Magma #16

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novembre - dicembre 2019

No 16

Il nuovo magazine per gli italiani in Germania

>>> PERSONE

Umberto Mastropietro

e le t-shirt "buoniste" pag. 3

>>> CINEMA

"Il traditore" di Marco Bellocchio pag. 5

>>> LIBRI

"Gotha" di Claudio Cordova pag. 6

>>> NATALE 2019 I consigli della redazione pag. 7

>>> QUI BERLINO La rubrica a cura di Berlino Magazine pag. 8

EDITORIALE UNA NUOVA POLITICA Il clima d'intolleranza, l'odio verso il diverso (il migrante come l'avversario politico), la mancanza di pudore nel dichiararsi apertamente nazisti o fascisti, gli attacchi subiti sui social da Liliana Segre, anziana senatrice della Repubblica sopravvissuta all'orrore di Auschwitz. Sembrava non esserci fine a questa tremenda fase di abbrutimento e decadenza della vita civile e politica italiana. E invece. Il movimento delle "Sardine", pur con tutti i suoi limiti e le sue contraddizioni, ha mostrato che c'è un'Italia diversa, che non tutto è perduto. Che i valori fondanti della della Costituzione, quelli su cui è stata edificata la convivenza civile dopo il ventennio fascista e la guerra di Liberazione, sono ancora vivi in buona parte della popolazione, anche e soprattutto tra i più giovani. Nella crisi della politica, che non sa farsi più interprete dei tempi che cambiano e delle esigenze della popolazione, sono gli individui e le forme spontanee di aggregazione a dare un segnale forte. Non siamo ancora usciti dal tunnel. Ma, adesso, almeno c'è una speranza.

STOP ALL'ODIO Arrivano le "Sardine" Anche in Germania prende piede il movimento che si propone di cambiare il modo di fare politica. A partire dal linguaggio di MANUELA CARZO

Sono la novità politica del momento, ne parlano tutti e tutti cercano di capire chi sono, cosa vogliono e soprattutto che fine faranno. Sono le "Sardine", un fenomeno nato dall'idea di quattro amici bolognesi di fermare la valanga d'odio che negli ultimi anni ha inquinato la vita politica italiana. Quattro amici che discutono sul da farsi per provare a fermare questa deriva. Quattro amici che, nel giro di una settimana, passano dalle parole ai fatti. Con un post su Facebook con cui invitano la

popolazione a presentarsi in piazza Maggiore a Bologna portando, appunto, la sagoma di una sardina. L'occasione è il comizio elettorale che Salvini sta per tenere in città, l'obiettivo è proprio quello di contrapporsi al leader della Lega, considerato il principale responsabile di una politica urlata, basata sull'intolleranza e su un linguaggio improntato all'odio dell'avversario del migrante, del "diverso". Ma perché le "Sardine"? La spiegazione


arriva direttamente da Mattia Santori, uno dei quattro amici ideatori del movimento e oggi suo portavoce: «Le sardine, strette in una scatola, devono stare strette anche in piazza e portare la propria presenza senza bandiere e senza simboli per dimostrare il loro malcontento». Dopo aver inondato Piazza Maggiore, lo scorso 14 novembre, il tam tam su Facebook riempie le piazze di altre grandi città italiane. Il popolo delle Sardine si autoalimenta: c'è chi sul web lancia nuove idee e nuove proposte, come ad esempio l'inno del movimento Come è profondo il mare di Lucio Dalla, lo slogan "Bologna non si lega", il logo, utilizzato ormai per ogni flashmob sul territorio italiano e all'estero. Nelle ultime settimane Santori è stato ripetutamente invitato nei principali talk show televisivi, dove ha ribadito la natura del movimento: «Abbiamo chiesto alle persone di riaffermare la fisicità politica, civica e sociale all'interno della società coinvolgendole e rendendole partecipi nel portare un pensiero diverso, fare arte, cultura, esprimere un messaggio. Hanno un ruolo ben specifico, riempiono uno spazio fisico, intellettuale, culturale lanciando un messaggio fortissimo: ciascun individuo ha un diritto acquisito di elettore ma anche un dovere acquisito di cittadino parte di una società. Questo significa che non si può delegare alla politica o ai capi politici l'andamento di un paese o di una coscienza politica». Secondo un sondaggio di Index Research le Sardine sono considerate dal 43,6%

degli italiani il nemico più pericoloso per Matteo Salvini perché popolano le piazze vicine a quelle in cui la Lega tiene i comizi. Il fenomeno si sta allargando anche all'estero toccando, fra le altre, anche le città di Berlino, Francoforte e Colonia. Il vuoto politico lasciato dalla sinistra è talmente grave che al neomovimento nato dal basso si richiede da più parti una sorta di funzione riparatrice di quelle politiche progressiste ormai inesistenti. Ma, almeno per il momento, non è questo l'obiettivo delle Sardine. «La retorica e il linguaggio sono importantissimi e, prima di trattare temi sociali, civici o di genere, va fatta una riflessione sul modo di fare politica», >>> Le "Sardine" di Colonia ha affermato il portavoce del movimento. Non sarebbe giusto né corretto chiedere ai fondatori delle Sardine delle risposte che, per motivi culturali o personali, non intendono fornire. Il loro focus è sensibilizzare alla correttezza verso l'altro, portare avanti il concetto di integrazione, il rispetto dei diritti umani e risvegliare la coscienza politica. Il problema resterà semmai alla massa così tanto delusa dell'Italia attuale che risponde alla loro chiamata in piazza, probabilmente nata quasi per gioco, come se fosse l'unica via d'uscita. Una moltitudine eterogenea di cittadini desiderosa di risposte che non trovano altrove, affamata di giustizia sociale e di diritti negati che ha dimenticato troppo spesso che la cabina elettorale resta ancora l'arma più efficace. ●

L'obiettivo delle Sardine è sensibilizzare al rispetto verso l'altro e risvegliare la coscienza politica degli italiani

IN BREVE > > > IL FLASH MOB A BOLOGNA

La sera del 14 novembre Piazza Maggiore a Bologna si riempie di 15mila persone che rispondono alla chiamata fatta da quattro amici su Facebook per contastare il comizio di Matteo Salvini, leader della Lega.

>>> PERCHÉ SARDINE?

Il portavoce del movimento, Mattia Santori parla di persone strette in piazza come sardine, "per portare la loro presenza senza bandiere e senza simboli per dimostrare il loro malcontento".

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>>> L'IDEA DI FONDO

Le Sardine non hanno un programma politico, almeno al momento. Il loro obiettivo è contrastare la spirale d'odio e di intolleranza che ha inquinato la politica italiana. A partire dal linguaggio.

>>> IL 14 DICEMBRE 2019

Cresciuto a dismisura, il movimento può contare su centinaia di migliaia di persone che riempiono le piazze in contemporanea: a Roma come a Parigi, a Berlino come a Francoforte e Colonia.

>>> Ideatore e portavoce

Mattia Santori, il portavoce del movimento delle Sardine


Persone e idee

Intolleranza? Nein, danke!

DIRE NO AL RAZZISMO CON UNA T-SHIRT Da oltre vent'anni in Germania, Umberto Mastropietro è diventato celebre per le magliette "buoniste" Radical Chic

di Sandra Ciarcianelli L'avventura in Germania di Umberto Mastropietro, ingegnere informatico che oggi vive e lavora a Postdam, è iniziata oltre venticinque anni fa. All’epoca il futuro ideatore delle t-shirt "Radical Chic" conobbe una ragazza tedesca al mare in Italia e per corteggiarla la inseguì fino a Colonia. Qui si iscrive poi all’università prima di trasferirsi a Berlino. Nella capitale inizia a lavorare come magazziniere in una ditta di software, nella quale fa carriera fino a ricoprire il ruolo di amministratore delegato. Umberto Mastropietro è diventato famoso lo scorso anno, grazie a un’idea al tempo stesso provocatoria e geniale: una serie di t-shirt “buoniste” il cui obiettivo è contrastare il clima di intolleranza e odio che si è diffuso negli ultimi anni, creato ad arte da politici senza scrupoli e alimentato dai cosiddetti “hater” sui social network. Come è nata l’idea delle magliette Radical Chic? Vivendo in Germania ho notato che qui il populismo e tutti i fenomeni di razzismo e xenofobia vengono gestiti in modo rigoroso e tenuti sempre a una certa distanza, ma ero comunque molto stanco di subire delle aggressioni verbali su Facebook con quell’atteggiamento di “superiorità” e di razzismo diffuso che caratterizza l'agire di molti. L'idea delle magliette mi è venuta in Italia nel luglio dello scorso anno. Mi trovavo ad Arezzo e sono stato testimone di un episodio: una signora di una sessantina d’anni si rivolgeva a una giovane studentessa di colore dicendole che era opportuno che se ne tornasse al suo Paese. Al che sono intervenuto, ho contestato la signora sostenendo che il suo era un comportamento offensivo. A sentire le mie parole si sono poi avvicinate altre persone che la condividevano il mio stesso punto di vista, così

ho iniziato a pensare che non fossi l’unico ad avere un parere diverso. Alcuni giorni dopo, mentre ero in aeroporto in attesa dell’imbarco,

>>> Umberto Mastropietro Imprenditore antifascista

riflettevo su questo episodio mentre leggevo su Facebook una serie di altri commenti aggressivi. L'idea di realizzare la stampa di una maglietta per poi postarla come risposta mi è venuta in quel momento. Non sapevo neanche come si stampavano magliette, ma ne feci realizzare una che, una volta pubblicata sui social network, ebbe un enorme successo e molti mi chiesero di poterne avere anche loro una. Ho iniziato così a pensare che quelle parole denigratorie e offensive potessero essere utilizzate diversamente, come un boomerang verso gli odiatori di professione. Autodefinendomi direttamente “buonista” e “radical chic”, toglievo all’interlocutore un paio di classiche “occasioni” di insulto e allo stesso tempo disinnescavo quegli elementi di offesa. Replicare dicendo a chi mi attaccava sui social quanto sono spregevoli non sarebbe servito a molto anche perché, in genere, non sa-

pendo cosa rispondere, procedono in automatico solo con una serie interminabile di insulti. Qual è stato il passo da qui alla creazione di una community? Una volta pubblicata la foto della mia maglietta, ricevevo richieste di acquisto che aumentavano di giorno in giorno. Ho pensato che sarebbe stata una buona occasione per devolvere una parte del ricavato dalla vendita in beneficenza, da vero “buonista”. All’inizio le magliette le facevo stampare ma i costi erano molto alti, così ho iniziato a realizzarle autonomamente, riuscendo così a contenere le spese di produzione e devolvere il 20 per cento del ricavato direttamente a Emergency. Il mio obiettivo è di far indossare queste t-shirt a tutte le persone che non hanno nulla a che fare con il fascismo e il razzismo: condividere questa maglietta vuol dire riconoscersi in questi valori. Radical Chic è diventata adesso una linea di abbigliamento... Sì, uno stile di abbigliamento che intende paradossalmente rivendicare quegli insulti. Inoltre utilizziamo solo t-shirt biologiche e certificate "fair trade", coerentemente con i nostri principi etici e morali. Oltre a una una quarantina di volontari circa che garantiscono la realizzazione delle stampe e delle spedizioni, abbiamo anche inserito due due ragazzi in un progetto di mini-job. Ragazzi che provengono da contesti socio-familiari difficili e hanno abbandonato gruppi neo-nazisti per unirsi a noi. Quante magliette sono state vendute finora? Al momento abbiamo venduto all'incirca 5.000 magliette, soprattutto attraverso le inserzioni sui social che hanno permesso di farmi conoscere. Rispetto all’Italia, in Germania come viene percepito il razzismo? Qui le persone si vergognano quando si fa riferimento al nazismo. In Italia, invece, ho l’impressione che non abbiano più alcun pudore. ●

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Germania

Qualità della vita

DA QUESTE PARTI SI VIVE BENE Secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite la Germania è al quarto posto al mondo per qualità della vita di Vittoria De Leo

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n Germania si vive bene. È quanto emerge dallo "Human Development Report 2019" pubblicato dalle Nazioni Unite, secondo cui la Repubblica Federale è la quarta nazione al mondo per qualità della La Germania è vita, al pari con Hong Kong. Secondo lo studio delal quarto posto l'ONU, volto ad analizzare le diseguaglianze sul per qualità della pianeta, l'Europa è ancora il continente in cui vita, l'Italia solo si vive meglio. A ventinovesima precedere la Germania sono infatti Norvegia, Svizzera e Irlanda e nella top ten si trovano anche Islanda, Svezia e Olanda. L'Italia, invece, si colloca solo al 29simo posto di questa sorta di "classifica" che prende in esame e mette in relazione tutta una serie di dati per determinare l'indice di qualità della vita. Tre sono i criteri utilizzati nel rapporto delle Nazioni Unite per verificare le condizioni dello sviluppo nelle diverse aree del mondo: l’aspettativa di vita, gli anni di

scolarizzazione degli individui e il reddito annuale pro capite. Il rapporto mette in evidenza anche le profonde diseguaglianze esistenti sul pianeta: se è vero che il gruppo di nazioni il cui benessere è definito "molto alto" riguarda 62 paesi (sui 189 presi in esame), è altrettanto vero che la maggior parte di essi mostra enormi criticità dal punto di vista, ad esempio, della sicurezza (per via delle guerre o per l'alto tasso di criminalità) e per le opportunità che gli individui hanno di sviluppare pienamente il proprio potenziale umano. Da questo punto di vista il Rapporto sullo Sviluppo Umano 2019 è esplicito: "Molti sono sfuggiti alla povertà estrema in tutto il mondo, ma ancora di più non hanno né le opportunità né le risorse per controllare la propria vita. Troppo spesso sesso, etnia o ricchezza dei genitori determinano ancora il posto di una persona nella società". ●

Lo Studio Legale Centamore & Loghman-Adham, sito nei pressi di Francoforte sul Meno, da agosto 2019 ha ampliato le proprie competenze, svolgendo d’ora in avanti anche attività notarile. L’Avv. Rosario Centamore è stato nominato NOTAIO per la circoscrizione della pretura di Offenbach am Main. D’ora in avanti, oltre all’attività di Avvocato, eserciterà anche quella di Notaio. Il rogito degli atti notarili verrà redatto anche in lingua italiana. Centamore | Loghman-Adham Studio Legale & Notarile Mainstraße 157 · 63065 Offenbach/M. Tel. 069/15344826 · www.centamore-loghman.de 4


Cinema

Il nuovo film di Marco Bellocchio

"IL TRADITORE" BUSCETTA La storia del “boss dei due mondi” con l’interpretazione memorabile di Pier Francesco Favino di Veronica Cesarco

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elle sale tedesche da gennaio 2020, "Il Traditore" (Der Verräter) di Marco Bellocchio racconta la storia del pentito di mafia Tommaso Buscetta, grazie alle cui testimonianze nel 1986 si diede il via al maxiprocesso contro Cosa Nostra. Una narrazione intensa e coinvolgente, quella di Bellocchio, che presenta un personaggio complesso, a tratti misterioso e che si distingue dagli altri. Si nota già dalle prime scene, quando a una festa con le famiglie palermitane e corleonesi di Cosa Nostra nell’immancabile foto di gruppo Buscetta indossa un vestito bianco, a dispetto degli altri in abito scuro. La cena rappresenta anche l’inizio del film, quando "don Masino" decide di fuggire in Brasile. Da qui un susseguirsi di immagini che dipingono abilmente la solitudine di un uomo, i sensi di colpa di un padre che ha abbondonato i figli a Palermo (che poi verranno uccisi), ma anche la decisione di diventare collaboratore di giustizia, di continuare a essere un “uomo d’onore”, i dialoghi intensi con il giudice Falcone e la parte finale della sua vita negli Stati Uniti tra gioie e rimorsi. A queste vanno aggiunte le scene di violenza per mano mafiosa, di boss spietati, spesso

associati a immagini di felini, proprio per sottolinearne l’efferatezza. Il tutto culmina nella scena migliore del film, quella del maxiprocesso, in cui il regista trasforma l’aula bunker in un palcoscenico fondendo teatralità e realtà: dalle scene di esagerazione dei mafiosi in gabbia che richiamano il teatro dell’assurdo, alle urla di parenti e mogli come in un coro greco fino a sequenze di pura opera lirica. Un susseguirsi di immagini spiazzanti, che dipingono le contraddizioni della mafia e dei suoi protagonisti ricorrendo al medium teatrale, luogo per eccellenza dell’extra-quotidianità e in cui tutto è permesso. Con "Il Traditore" Bellocchio mette in scena il fenomeno mafioso distaccandosi dalla realtà a cui siamo abituati e dalle narrazioni cronistiche o stereotipate. Montato con maestria, in tutto il film emerge continuamente la dimensione surreale e grottesca della mafia. ●

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Bellocchio mette in scena il fenomeno mafioso distaccandosi dalla realtà a cui siamo abituati

>>> Magma

La copertina del numero 15

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Attualità

IL LATO OSCURO DELLE COSE In "Gotha" il giornalista Claudio Cordova ci svela i rapporti della 'ndrangheta con la massoneria e i servizi segreti di Roberto Calabrò

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hi, soprattutto qui in Germania, ha un'idea della 'ndrangheta legata a un immaginario arcaico farebbe bene a ricredersi. E anche in fretta. Come ci svela il giornalista Claudio Cordova nel suo nuovo volume, "Gotha" (Paper First, 380 pagine, 16 euro), uscito lo scorso ottobre e già arrivato alla terza ristampa. Con legami in cinque continenti e una capacità imprenditoriale e finanziaria che le permette di muoversi in più settori e di movimentare una mole di liquidità pari a quella di uno piccolo Stato, la 'ndrangheta è oggi una holding internazionale del crimine. Una struttura efficientissima che, dai crinali impervi dell'Aspromonte e dai quartieri più difficili di Reggio Calabria, ha costruito un impero dialogando con il mondo, apparentemente pulito, della finanza, della politica, delle istituzioni, dell'industria. Ma, come è stato possibile, che un'organizzazione criminale sia riuscita a inquinare le fondamenta democratiche di uno Stato e di proiettarsi in una dimensione internazionale? Cordova ce lo spiega nelle 380 pagine di "Gotha", rintracciando l'anno zero a cavallo tra anni Sessanta e Settanta, con la costituzione della cosiddetta "Santa", un livello superiore e segreto, una camera di compensazione dove i capi clan delle fazioni risultate vincenti durante la prima guerra di 'ndrangheta iniziarono a sedersi allo stesso tavolo con i massoni (e dunque con il mondo della politica, delle istituzioni e delle professioni), con la destra eversiva, impegnata in quegli stessi anni nella "strategia della tensione", e - non da ultimo - con apparati dello Stato più o meno deviati. Se, fino alla fine degli anni Sessanta, l'organizzazione criminale calabrese si contrapponeva in maniera frontale allo Stato, a partire dalla costituzione della "Santa" la strategia cambia radicalmente: la parola d'ordine non è più contrapporsi, ma inflitrarsi. Con l'aiuto e la connivenza del potere politico ed economico, e di un esercito di professionisti (avvocati, notai, commercialisti, tributaristi, banchieri e bancari) al suo servizio, negli ultimi cinquant'anni la 'ndrangheta si è trasformata in una "cosa nuova" pur mantenendo sul territorio logiche tribali e rituali arcaici in uno straordinario cortocircuito di tradizione e post-modernità. Il volume di Claudio Cordova ha certamente due meriti. Il primo è quello di trattare una materia così vasta e spesso sconosciuta ai più con un intento che potremmo definire didattico: si tratta infatti di una storia della 'ndrangheta che parte dal 1969, dal famoso summit di Montalto nel

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cuore dell'Aspromonte, interrotto dall'intervento delle forze di polizia, e arriva fino ai nostri giorni con le ultime inchieste sulla cosiddetta masso-'ndrangheta confluite nel processo "Gotha" da cui il libro trae il titolo. Sono cinquant'anni di storia criminale, non solo calabrese. E qui sta il secondo merito del volume: quello di avere rintracciato legami e messo in luce trame che collegano l'organizzazione criminale calabrese alle vicende più oscure della storia d'Italia. Perché per evolversi, trasformarsi e garantirsi potere e ricchezze, la 'ndrangheta ha dialogato in maniera serrata con un altro potere occulto che è sempre emerso nelle vicende più torbide e drammatiche che hanno caratterizzato la recente storia italiana: la massoneria. Come scrive il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho nella prefazione: "La scelta della 'ndrangheta di aderire a logge massoniche risponde all'esigenza di mimetizzare e coprire le relazioni funzionali a condizionare le scelte nella gestione della cosa pubblica e agevolare l'infiltrazione nell'economia e nella politica, rendendo opaca la gestione del potere". In altre parole la 'ndrangheta ha stretto alleanze non solo con le altre mafie presenti sul territorio nazionale, ma soprattutto ha creato una ragnatela di potere con la destra eversiva, i servizi segreti deviati e quel "mondo di mezzo" che ha condizionato pesantemente la vita democratica della Repubblica negli ultimi cinquant'anni. Guarda caso lo stesso periodo in cui l'organizzazione criminale calabrese ha cambiato pelle e mutato la sua strategia diventando l'organizzazione criminale italiana più potente e pericolosa. Giornalista di frontiera, dal suo avamposto di Reggio Calabria (dove dirige il quotidiano online "Il Dispaccio"), Cordova segue e studia le vicende di 'ndrangheta da anni. "Gotha", afferma, nasce dall'idea che «non basta più colpire, sotto il profilo investigativo-giudiziario, l'ala militare e aggredire i patrimoni dell'organizzazione, e neppure, da quello giornalistico, rappresentare la 'ndrangheta per quello che non è più». «Come giornalista», prosegue, «credo che sia necessario far diventare la 'ndrangheta un caso nazionale, così come accaduto con Cosa Nostra in Sicilia negli anni '90 e con la Camorra in tempi più recenti. È necessario scrivere molto di più e in maniera più approfondita delle complicità istituzionali e delle relazioni massoniche. Per farlo l'unico modo è accendere i riflettori a livello nazionale e questo è l'obiettivo del mio libro». ●


Sotto l'albero

I REGALI DI NATALE DI MAGMA Tre libri e tre dischi da mettere quest'anno sotto l'albero. I consigli della nostra redazione con il meglio del 2019 a cura della Redazione

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regali di Natale sono sempre un rompicapo. Cosa comprare a parenti e amici che non abbiano già e che possa piacere? La redazione di Magma non ha dubbi: con libri e dischi si va sul sicuro. Soprattutto se si dà uno sguardo all'indietro, all'anno che sta per finire, e si sceglie tra il meglio che il 2019 ci ha proposto. Con un consiglio: preferite la libreria di quartiere, il negozio di dischi fidato, dove siete soliti andare, all'anonimato dei colossi di Internet. Essendo Magma un magazine rivolto agli italiani in Germania e ai tedeschi che amano il nostro paese, il nostro sguardo ha puntato dritto sulla Penisola. Queste le nostre scelte che desideriamo condividere con i nostri lettori. LIBRI Partiamo dai libri. Sarà forse scontato il nostro omaggio a uno dei più grandi giallisti italiani, scomparso quest'anno: Andrea Camilleri. La saga del commissario Montalbano, su carta e in TV, ci ha mostrato non solo le gesta di un poliziotto burbero e colto, intelligente e sensibile, ma ha anche messo a nudo le fragilità e le mostruosità di cui è capace l'animo umano, oltre a svelarci le meraviglie e i lati oscuri della Sicilia. Pare che Camilleri avesse scritto da tempo il capitolo finale della vicenda Montalbano e lo avesse messo in cassaforte perché venisse pubblicato subito dopo la sua morte. Cosa che è puntualmente avvenuta: "Il cuoco dell'Alcyon" (Sellerio) è l'atto finale della saga del Commissario e qui il celebre scrittore siciliano tira fuori dal suo cappello magico una storia con situazioni al limite dell'incredibile che non sveliamo per non farvi perdere il piacere della lettura. Camilleri e Montalbano ci mancheranno, e molto, ma "Il cuoco dell'Alcyon" è un addio scoppiettante. E, siamo certi, anche un regalo gradito. Per chi, invece, ama i graphic novel ecco arrivare il nuovo volume del disegnatore romano Zerocalcare, di cui vi abbiamo già ampiamente parlato sul numero 9. "La scuola di pizze in faccia del professor Calcare" (BAO Publishing) presenta una storia inedita in tre parti, ma è soprattutto una raccolta dei graphic novel che Michele Rech ha realizzato e pubblicato sul suo seguitissimo blog e anche su testate prestigiose come Repubblica, L'Espresso, Wired, Best Movie. Un libro ricco di contenuti in cui l'autore romano (meglio: di Rebibbia, come lui stesso tiene a sottolineare) è sempre in bilico tra il suo lato più politicamente impegnato e quello personale,

inquieto e irrisolto, come molti della sua generazione. Infine un saggio di cui vi segnaliamo solo autore e titolo perché ne parliamo più approdonditamente a pagina 6: Claudio Cordova, "Gotha" (Paper First) che, come recita il sottotitolo, svela "il legame indicibile tra 'ndrangheta, massoneria e servizi deviati". DISCHI Dalla carta stampata alla musica. Preferibilmente in vinile. Non solo per il fascino vintage dei vecchi 33 giri, ma soprattutto per la qualità che ne deriva all'ascolto. Non possiamo fare a meno di consigliarvi due album che abbiamo già recensito nei numeri precedenti, più un titolo nuovo. Partiamo da quest'ultimo: si tratta di "Cummedia" (Urtovox), l'undicesimo lavoro solista del cantautore siciliano Cesare Basile. Sferzante castigatore del potere, narratore della società che descrive sempre utilizzando una prospettiva "dal basso", Basile ci racconta una Sicilia arcaica che però è metafora del nostro vivere quotidiano, con le sue difficoltà e i suoi sprazzi di luce. Lo fa con le sue "armi", un blues desertico che incrocia il dialetto catanese e ciò che ne risulta è una serie di canzoni amare e profonde che ti si ficcano dentro la testa e dentro le carni. Sempre di Catania sono gli Uzeda, la più internazionale delle nostre rock band, che ritornano in azione con uno dei loro dischi più belli. "Quocumque jeceris stabit" (Overdrive/Temporary Residence) è un manifesto del loro intenso noise rock fatto di rarefazioni, scariche elettriche su cui si inarca la voce straordinariamente espressiva di Giovanna Cacciola (vedi Magma #15). A proposito di ritorni, come dimenticare i Massimo Volume e il loro "Il Nuotatore" (42 Records)? Come in tutte le prove della band bolognese anche qui la parola recitata è al centro di un intreccio strumentale ipnotico e notturno. Una prova di grande spessore, letterario prima ancora che musicale (Magma #13), ricca di riferimenti storici, citazioni e ricordi autobiografici. Un altro regalo intrigante da mettere sotto l'albero di Natale. ●

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Qui Berlino

QUI BERLINO Le iniziative dell'ANPI e del movimento delle "Sardine" contro l'intolleranza

di Marco Gobbetto In un periodo in cui l’immigrazione è un tema sulla bocca di tutti, l’ANPI Berlino Brandeburgo ha lanciato l’iniziativa "L’Europa inizia con Riace". Il primo appuntamento si è svolto il 22 novembre allo storico Clash Bar di Kreuzberg dove si sono esibiti i Modena City Ramblers, uno dei più famosi gruppi folk-rock italiani da sempre impegnati sui temi dei diritti civili. Oltre al concerto la serata è stata impreziosita dalla presenza di un ospite speciale: Mimmo Lucano. Sindaco della cittadina di Riace (RC) dal 2004 al 2018, Lucano era riuscito a creare un perfetto modello di integrazione, partendo da un evento inaspettato. Nel 1998, sulle coste del paese, sbarcarono centinaia di profughi e rifugiati politici. Grazie all’aiuto dei volontari dell’associazione "Città Futura", da lui stesso fondata, riuscì a dar vita a una sinergia tra abitanti del luogo e immigrati creando quel "modello Riace" diventato in poco tempo famoso in tutto il mondo. Cambiato il clima e anche gli equilibri politici, quell'idea di convivenza civile e di gestione dei fondi destinati all'accoglienza è stata spazzata via da un'inchiesta della magistratura che ha accusato Lucano di truffa, concussione e abuso d'ufficio. Nonostante le ripetute battute d'arresto (la Cassazione ha

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stabilito che non ci furono ruberie né vantaggi personali), l'inchiesta della procura di Locri ha comunque avuto effetti pesanti non solo sull'ex sindaco, costretto prima agli arresti domiciliari e poi a una sorta di esilio, ma anche e soprattutto sulla vita del paese e sulle politiche di integrazione sperimentate per anni nel borgo calabrese. Con l’iniziativa "L’Europa inizia con Riace" l’ANPI vuole ribadire l’importanza di una politica di accoglienza nei confronti degli immigrati, in un momento in cui i sentimenti di xenofobia e intolleranza sono assai diffusi, soprattutto in Italia, alimentati il più delle volte da partiti e uomini pubblici. Per reagire a un clima politico e sociale caratterizzato sempre di più dall'odio e dall'ignoranza, il 14 dicembre, si è svolto nella capitale un altro evento importante: il primo flashmob delle "Sardine" di Berlino, gruppo nato a supporto del movimento che, da Bologna, sta via via riempiendo le piazze italiane di migliaia di persone unite dalla voglia di contrastare un linguaggio politico sempre più violento e di promuovere tolleranza e inclusività. Altri eventi sono in programma per il prossimo anno, anche se non è stato ancora stilato un calendario definitivo.

L'ANPI di Berlino e il movimento delle "Sardine" vogliono ribadire l'importanza di una politica che sia tollerante e inclusiva

IMPRESSUM MAGMA

Il nuovo magazine per gli italiani in Germania Direttore: Roberto Calabrò Redazione: Manuela Carzo Veronica Cesarco Hanno collaborato: Sandra Ciarcianelli Vittoria De Leo Marco Gobbetto Stampa Poster Print Cologne V.i.S.d.P. Roberto Calabrò Balthasarstr. 57 50670 Köln e-mail: redazionemagma@gmail.com Facebook facebook.com/magma2016 Web issuu.com/magmamagazine1


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