Sintesi del Convegno tenutosi a Pisa presso la Scuola Superiore Sant’Anna L’ECONOMIA CIRCOLARE PER IL RILANCIO GREEN DELL’INDUSTRIA: LA CHIMICA VERDE PER LA CHIUSURA DEL CICLO DEI RIFIUTI “La sfida dei prossimi anni sarà migliorare la gestione dei rifiuti e fare in modo che i rifiuti diventino un’opportunità per l’economia nazionale e non più un costo” dichiara Michele Conti, sindaco di Pisa, durante il convegno “L’economia circolare per il rilancio green dell’industria: la chimica verde per la chiusura del ciclo dei rifiuti” tenutosi a Pisa l’11 ottobre, promosso da NextChem presso la Scuola Superiore Sant’Anna. Servono idee, soluzioni cantierabili, che siano in grado di chiudere il ciclo dei rifiuti, ma è fondamentale che la transizione circolare parta dalle realtà territoriali. Nell’aula magna della Scuola Superiore Sant’Anna, alcuni rappresentanti istituzionali della regione Toscana ed esperti del settore si sono incontrati per approfondire le opportunità offerte al territorio dalle soluzioni tecnologiche per la gestione dei rifiuti. “La transizione verso un'economia circolare è un sfida centrale, istituzionale e rigenerativa, che richiede il contributo di aziende, istituzioni e cittadini-consumatori”, ha affermato Marco Frey, Coordinatore del Laboratorio sulla Sostenibilità (SUM-IDM) della Scuola Superiore Sant'Anna. “Questa sfida è davvero ardua, richiede una visione strategica di sistema, azioni condivise e tecnologie innovative. Ogni giorno alla Scuola Superiore Sant'Anna guardiamo alle opportunità e ai vincoli legati alle trasformazioni in corso. Lo facciamo insieme alle istituzioni, chiamate a rilanciare uno sviluppo più sostenibile ed equo, e ad aziende come NextChem, protagoniste della transizione”. “Il deficit di sistema dell'Italia è noto” - ha aggiunto Paolo Ghezzi, Coordinatore Scientifico del Master GECA della Scuola Superiore Sant'Anna - “Un mercato in cui per necessità vengono esportate enormi quantità di rifiuti, è un mercato che offre grandi opportunità per il Paese”; opportunità che potrebbero essere colte grazie a soluzioni impiantistiche che sappiano dare risposte coerenti con la prospettiva circolare. Un gap infrastrutturale che deve essere colmato per cui la regione Toscana è pronta: con una produzione di rifiuti urbani di quasi 2,3 milioni di tonnellate/anno, per il 2030 si è posta l’obiettivo di realizzare nove impianti per investimenti che superino i 230 milioni di euro.