Vivi Consapevole n 33 - eMagazine

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ViviConsapevole, Macrolibrarsi, trimestrale, Maggio/Luglio 2013 n.33, Poste Italiane SPA, Sped. in Abb. Post. DL 353/2003 (Conv. in L. 27/02/04 art.1 Comma 1. DCB ForlĂŹ

Numero 33 - â‚Ź 2,50 - Maggio/Luglio 2013

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ViviConsapevole.it 1


Macrolibrarsi e ViviConsapevole:

costruiamo insieme un futuro migliore Pensiamo che un mondo più consapevole, più etico, più sano sia la miglior strada per la felicità personale, per il benessere globale e per garantire il futuro di questa terra e dei suoi abitanti. Macrolibrarsi diffonde conoscenza e consapevolezza sotto forma di libri, riviste, dvd, prodotti naturali, corsi ed eventi: nel mondo che vogliamo vediamo persone più consapevoli, che amano se stesse e la natura, che vivono in armonia con il prossimo, che ricercano e divulgano con passione nuove idee per un avanzamento collettivo di stampo ecologico-spirituale. Per raggiungere gli obiettivi della nostra Mission, oltre all’e-commerce Macrolibrarsi.it, abbiamo deciso di intraprendere nuove strade e dare vita ad altri progetti: La Fattoria dell’Autosufficienza — il progetto in permacultura sull’Appennino Romagnolo, centro studi di ecologia applicata; Diapason Eventi — l’agenzia che organizza e distribuisce piccoli e grandi eventi di formazione e crescita personale; ViviConsapevole — la nostra rivista istituzionale gratuita. Dal 2012 ViviConsapevole è distribuita a tutti i clienti di Macrolibrarsi.it, nelle principali fiere di ecologia e benessere e sul territorio nazionale in diversi esercizi commerciali a tema (negozi di alimentazione biologica e naturale, ambulatori di medicina alternativa, centri olistici, agriturismi…). Inoltre è scaricabile gratuitamente attraverso web e sull’Apple Store. Con ViviConsapevole vogliamo diffondere i contenuti in cui crediamo, contenuti di qualità sui temi dell’agricoltura naturale, dell’alimentazione biologica e vegetariana, dell’autoproduzione e del saper fare, delle energie rinnovabili e del risparmio di risorse, della condivisione e della vita in comunità, della salute e del benessere, delle medicine

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alternative, del self help e della spiritualità. Per questo abbiamo deciso di creare una rivista gratuita stampata in 30.000 copie, in grado di raggiungere, sensibilizzare e appassionare un pubblico sempre più vasto. I riscontri positivi che riceviamo ogni giorno da voi lettori, le proposte di collaborazione e i contatti che arrivano sempre più numerosi ci fanno capire che siamo sulla giusta strada! Pensando di fare cosa gradita al nostro crescente pubblico abbiamo deciso di ampliare la rivista con un catalogo di libri e prodotti naturali dei migliori fornitori Macrolibrarsi: puoi trovare il catalogo sul retro della rivista. ViviConsapevole è sempre alla ricerca di nuovi spunti, di suggerimenti su possibili miglioramenti: non esitare a contattarci per proporre gli argomenti che vorresti vedere trattati sulla rivista e le tue personali esperienze di decrescita o di risparmio. Scrivici a redazione@viviconsapevole.it: ogni tuo suggerimento è prezioso! Buona Lettura Lo staff di Macrolibrarsi e ViviConsapevole

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Vivi Consapevole maggio/luglio 2013 Anno x– numero 33 Editore Macrolibrarsi di Golden Books Ideatore Giorgio Gustavo Rosso Direttore Responsabile Marianna Gualazzi redazione@viviconsapevole.it Responsabile di Redazione Romina Rossi info@viviconsapevole.it In Redazione Angelo Francesco Rosso f.rosso@viviconsapevole.it Massimiliano Cirielli m.cirielli@viviconsapevole.it Grafica e Uff. Abbonamenti Editing , Casa Editrice & Servizi Editoriali - Cesena (FC) Tel. 0547 347627 abbonamenti@viviconsapevole.it Ufficio commerciale Francesco Rosso commerciale@viviconsapevole.it 3358137979 Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero Angelo Francesco Rosso Silvia Strozzi Alessandra Spina Dealma Franceschetti Grazia Cacciola Chiara Meriani Stefania Rossini Sara Cargnello Vincenzo Valesi Alessandro Verni Valerio Pignatta Romina Santoli Tiziana Lugli - Erbavoglio Hubert Bosch Rossella Grenci Simona Oberhammer Jessica Borgogni Livio Sgarbi Immagini acquistate su www.sxc.hu www.shutterstock.com Copertina: Shutterstock, Inc.Copyright: Dudarev Mikhail Stampa Grafica Editoriale Printing Bologna


a c i g o l o c e vacanza

i t t u t i d a t a t r o p a l l a è

La

È

sempre più bello scrivere l’editoriale per il nostro ViviConsapevole, per tanti motivi. Perché all’uscita di ogni numero ci sentiamo sempre più soddisfatti del lavoro e del progetto che stiamo portando avanti. Perché gli apprezzamenti da parte dei lettori arrivano sempre più numerosi, così come le offerte e le proposte di collaborazione. Perché ci sembra che il nostro pubblico si stia trasformando in una grande cerchia di amici, in cui si scambiano informazioni, arrivano spunti, si danno consigli preziosi, ci si sente a casa. Diffondere le informazioni che riteniamo più importanti per un cambiamento della società di stampo ecologico e spirituale: la mission che ci anima ci ha spinto, ormai oltre un anno fa, a intraprendere la strada della rivista free press, quindi disponibile a tutti, accessibile a tutti.

La vacanza verde è vicino a casa, è attenta all’impatto ambientale dei mezzi di trasporto utilizzati e delle strutture cui si appoggia, valorizza patrimoni dimenticati ed è davvero alla portata di tutti. Di tutte le tasche: coloro che in tempi di crisi desiderano una vacanza risparmiosa possono con facilità riscoprire itinerari di pregio a basso prezzo. Di tutti i gusti: in bici, a piedi, in hotel ecologico, in agriturismo, in campeggio, al mare o in montagna, in città. Gli spunti che abbiamo voluto condividere con voi in questo numero sono davvero tanti e, secondo noi, preziosi: dal come scegliere la vacanza amica dell’ambiente che fa per voi, alle proposte di ospitalità negli ecovillaggi della Penisola; dalla riscoperta di saperi e sapori in una Tuscia dimenticata, a un bellissimo itinerario in bicicletta in Istria, al WWOOFing in fattoria biologica e biodinamica.

Senza dimenticare il pronto soccorso omeopatico da tenere sempre in valigia per far fronte, in maniera naturale, alle piccole e grandi emergenze che possono capitare in vacanza. Bruce Chatwin, grande scrittore e viaggiatore, scriveva che “il viaggio non soltanto allarga la mente, le dà forma”: nel caso di una vacanza ecologica questo è ancora più vero, perché agli stimoli che provengono dal luogo, dal paesaggio e dalla cultura, si aggiungono quelli relativi alle scelte di responsabilità ambientale, di rispetto del territorio, di salvaguardia dei patrimoni dimenticati. Che siano davvero buone le vostre vacanze quest’anno: buone per voi, per la terra, per i vostri figli, per i figli dei vostri figli. Buon viaggio! La Redazione

In questo numero parliamo di viaggi: e lo facciamo dal nostro punto di vista, nella convinzione che divulgare quale sia il modo migliore per viaggiare sia interesse di tutti. Secondo ViviConsapevole il modo migliore di viaggiare, di trascorrere le tanto meritate vacanze, è farlo in maniera “verde”, ecologica, a basso impatto ambientale, nel rispetto dei ritmi di uomo e natura, al di fuori degli itinerari del turismo di massa per scoprire sapori e saperi dimenticati.

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Indice

l Intervista a Luca Mercalli Vivere meglio con meno Marianna Gualazzi

La bibbia degli oli essenziali

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l Focus: Vacanze Verdi La vacanza amica dell’ambiente

Amici a 4 zampe... curarli naturalmente Hubert Bosch

Romina Rossi

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WWoofing: a scuola di agricoltura naturale La Redazione 24 Estate all’ecovillaggio Pedalando in Istria: la Parenzana Chiara Meriani

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La Redazione

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Stefania Rossini

l Casa e Azienda Impariamo a mangiare bene... in fattoria!

Marianna Gualazzi

Vincenzo Valesi

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Osteopatia: la tecnica che riequilibra il corpo La psoriasi e le terapie naturali Valerio Pignatta

Romina Santoli

Il fungo dell’immortalità Tiziana Lugli - Erbavoglio

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Impastare, che passione Alessandra Spina

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Dolci freschi con l’agar agar Dealma Franceschetti

Vivere fino a 100 anni con le bacche del Goji La Redazione

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Agricoltura

L’agricoltura che rigenera il terreno Angelo Francesco Rosso

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Walnut “spezza incantesimi” Il fiore del cambiamento

RUBRICHE Conserve naturali fatte in casa Silvia Strozzi

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Alessandro Verni

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Cucina

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l Mobilità Consapevole Butta l’auto, scegli una Cargo Bike

l Self Help Transurfing alla portata di tutti

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Livio Sgarbi

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Elogio dell’autoproduzione

l Medicina Olistica Pronto Soccorso Naturale

l Pianeta Donna Osteoporosi: sole e vitamina D

Jessica Borgogni

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Rossella Grenci

Che cos’è la fertilità consapevole?

l Saper Fare Cibi essiccati: come prepararli e utilizzarli

La Redazione

l Bambini e Genitori Dislessia, che fare?

Simona Oberhammer

Vacanze Slow

Sara Cargnello

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La Redazione

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Il magico solstizio d’estate Grazia Cacciola

Eventi

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Stufe e dintorni

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L’agricoltura che rigenera il terreno Angelo Francesco Rosso

L’

agricoltura rigenerativa è una tecnica colturale che permette di beneficiare delle proprietà della terra, senza sfruttarla o impoverirla. Ritornare a un’agricoltura naturale non ha solo benefici economici, ne ha anche dal punto di vista qualitativo. Abbiamo chiesto a Matteo Mancini, coordinatore tecnico della ONG Deafal, qualche informazione in più su questo metodo. Ogni anno in Italia, a causa dell’abbandono della montagna da parte dei contadini e dell’incremento della cementificazione, si riduce la superficie agricola. D’altra parte, i terreni agricoli più facilmente coltivabili diventano più poveri a causa dello sfruttamento intensivo. Cosa si può fare per recuperare lo stato di salute dei nostri terreni agricoli? Il suolo è un ecosistema delicato e molto complesso, una rete di relazioni strettissime tra piante, minerali, animali e microorganismi. L’equilibrio di questo sistema viene fortemente compromesso dalle pratiche dell’agricoltura

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chimica e industrializzata e, per recuperarne l’efficienza e la funzionalità, bisogna agire sui tre componenti fondamentali del suolo: i minerali, la sostanza organica e la microbiologia. Per ciascuno di questi componenti abbiamo a disposizione diverse tecniche, che variano a seconda delle condizioni ecologiche dell’azienda e delle risorse locali disponibili. Quanto tempo occorre per rigenerare un terreno impoverito? Sono necessari parecchi anni, ma intraprendendo un cambiamento verso l’agricoltura organica già dal secondo anno si notano miglioramenti alla struttura e porosità del terreno. Nel processo di rigenerazione del suolo è importante modificare la meccanizzazione in azienda. La soluzione proposta dall’industria è l’impiego di trattori sempre più potenti e mezzi sempre più invasivi. Noi invece usiamo macchine poco impattanti, poiché a differenza di quello che ci insegnano nelle facoltà di agraria le macchine non migliorano mai il suolo, ma lo piegano alle esigenze momentanee della produ-

zione agricola compromettendone però la struttura e funzionalità sul lungo termine. Per aumentare la porosità e diminuire la plasticità del suolo usiamo molto le cover crops, specie annuali di differenti famiglie (leguminose, graminacee, brassicacee) le cui radici lavorano a profondità diverse creando le condizioni per la successiva buona affermazione delle colture produttive e, una volta sfalciate, restituiscono al terreno sostanza organica e minerali contribuendo alla sua rigenerazione. Quanto costa rigenerare il proprio terreno? Dal punto di vista economico possiamo parlare di un risparmio, più che di un costo, perché si parte dall’eliminazione di tutti i prodotti di sintesi, che nella nostra agricoltura rappresentano il 20-40% dei costi totali. Durante l’anno Deafal organizza dei corsi di agricoltura rigenerativa. A chi sono rivolti e cosa imparano i partecipanti? I nostri corsi sono altamente professionalizzanti e sono rivolti a


Vita in Fattoria contadini, tecnici e appassionati di agricoltura. Il modulo formativo di base è di 3 giorni, un intero finesettimana, diviso tra attività teoriche e di campo. Nelle ore teoriche vengono affrontate le questioni generali che governano l’agricoltura moderna, come il possesso e il commercio dei semi, i brevetti e le dinamiche che sostanzialmente impongono l’uso dei prodotti di sintesi agli agricoltori. Nella pratica si realizzano invece diversi preparati per l’arricchimento biologico e minerale del suolo, la nutrizione delle piante e la difesa delle colture. I corsisti tornano a casa con strumenti e conoscenze da applicare da subito nella loro realtà produttiva. Normalmente quali sono i passi che segui nel fare consulenza a un’azienda tradizionale che vuole affacciarsi all’agricoltura rigenerativa? La consulenza inizia sempre con un’analisi economico-finanziaria dell’azienda basata sullo studio dei bilanci degli ultimi anni. Vogliamo capire come l’impresa spende i suoi soldi, e quali sono le voci di spesa più consistenti. In una visita di campo raccogliamo le caratteristiche ecologiche dell’area e dati specifici sull’azienda come la topografia, l’orografia, le tecniche colturali usate e il parco macchine a disposizione. Ovviamente studiamo con attenzione i suoli, e ne preleviamo diversi campioni da sottoporre a esame cromatografico. La cromatografia è un’analisi qualitativa del terreno che mostra, con una sorta di foto, la relazione tra sostanza organica, minerali e attività biologica di un terreno. Il risultato mostra spesso suoli compattati, demineralizzati e privi di vitalità. Tutti questi dati, combinati con un’attenta lettura delle analisi fisicochimiche dei suoli, ci indicano la strada da seguire nel presentare all’a-

Il suolo è un ecosistema delicato e molto complesso, una rete di relazioni strettissime tra piante, minerali, animali e microorganismi. L’equilibrio di questo sistema viene fortemente compromesso dalle pratiche dell’agricoltura chimica e industrializzata

zienda un piano di lavoro che interviene su molteplici aspetti. Nel corso dell’anno viene monitorato continuamente il processo produttivo con visite di campo, e il piano di lavoro viene confermato o riadattato in base alle risposte ottenute. Leggi l’intervista completa su bit.ly/Agricoltura-Rigenera

Angelo Francesco Rosso Francesco, 27 anni, divide il proprio tempo fra Macrolibrarsi, azienda che si occupa, attraverso libri e prodotti, di trasmettere una cultura legata al benessere di corpo, mente e spirito della persona e La Fattoria dell’Autosufficienza, sogno che vive fin da quando aveva 13 anni.

Abbiamo intervistato Deafal è una ONG milanese attiva dal 1997 nei campi della salvaguardia ambientale, della difesa della biodiversità, dell’agricoltura e della sicurezza alimentare. Ha realizzato progetti di sviluppo in diversi Paesi di America Latina e Africa, e in Messico nel 2008 ha conosciuto l’agronomo, ricercatore Jairo Restrepo Rivera, coinvolgendolo nei propri progetti agricoli. Dall’esperienza messicana Deafal ha portato Jairo Restrepo in Italia, che dal 2010 svolge periodicamente corsi di agricoltura organica e rigenerativa nel nostro Paese. Oltre all’attività di formazione e assistenza tecnica Deafal attualmente sta realizzando un progetto di agricoltura organica in Mozambico in collaborazione con l’ONG bolognese GVC. Di seguito il calendario dei prossimi corsi di Deafal tenuti da Jairo Restrepo: 25, 26, 27 maggio Casa di Tano, Badia Calavena (VR) 31 maggio – 1, 2 giugno Ecovillaggio Tertulia, Vicchio (FI)

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Tanto gusto

in un vasetto Le conserve naturali fatte in casa Silvia Strozzi

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reparare conserve e marmellate con le proprie mani, riscoprendo il piacere e le caratteristiche di genuinità dei prodotti delle nostre nonne, è davvero una soddisfazione! Molte persone hanno un ricordo legato alla preparazione fatta con attenzione e amore di vasetti o salse da parte di qualche zia, mamma o nonna. Ancora oggi i prodotti conservati sott’olio, sotto spirito e le confetture rimangono una pietra miliare dell’arte culinaria. La fine dell’estate e l’inizio dell’autunno possono essere definiti i periodi migliori per dedicarsi alla conservazione degli ortaggi e della frutta che, maturando naturalmente al sole, acquisiscono un sapore più intenso; accingendosi a preparare conserve, prodotti sott’olio e sottaceto, bisogna fare attenzione che le verdure che scegliamo siano perfettamente sane e al giusto punto di maturazione.

Diversi metodi di conservazione

Le conserve al naturale, come la salsa di pomodoro, vanno poste in contenitori di vetro, che saranno poi sterilizzati, mentre per la preparazione di verdure sottaceto o sott’olio i prodotti selezionati verranno prima leggermente lessati e poi ricoperti completamente con aceto o olio di buona qualità. Preferendo ricoprire con olio,

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bisogna avere l’accortezza di aspetta- contenuto di acqua per circa l’80re 24 ore prima di chiudere ermetica- 90%, s’inibiscono i microrganismi, mente i vasetti, in modo che le bolle che necessitano dell’acqua stessa per d’aria possano venire in superficie e sopravvivere, bloccando ogni loro si possa rabboccare il vasetto fino a attività per periodi anche lunghi. Prima di chiudere, ecco due ricette coprire totalmente il prodotto. semplici che potete mettere in pratica Un altro metodo di conservazione subito! molto interessante è l’essiccazione, una tecnica di conservazione molto pratica, perché consente di mantenere i cibi anche a lungo senza alterare in maniera eccessiva le proprietà organolettiche e senza alterare il sapore e il valore nutritivo. In questo caso però si verifica una perdita di vitamina C e si può incorrere in altri svantaggi: è ovvio che un prodotto essiccato prima di essere consumato dev’essere reiSINE dratato. Gli alimenti però riassorboETTU RA DI SU F N O C no solo i due terzi circa dell’acqua CIA D’ORO iniziale, tendendo a risultare più duri G OC susine gialle “goccia d’oro” 1 kg di e gommosi rispetto all’origine: è il 1 limone ntrato caso dei funghi secchi, che si predi mela conce 0 g di succo 10 sentano meno teneri rispetto a quelli nnella 1 pizzico di ca freschi. ne, Tra i metodi naturali di conservamente le susi vate accurata La tele a zione, l’essiccazione è sicuramente cciolo e taglia ivatele del no pr ntola il più antico e il più salutare, perché tetele in una pe et M i. tin et zz pe è il più naturale, oltre che il più ela, la buccia n il succo di m co economico ed ecologico: non venone e lasciate attugiata del lim gr fuoco gono aggiunte sostanze chimiche e. Cuocete a osare per 2 or rip do le an e/o ingredienti come sale, aceto, o fino a qu sso mescoland ba a. re olio, zucchero che, seppur naturali, creato una pu sine abbiano su o alterano la composizione degli alicottura in mod Continuate la a nz te is ns menti destinati alla conservazione. co raggiungere la da nfettura co a un e Tali ingredienti, del resto, anche se e vi piac S . ta ra de si de . non nocivi, comportano variazioni frullare il tutto llutata, potete ve li tto ra ba nutritive in termini di contenuto zzate i vasate e sterili In a m tti ’o calorico, di sali minerali e di vitatenere un pentola per ot in mine. Privando gli alimenti del loro ervazione. cons


M ELANZA NE CRUDE SO TT ’OLIO

2 melanzane 1 peperoncino picca nte 1 l di aceto di vino bia nco olio d’oliva extraverg ine o olio di

girasole spremuto a freddo q.b. 3 spicchi di aglio 1 cucchiaio di origano , basilico sale marino integrale

Lavate le melanzane, tag liatele a cubetti di 3-4 cm o a mezze rondelle dello spessore di 1 cm. Mette tele su un piano per 2 ore con del sale grosso perdano la loro acqua. affinché Portate a ebollizione 1 l di aceto con 1 l d’acq spicchi d’aglio e 1 cucc ua, unite 2 hiaio di origano, asciuga te le melanzane e cuoc 3 o 4 minuti dall’ebolliz etele per ione. Mettetele poi su un cano vaccio a raffreddare e asciugate con carta as uno strofinaccio pulito. sorbente o Ponete a strati in vasi co n basilico, origano, pepe piacere e aglio. Coprite roncino a d’olio e lasciate riposare . Eventualmente rabbo perché le melanzane sia cc ate l’olio no ben coperte prima di chiudere.

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Ancora oggi i prodotti conservati sott’olio, sotto spirito e le confetture rimangono una pietra miliare dell’arte culinaria

informazioni sulla modalità di conservazione. del La conservabilità l da de prodotto, infatti, dipen e dotti confezionati ttivo, dalla tecnologia du Quando acquistiamo pro pro so ces pro e on ssi ditivi, pre ad l’im li ag mo re bia Olt ab ati. dall’industria dagli ingredienti utilizz e le loro dalla materia to no da ace o en e dip sal hi di risc za i che anche la presen ttamenti di erenza, perché prima utilizzata o dai tra l da dosi possono fare la diff e, ion vaz ser con lla da degradazione e, la on o azi itan rm lim sfo tra ddo ecc., impediscono o fre l de a en cat lla de to prolungandone la mantenimen batterica dell’alimento, mento non incida. rta po com o str no il e che durata. nno affatto così. otossine possono In realtà le cose non sta tante del nostro Le muffe causate da mic a sono visibili cos e ile vig tun izio for erc r pe l’es lo se: So essere rischio nto dell’acquisto sono, ci impongono giudizio critico, al mome e ion a occhio nudo e, se ci vaz ser con sua la te ran du ormai deteriorato. , tto nto do ime pro l l’al de di buttare via garantirci ò pu o, sum con l de no aiutare: il e al momento I nostri sensi ci posso e domestica”. tar en alim tenza ci possono sis zza con ure la , “sic la colore, l’odore taceti sot te, ella rm ma ro, zione sulla do ica Salse di pomo sicuramente dare un’ind e un termine ion fez , odori acri, con ine la llic sul Bo o . an tto ort rip bontà del prodo non è re tto du pro il ma a, de rat bio l colore di un minimo di du un gusto acido, il cam a data di scadenza un re ica ind immediatamente a a no ato an urr blig ob alimento ci ind o le ess Sp i. ert ap ti sta o arlo. dopo che son scartarlo e a non utilizz etichetta altre in o on ng giu ag de en azi

I RISCHI DELLE TE CONSERVE CONFEZIONA

Silvia Strozzi Naturopata ed esperta di cucina naturale, giornalista pubblicista, Silvia Strozzi cura per Macro Edizioni la collana di cucina “Cucinare NaturalMente… per la salute”. Ha scritto sempre per Macro Edizioni i libri di cucina per bimbi 100 baby pappe e 100 baby ricette. Tiene con continuità conferenze e corsi di cucina naturale per la famiglia.

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Impastare,

che passione! Il pane, miracolo di vita e di gusto, è l’alimento principe della tavola Alessandra Spina

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er me cucinare è un po’ anche meditare, ed è proprio maneggiando il “bestione” integrale di un chilo, diventato poi una splendida focaccia, che tempo fa mi sono interrogata sul significato della parola miracolo e ho pensato che in cucina, di miracoli, ne avvengono parecchi, primo tra i quali l’unione di tre elementi poveri che danno vita a un cibo semplice, saporito e insostituibile come il pane. Questo trio dà origine alla vita: esplode, è creativo, è vivo! Un altro pensiero, in tempo di crisi, e quello rivolto al lato economico: mi chiedo, come si può ancora pensare che per mangiare bene e sano si debba spendere una follia? Ci vuole così poco per un pane sano, gustoso e digeribile, senza andare a comperarlo a più di tre euro al chilo, l’importante è scegliere ingredienti giusti e recuperare ricette e tempi di una volta. Ecco le mie ricette con diversi tipi di lievitazione, per accontentare tutti i palati e tutte le pance!

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SENZA LIEVITO SPI ANAT INE DI KA MU T ann nze, vuoi per oso problema – vuoi per le intollera

Dato che il lievito è sempre un rale che non dia non è facile trovare un lievito natu la dieta, vuoi per l’origine e perché molto lungo se si pre i, il processo di lievitazione è sem disturbi o, ammesso che lo si trov to. Facile, pratico lievi za sen e pan il a entrare in scen seguono i tempi della natura – ecco tavola la cena, in o tiam lo sera per sera mentre met e veloce si può pensare di preparar . fatto è o farina di kamut e il gioc basta tenere in casa della buona

iata 200 g di farina di kamut setacc birra (freddissima) ure opp ata gas ua acq di 115 ml ine erg 6 g di olio di oliva extrav ì la salute ne guadagna) 6 g di sale (marino integrale, cos ume) 3 g di farina di fave (o altro leg

edentemente ate al centro l’olio e l’acqua prec Disponete le farine a fontana, vers liscio e omogeneo. rà a quando l’impasto si presente salata, lavorate gli ingredienti fino minuti. Passati 30 per sare ripo lo 2 cm e lasciate affilato o la Formate un filone alto e largo circa ben llo hetti di 2-3 cm, serve un colte ando dei i 30 minuti dividete il filone in tocc form llo tare mat il con teli impasti. Allunga stita con spatola apposita per dividere gli rive ia tegl e adagiatele a riposare in una quello) he dischi sottili, le nostre spianatine, anc te nde acce grill il te simo (se ave raggiunga o carta forno. Scaldate il forno al mas forn il che di carta da forno e aspettate mettendole ne infornate una teglia vuota rivestita nati spia le una a una e i 220 °C infornat tocchino non la temperatura adatta. Raggiunti ppo svilu lo endo attenzione che durante a fino i nella parte più alta del forno (fac fiars gon a no eran inizi ne ndi, le spianati sa stes la da le resistenze). Trascorsi pochi seco acca che te quel punto giratele e aspetta avendo e rent diventare leggermente dorate, a ade anti ella pad una in e iva potete cuocerl cosa sul lato opposto. In alternat per non bruciare l’impasto. o fuoc il po trop re alza non di cura


LA PANE IN PENTO RTARO TA CON CREMOR IBILE RICETTA INFALL ECCO QUI UNA ON RAPIDA) N E FACILE (MA

emor tartaro 00 - 25 g di cr 1kg di farina 2 cucchiaini di sale fino 650 ml acqua

colate 2 di metallo mes a 00, in una In una ciotola rin fa di kg 1 a le cucchiaini di sa sciogliete il lievito (cremor a ol cc mperatura ciotola più pi dell’acqua a te iele per rte pa a un in ) io di m tartaro a. riposare ungete un gocc un quarto d’or ambiente, aggi to e lasciatelo riposare per acqua, impastate e lasciate per 2 vi re te lie ta il an vi st re lie re ni te la ve ia far rin rina e . Lasc unite lievito, fa un plaid di lana tetelo in ciotola e coprire A tempo debito rto con un telo da cucina e et pe ravvivatelo, rim e poi l’impasto in una il composto co pasto sul piano di lavoro e rit e circa. Trasfe iva) e lasciate lievitare l’im or e 2 ol ore. Stendet re per altre ta di vi e lie in rg lo te ve ia tra prite la Lasc con olio ex to e terminata co un nuovamente. e on zi et ta av vi lie he (c A io o. in 1 ora, nn r m pa lu pe con un 180 °C pentola di al mpre coprendo fornate in forno già caldo a superficie se , la ra re ci ra a do or a in da un’altr io in modo argentata e in m rta nfia con llu ca l’a go lla a lla de nz be n pagnotta pentola co 15 minuti se a tri un al e, r dal in pe ag ra m ttu pe co tutto di nde lo dell’im completate la otterrete è quel e. NB: per i tempi di cottura dini, potrebbe e ch to ta ul ris ta croccant del pane. Il a delle abitu ffice e una cros ttura a second . tanta mollica so di controllate il colore e la co un bel colorito alla crosta in dare vostro forno, qu inuto in più o in meno per em servire qualch

Che cos’è il cremor tartaro Un lievito naturale per preparazioni più leggere Il cremor tartaro lo trovate nei supermercati più attenti e nei negozi di prodotti biologici e naturali. Il cremor tartaro (nome specifico Bitartrato di Potassio oppure Cremore di Tartaro) non è altro che un lievito naturale, in sostanza si tratta di un sale acido che possiede proprietà lievitanti naturali. La sua particolarità è che può essere utilizzato da solo oppure attivato grazie al bicarbonato di sodio ed è un’alternativa valida (e molto più leggera) per la preparazione di lievitati destinati agli intolleranti al lievito chimico. Inoltre è adatto a vegetariani/vegani perché è del tutto naturale, contrariamente al lievito chimico che spesso contiene uno stabilizzante, l’E470a, che può provenire da bovini o da suini. In vendita lo trovate puro o già miscelato con il bicarbonato, pertanto fate attenzione alle etichette. Per calcolare le dosi basta sostituire il quantitativo di lievito previsto nella ricetta con metà cremor tartaro e metà bicarbonato di sodio, il prodotto finale resta più leggero, lo sentirete al primo morso, in più non gonfia e non appesantisce lo stomaco.

Alessandra Spina Food blogger e cuoca nomade, da anni ha scoperto i benefici (personali e collettivi) della dieta prima vegetariana poi vegana. Crede nella filosofia del buon mangiare, delle materie prime di qualità, della stagionalità e della territorialità degli ingredienti. Ama avere sempre le mani in pasta, in cucina come nella vita. Per contatti: il-clan-destino.blogspot.com Pagina facebook/ilclandestinobio

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Dolci freschi

con l’agar agar Come usare la gelatina dei vegani per dolci estivi, leggeri e gustosi Dealma Franceschetti

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erché rinunciare a deliziosi budini, creme, gelatine o sorbetti? Anche i vegani, che non utilizzano derivati animali, possono preparare a casa dei dolci deliziosi utilizzando l’agar agar al posto della colla di pesce. L’agar agar è un agente gelificante, costituito dalla parte gelatinosa di alcune varietà di alghe, quindi è 100% vegetale. Lo troviamo sotto forma di polvere, di fiocchi o di barre, nei negozi specializzati in alimentazione naturale. La polvere è sicuramente molto comoda, in quanto si può misurare con precisione. L’agar agar possiede anche numerose proprietà benefiche. È antinfiammatorio, calmante, rinfrescante e protettivo della mucosa gastrica e intestinale. Ha un valore calorico quasi nullo e come tutte le alghe è particolarmente ricco di sali minerali. E per non farci mancare proprio nulla ha anche un leggero effetto dimagrante! È perfetto per preparare gelatine di frutta, creme, mousse, aspic, budini e marmellate. Il suo leggero effetto rinfrescante lo rende perfetto per la stagione estiva.

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E RSON E C IR

er preparare to spesso p ferite, sa u e ) o d d e pre lo fre KA NT E kanten (cie ndole le form r è chiamato consumata solida, da a g a r a . g ra l’a e ge In Giappon i frutta che può essere e di frutta fresca e leg ad ouss m a n u una gelatin re e ta, per otten oppure frulla mpido

(PE R 4 P N D I C ILIEG IE

la li liate a metà ucco di me 500 ml di s gie snocciolate e tag lvere ie po 300 g di cil raso di agar agar in io ia 1 cucch riso di malto di 4 cucchiai ale marino integrale il is , aggiungere ti, 1 pizzico d u cco di mela

l su 2 min gar agar ne o. Cuocere Sciogliere l’a a bollore mescoland liegie. Mescolare ci re sale e porta ggiungere il malto e le ffreddare. Una stampini e a ra r e ia re sc e n la g e e volgere gli i o sp p in a p C m . a ra st o re in er 1 bene, versa ettere in frigorifero p m o d d e fr . ia g lta lie vo n qualche ci guarnire co

PE RSON E) V EGA N (PER 2-3 E K CA SE EE CH ica, alla classica TOFU CA K E: LA gera e meno calor

n, ma anche più ’alternativa vega un è lce do to es Qu cheesecake.

leg

secchi vegan 50 g di biscotti turale 100 g di tofu na soia di rt gu yo di 200 g to di riso al m di ai hi cc 3 cu iroppo d’acero sc di 1 cucchiaio pido cco di mela lim 3 cucchiai di su lvere po agar agar in c. ½ cucchiaino di le o di ribes, ec go fra mponi o di la di ta la el m ar m e marino integral dare. 1 pizzico di sale e lasciarlo raffred

in inuti, scolarlo asferire i biscotti a il tofu per 10 m bagnarli con il succo di mela. Tr sore. es sp di cm Lessare in acqu 2 e 1tti ne e formando riciolare i bisco Nel frattempo sb nei coppapasta, schiacciando be re a parte l’agar agar con 1-2 lie re iog pu Sc op o. ila frigorifer cero, l’agar una pirof 10 minuti e poi in lo yogurt, il malto, lo sciroppo d’a er ez fre in escolando. re te et M rtare a bollore m are il tofu con po ull e Fr . no ua oli cq nt pe d’a llato in un ato di biscotti cucchiaini le. Trasferire il fru are la crema ottenuta sopra lo str rifero per 1 sa il e to iol sc ar rs ag frigo ti mescolando. Ve dare e mettere in Cuocere 1-2 minu spazio dal bordo. Lasciar raffred con frutta fresca. re ce pia a e di ’ nir lasciando un po armellata e guar superficie con m ire. ora, poi coprire la ora prima di serv 1 r ero ancora pe rif go fri in re te et M


*

L’agar agar possiede anche numerose proprietà benefiche. È antinfiammatorio, calmante, rinfrescante e protettivo della mucosa gastrica e intestinale

A TIRAM ISÙ CON… LIC ENZA POETIC ) (PE R 4 PERSON E CIRCA

o e zucchero. E tiramisù, ma senza uova, latte, burr Un dolce che s’ispira al classico con l’aggiunta della panna!

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di fette biscottate 150 g circa di biscotti vegan o o latte vegetale) 500 ml di latte di mandorle (o altr di carrube) na fari e 20 g di cacao amaro (oppur 20 g di amido di mais chiaini rasi) 4 g di agar agar in polvere (2 cuc 150 g di malto di riso 1 pizzico di sale marino integrale 1 tazza di caffè di cereali Per la panna di accompagnamento 200 ml di latte di mandorle 2 cucchiai di farina di riso (oppure di amido di mais) 2 cucchiai di sciroppo d’acero 1 pizzico di sale marino integrale

Preparare la crema un po’ Stemperare l’amido di mais con e l’agar agar. Aggiungere il sale il o, caca il ere il malto di di latte e aggiung colando. A fine cottura aggiungere mes re eddare raffr resto del latte e portare a bollo ciar Las ato. lgam ama te perfettamen caffè nel riso e mescolare bene finché sarà te) otta bisc Inzuppare i biscotti (o le fette a, di e una volta freddo frullare bene. crem di to stra uno ere iung Agg pirofila. di cereali e disporli sul fondo di una paio d’ore e la crema. Mettere in frigorifero un e infin e ti ppa inzu otti bisc i vo nuo na. pan la gnate con tagliare a fette da servire accompa na pan la re para Pre e, aggiungere il a di riso con poco latte di mandorl Sciogliere in un pentolino la farin minuto sempre 1 cere a bollore mescolando. Cuo resto e il pizzico di sale e portare ere lo sciroppo iung agg alti, i bord dai contenitore mescolando bene. Trasferire in un panna non sta Que uti. alta velocità per 1-2 min d’acero e sbattere con la frusta ad a e molto sod nza asta abb ue unq com ale, ma è monta come quella di origine anim piacevole.

Scritto da Dealma Franceschetti Cuoca e terapista macrobiotica. Da diversi anni tiene corsi di cucina macrobiotica vegan, seminari di auto-cura e consulenze personalizzate per il recupero del benessere attraverso un’alimentazione consapevole. Fornisce consulenze via skype in tutta Italia attraverso il proprio sito. Attraverso il suo blog diffonde l’alimentazione macrobiotica vegana con ricette sane e gustose. È autrice dell’ebook L’alimentazione macrobiotica edito da Bruno Editore. Per contatti: laviamacrobiotica.it - blog.laviamacrobiotica.it

Athena Swentzell Steen, Bill Steen, David Bainbridge, David Eisenberg

Le Casa in Paglia

Come costruire edifici, uffici, capanne o cottage sostenibili, economici, efficienti e sicuri utilizzando le balle di paglia

Chiunque conosca la storia dei “Tre porcellini” non sceglierebbe mai di abitare in una casa di paglia, ma si sa, le favole sono per i bambini. La realtà spesso è molto diversa. Infatti, sia che si decida di costruire una casa, sia che si opti per qualcosa di più piccolo, gli edifici in balle di paglia intonacate rappresentano un’eccezionale alternativa all’edilizia tradizionale, a prezzi modici e a ridotto impatto ambientale. Libro - Pag. 312 – Prezzo € 17,50

ViviConsapevole.it 13


Vivere fino a 100 anni

con le bacche del Goji

I

l Goji (Lycium barbarum L.) è un arbusto perenne appartenente alla famiglia delle Solanacee, i cui frutti sono delle bacche dal colore rosso intenso. Cresce spontaneamente nelle zone dell’Himalaya, nella regione del Tibet e in alcune province della Cina ed è inserito da millenni nell’alimentazione di questi popoli. Per le sue proprietà energizzanti e la ricchezza di antiossidanti, vitamine, sali minerali, carotenoidi e flavonoidi, la bacca del Goji è chiamata il frutto della longevità. Il Lycium barbarum è da sempre utilizzato in medicina cinese come prezioso tonico nutriente, agente antipiretico, anti-infiammatorio e anti-invecchiamento. La sua particolarità è la presenza di polisaccaridi particolari non presenti in nessun altro vegetale, che permettono a queste bacche di rafforzare il sistema immunitario e le nostre difese. Ha anche proprietà antitumorali, anti-osteoporosi e anti-diabetiche (hanno un basso indice glicemico).

14 ViviConsapevole - Estate 2013

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La Redazione

Il “Lycium barbarum” è da sempre utilizzato in medicina cinese come prezioso tonico nutriente, Cosa acquistare agente antipiretico, Bacche di Goji – 500 g anti-infiammatorio e Prima Qualità – Conservate in anti-invecchiamento comode buste salva freschezza –

Un consumo abituale di Goji permette una diminuzione dell’assorbimento degli zuccheri associato a un incremento del metabolismo, quindi queste bacche sono indicate anche nelle diete per perdere peso. Inoltre, favoriscono la crescita di batteri benefici per l’apparato gastrointestinale. Oltre alle bacche, la corteccia e la radice della pianta hanno effetti benefici per il trattamento dell’ipertensione.

formato convenienza Salugea

Succo di Goji – 500 ml Ricavato dalla spremitura di bacche fresche di Goji, non contiene conservanti, coloranti o liquidi di diluizione. Puro al 100% Salugea Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 974 001


Prova le bacche di Goji in cucina con le ricette di Alessandro Conte INSALATA DI PATATE, CARCIOFI, CON MANDORLE TOSTATE E BACCHE DI GOJI

Ingredienti per 4-6 persone:

1 limone biologico 4 carciofi

750 g di patate re, 100 g di mandorle spellate inte tostate 2 cucchiai di foglie di timo 2 cucchiai di bacche di Goji Per il condimento al limone 2 cucchiai di miele d’acacia succo di un limone 125 ml di olio extravergine d’oliva sale pepe

BIRCHER – CREMA DI MUESLI Ingredienti per 4-6 persone:

200 g di fiocchi d’avena 400 ml di latte di riso o d’avena 1 mela 1 cucchiaio di miele d’acacia 150 ml di yogurt bianco magro Bacche di Goji Noci

ena; Mettete in una ciotola i fiocchi d’av Coprite versateci il latte di riso o d’avena. Il giorno e mettete in frigo per l’intera notte. una dopo grattugiateci grossolanamente e acia d’ac e miel di hiaio cucc mela. Unite il denso lo yogurt bianco magro. Se è troppo con un aggiungete un po’ di latte. Servite i di bosco goccio di miele e guarnite con frutt ti. tosta noci di rigli ghe e e bacche Goji

Preparate il condimento al limone gli emulsionando con una forchetta ingredienti. Con un coltello affilato, esterne, mondate i carciofi delle foglie più circa 2 tagliate via le punte rimaste fino a metà per a iofi carc i liate Tag e. cm dalla bas se c’è e na inter il lungo, eliminate la barba cciata, ghia ante frizz ua acq in immergeteli acqua o 1/2 limone. Cuocete i carciofi in o salata per 15-20 minuti o finché son patate teneri. Scolateli bene. Cuocete le tenere al vapore o lessatele finché sono ate ma non sfaldate. Una volta raffredd e dorl man le ate Tost o. lung tagliatele per ollo in precedentemente messe in amm cciatele. acqua tiepida per circa 1 ora e sbu latiera, Mettete le patate in una grande insa e ento dim con del à versateci met i carciofi, mescolate accuratamente. Unite resto il e Goji di che bac le e, le mandorl e servite del condimento. Mescolate bene limone. grattugiando sopra la buccia del

FRULLATO DI YOGURT CON FRUTTI DI BOSCO E SUCCO DI GOJI Ingredienti per 4-6 persone:

200 g di lamponi 200 g di more 6 cucchiai di yogurt naturale magro 300 ml di latte di riso 100 ml di succo di Goji Sciroppo d’acero

Mettete tutti gli ingredienti in un nere frullatore e azionatelo sino a otte eo. gen omo e o lisci to un compos Dolcificate con lo sciroppo d’acero te, a piacere. Suggerimento, in esta lche raffreddate i bicchieri in freezer qua minuto.

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Il magico solstizio Le stagioni nell’o rto

I periodi migliori

d’estate Come preparare l’acqua di San Giovanni e cosa coltivare in giugno, luglio e agosto

di piantagione in questi mesi, secondo la biodinamica, saranno: G iugno: dall’8 sera alla

mattina del 22 L uglio: dal 6 mattina al 20 sera A gosto: dal pomeriggio del 2 alla sera del 15 e dal pomeriggio del 30 alla sera del 31

Grazia Cacciola Erbaviola.com

S

iamo arrivati, dopo una primavera davvero piovosa, al magico solstizio d’estate. Come insegnano i testi antichi, tanta acqua in primavera è l’annuncio di un’estate di abbondanti raccolti, di ortaggi squisiti e di un’ancora più magico solstizio. È nel solstizio d’estate, infatti, che la natura risente in modo più evidente degli influssi cosmici: nei prati ci sono i foraggi e le erbe più profumate, negli orti le verdure migliori. Nella notte tra il 23 e il 24 giugno preparerò l’acqua di San Giovanni (o acqua lunare del Cancro) con le erbe del mio orto e qualche selvatica: si raccolgono il 23 mattina molto presto, quando le essenze sono all’apice della concentrazione, e si lasciano macerare nell’acqua, all’aperto, sotto la luce della luna piena, per tutta la notte. Ognuno ha la sua ricetta locale, io utilizzerò dalle mie coltivazioni: l’iperico, la lavanda, la ginestra, la calendula e le rose, mentre raccoglierò nei prati borragine, malva e camomilla. La mattina si filtra l’acqua e si può utilizzare.

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Si dice che le abluzioni con quest’acqua rendano le donne irresistibili… in ogni caso le rendono di sicuro molto profumate e ci avvicinano alla conoscenza dei periodi migliori di raccolta! La mattina del 24 giugno raccoglierò le aromatiche da far essiccare per l’inverno: saranno le più profumate della stagione. Con luglio le piante cominceranno a risentire dell’arresto imminente di agosto, quindi mi affretterò a preparare un macerato di rinforzo, utilizzando 1 kg di ortica, 1 kg di foglie di tanaceto, 1 kg di aglio e 1 kg di cipolle. Lasciati macerare tutto luglio

in 10 l di acqua, filtrata e diluita fino a 30 volte, otterrò un ottimo ricostituente da usare per tutto agosto e settembre, con cui irrorare ogni 5 giorni il piede delle piante e prolungare fruttificazioni e sapori intensi.

Grazia Cacciola Grazia Cacciola (www.erbaviola.com), è specializzata in tecniche agronomiche ecosostenibili. È autrice di saggi professionali e manuali divulgativi sull’alimentazione consapevole e gli stili di vita etici, tra cui L’orto sul balcone. Coltivare naturale in spazi ristretti, FAG, e Scappo dalla città. Manuale pratico di downshifting, decrescita e autoproduzione, FAG. Ha strutturato e supervisionato progetti dell’Unione Europea per l’incentivazione delle coltivazioni con metodo biologico e biodinamico. È stata l’esperta di coltivazione naturale nella trasmissione Geo&Geo, Rai3. Collabora con il Movimento Decrescita Felice e diversi gruppi di transizione.


Cucinare con i bambini

GIUGNO Semina in semenzaio

Broccoli, broccoletti, catalogna, cavolfiore, cavolino di Bruxelles, cavolo cappuccio tardivo, cavolo verza, cicorie.

Semina in vaso/piena terra

Barbabietola rossa, basilico, bietola da coste, carota, cavolo cinese, cetriolo, fagiolini, fagioli bianchi e rossi, indivia, lattughe, porri, prezzemolo, sedano, zucca, zucchina.

Trapianti

Cavolfiore, cavolini di Bruxelles, cavolo verza, cicorie, lattughe, melanzane, porri, scarola, sedano.

Raccolta

Si raccoglie tutto quello che è pronto, siamo nel mese più produttivo dell’anno. Soprattutto pomodori, zucchine, cetrioli e insalate vanno raccolti quotidianamente. Per i frutti da mandare a maturazione per ottenere i semi per l’anno seguente, è opportuno non superare un frutto per pianta da mandare a completa maturazione.

LUGLIO

AGOSTO

Semina in semenzaio Broccoli, broccoletti, catalogna, cavolfiore, cipolle estive.

Semina in semenzaio Cavolo cappuccio primaverile, cipolle estive, finocchi.

Semina in vaso/piena terra Barbabietole, bietole, carote, cavolo cinese, cicoria o radicchio, indivia, fagiolino, fagiolo bianco, finocchi, lattughe, porri, prezzemolo, rape, zucchine.

Semina in vaso/piena terra Bietole, cicorie, radicchi, indivia, lattughe, ravanelli, scarola, spinaci.

Trapianti Broccoli, broccoletti, catalogna, cavolfiore, cavolini di Bruxelles, cavolo rosso, cavolo verza, cicorie bionde, cicorie rosse, radicchi, sedano. Raccolta Angurie, meloni, fagioli rampicanti, melanzane, aglio invernale, tutte le verdure da foglia, pomodori, peperoni.

Trapianti Broccoli, broccoletti, catalogna, cavolfiore, cavolfiore tardivo, cavolini di Bruxelles, cavolo cappuccio, cavolo rosso, cavolo verza. Raccolta Angurie, meloni, fagioli rampicanti, melanzane, aglio invernale, tutte le verdure da foglia, zucchine, pomodori, peperoni, patate, batate, topinambur, primi cavolfiori precoci.

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Prepariamoci...

a vivere meglio con meno Luca Mercalli ci spiega come ridurre la nostra impronta ecologica sul Pianeta. Risparmiando... Marianna Gualazzi

L

uca Mercalli ci spiega quale futuro ci attende a livello di cambiamenti globali del clima e della gestione delle risorse e come possiamo ridurre, attraverso semplici e importanti gesti, la nostra impronta ecologica sulla terra. Con la certezza che l’impegno di ognuno è importante e significativo, dal momento che i problemi del pianeta altro non sono che la somma dei comportamenti di sette miliardi di persone, chi più chi meno. Il titolo del suo ultimo libro “Prepariamoci” è un invito a impegnarci tutti, in prima persona, per far fronte al mondo che verrà, un mondo che si prospetta ben diverso da quello in cui siamo abituati a vivere. Quali sono secondo lei le sfide più difficili e i cambiamenti più drastici a cui dobbiamo essere preparati?

18 ViviConsapevole - Estate 2013

La preoccupazione maggiore deriva dalla combinazione di tanti cambiamenti, che presi uno per uno sarebbero più facili da affrontare ma che tendono ormai a combinarsi in un unico stato di crisi: i cambiamenti climatici si sommano all’esaurimento delle fonti di energia a basso costo, alla crisi della produzione di cibo, all’aumento della popolazione terrestre, ai problemi ambientali legati per esempio all’inquinamento chimico dell’acqua, dell’aria e dei suoli, alla cementificazione e conseguente riduzione di terreno fertile per l’agricoltura, al costo maggiore delle materie prime e dei minerali. Mettendo insieme tutti questi fattori, abbiamo a livello globale, ma ancor più a livello nazionale, una elevata fragilità. Se però cominciamo a ragionare su questi fatti con un certo anticipo ecco che è possibile attrezzarsi per non avere poi delle sorprese sgradite.

Perché abituandoci a vivere con meno possiamo essere più felici? Se guardiamo alla nostra società occidentale ci accorgiamo prima di tutto che è affetta da un’enorme quantità di sprechi, almeno il 30% di tutto ciò che facciamo e utilizziamo è spreco. Ci siamo abituati ad avere una bassa efficienza: quando le cose costavano di meno era più facile sprecare che occuparsi di usare al meglio le risorse. Oggi, in un momento di contrazione economica, tagliare lo spreco non significa ridurre la propria qualità di vita, significa soltanto avere un po’ di attenzioni e non rinunciare a nulla. Anzi, si comincia a guadagnare perché lo spreco si traduce in spreco di denaro. Ne guadagniamo noi e ne guadagna l’ambiente in termini di meno rifiuti, meno emissioni di gas a effetto serra. Dopo l’abbattimento dello spreco viene una visione del mondo un po’


Intervista a Luca Mercalli

La maggior parte delle case, in Italia, è un colabrodo energetico

diversa: si vede chiaro che nei Paesi occidentali oltre un certo limite di crescita economica e di consumi, la felicità non cresce di conseguenza – filosofi e sociologi stanno studiando questo fenomeno da tempo. C’è in tutti noi una sorta di effetto saturazione e al di là della soddisfazione dei nostri bisogni fondamentali – che sono sacrosanti e inviolabili – quando si entra nel campo dei desideri si scopre che gran parte di essi sono indotti dalla pubblicità. I messaggi pubblicitari sono ingannevoli e ci dicono che saremo persone adeguate e che valgono nella società solo se acquisteremo il determinato profumo, vestito, automobile. Dobbiamo imparare a fermarci un attimo e a pensare che di tante cose non abbiamo davvero alcun bisogno.

Secondo lei è veramente possibile che ognuno, nel proprio piccolo, attraverso costanti azioni quotidiane di risparmio delle risorse possa contribuire singificativamente alla salvaguardia del Pianeta? Di fronte ai piccoli sacrifici che nuovi stili di vita comportano molti si demotivano pensando di essere una piccolissima goccia nell’oceano... I problemi del Pianeta altro non sono che la somma dei comportamenti di sette miliardi di persone, chi più chi meno. E anche le grandi lobby economiche che controllano in parte le nostre scelte, alla fine terminano nel mercato dei consumatori. Quindi, in fondo, il piccolo può anche controllare il grande attraverso i propri consumi, attraverso la gestione oculata del proprio portafoglio e quindi delle scelte di

ogni giorno: se compro un certo oggetto faccio una scelta ben precisa, do un voto. Anche il cambiamento delle abitudini può influire sulle grandi scelte economiche, certo non su tutte, penso ad esempio alla difficoltà d’influire sulle spese militari. Quali sono le principali azioni che una famiglia che vive in città può adottare per ridurre il proprio impatto ambientale? Prima di tutto penso si debba fare un bilancio non solo economico ma anche e soprattutto energetico della propria vita. Una delle voci di spesa più importanti di una famiglia è proprio quella dell’energia: riscaldamento, gas, elettricità, combustibile per la macchina. Avendo chiaro qual è il proprio bilancio energetico possiamo agire sull’efficien-

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Intervista a Luca Mercalli

za e diminuire i nostri consumi. Ad esempio, la maggior parte delle case, in Italia, è un colabrodo energetico: attraverso opere di ristrutturazione, sulle quali ci sono anche sgravi fiscali e incentivi, possiamo cominciare a tagliare del 50-70% i consumi della nostra abitazione, a parità di confort. Anche per l’automobile vale lo stesso discorso: è molto diverso muoversi in suv piuttosto che con una piccola utilitaria. Conosco molte persone che hanno fatto bene i loro conti e hanno deciso di vendere la macchina, riuscendo a spostarsi agevolmente con i mezzi pubblici e noleggiandola o utilizzandola in car sharing quelle poche volte all’anno in cui non è proprio possibile farne a meno.

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La voce “energie” è sicuramente la più importante in un discorso di descrescita felice; poi viene quella delle mode: abiti, cosmetici, profumi e tanti altri beni di consumo costano davvero cari solo perché “firmati”. Eliminando molti di questi orpelli la vita diventa più semplice, non si deve rispondere a nessuno del proprio comportamento e si risparmiano un bel po’ di soldi. Ci racconta brevemente come vive con la sua famiglia? Quali scelte ha intrapreso verso la resilienza? Oltre a quella del risparmio energetico della casa (isolamento termico e installazione di pannelli fotovoltaici

per la produzione dell’energia elettrica) sono riuscito a fare scelte ancora più ampie trasformando un improduttivo giardino che assorbiva risorse in un fecondissimo orto che mi dà delle ottime verdure e mi evita di andare a fare attività fisica a pagamento in palestra: la mia palestra è diventata l’orto e in più produce i pomodori. Inoltre ho modificato radicalmente le mie scelte di acquisto – cosa che tutti possono fare. La classica spesa settimanale al supermercato si è trasformata per me in una spesa ormai


Intervista a Luca Mercalli più che bimestrale andando ad acquistare solo quello di cui ho veramente bisogno e facendo una scelta molto ragionata sui prodotti che metto nel carrello. Ho ridotto sempre più il prodotto alimentare confezionato, precotto, a favore di cibi freschi o che possono essere cucinati in mille modi e hanno un basso costo iniziale, come i fantastici legumi. In un mondo in cui tutto si compra, si rompe e si butta e in cui nelle nostre case siamo sempre al caldo e l’acqua esce abbondante dai nostri rubinetti, come possiamo insegnare ai nostri figli il valore del risparmio delle risorse? Penso ad esempio alla scuola materna di mia figlia in cui usano i bicchieri di plastica usa e getta ad ogni merenda o pasto: fanno tre pasti al giorno e sono sessanta bambini, il conto è presto fatto... Prima di tutto è un fatto culturale: dobbiamo far capire anche ai bambini da un lato la preziosità delle risorse, quindi riflettere sul fatto che quel bicchiere di plastica è del petrolio che magari ha creato una guerra in un Paese lontano e che è arrivato con

Luca Mercalli Prepariamoci a vivere in un mondo con meno risorse, meno energia, meno abbondanza... e forse più felicità Chiarelettere, 2011 Luca Mercalli Che Tempo che Farà. Breve storia del clima con uno sguardo al futuro Rizzoli, 2009 Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 974 001

La mia palestra è diventata l’orto e in più produce i pomodori

un lungo viaggio da noi: lo usiamo cinque minuti e poi si trasforma in un rifiuto. Dobbiamo far capire loro che il rifiuto fa male alla salute, che poi lo ritroviamo nell’acqua che beviamo, nell’aria, nei cibi. Dopo questo passo viene il momento del comitato dei cittadini, dei genitori che chiedono alla scuola, al comune di cambiare metodo: so che questa battaglia è già stata fatta in diversi comuni italiani e ho nella mente il chiaro esempio degli studenti dell’Università di Padova, che hanno dato vita a un comitato per l’abolizione dei bicchieri in plastica alla mensa universitaria, presentando uno studio realizzato da loro, relativo all’impatto ambientale di questa prassi. A questo punto la grande politica dovrebbe intervenire: riconosciuta l’evidenza dell’impatto ambientale nocivo delle stoviglie usa e getta, una legge nazionale dovrebbe proibirne l’uso in tutte le scuole di ogni ordine e grado.

Pensa che in Italia ci sia una maggiore difficoltà a far passare un certo tipo di concetti di rispamio, tutela, bene comune e senso civico rispetto ad altri Paesi? Questo è sicuramente vero anche per un fatto di pessima educazione ambientale: queste tematiche non si studiano a scuola, si studiano male o non sono collegate in una visione complessiva. Non ci sono spesso le basi per spiegare a gran parte dei nostri concittadini cosa s’intende per rispamio delle risorse, tutela del territorio e del paesaggio ecc. Mentre queste tematiche sono molto meglio comprese e convertite in pratica dalla politica nei Paesi del Nord Europa, che sono certamente da prendere come modello: non bisogna neanche sforzarsi molto, basterebbe imparare a copiare da chi le cose le ha già fatte bene.

Abbiamo intervistato Luca Mercalli Nato a Torino nel 1966, ha iniziato giovanissimo a interessarsi di atmosfera. Ha studiato scienze agrarie all’Università di Torino, con indirizzo uso e difesa dei suoli e agrometeorologia, ma ha approfondito la preparazione in climatologia e glaciologia in Francia, tra Grenoble e Chambéry, dove si è laureato in geografia e scienze della montagna. È autore di centinaia di articoli scientifici, di saggi di divulgazione sui temi ambientali e di ricerca sul clima e non solo. Ha tenuto un migliaio di conferenze, in Italia e all’estero. Svolge incarichi di docenza per università, corsi di specializzazione e formazione professionale in scuole di ogni ordine e grado. Divulga le tematiche che gli sono care anche in numerosi programmi televisivi tra cui Che Tempo Che Fa condotto da Fabio Fazio. Abita in Val di Susa, si scalda con legna e pannelli solari, fa una differenziazione minuziosa dei rifiuti, coltiva l’orto e ama le biblioteche.

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La vacanza amica

dell’ambiente

Fare turismo in modo responsabile e consapevole permette di non gravare sull’ambiente. Ecco alcuni consigli per rilassarsi e divertirsi senza inquinare

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acanza a impatto zero, ecofriendly, verde, sostenibile e responsabile: sono solo alcuni dei termini che indicano uno stile di vita più equilibrato anche in vacanza che permette di ridurre le emissioni di C02 a zero e di non avere quindi impatti devastanti sull’ambiente. Non si deve pensare a sacrifici che rovinano la vacanza, soggiorni in luoghi desolati e niente divertimento: per fare la differenza bastano pochi accorgimenti. Vediamo cosa classifica una vacanza a impatto zero. • Partire con il mezzo giusto Ai classici viaggi in aereo o in auto possiamo preferire viaggi con mezzi più ecologici come i mezzi pubblici, la bicicletta, il treno, o persino a dorso d’asino o a cavallo e a piedi. Chi non può rinunciare all’aereo per raggiungere mete lontane può però optare per le compagnie aeree che offrono i carbon offset credits (crediti

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acquistati con cui si compensano le emissioni di C02 dell’aereo con sostentamenti a progetti di riforestazione o di sviluppo di fonti energetiche rinnovabili). • Gli hotel non sono tutti uguali La scelta della struttura ricettiva fa la differenza: soggiornare in un agriturismo o in strutture certificate come eco-friendly, evitando gli ecomostri che deturpano il paesaggio o hanno un dispendio eccesivo di energie e altre risorse naturali, permette di salvaguardare l’ambiente. Le strutture green si servono della filiera corta per offrire i propri servizi, riuscendo a garantire comfort e comodità, impiegando manodopera locale soprattutto in Paesi meno sviluppati garantendo un profitto alle popolazioni indigene. • La cena che non inquina Anche nella scelta del ristorante possiamo fare la differenza, scegliendo quello che privilegia prodotti locali, di stagione e freschi.

Romina Rossi

• Mete alternative E infine la meta ha il suo peso: piuttosto che scegliere di soggiornare in una capitale o in una grande città, preferiamo località in aperta campagna o in mezzo al verde, in modo da riscoprire il contatto con la natura, e ritornare a un modo di vivere più lento ma salutare.

Scegli la vacanza che fa per te A PIEDI

• COMPAGNIA DEI CAMMINI (www.compagniadeicammini. it) offre diverse mete in Italia, nel Mediterraneo (fra cui Creta, Corsica, Marocco) e cammini verso Santiago. Oltre ai viaggi a piedi si possono scegliere viaggi a dorso d’asino, con le ciaspole, in barca a vela, sempre in piccoli gruppi e con guide esperte.


Focus: vacanze verdi • S-CAPE (www.s-cape.eu) organizza viaggi a piedi in Italia e in molti Paesi d’Europa sia di gruppo che individuali (per chi vuole viaggiare in libertà con la comodità di appoggiarsi a un’agenzia per prenotazioni di alberghi, suggerimenti d’itinerari, trasporto di equipaggiamento…). Ha una buona selezione di vacanze per la famiglia che vuole provare una vacanza alternativa con i propri figli. • LE VIE DEI CANTI (www.viedeicanti.it) offre itinerari divisi per livelli di difficoltà e impegno fisico richiesto, mete vicine e lontane in piccoli gruppi e accompagnati da guide locali che permettono di riscoprire la vita del viandante di un tempo.

Non si deve pensare a sacrifici che rovinano la vacanza, soggiorni in luoghi desolati e niente divertimento: per fare la differenza bastano pochi accorgimenti

IN BICICLETTA

• GIROLIBERO (www.girolibero. it) nessuna meta è irraggiungibile per questi specialisti di viaggi sulle due ruote, nemmeno Londra! • ZEPPELIN (www.zeppelin.it) è un tour operator specializzato in viaggi in bicicletta, trekking e vela non per turisti ma per viaggiatori. Offre anche l’accoppiata bici e barca alla scoperta di angoli nascosti in Italia e in Europa. • VIAGGIARE IN BICI (www. viaggiareinbici.it) è specializzato in itinerari attraverso strade secondarie che permettono di scoprire la bellezza del nostro Paese.

CON L’ASINO E IL CAVALLO • ASINO MONDO (www.asinomondo.org) offre viaggi a dorso d’asino anche per famiglie con bambini piccoli e con diverso

grado di difficoltà all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. • VIAGGIARE CON ASINO (www. viaggiareconasino.com) organizza viaggi in Francia, Belgio e Svizzera. • CORNACCHINO (www.cornacchino.it) organizza pacchetti di viaggio a cavallo nell’incontaminata Maremma.

NEI PARCHI NATURALI

• AGRICAMPING (www.agricamping.it) offre una vasta selezione di agriturismi, camping e villaggi turistici vicino ai parchi naturali e alle riserve nazionali in tutta Italia.

PACCHETTI REGALO

• EQUOTUBE (www.equotube.it) è la versione green dei cofanetti regalo di viaggi pensata per chi vuole fare un regalo nuovo, utile, divertente e sostenibile. Ogni tubo (anche la realizzazione del packaging è a impatto zero) contiene tipologie di viaggio diverse, con un’ampia descrizione delle proposte di viaggio, le strutture utilizzate, le attività previste durante il soggiorno e altre informazioni sul viaggio, tutto all’insegna della sostenibilità.

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WWoofing: a scuola

di agricoltura

naturale

WWOOF Italia mette in relazione i coltivatori con i viaggiatori intenzionati a condividere in convivialità le progettualità e gli stili di vita delle aziende agricole biologiche e biodinamiche

La Redazione

C

ondivisione, convivialità, apprendimento: fare un’esperienza di woofing significa impegnarsi e credere in un progetto culturale ricco, sia da parte delle fattorie ospitanti che dei viaggiatori. Spesso descritta come la possibilità di fare una vacanza a zero spese in fattoria, godendo di vitto e alloggio in cambio di qualche oretta di aiuto nelle attività dell’azienda agricola, il wwoofing è molto di più. Chi si propone come viaggiatore (WWOOFer) dev’essere motivato dalla volontà di fare un’esperienza formativa forte, di vivere il lavoro agricolo a 360 gradi, di condividere tutti i momenti della vita in fattoria, desco compreso: si tratta di

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entrare nel mondo dell’agricoltura naturale dalla porta principale, con l’intento di godere di un’esperienza di forte arricchimento umano e culturale, oppure in vista di mettersi alla prova in prima persona come agricoltore in una propria fattoria. D’altro canto le aziende agricole che si propongono come ospitanti (hosts) sono spinte dal desiderio di divulgare sia le migliori pratiche dell’agricoltura naturale, sia stili di vita decrescenti, di semplicità volontaria, di rispetto della natura nei suoi ritmi e nei suoi tempi, valori che i viaggiatori possono fare propri e riproporre, adattandoli, in contesti di vita urbani – si pensi solo al bagaglio di tecniche di autoproduzione che è possibile apprendere in una fattoria.

WWOOfing: come si fa?

Ma come si fa a fare wwoofing? Come si mette in contatto domanda e offerta? «WWOOF è una rete internazionale di associazioni che intendono sostenere lo sviluppo della cultura e della pratica dell’agricoltura naturale – ci spiega Claudio Pozzi presidente dell’Associazione WWOOF Italia. La nostra associazione è nata come movimento informale all’inizio degli anni Novanta e si è costituita come associazione nel 2000. Attualmente WWOOF Italia è un’associazione di promozione sociale che mette in relazione i coltivatori con i viaggiatori intenzionati a condividere in convivialità le progettualità e gli stili di vita delle aziende che vanno a visitare. Chi s’iscrive contatta diretta-


Focus: vacanze verdi

Informazioni wwoof.it – il sito dell’associazione WWOOF Italia wwoof.org – il sito della rete internazionale WWOOF

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Se state cercando solamente un modo per viaggiare e vedere l’Italia in modo facile WWOOF non fa per voi. WWOOFing è un’esperienza che rende possibile uno scambio umano e culturale fra persone di diversa provenienza

mente le aziende che più lo stimolano e stabilisce con loro un periodo di convivenza e le modalità dello scambio a seconda delle attitudini e degli interessi. I soci viaggiatori hanno, attraverso Caes, una copertura assicurativa per infortuni e RC. La lista italiana WWOOF include aziende agricole di piccole e medie dimensioni, biologiche e biodinamiche: alcuni soci vivono delle loro coltivazioni e vendono i loro prodotti, mentre altri vogliono solamente essere autosufficienti, o semplicemente coltivare i propri ortaggi biologici. I soci host non si aspettano dal WWOOFer conoscenza dei lavori agricoli al momento dell’arrivo in azienda: le aziende che conducono sono dei centri educativi! Ciò che si aspettano è la voglia d’imparare, di collaborare

alle attività, la capacità e la curiosità di adattarsi al loro stile di vita».

Perché scegliere il WWOOfing

Con 600 aziende associate e circa 4500 viaggiatori nel 2012, l’esperienza del WWOOFing sembra suscitare sempre più interesse, anche se la maggior parte dei WOOFers è di provenienza estera: sempre nel 2012 l’Associazione WWOOF Italia ha registrato circa 1800 viaggiatori provenienti dall’Italia, e i restanti 2700 circa dal resto del mondo, con una preponderanza dagli Usa. «WWOOFing – continua Claudio Pozzi – non è una vacanza economica. È un’organizzazione volontaria per diffondere la cultura e la pratica dell’agricoltura naturale, per sostenere i produttori nel loro impegno.

Se state cercando solamente un modo per viaggiare e vedere l’Italia in modo facile WWOOF non fa per voi. WWOOFing è un’esperienza che rende possibile uno scambio umano e culturale fra persone di diversa provenienza: la pratica concreta dei ritmi della vita agricola permette di vivere in prima persona gli sforzi che i piccoli agricoltori fanno per ricostruire un buon equilibrio fra l’uomo e la natura garantendo la disponibilità di cibo sano. La più importante qualità di un WWOOFer è quello di potersi inserire e adeguare a tutte le diverse attività che si svolgono in ogni fattoria. Gli hosts si aspettano un’interesse generale per quello che fanno, e per il modo in cui vivono, che partecipiate volentieri a sostegno del loro progetto, dando anche una mano con i compiti di casa (lavare i piatti o cucinare) per non creare più lavoro per il vostro host. Tutti gli host sono molto impegnati e molti vivono con poche risorse. È importante accettare e rispettare questo fatto. L’host deve garantirvi vitto e alloggio (potrebbe esserci una stanza per i viaggiatori in fattoria, ma potrebbe essere anche solo una tenda, oppure la tenda dovreste portarla voi), dovrebbe stare con voi più spesso possibile insegnandovi qualcosa sulla produzione, sulla vita dell’agricoltore naturale e sulle tecniche da lui adottate. È molto probabile che vi troverete a fare da soli alcune cose, a volte un po’ noiose, l’agricoltura è anche pratica Zen!».

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Estate IN ITALIA

(TO) RO CA NAV ESE E S IS LD A B , R DAM A NH U / M A NH U R .IN FO .DA HTT P://W W W

ECOV ILLAG G IO DI TORRI SU PERIOR HTTP E (I ://W W WT . ORRI-SUP

ERIORE .ORG

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1-5 giugno: Prog ettazione in perm acultura – Modulo certific ato di 72 h, con Massimo Candela, Fabio Pi nzi e Stefano So ldati 22-23 giugno: Pr oduzione domes tica di saponi e creme naturali, con Lucilla Borio 28-30 giugno: C ostruzione in te rra cruda, con Adrien Legris e St efano Vanzetto 20-22 settembre: Sulle tracce della propria storia, con Willi Maurer 27-29 settembre: Trazione animal e – lavori agricoli con gli asini, con Marco Spinello

V ILLAG G IO V ERDE , CAVALLIRIO (NO)

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15 giugno e 6 lu glio: Laboratorio per fare il pane Corsi permanenti: Qi-Gong: ginnas tica respiratoria cin ese per il beness psicofisico. ere Equitazione natu rale: approccio al cavallo, lezioni di equitazio ne naturale ed es cursioni a cura dell’Associazione sportiva “Rio dei Cavalli”. Atelier d’arte Gin o Cosentino: vis ite guidate all’esposizione pe rmanente di oper e dell’artista Gino Cosentino.

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e lstizio d’estat razione del so b getale le ve ce o : d o n n o g 23 giu con il m e n io az ic n u com emozioni 13-14 luglio: a guidare le e ar ar p im : ana intensiva 3 agosto sacra – settim za a an d : o st orea guerrier 14-20 ago bre: arte corp em ello tt liv se 1° 1 – re terio 31 agosto nizzazione in o m ar : re b 29-30 settem

ANANDA, ASSISI (PG) WW W.A NANDA. IT

2-7 giugno: imparare ad aiutare il prossimo senza perdere la e propria salute e la pace interior relazioni le re zza oni arm e com 7-9 giugno: un cuore calmo e 14-16 giugno: ananda Yoga per felice r “La 23-30 giugno: ananda in bici: tou Monti Sibillini dei co Par leggerezza”: da Assisi al liberazione 14-19 luglio: i Chakra – la via alla nti di svolta me mo 9-11 agosto: momenti di crisi, viaggio alla un – 25-30 agosto: yoga nella natura scoperta di sé

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ruzione orsi di autocost rc pe : io gl lu 18 1-20 giugno e 1la con l’argilla to, dal sogno al visione al proget lla da : no ug gi 22-23 Noelle Urech realtà, con Marie


Focus: vacanze verdi

all’ecovillaggio! IN EUROPA TH E H OLLIES, CEN T SUSTA INABI LIT Y, RE FOR PRACTICAL ENNISKEA NE, IRLA NDA TH EH O LLIES. IE

(I CORSI SONO IN

NOTIZIE DAL WWW http://www.ecovillaggi.it/ – Rete Italiana Ecovillaggi http://www.gen-europe.org/ – Il portale degli Ecovillaggi nel mondo con una mappa aggiornata

ALLO OS, PORTOG L O C , A R E TAM .ORG . A M ERA W W WT

INGLESE)

6-14 luglio: cost ruire una casa na turale, con Ulrike Riedmuller e Thomas 11 agosto: colti vare ortaggi in un politunnel in con John Conway autunno, 21-22 agosto: vi vere in una com unità, con Thom as Riedmuller

le ternaziona simposio in o e rz n te io : z o a n serv 7-9 giug i per la con tt e g ro p : a sull’acqu e in o verso la inario si tien un cammin m – e a s u l (i q c a ’a u ll q de dell’ac ostenibile pen day gestione s il futuro. O r e p o ll e d o inglese) era – un m gosto: tam a 4 2 per la e o li 6 lug odelli futuri m i d o p to p a uid er lo svilu desco) con tour g principali p glese e in te e e in id in : e o n li e g ti ione o si 11-17 lu i e lavoraz terra (il cors m e a s ll i e e d d e a n lt icienza cco guarigio di autosuff ttembre: ra e o s ll e 4 d 1 o – m to un 12 agos a natura – ussow danza dell n o b ilian von W b L ’a e ll r e d lle o M te a , con Be alimentare

INSTITUTO DE PE R MONTSA NT, TAR M ACU LTU RA DE RAG ONA , SPAG N HTTP://W W W. PE A RM AC

ULTU RA-MONTSAN T.ORG

12 agosto - 27 se ttembre: appren dimento pratico e corso di disegno in permacultura, co n Richard Wade e Inés Sanchez (il corso è in spagnolo)

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Pedalando in Istria:

la Parenzana

Un comodo itinerario percorribile con bambini, a stretto contatto con una terra incontaminata

Chiara Meriani

I

l rosso della terra istriana, il blu del mare con il profumo di salsedine, il verde delle viti e degli ulivi, avvolti dal sole giallo: e centinaia di chilometri da percorrere tra sentieri, piste ciclabili e sterrati. La bicicletta e l’Istria sembrano fatti l’una per l’altra. Si ha solo l’imbarazzo della scelta su dove andare e magari, durante il percorso, vien voglia di cambiare strada, imboccare un nuovo sentiero e raggiungere un’altra collina o un altro paesino. Lo spiega bene Martin Cotar, ex campione delle due ruote che, conclusa la carriera da professionista, ora s’impegna a sviluppare al meglio il cicloturismo in Istria. E racconta: «I ciclisti cercano percorsi alternativi, in scala ridotta, che attraversino i paesini, fuori dalle rotte del turismo di massa. Il ciclista cerca il piccolo e il bello, e qui in Istria lo trova. E trova un’ottima accoglienza: perché il ciclista piace! Insomma è un turista meno invadente di altri che può essere senz’altro definito il prototipo del turista responsabile». Tra i ciclo-progetti meglio riusciti, a cui

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anche Martin Cotar si sta dedicando, spicca quello della Parenzana (www. parenzana.net): una spettacolare pista ciclabile che segue il percorso di quella che fu una leggendaria ferrovia a scartamento ridotto che penetrava nell’entroterra della penisola istriana collegando, tra Trieste e Parenzo, 33 cittadine che oggi si trovano sul suolo di tre Stati diversi.

Poiché attraversava stupendi paesaggi collinari e leggiadri vigneti istriani, a suo tempo fu chiamata “la ferrovia del vino”. Inaugurata nel 1902 con un viaggio tra Trieste e Buje, e purtroppo dismessa già nel 1935 (sostituita dagli autobus più veloci), nel 2009 ne sono stati recuperati 61 km, per realizzare una ciclabile d’eccezione, con un dislivello di 610 m ben


Focus: vacanze verdi

Tra i ciclo-progetti meglio riusciti spicca quello della Parenzana: una spettacolare pista ciclabile che, poiché attraversava stupendi paesaggi collinari e leggiadri vigneti istriani, a suo tempo fu chiamata “la ferrovia del vino”

“spalmati” tra diverse piccole salite (il punto più alto della Parenzana è di appena 290 m sul livello del mare): i viadotti e i terrapieni sono stati ripristinati, riaperte e illuminate le gallerie (spesso con pannelli fotovoltaici) e si sta continuando il lavoro di sistemazione dei cartelli e la creazione di aree di sosta, per non parlare della ristrutturazione delle antiche stazioni ferroviarie! Ma non solo: la Parenzana è diventata anche una competizione di mountain bike, inclusa nel calendario della Federazione ciclistica mondiale: quest’anno, per la diciassettesima edizione (27, 28 e 29 settembre 2013) si attende una gran partecipazione e una gara accanita. E per chi non ha lo spirito “da gara”, la Parenzana è perfetta in qualsiasi altro momento, magari in autunno quando le vigne si tingono di rosso e i paesi si rallegrano con le vendemmie; oppure in estate, quando per rinfrescarsi e riposarsi dopo una bella pedalata, non ci si può negare un tuffo a Semedella, Isola o Strugnano

o nella famosa località di Portorose: e chi ha voglia di pedalare lungo tutta la ciclabile, potrà concludere la gita sul mare di Parenzo.

Itinerario formato famiglia

Per chi pedala con bimbi al seguito, segnaliamo uno splendido sentiero di circa 15 km che da Buie (Buje), la “sentinella d’Istria” (orgogliosa dei suoi due campanili) porta fino a Grisignana (Grožnjan), la “città degli artisti”, famosa per i suoi festival di musica jazz e classica e per l’Accademia cinematografica immaginaria. Pedalando verso sud, in direzione del Monte Polegrin, lungo una strada campestre in leggera discesa si attraversa Verteneglio (Brtonigla) e proseguendo verso est si raggiunge Cràsiza (Krasica): se ci passate nel mese di marzo non perdetevi Oleum Olivarum, il Festival Internazionale dell’olio di oliva. Ancora alcuni chilometri e si raggiunge Grisignana, ai cui

piedi ci si ricongiunge con il tracciato della Parenzana. Per dormire, mangiare, noleggiare le mountain bike (ma anche farsi recuperare a itinerario concluso), c’è la Casa del Merlo Olivo, bed&breakfast da poco inaugurato: ottimo per famiglie con bambini, che troveranno la compagnia di Olivo appunto, figlio dei proprietari, piccolo ciclista da cui la casa ha preso il nome. E chi non ha (più) voglia di pedalare, può sempre andare alla scoperta dell’Istria con i 4x4 della piccola agenzia di viaggio Camelus di Franz e Antonela, oppure restare nel loro b&b per seguire uno dei corsi di cucina tipica: provate la gustosissima “minestra di bobìci”! Per le foto dell’articolo si ringraziano l’Assessorato al turismo della Regione Istriana (www.istria-bike.com) e i fotografi Goran Šebelic, Eduard Džoni, Agenzia Ravanelli.

Cosa leggere Chiara Meriani, Laura Ogna Viaggiare in Italia con i bambini Touring editore, 2013

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Chiara Meriani Giornalista di viaggio specializzata in turismo responsabile (e mamma di due “bimbi-viaggiatori”) Chiara Meriani attualmente lavora per la redazione di Tripblend. com, nuovo social network dedicato al mondo dei viaggi. Si occupa di formazione, insegnando alla Scuola Alberghiera di Trieste e portando la cultura del viaggio nelle scuole materne con il progetto Bimbiinviaggio (visibile su YouTube). Per la RAI del Friuli Venezia Giulia (anche in streaming) cura la trasmissione radiofonica On the Road (all’interno dello spazio “La radio ad occhi aperti”). Tra le sue pubblicazioni: Turismo responsabile: che cos’è, come si fa (Touring Ed.), Donne in Viaggio (Astrea Ed.), Viaggiare in Italia con i bambini (Touring Ed.).

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Vacanze

Slow

Alla ri-scoperta dei tesori del nostro territorio rurale, tra natura, archeologia, storia e sapori

S

e per indole, o per problemi di portafoglio, non amate la vacanza in capo al mondo, potete godere appieno dell’innata fortuna di vivere in Italia, uno dei luoghi a più alta desità di bellezze paesaggistiche e artistiche al mondo. Basta girare l’angolo per scoprire che “il bello e il buono”, nella nostra penisola, sono proprio in ogni dove, a volte basta solo guardare il noto con occhi diversi... Riscoprire i nostri territori rurali e collinari, immergersi nei loro ritmi, nelle loro tradizioni e nei loro colori, significa davvero staccare, prendersi una bella pausa dai ritmi frenetici delle nostre vite quotidiane e immergersi in un’atmosfera slow. L’associazione Antico Presente propone diversi itinerari tra Tuscia, grossetano e viterbese, luoghi magici e incantati in grado di riportarci alla pace perduta: ce ne parla Sabrina Moscatelli di Antico Presente.

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Ciao Sabrina, come nasce il progetto portato avanti da Antico Presente? Circa quattro anni fa, tra discorsi fatti seduti davanti a un camino, prese forma un sentimento condiviso che da lì a poco sarebbe divenuto un progetto: ogni bellezza autentica induce due gesti, essere protetta e venir condivisa nella semplicità della sua essenza. Nacque da quest’esigenza di conoscenza, tutela e partecipazione l’Associazione “Antico Presente”, che oggi rappresenta un marchio di attività legate al Turismo Responsabile della cooperativa LeAli, un insieme di persone unite dalla certezza che il proprio territorio abbia caratteristiche irripetibili, uno scrigno di opportunità di scoperta a disposizione di chi vuole saperne e goderne. Guide turistiche, guide ambientali escursionistiche e archeologi si propongono, con passione, di mettere a disposizione la loro solida esperienza sul campo e l’ap-

La Redazione

profondita conoscenza dei luoghi a quanti condividono lo stesso spirito dell’andare per il mondo in cerca di esperienze vere da vivere e momenti intensi da ricordare. Dove si articolano le vostre proposte di viaggio? Soprattutto in Etruria meridionale, una regione che si estende tra le provincie di Viterbo e il basso grossetano, una terra antica in cui tanta storia convive con una natura generosa e vigorosa, selvaggia talvolta, ma anche dolce, e dalle architetture inaspettate. Con il tempo abbiamo realizzato una serie d’itinerari che tagliano la Tuscia e la bassa Toscana in vari punti e arrivano fino al mare. Prediligiamo il turismo slow, con itinerari inediti e conosciuti spesso solo agli abitanti del territorio, fuori dall’ottica del turismo di massa, volti a raggiungere una graduale e naturale familiarità con una realtà autentica in cui sentirsi a proprio agio, come a casa di un amico.


Focus: vacanze verdi

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Prediligiamo il turismo “slow”, con itinerari inediti e conosciuti spesso solo agli abitanti del territorio, fuori dall’ottica del turismo di massa

ASSOCIAZIONE “ANTI CO PRESENTE” In cosa si differenzia la vostra proposta da altre esperienze di viaggio, più tradizionali? Non offriamo un’esperienza tradizionale, ma una vera e propria immersione in luoghi ricchi di storia, composti da volti, tradizioni, sapori, conversazioni casuali e incontri con persone che custodiscono i saperi di una volta e il saper fare, che permettono al visitatore di accostarsi a realtà prima di allora, forse, sconosciute. Il tutto organizzato e svolto da operatori di turismo responsabile e sostenibile. La nostra idea nasce anche dalla volontà di valorizzare vecchi sentieri con emergenze archeologiche importanti incorniciate da scorci bellissimi, cercando di venire incontro a esigenze più strutturate con l’ausilio di guide turistiche e ambientali, conoscitori e interpreti dell’ambiente che possano dare un valore aggiunto ai percorsi. In quest’ottica diviene un’occasione interessante parteci-

Trovate tutti gli ecotours, etnotours e trekking al sito www.anticopresente.it. Antico Presente rivolge un invito a tutti quei tour operator che, volendo collaborare con noi, ci possono aiutare a sostenere e promuovere un modo di fare turismo più sano e vero.

pare a un raccolto e a tutti i rituali che lo precedono, ai tanti utilizzi dei prodotti della terra, come ad esempio l’autoproduzione di saponi o creme con essenze naturali, fermarsi a chiacchierare con un signore che lavora nel suo campo mentre percorriamo le tappe della Via Francigena, fermarci a bere un bicchiere di vino novello nella cantina di un contadino, assaggiare del formaggio in casa di un pastore circondato dai “doni” della natura che sapientemente ha saputo riciclare e trasformare in ciò di cui necessitava, riposarsi nelle pozze di acqua solfurea nascoste tra gli arbusti della campagna viterbese. Tutto questo diviene, inoltre,

didattica nei tanti percorsi e laboratori che sono stati formulati per le scuole di ogni ordine e grado. Ci sono solo due modi di andare per il mondo: attraversarlo osservandolo come si fa con le vetrine dei negozi o entrandoci dentro per non lasciarlo andare più, anche se torniamo a casa. Ugualmente ci sono solo due modi per farsi conoscere: offrire un’immagine artefatta e superficiale di quello che siamo o semplicemente aprirsi al visitatore trasformandolo in un gradito ospite. Voi come preferite viaggiare e come vi piacerebbe essere accolti? Noi abbiamo già scelto, dateci fiducia e venite a trovarci, non ve ne pentirete!

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Cibi essiccati

come prepararli e utilizzarli

I cibi essiccati mantengono le stesse proprietà di quelli freschi e diventano più digeribili

S

in dai tempi antichi, essiccare gli alimenti si è sempre rivelato vantaggioso, perché permetteva di conservare il cibo più a lungo, organizzare delle vere e proprie scorte per i periodi di minore disponibilità, non sprecare le eccedenze nei periodi di piena stagionalità di orto o frutteto. L’essiccazione forniva inoltre alimenti alleggeriti dal peso dell’acqua, perfetti per essere trasportati o conservati occupando poco volume. Grazie alla disidratazione molte persone oggi amano produrre in casa la propria frutta essiccata, il dado vegetale, e innumerevoli piatti creativi e sfiziosi, sfruttando il fatto che gli alimenti disidratati cambiano di consistenza e il loro sapore diventa molto più intenso. L’essiccazione, molto semplicemente, rimuove l’acqua dagli alimenti, impedendo in questo modo la proliferazione di microrganismi. Se condotta a bassa temperatura, non intacca il valore nutrizionale in modo significativo e permette di ottenere prodotti di elevata qualità. Si tratta pertanto di un metodo conservativo gentile: vitamine, minerali ed enzimi non subiscono grandi perdite, a parte le vitamine più sensibili all’ossidazione come la vitamina C. La

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temperatura ideale per la disidratazione è tra i 40 e i 50 gradi, ovvero la temperatura di un caldo e asciutto sole estivo. Temperature maggiori distruggono gli enzimi, mentre temperature più basse non sono efficaci e inoltre sottopongono troppo a lungo gli alimenti all’ossidazione dell’aria, favorendo la perdita vitaminica.

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Sara Cargnello

come i pomodori ad esempio, è opportuno condirle prima con un poco di sale per migliorare la disidratazione e scongiurare il rischio di muffe. Prima di consumare la nostra verdura o frutta essiccata, è sempre buona abitudine reidratarla in acqua, sia per eliminare l’eventuale sale aggiunto

Se condotta a bassa temperatura, l’essiccazione non intacca il valore nutrizionale in modo significativo e permette di ottenere prodotti di elevata qualità. Si tratta pertanto di un metodo conser vativo gentile: vitamine, minerali ed enzimi non subiscono grandi perdite

Come utilizzare i prodotti essiccati

Una volta pronto, il prodotto essiccato va conservato in un contenitore ermetico e in un luogo buio e fresco, perché l’umidità ne fa perdere rapidamente la fragranza. Se ben conservati, gli alimenti essiccati durano per mesi, anche un anno, ma in generale è bene consumarli entro sei mesi dalla preparazione per beneficiare al massimo delle proprietà nutritive. Se vogliamo essiccare verdure particolarmente acquose,

sia per facilitarne la digestione. Un alimento secco ha bisogno di acqua per essere assimilato al meglio e se il lavoro di reidratazione non viene compiuto con l’ammollo preventivo, lo dovrà fare il nostro organismo. Per questa ragione tutta la frutta essiccata è più digeribile dopo la reidratazione, tuttavia è bene non utilizzare troppa acqua per questa operazione, onde evitare che vitamine e minerali si disperdano in essa.


Saper fare

Prova le ricette! MUESLI ALLE MELE E CANNELLA 1 kg di mele golden Cannella q.b. Una manciata di fiocchi di cereali Cocco in scaglie q.b. Uvetta q.b. Bacche di goji q.b. Vaniglia Procedete innanzitutto alla preparazione delle mele essiccate. Sbucciate e affettare con una mandolina le mele golden. Disponete le fettine nei cestelli dell’essiccatore e cospargetele di cannella. Essiccate per circa 8 ore, spezzettate le fettine di mela e preparate il muesli mescolando in una ciotola capiente dei fiocchi di cereali, del cocco rapè, dell’uvetta, delle noci a pezzetti ed eventualmente delle bacche di goji e un pizzico di vaniglia. Mescolate il tutto con cura e conservate in un barattolo di vetro. È ottimo da gustare con latte di mandorle e una banana tagliata a rondelle.

Come si fa l’essiccazione

Il modo più semplice, igienico e pratico per essiccare in casa è utilizzare l’essiccatore, una “scatola” a ripiani munita di una ventola ad aria calda che asciuga in maniera efficace i nostri prodotti. In alternativa possiamo utilizzare il forno di casa impostato a 50 gradi con lo sportello leggermente aperto, tuttavia questo sistema può risultare poco pratico poiché i tempi di essiccazione sono in genere abbastanza lunghi (8-10 ore). Se le condizioni climatiche lo permettono, possiamo chiaramente sfruttare il sole estivo, nelle giornate più asciutte e calde, ponendo i nostri

FUNGHI RI PIENI 20 funghi 1 costa di sedano a pezzetti 1 manciata di noci o anacardi tritati 1 carota grattugiata 1 cipolla tritata 1 zucchina grattugiata 2 cucchiai di olio 2 cucchiai di agave 2 spicchi di aglio Basilico Sale Pepe Aceto balsamico

frutti su gratelle esposte all’aria aperta e protette da una zanzariera per evitare la contaminazione da insetti. Fate attenzione, però, perché proprio come noi al sole ci scottiamo la pelle, anche gli alimenti sotto il sole cocente perdono parte consistente di sostanze e nutrimenti. Nonostante quindi sia credenza popolare che per essiccare gli alimenti non ci sia nulla di più naturale del sole, sarebbe meglio essiccare gli alimenti all’ombra o in una zona ventilata.

Pulite i funghi e rimuovete il gambo. Tritate il gambo e mescolate con la cipolla, la carota, il sedano, la zucchina e le noci. Condite con l’olio, l’agave, l’aglio, il basilico, il sale, il pepe e un goccio di aceto balsamico e lasciate marinare. Farcite col composto le teste dei funghi e mettete in essiccatore per 3-4 ore.

Sara Cargnello Laureata in Scienze Ambientali e naturopata, si occupa di educazione ambientale, nutrizione ed erboristeria. Ha pubblicato diversi libri in tema di alimentazione naturale. Per info: crudismo.com

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Elogio

dell’autoproduzione Una dipendenza che fa bene all’anima e al portafoglio: il “produrre da sé” secondo Stefania Rossini Stefania Rossini

O

rmai è d’attualità parlare di decrescita, di autoproduzione, di frenare la corsa al consumo, di prendere atto del cambiamento: quando si tenta di metterla anche in pratica sembra una strada difficile e molti la abbandonano, ma a ben guardare non lo è. Per me la decrescita felice è stata una rinascita: partita dalla testa ha poi contaminato ogni cellula, e mi ha aiutato a definire la mia quotidianità fatta di mille cose, nel totale rispetto della ciclicità delle stagioni. Il mio percorso di autoproduzione è iniziato tre anni fa, partendo impastando acqua, farina e miele per fare la pasta madre, allargandosi poi all’aceto, alle creme, ai detergenti, alla cosmesi e

all’orto. E ancora non è finita, perché c’è sempre margine di miglioramento, se crediamo in noi stessi nulla è impossibile. All’inizio non è facile districarsi fra le mille informazioni e ricette reperibili sul web, ma la mia personale esperienza mi ha portato a selezionare le più semplici, le più pratiche, quelle con ingredienti di facile reperibilità e possibilmente locali: queste sono le mie piccole regole, anche se le eccezioni fanno parte di questo bellissimo gioco. Provare e sperimentare sono le altre regole.

Una giornata tipo

L’autoproduzione quando ti entra dentro diventa una dipendenza che fa bene all’anima, ti arricchisce di

saperi, sapori, profumi, autostima, manualità, creatività, insomma ti apre la mente a 360 gradi. Oggi la cucina è la maggiore protagonista delle mie autoproduzioni, difficilmente realizzo qualcosa al di fuori di quest’area che è il mio regno: è qui che vengono prodotte tutte le cose che servono per il sostentamento di una famiglia di cinque persone. Spesso sembra un angolo del piccolo chimico, piena di guanti e occhialoni di plastica, mascherina, termometro e soda caustica: è tutto pronto per saponificare, con passione e molta attenzione, perché la soda può essere pericolosa, e per portare avanti in questo modo un’arte che in realtà è molto semplice. Finito il sapone si passa al rinfre-

Prova le ricette di Stefania! DADO VEGETALE FATTO IN CASA 500 g di sale marino fine 500 g di cipolle 500 g di carote 100 g di basilico 100 g di prezzemolo 100 g di rosmarino 100 g di salvia Mettete tutti gli ingredienti tritati e lavati in pentola, fate cuocere a fuoco basso per 1 ora, poi frullate con il frullatore a immersione.

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Mettere il dado in vasetti precedentemente sterilizzati, chiudere bene con il tappo e capovolgere per alcune ore. Una volta aperto, il vaso con il dado si conserva in frigorifero anche per due mesi. Scopri le ricette di Stefania su: http://www.viviconsapevole.it/autori/ stefania_rossini.php


Saper fare

sco della pasta madre, un vero e proprio atto d’amore, che ormai realizzano le mie bambine di 3 e 5 anni, che si divertono a impastare e a parlare alla pasta, facendole sentire la loro energia, energia che poi entrerà in noi quando la mangeremo sotto forma di ottimo pane, focacce, pizze, piadine, tigelle e molto altro ancora. In un altro angolo si svuotano le uova delle nostre oche e galline per poi decorarle, oppure preparo la pasta modellabile per passare le giornate uggiose, o fiocchetti e fiorellini all’uncinetto o con stoffe di recupero per decorare abitini, magliette e mollettone per capelli. E poi c’è l’orto, che spesso arriva in casa, perché si fanno esperimenti direttamente in casa e ti ritrovi i davanzali pieni di vasetti e vasettini, tanto che non puoi nemmeno chiudere le finestre perché ci vorrebbe troppo tempo a spostare sempre tutto, ma in questo modo vedi crescere i germogli giorno per giorno e ogni volta è un’emozione!

Riscoprire il contatto umano

Spesso cerco sul web altre informazioni, altre persone con cui scambiare i miei prodotti autoprodotti con altre cose biologiche, persone che poi spesso diventano amiche reali: questo modo di vivere fa

fare pace con noi stessi, fa capire che se stiamo bene con noi stessi stiamo bene con il mondo. Così, l’amica conosciuta virtualmente arriva a casa mia con il suo bagaglio di esperienza e la voglia di conoscersi: in poco tempo si entra in una tale sinergia che sembra di conoscersi da anni. Si scambiano anche informazioni sull’educazione dei bambini: essendo mamma di tre vivacissime creature, si cercano informazioni sui temi più disparati come vaccinazioni, alimentazione, riciclo, giocattoli, abbigliamento, istruzione, letture...

Un gioco per bambini

In casa nostra cerchiamo di fare partecipi il più possibile i bambini nelle autoproduzioni giornaliere, a tal punto che ora sono loro a stimolarci nel fare, non ammettono

che noi genitori ci rilassiamo e così ci ritroviamo a fare una crema semplicissima con soli tre ingredienti: 100 ml di oleolito, realizzato con oli vegetali a scelta e piante aromatiche a piacere. Giocando, otteniamo una crema concentrata che durerà mesi nel frigorifero!

Cosa leggere di Stefania Rossini Cucinare guadagnando in soldi e in salute Età dell’Acquario Edizioni, 2013 Vivere con 5 euro al giorno Età dell’Acquario Edizioni, 2012 Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 974 001

Chi è Stefania Rossini Sono Stefania Rossini, per tutti Stefy, ho 38 anni, e sono mamma a tempo pieno di 3 splendidi bimbi, Riccardo 11 anni, Michela 6 anni e Beatrice 4 anni. Sono vegetariana da più di vent’anni, da sempre mi piacciono le cose semplici e pratiche, da tre anni, per necessità economica all’inizio e poi per soddisfazione, qualità e stile di vita, mi auto produco molto di quello di cui necessito: saponi, cosmesi, pane e generi alimentari, orto bio, uncinetto e maglia. Guarda il video intervista di Stefania su: http://www.youtube.com/watch?v=bFXOH5B0Jg, http://www.youtube.com/watch?v=dpCyH2YkSxI, http://www.youtube. com/watch?v=IXwvc3W5MeU

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Impariamo a mangiare bene...

in fattoria! L’azienda agricola biodinamica Cassani “La Natura in casa” di Sedriano propone percorsi culturali importanti per avvicinare adulti e ragazzi al valore dell’agricoltura biodinamica La Redazione

L

a biodinamica rappresenta l’evoluzione del biologico e della produzione naturale senza l’uso di sostanze nocive. A ovest di Milano, più precisamente a Sedriano, qualcuno s’ingegna e investe sulla materia. L’azienda agricola Cassani, “La Natura in casa”, ha imboccato questo percorso ormai da diversi anni con passione e impegno, garantendo un valido sistema di produzione e un livello di sperimentazione (aiuola biologica e biodinamica) che permette la continua evoluzione di nuovi ortaggi biodinamici e un contemporaneo innalzamento della qualità dei prodotti esistenti.

I prodotti biologici trasformati

Ma sono le intriganti novità introdotte a rendere originale l’approccio: per esempio i prodotti agricoli biologici trasformati. Un esempio per tutti è il

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dado vegetale: un prodotto eccellente ricavato dalle parti delle verdure non utilizzate (come per esempio le cime dei cipollotti e porri) e soprattutto senza l’uso di glutammati o sostanze artificiali. Per non parlare dei minestroni sottovuoto, delle verdure agrodolci, delle cipolle caramellate o delle creme di melanzane e del pesto di pomodori. Questa nuova strada ha portato alla creazione di collaborazioni con altre aziende agricole per garantire il chilometro zero, ma anche con aziende di altre regioni per portare nella realtà locale prodotti di alto valore biologico e nutritivo come le mandorle di Torrito, le noci siciliane, le nocciole e i vini delle Langhe, legumi di qualità come i ceci abruzzesi, le carni biologiche e da pascolo.

L’università del fare

Il salto di qualità compiuto dall’azienda arriva garantendo a simpatiz-

zanti e clienti nuove possibilità culturali attraverso il progetto “Università del fare”, un modo pratico di applicare e traslare la cultura biologica alla cucina, con corsi dedicati ma anche con altre iniziative che valorizzano “il saper fare” di ogni persona, la quale può portare a conoscenza di tutti la propria esperienza pratica in un determinato settore. Una delle recenti esperienze positive è l’approccio all’alimentazione. In questo senso si è creato un gruppo di lavoro sul tema dell’alimentazione che cerca di coinvolgere tutti gli attori seriamente interessati a sviluppare l’argomento, con la finalità di percepire gli effetti dell’alimentazione nella prevenzione e cura delle malattie attraverso un corretto di stile di vita e una corretta scelta dei cibi. In azienda, si sono già svolti alcuni convegni sul ruolo preventivo dei cibi verso certe malattie con la dottoressa Pasanise


Casa e Azienda

AZIENDA AG RICO LA IN CASA” DI ALBER CASSA NI “LA NATU RA TO CASSA NI

Via Garibaldi 4, Se driano (MI) www.lanaturainca sa.it alberto.cassani@ hotmail.it

dell’Istituto tumori di Milano, nei quali si pone grande enfasi sul ruolo dell’alimentazione nello sviluppo delle malattie e vengono segnalati quei cibi dannosi per la nostra salute che, purtroppo, troviamo tutti i giorni nelle tavole degli italiani.

La cultura dell’alimentazione insegnata ai ragazzi

Ma la cultura sul fare naturale e sull’alimentazione passa anche dall’educazione dei nostri figli su queste tematiche. Patatine fritte, hot dog, intrugli micidiali di fritti, carni e salse sono spesso alla base dei pranzi e delle merende di molti ragazzi che, in questo modo, iniziano un percorso alimentare pericoloso. Se pensiamo alla forte crescita di gravi sintomatologie o malattie già in età infantile, come l’obesità o il diabete, possiamo capire che è fondamentale lavorare sulla conoscenza

e l’informazione dei nostri ragazzi. I ragazzi cucinano e gli adulti mangiano è il tema di un’indovinata serie d’iniziative organizzate dall’azienda agricola Cassani, in cui i ragazzi cucinano utilizzando prodotti biologici, biodinamici e alimenti “sani” secondo le indicazioni degli esperti. Poi si pranza tutti insieme assaporando le qualità del cibo in un clima sereno e gioviale. Vedere come anche i ragazzi, se ben informati, sono fortemente coinvolti in queste giornate, riempie di soddisfazione e fa ben sperare nella possibilità di estendere questi percorsi anche nell’ambito familiare e scolastico. Quello dell’azienda Cassani è un vero e proprio progetto culturale, con il quale si vogliono divulgare concretamente i valori dell’agricoltura biodinamica, dell’associazionismo, della cura dell’ambiente, dell’alimentazione

come percorso di una vita positiva. E in fondo ogni volta che ci approcciamo ad aziende agricole come questa, agli agriturismi e a tutti coloro che svolgono attività legate all’agricoltura e all’ambiente, facciamo retrocedere l’arrivo del cemento e la deturpazione dell’habitat naturale e della terra, nostra amica.

Cosa leggere Krafft Von Heynitz Georg Merckens L’Orto biodinamico Antroposofica Editrice, 2013 Ehrenfried E. Pfeiffer, Erica Riese Manuale di Orticoltura biodinamica Libreria Editrice Fiorentina, 2006

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Butta l’auto, scegli una Cargo Bike Chiamate anche bici da lavoro, permettono di trasportare grandi carichi e da due a quattro bambini in tutta sicurezza e comodità

C

i puoi trasportare da due a quattro bambini. Ci puoi caricare una bella spesa settimanale per una famiglia di 3/4 persone. Non inquina. Non fa rumore. Ti permette di risparmiare i soldi della palestra. Fa stare insieme tutta la famiglia. Che cos’è? Non si tratta di un’auto elettrica o a combustibile verde, ma di una bibicletta: una cargo bike. Le cargo bike – chiamate anche bici da lavoro – nascono nei Paesi del Nord Europa, in particolare in Olanda e Danimarca, dove sono diffusissime. Sono biciclette a due o tre ruote, con un telaio più lungo della norma e un’ampia cassa di legno fissata tra il manubrio e la ruota anteriore. Una cargo bike può sostituire una macchina in tutti gli spostamenti cittadini, con grande risparmio di tempo e denaro. Ecco perché io e la mia famiglia ce ne siamo innamorati e da un anno ne possediamo una...

Viaggio in Olanda

La passione mia e di mio marito per le bici da lavoro – bakfiets in olandese – nasce dopo un viaggio ad Amsterdam nel 2010 insieme alla nostra primogenita allora poco più che duenne. Sapevo che l’Olanda è la patria delle

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biciclette, ma vivendo in Romagna, altro luogo simbolo della mobilità a due ruote, non mi aspettavo niente di più e niente di meno di quello che ero abituata a vedere dalle mie parti. Appena scesa alla stazione dei treni di Amsterdam mi sono dovuta ricredere: la vista dei parcheggi per bici è impressionante, così come la presenza massiccia di piste ciclabili praticamente “intasate” dal traffico su due ruote: vere e proprie strade con segnaletica orizzontale e verticale in cui il codice della strada viene scrupolosamente rispettato. Gli olandesi si muovono in bici oltre i limiti della nostra immaginazione, e lo fanno con qualsiasi tempo atmosferico: se piove, basta tirare fuori un impermeabile o una mantella da borsa e molto sportivamente si riparte. Oltre al numero, la cosa che ci ha piacevolmente stupiti e che non conoscevamo è stata la diffusione dei backfiets, utilizzati soprattutto per il trasporto in sicurezza dei bambini: le giovani coppie olandesi hanno due, spesso tre figli e si muovono agilmente in città utilizzando le cargo bike. Caricati nella cassa di legno e allacciati saldamente con cinture a tre punti, i bambini possono rilassarsi, godersi uno spuntino, fare un riposino. In caso di maltempo tutti i modelli di cargo bike montano

Marianna Gualazzi una tenda trasparente antipioggia che copre completamente la cassa: i pargoli all’interno sono al riparo dal vento freddo e dall’acqua.

Come e quanto usiamo la cargo bike

Di ritorno dalla vacanza olandese – in cui anche noi abbiamo noleggiato il bakfiet per spostarci agilmente con la nostra bimba – e con l’arrivo del nostro secondo figlio, ci siamo regalati uno di questi gioelli su due ruote. Abbiamo venduto una delle due macchine di proprietà e pensato di sostituirla con questo mezzo di trasporto. Abbiamo acquistato la capotta antipioggia, che ci ha permesso di utilizzare la bici anche in pieno inverno, e un seggiolino/riduttore per bimbi da 8 a 18 mesi per il nostro piccolino. Utilizziamo la cargo per tantissimi spostamenti cittadini: per portare la nostra bimba grande alla scuola materna con il fratellino a fianco, per andare tutti quanti a fare la spesa, per un giro in centro o al parco. Su due ruote muoversi in città è davvero agile, veloce e molto economico – visti gli attuali costi di benzina e di parcheggio. Oltre ai due bimbi, nella cassa di legno riusciamo a caricare


Mobilità consapevole

COM E SCEG LI ERE LA

CARG O BI KE ADA TTA A TE

Ci sono diverse tipologie di carg o bike: possono e a tre ruote con essere a due ruot cassa in legno, m e a per bakfiet gli ol anche una norm andesi intendono ale bicicletta dota ta di un ampio po su cui viene mon rtapacchi anterio tato un capacissim re o cesto. Tutte le hanno solitamen bici con cassa te il cambio integr at o al maneggevolezza mozzo che garant e confort di guida. isce

anche un passeggino ultra leggero per il piccolino, che utilizziamo quando, parcheggiata la bici, vogliamo fare una passeggiata tutti insieme. Inutile dire che i bambini la adorano! E anche noi: pedalando con un bel carico da trasportare io e mio marito ci manteniamo in forma, siamo felici perché piace ai bimbi e non inquina, e quando vediamo – sfrecciando con le nostre bici – gli automobilisti arrabbiati in coda ai semafori o in cerca di parcheggio ci sentiamo davvero fortunati!

Il costo può varia re dai circa 1300 ai 2500 euro a se modello, della ca conda del sa produttrice, de lle dotazioni acce antipioggia, peda ssorie (capotta lata assistita, segg iolini per bimbi pi sembrare tanto, ccoli). Può ma se si pensa al prezzo dell’assicu bollo, della manut ra zione, del enzione e della be nzina, si vede be dell’equivalente de ne che si tratta i costi di gestione di un’utilitaria pe r un anno. Ecco alcuni siti su cui farsi un’idea del prodotto: bakfiets.nl: i cla ssici bakfiets olan de si, produzione tu grande robustez tta in loco, za e affidabilità; bakfietsen.com : da poco sul mer cato i bakfiets Ba design più moder bboe hanno un no rispetto ai prec edenti e un prez Io ho acquistato zo più accessibile il Babboe a due . ruote senza peda spezialcycle.it: la ta assistita; se abitate in zona e vo le Lorenzo di Spez te vederle dal viv ial Cycle a Bolog o, da na trovare alcuni delle due case pr dei modelli oduttrici di cui so pra, oltre alla cla bike (christianiab ssica Christiania ikes.com), al gioi ello Nihola (nihol all’italianissima Bi a.com) e cicapace (bicicap ace.com).

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Pronto Soccorso Naturale I rimedi da mettere in valigia per far fronte ai piccoli e grandi problemi di salute in vacanza e in viaggio Vincenzo Valesi

I

l dottor Vincenzo Valesi, autore del long seller I Rimedi Naturali del Medico di Famiglia (Macro Edizioni), ci consiglia come utilizzare rimedi naturali da portare in viaggio per far fronte alle emergenze durante le vacanze estive: scottature, punture d’insetti, stipsi, sangue al naso, ematomi e tanto altro! N.B. Dosaggi e diluizione dei farmaci omeopatici: salvo diversa indicazione sono da intendersi alla 5 CH 3 granuli per 3 o più volte al giorno da sciogliere sotto la lingua, possibilmente a bocca pulita e lontano dal dentifricio.

Affaticamento muscolare

ARNICA MONTANA ELEUTHEROCOCCUS SENTICOSUS TM: 50 gocce x 2 volte al giorno. SANUVIS (acido lattico in accordo di potenza): 60 gtt x 3 prima dei pasti.

Chinetosi

Mal di mare, di macchina, spesso per cause psichiche o ipersensibilità dei recettori labirintici dell’orecchio interno.

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COCCULUS: si aggrava in coperta, migliora in cabina. PETROLEUM: migliora col calore e succhiando caramella o biscotto. TABACUM: migliora sul ponte della nave COCCULUS HEEL: 10 gocce x 3. COCCULUS HOMACCORD: 10 gocce x 3.

Congiuntivite

Occhio arrossato, senso di bruciore, lacrimazione. ALLIUM CEPA con lacrimazione che non irrita. ARGENTUM NITRICUM secrezione muco purulenta con dolori tipo fitta e tendenza alle ulcerazioni. CROTON TIGLIUM con intolleranza alla luce. EUPHRASIA con lacrimazione che irrita. KALI SULF mucopurulenta con secrezioni giallastre. PULSATILLA Colliri EUPHRALIA CHAMOMILLA-EUPHRASIA CINERARIA MARITIMA

Contusioni

ARNICA MONTANA

Ematomi

ARNICA

Crampi

CUPRUM METALLICUM MAGNESIA PHOSPHORICA PLUMBUM ai polpacci. SECALE alle estremità (su base circolatoria). SANUVIS (SANUM): 10 gocce x 2-3 al dì. Correzione dello squilibrio idroelettrolitico spesso dovuto a sudorazione copiosa con abbondante idratazione e sali di potassio e magnesio.

Distorsioni

ARNICA traumi in generale. CALC. FLUOR. predisposizione costituzionale. LEDUM NAT. CARB. RHUS TOX distrazione traumatica del legamento. RUTA trauma tendineo-legamentario.


Medicina olistica

Cosa leggere Vincenzo Valesi I Rimedi Naturali del Medico di Famiglia Consigli e terapie per le malattie più diffuse Un prontuario di emergenza da tenere in casa per ogni famiglia, un repertorio terapeutico naturale, un testo che affronta in modo naturale i numerosi problemi e disturbi comuni che in uno studio medico di base sono all’ordine del giorno. Macro Edizioni, 2011

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Febbre

ACONITUM: subito dopo esposizione al freddo, febbre elevata con assenza di sudorazione, paura della morte. BELLADONNA: successivamente, gola secca e rossa sensazione di calore diffuso, pupille dilatate. FERRUM PHOSPHORICUM ACONITUM HEEL: 1 cp x 3. R6: 15 gtt. 3 o più volte al giorno. INVER OTI: 1 cps x 3-4 volte al giorno.

Punture d’insetti

Punture di zanzare e altri insetti, cura e prevenzione: LEDUM. Punture di api: APIS. Irritazione da meduse: APIS; CANTHARIS se vescicole.

Stipsi

ALETRIS: feci dure evacuate con difficoltà. ALUMINA: assenza di stimolo da inerzia rettale, feci morbide e aderenti attaccate all’ano. BRY: feci molto dure, secche, nere, grosse come bruciate, senza tenesmo (spasmo doloroso dell’ano).

GRAPHITES: stipsi, obesità, eruzioni cutanee filanti-crostose. HYDRASTIS: ostinata senza stimolo. LYCOPODIUM: epatobiliare. MAGNESIA MURIATICA: feci “caprine”(come palline che si sbriciolano). NATRUM MURIATICUM: feci caprine (palline secche). PLUMBUM: feci caprine, dolore per spasmo anale. SEPIA: anche quella della donna incinta associata a “pesantezza fetale”. THUYA, SILICEA, SANICULA: feci “timide” a “molla”.

Ustioni

APIS: eritema che si aggrava col calore. ARSENICUM CAUSTICUM CANTHARIS: vescicole. ALOE: gel della foglia localmente. LAVANDA OLIO ESSENZIALE purissimo, localmente.

Chi è Vincenzo Valesi Laureato in medicina, svolge la sua attività professionale in qualità di medico di famiglia, integrando nella pratica clinica di tutti i giorni le conoscenze e gli insegnamenti delle medicine non convenzionali con quelle della medicina accademica classica. Da quasi trent’anni si dedica allo studio e alla pratica delle medicine non convenzionali, tra cui: agopuntura, auricoloterapia, omeopatia, omotossicologia, medicina manuale, podokinesiologia, podologia, riflessologia e iridologia secondo Bourdiol, fitoterapia, medicina estetica biologica, floriterapia, elettroagopuntura secondo Voll. Ha partecipato e continua a partecipare a numerosi seminari e gruppi di studio sulle medicine non convenzionali, in varie parti d’Italia.

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Osteopatia:

la tecnica che riequilibra il corpo I princìpi base di una Medicina olistica adatta a tutte le età Alessandro Verni

L

e basi dell’Osteopatia sono state gettate nel 1874 dal medico americano Andrew Taylor Still, il quale ha inserito in questa nuova Medicina olistica una serie di concetti, nozioni e princìpi che risultano tutt’ora validi e sono senza ombra di dubbio dei capisaldi, inserendosi perfettamente nella filosofia dell’attuale disciplina. Grazie alla continua e assidua ricerca, l’Osteopatia ha ottenuto frutti concreti in campo terapeutico per il benessere psico-fisico ed energetico della persona. La professione osteopatica è orientata essenzialmente verso la persona e in questi 140 anni di esistenza si è sviluppata migliorando ed estendendo i suoi procedimenti di valutazione e trattamento, che sono fondati su 3 concetti e princìpi di base: 1. il riconoscimento di un’unità dinamica del corpo umano; 2. la struttura governa la funzione e la funzione crea la struttura; 3. la guarigione deriva da modifiche interne specifiche della persona.

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L’unità del corpo è la base della concezione osteopatica, che comprende la struttura, l’emozione e la spiritualità trascendentale attiva e pensante; quindi il corpo è un’unità biologica, le cui parti formano un tutto che va ben oltre la semplice aggregazione delle singole parti. Inoltre questa unità è strettamente correlata all’ambiente, ai rapporti interpersonali e all’universo: la sofferenza del paziente genera una scissione o alienazione del legame con l’ambiente, mentre una unità biologica in buona salute ritrova l’armonia e la possibilità di interazione. Questa unità dinamica si esplica attraverso il secondo principio: il mantenimento di una buona struttura per avere una buona funzione al fine di garantire la funzionalità del sistema nervoso e circolatorio, poiché essi assicurano la comunicazione interdipendente dell’intero organismo: uno comanda e l’altro nutre, sebbene uno comandi anche la nutrizione e l’altro nutra anche il comando. L’Osteopatia non ha altra pretesa

che quella di eliminare gli ostacoli meccanici, strutturali alle vie di comunicazione liquide e nervose. L’osteopata sa intervenire su tutti i tessuti dell’intelaiatura per consentire la comunicazione ottimale tra i sistemi; egli opera per lasciare le vie libere dalle tensioni, compressioni o alterazioni meccaniche. La relazione tra struttura e funzione è in realtà tra struttura e vie di comunicazione, infatti se un vaso sanguigno è compresso da una restrizione meccanica, il sangue può irrorare meno bene un nervo, il quale a sua volta porterà meno bene i messaggi e gli organi recettori dei messaggi non avranno la possibilità di svolgere la loro funzione di attivatori o controllori del sistema. A questo punto entra in gioco il terzo principio dell’Osteopatia: nella misura del funzionamento perturbato, il sistema attiverà dei meccanismi di segnalazione e autoregolazione che possono spesso dare origine a compensi e adattamenti finché non s’interviene per risolverli. Il perpetuarsi e il concatenarsi


Medicina olistica

Lo scopo dell’Osteopatia non è curare una patologia, ma una persona sofferente su tutti i piani della sua esistenza

degli effetti negativi generano delle disfunzioni che sfociano in schemi patologici che troppo spesso vengono etichettati come “senza causa”. L’Osteopatia cerca di risalire alla causa e, una volta eliminati gli ostacoli strutturali alle vie di comunicazione, confida nella capacità di ognuno di noi di trovare i propri rimedi. Noi non aggiungiamo né togliamo nulla alla “farmacia di Dio”, semplicemente ne sgombriamo l’accesso. La possibilità di autoguarigione del corpo è uno dei 3 aspetti che intervengono nella capacità di lottare contro vari stati morbosi. Quindi autoregolazione, autodifesa e autoguarigione sono imputati a preservare o a riportare l’equilibrio a vari livelli, dove l’autoregolazione è la condizione stessa della stabilità in un ambiente mutevole (capacità di adattamento al cambiamento sempre più frenetico di ciò che ci circonda e dei ritmi della nostra vita), l’autodifesa è la tendenza a combattere l’aggressività dell’ambiente, e l’autoguarigione ristabilisce lo stato di salute laddove l’autodifesa è stata sopraffatta. Pertanto questa unità dinamica biologica modifica il pro-

prio funzionamento per garantire la stabilità necessaria alla vita, compensando alle mancanze, organizzandosi nella carenza ed eliminando i diversi impedimenti. Il principio che la guida è cambiare per mantenere tutto uguale.

Una disciplina per tutti

Lo scopo dell’Osteopatia non è curare una patologia, ma una persona sofferente su tutti i piani della sua esistenza: s’integra molto bene con le cure mediche allopatiche (non ne è a priori un pregiudizievole antagonista) e si propone in modo estremamente soddisfacente nelle disfunzioni dove la morfologia della struttura abbia conservato la capacità di reversibilità o di cambiamento, sia che sia causato da un evento post-traumatico, post-chirurgico, posturale o somatoemozionale. Da tutto ciò si evince che l’osteopata inizia con il trattare i neonati – dai problemi posizionali intrauterini o durante il parto – (non dimentichiamo, infatti, che il parto è forse il trauma più intenso in condizioni naturali che tutti abbiamo affrontato); e ancor prima può portare beneficio alle donne gravide e nel periodo

del post-parto. Grande rilievo al trattamento osteopatico è rivolto ai bambini nelle varie fasi di sviluppo (processo evolutivo della struttura, della colonna vertebrale o anche dell’apparato ortodontico e craniofacciale, oltre a quello cognitivo). Molto interessante è l’intervento sugli sportivi, sull’adulto in generale e non meno importante nella terza e quarta età (proprio per il fatto che utilizzando tecniche fasciali, quindi dolci, si trattano i tessuti anche quando la struttura ossea presenta una rarefazione severa). Si può concludere, quindi, che l’Osteopatia interviene dall’inizio alla fine; infatti è stato scritto dai pionieri di questa medicina: «L’Osteopatia non ha limiti, i limiti sono solo dell’osteopata».

Cosa leggere Francois Le Corre Serge Toffaloni Iniziazione all’Osteopatia Edizioni Mediterranee, 2009 Paul Masters Osteopatia Red Edizioni, 2004 Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 974 001

Alessandro Verni Alessandro Verni D.O. – m.R.O.I., è Osteopata, membro del Registro Osteopati d’Italia e della Federazione Europea degli Osteopati. Ha conseguito il Diploma ISEF a Bologna e il Diploma di Massofisioterapista triennale a Bologna.

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La psoriasi e le terapie naturali Curarla con l’alimentazione, gli oli ad uso esterno, l’omotossicologia e l’omeopatia

Valerio Pignatta

L

a psoriasi è una malattia della pelle che si manifesta con papule e placche eritematose molto ben delimitate ricoperte di pelle squamosa. La gravità del fenomeno può variare da pochi punti di desquamazione di tipo forforoso a lesioni su tutto il corpo, con desquamazione che provoca sanguinamento. A volte è presente il prurito e, in circa la metà dei casi, oltre a essere colpite zone più comuni come il cuoio capelluto, i gomiti, le ginocchia o la schiena ne sono interessate anche le unghie. Per chi è affetto da questa malattia la quotidianità diventa difficile da vivere serenamente. La psoriasi, nelle sue varie forme (tra cui l’artrite psoriasica con interessamento delle articolazioni), è una delle malattie più antiche dell’umanità, assume andamento cronico, tende a diffondersi su varie parti del corpo, ma non è trasmissibile.

La pelle

La pelle è il nostro organo più esteso. Ci protegge dalle influenze esterne, svolge un ruolo importante nel sistema immunitario, nella regolazione termica e ha anche altre numerose

44 ViviConsapevole - Estate 2013

funzioni. Essa normalmente si rigenera ogni ventotto giorni. Nel caso della psoriasi essa cerca invece di rinnovarsi ogni tre o quattro giorni. Il derma quindi produce nuove cellule a un ritmo allarmante; queste migrano in superficie come dovrebbero, ma non sono ancora completamente formate per tutte le loro funzioni, mentre quelle vecchie non si sono ancora staccate del tutto. L’area di superficie allora si arrossa e s’infiamma sollevandosi e diventando squamosa.

Le cause

Per la medicina ufficiale le cause della genesi di questa patologia non sono ancora note, sebbene siano stati riscontrati legami con una presenza eccessiva di lipidi nel sangue (la cui diminuzione porta a miglioramenti). Ci sono tuttavia degli studi che hanno iniziato a mettere in correlazione la psoriasi con la condizione del tratto digerente e intestinale e che considerano la manifestazione cutanea solo come la punta dell’iceberg di una


Medicina olistica

PSORIASI: LE CU R EN

ATU RALI

• alimentazione corretta basata al l’80% su cibi alca • supplementazio lini ni di vitamina D • applicazione es terna come l’olio di semi di ribes ne mosqueta del Cile ro, l’olio di rosa • terapia enzimat ica con integrator i (ad esempio Reg integrare con cib azym plus) da i ricchi di enzimi come papaia o an • creme a base anas di centella asiatic a per uso estern • garze con infu o so di centella in forma di T.M. • rimedi immunol ogici e farmaci fa vorenti la funzione cioè Lycopodium del fegato e compositum (1 fia la a giorni alterni), H complex (20 go oppure Bio cce al giorno)

disfunzione a livello di assimilazione dei cibi. Secondo alcuni medici, infatti, il tutto partirebbe da un assottigliamento delle pareti intestinali che, contestualmente, aumentano di porosità. Quando ciò accade, le sostanze tossiche che dovrebbero essere eliminate dall’organismo filtrano invece nel sistema linfatico e invadono il flusso sanguigno. Fegato e reni cercano quindi di purificare il sangue eliminando queste tossine. Man mano che il tempo passa, però, l’accumulo di elementi tossici diventa inevitabile e quando fegato e reni non riescono più a compiere la maggior parte del lavoro entra in moto la pelle, l’altro sistema di purificazione che abbiamo. L’aiuto al fegato in sovraccarico comporta l’eliminazione di tossine attraverso la pelle, sotto forma della malattia epidermica conosciuta come psoriasi. Secondo questa teoria, il tutto partirebbe da un cattivo funzionamento dell’impermeabilità intestinale il cui indebolimento potrebbe essere dovuto a motivi come scarsa eliminazione, vertebre non allineate, alimentazione non appropriata, scarsa idratazione dell’organismo, emozioni negative, fattori ereditari.

La dieta e altre cure naturali

Rispetto a quest’eziologia, utilizzando una dieta adatta a ripristinare le normali funzioni intestinali e il rafforzamento delle sue pareti si ottengono buoni risultati nell’attenuazione e talvolta guarigione della malattia. Normalmente si ritiene che una dieta che consista, in proporzione, di un 80% di cibi alcalini e di un 20% di cibi acidi sarebbe ottimale. Altre cure naturali che vengono utilizzate e che hanno dimostrato una certa efficacia sono le supplementazioni di vitamina D in dosi abbastanza consistenti. La vitamina D infatti è quella vitamina che sintetizziamo dall’esposizione alla luce solare, luce cui l’uomo moderno si espone sempre meno dato che conduce la maggior parte della sua vita e attività in ambienti chiusi. Sembra comprovato che una dose maggiore di vitamina D nell’organismo giovi contro la malattia psoriasica. Un altro aiuto può venire anche dall’uso di oli vegetali in applicazione esterna come l’olio di semi di ribes nero, l’olio di rosa mosqueta del Cile e altri. Una terapia enzimatica sarebbe del pari utilissima in questi casi. Gli enzi-

mi sono sostanze vitali (proteine) che fanno da starter per diverse funzioni nell’organismo (biocatalizzatori). Se ne conoscono attualmente circa 3000 tipi diversi e insieme a vitamine e minerali sono in grado di far ripartire un metabolismo interrotto o di riparare altre disfunzioni organiche. I prodotti in commercio sono solitamente la combinazione di diversi enzimi vegetali (come ad esempio il Regazym plus). Gli enzimi andrebbero assunti anche per due-tre mesi prima di vedere dei risultati. Del resto, ci si può aiutare assumendo enzimi con l’alimentazione, per esempio con cibi come la papaia e l’ananas che ne sono ricchi. Da ultimo, come terapie naturali, possiamo segnalare i noti accorgimenti della fitoterapia e dell’omotossicologia. Ad esempio, secondo il dottor Vincenzo Valesi, una crema a base di Hydrocotyle asiatica o centella asiatica può contribuire ad attenuare l’arrossamento doloroso prodotto dalle esquamazioni della psoriasi. In alternativa si possono usare compresse (cioè garze) preparate con infuso di centella in forma di tintura madre, 10 gocce per 3 volte al giorno. Il Thalamus compositum, che nella

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Medicina olistica sua composizione contiene AMP ciclico la cui diminuzione è correlata a un’insufficiente capacità delle cellule di differenziarsi e maturare (1 fiala sublinguale a giorni alterni) è, sempre secondo Valesi, un ottimo supporto interno. Infine nel suo libro I rimedi naturali del medico di famiglia, Valesi sostiene (tra i molti altri rimedi consigliati) la necessità di sostenere l’organismo con importanti rimedi immunologici e farmaci favorenti la funzione del fegato e cioè Lycopodium compositum (1 fiala a giorni alterni), oppure Bio H complex (20 gocce al giorno).

Psoriasi e psiche

Un discorso a parte che va comunque fatto nella psoriasi è quello psicosomatico. Questa è infatti una delle poche malattie per cui anche la medicina ufficiale riconosce una forte componente di tipo psicoemotivo e stressorio. Se non vogliamo scomodare e approfondire le nuove teorie di R.G. Hamer, secondo le quali la psoriasi è una forma speciale di dermatite in cui si sovrappongono nelle stesse aree del corpo due conflitti di separazione che non si trovano sincronizzati nel tempo (uno può trovarsi in fase attiva di conflitto – desquamazione della pelle – e l’altro nella fase di soluzione – arrossamento della pelle), possiamo però chiarire la situazione dello psoriasico dal punto di vista psicologico. La pelle è l’organo attraverso il quale noi abbiamo relazioni con gli altri e con il mondo esterno. L’ispessimento della pelle che avviene nello psoriasi-

46 ViviConsapevole - Estate 2013

Alcuni studi hanno iniziato a mettere in correlazione la psoriasi con la condizione del tratto digerente e intestinale

co sembra essere la creazione di una barriera di protezione isolante: secondo questa visione si tratta della paura di stabilire relazioni che potrebbero poi interrompersi provocando dolore e sofferenza a livello emotivo. Secondo la medicina tradizionale cinese la psoriasi è invece una reazione correlata alla rabbia e quindi al fegato (questo corrisponderebbe a livello fisiologico con la visione legata alla carenza di funzionalità intestinale di cui abbiamo detto). Sta al paziente iniziare un percorso di approfondimento degli aspetti interiori e risalire la china della guarigione e della riappacificazione con se stesso.

Cosa leggere John Pagano Guarire la psoriasi Un metodo naturale Macro Edizioni 2003

Massimo Bianchessi Come sono guarito dalla Psoriasi La cura che funziona: facile, naturale, economica Età dell’Acquario, 2011

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Valerio Pignatta Laureato in Scienze Politiche all’Università di Pavia e laureato in Storia all’Università di Genova, lavora come traduttore, redattore e collaboratore di riviste e case editrici, fra cui il Gruppo Editoriale Macro. Ha pubblicato diversi articoli su periodici nazionali inerenti al rapporto salute/ambiente e testi divulgativi di medicina naturale. Ha scritto, inoltre, testi di storia per l’editoria scolastica, nonché ricerche storiche per istituti universitari. Attualmente prosegue la sua attività di ricerca e studio dedicandosi alla storia delle religioni e della medicina. Vive con la famiglia sul Monte Amiata all’insegna della descrescita, della sobrietà volontaria e della condivisione comunitaria.


Fiori di Bach

Walnut “spezza incantesimi”

il fiore del cambiamento Romina Santoli

B

ach afferma che ciascuno di noi ha dei “difetti essenziali” che sono insiti nella nostra natura e fanno parte integrante di noi; questi però possono essere corretti o peggiorati secondo l’educazione ricevuta e le esperienze vissute, poiché tutto ciò che ci accade, ogni nostro pensiero, lascia una traccia nella psiche profonda formando il carattere. Fin da piccoli manifestiamo delle tendenze, dei talenti che sono lo specchio della nostra natura più autentica, se durante il nostro percorso di vita ci allontaniamo troppo da essi, perdendo la capacità di sentire ed entrare in contatto coi nostri veri bisogni, spesso il sintomo o il disturbo fisico può essere il modo che ha il corpo di comunicarcelo. Nel “difetto essenziale” la persona non ha altro che la sua migliore qualità vissuta in maniera distorta: può essere l’arroganza, la debolezza di carattere, l’egoismo ecc.; il proprio difetto è come una lente che distorce la realtà creando dei comportamenti non idonei. La vibrazione data dal fiore corrispondente a tale difetto permette di “riarmonizzare” liberando di nuovo la qualità positiva. I fiori transitori non hanno nessun tipo psicologico ma sono adattabili alle situazioni e al contesto. “Walnut”, il noce, un grande albero originario dell’Asia, grande e maesto-

so con radici profonde che fiorisce da aprile a fine maggio, è un fiore transitorio. È il fiore del passaggio utile quando la persona sa ciò che vuole ma vive una sorta di resistenza ad attuare il cambiamento dovuta all’influenza altrui o alla paura del nuovo. Dà sicurezza quando ci si trova in uno stato di confusione e incertezza, nei momenti di passaggio Walnut aiuta a tagliare i legami che tengono ancorati a vecchi schemi per chi deve definire tutto prima di affrontare un cambiamento, per chi si lascia influenzare dagli altri e non porta avanti il proprio progetto di vita ma anche per persone pioniere in ciò che fanno e creative che non riescono a concretizzare a causa d’influenze esterne. Bach lo chiama “spezza incantesimi” in quanto aiuta nelle situazioni in cui ci si sente intrappolati, consentendo di procedere nei nuovi passi che la vita richiede. Walnut produce cambiamenti concreti, aiutando a congedarsi dal passato.

Fiore di Bach “Walnut” Walnut stock 5 ml Soluzione madre Remedia erbe Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 974 001

Walnut è utile nei bambini che attraversano fasi di cambiamento come: dentizione, svezzamento, entrata all’asilo, nascita di un fratellino, trasferimento in altra scuola; è inoltre adatto al bambino che tende a somatizzare le tensioni nell’ambiente familiare. È un ottimo rimedio per chi è esposto a inquinamento elettromagnetico, nei cambi climatici, nelle metereopatie e nei cambi di altitudine.

Romina Santoli Naturopata, art therapist, trainer SIAF, presidente SIAF regione Emilia-Romagna. Tiene corsi intensivi sui fiori di Bach per ogni ordine e grado, tiene seminari esperienziali sullo studio e le dinamiche legate all’energia del femminile. Docente della scuola triennale in counselling teatrale e lettura del volto presso l’associazione “ArtinCounselling”. Il suo studio di naturopatia offre consulenze e percorsi personalizzati volti al miglioramento e alla crescita personale e consulenze di naturopatia per la donna in gravidanza. Per contatti 3394803738 romina.santoli@gmail.com

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Il fungo

dell’immortalità Le straordinarie proprietà del Ganoderma Lucidum o Reishi Tiziana Lugli – Erbavoglio

L’

uso dei funghi medicinali come alimenti o integratori sta diventando sempre più diffuso poiché numerose ricerche scientifiche moderne hanno confermato il loro effetto benefico a livello organico. In particolare la maggior parte dei funghi medicinali agisce, ognuno in maniera specifica ma tutti in generale, su: • metabolismo glucidico e lipidico; • chelazione dei metalli pesanti; • riequilibrio del sistema immunitario; • antagonismo delle spinte anomale di crescita cellulare. Nella tradizione medica cinese i funghi sono stati sempre impiegati sotto forma di the, bevanda, capsule; per tutte le preparazioni si usava la polvere dei funghi. Tra i funghi più utilizzati compare il Ganoderma Lucidum o Reishi. Fungo parassita o saprofita, non commestibile per il suo sapore amaro e la consistenza legnosa, cresce solitario dalla primavera all’autunno su ceppi di quercia o castagno. I suoi colori variano dal rosso al quasi nero. Ha un caratteristico aspetto lucido, laccato, da cui il nome latino “lucidum”. È annoverato tra le dieci sostanze terapeutiche naturali più efficaci.

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Conosciuto da più di tremila anni, tradizionalmente assunto sotto forma di decotto da imperatori cinesi e giapponesi, il Reishi era considerato il tonico di elezione per prolungare la vita senza invecchiare, per aumentare concentrazione e memoria, per rinforzare il cuore e l’energia vitale (QI). Veniva chiamato anche fungo dell’immortalità, erba della potenza spirituale, fungo dei diecimila anni. Oggi, invece, viene anche chiamato il fungo dei bambini perché è molto efficace a livello sia preventivo che terapeutico su tutte le patologie caratteristiche dei bambini a carattere infiammatorio (otiti, tracheiti, faringiti, bronchiti…) e virale (virus influenzali). Ancora oggi è coltivato e utilizzato in polvere, decotti acquosi o capsule, per le sue proprietà farmacologiche naturali. Agisce, infatti, come regolatore delle funzioni organiche ed è utilizzato per la prevenzione dell’ipertensione, problemi di fegato e cardiovascolari, allergie, colesterolo, dolori articolari ecc. Il Reishi da molti anni, soprattutto in Oriente, è prescritto correntemente per supporto, a lungo termine, della funzione immunitaria. Recenti esperienze cliniche hanno confermato le

straordinarie proprietà antinfiammatorie di questo fungo che si è rivelato utile in patologie infiammatorie croniche anche molto complesse come l’artrite reumatoide. Possiamo quindi dire che l’assunzione di Reishi ci consente di ripristinare e ottimizzare il nostro sistema immunitario. Il Reishi è composto principalmente da carboidrati complessi chiamati polisaccaridi, capaci di potente stimolo immunologico; sali minerali come ferro, zinco, rame, manganese, magnesio, potassio, calcio, germanio. Presenta dosi di vitamina B, folina e conta ben17 amminoacidi tra cui tutti gli essenziali. Ha quantità di steroli come precursori ormonali, adenosina e triterpeni con azione adattogena e in particolare con proprietà antiipertensive e antiallergiche. Inoltre, riduce il rilascio d’istamine, possiede un’azione simile a quella del cortisone capace di ridurre l’infiammazione di pelle e mucose. Assicura al nostro corpo una buona ossigenazione, grazie alla presenza di Germanio, minerale importante anche nei casi di asma, che, presente in grandi quantità, ha un’azione ossigenante dei tessuti e del sangue, ha effetti antidolorifici (è usato anche per migliorare la gestione degli effetti collaterali della radio e della che-


Medicina olistica

mioterapia), stimola la produzione di interferone contro infezioni virali, batteriche e parassiti intracellulari. Il Reishi modula il sistema immunologico, tonifica il cuore e aumenta la resistenza fisica, supporta il fegato come disintossicante, svolge, infine, un’azione distensiva sul sistema nervoso aiutando a eliminare stress

senza ridurre la concentrazione. In conclusione, i funghi adattogeni come il Reishi ci aiutano a predisporci a un processo di auto guarigione senza peraltro causare nessun effetto secondario collaterale ma, al contrario, offrendoci un valido aiuto nel potenziamento delle nostre difese immunitarie.

Tiziana Lugli – Erbavoglio Erborista ricercatrice, Tiziana Lugli è titolare di Erbavoglio Production; dedica tutta la sua volontà, passione ed esperienza all’ideazione e formulazione di fito-specialità d’avanguardia per il naturale mantenimento dell’equilibrio, dell’armonia e della bellezza dell’organismo, per soddisfare tutte le richieste di chi è sempre attento all’utilizzo di prodotti estremamente puri e naturali. Il benessere psicofisico è il risultato di una precisa e delicata sinergia di molteplici fattori, che può dare i migliori risultati, se viene aiutata e stimolata da prodotti mirati ed efficaci. Lo scopo principale di Erbavoglio è il desiderio di poter recuperare valori antichi e metodologie che hanno reso l’uomo capace di sentirsi in armonia con la natura, creando un comportamento che dia un senso migliore alla vita.

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La bibbia

degli oli essenziali Scopri come curarti con i profumi della natura La Redazione

E

sperto di fama internazionale nel campo dell’aromaterapia, autore di numerosi libri di successo, creatore di prodotti e trattamenti venduti in oltre 30 nazioni, Luca Fortuna ha sviluppato una serie di tecniche uniche e innovative, frutto di lunghi studi e dell’esperienza accumulata. Impegnato in corsi e seminari, attivo nella divulgazione dei benefici derivanti dall’impiego di prodotti naturali, ci parla del libro di Danièle Festy La mia bibbia degli oli essenziali, recentemente uscito in edizione italiana da Sonda Edizioni. È in uscita l’edizione italiana della “Mia bibbia degli oli essenziali” di Danièle Festy, del quale sei il curatore, un’esperienza nuova? È stata la prima volta in veste di curatore e non di autore e mi sono divertito molto. L’aromaterapia francese vanta una lunga tradizione e costituisce uno dei quattro approcci fondamentali all’utilizzo degli oli essenziali. Nel nostro Paese questa metodica non è molto diffusa, per questo ho accettato di curarne l’edizione italiana. Quali sono le caratteristiche di questo libro? Il testo rappresenta anni di studio e

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pratica dell’autrice, un’aromaterapeuta francese molto conosciuta in patria. Grande merito di questa pubblicazione è quello di rendere immediatamente disponibile i benefici dell’aromaterapia, attraverso numerose ricette di facile realizzazione ed applicazione. A chi consigli la lettura di questo libro? Questo testo è particolarmente utile per chi si avvicina alla pratica dell’aromaterapia e desidera approfondire la scuola francese. Quali sono i cardini della scuola francese di aromaterapia? L’aromaterapia francese è incentrata sull’impiego terapeutico degli oli essenziali e sull’importanza della scelta delle materie aromatiche. Si tratta di un approccio molto tecnico e preciso, che non lascia spazio all’improvvisazione. Ci sono anche consigli pratici? Nel libro ci sono diverse ricette, facili e alla portata di tutti, per realizzare in casa semplici, ma efficaci, prodotti di trattamento per i disturbi di salute più comuni. Qualche avvertenza? Quando ci si accosta a questa disciplina è importante tenere sempre a mente che solo un uso appropriato

degli oli essenziali può evitare complicazioni ed effetti collaterali, poiché naturale non è sinonimo di sicuro. A chi è possibile rivolgersi per avere un parere professionale? Agli aromaterapeuti professionisti, che hanno studiato aromaterapia per almeno tre anni approfondendone i vari aspetti applicativi. Come definiresti l’aromaterapia, l’uso dei profumi per stare bene? Il potere degli oli essenziali non si limita alla sfera della psiche, ma coinvolge lo star bene, il corpo, le funzioni fisiologiche, il metabolismo e in generale la condizione di salute. I profumi della natura, gli oli essenziali prodotti dalle piante, sono a tutti gli effetti profumi che curano. Non resta quindi che invitare alla lettura di questo libro, hai un’ultima raccomandazione per i nostri lettori? Scegliere un prodotto di qualità, evitando di lasciarsi tentare da super offerte e promozioni eccezionali. Gli oli essenziali sono un dono meraviglioso che ci viene fatto dalla Natura. Tentare di ricostruire in laboratorio questo incredibile dono è pura follia. La scienza non può replicare quello che Natura


La Mia Bibbia degli Oli Essenziali

crea, al più può fornire dei pallidi e sbiaditi sostituti, che poco o nulla hanno dell’originale. Le più moderne ricerche dimostrano come i composti chimici sintetici, fabbricati per essere “uguali”, non solo non producano gli effetti benefici che dovrebbero produrre, ma nella stragrande maggioranza dei casi siano inefficaci, pericolosi e tossici. La prima cosa da fare è quindi quella di selezionare un vero e autentico olio essenziale.

Sonda Edizioni, 2013

Danièle Festy è una delle maggiori esperte di aromaterapia a livello mondiale. Nella sua professione di farmacista, ha avuto a che fare con pazienti di tutti i tipi: come Claire, vittima di un’emicrania martellante: «Louis sta mettendo i primi dentini, stanotte non ho chiuso occhio. Ho un cerchio alla testa! Non so come arriverò a stasera». «Lo so io», le rispose Danièle. «Il mio libro fa al caso tuo: La mia bibbia degli oli essenziali. Per ogni singolo disturbo, indica l’olio essenziale più efficace per porvi rimedio, persino con i dosaggi esatti da proporre al farmacista per un vero e proprio “farmaco su misura”. E poi è ricco di informazioni su tutti gli oli essenziali e vegetali, su come raggiungere il benessere di corpo e mente...». «Lo compro subito!», disse Claire sorridendo.

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Amici a 4 zampe...

curarli naturalmente Le medicine non convenzionali per affrontare disturbi e malattie dei nostri compagni animali

M

entre le medicine non convenzionali (MNC) rappresentano una realtà sempre più diffusa per l’uomo, per quanto riguarda gli animali invece stentano a decollare, nonostante gli animali generalmente rispondano meglio delle persone, come ho potuto costatare personalmente in decenni di esperienza e come affermano i veterinari che curano con le MNC. È vero che la diagnosi non convenzionale è più difficile da effettuare negli animali perché non possono descrivere i loro disturbi e stati d’animo, perciò chi cura l’animale con le MNC dev’essere bravo a intuire, nonché conoscere bene gli animali ed essere capace di leggere quei piccoli segni che spesso raccontano più di quello che gli animali potrebbero raccontare a voce. E chi è riuscito ad adottare questo approccio è stato premiato con straordinari successi. Le MNC comprendono decine di discipline che spesso sono molto diverse tra loro. In questo spazio non sarà possibile né citarle né affrontarle tutte, perciò faremo una scelta che per coerenza riguarderà quelle che hanno permeato la mia esperienza diretta. Mi scuso fin d’ora con gli operatori delle discipline che sono rimaste escluse.

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Omeopatia

Come per l’uomo, l’omeopatia è la MNC più praticata per gli animali. Per omeopatia intendo principalmente quella unicista che usa cioè un rimedio alla volta, quello più simile al quadro dei sintomi mentali, energetici e fisici. Il suo vantaggio è che si possono ottenere risultati eccezionali con poche somministrazioni, però l’individuazione del rimedio richiede una buona preparazione ed esperienza. Al contrario, i rimedi omeopatici complessi sono di facile utilizzo, ma secondo la mia esperienza si possono ottenere risultati migliori con gemmoderivati di buona qualità. È proprio in veterinaria che l’omeopatia mostra tutta la sua superiorità rispetto alla medicina ufficiale, guarendo malattie e problemi per i quali non esistono farmaci efficaci. In seguito sono elencati alcuni rimedi omeopatici di facile utilizzo con le loro indicazioni e caratteristiche. Aconitum 200 CH Sintomi guida: violenta e improvvisa comparsa dei sintomi che insorgono con vento freddo o clima freddo-secco. Febbre elevata con polso frequente, duro, pieno e assenza di sudore.

Hubert Bosch

Altri sintomi: sequele di paura o di uno spavento. Sete insaziabile di acqua fredda. Aggravamento del dolore da pressione (nello sdraiarsi sul lato dolente o a essere toccato). Dolori insopportabili. Quando usare: per tutti i disturbi che arrivano come un fulmine a ciel sereno: infezioni con febbre alta, coliche, traumi agli occhi, colpo di sole. Somministrazione: generalmente ne basta una, eventualmente ripetere dopo qualche ora se il miglioramento non procede velocemente. Arnica 30 CH Rimedio specifico per tutti i tipi di traumi: ferite, fratture, contusioni, slogature, incidenti, operazioni ecc. Accelera i processi di guarigione, ha un’azione antinfiammatoria, evita infezioni (anche il tetano). Dopo il parto favorisce la ripresa ed evita infezioni. Somministrazione: a seconda della gravità, da 1-3 volte al giorno per poi diminuire le somministrazioni al ridursi dei sintomi. Belladonna 200 CH Sintomi guida: calore, dolore e rossore. Ipersensibilità al tatto, alla luce e al rumore. Agitazione, delirio, allu-


Medicina olistica cinazioni. Febbre elevata con polso frequente, duro e pieno, ma a differenza di Aconitum, l’animale suda. Altri sintomi: sequela di spavento o di un evento in cui l’animale si è bagnato. Testa calda ed estremità fredde, muso secco. Pupille dilatate. Quando usare: malattie infettive con febbre alta, infiammazioni articolari, mastiti. Somministrazione: il prima possibile, da ripetersi quando lo stato generale peggiora nuovamente (la febbre sale di nuovo), fino alla guarigione.

Gemmoderivati

Anche se non sono molto usati, i gemmoderivati sono a mio avviso i rimedi più adatti per i disturbi cronici degli animali. A differenza del rimedio omeopatico è piuttosto facile individuare quelli adatti al caso. Curano gli stessi problemi in cui si sono dimostrati efficaci per le persone. Negli animali si può dare la dose giornaliera in un’unica somministrazione, il che facilita l’utilizzo. Il dosaggio dipende dal peso e va da mezza goccia a una goccia per ogni kg di peso corporeo, diluito in un po’ d’acqua e spruzzato nel cavo orale. In seguito troverete indicate le proposte di miscele che si sono dimostrate molto utili in alcuni disturbi: Ansia Tilia tomentosa, Ficus carica, Crataegus oxyacantha, Ziziphus jujuba gemme. Artrosi Ribes nigrum, Pinus montana, Vitis vinifera, Ampelopsis veitchii, Rubus fructicosus.

Astenia Prunus spinosa, Ribes nigrum, Quercus pedunculata gemme, Hippophea rhamnoides. Coadiuvante per tumori Buxus sempervirens, Alnus incana, Viscum album, Vitis vinifera gemme, Vaccinium vitis idaea. Dermatite Ulmus campestris, Cedrus libani, Juglans regia, Rosmarinus officinalis, Ribes nigrum.

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Fiori di Bach

Sono facili da usare e procurano ottimi risultati, in particolare in situazioni di emergenza e nei disturbi dove c’è una forte componente psico-emotiva, come succede frequentemente negli animali da compagnia che somatizzano le tensioni ed emozioni dei loro padroni. La scelta dei fiori è un po’ più difficile da effettuare negli animali perché i loro comportamenti vanno interpretati correttamente. Per questo sarebbe auspicabile avere a disposizione miscele di fiori adatti a situazioni “standard”, come per esempio il Rescue, il Rimedio di Emergenza – sviluppato direttamente dal dottor Bach per intervenire in qualsiasi situazione di emergenza, può essere usato con grande beneficio anche negli animali. Il dosaggio dei fiori di Bach è da 2-4 gocce, da 2-4 volte al giorno. Leggi l’articolo completo su bit.ly/Animali-rimedi

Hubert Bosch Fondatore di una comunità spirituale che pratica l’autosufficienza nelle Alpi austriache ha scritto diversi libri sui temi legati all’autosufficienza. Nel 1978 inizia a occuparsi di cosmesi naturale. La vita lo porta in Italia dove conosce Lucilia Satanassi e inizia una nuova bellissima avventura dedicata alla Natura e alle piante. Insieme hanno fondato Remedia, azienda erboristica situata sull’Appennino Romagnolo.

Muriel Levet

Guarire con l’Apiterapia

Miele, polline, pappa reale, propoli, apipuntura: scopri gli straordinari poteri benefici delle api Dobbiamo salvare le api che ci guariscono. Sì proprio così, ci guariscono grazie al miele e a tutti gli altri prodotti dell’alveare. L’autrice ci presenta tutti i tipi di miele e le loro eccezionali proprietà medicinali descrivendo il lavoro dell’apicoltore che sa intrappolare il polline, con i suoi eccezionali composti proteici (non meno di otto amminoacidi, ideali per la salute e le difese immunitarie), ma anche raccogliere la pappa reale, ovvero il latte delle api, senza nuocere agli insetti che, con il suo abbondante contenuto di vitamina B5, è tanto ricercata poiché favorisce la formazione degli anticorpi, diminuisce i tassi di colesterolo, cura l’artrite, riduce l’acidità di stomaco… Libro – Pag. 112 – Prezzo € 9,80

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Dislessia, che fare? Quando leggere, scrivere e far di conto è un problema: come aiutare il bambino dislessico Rossella Grenci

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Bambini e Genitori

I bambini dislessici fanno molta fatica a imparare a leggere e scrivere, eppure la loro intelligenza è nella norma o, addirittura, superiore alla norma

È

un giorno qualunque in una classe qualunque: un bambino è seduto al suo banco mentre guarda la maestra che spiega e scrive alla lavagna. Il piccolo tenta di seguire la spiegazione ma si perde, non riesce a tenere il passo con la lezione, le lettere sulla lavagna sembrano agitarsi, la voce della maestra si confonde con il vociare della classe. Sono bambini come gli altri, che cominciano la scuola con tanta voglia di imparare, con i loro quaderni intonsi, le matite nuove, il grembiulino pulito. Ma cosa succede a questi bambini durante i mesi, gli anni di scuola? Perché quando incominciano a leggere fanno fatica a mettere insieme le lettere e la loro scrittura è spesso illeggibile e piena di errori? Potrebbe essere dislessia.

Disturbo e non malattia

La dislessia è un disturbo molto comune, non una malattia, e riguarda più persone di quanto si creda. Un disturbo che compromette la lettura, a volte anche la scrittura e le abilità matematiche. Le difficoltà più frequenti sono la confusione tra suoni simili (p/b, t/d, f/v) o lettere simili

(p/q, b/d) e la fatica che si manifesta in qualsiasi attività legata alla lettura e alla scrittura. I bambini con tale disturbo fanno molta fatica a imparare a leggere e a scrivere, eppure la loro intelligenza è nella norma o, addirittura, superiore alla norma. La dislessia è dovuta ad una diversa funzionalità cerebrale delle aree deputate alla lettura e alla scrittura. Un bambino che ha avuto un disturbo di linguaggio, anche lieve, è teoricamente più a rischio di essere dislessico, così se c’è “familiarità”, cioè se un altro familiare del bambino ha avuto delle difficoltà a scuola o non è riuscito a ultimare gli studi. Un bambino che a Natale non ha cominciato a leggere e scrivere ha bisogno di un inquadramento diagnostico, per vedere se ha bisogno di un aiuto, per non rimanere troppo indietro e demotivarsi. Ciò nonostante, la diagnosi di dislessia può avvenire solo alla fine del secondo anno di scuola elementare, cioè quando si è completato il periodo di alfabetizzazione. Sicuramente è l’insegnante che deve capire se il bambino mostra dei segnali che potrebbero essere sintomo di dislessia, quindi dovrebbe par-

larne con i genitori che, a loro volta, dovrebbero cominciare un percorso per comprendere di cosa si tratta. Purtroppo non sempre gli insegnanti e i pediatri sono sufficientemente informati e formati sul problema, per cui tendono a procrastinare. Per esperienza diretta legata al mio lavoro di logopedista che effettua diagnosi in un servizio pubblico, consiglio ai genitori di rivolgersi direttamente a degli specialisti, anche se il genitore non dovesse trovare appoggio né negli insegnanti né nel pediatra. Nonostante si senta parlare spesso di dislessia in questi ultimi anni, in Italia il fenomeno appare sottostimato, visto che le diagnosi effettive riguardano ancora un numero molto basso di soggetti (1% della popolazione). In realtà una stima piuttosto approssimativa, dice che circa il 4% degli studenti è dislessico.

L’intelligenza diversa: il pensiero per immagini

Un alunno dislessico rappresenta, all’interno di una classe, una contraddizione, un elemento di eccezione, in quanto la sua difficoltà ad apprendere attraverso la lettura e la scrittura è la conseguenza di un’intelligenza

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Bambini e Genitori diversa, tutt’altro che patologica e che, pertanto, ha bisogno di un particolare percorso didattico, educativo e di attenzione, affinché la scuola non diventi un luogo di sofferenza e costrizione. Per comprendere meglio i bambini dislessici bisogna tener presente che la loro neurodiversità non è da considerarsi solo in negativo. Sicuramente il punto di forza principale del dislessico è dato dal pensiero per immagini. Così come spiega anche Ronald Davis (dislessico dotato e creatore del Metodo Davis) la modalità del dislessico è quella di pensare per immagini non verbali, un pensiero che si svolge alla velocità di 32 immagini al secondo: in un secondo un pensatore verbale (che pensa con le parole) potrebbe avere tra 2 a 5 pensieri (singole parole concettualizzate), mentre un pensatore per immagini ne avrebbe 32 (singole immagini concettualizzate), quindi un numero di pensieri da 6 a 10 volte maggiore del pensatore verbale. Questo significa che le difficoltà di lettura dei bambini dislessici possono essere bypassate da una diversa organizzazione dello studio e dei dati, per esempio attraverso i disegni, le mappe e le nuove tecnologie.

Il sostegno emotivo

Eppure un bambino dislessico non compreso può andare in ansia perché prova la sensazione di sentirsi intelligente e nello stesso tempo incapace di fare una cosa che risulta così semplice ad altri, come leggere. Tutto quanto conferma l’importanza che assume la comprensione del problema da parte della scuola e della famiglia e la personalizzazione delle attività scolastiche, altrimenti s’instaurerà un circolo vizioso di recriminazioni tra bambino, scuola e famiglia. Il ragazzo ha bisogno di sentirsi sostenuto e accettato sia dai genitori

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LI BRI E LETTU RE

CON

SI G LI ATI DA ROSS I testi pubblicati ELLA G RENCI dall’Associazione Italiana Dislessia Per quanto rigua possono essere rda i miei libri no utili. n posso che cons nate per volare. igliare Le aquile Il genio creativo so no nei bambini disle del mio primo lib ssici e la riedizio ro Capire la mia ne dislessia, delle Ed percorso utile pe izioni Erickson, un r aiutare il bambi no a comprende diretto cosa signi re in modo semplice fichi dislessia e co e me affrontarla. Per i bambini co nsiglio Storie di N or m ale Dislessia. 15 raccontati ai raga dislessici famosi zzi, scritto a quat tro mani con un Questo libro, oltre giovane dislessico a raccontare ai ra . gazzi le storie di (da Carlo Magno questi personaggi a Tom Cruise) ha la caratteristica di leggibilità, grazie massima al carattere di stam pa Easy reading Angolo Manzoni, de lla casa editrice che è stato creato in seguito anche e del coautore de al le indicazioni mie l libro, il dottor D aniele Zanoni. Come film consig lio il bellissimo St elle sulla Terra. Tutti i libri di Ros sella Grenci sono acquistabili su m acrolibrarsi.it!

che dagli insegnanti. Le difficoltà sono oggettive e non serve pretendere cose che non può dare: non serve farlo esercitare sulla lettura con esercizi ad alta voce o nella scrittura con copiati o dettati. Con gli anni e se il dislessico ha fatto un percorso riabilitativo adeguato, seguiti da un logopedista o da altre figure specializzate, il cervello dei dislessici compensa in buona parte. Ciononostante persiste lo sforzo e la fatica di imparare utilizzando la pagi-

na scritta. Questo non significa che un dislessico non può andare all’università, ma è chiaro che, a seconda anche del grado di severità delle sue difficoltà, dovrà essere aiutato nello studio, soprattutto con quelli che vengono definiti gli strumenti compensativi e le misure dispensative, come previsto anche dalla legge 170 del 2010. Tali strumenti possono essere il pc, l’uso delle mappe mentali, la calcolatrice, i libri digitali.

Rossella Grenci Logopedista presso l’Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza. Potete seguirla in rete su: rossellagrenci.com - terramadre.com - occhiditerra.wordpress.com


Osteoporosi:

sole e

vitamina D Prevenire e curare l’indebolimento delle ossa naturalmente Simona Oberhammer

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Pianeta Donna

S

ole sulla pelle: è un desiderio del corpo che si fa sentire nella bella stagione. E va assecondato, per sviluppare le riserve di vitamina D e calcio, naturali alleati contro l’osteoporosi. Il sole ci aiuta infatti a mantenere le ossa sane, a prevenire l’osteoporosi e a curarla.

L’osteoporosi: le ossa diventano fragili

Caratterizzata da una riduzione della massa ossea, l’osteoporosi è una malattia che si verifica soprattutto con il passare del tempo: dai cinquant’anni in poi le ossa perdono calcio in modo più o meno rapido, ma inevitabile, diventando più fragili. Anche se l’osteoporosi colpisce indiscriminatamente sia gli uomini sia le donne, il sesso femminile è un obiettivo privilegiato. I motivi? Le donne hanno già in partenza una struttura ossea con un contenuto minerale che è inferiore a quello degli uomini. Inoltre, con la menopausa, devono affrontare una riduzione degli estrogeni, gli ormoni sessuali femminili, che hanno un ruolo fondamentale nel metabolismo del calcio. Quali sono i danni dell’osteoporosi? Numerosi. Soffrirne significa ritrovarsi con lo scheletro rigido e fragile come il vetro, soggetto a facili e ripetute fratture. Purtroppo non ci sono sintomi e segni premonitori capaci di far scattare l’allarme per tempo. Però ci sono tanti interventi naturali che ci aiutano a mantenere uno scheletro sano e a rafforzare le ossa. Uno di questi è rappresentato dalla vitamina D e dalla luce del sole.

Una preziosa alleata: la vitamina D

Farsi le ossa richiede calcio, ma forse non tutti sanno che ciò è possibile solo grazie alla vitamina D. Fondamentale per la salute dello scheletro, solo in sua presenza l’in-

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La principale funzione della vitamina D è quella di favorire l’assorbimento di calcio e fosforo da parte dell’organismo e, quindi, concorrere alla mineralizzazione dello scheletro

testino riesce ad assorbire al meglio il calcio assunto con l’alimentazione quotidiana. La principale funzione della vitamina D è quella di favorire l’assorbimento di calcio e fosforo da parte dell’organismo e, quindi, concorrere alla mineralizzazione dello scheletro, processo che è più intenso durante la vita in utero – quando le ossa si stanno formando – e durante l’infanzia, quando i processi di crescita sono molto rapidi. La mineralizzazione ossea, però, anche se con ritmi meno intensi, prosegue per tutta la vita e la vitamina D ha perciò un ruolo prioritario anche in età avanzata, perché protegge dal rischio di osteoporosi: concorre, infatti, a mantenere stabile la densità ossea. Questa vitamina inoltre regola, con l’ormone paratiroideo, la concentrazione di calcio nel sangue, facendo sì che rimanga sempre costante. Una carenza di vitamina D purtroppo è più frequente di quanto si pensi, poiché spesso

non vengono controllati i suoi livelli anche se per farlo basta un esame del sangue. Anche gli eccessi di vitamina D sono dannosi, con conseguenze per l’apparato renale. È importante sapere che questa vitamina, oltre a essere introdotta con il cibo (si trova nell’olio di fegato di merluzzo, nelle uova, nel burro e nei pesci grassi come aringhe, salmone e sardine) è in parte anche prodotta dall’organismo stesso: la vitamina D è infatti l’unica che siamo in grado di sintetizzare da soli, grazie all’azione dei raggi ultravioletti sulla pelle.

Stare all’aria aperta fa bene alle ossa

Attraverso l’azione della luce solare sulla pelle, l’organismo può produrre “in proprio” la vitamina D. Per questo motivo è fondamentale passare qualche ora all’aria aperta, scoprendo il viso, le braccia e le gambe. Sono infatti i raggi ultravioletti che trasformano una sostanza chimica naturale presente nella pelle in vitamina D,


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che viene poi attivata dal fegato e dai reni. È perciò utile approfittare della bella stagione per fare scorte anche per l’inverno, quando l’esposizione al sole non è possibile. Basta un quarto d’ora al giorno, se le braccia sono nude. Se il bagno di sole avviene su tutto il corpo tanto meglio. La luce può anche essere indiretta, in questo caso però è necessario un tempo maggiore. È invece fondamentale che non ci siano barriere: il vetro, per esempio, non fa passare i raggi UV. Anche le

creme ad alta protezione ostacolano l’assorbimento. Il sole è davvero benefico per tutti, se dosato nella maniera corretta: per i bambini ma particolarmente per le persone anziane, che spesso si espongono poco ai raggi solari e sono particolarmente soggette a carenze di vitamina D. La bella stagione è quindi un momento favorevole per mantenere le ossa forti, godendo dei positivi effetti della luce solare che, se ben dosata, ci regala salute e benessere.

Dottoressa Simona Oberhammer È naturopata, specializzata in nutrizione, bioterapie e idrocolonterapia (USA). Ha ideato diversi metodi. Tra i principali: • Naturopatia Oberhammer®, naturalmente sani; • Eucolon®, disintossicazione intestinale; • Olofem®, la Via Femminile. La dottoressa diffonde i suoi metodi in Italia e all’estero con libri, conferenze e corsi organizzati. Per maggiori informazioni: www.simonaoberhammer.com; facebook.com/ naturopatiaoberhammer.

www.macrolibrarsi.it ordini@macrolibrarsi.it Fax: 0547 345091

Michel e Jude Fanton

Manuale per Salvare i Semi dell’Orto e la Biodiversità

Scopri e difendi 117 ortaggi, erbe aromatiche e fiori alimentari - Unisciti ai Seed Savers e goditi i miracoli della natura Salvare i semi è un’azione importante come imparare a leggere e scrivere. Recuperare semi antichi, seminarli, riprodurli e condividerli con altri agricoltori rappresenta un grande gesto educativo. I fondatori della rete australiana Seed Savers, Michel e Jude Fanton, ci mostrano come proteggere il patrimonio alimentare mondiale attraverso la raccolta e salvaguardia dei semi del nostro orto e giardino. Quest’opera ci insegna a ritornare alla pura e semplice capacità, oggi ormai perduta, di raccogliere i semi dalle stesse piante che seminiamo nell’orto o nel giardino, ricominciando da dove si erano fermati i nostri genitori o nonni che selezionavano e conservavano le semenze delle piante alimentari di anno in anno. Libro – 23,4 x 23,4 cm – Pag. 160 Prezzo € 11,50

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Che cos’è la

fertilità consapevole? Conoscenza della fisiologia e della ciclicità femminile per diventare le vere esperte di noi stesse, nella contraccezione come nella ricerca di una gravidanza Jessica Borgogni

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all’alimentazione alla cura della salute, per moda o per coscienza, la ricerca di uno stile di vita eco-sostenibile capace di rispettare il corpo umano e al tempo stesso di proteggere l’ambiente è oggi alla base di molte nostre scelte. Ma nella società moderna, queste scelte spesso ci pongono davanti al bivio tra naturalità ed artificialità: da un lato, un “naturale” come sinonimo di innocuo e idilliaco, ma vissuto con sfiducia e sospetto, spesso anche giustificati dall’assenza di prove di efficacia rispetto a soluzioni che si guadagnano il loro nome solo grazie alla popolarità; dall’altro, una “scienza” portatrice di innovazioni che assicurano di risolvere i problemi in modo efficiente, ma al costo di effetti collaterali per la salute umana e ambientale. Questo conflitto colpisce in modo particolare la sfera della salute e non risparmia un ambito tanto importante, quanto trascurato, come quello della fertilità. La parola fa pensare di solito alle capacità generative, ma dovrebbe essere usata per riferirsi a quei meccanismi della riproduzione da cui dipende il nostro intero benessere ormonale. E qui comincia la rivoluzione!

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La medicalizzazione della salute femminile

Nel corso della vita, la fertilità è definita comunemente dal doppio campo dell’esigenza di contraccezione e di controllo sulle nascite e dal desiderio di riproduzione e ricerca di gravidanza: in gioco è principalmente il corpo delle donne. Perciò, a questi due aspetti è fondamentale legarne un terzo, quello relativo alla conoscenza della fertilità come strumento di controllo della salute femminile. Oggi si assiste alla crescente attenzione che le donne dedicano alla cura del proprio corpo, ma nelle scelte che riguardano la gestione della fertilità è ancora la tendenza alla medicalizzazione a dominare la scena ed orientare gran parte delle decisioni. A livello contraccettivo, le soluzioni offerte sono quasi sempre invasive per il corpo femminile, attraverso pillole e dispositivi a base di ormoni artificiali che impediscono il concepimento sopprimendo il ciclo di ovulazione e sovrascrivendo quindi una normale funzione del corpo femminile. Per le donne che invece cercano di concepire, gli specialisti passano sempre più frettolosamente al suggerimento di

trattamenti e stimolazioni ormonali, che rischiano, quando non realmente necessari, di causare più danni di quelli che intendevano risolvere, oltre a comportare pesanti correlati emotivi. Anche durante il percorso della gravidanza la donna è sottoposta a numerosi controlli medici che amplificano la percezione dei reali rischi e ne creano di nuovi, rendendo un’immagine della donna come sempre meno “capace” di esprimersi nell’autenticità del proprio corpo.

La fertilità consapevole: il rispetto della fisiologia

L’approccio medico alla fertilità consiste nel trattarla come una patologia, una “malattia” da curare, un nemico da combattere con farmaci ed interventi. In questa prospettiva non c’è spazio per proposte in armonia con la naturalità del corpo femminile. Manca completamente l’attenzione verso il rispetto della fisiologia, ovvero il funzionamento del ciclo mestruale nella sua forma naturale. Questo è invece esattamente lo scopo raggiunto dalla fertilità consapevole, un approccio nuovo che consente ad ogni donna di conoscere nel detta-


Pianeta Donna glio i suoi cicli di fertilità, sia per praticare la contraccezione naturale all’interno di una coppia stabile, sia per aumentare le possibilità di concepimento. Per recuperare il controllo sulla gestione della fertilità, il punto di partenza è la ciclicità femminile. La conoscenza di questi eventi naturali è possibile proprio grazie a sviluppi scientifici e tecnologici che hanno messo a disposizione metodi e strumenti per monitorare quotidianamente i cambiamenti che avvengono naturalmente nella donna, legati al meccanismo dell’ovulazione. Esistono a questo scopo appositi computer che misurano la temperatura per via sublinguale e, attraverso calcoli di software, indicano, con elevata precisione, i giorni potenzialmente fertili e quelli sicuramente non fertili di un ciclo. Questo significa che le coppie che desiderano evitare una gravidanza dovranno utilizzare un metodo barriera o l’astinenza solo durante il periodo fertile, mentre potranno avere rapporti liberi completi per la maggior parte del tempo. Le coppie che invece desiderano concepire concentreranno i rapporti sessuali proprio in quel periodo. In più, quando avviene una gravidanza, la fertilità consapevole permette di avere informazioni preziose riguardo ad essa, come la data presunta del parto (più precisa rispetto alle ecografie) e quando eseguire un test di gravidanza precoce.

Le vere esperte di noi stesse

Ma i benefici della fertilità consapevole non si limitano a questo. Un aspetto fondamentale di questo percorso è che dà la possibilità di avere il pieno controllo ed autonomia rispetto ad aspetti essenziali che costituiscono l’essere donna. Ad esempio, consente di monitorare il profilo ormonale con mag-

giore esattezza rispetto ai comuni dosaggi di laboratorio, pervenendo ad una diagnosi più accurata di un eventuale problema di fertilità e, per tutte le donne, anche quelle con ciclo irregolare, assicura persino di prevedere la data esatta di arrivo della mestruazione. Tutto questo può sembrare un sogno, ma si tratta di realtà: è il punto di

incontro tra la precisione della scienza e la magia della natura. La fertilità consapevole opera una sintesi armoniosa che ci permette di esplorare una dimensione fisica, ma anche psichica, fondamentale alla nostra esperienza femminile. Con questa consapevolezza possiamo diventare delle vere esperte di noi stesse: è l’autentica saggezza dei nostri tempi, ai tempi nostri.

Jessica Borgogni Jessica Borgogni opera da anni come Fertility Educator presso il Centro Studi Ladyfertility per la promozione dei metodi naturali per la contraccezione sicura, la ricerca di gravidanza e la fertilità consapevole (www.ladyfertility.it).

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Transurfing

alla portata di tutti I suggerimenti di Livio Sgarbi per mettere in pratica con successo gli insegnamenti di Vadim Zeland

Livio Sgarbi

F

in da piccolo il surf mi ha ispirato immagini e sensazioni molto suggestive: libertà, adrenalina, potere, leggerezza. L’idea di cavalcare le onde dell’oceano mi ha sempre affascinato, forse è anche per questo motivo che il titolo del libro di Zeland mi ha da subito affascinato. Surfare sulle linee della propria vita balzando a destra e sinistra allo scopo di realizzare ciò che si desidera: non è un’immagine che fa sognare?

La trilogia: da non perdere!

Così ho deciso di comprare la trilogia del Transurfing: il mio proposito era quello di leggerla tutto d’un fiato, ma la complessità del testo mi ha imposto tempi più lunghi. Chi ha letto Lo spazio delle varianti, Il fruscio delle stelle del mattino e Avanti nel passato, sa benissimo che si tratta di letture decisamente impegnative. Sono libri da leggere con profonda attenzione e con la matitina in mano. Io li ho studiati come facevo con i testi dell’università, sottolineando, tornando indietro a rileggere, scrivendo note e commenti. Non volevo perdermi nulla. È già passato qualche anno, ma ai miei seminari non perdo occasione per fare riferimento al pensiero di Zeland e insisto con energia affinché i presenti decidano di leggere almeno uno dei suoi libri.

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I libri di Vadim Zeland

Ritengo la lettura uno dei mezzi più incredibilmente utili per conoscere, apprendere, riflettere e aprire la mente, così, appena posso, mi inoltro in improbabili panegirici per accendere la curiosità della gente, ma lo faccio solo per i libri che mi hanno colpito in prima persona. Il Transurfing lo suggerisco per due motivi: uno filosofico e uno prettamente pragmatico. Dal punto di vista filosofico non mi dilungherò affatto, non credo ce ne sia bisogno.

Reality Transurfing: Le Regole dello specchio Cofanetto con due libri, il seguito della Trilogia Macro Edizioni, 2012 Transurfing Vivo Oltre i confini della Matrix Macro Edizioni, 2012 Reality Transurfing: la Trilogia Cofanetto con tre libri Macro Edizioni, 2011

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Self Help Per quel che riguarda invece la praticità del Transurfing, credo ci sia qualcosina da dire. Rappresenta forse l’aspetto più ostico. Non è sempre facile riuscire a mettere in pratica le indicazioni che si leggono in un libro, a maggior ragione un libro di Transurfing.

Dalla teoria alla pratica...

Quelli che seguono sono solo tre spunti che a me sono serviti per tradurre in concreto le parole di Zeland. Le condivido con la speranza di riuscire ad aiutare qualcuno nell’applicare quotidianamente le teorie del Transurfing.

1) Limitare l’influenza dei pendoli

Il bisogno di appartenere a un gruppo è forte in ogni individuo, ma sappiamo che questi tendono ad assorbire le nostre energie, fisiche, mentali, emozionali e animiche. Tuttavia ve ne sono alcuni per cui personalmente non mi dispiace dare “tutto me stesso”, anzi, sento che mi aiuta a compiere ogni giorno la mia missione di vita. Forse non sono ancora pronto per una vita “completamente libera” da qualsiasi forma di condizionamento e influenza, così ho deciso quantomento di concedermi solo per le cose che davvero contano. Quindi la scelta di liberarmi dai pendoli non è stata drastica, nel senso che ho deciso di rispondere alle esigenze di

un numero decisamente inferiore di pendoli rispetto al passato. Puoi fare un elenco dei gruppi di appartenenza a cui dedichi risorse di qualsiasi tipo e puoi decidere di mantenere attivi solo quelli per cui ne vale la pena. La scelta del criterio da seguire sta a te, ovviamente.

2) Creare diapositive mentali di successo

Oramai lo sanno anche le pietre: la nostra mente crea immagini e quelle immagini hanno potere d’influenza su di noi. Dominare questo processo può fare la differenza nella vita di chiunque. Questa parte è stata la più facile da applicare, anzi mi permetto di aggiungere che, senza falsa modestia, la applicavo già da tempo e con tecniche decisamente più raffinate ed efficaci rispetto a quelle proposte da Zeland. Ma non importa perché il principio è esattamente lo stesso. Creare immagini mentali positive.

Livio Sgarbi Livio Sgarbi ha conseguito il Master in PNL (Programmazione Neuro Linguistica), NHR (Neuro Hypnotic Repatterning) e si è diplomato alla Mastery University/ Trainer Academy di Anthony Robbins. Svolge attività di Personal Coaching da vent’anni e tiene seminari in Europa sulla motivazione e il potenziamento delle risorse personali. È autore di numerosi libri e DVD.

Ogni mattina puoi dedicare 1 minuto (non uno in più) per immaginare nella tua mente come ti piacerebbe che fosse la giornata che sta iniziando. Creare una diapositiva appunto, inserendo tutti i dettagli come se avessi il potere di decidere tu ciò che succederà. Nel farlo, staccati dall’aspettativa e dallo scetticismo che ciò si realizzi oppure no. Fallo e basta. Alla sera, dedica un altro minuto a verificare cosa della giornata corrisponde all’immagine che avevi creato.

3) Surfa tra le varianti

Questa è la parte che mi eccita più di tutte. Secondo Vadim tutto è stato, è e potrà essere possibile, c’è un’infinita possibilità di evoluzione per la nostra vita. Surfare significa balzare dall’attuale linea della vita a una parallela. Più è vicina e più è facile/ probabile il salto. L’errore strategico che ho visto fare a molte persone è cercare di surfare direttamente verso risultati appartenenti a linee molto lontane da quella attuale. Invece, ogni giorno puoi fare piccoli balzi avvicinandoti a poco a poco verso la situazione desiderata, prendendo scelte e decisioni diverse dalle solite e creando diapositive quotidiane coerenti. È come salire una scala a pioli… un piolo alla volta!!! Ha più senso, no? Buon Transurfing a tutti!

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Calendario degli Eventi Estate 2013 GIUGNO 15-16 giugno Seminario internazionale di Yoga della risata Docenti: Loretta Bert, Claudia Poppi e Andrea Zarri Pavullo nel Frignano (MO) Fattoria aperta e didattica Ca’ d’Pignat http://www.cadpignat.it 18 giugno Seminario di Psicomagia tenuto da Alejandro Jodorowsky Milano – Teatro Manzoni www.livingup.it; tel. 342 7573829 LUGLIO 5-7 luglio corso “Costruire con balle di paglia” Docente: Stefano Soldati S. Giuliano Milanese (MI) www.laboa.it 6-7 luglio Corso Kalari Marma con i piedi – Il massaggio dei canali energetici Docente: Simone Fanciullo Ripe (AN) – La Città della Luce www.lacittadellaluce.org 6-14 luglio Corso Scuola di Pratiche Montane Sostenibili Organizzato da Scuola di Pratiche Sostenibili Grosseto

www.scuoladipratichesostenibili.org; 347 5057247; fabiopinzi@ libero.it 11-14 luglio Bliss Beat Festival Primo festival dello yoga Alessandria – Cascina Bellaria di Sezzadio www.blissbeatfestival. com 20-27 luglio Corso Le spettacolari fioriture alpine. Soggiorno in Val Pusteria Val Pusteria – Azienda Erboristica Bergila www.pimpinella.it 23-25 luglio Corso di gioielli etici ed ecologici con metalli riciclati Docente: Giovanna Bellini Ripe (AN) – La Città della Luce http://www.lacittadellaluce.org 31 luglio - 2 agosto Conoscere La Città della Luce Con Lorenzo Postacchini Ripe (AN) La Città della Luce www.lacittadellaluce.org AGOSTO 11-18 agosto Corso Settimana selvatica al Giardino di Pimpinella: fitoterapia con le erbe selvatiche Luminasio (BO) – Fatto-

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ria didattica Il giardino di Pimpinella www.pimpinella.it 11-23 agosto Corso di progettazione in permacultura 72 h Docenti: Elena Parmiggiani, Anna Bartoli Bagno di Romagna (FC) Fattoria dell’Autosufficienza http://www.autosufficienza.com 24-30 agosto Settimana verde con orticoltura biologica pratica e trasformazione prodotti Docenti: Anna Morera Perez, Giulia Landini San Giuliano Milanese (MI) Cascina Santa Brera www.scuoladipratichesostenibili.org; SETTEMBRE 7-10 settembre Fiera SANA 25° salone internazionale del biologico e del naturale Bologna – Quartiere fieristico http://www.sana.it/ 13-15 settembre Corso “Come realizzare un food forest” (foresta commestibile) Docenti: Elena Parmiggiani Bagno di Romagna (FC) Fattoria dell’Autosufficienza www.autosufficienza.com

14-15 settembre Corso d’introduzione all’agricoltura sinergica Docente: Janneke Gisolf Ripe (AN) La Città della Luce www.lacittadellaluce.org 28-29 settembre Corso “Uso sostenibile dell’acqua” Docente: Stefano Soldati S. Giuliano Milanese (MI) www.laboa.it OTTOBRE 5-6 ottobre Fiera Biosalus – Festival nazionale del biologico e del benessere olistico Urbino (PU) – centro storico della città http://www.biosalusfestival.it/ 11-12 ottobre Fiera Yogafestival Milano – Superstudio più, via Tortona 27 www.yogafestival.it/; info@yogafestival.it 19 ottobre “Guarire con i numeri” Seminario dal vivo con Petra Neumayer Miramare di Rimini (RN) – Hotel Touring http://www.diapasonbooking.com 26-27 ottobre Corso T. Colin Campbell, l’autore di The China Stud Vicenza

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