale europeo eTwinning e potrà servire da buona pratica per altre scuole europee. Inoltre il nostro istituto ha ottenuto il riconoscimento del titolo di “eTwinning School” e, dal prossimo anno, la nostra scuola sarà l’unica in pro-

Successi dei piccoli artisti della Staffetti. L’alunna Giulia Arrighi della classe II A a fine aprile è stata premiata per il Concorso di disegno organizzato dal quotidiano «Il Tirreno» in collaborazione con l’Accademia Navale di Livorno. Primo posto per l’alunna Laura Trimboli della classe III C alle finali del concorso “Io Creo Drawing 2019” organizzato dall’Associazione I.S.A. (Italian Spirit of Art) e svoltosi il 21 marzo scorso al Museo Civico del Marmo di Carrara.

La redazione

Successo per due confrontati con circa alunni della Malaspina duecento ragazzi e alle semifinali dei ragazze provenienti Campionati Nazionali da scuole della prodei Giochi Matematici vincia di Massa e di svoltesi il 16 marzo Lucca su una serie di scorso a Viareggio. quesiti matematici e Valentina Gigli è arrigeometrici e alla fine vata terza su più di hanno ottenuto il cento partecipanti “passaporto” per le delle scuole medie finali di Milano. I nella categoria C1 Campionati, giunti (classi prime e sealla loro ventiseiesiconde) e Davide Davide Guidotti e Valentina Gigli (foto Barbara Bonanno) ma edizione, sono Guidotti ha guadaorganizzati dal gnato il quarto posto su più classi della secondaria di se- Centro Pristem dell’Unidi settanta alunni nella cate- condo grado). I due giovani versità Bocconi di Milano. goria C2 (classi terze e prime matematici si sono La redazione

La redazione

Artisti Valentina e Davide si affermano di valore ai campionati di matematica

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LE NO STRE ATTI VI TÀ

Sale sul palco la favola di Pollicino

La fiaba di “Pollicino e i suoi fratelli” e stata messa in programma per martedì 28 maggio al Teatro dei Servi nell’ambito della rassegna del Comune di Massa dal titolo “La classe va in scena”. Il progetto teatrale delle docenti del plesso Staffetti Giusi Benedetti e Aldalisa Nardini racconta Pollicino attraverso il diario che lui ha custodito con cura, come testimone ironico e segreto delle prove che ha affrontato assieme ai suoi fratelli, in un racconto triste e allegro, opaco e meraviglioso.

Regia di Alessandra Roselli dell’associazione culturale “La noce a tre canti”. Questi gli

alunni-attori: Matteo Vivoli, Aurora Peschi, Sara Vanelli, Aurora Gentile, Emma Bertonelli, Marta Saturno, Vittoria Ceccarelli, Alessandro Marchi, Tommaso Quasso, Tommaso Nervi, Fabio Bertelloni, Giulia Pucci, Giulia Seni, Francesco Alvino, Samuele Rappelli, Beatrice Campochiaro, Gaia Genovesi, Melissa Marku, Aurora Del Freo, Rayan Rhadbane, Gaia Zoe Galli, Fabio Bertocchi, Nicole Mustone, Giacomo Giuntoli, Sofia Marchini, Matilda Ricci, Giacomo Petragnani, Asia Ricci, Rebecca Jacques, Giulia Vecchione.

S toria fantastica nella soffitta dell’istituto

“La soffitta di Sophie e Babette” è il titolo dello spettacolo curato dalle prof del plesso Malaspina Bianca Maria Ferrari e Paola Biagioni in programma per il 30 maggio al Teatro dei Servi nell’ambito della rassegna del Comune di Massa “La classe va in scena”. Si tratta di una storia fantastica ambientata nella soffitta della scuola. Regia di Alberto Nicolai dell’associazione “La Fabbrica delle Farfalle”. Questi gli alunni-attori: Agnese Ambrosanio, Gaia Ambrosini Nobili, Federico Andreoli, Laura Benedini, Martina Bonfigli, La redazione Francesca Bonotti, Francesco

Caricato, Penelope Isabel Del Corto, Nicola Dello Iacono, Cosimo Di Filippo, Desirée Evangelista, Gabriele Fabretto, Asia Flauret, Emma Fruzzetti, Marta Giannuzzi, Greta Giorgi, Mohamed Koudssi, Jasmine Lazzeretti, Federica Lombrano, Gaia Marku, Matteo Montagnani, Emma Mornelli, Ousmane Seck Baye, Anna Laura Parenti, Sara Pianini, Andrea Picone, Anna Regina, Asia Ricci, Martina Roncalli, Pietro Tabbì, Alice Tarantola, Cecilia Tagliagambe, Giulia Tognarelli, Michelangelo Venè, Giulia Vergellito e Margherita Zollini.

La redazione

premiazione si è svolta all’inizio di aprile, nell’auditorium della chiesa di San Pio X, in via Volta, a Massa. Ha introdotto il parroco don Alvaro Giannetti, presidente del premio, e ben condotto il presentatore Dino Bertelloni. I premi consistevano in medaglie, coppe, targhe, diplomi, icone in argento e buoni per attività sportive. In particolare, sono state consegnate targhe alle scuole Collodi, Bresciani e Malaspina. Alcune poesie dei ragazzi sono state lette dagli attori Andrea Mosti e Andrea Quintavalle della Compagnia teatrale Gioca Mistero.

La redazione

Successo a gennaio degli alunni della Malaspina al premio “Andrea Novani” per le poesie e i racconti composti con l’aiuto dei loro insegnanti. Prima classificata per la poesia individuale (classi seconde e terze della scuola secondaria di primo grado) è stata Nora Bruna Persiani (ex aequo) con “Un mondo diverso”, secondo posto per Aurora Ciuffi con “L’incontro”. Primo e secondo posto nella categoria racconto individuale (classi prime) rispettivamente con Edoardo Maneschi e Francesco Caricato, autori di “Per me la solidarietà” e “Oggi due bambine”.

Alunni della Malaspina sul podio Successi al premio di poesia San Pio X al Novani

L’alunno Luca Casolare ha vinto la ventunesima edizione del concorso nazionale di Poesia Religiosa “San Pio X” per la sezione ragazzi delle medie che ha Luca Casolare, visto in gara circa Letizia Mola seicento liriche di e(foAtonBnaarbPariaerBaocncainnnio) quattrocento giovani autori e sessanta di autori adulti di ogni parte della penisola. Sempre nella sezione ragazzi delle medie si è classificato al secondo posto Samuele Emiliano Luzzoli, terza Anna Pieraccini. Tutti e tre sono studenti della Malaspina. Segnalati: Lorenzo De Angeli, Letizia Mola della Malaspina. La manifestazione era organizzata dall’Associazione culturale Anspi San Pio X, col patrocinio del Csi. La cerimonia di

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SCU O LA & SPO RT

Volley, argento e bronzo alle regionali per i team della Malaspina-Staffetti ancora una volta campioni provinciali

Dopo aver vinto i campionati provinciali di Volley S3, le squadre dell’istituto Malaspina-Staffetti hanno fatto centro ai regionali svoltisi a Firenze l’8 maggio scorso. L’argento se lo è aggiudicato la squadra maschile nello scontro finale contro il Prato. La compagine era composta anche da esordienti. Questo il team: Filippo Claudio Torre, Tommaso Bologna, Matteo Casotti, Giorgio Frandi, William Gasperini, Michele Massa e Alessio Poli. Anche alla squadra delle ragazze è andata bene. Infatti le campionesse provinciali hanno ottenuto il terzo posto. La squadra era composta da: Valentina Giusti, Giulia Seni, Ilaria Palla,

Asia Mazzei, Giulia Acerbi, Sofia Righetti e Ariela Hysenaj . Le squadre sono state preparate e assistite dalla professoressa Francesca Tonelli. Ai campionati provinciali di Volley S3 la squadra maschile della Malaspina-Staffetti, vincitrice del torneo, era composta da Tommaso Bologna, Thomas Caddeo, Iacopo Casani, Tommaso Casani, Matteo Casotti, Raffaele De Lucia, Giorgio Frandi e Filippo Claudio Torre.

Questo il team della squadra delle campionesse provinciali: Viola Andreazzoli, Linda Ceragioli, Valentina Giusti, Caterina Guadagni, Asia Mazzei, Ilaria Palla, Giulia Seni e Gaia Stella Guidi.

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Le s quadre di pallavolo dell’is tituto Malas pinaStaffetti che hanno vinto i campionati provinciali e la profes s ores s a Frances ca Tonelli

Arriva una pioggia di medaglie d’oro nelle gare della finale provinciale di nuoto

Si è conclusa con la vittoria della squadra maschile Malaspina-Staffetti la finale provinciale di nuoto riservata alle scuole medie che si è svolta il 17 aprile presso la piscina comunale di Massa.

Prova sorprendente per i ragazzi che quest’anno hanno gareggiato, per la prima volta, in una categoria unica, con una finale staffetta 4×50 a stile libero da cardiopalma, al termine della quale Matteo Casotti, Lorenzo Maneschi, Davide Sartori e Tommaso Sevieri si sono aggiudicati il primo posto assoluto con 2’00’’1. Matteo Casotti ha ottenuto il primo posto assoluto provinciale

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U na fas e delle gare e le p r e m i a z i o n i d e i c a m p i o n c i n i d i nu o t o

nei 50 metri dorso; argento per Tommaso Sevieri, che ha raggiunto il secondo posto nei 50 metri farfalla; terzo posto nei 50 metri rana per Nicola Sartori. Per le ragazze, invece, primo po-

sto assoluto per l’alunna Rebecca Gabrielli che ha vinto la finale 50 metri stile libero con 29’’0 e ha portato sul podio, al terzo posto, la squadra femminile dell’istituto composta da

Martina Bonfigli, Giulia Bertucci ed Elisabetti Conti. Gli alunni erano accompagnati dai docenti Francesca Tonelli e Alessandro Vitaloni.

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Campestre, i cadetti conquistano il titolo di campioni provinciali nelle gare al parco “Ugo Pisa”

Sotto il sole del Parco Colonia Ugo Pisa a Marina di Massa, il 5 febbraio scorso i cadetti della MalaspinaStaffetti si sono confermati campioni provinciali di corsa campestre. Il primo posto della squadra dei cadetti è stato conquistato anche quest’anno grazie al sorprendente primo posto assoluto di Matteo D’Auria con 7’38” ed al secondo posto di Alessandro Venuti con 7’41”.

Hanno completato le due ottime prestazioni i buoni piazzamenti di Edoardo Ludovico D’Ancona con 8’02” e di Thomas Caddeo con 8’24”. I duemila metri della

gara sono stati corsi con grinta e tenacia sotto la supervisione della professoressa Francesca Tonelli e del professor Alessandro Vitaloni. Sono state ben tredici le scuole della provincia di Massa Carrara che si sono

Calcio a 5, vittoria agli Studenteschi

la loro gara dimostrando buone capacità ed impegno. Ottima prova anche per le ragazze Sara Giannetti, Sofia Roidi, Valentina Gigli e Agnese Ambrosanio e per le cadette Agnese Ciofi, Sophie Pardini, ElisaGli atleti betta Conti e Martina d e ll’ i s t i t u t o con i profes s ori Bellè. E bene hanno Frances ca Tonelli fatto anche i ragazzi e Ales s andro Jacopo Anghelè, DieVitaloni go Tortorella, Mattia alternate con le scuole della Baldoni e Luca De Angeli. provincia di Lucca nelle di- Un sentito ringraziamento verse prove della manifesta- alle riserve che hanno sostezione. I nostri ragazzi e le nuto i propri compagni dal nostre ragazze hanno mo- bordo della pista: Chiara Mostrato grande senso di sti, Thomas Baldi e Alesappartenenza alla scuola e sandro Brio. tutti hanno portato a termine La redazione

Il 2 aprile maggio la scorso a squadra, Marina di con l’inseriCarrara, mento di accompaThomas gnati dal Tognoni, si professor è presentata Alessandro presso Vitaloni, i l’impianto ragazzi sportivo della squa“Affrico” a dra di calcio Firenze a cinque accompadella scuola La squadra di calcio a 5 della Malaspina-Staffetti gnata dal hanno vinto professor il campionato provinciale dei giochi Marcello Giglioli. Lì si è studenteschi guadagnandosi l’accesso confrontata con le squadre vincitrici alle finali regionali. La squadra era delle altre province toscane. Al composta da Edoardo Ludovico termine di tutte le gare, a conferma D’Ancona, Thomas Caddeo, Lo- della buona tradizione calcistica renzo Faconti, Luca Barducci, Se- della Malaspina-Staffetti, la bastiano Cepele, Daniele Ricci, compagine del nostro Istituto ha Thomas Lacopo, Alessandro Ve- ottenuto ilterzo posto. nuti, Andrea Bertoncini. Il 14 La redazione

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IN REDAZIONE Coordinatore del progetto Federico Guidotti Coordinamento e grafica Alberto Sacchetti, giornalista Hanno lavorato al progetto gli alunni delle classi II A, II B, II C e II E del plesso Malaspina e delle classi II A, II B, II D, II E e II G del plesso Staffetti coordinati dai docenti Bianca Maria Ferrari, Maria Lucia Cancellara Paola Biagioni, Maria Riccarda Panighini, Agata Lunardini Aldalisa Nardini, Paola Barattini, Elena Belligi e Giuseppina Benedetti Hanno collaborato i docenti Marcello Giglioli, Francesca Tonelli e Alessandro Vitaloni Redattori Luca Antonioli, Lorenzo Ceccarelli, Nicolò Ceccarelli Federico Chicchi, Daniele Fruzzetti, Luca Fruzzetti Lorenzo Gasperini, Davide Guidotti, Serena Ricci e Leonardo Volpato del laboratorio di giornalismo del plesso Malaspina Dirigente scolastico Marilena Conti Se non diversamente indicato, il materiale pubblicato su questo giornalino è disponibile sotto licenza Creative Common AttribuzioneNon commerciale-Non Opere Derivate 2.5, cioè può essere riprodotto a patto di citare la scuola Malaspina-Staffetti, di non usarlo per fini commerciali, di non modificarlo né usarlo per creare un’altra opera.

Per l’elaborazione del giornalino è stato utilizzato il software free e open source Scribus (http://www.scribus.net)

Contributi fotografici Paola Nizza Barbara Bonanno Info

https://www.malaspinastaffetti.gov.it

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