Scoperte per caso
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allelunga, 1915. Tra Contrada Manca e il cozzo della collina Tanarizzi, il dott. Luigi Moscati, chiamato dai vallelunghesi u dutturi Gigiu, durante i lavori di piantumazione per realizzare un boschetto, tra le pietre e la terra, veniva fuori qualcosa di inaspettato: prima un vaso e poi un altro. Ben venti reperti archeologici furono trovati su quella collina dal dottore che, capendone subito il valore, si affrettò a inviarli a Siracusa, all’archeologo Paolo Orsi che ai tempi dirigeva il museo della città. Adesso i reperti sono ancora custoditi lì, nella sezione Preistoria, poiché si tratta di reperti che facevano da corredo a una tomba risalente al periodo 1800/1500 a. C. Invece, recentemente Vallelunga ha assistito a una rivalutazione del sito dove sono stati ritrovati i vasi e, anni dopo, una pietra tombale e delle ossa umane risalenti sempre all’età del bronzo. Rosamarie Tasca D’Almerita nel 2002 ha acquistato il
di Grazia La Paglia
terreno della Tomba di Vallelunga e da allora diversi concorsi letterari, di pittura e di musica dedicati alla tomba preistorica e organizzati con l’Associazione Culturale “La Radice”, hanno voluto ridare al paese una memoria storica che rischiava di essere persa. Sempre sul cozzo Tanarizzi, Rosamarie Tasca si è impegnata per la ricostruzione della tomba, corredata da vasi e cimeli simili a quelli conservati a Siracusa e con la riproduzione di due scheletri umani dell’epoca. Sono stati anche fatti dei tentativi per riportare in zona i preziosi reperti ma, nonostante una risposta positiva giunta dal museo anni fa,non è stato possibile poiché richiedeva delle condizioni che non si potevano soddisfare, come locali blindati e con vigilanza 24 ore su 24. Ma c’è anche da sottolineare che il cozzo Tanarizzi non è l’unica zona di Vallelunga con testimonianze preistoriche. In contrada Casa Bellasi può vedere, sulla fiancata di una discesa, una piccola necropoli cristiana scavata nella roccia.
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