Vivi Consapevole 39 - Lato rivista

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ViviConsapevole, Macrolibrarsi, trimestrale, novembre/gennaio 2014/2015 n.39, Poste Italiane SPA, Sped. in Abb. Post. DL 353/2003 (Conv. in L. 27/02/04 art.1 Comma 1. DCB ForlĂŹ

Numero 39 - â‚Ź 2,50 - Novembre 2014/Gennaio 2015

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SCOPRI COME RICEVERE LA RIVISTA GRATUITAMENTE! Da anni Vivi Consapevole porta avanti un progetto culturale importante. Autosufficienza, permacultura, decrescita, cultura della transizione, abitudine alle “buone pratiche”, risparmio energetico, riciclaggio dei rifiuti, bioarchitettura e bioedilizia, terapie naturali, genitorialità sono i nostri temi, le parole chiave che ci guidano nel lavoro quotidiano, la nostra inesauribile fonte di energia.

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Macrolibrarsi e ViviConsapevole:

costruiamo insieme un futuro migliore Vivi Consapevole novembre 2014/gennaio 2015 Anno X– numero 39 Editore Macrolibrarsi di Golden Books Ideatore Giorgio Gustavo Rosso Direttore Responsabile Marianna Gualazzi redazione@viviconsapevole.it Responsabile di Redazione Romina Rossi info@viviconsapevole.it In Redazione Angelo Francesco Rosso f.rosso@viviconsapevole.it Massimiliano Cirielli m.cirielli@viviconsapevole.it Grafica e Impaginazione Editing , Casa Editrice & Servizi Editoriali - Cesena (FC) Tel. 0547 347627 grafica@viviconsapevole.it Ufficio commerciale Massimiliano Cirielli commerciale@viviconsapevole.it Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero Grazia Cacciola, Dafna Moscati Ilaria Bertini, Dealma Franceschetti Claudia Ceroni, Hubert Bösch Lucilla Satanassi, Giulia Sama Laura Saponaro, Linda Manduchi Stefano Censani, Laura Gabrielli Roberta Cavallo e Antonio Panarese David Cotè, Mathieu Gallant Riccardo Tristano Tuis, Claudia Mengoni Domenico Battaglia, M. Cristina Brugnolo Stefania Casali, Francesca Rifici Tiziana Lugli, Enrico Maria Gobino Sebastian Pole, Giorgio Ferrario Arathi Sabrina Giannò Loretta Zanuccoli, Maria Rosa Fimmanò Matteo Salvo, Ivano Barocci Immagini acquistate su www.sxc.hu www.shutterstock.com www.iphoto.it Stampa Grafica Editoriale Printing - BO Finito di stampare in Novembre 2014 Tiratura: 40.000 copie

Pensiamo che un mondo più consapevole, più etico, più sano sia la miglior strada per la felicità personale, per il benessere globale e per garantire il futuro di questa terra e dei suoi abitanti. Macrolibrarsi diffonde conoscenza e consapevolezza sotto forma di libri, riviste, dvd, prodotti naturali, corsi ed eventi: nel mondo che vogliamo vediamo persone più consapevoli, che amano se stesse e la natura, che vivono in armonia con il prossimo, che ricercano e divulgano con passione nuove idee per un avanzamento collettivo di stampo ecologico-spirituale. Per raggiungere gli obiettivi della nostra Mission, oltre all’e-commerce Macrolibrarsi.it, abbiamo deciso di intraprendere nuove strade e dare vita ad altri progetti: La Fattoria dell’Autosufficienza — il progetto di permacultura sull’Appennino Romagnolo, centro studi di ecologia applicata; Macrolibrarsi Store — il negozio con erboristeria, alimenti biologici e libreria; ViviConsapevole — la nostra rivista istituzionale gratuita. Dal 2012 ViviConsapevole è distribuita a tutti i clienti di Macrolibrarsi.it, nelle principali fiere di ecologia e benessere e sul territorio nazionale in diversi esercizi commerciali a tema (negozi di alimentazione biologica e naturale, ambulatori di medicina alternativa, centri olistici, agriturismi…). Inoltre è scaricabile gratuitamente attraverso il web e sull’Apple Store. Con ViviConsapevole vogliamo diffondere i contenuti in cui crediamo, contenuti di qualità sui temi dell’agricoltu-

ra naturale, dell’alimentazione biologica e vegetariana, dell’autoproduzione e del saper fare, delle energie rinnovabili e del risparmio di risorse, della condivisione e della vita in comunità, della salute e del benessere, delle medicine alternative, del self help e della spiritualità. Per questo abbiamo deciso di creare una rivista gratuita stampata in 40.000 copie, in grado di raggiungere, sensibilizzare e appassionare un pubblico sempre più vasto. I riscontri positivi che riceviamo ogni giorno da voi lettori, le proposte di collaborazione e i contatti che arrivano sempre più numerosi ci fanno capire che siamo sulla giusta strada! Pensando di fare cosa gradita al nostro crescente pubblico abbiamo deciso di ampliare la rivista con un catalogo di libri e prodotti naturali dei migliori fornitori Macrolibrarsi: puoi trovare il catalogo sul retro della rivista. ViviConsapevole è sempre alla ricerca di nuovi spunti, di suggerimenti su possibili miglioramenti: non esitare a contattarci per proporre gli argomenti che vorresti vedere trattati sulla rivista e le tue personali esperienze di decrescita o di risparmio. Scrivici a: redazione@viviconsapevole.it ogni tuo suggerimento è prezioso! Buona Lettura Lo staff di Macrolibrarsi e ViviConsapevole


INDICE Orto, giardino e fattoria Fattoria dell’Autosufficienza: partono i lavori di ristrutturazione 6 Agrifoglio: bello e utile 8 Lo Spirito degli Alberi 10 Cucina Naturale Pane e pasta madre 12 I dolci della tradizione in versione vegan 14 L’alimentazione secondo l’Ayurveda 16 Menù per la vigilia di Natale 18 Zuppe e dolci: crudisti e squisiti! 20 Crudo & sano 22 I grani antichi 24 Speciale Km 0 Vivere a Km0! 26 Supercibi a chilometro zero 31 Faccio la spesa dal contadino! 34 Crea e ricicla Essicca & Regala Le mie ricette in barattolo

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Casa e azienda Castel Merlino, cohousing incantato 40

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Azienda etica Il packaging di Macrolibrarsi 42 Giochi & cruciverba

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Casa Sana Com’è l’aria di casa tua?

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Mangia di più & perdi più chili 48 La risorsa dei rifiuti Bellezza Naturale Meravigliosa Argilla Argilla del Marocco Bellezza al naturale fai da te Avocado e olio di avocado... e la pelle

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Medicina Olistica Colesterolo alto? 60 Quando l’intestino non funziona 62 Funghi Miracolosi 64 L’ABC della vita sana 66 Immunità: il punto di vista dell’Ayurveda 68 Via gli occhiali con il metodo Bates 70 Rimedi naturali per i mali di stagione 72

Pianeta Donna Benessere Femminile e Medicina Antroposofica 74 Latte di mamma, un dono per la vita 76 Yoga Le Vie del Dharma Yoga per bambini felici Yoga del Cuore

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Bambini e genitori Genitori: un mestiere che si impara 84 Amici animali Spulciarli naturalmente

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Spirito Vivere come un Buddha 88 Il linguaggio segreto dei segni e delle coincidenze 90 I poteri dell’Arcangelo Raphael 92 Risolvere le Cinque Ferite 94 Self Help Studiare è un gioco da ragazzi 96 Programma la tua realtà 100 Scienza e Conoscenza Lunga vita a Scienza e Conoscenza!

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Cibi dimenticati dalle proprietà curative Alla scoperta di alimenti che permettono di ristabilire il nostro naturale benessere In una delle mie passeggiate domenicali, qualche settimana fa, ho preso un sentiero sterrato che non conoscevo. Sembrava che non portasse da nessuna parte, correva stretto e tortuoso in mezzo alla fitta vegetazione, eppure “sentivo” che dovevo andare avanti. Dopo una mezzoretta di cammino il sentiero è sbucato in un campo incolto, contornato da alti cespugli di rose canine. Una meraviglia per i miei occhi! Conoscevo i benefici di questa bacca che cresce spontanea in tutto l’Appennino ma non l’avevo ancora trovata vicino a casa. Lo scorso inverno sono riuscita a trapiantare qualche piantana strappata dal campo di un contadino che la tagliava ogni estate perché, non conoscendo i suoi benefici, la considerava un rovo infestante per i suoi campi, ma per ora non hanno ancora fatto né fiori né bacche. Abitando in una campagna dove i campi sono coltivati con metodo tradizionale e intensivo, le piante spontanee sono per lo più tagliate o estirpate, così facendo però si taglia via anche un’antica conoscenza di piante, erbe e fiori dalle proprietà straordinarie. Quanti cibi dalle molteplici proprietà, i superfood che da qualche anno sono diventati indispensabili per il mantenimento della nostra salute, abbiamo intorno a noi che non conosciamo? La rosa canina è uno di questi: ricca di vitamina C e bioflavonoidi è in grado di rafforzare il sistema immunitario e di fortificare il fisico contro i malanni invernali, così come di combattere dolori articolari, reumatici, le malattie cardiovascolari, la gotta, attenuare certi tipi di cancro e prevenire i calcoli biliari. È la pianta regina dell’inverno: le sue bacche rosse si raccolgono, dopo una gelata, se la stagione lo permette, la si può portare sulla tavola nei giorni delle feste di Natale. Altrimenti per assaggiare le bacche un po’ asprigne bisogna aspettare fino all’anno nuovo, a volte febbraio. Gli usi che se ne possono fare sono molteplici:

marmellate, tisane, decotti; se addolcita con un dolcificante naturale piace anche ai bambini. Proprio di superfood, cibi con proprietà terapeutiche, di casa nostra abbiamo voluto raccontare in questo nuovo numero di «ViviConsapevole», a dimostrazione del fatto che oltre a quelli che arrivano da lontano, con nomi esotici o difficili da pronunciare, anche sulla nostra penisola crescono tanti cibi che agiscono sul nostro fisico e permettono di ristabilire il nostro naturale benessere. Si chiamano superfood, super cibi, perché posseggono un contenuto di nutrienti (vitamine, minerali, fibre, enzimi, sali minerali, antiossidanti) molto più alto di quello nei normali cibi. Basta qualche cucchiaio di questi cibi da mangiare da soli, come spuntino, o aggiunti per insaporire i nostri piatti per avere notevoli miglioramenti salutistici. Privi di effetti collaterali, questi superfood possono essere assunti quotidianamente: quelli che crescono in casa nostra si possono coltivare o raccogliere nei boschi. Abbiamo così anche l’opportunità di stare a contatto con la Natura, ripristinando il contatto che si sta perdendo con questo incantevole mondo, facendo il pieno di quella che gli americani chiamano la Vitamina N, dove N sta per Natura! Buona lettura, con l’augurio che con il nuovo anno possiate ricaricarvi di Vitamina N, Romina Rossi

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POLIAMBULATORIO SAN VITO Via Sottobroli, 27 36030 San Vito di Leguzzano (VI) Tel 044.5519634 GAS LA COCCINELLA Via Delle Agostiniane, 29 37127 Verona ERBORISTERIA NATURA Corso Mazzini, 38 36063 Marostica (VI) Tel 0424.472451 STUDIO MEDICO E DENTISTICO ROSANDA - Dr. Giorgio Via A. De Gasperi, 48/D 31020 San Vendemiano (TV) Tel 0438.778220

IN CAMMINO... IL BENESSERE COMINCIA DAI PIEDI Via Goffredo Mameli, 24 37126 Verona (VR) Tel 340.2221836 CIAOBIO BY AGRICOLA GRAINS S.P.A. Via Sorgaglia, 11 35020 Arre (PD) Tel 049.5389718 www.ciaobio.it

l Valle d’Aosta IL FORNO DI NONNA PALMA DI GIAMPAOLO MARISA Via Mont Falere, 13 11100 Aosta (AO) Tel 0165.555209

SPIGA D’ORO SOC. COOP. Viale della Repubblica, 193 31100 Trevisto (TV) Tel 0422.308677

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Fattoria dell’Autosufficienza:

partono i lavori di ristrutturazione Il progetto di Macrolibrarsi di una fattoria autosufficiente - centro di ecologia applicata e di cultura olistica - diventa realtà

Francesco Rosso

D

opo circa tre anni dedicati alla sistemazione dei terreni, alla realizzazione di terrazzamenti, dei muri a secco e degli orti, all’impianto di frutti antichi, alle recinzioni, alla realizzazione dell’acquedotto, all’interramento dei cavi elettrici e telefonici, all’inizio del 2014 sono finalmente iniziati, in Fattoria dell’Autosufficienza, i primi lavori di ristrutturazione in linea con i “pilastri” del progetto.
I lavori in corso riguardano una struttura in sasso diroccata di inizio Novecento che verrà trasformata in BioAgriturismo. In fase di ristrutturazione, abbiamo deciso di prestare grande attenzione, oltre che alle caratteristiche storiche dell’edificio, al risparmio energetico e alla bioedilizia: per questo ci siamo affidati alle competenze di Luigi Foschi, esperto CasaClima che ama definirsi eco-geometra. Abbiamo incontrato Luigi che ci ha spiegato alcune delle caratteristiche di risparmio energetico del progetto. Luigi, ci racconti come mai si è scelto di usare, per i muri, calce idraulica 100%? La calce idraulica è uno dei primi leganti impiegati in edilizia, usato già ai tempi dei Romani. Nasce da una materia prima naturale, la pietra calcarea, contenente una bassa quantità di argilla. L’assenza di agenti chimici e la sua natura minerale garantiscono l’assoluta non tossicità del materiale e quindi il suo impiego è ideale nel campo della bioedilizia. La calce idraulica, inoltre, ha ottime caratteristiche quali la permeabilità al vapore, l’effetto

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Fig. A: La Stratigrafia del tetto

traspirante e la regolazione dell’umidità presente negli ambienti, che previene la formazione di muffe e funghi. Il nostro intento era quello di usare una materia prima del passato, ecologica e riciclabile senza però perdere in efficienza: ecco i motivi che ci hanno fatto scegliere la calce idraulica naturale.

Come è stato realizzato il tetto e perché? Il tetto è la parte finale del nostro edificio, ha quindi il compito di proteggere la nostra casa dagli agenti atmosferici. Visto che in genere è di ampie dimensioni, è soggetto anch’esso a dispersioni termiche quanto i muri, per questo è molto importante non sottovalutare la sua progettazione.


Orto, giardino e fattoria Nel nostro caso, vista la volontà di raggiungere standard energetici elevati con impiego di materiali naturali, si è optato per un tetto in legno ventilato con isolamento a più strati in fibra di legno (vedi fig. A). La ventilazione, posta tra il manto di copertura e l’isolante, permette di allontanare l’eventuale umidità ed espellere l’aria calda presente sotto al manto di copertura. L’isolamento termico invernale può essere raggiunto utilizzando diversi materiali isolanti, al contrario, ridurre il carico termico estivo è più complicato, per questo servono isolanti fibrosi capaci di ritardare il passaggio di calore verso l’interno e la scelta, in questo caso, della fibra di legno è la più indicata. Che scelta è stata fatta per gli infissi? L’infisso è un componente molto importante, può disperdere fino a un quarto dell’energia dell’intero involucro edilizio. Questa percentuale però può essere ridotta anche dell’ 80% se i serramenti hanno ottime caratteristiche. Per questo abbiamo scelto infissi in legno, un materiale che ha ottimi valori di trasmittanza termica e una buona tenuta all’aria, con doppi vetri per garantire la massima prestazione, ma questo non basta. Infatti anche un infisso ad alte prestazioni, se montato male, non garantisce una buona tenuta: servono molti accorgimenti in fase di installazione (come teli di tenuta all’aria da applicare all’interno, di tenuta al vento e alla pioggia da inserire nella parte esterna). Se l’infisso non è montato a regola d’arte può causare spifferi che provocano condensa e in seguito muffe. Come verrà riscaldato l’edificio? Visto il luogo collinare in cui sorge il nostro fabbricato, la priorità non riguardava il raffrescamento estivo ma bensì il riscaldamento invernale. In linea con i criteri di risparmio energetico adottati per l’intero involucro, abbiamo optato per una soluzione di riscaldamento a pannelli radianti. I sistemi radianti possono

I quattro pilastri su cui si basa il progetto della Fattoria dell’Autosufficienza 1) Autosufficienza alimentare Autoprodurre gran parte del cibo necessario per far funzionare “il centro” utilizzando il meno possibile combustibili fossili e senza l’utilizzo di concimi chimici, pesticidi o altro che non possa essere prodotto naturalmente in Fattoria. 2) Autosufficienza energetica e bioedilizia Essere indipendenti dalla rete nazionale grazie alla produzione di energia tramite il sole, l’acqua, il vento e la biomassa.
Costruire in maniera intelligente e naturale per ridurre al minimo il consumo energetico, l’impatto ambientale e offrire ospitalità in strutture sane e confortevoli. 3) Formazione ecologica e olistica Offrire un luogo adatto e un’importante visibilità ai migliori esperti nazionali e internazionali per insegnare come

essere installati a pavimento, a soffitto o a parete, questo dipende da scelte progettuali architettoniche e strutturali. Questo sistema riscalda per irraggiamento, a basse temperature d’esercizio, creando una sensazione di appagato benessere già a 20 °C contro i 22/23 °C che servono per un radiatore tradizionale. In questo modo si raggiunge un elevato comfort abitativo riducendo i consumi.

rendere sostenibile un insediamento umano, dalla piccola casa a un’intera città grazie alle esperienze della permacultura, delle transition town, della decrescita felice, dell’agricoltura naturale, dell’agricoltura sinergica, alle tecniche di costruzione in bioedilizia, all’autosufficienza energetica, alle tecniche olistiche, alla cucina naturale. 4) Ecoturismo e salute Dare la possibilità di dormire in un luogo sano e naturale, respirare aria buona, bere acqua di sorgente, alimentarsi con succhi o con cibi biologici e naturali, camminare fra i boschi incantati del Parco delle Foreste Casentinesi, riposarsi su un’amaca ai piedi di un grande albero, fare massaggi e terme a Bagno di Romagna, recuperare l’armonia di corpo, mente e spirito attraverso le tecniche olistiche.

Cosa è importante non sbagliare in una ristrutturazione di questo tipo per non perdere di efficienza energetica? Molto semplicemente, per raggiungere standard energetici elevati bisogna isolarsi ed eliminare le dispersioni, cercare di trattenere il calore all’interno in inverno e di farlo restare fuori nel periodo estivo.

Studio Foschi Lo Studio Foschi è composto dai fratelli Luigi e Nicola Foschi appassionati di costruzioni in legno grazie a un’infanzia vissuta fra le creazioni del padre falegname. Lo studio è presente da oltre 15 anni nel settore dell’edilizia, ed è specializzato nella progettazione e realizzazione di edifici ad alta efficienza energetica e in bioedilizia. Nicola è architetto e Luigi è eco-geometra, designer d’interni ed Esperto Progettista CasaClima (Bolzano). Appassionati di bioedilizia e bioclimatica, propongono ai loro attenti clienti soluzioni innovative per abitare a risparmio energetico, in modo sostenibile e in armonia con la natura. Ricevono nel proprio studio a Cesena (FC) su appuntamento: studiofoschi.eco@gmail.com - Blog: http://caseinlegnonaturale.altervista.org Facebook: Case in legno naturale

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Agrifoglio: bello e utile Pianta simbolo del Natale, l’agrifoglio non è solo decorativo ma si utilizza anche per numerose ricette di erboristeria casalinga

Grazia Cacciola

L’

agrifoglio (Ilex aquifolium L.), pianta simbolo dell’inverno e del Natale, è conosciuto per lo più come pianta ornamentale ma trova invece diversi impieghi in erboristeria. Di questa pianta, si utilizzano sia le foglie che la corteccia, quest’ultima raccoglibile tutto l’anno e molto utile in inverno per la sua azione febbrifuga. L’agrifoglio si trova nei boschi delle zone montane e submontane in tutta Italia, sebbene sia più diffuso al Nord

e Centro. Si può coltivare facilmente in giardino e, visti i diversi usi, è certamente una buona idea averne uno a disposizione per rifornire la nostra dispensa erboristica.

La corteccia dell’agrifoglio

Si può raccogliere tutto l’anno praticando due incisioni anulari e congiungendole con una longitudinale. Da qui si spela il ramo, rendendo possibile una raccolta

Sembra quasi un controsenso prevedere dei lavori nel momento in cui la natura riposa e sembra suggerirci di fare lo stesso. Ma i mesi invernali, per chi coltiva orti e giardini, sono i mesi del lavoro a tavolino, della progettazione e degli ordini o scambi di semi per la nuova stagione. Un lavoro da non sottovalutare, per cui non si avrà tempo in primavera e che darà ottimi frutti se fatto con attenzione.

I frutti invernali dell’orto

Qualcosa da raccogliere nell’orto ci sarà anche in pieno inverno, anche con i geli, sempre che la neve non copra tutto: le cime di rapa piantate in agosto, corpose verze per cui le gelate sono una cura per diventare ancora più buone e croccanti, le rape che ritrovo anche sotto la neve e il mio amato cavolo nero toscano, per l’immancabile ribollita, un piatto che da secoli scalda la gente di queste montagne fino alla punta delle dita. E poi c’è da controllare la frutta immagazzinata: ruotare le mele è fondamentale per mantenere sana la scorta, controllare le carote e le patate che non ributtino, girare le pere che saranno le ultime da consumare.

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facile della corteccia. Naturalmente va rimossa solo su rami tagliati, non va tolta da rami che restano attaccati alla pianta perchè la lascerebbero troppo esposta al freddo e ai numerosi patogeni. Le foglie si raccolgono invece in aprile-maggio, prima della fioritura: vanno raccolte le foglie di un anno, verde scuro, non quelle giovani verde chiaro. Se la pianta è abbastanza grande, si possono raccogliere un paio di foglie per ramo, senza rimuovere interi

Inverno: i lavori nell’orto e nel giardino Le semine in serra

A gennaio e febbraio, neve permettendo, ricomincerò con le prime semine in serra chiusa: pomodori, peperoni e melanzane. Proverò anche con le fave direttamente nel terreno, perché ho notato che in montagna non ha tanto successo la pratica di seminarle in autunno per averle in primavera. Forse troppo gelo, fatto sta che le fave non spuntano e ho preso allora l’abitudine di seminarle verso febbraio. Ho delle fave tardive, ma almeno arrivano!

Un altro lavoro che rimando fino a febbraio-marzo è la potatura degli arbusti a fioritura estiva, che in pianura facevo invece in gennaio. Un’altra incombenza che tocca in questo nuovo assetto appenninico è il controllo di tutte le bulbose da fiore: avendole sparse anche nell’orto per dare una nota di colore e attirare altri insetti, devo accertarmi che non siano finite tutte in pasto a qualche animale, specialmente gli istrici che ne sono ghiottissimi.

INVERNO


macro librarsi.it

rami per utilizzarne le foglie. Sia la corteccia sia le foglie si conservano essiccate in sacchetti di tela. Le foglie contengono ilicina, sostanza con proprietà antifebbrifughe, antireumatiche, antiartritiche e toniche, con azione simile alla caffeina. Sia le foglie sia la corteccia contengono tannini e pectine, che conferiscono ai decotti e tisane il tipico sapore forte e dolce. Non è un caso infatti che il Mate sudamericano sia fatto con piante della stessa famiglia dell’agrifoglio. Sebbene alcuni vecchi testi di erboristeria consiglino l’uso delle bacche come lassativo, in tempi recenti si è determinato che l’effetto è decisamente troppo forte e tossico, provocando spesso spasmi intestinali e andrebbe quindi evitato. Le bacche usiamole solo per fini ornamentali, mentre come lassativo possiamo utilizzare altri rimedi naturali non tossici.

Decotto di foglie di agrifoglio

Ottimo coadiuvante per la cura di febbre, artrite e reumatismi. 100 ml di acqua naturale, meglio se priva di cloro 3 gr di foglie di agrifoglio raccolte in marzo-aprile Mettere in infusione le foglie nell’acqua e portare a ebollizione, lasciando sobbollire per 5 minuti. Filtrare la preparazione e intiepidire in una tazza per qualche minuto prima di berlo. Può essere dolcificato con stevia naturale (non preparati a base di stevia) oppure sciroppo di agave o sciroppo di riso o miele. Duetre tazze al giorno.

Decotto di corteccia per la febbre

100 ml di acqua naturale, meglio se priva di cloro

5 g di corteccia di agrifoglio raccolta in qualsiasi periodo dell’anno. Mettere in infusione le foglie nell’acqua e portare a ebollizione, lasciando sobbollire per 3 minuti. Filtrare la preparazione e intiepidire in una tazza per qualche minuto prima di berlo. Può essere dolcificato con stevia naturale (non preparati a base di stevia) oppure sciroppo di agave o sciroppo di riso o miele. Due-tre tazze al giorno.

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Ordinare è Facile, Comodo, Conveniente e Sicuro Ordina sul sito: www.macrolibrarsi.it E-mail: ordini@macrolibrarsi.it

Tintura di agrifoglio

Per coadiuvare come febbrifugo negli stati influenzali. 20 gr di corteccia di agrifoglio raccolta in qualsiasi periodo dell’anno. 100 ml di alcool a 70° Mettere a macerare, al buio, in un vaso di vetro la corteccia nell’alcol. Trascorsi 10 giorni, filtrare la tintura e utilizzare negli stati febbrili influenzali: 20-30 gocce due volte al giorno.

Grazia Cacciola È specializzata in tecniche agronomiche ecosostenibili e in scienze naturopatiche. È autrice di saggi professionali e manuali divulgativi sull’alimentazione consapevole e gli stili di vita etici, tra cui L’orto sul balcone. Coltivare naturale in spazi ristretti (FAG), e Scappo dalla città. Manuale pratico di downshifting, decrescita e autoproduzione (FAG). Ha collaborato a progetti dell’Unione Europea per l’incentivazione delle coltivazioni con metodo biologico e biodinamico ed è stata l’esperta di coltivazione naturale nella trasmissione Geo&Geo, Rai3. Collabora come consulente per la coltivazione e nutrizione sostenibile con diverse tv e radio. Pratica l’alimentazione vegetaliana (vegan) da molti anni. Sta preparando per Macro Edizioni Il grande libro dei germogli. Per info e contatti: erbaviola.com

Grazia Cacciola L’orto sul balcone Coltivare naturalmente in spazi ristretti Il nostro balcone cittadino può diventare una terra di idee ecologiche e pratiche sostenibili, un pezzetto di campagna per il nostro relax quando torniamo stanchi dal lavoro, un’oasi di produzione naturale per la nostra tavola e un divertimento intelligente per i nostri bimbi. Anche chi abita in città può prodursi sul balcone o su una finestra un’infinità di verdure e frutta di qualità. Può coltivarsi le sue erbe per tisane e infusi, scegliere varietà antiche che hanno sapori e profumi unici, ma sono ormai ignorate dalla grande distribuzione. Per un orto sul balcone non servono grandi investimenti, come spiega questo manuale, ma il riciclo di materiali alla portata di tutti e tanto entusiasmo per riappropriarsi finalmente del proprio cibo, dal seme al frutto.

Libro – Pag. 240 – Prezzo € 22,90

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Lo Spirito degli Alberi Ritrovare il contatto con gli alberi significa riavvicinarsi in maniera profonda al loro spirito, portandolo a contatto con il nostro essere Hubert Bösch e Lucilla Satanassi per Remedia

U

na volta gli alberi erano considerati guide e mezzi di comunicazione con gli dèi, ma con il diffondersi del materialismo sono stati a poco a poco degradati a meri fornitori di materie prime. Così l’uomo ha perso gradualmente il rapporto con i più evoluti rappresentanti del regno vegetale. Ma gli alberi hanno continuato a stare vicino all’umanità e a dispensare le loro qualità. Con la loro presenza hanno silenziosamente modulato il carattere delle persone cresciute nelle loro vicinanze. Immaginiamo come diventa un bambino che cresce in mezzo alla luminosità e leggerezza delle Betulle e un altro che cresce vicino alla solidità e al rigore delle Querce. Il primo assomiglierà probabilmente agli svedesi, mente il secondo ai tedeschi.

Gli alberi ci cercano di nuovo Oggi, all’alba di una nuova era, gli alberi si fanno di nuovo avanti per entrare in contatto diretto con l’uomo e per dare il loro contributo alla sua evoluzione. Così gli alberi si sono proposti ad alcuni ricercatori erboristici, come Edward Bach e Pol Henry, entrando a far parte della floriterapia e della gemmoterapia. D’altra parte anche le persone sentono sempre di più la benefica vicinanza degli alberi e passano parte del loro tempo nei boschi o parchi. Mentre nelle antiche culture le persone vivevano in mezzo agli alberi, e perciò il contatto ravvicinato e continuo con loro era piuttosto naturale, oggi solo poche persone hanno la possibilità di passare più di qualche ora alla settimana vicino agli alberi, per questo

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Le persone sentono sempre di più la benefica vicinanza degli alberi e passano parte del loro tempo nei boschi o parchi entrare in stretto contatto con loro senza aiuto non è facile. Così sono stati gli alberi a suggerirci di sviluppare un rimedio che esprimesse il loro spirito in modo completo e che aiutasse a stabilire un contatto stretto con loro, per aiutare l’umanità a trasformare la terra in un paradiso e a vivere felici e in salute. Lunghe camminate nei boschi di Faggio ci hanno dato la libertà di pensiero e l’ispirazione necessaria alla

formulazione del preparato dello Spirito degli Alberi. Solo più tardi, incontrando il Faggio contemporaneamente all’assunzione del suo Spirito, questo magnifico albero ci ha comunicato che i suoi doni principali sono proprio la libertà di pensiero e l’ispirazione.

Il preparato Il preparato dello Spirito degli Alberi è composto da 5 diversi estratti dello stesso Albero, in rappresentanza dei 5


Orto, giardino e fattoria elementi, la cui preparazione dura un anno intero: in primavera si prepara un estratto dalle gemme (elemento acqua), in estate il rimedio floreale (elemento aria), in autunno un estratto alcolico dai semi (elemento fuoco) e in inverno un decotto della corteccia (elemento terra). A completare lo Spirito è l’essenza lunare: acqua di sorgente che si carica durante una notte di luna piena delle emanazioni eteriche dell’albero. Questo quinto estratto è particolarmente importante perché rappresenta e rinforza sia l’aspetto femminile sia il contatto con l’oscurità. Entrambi sono importanti per un’azione completa e che arrivi anche nel profondo del nostro essere.

Le caratteristiche degli alberi Nella nostra ricerca sulle caratteristiche e qualità degli alberi non ci siamo fermati alle conoscenze note. Abbiamo voluto andare a incontrare gli alberi, generalmente esemplari secolari. Assumendo il preparato dello Spirito per stabilire un contatto profondo, chiediamo all’albero di svelarci le sue peculiarità. Dopo un tempo più o meno breve, dipendente dal carattere dell’albero, ci sentiamo inondati da una serie di visioni, immagini, parole, sensazioni fisiche ed emotive, pensieri e così via che ci rivelano da una parte le difficoltà che l’albero aiuta a superare e dall’altra le caratteristiche e qualità che rappresenta e che ci aiuta a rinforzare in noi. Si tratta di un’esperienza molto forte e profonda che lascia le sue tracce anche per diversi giorni. Una volta “digerite” ed elaborate le comunicazioni dell’albero, le mettiamo insieme e cerchiamo di tradurle in parole. Non sempre è facile descrivere le esperienze che facciamo, quindi passiamo parecchio tempo a cercare le parole più appropriate.

L’azione dello Spirito Lo Spirito degli Alberi rinforza in noi le caratteristiche e le qualità

che l’albero rappresenta. Con il suo aiuto possiamo apprendere capacità e talenti che ci aiutano a vivere meglio le varie circostanze dell’esistenza, ci sostengono nel trovare il nostro essere e la nostra strada e favoriscono la realizzazione di propositi e sogni. Siamo rimasti sorpresi, per non dire sbalorditi, dalla velocità e dalla facilità con cui le persone riescono a integrare le caratteristiche degli alberi e dalle conseguenze positive che questo ha portato anche sulla salute. D’altra parte, se consideriamo il nostro cammino sulla Terra come un percorso evolutivo in cui arrivano problemi fisici e malattie per aiutarci a crescere, non è poi così strano che una volta acquisita una qualità i problemi collegati alla sua mancanza spariscano in breve tempo.

Cosa leggere Hubert Bösch, Lucilla Satanassi Incontri con lo Spirito degli Alberi 13 messaggi dalla foresta Humus Edizioni, 2012 Puoi ordinare questo libro sul sito: macrolibrarsi.it

Remedia L’Azienda Remedia nasce nel 1992 dall’incontro di vita e d’amore tra Lucilla Satanassi e Hubert Bösch che realizzano il sogno comune di coltivare, raccogliere e trasformare piante medicinali per il benessere, la salute e la bellezza lavorando in armonia con le leggi della Natura. L’azienda, le coltivazioni, gli alberi e il laboratorio, sono sull’Appennino tosco-romagnolo a Quarto di Sarsina, provincia di Forlì-Cesena, in via Laghetti n°38, a 500 metri slm.

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Pane e pasta madre Piccola guida di panificazione casalinga e alimentazione consapevole Intervista a Sonia, foodblogger di ilpastonudo.it

Marianna Gualazzi

S

e amate il cibo, la sua storia, la convivialità e se siete alla ricerca di ricette gustose e inedite, realizzate con prodotti di qualità, allora vi consiglio caldamente una navigata sul ilpastonudo.it. Sonia, che anima e ha dato vita al blog nel lontano 2008, non è solo una cuoca creativa e una libera ricercatrice in campo alimentare, ma ha anche una bella penna: i suoi post sono densi di contenuti come una bella zuppa rustica. Con lei abbiamo fatto una chiacchierata per capire perché il pane fatto in casa è più buono e sano, come scegliere le farine giuste e soprattutto quanto mangiarne. Nel tuo blog ci sono tante ricette di pani: da dove nasce questa passione verso la panificazione? Cosa “si prova” a fare il pane in casa? In realtà non sono una grande panificatrice; mi piace tutto ciò che è autoproduzione, e il pane rientra in questo settore (molto ampio!) della mia vita. A ogni modo fare il pane in casa è una bella soddisfazione sotto tanti punti di vista: non solo quello del gusto (una volta assaggiato il proprio pane, fatto a propria immagine e somiglianza, è molto difficile tornare a quello acquistato) ma anche quello della creatività, e del contatto con la materia prima che si plasma sotto le tue mani. La pasta madre è uno dei temi caldi del blog: quali sono le caratteristiche di questo tipo di lievitazione? Rispetto al lievito di birra la pasta madre ha molti vantaggi dal punto di vista della salute. I batteri lattici predigeriscono le proteine del grano, cosa

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che rende il pane molto più facilmente assimilabile dall’organismo, e inattivano parte dei fitati (http://www.alimentazioneinequilibrio.it/le-sostanzeantinutrienti/), degli “antinutrienti” che si trovano in tutti i cereali (ma anche in semi e legumi) e tendono a legarsi ad alcuni elementi fondamentali per l’organismo, come il ferro e il magnesio, rendendoli inassorbibili. Per usare le parole del professor Giannattasio, che ha scritto un bellissimo post su ilpastonudo.it proprio su questo argomento, «la pasta madre è come un intestino supplementare che la natura ha messo a nostra disposizione per digerire alcuni componenti della farina che il nostro apparato intestinale non digerisce o fatica a digerire».

Parliamo di farine: grano tenero, grano duro, 00, integrale, di grani antichi. Riesci a spiegarci in breve cosa dobbiamo sapere su farine e macinature per fare un pane che sia un alimento vivo? Il discorso è molto lungo! Ho scritto tanto sul blog su questo argomento, in una rubrica che ho chiamato “le grane del grano” (http://www.ilpastonudo. it/category/le-grane-del-grano/). In pochissime (ma assolutamente non esaustive) parole, la distinzione importante è tra grani antichi e moderni, tra farine raffinate (0 e 00) e semintegrali o integrali (1, 2 e integrale), e in come il grano è stato coltivato, vale a dire se è stato usato il supporto di sostanze sintetiche, nocive sia alla salute sia alla terra, oppure no. E per quanto riguarda


la macinatura, non bisogna distinguere solo tra mulini a pietra e a cilindri (i cilindri scaldano molto la farina e la rendono un alimento non voglio dire morto, ma sicuramente in coma irreversibile), ma la differenza la fa anche il tipo di pietra utilizzato per i mulini a pietra e come questi vengono manutenuti e utilizzati. Oggi molti nutrizionisti pongono l’accento sulla riduzione del nostro consumo di carboidrati raffinati: cosa ne pensi? Sono assolutamente d’accordo, non solo sui carboidrati raffinati, ma sui carboidrati (e sul cibo in toto) in genere! Mangiamo troppo di tutto, e soprattutto veramente troppo frumento. Credo che mangiando meno pane (e di miglior qualità) non gli toglieremmo fascino, anzi lo renderemmo un alimento ancora più attraente. E comunque il pane integrale e semintegrale sazia molto di più

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Le ricette con la pasta madre di ilpastonudo.it I tempi di lavorazione e lievitazione della pasta madre sono piuttosto lunghi, ma su ilpastonudo.it ci sono varie ricette su come riutilizzare gli scarti con le quali si possono fare cose velocissime (questione di pochi minuti!). Potete cercarle sul blog inserendo queste parole chiave nel box di ricerca in alto a destra: • tortini di pasta madre • crepes di pasta madre • frittelle di pasta madre • crumpets di pasta madre • stranello alle mele

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Cucina Naturale

La pasta madre è come un intestino supplementare che la natura ha messo a nostra disposizione per digerire alcuni componenti della farina che il nostro apparato intestinale non digerisce o fatica a digerire

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rispetto a quello fatto con farine raffinate, e questo dice molto, no? Oltre il vegetarianesimo, il veganesimo e il crudismo, come possiamo trovare la nostra strada personalizzata della consapevolezza alimentare? Cucendocela addosso, direi. Cominciando dal primo passo, fondamentale: rifiutare di mangiare (e acquistare!) tutti i cibi industriali o processati. Partendo da questo il resto viene da solo, compresa l’autoproduzione (e quindi il pane fatto in casa), la lettura delle etichette, la scelta dei posti dove andare a mangiare, la consapevolezza profonda che si acquisisce quando ci si comincia a fare delle domande imbarazzanti e si aprono gli occhi.

ilpastonudo.it Non solo un blog, ma un’associazione culturale che crea progetti per il consumo consapevole, e dalla parte dei piccoli produttori, per il cibo sano e di qualità ma a un prezzo accessibile, per una corretta informazione e il recupero delle buone pratiche. ilpastonudo.it sotiene la biodiversità, la diffusione dei semi antichi, e delle razze e colture autoctone, le tradizioni culinarie e alimentari rielaborate alla luce delle conoscenze attuali.

Silvia Strozzi

Cucinare il Pane con Fantasia Ricette, curiosità e approfondimenti Le tipologie e le forme del pane sono innumerevoli, e se consideriamo tutte le varianti che troviamo nei singoli paesi la lista diventa praticamente infinita; ogni località italiana, per esempio, può contare su una sua tradizione e tipicità. Negli anni gli ingredienti del pane sono rimasti gli stessi, ma le tipologie, le forme e le tecniche di panificazione hanno subito uno sviluppo durante i secoli. Se consideriamo anche tutte le varianti che troviamo nei singoli paesi, la lista diventa praticamente infinita.

Libro – Pag. 94 – Prezzo € 7,90

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I dolci della tradizione

in versione vegan kh C

on il Natale alle porte si avvicinano lunghe serate da passare al caldo a chiacchierare e – perché no? – a cucinare dolci natalizi per rallegrare e riscaldare le nostre giornate. E si sa che con il freddo la voglia di qualcosa di dolce si fa più forte! Qui di seguito vengono proposte tre ricette vegan, senza ingredienti di origine animale, tipiche del periodo natalizio che potrete personalizzare a vostro piacimento.

Torta di nocciole e zabaione La torta di nocciole è un dolce tipico piemontese dalle umili origini. Era infatti il dolce natalizio per eccellenza dei contadini, che spesso conservavano alcune delle nocciole raccolte durante la fine dell’estate per preparare uno dei rari – se non l’unico – sfizio culinario. Ovviamente l’ingrediente fondamentale sono le nocciole che devono essere di buona qualità, così da garantire, oltre a una torta ben riuscita, anche un apporto nutrizionale eccellente. La nocciola è infatti ricca di acido oleico, vitamina E, potassio e fosforo. Per questa ricetta vi occorrerà la farina di nocciole, che spesso è reperibile in supermercati ben forniti o negozi specializzati. In alternativa potete facilmente autoprodurla triturando le nocciole intere tostate con un macinacaffè, cosi da ottenere un composto molto fine.

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250 g di farina di nocciole (o nocciole polverizzate) 180 g di farina 30 g di fecola di patate 180 ml di olio d’oliva 120 g di zucchero di canna Una bustina di lievito biologico Un cucchiaio abbondante di marsala o rum

Procedete a setacciare farina, zucchero, fecola e lievito all’interno di una terrina, quindi aggiungete la farina di nocciole e mescolate. Aggiungete il marsala e lenta-

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mente l’olio a filo, continuando a mescolare per amalgamare il composto. Attenzione, non deve risultare né troppo liquido né troppo asciutto, per cui se vi sembra che ci sia troppa farina, aggiungete poca acqua. Oliate una teglia non troppo larga ma abbastanza alta che permetta alla torta di lievitare, quindi versatevi il composto, livellandolo con il dorso di un cucchiaio bagnato. Infornate in forno già caldo a 200 °C a fate cuocere per 20 minuti circa fino a quando la torta non sarà dorata. Tradizionalmente la torta viene servita con una crema di zabaione, la cui versione vegan può essere realizzata facendo cuocere a fuoco lento 80 g di miglio con 500 ml di latte di soia, una stecca di vaniglia, 3 cucchiai di sciroppo d’agave (o altro dolcificante), un pizzico di curcuma, un cucchiaino di amido di mais. Mescolate in continuazione per circa 50 minuti per evitare che il composto si attacchi sul fondo. Spegnete il fuoco, aggiungete 3 cucchiai di marsala o altro liquore dolce e frullate con un frullino a immersione. Servite la crema ancora tiepida con la torta.

Ilaria Bertini

Pepparkakor svedesi I pepparkakor sono i famosi biscotti scandinavi alle spezie, la cui versione anglosassone è il ginger bread – ovvero il pan di zenzero. Questi profumatissimi biscotti, che in Svezia vengono tradizionalmente cucinati con tutta la famiglia e poi appesi all’albero di Natale, hanno origini molto antiche e venivano spesso utilizzati per favorire la digestione, dal momento che contengono lo zenzero, un eccezionale alleato per la salute. Una simpatica tradizione prevede di schiacciare un biscotto tra le mani: se si spezza in tre parti si può esprimere un desiderio.

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1 cucchiaino di cannella in polvere 1 cucchiaino di semi di cardamomo 1 cucchiaino abbondante di zenzero 1/2 cucchiaino di bacche di ginepro 1/2 cucchiaino di chiodi di garofano 1 pizzico di noce moscata 200 g di farina 100 g di zucchero di canna 80 g di burro vegetale oppure 80 ml di olio 1 pizzico di bicarbonato Acqua q.b.

Come prima cosa pestate tutte le spezie in un mortaio in modo da ridurle quasi in polvere. Versate lo zucchero in una ciotola, unite il burro vegetale ammorbidito e iniziate a impastare. Aggiungete la farina e le spezie e versate poca acqua per amalgamare il composto, in modo da formare una palla compatta. Avvolgete la palla nella pellicola trasparente e fate riposare 20 minuti nel frigorifero. Trascorso il tempo necessario, infarinate un piano di lavoro e tirate l’impasto con un mattarello per ricavare uno strato sottile di composto. Tramite le apposite formine per biscotti, o semplicemente con un recipiente cilindrico non troppo grande, ritagliate i biscotti che successivamente disporrete su una teglia leggermente infarinata. Riscaldate il forno a 200 °C e cuocete per circa 10 minuti (a seconda dello spessore dei biscotti). Lasciate riposare nel forno ancora caldo fino a farli raffreddare, facendo attenzione a non bruciarli.


Cucina Naturale

Tronchetto di Natale Questo dolce ha origine da un’usanza pagana molto antica. Il ceppo di Natale, o ‘tronco di Yule’ (dal nome della festività pagana che cade la notte del solstizio d’inverno) era un grosso ceppo che veniva lasciato bruciare nel focolare dalla notte della vigilia di Natale fino all’Epifania. Le ceneri venivano poi conservate in quanto portatrici di buona sorte e riutilizzate l’anno successivo per accendere il nuovo ceppo. Da questa tradizione è poi nato un dolce dalle fattezze simili a quelle del ceppo, molto popolare in Francia con il nome bûche de Noël e nel Regno Unito dove viene chiamato Yule log. Per il pan di spagna • 150 g di farina • 75 g di farina di mandorle • 50 g di amido di mais • 1 scorza di un limone grattugiata • 100 g di zucchero di canna • 1 bustina di lievito per dolci • 200 ml di latte di soia • 150 g di burro di soia o altro burro vegetale oppure 100 ml di olio Per la crema del ripieno • 100 g di nocciole tostate • 200 g di cioccolato fondente • Burro vegetale o margarina • 50 g di zucchero Per la copertura • 1 confezione di panna di soia (o di cocco o di riso) da montare • 50 g di cacao amaro • 200 g di cioccolato fondente Preparate il pan di spagna setacciando le farine, il lievito e l’amido in una terrina. Su fuoco basso, fate sciogliere la margarina e lo zucchero, mescolando continuamente affinché non si bruci. Aggiungete il composto alla farina e mescolate. Aggiungete la scorza di limone e versate il latte a filo, e se occorre, poca acqua per amalgamare il composto, che dovrà

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risultare senza grumi e liscio (potete aiutarvi con le fruste elettriche). Disponete un foglio di carta da forno su una teglia quadrata abbastanza grande e versatevi il composto. È importante che il pan di spagna non risulti troppo spesso perché poi dovrà essere arrotolato, ma neanche troppo sottile o si romperà. Lo spessore ideale da cotto è di circa 2 cm. Fate cuocere in forno già caldo a 180 °C per circa 20 minuti, controllando la doratura per evitare che diventi troppo secco. Preparate il ripieno frullando insieme le nocciole, lo zucchero e il cioccolato. Aggiungete il burro vegetale quanto basta a dare al composto una consistenza cremosa. A parte, fate sciogliere a bagnomaria il cioccolato per la copertura e fate raffreddare. Montate la panna seguendo le istruzioni e aggiungetevi il cacao e il cioccolato fuso raffreddato, mescolando con delicatezza dal basso verso l’alto per non far “sgonfiare” la panna. Assemblate il tronchetto in questo modo: spalmate la crema del ripieno sul pan di spagna, arrotolate quest’ultimo su se stesso aiutandovi con la carta da forno o un foglio di alluminio. Quando avrete ottenuto un rotolo, disponetelo su un piatto da portata e ricopritelo con la crema di copertura. Con una forchetta disegnate delle linee ondulate per creare l’effetto legno. Fate riposare in frigo per circa mezz’ora e servite.

Ilaria Bertini Giornalista ambientale, vive tra il Regno Unito e l’Italia e scrive di ambiente, energia, sostenibilità e alimentazione vegan. Collabora con la Vegan Society e il magazine di investimenti sostenibili «Blue&Green Tomorrow» (twitter: ilaria_bertini).

Leanne Campbell

The China Study - Le Ricette Per un’alimentazione sana e naturale Oltre 120 ricette integrali e vegetali The China Study è considerato il libro più importante sull’alimentazione mai pubblicato e sta cambiando le abitudini alimentari di tantissime persone. Ci rivela come una dieta a base di proteine animali abbia effetti dannosi sulla nostra salute: dall’obesità al diabete, dalle malattie cardiache al cancro. Ci indica come, invece, una dieta a base vegetale abbia il potere di arrestare o invertire molte malattie e di mantenerci in perfetta salute. Le straordinarie scoperte scientifiche contenute in The China Study sono state utilizzate per realizzare questo imperdibile ricettario. Scritto da Leanne Campbell, figlia di T. Colin Campbell e madre di due figli affamati, The China Study - Le Ricette presenta ricette vegane deliziose e facili da preparare, senza o quasi aggiunta di grassi, sale e zucchero. Libro – Pag. 320 – Prezzo € 14,50

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L’alimentazione

secondo l’Ayurveda Consigli e ricette dall’antica tradizione indiana per la costituzione Pitta Romina Rossi

N

el numero 38 di «ViviConsapevole» ci siamo occupati di alimentazione dal punto di vista dell’antica medicina indiana, l’Ayurveda, analizzando la costituzione Vata. In questo numero continuiamo a scoprire consigli e ricette per la costituzione Pitta.

Chi è Pitta? Gli elementi che caratterizzano la costituzione Pitta sono il Fuoco e l’Acqua, che governano sottoforma di energia e calore corporeo. Il metabolismo è il protagonista del Pitta, che si presenta come una persona con molto appetito, con necessità di mangiare spesso. Nonostante l’appetito, rimane una persona dalla corporatura media. È la persona “normale” né alta né bassa, né magra né grassa, ma con una buona massa muscolare, che rimane tonica. Caratterizzato dai capelli rossi o biondi, questo tipo di costituzione tende alla calvizie; gli occhi invece sono verdi, castani o color rame. La pelle è spesso caratterizzata da lentiggini, nei, brufoli o macchie. Suda parecchio e per questo motivo preferisce il clima freddo. Caratterialmente Pitta si riconosce per essere forte e deciso; il Pitta è spesso il leader o il manager. Molto competitivo, lavora con determinazione per realizzare i propri obiettivi e non stacca mai. Pur avendo un buon sonno, non dorme mai troppo, sempre teso com’è a realiz-

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Cucina naturale

zarsi nella vita. Seleziona accuratamente i propri interessi, le amicizie e le relazioni; amante della cultura e dell’arte, è una persona molto intelligente, brillante e acuta. Soffre di attacchi di rabbia, odio e gelosia, mentre dal punto di vista fisico risente di allergie, bruciore di stomaco, della pelle, e di problemi alla vista.

Un aiuto dall’alimentazione L’eccesso di Pitta può portare a una cattiva digestione, ecco che quindi quello che si mangia diventa di vitale importanza per mantenere l’equilibrio della persona. L’ideale per Pitta sarebbe di essere vegetariano, consumando preferibilmente cibi freschi, rinfrescanti e liquidi, evitando quelli troppo pungenti, salati, speziati e acidi. Caffè, alcol, tè, cioccolato sono da evitare.

Ecco qualche consiglio sui cibi da preferire Cereali: riso basmati, grano, orzo e avena. Meglio evitare riso integrale, mais e miglio; Legumi: fagioli rossi, mung e azuki, ceci, lenticchie. Evitate tutti gli altri; Verdure: cetrioli, barbabietole, patate dolci (quelle non dolci vanno consumate con moderazione), vegetali a foglia verde, cavoli e cavolfiori, sedano, lattuga, alghe. Evitate melanzane, pomodori e ravanelli; Frutta: uva, ciliegie, melone, arance, mele, fragole, anguria, susine e ananas purché maturi. Evitate i frutti acidi (pompelmo, limone…) papaya e mango; Semi e frutta oleosa: nocciole, semi di girasole. Evitate le arachidi; Oli: vanno bene di lino, canapa, oliva, girasole, cocco. Meglio evitare quello di sesamo, mandorla e mais; Uova carne e pesce: preferite carne di pollo, fagiano e tacchino. È permesso solo l’albume dell’uovo; Latticini: latte, burro e ghee (il burro chiarificato). Evitate i fermentati: yogurt, formaggi e panna acida; Erbe e spezie: cannella, coriandolo, cardamomo, semi di finocchio, zenzero ma solo fresco, curcuma. Evitate i peperoncini e le spezie piccanti o che scaldano eccessivamente; Dolcificanti: vanno bene tutti quelli naturali esclusione della melassa, dello sciroppo d’acero e del miele.

Le Ricette per il PITTA ZUPPA DI FAGIOLI MUNG 250 g di fagioli mung decorticati 2 cucchiai di olio d’oliva 1 cucchiaino di coriandolo 1 cucchiaino di curcuma

Lavate bene i fagioli, metteteli in una pentola con molta acqua (dev’essere il doppio in volume rispetto ai fagioli) e la curcuma. Portate a bollore e fate cuocere per 40 minuti a fuoco medio. Togliete dal fuoco e con il frullatore a immersione riducete i fagioli in purea. Eventualmente aggiungete un po’ di acqua calda: deve risultare una zuppa abbastanza liquida. Condite con l’olio crudo e il coriandolo.

DISCHETTI DI SPINACI 250 g di farina di grano 300 g di foglie di spinaci 4 cucchiai di ghee 2 cucchiai di olio di oliva 1 cucchiaio di curcuma 2 cucchiai di coriandolo tritato sale q.b.

Cuocete gli spinaci a vapore a fuoco basso insieme alla curcuma. Salate e lasciate raffreddare e tritateli. Aggiungeteli alla farina e all’olio e ricavate una pasta morbida. Dividetela in palline della grandezza di una noce e schiacciatele fino a ottenere dei dischetti. In una padella riscaldate il ghee a fuoco basso. Cuocete i dischetti girandoli spesso. Togliete quando saranno dorati.

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Menù per la vigilia

di Natale

Vegano, gustosissimo e leggerissimo Dealma Franceschetti

Insalata russa

(per 4-6 persone) • • • • • • • • • • • •

1 patata 2 carote 100 g di fagiolini 150 g di piselli cotti 1 cucchiaio d’olio e.v.o. 1 cucchiaino di aceto di riso sale marino integrale 200 ml di latte di soia 200 ml di olio di mais 1-2 cucchiai di limone 1 cucchiaino di senape ½ cucchiaino di curcuma in polvere

Sbucciare la patata, pulire le carote e tagliare a dadini. Pulire i fagiolini e tagliarli a cilindretti. Lessare le verdure in acqua salata. Lessandole separatamente, una per volta, è più facile ottenere la giusta cottura per ognuna. Una volta cotte, trasferire le verdure in una ciotola, aggiungere i piselli e condire con l’olio e.v.o., l’aceto e una presa di sale. Mescolare e lasciar raffreddare. Nel frattempo frullare il latte di soia con il limone, ½ cucchiaino di sale, la curcuma e la senape. Sempre frullando aggiungere lentamente l’olio di mais. Per una maionese più solida, aggiungere altro olio di mais, fino alla consistenza desiderata. Quando le verdure sono fredde, mescolarle alla maionese. Mettere in frigorifero per un’ora prima di servire.

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Lasciatevi incuriosire da questi piatti e preparateli per i vostri ospiti, anche per i più scettici rispetto alle delizie della cucina a base vegetale: vi imploreranno per un secondo invito a cena!

Strudel di verdure

(per circa 4 persone)

Questo strudel è molto buono anche il giorno dopo, quindi per semplificare il lavoro si può preparare il giorno prima e affettarlo al momento di servire. Per la pasta • 250 g di farina tipo 2 oppure integrale • 4 cucchiai di olio extravergine d’oliva • 3 cucchiaini di aceto di mele • 1 pizzico di sale marino integrale • acqua frizzante q.b. Per il ripieno • 1 cipolla o 1 porro piccolo • 200 g di carote • 300 g di coste o spinaci • olio extravergine d’oliva • 2-3 cucchiai di shoyu o tamari • 1 spicchio d’aglio • aromi a piacere (basilico timo, ecc.) • semi di sesamo o di papavero o di crescione ecc. • sale marino integrale Per la crema da spalmare nello strudel • 100 g di ceci lessati • 1 cucchiaino di acidulato di umeboshi • 1 cucchiaino di tamari o shoyu • 1 cucchiaio d’olio extravergine d’oliva In una ciotola unire la farina con il sale, l’olio e l’aceto e sfregarla tra le mani. Aggiungere poca acqua fredda (meglio se frizzante) e cominciare a impastare, per ottenere un composto sodo, ma abbastanza elastico. Formare una palla, avvolgerla nella pellicola da cucina e riponila in frigorifero 30 minuti. Nel frattempo affettare la cipolla molto sottile e farla rosolare in padella con l’olio e un pizzico di sale. Intanto grattugiare le carote e

aggiungerle in padella. Aggiungere 1-2 cucchiai di tamari o shoyu e lasciar stufare per qualche minuto. Nel frattempo tagliare a listarelle le coste e farle rosolare in un’altra padella con un cucchiaio d’olio, lo spicchio d’aglio e un pizzico di sale per qualche minuto. Lasciar cuocere per 5 minuti mescolando ogni tanto e se serve aggiungere poca acqua. Unire in una sola padella le coste con le carote e le cipolle e mescolare bene. Frullare i ceci con l’olio, l’acidulato di umeboshi, il tamari e un po’ d’acqua, per formare un composto morbido e spalmabile. Su un foglio di carta da forno tirare la pasta molto sottile con il mattarello, tagliarla in modo da ottenere un rettangolo e trasferirla con la carta forno in una teglia o una pirofila. Spalmare tutta la pasta con il composto di ceci e poi distribuire le verdure, tranne il lato che servirà per chiudere (uno dei due bordi lunghi, lasciare scoperti 2 cm). Aiutandosi con la carta forno iniziare ad arrotolare. Spennellare la superficie con un po’ di tamari o shoyu e cospargerla di semi a piacere. Infornare a 180°C per 30-45 minuti circa e lasciar intiepidire prima di tagliare.


Cucina Naturale

Budino pere e cioccolato

(per 3-4 persone)

Lasagne al ragù bianco di seitan (per 4 persone) • • • • • • • • • • • • •

120 g di seitan 1 cipolla 1 carota 1 spicchio d’aglio 1 rametto di rosmarino 2 cucchiai di tamari 3 foglie di salvia 2 foglie di alloro 6-7 fogli di lasagne (di farro integrali, oppure di riso per gli intolleranti al glutine, oppure classiche) 3 cucchiai d’olio extravergine d’oliva mezzo bicchiere scarso di vino bianco 1 pizzico di sale marino integrale gomasio

Per la besciamella • 500 ml di latte di soia • 50 g di farina di farro “0” (oppure di riso per gli intolleranti al glutine) • 50 g circa di olio di mais • 1 cucchiaino di sale marino integrale • noce moscata a piacere

Tritare la cipolla, la carota, il rosmarino e la salvia e rosolare tutto in padella con l’olio, lo spicchio d’aglio e un pizzico di sale. Tritare finemente il seitan e aggiungerlo in padella. Lasciar rosolare qualche minuto mescolando, poi sfumare con il vino e lasciar evaporare a fiamma vivace. Aggiungere il tamari e se serve un po’ d’acqua e lasciar stufare coperto per 15 minuti. Lessarle lasagne (oppure prepara quelle che non richiedono cottura in acqua) e preparare la besciamella. Mettere sul fuoco il latte di soia a scaldare. A parte mescolare la farina con il sale, la noce moscata e l’olio versato pian piano mescolando con la frusta. Appena il latte bolle versare la pastella ottenuta mescolando con la frusta. Cuocere 1-2 minuti e spegnere. Distribuire qualche cucchiaiata di besciamella sul fondo della pirofila, disporre il primo strato di lasagne e aggiungere uno strato di ragù e uno di besciamella. Di nuovo le lasagne, il ragù e la besciamella. Ultimo strato di lasagne e coprire con la besciamella rimasta. Spolverare con gomasio e infornare a 180°C° per 10 minuti se le lasagne erano già lessate oppure per il tempo indicato nel caso di lasagne che cuociono in forno.

Segui la diretta streaming “Rimedi macrobiotici per i malanni invernali” - 13 novembre ore 17,30 su live.macrolibrarsi.it

Scritto da Dealma Franceschetti Cuoca e terapista macrobiotica. Da diversi anni tiene corsi di cucina macrobiotica vegan, seminari di auto-cura e consulenze personalizzate per il recupero del benessere attraverso un’alimentazione consapevole. Fornisce consulenze via skype in tutta Italia attraverso il proprio sito. Attraverso il suo blog diffonde l’alimentazione macrobiotica vegana con ricette sane e gustose. È autrice dell’ebook L’alimentazione macrobiotica edito da Bruno Editore. Per contatti www.laviamacrobiotica.it www.laviamacrobiotica.it/blog

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3 pere mature 300 ml di latte di soia 100 ml di panna vegetale 50 g di cioccolato fondente 4-5 cucchiai di malto di riso ½ cucchiaino di vaniglia 1 cucchiaino raso di agar agar in polvere 1 cucchiaio di maizena 1 pizzico di sale marino integrale mandorle per guarnire

Sbucciare le pere e frullarle bene. Aggiungere nel frullatore il latte, la panna, l’agar agar, la maizena, la vaniglia e il sale e frullarle bene. Trasferire in un pentolino, portare a bollore mescolando e cuocere 1 minuto. Aggiungere il malto e il cioccolato a pezzetti, spegnere e mescolare bene finchè il cioccolato sarà ben sciolto. Versare in una pirofila o in uno stampo per budino e lasciar raffreddare. Quando è freddo trasferire in frigorifero per un’oretta. Tagliare il budino nelle forme preferite o rovesciare gli stampini e guarnire con scaglie di mandorle e fettine di pera cruda.

Cipolline in agrodolce

(per 3-4 persone) • • • • • •

600 g di cipolle borettane 3 cucchiai d’olio extravergine d’olia 2 cucchiai di shoyu 1 cucchiaio di aceto di riso 2 cucchiai di malto di riso 1 presa di sale marino integrale

Rosolare le cipolle in padella con l’olio, il sale e poca acqua per 5 minuti. Aggiungere ancora un po’ d’acqua e cuocere coperto per 30 minuti. Aggiungere lo shoyu e cuocere ancora 15 minuti. A fine cottura aggiungere il malto e l’aceto, mescolare cuocendo ancora 1 minuto.

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Zuppe e dolci: crudisti e squisiti! Tre grandi libri di ricette per avvicinarsi all’alimentazione crudista e riscoprire la forza vitale del cibo David Côté e Mathieu Gallant

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ome cuochi lavoriamo per cambiare il modo in cui la nostra società concepisce l’alimentazione. Affinché quest’ultima venga riconosciuta come la pietra angolare della salute e del benessere, all’interno di una comunità fiorente, in armonia con la vita che la circonda. Per noi servire degli alimenti vivi, che nutrono e rigenerano contemporaneamente il corpo, è un’occasione privilegiata per informare le persone e per invitarle a compiere una riflessione più profonda, per far sì che mettano in atto ogni giorno dei gesti responsabili e improntati al rispetto del proprio organismo e dell’ambiente. Per questa ragione, abbiamo scelto un approccio culinario vegano, biologico, essenzialmente crudo, senza glutine e lavorato a mano, che privilegia gli agricoltori e i produttori equi e locali. Al di là della filosofia alimentare che abbiamo adottato, il nostro obiettivo è quello di aiutare ogni individuo a sentirsi veramente vivo e a scoprire il suo vero potenziale. Siamo impegnati in questo cammino come ecologisti, artisti, gastronomi, imprenditori, rivoluzionari, insegnanti, studenti e cittadini. Siamo appassionati, creativi e curiosi. Partendo da questi presupposti, cerchiamo di modellare un’impresa ispirata a essi e capace di ispirare altri,

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Cosa c’è di meglio di una crostata di mele, di una mousse al cioccolato con ciliegie fresche o di una torta foresta nera, e cosa c’è di meglio del potersele permettere senza sentirsi in colpa per le conseguenze?

che incoraggi tutti i suoi membri offrendo a ciascuno un salario giusto, stimoli le opportunità di apprendimento e di formazione e la nascita di una comunità con un forte senso della collettività. Vogliamo contribuire al fiorire di una comunità orgogliosa di sé e sostenibile. Siamo, ogni giorno, al servizio della vita. Vogliamo fare due esempi.

Vai con la zuppa! Parliamo di zuppe vive! Così facili da preparare, da digerire e da condividere, le zuppe in cucina sono una componente che non può mancare. Di una semplicità incredibile, si possono servire come antipasto, come pasto principale o come accompagnamento. Nel nostro libro Zuppe, creme e vellutate (Sonda Edizioni) definiamo alcune ricette come “fusion” in


Cucina Naturale

Dolci per epicurei ed ecologisti

quanto prevedono uno o più ingredienti cotti. La flessibilità è un ingrediente essenziale della nostra cucina e crediamo che, in alcune occasioni, sia interessante consumare pasti caldi o che contengano alcuni ingredienti cotti. La nostra cucina “fusion” è infatti una cucina di transizione concepita con lo scopo di facilitare l’accesso alla cucina viva. Non aderiamo dunque a un regime rigidamente crudista e per convincersene è sufficiente godersi d’inverno il piacere di una zuppa calda! In altri casi, vi proponiamo invece delle ricette crude che portano la definizione di “calde”. Queste prevedono dell’acqua calda o tiepida in cui incorporiamo gli altri ingredienti crudi, in modo da variare il più possibile nei sapori senza però cuocere gli alimenti. Seguendo il nostro esempio, siate anche voi elastici! Prendetevi la libertà di cambiare tutte le ricette secondo le vostre esigenze e di non utilizzare alla lettera gli ingredienti e le quantità. Siate creativi!

Nel libro Torte, gelati e dessert (Sonda Edizioni) vi mostriamo come approfittare di tutti i doni della vita senza alcun senso di colpa. Accogliamo ogni giorno il piacere dei sensi e scegliamo di farlo in modo consapevole, ossia prendendo in considerazione le loro ripercussioni su di noi e sull’ambiente che ci circonda. Quindi, cosa c’è di meglio di una crostata di mele, di una mousse al cioccolato con ciliegie fresche o di una torta foresta nera, e cosa c’è di meglio del potersele permettere senza sentirsi in colpa per le conseguenze? Ecco ciò che vi offriamo: dolcezze all’altezza dei momenti di festa, adatte alle vostre capacità culinarie e, soprattutto, realizzate con ingredienti veri, sani, completi, senza zuccheri raffinati, senza allergeni, senza glutine, senza grassi trans, senza burro e senza latticini. Il nostro modo di mangiare non è più quello di una volta. Le torte fatte in casa sono più rare e le liste degli ingredienti dei dolci si allungano. Sebbene i panifici e le pasticcerie artigianali stiano a poco a poco riprendendo piede, e ne siamo felici, dobbiamo essere onesti: gli ingredienti di base per la preparazione dei dolci sono veramente di scarsa qualità. A essere onesti, i nutrienti sono quasi assenti e gli ingredienti compatibili con una buona salute non esistono, che siano biologici o no, anche se qualcuno di voi protesterà:«Ma nella mia torta ci sono delle carote!».

Non solo, la maggior parte di voi stenterà a crederci: «Com’è possibile mettere sotto i denti certe consistenze e certi sapori senza barare, senza cioè ricorrere a burro, a crema o a zucchero?». E invece sì, è possibile. Frutta fresca, frutta secca, farine di noci, semi e semi germogliati, super alimenti, spezie, essenze, zuccheri naturali non raffinati: la lista è lunga. Il tutto non è solamente sano e senza sensi di colpa, ma ogni boccone ha un impatto positivo sull’agricoltura biologica e sul vostro benessere. Ecco il perfetto matrimonio tra epicurei ed ecologisti.

David Côté e Mathieu Gallant Studioso di nutrizione, chef crudista e terapeuta di shiatzu, David Côté è cofondatore e presidente di Crudessence, società di consulenza sull’alimentazione (costituita nel 2007, con ristoranti, self-service e negozi specializzati). Filosofo culinario e chef, Mathieu Gallant è cofondatore di Crudessence, insegnante di yoga e meditazione, e studioso di impatto ambientale.

Cosa leggere L’essenza del crudo Oltre 180 ricette crudiste, vegan e biologiche Sonda, 2012 Zuppe, creme e vellutate I sapori delle stagioni Sonda, 2014 Torte, gelati e dessert Sane e dolci golosità Sonda, 2014 Puoi ordinare questi libri sul sito: macrolibrarsi.it

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Crudo & Sano Ovvero tutto quello che avresti voluto sapere sul crudismo e che non hai mai osato chiedere! Approfondiamo insieme gli spunti lanciati con il crudo-quiz apparso su «ViviConsapevole 38». Per sentire i benefici del cibo crudo, quanto crudo devo inserire nella dieta e quanto tempo occorre per la disintossicazione? Per sentire i benefici associati al crudismo (più energia e lucidità mentale, maggiore idratazione, assorbimento di tutti i nutrienti, disintossicazione, intestino più pulito) non è necessario mangiare crudo al 100%. Il nostro corpo risponde subito quando miglioriamo le nostre abitudini e se abbiamo mangiato cibo industriale per 30/40 o 50 anni, iniziando a nutrirci sempre più con cibo sano ed eliminando quello industriale non avremo bisogno di altrettanti anni per disintossicarci. Crudo significa freddo? Nel crudismo, possiamo riscaldare i cibi con l’accortezza che non siano sottoposti a temperature maggiori di 42°C, in modo da non distruggerne gli enzimi e tutte le qualità nutrizionali. Attenzione però al mangiare qualsiasi cosa basta che sia cruda. La dieta crudista più consigliata è quella vegana, costituita da alimenti di origine unicamente vegetale. Crudo e vegano mi fanno venire in mente una cucina insipida e triste: è così? La mia esperienza personale, e quella di tanti altri, è che quando si iniziano

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Dafna Moscati

ad assaggiare i piatti e i dolci crudisti, i frullati, i succhi ci si lecca dita e baffi e ci si chiede come mai non abbiamo conosciuto prima tali bontà! Cosa mangia un crudista? La piramide dei cibi crudista predilige alla base la frutta e poi la verdura cruda in ampie quantità (c’è chi mette alla base le verdure a foglia verde) e poi salendo verso il vertice, quindi man mano in minori quantità, troviamo germogli, semi oleosi, avocado, noci varie e per finire alghe, superfoods ed erbe medicinali. Con il crudismo posso disintossicarmi? La ‘dieta’ più naturale da seguire è solo quella di tornare a sapersi ascoltare: dopo un periodo di detox, grazie appunto a una dieta tendenzialmente crudista, possiamo restituire al nostro corpo la possibilità di un ascolto più immediato del proprio istinto e gusto salutare. Posso dimagrire? Spesso mangiamo troppo perché non assimiliamo le sostanze nutritive di cui abbiamo veramente bisogno, sia perché i villi intestinali sono occlusi dai prodotti di scarto accumulati dagli alimenti industriali, sia perché i cibi che mangiamo non contengono ciò che il nostro corpo richiede. Inoltre nel cibo, come in altri ambiti, siamo spesso abituati ad accumulare più di quanto necessario.

Il mio soggiorno in Costa Rica e gli studi fatti con David Wolfe mi fanno prediligere un crudismo con uso quotidiano di superfoods e super erbe, ma in ogni incontro sottolineo sempre che come mangiamo vale quanto se non di più del cosa. Consiglio quindi Lo Yoga della Nutrizione O.M. Aivanhov.

Dafna Moscati È nutrizionista crudista e offre consulenze di alimentazione naturale presso il Macrolibrarsi Store o via Skype. Per info dafna.moscati@yahoo.it.


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I grani antichi Alla riscoperta delle tradizioni italiane in cucina

«Io, quando semino un grano antico, semino per il futuro...» Giuseppe Li Rosi

I

n passato la Sicilia era considerata una terra fertile e ricca di grano, tanto da ricevere l’appellativo di “granaio di Roma”. E dalla Sicilia oggi parte la riscoperta dei grani antichi. Abbiamo chiesto un po’ di informazioni al riguardo a Giuseppe Li Rosi.

Che differenza c’è tra il grano moderno e i grani antichi? Il 90% del grano coltivato in Italia oggi è grano Creso, ottenuto negli anni ’70 bombardando con le radiazioni il frumento duro. In questo modo si voleva rendere la pianta più bassa per evitare l’allettamento, cioè che si piegasse a terra con il vento e la pioggia, diventando difficile da raccogliere. Il grano ottenuto aveva sì un fusto più basso e una maggior resa, ma aveva anche chicchi più grandi e un maggior contenuto di glutine. Le varietà antiche sono invece grani non irraggiati, ma selezionati dall’uomo nel corso dei secoli. Spesso e volentieri sono anche cultivar autoctone: per esempio il Senatore Cappelli è originario del Sud Italia, lo Strazzavisazz della Sicilia...

Perché scegliere i grani antichi? Innanzitutto per sapere cosa stiamo mangiando. Essendo grani selezionati nel corso della storia, gli effetti delle varietà antiche sono noti da tempo. Fin dal Neolitico l’uomo seleziona gli alimenti e continua a coltivare

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quelli che gli garantiscono un maggior apporto di energia, quelli più nutrienti. Il grano Creso si è diffuso molto rapidamente nonostante sia molto giovane, tanto che negli anni ‘80 e ’90 rappresentava oltre il 50% della produzione di frumento duro in Italia. Ma la sua rapida diffusione è avvenuta senza che si conoscessero i suoi effetti, tanto che oggi è sospettato di essere uno dei principali responsabili di celiachia e intolleranze al glutine, proprio a causa dell’elevato contenuto di glutine. Coltivare i grani antichi significa avere una minor produzione (le rese per ettaro sono dimezzate) ma anche un grano con più nutrienti: la pianta del grano antico è molto alta, quindi fa radici più profonde, arrivando là dove i grani moderni non arrivano. La presenza dei nutrienti nel cibo ci assicura forza e resistenza: quando

Claudia Mengoni abbiamo qualche carenza nutrizionale ce ne accorgiamo perché ci sentiamo deboli e stanchi. Ma soprattutto i nutrienti ci offrono la possibilità di pensare: se non arrivano i nutrienti giusti molte aree del cervello restano inattive.

Abbiamo intervistato Giuseppe Li Rosi Giuseppe Li Rosi è nato in Sicilia, da una famiglia a vocazione contadina. Si è laureato in Lingue e Letterature Straniere e per qualche tempo ha fatto l’insegnante. Ma a un certo punto ha sentito il richiamo della terra e ha scelto di seguirlo, tornando nell’azienda di famiglia. Oggi è presidente di Terre e Tradizioni, un’azienda agricola di 210 ettari di terreno a Raddusa (CT), che coltiva in modo biologico soprattutto con grani antichi. Inoltre è attivo nella tutela dei grani autoctoni.


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Cucina Naturale

I grani antichi Timilìa È un grano duro profumato, digeribilissimo grazie al suo basso indice di glutine. Ha un sapore eccezionale ed è molto versatile, infatti è usato per fare biscotti, dolci, pizza, pane e pasta. Maiorca Grano tenero, cresce in aree marginali ed aride, ma ha un sapore robusto e nutriente. È consigliato per fare ottimi biscotti, grissini e pane.

soprattutto per fare il classico pane a pasta dura, con poca acqua, che dura molti giorni.

Strazzavisazz È il grano più antico della Sicilia, lunghissimo, con forti radici e un chicco color ambra. Ha un sapore naturale, forte e selvaggio, che viene esaltato nella pasta. Monococco È una varietà di farro antico, progenitore del grano. Ha una spiga esile, ma ricca di carotenoidi come nessun altro grano ha.

Russello È un grano duro molto particolare: ha il fusto alto e la spiga tendente a al rosso. Viene usato

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Vivere a Km0! Riscopri e valorizza la biodiversità umana, ambientale e culturale per una vita più giusta, appagante e piena: intervista a Beatrice Scappini

La Redazione

P

er rispondere ai problemi della storia moderna, oltre all’intervento di grandi organizzazioni e Governi, esiste una soluzione alternativa, una dimensione silenziosa, innocua ma efficace: il Km0, che responsabilizza ognuno di noi, perché ci permette potere decisionale e sovranità. Ne abbiamo parlato con Beatrice Scappini, autrice del manuale Vivere a Km0, di prossima pubblicazione per Il Filo Verde di Arianna. Ci puoi spiegare come e quando nasce il termine chilometro zero e cosa si intende con esso? Il Km0 nasce grazie ai food miles cioè le miglia che un prodotto alimentare percorre dal luogo di origine attraverso le varie fasi di trasformazione e distribuzione fino all’utilizzatore finale. Food miles è un movimento nato nel mondo anglosassone e in alcuni stati europei negli anni Settanta: in quel periodo è nata la necessità di rispondere a un sistema agricolo e agro-industriale progressivamente più divergente dalla tradizione, supportato da consumatori

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interessati alla quantità e alla varietà, e disinteressati rispetto alla stagionalità, al territorio, alla qualità e alle proprietà organolettiche dei prodotti (profumo, sapore, consistenza). Col tempo altri Paesi, tra cui l’Italia, hanno accolto il concetto di food miles trasformandolo in Km0, nome più chiaro e più comunicativo e concetto più ampio e complesso. Quando si parla di Km0, l’immagine che viene alla mente è quella del mercato settimanale degli agricoltori locali presente ormai in molte città e che basti acquistare frutta e verdura locale una volta ogni tanto per far prosperare l’economia della comunità. Quali sono gli altri aspetti dell’economia a Km0? Come si declina per quel che riguarda l’abitare, il vestire, il muoversi, il viaggiare, la salute ecc.?

L’economia è scambio di risorse, prodotti, servizi e denaro. Se questi scambi tra chi produce o coltiva e chi trasforma o utilizza avvengono sul territorio locale, le persone del luogo si arricchiscono e prosperano a livello economico. Inoltre secondo i principi del Km0 e della sostenibilità, se le risorse ambientali e sociali vengono valorizzate, oltre a creare ricchezza economica diffusa, si creano le basi per una prosperità sociale e un rispetto vero dell’equilibrio ambientale. Non è utopia, anzi può essere più semplice di quello che sembra, perché la differenza la fanno le azioni e le scelte delle persone che sono a capo delle imprese, delle istituzioni e delle associazioni, come anche le persone all’interno di famiglie o comunità nel momento dell’acquisto e dell’utilizzo di prodotti. Se la creazione di valore valorizza – cioè utilizza bene e conserva le risorse umane, ambientali ed eco-


Non è utopia, anzi può essere più semplice di quello che sembra, perché la differenza la fanno le azioni e le scelte delle persone

Cosa leggere Beatrice Scappini

nomiche locali – il territorio (comune, provincia, regione o nazione) tende alla prosperità cioè ad avere una qualità di vita buona e piena di contenuto, a trecentosessanta gradi. Nel concreto è realmente possibile secondo il Km0 acquistare, valorizzare, gustare e investire in attività economiche di ogni genere come l’abbigliamento, l’arredamento, l’industria tecnologica e meccanica, i trasporti, la cura, i servizi professionali, l’agricoltura, tutto proveniente dalla nostra provincia o regione.

Vivere a Km0 significa proprio ripartire dalle relazioni che viviamo e abbiamo ogni giorno. Qualsiasi esse siano, per esempio relazioni con le persone, le istituzioni, le risorse, le organizzazioni, il territorio, gli animali e il clima. Viverle secondo la dimensione locale ci permette di godere una vita piena di contenuto sorprendente, multiforme e proattivo che ci responsabilizza. In concreto significa valorizzare chi e cosa ci sta fisicamente attorno, perché proprio lì possiamo dare frutto e trovare frutto per noi e gli altri.

Vivere a Km0 significa anche coltivare un particolare tipo di relazioni sociali? Quali?

Che ruolo ha il concetto di autoproduzione in questo contesto? L’autoproduzione è il massimo esem-

Vivere A Km0 Mangiare. Vestirsi. Abitare. Scopri la bellezza della biodiversità ambientale e culturale Una panoramica ampia, accessibile e concreta su come vivere la dimensione locale e comunitaria, corredata dall’indicazione di numerosi siti internet dove poter trovare soluzioni a Km0 per ogni aspetto della vita. Il Filo Verde di Arianna Di prossima uscita

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Speciale Km0 pio di come vivere a Km0, perché chi produce e chi utilizza un bene o un servizio sono la stessa persona. Ma il Km0 promuove chiaramente la bellezza delle relazioni umane, perciò piuttosto che tendere a un’autoproduzione individuale, vivere a Km0 significa che una comunità al suo interno sia capace di autoprodurre tutto o quasi quello che le serve, in questo modo oltre ad avere prodotti belli, tipici, unici e rispettosi dell’ambiente, favorisce l’instaurarsi delle relazioni umane dirette. Puoi dare ai nostri lettori dei consigli pratici per iniziare un percorso di vita dal globale al locale? Un buon inizio per tutti è cominciare col cibo e le bevande a Km0 perché sono facilmente producibili in ogni luogo. Perciò se iniziamo ad acquistare una spesa alimentare sempre più locale e di conseguenza stagionale, già una prima pietra solida è posta alla base del nostro percorso di km-azzeratori, perché acquistare cibo locale da persone del luogo ci permette di sperimentare il Km0 nel quotidiano. Ciò ci aiuta ad abituarci a scegliere prodotti e servizi, non solo alimentari, provenienti dal territorio. Inoltre la comunità (una famiglia, un quartiere, una città, una provincia, un paese, una contrada) e la politica possono iniziare a pensare a tutto ciò che una comunità necessita per la sua autosufficienza e quindi incentivare la creazione di organizzazioni e imprese per offrire prodotti e servizi mancanti di ogni genere a livello locale. Per ottenere ciò la politica del luogo può coinvolgere le persone e incontrarle fisicamente per trovare soluzioni concrete. Oltre al cibo, una comunità può produrre arredamento, materiale edile, abbigliamento, mezzi di trasporto semplici e complessi, prodotti di largo consumo come detersivi, cancelleria, editoria, artigianato in ogni sua forma, fino ad arrivare all’industria della tecnica e della tecnologia. In che modo possiamo impegnarci in prima persona per dare vita a circuiti economici e sociali a Km0 qualora

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Vivere a Km0 significa ripartire dalle relazioni che viviamo e abbiamo ogni giorno. Qualsiasi esse siano

questo processo non sia ancora presente sul nostro territorio? Per attivare questi circuiti è meglio iniziare in piccolo così da stabilizzare l’iniziativa per poi diffonderla in modo strutturato. Ognuno di noi come singolo cittadino può iniziare in un paese, in una contrada, nel proprio quartiere, in una parrocchia: realtà di giusta grandezza che possiamo gestire. Se manca un servizio nel nostro territorio ognuno di noi si attivi aprendo un’associazione, un’azienda o un’organizzazione di altro genere che risolva quel determinato bisogno. Il concetto da cui partire è quello di sentirsi responsabili della realtà in cui siamo inseriti, creando rete con l’amministrazione, le altre imprese, le persone della nostra comunità. Secondo le tue ricerche, quali sono le azioni concrete che devono essere prese da quelle amministrazioni che vogliano rafforzare la vita comunitaria e le economie locali? Le amministrazioni posso organizzare eventi frequenti lungo le strade e le piazze per far uscire le persone dalle proprie case e strutture e per far incontrare i cittadini tra di loro sia per avere momenti di svago insieme, sia per trovare soluzioni partecipate a problemi comunitari. Inoltre, al fine di rafforzare l’economia locale deve essere presente, essa ha bisogno di farsi conoscere dalle imprese, avere relazioni dirette così da coinvolgere più attori della comunità nel far emergere i problemi su cui c’è bisogno di intervento e trovare soluzioni imprenditoriali e sociali per il bene

Cosa leggere Livio de Santoli, Angelo Consoli Territorio Zero Per una società a emissione zero, rifiuti zero e chilometri zero Minimum Fax, 2013

Francesco Abiuso La Spesa in Cascina Gli indirizzi per mangiare sano e risparmiare in Lombardia. Guida pratica alla filiera corta, al cibo a chilometro zero, ai gruppi di acquisto e agli acquisti bio Terre di Mezzo, 2009

Autori Vari Guida all’Italia Eco-solidale Turismo Responsabile in 20 Città Altraeconomia, 2011 Puoi ordinare questi libri sul sito: macrolibrarsi.it


Speciale Km0 dell’intera comunità. Ovviamente l’amministrazione deve essere disponibile a costruire infrastrutture richieste dalle imprese in accordo con la comunità e offrire sgravi fiscali locali per promuove lo sviluppo della prosperità locale. In sintesi le amministrazioni possono essere le prime ad andare incontro ai cittadini e alle organizzazioni del territorio per svolgere il ruolo di collante tra la biodiversità umana comunitaria. Come ti sei appassionata a questo tema? Come vivi personalmente? Per lavoro mi occupo quotidianamente di sostenibilità aziendale e organizzativa, a cui il Km0 è fortemente interconnesso: vivendo la dimensione locale si diventa in automatico più sostenibili, questo vale sia per le persone, sia per le famiglie che per le organizzazioni di ogni genere. Dato che il Km0 è una soluzione sostenibile, ho approfondito il tema sia a livello pratico sia teorico. Nella mia vita personale vivo il Km0 cercando di incontrare in modo vero e aperto il prossimo che mi si presenta, cerco di acquistare qualsiasi cosa necessiti da negozi vicini a dove abito o dove mi trovo fisicamente in cui posso avere un incontro diretto con le persone che vendono, le quali spesso sono anche i proprietari dell’attività, oppure acquisto online da siti italiani o in generale prodotti il più possibile locali, regionali e nazionali. Nel mio lavoro cerco collaborazioni o acquisto servizi da aziende e professionisti il più possibile a Km0. Infine, studio e propongo soluzioni per i miei clienti che abbiano come intermediari persone e organizzazioni il più vicino a loro, così da creare rete locale e ridurre i costi.

Una vita a Km0 è più prospera e più partecipata, elementi che si possono considerare un’ottima base per la felicità personale e comunitaria

Beatrice Scappini Innamorata della realtà nelle sue multiformi sfaccettature, con formazione economico-aziendale e di sostenibilità, si appassiona nel trovare e generare il punto di incontro tra i multiformi elementi della realtà, inclusi quelli più distanti.

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Supercibi a

chilometro zero

Riscopriamo le proprietà nutrizionali e terapeutiche dei super cibi di casa nostra, ovvero cereali integrali, agrumi, broccoli, Domenico Battaglia semi, frutti rossi, germogli...

C

on il termine supercibi si è soliti indicare alcune piante con elevato contenuto nutrizionale, funghi, tuberi o radici provenienti dall’altro capo del mondo, alghe provenienti da mari e laghi lontani, bacche e frutti ancora più esotici, magari rintracciabili in polvere o essiccate. Sono sicuro del loro valore nutrizionale elevato, ma sono altrettanto certo che siamo circondati da super cibi provenienti dalla nostra terra e tradizione culinaria che dobbiamo solo riscoprire e riportare sulle nostre tavole. Nell’ambito alimentare e nutrizionale i fattori coinvolti e le interazioni tra i cibi, anche in relazione alle capacità “protettive” di un determinato alimento nei confronti di questa o di quella patologia, sono così molteplici e variegati che non si può pensare ai supercibi se non in maniera “corale”. Per questi motivi penso che un super cibo possa essere così definito quando risponde a determinati requisiti: i supercibi sono quegli alimenti a elevato contenuto nutrizionale che insieme e coralmente, come in un’orchestra sinfonica, consentono a chiunque, nella propria quotidianità, con semplicità d’uso e facilità di reperimento sul mercato, di realizzare un’alimentazione gustosa, variegata e nutriente in modo da creare nel nostro organismo un ambiente favorevole al perseguimento e al mantenimento della salute e del benessere, e ostile allo sviluppo di qualsivoglia patologia, acuta o cronica che sia. La facilità di reperimento sul mercato e la loro disponibilità giocano un ruolo fondamentale, infatti se parliamo

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di chilometro zero vuol dire che stiamo cercando di interpretare l’alimentazione e la nutrizione come eventi non solo biochimici, ma espressione della cultura caratteristica di un certo luogo geografico e dei suoi abitanti. Non vorrei si cadesse nell’errore di scambiare tutto ciò che viene etichettato come chilometro zero come buono e apprezzabile, infatti molti cibi sono reperibili a breve distanza dalla loro origine, ma questo non può essere un valido sigillo a garanzia del fatto che ci possano alimentare e nutrire in modo corretto e benefico. Occorre dunque tenere ampio il senso delle definizioni senza mai ricadere e rinchiudersi nella rigidità stipata che una “targhetta” può dare. È giunto il momento: spalanchiamo la nostra credenza e andiamo a risvegliare i nostri super eroi sonnecchianti, potendoli così scoprire uno per uno alla luce del sole…

Gli Agrumi: arancia, limone, mandarino, pompelmo giallo e rosa, lime. Posseggono i seguenti nutrienti: vitamina C, fibre, folati, limonene, potassio, polifenoli (flavonoidi). Potenti antiossidanti, scudi di difesa che sono attivi in tutto il nostro organismo, fibre che favoriscono la motilità intestinale e nutrienti che proteggono il sistema cardiovascolare e non ultimi i nostri muscoli, compreso il cuore.

I Cereali integrali: avena, miglio, grano saraceno, farro, mais, riso integrale, orzo, frumento. Contengono abbondanti Fibre, Acidi grassi polinsaturi (Omega 3) che proteggono il sangue, le pareti

delle cellule e i nostri neuroni (cellule del sistema nervoso), Proteine, micronutrienti (magnesio, potassio, zinco, rame, manganese, selenio, tiamina o vit. B1, acido pantotenico o vit. B5), vitamina E. Questi ultimi sono elementi importantissimi per gli scambi e il mantenimento degli equilibri cellulari, inoltre svolgono un ruolo fondamentale come antiossidanti, cioè come scudi di protezione che subiscono gli attacchi ossidativi al posto delle cellule.

Le crucifere o brassicacee: broccoli, cavolini di bruxelles, cavolo cappucccio, cavolo verza, rapa, cime di rapa, cavolfiore. Questi vegetali hanno dimostrato di essere un potente anti-cancro, potenziatori del sistema immunitario, protettori dalle malattie del sistema cardiovascolare e dall’insorgenza di malformazioni fetali. Le sostanze maggiormente presenti sono: sulforafano, acido folico o vit. B9, fibre, vit. C, β-carotene (precursore della vit. A), luteina/zeaxantina, vit. K, ferro.

I Legumi: fagioli, fave, lenticchie, ceci, taccole, piselli, quelli più comuni. Sono grandi contenitori di proteine e fibre, soprattutto, ma anche di vitamine del Gruppo B, Ferro, Acido Folico (vit. B9) ed altri micronutrienti. Gli effetti positivi dei legumi si manifestano nel prevenire l’insorgenza di patologie cardiovascolari, nell’insorgenza del diabete mellito di tipo II e si pensa possano avere un ruolo protettivo nei confronti di alcuni tipi di cancro, come


Speciale Km0 quello della mammella, della prostata, del pancreas e del colon.

I Frutti Rossi: mirtilli, uva nera, lamponi, fragole, ribes, more, ciliegie, melograno, cranberry e altri frutti di bosco. In generale si può dire che questi cibi proteggono da patologie legate all’invecchiamento, come demenza senile e morbo di Alzheimer, proteggono da malattie cardio-vascolari, tumori, migliorano inoltre la salute del rivestimento interno delle nostre arterie (endotelio vasale) e proteggono anche dalle infezioni delle vie urinarie. Anche in questa occasione consiglierei al consumatore di leggere bene l’etichetta e la provenienza delle coltivazioni favorendo nella scelta l’origine nel nostro Paese.

La frutta secca e i semi: noci, mandorle, pistacchi, arachidi, anacardi, noci pecan, pinoli, nocciole, castagne, semi di girasole, semi di sesamo, semi di zucca, semi di lino, semi di canapa. I micronutrienti che questi speciali cibi forniscono al nostro organismo: Acidi Grassi Essenziali (AGE) del tipo Omega-3 (alfa-linolenico), Vitamina E e altri micronutrienti. Svolgono un ruolo protettivo da patologie croniche, malattie cardiovascolari, ipertensione, diabete tipo II, tumori ed ipercolesterolemia. Cosa leggere

Domenico Battaglia Medicina Consapevole Con un poco di zucchero la pillola andrà giù? Draco Edizioni, 2013

Puoi ordinare questo libro sul sito: macrolibrarsi.it

I germogli: non sono altro che il risultato della germinazione di varie tipologie di semi comuni e meno comuni di cui segue un breve elenco: fagioli, lenticchie, semi di alfalfa (erba medica), semi di broccolo, miglio, frumento, ravanello e tanti, tanti altri. Potenzialmente si può far germogliare qualunque seme. Nei germogli abbiamo una presenza numerosissima di enzimi e di micronutrienti perfettamente disponibili e assimilabili anche da quelle persone che solitamente sono intolleranti a quel particolare cibo: per esempio chi fosse intollerante al glutine presente nel frumento potrà nutrirsi dei suoi germogli beneficiando di tutti i nutrienti e degli oligo-elementi in esso contenuti senza manifestare intolleranze. Posseggono una moltitudine di proprietà (anche antitumorali) che vengono naturalmente raggiunte grazie all’attività corale dei vari micronutrienti e oligo-elementi contenuti nei germogli, e non grazie all’azione di una singola molecola. Come avrete capito i germogli li coltivate voi in casa per cui più che un cibo chilometro zero li definirei a m0. Vorrei adesso parlarvi di un ultimo supercibo, di sicuro non ultimo per importanza: la Meditazione. Vi dico subito che è un nutriente coltivabile in ciascuno di noi, con modesto dispendio di energie e grande resa nel raccolto, si potrebbe definire un cibo a “Cm0”. Ecco gli effetti stabili che la meditazione può dare: • Sviluppa la pazienza. • Promuove un atteggiamento non giudicante. • Aiuta le persone a vivere bene in situazioni incerte ed instabili. • Stimola a prendere contatto con se stessi e con la propria coscienza. • Sviluppa la responsabilità personale. • Organizza e fortifica sentimenti che permangono nel tempo. Viste le funzioni che la meditazione riesce a migliorare e modulare, essa non risulta dissimile dal cibo stesso in quanto ad attività nutritiva, si potrebbe

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Michele Riefoli

Mangiar Sano e Naturale Con alimenti vegetali integri - Manuale di consapevolezza alimentare per tutti Questa interessantissimo manuale è in grado di fugare ogni dubbio su cibo, salute ed ecologia. Poggia su due pilastri: consapevolezza alimentare ed evoluzione delle coscienze. Con uno stile scientifico-educativo ed un linguaggio semplice, Michele Riefoli indica una percorso di consapevolezza alimentare capace di migliorare il nostro stato di salute e di benessere e, al contempo, di diminuire la nostra impronta ecologica. Mangiar Sano e naturale è una guida di educazione alimentare ricca di utilissime informazioni, per arrivare ad ascoltare il corpo e di migliorare le prestazioni fisiche e mentali in modo naturale scegliendo un’alimentazione consapevole. Il programma definito Veganic (Alimentazione Naturale Integrale Consapevole a base vegetale), si basa sulla felice unione di dieta mediterranea e vegetariana e si concentra in particolar modo su cereali, legumi e germogli.. Libro – Pag. 559 – Prezzo € 22,00

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Supercibo

Tipologia

Regioni

Curiosità

Farro

Monococco, dicocco, spelta.

Centro-sud

Cibo dei legionari Romani

Frumento

Timilia e Strazzavisaz

Sud (Sicilia)

Grani antichi poveri di glutine

Senatore Cappelli Saragolla Khorasan

Sud (Puglia)

Grano duro, povero di glutine

Riso

Baldo, Carnaroli Vialone Nano, Roma, Balilla (originario) Venere

Nord (Piemonte Veneto Emilia Romagna)

Alcuni sono autoctoni

Mais

Nord (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia)

Nord (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia)

In Italia è vietato coltivare Mais OGM ma non importarlo!

Nord (Piemonte)

Contiene tutti gli amminoacidi essenziali

Grano Saraceno Brassicacee Cavolo

Precoce di Verona

Nord

Blu di Sicilia

Sud

Nero Campano Romano

Centro

Mùgnulo Pugliese

Sud

Calabrese

Sud

Geometria frattale

Legumi Fagioli

Borlotti (Veneto) Bagnasco (Piemonte) Badda (Sicilia)

Ceci

Forma sferica (badda = palla)

Di Valdarno (Toscana)

centro

Neri

sud

Cicerchie

Marche

Centro

Fave

Sicilia

Sud

Lenticchie

Castelluccio di Norcia

centro

Villalba (Caltanissetta)

sud

Pantelleria

sud

Piselli

ubiquitari

Roveja

M.ti Sibillini (Umbria)

centro

Frutti e semi oleaginosi

Ustica

sud

Noci

Sorrento

centro

Mandorle

Avola, Sicilia

sud

Pistacchi

Bronte, Sicilia

sud

Girasole

Pianura Padana

Nord

Canapa

Ferrara (Emilia Romagna)

Nord

sesamo

Sicilia e Calabria

sud

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Tipico il Macco


dunque concludere che la meditazione, nelle sue svariate forme, può a pieno titolo rappresentare il cibo e il nutrimento dell’Anima. Magari vi capiterà di trovare questi super cibi, eccellenze del buon cibo italiano, a un prezzo più caro dei cibi industriali, ma vorrei ricordare che è solo incentivando la produzione italiana che si possono livellare i prezzi con altre produzioni straniere. Ricordatevi che il cosiddetto mercato siete proprio voi e chi sceglie ogni giorno cosa acquistare e cosa no siete sempre voi e solo così possiamo riscrivere le regole di questo mercato, molto spesso inquinato e oppresso dalle multinazionali dell’industria alimentare.

Segui la presentazione del libro “Medicina Consapevole” 19 novembre ore 17,30 su live.macrolibrarsi.it

Domenico Battaglia Domenico Battaglia nasce a Palermo nel 1973, si forma agli studi classici e consegue la laurea in Medicina e Chirurgia. Specialista in Urologia. Da alcuni anni si occupa di approfondire lo studio dell’alimentazione e della nutrizione con particolare attenzione all’alimentazione naturale correlata al perseguimento di uno stato di salute più consapevole. Da alcuni anni ha approfondito lo studio del Raja Yoga e delle tecniche di Meditazione trascendentale che gli hanno consentito di approfondire ulteriormente percorsi di consapevolezza e integrazione della personalità, che si sono rivelati importanti strumenti per meglio decifrare e comprendere percorsi interiori quanto esteriori.

*

Riso Venere all’ortolana (Piemonte) Ingredienti per 4 persone 200 g di riso venere un piccolo porro 14 pomodori pachino 10 fette di funghi porcini essiccati sale integrale e zucchero di canna bio q.b. olio E.V.O spremuto a freddo q.b. uno spicchio d’aglio Preparazione Fare rinvenire i porcini in acqua tiepida per circa mezz’ora. Cuocere il riso Venere in abbondante acqua salata. Per velocizzare si può usare la pentola a pressione con lo spargifiamma, bollire per 35/40 minuti. Nel frattempo tostare in poco olio E.V.O uno spicchio d’aglio privato del germoglio interno cui andrà aggiunto a fettine sottili il porro e lasciar appassire in poca acqua a fuoco basso. Aggiungere al porro i funghi porcini (strizzati dall’acqua di ammollo) e lasciar cuocere dieci minuti. Affettare a metà i pomodorini e cuocerli in forno caldo per venti minuti spolverati di sale integrale, zucchero di canna e un filo di olio E.V.O. Amalgamare e saltare il tutto in una grande padella.

Cavolo romano, porro e curcuma (Lazio)

Ingredienti per 4 persone 1 cavolo verde 1 porro (o mezzo a seconda della grandezza del porro) 2 cucchiaini di curcuma Sale integrale, olio E.V.O spremuto a freddo e pepe 70 g di pasta tipo integrale per persona

Preparazione Affettare sottile il porro, farlo appassire in una padella con pochissimo olio e poca acqua, poi unire a piccoli pezzetti il cavolo verde e un po’ d’acqua che può essere aggiunta man mano (circa 20 minuti di cottura a secondo della grandezza dei pezzi di cavolo); aggiustare di sale. Una volta cotti spegnere il fuoco e aggiungere la curcuma e un pizzico di pepe per far in modo che se ne favorisca l’assimilazione. Una volta cotta (al dente) e scolata la pasta, mantecate brevemente in padella con il cavolo. Impiattate e servite con un filo d’olio E.V.O a crudo.

Macco di fave fresche (Sicilia) Ingredienti per 4 persone 1,5 kg di fave fresche (ottima è la fava larga di Leonforte nella provincia di Enna) 1 cipolla 1 mazzetto di finocchietto selvatico olio E.V.O spremuto a freddo sale e pepe Preparazione Tagliare la cipolla per appassirla in poca acqua un paio di minuti. Aggiungere le fave sgusciate dal baccello e il finocchietto tagliuzzato. Unire poi circa 2 litri d’acqua e lasciare cuocere per almeno 2 ore e a fuoco lento. Durante la cottura schiacciare con un cucchiaio di legno le fave (da qui il nome macco, ammaccare) o più velocemente fare un passaggio in pentola con un mixer a immersione al fine di ottenerne una purea. Condite con l’olio E.V.O a crudo, il sale e una macinata di pepe.

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Faccio la spesa dal contadino! Consigli per acquistare nei farmer market in sicurezza La Redazione

I

mercati del contadino, o farmer market, nati in Trentino Alto Adige e diffusi velocemente nel resto della penisola (oggi sono 1500), è un mercato in cui le aziende agricole locali vendono i propri prodotti di stagione: frutta, ortaggi, formaggi e tutto quello che l’azienda produce in proprio (a Ravenna recentemente hanno aderito anche pescatori che vendono prodotti ittici). Il mercato del contadino permette un sensibile risparmio perché il cliente compra direttamente dal produttore riducendo la filiera, permette di trovare prodotti sempre freschi, di stagione, biologici e locali, con una conseguente riduzione di inquinamento dovuto a trasporto e imballaggi e garantisce la sopravvivenza dei piccoli produttori locali. Questo sistema evidentemente piace, dato che secondo un’indagine di Coldiretti, 1 italiano su 2 ha acquistato almeno una volta direttamente dal produttore agricolo. I motivi principali che spingono a questa scelta sono soprattutto tre: genuinità, gusto e risparmio.

Da dove viene ciò che compriamo Sembra un quadro idilliaco, che però può nascondere qualche insidia. A questi mercati possono vendere piccoli produttori agricoli locali e anche le “agricolture di fatto”: si tratta cioè di piccolissimi produttori – per esempio chi consuma per autoconsumo, gli

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Speciale Km0 Il mercato del contadino permette un sensibile risparmio perché il cliente compra direttamente dal produttore riducendo la filiera, permette di trovare prodotti sempre freschi, di stagione, biologici e locali, con una conseguente riduzione di inquinamento dovuto a trasporto e imballaggi e garantisce la sopravvivenza dei piccoli produttori locali

Il mercato contadino più vicino a casa tua Su www.mercatidelcontadino.it si può fare la ricerca per provincia. Si possono anche trovare informazioni sulle attività della filiera corta: trovare le aziende agricole che vendono a casa propria, e trovare menù a km0.

agriturismi – che periodicamente hanno delle eccedenze da vendere. Si dà per scontato quindi che i prodotti venduti siano di produzione propria, ma non essendoci una norma nazionale chiara a questo proposito, spesso rimane il dubbio che ciò che viene venduto sia a sua volta acquistato da altri produttori. Per poter prendere parte a un farmer market, il contadino dovrebbe vendere prodotti di propria produzione, locali o al massimo prodotti su scala regionale, in modo da evitare il trasporto su lunghe distanze e riscoprire il rapporto con il proprio territorio. Dovrebbe, perché purtroppo, non essendoci modo di controllare la provenienza delle merci, non è sempre così facile capire se chi vende ha realmente coltivato quel prodotto. Visti i dubbi crescenti, solo recentemente alcuni Comuni – a cui spetta stabilire le regole dei mercati del contadino – hanno preso provvedimenti in questo senso. È il caso di Ravenna, dove l’amministrazione comunale ha deliberato che chi prende parte al mercato potrà vendere esclusivamente prodotti di produzione propria, pena l’espulsione dal mercato per 30 giorni (che diventa permanente se l’effrazione viene ripetuta 3 volte). Ma come si fa a sapere se un prodotto di stagione non è prodotto dal contadino dal quale si acquista? Lo abbiamo chiesto a qualche contadino del mercato che si tiene a Cesena due volte a settimana. «Se non si conosce l’azienda agricola, prima di acquistare è bene fare due chiacchiere, chiedere informazioni, con il produttore. Questo spesso aiuta a capire che tipo di prodotti coltiva e dovrebbe permettere di riconoscere se ciò che vende è suo o no – ci dice uno dei contadini che partecipa al mercato. In alterativa, si può decidere di visitare l’azienda agricola in modo da conoscere più da vicino il produttore».

Un nuovo modo di fare la spesa Nonostante i dubbi, la formula del mercato del contadino è un ottimo modo di fare la spesa per tutti i motivi elencati sopra e anche perché sono un bel momento conviviale per riscoprire sapori e odori del nostro territorio, molto spesso dimenticati. Quando vi recate al mercato, prima di acquistare fate un giro fra i banchi, confrontate i prodotti, chiedete informazioni. In questo modo potrete farvi un’idea sulle differenze, la qualità e i prezzi. Se vi trovate bene con qualcuno dei produttori, fidelizzatevi e tornate ad acquistare da loro, oppure fatevi consigliare su quali sono i venditori a cui rivolgersi per prodotti che il primo non vende. In genere vi potranno consigliare sulle scelte migliori. Fare la spesa dal contadino è un ottimo modo quindi per consumare ottimi prodotti di qualità, di stagione e sempre freschi.

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Essicca & Regala Originali, buonissimi, sani, profumati e fai da te: i regali realizzati con l’essiccatore sapranno stupire amici e parenti La Redazione per Tauro Essiccatori

È

già arrivato il momento di pensare ai regali di Natale! Anche se le feste sembrano ancora lontane, per chi possiede un essiccatore non c’è stagione migliore per iniziare a progettare deliziosi pensieri per amici e parenti, che si riveleranno perfetti a dicembre, stupiranno i destinatari e soprattutto avranno l’inestimabile valore aggiunto di essere il prodotto del vostro lavoro e del vostro amore. Guardiamoci intorno e facciamo incetta dei prodotti che la coda dell’estate e l’autunno ci offrono: arance, cachi, zucca e ovviamente tante belle mele! Impariamo a preparare con questi ingredienti naturali doni semplici ma gustosissimi e originali, che disporremo in ceste natalizie o in sacchettini infiocchettati e decorati di tutto punto.

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Donatella Simeone, http://ilcucchiaiodoro.blog.tiscali.it/

Cioccomele Un classico intramontabile del Natale, il cui profumo ci riporta alla magia delle feste. E sono buonissime! Ingredienti mele cioccolata fondente cannella

Pot Pourri Nel numero natalizio dell’anno scorso (nov/gen 2014 n. 35) vi abbiamo

insegnato a preparare ottime tisane a partire da prodotti essiccati. Un’idea in più è quella di insacchettare in piccoli fazzoletti di stoffa il preparato per tisane, trasformandolo in un pout pourri irresistibile. Per il pot pourri potete usare tutto quello che avete in casa: scorzette d’arancia, fiori, pezzetti di mela, frutti di bosco, rosa canina.

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Procedimento Detorsolate le mele intere con l’apposito attrezzo e tagliatele in fette di circa 5 mm di spessore. Disponete le fette nell’essiccatore senza sovrapporle, cospargetele di cannella in polvere e lasciatele a essiccare a 50 °C circa per una notte o poco più. Quando saranno completamente essiccate, sciogliete un po’ di cioccolato a bagnomaria, quindi intingete le vostre fette di mela alla cannella nel cioccolato fino a metà. Appendetele poi ad asciugare (magari infilando un filo nel foro centrale) badando a disporre un foglio di carta alimentare sotto di loro per raccogliere eventuali gocce di cacao. Inutile cercare di descrivere il risultato finale! Insacchettate o meglio, se potete, invasettate, e regalate!


Crea e Ricicla

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Benedetta Marchi http://www.fashionflavors.it/

Girelle di cachi Fa sempre comodo sapere che i cachi possono

essere essiccati anche in fetta, quando ancora sono sodi, non perfettamente pronti e allappano un po’. Ma se ve li ritrovate a maturazione completa niente paura: esiste una soluzione semplice e sfiziosissima. Seguiteci! Ingredienti • cachi • cioccolato fondente

Procedimento Eliminate il grosso seme centrale dei cachi, quindi spappolateli con una forchetta o nel frullatore fino a ottenere una purea omogenea che stenderete su fogli di carta antiaderente, badando di ottenere strati non superiori ai 5/6 mm. Lasciate quindi i fogli di caco a essiccare per 36 ore circa a una temperatura a piacere, che non superi però i 55 °C. Sciogliete a bagnomaria una quantità di cioccolata fondente pari a circa due terzi della quantità di cachi freschi preparati (se per esempio avete essiccato 1 Kg di cachi, sciogliete ora circa 650 g di cioccolato), aggiungendo un po’ di acqua bollente alla volta, per mantenere la cioccolata abbastanza morbida. A questo punto stendete uno strato uniforme di cioccolata sul foglio di cachi essiccati. Iniziate ad arrotolare la girella nel senso della lunghezza, premendo bene il caco dopo ogni giro, in modo che non si riapra. Una volta completata la girella, tagliate il rotolo a fettine sottili e... voilà! I vostri cioccolatini al caco!

Arance Natalizie Chi non è mai stato nei megastore natalizi e si è imbattuto in

sacchetti di arance essiccate in fetta che costavano un occhio della testa? Bene, da oggi potrete decorare la vostra casa (e quella degli amici) a costo quasi zero e con risultati incredibili. Ingredienti • arance, • nastrini, • fiocchi, • passamaneria

Procedimento Tagliate le arance (senza sbucciarle) in fette di circa 5 mm di spessore, disponetele non sovrapposte nel vostro essiccatore e ponetele ad asciugare per circa 24 ore a una temperatura che si aggiri intorno ai 50/55 gradi. Una volta pronte, decoratele a piacere con fiocchi, nastrini e corda: forate la sommità di ciascuna fetta con la punta di una forbice, fateci passare un cordino di canapa o di raso rosso e ricavate un anello per appenderle all’albero di Natale, alle finestre o dove la fantasia vi suggerisce. Potete insacchettarle e confezionarle in barattoli di vetro da regalare ad amici e parenti.

Cosa leggere Autori Vari L’Essiccazione in Cucina 66 ricette. Consigli e tecniche per conservare e gustare l’essenza degli alimenti Silvana Editoriale, 2014 Puoi ordinare questo libro sul sito: macrolibrarsi.it

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Le mie ricette in barattolo Un’idea regalo originale, gustosa e fai da te

Se per i regali di Natale volete cimentarvi con il fai da te, una proposta alternativa, creativa, facile e che sarà certamente apprezzata è quella delle ricette in barattolo. Molto semplicemente, si regala un vaso contenente gli ingredienti secchi per realizzare un dolce o un pane, o anche una zuppa, e si correda con la ricetta che indica l’aggiunta degli ingredienti freschi, i modi e i tempi di cottura. La nostra super creativa e super mamma Claudia ci consiglia, oltre alle ricette, come decorare i nostri barattoli, utilizzando matriale di riciclo a costo zero.

I pancake che fanno impazzire mio marito

Procedimento Incollare l’animaletto in plastica al tappo metallico, utilizzando la colla rapida. Utilizzando la vernice spray, colorare il tappo, dopo averlo posto sopra il telo protettivo, passando la vernice più volte se necessario. Tagliare il calzino della lunghezza della parte cilindrica del vaso e ricoprirlo infilando dal basso. Realizzare l’etichetta sulla quale scrivere le istruzioni per creare i pancake.

Contenuto del barattolo

Materiali 1 vaso in vetro da conserva della capacità di 1 litro con tappo forbici colla rapida 1 vecchio calzino colorato un animaletto in plastica dura vernice spray 1 telo protettivo cartoncini colorati

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600 g di farina biologica 3 cucchiai di lievito naturale biologico 2 cucchiaini di bicarbonato di sodio 1 cucchiaino di sale 40 g di zucchero vanigliato (o normale)

Ricetta da scrivere nell’etichetta Per 15 pancake di 8 cm di diametro: prendere 150 g di preparato, aggiungere 250 g di latte e un uovo, più un cucchiaio di olio di semi, cuocere 2 cucchiai alla volta.


Crea e Ricicla

I biscotti cioccolato fondente e mandorle Materiali

Pane integrale ai semi Materiali 1 vaso con chiusura ermetica da 1 litro forbici colla rapida 1 sacchetto del pane 1 fettuccia rossa (questa ricavata da 2 manici di un borsa) 1 cartoncino dorato di recupero (questo da 1 scatola di pasticceria)

Procedimento Aprire il sacchetto e ritagliare un cerchio con diametro di 3 cm maggiore del diametro del tappo. Avvolgere la carta al tappo, facendola aderire bene all’interno, creando delle pieghette sul bordo (come da foto). Avvolgere con la fettuccia il barattolo e creare un fiocco, completare con un cerchio dorato la decorazione. Scrivere sul tappo il procedimento per fare il pane.

1 vaso con chiusura ermetica da 1 litro forbici colla rapida spago o filo di lana grosso 1 formina per biscotti 1 cartoncino

Procedimento Avvolgere lo spago attorno al vaso, per quanto ne consente la lunghezza. Fermare le due estremità con poca colla. Dopo aver riempito il barattolo, aggiungere un nastro con legata la formina e inserirvi l’etichetta compilata.

Contenuto del barattolo 260 g di farina biologica 80 g di zucchero di canna integrale 100 g di cioccolato fondente biologico, in pezzi 60 g di mandorle pelate, biologiche, in pezzi 1 cucchiaino di lievito naturale biologico

Ricetta da scrivere nell’etichetta Aggiungere 130 g di olio di semi e 1 uovo. Impastare a mano, fare le forme, cuocere sulla placca da forno rivestita per 10-12 minuti a 180°C.

Contenuto del barattolo 1 bustina di lievito secco biologico 2 cucchiai di zucchero 300 g di farina di integrale biologica 200 g farina tipo 1 biologica 1 cucchiaio di sale 50 g di semi di lino 50 g di zemi di girasole 50 g di semi di zucca

Ricetta da scrivere nell’etichetta Aggiungere 300 g di acqua tiepida e 20 g di olio extravergine di oliva, impastare, far lievitare in forma 45 minuti, cuocere 20 minuti a 220°C.

Claudia Ceroni Ingegnere dall’animo creativo, Claudia è eco-mamma di due bimbi. Tra le sue passioni sfrenate: il disegno, il cucito, il packaging creativo e ricicloso, la pasta madre. Realizza partecipazioni personalizzate per matrimoni o altre cerimonie e ricorrenze. Per info claudiaceroni.com.

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Castel Merlino, cohousing incantato Casa e orto in comune, ma anche vita partecipata e condivisione umana sono le caratteristiche di questo borgo Grazia Cacciola

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astel Merlino è un piccolo borgo di case in pietra, in parte ancora da ristrutturare, che fa parte del comune di Monzuno, tra Bologna e Firenze. Un luogo incantato con casolari risalenti al XV secolo e due famiglie che lo abitano già stabilmente. Tante le iniziative nate negli anni, perché Castel Merlino non vuole essere una comunità isolata ma parte integrante del tessuto umano della zona. Il borgo si trova su un poggio da cui si gode una vista meravigliosa e, mentre ne parlo con Giovanna, una degli abitanti del borgo, anche uno splendido tramonto rosso fuoco, come mi fa subito notare.

La partenza in salita Giovanna con suo marito è arrivata dalla città, da un appartamento, e qui vive nella casa ristrutturata che condivide la corte con la famiglia di Francesca, primi ri-abitanti del posto dato che i bimbi dovevano iniziare la scuola lì. Il percorso per arrivare da un appartamento di città a questa vita completamente diversa dal punto di vista umano e abitativo è stato lungo, mi racconta Giovanna: quando lanciarono l’idea anni fa, si fecero avanti in molti. Poi come spesso accade in questi progetti, alcuni si ritirarono, fino a essere un gruppo di sette famiglie. Ma restarono solo due

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nuclei famigliari a definire realmente il progetto di acquisto e di vita quassù. Le due famiglie sono quindi in cerca ancora di nuovi compagni di avventura che abbiano voglia e mezzi per condividere un’esperienza di cohousing per tutto l’anno. Un cohousing particolare, basato più sulla condivisione umana e di vicinato,


Casa e Azienda

Un cohousing particolare, basato più sulla condivisione umana e di vicinato, sul reciproco aiuto e comprensione che non sulla classica condivisione della lavatrice dei cohousing di città

prima domenica del mese invitano il paese vicino a cuocere il pane: chi vuole si aggrega e magari impara anche a farlo. Organizzano laboratori che vanno dalla cucina all’uso delle erbe, alle tinture naturali e che attuano ora con la neonata Associazione Castel Merlino. Insomma, da questo borgo partono fuochi d’artificio di creatività e socialità per tutta la valle!

La ricerca di nuove famiglie

sul reciproco aiuto e comprensione che non sulla classica condivisione della lavatrice dei cohousing di città. Mentre parliamo qualcuno è influenzato, qualcun altro si offre subito di andare a prendere i bimbi a scuola, passa qualcuno a dire cosa ha fatto oggi nell’orto (quello sì in comune e molto grande, così la gestione è divisa tra tutti e se uno non può, fa l’altro, senza nemmeno chiedere).

Un cohousing per condividere la vita L’idea inizialmente, nel 2008, era quella di fare un progetto che fosse più un cohousing che un ecovillaggio e oltre alle difficoltà burocratiche del ristrutturare un borgo isolato, all’impegno economico e mentale nel farlo, hanno dovuto affrontare anche quello delle relazioni umane. È molto difficile, infatti, relazionarsi all’interno di un gruppo anche se si hanno le migliori intenzioni e identico fine. Le

due famiglie hanno fatto molto lavoro sulle emozioni e sulla vita in comune per raggiungere l’equilibrio di oggi e ne stanno ancora facendo nella prospettiva di aprire l’esperienza ad altre famiglie. Come conferma Giovanna, si tratta di un’esperienza difficile e arricchente, che stimola continuamente a mettersi in gioco con i propri valori. Ridendo mi dice: «Di sicuro non è un’esperienza che rinsalda le coppie. Le difficoltà materiali ci sono, se si affrontano serenamente sono una crescita ma se ci sono altri problemi diventa un’esperienza terribile». E ci sono gli altri, che nei condomini di città sappiamo a malapena che esistono: qui diventano il punto di riferimento, si vive una solidarietà quotidiana, si impara a stare insieme bene, ma non occasionalmente così come viene. Intanto che si aspettano nuovi abitanti, c’è un gran fermento di attività. Hanno costruito un forno in terra cruda e ogni

Chiedo a Giovanna che caratteristiche dovrebbe avere un nucleo familiare che voglia venire a vivere qui, unirsi a questa esperienza di Castel Merlino. Lei risponde: «Devono essere famiglie economicamente solide e giovani, che conoscano i vantaggi e i problemi dell’acquistare case vincolate per ristrutturarle. I progetti esistono già, al momento sono rimaste due case, due blocchi abitativi per due famiglie distinte o per una molto grande. Economicamente, parliamo di una ristrutturazione che si aggira sui 3mila euro a mq, ogni singola abitazione si aggira, finita, sui 250-270mila euro. Deve essere ovviamente la prima casa per la famiglia, abitata tutto l’anno, sapendo di avere delle parti in comune: la corte centrale, i terreni, l’orto, le arnie... Al lavoro si partecipa tutti. Detto questo, va sottolineato che qui si scelgono in comune anche i nuovi abitanti, i quali devono avere dei valori aggiunti: volontà di creare ed esportare l’associazione umana, creare più reciprocità tra gli abitanti del borgo e il territorio circostante, evolvere umanamente facendo degli altri un punto di riferimento, a cui prestare sempre cura e attenzione. Per chi fosse interessato, può inviare un’email di richiesta a: asscasterlmerlino@gmail.com

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Il packaging di Macrolibrarsi Scopri perché ricevere un pacco da Macrolibrarsi fa bene anche all’ambiente! Claudia Mengoni

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a sempre Macrolibrarsi.it si contraddistingue per l’attenzione all’ambiente. Un’attenzione che viene mostrata sia attraverso la selezione di libri e prodotti rispettosi della natura che l’azienda propone ai clienti, ma anche attraverso il confezionamento del pacco per la spedizione dell’ordine.

Riciclare prima di tutto! Ove possibile spediamo gli ordini utilizzando l’involucro e gli imballaggi con i quali riceviamo gli articoli dai fornitori. Per questo può capitare di ricevere prodotti con confezioni su cui non trovi stampato il logo di Macrolibrarsi, ma quello di un editore o di un nostro fornitore. In questo modo offriamo a questi involucri un secondo viaggio, anzi una seconda vita! Tuttavia questo non è sempre possibile: talvolta le scatole di cartone ci arrivano già danneggiate a causa del trasporto, e non sono più riutilizzabili. Inoltre ogni giorno consegniamo ai corrieri più di 1.000 pacchi: occorrono molte più confezioni di quelle che riceviamo per dare opportuna evasione agli ordini.

I nostri eco-pacchi Per i motivi sopra citati spediamo anche pacchi e carta con materiale realizzato appositamente per

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Macrolibrarsi.it. Tutti i materiali che compongono il pacco per la spedizione sono stati selezionati con un occhio rivolto all’ambiente. Abbiamo scelto scatole di diverse forme e misure, per cercare di sprecare meno carta possibile nell’imballaggio. Tutte le scatole sono in cartone 100% riciclato e riciclabile, incollate con amido di mais. Inoltre le stampe sulla scatola sono fatte con inchiostri ad acqua. Perfino il nastro avana che chiude le scatole è ecologico: infatti è prodotto in carta semicrespata e non siliconata,

e la colla è a base di gomma naturale e resine. Questo fa sì che il nastro possa essere riciclato unitamente alla scatola. Dentro le scatole si può trovare carta avana appallottolata per fare volume e ammortizzare gli urti.
Non buttare via la carta: spesso inseriamo nella carta anche campioncini e opuscoli che potrebbero interessarti. Quando si tratta di oggetti molto fragili, inseriamo nella confezione palline verdi o bianche: si tratta di palline di amido di mais, e possono essere buttate nell’umido o nel compost in quanto sono completamente biodegra-


Azienda Etica dabili. Se invece preferisci riciclarle, sappi che sono particolarmente resistenti all’umidità, non accumulano cariche elettrostatiche né polvere. Talvolta utilizziamo palline di polistirene riciclato, che si degradano in un lasso di tempo variabile tra i 9 e i 60 mesi grazie alla presenza di microrganismi.

Tutti i materiali che compongono il pacco per la spedizione sono stati selezionati con un occhio rivolto all’ambiente

Come riciclare i nostri pallet e le nostre scatole Quando evadiamo ordini piuttosto voluminosi raccogliamo tutti i pacchi di un cliente su un bancale di legno. Si tratta di pallet nuovi, trattati con calore per togliere l’umidità ed evitare la formazione di muffe. Abbiamo scelto di

Questione di pacchi: ecco alcune delle domande che ci vengono rivolte più frequentemente Perché dividete un ordine in più pacchi? Preferiamo dividere gli alimenti da altri prodotti eventualmente presenti nell’ordine perché se qualcosa dovesse danneggiarsi, il danno sarà limitato. Se una confezione di latte si dovesse malauguratamente aprire durante il trasporto, si bagnerà l’involucro esterno delle altre confezioni di alimenti, ma non si bagneranno i libri. Ove possibile, cerchiamo di fare la stessa cosa anche per saponi per il corpo e detergenti per la casa. Perché mettete così tanti imballaggi nei pacchi? Potreste utilizzarne meno... È vero, potremmo utilizzare meno carta, ma dovremmo essere certi che il pacco verrà trattato adeguatamente. Ma una volta che il pacco è nelle mani del corriere, non sappiamo cosa gli succederà. Quindici anni di esperienza nella vendita per corrispondenza ci consentono di dire che durante la spedizione può accadere di tutto: libri che si piegano stando dentro il pacco, pacchi consegnati sottosopra (con i materiali più pesanti posti in alto, quando noi li avevamo messi sul fondo del pacco), detersivi e detergenti che si aprono spargendosi per tutta la confezione. Per questo motivo abbiamo scelto di inserire nel pacco quante più protezioni possibili: per essere certi che il nostro cliente riceverà tutti gli articoli che ha ordinato perfettamente integri. Quando riceverai il prossimo ordine da Macrolibrarsi.it, prova a scrollare il pacco prima di aprirlo: vedrai che non fa rumore. Questo perché è ben imballato!

non utilizzare il bromuro di metile per trattare i pallet in quanto è stato associato alla riduzione dello strato di ozono e a rischi per la salute. Non solo, dato che i bancali sono nuovi, quando li ricevi puoi riutilizzarli in vario modo: per realizzare originali tavolini e mensole, per creare funzionali divisori tra gli ambienti, per decorare una parete... E non solo pallet, anche le scatole di cartone possono essere riciclate in molti modi: c’è chi le ha trasformate in un semenzaio, come cestino per i rifiuti, come cornice per le foto, per fare la casa delle bambole o l’automobilina ai bambini, come cuccia per il gatto. E tu come utilizzi le nostre scatole? Faccelo vedere: manda le tue foto a copywriter@macrolibrarsi.it con un paio di righe di spiegazione. Le foto più belle e originali saranno pubblicate sul prossimo numero di «ViviConsapevole!»

Claudia Mengoni Prima ha preso una laurea in Archeologia, che riteneva indispensabile per comprendere quale fosse stato il percorso dell’uomo del passato e come si fosse arrivati all’uomo moderno. Poi si è avvicinata al mondo dell’autoproduzione e della decrescita per capire dove andrà a finire l’umanità. Lavora in Macrolibrarsi da quasi un anno: si occupa della presentazione dei prodotti sul sito internet. Continua a vedere il futuro come un posto bellissimo...

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Giochiamo

Indovinello giurassico+

L Colora tu!

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+ Tratto da: Gioco con in dinosauri, Macro Junior 2014.

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insieme La pozza per bere+

Colora tu!

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Com’è l’aria di casa tua? L’aria di casa tua è più o meno inquinata di quella all’esterno? Cosa fare per avere aria sana e pulita M. Cristina Brugnolo per Gioel

L’

inquinamento dell’aria all’interno di casa nostra può essere maggiore di quello esterno. Diversi studi scientifici hanno dimostrato come le sostanze, volatili o meno, presenti tra le mura domestiche siano una fonte di inquinamento, spesso assai pericoloso per la salute di chi ci abita o vi soggiorna. Si parla di colle, solventi, formaldeide, particelle e pulviscoli vari, fumo, acidi ma anche elettromagnetismo da elettrodomestici, computer e onde radio, da Wi-Fi, telefonia mobile presenti in case, uffici e altri luoghi chiusi. La ricerca è stata condotta dal Gruppo di Studio Nazionale “Inquinamento indoor” dell’ISS, che ha fatto il punto della situazione durante il workshop che si è tenuto il 28 maggio scorso, dal titolo “La qualità dell’aria indoor: attuale situazione nazionale e comunitaria”. I dati presentati sono il risultato di diversi anni di ricerca da parte del Gruppo di Studio. Nell’ultimo decennio il tema della qualità dell’aria indoor ha avuto sempre più risonanza e a esserne interessati sono, tra l’altro, scuole, uffici pubblici e privati, abitazioni, ambienti di vita collettiva, mezzi di trasporto pubblici e privati, ambienti di ristorazione, cinema, teatri, banche, biblioteche, piscine.

La casa è più inquinata della strada Tra le malattie più direttamente legate all’inquinamento domestico

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vi sono le infezioni respiratorie, le bronchiti croniche, l’asma, le allergie e i tumori ai polmoni o alla gola: ad aggravare il problema, il fatto che la maggior parte dei casi si registrano in Paesi in via di sviluppo dove è

molto limitato e oneroso l’accesso alle cure per questo tipo di patologie. Anche il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha condotto di recente uno studio sull’inquinamento domestico, in cui gli autori della ricerca hanno

Diversi studi scientifici hanno dimostrato come le sostanze, volatili o meno, presenti tra le mura domestiche siano una fonte di inquinamento: si parla di colle, solventi, formaldeide, particelle e pulviscoli vari, fumo, acidi ma anche elettromagnetismo


Casa Sana

raccolto numerosi suggerimenti per tutelare la salute delle persone coinvolte nella cura della casa. Questo studio evidenzia come l’inquinamento non sia solo un fenomeno esterno alle nostre abitazioni, infatti l’inquinamento domestico è dalle 65 alle 200 volte superiore rispetto a quello esterno. In un ambiente apparentemente sicuro come la casa possono nascondersi numerosi pericoli.

I pericoli nascosti tra le mura domestiche Di fatto le sostanze pericolose con cui veniamo in contatto quotidianamente tra le mura domestiche sono oltre 150 e tutte possono avere effetti negativi per la salute e l’ambiente. Per esempio, la polvere delle abitazioni è una miscela eterogenea di sostanze tra le quali si possono riconoscere muffe, granuli di polline, scarti alimentari, residui di sostanze vegetali e sintetiche, forfora di animali domestici. La componente allergenica predominante è però costituita dagli acari e la riduzione della loro concentrazione negli ambienti domestici va considerata, quindi, come il principale trattamento per la prevenzione e cura delle malattie allergiche a essi dovute. Inoltre, lo scenario descritto nei due studi è reso ancora più allarmante dal fatto che ormai gli esseri umani trascorrono il 95% del loro tempo all’interno di edifici e in luoghi chiusi. Purtroppo il tempo che passiamo a contatto con la natura è insufficiente e il corpo e la psiche ne risentono. Del resto per migliaia di anni l’uomo ha vissuto in un ambiente naturale al quale il corpo umano si è adattato profondamente, allo stesso modo delle piante e degli animali.

respirare in casa nostra un’aria pulita e igienizzata come succede all’esterno dopo una bella pioggia o un temporale.

Maria Cristina Brugnolo Collabora con Gioel dal 1997 come responsabile marketing e creatrice di emozioni. Laureata in marketing, abita a Padova, Si occupa di eventi aziendali e della gestione del sito e pagina facebook Gioel. Gioel è un’azienda italiana nata per migliorare la qualità di vita delle persone, e questo lo fa iniziando dall’eliminazione dell’inquinamento indoor.

Limitare l’inquinamento domestico Un modo per ridurre le sostanze inquinanti presenti nell’aria di case e uffici può essere quello di limitare l’uso di detergenti e detersivi chimici (e utilizzare qualcosa di più naturale), evitare l’uso di deodoranti chimici, ridurre o evitare l’uso di colle e vernici chimiche (soprattutto quelle con solventi), limitare l’uso di apparecchiature elettroniche ed elettriche, non fumare. È buona regola arieggiare bene la casa ogni mattina e ogni sera prima di andare a letto. Anche dormire con la finestra aperta è utile per garantire un migliore apporto di ossigeno. Un’ottima soluzione è utilizzare un sistema che purifichi/lavi l’aria con filtro ad acqua e separatore molecolare. In questo modo possiamo

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Mangia di più & perdi più chili I segreti della dieta del Supermetabolismo

La Redazione per Sperling & Kupfer

Siete sempre a dieta eppure non perdete peso? Mangiate solo cibi sani e non calate di un etto? Tranquilli, non è colpa vostra! Ma se non sapete più che pesci pigliare per dimagrire, vi consiglio di leggere attentamente quanto segue...

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olto probabilmente il vostro metabolismo, logorato da rinunce e privazioni, si è “addormentato”. Come risvegliarlo perché torni a bruciare il grasso in eccesso? Haylie Pomroy, nutrizionista ed esperta in salute, è diventata famosa tra i suoi pazienti come “la donna che sussurra al metabolismo”

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perché ha messo a punto una dieta che sblocca e riattiva le funzioni metaboliche utilizzando il potere bruciagrassi del cibo. Con La dieta del Supermetabolismo (pubblicato da Sperling & Kupfer) ha fatto dimagrire migliaia di persone, tra cui sportivi e celebrità del cinema come Jennifer Lopez e Robert Downey Jr.

I tre passi per riattivare il metabolismo Questa alimentazione prevede una rotazione settimanale di cibi capaci di scatenare il metabolismo.

m Fase 1: tanti carboidrati e frutta (lunedì-martedì).


Bellezza Naturale

Chi è Haylie Pomroy Mangerete molto (tre pasti e due spuntini al giorno), senza dover rinunciare a nessuna categoria di alimenti, e vedrete i risultati fin dal primo giorno

mF ase 2: tante proteine e verdure (mercoledì-giovedì) ase 3: tutti gli alimenti mF precedenti più i grassi buoni (venerdì-domenica) Mangerete molto (tre pasti e due spuntini al giorno), senza dover rinunciare a nessuna categoria di alimenti, e vedrete i risultati fin dal primo giorno. Da mesi nella classifica dei bestseller, la dieta esposta in questo libro ha conquistato il pubblico italiano e viene consigliata anche da molti medici.

Le ricette per mangiare e dimagrire Arriva ora l’attesissimo seguito, Le ricette della dieta del Supermetabolismo, che si rivelerà un compagno essenziale e ideale per cucinare, sorprendendovi con la varietà di deliziose ricette, capaci di far lavorare il vostro metabolismo alla velocità della luce. Che abbiate già ottenuto buoni risultati con la dieta del Supermetabolismo, oppure la avviciniate per la prima volta, questo è lo strumento ideale per chi vuole passare a un nuovo stile di vita e a un’alimentazione basata su cibo delizioso, nutriente, naturale. E restare in forma per sempre.

Nel libro troverete: - più di 200 ricette semplici (adattate al gusto mediterraneo e alcune pensate appositamente per il pubblico italiano), efficaci, che fanno venire l’acquolina in bocca e piaceranno a tutta la famiglia, per cucinare nelle tre fasi della dieta; - menù, piatti, colazioni, spuntini, dessert, salse e frullati che metteranno il turbo al vostro metabolismo; - ricette vegetariane e vegane che entusiasmeranno persino gli amanti della carne; - una miniera di proposte senza glutine e adatte a chi soffre di allergie e intolleranze; - decine di ricette perfette da congelare, per cuocere in grandi quantità; - decine di piatti che richiedono al massimo 5 minuti di preparazione; - suggerimenti e consigli utili e facili da seguire, per cucinare ancora con più disinvoltura in ognuna delle tre fasi; - proposte di varianti per ampliare ancora di più il vostro repertorio in cucina.

Haylie Pomroy, nutrizionista ed esperta di salute, nonché autrice bestseller n. 1 del «New York Times» con La dieta del Supermetabolismo, gode di grande considerazione a Hollywood e nell’ambiente medico grazie alla sua capacità di garantire un calo di peso rapido utilizzando il cibo per dare una sferzata al metabolismo. Collabora con diversi ospedali e centri di cura, e tra i suoi numerosissimi clienti annovera celebrità come Jennifer Lopez, LL Cool J, Robert Downey Jr., Reese Witherspoon, oltre ad atleti di primissimo piano. È spesso ospite di trasmissioni televisive e collabora regolarmente con «First for Women», «People», «Harper’s Bazaar», «Marie Claire» e altre riviste. www.FastMetabolismDiet.com

Cosa leggere Haylie Pomroy, Eve Adamson La Dieta del Super Metabolismo Mangia di più perdi più chili! Meno 10 Kg in 28 giorni Sperling & Kupfer Editori, 2014 Haylie Pomroy Le Ricette della Dieta del Supermetabolismo Meno 10 Kg in 28 Giorni. Con ricette italiane. Oltre 200 piatti Sperling & Kupfer Editori, 2014 Puoi ordinare questo libro sul sito: macrolibrarsi.it

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La risorsa dei rifiuti La raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti permettono di salvaguardare l’ambiente e di avere un buon risparmio economico Romina Rossi

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l Cairo, in Egitto, è una metropoli di ben 23 milioni di persone chiamata garbage city, la città dell’immondizia: qui il popoloso quartiere di Moqattam, che conta 30.000 abitanti, basa la propria economia sui rifiuti. Gli abitanti del quartiere, chiamati Zabellens, gente dell’immondizia, sono specializzati nella raccolta, differenziazione e riciclo della spazzatura. Questo popolo riesce a lavorare oltre 3000 tonnellate di rifiuti al giorno, riciclando l’80% dei materiali e ricavando i soldi che servono per il sostentamento. Dall’altra parte del mondo, a nord di Rio de Janeiro in Brasile, all’interno di una delle discariche a cielo aperto più grandi del Sud America ormai chiusa, Jardim Gramacho, lavoravano migliaia di catadores, i riciclatori, che arrampicandosi sulle montagne di rifiuti raccoglievano vetro, ferro e plastica che poi rivendevano alle aziende che fanno riciclo, ricevendo in cambio denaro. Si tratta ovviamente di due realtà estreme: sia in Egitto sia in Brasile le popolazioni dedite alla raccolta e al riciclo dei rifiuti sono fra le più povere ed emarginate, vivono in condizioni precarie e inaccettabili, al limite della soglia di povertà. Queste due realtà però sono spunto di alcune riflessioni.

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Non tutti i rifiuti sono immondizia Un’indagine svolta nel 2012 da Ispra ha rivelato che in Italia vengono prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno; 252,5 tonnellate in tutta Europa per arrivare alle 4 tonnellate mondiali. Siamo la società dell’usa e getta e dell’immondizia, un concetto contro Natura, dove il concetto di rifiuto non esiste: tutto ciò che termina il proprio ciclo vitale, viene assorbito e rimesso in circolo dall’ambiente. Anche noi dovremmo quindi cercare di produrre meno rifiuti possibile

servono: 15 alberi, 440.000 l di acqua, 7600 kwh di energia. Per la stessa quantità di carta riciclata si impiegano solo 1800 l di acqua, 2700 kwh di energia e 0 alberi! Un bel risparmio in termini di materie prime – che ormai scarseggiano – e ambientale. E il risparmio si ripete per ogni materiale che viene riciclato. Se però gettiamo via tutto insieme, i materiali diventano immondizia, perché si sporcano o si contaminano e diventano inutilizzabili. Una pattumiera indifferenziata è un grande spreco.

Siamo la società dell’usa e getta e dell’immondizia, un concetto contro Natura, dove il concetto di rifiuto non esiste: tutto ciò che termina il proprio ciclo vitale, viene assorbito e rimesso in circolo dall’ambiente

Come fare? Un metodo molto semplice è il riciclo: quando buttiamo via qualcosa, stiamo gettando una piccola ricchezza. Nell’immondizia domestica troviamo: materiali organici, polvere, carta e cartone, stracci e legno, vetri, plastica, metallo e alluminio. Ma il 99% di ciò che gettiamo può essere riutilizzato per costruire altre cose: ad esempio per la produzione di 1 tonnellata di carta da cellulosa vergine

Come scrive il dott. Federico Valeri, chimico ambientale dell’Istituto Tumori di Genova: «La “rumenta” non è un problema, al contrario genera un valore economico notevole».

Se ricicli guadagni

Già, perché i Comuni che aderiscono alla raccolta differenziata – i cosiddetti “comuni ricicloni”, arrivati a quota 1328 nel 2014 – possono ricevere contributi economici per


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La nuova vita della plastica Cosa si può fare con la plastica riciclata? Ecco alcuni esempi: Shutterstock: copyright spwidoff

• Componenti dello scooter (pedana, porta targa, vano sottosella, parafango, fiancata); • Cassette per ortaggi; • Occhiali; • Lampade; • Aspirapolveri, scope, palette; • Maglie in pile, gilet imbottiti e trapunte; • Panchine; • Divani, sedie e poltrone; • Shoppers; • Secchi e vasi da fiori.

ogni tonnellata di materiali raccolti. Facendo un esempio più concreto: un comune di 100 mila abitanti, che faccia una raccolta differenziata intorno al 45%, potrebbe arrivare a ricevere contributi pari a 1 milione di euro! Un bel gruzzolo che il Comune potrebbe utilizzare per finanziare progetti, servizi e iniziative per il benessere dei propri cittadini. Il riciclo crea un circuito virtuoso, in grado di: l creare nuovi posti di lavoro, sia per la lavorazione dei materiali sia per la ricerca di nuove tecnologie legate alla lavorazione stessa; l finanziare progetti e servizi per la collettività;

l diminuire l’accumulo di materiali che vengono gettati nelle discariche o che vengono bruciati negli inceneritori, le cui emissioni sono fortemente inquinanti e tossiche – sospettate di essere cancerogene – per l’uomo; l permettere ai cittadini che differenziano i propri rifiuti di avere sconti sulla tassa sui rifiuti. Dovremmo seguire l’esempio della Natura produrre beni e oggetti che possono essere assorbiti dall’ambiente una volta terminato il loro utilizzo. Solo in questo modo avremo un guadagno a tutto tondo: ambientale, economico e salutare!

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Meravigliosa Argilla

Le ricette di bellezza fai da te a base di argilla verde ventilata Tratto da Il manuale dell’argilla (Macro Edizioni)

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Maschera base o crema di argilla Argilla verde fine 1 bicchiere, miele 1 cucchiaino, olio extravergine di oliva 1 cucchiaino, acqua minerale ½ bicchiere. Quattro sostanze naturali ricche di forze di luce e di calore solare. In una tazza contenente l’acqua minerale sciogliere il miele, aggiungere l’olio, omogeneizzare il tutto con un cucchiaio di acciaio o possibilmente di legno, quindi aggiungere a poco a poco mentre si mescola 1 bicchiere di argilla verde fine. Continuare a mescolare energicamente fino a ottenere una crema omogenea e lucida: la crema di argilla o maschera base. Avvertenze: dopo qualche minuto dall’applicazione della maschera base, si comincerà a sentire tirare la pelle, è una reazione normale. Dopo aver rimosso la maschera base, la pelle si può arrossare, anche questa è una reazione normale per alcuni tipi di pelle. Nel caso di pelle molto sensibile si può avvertire un pizzicorino al quale seguirà un leggero arrossamento che scomparirà spontaneamente dopo aver rimosso la maschera base. Anche questa è una reazione normale.

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Maschera per pelli grasse, acneiche e foruncolose

Alla maschera base aggiungere 1 cucchiaio di succo di limone o pompelmo spremuto al momento e omogeneizzare il tutto. A piacere potete aggiungere olio essenziale di limone o di pompelmo da 1 a 3 gocce. Tempo di applicazione 10 minuti.

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Maschera per i capelli (dà corpo e robustezza ai capelli) Alla maschera base aggiungere 4 cucchiai da minestra di infuso di pianta di equiseto e omogeneizzare il tutto. Questa maschera deve essere abbastanza liquida per poter essere applicata facilmente sui capelli e sul cuoio capelluto. A piacere aggiungere olio essenziale di geranio, o di cipresso o di ylang-ylang da 1 a 3 gocce. Sui capelli bagnati applicare la maschera avendo cura che l’argilla ricopra bene sia i capelli sia il cuoio capelluto, quindi coprire con una cuffietta. Dopo 5/10 minuti dall’applicazione risciacquare con acqua calda e a piacere fare uno shampoo all’argilla.

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Bellezza Naturale

Bagno snellente Nella vasca piena di acqua, versare quattro manciate di argilla verde fine. Appena l’argilla viene a contatto con l’acqua calda si disperde spontaneamente in tutta la vasca e sale verso l’alto formando una specie di nuvola. Durante l’immersione i movimenti delle braccia e delle gambe terranno in sospensione l’argilla che avvolgerà tutto il corpo. Si possono aggiungere 5/10 gocce di olio essenziale di pompelmo o di limone o di geranio o di lavanda. Il bagno di argilla non sporca la pelle, perciò è bene non sciacquarsi quando si esce dalla vasca. Noterete con piacere come la vostra pelle diventi liscia. Potete fare scorrere l’argilla verde che si è depositata sul fondo della vasca, dirigendo su di essa il getto di acqua della doccia. Le tubature non si intasano.

Cosa leggere Giuseppe Ferraro ll Manuale dell’Argilla Scopri e impara a usare le straordinarie qualità di un antico e potente rimedio popolare Macro Edizioni, 2007 Argilla Verde Essiccata al Sole per Viso e Corpo Polvere Fine Argital

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Argilla del Marocco Dal cuore della terra scopriamo i segreti del Rhassoul: un’argilla marocchina per la cura e la bellezza del corpo Laura Saponaro per Esprit Equo

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n Marocco, il giorno del fidanzamento è una festa importante: il rhassoul (o ghassoul) fa parte dei doni tradizionalmente offerti alla futura sposa dalla famiglia del fidanzato, insieme con l’henné, i datteri e il latte. Conosciuto già dagli antichi per le sue proprietà uniche, utilizzato sia in medicina sia per curare i problemi della pelle, è stato da secoli oggetto di commercio in tutti i paesi del Medio Oriente. Ancora oggi la famiglia reale si riserva uno dei numerosi filoni

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del Djebel Rhassoul per suo proprio consumo. Dall’arabo rhassala (lavarsi), quest’argilla particolarissima è utilizzata da sempre per la cura della bellezza ed è immancabile nell’hammam. La sua preparazione a casa e le sue diverse “ricette di bellezza” fanno parte di un antico rituale, gelosamente tramandato da madre in figlia. Ogni donna marocchina che si reca nell’hammam, porta con sé il suo

rhassoul insieme al sapone nero (savon du bledi) e alla kessa, un guanto esfoliante. Dopo un primo gommage con il sapone nero infatti, il rhassoul, sciolto in una bacinella con un po’ di acqua tiepida e qualche goccia di acqua di rosa damascena, viene applicato su tutto il corpo e sui capelli.

Origini millenarie Il rhassoul è una roccia di formazione sedimentaria e di origine lacustre. I suoi giacimenti si estendono su una


Bellezza Naturale

Grazie alla presenza di silice, magnesio, ferro, sodio e potassio, ha proprietà remineralizzanti, necessarie per regolare l’attività di tutti i tessuti e stimolare il microcircolo

superficie di più di 2.500 ettari e risalgono al Giurassico. La sua origine geologica proviene dall’alterazione di rocce vulcaniche instabili. Gli unici giacimenti conosciuti al mondo si trovano nella valle di Moulouya, a circa 200 km da Fes, nelle montagne del Medio Atlante. Da più di cinquant’anni i diritti di estrazione dei giacimenti sono stati appaltati a una grande impresa marocchina. Estratto dalle profondità della terra in forma di zolle, viene trasportato in sacchi verso la fabbrica e quindi passato al setaccio e lavato per eliminarne tutte le impurità e lasciato “decantare”. Una volta purificato, la pasta ottenuta viene stesa su dei teli puliti, lontano dalla polvere e fatta seccare al sole, da cui assorbe tutta la calda energia. Quando è completamente asciutto, viene raccolto in grandi sacchi e portato alla fabbrica per essere triturato e ridotto in un’argilla finissima, quindi inviato al laboratorio per le analisi, stoccato e conservato in luogo asciutto.

Un’argilla dalle molte virtù A differenza dei saponi e degli shampoo convenzionali, il rhassoul, argilla saponifera, ha una naturale azione detergente, non contiene alcun

tipo di tensioattivo. Agisce unicamente per assorbimento, senza aggredire l’equilibrio naturale della pelle e del cuoio capelluto. A contatto con l’acqua le sue particelle si “ingrossano” e assorbono il grasso e le impurità. La sua azione meccanica inoltre permette di eliminare le cellule morte e rigenerare la pelle, rendendola morbida e luminosa. Grazie alla presenza di silice, magnesio, ferro, sodio e potassio, ha proprietà remineralizzanti, necessarie per regolare l’attività di tutti i tessuti e stimolare il microcircolo. Ha particolari capacità detergenti e purificanti, che la rendono ideale per eliminare le cellule morte, regolare in modo delicato la produzione di sebo, ridurre disturbi della pelle come acne e punti neri. È un naturale anti-age perché affina la grana della pelle e stimola il rinnovo cellulare. Sulla pelle del viso aiuta la rimozione di impurità, contribuisce a chiudere i pori e dona un aspetto compatto, luminoso e vellutato. Sul cuoio capelluto contribuisce a rivitalizzare la cheratina rispettando la pellicola lipoprotettrice dei capelli, non irritando le ghiandole sebacee e rendendo i capelli forti, morbidi e voluminosi.

Laura Saponaro Laura Saponaro è nata a Verona nel 1969. Laureata in Scienze Politiche a Roma, ha lavorato per diversi anni nel settore della cooperazione allo sviluppo sostenibile, grazie al quale ha potuto viaggiare e conoscere le realtà di diversi Paesi. Desiderosa di creare un proprio progetto che permettesse di valorizzare le conoscenze e le tradizioni dei popoli più lontani, nel rispetto della sostenibilità sociale e ambientale, ha creato nel 2006 insieme al marito Hassan Bajaj, l’azienda DOUNIA e il marchio Esprit Equo, che realizza e commercializza prodotti cosmetici biologici, privilegiando materie prime che provengono da piccole aziende locali e progetti Fair Trade. www.espritequo.com

Prodotti Rhassoul Cleansing Gel

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Bellezza al naturale: guida facile alla cosmesi Saponi, creme e altre soluzioni per la persona naturali e a basso costo

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cosmetici fai da te (per altre informazioni sull’argomento si vedano ViviConsapevole 27, 28 e 35 [N.d.R.]), rispettano il nostro corpo e armonizzano la psiche in quanto sono ricchi di principi attivi. Le materie prime con le quali vengono realizzati, soprattutto se di origine biologica, sono infatti fresche, non raffinate né trattate. Oggi purtroppo la maggior parte dei cosmetici in commercio sono addizionati con sostanze chimiche di ogni genere: coloranti, solventi, profumi di sintesi, emulsionanti e conservanti dannosi per l’uomo e per l’ambiente. È stato proprio il desiderio di prendermi cura di me stessa e della mia famiglia in modo sano e naturale che mi ha portata sulla strada dell’autoproduzione. Mi sono resa conto che realizzare i propri cosmetici permette non solo di tutelare la nostra salute e quella dei nostri cari, ma anche di risparmiare, perché molti prodotti di bellezza sono di solito presenti nelle nostre cucine (oli, yogurt, frutta, farine). Inoltre i cosmetici fai da te, sono concentrati e rendono moltissimo, per cui vanno utilizzati in piccole quantità. Questo significa che, con una spesa contenuta, è possibile produrre in casa nostra cosmetici di qualità superiore a quelli che troviamo in commercio. Io creo cosmetici naturali con ingredienti semplici, che si possono acquistare in erboristeria, al supermercato o nei negozi di alimenti biologici. Ecco qualche ricetta semplice e veloce ma di grande efficacia.

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Le Ricette CREMA DETERGENTE Questa crema detergente è pensata per rimuovere il trucco.

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1 pezzetto di cera d’api pari a circa 1 cucchiaino e mezzo ½ cucchiaino di burro di karité 30 g di olio di oliva per chi la ha la pelle secca, di riso o di mandorle per la pelle grassa 1 cucchiaino di glicerina (facoltativa) 30 ml di acqua di rose 8 gocce di olio essenziale di lavanda

Sciogliete a bagnomaria la cera d’api ed il burro di karité. Quando la miscela è liquefatta aggiungete l’olio e la glicerina. Scaldate l’acqua di rose (deve scottare ma non bollire) e unitela al composto poco alla volta e, con un frullatore (quello che si usa in cucina per montare la panna o le uova), iniziate a mescolare a bassa velocità, sino a quando avrete ottenuto una crema densa. Conservate in un contenitore sterilizzato, in frigorifero per non più di un mese.

fai da te

Stefania Casali

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Realizzare i propri cosmetici permette non solo di tutelare la nostra salute e quella dei nostri cari, ma anche di risparmiare, perché molti prodotti di bellezza sono di solito presenti nelle nostre cucine


Bellezza Naturale

PEELING VISO ALLA FARINA DI MAIS PER UNA PELLE DI SETA Delicato ed efficace, questo trattamento esfoliante è adatto a tutte le pelli e velocissimo da preparare.

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1 cucchiaino di farina di mais ½ cucchiaino di farina tipo 0 Latte q.b.

Aggiungete alle farine tanto latte quanto basta per ottenere una morbida cremina. Passatela sul viso appena inumidito, massaggiate con movimenti circolari e rimuovete con una spugnetta.

Un libro, tanti consigli DEODORANTE IN CREMA Pratico da trasportare anche in borsa, si conserva a lungo poiché non contiene acqua.

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2 g di cera d’api 10/15 g di olio di oliva 2 cucchiaini rasi di bicarbonato di sodio 7 gocce di olio essenziale di tea tree 15 gocce di olio essenziale di limone

Fate sciogliere a bagnomaria la cera, unite l’olio, il bicarbonato e gli oli essenziali. Mescolate per bene con un cucchiaino. Riponete in un vasetto, precedentemente sterilizzato: il deodorante è pronto. Distribuitelo sotto le ascelle come una qualsiasi crema, sino a completo assorbimento.

Sul mio blog si possono scaricare tre guide gratuite per fare cosmetici (Bellezza al naturale), saponi da bucato e per l’igiene personale (Il mio sapone: metodo e ricette) e ricette semplici e genuine (Il ricettario di casa). I primi due libri raccolgono tante ricette e piccoli segreti per realizzare in casa cosmetici naturali e saponi e detergenti, privi di sostanze chimiche dannose. Ho testato tutte le ricette personalmente e ho scelto quelle più efficaci, realizzabili con ingredienti facilmente reperibili, alla portata di tutte le tasche. Non ho stabilito un prezzo di vendita per le mie guide, ma ho previsto un “libero apprezzamento”. Chi vorrà potrà versare quanto desidera, o sentirsi libero di scaricare l’e-book senza riconoscermi alcun compenso. Esiste secondo me una netta distinzione tra pagare e apprezzare. Nell’apprezzare il criterio di misurazione mette al centro il “consumatore” con le sue esigenze. Egli è in grado di valutare concretamente e liberamente l’utilità e i benefici che ha tratto dalla lettura e, tenuto conto di questo e delle sue possibilità economiche, decidere se versare un contributo.

Stefania Casali Stefania Casali è una ex maratoneta e mamma di due bimbi di 4 e 8 anni. Laureata in Scienze della Formazione, lavora part time nel settore “formazione” di una grande ditta di abbigliamento. È molto attenta alla qualità dei prodotti che utilizza, per questo ha iniziato ad autoprodurre saponi e cosmesi per la famiglia. Il suo blog è http://maghelladicasa.blogspot.com/.

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Avocado e olio di avocado... e la pelle Preparati fai da te per rinnovare, idratare e rendere elastica l’epidermide Giulia Sama shutterstock Copyright: Africa Studio

Un semplice impacco sui capelli bagnati con la polpa di avocado li nutrirà in profondità e li renderà più brillanti

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nche se non si direbbe, dato che la sua polpa non è per nulla acquosa e zuccherina, l’avocado è un frutto, più precisamente si tratta di una bacca. Le origini dell’albero dell’avocado, della famiglia delle Lauracee (come il nostro Alloro), risalgono a più di 5.000 anni fa: esso comparve in una vasta zona

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che si estende dalle montagne centrali e occidentali del Messico, attraverso il Guatemala fino alle coste dell’Oceano Pacifico nell’America Centrale.

Una bomba di acidi grassi essenziali La principale caratteristica nutrizionale di questo frutto è la sua ricchezza di acidi

grassi insaturi (detti essenziali, sono i famosi omega 3, 6, 9). L’elemento più rilevante per la salute di chi include l’avocado nella propria alimentazione è l’apporto di acido grasso linolenico e omega 3, grassi “buoni” in quanto capaci di stimolare la produzione di colesterolo buono


Bellezza Naturale (HDL) e frenare il deposito di quello cattivo (LDL). Grazie a queste proprietà è possibile diminuire il colesterolo nel sangue (ipercolesterolemia), prevenire l’arteriosclerosi e le patologie causate dall’ostruzione delle arterie, aggiungendo, al tempo stesso, colore e sapore alla nostra alimentazione. L’avocado contiene anche acido folico che lo rende un ottimo alleato per le donne in gravidanza. Inoltre l’avocado controlla il diabete, combatte l’invecchiamento naturale delle cellule causato dall’inquinamento e dal fumo, contrasta le infezioni intestinali (è molto digeribile e ha proprietà astringenti), favorisce il dimagrimento (accelera il metabolismo e dona senso di sazietà), colma l’assenza di proteine in un’alimentazione vegetariana, dona forza ed energia. Importante è il suo ricco contenuto di vitamina A (14 mg di vitamina A per 100 grammi di parte commestibile, 7 volte più dell’ananas) e vitamina E, entrambe forti antiossidanti che aiutano le cellule a liberarsi dei temutissimi radicali liberi e la pelle a mantenere la sua elasticità rallentandone l’invecchiamento. L’avocado è un vero concentrato di energia, ogni 100 grammi di polpa edibile troviamo il 7% di zuccheri, il 19% di grassi e quasi il 2% di proteine. È importante saper utilizzare questo frutto come sostituto dell’olio o di altri grassi, ma non utilizzarlo in eccesso. Buonissima e oramai famosissima è la salsa Guacamole dove l’avocado è l’ingrediente principale, che si accompagna perfettamente a contorni di verdure e legumi.

La vostre pelle vi ringrazierà Cosa volete di più? Potete mangiarlo e anche spalmarvelo addosso! No, non sto delirando: l’avocado è una vera e propria cura di bellezza! Un semplice impacco sui capelli bagnati con la polpa di avocado li nutrirà in profondità e li renderà più brillanti. Dall’avocado si ricava anche un olio pregiato che spesso viene utilizzato nei cosmetici. Una caratteristica peculiare dell’olio di avocado è la ricchezza della sua frazione insaponificabile, dove abbondano tocoferoli (vitamina E), carotenoidi (precursori della vitamina A), fitosteroli, alcoli terpenici, avocatine e acidi volatili: questo pool di sostante, unito alla particolare composizione di acidi grassi, lo rendono un ottimo alleato per la nostra pelle. Questi componenti sono maggiori negli oli di avocado vergini spremuti a freddo, mentre vengono in buona parte perduti con i processi di raffinazione. Un olio di avocado vergine di qualità si riconosce, salvo sofisticazioni con clorofilla, perché di colore verde scuro e aspetto viscoso e ricco; quello raffinato è invece giallo chiaro. L’olio vergine viene ampiamente utilizzato in cosmetica per le ottime caratteristiche eudermiche e sebosimili, nutrienti e rigeneranti, che lo rendono indicato soprattutto per pelli secche, devitalizzate, ruvide, disidratate, eczematose o “spente”. Le sostanze funzionali contenute nella frazione insaponificabile sono in grado di stimolare l’attività dei fibroblasti del derma, promuovendo la sintesi del collagene solubile (con l’invecchiamento

Giulia Sama Sin da piccola è sempre stata attratta dai fiori e dagli alberi, passione che l’ha portata a iscriversi alla facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali, laureandosi in Scienze naturali con il massimo dei voti. È referente naturalistica del Club Alpino Italiano, sezione di Cesena, con il quale svolge corsi di escursioni e fotografia naturalistica (altra sua passione). Ha studiato da autodidatta la fitoterapia e le più svariate discipline olistiche, approfondendo così le proprie conoscenze naturalistiche. Attualmente lavora presso il Macrolibrarsi Store di Cesena, e nel tempo libero fa lunghe passeggiate in montagna e cucina deliziosi piatti vegan.

questa frazione tende a diminuire in favore di quella insolubile); dall’altra parte, le avocatine si comportano come inibitori della collagenasi, una proteasi che distrugge le fibre di collagene. Tutto ciò si traduce in un’efficace azione di stimolo del rinnovamento cutaneo, con conseguente incremento dell’idratazione e dell’elasticità della pelle. In virtù di queste caratteristiche, i cosmetici contenenti olio di avocado, o arricchiti con la sua frazione insaponificabile, sono particolarmente adatti nei trattamenti antirughe, antismagliature, rassodanti e protettivi solari.

Crema viso supernutriente 1 cucchiaio di burro di karité 1 cucchiaio di olio di avocado 1 cucchiaio di olio di rosa mosqueta 2 gocce di olio essenziale di carota

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Sciogliere il burro d karité a bagnomaria stando attenti a non raggiungere temperature troppo alte. Una volta fluido, aggiungere gli altri 2 olii e mescolare finché non si sono amalgamati per bene. Aggiungere l’olio essenziale e versare il tutto in un barattolino per creme senza chiudere il tappo finchè non si raffredda. Ottima per l’inverno o perfetta crema notte per chi ha la pelle molto secca.

Maschera all’avocado

1 avocado maturo 1 cucchiaino di succo di limone 1 cucchiaino di oleolito di curcuma o olio di oliva

Sbucciate l’avocado e privatelo del nocciolo, schiacciatelo in una terrina con il limone e l’oleolito fino a ottenere una crema omogenea. Se riuscite a non mangiarlo, applicatelo mezzora sul viso dopo averlo pulito accuratamente. Fatta 1-2 volte a settimana, questa maschera dona alla pelle una morbidezza e splendore ineguagliabile.

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Colesterolo alto? Efficacia scientificamente provata del riso rosso fermentato per contrastare l’eccesso di colesterolo

Stefano Censani per Salugea

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l colesterolo è un grasso utile all’organismo per il corretto funzionamento delle membrane cellulari e per la produzione di ormoni. Il colesterolo esogeno è quello alimentare, assunto mediante i cibi che mangiamo, mentre il colesterolo endogeno è quello che il nostro organismo produce da sé attraverso il fegato, per sintesi naturale. È necessario infine distinguere il colesterolo HDL (quello “buono” meglio solubile nel sangue) dal colesterolo LDL (quello “cattivo” che tende a depositarsi all’interno delle arterie minacciandone la salute).

L’Indice di Rischio Cardiovascolare Il livello massimo di colesterolo, oltre il quale esso inizia a rappresentare una minaccia per la salute del sistema cardio-circolatorio, è di circa 200 mg/ dl di plasma sanguigno. In particolare, il rapporto tra il colesterolo totale e colesterolo HDL viene denominato Indice di Rischio Cardiovascolare, ed è un valore molto utile per comprendere lo stato di salute della persona nei confronti delle malattie ischemiche.

Come affrontare l’eccesso di colesterolo nel sangue Esiste una forte correlazione fra contenuto eccessivo di grassi nel sangue (iperlipidemia, dovuta essenzialmente a trigliceridi e colesterolo) e le più comuni e pericolose malattie cardiocircolatorie. Al fine di contrastare efficacemente l’iperlipidemia, non è solamente necessario prestare attenzione

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all’alimentazione, agendo sul colesterolo esogeno: è importante agire anche sulla riduzione del colesterolo endogeno (quello prodotto dal nostro organismo) e sul rapporto tra colesterolo buono e quello cattivo. A tal fine, la fitoterapia accorre in nostro aiuto con un nuovo efficace rimedio 100% naturale, ottenuto dal riso.

Riso rosso fermentato: un nuovo alleato Dalla fermentazione del riso comune con un lievito (Monascus purpureus), si ottiene un estratto (il riso rosso fermentato) la cui particolare efficacia nella riduzione del colesterolo è stata scientificamente dimostrata. Tale efficacia è attribuita alla Monacolina K, un metabolita prodotto dal lievito che agisce bloccando la biosintesi endogena del colesterolo

con conseguente riduzione dei livelli di colesterolo totale e di quello LDL (colesterolo “cattivo”).

La natura ti aiuta

In fitoterapia è possibile usufruire dell’effetto benefico di altri estratti vegetali utili nel contrasto agli eccessi di colesterolo e trigliceridi nel sangue. Dal Crespino (Berberis vulgaris) ad esempio, si ottiene la Berberina, una sostanza con effetti protettivi cardiovascolari che aumenta la capacità del fegato di catturare e metabolizzare il colesterolo in eccesso (soprattutto in forma “cattiva” LDL); la Berberina è quindi particolarmente utile per ridurre il colesterolo esogeno, ovvero quello assunto mediante l’alimentazione. La Berberina inoltre, se usata in sinergia con la Monacolina K del riso rosso fermentato, ne aumenta la biodisponibilità e l’efficacia. Dai frutti


Medicina Olistica di Cardo Mariano (Silybum marianum) si ottiene infine un insieme di sostanze naturali che sostiene e migliora la funzionalità del fegato. L’azione epatoprotettrice del Cardo Mariano è dovuta alla Silimarina, il suo costituente principale. Studi scientifici hanno dimostrato che l’estratto di Cardo Mariano ha effetti positivi nell’aumentare la quantità di Colesterolo “buono” HDL rispetto a quello “cattivo” LDL, con effetti quindi migliorativi sull’Indice di Rischio Cardiovascolare.

L’importanza di uno stile di vita sano Ricordiamo che, per avere un sano livello di colesterolo e trigliceridi nel sangue e godere di un buono stato di salute generale, resta indispensabile scegliere quotidianamente uno stile di vita sano: una moderata attività fisica e un’alimentazione sana molto ricca di frutta e verdura di stagione rappresentano due variabili molto importanti ai fini della prevenzione.

Gli estratti vegetali per contrastare il colesterolo

Ricapitolando, al fine di contrastare efficacemente l’iperlipidemia, ovvero l’eccesso di trigliceridi e colesterolo nel sangue, non è sufficiente cambiare abitudini alimentari, agendo quindi sul colesterolo esogeno; è indispensabile agire anche sul colesterolo endogeno (prodotto dall’organismo) e sul rapporto tra colesterolo totale e colesterolo HDL (Indice di Rischio Cardiovascolare). La fitoterapia di ultima generazione può proporre tre diversi estratti vegetali per agire sinergicamente su tutti i tre aspetti critici sopraesposti:

COLESTEROLO

Colesterolo endogeno (prodotto dall’organismo) Colesterolo esogeno (assunto con l’alimentazione) Indice di Rischio Cardiovascolare

ESTRATTI VEGETALI PIÙ EFFICACI Riso Rosso fermentato Crespino Cardo Mariano

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Il consiglio in più

Se stai acquistando un integratore alimentare a base di riso rosso fermentato, accertati della quantità di Monacolina K contenuta: solamente l’apporto di 10 mg al giorno di Monacolina K assicura un’azione scientificamente certa e riconosciuta di riduzione e mantenimento dei normali livelli di colesterolo nel sangue.

Stefano Censani È biologo e naturopata.

Prodotti consigliati LIPOSAN FORTE Salugea Apporta 10mg/die di Monacolina K Integratore alimentare 100% naturale in capsule vegetali, a base di estratti di Riso Rosso fermentato, Crespino, Cardo Mariano e Rosmarino. € 25,00 – 62 capsule vegetali (1-2 mesi di trattamento) ACAI Prima Qualità Salugea Fitoterapico liquido 100% puro e naturale Spremitura a freddo di frutti di Acai (Euterpe oleracea) originari dell’Amazzonia. L’Acai Prima Qualità Salugea è privo di zuccheri aggiunti, conservanti, coloranti o liquidi di diluizione. Utile per la circolazione, protegge vasi sanguigni e cuore. € 32,00 – 500 ml bottiglia in vetro (ca. 1 mese di trattamento)

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Quando

l’intestino

non funziona Stitichezza e stipsi: i migliori rimedi naturali

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titichezza e stipsi sono due termini che indicano entrambi un malfunzionamento a livello intestinale e la difficoltà a evacuare le feci. La stitichezza non rappresenta di per sé una malattia ma è la causa scatenante di molti altri tipi di patologie, soprattutto se si parla di stipsi prolungata nei mesi o negli anni. In chiave naturopatica, ogni “malfunzionamento” del nostro corpo o, come in questo caso, il mancato svolgimento di una funzione, è un campanello d’allarme da non sottovalutare. È la spia accesa sul cruscotto della nostra macchina biologica che ci indica che qualcosa all’interno dell’organismo non sta funzionando correttamente.

Cause: partiamo dagli stili di vita Parliamo di stitichezza non solo se ci troviamo di fronte alla difficoltà a evacuare le feci regolarmente, ma anche se l’espulsione di materiale fecale non è totale o se permane la sensazione di non completo svuotamento rettale. Le cause possono essere molteplici, ma sono per lo più legate allo stile di vita, all’alimentazione in primis, al movimento e allo stress psico-fisico. Un’alimentazione ricca di prodotti raffinati e povera di vegetali è la prima causa di un intestino mal funzionante: provocando un’infiammazione costante

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delle mucose, contribuisce a creare rigidità e rallenta il fenomeno della peristalsi (la contrazione della parete intestinale che permette alle feci di scorrere e fuoriuscire). La verdura, soprattutto di stagione, dovrebbe essere consumata quotidianamente in ogni pasto della giornata e i cereali andrebbero introdotti nella dieta quotidiana con parsimonia, preferendo cereali in chicco, non lavorati e non raffinati. Se ci soffermiamo a pensare, spesso nella nostra alimentazione il cereale è presente in 3 pasti su 3, sotto forma di fette biscottate o cereali soffiati, pane, pasta o simili: è inevitabile che si crei un sovraccarico di questo alimento all’interno del corpo. Non meno importante risulta essere il movimento, soprattutto nelle persone che soffrono di stipsi: in Medicina Tradizionale Cinese l’organo che più beneficia del movimento è la milza, proprio la responsabile della creazione delle masse nel corpo e quindi anche delle masse fecali. Se la milza funziona correttamente avremo feci ben formate che non hanno difficoltà a essere evacuate.

Le conseguenze di un intestino intasato Le pareti intestinali sono permeabili e attraverso di esse le sostanze passano al sangue: il materiale fecale che rimane

Francesca Rifici

Cosa leggere Bruno Brigo Digestione: Sintomi e Rimedi Naturali Tutti i sintomi dell’apparato digerente dalla A alla Z con la spiegazione di come far fronte ai più comuni disturbi con i rimedi omeopatici e fitoterapici Tecniche Nuove, 2014 Succo di Aloe Vera Prima Qualità 500ml Puro al 100% Antinfiammatorio naturale, depura l’organismo Salugea Puoi ordinare questi libri sul sito: macrolibrarsi.it


Medicina Olistica all’interno dell’intestino e non viene espulso, viene in parte riassorbito rilasciando nel nostro canale ematico una miriade di tossine. Queste tossine che ritornano in circolo nel nostro corpo devono essere eliminate dagli organi addetti, chiamati emuntori (fegato, reni, pelle). Il risultato è che col passare del tempo si crea un sovraccarico metabolico e gli organi emuntori non riescono più a eliminare tutte le tossine presenti: queste andranno a creare disturbi frequenti (quali mal di testa, mal di schiena, rigidità a livello muscolare) che sono il riflesso delle disfunzioni interne. Ricordiamo anche che nell’intestino risiede circa il 50% del nostro sistema immunitario, quindi un’infiammazione costante delle sue pareti e un continuo riassorbimento di sostanze tossiche, provocano un’iperstimolazione dei linfociti addetti alle difese dell’organismo. Non solo, il rallentato transito contribuisce alla formazione di muco sulle pareti che diventa il luogo prediletto per la proliferazione di microrganismi putrefattivi e parassiti intestinali.

I rimedi naturali che ci aiutano di più Oltre ad agire sulo stile di vita, quali sono i rimedi naturali che Madre Natura ci offre per prenderci cura del nostro intestino? Sul piano alimentare un buon estratto di verdura e frutta da bere quotidianamente contribuisce a ripulire e sfiammare le pareti intestinali, donando un enorme beneficio. Il succo puro di Aloe vera da bere è un concentrato vegetale che contrasta l’acidosi tissutale spesso all’origine della stipsi, così pure risulta efficace l’impiego di olii essenziali quali il finocchio che lenisce e toglie gonfiore o il tea tree oil (albero del tè) che ha una forte azione disinfettante e battericida. Il magnesio è un sale che contribuisce molto a migliorare il transito intestinale, rilassando la muscolatura e agendo anche sui livelli di stress psicofisico. Anche un decotto di semi di orzo mondo è molto utile nella cura

della stitichezza. Eccellente poi nella cura delle problematiche intestinali risulta essere l’Hericium, un fungo che ha un’azione rigenerante sulle mucose gastriche e intestinali, e ottimi effetti sul sistema nervoso contrastando disturbi quali ansia, stress, deficit mnemonici e insonnia.

Medicina Tradizionale Cinese e automassaggio Inoltre la medicina tradizionale cinese ci insegna che ci sono punti nel nostro corpo che, massaggiati con movimento circolare e una certa pressione, contribuiscono a un miglioramento del transito intestinale. Si distingue tra stipsi da pieno o da vuoto di energia. La prima è tipica di chi non sopporta costrizioni al girovita (vestiti stretti o pantaloni che costringono), la seconda invece è tipica di chi trova beneficio nell’indossare cinture e abiti aderenti e fascianti. Per una stipsi da pieno, tipica di chi è più ansioso, si consiglia un massaggio circolare sul piede destro, nella V che si forma tra l’alluce e il secondo dito. Per una stipsi da vuoto energetico invece, caratterizzata da una costante sensazione di pesantezza, si consiglia un automassaggio sulla mano nella zona tra pollice e indice. Rimaniamo in ascolto e osserviamo i sintomi riflessi: il nostro corpo ci parla, si esprime, ci mostra sempre qual è la via migliore per renderlo sano e felice.

Francesca Rifici Laureata in scienze politiche a indirizzo sociologico, è studiosa e appassionata di naturopatia da anni. Attualmente iscritta all’ultimo anno dell’istituto di Medicina Naturale di Rimini, ha scritto articoli per il web su portali che si occupano di benessere e salute, ed è operatrice olistica durante l’annuale fiera BioSalus a Urbino, in cui ha presentato e praticato riflessologia plantare e iridologia di cui tutt’ora si occupa. Per contatti: francesca.rifici@yahoo.it

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Bernard Jensen

Intestino libero Curarsi e purificarsi con l’igiene intestinale Il dottor Bernard Jensen è uno dei medici naturopati più conosciuti al mondo, soprattutto come iridologo e nutrizionista tra i più autorevoli. Instancabile viaggiatore, in oltre cinquant’anni di professione medica, ha visitato i popoli più lontani e meno “civilizzati” alla ricerca del segreto della longevità e di uno stato di salute psicofisico duraturo, che paiono sempre più scomparire dalla realtà del mondo occidentale. Da tutti questi studi e viaggi Jensen ha concluso che: la maggior parte dei problemi di salute oggi diffusi nelle società industrializzate è dovuta ad un cattivo stato di pulizia intestinale! Partendo da questa scoperta, il dott. Jensen ha messo a punto un sistema depurativo del tessuto intestinale veramente funzionale e rigenerante che applica da molti anni nella clinica che dirige in California. Se consideriamo anche tutte le varianti che troviamo nei singoli paesi, la lista diventa praticamente infinita. Libro – Pag. 272 – Prezzo € 15,00

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Funghi Miracolosi Da Chaga a Cordyceps: i funghi medicinali ci vengono in aiuto per affrontare tantissime patologie e stati di malessere Tiziana Lugli per Erbavoglio

I

n Asia le persone hanno utilizzato i funghi nella loro vita quotidiana per migliaia di anni. È ovvio che se questi non avessero dimostrato la loro efficacia, questa consuetudine si sarebbe persa. Ora che la ricerca è in grado di dimostrare perché i funghi funzionano, possiamo ancor di più approfittare delle loro straordinarie proprietà. I cosiddetti funghi medicinali ci hanno dato molte medicine importanti, oggi comunemente utilizzate: dalla penicillina, alle prime statine, ai trattamenti anticancro. Circa il 40% dei farmaci occidentali utilizza funghi. Si potrebbe dire che i funghi usati in cucina sono un aiuto per la salute, ma i funghi medicinali sono magici.

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I migliori funghi medicinali sono: chaga, reishi, lion’s mane e cordyceps.

“Oro nero” sugli alberi di betulla: il fungo Chaga Le culture native in Siberia hanno utilizzato Chaga per secoli. Solitamente cresce sugli alberi di betulla come una macchia scura che può raggiungere una dimensione pari alla testa di un essere umano. Centinaia di studi scientifici confermano le credenze tradizionali secondo cui Chaga sostiene il sistema immunitario e cura i problemi di stomaco. Durante le guerre mondiali il fungo Chaga è stato utilizzato anche come un sostituto del caffè poiché aumenta l’energia e il suo gusto è

piacevole. Chaga contiene altissimi livelli di antiossidanti che impediscono l’ossidazione del corpo, proteggono il DNA e mantengono il corpo giovane. Se soffrite di parassiti intestinali e siete alla ricerca di una soluzione naturale a questo problema, il tè di Chaga può aiutare a liberare rapidamente il corpo da questo problema. I benefici antiinfiammatori di questo tè sono inoltre ideali per ridurre il dolore e il gonfiore legati a problemi digestivi dello stomaco e del tratto intestinale.

Erba per gli immortali: il Reishi Ling zhi, nome cinese di Reishi si traduce come “pianta dello spirito”. Reishi è un famoso adattogeno,


Medicina Olistica ovvero aiuta l’organismo ad adattarsi a condizioni difficili: ci rilassa quando siamo sotto sforzo e ci dona energia quando ci sentiamo scarichi e affaticati. Reishi migliora la qualità del sonno e aiuta il riequilibrio del sistema ormonale; produce un effetto calmante sulla mente e sul sistema nervoso e aiuta il fegato. Prendendo Reishi si aumenta la quantità e migliora la qualità del sonno. I triterpeni contenuti in Reishi sostengono e regolano il sistema endocrino, aiutando il corpo a rilassarsi e a recuperare durante la notte. Reishi contiene dei componenti che hanno un effetto antistaminico nel corpo e aiutano a prevenire reazioni allergiche. Reishi è un trattamento d’urto per la candida e per altre malattie fungine che sono diffuse al giorno d’oggi. Inoltre un’attività anti-infiammatoria equivalente a quella ottenuta con l’uso di idrocortisone è stata riportata con l’uso di questo fungo. Reishi riduce la possibilità di malattie cardiache abbassando più efficacemente delle statine i livelli di colesterolo LDL e aiutando i globuli rossi a trasportare l’ossigeno in tutto il corpo (1).

Maggiore attenzione: Lion’s mane (Criniera di leone) Questo delizioso fungo è stato indicato come “nutriente per i neuroni” per via della sua capacità di stimolare la produzione del fattore di crescita nervosa. È un tonico per il cervello senza controindicazioni. Aiuta la memoria, la concentrazione, migliora i riflessi. Le proprietà di Criniera di leone si estendono a tutto il sistema nervoso. Sono stati condotti molti studi per scoprire i suoi effetti anti-demenza. Può essere di grande aiuto per le persone affette da Alzheimer, dal morbo di Parkinson, o con altri danni neurologici (2) (3) (4). Criniera di Leone è inoltre un importante modulatore del sistema immunitario. I polisaccaridi in esso hanno inoltre dimostrato una forte attività antiossidante; ha effetti positivi sul fegato (5).

Carburante per le cellule: Cordyceps Questi funghi crescono allo stato selvatico solo sulle montagne tibetane. Cordyceps è un apportatore di ossigeno e ci aiuta a produrre energia a livello cellulare: non sei mai stanco! Cordyceps offre il 30% in più di

funghi medicinali nella loro dieta: prestazioni costanti, un senso generale di benessere e di un’equilibrata connessione mente-corpo sono solo alcuni degli effetti.

Prendendo Reishi si aumenta la quantità e migliora la qualità del sonno

ossigeno, di energia. Migliora la sessualità sia nell’uomo che nella donna. La circolazione sanguigna migliora e anche il cuore ha più energia: meno ansia, depressione e un sonno migliore. Contiene la Cordicepina, una sostanza che tende a bloccare la crescita di virus e batteri, perché impedisce la duplicazione del loro DNA. Nove persone su dieci possono sentire i benefici quando inseriscono questi

Prodotti Instant Cordyceps 20 bustine solubili Incrementa la resistenza fisica e l’assorbimento di ossigeno Erbavoglio Instant Reishi 20 bustine solubili Agisce favorevolmente sulla capacità dell’organismo di conservare il livello delle difese immunitarie Erbavoglio Puoi ordinare questi libri sul sito: macrolibrarsi.it

Note (1) Hajjaj H. et al. (2005), «Appl Environ Microbiol». Jul; 71(7):3653-8. Effect of 26-oxygenosterols from Ganoderma lucidum and their activ- ity as cholesterol synthesis inhibitors. (2) Kawagishi H. Zhuang C, Shnidman E. Townsend Lettera per medici e pazienti, 2004. L’effetto anti-demenza di Mane fungo del Leone e la sua applicazione clinica. (3) Kawagishi, H. et al., Hericenones C, D, ed E, stimolatori di sintesi Nerve Growth Factor, dal erinaceum fungo Hericium, «Tetrahedron Lett.» 1991; 32, 4361-4564. (4) Kawagishi, H. et al., Cromani, Hericenones F, G, H e dal erinaceum fungo Hericium. «Fitochimica». 1993; 32, 175-178. (5) Zhang Z, Lv G, H Pan, Pandey A, Egli W, Fan L. antiossidante e il potenziale epatoprotettivi di endo-polisaccaridi da Hericium coltivate su tofu siero di latte. «Int J Biol Macromol». 2012 12; 51 (5) :1140-6.

Tiziana Lugli per Erbavoglio Erbavoglio progetta e formula fitopreparati di alta qualità, con l’uso esclusivo di materie prime naturali, altamente selezionate. Lo scopo principale di Erbavoglio è il desiderio di poter recuperare valori antichi e metodologie che hanno reso l’uomo capace di sentirsi in armonia con la Natura, creando un comportamento che dia un senso migliore alla vita.

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L’ABC della vita sana Aloe, Baobab e Cura di se stessi: come le piante e uno stile di vita sano possono cambiare la nostra vita in meglio Enrico Maria Gobino per Aloe Bio Gobino polveri o concentrati) cosi come ci È successo così: erano gli anni è stato insegnato e tramandato dalle Ottanta e un bel giorno la mia popolazioni indigene centroamericane. famiglia ha deciso di trasferirsi in da foglia fresca Centro America a tentare la fortuna. Aloe Da subito abbiamo fatto una scelta Oltre a una buona dose di fortuna di campo, quella di non utilizzare polveri o concentrati, che pur essendo abbiamo incontrato una pianta straordinaria: l’aloe. Originaria dei climi subtropicali, l’aloe faceva parte della cultura e della quotidianità dei popoli indigeni che la usavano come panacea per qualsiasi tipo di disturbo della pelle o del corpo.

In principio fu l’aloe

La Sabila (aloe in spagnolo) pareva essere un rimedio universale capace di lenire qualsiasi dolore, guarire qualsiasi disturbo, calmare qualsiasi rossore. Come già i Maya, gli “indios” (la popolazione indigena locale) veneravano questa pianta come portatrice di buena suerte (fortuna): quasi come un simbolo religioso l’aloe faceva parte della dimora e della quotidianità della gente del posto. Al nostro ritorno in Italia, a metà degli anni Novanta, decidemmo di iniziare un’avventura ambiziosa: diffondere la conoscenza, anche nel Bel Paese, delle straordinarie proprietà benefiche di questa pianta, tanto conosciuta dagli indigeni centroamericani ma, ai tempi, ancora poco usata nello stivale. L’Azienda Agricola Gobino nasce con il principale obiettivo di divulgare i benefici dell’aloe e dei prodotti a base di foglia fresca (non da liofilizzati,

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notevolmente più economici a nostro avviso privavano la pianta della sua componente più preziosa: l’acqua. L’atomizzato di succo di aloe vera (commercialmente conosciuto come 200:1) viene utilizzato correntemente da molte aziende perché trasportarlo è più agevole e meno costoso.


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Praticamente con 1 kg di atomizzato di aloe si ottengono 200 litri di succo. Seppur utilizzare l’atomizzato nelle formulazioni galeniche, integratori o cosmetici possa risultare più economico, rimane il fatto che la foglia di aloe è costituita per circa il 98% da acqua: si tratta di acqua costituzionale che fa parte della struttura cellulare della pianta, con una sua memoria. Se questa acqua viene separata (magari disidratando il succo con il calore così da comprometterne le proprietà) per essere ricostituita con acqua del rubinetto, è chiaro che il risultato qualitativo ed energetico rischia di essere inferiore rispetto all’utilizzo della foglia fresca integrale.

L’incontro con il baobab, l’Albero della Vita La vita con il passare degli anni propone nuove sfide e nuove esperienze, e per continuare nell’alfabeto dei superfood, grazie alla passione e alla ricerca, lo straordinario frutto del baobab è entrato a fare parte della mia vita. Originario dell’Africa, questo frutto rappresenta un elemento di traino di un’economia sociale e sostenibile, una vanto per le popolazioni che diventano parti integranti della filiera di creazione del valore, umano, economico e creativo.

Le proprietà del baobab Il baobab è noto presso le tribù africane come “l’Albero della Vita”, dove viene venerato come rimedio per curare numerosi problemi di salute, una specie di panacea per tutti i mali. A noi piace chiamarlo “The Feel Good Fruit”. È un’ottima fonte di vitamina C (ha proprietà antiossidanti come nessun altro frutto al mondo), calcio, potassio, tiamina e anche di vitamina B6. Grazie alla sua preziosa composizione contribuisce a: • ridurre gli stati di affaticamento e stanchezza; • coadiuvare il sistema immunitario; • ridare tono alla pelle. Il baobab inoltre favorisce la funzionalità articolare e contrasta i disturbi del ciclo mestruale e della menopausa. Ha un’azione di sostegno e ricostituente, favorisce le naturali difese dell’organismo e la regolarità della pressione arteriosa. Infine favorisce la regolarità del transito intestinale (grazie alle sue fibre solubili e insolubili) e la funzionalità delle prime vie respiratorie. Il baobab si assume sotto forma di polvere 100% naturale, ottenuta dalla polpa del frutto di baobab, a patto

che sia biologica certificata, senza conservanti e senza additivi, il che lo rende anche adatto al consumo dei bambini.

Moringa, la pianta dei miracoli L’appassionata ricerca di piante con le quali contribuire a rendere il modo più sano, mi ha portato a conoscere la pianta di moringa. La moringa è conosciuta sin dall’antichità come una pianta miracolosa grazie alla sua vasta gamma di nutrienti e di benefici. La moringa è una ricchissima fonte di proteine vegetali e di ben dieci tra vitamine e minerali essenziali, includendo ferro, calcio, magnesio e fosforo che contribuiscono al rilascio energetico e a mantenere una pelle sana. Inoltre favorisce la regolarità del processo di sudorazione e la normale circolazione del sangue. La moringa è una ricca fonte di vitamina A, riboflavina e altre vitamine del gruppo B che contribuiscono a favorire la funzione digestiva e il metabolismo dei lipidi, quindi può essere utilizata per contribuire al controllo del peso. Il nostro percorso di ricerca continua, alla ricerca di ingredienti e soluzioni che possano rendere la nostra vita più sana, naturalmente.

Enrico Maria Gobino Uno dei primi laureati in Agricoltura Biologica in Italia, Ingegnere Agronomo presso l’Ecole Superiore d’Agriculture di Anger, in Francia. Salutista appassionato e curioso, nel 2013 comincia un percorso in Medicina Naturale presso la International Quantum University di Honolulu. Negli anni fonda l’Azienda Agricola Gobino per coltivare aloe in Italia e la Eliseum srl per sviluppare prodotti naturali e superfood al fine di contribuire a rendere il mondo più sano.

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Immunità: il punto di vista dell’Ayurveda Come riconoscere e rafforzare quell’essenza vitale che sostiene la salute, prolunga la vita e dona forza Sebastian Pole per Innerlife

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ell’Ayurveda, l’immunità è nota letteralmente come l’“autorisoluzione della malattia”. In questo contesto, gran parte della responsabilità della risposta immunitaria è lasciata all’individuo stesso. L’Ayurveda considera l’immunità in termini di quantità e qualità, ovvero quanta ne possediamo e quanto essa sia efficace. Questa visione olistica include il comprendere come funzionano sia l’immunità naturale sia l’immunità acquisita. Un approccio di questo genere, paragonabile a una “banca”, vede l’immunità come una combinazione dell’equilibrio genetico che si eredita dai propri antenati, il deposito dei risparmi personali e gli interessi sul proprio conto. Secondo la prospettiva ayurvedica, molte sono le componenti che costituiscono l’immunità – ojas, la salute del cuore, degli occhi, della forza digestiva e dei tessuti – e vi sono princìpi generali che possiamo seguire ogni giorno per ottenere una salute ottimale.

Ojas e immunità Nell’Ayurveda, la caratteristica che definisce la nostra salute genetica e acquisita viene chiamata ojas. È una parola difficile da tradurre ma può essere considerata la qualità presente dentro di noi che nutre e dà un assetto alle funzioni del corpo e della mente.

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«L’immunità è una forza presente in ciascuno di noi che resiste alle cause delle malattie e alle loro tendenze aggressive». Chakrapannidatta, medico ayurvedico dell’XI secolo

Utilizzando il tipico stile metaforico, nella tradizione indiana si afferma che così come il ghee (burro chiarificato) è l’essenza più raffinata del latte, ojas è una combinazione dell’essenza finissima della nostra storia genetica, della nostra nutrizione e digestione e delle nostre esperienze di vita. Come si legge nella Charaka Samhita, l’antico testo ayurvedico, «ojas permette la rivitalizzazione di tutti gli esseri viventi. Non può esserci vita senza ojas... Esso


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costituisce l’essenza di tutto il corpo». Se ojas si esaurisce può subentrare la malattia. I testi ayurvedici affermano che quando ojas è scarso noi diventiamo deboli, stanchi, disidratati, ansiosi, timorosi, e sperimentiamo la vita in modo disequilibrato. Se invece viene mantenuto al giusto livello, la sua natura benèfica si manifesta come luminosità negli occhi, forza nel corpo, agilità negli arti, resistenza alle malattie, digestione efficiente, ottima fertilità, energia vitale e lucidità mentale. Ojas viene considerato il centro della forza vitale (prana) e del fuoco digestivo (agni), che con il suo aiuto svolgono con più facilità il loro ruolo nell’organismo. Ojas sostiene la salute, prolunga la vita e dà forza. Risiede nel cuore. All’inizio della mia attività di erborista venne da me per un consulto una giovane donna con una lunga lista di problemi cronici: continue infezioni, stanchezza, osteoporosi precoce e cattiva digestione. Per tanti anni la donna si era dedicata alla sua famiglia, aveva lavorato sodo e non si era presa cura di se stessa; il suo ojas si era come esaurito e la sua naturale scintilla si stava spegnendo. Fui colpito dai suoi sintomi di esaurimento immunitario: avendo perso fiducia nelle proprie capacità, la donna aveva l’incarnato spento, era ansiosa, ignara delle proprie necessità alimentari e stava lottando contro la propria vita. Dopo alcuni mesi di azioni mirate, la signora tornò da me rigenerata. Aveva semplicemente seguito una semplice dieta vata, si era concessa più riposo, aveva utilizzato il massaggio e potenziato la propria salute con erbe tonificanti. Non tutti i suoi problemi erano scomparsi, ma ora stava ripristinando le “riserve” che sono alla base della vitalità e della felicità. In pratica aveva ripreso contatto con se stessa e stava guarendo. Il suo ojas era stato correttamente rigenerato.

Nutrire Ojas
 Per mantenere la nostra salute dobbiamo comprendere un concetto fondamentale, ovvero come nutrire la nostra essenza, il

nostro ojas che, insieme all’immunità, alimenta la felicità, la fertilità e l’apprezzamento per la vita. Ojas è dolce, pesante, fresco e untuoso e, dal momento che “il simile accresce il simile”, viene potenziato da sostanze o esperienze con le stesse caratteristiche, come il ghee, gli oli, il latte, la frutta secca a guscio (specialmente le mandorle), il miele, l’amore, l’appagamento e la calma. Ojas viene ridotto da tutto ciò che in natura è secco, astringente, leggero e caldo, quindi può esaurirsi a causa dei seguenti fattori: digiuni eccessivi, consumo di alimenti non “succosi” o di un unico sapore, troppe spezie ed erbe amare, farmaci chimici, sostanze stimolanti, alcol, fumo, esposizione a sole e vento, eccesso di lavoro, denutrizione, febbre, infezioni, attività fisica, depressione, tristezza, irritabilità, collera, ansia e stress. Questo succede perché i fattori appena elencati, se eccessivamente presenti, eliminano le qualità protettive, “succose” e radicanti di ojas. Alcune tra le migliori piante che creano ojas sono l’ashwagandha, lo shatavari, il succo di aloe vera e l’amla.

Immunità e tipologie costituzionali Siccome l’Ayurveda percepisce la vita come un’espressione del nostro potenziale, è utile capire come le tendenze costituzionali influiscano sulla risposta immunitaria di ciascuno. Vata: problemi tendono a comparire quando la persona è esaurita. Le problematiche immunitarie di vata si manifestano sotto forma di disturbi persistenti, patologie cronicodegenerative, debolezza e deperimento, per cui si rendono necessari tonici e immunostimolanti. Il tulsi e l’ashwagandha sono piante che nutrono il sistema immunitario e rafforzano qualsiasi tipo di debolezza tipica di vata. Pitta: i problemi compaiono quando c’è troppo calore nell’organismo. Le problematiche immunitarie di pitta si manifestano sotto forma di infiammazioni estese e inopportune, con malattie quali asma, eczema, colite e morbo di Crohn.

L’andrographis e il neem sono buoni esempi di piante in grado di raffreddare le infiammazioni e incrementare l’immunità di pitta. Kapha: i problemi insorgono a causa di un eccesso di depositi. Ciò richiede trattamenti purificanti per ridurre la congestione ed eliminare il ristagno. Il pippali e lo zenzero sono due buoni esempi di erbe riscaldanti che agevolano l’eliminazione di umidità e rafforzano kapha. Tratto dal libro Una vita autentica (Macro Edizioni)

Cosa leggere Sebastian Pole Una vita autentica Trova il tuo sentiero verso la perfetta salute Macro Edizioni/ Innerlife Euro 16,50 Puoi ordinare questo libro sul sito: macrolibrarsi.it

Sebastian Pole Erborista dall’esperienza quasi trentennale, membro accreditato dell’Ayurvedic Practitioners Association, esperto praticante di Medicina Tradizionale Cinese e di fitoterapia occidentale, svolge la propria attività clinica a Bath. Si è qualificato come erborista con l’obiettivo di utilizzare i principi dell’Ayurveda (l’antica arte di vivere saggiamente) per contribuire a trasformare la salute delle persone. È co-fondatore e direttore tecnico di Pukka Herbs, azienda inglese leader nella produzione di prodotti biologici, ayurvedici e fitoterapici, vincitrice di vari premi e riconoscimenti. www.pukkaherbs.com www.innerlife.it

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Via gli occhiali con il metodo Bates Semplici esercizi per migliorare la vista Giorgio Ferrario

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l sistema visivo degli esseri umani svolge la sua funzione solo quando tutte le sue componenti, fisiche (occhio e nervo ottico), cerebrali (aree del nostro cervello preposte ad analizzare e decodificare gli impulsi elettrici ricevuti) e mentali (la componente mentale che dirige la visione), svolgono la loro funzione in modo naturale, quindi senza sforzo, così come la natura ha previsto. La vista è una funzione assolutamente spontanea. Quando la componente mentale, come indica il metodo Bates – messo a punto dal dottor William Horatio Bates, uno dei più affermati e conosciuti medici oculistici della fine dell’Ottocento – si inserisce nel processo allo scopo di “correggere” ciò che naturalmente accade, il risultato che si produce è una incapacità, più o meno accentuata, di vedere.

Un metodo che si basa sulla natura Movimento, rilassamento, relazione fra visione centralizzata e periferica, uso corretto di memoria visiva e immaginazione nel processo della visione, sono i principi di base del metodo Bates. Non si tratta di principi inventati dal dottor Bates, ma direttamente dalla natura e da lui solo osservati e compresi, prima di essere divulgati. Bates lavorò direttamente con migliaia di pazienti prima di formulare ipotesi sul funzionamento del sistema visivo che,

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se da un lato permisero ai suoi pazienti di tornare a vedere naturalmente, dall’altro indussero i suoi colleghi ad accanirsi contro di lui in ogni modo possibile. Le sue teorie, quindi, si basano sull’osservazione di fatti concreti. Per poter vedere correttamente ciò che si sta guadando, la mente dev’essere in una condizione rilassata tale da consentire all’occhio di muoversi rapidamente su ciò che si sta osservando. È impossibile vedere nitidamente tutto ciò che sta di fronte agli occhi nella stessa unità di tempo; la visione corretta è generata dalla somma di un insieme di punti di visione perfettamente nitidi contornati da aree più estese di visione meno nitida. Usare la memoria o l’immaginazione corretta di ciò che si sta osservando è indispensabile per vedere bene. Questo è il metodo Bates, e lo scopo che ci si propone insegnandolo, è quello di aiutare le persone a ripristinare un modo naturale, quindi corretto, senza sforzo, di vedere. Alla base di ogni vizio di rifrazione (miopia, ipermetropia, astigmatismo, presbiopia) e di ogni patologia del nostro sistema visivo (glaucoma, cataratta, maculopatia, infiammazioni varie ecc.) per il metodo Bates c’è sempre una tensione mentale che genera un inconsapevole sforzo di vedere, che determina un errato utilizzo delle strutture e delle componenti che costituiscono la funzione visiva. Eliminare lo


Medicina Olistica

Cosa leggere di Giorgio Ferrario Eliminare lo sforzo e ripristinare un modo naturale di vedere, come la natura ha previsto, sono appunto gli obiettivi di chi pratica correttamente il metodo Bates

sforzo e ripristinare un modo naturale di vedere, come la natura ha previsto, sono appunto gli obiettivi di chi pratica correttamente il metodo Bates. Di seguito un semplice esercizio da leggere e usare.

Palming (foto grande) Comodamente seduti, tenete i gomiti appoggiati sul tavolo di fronte a voi, le mani a coppa con il palmo di ciascuna appoggiato attorno all’occhio corrispondente. Tenete per un attimo gli occhi aperti e verificate che non entri luce attraverso le dita. Chiudete quindi gli occhi e mantenete l’attenzione su ciò che state facendo. Cercate di percepire le parti del vostro corpo, oppure ascoltate della musica in sottofondo, ricordate immagini gradevoli che vi tornano alla mente, visualizzate un colore che vi piace. Scegliete ciò che preferite con l’unico scopo di rendere piacevole e rilassante ciò che state facendo. Dopo qualche tempo (5-6 minuti almeno) staccate lentamente le mani dal viso, percependo le differenze rispetto al momento precedente in termini di temperatura, luce ecc. Quindi, sbattendo le palpebre, riaprite gli occhi. Potete fare palming anche per tempi molto maggiori; sarà più efficace. Nella pratica del palming l’unico elemento importante da considerare è che dev’essere rilassante. Quindi scegliete voi la modalità che preferite affinché lo sia. Ricordate che non tutti i momenti sono uguali, voi stessi cambiate nel tempo e ciò che oggi può procurarvi una condi-

Guarire la presbiopia con il metodo Bates Migliorare la propria vista e vivere meglio senza la schiavitù degli occhiali Macro Edizioni, 2011 Migliora la tua vista con la ginnastica per gli occhi Macro Edizioni, 2013

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zione piacevole di rilassamento potrebbe non darvi le stesse sensazioni la settimana prossima. Il palming continuerà a funzionare, ma dovrete essere attenti a modificare la modalità di esecuzione, adattandola ai vostri cambiamenti con lo scopo di rendere la pratica rilassante e piacevole.

Vuoi saperne di più su questo argomento o conoscere i centri o le Scuole in Italia a cui rivolgersi? Leggi l’articolo completo su: http://bit.ly/ Esercizi-Vista

Giorgio Ferrario Laureato in Scienze Motorie, è direttore della Scuola Bates. Insegna il metodo Bates in Italia e all’estero attraverso seminari esperienziali e residenziali, con relazioni ai convegni internazionali di visione olistica, corsi di formazione per i futuri insegnanti e di aggiornamento per gli insegnanti già formati, direttamente presso il proprio studio.

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Rimedi naturali per i mali di stagione Come sconfiggere tosse, mal di gola, e raffreddore con semplici consigli Romina Rossi

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on il cambio di stagione e l’arrivo dell’inverno capita spesso di soffrire dei “mali di stagione”: tosse, raffreddore, mal di gola, bronchiti, e altre affezioni delle vie respiratorie. Pur non trattandosi di malattie gravi per la salute della persona, possono impedire il normale svolgimento delle attività quotidiane, producendo il più delle volte stati di malessere generale. È bene inoltre non sottovalutarle o trascurarle, perché potrebbero portare a conseguenze e complicazioni più serie e dannose. Essendo dei sistemi di difesa che il nostro organismo tenta di attivare per liberarsi di infiammazioni e agenti esterni, non è consigliabile sopprimere queste malattie con farmaci sintetici, ma affrontarli in modo naturale, rinforzando anche il sistema immunitario. Vediamo quindi alcuni suggerimenti per curare i mali di stagione.

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Tisane. Sono un semplice rimedio per alleviare sintomi influenzali, mal di gola, raffredddore… Ottimi in questi casi sono le tisane a base di camomilla, tiglio, altea, salvia e malva che agiscono sulla tosse secca e il mal di gola.

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Oli essenziali. Da usare contro la tosse per fare suffumigi: quelli più indicati sono l’olio essenziale di timo, eucalipto, ginepro e issopo. Bastano da 2 a 5 gocce di tipo di olio in un grande recipiente di acqua bollente per avere 72 ViviConsapevole

subito notevoli effetti. Per sciogliere il catarro è ottimo l’olio essenziale di niaouly, mentre il tea tree, grazie alle sue potenti proprietà antibiotiche, è indicato per l’influenza (per poterlo ingerire deve riportare la dicitura “puro al 100%”) o anche per curare tosse e naso chiuso (basta inalarlo per qualche minuto per avere effetti visibili). Ottimo anche come base per massaggi sulla parte inferiore della schiena e sul torace, per far abbassare l’influenza (insieme a 2 gocce di OE di ranvitsara, eucalipto radiata e alloro). Potete anche aggiungerli all’acqua per umidificare le stanze.

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Argilla verde. Un cataplasma preparato con l’argilla verde è ottimo per curare il mal di gola. Sciogliete in una ciotola un po’ di argilla in tanta acqua fredda fino a ottenere una poltiglia spessa. Stendete poi il miscuglio in un fazzoletto si cotone o di tessuto molto fine, e applicatelo sul collo, coprendolo con una sciarpa per 15-20 minuti.


Medicina Olistica

Essendo dei sistemi di difesa che il nostro organismo tenta di attivare per liberarsi di infiammazioni e agenti esterni, non è consigliabile sopprimere queste malattie con farmaci sintetici, ma affrontarli in modo naturale

Un occhio di riguardo ai cibi

Non dimentichiamoci che la più efficace prevenzione comincia a tavola. Portiamo in tavola frutta e verdura di stagione, mentre, se non si è vegetariani, la carne dovrebbe essere l’alimento di contorno della verdura (il piatto dovrebbe essere composto da 5 parti di verdura e 1 di carne) in modo che il fisico non risenta dell’ingestione delle troppe proteine animali. Meglio limitare, se non si riescono a eliminare, latte e latticini, che favoriscono l’insorgenza di muco, catarro e malattie da raffreddamento, così come gli zuccheri. Ma possiamo usare alimenti e spezie che funzianono come veri e propri farmaci. Eccone alcuni: Zenzero e curcuma Con i suoi componenti antivirali, lo zenzero è ottimo per curare raffreddore e influenza. È un rimedio sicuro e veloce nel caso in

cui ci sia bisogno di alleviare dolori articolari e per disinfettare l’organismo. La radice si può usare per fare tisane, oppure tritata e grattugiata per insaporire verdure, carne e pesce. La curcuma invece ha proprietà antisettiche che la rendono un ottimo alleato contro raffreddore e mal di gola.

l’espulsione del catarro, e contribuisce a curare i problemi polmonari, le bronchiti, le otiti e le faringiti. Per sfruttarne i benefici andrebbe consumato crudo ma non da solo per evitare problemi gastrici. In caso di infiammazioni se ne può assumere 1 spicchio al giorno fino a un massimo di 2 o 3.

Cipolla verde La cipolla verde, o scalogno, è un ottimo ingrediente per prevenire le infezioni del tratto respiratorio, avendo potenti proprietà immunostimolanti. Le alte quantità di vitamine del gruppo A e C e di minerali lo rendono un ottimo alimento per i mesi invernali.

Acqua In presenza di influenza e raffreddore è importante bere molto (soprattutto liquidi caldi), per tenere idratato l’organismo. L’acqua aiuta anche a sciogliere il muco che abbiamo accumulato, permettendo la completa guarigione.

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Aglio Sgradito ai molti, l’aglio è l’anti-

biotico naturale per eccellenza. È utile per combattere le infezioni batteriche dell’apparato respiratorio, favorendo

Vuoi conoscere i consigli per prevenire le malattie da raffreddamento in modo naturale? Continua a leggere l’articolo sul sito: http://bit.ly/RimediStagionali

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Benessere Femminile e Medicina Antroposofica Salute e malattia nella donna secondo l’approccio terapeutico olistico messo a punto da Rudolf Steiner Laura Gabrielli Convinta che ci sia un altro modo per curare, diverso da quello proposto dalla medicina ufficiale, la dottoressa Giusy Corrao, specializzata in Ostetricia e Ginecologia, intraprende un percorso alternativo che la porta verso la medicina antroposofica. La dottoressa inizia il percorso di autoconoscenza del medico antroposofico Rudolf Steiner e ora utilizza con successo la Medicina Antroposofica nel quotidiano con le sue pazienti, sostenendole nelle varie tappe e passaggi dell’essere donna. Dottoressa Corrao qual è la visione della Medicina Antroposofica riguardo alla malattia e al paziente? Quale approccio terapeutico propone? La visione della Medicina Antroposofica è molto affascinante e complessa. L’essere umano è considerato nella sua dimensione non solo fisica ma anche energetica, animica (emozioni, pensieri, passioni, sentimenti) e spirituale. Nella Medicina Antroposofica si studiano le correlazioni tra il mondo vegetale, minerale, animale e la fisiopatologia dell’organismo. Queste sostanze, che subiscono processi speciali di lavorazione, costituiscono i farmaci e vengono consigliati al paziente allo scopo di sostenere le sue forze di guarigione. Insieme a queste è fondamentale il colloquio biografico, l’arte-terapia e la cura dell’alimentazione.

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Non consiglio la pillola estro-progestinica, oltre che per gli effetti collaterali possibili, perché è un farmaco e altera la fisiologia femminile in un modo molto subdolo

La malattia non si combatte, si cercano le radici dello squilibrio nella complessità dell’essere, nella sua biografia. Non si cerca l’agente patogeno per cui vale il consiglio: vaccinati contro ogni virus influenzale, evita lo stress e le preoccupazioni, assumi questa medicina per questa malattia e quest’altra per quella. Quello che si cerca di fare è di aiutare l’organismo a mobilizzare la propria capacità di resistenza, a rafforzarsi durante situazioni stressanti o conflittuali. Ma ciò che è fondamentale nella

Medicina Antroposofica è il cammino spirituale del medico. Personalmente ringrazio il dottor Giuseppe Leonelli per avermi trasmesso la sua grande umanità e umiltà come elemento indispensabile nell’arte della Medicina. In parole più semplici quest’approccio così “poco scientifico’’ nella mia attività professionale ha avuto come risultato che nessuna donna ha avuto bisogno della terapia ormonale sostitutiva in menopausa e solo pochissime donne hanno dovuto sottoporsi a un intervento chirurgico per asportare un fibroma o una ciste ovarica.


Pianeta Donna Quali soluzioni offre alle ragazze e alle donne che hanno bisogno di un metodo contraccettivo sicuro? Ritengo importante che le ragazze e le donne siano consapevoli dei loro cicli mestruali. Non consiglio la pillola estro-progestinica, oltre che per gli effetti collaterali possibili perché è un farmaco e altera la fisiologia femminile in un modo molto subdolo: dà un’informazione falsa all’ipofisi, la grande direttrice d’orchestra del nostro sistema endocrino (ormonale). Così abbiamo un falso ciclo, da noi chiamato “pseudo mestruazione’’ e un assetto ormonale alterato che non rispetta le variazioni cicliche fisiologiche, e quando la donna decide di sospendere la pillola si può trovare di fronte a un problema di amenorrea (assenza di ciclo). Le soluzioni: per le donne che hanno un buon rapporto con il loro corpo e non con la tecnologia propongo il diaframma. Altrimenti oggi ci sono sul mercato dei piccoli computer per la contraccezione tecnologica naturale che funzionano attraverso l’analisi della temperatura basale e garantiscono una precisione del 99,3% nel riconoscere i giorni non fertili del ciclo. Occorre, come nel caso di qualsiasi metodo contraccettivo, osservare scrupolosamente le istruzioni di utilizzo. Visto che i valori delle

misurazioni sono visualizzabili sul display, esiste la possibilità di usare le curve della temperatura basale della donna per un eventuale controllo della fertilità con la propria ginecologa. Io personalmente lo consiglio sempre, nei primi tre/sei mesi di utilizzo, per permettere un periodo sicuro di apprendimento del sistema contraccettivo. Da anni è impegnata nell’aiutare le donne a conoscersi meglio e a sviluppare una maggiore consapevolezza del loro corpo e della loro fisiologia. Dal 2015 ha in programma degli incontri per donne, con lo scopo di curare il loro femminile, per imparare a esprimerlo e trasmetterlo in modo armonico. Ci può anticipare qualche informazione a riguardo? Dove si terranno questi incontri e quali saranno, a grandi linee, i temi trattati? Gli incontri inizieranno nel 2015, ma il progetto è nato nel mio cuore circa una decina di anni fa. Sentivo l’esigenza di uno spazio diverso da quello che avevo in studio nella relazione con la paziente, uno spazio in cui la SaluteCura e la Bellezza-Arte si potessero coniugare per dare la possibilità alle donne di percepire il loro spazio sacro interiore, e apprendere come mantenerlo integro, sano.

Desideravo mettere al servizio di un maggior numero di donne il mio sapere che si era andato costruendo negli anni con la mia attività professionale, in modo che potessero vivere con maggiore consapevolezza e felicità la propria femminilità. Ho incontrato un’artista ed Euritmista, Giovanna Galimberti, e con lei ho lavorato al progetto per nove mesi. Nel 2009 è nato il primo percorso rivolto alle donne, dalla più giovane a quella più anziana, perché credo nell’unione fra le generazioni che, nella nostra cultura, si è perso. In questi anni abbiamo proseguito con questi incontri fino a sviluppare per il 2015 un percorso dal titolo “Sorgenti del femminile: curare il proprio femminile per poterlo esprimere e trasmettere in modo armonico”. Il percorso è stato ideato ed elaborato per la prevenzione, la salutogenesi e il benessere delle donne. L’originalità del metodo di trasmissione, che coinvolge la sfera cognitiva, intuitiva, emozionale e creativa, permette alla donna di accogliere e sviluppare quanto le necessita. Gli incontri si terranno a Milano a Lugano e in altre città che ne hanno fatto richiesta. Per informazioni si può scrivere alla mail: sorgentifemminile@gmail.com

Laura Gabrielli ABBIAMO INTERVISTATO LA DOTT.SSA GIUSEPPA CORRAO Laureata nel 1985, si è specializzata in Ostetricia e Ginecologia dal 1989. Ha collaborato con ostetriche dell’ospedale di Monza, Sesto San Giovanni e il Buzzi nella preparazione delle donne in gravidanza al parto naturale e all’allattamento, avvalendosi della sua formazione antroposofica anche per la prevenzione e la terapia delle patologie gravi che possono insorgere in gravidanza. Per più di 20 anni ha praticato la Medicina Antroposofica con passione e soddisfazione nello studio a Milano e, qui, attraverso il passa parola delle pazienti è diventata un punto di riferimento per le donne che desiderano essere seguite in gravidanza con un approccio non medicalizzato e per quelle che desiderano essere curate e sostenute per patologie importanti ginecologiche. Dal 2012 è riconosciuta come medico FMH dalla Confederazione Svizzera. Dal 2014 ha trasferito lo studio a Lugano. Per contatti: corrao.giuseppa@gmail.com

Da circa 25 anni si occupa di pianficazione familiare naturale, con l’ausilio degli apparecchi BabyComp per il controllo della fertilità della donna. Questo lavoro le permette di essere in continuo dialogo con medici, naturopati, ostetriche e operatori del benessere, in un percorso di continua formazione sul campo. Dal 2010 è parte attiva nella redazione del blog babycomp-italia. blogspot.it in cui vengono raccolti articoli, interviste e testimonianze sul benessere naturale femminile. L’obiettivo finale è quello di permettere alle donne di vivere in modo più sereno la femminilità, la sessualità, la gravidanza e il parto.

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Latte di mamma, un dono per la vita Peché è importante allattare, come avviare bene l’allattamento, i disturbi più comuni e i rimedi Linda Manduchi

A

llattare al seno il proprio bambino rappresenta per molte mamme un’esperienza intensa che porta con sé tante domande. Con l’allattamento inizia un capitolo nuovo della vita di relazione con il bambino, quello che gli si dona è molto di più di un cibo, è un nutrimento sia per il corpo sia per l’anima. Se ci si sofferma sull’immagine di una donna che allatta quello che è evidente è l’abbraccio con il quale la mamma contiene il bambino e l’intensità dello sguardo con il quale essa lo osserva e allo stesso modo è contraccambiata.

Perché è importante allattare?

Partiamo dal concetto che fisiologicamente durante tutta la gravidanza, il corpo della donna si prepara e si modifica per svolgere dei compiti per i quali è “programmato”: tra i vari organi il seno si modifica e, verso le ultime settimane di gravidanza, si attiva parzialmente con la produzione di colostro a livello alveolare (gli alveoli si trovano nel tessuto ghiandolare del seno). In seguito, con la nascita del bambino e il secondamento (espulsione della placenta), si attiva tutto il sistema ormonale che regola la produzione del latte (lattogenesi): tutta questa fase è regolata dagli ormoni. Il primo alimento del bambino è il colostro: un concentrato di anticorpi, particolarmente zuccherino e lassativo

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per attivare l’intestino. Il bambino con la suzione, determina la produzione di ossitocina (l’ormone dell’amore) fondamentale per far contrarre l’utero materno e quindi prevenire eccessive perdite di sangue (emorragie) nel post-parto. Poi sarà prodotto il latte, con caratteristiche specifiche, che rappresenta un alimento perfetto per il bambino, in

quanto cambia caratteristiche in base ai giorni di vita del piccolo e addirittura durante la stessa poppata. Il latte materno è facilmente digeribile grazie a un enzima da esso contenuto che si chiama lipasi. La lipasi svolge la sua azione quando il latte materno arriva nell’intestino consentendone una digestione più facile e un’assimi-

Il latte materno protegge dalle infezioni gastrointestinali e respiratorie, e previene l’obesità


Pianeta Donna lazione completa. Il latte materno protegge dalle infezioni gastrointestinali e respiratorie, e previene l’obesità: il bambino succhiando al seno consuma la quantità di latte sufficiente per quello che è la sua necessità in quel momento, mentre con il biberon molto spesso la quantità è superiore rispetto al fabbisogno. Inoltre con l’allattamento al seno il bambino impara ad autoregolarsi, anche in base alla composizione stessa del latte che, come abbiamo detto, varia a seconda delle stesse esigenze del bambino. Con l’allattamento prolungato le donne hanno la possibilità di tornare in forma più velocemente e se, l’allattamento è vissuto serenamente, diventerà un ottimo strumento per creare una grande sintonia tra madre e bambino. L’allattamento al seno determina un’amenorrea da lattazione che nei primi sei mesi di vita (rispettando dei punti specifici e fondamentali) protegge da eventuali altre gravidanze.

Come avviarre bene l’allattamento Alla nascita, quando il bambino è accolto tra le braccia della sua mamma, è importante prolungare il contatto pelle a pelle. Quando il piccolo si è ben adattato alla vita e mostra interesse per il seno è opportuno attaccarlo il più precocemente possibile. Come già detto, in questa prima fase, la produzione di latte è strettamente correlata alla produzione ormonale. Il bambino fisiologicamente chiederà di attaccarsi spesso al seno e nella seconda, terza giornata arriverà la montata lattea. Dopo l’arrivo della montata lattea è fondamentale allattare frequentemente perché questo pone le basi di un buon allattamento: se il seno è svuotato frequentemente aumenteranno i recettori della prolattina con conseguente aumento della quantità di latte. In questa fase la produzione dipende da quanto il seno è svuotato dal latte, più viene svuotato più si mantiene un’adeguata produzione di latte. Se il bambino, per qualche motivo, non succhia efficacemente o non si attacca al seno, è fondamentale l’utilizzo di un tiralatte.

Paracapezzoli Anatomici in Argento 925% Quali problemi si possono presentare e come risolverli I problemi possono essere diversi ed è importante poter osservare le dinamiche per dare delle indicazioni adeguate. È indispensabile non utilizzare ciucci e tettarelle finché l’allattamento non è avviato (possono anche non essere mai inseriti perché non necessari). I ciucci e le tettarelle possono creare degli ostacoli per un attaccamento corretto al seno: dal momento che la suzione al seno e quella del ciuccio o del biberon sono differenti, i bambini si confondono facilmente. Altri ausili quali i para capezzoli in silicone (che vengono proposti come facilitatori per il corretto attacco) non dovrebbero mai essere introdotti durante l’allattamento, in caso contrario è opportuno rimuoverli al più presto. Attaccare bene il bimbo al seno è fondamentale per la buona riuscita dell’allatamento: il piccolo deve spalancare bene la bocca in modo da ancorare il capezzolo e buona parte dell’aureola, non si devono osservare fossette nelle guance mentre succhia e la deglutizione deve essere udibile. L’unico modo per prevenire le ragadi è l’attaccatura corretta. Se il seno è svuotato poco frequentemente o quasi mai, si può infiammare, andando incontro a quello che è definito ingorgo oppure a una mastite, con seno duro, dolente, rosso, caldo e febbre anche importante. In queste situazioni è importantissimo agire tempestivamente con impacchi caldo umidi sul seno colpito, utilizzare la borsa dell’acqua calda, docce calde e subito dopo svuotare il seno attaccando il bambino oppure utilizzando il tiralatte o entrambi. Quando il seno è svuotato, i sintomi si alleviano e scompare così anche la febbre: non trascurando la situazione, è molto più semplice riportare tutto alla normalità in breve tempo.

Per prevenire e curare in modo naturale le ragadi al seno

Tenendo presente che l’attacco corretto del bambino al seno è l’unico modo per evitare la formazione di ragadi, i paracapezzoli in argento sono un valido aiuto per prevenirle. I paracapezzoli sono efficaci in quanto utilizzano il naturale potere antibatterico e cicatrizzante dell’argento. Ecco come si usano: 1. Prima del loro utilizzo lavare i paracapezzoli con acqua e sapone neutro, inodore. 2. Iniziare a portare i paracapezzoli 7-10 giorni prima del parto e continuare a usarli per tutto il periodo dell’allattamento (min. 6 fino a 24 mesi) 3. Inserire i paracapezzoli fra il seno e il reggiseno e dopo ogni utilizzo — cioè dopo aver allattato il neonato — lavarli e/o pulirli accuratamente e reinserirli. 4. In caso non dovessero aderire bene, lasciare una goccia di latte intorno al capezzolo, per creare l’effetto ventosa. 5. Importante: utilizzare i paracapezzoli per tutto il periodo di allattamento.

Linda Manduchi Ostetrica libera professionista con alle spalle vent’anni di esperienza, si occupa di sostegno alla mamma e alla coppia in gravidanza, assiste il travaglio in casa e il parto a domicilio. Opera in Romagna e zone limitrone. Per contatti: ostetricalindamanduchi.it

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Le Vie del Dharma Gli innumerevoli sentieri dello yoga che conducono all’illuminazione e alla realizzazione

a cura della redazione di leviedeldharma.it

C

he cos’è il Dharma? È un concetto comune a tante filosofie e religioni di origine indiana, dall’Induismo al Buddhismo. A molti, per esempio, sarà familiare l’immagine della Ruota del Dharma, simbolo del Buddhismo. La parola Dharma ha radici antichissime e molte possibili interpretazioni. Se pensiamo alle famose domande “chi sono, da dove vengo, dove sto andando e perché sono qui”, possiamo definire Dharma come il percorso di ricerca e autocoscienza che ci porta a scoprire (o non scoprire) lo scopo della nostra vita. Nulla è casuale, siamo qui per uno scopo e la vita può essere vista come il sentiero per scoprire la profonda e vera natura di ciò che siamo. Il Dharma è il richiamo che la nostra anima anela raggiungere per ritrovare la consapevolezza che Tutto è Uno e ricongiungersi alla fonte di ogni cosa, anche attraverso le vicende della vita quotidiana. Seguire il proprio Dharma può essere un entusiasmante percorso di risveglio spirituale che conduce alla piena coscienza di Sé e delle eccezionali potenzialità di gioia e pienezza che derivano dalla realizzazione del vero fine della nostra vita.

Dharma e Karma: senso di colpa o gioia di vivere? Siamo immersi in culture millenarie che propongono di considerare la vita come un sentiero di sofferenze e di espiazione di colpe infinite. Ne è una dimostrazione la parola karma, l’altro concetto orientale, in qualche modo complementare a Dharma, che viene erroneamente collegato al peccato e alla colpa. Molti maestri spirituali contemporanei ritengono conclusa questa fase dell’umanità e sono convinti che in questi anni stia

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“siamo nati per creare la vita che vogliamo” invece di “siamo nati per soffrire”

iniziando una grande trasformazione cosmica, conseguente al passaggio dall’Era in cui il nostro Pianeta e l’Umanità sono stati influenzati: dalla Costellazione dei Pesci all’Età dell’Acquario. Questo porta con sé che le vie della solitudine, della sofferenza

e dell’espiazione sono solo alcune tra le molte possibilità che l’universo ci offre. Nell’Età dell’Aquario l’umanità può ottenere la liberazione dalle sofferenze e dalle prigioni che si è costruita con percorsi più amorevoli e gentili di quelli delle scuole spirituali


tradizionali: potremmo forse definirle come le vie dolci, gentili, femminili all’illuminazione e alla realizzazione. Se la nostra ricerca dello scopo della vita ci rivela che l’essenza di ciò che siamo è quella di un’entità creatrice del proprio destino, il mondo viene ribaltato: la vita diviene come un foglio di carta bianca su cui possiamo scrivere la storia che sentiamo nostra. Secondo la fisica quantistica ogni attimo che abbiamo di fronte racchiude in sé infinite imprevedibili possibilità: quale si realizzerà è il risultato del nostro pensiero, della nostra intenzione concentrata e consapevole, in quanto ciò che chiamiamo “realtà” non è altro che un’infinità di minuscole invisibili particelle che prendono forma grazie ai nostri pensieri e vengono modellate dalle nostre azioni. Questa chiave di lettura di ciò che chiamiamo realtà e materia ci spiega che la storia dell’umanità che ci viene insegnata a scuola è una storia di civiltà e culture di esseri incredibilmente intelligenti e capaci, mantenuti in schiavitù in quanto tenuti all’oscuro della loro vera natura e identità. Per usare una nota metafora, siamo come un’aquila allevata perché si creda una gallina, o una tigre cresciuta come fosse una pecora.

Le vie del Dharma e lo yoga Lo yoga può essere un importante aiuto per riconoscere le prigioni in cui siamo intrappolati e darci la forza e le energie necessarie per liberarci. Anche lo yoga ha molte vie: sono tradizioni, scuole e stili affinatisi nei millenni a opera di guru, maestri e praticanti che hanno studiato a lungo e a fondo l’essere umano. Avvicinandosi allo yoga da principianti, capita spesso di incuriosirsi sulle origini e sul perché di tante varianti. Ma tutti i sentieri dello yoga, per quanto variegati e multiformi, conducono alla stessa vetta: l’auto-realizzazione, il risveglio della coscienza e l’unione con il tutto.

Nelle parole di Dharma Il mio nome spirituale è Dharma Kaur, “colei che vive le parole del Guru e combatte per la giustizia”. Ricevere questo nome mi ha rivelato quanto sia continua nella mia vita la ricerca di vivere concretamente tutto ciò che imparo e incontro. L’incontro con il Kundalini Yoga e aver dichiarato al mondo che volevo vivere insegnando yoga è stato entrare in risonanza con il messaggio profondo del mio nome spirituale. Per me vivere una vita “dharmica” significa proprio questo: portare nella mia vita di tutti giorni gli insegnamenti che parlano al mio cuore. E lo yoga lo ha fatto come poche cose prima.

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Yoga

Le Vie del Dharma e i sentieri dello yoga

Il progetto Le Vie del Dharma ha iniziato a prendere forma nel 2012, in seguito all’incontro di Dharma Kaur, insegnante di Kundalini Yoga, con il partner Giorgio Gustavo Rosso, fondatore del Gruppo Editoriale Macro. Entrambi si propongono di divulgare lo yoga nella sua pluralità, di raccontarne “le vie”, ciascuna con le sue caratteristiche ma unite nella consapevolezza di una meta comune, senza prendere posizioni che escludano o dividano e integrando altre conoscenze, tecniche e attività rivolte allo sviluppo del benessere e della consapevolezza.

I libri Le Vie del Dharma inizia dal 2013 come collana editoriale dedicata a raccogliere il meglio dei manuali teorici e pratici di yoga, includendo scuole diverse e ricche di una grande tradizione e seguendo da vicino l’evoluzione della ricerca contemporanea.

Il sito Da questo autunno alla collana cartacea si è affiancato il sito www. leviedeldharma.it, la guida online ai sentieri dello yoga. Con la collaborazione di un’affiatata redazione e di insegnanti di grande competenza provenienti dal mondo dello yoga italiano, il portale si occupa di diffondere la cultura yogica e di spiegarne, a curiosi e principianti, le origini, la filosofia, le tecniche e i benefici in modo chiaro e fruibile. leviedeldharma.it fornisce anche approfondimenti, notizie e formazione rivolti ai più esperti e agli insegnanti.

Il centro

Sta per iniziare (gennaio 2015) le sue attività il nuovo Centro Le Vie del Dharma a Diegaro di Cesena, dove si terrano corsi di Yoga, Tai Chi e altre discipline, corsi di formazione e di crescita personale, trattamenti shiatsu e ayurvedici, consulenze e conferenze.

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Yoga per

bambini felici

E

ducare vuol dire permettere alla perfezione di manifestarsi. Ogni bambino ha un suo talento. La parola “educare” deriva dal verbo latino educere, che significa “trarre fuori”. Con lo yoga possiamo portare alla luce quello che i bambini hanno dentro e valorizzarlo, facendo fiorire le loro innate qualità e i loro talenti personali in maniera allegra e giocosa. Al tempo stesso, lo yoga trasmette ai bambini valori importanti, di cui il nostro mondo ha estremo bisogno. In sostanza, lo yoga è uno strumento estremamente efficace per la formazione del carattere. Il nostro futuro, infatti, dipende dal carattere dei nostri bambini, non dalla loro conoscenza. Swami Kriyananda, il fondatore dell’Ananda Yoga e del sistema educativo “Educare alla Vita”, ha affermato: «È ora di imparare che i fatti, e anche le capacità, da soli non possono creare una società sana. La cooperazione, il pensiero positivo, la gentilezza e altri valori eterni sono essenziali per una vita veramente produttiva e per raggiungere la meta universale di tutti noi: la felicità». Immagina come sarebbe la nostra società, se lo yoga per bambini venisse insegnato ovunque, nelle scuole, nelle famiglie, già all’asilo: cambierebbe il nostro mondo! Un antico proverbio dice: «L’albero cresce nella direzione in cui viene piegato il virgulto». I nostri bambini, in verità, cercano disperatamente i valori, che per loro sono come un’ancora nella vita. L’anima è pura e i valori puri sono quindi naturali; il bambino istintivamente lo sa, ma, come l’adulto, ha bisogno di aiuto per far fiorire la sua innata e naturale bellezza. Nel nostro mondo, purtroppo,

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di Arathi e Jayadev per Ananda Edizioni

«Le orecchie sensibili dei bambini dovrebbero essere educate con consigli buoni e costruttivi. Le loro prime idee restano impresse a lungo e in profondità». Paramhansa Yogananda, Autobiografia di uno yogi

succede l’opposto: i piccoli ricevono spesso input nocivi, da film violenti, da letture sbagliate, dalla società materialista. L’ambiente è più forte della volontà. I giovani imparano a vedere il “dio denaro”, a credere che la loro felicità provenga dall’appagamento dei sensi, dall’egoismo, dal rumore e dall’irrequietezza, dalla competizione distruttiva, dagli infiniti desideri per innumerevoli cose. I bambini hanno

meno filtri di noi, nel bene e nel male, e tutte queste influenze penetrano profondamente nella loro coscienza. Lo yoga vuole portare consapevolmente un contrasto, un messaggio positivo che stimola i valori innati e naturali dei più piccoli. L’amore, ad esempio, è naturale per l’anima, così come l’empatia, la positività, la forza interiore, la cooperazione, l’armonia e l’unione con la natura. Queste qualità vanno portate alla


Yoga

Se lo yoga per bambini venisse insegnato ovunque, nelle scuole, nelle famiglie, già all’asilo, cambierebbe il nostro mondo

luce, vanno nutrite, altrimenti rimangono facilmente sepolte sotto tutte le altre influenze del mondo. La pratica dello yoga per i bambini è veramente un’opportunità straordinaria. Anche in una sola ora è possibile trasmettere consapevolmente messaggi positivi per la loro vita, rafforzare i loro talenti, le loro qualità.

La gioia Con i giochi potrai trasmettere un altro tassello importante dello yoga: fare sperimentare ai bambini la loro gioia naturale. La natura dell’anima è gioia, e si può dire che lo scopo stesso della vita sia ritrovare quella gioia. Un insegnamento centrale che i bambini dovrebbero assorbire è: «Puoi essere sempre felice, anche quando le cose non vanno come vorresti». Le abitudini, secondo Yogananda, si formano dall’età di tre anni. L’abitudine interiore di poter essere felici anche quando le cose non vanno come vogliamo sarà un tesoro per i bambini, per tutta la vita. Buon Yoga a tutti, a grandi e piccini!!

Incoraggiamento e fiducia Lo yoga per bambini può essere molto più di un gioco divertente, può essere uno strumento prezioso per aiutarli a esprimere se stessi globalmente, nel loro aspetto giocoso, ma anche nei loro lati ombra fatti di paure e insicurezze. Per questo il focus dovrebbe essere sempre sull’incoraggiamento e sulla fiducia. Il bambino si sente come tu lo vedi. Il tuo compito è quello di incoraggiarlo continuamente, di valorizzarlo, senza sminuirlo o distruggere la sua autostima. Non dire mai, ad esempio: «Sei stupido» o «non sei capace». Invece, lodalo, apprezzalo. Dentro di te, consideralo sempre un essere divino, che ha tuttavia bisogno di essere guidato e formato. Questo approccio è l’applicazione dell’antico messaggio dello yoga: «L’anima è l’immagine di Dio, pura e immutabile (Aham Brahm asmi)». Fai sentire al bambino che è speciale. Tutti sono speciali e ognuno merita il nostro amore. Il comportamento del bambino è un messaggio del suo stato interiore; se si comporta “male”, è importante non giudicarlo, ma cercare di capire i motivi per poterlo aiutare. Correggi i bambini quando dicono: «Non sono capace», «Non ce la farò mai», sostituendo queste frasi con affermazioni

anche accompagnare ogni asana con affermazioni positive, come ad esempio “sono protetto”, “sono maestro della mia energia” e così via. Quel pensiero positivo, ripetuto tante volte, crea un “solco” nel cervello e diventa vero nella loro personalità. Le posizioni diventano così non solo momenti di equilibrio e concentrazione, ma anche messaggi trasformanti per la vita!

come: «Io posso! ». Ricorda: l’insegnante o il genitore possono tirare fuori il meglio o il peggio dai bambini; lo scopo principale è ovviamente quello di far emergere il loro lato migliore, il diamante che è in ciascuno di noi.

Il gioco, le storie, le carte e le affermazioni Una chiave fondamentale nell’insegnamento dello yoga ai bambini è il gioco. Si possono fare dei giochi di cooperazione, giochi di ascolto o di concentrazione, giochi dinamici. Le carte possono essere un ottimo strumento per praticare lo yoga giocando e dando sfogo alla creatività. I bambini adorano avere qualcosa da guardare e toccare mentre lavorano. Il messaggio dell’asana può arrivare in maniera diretta attraverso il colore e la forma, e sarà più semplice introdurre messaggi energetici e spirituali. È importante

Cosa leggere Arathi Sabrina Giannò Il piccolo yogi. Yoga per bambini felici Libro + 45 carte a colori Ananda Edizioni 2014 Paramhansa Yogananda Yogananda. Piccole, grandi storie del Maestro Ananda Edizioni 2014 Puoi ordinare sul sito: macrolibrarsi.it

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Yoga del Cuore Una meditazione che apporta energia vitale e divina in chi la pratica e la cui forza risuona in tutta la Terra Loretta Zanuccoli per Eifis

L

a parola “meditazione”, che deriva dalla parola latina meditatio (riflessione), da noi occidentali viene utilizzata con diversi significati: per esempio se dobbiamo considerare o elaborare con attenzione un evento, un oggetto, un’idea o un qualsiasi argomento di solito usiamo l’espressione “devo meditarci su...”; per alcuni significa predisporre la mente a elaborare dati come per progettare qualche cosa, per altri significa riflettere. In Oriente, invece, meditare significa utilizzare diverse tecniche per calmare la mente, in genere per scopi spirituali. Questo diverso modo di utilizzare una stessa parola può generare opinioni differenti sul suo vero significato. Fin dall’antichità erano noti, oltre agli inestimabili effetti sull’evoluzione spirituale delle persone, anche i poteri rigeneranti e curativi della meditazione. In epoca moderna, grazie agli enormi progressi tecnologici della medicina, si sono potuti convalidare scientificamente alcuni degli effetti positivi della meditazione. Esistono numerose forme di meditazione, alcune si prefiggono di rilassare il corpo e la mente, alcune di controllare o eliminare lo stress, altre di ottenere una migliore concentrazione. La meditazione può utilizzare tecniche che favoriscono una focalizzazione o concentrazione prolungata su di un suono, un oggetto o altro, oppure che favoriscono la sperimentazione di una consapevolezza prolungata. Queste due attività in India vengono chiamate rispettivamente Dharana, prolungata concentrazione, e Dhyana, prolungata consapevolezza, insieme compongono il Sadhana, o pratica

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Qualunque sia la tecnica che intendiamo utilizzare, la meditazione si prefigge come obiettivo quello dell’evoluzione spirituale personale attraverso una sempre maggiore attenzione e consapevolezza di sé

spirituale, necessaria per raggiungere l’Illuminazione ovvero lo Yoga più alto, l’Unione Divina del sé inferiore con il nostro Sé Superiore. Qualunque sia la tecnica che intendiamo utilizzare, la meditazione si prefigge come obiettivo quello dell’evoluzione spirituale personale attraverso una sempre maggiore attenzione e consapevolezza di sé.

Dai tempi pre-vedici, passando attraverso gli inestimabili insegnamenti di Patanjali, fino ai nostri giorni, abbiamo ricevuto grandi riscontri sulle pratiche meditative, sui loro incredibili effetti positivi sul nostro corpo, sul controllo delle emozioni e dei pensieri e sul miglioramento delle nostre relazioni. Alcune forme di Meditazione sono


Yoga precedute dalla parola Yoga per indicare che la loro pratica regolare porta all’Unione. I sentieri che portano all’illuminazione Nello Yoga classico vengono indicati quattro differenti Yoga, fra gli altri, considerati Vie o Sentieri fondamentali che portano all’illuminazione: Bhakti Yoga, Jnana Yoga, Raja Yoga e Karma Yoga. Bhakti Yoga o Yoga della Devozione, è l’unione con Dio attraverso un intenso amore e profonda devozione. Si manifesta la devozione riconoscendo e amando la natura Divina o Natura Buddha in tutti gli esseri senzienti, persino in ogni cosa, e cercando di restare costantemente in questo stato. Il Bhakti Yoga è una delle pratiche yogiche più antiche e praticate dai grandi Rishi Indiani e dai grandi Yogi e mistici di numerose religioni e filosofie orientali. È previsto che per primo si sviluppi il Chakra del Cuore, per migliorare l’amore verso se stessi e poi verso tutti. Questa Virtù praticata quotidianamente consentirà un’espansione della coscienza e una consapevolezza di Unione con il Tutto. Spesso si manifesta con canti devozionali e con una vita interamente dedicata a Dio, che ha assunto nel corso dei millenni innumerevoli forme, riconoscendo Bhakti in Santi Maestri come ad esempio Rama e Krishna. In epoca moderna un esempio di meditazione Bhakti la troviamo nella Meditazione “Yoga del Cuore” che ho messo a punto. Jnana Yoga, o Yoga della Conoscenza, è il sentiero della saggezza che cancella l’ignoranza metafisica, causa di tutta la sofferenza e degli attaccamenti. La liberazione dal Samsara è ottenuta grazie alla realizzazione dell’identità dell’anima individuale (jiva) con l’Anima Superiore (atma) e con la Scintilla Divina (Paramathma). È l’Unione ottenuta attraverso la conoscenza del Divino o il riconoscimento del Divino in ogni manifestazione. Viene definito anche

il Sentiero dell’intelligenza dotata di sapiente discernimento. La realizzazione del Sé attraverso lo studio e la comprensione di ogni cosa che porta alla conoscenza più Alta. Karma Yoga o Yoga dell’azione disinteressata dedicata a Dio, ricerca della trascendenza attraverso l’azione. Tra azione e inattività è preferibile l’azione, a patto che essa sia compiuta con distacco, poiché agendo con distacco si raggiunge o realizza Dio. Si pratica perseguendo il proprio dovere universale, il Dharma, accettando il proprio ruolo e non provando desiderio o avversione verso i frutti delle proprie azioni. Occorre giungere e vivere il Servizio all’umanità come estensione del proprio sé o del proprio più grande Sé. Raja Yoga, noto anche come Yoga Reale o Yoga della Concentrazione. Il Raja Yoga è il “percorso regale” che porta all’Unione con Dio tramite la padronanza di sé attraverso la conoscenza; favorisce l’evoluzione dei processi intellettivi. Secondo Patanjali è il sentiero che vede confluire tutti gli altri Yoga; è lo Yoga che viene realizzato quando cessa l’identificazione con tutte le fluttuazioni della mente. È una disciplina mentale per un’Unione Divina cosciente e per restare nella perenne beatitudine. La meditazione “Yoga del Cuore” Lo Yoga del Cuore ha come obiettivo principale quello di sviluppare il Chakra del Cuore e della Corona, un fattore decisivo per un corretto sviluppo spirituale e per sviluppare le caratteristiche psichiche tipiche di questi chakra come ad esempio: la pace, la quiete e la serenità, l’amore, la gentilezza e la tenerezza per il Chakra del Cuore e sviluppare l’intuizione, la saggezza, la fede e la Coscienza Buddhica per il Chakra della Corona. La meditazione in genere ottiene effetti positivi perché innalza il livello di energia vitale delle persone che la praticano. Il Principio di Energia Vitale è uno dei tre principi su cui si fonda l’Insegnamento PHYL®, perciò è

basilare per noi che voi impariate a meditare e ancora di più che utilizziate una meditazione di tipo “Avanzato” per il suo enorme apporto di energia vitale e di Energia Divina. La Meditazione “Yoga del Cuore” produce effetti sia sul meditante sia sull’ambiente esterno, non solo, poiché durante la pratica viene benedetta tutta la Terra, produce grandi effetti karmici positivi per chi la pratica ed enormi effetti benefici per tutta la Terra e i suoi abitanti. Per questo motivo può essere considerata parte anche del Karma Yoga.

Cosa leggere Loretta Zanuccoli Yoga del Cuore Meditazione Bhakti Yoga Eifis Editore

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Loretta Zanuccoli Loretta Zanuccoli ha al suo attivo un’esperienza pluridecennale nella Medicina Cinese, Riflessologia Plantare e Auricolare con il Prof. Nguyen Van Nghi, negli studi sul corpo bioplasmico con la dottoressa Djuna Davidasvili, in studi di micromassaggio Cinese con il dottor Albert Gourion e di Linfodrenaggio manuale con il dottor Edgard Souroque, in studi di Radiestesia e di Radionica. Ha approfondito gli insegnamenti Vedici, dello Yoga Antico e della Scuola Misterica Egizia. PHYL è liberamente ispirato agli studi dello Yogi Ramacharaka, di Helena Petrovna Blavatsky e del Suo Maestro, Il Tibetano, alle ricerche di Eugenia Djuna Davidasvili e di Grand Master Choa Kok Sui, Maestro spirituale di cui Loretta Zanuccoli è discepolo diretto.

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Genitori: un mestiere che si impara Intervista a Roberta Cavallo e Antonio Panarese, autori del libro Le 7 idiozie sulla crescita dei bambini La Redazione

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opo aver divulgato con il best seller Smettila di reprimere tuo figlio le leggi di Madre Natura per la crescita felice da 0 a 21 anni, Roberta Cavallo e Antonio Panarese hanno deciso di fornire ai genitori qualche freccia in più per il loro arco. Tramite l’esperienza diretta con bambini in affido famigliare, i corsi in aula e le consulenze, Roberta e Antonio hanno individuato 7 idiozie che tutti noi seguiamo come dogmi, 7 abitudini e credenze che pensiamo essere corrette per la crescita e l’educazione dei nostri figli, ma che con la natura del bambino non hanno nulla a che fare. Li abbiamo incontrati per capire meglio di cosa parla questo loro nuovo attesissimo libro.

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Quali sono le 7 idiozie sulla crescita che smantellate passo passo in questo nuovo libro?

La 1ª idiozia è sui capricci: perché vuoi sempre farmi arrabbiare? Qui sveliamo la causa dei capricci e illustriamo le soluzioni pratiche per prevenirli e risolverli.

La 2ª idiozia riguarda il sonno: lascialo dormire da solo altrimenti lo vizi. Questa parte illustra i motivi per cui i bambini non si addormentano facilmente e le soluzioni alle difficoltà legate alla fase del sonno.

La 3ª idiozia è sull’egocentrismo: devi prestare i giochini agli altri bimbi. Non fare l’egoista! Qui trattiamo la fase egocentrica nei primi 7 anni, la fase più importante per l’armonico sviluppo del bambino.

La 4ª idiozia è sulle regole: perché non mi ascolti? Te l’ho già spiegato 1000 volte! Qui il lettore scoprirà la motivazione che porta i figli a non rispettare il modello educativo dei genitori e analizzeremo il segreto dei segreti

per insegnare le regole senza sforzo, sgridate e rabbia.

La 5ª idiozia riguarda l’alimentazione: perché mangia solo pasticci? Approfondiamo il ruolo affettivo del cibo e la causa per cui un bambino lo rifiuta. Vengono fornite 4 indicazioni pratiche sul cibo per bambini e adolescenti.

La 6ª idiozia è sull’apprendimento: ripetilo ancora una volta così lo impari meglio. In questa parte illustriamo 3 punti: 1. Perché i voti creano future generazioni dipendenti, sfiduciate e schiave del fare anziché padroni dell’essere; 2. Perché è un’idiozia cercare di potenziare le debolezze dei bambini per omologarli a tutti gli altri coetanei; 3. Come possono apprendere facilmente i bambini e i ragazzi da 0 a 21 anni.

Infine la 7ª idiozia è sull’adolescenza: questa casa non è un albergo! Sfatiamo il mito secondo cui l’adolescenza non è necessariamente


Bambini e Genitori

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Roberta Cavallo, Antonio Panarese

«Sono i figli che hanno bisogno dei genitori, non il contrario» -------Bert Hellinger un periodo di crisi e perché gli adolescenti preferiscono riferimenti esterni, tra i coetanei, piuttosto che quelli dei genitori. Inoltre il lettore troverà spunti per evitare i conflitti familiari tra genitori e figli. Alla fine di ogni capitolo sono presenti dei casi pratici risolti che illustrano la soluzione per ogni idiozia. I nostri lettori come possono approfondire questi temi? Il libro è il biglietto d’ingresso, per 2 persone, al corso di un giorno La Formula per la Crescita Felice che si terrà in 5 città. Per maggiori informazioni www.bimbiveri.it (sezione corso gratuito).

Antonio Panarese e Roberta Cavallo Autori di Smettila di Reprimere tuo Figlio, il libro best seller letto da 20.000 genitori che ha raggiunto il 1° posto in classifica su Macrolibrarsi.it con oltre 130 recensioni. Sono formatori specializzati nell’infanzia secondo natura, consulenti genitoriali. Fondatori di “Bimbiveri”, la società per la crescita felice dei bambini, hanno gestito per 5 anni un centro di affido familiare per minori disagiati collaborando con i servizi sociali di Torino, Casale Monferrato, Leinì e Viterbo. Hanno condotto all’interno del centro di affido un’esperienza triennale di istruzione familiare. Ideatori di “Come Crescere tuo figlio secondo natura”, il programma formativo completo per padroneggiare la Mappa per la crescita felice dei bambini da 0 a 21 anni.

Le 7 Idiozie sulla Crescita dei Bambini

Svelati i falsi miti che ti impediscono di essere un genitore efficace e sereno Molto spesso ogni tua decisione si è basata non tanto sui principi di natura, quanto su dogmi, abitudini, credenze che con la natura del bambino non hanno nulla a che fare. Questo è successo perché non hai mai pensato seriamente e con calma che potrebbe esserci un modo efficace e indolore per crescere figli felici e autonomi. Antonio Panarese e Roberta Cavallo

Roberta Cavallo, Antonio Panarese

Smettila di Reprimere tuo Figlio

Come la semplice formula di Madre Natura garantisce la crescita felice del tuo bambino da 0 a 21 anni

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Spulciarli naturalmente Rimedi casalinghi per gli amici a quattro zampe

La Redazione

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ulci, zecche, zanzare e acari sono un vero fastidio per i nostri amici a quattro zampe. Questi parassiti molto spesso si annidiano nel pelo del nostro animale domestico provocando prurito e altri disturbi. Il prurito di pulci e acari può essere talmente forte da spingere l’animale a scorticarsi, a strapparsi il pelo con i denti e a mordersi, scatenando una vera e propria reazione cutanea. Alcuni animali possono addirittura sviluppare una reazione allergica ai morsi di questi parassiti. La zecca invece può causare anche la morte per anemia nel cane o la piroplasmosi, che

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si manifesta con mancanza di appetito, febbre molto alta, depressione, tremori e urine molto scure. Il picco di massima diffusione dei parassiti sono primavera ed estate, ma molti cani e gatti possono manifestare disturbi anche in autunno e inverno. Proprio in queste due stagioni sarebbe meglio non abbassare la guardia e continuare a spulciare i nostri animali domestici, o per lo meno fare prevenzione, per evitare che possano essere vittime dei parassiti con l’arrivo della primavera. Anche chi tiene il proprio animale in

casa, facendolo uscire solo sul terrazzo, dovrebbe ogni tanto fare un controllo: gli odiosi parassiti possono entrare in casa, perché si attaccano facilmente ai nostri vestiti o alle scarpe. In commercio ci sono molti prodotti per liberarsi da pulci, acari e zecche, molti di questi però sono chimici. Se da un lato contribuiscono a eliminare i parassiti, dall’altro possono provocare allergie o altri disturbi ai nostri amici. Ecco quindi qualche rimedio per spulciare i nostri amici a quattro zampe in modo naturale e senza effetti collaterali.


Il picco di massima diffusione dei parassiti sono primavera ed estate, ma molti cani e gatti possono manifestare disturbi anche in autunno e inverno. Proprio in queste due stagioni, sarebbe meglio non abbassare la guardia e continuare a spulciare i nostri animali domestici, o per lo meno fare prevenzione

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I rimedi naturali Un modo per disinfettare il vostro cane da germi e batteri è far bollire 1/2 litro di acqua con il succo di 4-5 limoni e aggiungere 4 cucchiai di bicarbonato. Lasciate raffreddare fino a che l’acqua non sarà a giusta temperatura e lavate il vostro cane. Potete anche strofinare con una spugna; l’importante è che lo facciate delicatamente perché l’acqua potrebbe bruciare un po’, soprattutto se ci sono delle ferite. Non risciacquate. Potere ripetere l’operazione anche 2 volte a settimana. Se il micio e il cane soffrono di acari potete lasciare macerare 4 spicchi di aglio schiacciati nell’olio extravergine di oliva per un’intera notte. Al mattino togliete l’aglio e versate qualche goccia di olio tiepido nelle orecchie dell’animale. Potete usare questo rimedio come prevenzione una volta al mese, oppure tutti i giorni per eliminare i parassiti. Potete anche aggiungere 1 spicchio di aglio nella pappa del vostro cane: l’odore repellente che si diffonde al pelo, terrà lontane le pulci. Assolutamente vietato l’aglio per i gatti, ai quali provoca anemia; invece aggiungete al loro cibo un po’ di lievito di birra: l’effetto sarà lo stesso. Un efficace antiparassitario naturale è l’olio di Neem, che agisce come repel-

lente naturale in grado di tenere lontano zanzare, flebotomi e pappataci. È inoltre in grado di combattere le pulci, sterminando i parassiti adulti, così come le larve e le uova. Sul pelo di cani e gatti crea un effetto barriera, in grado anche di lenire, sfiammare e purificare la cute irritata dai morsi e dalle punture degli insetti. Potete applicare poche gocce di olio di Neem direttamente sul pelo del vostro animale, oppure diluire poche gocce in 1/2 litro di acqua tiepida da spruzzare sull’animale ma anche in casa su cuscini, tappeti e coperte. Per togliere le zecche dai nostri animali provate con qualche goccia di olio d’oliva: versatelo direttamente sulla zecca, poi con 2 dita “svitate” la zecca in senso antiorario in modo da staccare anche l’apparato boccale a forma di uncini (se rimangono piantati nella pelle dell’animale gli uncini provocano infezioni). Una volta eliminate le zecche dai nostri amici animali, non basta gettarle nella spazzatura, bisogna ucciderla schiacciandola. L’olio essenziale di geranio è molto efficace per tenere lontane le pulci e le zecche. Potete metterne qualche goccia nel collare: saranno sufficienti per respingere i parassiti.

Marie-France Muller

La Medicina Naturale per i Nostri Animali Curarli meglio, amarli di più Questo libro offre utili consigli per un’alimentazione sana e corretta e illustra alcune tecniche naturali di sicuro effetto: dall’uso dell’argilla e del cloruro di magnesio alla riflessologia, al rivoluzionario massaggio vietnamita Dien’ Cham’. Tecniche di cura che, oltre a essere non invasive, atossiche e semplici da adottare, sono per lo più gratuite, o hanno un costo molto contenuto. I «pazienti» potenziali sono cani, gatti, cavalli, pesci, uccelli, criceti, conigli ecc. Come gli uomini, anche gli animali provano amore e dolore, gioia e sofferenza, e come noi devono affrontare gli alti e bassi della vita. Il rispetto e l’amore che nutriamo nei loro confronti, devono perciò suggerirci un’attenzione particolare per la cura della loro salute. In questo libro agile ed esaustivo, oltre a offrirci molti utili consigli per un’alimentazione sana e corretta, Marie-France Muller illustra alcune tecniche, tutte naturali, che ci aiuteranno a rimettere in forma i nostri amici: dall’uso di due rimedi-miracolo, l’argilla e il cloruro di magnesio, alla riflessologia, all’impiego di un metodo di massaggio vietnamita assolutamente rivoluzionario, il Dien’ Cham’. Libro – Pag. 90 – Prezzo € 11,00

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Vivere

come un Buddha Gli insegnamenti di Thich Nhat Hanh per superare le tempeste della vita Romina Rossi

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i sono persone che diventano leader; che vivono e fanno della loro vita un esempio per gli altri. Thich Nhat Hanh – Thay – è sicuramente una di queste persone: il monaco vietnamita quasi novantenne è un esempio vivente della filosofia che predica. Nel corso della sua vita è riuscito ad appianare conflitti con persone di culture, religioni ed etnie diverse, con due semplici strumenti: la parola e il coraggio.

La parola: il nutrimento essenziale La parola è la fonte di nutrimento principale dell’uomo: quando diciamo qualcosa abbiamo il potere di creare effetti molto diversi a seconda di come e cosa diciamo. Quando comunichiamo con altre persone, infatti, ciò che viene detto sia da noi sia dagli altri, può essere pieno di tossine, come odio, rabbia e frustrazione: durante l’ascolto, quelle tossine vengono consumate, le lasciamo penetrare nella coscienza e nel nostro corpo. Potete immaginare quali conseguenze abbia respirare e nutrirsi di tossine tossiche?

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Spirito Di qui la necessità di far diventare la comunicazione un’arte: è fondamentale diventare consapevoli della parola e dell’ascolto, in modo da impedire che le tossine ci rovinino la salute, creando inutile sofferenza al nostro interno e all’esterno. Il primo passo per avere una comunicazione consapevole e amorevole è connettersi con se stessi, arrivare a conoscersi nel profondo. L’antico insegnamento “conosci te stesso” è più che azzeccato in questo caso: come possiamo capire i sentimenti, la sofferenza soprattutto, degli altri se non abbiamo capito la nostra sofferenza, le sue radici e le nostre percezioni, e pretendere di comunicare con gli altri? Entrare in contatto con noi stessi ci permette di entrare in contatto con l’altro, capirlo in modo compassionevole e avere una comunicazione vincente in grado di produrre la felicità.

Liberarsi della paura per trovare la felicità

Ognuno di noi ha la capacità di essere consapevole, concentrato, comprensivo e compassionevole: è ciò che si chiama

Cosa leggere di Thich Nhat Hanh

Paura Supera la tempesta con la saggezza Bis Edizioni 2013 L’arte di comunicare Nutri le tue relazioni con amore e rispetto Bis Edizioni, 2014

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«Se siamo felici, se siamo in pace, possiamo sbocciare come un fiore; e la nostra famiglia, tutta la società, trarranno beneficio dalla nostra pace». Thich Nhat Hanh

“natura di Buddha”. Per arrivare a questo stadio, abbiamo bisogno di liberarci della paura, quella che attanaglia la nostra vita e che è in grado di offuscare anche i momenti più felici. Spesso si tratta di paure che non possiamo nemmeno controllare: paura che succeda qualcosa un “domani”, di malattie, di morire, di tante altre cose. Spesso questa paura è alla base dei conflitti che si creano con gli altri, soprattutto di coloro che non conosciamo o con gli stranieri. Abbiamo paura che ci possano fare del male, senza capire che anche chi abbiamo di fronte ha la stessa nostra paura. Per quanto paradossale possa sembrare, uno dei modi per sconfiggere la paura è entrare in contatto con essa: conoscerla per amarla e non averne più paura. Per riuscirci è fondamentale radicarsi nel presente, senza tergiversare nel passato o fantasticare nel futuro, ma prendendoci cura dei bisogni del nostro bambino interiore. Possiamo coltivare la consapevolezza del presente e di noi stessi attraverso la meditazione e la mindfullness, esercizi che Thay pratica da sempre.

È sempre tempo di meditazione Queste pratiche permettono di liberare la mente e vedere il mondo in modo diverso. Si può meditare in qualsiasi momento, persino mentre si cammina: a ogni passo prendiamo consapevolezza del nostro respiro, recitando un mantra in sincronia. La camminata consapevo-

le, come la definisce Thay è un modo meraviglioso per far incontrare corpo e mente. Camminando in modo consapevole sintonizziamo il respiro con ogni passo e ci concentreremo sul piede che si connette con la Terra. Così smettiamo di pensare, evitando di perderci nei fili dei nostri pensieri; entreremo invece in connessione con noi stessi e il nostro bambino interiore, prendendoci cura di lui, sconfiggendo la rabbia, la paura e tutti i sentimenti negativi che ci impediscono di vivere quella felicità che è già a nostra portata di mano.

Chi è Thich Nhat Hanh Nato in Vietnam nel 1926, Thay (maestro in vietnamita), com’è chiamato dai suoi discepoli, è monaco buddista nella tradizione Zen. Ha sempre affiancato alla pratica religiosa un impegno sociale e politico per la pace, contribuendo alla creazione di uno dei più significativi movimenti di resistenza non violenti del secolo. È stato candidato al Nobel per la pace da Martin Luther King. Vive in esilio in Francia, dove ha fondato una comunità di monaci e laici, Plum Village. Dedica la sua vita all’insegnamento del pensiero buddista.

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Il linguaggio segreto dei segni e delle coincidenze Intervista a Gian Marco Bragadin

H

ai mai pensato che il battito d’ali di una farfalla che appare improvvisamente in casa tua possa essere un segno che l’Universo ti sta inviando e con il quale vuole dirti qualcosa di ben preciso? Ti sei mai ritrovato a camminare per strada rimuginando tra te e te su una situazione a cui non trovi soluzione, su un problema che ti angoscia, su una decisione che non riesci a prendere? Forse nel brandello di conversazione che cogli dalla coppia che ti viene incontro è celata la risposta ai tuoi dubbi. Segni e coincidenze vengono a trovarci ogni giorno e possono aiutarci a compiere il nostro destino e ad affrontare le situazioni difficili. Come riconoscerli e interpretarli risulta però un bel problema: ne abbiamo parlato con Gian Marco Bragadin, autore del best seller Il linguggio segreto dei segni e delle coincidenze.

Da dove provengono i segni e cosa sono? I segni provengono chiaramente da altre dimensioni e non sono provocati da noi. Mentre i sogni nascono dal nostro incoscio, dal nostro interno, i segni sono sempre esterni a noi, infatti una delle regole con cui io insegno a interpretarli è quella delle tre “i”: ovvero un segno deve essere inaspettato, improvviso, insolito e quindi non può essere una cosa che provochiamo noi. Molti ricercatori spirituali e scienziati di mente aperta sostengono che noi non siamo solo “da

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La Redazione

Come sei arrivato alla segnanalisi? «L’universo può fornirci tutto ciò di cui abbiamo bisogno, se solo sappiamo aprirci». James Redfield, La profezia di Celestino

questa parte”, ma una parte di noi viva anche in altre dimensioni: quella parte o quello che qualcuno chiama angelo custode, altri spirito guida, ci prende in cura quando nasciamo e ha il compito di portarci verso il nostro destino anche attraverso i segni e le coincidenze. Che i segni e le coincidenze esistano è un fatto universalmente noto, quello che manca è una guida per interpretarli: di fronte a questa lacuna ho iniziato a indagare, a studiare oltre quindici anni fa e ho dato vita alla segnanalisi, ovvero allo studio del significato di segni e coincidenze. Questa dei segni e delle coincidenze è un’opportunità straordinaria che noi abbiamo: non siamo soli e abbiamo la possibilità di comunicare e di ricevere informazioni dall’Universo.

Ci sono arrivato tramite la mia esperienza personale: quando Chiara, la mia compagna di vita, è venuta a mancare, mi sono ritrovato circondato dalla sua presenza. C’erano segni e coincidenze che io sentivo indicare il fatto che Chiara si trovasse ancora vicino e in comunicazione con me: dovevo solo imparare a interpretare quel linguaggio nuovo. Successivamente lo studio e la ricerca spirituale mi hanno permesso di approfondire la conoscenza dei segni, di capire come si manifestano, cosa ci vogliono dire e di insegnarlo agli altri. Alcuni libri sono stati fondamentali in questo mio percorso come, ad esempio, La profezia di Celestino, Le coincidenze di Chopra, ma anche nel Corano ho letto delle Sure che potrebbero essere degli slogan perfetti per il mio libro. Questo per dire che sia le antiche tradizioni culturali e religiose che gli spiriti moderni e contemponarei più sensibili hanno sempre riconosciuto i segni e le coincidenze come facenti parte della nostra vita. Il passo successivo che ho compiuto è stato dare gli strumenti per l’interpretazione.

I segni esistono da sempre e sappiamo che in altre epoche storiche la loro portata sulla vita dell’uomo era riconosciuta e faceva farte della cultura del periodo. Oggi la maggior parte delle


Spirito

Cosa leggere

Copyright: Dudarev Mikhail

persone non percepisce alcun tipo di segno e coincidenza: cosa abbiamo perduto? Si tratta di conoscenze che non abbiamo più o di una sensibilità particolare che dobbiamo riacquistare? Tanti mi dicono: ma a me non accade nulla, non mi arriva alcun segno. Il primo problema è che la gente non si accorge dei segni e delle coincidenze. Sicuramente serve un certo tipo di sensibilità per captare e interpretare un segno: possiamo parlare di predisposizione a percepire l’invisibile, di percorso spirituale, di ricerca interiore... Le strade per arrivarci sono tante, multiformi e tutte validissime: per me l’ampliamento delle facoltà percettive può arrivare dalla lettura di un libro, per te dalla pratica dello yoga, per un altro da un pellegrinaggio in un luogo di culto... Chi ragiona solo con la testa e non ha aperto il cuore fa una fatica enorme a

cogliere i segni e il loro linguaggio: molti di noi non vogliono credere che c’è una comunicazione con l’altra dimensione. La persona che coglie i segni è colui che guarda il mondo con gli occhi freschi, magici e senza pregiudizi dei bambini, non con gli spessi occhiali della razionalità.

Abbiamo intervistato Gian Marco Bragadin Ricercatore e divulgatore spirituale, scrittore ed editore di Melchisedek Edizioni. Ha pubblicato molti libri, fra cui la Trilogia dei segni del destino, Viaggio nei mondi invisibili. Con la sua attività di ricerca vuole indirizzare le persone al risveglio dello Spirito e alla conquista di una nuova consapevolezza, in grado di superare ignoranza e paura, per costruire l’Uomo Nuovo.

Gian Marco Bragadin Il Linguaggio Segreto di Segni e Coincidenze Come riconoscere e interpretare i messaggi del destino Sperling & Kupfer, 2014 James Redfield La profezia di Celestino Corbaccio, 1994 Deepak Chopra Le Coincidenze Per realizzare in modo spontaneo i propri desideri Pickwick, 2013

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I poteri dell’Arcangelo Raphael Come Raphael ci protegge e ci sostiene in vari ambiti della vita, aiutandoci a sviluppare specifiche qualità e offrendoci consigli e rimedi per migliorare il nostro stato di salute La Redazione per Edizioni Il Punto d’Incontro

L’

unione tra angeli e uomini ha origini antichissime. Il suo fondamentale ruolo nel cammino dell’umanità risale infatti alla notte dei tempi. La funzione di angeli e arcangeli è riconducibile a un’età in cui l’umanità e il divino erano uniti da più stretti legami, un’epoca dove gli angeli si manifestavano agli uomini e li guidavano in ogni loro azione. La possibilità di richiamare la presenza angelica nella nostra vita e risvegliarne i poteri tuttavia la possediamo ancora. Per riuscire a farlo e gettare uno sguardo oltre i confini del mondo sensibile, però, dobbiamo superare le nostre concezioni della realtà e aprirci gradualmente a una nuova visione. Una visione che l’Arcangelo Raphael può donarci.

Visione e guarigione Quando parliamo dei poteri degli arcangeli, parliamo di un’energia vibrazionale che può agire sulla sfera umana a vari livelli e che si esprime attraverso molteplici qualità. Tutte le entità angeliche sono distinguibili proprio grazie alle infinite combinazioni vibratorie che quest’energia può assumere nei suoi

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Identikit Poteri: Visione e guarigione Colori: Verde smeraldo e oro Note musicali: Fa/Fa maggiore e La/La maggiore Centri energetici: 4° e 6° Essenze: Camomilla, gelsomino e rosa Pianeti: Mercurio e Venere Stagioni: Primavera ed estate Elementi: Terra e Aria Cristalli: Smeraldo, giada, topazio giallo e ambra Mondo animale: Libellule, insetti dalle ali verde smeraldo, colibrì e altri piccoli uccelli

due aspetti di luce e suono. Tuttavia, ciò che rende uniche le emanazioni degli arcangeli maggiori è la loro capacità di attivare specifici poteri. I poteri dell’Arcangelo Raphael sono quelli della visione e della guarigione. Del resto, già nell’origine del nome, che in ebraico significa “Dio guarisce”, appaiono subito evidenti i suoi stretti legami con il potere taumaturgico. Raphael dunque ci protegge e ci sostiene in vari ambiti della vita, aiutandoci a sviluppare specifiche qualità e offrendoci consigli e rimedi per migliorare il nostro stato di salute, come pure per influenzare positivamente la realtà che ci circonda. Portando armonia alle quattro sfere dell’esistenza – fisica, emozionale, psichica e spirituale – ristabilisce dentro di noi uno stato di equilibrio e salute. Per manifestare pienamente il potere di autoguarigione, però, è necessario aprirsi gradualmente alla visione divina, il cui colore dal punto di vista vibratorio è l’oro. Si tratta di una visione spirituale più ampia degli accadimenti, che parte dal cuore e permette di cogliere la presenza della divinità in ogni aspetto della realtà.


Spirito

L’energia di Raphael L’energia di Raphael, in quanto espressione di un principio divino, ha un’affinità vibrazionale con vari aspetti dell’universo fisico, con i quali può entrare in risonanza. I suoi poteri sono collegati a specifiche frequenze luminose e sonore, alle energie dei minerali e delle pietre preziose, al moto dei pianeti e delle stelle, così come ai numerosi esseri della natura che di

quelle forze e di quell’energia sono manifestazione vivente. Raphael è per esempio riconoscibile per la sua purificante luce cangiante, formata da due radiazioni luminose di color verde smeraldo e oro, e per le melodiose sonorità che lo accompagnano, basate sull’alternanza armonica delle tonalità di Fa maggiore e La maggiore. La sua presenza può inoltre essere

Cosa leggere

annunciata da sensazioni olfattive che evocano delicati effluvi di gelsomino e di rosa. Infine, può rivelarsi attraverso fulminee intuizioni in risposta a pressanti preoccupazioni legate alla salute, alle relazioni interpersonali e a tutto ciò che ostacola la piena realizzazione del nostro benessere fisico, psichico e morale.

Esercizio

Rosana Liera L’Arcangelo Raphael Visione e guarigione I poteri di Raphael per chiamare a te gioia e benessere Edizioni Il Punto d’Incontro, novembre 2014 L’Arcangelo Raphael è una guida indispensabile per conoscere i poteri di guarigione e visione divina di Raphael, e utilizzarli nella vita di tutti i giorni. Rosana Liera, sensitiva apprezzata a livello internazionale, ci conduce in un appassionante viaggio nel mondo dell’invisibile, verso l’incontro con Raphael e con l’immensa forza di guarigione insita in ognuno di noi. Raphael è con noi per aprirci a questa conoscenza e offrirci così la chiave d’accesso alle infinite risorse del divino.

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Rosana Liera, autrice del libro Rosana Liera, artista e sensitiva apprezzata a livello internazionale, in seguito a un’esperienza di premorte inizia a comunicare con il mondo degli angeli. Nei suoi libri narra la sua storia di donna e guaritrice e svela, attraverso esperienze dirette e semplici esercizi di meditazione, come sia possibile entrare in contatto con queste entità e farsi guidare verso una vita di manifestazioni divine. Ha pubblicato anche Dire sì all’amore insieme agli angeli (Edizioni Il Punto d’Incontro 2013).

Entrare in comunicazione con l’Arcangelo Raphael

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1. Siediti comodamente, chiudi gli occhi e invoca mentalmente Raphael: “Arcangelo Raphael, ti prego, vieni a me ora. Grazie”. 2. Presta attenzione ai pensieri, alle parole e ai gesti amorevoli che, ispirato dalla sua presenza, ti senti stimolato a compiere. Trasforma in azioni queste intuizioni e non esitare ad annotarle o a comunicarle agli altri, in special modo alle persone alle quali vuoi bene. 3. Approfondisci il contatto con Raphael sviluppando una comunicazione quotidiana. Chiamalo anche più volte al giorno, quando ne avverti il bisogno. Tieni regolarmente un diario dove annotare le impressioni e le sensazioni di ciò che hai percepito in questi “dialoghi” con lui. Così ci parla Raphael: «La mia guida si rivelerà con un senso di pace e di calore. Non vi sarà nessuno a giudicarvi e a ordinarvi cosa fare, non mi rivolgerò al vostro ego. Sussurrerò le mie parole direttamente al vostro cuore e avvertirete gioia e benessere. Non abbiate paura, mi riconoscerete. Io sarò dentro di voi la voce del conforto che dispenserà le sue amorevoli cure».

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Risolvere le Cinque Ferite Trasformarle in vantaggi per vivere meglio

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el cammino alla ricerca di noi stessi può succedere di incontrare ostacoli apparentemente insormontabili. Ci sforziamo di raggiungere risultati mettendo impegno in ciò che facciamo eppure a volte non riusciamo ad attrarre nella nostra vita ciò che desideriamo. Per quanto facciamo, ricadiamo a volte negli stessi errori, ci imbattiamo nelle stesse situazioni che volevamo evitare, ci ritroviamo a fronteggiare sfide che credevamo risolte. La causa può essere nelle cinque Ferite: rifiuto, abbandono,

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ingiustizia, umiliazione, tradimento. Se le cinque Ferite non sono risolte, sono un ostacolo alla nostra espressione, alla realizzazione dei nostri talenti, al raggiungimento di ciò che desideriamo nella vita. Pensiamo che i nostri atteggiamenti siano dovuti al fatto che “siamo fatti così”; in realtà, potremmo essere in balia delle cinque Ferite e finché non le abbiamo risolte non potremo comprendere la differenza tra una vita piena di complicazioni e una vita piena di entusiasmo e gioia di vivere.

Maria Rosa Fimmanò

Come riconoscere le cinque Ferite

Le cinque Ferite si possono riconoscere nelle situazioni di vita quotidiana: dal modo di salutare allo stile di guida, da come si parla al telefono o dagli atteggiamenti che si mostrano a tavola. Avere o meno una certa Ferita preponderante rispetto alle altre significa che cambiano l’attitudine al guadagno, l’atteggiamento verso la salute o le vicende col partner. Quando si diventa esperti, anche dal modo di scrivere una email, dal metodo di studio o dall’atteggiamento sul posto di lavoro


Self Help

Le cinque Ferite sono uno strumento di crescita personale

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Live streaming con Maria Rosa Fimmanò 12 Novembre - ore 17,30 live.macrolibrarsi.it

salta all’occhio la Ferita predominante. Le cinque Ferite si possono mostrare fin da bambini: anche in un neonato possono essere notati i tratti che contraddistinguono l’una o l’altra Ferita. Col passare degli anni, una delle cinque Ferite può prendere il sopravvento sulle altre in un periodo della propria vita, anche se le cinque Ferite sono sempre tutte presenti. Se abbiamo la sensazione di avere solo una delle cinque Ferite, o alcune, è perché le altre sono presenti in misura minore e a volte passano inosservate. Inoltre a seconda della situazione in cui ci troviamo possiamo vivere una Ferita diversa: ad esempio, al lavoro si mostrano i tratti della Ferita da tradimento mentre con i propri cari emergono le caratteristiche della Ferita da umiliazione.

Le cinque Ferite come guida Che si tratti di bambini o adulti, le cinque Ferite possono essere trasformate in vantaggi per vivere meglio. Le Ferite allora, anziché tratti che portano disagio e scoraggiamento, diventano un metodo per scoprire i propri talenti e un criterio in più per scegliere la propria strada nella vita. Quando si trasformano le Ferite in caratteristiche che portano talenti, si ha un parametro nuovo per scegliere, ad esempio, il percorso universitario più adatto, il lavoro che esprime meglio le proprie aspirazioni, l’ambiente più consono per vivere, il tipo di compagnia che si ama frequentare. Quando le cinque Ferite sono risolte, si possono ottenere miglioramenti in tutti gli ambiti della propria vita: l’aspetto fisico, lo stato d’animo, le reazioni di fronte agli

imprevisti, l’entusiasmo, la creatività, l’ascolto, la voglia di agire e l’armonia col mondo esterno. È possibile risolvere le Ferite e trasformarle in vantaggi in modo semplice e automatico, senza sforzo di volontà. Quando le Ferite sono risolte si possono ottenere risultati tangibili e migliorare la vita in ogni istante e situazione. Se ora ci sentiamo a disagio per il lato sgradito delle Ferite, possiamo gioire all’idea che in poco tempo diventeranno nuovi strumenti di consapevolezza e di conoscenza di sé e degli altri. Le cinque Ferite sono uno strumento di crescita personale. Come in ogni situazione, dobbiamo essere in grado di trasformare ciò che ci accade in una opportunità di migliorare la nostra vita e finalmente risolvendo le Ferite potremo attrarre ciò che desideriamo.

Cosa leggere Maria Rosa Fimmanò Risolvere le cinque Ferite Trasformarle in vantaggi per vivere meglio Mental Fitness Publishing, 2014 Puoi ordinare questo libro sul sito: macrolibrarsi.it

Il primo segreto per risolvere le cinque Ferite è riconoscerle al di là delle apparenze: attraverso esempi concreti tratti dalla vita di ogni giorno, l’Autrice ci indica come identificare le cinque Ferite in noi e negli altri. Il secondo segreto è divertirsi e sorridere, riconoscere i vantaggi che derivano dalle cinque Ferite, considerandole come tratti distintivi legati ai nostri talenti. Il terzo segreto è un metodo pratico per risolvere le cinque Ferite, elaborato dall’Autrice in anni di studi e ricerche. E infine il quarto segreto: questo verrà svelato durante il live streaming sul canale Youtube di macrolibrarsi. Buon divertimento!

Maria Rosa Fimmanò Laureata in discipline Scientifiche, fondatrice e direttrice dell’Istituto Kinergia, autrice di numerosi articoli pubblicati su riviste specializzate e di numerosi manuali in uso presso l’Istituto Kinergia, nonché di Risolvere le Cinque Ferite, un manuale pratico per il viaggiatore alla ricerca del proprio percorso di vita. Relatrice al Congresso Internazionale di Friburgo in Germania con una relazione sulle Cinque Ferite nel 2006. www.risolverelecinqueferite.com

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Studiare è un gioco da ragazzi Un nuovo ed efficace metodo per fare i compiti in modo facile e veloce Matteo Salvo

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e tecniche che possono aiutare chi deve imparare ci sono e funzionano, ma purtroppo sono sconosciute ai più. L’assurdo è che la conoscenza dei metodi di apprendimento manca proprio nell’ambiente scolastico, ovvero là dove se ne avrebbe più bisogno. Non certo per cattiva volontà degli insegnanti ma, semmai, perché il nostro sistema scolastico non è ancora adeguato e pronto ad accogliere metodi che all’estero sono sicuramente più diffusi e compresi. L’uomo evolve costantemente e con lui le cose che lo circondano. Senza andare tanto indietro nel tempo, ma solo di una ventina di anni fa, notiamo un cambiamento enorme in quasi ogni cosa che utilizziamo: - dal cellulare allo smartphone; - dalle auto di allora alle auto di oggi dotate di ogni tipo di comfort e sistemi di controllo elettronico - dai primi computer lenti e giganteschi con sistema operativo DOS a quelli ultrasottili e velocissimi di ultima

generazione. E per quel che riguarda lo studio? Trent’anni fa si studiava su un libro (sottolineato o evidenziato) e oggi… si studia ancora su un libro che va sottolineato o evidenziato. È evidente che abbiamo perso qualcosa per strada: noi siamo cambiati, la tecnologia è cambiata con noi ma le tecniche di apprendimento no. (Fig.1)

Coinvolgimento e programmazione: le nuove parole d’ordine dell’apprendimento Diventa fondamentale quindi, l’introduzione di metodi di studio più coinvolgenti e attivi che non si fermino al semplice ascolto passivo di un docente che parla. Inoltre, è importante la pianificazione settimanale e mensile dello studio: bandita l’improvvisazione sia in classe sia a casa. Puntiamo all’efficienza e alla minimizzazione degli sforzi. Fortunatamente oggi abbiamo

studi e ricerche che ci fanno capire, ad esempio, l’andamento della ritenzione delle informazioni nella nostra mente. Osservando l’immagine a lato si capisce quanto la pausa sia importante. La pausa ogni 40 minuti aumenta l’efficacia dello studio. È esattamente come nello sport e nello sport il tempo di recupero è parte dell’allenamento. Se salto il tempo di recupero il giorno dopo sarò meno performante.

Lo stato di Flow Inoltre, se non si ha metodo, chi si trova alle prese con lo studio rischia di trovarsi a vivere delle emozioni che non lo aiutano per nulla. Durante la fase di acquisizione delle informazioni ci sia annoia e in altri momenti si prova ansia o stress. Ci spiega meglio questo concetto lo psicologo Mihaly Csikszentmihalyi con lo stato di Flow. (Fig. 2) Come mai quando facciamo qualcosa che ci interessa riusciamo a rimanere concentrati per ore senza neanche

Fig.1

RICHIAMO

Fig.2

Adattato da Csikzzentmihalyi, Flow: The psychology of optimal experience (New York: Harper & Row, 1990)

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Self Help

renderci conto del tempo che passa? Questo accade quando siamo completamente coinvolti in qualcosa e ci sentiamo messi alla prova, quando vogliamo dimostrare la nostra abilità nel fare qualcosa e ottenere un risultato che sentiamo essere alla nostra portata ma che allo stesso tempo richiede moltissimo impegno per essere raggiunto. In questa situazione la nostra mente si trova in uno stato chiamato di Flow dove perdiamo la consapevolezza del tempo e ci sentiamo totalmente coinvolti in quello che stiamo facendo: mai ci verrebbe in mente di interrompere. Ma che cos’è che ci porta in questo stato mentale? Questo stato si riproduce fondamentalmente ogni volta che il livello di abilità a noi richiesta è proporzionato al livello di difficoltà della sfida che dobbiamo affrontare. Per rendere più chiara la situazione facciamo un esempio. Immagina un direttore vendite che non sa l’inglese e a cui viene chiesto di tenere il discorso alla rete commerciale in inglese. È chiaro che uscendo dal dominio delle cose che sa fare gli creiamo un forte stress: avrà paura di fare brutta figura.

La stessa cosa succede al bambino durante l’interrogazione quando sa di non essere preparato, di non riuscire a ricordare, di non essere capace di esporre come vorrebbe le informazioni studiate il giorno prima. Chiaramente vorrebbe evitare questa situazione. Non potendo farlo e trovandosi in forte disagio, assocerà all’esperienza un’emozione negativa. In modo analogo immagina una situazione opposta, come ad esempio un atleta molto “performante” cui viene richiesto di competere in una categoria di un livello decisamente inferiore al suo. Un calciatore di serie A che si trova a giocare in una squadra locale di adolescenti. Sicuramente si annoierà e paradossalmente non darà il meglio di sé per far vincere la propria squadra. La stessa cosa può succedere a un direttore di azienda che venga messo a fare le fotocopie e anche a un bambino a scuola, se trova la lezione noiosa. Con la sua creatività incredibile e il suo livello di energia altissimo, è chiaro che stare seduto fermo per ore, davanti a una persona ferma che parla di argomenti che non gli interessano, diventi una cosa estremamente frustrante. La prima cosa da fare quindi è avere la consapevolezza che esistono delle tecniche che permettono di imparare molto velocemente qualsiasi tipo di informazione. La seconda è iniziare a scoprirle.

Segui la presentazione del libro “Studiare è un gioco da ragazzi” in streaming: 25 novembre ore 17,30 su live.macrolibrarsi.it

Cosa leggere Matteo Salvo Studiare è un gioco da ragazzi

Il Metodo Rivoluzionario per Studiare e Fare i Compiti in Modo Efficace e Veloce Gribaudo, 2014 Una guida pratica per affrontare interrogazioni ed esami con la certezza di essere preparati su qualsiasi argomento. Lo studio diventerà un’attività piacevole. L’apprendimento sarà efficace e a lungo termine con il risultato di una prestazione migliore e un risparmio notevole di tempo. Per studenti ma anche insegnanti, genitori, liberi professionisti e chiunque voglia avere un sistema di studio che gli permetta di imparare più velocemente. Puoi ordinare questo libro sul sito: macrolibrarsi.it

Matteo Salvo Già autore dei best seller Il segreto di una memoria prodigiosa e Impara l’inglese in un mese, è l’unico istruttore di tecniche di apprendimento rapido italiano a essersi aggiudicato al Campionato Mondiale di Memoria il titolo di International Master of Memory. Per farlo, applicando le tecniche che insegna nei suoi libri, ha memorizzato un numero lungo 1008 cifre in 60 minuti, 12 mazzi di carte da gioco in 60 minuti e un singolo mazzo di carte in 1 minuto e 33 secondi. È anche detentore del Guinness World Record per essere riuscito nell’impresa di memorizzare un intero mazzo di carte in apnea.

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Lunga vita a

Scienza e Conoscenza! Fisica quantistica, medicina non convenzionale, consapevolezza: i temi trattati dalla rivista trimestrale «Scienza e Conoscenza» sono sempre più apprezzati e ricercati e la redazione festeggia con soddisfazione il 50° numero uscito

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e li dimostra! La rivista Scienza e Conoscenza a novembre passa il traguardo del 50° numero e in questo caso i numeri contano. Più sono grandi più stanno a significare esperienza, conoscenza, capacità di stare sul mercato e, soprattutto, una forte sintonia con i lettori. Ingredienti che lo staff della rivista trimestrale ha saputo gestire con grande professionalità ed entusiasmo lungo i 12 anni di attività. Il 50° numero è quindi un motivo per festeggiare ma anche uno stimolo ulteriore per continuare il percorso tracciato da questa rivista decisamente unica nel panorama editoriale italiano. A Marianna Gualazzi e Romina Alessandri, rispettivamente direttore responsabile e direttore editoriale della rivista, abbiamo rivolto alcune domande per capire come si è arrivati a questo traguardo e quali sono gli obiettivi futuri. Prima di tutto, auguri! 50 è un bel traguardo, come avete festeggiato? Abbiamo pensato prima di tutto ai nostri lettori e vogliamo ringraziarli per il grande sostegno che ci hanno dato in questi anni con un omaggio speciale: The Best of Scienza e Conoscenza, un numero speciale in formato digitale

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Ivano Barocci per Redazione Web Macro Edizioni

completamente gratuito che permetterà a tutti coloro che ci seguono di leggere il meglio della rivista in un unico e-magazine di ben 150 pagine! Abbiamo anche organizzato una festa di anniversario nella sede della redazione con un brindisi di buon auspicio per i prossimi 300 numeri! «Scienza e Conoscenza» ha avuto diverse importanti evoluzioni nel corso degli anni, l’ultima l’ha portata a dedicarsi soprattutto a temi legati alla medicina cosiddetta alternativa. Perché questa scelta? Il mondo è cambiato parecchio nel corso di questi 50 numeri: la nostra rivista - che nasce come testimone del cambiamento dei paradigmi nella scienza, nella medicina, nella consapevolezza - è rimasta fedele a se stessa nella mission che porta avanti con sempre maggiore convinzione. Abbiamo trattato tanti argomenti, ritenuti scomodi e controcorrente, con spirito pionieristico e quando nessuno osava parlarne: ora sono diventati patrimonio del grande pubblico e anche gli esponenti più illustri della scienza e della medicina si aprono a essi con rispetto e con un approccio libero da pregiudizi. Pensiamo all’energia del vuoto, alla memoria dell’acqua, al rapporto mente materia, all’alimentazione curativa e terapeutica,

all’omeopatia. La parte che dedichiamo alla medicina non convenzionale e integrata è sempre maggiore per un semplice motivo: più si approfondiscono gli argomenti legati alla fisica dei quanti e più la correlazione con il corpo umano, la salute e la malattia sono sempre più evidenti. La fisica quantistica ci dice infatti che l’universo è fatto di energia, noi stessi siamo fatti di energia e l’energia è ovunque, dialoga continuamente con se stessa e con tutto il resto. È quindi ovvio che la visione del corpo umano ne è influenzata: perché se siamo fatti di energia e dialoghiamo continuamente con l’energia che ci circonda sotto diverse forme, la medicina non se ne occupa? Ecco quindi che la medicina diventa quantistica e sempre nuovi medici e scienziati si aprono a queste nuove prospettive. Avete anche raccolto la sfida del digitale, proponendo numeri e speciali solo in formato elettronico. Cosa bolle in pentola per il futuro? Negli ultimi anni abbiamo raccolto tantissimo materiale interessante e sempre più frequentemente grandi esperti e ricercatori ci contattano per poter scrivere sulle pagine della nostra


Scienza e Conoscenza

rivista. Per dare spazio a nuove idee e persone e per raggiungere un pubblico sempre più dinamico abbiamo deciso di creare dei Numeri Speciali dedicati ad argomenti particolari in formato unicamente digitale. Questi e-book sono stati notevolmente apprezzati dal nostro pubblico che li ha accolti con grande entusiasmo e interesse. I nostri e-book ci permettono anche di gratificare i nostri fedeli abbonati che ricevono il numero speciale in corso come omaggio, solo abbonandosi o rinnovando il proprio abbonamento. A chi non vi conosce, cosa vorreste dire per invitare a leggere la rivista? «Scienza e Conoscenza», in questo momento, è l’unica rivista che, nel

panorama italiano dell’informazione medico-scientifica, permette di far emergere nuove e importantissime ricerche e scoperte ancora poco diffuse. Invitiamo i nostri lettori a guardare oltre, a non fermarsi all’apparenza, ad approfondire le cose. Una volta fatto questo passo è automatico rendersi conto di quanto offuscata, limitata, monopolizzata sia l’informazione offerta dai canali tradizionali. Basta dare un’occhiata al nostro sito scienzaeconoscenza.it per capire il tipo di informazione innovativa che proponiamo, ogni giorno, ai nostri lettori.

Cosa leggere

Scienza e Conoscenza n. 50 (Ott./Dic. 2014) Rivista Trimestrale Macro Edizioni Puoi ordinarla sul sito: macrolibrarsi.it

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Programma la tua realtà Il metodo Zenix – spiegato nel libro Accedi ai codici della tua mente e diventa un programmatore di realtà – aiuta a co-creare la realtà che vogliamo Riccardo Tristano Tuis per Uno Editori

Q

uando nasciamo dovremmo essere forniti di un “libretto d’istruzioni esplicativo della mente umana” ma questo non ci viene consegnato e la nostra complicata vita ne è il risultato. Troppo spesso dall’alto della nostra superbia diamo per scontato che sappiamo pensare e che abbiamo il controllo dei nostri pensieri, ma questa è un’ingenuità che paghiamo sempre a caro prezzo. In Oriente si è compreso oramai da millenni che l’essere umano non sa pensare ed è schiavo dei pensieri che si generano suo malgrado nella testa e questo ha portato a esperire molte delusioni, sofferenze e malattie. In tempi recenti anche la psicologia si è resa conto parzialmente di tale problema e ha definito tutto ciò set thinking (pensiero predefinito). Il pensiero predefinito cui veniamo programmati è uno stato mentale in cui i limiti, il dolore, le malattie ecc. sono contemplati come parametri ineluttabili nella nostra realtà. Da questo stato non siamo in grado di gestire le nostre emozioni, le persone, gli eventi e siamo schiacciati dall’impotenza, nonostante la nostra mente sia un potentissimo generatore di realtà, ma purtroppo questa è controllata da qualcosa che non siamo noi.

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Self Help

Se non si ripulisce l’hard disk dell’inconscio dai programmi che lo infestano, questi programmeranno la realtà al posto nostro

Un metodo per comprendere il pensiero umano

Zenix è un metodo è rivolto a tutti coloro che sono all’interno di un processo di esplorazione e integrazione del proprio sé e hanno l’urgenza di comprendere come funziona il pensiero umano. In tempi recenti sempre più persone entrano in contatto con il paradigma che il pensiero umano programmi la realtà, sapere questo però non basta a modellare realmente la realtà a proprio piacimento e per questo motivo molti di loro pensano che il concetto noi creiamo la nostra realtà sia falso o perlomeno che non funziona con loro. Personalmente trovo che il concetto di creare la propria realtà vada espanso con il modello della coprogrammazione o modellamento della realtà collettivo, poiché ogni persona interagisce con tutte le altre e pertanto in questa piattaforma comune, che in Zenix chiamiamo videogioco olografico interattivo, ogni singola programmazione si deve accordare con quelle degli altri. Tra i molti potenziali a nostra disposizione con cui la realtà si può modellare, facciamo collassare un evento che rispetta i parametri generali stabiliti anche da tutte le altre persone nella loro programmazione. Pertanto quando programmiamo la realtà, al fine di raggiungere un obiettivo, non

dobbiamo essere troppo selettivi e stabilire come lo raggiungeremo poiché il nostro atto di volontà si deve accordare con quello degli altri giocatori. Proprio uno di questi giocatori potrebbe entrare in risonanza con il nostro pensiero iniziale, aiutandoci a realizzare questo obiettivo grazie a questa sinergia.

Il sabotatore nella mente

Quando co-creiamo la nostra realtà può succedere che alcuni obiettivi li raggiungiamo facilmente mentre altri sembra impossibile raggiungerli, potremo usare qualsiasi tecnica o strategia che viene promossa come miracolosa, veloce ed efficace ma continueremo a fallire su quel

punto. Questo non significa che siamo sbagliati, bensì che c’è un comando, una considerazione o un giudizio nascosto nell’inconscio, in contraddizione con ciò che vogliamo realizzare, che ci sta sabotando dall’interno e finché non lo riconosciamo e rimuoviamo dai nostri programmi mentali non riusciremo a raggiungere l’obiettivo. Se non si ripulisce l’hard disk dell’inconscio dai programmi che lo infestano, questi programmeranno la realtà al posto nostro. I programmatori ombra sono la somma di tutti i software inconsci che strutturano o manipolano la “nostra” personalità e il “nostro” relativo sistema di credenze.

Consigliato Riccardo Tristano Tuis Accedi ai codici della tua mente e diventa un programmatore di realtà Uno Editori, novembre 2014

Puoi ordinare sul sito: macrolibrarsi.it

Riccardo Tristano Tuis Scrittore, compositore, ricercatore indipendente, da oltre venticinque anni segue un percorso di ricerca che lo ha portato a studiare e praticare diversi indirizzi che spaziano dalle scuole di sviluppo umano alla meccanica quantistica e alle neuroscienze, dallo Zen alla psicologia del profondo con indirizzo transpersonale, fino agli studi sulla coscienza e sul paradigma olografico.

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Medicina Olistica

Calendario degli Eventi Inverno 2014/2015

GENNAIO

FEBBRAIO

3-4 gennaio Week end benessere secondo i principi dell’Ayurveda Ashram Joytinat, Corinaldo (AN) http://www.ayurveda-ashram.it; tel.: 071/679032 - 366 7349825

19 febbraio Laboratorio di pasticceria naturale: TORTE E CROSTATE Centro olistico Le querce bianche, Pieve di Soligo (TV) www.ilsestosapore.com; email: fabio@lequercebianche.org

16 gennaio La pratica del Dharma: corso sul buddhismo tibetano Docente: Cristina Magistro Centro olistico Il quarzo rosa, Firenze – via del Palazzo Bruciato 16 www.ilquarzorosa.org; email: info@ilquarzorosa.org; cell.: 3458706198 17 gennaio Corso di cucina: alghe e tofu Natural bios Kitchen, via Magenta 50 – Busto Arsizio www.naturalbios.it 17-18 gennaio Laboratorio di costellazioni famigliari sulla relazione di coppia Relatore: Umberto Carmignani La città della Luce, Roma http://www.lacittadellaluce.org/ calendario/ 18-19 gennaio Corso di introduzione alla permacultura Docenti: Elena Parmiggiani e Anna Bartoli www.permaculturaincorso.it; anna.permacultura@gmail.com 23-25 gennaio Corso progettazione in permacultura 72 ore + 20 ore di pratica Docenti: Elena Parmiggiani e Anna Bartoli www.permaculturaincorso.it; anna.permacultura@gmail.com

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6-8 febbraio Olisfestival Milano, Superstudio più www.olisfestival.it 13-15 febbraio Zen-A – Fiera Benessere Genova, Porto antico – magazzini del cotone www.zena.ge.it 20-22 febbraio Natutal expo. Alimenta corpo, anima e mente Forlì, quartiere fieristico www.naturalexpo.it 21-22 febbraio Agricoltura sostenibile in pieno campo Docente: Stefano Soldati Cascina Santa Brera, Milano www.scuoladipratichesostenibili.org; email: info@cascinasantabrera.it; tel.: 02 9838752

MARZO 5 marzo Conferenza: Ansia, insonnia e depressione: il contributo di agopuntura e fitoterapia Relatore: dott. Mauro Cucci Centro sociale dogana, Repubblica di San Marino http://www.imnorizzonti.it/

6-8 marzo BIOSALUTE. Fiera dei prodotti biologici e del benessere naturale Santa Lucia di Piave (TV) www.biosalute.eu 8 marzo Corso. Le piante per l’armonia della donna Fattoria didattica Il giardino di Pimpinella Luminasio (Bo) – www.pimpinella.it; e-mail: info@pimpinella.it 13-15 marzo Fa’ la cosa giusta. Fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili Milano, Fieramilanocity; http://falacosagiusta.terre.it/ sezione04/15/ 14 marzo Conferenza: Alimentazione ed aspetti costituzionali Relatore: dott. Alberto Bovelacci Macrolibrarsi store, Cesena http://www.imnorizzonti.it/ 20-22 marzo Verdecasa. Idee verdi per casa, giardino e benessere Padova, centro fieristico www.verdecasa.net 21-22 marzo Massaggio sonoro con le campane tibetane Scuola Olistica Ananda Ashram, Milano – via Privata G.B. Prandina 11/25 www.yogamilano.it; email: info@ yogamilano.it ; cell.: 3510078456


Medicina Olistica

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