Il Magazine della Valle Scrivia - N° 17 Dicembre 2021

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Num. 17 - Dicembre 2021

Non sottovalutare i giovani Le recenti statistiche documentano come in Italia la categoria più consistente sia quella di così detti “vecchi”. Un termine che non specifica l’età media dei componenti ma è pensabile si intenda chi ha più di 70 anni. Più vaghe sono le quantificazioni degli appartenenti alla categoria “giovani” comprendente gli adolescenti e, in genere, tutti minorenni. I loghi comuni dipingono come affidabile la sola categoria intermedia, ovvero quella degli adulti. Trovo ingiusto non valutare l’apporto di esperienza e sovente di saggezza dei “vecchi”. Questa esclusione potrebbe però trovare una giustificazione nella considerazione del poco tempo di cui essi ancora dispongono. Non solo riferito alla totale scomparsa ma soprattutto all’insorgere di cedimento fisici, umorali e mentali, che annullerebbero il loro prezioso intervento. Una verità amara ma, purtroppo, inconfutabile. Quello che soprattutto mi pare incoerente è invece la poca considerazione che viene attribuita ai giovani. È purtroppo invalsa la tendenza di abbinare la loro categoria ai temi di trasgressione, svilimento del sesso, alcoolismo, droga. segue a pag. 23

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Le più belle poesie di Natale

Natale

Natale. Guardo il presepe scolpito, dove sono i pastori appena giunti alla povera stalla di Betlemme. Anche i Re Magi nelle lunghe vesti salutano il potente Re del mondo. Pace nella finzione e nel silenzio delle figure di legno: ecco i vecchi del villaggio e la stella che risplende, e l'asinello di colore azzurro. Pace nel cuore di Cristo in eterno; ma non v'è pace nel cuore dell'uomo. Anche con Cristo e sono venti secoli il fratello si scaglia sul fratello. Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino che morirà poi in croce fra due ladri? Salvatore Quasimodo

Filastrocca di Natale

O voi del Cervo Bianco,

Per quattro mill'anni s'attese

un sottoscala almeno

quest'ora su tutte le ore.

avete per dormire?

È nato! È nato il Signore!

Non ci mandate altrove!

È nato nel nostro paese!

La neve è bianca come il sale,

S'attende la cometa.

Risplende d'un astro divino

la neve è fredda, la notte è nera

Tutto l'albergo ho pieno

La notte che già fu sì buia.

ma per i bambini è primavera:

d'astronomi e di dotti,

È nato il Sovrano Bambino.

soltanto per loro, ai piedi del letto

qui giunti d'ogni dove.

È nato!

è fiorito un albereto.

Il campanile scocca

Alleluja! Alleluja!

Che strani fiori, che frutti buoni

lentamente le nove.

Oggi sull’albero dei doni:

Ostessa dei Tre Merli,

bambole d’oro, treni di latta, orsi dal pelo come d’ovatta, e in cima, proprio sul ramo più alto, un cavalo che spicca il salto. Quasi lo tocco… Ma no, ho sognato, ed ecco, adesso, mi sono destato: nella mia casa, accanto al mio letto non è fiorito l’alberetto. Ci sono soltanto i fiori del gelo

Buon Natale

Sui vetri che mi nascondono il cielo. L’albero die poveri sui vetri è fiorito:

A Natale non si fanno cattivi

io lo cancello con un dito .

pensieri ma chi è solo

Gianni Rodari

lo vorrebbe saltare

La Notte Santa

questo giorno. A tutti loro auguro di vivere un Natale in compagnia. Un pensiero lo rivolgo a tutti quelli che soffrono per una malattia. A coloro auguro un Natale di speranza e di letizia. Ma quelli che in questo giorno hanno un posto privilegiato nel mio cuore sono i piccoli mocciosi che vedono il Natale attraverso le confezioni dei regali. Agli adulti auguro di esaudire tutte le loro aspettative. Per i bambini poveri che non vivono nel paese dei balocchi auguro che il Natale porti una famiglia che li adotti per farli uscire dalla loro condizione fatta di miseria e disperazione. A tutti voi auguro un Natale con pochi regali ma con tutti gli ideali realizzati. Alda Merini

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pietà d'una sorella! Pensate in quale stato

Guido Gozzano

Stellina, dove vai?

e quanta strada feci! Ma fin sui tetti ho gente: attendono la

Lucente e senza vel

stella.

brillò una stella in ciel.

Son negromanti, magi persiani, egizi,

La notte di Natale

greci...

la stella mise l’ale.

Il campanile scocca

Le pecore la videro

lentamente le dieci.

ed i pastor le chiesero:

Oste di Cesarea...

“Stellina, dove vai?

Un vecchio falegname?

Stellina, dì, che fai?”.

Albergarlo? Sua moglie?

La stella camminò,

Albergarli per niente?

sicura li guidò.

L'albergo è tutto pieno di cavalieri e

“Stellina, cosa c’è?

dame

Racconta dunque a me”.

non amo la miscela dell'alta

Là c’era una capanna;

e bassa gente.

sentiron: “Ninna nanna”

Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!

Il campanile scocca

e videro un bambino

Siam giunti.

le undici lentamente.

ignudo e piccolino.

Ecco Betlemme ornata di trofei.

La neve! - ecco una stalla!

In un presepe stava,

Presso quell'osteria potremo riposare,

Avrà posto per due?

la madre lo cullava.

ché troppo stanco sono e troppo stanca

Che freddo! - Siamo a sosta

Un canto si sentì

sei.

Ma quanta neve, quanta!

che disse allor così:

Il campanile scocca

Un po' ci scalderanno quell'asino e quel

“Sia pace e non più guerra,

lentamente le sei.

bue...

sia pace sulla terra!”.

Avete un po' di posto, o voi del Caval

Maria già trascolora, divinamente

I candidi pastor

Grigio?

affranta...

parlarono fra lor.

Un po' di posto per me e per Giuseppe?

Il campanile scocca

Promisero d’amarsi.

Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;

La Mezzanotte Santa.

Promiser d’aiutarsi.

son troppi i forestieri; le stanze ho piene

È nato!

La notte di Natale

zeppe

Alleluja! Alleluja!

la stella mette l’ale:

Il campanile scocca

È nato il Sovrano Bambino.

presepi piccolini

lentamente le sette.

La notte, che già fu sì buia,

compongono i bambini,

Oste del Moro, avete un rifugio per noi?

risplende d'un astro divino.

ed ecco tornar fuori

Mia moglie più non regge ed io son così

Orsù, cornamuse, più gaje

le pecore e i pastori.

rotto!

suonate; squillate, campane!

“Stellina, cosa c’è?

Tutto l'albergo ho pieno,

Venite, pastori e massaie,

Racconta dunque a me”.

soppalchi e ballatoi:

o genti vicine e lontane!

Ancora s’ode il canto

Tentate al Cervo Bianco,

Non sete, non molli tappeti,

che al cuore piace tanto:

quell'osteria più sotto.

ma, come nei libri hanno detto

“Sia pace sulla terra,

Il campanile scocca

da quattro mill'anni i Profeti,

sia pace e non più guerra!”

lentamente le otto.

un poco di paglia ha per letto.

Arpalice Cuman Pertile

Il Magazine della Valle Scrivia


Zeneize Per il Santo Natale Tacciano i venti tutti del mar si arrestino le acque, Gesù, Gesù già nacque, già nacque il Redentor.

impigliato tra i rami, che mandi profumo di resina in tutte le camere, e sui rami i magici frutti: regali per tutti. Poi con la mia bacchetta me ne andrei a fare magie per tutte le vie Gianni Rodari

Il Sommo Nume Eterno scese dall’alto cielo,

Natale Gentile

il misterioso velo già ruppe il Salvator. Nascesti alfin nascesti, pacifico Signore,

di abbracci e sorrisi, di gioia nei cuori e sui visi.

d’alma felicità. L’empia, funesta colpa, giacque da te fiaccata,

Natale ripieno di antichi profumi, di cene in famiglia, di freschi agrumi.

gioisci, o avventurata,

Natale allegro di scherzi e risate,

felice umanità.

ricordi passati,

Sorgi, e solleva il capo dal sonno tuo profondo; il Redentor del mondo No, più non senti il giogo di servitù pesante, son le catene infrante da lui che ti salvò. Gloria sia dunque al sommo, Onnipossente Iddio, guerra per sempre al rio d’Averno abitator. Dia lode e Cielo, e Terra, al Redentor divino, al sommo Re Bambino di pace alto Signor Giacomo Leopardi

Il magico Natale

ma longo o caminâ de tanti anni o senso che ghe dâ l’umanitæ

Natale Quande a l’érbo de Natale gh’attaccavo i maccaroìn, ogni anno, sempre uguale, fighe secche, doì çetroìn, nxe, amandoe ben fasciæ, foscia aveivo a vostra etæ.

Perché de povertæ vegnûa da-o Cristo,

A l’ëa neive de coton

s’é fæto do Natale ûn gran regïo

ch’a pendeiva d’ogni part,

de côse e de dinæ che con o Cristo àn pöco da spartî se ò bén capîo.

gh’ëa ‘na stella de cartòn retaggià con poca arte;

E o Natale o ne mette in averténsa

no gh’ëa luxe né ballette, solo poche

comme se dà rilievo a-a povertæ

ciappelette.

pe metise a posto co-a coscensa

notizie sperate.

che a contrasta co-a quotidianitæ.

Natale brillante di luci festose,

omai ti liberò.

O l’é o mistero da vêa povertæ

o l’è pìn de contrasti, pìn de inganni.

Natale Gentile di auguri,

al mondo apportatore

A Nascita do Banbin inta cabanna de Betlemmne

Poi a Messa. Radunæ,

Coscì pe’ riparà se fan regalli

mëzaneutte, ai Capuççìn,

e vie luminose.

limoxine e gesti de bontæ

ben contenti, mäveggiæ,

Natale squisito:

sensa pensâ che tutti i nostri sbagli

aspëtavimo o Bambìn

un dolce sfornato, dolcigni,

dovieivàn êse senpre riparæ.

di abeti addobbati

Ettore Carlo Parodi

biscotti e buon cioccolato.

da “I strufuggi de ûn vêgio zeneize“

Natale di sogni

sotta-i euggi di bacchén,. Che se voescimo ciu bèn? Antonio Canepa

Nuova Editrice Genovese – ottobre 2008

di attese, speranze,

Da “ ‘Na voxe da-o mæ borgo”

di angeli e stelle, di musica e danze.

di Nuova Editrice Genovese - 1989

Natale a scheua

Natale felice, Natale beato: che sia un Buon Natale

Scialla! Scialla! Criemmo forte,

per tutto il creato. Viviana Hutter

La gioia di Natale

Moæ

fito andemmo a fä vacansa che Natale o batte a-e porte

Moæ

pe’ portäne amô e speransa.

che gioia poéi ancòn sentî e teu parolle, i teu mugugni.

Saja proprio ‘na belessa

S’io fossi il mago di Natale

La gioia di Natale

trovâ l’erbo bello pronto

Moæ

farei spuntare un albero di Natale

s’infila per tutte le scale,

e regalli aveine con segûessa

che gioia poèi ancòn vedde

in ogni casa, in ogni appartamento

accende presepi e pini

tanto da no poeine fâ de conto.

dalle piastrelle del pavimento,

a teu bella faccia, o teu sorîzo.

e gli occhi di tutti i bambini.

ma non l’alberello finto,

Poi s’affaccia ai balconi,

Scialla! Scialla! Dunca criemmo

di plastica, dipinto

vi appende festoni;

perché quello giorno lì

mi te riveddo ògni giorno

che vendono adesso all’Upim:

Moæ

scivola giù nelle strade,

i voti brûtti se-i scordemmo

in ti euggi de mæ figgio,

un vero abete, un pino di montagna,

illumuna vetrine e contrade.

e, a-o ritorno in classe,

ma ti no ti gh’ê ciû.

c tutte le camere,

Poi corre verso la chiesa,

ascì quelli scarmanæ

e sui rami i magici frutti: regali per tutti.

dove una campana appesa

sajan savi comme bæ.

Poi con la mia bacchetta me ne andrei

annunzia tutto d’un fiato:

Gigi Boero

a fare magie

“Il Re dei bambini è nato!”

Da “Emmo zà dæto!”

per tutte le vie on un po’ di vento vero

Il Magazine della Valle Scrivia

Maria Albina Scavuzzo

Vincenzo Bolia da “Poexie (in zeneize de Zena) 2010 Nuova Editrice Genovese

Nuova Editrice Genovese - 2003

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Accadde un giorno... a cura di Sergio "Teddy" Di Tonno

Ricordi indimenticabili: “l’Andrea Doria” (seconda e terza puntata) Tre, due, un metro: un gran botto, un colpo solo, fragoroso. A Giannini parve lo stesso rumore di un’auto che si schianta con violenza contro una serranda, ma amplificato all’infinito. L’impatto fu molto violento. La prua del transatlantico svedese colpì il fianco destro dell’ammiraglia italiana in una zona sottostante la plancia, di poco a poppavia di quest’ultima. L’Andrea Doria cominciò subito a sbandare fortemente sulla dritta. Calamai fece fermare le macchine, accendere le luci esterne e ordinò ai suoi ufficiali di calcolare il punto nave. Nel salone di prima classe, negli istanti che precedettero la collisione, l’orchestra stava suonando il refrain di “Arrivederci Roma”. Il direttore Dino Massa andava a memoria. Quella canzone, nata l’anno prece-

dente dalle corde di Renato Rascel e dalle penne di Garinei & Giovannini, la conosce a menadito. “Voglio ritornare in via Margutta / voglio rivedere la soffitta / dove m’hai tenuta stretta stretta accanto a te!” I passeggeri italiani canticchiano il testo sottovoce, sentendosi a casa. “Arrivederci Roma... Goodbye... au revoir”. Per gli ospiti di altre nazionalità, soprattutto americani, è invece più difficile ricordarsi le parole, ma si lasciano cullare dalla melodia con lo stesso trasporto. Proprio in quell’anno il motivo è stato inciso

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anche in versione inglese: un’operazione che contribuì a far entrare Roma nell’immaginario collettivo dell’epoca, di un’epoca che celebrò la Città Eterna come la più romantica, viva e ospitale città del mondo. Quella notte, però, “Arrivederci Roma” fu soltanto la colonna sonora di un gruppo di persone che desideravano trascorrere l’ultima notte sull’Atlantico senza pensare al domani, ballando per una volta ancora sulle onde. Il rumore dei vetri infranti mise bruscamente fine ai loro sogni. Erano esattamente alle 23.10 quando si sentì un tonfo “sordo”, descritto da chi era a bordo come “un gran colpo di piatti”, poi uno scoppio interruppe la musica dell’orchestra che stava suonando “Arrivederci Roma”. Nello squarcio di almeno una dozzina di metri entrarono tonnellate d’acqua che non lasciarono scampo a 46 persone, per la maggior parte alloggiate nelle cabine investite dalla prua. Poi la nave si inclinò su un lato perdendo la metà delle scialuppe di salvataggio. I soccorsi entrarono in funzione immediatamente, a bordo c’erano 1706 persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio. Sul posto arrivarono due navi mercantili e poi “L’Ile de France”, illuminata a giorno per ordine del capitano de Beaudéan, che raccolse la maggior parte dei naufraghi, ben 750. Fino all’ultimo minuto il comandante Piero Calamai chiese alla Capitaneria di far trainare la nave su una secca dal guardacoste “W394 Hornbeam”. Poche ore dopo, alle 10.09 del 26 Luglio, undici ore dall’incidente, l’elica, ultimo pezzo visibile dell’Andrea Doria venne inghiottita dal mare. I media seguirono il naufragio tramite le spettacolari foto aeree del transatlantico colpito e delle fasi dell’affondamento eseguite da Harry A. Trask del “Boston Traveler”, quel servizio venne premiato col “Premio Pulitzer 1957”. Le prime immagini del relitto dell’Andrea Doria adagiato sul fondale invece vennero realizzate da Peter

Gimbel e dal sommozzatore Joseph Fox, entrambi si immersero sul relitto già il giorno successivo per raccontare l’affondamento per “Life Magazine”. Le fotografie di Gimbel e Fox apparvero nelle edizioni dell’8 Agosto e del 17 Settembre 1956 e fecero dell’Andrea Doria uno dei relitti più famosi al mondo. Sebbene ogni anno vengano effettuate molte spedizioni subacquee al relitto, la profondità di 74 metri e le condizioni della nave, le correnti mutevoli e la scarsa visibilità nelle acque che circondano il relitto, la rendono, ancora oggi, un’immersione estremamente impegnativa. Dopo la collisione l’equipaggio trovò sul ponte di coperta della Stockholm una ragazza di 14 anni che era ospitata nella cabina 52 dell’Andrea Doria: era Linda Morgan, sopravvissuta al volo da una nave all’altra senza riportare ferite gravi, mentre sua sorella era morta nella cabina schiacciata dalla prua della Stockholm. Le due ragazzine erano figlie del cronista statunitense Edward P. Morgan della “ABC Radio Network” che nel corso della stessa notte, senza mai apparire di essere interessato da motivi di natura personale, seguì e portò avanti la cronaca in diretta. Subito dopo la collisione l’Andrea Doria continuò a imbarcare acqua e lo sbandamento aumentò superando i 18 gradi in pochi minuti. Una voce diffusa riteneva che mancasse una delle porte dei compartimenti stagni delle sale macchina, ma in seguito se ne determinò l’infondatezza. Varie cause determinarono la repentina inclinazione della nave italiana: l’accostata a sinistra prima dell’impatto determinò uno sbandamento a dritta di circa 8°, e la falla un ulteriore sbandamento a dritta di almeno 13°. In poco tempo la nave superò i 20 gradi di inclinazione e il comandante

Calamai si rese conto che non c’erano più speranze, ma non fece emettere il segnale di abbandono nave immediato, per non causare panico e confusione. L’abbandono della nave fu reso difficoltoso dall’inclinazione laterale iniziale, che rese inservibili le lance del lato sinistro. Gli addetti alle macchine si mobilitarono subito e l’elettricità fu mantenuta fino alla fine, tanto che la nave affondò con le luci di emergenza ancora accese. L’arrivo dell’Île de France con undici lance di salvataggio fu preceduto da quello di altre due navi mercantili: la “Cape

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Ann” prima e la “Thomas” dopo, ciascuna con l’apporto di due lance. Anche la Stockholm raccolse una parte dei naufraghi. Un punto chiave nella soluzione del disastro fu la decisione del comandante Raoul de Beaudéan, sulla “Île de France”, transatlantico francese diretto verso l’Europa che aveva superato la Stockholm diverse ore prima, di dare ordine di invertire la rotta con le macchine avanti tutta. La nave francese continuò a procedere attraverso la fitta nebbia alla massima velocità finché, attorno alle due del mattino del 26 luglio, raggiunse l’Andrea Doria. L’arrivo del grande transatlantico francese fu lo spartiacque emotivo di quella tragica notte: alla vista della nave i passeg-

geri e l’equipaggio dell’Andrea Doria tirarono un sospiro di sollievo: il panico si placò, permettendo un’evacuazione della nave decisamente più tranquilla ed efficace di quanto fosse stato possibile fino ad allora. Con un’eccezionale manovra de Beaudéan accostò a soli 370 metri dall’Andrea Doria, mettendo la propria nave sottovento al lato di dritta di quella italiana, cioè quello che si stava inabissando e da cui venivano evacuati i naufraghi, creando inoltre uno specchio d’acqua liscio e calmo tra le due navi, perfetto per le operazioni di salvataggio. Alcuni passeggeri della “Île de France” rinunciarono alle proprie cabine per darle ai sopravvissuti, stanchi, bagnati e congelati nonostante si fosse a Luglio. Numerose altre navi risposero alla chiamata. Il risultato fu che l’unica vittima del naufragio, oltre alle persone rimaste uccise nell’attimo dell’impatto, fu Norma Di Sandro, una bambina di 4 anni, morta per le conseguenze di un grave trauma cranico subito durante le operazioni di soccorso, quando il padre, per metterla in salvo, l’aveva lanciata da bordo su una lancia di salvataggio sottostante: ferita gravemente nell’urto violento della testa contro la falchetta della lancia, la bambina morì in ospedale a Boston qualche giorno dopo.

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Nei ricordi di Pierette c’è infine il comandante, l’eroe Piero Calamai, costretto a forza dal suo equipaggio a lasciare la nave quando ormai a bordo non c’era più nessuno da salvare. Fu vittima della sfortunata circostanza che la compagnia assicuratrice dell’Andrea Doria era la stessa del piroscafo speronatore: i Lloyds di Londra. Ci fu pertanto un accordo per sospendere il processo, previo un risarcimento minimo ai passeggeri: 6 milioni di dollari su 85 milioni della richiesta iniziale avanzata in sede processuale. Non ci fu mai alcun interesse a chiarire di chi fu la colpa del naufragio, sulle cui cause però Pierette non ha dubbi: un’erronea manovra della Stockholm a causa della nebbia. Piero Calamai fu riabilitato dalla storia dopo diversi anni ma morì senza aver mai più comandato una nave. E senza mai aver aperto la lettera, trovata dalle figlie ancora sigillata, che gli aveva spedito John Carrothers, esperto navale americano, ufficiale di macchina e collaboratore dell’US Naval Istitute, che, basandosi sui dati oggettivi dei grafici di rotta Sperry, nel 1972 aveva concluso la sua indagine a completo favore della tesi italiana. Si concludeva così: “Stia sicuro comandante Calamai, ci sono molti di noi che sarebbero onorati di servire al suo comando in ogni momento”. Si racconta che prima di morire nella sua Genova, il 7 aprile 1972, mormorasse nell’agonia: “Salvate i passeggeri... i passeggeri sono salvi?”, nel suo intimo però era già morto con la sua nave. In una delle ultime interviste concesse lo aveva fatto capire chiaramente: “Ho sempre amato il mare... ora lo odio, questa tragedia è stata la rovina della mia vita”. Non è un caso se proprio quelle parole “I passeggeri sono salvi” sono poi diventate il titolo del film-documento dedicato al naufragio. L’aveva prodotto Pierette Domenica Simpson che la storia la conosceva bene raccontandola anche in un libro: “L’ultima notte dell’Andrea Doria”. Perché lei era a bordo del transatlantico, aveva nove anni e i nonni la stavano portando dalla madre a Detroit. La storia di Pierette, di quella notte ha ancora un ricordo vivo e commosso: la nonna che le teneva la mano, la gente che pregava, il nonno che non si trovava. E le grida di paura dei passeggeri. “Faremo la fine del Titanic”, “Moriremo tutti”. Poi il calo delle scialuppe. “Prima le donne e i bambini” e mentre la nave si incli-

nava sempre di più, l’arrivo dei soccorsi. Il processo iniziò nello stesso anno dell’affondamento, il 1956. Alla fine la nebbia venne considerata l’unica responsabile del disastro, ma diverse altre cause concomitanti vennero evidenziate nel corso dell’inchiesta dai rispettivi collegi di difesa. Nel luglio del 1968 partì la prima spedizione italiana, organizzata dal regista Bruno Vailati, insieme a Stefano Carletti, Mimì Dies, Arnaldo Mattei e All Giddings, esperto subacqueo statunitense per realizzare un documentario dal titolo “Andrea Doria - 74” in seguito premiato con il “David di Donatello”. Sul relitto venne apposta una targa di bronzo con la scritta: “Siamo venuti fin qui per lavorare perché l’impossibile diventi possibile e l’Andrea Doria ritorni alla luce”. Il film non è solo resoconto e ricostruzione di ciò che accadde, ma anche un delicato e commovente affresco dei “viaggi della speranza”, come quello di Pierette e di tanti altri italiani a bordo. “Era importante” spiegò il regista Luca Guardabascio “tramandare la memoria di tutti quegli emigranti che dall’Italia partirono in cerca di un lavoro e soprattutto di coloro che, come appunto nel caso dell’Andrea Doria, non sono mai arrivati a vivere il loro sogno. Un ricordo e un omaggio da trasferire soprattutto alle nuove generazioni che non hanno conosciuto il dramma e le sofferenze di questo fenomeno. Una ferita che per gli ex emi-

granti non si è mai rimarginata”. L’Andrea Doria era la nave più bella e più veloce della flotta italiana, degna erede dei transatlantici degli anni ‘30. Era la nave più lussuosa al

mondo e anche la più sicura, con ben due radar, fiore all’occhiello dell’italian style, grattacielo viaggiante con 700 cabine distribuite su 11 livelli in grado di trasportare duemila persone. Ancora oggi il relitto della fantastica nave italiana giace tuttora posato sul fianco di dritta, a 74 metri di profondità al largo di Nantucket. L’unità fu sostituita nel 1960 dalla Leonardo Da Vinci, molto simile nell’aspetto, ma con alcuni accorgimenti tecnici apportati dopo l’esperienza del naufragio. Gemella dell’Andrea Doria era la Cristoforo Colombo, varata nel 1952. Entrambe le navi furono smantellate nel 1982. Genova dopo 65 anni intitola una via al comandante dell’Andrea Doria. La delibera del Consiglio Comunale per la scalinata a Boccadasse che si chiamerà Piero Calamai. Grazie a lui si compì il più grande salvataggio della storia della navigazione. Fine Sergio "Teddy" Di Tonno

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eventi “Natale insieme a Busalla”, dal 1° dicembre 2021 al 6 gennaio 2022. Nei giorni 8-9-10-11-12 e 17-1819-20-21-22-23-24 dicembre sarà attivo nel centro cittadino il “Mercatino di Natale”, allestito nelle tipiche casette in legno. Dolciumi, prodotti enogastronomici, oggetti

artigianali e piccolo antiquariato implementeranno la variegata offerta dei negozi di Busalla. Il mercatino sarà allietato dalla presenza di Babbo Natale che si renderà disponibile per una fotografia da postare sui propri social (#nataleinsimeabusalla), con sfondo la cornice scenografica luminosa posta in piazza Macciò. Non mancheranno momenti di intrattenimento per grandi e piccini: il programma dettagliato degli eventi sarà disponibile sul sito del Comune di Busalla e sui diversi social. Due saranno i temi che caratterizzeranno i fine settimana dicembrini: Harry Potter e “Il canto di Natale”. A villa Borzino l’11 e il 12 dicembre torneranno gli animatori di Villa Malfoy, in una replica dell’evento dello scorso novembre. Harry Potter continua ad essere il maghetto più apprezzato di tutti i tempi. Il 1° novembre villa Borzino si era trasformata in Villa Malfoy: alcuni personaggi della saga si erano alternati nelle diverse stanze della villa per insegnare ai

Natale Insieme a Busalla 2021 Un dicembre ricco di eventi grazie alla collaborazione tra Comune di Busalla, Commercianti e Pro Loco Busalla, novembre 2021. Natale si avvicina di gran lena. L’invexendo del tempo delle feste sta per iniziare ad occupare le nostre giornate, nel rinnovo di ogni tradizione famigliare. Tra i primi a doversi impegnare nel clima natalizio ci sono Comune, Commercianti e Pro Loco. In una ritrovata unità di intenti, l’associazione dei commercianti di Busalla sta riversando nuovo vigore nel progetto del Centro Integrato di Via: una configurazione aggregante che oltre a permettere l’accesso a risorse e fondi, consentirà di condividere attività a vantaggio del territorio e della qualità che, da sempre, contraddistingue l’offerta commerciale di Busalla. Questa ritrovata unità era auspicata dall’Amministrazione Comunale. Il fine è quello di creare un rapporto sinergico forte con i commercianti, per trovare soluzioni condivise a

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problemi che riguardano la nostra cittadina, ma anche per costruire progetti di promozione e di sviluppo. L’organizzazione degli eventi legati al Natale sarà il primo banco di prova per questa ritrovata triplice alleanza. Il periodo delle festività natalizie porterà il contenitore di

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bambini: pozioni, erbologia e l’antica arte della divinazione. L’evento ha avuto più di 2000 richieste di partecipazione da ogni luogo d’Italia. Per questo motivo si è deciso di replicare con questa due giorni. Tante saranno le sorprese. Rumori informano che, per le vie del pae-

Natale”, il più celebre racconto di Charles Dickens nel quale il Signor Scrooge dovrà cimentarsi con i tre fantasmi del Natale... Altro punto focale delle iniziative del tempo di Natale sarà piazza San Rocco: qui, momenti di festa con canti e musiche. A Busalla si

se, sarà possibile incontrare alcuni personaggi del mondo Potter. In Biblioteca, nel corso del mese di dicembre, sarà possibile assistere alla messa in scena de “Il Canto di

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sta predisponendo la scenografia delle luminarie. Fondamentale l’interazione tra Comune, commercianti e Pro Loco. Al Comune l’abbellimento delle vie cittadine, delle

piazze e del grosso abete posto in prossimità della rotonda adiacente a piazza Colombo. I commercianti, oltre che addobbare i loro negozi con un allestimento luminoso tematico, abbelliranno e coloreranno le loro vetrine, inoltre, in piazza Macciò, allestiranno un bellissimo e originale punto selfie. Dalla Pro Loco invece le decorazioni per il mercatino di Natale. L’appuntamento per l’accensione delle luminarie è fissato per i primi giorni di dicembre. Per promuovere le attività di questo periodo è stata commissionata una campagna promozionale su radio Babboleo dai commercianti di Busalla. Sul territorio del Comune di Busalla saranno allestiti alcuni presepi. Dai più classici e artistici custoditi nelle parrocchie locali, a quelli più estrosi del palazzo municipale (fratelli Azzali), di Semino e dei trogoli di Sarissola. Sempre in questo periodo, per aiutare i cittadini a ritrovare confidenza con la vita sociale, sono

state organizzate diverse attività di incontro. Dal più tradizionale corso di taglio e cucito, alla ripresa delle attività del Coro di Montagna della Valle Scrivia; dalle lezioni di tango in villa Borzino, al corso di pittura di Piero Carisio e di quilting nel centro di attività creative di piazza Colom-

bo; dalle letture condivise in Biblioteca alla “Musica tra gli scaffali” di Giorgio Mentasti. Info offline: presso il punto IAT di Busalla in piazza Macciò. Info online: www.comune.busalla.ge.it FB: comune.busalla Instagam: comunebusalla Telegram: @BusallaAllert

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Oli essenziali e animali domestici Le vacanze natalizie sono vicine e la voglia di sentire il profumo della natura in casa è forte, i primi freddi sono alle porte ed i consigli d’uso dei profumatori ambientali ed inalatori sui social si sprecano. Cosa sono gli oli essenziali? Gli oli essenziali sono banalmente componenti organici volatili delle piante che contribuiscono a conferire la tipica fragranza e gusto.

Sono contenuti in tutte le parti della pianta e sono considerati volatili, perché le loro molecole sono in grado di passare dallo stato solido o liquido a quello di gas o aroma molto rapidamente. Questa caratteristica è alla base dell’aroma-terapia. Molti sono le metodiche di estrazione dalle piante con la distillazione o la pressatura a freddo. Sono pericolosi per i nostri amici animali? Nella loro forma concentrata la risposta è sicuramente sì. A causa della natura vi-

scosa dei liquidi è possibile che si verifichi aspirazione e polmonite ab ingestis. Un’altra potenziale via di intossicazione è la loro inalazione, soprattutto nel gatto. Sul mercato vi sono diffusori passivi, che producono un odore gradevole facendo evaporare l’olio attraverso diversi sistemi (elettricità e calore) e diffusori attivi (ultrasuoni). Questi ultimi immettono microgocce di acqua che contengono in dispersione l’olio essenziale che viene diluito; possono costituire un rischio soprattutto se il locale è piccolo e gli animali ne sono a diretto contatto, le microgocce cariche di oli essenziali possono raccogliersi sul pelo, vengono assorbite dalla pelle o ingerite nell’attività quotidiana di grooming. L’intossicazione nel gatto risiede nell’ irritazione delle vie respiratorie tramite inalazione. L’inalazione di forti odori o fragranze può causare in alcuni gatti lacrimazione nasale e scolo oculare, una sensazione di bruciore di naso e gola, nausea a cui consegue aumentata salivazione e difficoltà respiratoria Nessuno di questi sintomi è normale nel gatto. Oli essenziali conosciuti, causa di intossicazione nel cane e nel gatto:

• Tè del Canada o Wintergreen: contiene salicilato di metile, meglio conosciuto come aspirina e utilizzato localmente per alleviare dolori muscolari. Nel cane causa sintomi gastroenterici. • Betula lenta • Citronella • Olio di Pino (Pino silvestre): utilizzato come disinfettante naturale, deodorante, prodotto per la pulizia della casa e olio per massaggi. Causa di gravi sintomi gastroenterici • Ylang Ylang • Menta piperita • Cannella • Penny Royal: da sempre utilizzato come repellete per gli insetti e utilizzato da parte dei proprietari come rimedio per le infestazioni da pulci. Tossico sia per via cutanea che orale, causa necrosi • Chiodi di garofano • Eucalipto • Olio di Melaleuca o Thea tree oil Al primo posto tra i casi di intossicazione usato ad alta concentrazione per trattare condizioni dermatologiche tra cui le infestazioni di parassiti. É tossico se viene applicato localmente sulla cute o se ingerito; sono sufficienti 7-8 gocce per causare tossicità. Ricordatevi sempre che ogni prodotto chimico o naturale può essere pericoloso per un soggetto oggettivamente allergico o intollerante. I sintomi dipendono dal tipo di olio essenziale coinvolto e dalla dose che viene assunta, e possono essere: aumentata salivazione – vomito – tremori – atassia – difficoltà respiratoria – riduzione della frequenza

cardiaca – ipotermia – danno epatico – danno renale. Ci dobbiamo spaventare? Assolutamente no; ma essere consapevoli che anche se un prodotto viene considerato naturale non vuol dire che non possa essere pericoloso. Fatevi consigliare sempre da persone competenti con attestati; no al fai da te e considerate che a volte prodotti che per noi umani sono curativi per loro possono essere mortali. Stefania Brunettini Istruttore GT - Operatore olistico Consulente Certificato Zoofarmacognosia

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"Dolci tentazioni" di Natale Stefano Londino di “Dolci Tentazioni” nel ringraziare l’affezionata clientela augura al contempo Buone Feste con l’auspicio di un 2022 in serenità e salute.

E proprio per le prossime festività propone, anche a chi non li conoscesse, i suoi prodotti realizzati con i migliori ingredienti di provenienza certificata e lavorati artigianalmente. Ed ecco accanto ai classici panettoni(*) con uvetta e canditi, e il naturale ricoperto di mandorle o cioccolato caramellato, le variazioni sul tema: “ripieno al doppio cioccolato fondente e al latte, profumato con purea di arancio e ricoperto con granella di nocciole”, “ricoperto cioccolato caramellato e farcito al cioccolato bianco”, “ricoperto

fondente con farcitura pere e cioccolato”, “ricoperto cioccolato caramellato e farcitura di albicocche” e l’immancabile “farcito con gocce di pistacchio da cottura e ricoperto con glassa e granella tostata dello stesso frutto”. In ultimo ma non per gradimento, il pandoro; indiscutibilmente al naturale per assaporarne l’originalità. “Produzione artigianale” non vuol dire soltanto, come già detto, attenzione estrema alla qualità ma anche produzione limitata.

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Tradizione, animazione e musica aspettando il Natale Savignone Il Comune ha programmato una serie di iniziative nel periodo natalizio per il Natale. Si comincia Mercoledì 8 Dicembre alle ore 17,00 con l’accensione delle Luci Natalizie nel centro di Savignone con Aperitivi dei locali della Piazza. Appuntamento quindi a sabato 18 Dicembre con “Denâ de 'na vòtta” una serie di eventi e di iniziative con prodotti tipici che si svolgeranno durante tutta la giornata: dalle ore 10,00 in piazza Italo Ghelfi Mercatino di Natale alle ore 12,30 in piazza Italo Ghelfi Polentata a cura dell’Associazione Alpini di Savignone dalle ore 15.00 Panini e Mostardella a cura dell’Associazione Alpini di Savignone alle ore 15,30 in piazza Italo Ghelfi per i più piccoli arrivo di Babbo Natale e Animazione a cura dell’Associazione “Pazza Animazione” di Novi Ligure alle ore 16,00 visita guidata al Museo degli Alpini e apertura al pubblico del Presepe Meccanico nella Chiesa di S. Pietro. Dalle ore 17,00 in poi Farinata in Piazza, alle ore 18,00 sempre nella piazza il ”CONFEGU” con la tradizionale accensione del fuoco propiziatorio alla presenza delle Istituzioni nei costumi storici forniti dal Gruppo Storico di

Casella, alle 20,30 gran finale nel Teatro Botto con il Concerto organizzato dall’Associazione “I Lunedì Musicali” con la partecipazione di Gianluca Campi alla fisarmonica, il Duo Violinistico Loris e Manrico Cosso, e il Coro Polifonico S. Pietro di Savignone. Da segnalare ancora, a conclusione delle festività natalizie, il giorno 6 gennaio alle ore 16,00 per i più piccoli l’arrivo della Befana in piazza Italo Ghelfi e Oratorio Parrocchiale, alle ore 16,30 al Teatro Botto tradizionale appuntamento con lo spettacolo in dialetto a cura della Compagnia Teatrale “ InCantoInScena”. Si ricorda che per l’accesso in Teatro è obbligatorio il greenpass o tampone negativo delle 48 ore. Andrea Visconti

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Corso di avviamento all'escursionismo Eccoci ancora qua, dopo 2 anni di stop forzato, due anni che ci hanno forse fatto scoprire come sia possibile grazie alla tecnologia delle videoconferenze e delle videochiamate, tenersi uniti, comunicare, vedersi anche in un periodo "nero" come quello che speriamo di esserci appena lasciato alle spalle. Non è la stessa cosa certo che vedersi di persona, stare assieme, però dobbiamo ammettere che il mezzo ci ha consentito perlomeno di portare avanti le iniziative già intraprese e di stabilire i contatti per svilupparne altre. Mi sono concesso questa premessa per introdurre l’argomento: Fie Liguria ad esempio, nel periodo del

“lock down” ha iniziato e portato a termine un corso per accompagnatori escursionistici Regionali sviluppato su 15 lezioni teoriche svolte in videoconferenza appunto e 4 uscite sul territorio realizzate nel pieno rispetto della normativa anti-covid. Ben 32 sono i nuovi accompagnatori che possono ora svolgere le proprie mansioni nelle associazioni o al servizio delle scolaresche. Anche noi del Greg, in collaborazione con FIE Liguria, Altum Park (S. Desiderio) C.S.I. ci siamo dati parecchio da fare: abbiamo iniziato questa estate con vari interventi al centro estivo di S. Desiderio: sono stati riproposti vari laboratori già collaudati an-

che in Valle Scrivia (costruzione di aquiloni, i giochi della tradizione, un giochino con la bussola, la segnalazione di un sentiero effettuata con pennelli e vernice dai bimbi del centro). È nata poi l’idea di organizzare un vero e proprio mini-corso di avviamento all’escursionismo dedicato a bambini di età compresa tra gli 8 e i 14 anni. Il corso è partito con il primo sabato di Ottobre ed è terminato con l’uscita fatta sulle alture di Sori. Prima dell’uscita i bimbi iscritti (13) hanno assistito a 4 lezioni che trattavano: sentieri e segnaletica, orientamento e cartografia, flora e fauna, come organizzare lo zaino per un’escursione, come comportarsi in escursione. Le lezioni trattavano ovviamente gli argomenti in maniera adeguata all’età degli al-

lievi, e si sono svolte, anche grazie alla benevolenza delle condizioni meteo, sempre all’aperto. A tenere le lezioni si sono avvicendati alcuni accompagnatori di escursionismo con anni di esperienza alle spalle: li ringraziamo per averla condivisa con noi. Crediamo che sia stata un’ottima opportunità innanzitutto per i bimbi intanto per stare assieme e di imparare cose nuove. Ah! Dimenticavo: per tutti noi che abbiamo collaborato a questa iniziativa è stata una magnifica esperienza sicuramente da ripetere ma per me in particolare e Anna che proprio non riusciamo a scrollarci di dosso questa “mission” lo è stata…di più. A presto. Guido Zampieri

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Airedale terrier

I consigli di Rossana e Valeria

L’Airedale terrier è un cane di taglia media, ben proporzionato, con la testa particolarmente lunga e piatta, il collo muscoloso. I maschi sono alti 58-61 cm, le femmine 5659 cm. Il tartufo è nero, con occhi piccoli e di colore scuro, le orecchie sono a forma di V e piccole. Il corpo è muscoloso ma asciutto, la coda ha l’attaccatura alta. Il pelo è folto e duro, si presenta piuttosto ruvido al tatto. Ricopre l’intera corporatura, compresi gli arti. Il sottopelo si caratterizza invece per essere più morbido. Il mantello è interamente color fuoco, più scuro a livello delle orecchie e con la sella tipicamente nera. Ha un carattere molto versatile e forse anche questo ne ha consentito la diffusione. Raramente sentirete l’Airedale terrier abbaiare, a meno che non ne abbia realmente motivo. Si tratta di una razza che si presta a numerose attività: possiede olfatto e vista ben sviluppati, sa nuotare con tenacia ed è molto robusto e coraggioso. Si adatta alla vita in famiglia, giocando con i bambini e catturandoli grazie alla sua allegria e vivacità. Se ci fate caso, lo sguardo dell’Airedale terrier è proprio simpatico! Questo non significa che ubbidirà ad occhi chiusi, magari ripetendo lo stesso gioco all’infinito. Quando si annoia smette semplicemente di darvi retta e mostra tutta la sua indipendenza. Oggi viene per lo più impiegato come cane da guardia, mostrando di saper difendere egregiamente il suo territorio. Se lo portate in campagna a scorrazzare sui prati tirerà fuori la sua natura da esploratore e cacciatore. Quindi pensateci bene prima di rinchiuderlo in un appartamento per giorni interi. Questa è una razza che ha bisogno di muoversi e stare a contatto con la natura. Educare un cane di questo

Le pulci, un nemico da combattere anche in inverno La pulce è un piccolo insetto privo di ali noto per la sua abilità nel salto potendo saltare fino a 1000 volte la propria altezza! Questo parassita si nutre del sangue dell’animale ospite, mordendolo in media dieci volte al giorno e può succhiare una quantità di sangue pari a quindici volte il suo peso corporeo. Il morso della pulce può causare una grave allergia cutanea, la DAP, che si manifesta con un intenso prurito, perdita di pelo e ulcerazioni cutanee, localizzate nella zona perianale, bacino, cosce e coda. La gravità della DAP non è proporzionale al numero di pulci presenti, a volte nei soggetti più sensibili pochi morsi sono sufficienti a provocare la malattia. Le pulci inoltre possono anche trasmettere la tenia e gli agenti di alcune malattie infettive. Pertanto è molto importante proteggere cane e gatto da questi insetti non solo in primavera o estate ma regolarmente tutto l’anno. Infatti il riscaldamento presente nelle nostre case consente la sopravvivenza delle pulci nell’ambiente domestico: le femmine delle pulci possono deporre fino a 50 uova al giorno per più di 100 giorni. Le uova delle pulci cadono dal pelo dell’animale, si schiudono e rilasciano le larve che vanno a lo-

tipo significa far capire sin da subito chi è il vero padrone anche se prima dei 15 mesi difficilmente riuscirete ad ottenere qualcosa da lui. La durata media della vita è di 12 anni. Necessita di una buona toelettatura del pelo almeno 2 volte all’anno. In questo caso si utilizza la tecnica dello stripping: il pelo viene strappato e non tagliato. Spazzolarlo regolarmente manterrà il mantello in salute e gradevole dal punto di vista estetico. Raramente potrebbe avere problemi di salute ad eccezione della predisposizione agli eczemi. Non esistono indicazioni particolari per quanto riguarda l’alimentazione: se scegliete le crocchette, la raccomandazione è quella di scegliere prodotti di qualità. La salute del vostro amico peloso ne trarrà beneficio. Acquistare un cucciolo di questa razza significa considerare una spesa di circa 900-1000 euro. Il prezzo dipende dal pedigree e dalle condizioni di salute. Prima di avventurarvi, noi vi suggeriamo sempre di fare un giro in canile: adottare un cane aiuterà a dare speranza a tutti quegli animali che non hanno avuto la fortuna di incontrare un padrone nel loro percorso di vita.

potenziale ospite, un cane, un gatto o un essere umano. Per questo è consigliabile trattare tutto l’anno i nostri animali domestici con un prodotto antiparassitario, dando la preferenza a quelli che contengono un insetticida che inibisca la schiusa delle uova e lo sviluppo delle larve. In conclusione per vivere tranquilli in compagnia dei nostri amici a 4 zampe, oltre ai ben noti spot-on o collari da applicare al cane /gatto, possiamo utilizzare un prodotto per l’ambiente domestico preferibilmente a base acquosa, da poter nebulizzare anche sui tessuti, in particolare nelle cucce degli animali in loro assenza.

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calizzarsi nei tappeti, sotto i mobili e anche nelle fughe delle piastrelle. Si nutrono delle feci delle pulci adulte, riconoscibili come una fuliggine nera sul pelo dell’animale. Le larve formano al loro interno le pupe, che diventano pulci adulte. Ben protette, possono sopravvivere nella pupa per molti mesi. La fuoriuscita degli adulti dalla pupa è stimolata dalla presenza di un

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Hemingway a Ronco Ronco Scrivia, bella giornata di fine settembre del 1948. In Corso Italia, allora alberato, si ferma una Buick azzurra, decappottabile. Auto di quel genere non se ne vedevano certo a Ronco: alcuni adulti e bambini si fermano a guardare quel signore dal fisico imponente, vestito in modo casual ma di un’eleganza naturale, che scende dall’auto. Le persone intorno sono attratte dalla “macchina di lusso” più che dalla notorietà del personaggio. Sì, perché quel tipo elegante che parla con la signora che gli sta accanto in una lingua incomprensibile per i presenti è nientemeno che Ernest Hemingway! Proprio lui! Il famoso scrittore americano di fama mondiale, allora quasi cinquantenne. Era sbarcato a Genova il giorno prima con la sua quarta moglie, Mary Welsch. La destinazione doveva essere Cannes, ma un’avaria al timone del piroscafo “Jagiello” aveva costretto il comandante a optare per un porto più attrezzato e sicuro. La nave era partita da Cuba quindici giorni prima, con la Buick legata al ponte di prua. La notizia dell’arrivo di Hemingway si era sparsa velocemente in città e ad attendere lo

scrittore al Ponte dei Mille c’erano giornalisti e fotografi. Era stata prenotata una suite all’hotel Columbia. Il soggiorno in Italia non era stato programmato, ma alla fine si protrasse per otto mesi, tra il Lago Maggiore, Cortina e Venezia. Fu comunque l’occasione per incontrare i suoi editori italiani, il “comunista” Einaudi, e il “filoamericano” Mondadori, che si contendevano i diritti

di quel nuovo romanzo di cui si faceva un gran parlare, ma di cui in realtà non si sapeva nulla; conoscere la traduttrice dei suoi romanzi, Fernanda Pivano e i giovani collaboratori dell’Einaudi, Italo Calvino e Natalia Ginsburg. Per sfuggire alla pressione in albergo dei numerosi inviati dei maggiori quotidiani italiani, il mattino dopo la coppia aveva deciso di lasciare Genova per il lago Maggiore. Amanti entrambi della natura, e desiderosi di un po’ di privacy, per quanto possibile, avevano valicato i Giovi, attratti da quella vallata che lui in seguito avrebbe definito “incantevole”. Dunque, l’auto è ferma in fondo a Corso Italia, davanti al negozio di commestibili “Zane”, prima della curva che per i ronchesi prende proprio quel nome (u gïu du Zane); l’attenzione della coppia, desiderosa di far colazione, è catturata da degli strani dolci di pastafrolla, con un buco in mezzo, esposti su un vassoio in vetrina. Mandano l’autista a comprarli. “Good! Very Good!”. Ne stanno bene anche i tre o quattro bambini impalati intorno all’auto: nel 1948 non si mangiavano tutti i giorni i canestrelli. La comitiva dopo pochi minuti risale in auto, che riparte rombando e scompare dietro la curva. Così Hemingway ha assaggiato e apprezzato i canestrelli di Ronco. Era emotivamente legato all’Italia, e a Genova in particolare, da dove trenta anni prima si era imbarcato per tornare a casa, convalescente, reduce del I° conflitto mondiale, e parlandone in una successiva occasione aveva elogiato la bellezza del suo entroterra, e la bontà e genuinità dei suoi prodotti tipici. Quel giorno valicato i Giovi, passando da Ronco e Tortona: erano arrivati fino al lago Maggiore, questo è documentato; la storia dei canestrelli l’ho sentita raccontare più volte e mi piace credere che sia vera. Mauro Ponta

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Livigno… mon amour Se un amico mi chiedesse di indicargli dove trascorrere un periodo di vacanze in montagna penso non avrei dubbi nel consigliargli di vare un viaggetto a LIVIGNO, 1816 metri sul livello del mare nelle Alpi Italiane. Sono circa quarant’anni che frequento questa località alpina, che mi ha sempre garantito una permanenza estremamente piacevole. Talvolta, nella stagione invernale, risulta un po’ aspra da raggiungere (occorre superare il Passo di Foscagno), ma una volta raggiunta garantisce soggiorni di grande qualità, sia sotto il profilo delle attività, sia attraverso la grande capacità di accoglienza che i Livignaschi hanno maturato nei confronti dei loro ospiti. Le piste per gli amanti dello sci alpino sono numerose e per 115 km dal Campo Scuola (fenomenale soprattutto per i bambini) fino alla “Rocca“ una delle nere più difficili al mondo; nel mezzo piste per tutti i gusti e per le varie capacità; infine la gran pista del Fondo, 30 km, che dal centro di LIVIGNO raggiunge la Forcola: si scia in un paesaggio da fiaba su un percorso adatto a tutti. Poi motoslitte, passeggiate con le ciaspole fino a vedere gli stambecchi e una pista per il pattinaggio sul ghiaccio

e molte altre cose ancora. Il tutto intramezzato con soste nei tanti locali attrezzati al grande Ristoro, nei quali si trova conforto e il giusto modo di rifocillarsi in montagna. A questo proposito non ci si può dimenticare di citare la recente apertura di un nuovo Complesso alberghiero veramente fan-

tastico: “Li Anta Rossa”, in località Pemont, vicino al lago; un super albergo con camere tappezzate in legno antico, sale sempre in legno per cene e colazioni e un locale benessere, con vasca idromassaggio, bagno turco, sauna finlandese ed altro. Il tutto gestito dalla Famiglia Galli (grandi esperti nel settore della ristorazione, che tra l’altro ricevono i loro ospiti, nella buona stagione, al Rifugio dell’Alpisella, in pieno Parco Nazionale dello Stelvio. Infine LIVIGNO offre anche una grande qualità nei suoi prodotti alimentari: i pinzocheri e bresaole in testa seguite dai formaggi con latte d’alpeggio, dalla polenta taragna ad un’infinità di dolci. Credetemi, vale la pena di provare! Arnaldo "Cucchi" Ferrando

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ASD Team Vallescrivia: terminato il Cimento 2021 Il “2° Cimento Salite della Vallescrivia edizione 2021”, iniziato il 1° marzo di quest’anno, è terminato il 31 ottobre ed i numeri ne confermano il grande successo. Tappe in programma: n. 20 + 1 prestige Iscritti n. 143 Partecipanti che hanno completato il cimento 2021: n. 90 Partecipanti che hanno pedalato la tappa prestige 2021: n. 56 Totale tappe concluse n. 2.210 Chilometri percorsi: circa 82.000 Tutto si è svolto nel pieno rispetto del regolamento, grazie anche all’attento controllo degli “admin” che con il loro costante e giornaliero impegno hanno controllato ed omologato tutte le tappe concluse correttamente.

spesso mai visti prima. La grande partecipazione ha fatto sì che anche quest’anno possa essere soddisfatto lo scopo primario dell’evento: l’aiuto del prossimo con opere di beneficenza. Il “Cimento” avrà il suo epilogo la sera del 27 novembre 2021 presso la Palestra Comunale di Sarissola, che prevede il seguente programma: - apertura serata e consegna assegno alla “Band degli Orsi”; - consegna maglie cimento 2021 e Prestige; - presentazione del Cimento 2022; - presentazione della maglia del Cimento 2022 e della divisa del Team 2022-2023. La ASD Team Vallescrivia ringrazia tutti coloro che hanno permesso

nuano a dare tanto per lo sport. Per chi non conoscesse i trascorsi sportivi di Fabio e Manuela, di seguito si riportano alcune informazioni e dati riguardanti i successi più rilevanti. Manuela Di Centa, campionessa indiscussa nello sci di fondo, è nata a Paluzza, in provincia di Udine. È sorella del fondista Giorgio e cugina del mezzofondista Venanzio Ortis, a loro volta atleti di alto livello. È legatissima alla sua terra natia, la Carnia (Friuli Venezia Giulia), composta da sei valli di montagna situate all’estremo Nord Est dell’Italia, una terra ricca di valori e di storia, con un territorio incantevole per la bicicletta. Nel 1994 e nel 1996 si aggiudicò la Coppa del Mondo generale. In carriera partecipò a

corsa in montagna. Nel 2003 ha aggiunto un altro record quale prima italiana a raggiungere la cima dell’Everest. Dal 2021, Manuela fa parte de “I Legend”, progetto strategico di Sport e Salute che mira a raggiungere i praticanti di ogni età, di ogni livello e di ogni fascia sociale. È un’iniziativa che vede il coinvolgimento di una grande squadra, composta da Campioni non più in attività agonistica, che hanno fatto la storia dello sport italiano. Tra questi, Jury Chechi, Maurizio Damilano, Patrizio Oliva, Gabriella Dorio, Massimiliano Rosolino, Antonio Rossi, Angelika Savrayuk. Manuela è sposata con Fabio Meraldi, altro nome di spicco nel mondo

Anche a questa edizione ha partecipato una grande varietà di pedalatori che, con biciclette da strada, mountain bike o e-bike, si sono divertiti e conosciuto nuovi territori,

la riuscita della manifestazione ed augura un arrivederci all’edizione 2022. Tra le tante manifestazioni di apprezzamento dell’evento, una in particolare merita di essere segnalata. I coniugi Fabio Meraldi e Manuela di Centa, amici friulani di Roberto del team Vallescrivia, hanno avuto modo di conoscere nel dettaglio la iniziativa “Cimento Salite della Vallescrivia” e ne hanno dato un grande valore per le finalità di carattere sia sportivo che benefico. La breve testimonianza video che ci è stata dedicata e che sarà pubblicata sul sito della associazione, ci rende orgogliosamente riconoscenti nei confronti di due persone che hanno dato e conti-

cinque edizioni dei Giochi olimpici invernali, Sarajevo 1984, Calgary 1988, Albertville 1992, Lillehammer 1994 e Nagano 1998 e a sei Campionati mondiali, vincendo sette medaglie. Manuela Di Centa ha continuato a praticare lo sport, anche dopo il ritiro dallo sci di fondo, ottenendo ottimi risultati nella specialità della

dello sport ad altissimi livelli, nato e cresciuto a Valfurva, in Valtellina. È guida alpina, pioniere e campione indiscusso di ski alp e skyrunning, e dal 2021 Presidente della Federazione Italiana Skyrunning (FISKY). Necessiterebbe una pagina intera per elencare le sue imprese sportive coronate da tante vittorie. Roberto Valente

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Un nuovo ponte per Montoggio Un ponte collega, associa, congiunge. Ed è stato così anche per Montoggio, che sabato 30 ottobre ha inaugurato il nuovo ponte sul torrente Scrivia: un emozionante momento di unione non soltanto per l’intera comunità montoggina, ma anche per tutta la Valle Scrivia. Alla cerimonia erano presenti il Presidente della Regione Giovan-

ni Toti e l’Assessore alla Protezione Civile e alle Infrastrutture Giacomo Giampedrone, che hanno ricordato l’impegno per realizzare la nuova costruzione necessaria dopo le alluvioni del 2014 e del 2015, e il Prefetto di Genova Renato Franceschelli, che ha sottolineato come le istituzioni locali debbano occuparsi non solo del capoluogo ligure ma anche dell’entroterra. “Dopo le alluvioni del 2014 e 2015 l’abitato di Montoggio aveva bisogno di risposte concrete importanti da parte delle istituzioni. La realizzazione del ponte e il suo finanziamento da parte di Regione Liguria arriva dopo una lunga serie

di altre risorse destinate a Montoggio: oltre 4 milioni di euro stanziati da Regione Liguria per la messa in sicurezza del paese – ha detto il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti – Finanziamenti attraverso cui abbiamo agito su tante criticità esistenti sul territorio. Dalle opere di adeguamento del tratto tombinato del rio Carpi fino

alla demolizione e al rifacimento del ponte sullo Scrivia che, con le sue pile in alveo è stato tra i principali responsabili dell’esondazione del 2015. Oggi è sicuramente una giornata molto importante perché finalmente si concludono tutta una serie di interventi ritenuti fondamentali su cui Regione Liguria ha investito per ridurre il rischio e aumentare la sicurezza del territorio”. L’impegno nei confronti dei territori valligiani è stato ribadito anche dai numerosi rappresentanti di Città Metropolitana, nelle parole del Consigliere Franco Senarega. Presenti anche il Presidente dell’Unione dei Comuni Mauro Ta-

magno, i Sindaci della Valle Scrivia e dei Comuni limitrofi, e molti altri rappresentanti degli Enti Regionali e Comunali. Dopo i saluti delle istituzioni, gli alunni della Scuola Media di Montoggio, presenti con le loro insegnanti, hanno esposto alcuni elaborati dal titolo “Caro ponte ti scrivo…”, confermando come il nuovo impalcato sia qualcosa di importante, davvero, per tutti. Al taglio del nastro, da parte del Sindaco Faustino Mauro Fantoni e del Presidente della Regione, i bambini e i ragazzi del Comune hanno lanciato alcuni palloncini colorati, simbolo di ripresa e di futuro. Subito dopo un breve corteo delle autorità, i primi a transitare sul ponte sono

stati i veicoli d’epoca del Veteran Car Club. Nell’ambito della cerimonia di inaugurazione era presente un servizio distaccato di Poste Italiane con annullo speciale filatelico: un bollo che attualizza e fissa nel tempo, a memoria, eventi di varia natura, celebra anniversari, inaugurazioni, richiama raduni e

incontri umanitari, invita a manifestazioni folcloristiche, culturali, artistiche, sportive. Antonella Repetto / Bianca Torre

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Sì… anche tutto questo a Montoggio Come leggerete nell’articolo accanto Montoggio ha recentemente avuto il suo quarto d’ora di visibilità nella recente inaugurazione del ponte al centro del paese; un paese che il catino dello Scrivia ed il contorno dei vari monti appenninici (ben 18 compresi fra i 1122 mt del monte Liprando ed i 780 mt del monte Bareto) hanno in appa-

renza reso “baricentrico” nell’edificazione ed il suo sviluppo storico, ma…ma a ben vedere se guardiamo la cartina scopriamo che Montoggio è tutt’altro che monolitico

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anzi fra frazioni, borghi e agglomerati di case possiamo scoprire sulla mappa che sono segnati udite udite CINQUANTUNO luoghi. E qui scopriamo un’altra caratteristica storica di questo meraviglioso paese: è evidente che tutti questi borghi sono nati nella storia e nel tempo ed allora erano collegati con il fondo valle da sentieri e mulattiere (solo dopo gli anni ’70 si è sviluppata la carrabilità per raggiungerli) e per il trasporto del latte a fondo valle? Per portare in alto le provviste ed i beni necessari? Ebbene sono state costruite le teleferiche che ancora oggi sono osservabili sul territorio e se ne contano ancora una decina sparse sulle varie pendici montuose, fra queste quella del monte Moro è particolarmente interessante per il suo andamen-

to non rettilineo bensì adagiato a seguire il profilo ondulato del pendio: possiamo definirla ingegneria rurale! La teleferica a Carsegli ha contribuito anche recentemente al consolidamento edilizio della frazione e dei suoi borghi (Rione, Vallecalda, Cognole, Case vecchie, e Ca’ dedatu) perché la gente di Carsegli mantiene viva la comunità che durante la guerra si distinse per l’ospitalità accogliendo un numero considerevole di sfollati. Un’altra teleferica parte dalla strada per Creto e sale al borgo di Cravasco che ha visto attorno al 700 un primo fenomeno emigratorio: infatti tal Gerolamo Torre spostò la sua famiglia da Sant’Olcese giusto a Craascu ad allevare “Crave”. Ecco a Sella un’atra teleferica: coloro che fanno trekking conoscono il borgo perché fa parte della 26° tappa della traversata del Monti Liguri ed è l’unico luogo di Montoggio che vede il mare. Una piccola cappella dedicata all’Assunta è stata posta esatta-

mente sullo spartiacque tantoché la pioggia che cade sulla falda di ponente cade nel mare Tirreno mentre quella che cade sulla falda di levante è destinata al mare Adriatico. Abbiamo inaugurato il ponte nuovo ma non tutti sanno che grazie al complesso bacino imbrifero di ponti e passerelle a Montoggio ce ne sono un’infinità; cito solo il ponte medievale di Bromia che scavalca il Pentemina e, dirimpettaia, la passerella che scavalca il Laccio e permette di percorrere un sentiero bellissimo: il sentiero della Chiusa che da Bromia raggiunge il centro proprio accanto alla farmacia del dott. Giovanni. Una stupenda passeggiata! Faccio mie le parole di Striscia la notizia: “Venite a Montoggio a scoprire tutti i suoi ponti che non saranno quelli di Madison County (U.S.A.) ma sono belli da scoprire come belle da scoprire sono le teleferiche… mi raccomando come ospiti!” Giancarlo Ferbri

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A Busalla il rugby è per tutti Di rugby in Italia se ne parla troppo poco, relegato a “sport minore” spesso tacciato di essere “pericoloso” confinato a un ambito prettamente “maschile”.In Valle Scrivia questi pregiudizi sembrano quasi sparire: negli anni 70 il Rugby Bu-

salla ha visto giorni di gloria dal respiro internazionale, qualche anno fa schierava in Coppa Italia la prima squadra femminile ligure e annoverava tra le sue atlete giocatrici della massima serie, oggi propone attività per bambini e bambine a partire dai 3 anni. Dopo quasi due anni di arresto il Club riparte puntando sui giovani, facendo conoscere la palla ovale e i suoi valori

soprattutto ai più piccoli. In fondo il Rugby è lo sport di aggregazione per eccellenza, aspetto che negli ultimi periodi è davvero mancato. A settembre il Rugby Busalla è ripartito con rinsaldato spirito e nuovo vigore: ha proposto sul territorio la prima edizione nazionale dei Rugby Open Day, iniziativa organizzata dall’area Promozione & Sviluppo della Federazione Italiana Rugby, attirando tanti bambini e bambine e dimostrando quanto questo sport sia accattivante e di quanto i giovani abbiano necessità di fare attività all’aria aperta, insieme ai loro coetanei, in sicurezza ma in serenità. Una stagione fresca sotto tantissimi aspetti, a partire dallo staff tecnico di cui ha preso la guida Andrea Panetta, giocatore di uno dei principali Club genovesi, atleta, allenatore ed educatore dalla plurienna-

Auguri

le esperienza. Un altro importante acquisto è Mauro Lugano, giovane giocatore e compagno di squadra di Andrea, che seguirà le attività del minirugby per ragazzi e ragazze dai 7 anni in su. Alice Ronsval e Daniela Trombetta (ex giocatrici del Rugby Busalla) saranno le promotrici della nuova proposta, unica su tutto il territorio, di Rugbytots: il programma di motricità col pallone ovale dedicato a bambini e bambine dai 3 ai 6 anni che attraverso i principi del rugby accompagna in modo ludico e ricreativo i più piccoli nel loro svilup-

po fisico, motorio e psicologico. Una proposta a tutto tondo quella del Club, una nuova scommessa giocata in prima persona dal Presidente: Paolo Costa, che crede fortemente in questo progetto da quando, insieme ad altre vecchie glorie ha rifondato la società e che oggi gestisce insieme a Mavi Della Libera, Silvia Molinari e Luca Novero, ma soprattutto impegno per il futuro dei bimbi, delle bimbe, dei ragazzi, delle ragazze che passeranno per il Club. Silvia Molinari

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Crocefieschi, un paese vivo Anche quest’anno la Proloco in collaborazione con l’Amministrazione Comunale si è occupata del Parco Braia. Dopo un “sonno” tra le foglie e il silenzio dell’inverno, nel periodo primaverile noi volontari Pro Loco iniziamo a “prepararlo” per la venuta dei “villeggianti” e dei turisti di passaggio affinché siano pronti tutti gli impianti sportivi, campi da bocce, tennis, beach volley, campo di calcio ed il Bar che con la sua terrazza coperta, la pista da ballo e il palco per gli eventi, è una sorta di ritrovo per tutti. Mettiamo a disposizione gratui-

di Crocefieschi e al Parco Braia in cui abbiamo realizzato tre cose dal sapore “antico” che ci piace ricordare: una piccola estemporanea di pittura per bambini, protagonisti per un giorno con i loro disegni; il pic-nic anni ‘60 e lo spettacolo dei burattini. Lavorare con i bambini è una gioia, e grande è la soddisfazione che ti danno se sai entrare nel loro mondo. Lo spettacolo dei burattini è stato bellissimo, l’autore-attore ha lavorato magnificamente ed il Pic-nic ci ha riportati indietro nel tempo quando si partiva con mamma e papà, non-

tamente libri per grandi e piccini, tavolo da ping pong, biliardino, ma soprattutto il nostro accogliente sorriso, e la nostra disponibilità a venire incontro alle esigenze di mamme, bambini, ragazzi e nonni. Il programma estivo ha visto svolgersi numerosi eventi nel paese

ni, zii per fare “un pic-nic”. Ecco, il nostro Parco è anche questo, un luogo che noi crocesi amiamo e che amerete anche voi se verrete a trovarci! Quest’anno i soci della Pro loco Crocefieschi, a partire dai primi giorni di luglio, grazie anche al supporto ed alla collaborazio-

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ne della civica amministrazione, hanno organizzato, coordinato e diretto diverse attività ed eventi di carattere culturale, sociale, ludico e sportivo. Grande interesse è stato prestato alla commemorazione storica del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri con il coinvolgimento del Prof. Matteo Fratarcargeli, che, nell’ambito del suo tour “La Divina Commedia in 100 Borghi”, presso la suggestiva chiesa di Santa Croce ha narrato, letto e commentato il XXVIII Canto dell’Inferno. Sono state organizzate, grazie al coinvolgimento di Guide Escursionistiche della Regione Liguria, diverse escursioni naturalistiche in diurna e notturna, alle principali cime facenti parte del Parco Antola ed all’interno del territorio comunale. Molti anche gli appuntamenti musicali, sia presso il paese sia presso il parco della Braia, tutti svoltisi con grande ordine sociale e con rigoroso rispetto e attenzione delle normative antiCovid. Grande risonanza a livello nazionale hanno avuto due, ormai storici, eventi che fanno di Crocefieschi una meta ambita e di assoluto rispetto: “Estemporanea di Pittura”, manifestazione artistica pittorica, ormai alla nona edizione con partecipazione di oltre 25 artisti da ogni parte della Regione e del Nord Italia con assegnazione di diversi premi fino al 5° classificato. “Crocefieschi legge” festival del libro e della lettura “Carlo Mereta”, ora alla sua quarta edizione, con la partecipazione di oltre 20 autori fra cui esponenti della letteratura italiana, artisti, scrittori, autori comici, escursionisti.

L’autunno crocese ha visto protagonista la Pro Loco nella organizzazione e realizzazione della 42° edizione della Castagnata. Tutti i Crocesi sono stati coinvolti ed hanno operato per la riuscita della giornata, come una vera comunità di persone, tutte insieme per realizzare un grande evento. Ebbene, al di là di ogni aspettativa e nonostante le preoccupazioni e prescrizioni legate al Covid, la Castagnata è stata un grandissimo successo di partecipazione. Tantissime castagne, birra, panini con salsiccia e mostardella, banchetti, un concerto in piazza. Sull’onda dell’entusiasmo della Castagnata, la Pro Loco, con l’appoggio dei commercianti del paese, organizzerà anche i classici mercatini di Natale, previsti per il giorno 12 Dicembre. Sarà sicuramente un grande successo, a coronamento di una annata veramente speciale per la Pro Loco di Crocefieschi, nonostante le tante difficoltà legate dalla pandemia e relative necessarie restrizioni. Si ringraziano: il Comune di Crocefieschi, i commercianti, tutti i crocesi che come una grande famiglia hanno aiutato e consigliato la Pro Loco per la riuscita di tutti gli eventi del 2021. Arrivederci al 2022, ancora con grande entusiasmo e voglia di crescere. Gian Paolo Sampellegrini Enrico Mendace - Ketty Petacchi

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Asilo Busalla Anno scolastico 2021/2022 Stessi problemi di quando ci siamo lasciati a fine giugno 2020, ma tante aspettative in più. Ci stiamo lasciando alle spalle un anno veramente difficile specialmente per i bambini costretti a stare divisi in gruppi, ma anche per le maestre. La speranza è proprio quella di tornare alla normalità per poter giocare tutti assieme e completare quel ciclo di socialità necessaria e propria della prima infanzia. Siamo impazienti di ritornare ad accogliere i genitori all’interno della nostra scuola affinché possano vedere tutte le attività dei loro bimbi. Il nuovo anno scolastico è iniziato con un nuovo orario di apertura dell’asilo veramente importante dalle 7 del mattino alle 17,55 di sera, lasciando inalterata la retta per tutte le sezioni: NIDO - PRIMAVERA e SCUOLA DELL’INFANZIA. La pausa estiva è stata riempita dal CENTRO ESTIVO che per 6 settimane (dal 3 luglio al 13 agosto) ha accolto una quarantina di bambini che hanno giocato e imparato. Come dicevamo l’anno scolastico è iniziato e anche le attività complementari come il DOPOSCUOLA,

che accompagna i bambini della primaria nell’attività scolastica alleviando le famiglie. Siamo a Natale, è proprio questo il momento di sentirci uniti e sereni in una unica grande famiglia. Lo scorso anno un gruppo di genitori ha promosso un’attività di raccolta fondi, sia nella festività natalizie che della S. Pasqua, ottenendo un ottimo risultato. Proprio in questi giorni si sta montando (nella nostra “Aula Verde” una casetta per il gioco dei bambini. La “casetta” è stata acquistata appunto con i fondi raccolti. È doveroso un sentito ringraziamento da tutto l’Asilo Infantile Principe Ferdainando Umberto di Busalla, a chi ha partecipato e aderito per la realizzazione di tutto ciò. Anche quest’anno ci saranno attività simili che illustreremo quanto prima a mezzo facebook e con il tam tam dei genitori. Con tanta volontà e con il cuore pieno di speranza continuiamo nella nostra opera augurando un sereno Natale a tutte le famiglie. il Consiglio Direttivo

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Molte volte leggiamo o sentiamo pronunciare questa frase durante il periodo natalizio, fantasticando di passeggiare su di un soffice e candido manto nevoso, tra piccole casette in pietra dai camini fumanti, alberi addobbati, lucine colorate, invitanti profumi di panettone, zenzero, cannella e canti natalizi in sottofondo. Da sempre innamorata di tutto ciò che riguarda il Natale mi sono chiesta se anche “noi” dell’Alta Valle Scrivia possedevamo uno di questi luoghi dalla magica atmosfera natalizia. Ebbene sì! Nell’affascinante ed incontaminata Valbrevenna, in una posizione panoramica, alle pendici del Monte Antola, si trova l’antico borgo medioevale di Senarega... il nostro Paese del Natale! Passeggiare nel borgo è un po’ come immergersi nelle viuzze di un suggestivo presepe, tra le antiche case rurali con i tetti ricoperti dalle tipiche ciappe (lastre di ardesia). Alcune di queste abitazioni conservano ancora l’aia con l’originale pavimentazione in pietra, altre invece sono caratterizzate da terrazzini in legno. Soffermarsi davanti alla casa del fornaio ed immaginare quando quel forno annerito sfornava pane dall’invitante profumo e nel periodo natalizio, la focaccia dolce (antenata del tradizionale pandolce genovese), passare davanti alla casa del fabbro avvertendo quasi il tintinnio del martello sulla piccola incudine o ascoltare il rumore della pialla che scorreva sul legno nella bottega del falegname ed

ancora immaginare il viavai degli abitanti intenti nelle loro mansioni quotidiane. Udire echi lontani di risa e chiacchiere provenire dalle accoglienti osterie o lo scrosciare dell’acqua dei lavatoi ed il vociare delle lavandaie.

Seguire la stradina acciottolata che conduce al Castello passando sotto ad un caratteristico arco in pietra con annessa fontana ed inspirare arcaici odori di legna bruciata e di castagne messe ad essiccare, il tutto avvolto da quel profumo di bosco che nella stagione invernale sa di muschio, di aghi di pino, di foglie e terra bagnata. Giungere infine alla stalla che con il suo tepore, nei periodi più freddi, riuniva la famiglia; quella stalla con la sua mangiatoia che ci riporta con il pensiero alla nascita di Gesù.” Elena Ponte Questo testo è tratto da “Il Paese del Natale”, un mio racconto pubblicato nell’antologia “Tradizioni di Natale” edito da Idrovolante Edizioni.

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tore-preparatore di automobili e organizzatore di eventi automobilistici. Il padre Bruno ha sempre corso fino a quando lui, conseguita la patente gli “rubò” l’adorata 127. Da allora è iniziata la sua carriera agonistica, che continua tuttora, impreziosita dalla conquista di ben 5 titoli nazionali, tra i quali il titolo di Campione Italiano Assoluto Slalom nel 2021, il massimo titolo che si

possa conquistare in questa disciplina, ed oltre 100 vittorie nelle varie categorie in cui si è cimentato. Dal 2006 decise di intraprendere una nuova attività lavorativa creando la “Polini Motorsport”, una realtà che ad oggi, nell’ ambiente motoristico è conosciuta a livello nazionale e non solo. Nata come officina specializzata nella modifica-revisione e costruzione di sospensioni, dal 2015 si è trasferita nella nuova sede che gli ha permesso di ampliare le lavorazioni con nuovi macchinari e nuove tecnologie. La loro forza sta nel fatto che tutte le parti delle vetture costruite sono fatte “in casa”, partendo dalla costruzione del telaio fino ad arrivare alla parte grafica curata dalla compagna Manuela. La vettura che ci ha fatto conoscere in tutta Italia è stata la nostra A112 Yamaha; proprio così, tutti i loro prototipi sono equipaggiati con motori di derivazione motociclistica, dei veri a propri bolidi che ormai superano abbondantemente i 200cv e che pesano poco più di 500kg. Non gli sono man-

cate ulteriori soddisfazioni a livello lavorativo vincendo alcuni titoli nazionali in varie discipline, Slalom, Velocità montagna, Velocità sul ghiaccio ecc.. Non contento di tutto ciò Alessandro fa parte, dal 2015, dello staff organizzativo della gara di casa, soprannominata “Corsa del 1° Maggio”, la storica MignanegoGiovi che proprio nel 2022 compirà l’ambito traguardo dei 100 anni e collabora all’ organizzazione dell’ormai noto Busalla Motor Day, revival dedicato ad auto sportive divenuto manifestazione di riferimento per molti appassionati di automobili di tutte le età. In ultimo la “chicca”: con orgoglio ci anticipa che per il 2022 il nome di Busalla comparirà

nel calendario delle manifestazioni di Slalom Automobilistico Nazionale, in quanto rivedrà la luce la Busalla-Crocefieschi, corsa che si svolse già negli anni 80. Un sincero “in bocca al lupo” ad Alessandro e Manuela.

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Lettera aperta a tutti gli amici lontani e vicini Non Il 2021 volge al termine po! Una parte dei presenti prolunga degli addetti alle strutture. Portia- sottovalutare e la situazione pande- il ritorno per aspettare, sul m. Anto- mo a conoscenza dei lettori che mica è migliorata grazie la, il sorgere del sole che con i suoi la nostra Associazione è una delle i giovani

alla somministrazione dei vaccini e della nostra resilienza. Ciò ha permesso al Geb un maggior grado di libertà di movimento e conseguentemente di poter fare, grazie alla collaborazione di alcuni soci volontari che hanno dato la loro disponibilità con umiltà e competenza, di accompagnare piccoli gruppi, con mezzi propri e nel rispetto delle vigenti leggi sanitarie. A costoro vanno i nostri ringraziamenti perché hanno saputo trovare le motivazioni di aggregazione e condivisione,

testimoni del passato e del futuro del gruppo. Abbiamo così portato a termine una quindicina di gite, svolte tra sabato e domenica: ne riportiamo alcune tra le più conosciute. Non possiamo omettere di citare l’escursione, in notturna sul M. Antola, un evento che viene ripetuto annualmente in occasione della festa di S. Pietro che cade alla fine di giugno, al solstizio d’estate. Partiti al tramonto, arrivati quando le ombre della notte, si allungano sulla natura circostante, dopo un breve riposo, muniti di torce, in fila indiana, tutti insieme si giunge in vetta. Quest’anno ha partecipato e ha condiviso il percorso, una giovanissima escursionista, dell’età di circa otto anni, Bimbi, seguita dalla mamma Francesca, che fa ben sperare per l’avvenire del nostro grup-

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raggi irradia con splendidi colori le alture circostanti. Recentemente, una bellissima giornata ha accompagnato il nostro gruppo verso il M. Caucaso a m. 1240. Un percorso immersi in boschi di faggi, con le foglie dorate dalle varie sfumature dell’autunno, dal verde tenero al marrone/arancione che, mosse dalla brezza del vento, cadendo un po’ di qua e di là, sembrano farfalle colorate. Arrivati al Caucaso ci accoglie la Cappelletta della Madonna della Pace e subito sotto si intravede il rifugio con la sua terrazza panoramica dalla quale il nostro occhio può spaziare su un panorama mozzafiato... dalle Alpi Apuane e Liguri, alla costa Ligure con Portofino, Sestri Levante... dal M. Ramaceto all’ Aiona e così via. In autunno si è potuto anche fare, dopo la pandemia che nel 2020 ci ha costretto solo a uscite contingentate, di indire la Castagnata alla Bastia. Ringraziamo per l’ospitalità

Continua dalla copertina

più longeve di Busalla, poiché nel 2022 compie 70 anni e lo spirito di speranza che accompagna il nostro gruppo, è la consapevolezza di avere a cuore l’ambiente, la natura, la montagna, che in poche parti del creato si rivela tanto splendidamente nella sua potenza, maestosità, la bellezza di Dio. J. Goethe sosteneva che “I monti sono maestri muti e fanno discepoli silenziosi”. È con questo chiudiamo con tanti Auguri per le prossime festività e per l’anno che verrà, raccomandando tutti di non abbassare la guardia, perché il Coronavirus non guarda in faccia nessuno. Proteggiamo la nostra comunità con semplici gesti di protezione. Anna Lindner

Tutte negatività che esistono, in realtà, ma non così diffuse come si vuole credere. I giovani tendenzialmente vorrebbero sorridere alla vita. Vorrebbero poter condividere con tutti le loro aspirazioni, far conoscere i loro sogni, la loro speranza in un mondo positivo e felice. Certo i loro pensieri sono ancora ingenui, essi credono ancora nella lealtà, nella sincerità, nel rispetto, sempre e comunque. Dovrebbero essere ascoltati, capiti, aiutati ad entrare nella difficile componente umana dei nostri tempi. In fondo essi sono l’avvenire, l’Italia di domani. Ma purtroppo nessuno li ascolta e vuole condividere le loro aspirazioni. Nessuno sembra valutare la loro potenzialità, riconoscere il peso delle loro f resche energie. Per questo la categoria giovani sentendosi esclusa dal contesto comune, si è isolata dal resto della società creando, quasi inconsciamente, un proprio esclusivo mondo che si è scontrato con le contrarietà, i dinieghi contrari alla loro filosofia. Sono certo che la strada giusta sarebbe quella di farli partecipare, in misura della loro potenzialità, agli andamenti del sociale, preparandoli con massima disponibilità alle più complesse tematiche del vivere comune. E soprattutto, riservare loro la considerazione ed il rispetto che è dovuto a ciò che la natura promuove da sempre, ovvero il ricambio biologico che non tradisce mai. Questo è un messaggio in favore dei giovani e credo valga qualcosa, se si considera che proviene dall’esperienza di un vecchio ultra ottantenne. Andrea Merlo

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Centro formazione fisico sportiva Scuola di mountain bike a Ronco Scrivia In un periodo di emergenza sanitaria dove si predilige lo sport outdoor è stata recentemente inaugurata a Ronco Scrivia la scuola di mountain bike del C.F.F.S., per bambini e ragazzi e nel prossimo futuro anche per i più grandi, esperti e principianti. Tanti bikers in erba, bambini e bambine possono quindi utilizzare le loro bici nella zona sportiva Sandro Pertini, lungo il torrente Scrivia, recentemente pulita dalla sezione podistica di Ronco Scrivia e già luogo di gare di corsa campestre e ciclocross di livello regionale. Un luogo immerso nel verde, habitat ideale per la Mtb. L’obiettivo è stato quello di creare una scuola per bambini dai 5 ai 14 anni, insegnando le tecniche per andare in bicicletta in sicurezza, senza agonismo, con spirito di aggregazione e alla scoperta della natura e dei sentieri dei nostri territori recuperati in questi ultimi anni e resi nuovamente fruibili attraverso importanti interventi di manutenzione e pulizia da parte di volontari facenti parte delle associazioni che operano a Ronco. In quest’ottica il recente inserimento nella carta inventario della REL (Rete Escursionistica Ligure), da parte degli Uffici Comunali, di diversi sentieri nel territorio limitrofe consente una prospettiva ancora più concreta di utilizzo di tali sentieri, in sicurezza ed immersi nella natura. Come racconta il presidente Bruno Saccomanni “Si è partiti con un gruppo Il Magazine della Valle Scrivia Num. 17 Dicembre 2021 Direttore responsabile: Beppe Nuti Redazione: Silvio Queirolo, Arnaldo Ferrando, Emanuele Queirolo Giancarlo Ferbri Email: sirvin@libero.it Distribuzione gratuita

di amici: Pro Loco, le nostre sezioni podismo e Aquilotti MTB, dopo un’edizione di SPORTIVAmente Ronco di grande successo in termini di partecipazione, con l’idea di creare un campo scuola nella prospettiva di portare i bambini lungo i nostri sentieri puliti da Aquilotti Mtb, Amici del Monte Reale, Sezione podismo del C.F.F.S., Ente Parco

Impaginazione e grafica: Cristina Musso Stampa: Grafiche G7 - Savignone Per la vostra pubblicità: Silvio 328.8967602 Seguici su Facebook @magazinevallescrivia Credit immagini: Freepik: BiZkettE1 pch.vector - coolvector Freepik - pikisuperstar Vedi arretrati su: issuu.com/magazinevallescrivia

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Hanno Collaborato:

Stefania Brunettini Davide Cozzolino Sergio "Teddy" Di Tonno Fabrizio Fazzari Giancarlo Ferbri Arnaldo "Cucchi" Ferrando Nadia Lapina Anna Lindner Rossana e Valeria Lupi Enrico Mendace Andrea Merlo Silvia Molinari Ketty Petacchi Mauro Ponta Elena Ponte Antonella Repetto Vittorio Romairone Clara Salvarezza Gian Paolo Sampellegrini Bianca Torre Roberto Valente

Antola e non solo. È un’occasione per stare insieme ai giovani, per insegnare la tecnica della bici fuoristrada divertendosi ma soprattutto, considerato la fase sensibile della loro età (5-14 anni), proporre momenti educativi creando spunti al fine di perseguire uno stile di vita salutare e sostenibile. Oggi abbiamo due istruttori qualificati e altro

personale volontario in supporto”. Salti, gincane e passaggi in equilibrio, non è così scontato andare in bicicletta lungo i sentieri dei nostri boschi, spesso questi paesaggi incantevoli e unici rimangono fruibili solo per i più grandi. E non solo scuola! L’obiettivo del C.F.F.S. di Ronco Scrivia è quello di fare aggregazione anche con i genitori in modo da poter organizzare eventi ed uscite di gruppo. La scuola di MTB CFFS Ronco Scrivia, attualmente si svolge il sabato mattina, basta avere una bicicletta, un caschetto e la voglia di stare insieme immersi nella natura. Nadia Lapina

dove trovare il magazine Presso i negozi inserzionisti e le seguenti edicole/librerie: Montoggio: Edicola Morando VALBREVENNA: Circolo Endas Avosso: Alimentari Torre CASELLA: Edicola Caneva San Bartolomeo: Merceria/giornali Garré Sabrina SAVIGNONE: Alimetari Garrè Claudia Sarissola:

Tabaccheria Tamagno Fanny Tabaccheria vicino all’ACI Busalla: Edicola dai Giardinetti Cartolibreria Gloria BORGO FORNARI: Macelleria Molinari Isolabuona: Bar/edicola U Fuentu Ronco Scrivia: Edicola Corso Italia Isola del Cantone: Edicola Via Roma

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Andrea Merlo * ricorda: mio cugino Andrea Luigi Martinetti (

A Sampierdarena, più o meno a metà di via Cantore, si inerpicava una ripida strada che all’epoca si chiamava “Corso dei Colli”. Nella parte alta, dove dopo tanto salire le case finalmente potevano godere di più ampi orizzonti, abitava mio zio Giuseppe Martinetti detto “Pinin”. Sua moglie, la zia Tina, era sorella di mio padre, madre di Ernestina e Andrea Luigi. Mio cugino, che tutti abbiamo sempre identificato con il suo secondo nome “Luigi”, aveva dieci anni più di me e quindi, ai tempi della Resistenza era sotto le armi. Arruolato in aeronautica aveva seguito con profitto il corso ufficiali, dal quale era uscito con il grado di sottotenente. Per una disposizione del Ministero alla Difesa era stato posto in congedo temporaneo e, con la famiglia, si era trasferito nella casa dei nonni, a Cadegualchi, in comune di Parodi Ligure. Una località sperduta tra i monti dell’Oltregiogo Appenninico, da anni appartenente al Piemonte, nonostante il perdurare del suffisso “Ligure” nel riferimento comunale. Luigi era un giovane prestante e simpatico, sempre sorridente e disponibile. Nella mia valutazione di bambino era sempre stato l’ideale modello a cui ispirarmi, e posso affermare di averlo sempre ammirato oltre ad avergli voluto bene. In quel frangente non aveva obblighi militari e quindi poteva trascorrere il suo tempo in relativa tranquillità. La sua naturale esuberanza si scontrava, però, con la apatia di quelle giornate trascorse infruttuosamente e sempre più si era fatto sentire il desiderio di maggiore partecipazione agli eventi in atto. Per questo, un bel giorno, pure se non pressato da bandi o richiami in servizio, aveva lasciato i suoi cari ed era salito in montagna, alla macchia, tra i partigiani.

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)

Non nutriva sentimenti politici, voleva soltanto aiutare la sua patria a riconquistarsi una identità positiva. Non era il tenente che andava alla guerra, era semplicemente un italiano che amava l’Italia. Ancora una volta il suo genuino atteggiamento aveva destato ammirazione e considerazionae, anche per la naturalezza con cui si era adattato alla difficile esistenza del ribelle. Non gli importava se veniva chiamato a svolgere incarichi modesti, e non aveva mai cercato di far valere la superiorità che gli avrebbe consentito il suo grado di ufficiale. Così una notte gli era toccato il turno di guardia ad un prigioniero. Lassù in montagna non disponevano di celle e quindi quel tipo di custodia era piuttosto rischioso, come purtroppo i fatti ebbero a dimostrare. Purtroppo tra le file partigiane si insinuava talvolta qualche infiltrato che aveva potuto rilevare e trasmettere al comando della GNR di Alessandria, dati precisi sulla composizione e sulle collocazioni dei nuclei partigiani del territorio. Anche nella vicenda di Luigi c’era stato qualcuno, mai scoperto, che aveva armato la mano di quel prigioniero falsamente mostratosi arrendevole e remissivo. Per questo, quando l’ostaggio gli aveva chiesto di uscire dal campo per una impellente necessità, nessun sospetto era sorto al suo provvisorio e ignaro guardiano il quale aveva immediatamente accondisceso, accompagnandolo verso il folto della macchia. Evidentemente non aveva preso eccessive precauzioni, confidando nella supremazia garantitagli dal fucile che portava con sé e dal fatto che il prigioniero avrebbe dovuto essere disarmato. Purtroppo invece, non appena avevano raggiunto il bosco, nella mano di quest’ultimo era apparsa, minacciosa, una pistola. Quando nel silenzio della notte, si era udi-

to uno sparo, uno solo, i partigiani erano subito accorsi trovandosi di fronte ad una scena tanto drammatica quanto inspiegabile. A terra, in un lago di sangue, c’era il mio adorato cugino Luigi con il capo trapassato da un proiettile. Del prigioniero nessuna traccia. Quella morte straziante era stata prontamente vendicata e, a fine guerra, le autorità avevano voluto onorare il mio caro cugino, cambiando il nome della via in cui era nato, da “Corso dei Colli” a “Corso Andrea Luigi Martinetti”. E così si identifica ancora oggi, a settanta anni da quella tragica notte di eroismo e di tradimento. A guerra finita si era posto il problema del mio proseguimento negli studi, dato che volevo frequentare l’istituto tecnico, lo stesso in cui si era diplomato Luigi, a suo tempo. In tutta Genova l’unica scuola di quel genere, funzionava a Sampierdarena, nel leggendario “Palazzo della Fortezza”. Un grave problema per noi che non avevamo più una casa a Genova. Tutto si era risolto grazie alla disponibilità della cara zia Tina, che mi aveva ospitato per un anno intero, trattandomi come un figlio, forse come il figlio che non aveva più. Avevo occupato il suo posto a tavola, avevo dormito nel suo letto e, particolare curioso, avevo potuto studiare con i suoi libri, che la

zia ancora conservava. Non deve meravigliare che quei testi fossero ancora validi dopo così tanto tempo poiché all’epoca i testi non cambiavano ogni anno, come avviene oggi, al contrario restavano pressoché uguali a lungo, favorendone il provvidenziale riciclaggio, fra studenti. Quel tempo trascorso sotto la guida di zia Tina costituisce per me un ricordo struggente. Lei era una donna risoluta, severa e rigorosa, ma tutto ciò non riusciva a tradire i suoi sentimenti di grande umanità. Vivere con lei non ha significato un semplice periodo di coabitazione, bensì una lezione di vita che ha senza dubbio influito sulla mia maturazione. (*) Andrea Merlo nato a Genova da genitori gaviesi, ha trascorso gli anni della guerra a Gavi e, dopo una parentesi di studio e di lavoro nel capoluogo ligure, è tornato definitivamente a vivere a Gavi nel 1962. Nel corso della sua carriera giornalistica ha collaborato con importanti quotidiani nazionali (Il Lavoro, Il Giornale, Il Secolo XIX, e con periodici come “Panorama di Novi” e la rivista “Noi Commercianti”. Nel 1994 ha fondato il settimanale “Il Nostro Giornale” e lo ha diretto fino al 1998. È stato conduttore di una serie televisiva su “Rete 8 Piemonte”. Dal 1998 è corrispondente del quotidiano “La Stampa”.

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