Vivi Consapevole n 32 - Magazine

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ViviConsapevole, Macrolibrarsi, trimestrale, Feb/Apr. n.31, Poste Italiane SPA, Sped. in Abb. Post. DL 353/2003 (Conv. in L. 27/02/04 art.1 Comma 1. DCB ForlĂŹ

Numero 32 - Febbraio/Aprile 2013

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Macrolibrarsi e ViviConsapevole:

costruiamo insieme un futuro migliore Pensiamo che un mondo più consapevole, più etico, più sano sia la miglior strada per la felicità personale, per il benessere globale e per garantire il futuro di questa terra e dei suoi abitanti. Macrolibrarsi diffonde conoscenza e consapevolezza sotto forma di libri, riviste, dvd, prodotti naturali, corsi ed eventi: nel mondo che vogliamo vediamo persone più consapevoli, che amano se stesse e la natura, che vivono in armonia con il prossimo, che ricercano e divulgano con passione nuove idee per un avanzamento collettivo di stampo ecologico-spirituale. Per raggiungere gli obiettivi della nostra Mission, oltre all’e-commerce Macrolibrarsi.it, abbiamo deciso di intraprendere nuove strade e dare vita ad altri progetti: La Fattoria dell’Autosufficienza — il progetto in permacultura sull’Appennino Romagnolo, centro studi di ecologia applicata; Diapason Eventi — l’agenzia che organizza e distribuisce piccoli e grandi eventi di formazione e crescita personale; ViviConsapevole — la nostra rivista istituzionale gratuita. Dal 2012 ViviConsapevole è distribuita a tutti i clienti di Macrolibrarsi.it, nelle principali fiere di ecologia e benessere e sul territorio nazionale in diversi esercizi commerciali a tema (negozi di alimentazione biologica e naturale, ambulatori di medicina alternativa, centri olistici, agriturismi…). Inoltre è scaricabile gratuitamente attraverso web e sull’Apple Store. Con ViviConsapevole vogliamo diffondere i contenuti in cui crediamo, contenuti di qualità sui temi dell’agricoltura naturale, dell’alimentazione biologica e vegetariana, dell’autoproduzione e del saper fare, delle energie rinnovabili e del risparmio di risorse, della condivisione e

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della vita in comunità, della salute e del benessere, delle medicine alternative, del self help e della spiritualità. Per questo abbiamo deciso di creare una rivista gratuita stampata in 30.000 copie, in grado di raggiungere, sensibilizzare e appassionare un pubblico sempre più vasto. I riscontri positivi che riceviamo ogni giorno da voi lettori, le proposte di collaborazione e i contatti che arrivano sempre più numerosi ci fanno capire che siamo sulla giusta strada! Pensando di fare cosa gradita al nostro crescente pubblico abbiamo deciso di ampliare la rivista con un catalogo di libri e prodotti naturali dei migliori fornitori Macrolibrarsi: puoi trovare il catalogo sul retro della rivista. ViviConsapevole è sempre alla ricerca di nuovi spunti, di suggerimenti su possibili miglioramenti: non esitare a contattarci per proporre gli argomenti che vorresti vedere trattati sulla rivista e le tue personali esperienze di decrescita o di risparmio. Scrivici a redazione@viviconsapevole.it: ogni tuo suggerimento è prezioso! Buona Lettura Lo staff di Macrolibrarsi e ViviConsapevole

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Vivi Consapevole febbraio/aprile 2013 Anno x– numero 32 Editore Macrolibrarsi di Golden Books Ideatore Giorgio Gustavo Rosso Direttore Responsabile Marianna Gualazzi redazione@viviconsapevole.it Responsabile di Redazione Romina Rossi info@viviconsapevole.it In Redazione Angelo Francesco Rosso f.rosso@viviconsapevole.it Massimiliano Cirielli m.cirielli@viviconsapevole.it Grafica e Uff. Abbonamenti Editing , Casa Editrice & Servizi Editoriali - Cesena (FC) Tel. 0547 347627 abbonamenti@viviconsapevole.it Ufficio commerciale Francesco Rosso commerciale@viviconsapevole.it 3358137979 Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero Katia Brentani Grazia Cacciola Fabrizio Cotza Paolo Ermani Luca Fortuna Massimo Moretti Simona Oberhanmer Pierre Pellizzari Valerio Pignatta Richard Romagnoli Angelo Francesco Rosso Alessandra Spina Margaret Straus Silvia Strozzi Vincenzo Valesi Immagini acquistate su www.sxc.hu www.shutterstock.com Copertina: www.istockphoto.com Collezione Vetta, JacobH Stampa Grafica Editoriale Printing Bologna

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Editoriale

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ra poco erediterò un grande vaso di vetro bello pieno di pasta madre. La mia amica Claudia, che si è procurata il lievito madre oltre un anno fa, sta per avere il suo secondo bambino, e visto il da fare che la cosa comporta, soprattutto nei primi mesi, mi ha chiesto se posso tenerle in affidamento il tanto amato contenitore, con il relativo prezioso contenuto. Divisa tra l’entusiasmo e la paura di fallire, mi aggiro tra libri, blog e siti, alla ricerca di istruzioni per l’uso, consigli, ammonimenti, regole d’oro. Perché proprio come quando aspetti un bambino e non sai come la tua vita cambierà e sei alla ricerca della formula magica, pare proprio che con la pasta madre sia lo stesso: quando ce l’hai, come la gestisci? Come adatti la sua ribollente energia alle esigenze della tua pianificazione familiare? Come trovi le ricette giuste per lei, per te e per la tua famiglia? Perché quando la pasta madre è carica, chiede si essere curata, impastata, lavorata... amata: proprio come un bimbo che richiede la poppata o una coccola rassicurante. Come dimenticare i tanto attesi sms di Claudia che invitavano allettanti: «Ho la pasta madre carica, stasera tutti a mangiare a pizza da noi»? E chi la dimentica la sua pizza con la pasta madre con sopra le verdure marinate (la ricetta l’ha presa dal bellissimo ilpastonudo.it)? Un sogno culinario, un’estasi di sapori, profumi e leggerezza.

La rivoluzione della pasta madre Mi piace pensare all’energia sprigionata dal cibo e dalla sua preparazione: adoro stare in cucina, condividerla con gli amici, ricevere ospiti, scegliere le materie prime. Le migliori amicizie e i più grandi amori della mia vita sono nati tra i fornelli e penso che non ci sia niente di meglio che dare sapore ad una giornata un po’ grigia e sottotono che infornare una torta, allentare la tensione dei bambini coinvolgendoli nella preparazione di un piatto di loro gradimento, calmare i nervi impastando energicamente una mega focaccia “olio e rosmarino”. Il profumo del pane è curativo: scaccia i cattivi pensieri, depura l’anima dai risentimenti, ci fa stare nel qui ed ora della sua lievitazione e cottura. La preparazione del buon cibo ha i suoi tempi, richiede lentezza, concentrazione, chiarezza e lucidità mentale, atteggiamento positivo e volitivo (soprattutto nelle preparazioni che richiedono impasti e lievitazione), energia. E se al piacere del cucinare uniamo il piacere di scegliere per noi e per le persone che amiamo gli ingredienti migliori per la nostra salute – la frutta e la verdura di stagione e biologiche, i cereali integrali, le farine antiche, i legumi – possiamo davvero contribuire personalmente e quitidianamente alla costruzione di un mondo migliore.

La rivoluzione della pasta madre, della buona e sana cucina casalinga, della convivialità ritrovata è alla portata di tutti. E se avete ricette infallibili per la mia pasta madre, non esitate, vi prego, a farmele avere scrivendo a redazione@viviconsapevole.it: le migliori saranno pubblicate sulla rivista! Marianna Gualazzi

Ch e cos’è il li ev

ito

m adre Il lievito naturale , chiamato anche lievito ac ido, pasta acida, lievito madre, pa sta madre e crescente, è un impasto di farina e acqua ac idificato da un complesso di lie viti e batteri latti ci che sono in grad o di avviare la fermentazion e. A differenza del cosiddetto lie vito di birra, il lievito naturale comprende, tra i lieviti, dive rse specie di batteri lattici eter ofermentanti ed omofermenta nti del genere Lactobacillus. La fermentazione dei batteri lattici produce acidi organici e cons ente inoltre una maggiore cresci ta del prodotto e una maggiore digeribilità e conservabilità.

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l Intervista al Dottor Mozzi Medici di noi stessi Angelo Francesco Rosso

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l Focus: Depurarti a primavera Depura il fegato in meno di due giorni Pierre Pellizzari

La disintossicazione intestinale Simona Oberhanmer

Bambini e malattie invernali

Indice l Denaro 22

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Succhi freschi: preparali con la Centrifuga a bassa velocità La Redazione 28 l Saper Fare Erbe belle e selvatiche nel piatto Katia Brentani

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Grazia Cacciola

Lo Yoga della risata Richard Romagnoli

Contante o moneta elettronica? Liberi di scegliere

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l Self Help Ottimista, pessimista o consapevole? Fabrizio Cotza - All Winners

l Spiritualità Le rivelazioni dei custodi della terra

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Romina Rossi

Cucina 32

l Comunità Consapevole Cambiare vita per combattere la crisi Paolo Ermani 34

l Medicina Olistica Allergie primaverili, combattile con gli oli essenziali Luca Fortuna

RUBRICHE

Crea le candele in cera naturale di soia

l Casa e Azienda Costruire una casa in argilla... con una stampante 3D Massimo Moretti - Progetto WASP

La redazione

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Depurati con la Terapia Gerson Margaret Straus

Vincenzo Valesi

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La delicata cucina per il benessere del fegato Silvia Strozzi

Maionese, ricotta e cotoletta... rigorosamente vegetariane Alessandra Spina

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Ricette anti-crisi dalle nonne d’Italia La Redazione

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Agricoltura

Gira & Coltiva Il tour contadino alla scoperta dei valori e dei mestieri perduti Angelo Francesco Rosso 6

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Infertilità: curarla con metodi naturali Valerio Pignatta 46 l Bambini e Genitori TV e bambini - Intervista a Oliverio Ferraris Marianna Gualazzi

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Un prato da mangiare Grazia Cacciola

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Che cos’è il sovescio A cura di Arcoiris

Eventi

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Stufe e dintorni

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Gira & Coltiva:

il tour contadino alla scoperta dei valori e dei mestieri perduti Angelo Francesco Rosso

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ell’estate 2012 Silvia e Toti hanno dato vita a “Gira & Coltiva”, un progetto di viaggio che li ha portati a vivere la quotidianità delle più emblematiche realtà contadine italiane. Il viaggio, della durata di sei mesi trascorsi su tutta la penisola, è nato innanzitutto dalla loro voglia di cambiare stile di vita. Dopo qualche anno vissuto all’estero, tra Inghilterra e Centro America, Silvia e Toti hanno deciso di tornare in Italia per dare il loro piccolo contributo al nostro Paese in questo periodo di difficoltà. Hanno deciso di lasciare il loro lavoro e una vita fatta di effimere sicurezze per viverne una diversa, più semplice ma anche più felice e gratificante. Quale miglior modo per uscire da questo sistema che non ritornare alla terra, alle origini e al rapporto sincero e diretto con Madre Natura? Il viaggio è sempre

un ottimo modo per conoscersi e rispondere ad alcune domande che non trovano risposta nella vita di tutti i giorni.

A scuola dai contadini

Dopo alcuni mesi di “studio” e preparazione, Silvia e Toti hanno deciso di scoprire l’Italia viaggiando per le campagne, con calma e senza prendere mai un’autostrada. Hanno lavorato come volontari per dare il loro contributo alla difesa e valorizzazione del territorio attraverso l’agricoltura naturale. Hanno voluto “fare la differenza” cercando di dare una mano ad alcune fattorie modello in Italia e apprendendo la cultura del “saper fare” e dei ritmi lenti, a favore di un cambiamento positivo volto alla decrescita felice, alla solidarietà, alla sostenibilità ambientale e alla creatività. “Gira & Coltiva” è nato quindi

con l’intento di valorizzare il legame con la natura, le attività scandite dalle stagioni, le tradizioni, la cultura contadina depositate nella saggezza dei più anziani e di tutte quelle persone che ogni giorno si impegnano per ristabilire questo legame. In cambio del lavoro volontario nei campi Silvia e Toti sono stati ospitati in famiglia e in piccole comunità e borghi, lavorando completamente immersi nella vita della realtà contadina. “Gira & Coltiva” (il resoconto si trova su www.love4globe.org) è stato interamente autofinanziato e non ha avuto nessun fine commerciale o economico: con un budget prefissato di circa 3 euro al giorno a testa, Silvia e Toti hanno rinunciato a tutto ciò che è superfluo e non necessario, in modo tale da rendere il viaggio sostenibile anche dal punto di vista economico.

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Vita in fattoria

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“Gira & Coltiva” è nato con l’intento di valorizzare il legame con la natura, le attività scandite dalle stagioni, le tradizioni, la cultura contadina depositate nella saggezza dei più anziani e di tutte quelle persone che ogni giorno si impegnano per ristabilire questo legame

Una giornata alla fattoria del l’autosufficienza: il racconto Dur

di Silvia e Toti ante il nostro viaggio per le campag ne italiane, abbiamo conosciuto la abbiamo pensato di proporci com Fattoria dell’Autosufficienza e e volontari per qualche giorno, per conoscere di persona Francesco per collaborare in qualche modo e al suo progetto. L’idea che un giovane coetaneo fosse riuscito a realizzare un’iniz iativa tanto bella e utile ci ha riem di entusiasmo e da subito abbiam pito o supportato questo bel progetto. Sono tante le persone appassion che orbitano attorno a queste terr ate e, desiderose di dare il proprio con tributo nel campo dell’agricoltura sinergica e della permacultura: dai tecnici, agli architetti, agli artigiani, agli artisti del riciclo e del fai da te. Francesco ha accolto la nostra pro posta al volo e ha proposto un cam po di lavoro attraverso i social network e così ci siamo trov ati in una ventina di persone a pas sare delle giornate intense e indimenticabili Abbiamo avuto mo do di avvicinarci all’agricoltura sine rgica e alla bellezza degli ortigiardino con tutta la consociazione di verdura e di fiori che regala sap ori e profumi spettacolari. Abbiam conosciuto persone interessanti di o diverse età e di differenti estrazion i sociali molto simili a noi e questo ha da subito creato una grande em patia che ci ha fatto vivere come una grande famiglia. Coordinati da Francesco, Elena e Alessio (esper ti di permacultura) abbiamo aiutato nei lavori dell’orto, nella pulizia del vicino bosco e nei piccoli lavo ri di manutenzione. Sono stati tan ti i momenti di condivisione e di divertimento in mezzo alle campag ne romagnole. Un’esperienza molto arricchente e autentica dal punto di vista um ano, ma sopratutto molto costrut grazie alle tante risposte alle nos tiva tre curiosità sul mondo della perma cultura. Ci auguriamo di rivedere Fattoria in futuro come esempio la vivente di autosufficienza aliment are ed energetica, per poter dimost che è possibile vivere in modo sos rare tenibile, etico e responsabile a dife sa dell’ambiente e dell’uomo. Continuate così!

Per saperne di più L’Azienda Agricola La Fattoria dell’Autosufficienza, costituita nel gennaio del 2009, è situata nell’Appennino Romagnolo, nel territorio del Comune di Bagno di Romagna, ai confini del Parco delle Foreste Casentinesi. La superficie totale è pari a 68 ettari, in gran parte accorpati, con copertura prevalente a bosco, prato-cespugliato e prato-pascolo. La Fattoria dell’Autosufficienza si pone l’obiettivo sempre più importante di sperimentare, proporre e insegnare come realizzare insediamenti umani che siano sostenibili nel tempo, con particolare attenzione alla permacultura. Si impegna a offrire un nuovo modello che possa funzionare da stimolo e incoraggiamento per quanti desiderano realizzare nuove modalità di vita, lavoro e convivenza. Di seguito il calendario dei corsi 2013 22-26 maggio – Corso di Orto Sinergico I livello con Antonio De Falco. 11-23 agosto – Corso di progettazione in permacultura 72 ore con Elena Parmiggiani e Anna Bartoli. 13-15 settembre – Come realizzare una food forest con Elena Parmiggiani. Per maggiori informazioni: www.autosufficienza.com; info@autosufficienza.com.

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La delicata cucina per il

benessere del fegato Il fegato, che ha funzioni molteplici e incessanti, per lavorare bene deve essere nutrito senza eccessi e sovraccarichi

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Silvia Strozzi

iva a na depu rat is t a n u o Ecc o fegato per il nostr occhio

hiedersi se c’è una dieta che fa bene al fegato, in i semi di fin realtà, non ha senso, perché 15 g d i angelica tutto quello che mangiamo 15 g d glie di menta 20 g di fo passa dal fegato, quindi se rciofo di foglie di ca mangiamo bene, esso sarà attraversato 15 g bardana 20 g di o da sostanze nutrienti ed energetiche, e di tarassac 15 g di radic se mangiamo male, lo riempiremo di cela sostanze nocive da distruggere nel più cchiaio di mis ponete un cu is D pra so i ev at breve tempo possibile. Il fegato, infatti, tè, vers da a zz ta a in un 10 riconosce se le sostanze utilizzabili coprite. Dopo ua bollente e cq e al l’a zz ta e tr dall’organismo sono adatte o devono vetene uti, filtrate e be in m essere depurate, frazionate o trasformadai pasti. giorno lontano te. Ha un’enorme bisogno di proteine – ad alto contenuto di amminoacidi – come prima cosa, per far funzionare che servono per ripristinare i tessuti e meglio le terapie anche omeopatiche, proteggere le cellule epatiche; ma allo di procedere alla depurazione dell’orstesso tempo non va sovraccaricato. ganismo. Lo stesso vale anche per Meglio quindi mangiare le proteine la la depurazione del fegato. Quando il sera: durante la notte, infatti, il metafegato funziona bene tutto l’organibolismo è ridotto, per cui vengono uti- smo sarà efficiente. Cibi freschi, sani lizzate meglio per tutti i meccanismi di e non manipolati, senza additivi, conriparazione dell’organismo. servanti e coloranti, cucinati sempliI carboidrati non raffinati, la frutta e cemente sono importanti per cominla verdura sono molto importanti per ciare a voler bene al nostro fegato. fornire energia e per facilitare la ripresa Lo schema classico di dieta per il della funzionalità del fegato. Spesso nostro fegato prevede al mattino poi, chi ha problemi di fegato ha anche frutta fresca anche sotto forma di carenze vitaminiche e di sali minerali, centrifugati, caffè di cereali e pane soprattutto perché il fegato non riesce integrale con malto. Pranzo a base a immagazzinarle o a trasformarle: ad di cereali e insalate di verdura cruda, esempio il calcio non viene assorbito mentre di sera è indicato un pasto in presenza di disturbi alle vie biliari. con proteine, legumi o tofu o seitan e verdure crude e cotte. Per gli spuntini sono ottime la frutta e le macedonie. Un aiuto dalla natura Non c’è terapia della medicina naturale I germogli sono importantissimi per l’apporto di micronutrienti all’organiche non faccia risalire all’accumulo smo, così come è fondamentale bere di sostanze tossiche i malesseri che ci colpiscono e, quindi, spesso si propone tanta tanta acqua. Anche i brodi

con miso di riso o di orzo migliorano la funzionalità intestinale e quindi accelerano la depurazione dell’organismo. Per arricchire il nostro menù, soprattutto in primavera, in campagna possiamo trovare delle stupende erbe che aiutano il fegato a depurarsi e a mantenersi in piena efficienza, come le foglie novelle di tarassaco. Questa comunissima pianta dalle foglie dentellate e dal grosso fiore giallo è capace di liberare l’organismo dalle scorie accumulate durante l’inverno, riattivare la funzionalità del fegato e stimolare la diuresi. La cosa migliore è mangiare il tarassaco crudo in insalata, ma anche lessato insieme ai legumi o preparando frittate e sformati. Un’altra cura infallibile è quella con il rafano, una specie di rapanello. Bisogna far bollire le foglie tritate e dopo averle fatte macerare per 24 ore, va bevuto il liquido ottenuto prima dei pasti. Molto efficace è anche l’impiastro a base di foglie di cavolo: si schiacciano le foglie e si applicano sulla regione epatica (all’altezza del fegato) rinnovando l’applicazione ogni 4-5 ore.

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una ri cetta ch e pote te provare per depu vostro fegato: Torr ra etta di tofu con carc re il caram ellato iofi e ag lio 16 cracker rotondi 1 vasetto di tofu alle erbe 4 spicchi d’aglio 4 carciofi 1 cucchiaino di zucc hero di canna

3 cucchiai di olio d’o liva extravergine 1 limone 1 cucchiaio di aceto balsamico sale e pepe

Pulite i carciofi togliendo le foglie più dure e la ba rba interna, quindi lavate e metteteli in una terrin li a con il succo di limone. Sc olateli e tagliateli a fettin sottilissime e fateli cuoc e ere in padella con un filo d’olio a fiamma viva pe qualche minuto, quindi r aggiungete 2 cucchiai d’acqua un pizzico di sa e fate cuocere lentamen le e pepe te in modo che risultino morbidi ma ancora cro Buttate l’aglio in camicia ccanti. in un pentolino di acqu a bollente, per 3 minuti, e togliete la pelle. Cond scolatelo itelo con olio, aceto, sa le e pepe e un cucchia zucchero di canna. Versa ino di te l’aglio e il suo sugo in un pentolino e fate caram velocemente, lasciatelo ellare raffreddare, tagliatene 2 a pezzettini e 2 invec a metà. Componete la e solo torretta: con l’aiuto del sac a poche, fate un gir la crema di tofu sul primo o con cracker, sovrapponete qualche fettina di carciofo d’aglio, un altro cracker e e così via. Decorate co n una metà d’aglio caram servite. ellato e

Depu ra il fegato utta ! con la fr ccanismi di I frutti più attivi nei me sono: ato depurazione del feg tano i travasi biliari; aiu che gi en - gli alchech iva e ha una rat pu - la ciliegia che è de tionante sul es ng co de e ion spiccata az fegato; buon disintossicante. - la fragola che è un lare consigliava L’antica medicina popo li per sciogliere i di mangiare i germog calcoli alla bile; sue svariate virtù - il limone, che tra le intossicante, dis vanta anche quella epatiche. Efficace i ion rez sec le favorisce a digiuno; re be la cura di limoni da disintossicanti; età pri pro ha - la mela che leretiche co età pri - le noci hanno pro della bile) e ne zio cre se la no (favorisco zione cre l’es no co colagoghi (favoris ); della bile

ilita anch’esso - il pompelmo che fac è diuretico e l’espulsione della bile, ; ato ripulisce il feg cante e depurativa, - la prugna, disintossi ta a smaltire tutte aiu , iva sat essendo las le tossine; cante - l’uva, noto disintossi nota anche al era , ia) ap ter elo mp (l’a le sue proprietà tempo dei Romani per depurative.

Silvia Strozzi Naturopata ed esperta di cucina naturale, giornalista pubblicista, Silvia Strozzi cura per Macro Edizioni la collana di cucina “Cucinare NaturalMente… per la salute”. Ha scritto sempre per Macro Edizioni i libri di cucina per bimbi 100 baby pappe e 100 baby ricette. Tiene con continuità conferenze e corsi di cucina naturale per la famiglia.

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Maionese, ricotta e cotoletta... Ricette per la salute

rigorosamente vegetariane Alessandra Spina

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i chiamo Alessandra, ho 35 anni e sono una cuoca nomade. Sin da piccola giravo in cucina rubando i trucchi di nonna e mamma. Sono vegetariana da quattro anni e ora vegana. Diventare vegetariana mi ha salvato la vita: la mia salute è di ferro, la mia forma fisica è al top, ho perso i chili in eccesso, la lucidità mentale non mi abbandona mai e ho energia da vendere. Non prendo medicine e se mi capita qualcosa (un taglio, una slogatura o altre piccole cose) mi curo con la natura. Sono una fervida sostenitrice di questo regime alimentare tanto da farlo diventare il mio lavoro. Ho avviato una mia piccola attività di catering che ha avuto un discreto successo, abbastanza da farmi decidere di lasciare il mio lavoro principale e dedicarmici a tempo pieno. Dalla cucina del catering “il-clandestino” escono i seguenti servizi: - il-clan-destino food-box (servizio di delivery su set fotografici, uffici, riunioni, pranzi al sacco per scuole, pic-nic e ovunque);

- il-clan-destino in cucina (noi cuciniamo, dove non si sa! Ecco perché cuoca nomade: potrebbe essere la cucina del cliente, la cucina di un ristorante che ci ospita o in qualsiasi altro posto dove ci sia almeno un fornello); - il-clan-destino OnTheRoad (questa è l’ultima ricetta di successo in ordine di tempo che sforneremo con l’anno nuovo: street food sano). I nostri menù sono solo vegani o al massimo vegetariani; le materie prime sono biologiche da fattorie condotte alla vecchia maniera e/o a chilometro zero.

L’obiettivo è offrire una cucina gustosa e curata nei dettagli, ma genuina e povera nelle origini. Nei piatti proposti c’è più che altro il desiderio di tornare ai vecchi sapori di una volta, ponendo l’attenzione sul fatto che la cucina italiana tradizionale è composta all’ottanta percento da ricette vegetariane. Ecco alcune delle mie ricette base gustose, appetitose e sane! Per contatti: il-clan-destino.blogspot.com Pagina Facebook/il clandestinobio

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Vegetariani con gusto

rtine e insalate pe di panini, ta ci in pr e nt ie Ingred . Io stessa ia del cuoco! le, senza uova ia ec sp e Croce e deliz es iosa del aion rché ero dubb uesta è una m pe Q . lo se so io n as no nt fa imento che nasconde tempo l’esper classica ricetta la è rimandavo da e es on ai rché la m non viene? risultato, ma pe zzisce? E se pa im se e e: di parecchie insi giunto, zucchero ag za n e se , ro u (p o solo acqua di mandorla essere scritt e ev d ci 200 g di latte ti n degli ingredie sull’etichetta mandorle) di mais 200 g di olio tra vergine 30 g di olio ex 4 g di sale ezzo limone il succo di m . Dopo la o nel frullatore nd co se e ch qual iva, che limone, frullate ra vergine d’ol e xt le l’e e sa , s ai tte m la di o che il Unite gete a filo l’olio onare in mod si un ul gi ag em ta ad la te ul ese tinua prima fr e questa maion ente unito. Con ch m an te hé en rc ed pe ec avrete pr gonfi. Occhio sandwich con rpori aria e si rcire il vostro fa e et tr po i composto inco i brav se: il vostro ! Se siete stat are con la do nd bo ab e et tr può impazzire e po tica maionese ranno! questa fantas to vi ringrazie ga fe ro st vo il ro st palato e il vo

M a ion ese

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Ri cotta Hom e M ade

Il formaggio, soprattutto quello morbido, viene spe sso utilizzato come legant ricette di ogni tipo, ecco e in quindi una maniera alte rnativa di gustare piatti salate, primi piatti cremo come torte si o semplici tartine con una buonissima (e altretta semplice) ricotta a base nto di latte di soia.

1 litro di latte di soia naturale (puro, senza aromi aggiunti, solo fagioli di soia, è fonda acqua e mentale) 1 cucchiaino raso di sale grosso 50 ml di acqua 3 cucchiai di aceto di mele Scaldate l’acqua con i tre cucchiai di aceto di mele; allo stesso tempo, in un’ casseruola, scaldate il latt altra e di soia. Quando il latte comincia a fare delle pic bollicine, quindi prima che cole raggiunga il bollore, spe gnete il fuoco, versate l’ac calda acidulata ed il cuc qua chiaino di sale. Mescolate il composto, coprite con coperchio che aderisca un alla circonferenza della casseruola e lasciate a almeno mezz’ora. Dopod riposo per iché procedete prelevand o i fiocchi di ricotta e ver direttamente in una vas sandoli chetta (fuscella) da rico tta da 200 grammi (se non una potete usare un col ne avete ino che non abbia le ma glie troppo strette), app la vaschetta in una ciotola oggiate capiente. Raccogliete il siero che fuoriesce dal travaso, ne ricaverete una primo seconda ricotta, più pic cola e più leggera. Non tutto il liquido in eccess appena o della prima ricotta è fuo riuscito versatelo nuovam casseruola e portate a ente nella ebollizione. Aggiungete una presa di sale (niente o aceto), rimestate, spe acqua gnete e coprite, poi fate riposare altri 20 minuti alm o comunque fintanto che eno non riaffiorano nuovi fioc chi di latte di soia “caglia questo punto ripeterete to”. A l’operazione descritta prim a e otterrete una second più leggera. Una volta com a ricotta pletato il procedimento e quando il composto otte è raffreddato per bene, nuto si coprite con la pellicola e lasciate riposare in frigorif almeno 24 ore. ero per

a rossa za na con ci poll n a el m di ta t Cotole tto. La ricetta è a e di sicuro effe caram ellata semplice, delicat me.

etta molto na, vediamo co Questa è una ric la versione vega e ch an re fa ò pu si vegetariana ma maizena e n acqua Per 4 Perso la vio pangrattato e 2 melanzan ra Per le cipolle tu na pa Per la 3 cipolle rosse 1 uovo mele 80 ml di aceto di farina hero di canna cc zu di 1 cucchiaio pan grattato vegana Per la panatura tate rsi e riposare. Affet tempo di raffredda il o in nn ra ele av fat sì stu co dolina, olle che n affilato o la man Iniziamo dalle cip ando un coltello be us inuti. Sfumate con e m oll 5 cip ca le cir r te pe en a im sottilm iss ss ate ba a m o di sale. Continu lo d’olio a fiam canna e un pizzic padella con un ve di ro he cc un zu ete lo aggiung aggiungete asciugano troppo l’aceto di mele e ti e se le cipolle si inu tro e lasciatele m ve 10 di ri lo alt r tto ra pe la cottura cipolle in un ba le te ne po ciugatele con Ri a. pid e almeno 1 cm. As alt te fet goccio di acqua tie a e an nz (in quest’ordine) tagliate le mela vo e pan grattato uo raffreddare. Ora, , ina far ione n co te e impana tiepida (in sostituz la carta da cucina iolta in un acqua sc a tura. en na aiz pa m ll’im di ’ de , un po e vegana oppure con farina ine) per la version re. Al rd ge t’o frig es r qu pe (in lio to ll’o ratta tiaderente, de an lla dell’uovo) e pang de pa )e a lta un vo in più di 3 alla te scaldato, melanzane (non Nel frattempo avre di e ett ante tol cc co cro le , no mettete i omogenea momento opportu che la cottura risult o od a. m tur in na o, pa lat r l’im inuti pe bruciare fate cuocere 3 m do cura di non far ate a all’interno, aven bid or di cipolle caramell m e ata ell no m ter ar all’es un ciuffo di m nto ca ac n co a Servire la cotolett tiepide.

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Ricette anti-crisi dalle nonne d’Italia

Un Cuoco da Strada: un viaggio in bici lungo la penisola alla riscoperta delle ricette genuine e economiche della tradizione

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overe ma gustose, saporite ma a basso impatto ambientale, economiche, veloci e sempre riuscitissime: le ricette tradizionali della cucina italiana nascono dal territorio, dal locale, dalle tradizioni agricole e contadine che permeano tutta la penisola. Per recuperare un patrimonio “mangereccio” anti-crisi che sta andando perduto, Alessandro 42 anni, bolognese, cuoco viaggiatore e Valentino 26 anni, video operatore e animatore trotta-mondo hanno intrapreso un viaggio in bici dalle Alpi allo Stretto di Messina, alla riscoperta delle buone tradizioni culinarie di una volta, gelosamente custodite e tramandate dalle nonne d’Italia. Come nasce il progetto “Un Cuoco da Strada”? Volevo immortalare le storie vere delle ultime generazioni di nonne che hanno contribuito a fare l’Italia di oggi con i loro sforzi e sacrifici e, perché no, portare loro un microfono nei paesini più sperduti della penisola per dar voce ai loro racconti e alle loro opinioni sui momenti di difficile crisi che stiamo vivendo: cosa farebbero per uscire da questa situazione o che cosa semplicemente fecero per uscirne dei momenti bui del Dopoguerra.

Il tutto ovviamente passando per la cucina e la gastronomia, anche perché una volta la cucina intesa come spazio fisico era il territorio dove si scandiva il tempo delle giornate, ci si riuniva e la vita sociale si faceva lì. Quali sono i valori che vuoi trasmettere al pubblico attraverso questa pedalata gastronomica in giro per l’italia? Innanzi tutto valori di ecosostenibilita, visto che il viaggio è a cavallo della in bici, con un budget di 9,90 euro al giorno. All’insegna della crisi e dei pochi soldi a disposizione, vorrei trasmettere l’idea che è possibile far da mangiare bene con pochi spiccioli e con quelle quattro cose che si hanno in casa o che si sono recuperate nell’orto. Tutto in cucina si tiene, nulla si butta. Le nonne non sono mai state abituate a gettare cibo, ma a riciclarlo, recuperarlo e trasformarlo. Il viaggiare in bici ci permette di percepire gli odori del territorio e di vedere particolari che in auto o in moto passerebbero inosservati. Che cosa stai imparando dalle nonne? Dalle nonne sto imparando che la storia si ripete sempre. Ci saranno sempre privilegiati e sfortunati, ma

Un Cuoco Da Strada su Facebook

/ Segui su facebook.com io di gg via il da tra uncuocodas n co o: tin len Va Alessandro e si lli be più i i master dei pezz rio. nta me cu produrrà un film/do

se vogliamo un futuro per le nuove generazioni entrambe le categorie dovranno fare un passo indietro e pensare al pianeta e all’umanità come concetto globale e non individualistico. Ci “racconti” le due ricette più economiche e più buone che hai raccolto sino ad ora? I frati ubriachi dolce trentino fatto con pane bianco vecchio imbevuto in latte, uova, grappa, quindi impanato, fritto in olio e ripassato in un mix di cacao in polvere e zucchero. E la famosa pappa al pomodoro di nonna Natalizia: ad un soffritto di aglio e rosmarino fresco tagliati finemente, si aggiungono pomodori freschi a pezzetti. Appena questi ultimi incominciano a disfarsi, si sala, si pepa e si aggiungono 8/10 foglie di basilico quindi si versa il brodo poco a poco. Si aggiungono poi dei pezzi di pane raffermo rigorosamente insipido e e si termina la cottura, spegnendo prima che il pane si faccia polpa. Ottima anche fredda!

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Un prato Le stagioni nell’o rto

da mangiare * Come trasformare il prato all’inglese in un prato edibile

Siamo in un periodo magico, in cui si può ancora progettare ma contemporaneamente si apprezzano già i frutti degli sforzi della scorsa stagione o delle semine invernali

Grazia Cacciola – Erbaviola.com

È

arrivato finalmente uno dei periodi più belli dell’anno per l’orto e il giardino, non solo per ricchezza di fioriture e frutti, ma anche per la ricchezza di idee e stimoli a fare qualcosa di nuovo. Siamo infatti in un periodo magico, in cui si può ancora progettare ma contemporaneamente si apprezzano già i frutti degli sforzi della scorsa stagione o delle semine invernali. Per esempio, con aria di rinnovamento verso una maggiore sostenibilità e consapevolezza, si può decidere di eliminare quell’anonimo pratino all’inglese che piace solo alle vecchie zie e che richiede tanta acqua e tante, troppe, cure. Siamo ancora in tempo, in questo trimestre, per progettare e mettere in opera un nuovo tappeto erboso eco-sostenibile, un arazzo di erbe e fiori dalla manutenzione meno impegnativa e dal risultato molto più appagante. Scegliendo essenze molto profumate per il nostro “prato utile”, attireremo anche gli insetti impollinatori, le coccinelle che ci aiuteranno ad

arginare i danni da afidi e tanti altri “collaboratori” naturali per il nostro orto. Senza contare che avremo così anche un prato… mangereccio! Il bellissimo aglio orsino (Alliumursinum), per esempio, in maggio regala splendide fioriture bianche e un ottimo ingrediente per i piatti estivi, dal pesto alle frittelle. Aggiungiamo anche i più semplici cicorini che in genere si estirpano dai manti erbosi all’inglese, come per esempio il Cichoriumintybus, che può dare una bella fioritura azzurra al nostro prato, mentre le sue foglie accompagneranno ottime insalate, risotti e ripieni. La scelta è vasta, dal più comune Trifolium

pratense, con i suoi capolini dolci, dal rosa al viola, ottimi crudi nelle insalate estive, fino all’appariscente Heliantustuberosus, che arriva sulle nostre tavole come topinambur ma che regala anche lussureggianti fioriture di margherite gialle e si rinnova praticamente da solo, di anno in anno. La manutenzione di un “prato utile” di questo tipo è facilissima: ogni 10-15 giorni si rasa a 8-10 cm di altezza con un tosaerba elicoidale, quelli di tipo manuale… sempre che non si preferisca, come la sottoscritta, tagliare a mano pianta per pianta quando stanno per sfiorire, conservando parte delle fioriture per composizioni e poutpourri!

Grazia Cacciola Grazia Cacciola (www.erbaviola.com), è specializzata in tecniche agronomiche ecosostenibili. È autrice di saggi professionali e manuali divulgativi sull’alimentazione consapevole e gli stili di vita etici, tra cui L’orto sul balcone. Coltivare naturale in spazi ristretti, FAG, e Scappo dalla città. Manuale pratico di downshifting, decrescita e autoproduzione, FAG. Ha strutturato e supervisionato progetti dell’Unione Europea per l’incentivazione delle coltivazioni con metodo biologico e biodinamico. È stata l’esperta di coltivazione naturale nella trasmissione Geo&Geo, Rai3. Collabora con il Movimento Decrescita Felice e diversi gruppi di transizione.

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Coltivare e coltivarsi nell’ o rto Cucinare con i bambini

MARZO Semina in semenzaio Basilico, broccoli, broccoletti, cardi, cavolfiori, cavoli cappucci, cetrioli, cipolle, lattuga, melanzane, meloni, peperoni, pomodori, sedano, sedano rapa, zucchine. Semina in vaso/piena terra: Barbabietola rossa da orto, bietola da coste, carote, catalogna, ceci, cicoria, fave, lattuga da taglio, lattughino, piselli, prezzemolo, rape, ravanelli, spinaci, taccole, valeriana, zucca, zucchina. Trapianti Bietole da costa, catalogna, zucchine, zucche. Raccolta Si raccolgono ancora carciofi, cavoli cappuccio, cicoria. Se si è seminato in autunno, cominciano ad essere disponibili i primi ortaggi: bietole da coste, indivia, fave, lattughe, piselli, prezzemolo, ravanelli e spinaci.

APRILE Semina in semenzaio Cavolfiori, cavolini di Bruxelles, cavolo verza, cicoria belga, indivia, lattuga, scarola, sedano. Semina in vaso/piena terra: Anguria, bietole, barbabietole rosse, bietole da coste, carote, catalogna, piselli, prezzemolo, rape, ravanelli, scorzonera, spinaci, zucche, zucchine, erbette, cetrioli, fagioli, fagiolini, melanzane, melone, pomodori, porri. Trapianti Anguria, basilico, catalogna, cavolo cappuccio, cetrioli, cipolle, finocchi, indivia. Impianti: Patate, batate, asparagi, topinambur. Raccolta: Bietole, cavoli cappucci, indivia, lattuga, piselli, prezzemolo, ravanelli, spinaci. Tra le primizie si raccolgono: basilico, cetrioli, cipollotti, cipolle, sedano, valeriana, zucchine, borragine, asparagi, carote, cicorie, lattughini nuovi.

MAGGIO Semina in semenzaio Broccoli, broccoletti, cavolfiori, cavolini di bruxelles, cavolo cappuccio, cavolo rosso, cavolo verza, cicoria bionda, lattuga. Semina in vaso/piena terra: Tutte le cicorie, fagioli bianchi, finocchi, indivia, lenticchie, anguria, barbabietole, bietole, carote, cetrioli, cicorie, fagiolini, fagioli, lattuga, melone, peperoni, piselli, pomodori, porri, prezzemolo, rape, ravanelli, scorzonera, zucche, zucchine. Trapianti Broccoli, broccoletti, cardi, cavolfiori, cavolini di bruxelles, sedano rapa, anguria, basilico, cavolo cappuccio estivo, cetrioli, cipolla, indivia, lattuga, melanzane, melone, peperoni, pomodori, porri, scarola, sedano. Raccolta Aglio, catalogna, finocchi, patate novelle, taccole, tutte le verdure da foglia pronte.

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Che cos’è

il sovescio Un metodo efficace e naturale per nutrire sia il terreno che la pianta Dott. Agr. Antonio Lo Fiego per Arcoiris - Sementi Biologiche e Biodinamiche

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on la rivoluzione verde (avvenuta nella seconda metà del secolo scorso) aveva preso il sopravvento il concetto che i fertilizzanti chimici fossero sufficienti per nutrire la pianta, rendendo di fatto accessoria la sostanza organica. Nel tempo tale assioma ha mostrato i propri limiti, e oggi è comumenente nota l’importanza della sostanza organica nella nutrizione vegetale: la maggior parte dell’azoto, dello zolfo e una frazione importante del fosforo sono presenti sotto forma organica e la loro liberazione progressiva da parte della sostanza organica è un processo importante che assicura la nutrizione vegetale. Ma la presenza della sostanza organica è basilare soprattutto per le caratteristiche fisiche del terreno. Sia nell’agricoltura professionale che nei piccoli orti le proprietà fisiche del terreno assumono un ruolo fondamentale: carenze nutrizionali, tossicità, infestazioni da nematodi ed altro possono essere facilmente risolte se la struttura fisica del terreno è favorevole. In altri termini il terreno deve essere in equilibrio, pertanto la fertilità organica del terreno è inderogabile. Tale armonia si ottiene con l’uso del sovescio che è un metodo efficace e naturale per fer-

tilizzare il terreno. Quando si usa il sovescio si incrementa la sostanza organica che migliora la fertilità fisica, chimica e microbiologica del suolo e si creano le condizioni affinché i microrganismi terricoli possano attaccare e trasformare la sostanza organica, che mineralizzandosi libererà elementi nutritivi essenziali alle colture. Per questi motivi un suolo si considera veramente fertile quando presenta una fauna e una flora biologicamente atti-

va e molto varia, una buona struttura e una conseguente ottima capacità di degradazione del materiale organico. In particolare nei suoli poveri di sostanza organica l’interramento dei sovesci, o dei residui colturali, assume una grande importanza.

Cos’è il sovescio

Il sovescio è un’antica pratica agronomica che consiste nella coltivazione di essenze che in prossimità della

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Orto e Giardino

fioritura vengono trinciate, disidratate per qualche giorno in campo ed incorporate nei primi 25 cm di terreno per migliorarne la fertilità. La massa interrata viene subito attaccata da macro e microrganismi che la trasformano in parte in humus e in parte in elementi nutritivi prontamente utilizzabili (in particolare azoto) dalla coltura che seguirà. Naturalmente più fibra conterrà, maggiore sarà la resa in humus. Di fatto il sovescio è un mezzo per concimare i terreni ed è una pratica ampiamente utilizzata nell’agricoltura biologica. In genere sostituisce il letame e l’apporto di sostanza secca e di azoto è equivalente, o addirittura superiore, al letame stesso.

Il sovescio con le leguminose e con le graminacee

Un sovescio costituito da leguminose, grazie alla loro attività di fissazione dell’azoto, aumenta significativamente il contenuto in azoto del terreno. Quando le essenze utilizzate hanno un apparato radicale molto profondo, queste arricchiscono gli strati superficiali del terreno con elementi nutritivi prelevati da quelli più profondi. Il sovescio con le leguminose è particolarmente importante dal momento che queste sono tra le poche specie vegetali in grado di fissare direttamente l’azoto atmosferico al terreno. Un altro tipo di sovescio è rappresentato dalle graminacee che, essendo ricche di fibra, formano più humus che nutritivi di pronto utilizzo. Essendo colture depauperanti che sfruttano molto il terreno potrebbero causare problemi di carenza di azoto nella coltura successiva. L’ideale sarebbe falciarle giovani o coltivarle in miscugli con leguminose per stabilire un equilibrio: le graminacee forniranno il carbonio (molta fibra), mentre le leguminose forniranno l’azoto (proteine e azoto fissazione).

o I benefi ci dei sov esci sul terren conseguenza migliorano ca e di • Aumentano la sostanza organi la fertilità. mediante la copertura del suolo • Rallentano i fenomeni erosivi (cover crop). • Migliorano la struttura. e). • Riducono le infestanti (malerb fronti di funghi e parassiti (ad con nei e cid • Hanno proprietà bio lo dai nematodi, dannosi per esempio disinfestazione del suo gli orti e le serre). ento dei nitrati non utilizzati • Limitano la perdita per dilavam dalla coltura precedente.

In genere le miscele da sovescio hanno una grande rapidità e forza di crescita, buona produzione di massa verde, rusticità e buona resistenza alla siccità, le radici riescono a sgretolare il terreno arrivando in profondità e la parte aerea attira una notevole quantità di insetti pronubi (che trasportano il polline da un fiore all’altro) per un lungo periodo. Hanno anche l’importante funzione di eliminare le infestanti, comprese le più resisten-

ti, quali la gramigna. Consentono, inoltre, l’arieggiamento dei terreni asfittici a causa di troppo calpestio o del tipo di struttura che impedisce di svolgere le normali funzioni biologiche. La conseguenza è l’arricchimento della vita del sottosuolo, della biodiversità e il riequilibrio dei vari elementi utili a contenere e/o evitare problemi causati da insetti dannosi (es. afidi).

Acquistalo su macrolibrarsi.it Miscela Nove - 1 kg - euro 18,70 Arcoiris Miscela da sovescio a rapido crescimento ideale per le serre e la semina estiva a pieno campo. Grano saraceno, trifoglio alessandrino, trifoglio persiano (resupinatum), facelia, rafano. Miscela a rapida crescita con veloce copertura del suolo per un controllo efficace delle malerbe. Esercita un’azione biofumigante e nematocida. Ideale per coperture brevi. Ha un buon apporto di sostanza organica ed azoto oltre ad avere un’azione ristrutturante del suolo. Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 974 001

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Medici di noi stessi La dieta dei gruppi sanguigni del dottor Mozzi è molto piÚ di un semplice regime alimentare: è un invito a riappropriarsi della salute imparando ad ascoltare i messaggi del corpo

Angelo Francesco Rosso

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Intervista al dottor Mozzi

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utto sembra, fuor che un medico: il dottor Mozzi ha l’aspetto, la schiettezza e il modo di fare diretto degli uomini che lavorano la terra – non sarà un caso che abbia dato vita oltre trent’anni fa alla cooperativa agricola Mogliazze – e la voglia di condividere e divulgare il sapere in maniera gratuita delle menti illuminate dall’intelligenza del cuore. Il suo libro La Dieta del dottor Mozzi. Gruppi sanguigni e combinazioni alimentari ha scalato la classifica macrolibrarsi.it grazie all’efficacia dei contenuti, che mettono il lettore nella condizione non di seguire semplicemente una dieta, ma di imparare ad autogestire la propria salute attraverso un ascolto preciso e paziente dei segnali inviati dal corpo in seguito all’ingestione di determinati alimenti. Mozzi ci insegna a curarci da soli, a ritrovare il benessere e la vitalità perdute, ad aver fiducia nelle risorse del corpo e nelle nostre capacità di ascolto e analisi: una bella sferzata di empowerment che ci mette sulla buona strada per poter diventare i primi medici di noi stessi. Sono stato nella sua azienda agricola, a Mogliazze, per incontrarlo: ecco un breve resoconto della nostra lunga chiacchierata!

In internet ho cercato una tua biografia trovando solo pochissime informazioni. Mi racconteresti in breve la vita del dottor Mozzi? Sono nato a Bobbio, in provincia di Piacenza, nel 1950: qui ho vissuto una bella infanzia molto libera, trascorsa all’aria aperta. Tutto l’anno facevamo interminabili partite a pallone sulle piazze; d’inverno stavamo sotto i portici di Bobbio a giocare a “figurini” e a palle di neve per le strade; d’estate passavamo il tempo sul fiume Trebbia, le cui acque erano così pulite da poter essere bevute e consentivano a parecchi pescatori professionisti di vivere di ciò che ricavavano dalla vendita del pesce pescato. A Bobbio c’era tutto il necessario e poco del superfluo. Ho ricevuto un’educazione severa e spartana e sono grato a mio padre, da cui ho appreso l’essenzialità nei bisogni e con cui ho in comune il tratto del carattere che ci spinge ad anteporre l’aiuto del prossimo al soddisfacimento delle nostre necessità. Ho frequentato a Bobbio le scuole elementari e medie, a Piacenza il liceo classico e a Parma la Facoltà di Medicina. Alla fine del 1974, mentre frequentavo l’università, ho scoperto Mogliazze, un borgo in stato di abbandono composto da alcune case in pietra e posto sulle

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pendici dell’Appennino, otto chilometri sopra il comune di Bobbio. Nel gennaio 1978 è stata fondata la cooperativa Mogliazze, dal nome del borgo. Dopo varie peripezie, molta pazienza e volontà, la maggior parte delle case e dei terreni circostanti sono stati acquistati dalla cooperativa Mogliazze. Il villaggio è stato pian piano restaurato e i terreni intorno recuperati. Tuttora vivo in questo piccolo borgo con la mia famiglia. A Mogliazze ho vissuto a strettissimo contatto con la natura e ciò ha dato l’impronta risolutiva alla mia visione del mondo e della medicina e mi ha insegnato molto di quello che so. La domanda che mi faccio spesso, come uomo oltre che come medico, è che cosa lasceremo in eredità alle generazioni future. Più che il denaro sarebbe importante consegnare loro il pianeta in buono stato, cioè con il minor tasso d’inquinamento possibile. La dieta del Dottor Mozzi è il fenomeno editoriale dell’anno 2012 su Macrolibrarsi.it Cosa spinge così tante persone ad acquistare il tuo libro? Ci diresti in poche parole di cosa parla? Ci sono in circolazione diverse pubblicazioni sulla relazione fra alimentazione, salute e gruppo sanguigno, però quasi tutte dicono le stesse cose,

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Intervista al dottor Mozzi e tutte mancano della semplicità e della praticabilità. La gente deve capire che quando una persona mangia una cosa, il suo corpo gli manda a dire tutto: è un fatto e l’ho constato in tanti anni di visite. L’introduzione di materiale non tollerato può scatenare tutta una serie di reazioni da parte del nostro corpo: questo è ciò che la gente percepisce, vede, si riconosce. Le persone mi dicono: «Sì ho mangiato questo e quest’altro e mi viene quello». Questi sono i segnali che la natura ha messo a disposizione di in ogni essere umano, segnali che fino ad ora non erano stati collegati in modo preciso con l’introduzione di determinate sostanze. Non lo dico per vantarmi, ma ho curato decine di migliaia di persone e fra le altre cose ho sempre cercato di mettere in relazione il sintomo con l’alimentazione. Ho impiegato tantissimi anni e con tanta cautela ho scritto questo libro, perché non c’è nulla di più importante della salute. Quali sono le correlazioni fra il cibo e il gruppo sanguigno? È tutto lì. Ogni essere vivente ha un suo DNA ben preciso. Il DNA governa tutto. Dal comportamento, al modo di reagire, al carattere. Lo stesso accade con i vari alimenti. Appena introduciamo una sostanza nel nostro corpo, il sistema immunitario viene allertato. Se la sostanza è giusta, c’è l’ok del sistema immunitario, la sostanza entra e viene trasformata. Se invece la sostanza è dannosa, il corpo si ammala. Poi dipende, ovviamente se il contatto è sporadico la reazione è impercettibile, ma se è prolungato nel tempo allora arrivano i problemi. Per qualche giorno ho mangiato solo mele e mi sentivo bene. C’entra il mio gruppo sanguigno che è A? Ora hai 27 anni e non hai problemi.

Parola ai lettori: perché leg ger e La Dieta del dottor Mozzi? “Dice chiaramente di porre atte nzione ai segnali del proprio corpo senza intestardirsi su ciò che fa male o bene rispetto ai canoni di un freddo manuale. Que sto è molto raro in quanto in genere chi scrive un libro cad e inevitabilmente in una sponsorizzazione di tipo mecca nico. Una stumento per la propria salute da integrare con l’esper ienza e la ricerca individuale. Penso che acquisterò anche il libro di ricette”. Raffaella su Macrolibrarsi.it “Libro scritto in modo semplic e, comprensibile e di facile consultazione. Sperimentato in prima persona l’approccio dietetico: risultati eccellenti, in termini di maggiore benessere ed energia e disturbi digestivi e inte stinale scomparsi. Lo consiglio a tutti!”. Carmen su Macrolibrarsi.it “Dobbiamo ringraziare l’autore per aver scritto un libro di facile comprensione, senza altisonanti termini scientifici ma diretto all’uomo della strada. Di chiara comprensione anche le tabelle di cibi consentiti e non. Ora sia io che mia moglie lo consultiamo spesso prima di fare la spesa e il nostro stomaco ci sta ringraziando”. Alessandro su Macrolibrarsi.it

A 50 anni, ti potranno dare problemi. Se le mangi cotte meno problemi. Se poi stai attento ti accorgi che il tuo corpo cambia reazione anche a seconda della varietà di mela. Una bambina di 5 anni si è accorta di questo: «Piero ma lo sai che se mangio la mela cotta non sto male e se la mangio cruda sto male». Lei ha 5 anni, lo ha già capito. Se ci ascoltassimo di più, se impiegassimo più tempo a capire i segnali del corpo e ad agire di conseguenza, si potrebbero evitare le pandemie di malattie croniche che stanno affliggendo il mondo occidentale. Pensiamo al diabete: si stima che in Italia il 7% della popolazione abbia il diabete. Si tratta di 4 milioni di individui.

Quali sono i cibi che andrebbero evitati da tutti e quali invece i cibi “virtuosi” che fanno bene alla salute? Non ci sono cibi da evitare tout court e cibi che vanno bene per tutti. Dipende dal proprio DNA, ovvero dal proprio gruppo sanguigno. Una cosa però è da tener presente: all’alba delle nostre origini, i primi uomini che hanno popolato la terra erano cacciatori-raccoglitori, onnivori con un’alimentazione basata sulle proteine animali, le bacche, i semi, i frutti spontanei della terra. Con questo voglio dire che l’uomo non è programmato per consumare cereali. La natura non ha previsto campi di grano e di riso da nessuna parte. La natura ha messo uccelli nell’aria, animali sulla terra, pesci nell’acqua,

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Intervista al dottor Mozzi

La Dieta del dottor Mozzi – Gruppi sanguigni e combinazioni alimentari Pagine 144 - euro 19 Come possiamo capire se stiamo bene pur non avendo cognizioni mediche? Come possiamo ridurre drasticamente le nostre visite dal medico di base e dagli specialisti? Come possiamo difenderci dalle malattie croniche? Come possiamo mantenerci in salute? Nel libro La Dieta del dottor Mozzi trovi le risposte a queste fondamentali domande. «II gruppo sanguigno – scrive il dottor Mozzi – è dato da un’impronta genetica precisa che distingue ogni individuo dagli altri, lo caratterizza e permette di capire come è fatto e come si comporta il nostro sistema immunitario. E possibile utilizzare i quattro gruppi sanguigni 0, A, B, AB come una guida attendibile per scegliere un’alimentazione idonea a ognuno, che può consentire un miglioramento del proprio stato fisico e una riduzione del rischio di ammalarsi. Inoltre può aiutare a risolvere eventuali stati patologici. Il testo cerca di fornire a tutti uno strumento per riappropriarsi della gestione quotidiana della propria salute e occuparsi con cognizione di causa delle proprie condizioni fisiche, lasciando ai medici la gestione dei traumi, delle urgenze e delle malattie di una certa rilevanza. Il campo delle intolleranze è un campo in cui attualmente non esistono certezze. La verità assoluta risiede solo in noi stessi e ci si può avvicinare ad essa accostando tra loro tante piccole verità. I meccanismi biologici di un essere vivente sono molteplici per cui è sufficiente che avvengano modificazioni in un equilibrio biologico perCosa leggere ché subentrino nuovi segnali e disturbi. Si ritiene che ciò che abbiamo esposto sia solo l’inizio e non la conclusione delle ricerche in merito alle intolleranze alimentari. Uno stimolo Piero Mozzi da cui partire e che altri potranno sviluppare. Scoprire tutti i meccanismi La Dieta del Dottor Mozzi e i processi sottointesi alle intolleranze è un compito che lasciamo ai Gruppi sanguigni ricercatori e ai biologi. e combinazioni Si chiede agli operatori sanitari e a tutti gli studiosi del settore di perdoalimentari nare il linguaggio semplice, utilizzato volutamente per permettere a tutti di comprendere come si possa gestire la propria salute. Mogliazze, 2012 Scrivendo questo testo ho anche onorato l’impegno che avevo preso con le persone, pazienti o meno, che mi seguono da anni e che da tempo mi Ordina su macrolibrarsi.it o chiama chiedevano di mettere qualcosa per iscritto, in modo da avere uno struil numero verde 800 974 001 mento pratico che li aiutasse a gestire meglio la propria salute».

bacche, radici, germogli, foglie. Un consumo eccessivo di cereali non si adatta alla struttura antica del corpo umano. Conseguentemente mi preme anche dire che il modo generico in cui viene demonizzata la carne – soprattutto da una certa parte dell’oncologia – è a mio parere assurdo. Certo se uno di gruppo A mangia la carne si ammala: tumore allo stomaco, gambe che si gonfiano. Se uno invece è di gruppo 0 e mangia la carne va

bene, anzi se non gli si da la carne il suo stato di salute peggiora. Il pesce, poi, dipende dai vari tipi di pesci. Ma prima, come succede per tutti i tipi di animali, l’uomo era dotato di istinto e dietro l’istinto c’è proprio il sistema immunitario. Uno annusava una cosa o la masticava e capiva se era adatta o non adatta al suo corpo, e invece adesso niente. Fino a pochi decenni fa c’era questo istinto e tutti mettevano in relazione lo stato di salute con quello che

mangiavano. Se vogliamo recuperare la nostra salute dobbiamo riappropriarci del sapere ancestrale di auto-ascolto e auto-cura che la natura ci ha fornito e che noi abbiamo eluso. Nel mio libro spiego come e cosa fare: si tratta di indicazione pratiche, precise e semplici che poi ognuno può mettere in pratica e verificare personalmente. Leggi l’intervista integrale su: http://bit.ly/Intervista-Mozzi

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Depura il fegato in meno di due giorni

La pulizia degli organi interni permette al nostro fisico di rigenerarsi e di recuperare il benessere Pierre Pellizzari

A

lle nostre autovetture cambiamo l’olio, i filtri, sistemiamo la convergenza, la pressione delle gomme, aggiungiamo additivi nel carburante… E cosa facciamo per il nostro corpo, questa macchina meravigliosa che non possiamo rottamare né sostituire? La stragrande maggioranza delle persone, niente! Eppure sappiamo che il corpo dovrebbe durare, che andrebbe coccolato, ripulito, alimentato con cibi sani e rinforzato con integratori validi. E invece, il nostro corpo è trattato come un cavallo da corsa che quando dà segni di indebolimento viene frustato o dopato (con farmaci o eccitanti). È ora di capire quanto bene ci possiamo fare andando a ripulire gli organi interni e principalmente fegato, intestino e reni. È cosa ormai risaputa che il nostro corpo agisce come un filtro nei confronti di tutto quello che assorbe (cibo, acqua, ma anche aria, stress ed emozioni) e che in alcuni casi è un concentratore di prodotti indesiderabili che vi si accumulano. Quindi applicando con impegno i metodi di pulizia, il corpo può essere rinnovato, ringiovanito e gli acciacchi possono sparire, fino addirittura a ristabilire uno stato di salute “traballante”. E la maggior parte di questi metodi può avere un costo bassissimo.

Pulizie fisiche

I metalli pesanti che ingeriamo non vengono eliminati naturalmente: l’organismo li accantona e li accumula. L’essere umano che si nutre di carne o di pesce presenta dei livelli di metalli pesanti superiori a quelli di un vegetariano. Questo perché anche gli animali sono degli “accumulatori” di metalli pesanti e quindi ne contengono molto più dei vegetali. Oltre alle tossine che ci giungono dall’ambiente o dall’alimentazione, siamo esposti anche ad alcuni parassiti contenuti nei cibi che ingeriamo oppure che ci vengono trasmessi da altre persone attraverso contatti fisici: noi umani possiamo essere “colonizzati” da parassiti (funghi, batteri, virus, vermi, insetti ecc.) nelle varie parti del corpo. La buona notizia è che esiste un modo semplice e poco costoso per eliminare questi ospiti indesiderati. Prima di ripulire i vari organi, è opportuno fare una pulizia di base dell’organismo, andando a eliminare i parassiti e gli accumuli di metalli pesanti e di tossine. Molte persone però potrebbero non osservare miglioramenti fisici, sia perché hanno un tipo di alimentazione corretta che già da sola ripulisce gli organi, sia perché questo genere di pulizia si svolge con tempi lunghi. Perciò il mio consiglio è quello di iniziare con la pulizia del fegato che si esegue in

meno di 24 ore, produce dei risultati e un benessere immediatamente visibili: l’organismo si libera dalle tossine, lo stato generale migliora assieme alla digestione, che è alla base di una buona salute. Si tratta certamente della procedura di pulizia che si esegue più rapidamente e che dà le maggiori e immediate soddisfazioni. In caso di patologie gravi, è la pulizia che considero più efficace e urgente. Ha anche il vantaggio di consentire alla persona in via di guarigione di osservare gli effetti di un metodo semplice, vedendo come reagisce il proprio organismo (attraverso l’osservazione dei calcoli espulsi nelle feci, del colorito e della tonicità della pelle, delle reazioni visibili sulla lingua e attraverso un nuovo senso di benessere). La voglia di procedere con altre pulizie sarà incontenibile.

I ngredienti - sale amaro (solfato di magnesio): 4 x 20 g. In farmacia si trovano buste da 30 g. Costo inferiore a 5 euro; - mezza tazza d’olio d’oliva (75 ml); - il succo di 2 pompelmi rosa freschi (100 ml). Metodo Supponiamo di fare la pulizia tra sabato e domenica. Nelle 24 ore che precedono, è meglio seguire una dieta liquida (passato di verdura o

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Focus: depurarsi a primavera

centrifughe di verdure o frutta, miele ecc.). Sabato dalle ore 15:00 fino a domenica alle ore 13:00: non si mangia più niente e si può bere solo acqua. Sabato ore 18:00: assumere 20 g di sale amaro in mezzo bicchiere d’acqua. Sabato ore 20:00: assumere 20 g di sale amaro in mezzo bicchiere d’acqua. Sabato ore 22:00: bere una miscela emulsionata (agitata) del succo di pompelmo con l’olio di oliva, poi ci si sdraia a pancia in su entro 5 minuti, rimanendo immobili per 20 minuti sdraiati supini con le braccia appoggiate sul letto sopra la testa. Passato questo tempo, ci si può girare e dormire normalmente. Domenica, al risveglio ma non prima delle 06:00: assumere 20 g di sale amaro in mezzo bicchiere d’acqua. Domenica, due ore dopo: assumere 20 g di sale amaro in mezzo bicchiere d’acqua. Domenica, altre due ore dopo: si può iniziare a prendere succhi di frutta. Domenica ore 13:00: si può mangiare un pasto leggero.

Il risultato Osservando le prime feci evacuate dopo il risveglio della domenica, si noteranno degli elementi insoliti galleggiare sull’acqua della tazza del WC. Schiarendoli versando dolcemente dell’acqua, avranno l’apparenza similare a quelli della foto in alto a destra (per riferimento: la distanza

Borgo Valdibrucia, il rifugio salutistico

tra due fori della carta – da centro a centro – è di 15 mm). Generalmente sono di colore verde. A seconda delle persone, questi calcoli biliari possono essere più grossi o più piccoli, più rossi, più gialli o più bianchi. La loro caratteristica comune è che sono morbidi e che galleggiano, sono palline di colesterolo accumulatesi nei dotti biliari e nella cistifellea. Dopo questa pratica, ci si sente subito più leggeri, più puliti internamente e in alcuni casi, per chi ne fosse affetto, scompaiono istantaneamente i dolori della parte alta della schiena.

Note Il solfato di magnesio è un lassativo. Perciò chi è affetto da diarrea problematica (colon irritabile) dovrebbe astenersi dalla pulizia del fegato. Dovrebbe previamente ripulire e rinforzare l’intestino assumendo probiotici. Sembra che le persone che hanno subito l’ablazione della milza debbano ridurre di metà i dosaggi indicati per evitare effetti indesiderati.

Valdibrucia è un borgo situato all’estremità orientale della Toscana, più vicino a Rimini (65 km) che a Firenze (125 km), costituito dalle ultime case di una strada comunale sterrata, a 7,5 km dal centro di Badia Tedalda (AR). Dopo l’acquisto del borgo, avvenuto a fine 2007, abbiamo fatto parecchi lavori di ristrutturazione e ora abbiamo una capacità ricettiva di 45 persone. Valdibrucia è un luogo alternativo in vari sensi: a livello energetico produciamo più di 17.000 kWh all’anno grazie a 80 mq di fotovoltaico e a un generatore eolico da 3,5 kW, abbiamo inoltre pannelli solari termici, una caldaia a biomassa e un riscaldamento a pavimento. Proponiamo una alimentazione vegetariana e quasi sempre biologica. È un centro alternativo anche per il modo in cui comprendiamo le malattie, considerandole come espressioni e manifestazioni intelligenti dell’organismo: cerchiamo quindi di aiutare le persone a rilassarsi in questa comprensione, aumentando il loro livello di consapevolezza. Potete seguire i programmi e l’evoluzione di Valdibrucia consultando il sito www.valdibrucia.it. Per contatti, scrivete a: valdibrucia@virgilio.it. Leggi l’articolo completo sul centro in Valdibrucia su: http://www.viviconsapevole. it/articoli/valdibrucia-un-sogno-in-via-direalizzazione.php

Cosa leggere Pierre Pellizzari Pierre Pellizzari Ripulire i propri organi Il Punto d’Incontro, 2005 Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 974 001

Pierre Pellizzari è nato e ha studiato in Belgio, ma risiede in Italia. Da 15 anni si dedica a tempo pieno alle riflessoterapie e alla naturopatia. Divulga e pratica metodi di comprensione e accompagnamento delle malattie che sono dettagliati nei suoi libri. Ha acquistato e sta ristrutturando il borgo Valdibrucia, trasformandolo in un accogliente “rifugio salutistico”.

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La disintossicazione

intestinale Ecco come risolvere colite, stitichezza, gonfiori addominali, sovrappeso, candida, cistite, prostatite e altre patologie Simona Oberhanmer

L

a salute è qualcosa che tutti desideriamo. Spesso è possibile raggiungerla proprio partendo da un primo aspetto fondamentale: il benessere intestinale. Se infatti il colon non funziona bene, non è solo questa parte del corpo ad esserne colpita, ma l’intero organismo. L’evacuazione quotidiana, però, non sempre è sufficiente per eliminare tutte le scorie che si accumulano nel colon. Quando si intraprendono le tecniche di disintossicazione intestinale lo si può notare personalmente: si eliminano grandi quantitativi di detriti che intossicavano il corpo. Tanti soffrono, senza saperlo, della tossiemia intestinale, cioè di un eccesso di tossine nell’organismo, che circolano nel sangue e nella linfa, per depositarsi nei tessuti, negli organi, nelle cellule, facendo ammalare il corpo. Questo concetto è fondamentale in Naturopatia: quando l’organismo viene disintossicato e alleviato dal carico tossiemico la salute migliora da subito! Il nostro corpo, infatti, è come la nostra casa: i rifiuti vanno eliminati regolarmente e completamente, per vivere in un ambiente salubre. La disintossicazione intestinale, cardine di qualsiasi terapia naturale, è efficace per:

 i disturbi dell’intestino: stitichezza, colite, disbiosi, sindrome da colon irritabile, emorroidi, meteorismo;  i disturbi urologici: cistite, infiammazione delle vie urinarie;  i disturbi ginecologici: vaginite, candida;  i disturbi dell’apparato osteoarticolare: reumatismi e artrosi;  i disturbi dell’apparato cutaneo: dermatiti, eczemi, acne, brufoli;  l’affaticamento epatico;  il dolore in generale;  la debolezza del sistema immunitario;  lo smaltimento di sostanze tossiche quali farmaci, chemioterapici, inquinanti ambientali e del cibo;  ridurre e snellire la pancia;  regalare un nuovo senso di leggerezza e purezza. Un colon depurato, inoltre, lo si nota subito: la pelle diventa più liscia e luminosa. La disintossicazione intestinale è la “crema” migliore per il viso e per il corpo.

Come funziona l’intestino sano

L’evacuazione deve avvenire almeno una volta al giorno. Secondo la Naturopatia meglio due. In questo modo il colon si libera regolarmente delle scorie, evitando che le tossine permangano all’interno. Le feci

devono essere morbide e ben formate. Se sono troppo dure, o troppo liquide, o appiccicose, o oleose, o con presenza di muco significa che l’intestino non sta funzionando bene e necessita di disintossicazione. L’evacuazione deve essere anche quasi completamente inodore. Se è maleodorante significa che il colon è intossicato.

Disintossicare l’intestino naturalmente

Quando si consumano le fibre è necessario fare molta attenzione: se non lo si fa nel modo corretto la stitichezza può peggiorare, la diarrea diventare costante, il colon si può infiammare e la pancia gonfiare cronicamente. Io consiglio di abituarsi con gradualità alle fibre e di scegliere il semi-integrale per quanto riguarda i cereali. Se infatti i cibi raffinati affaticano l’intestino, altrettanto succede con i cibi integrali che possono infiammare il colon o causare ostruzione intestinale. Essendo inoltre ricchi di acido fitico, se assunti in eccesso, possono ridurre l’assorbimento dei sali minerali, per esempio dello zinco. Le farine raffinate agiscono invece nel colon come una “colla”: lo ostruiscono e rendono l’evacuazione difficile. Tra i cereali è particolarmente consigliato l’orzo

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Focus: depurarsi a primavera

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Il nostro corpo è come la nostra casa: i rifiuti vanno eliminati regolarmente e completamente, per vivere in un ambiente salubre

perlato: esercita un’azione ammorbidente e sfiammante. L’assunzione di liquidi è fondamentale per la buona funzionalità intestinale. Quando il corpo non è idratato nel modo corretto è obbligato a estrarre i liquidi proprio dalle feci, che diventeranno secche e dure, con conseguente difficoltà di evacuazione. I liquidi estratti in questo modo, inoltre, intossicano l’organismo e causano patologie di ogni genere. Ci sono dei liquidi che idratano meglio l’organismo di altri: sono quelli biologici, provenienti da frutta e verdura. Sono più efficaci della semplice acqua, perché ricchi di vitamine e sali minerali organici, cioè già elaborati dalla pianta in una forma particolarmente compatibile con il nostro organismo. Spesso l’azione migliore per la stitichezza non riguarda l’utilizzo di prodotti lassativi ma un intervento ad ampio raggio: se il fegato, per esempio, produce bile in modo equilibrato si ottiene la miglior azione lassativa. Anche una sana flora batterica intestinale è il miglior regolarizzatore dell’evacuazione. Non tutti i lassativi naturali sono benefici. Alcuni come la cascara, il

Disi ntossicarsi

da

subito con la cu Al mattino, al risve ticola di psillio glio, versate mez zo cucchiaino, no di psillio (si può ac n di più, di cuticol quistare in erboris a teria o in farmac stemperare con ia) in un bicchier acqua tiepida, rie e e mpiendo il bicchi Mescolate bene, ere per circa un dissolvendo i grum te rz o. i e bevete subito bevanda calda: tra . Poi assumete un le più indicate vi a è l’acqua con su caso di gastrite op cco di mezzo lim tate invece per la on e; in tis an routine mattutina a di malva. Pros eguite con la vost e al termine fate co ra la zione (in modo da spazio prima di in lasciare un certo gerire cibo). Que st o rimedio naturo “spazzino” dell’a patico agisce co pparato gastro-in me uno testinale e regola naturale. Va assu rizza l’evacuazio nto per due setti ne in modo mane, poi una se a necessità, si pu ttimana di riposo ò ripetere. Per ve e qu indi, dere un intero vid intestinale: http:// eo sulla disintoss youtu.be/5t4l0tA icazione poBk rabarbaro, la senna o la cassia hanno un’azione catartica: cioè fanno funzionare l’intestino perché lo irritano. Queste piante si trovano in tantissimi prodotti naturali, proposti sia per i problemi intestinali che per altri disturbi. È sconsigliato assumerle! Quindi quando si acquista un prodotto è utile verificare che non siano presenti. Utilizzare queste sostanze nel lungo periodo è dannoso quasi quanto un farmaco. Pepe e peperoncino causano infiammazione: gli alimenti piccanti, speziati e troppo saporiti, specialmente se assunti quotidianamente, hanno un’azione di surriscaldamento dell’apparato digerente. Il colon si infiamma e viene danneggiata la flora batterica, causando diversi disturbi intestinali. Lo zenzero, in qualsiasi forma, è invece molto benefico: ha un’azione antifermentativa e antiputrefattiva. È consigliabile assumerlo

Dottoressa Simona Oberhammer È naturopata, specializzata in nutrizione, bioterapie e idrocolonterapia (USA). Ha ideato diversi metodi. Tra i principali: • Naturopatia Oberhammer®, naturalmente sani; • Eucolon®, disintossicazione intestinale; • Olofem,®, la Via Femminile. La dottoressa diffonde i suoi metodi in Italia e all’estero con libri, conferenze e corsi organizzati. Per maggiori informazioni: www. simonaoberhammer.com; facebook.com/naturopatiaoberhammer.

ai pasti. La tolleranza è personale: va ridotta la quantità quando si sente bruciare lo stomaco. In caso di gastrite è controindicato. Le intolleranze alimentari sono spesso causate da un colon intossicato: migliorando la funzionalità intestinale migliora anche la capacità di digerire tutti cibi, senza doversi privare degli alimenti preferiti. La sedentarietà è una causa di tossiemia intestinale: se non si ha il tempo per muoversi con regolarità è consigliato praticare alcune respirazioni profonde, addominali (cioè gonfiando bene la pancia). Esercitano un effetto positivo sul colon.

E i lavaggi intestinali?

I lavaggi intestinali sono una pratica antica ed estremamente benefica; la mia lunga esperienza con questa tecnica mi ha portato a preferire i lavaggi intestinali effettuati con sostanze terapeutiche rispetto alle idrocolonterapie. I lavaggi si praticano facilmente in casa, con costi bassissimi e risultati sorprendenti. Poiché, se non effettuati correttamente, possono anche essere piuttosto dannosi, è fondamentale impararli bene, da un terapeuta esperto. Leggi l’articolo completo su: bit.ly/WgXohP.

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Depurati con la

Terapia Gerson Succhi di frutta e verdura fresca per disintossicare il corpo, prevenire e curare le malattie croniche

Margaret Straus

L

a terapia nutrizionale del dottor Max Gerson per la guarigione e prevenzione del cancro e di altre malattie “incurabili” è un approccio totale al problema delle malattie croniche. Gerson ha osservato che «ristabilendo il meccanismo risanatore del corpo», cioè correggendo le turbe del metabolismo che portano allo sviluppo delle malattie croniche, tutti i sistemi dell’organismo possono ritornare al giusto funzionamento. Il corso delle malattie croniche, cancro incluso, può così essere invertito. Il dottor Gerson sostiene che nel cancro è decisivo il mutamento del quadro patologico generale, e non locale. In altre parole il cancro è una malattia non-specifica, e di conseguenza anche la terapia è non-specifica. La terapia Gerson è impiegata con pazienti di ogni età, affetti da ogni tipo di cancro, e si adatta anche al trattamento di malattie croniche non maligne: dall’asma al diabete, dall’artrite alla sclerosi multipla, dalle malattie cardiovascolari a quelle cosiddette autoimmuni. La

guarigione da patologie non maligne è quasi routine, a meno che i danni causati dal prolungato utilizzo di certi tipi di farmaci non siano troppo devastanti.

Come funziona

La terapia si articola in tre stadi. La prima fase è la disintossicazione: si realizza somministrando ai pazienti notevoli quantitativi di succhi di frutta e di verdura biologica fresca, uno speciale passato che stimola l’eliminazione attraverso i reni, e un grande numero di clisteri di caffè (biologico), poiché la caffeina serve ad aprire i dotti biliari che liberano grandi masse di materiale tossico. I succhi

freschi contribuiscono anche alla seconda parte della terapia: aiutano il corpo a ottenere le sostanze nutrienti essenziali, i minerali e le vitamine in forma facilmente digeribile. In questa seconda fase vengono somministrati altri alimenti: frutta e verdure, crudi o appena cotti, rigorosamente coltivati con sistemi biologici, insalate verdi e il passato già citato, preparato di fresco con verdure ed erbe specifiche. I succhi stimolano inoltre il fegato i reni a eliminare le tossine accumulate. La terza fase del trattamento è la terapia epatica di sostegno sotto forma di ioduro organico e inorganico, notevoli quantitativi di una combinazione di tre sali di potassio

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Focus: depurati a primavera in soluzione al 10% (acetato, gluconato e fosfato di potassio), enzimi pancreatici e vitamina B3. È risaputo che nelle patologie croniche e infiammatorie il corpo è in uno stato acido. La dieta Gerson è altamente alcalinizzante e questo è senz’altro uno dei motivi del suo successo. L’ossigenazione del sangue, il funzionamento degli enzimi pancreatici, il debellamento dei radicali liberi, sono solo alcune delle attività che dipendono da un pH alcalino. Il Gerson Institute di San Diego (www.gerson.org) possiede la documentazione di centinaia di casi di patologie “incurabili” completamente risolte con la terapia Gerson.

Prevenzione ed Epigenetica

Chiaramente, se risolvere i problemi principali della malattia degenerativa – tossicità e carenze secondo Gerson – porta alla guarigione del paziente, l’adozione di una dieta basata su piante biologiche, preparate al momento, senza sale o grassi aggiunti, un’attenzione al buon funzionamento del sistema eliminatorio del corpo, l’evitare tossine da fumo, alcol, prodotti per la bellezza, farmaci, inquinamento di varia natura dovrebbero essere la ricetta per la prevenzione. Inoltre, una mente serena e del movimento quotidiano hanno una indubbia importanza. Ultimamente la scienza dell’Epigenetica ha confermato indirettamente le idee di Gerson: l’eredità genetica è solo minimamente determinante del destino dell’individuo per quanto riguarda la salute. È stato dimostrato oltre ogni dubbio che il consumo di certe verdure impedisce a disturbi potenzialmente presenti nei geni di esprimersi.

Dove e come praticare la terapia

In Europa esiste un Health Centre nelle colline appena fuori Budapest dove in sessioni di due settimane

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La terapia Gerson è impiegata con pazienti di ogni e tà, affe t ti da ogni tipo di cancro, e si adat ta anche al trat tamento di malat tie croniche non maligne: dall’asma al diabe te, dall’artrite alla sclerosi multipla, dalle malat tie cardiovascolari a quelle cosidde t te autoimmuni

La storia di M a

x G erson

Per curare le seve re emicranie di cu i soffriva, il dotto sviluppato una te r Gerson aveva rapia biologica no n selettiva in Ger ’20. Ottenne pres m ania negli anni to fama internaz ionale per i suoi della tubercolosi. su ccessi nella cura Il celebre medico e chirurgo Ferdin ricorda nella sua and Sauerbruch autobiografia, la sperimentazione Gerson da lui orga della Terapia nizzata con 450 pazienti malati di guarirono complet Lupus: 446 amente. Gerson sviluppò la Terapi New York a parti a anticancro a re dal 1936, otte nendo il 40% di cancro in gran pa successi con casi rte terminali. di

viene insegnata ai pazienti e ai loro familiari la pratica della Terapia Gerson sotto la guida di medici e terapisti, alcuni dei quali sono dei pazienti guariti. Ai pazienti viene insegnata la dieta e la preparazione dei succhi e, dopo il ritorno a casa, i medici del centro rimangono a disposizione per consultazioni telefoniche (www.gerson.hu; info@gerson.hu). In Italia trovare assistenza qualificata nella pratica della terapia non è facile: sono pochissime le persone con sufficiente esperienza per seguire malati gravi. Per notizie a proposito di conferenze e seminari e per informazione su dove reperire il necessario per seguire la terapia, si può contattare l’autrice di questo articolo presso associazione.gerson@gmail.com.

Cosa leggere Charlotte Gerson Beata Bishop Guarire con il Metodo Gerson Libro + DVD Come sconfiggere il cancro e le altre malattie croniche All’interno il DVD “Se Solo Avessimo Saputo...” Macro Edizioni, 2012 Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 974 001

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Succhi freschi preparali con la

CENTRIFUGA Meravigliosi succhi sani, freschi, naturali e ricchi di nutrienti con la centrifuga Versapers che lavora a bassa velocità

L

a Versapers Emotion 2G è una centrifuga di nuova generazione, da poco presente sul mercato italiano e in vendita su Macrolibrarsi.it. La sua caratteristica principale è quella di lavorare a bassa velocità (80 giri al minuto), mantenendo intatti i nutrienti di frutta, verdura ed erbe utilizzate. Indispensabile per tutti gli appassionati di raw food, la Versapers sta conquistando un pubblico sempre più ampio, poiché è l’elettrodomestico da cucina fondamentale per chi è attento all’alimentazione e allo stile di vita e vuole mantenersi in salute integrando i succhi freschi nella propria dieta. Per capire meglio come fuziona la centrifuga e quali sono i suoi benefici, abbiamo intervistato Erica, una cliente Macrolibrarsi.it che ha acquistato una Versapers da alcuni mesi. Perchè hai scelto di acquistare la centrifuga? Dopo aver letto diversi libri in merito al consumo di centrifugati di frutta e verdura mi sono posta la seguente

La Redazione

domanda: perché non mangiare le verdure e i frutti interi anziché estrarne il succo e scartare le fibre? Ho trovato una risposta soddisfacente nel libro Succhi Freschi di Frutta e Verdura di Norman Walzer (Macro Edizioni): «Il cibo solido richiede molte ore di attività digestiva prima che il rispettivo nutrimento sia disponibile per le cellule e i tessuti del corpo. Le fibre nel cibo solido non hanno praticamente alcun valore nutritivo ma funzionano come una scopa nell’intestino durante l’attività peristaltica, quindi c’è bisogno di mangiare cibi crudi oltre ai succhi da bere. Ma è anche vero che l’eliminazione delle fibre che avviene quando si estrae il succo, rende i succhi stessi velocemente digeribili e assimilabili a volte nel giro di pochi minuti, con il minimo sforzo e lavoro da parte dell’apparato digerente». Dopo questa esauriente risposta, e dopo aver visto in azione la centrifuga Versapers in occasione del convegno di Byron Katie a Bellaria (primavera 2012) ho deciso di acquistarla.

Qual è la differenza tra questo prodotto e la centrifuga classica? Lo spremitore Versapers è a lenta estrazione di succo ed è costituito da un meccanismo completamente differente rispetto una centrifuga classica: con la Versapers il succo è ottenuto con la spremitura piuttosto che con la macinatura o la forza centrifuga. È un nuovo prodotto in grado di produrre latte di soia e di mandorla e di estrarre succo da frutta e verdura e altri tipi di succhi da prodotti freschi. La caratteristica principale di questo strumento è la sua capacità di lavorare a basse velocità (80 giri al minuto) così che i succhi prodotti mantengono tutte le proprietà alimentari e benefiche degli ingredienti freschi. La vite di spremitura a bassa velocità spreme i prodotti anziché macinarli e ciò permette di ottenere un succo con un sapore naturale, di colore puro preservando le vitamine e le sostanze nutritive. Il metodo di spremitura a freddo aiuta a mantenere le sostanze nutrienti vitali e vive.

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Focus: depurati a primavera

Cosa leggere I molti benefici del V ersa a mov im ento le pers Emotion 2G • Succhi miglio nto: ri: con

più vitamine e an dal sapore miglio tiossidanti, re e maggiore fre schezza. Nessu bava o schiuma, na e nessuna sepa razione come si verifica con altri spremitori. • Rendimenti pi ù elevati: la Vers apers Emotion movimento lent 2G a o estrae il 50% in più di succo centrifuga tradi di una zionale nel 50% del tempo. • È economica: ottiene la maggi or quantità di su minima quantità cco dalla di frutta. • Si pulisce da sola: basta vers are acqua nella dello spremiagr bocchetta umi quando si pa ssa a un altro tip ortaggio o foglia o di frutta, verde. • Piccole dimen sioni. • Succhi di erba : la Versapers Em otion 2G eccelle produzione di su nella cco di ortaggi a foglia verde e er • Spremitura a ba di grano. doppio stadio: il succo viene es la prima fase di tra tto durante frantumazione e, prima che la po espulsa, viene co lpa venga mpressa durant e la fase di seco spremitura. nda

Norman Walker Succhi Freschi di Frutta e Verdura Macro Edizioni, 2012 Colette Hervé Pairain Nadège Pairain Le Incredibili Virtù dei Succhi Verdi Ridurre il rischio di ammalarsi aumentando vitalità e salute Punto d’Incontro, 2012 Judith Millidge Frullati, succhi e spremute Più di 200 ricette fatte in casa Macro Edizioni, 2005 Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 974 001

Centrifughe consigliate Versapers riduce la quantità di rifiuti ed è molto economica perché spreme il succo dalla frutta e verdura fresche fino all’ultima goccia. Il succo ha un contatto minimo con l’ossigeno e quindi rimane fresco fino a un massimo di 48 ore in frigorifero.

cui si nutre e dalla sua compatibilità con i bisogni del nostro stesso organismo: con Versapers è possibile rispondere in maniera ottimale alle necessità nutritive del corpo.

Come descriveresti i succhi preparati con la Versaper? Buonissimissimi, freschissimi, nutrienti, vivi: sono una vera e propria sferzata di energia da consumare in qualsiasi momento della giornata. Sono indispensabili al mattino per iniziare un nuovo giorno con la giusta carica: un succo estratto al momento da ingredienti di qualità ti fa sentire subito attiva, mentalmente e fisicamente.

Vuoi condividere alcune ricette che hai “creato” e che utilizzi abitualmente? Diciamo che le ricette nascono spontanee dai gusti e dalle verdure e frutta di stagione, ma questi abbinamenti sono davvero ottimi: - melograno-zenzero - carota-mela verde-kiwi - ananas e zenzero (strepitoso) - bietola-carota-mele verdi - pompelmo rosa-zenzero-limone

A chi e perché consiglieresti questo prodotto? Il prodotto è consigliabile a tutti. Il corpo umano dipende in maniera indissolubile dalla qualità del cibo di

Grazie Erica per la disponibilità a condividere con i lettori di ViviConsapevole la tua esperienza con la Versapers! Grazie a voi e buoni succhi a tutti!

Centrifuga Versapers Emotion Pearl 2G ll modello Emotion Pearl 2G è senza manico Prezzo € 309,70 invece di € 326,00 Sconto 5 % Centrifuga Versapers Emotion White 2G ll modello Emotion White 2G è provvisto di manico Prezzo € 304,00 invece di € 320,00 Sconto 5 % Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 974 001

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Erbe belle e

selvatiche nel piatto

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e erbe selvatiche, che oggi consideriamo infestanti perché spuntano non richieste nel nostro prato, un tempo aiutavano a sbarcare il lunario. Nei periodi di carestia o di guerra, insaporivano pietanze o costituivano il pasto principale. Le erbe selvatiche possiedono infatti profumi e sapori che non troviamo nelle verdure comunemente in commercio. Se decidiamo di raccogliere erbe selvatiche dobbiamo seguire alcuni semplici accorgimenti: non raccogliere piante vicino alle strade, ai campi trattati con concimi chimici o che non conosciamo. In questo periodo dell’anno sono davvero molte le erbe belle e selvatiche che, durante una salubre passeggiata in mezzo al verde, possiamo trovare e utilizzare per insaporire le nostre pietanze o per depurare il nostro organismo. Alcune di queste sono molto comuni, altre poco conosciute, ma non per questo meno preziose.

Buone da mangiare

 Cardo Mariano (Sylibun Marianum): è una pianta non molto amata, soprattutto dai contadini, a causa dei suoi spini robusti che procurano graffi. È un carciofo selvatico, ha foglie larghe e lucenti e fiori violetti. Sono molte le leggende nate attorno a questa pianta. La più popolare è quella che fa derivare il nome “maria-

Katia Brentani no” dal latte che la Madonna fece cadere sulle sue foglie, mentre allattava Gesù, durante la fuga da Betlemme; in epoca più recente era il simbolo della casa reale degli Stuart d’Inghilterra. Con le radici si può preparare una confettura da spalmare sui crostini o buona per accompagnare il lesso.  Vitalba (Clematis Vitalba): questa pianta rampicante infestante è facile da incontrare durante le passeggiate lungo i sentieri, avviluppata ai tronchi degli alberi. Come tutte le ranuncolacee da adulta è tossica, ma se si raccolgono i germogli, freschi e giovani in primavera, è possibile preparare una buonissima frittata. Nel passato era conosciuta come “erba dei cenciosi”, perché veniva usata dai mendicanti per procurarsi ulcerazioni e impietosire le persone. Provoca infatti ulcerazioni se sfregata sul corpo.  Ortica (Urtica Urens e Urtica Diona): è una delle erbe selvatiche più conosciute e viene utilizzata per le sue qualità officinali e tessili, oltre ad essere un ottimo alimento per preparare gustosi piatti. Il suo nome deriva dal latino “urere” (bruciare). La “puntura” dell’ortica, che provoca un fastidioso prurito, è un meccanismo di difesa della pianta dagli animali in

cerca di cibo e dall’uomo stesso. La primavera è il periodo migliore per raccogliere l’ortica perché i suoi getti sono teneri. Munitevi di guanti per evitare il fastidioso inconveniente di grattarvi e riempirvi di bolle.  Valerianella (Valerianella Olitoria): questa erba selvatica si può raccogliere nei campi, soprattutto vicino ai vigneti. Predilige le zone assolate e ha foglie spatolate, tenere e grassette. Fiorisce in primavera inoltrata e i suoi fiori sono piccoli e azzurrognoli. È ottima da gustare in insalata accompagnata da pancetta a cubetti abbrustolita.  Barba di becco (Tragopogon pratensis): questa pianta ha foglie lanceolate. Il suo fusto può raggiungere il metro di altezza e il suo fiore è una larga margherita gialla che dà origine a un soffione più grande di quello del tarassaco. Si trova nei luoghi erbosi e umidi. In cucina si usa tutta la pianta, compresa la radice. I germogli giovani assomigliano come sapore agli asparagi. Il nome “volgare” barba di becco pare derivi dal longobardo “bikk” che significa “becco del caprone”.  Erba cipollina: (Allium Schoenoprasum): si può trovare anche “selvatica” nei campi, lungo

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Con fet tu ra di ca rdo ma ria no

Ingredienti: 1 kg di radici di car do mariano – 2 spicchi di aglio – 1 limone – aceto di mele q.b. – olio extravergine di oliva q.b. – sale – pepe. Procedimento: pulite il cardo mariano e conservare solo le radici (le foglie si possono cucinare al forno o utilizzare per preparare una frittata). Lavate le radici in acqua resa acidula dal limone e tagliarle a pezzi regolari, lunghi circa 4 cm. Fate bollire le radici in acqua salata, a cui va aggiunto un bicchiere di aceto di mele per 20 minuti. Una volta cotti, si scolano e si lasciano raffreddare su un canovaccio. Frullate le radici con l’aglio, un pizzico di sale e pepe, agg iungendo l’olio extravergine di oliva a filo, fino a quando non risulta un composto cremoso. Mettete la confettura in vasi sterilizzati. Per una buona sterilizzazione i vasi ben chiusi vanno posti in una pen tola alta e capiente, con l’acqua che deve superare di alm eno 3 cm la capsula di chiusura dei bara ttoli. Quando l’acqua bolle abbassate la fiamma e fate sob bollire per 30 minuti. Lasciate intiepidir e i vasi prima di toglierli dalla pentola e asciugarli. Appena fred di metteteli in un luogo fresco e pos sibilmente al buio

Torta sa lata con ortic he e ric

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ot ta

Ingredienti: 500 gr di pasta bris ée – per il ripieno: 500 gr di fog lie di ortica – 1 cipolla – 200 gr di ricotta – 2 uova – latte q.b. – sale – pep e. Procedimento: pulite le ortiche, con servando solo le cime tenere. Lav atele e fatele cuocere a vapore per 5 minuti. Trita te le foglie finemente, unite la rico tta, un tuorlo e gli albumi montati a neve. Sala te, pepate e amalgamate bene gli ingredienti. Tenete da parte un po’ di pasta bris ée per fare le strisce sulla torta e tirat e una sfoglia con cui foderare uno stampo imb urrato del diametro di 25 cm. Versate il composto di ortiche e ricotta e ricoprite con strisce ricavate dalla pasta tenu ta da parte. Pennellate le strisce di pasta con il tuorlo d’uovo a cui va amalgamato un po’ di latte. Cuocete in forno preriscaldat o a 170° per 30 minuti. Si può gus tare sia calda che fredda.

Risot to alla ba rba di becco

Ingredienti: 250 gr di riso arborio – 1 mazzetto di germogli di bar ba di becco – 1 l di brodo – 1 cipolla – olio d’oliva – 40 gr di parmigiano reg gia no – sale. Procedimento: lessate i germogli di barba di becco in acqua salata per 5 min uti, scolateli e teneteli da parte. In un tega me soffriggete la cipolla nell’olio d’ol iva, unit e i germogli di barba di becco, il riso e il brod o, ogni volta che sarà necessario, fino a quando il riso non arriva a cottura. Togliete dal fuoco, salate e amalgamate con il parmigiano reggiano grattugiato.

i fossi e nei luoghi incolti di montagna. Ha steli fini e cilindrici molto simili alla cipolla, il bulbo è biancastro e i fiori sono sferici e color malva. Si può utilizzare triturata finissima per aromatizzare formaggi freschi, le salse per i crostini, le patate lessate e le uova sode. Oppure si può aggiungere nelle insalate. È una pianta preziosa per chi ama il sapore della cipolla, ma non riesce a digerirla. Se desideriamo avere a disposizione l’erba cipollina tutto l’anno la possiamo essiccare o congelare. Se la essicchiamo, quando la utilizziamo ricordiamoci di irrorarla con succo di limone.

Katia Brentani

Cosa leggere di Katia Brentani Cucinare con erbe, fiori e bacche dell’Appennino Collana I Quaderni del Loggione Damster Edizioni, 2011 Bologna la dolce Curiosando sotto i portici fra gli antichi sapori Collana I Quaderni del Loggione Damster Edizioni, 2011 Cuor di castagna Collana I Quaderni del Loggione Damster Edizioni, 2011 Inzuppiamoci! Se non è zuppa è pan bagnato Collana I Quaderni del Loggione Damster Edizioni, 2012 Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 974 001

È scrittrice e vive a Bologna. Dal 1983 al 1992 Katia ha scritto racconti e romanzi brevi per le riviste «Confidenze» e «Donna Moderna». Solo recentemente ha cominciato a partecipare ai premi letterari ottenendo significativi risultati e numerosi primi premi. Ha pubblicato diversi romanzi: Confortatemi con il tè (2007), Coucous & Tortellini (2008), Il figlio del boia (2008), Aiuto, hanno rapito Babbo Natale (2008), L’uomo che rubava i sogni (2008), Voce Tonante Topini Bambini (2009), L’avventura di Fischietto (2010), Ti lascio una storia da raccontare (con Silvia Aquilini) (2011), Piccole storie di periferia (con Stefano Borghi) (2011), Volevo solo chiuderle gli occhi (2012). Il suo blog è http://katiabrentani.wordpress.com/katia/; su www.loggione.it cura la rubrica «Loggionando».

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Crea le candele

in cera naturale di soia Grazia Cacciola – Erbaviola.com

Più ecologica della cera d’api, cruelty-free ed estremamente versatile, la cera di soia è un materiale innovativo utilizzabile da chiunque a casa, per ottenere meravigliose candele atossiche

L

e candele esistono da circa 5.000 anni e i reperti archeologici più suggestivi di questo tipo di illuminazione risalgono all’antico Egitto, sebbene si indicano in genere gli antichi Romani come inventori delle candele come le conosciamo oggi. Le prime candele in materiale vegetale sono ancora più antiche e in Cina rimane una documentazione scritta di primordiali candele fatte versando cera vegetale tiepida in tubi di carta di riso. Nonostante questa tradizione millenaria, le candele più diffuse sono, fino al Medioevo, quelle costituite da grasso animale, l’ingrediente più economico allora, con l’unica eccezione delle costose e rare candele in cera d’api. Non appena le cere vegetali diventarono facilmente ottenibili e diffuse, vennero preferite al sego animale. Purtroppo, l’arrivo delle tecniche di raffinazione del petrolio e l’estrazione delle economiche paraffine hanno fatto sì che le candele in cera vegetale venissero sostituite, nel secolo scorso, dalle candele in materiali sintetici, inquinanti e spesso molto tossici.

Le cere vegetali oggi

Solo negli anni Novanta ricomincia la sperimentazione sulle cere vegetali e si cercano nuovi materiali, più naturali e di minore impatto ambientale rispetto a petrolio e grassi animali. Da questo punto di vista, le svolte più interessanti sono state la sintesi della cera di palma, una stearina vegetale ottenuta dall’olio di palma, e la cera di soia, ottenuta dai fagioli di soia. La cera di soia, in particolare, è stata inventata nel 1994 da Michael Richards, fondatore e attuale amministratore di Candleworks Inc., uno dei più grossi produttori mondiali di candele naturali. Michael Richards iniziò la sperimentazione con la soia proprio basandosi su antiche ricette di cere ottenute da vegetali e cercando di ottenere cere naturali da diverse piante e oli a basso impatto ambientale. Le sue formule per la cera di soia hanno aperto anche un settore di ricerca sulle piante utilizzabili per la produzione di cere vegetali. L’unica critica ambientale mossa alla cera di soia è stata sfatata in breve: nessun produttore di candele in soia o di cera di soia utilizza soia proveniente da coltivazioni OGM, anzi, nella maggior parte dei casi è garantita la provenienza da coltivazioni biologiche e la lavorazione avviene negli USA e in Europa. La cera di soia si presenta come una cera completamente naturale e non tossica, adatta anche a soggetti allergici perché non libera sostanze volatili

e non produce fumi neri. Può essere addizionata anche di olio di soia e altri oli vegetali ed è stata sviluppata appositamente per la produzione delle candele. È esente da idrocarburi o prodotti derivati dal petrolio e le sue prestazioni sono di gran lunga superiori a quelle della paraffina.

La lavorazione della cera di soia

La cera di soia si presenta particolarmente facile da lavorare e già pronta sotto forma di scagliato (Foto 1).

Foto 1: La cera di soia si presenta come scagliato già pronto da fondere e può essere colorato con materiali naturali: estratti vegetali e spezie sono tra i più utilizzati.

Non comporta un processo di lavorazione lunghissimo e soprattutto può essere lavorata a casa propria, senza utensili particolarmente complessi, anzi, è possibile riciclare quello che si ha già in casa. Unica avvertenza molto importante: proteggere il piano di lavoro con giornali o vecchi teli. Per chi comincia da zero, la partenza migliore è prendersi un paio d’ore per familiarizzare con l’attrezzatura e le

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Saper Fare operazioni più semplici. Molti degli attrezzi di cui si necessita si trovano già in casa. Vecchie pentole, posate e stoviglie che non vengono più utilizzate si trasformano facilmente in pentolini di percolazione, in boule da bagnomaria e in stampi originali. I vecchi bicchieri spaiati o i barattoli di vetro delle conserve si possono trasformare in contenitori ideali, che faranno anche da porta-candela. L’unica accortezza è di non utilizzare le stoviglie e il pentolame in uso per la cucina: difficilmente la cera si rimuove del tutto dalle pentole, anche se sembra di averle pulite perfettamente. Il punto di fusione della cera è a circa 52-56 °C, quindi è necessario fonderla a bagnomaria per non farla bruciare a contatto con le pareti della pentola (Foto 2).

Foto 2: La cera di soia va fusa a bagnomaria finché non risulta completamente trasparente e priva di grumi.

Una volta sciolta la cera, è possibile, nell’ordine, colorarla e profumarla. La migliore profumazione si ottiene con oli essenziali naturali. Bastano poche gocce di olio essenziale naturale direttamente nella cera calda per ottenere una profumazione gradevole della candela sia da spenta che in accensione. In genere 10 ml di olio essenziale profumano 1 litro di cera di soia.

Sono da evitare assolutamente i profumi a base di alcool e quelli di origine incerta perché le sostanze contenute nelle profumazioni per ambiente e negli oli non puri, anche nelle stesse profumazioni sintetiche per cere e gel, possono contenere agenti che nella combustione della candela sviluppano fumigazioni tossiche e fumi neri. Sul canale video YouTube “Erbaviola” è possibile vedere diversi video illustrativi della preparazione delle candele in cera di soia e l’intero processo illustrato per le candele in queste fotografie. Foto 3

Foto 3. Versare la cera in contenitori come vasetti o tazze che faranno da porta-candela. Fermare lo stoppino con mollette da bucato in modo che resti dritto intanto che la candela asciuga. Foto 4. Con la cera di soia si possono ottenere anche candele con stampi di varie forme e dimensioni, esattamente come succede per le cere sintetiche. Foto 5. Per profumare la cera, usiamo oli essenziali naturali oppure frutta e fiori secchi facendo però attenzione a non accendere le candele con questi elementi decorativi, che andrebbero incontro a una combustione eccessiva. Foto 4

Foto 5

Grazia Cacciola Grazia Cacciola (erbaviola.com) è divulgatore scientifico e autrice di diversi manuali e saggi sulle pratiche ecosostenibili. Ha portato in Italia l’utilizzo delle cere naturali, tra cui quella di soia. È tra gli autori del sito www.hobbycandele. com e l’autrice del testo di riferimento per l’utilizzo delle cere naturali Crea le tue candele naturali, Edizioni FAG.

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Cambiare vita

per combattere la crisi Inventarsi una vita diversa, in barba alle regole della società di massa, per sconfiggere la crisi personale e globale che ci inghiotte

D

i fronte all’ennesima alluvione (Toscana, novembre 2012) che si abbatte su di un territorio cementificato in ogni angolo in nome della crescita, ci si chiede come si possa ancora credere o sperare di collocarsi in un sistema che non è in grado di garantire più nulla, ammesso che lo abbia mai fatto, nemmeno la salvaguardia elementare del territorio. Cambiamenti climatici fuori controllo determinati dall’opera dell’uomo, inquinamento alle stelle, stress e violenza, bombardamenti pubblicitari che ci spingono a correre nella ruota del criceto cercando di comprare più cose possibili per fare il bene dell’economia e della crescita – panacea di tutti i mali.

ci si chiede anche perché sono così tanti i posti di lavoro inevasi che non trovano persone disposte a lavorare in agricoltura e in circa sessanta mestieri dove serve il saper fare. Il tutto quando si potrebbe riconverti-

alla prospettiva di un turismo di ecoqualità. I turisti in Italia ci vengono nonostante i servizi siano pessimi e l’accoglienza possibilmente peggio, figuriamoci se si iniziasse a trattare il proprio territorio come una benedizio-

Ufficio di Scollocamento: i prossimi appuntamenti Corsi di formazione al PeR Dal 1 marzo 2013 partono i corsi di formazione dell’Ufficio di Scollocamento presso il PeR - Parco del’Energia Rinnovabile, il più importante Centro in Italia che coniuga energie rinnovabili, efficienza energetica, recupero e uso dell’acqua piovana, sede presidio Slow Food e di progetti innovativi. Corsi di: Permacultura, Orto Sinergico, Igiene naturale di casa e persona, Autocostruzzione di giocattoli, Cucina Vegan, Riqualificazione energetica della casa. Per Info: per.umbria.it Paqua Vegan 29 marzo - 1 aprile 2013 Pasqua Vegan al PeR con corsi di cucina Vegna Riot, preparazione di conserve con Maria Chiara Flugy Pepe e visita del Centro. Scollocamento per imprenditori 5-7 aprile 2013 Ufficio di Scollocamento per imprenditori al PeR. Scollocamento a Monteveglio Mercoledì 1 maggio 2013 l’Ufficio di Scollocamento apre alla casa di Vivisostenibile a Monteveglio (Bo) seguirà comunicato. Per ulteriori info: scollocamento@ilcambiamento.it http://scollocamento.ilcambiamento.it/

Nuovi lavori per una nuova economia

Sindacati, politici, imprenditori senza scrupoli, tutti indistintamente ci spingono a salire su di una nave che affonda, ci fanno lavorare in posti pericolosi e inquinati, ci vogliono ingranaggi docili della macchina produttiva e usano l’arma della disoccupazione per convincerci ad accettare un sistema folle, iniquo e suicida. Per ricattarci più facilmente ci dicono che non c’è lavoro, ma allo stesso tempo ci si chiede come mai ci sono centinaia di migliaia di immigrati che fanno lavori che noi non vogliamo fare, e

Paolo Ermani

re da subito tutto il mondo del lavoro indirizzandolo nei settori vitali della vera economia, partendo dalla salvaguardia del territorio e dell’ambiente. Abbiamo devastato quello che una volta era il Bel Paese e adesso servirebbe tantissimo lavoro per rimetterlo a posto. Basti pensare anche solo

ne divina e non come una discarica. Ma sono tanti i settori di intervento occupazionale, ad esempio la riqualificazione energetica, ad iniziare dal comparato edilizio, che ci farebbe risparmiare moltissimi soldi e inquinamento. Che l’edilizia sia in crisi lo capirebbe chiunque dato che stiamo

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Comunità consapevole Ch e cos’è l’U ffic

cementificando tutto con milioni di alloggi, capannoni ed edifici (che poi rimangono vuoti) ed quindi è ovvio che il mercato si satura. Il campo di intervento in un patrimonio edilizio costruito malissimo e dai consumi indecenti, è invece un campo estremamente vasto in cui intervenire. Che dire poi del comparto agricolo: adesso finalmente c’è un fiorire di testi che improvvisamente scoprono che vivere e lavorare in campagna non è quella terribile apocalisse che ci volevano far credere persone rimaste ai tempi di prima della guerra. L’Italia è tutta da riconvertire al biologico, al locale, siamo un Paese dalle potenzialità enormi, da noi può crescere quasi qualsiasi cosa e ogni territorio ha la sua specificità. Abbiamo un patrimonio di ricchezza e biodiversità eccezionale. In un’ottica complessiva di scollocamento, trovando il vero collocamento non imposto dalle circostanze o dalla nostra pigrizia o chiusura mentale, non solo potremmo lavorare tutti, ma lavoreremmo anche meno, perché si avrebbe un Paese dove per vivere basta poco e perché ci si indirizza a produrre cose sensate. In un contesto simile ci si rivolge ad una cultura della qualità e non della quantità e si vedrà che non servono così tanti soldi e prodotti di cui circondarsi.

Iniziativa personale per il cambiamento globale

Non bisogna però fare l’errore di pensare che la colpa sia tutta dei politici e che cambiati quelli come per magia tutto cambierà, oppure convincersi che siamo in mano alla finanza interna-

io di

Scollocam ento L’Ufficio di Scollo camento è un pr ogetto concreto che vogliono cam rivolto a tutti colo biare vita “scollo ro candosi”, ovvero il proprio posto di abbandonando lavoro e la propria vita nella società e realizzando un della crescita progetto esistenzia le su basi divers decrescita, della e: quelle della condivisione com unitaria, del recu e delle energie, de pero delle risorse lla tutela del terri torio e del paesag ritorno alla natura gio, di un felice . Paolo Ermani e Si mone Perrotti ha nno avviato un gr da psicologi, espe uppo composto rti di lavoro altern ativo, avvocati, m soprattutto life­coa a anche e ch, scrittori, econ omisti, esperti di aiutare le person ambiente, per e a mettere in pr atica le proprie m concretizzare i pr otivazioni interiori opri sogni e prog e etti. Per info: scolloca mento.ilcambiam ento.it. zionale e ai cattivi burattinai. Questo sistema propone e noi accettiamo e i consumatori hanno una parte assolutamente fondamentale in questo quadro. Nessuno ci obbliga con una pistola alla tempia a comprare milioni di oggetti superflui o inutili, nessuno ci obbliga ad accettare un posto di lavoro che odieremo e che fa il nostro e altrui male, nessuno ci obbliga ad abitare in città ormai sempre più invivibili, preda di stress e inquinamento. È oggi quanto mai possibile scollocarsi e rifiutare ciò che questo sistema propone ed è anche possibile costruire un nuovo sistema che abbia basi tecnologiche ed umane completamente diverse da quelle che con la nostra colpevole complicità ci stanno portando alla catastrofe. Se speriamo che dall’alto o da leader di ogni sorta calino soluzioni magiche, possiamo aspettare anche le prossime ere geologiche, se invece prendiamo l’iniziativa e ci mettiamo insieme ad altri, ecco che gli sforzi ci appaiono meno titanici e le cose cambiano

Chi è Paolo Ermani

sotto in nostri occhi, quotidianamente. Ognuno di noi ha ricchezza, intelligenza e notevoli capacità e da quelle si deve partite per cambiare in meglio la nostra vita e salvaguardare il pianeta. In questo quadro la proposta dell’Ufficio di Scollocamento si pone come un valido e concreto aiuto per chiunque voglia “ricominciare a vivere”.

Cosa leggere Simone Perotti, Paolo Ermani Ufficio di Scollocamento Una proposta per ricominciare a vivere Chiarelettere, 2012 Paolo Ermani, Valerio Pignatta Pensare come le Montagne Manuale teorico-pratico di decrescita per salvare il pianeta cambiando in meglio la propria vita Aam Terra Nuova, 2011 Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 974 001

Paolo Ermani è presidente dell’associazione PAEA (Progetti Alternativi per l’Energia e l’Ambiente), socio fondatore ed ex vicepresidente del “Movimento per la decrescita felice”. È tra gli ideatori del quotidiano on line «Il Cambiamento». Da due decenni è impegnato nell’ambito delle energie rinnovabili e del risparmio energetico.

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Costruire una casa in argilla...

con una

stampante 3D L’innovativa stampante 3D PowerWASP è in grado di stampare oggetti personalizzati e persino i muri della propria casa Massimo Moretti – Progetto WASP

Cambiare la realtà con il pensiero Un nuovo modello di sviluppo sta germogliando in tutto il mondo, una condiviso risposta al potere economico che si Proviamo a immaginare un mondo dove la conoscenza è condivisa, dove basa sul monopolio delle capacità ogni uomo ha la capacità di produrre produttive, dove le multinazionali le proprie idee, o dove i consumatori che hanno il controllo della prodiventano tutti produttori, in grado duzione tendono a trasformare gli di produrre e consumare qualcosa di unico. In un mondo del genere non uomini in consumatori. sarebbe bisogno di arrivare ad uno In questa società monopolistica dal ci scontro per accaparrarsi le ormai scarse punto di vista produttivo, l’econorisorse naturali che rischiano di scommia tende a tagliar fuori il singolo parire in pochi anni. Infatti, in questo modo si potrebbero creare e produrre che non ha i mezzi per produrre oggetti e alimenti a km0, venduti diretin proprio; brevetti, stampi e linee tamente senza imballaggi, conoscerne produttive costose tarpano le ali non solo l’origine ma anche il produtalla creatività e degradano l’uomo a tore; da parte sua, poi, il consumatore consumatore e a mera manovalanza. diventerebbe un conoscente, un amico Le stampanti 3D stanno cambiando e un sostenitore. In questo mondo le cose, c’è chi inizia a parlare di terza consumatore e produttore sarebbero parte di uno scambio che si origina dal rivoluzione industriale

basso, nel quale migliaia di persone si incontrano e si scambiano idee e conoscenze e dove vengono premiati il merito e il saper fare. Questa è la visione che guida il progetto WASP – World’s Advanced Saving Project – nato con la volontà di cambiare il mondo dal basso ed essere artefici della trasformazione

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Casa e azienda

in prima persona. Il nostro lavoro è concretizzare sogni: ci occupiamo di sviluppare e diffondere tecnologie innovative per il benessere del mondo, dando un contributo di visione, di progetto, di prodotto e agendo in un’ottica di progetto aperto, che permette di aiutarci e consigliarci a vicenda. Secondo il nostro punto di vista, la soluzione per un mondo più sostenibile è cambiare il modello di sviluppo, prendendo esempio da un altro modello che in Natura funziona benissimo: quello dell’ape vasaia. Questo genere di ape raccoglie palline di terra bagnata nelle giornate di sole e le deposita nella forma che

Proviamo a immaginare un mondo dove la conoscenza è condivisa, dove ogni uomo ha la capacità di produrre le proprie idee, o dove i consumatori diventano tutti produttori, in grado di produrre e consumare qualcosa di unico

immagina, costruendo un rifugio per sè e per le compagne.

L’innovativa stampante 3D

Prendendo spunto dall’ape vasaia, noi del progetto WASP abbiamo lanciato una sfida: dare la possi-

bilità a chiunque di realizzare i propri oggetti, come fa l’ape vasaia appunto, scaricando il progetto dalla rete o realizzandone di propri. In questo modo nasce un nuovo concetto di progettazione, che riduce i costi di trasporto e produzione e

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Casa e azienda diminuisce drasticamente i rifiuti (plastiche riciclabili). È che così che abbiamo messo a punto la stampante Powerwasp, che non è solo una semplice stampante, bensì è una piccola fabbrica personale in grado di trasformare in oggetti i propri progetti. Oltre che a stampare con la deposizione controllata, questa stampante è anche in grado di fresare, tagliare, incidere la plastica, i metalli, il legno, le resine e persino fondere un filo a base di mais e tapioca e depositarlo in maniera controllata per far prendere forma agli oggetti che vogliamo stampare. Grazie al filo a base di mais e tapioca che fonda e deposita gli oggetti, in poco tempo questa rivoluzionaria stampante permette di avviare la propria fabbrica dei sogni: il piccolo artigiano, il giovane designer, l’hobbista hanno la possibilità di trasformare in oggetto il proprio progetto acquisendo la capacità produttiva e facendolo arrivare direttamente al consumatore finale. E sul sito Thingiverse.com c’è la possibilità di scaricare e stampare migliaia di oggetti liberamente scaricabili e stampabili da chi possiede una Powerwasp: si tratta di oggetti che altri hanno già stampato con la stessa tecnica e che ora sono in rete per una condivisione di idee. Gli oggetti che escono dalla Powerwasp sono riconoscibili, perché la deposizione controllata lascia un segno inconfondibile, gli strati di materia che si sovrappongono sono il marchio di fabbrica, quindi un pezzo realizzato con la stampante 3D è unico e irripetibile, non è un prodotto di consumo, ma un prodotto artigianale dove il termine arte riacquista il suo valore reale.

Stampare case con la stampante 3D

Il progetto WASP si autofinanzia tramite la vendita di “personal Fab”, cioè di oggetti creati in laboratori che sono

Il nostro lavoro è concretizzare sogni: ci occupiamo di sviluppare e diffondere tecnologie innovative per il benessere del mondo, dando un contributo di visione, di progetto, di prodotto e agendo in un’ottica di progetto aperto, che permette di aiutarci e consigliarci a vicenda anche fabbriche personali dove chi vuole può trasformare le proprie idee in prodotti a tiratura limitata. Il team WASP infatti organizza ogni mese un fine settimana durante il quale trasferire la conoscenza necessaria per trasformare i progetti in oggetti. Organizza corsi di disegno tridimensionale, progettazione e costruzione, cad e cam per la lavorazione e il taglio e la formatura di prodotti. In questo modo contribuiamo a dare a tutti la stessa possibilità di poter mettere in piedi la propria fabbrica personale con meno di 1.000 euro, diventando produttori dei propri sogni. Sempre ispirati dall’ape vasaia, ci siamo chiesti perché non imitare questo piccolo architetto della Natura per costruire una casa bella, comoda e sana con l’uso di una stampante 3D. Da qui ha preso forma il sogno di stampare muri di argilla per la costruzione di una casa a costo quasi zero. L’argilla è reperibile quasi ovunque in Natura e a costi molto bassi e questo permetterebbe di

avere case a basso impatto ecologico e a prezzi bassi. Le case di terra sono una delle più antiche tecniche di costruzione: ci sono intere città in terra cruda, costruite da millenni, e quasi un terzo della popolazione mondiale vive in case di terra. Quindi perché non adottare anche noi questo sistema? Ovviamente ogni terreno e ogni latitudine necessita di adeguati accorgimenti costruttivi, ma in questo senso un aiuto ci arriva dalla moderna tecnologia della stampante 3D. Un progetto tecnico può essere realizzato con precisione millimetrica da enormi stampanti solide, in grado di riprodurre al millimetro forme con alto contenuto estetico e tecnico, gli impianti di riscaldamento, il ricircolo d’aria, l’illuminazione, tutti fattori studiati nei minimi dettagli e replicati perfettamente senza possibilità di errore da stampanti solide alte oltre 10 metri che permettono di avere una casa perfetta in pochi giorni. Si tratta di una macchina che poggia su 3 piedi, facile da trasportare e da

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Casa e azienda

montare attorno all’area dove sorgerà la casa, in grado di depositare in maniera controllata argilla, sabbia e fibra naturale adeguatamente condizionata. Tutti gli utili derivanti dalla vendita della Powerwasp vengono reinvestiti nello sviluppo della stampante 3D alta 10 metri che, ci auguriamo, potrà ben presto trasformare le baraccopoli, i campi profughi e le bidonville in villaggi ecologici per un mondo più sostenibile.

Le case in arg il la o in m ateria li natu rali son le costruzioni o fra più a ntich e e si trova no in tut il mondo. Per m to ag g iori in form azioni si posso consu ltare i se no guenti siti: http

://www.architettu raecosostenibile.it / http://www.genitro nsviluppo.com http://www.casedi terra.it/index_cont ent.htm

Massimo Moretti Già fondatore del CSP (Centro Sviluppo Progetti), Massimo Moretti si occupa dello sviluppo di progetti innovativi. Il CSP si interessa fin da subito al mondo della stampa 3D, prima da utente, poi l’interesse verte verso l’ideazione di una stampante che si adatti alle esigente di chiunque. Passano molti anni prima che ciò sia possibile e solo quando Massimo incontra un gruppo di studenti dell’ISIA, l’Università di Design, anche loro interessati alle stampanti 3D, il progetto inizia a concretizzarsi. Nasce così il progetto WASP, World’s Advanced Saving Project, che è al tempo stesso università, ricerca e sogno. Una sinergia di elementi perfettamente integrati e collaborativi che lavorano per la ricerca e l’innovazione nel campo dei “Makers”, sviluppando macchine che stampino e fresino, ma che vogliono anche migliorare il mondo in cui vivono. Per maggiori informazioni e per conoscere i corsi di formazione: http://www.wasproject.it.

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Allergie primaverili,

combattile con gli oli essenziali

Luca Fortuna

Mal di testa, naso chiuso o che cola, mal di gola, lacrimazione, tosse e starnuti sono i sintomi più comuni delle allergie. Gli oli essenziali sono uno dei modi migliori per trattarle: sicuri ed efficaci, possono essere impiegati con grande successo. È fondamentale impiegare unicamente oli essenziali puri al 100%, integri, naturali, botanicamente identificati e chemotipati, gli unici adatti all’Aromaterapia

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l concetto di allergia è stato introdotto nel 1906 da Pirquet e Schick in seguito all’osservazione di una risposta negativa alla somministrazione di vaccini. Venne modificato nel 1963 da Gell e Coombs, che proposero uno schema di classificazione basato su quattro tipi di reazioni di ipersensibilità, delle quali solo una si può definire allergia. Allergia significa una maniera diversa di reagire da parte di alcuni individui verso alcune sostanze. Ogni individuo vivente ha a sua disposizione un insieme di meccanismi con la funzione di proteggere l’organismo dalla possibile penetrazione da parte di corpi estranei, definiti antigeni. Gli antigeni possono essere

di diversa natura ad esempio: particelle di inquinamento, batteri, virus, pollini, spore, alimenti e molto altro ancora. L’insieme dei meccanismi messi in atto da ogni individuo per la difesa dell’organismo stesso viene chiamato sistema immunitario. Allergia indica una condizione caratterizzata da una abnorme reattività dell’organismo nel caso di un contatto con determinate sostanze di per sé non pericolose, che vengono definite allergeni. La parola “allergia” deriva da due parole greche: allos che significa diverso ed ergon che significa effetto. Le allergie sono patologie atopiche (per atopia si intende una forte reattività nei confronti di agenti normalmente innocui) caratterizzate dalla presenza di anticorpi specifici (immunoglobuline E o nella versione abbreviata IgE). L’allergene, introdotto una prima volta nell’organismo, rimane latente, ma induce la formazione di anticorpi specifici. Quando si verifica una seconda introduzione, l’organismo, ormai allergizzato, risponde con l’immediata, o quasi immediata, attuazione di fenomeni evidenti. I casi più diffusi di allergia sono imputabili a pollini, polvere, alimenti e farmaci. Attualmente circa un terzo della popolazione italiana soffre di una qualche forma di allergia. Alla

base dei processi infiammatori vi è la formazione di istamina favorita dal contatto dell’allergene con gli anticorpi. Tra le cause delle allergie si riconoscono sia fattori genetici (le probabilità di sviluppare un’allergia sono più alte in soggetti con casi familiari di allergia) sia ambientali. Le allergie sono dunque delle reazioni immunitarie dell’organismo a sostanze estranee non-infettive (allergeni, antigeni). L’organismo reagisce con sintomi infiammatori e con la produzione di anticorpi (reazione antigeneanticorpo).

Le allergie più frequenti

Le allergie più frequenti si trovano:  nelle vie respiratorie: rinite allergica, sinusite allergica, asma bronchiale;  nella cute: orticaria, eczema di contatto, neurodermite;  negli occhi: congiuntivite allergica;  nel tratto digestivo: diarrea, nausea;  sistemiche: temperatura alta, stanchezza, disturbi del sonno.

L’istamina

L’istamina è un ormone che svolge svariate funzioni. Nel tessuto connettivo dermico e mucotico induce vasocostrizione e vasodilatazione, partecipa ai processi infiammatori e

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Medicina Olistica

Allergia significa una maniera diversa di reagire da parte di alcuni individui verso alcune sostanze

pruriginosi. Nei processi allergici, l’istamina liberata dalle mastcellule dermiche è un importante mediatore. Una liberazione di istamina non denota necessariamente un’allergia perché anche in altri processi ne viene liberata. Il contenuto di istamina nei prodotti alimentari può essere notevole, specialmente se si è in presenza di proteine stagionate come nei formaggi, nel pesce e nella carne conservata. L’iperproduzione o l’ipoproduzione di istamina può scatenare sintomi patologici di vario tipo, anche psichici. L’istamina è una sostanza presente in natura e nel corpo umano che viene prodotta dalla disgregazione di alcune proteine, nei normali processi di difesa dell’organismo. Se la quantità di istamina rilasciata è eccessiva, possono insorgere vari problemi, come ad esempio la dilatazione dei vasi sanguigni che rilasciano i fluidi nei tessuti circostanti provocando gonfiore e irritazione. L’istamina stimola anche lo stomaco e l’intestino, e può essere responsabile degli attacchi di asma, perché provoca la contrazione dei bronchi. Inoltre, l’azione allergica dell’istamina tramite mastcellule può essere scatenata dai pollini, dal pelo degli animali e da altre sostanze, e può provocare tutti i sintomi della febbre da fieno o dell’asma.

La soglia delle allergie

In quasi tutti i fenomeni biologici si registra l’esistenza di un livello di soglia e, tuttavia, parlando di reazioni allergiche, questo concetto appare a molti come rivoluzionario. Studi recenti testimoniano infatti che l’allergia non dipende solo dalla reazione a una singola sostanza, ma dalla somma di molte piccole reazioni che aumentano il livello di infiammazione generale dell’organismo, predisponendolo cioè a “esplodere” al contatto con sostanze anche solo lievemente irritanti. Una concezione che consente di interpretare l’allergia come un eccesso di difesa, piuttosto che come un difetto dell’organismo. In questa concezione dell’allergologia, il livello di soglia non è altro che l’espressione della capacità umana di adattarsi; si tratta di una realtà clinica evidente spesso negata dal mondo della medicina convenzionale, ma che oggi è sempre più accettata anche nel mondo accademico. È importante ricordare che secondo questa visione concettuale, l’allergia non è mai un meccanismo assoluto, nel senso che o c’è o non c’è, ma è invece un meccanismo relativo, quindi estremamente modulato, che è sempre presente e che può essere al di sopra o

al di sotto del livello di soglia del singolo individuo. Questo discorso vale per tutti i fenomeni allergici “classici”, come ad esempio: rinite, asma, dermatite, orticaria, diarrea e congiuntivite. Ciascun individuo infatti, pur essendo allergico e intollerante, può mantenere un controllo sulla propria reattività attraverso un meccanismo attivo. Quando una persona diventa clinicamente allergica, ovvero quando manifesta dei segnali di allergia o di intolleranza, è il segnale dell’avvenuto superamento del livello di soglia della propria capacità di adattamento.

I falsi nemici

Adottando il concetto di superamento della soglia di reattività è necessario rivedere il proprio rapporto con i “nemici” che scatenano l’allergia. Non serve prendersela solo con i “pollini cattivi” o con il “latte che fa male alla pancia”, ma bisogna considerare cosa sia avvenuto nell’organismo, per aiutarlo a ricreare tolleranza, sia attraverso un processo di progressiva iposensibilizzazione, sia attraverso strumenti indiretti come l’uso di alcuni minerali o oligoelementi. Non si tratta più di identificare la sostanza responsabile dell’allergia, ma di armonizzare ed equilibrare il terreno organico.

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Medicina Olistica Raramente gli allergologi spiegano ai propri pazienti perché, pur risultando allergici a moltissimi pollini, soffrano di rinite o di asma solo in determinati periodi, ad esempio tra agosto e settembre, o solo tra maggio e giugno, o a volte non ne soffrono affatto, anche se quei pollini sono presenti nell’ambiente per periodi ben più lunghi di quelli caratterizzati dalla manifestazione allergica. Questa reazione non lineare, ovvero dove non c’è un nesso di causalità assoluto tra la presenza di una sostanza e la reazione, è dovuta al fatto che ogni organismo umano ha la possibilità di adattarsi alle circostanze avverse che incontra: pollini, freddo, caldo, inquinamento, acari della polvere, farmaci e alimenti. Così avviene spesso che una persona, pur in presenza di IgE (immunoglobuline E) verso una certa sostanza non sviluppi allergia quando entra in contatto con quello specifico allergene. È anche grazie a questo fenomeno che non possiamo più considerare la terapia di un’allergia come qualcosa di mirato esclusivamente contro l’allergene. Un trattamento che non sia solo sintomatico, ma che incida sulle cause profonde, ha per obiettivo l’organismo intero. Lo scopo è quello di pensare a rieducare un organismo affinché possa controllare le reazioni allergiche riportandole all’interno della sua capacità di tolleranza. In altre parole si deve insegnare all’organismo a trovare quella “valvola di sfiato” che consente alla pentola a pressione di non scoppiare, ma anzi di eliminare gradualmente tutto il vapore prodotto senza arrecare danni.

Rinite allergica e Aromaterapia

La rinite allergica (o raffreddore da fieno) compare da fine marzo e dura fino a tutto giugno, quando la fioritura delle piante raggiunge l’apice, con effetti devastanti su naso, occhi e polmoni di milioni di individui. I disturbi compaiono la mattina appena svegli, si attenuano nelle ore centrali,

Studi recenti testimoniano che l’allergia non dipende solo dalla reazione a una singola sostanza, ma dalla somma di molte piccole reazioni che aumentano il livello di infiammazione generale dell’organismo, predisponendolo cioè a “esplodere” al contatto con sostanze anche solo lievemente irritanti

per poi diminuire in serata. La rinite allergica è sempre più frequente, si calcola che riguardi il 15% circa della popolazione e per un 5% può diventare un vero e proprio incubo: starnuti a raffica, naso chiuso o colante, occhi fortemente arrossati e disagio continuo che sfocia in stanchezza cronica, sonno perturbato, irritabilità, difficoltà di concentrazione. Molti sono gli Oli Essenziali con una forte azione antinfiammatoria e balsamica che possono contrastare gli effetti irritativi degli allergeni come pollini e polveri. Il sistema respiratorio è la parte più esposta alle allergie, le sostanze allergizzanti che provocano irritazione sono facilmente dispersibili nell’aria, vengono ispirate e possono provocare attacchi più o meno forti di rinite allergica o anche di asma. Per contrastare l’infiammazione delle mucose del naso e degli occhi, così come cefalea, starnuti e naso chiuso o colante, gli oli essenziali più utili sono camomilla, chiodi di garofano, camomilla blu, lavanda, cipresso, maggiorana, pino silvestre. Possiedono una forte azione antistaminica, unitamente a proprietà balsamiche, decongestionanti, lenitive e antinfiammatorie. L’approccio aromaterapico può essere di grande aiuto per contrastare le manifestazioni allergiche, poiché agisce sull’intero organismo e non sul singolo sintomo.

Oli essenziali per combattere le allergie Lavanda La Lavanda (Lavandula agustofolia) è uno dei migliori oli essenziali per combattere le allergie. La Lavanda di grado aromaterapeutico è un antistaminico naturale, dopo l’applicazione il sollievo giunge in pochi minuti. Ecco come usare la Lavanda per il sollievo dall’allergia:  Frizione: applicare 1 goccia sui polsi o sul plesso solare.  Inalazione: diffonderla con un diffusore per 15 minuti ogni 2 ore.  Inalazione diretta: applicare 1-2 gocce sul palmo della mano, strofinare le mani e unirle a coppetta, metterle sotto il naso. Inspirare 4-6 respiri profondi.  Assunzione: 2-3 gocce di Lavanda emulsionate in olio di cumino nero, 2 volte al giorno. Camomilla blu La Camomilla blu (Chamomilla matricaria) contiene naturalmente azulene, una sostanza che è in grado di contrastare gli effetti dell’istamina. La Camomilla blu di grado aromaterapeutico è un potente antiallergico in grado di apportare sollievo immediato alle manifestazioni infiammatorie più estese, come sfoghi cutanei, arrossamenti, irritazioni della pelle. Agisce

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Medicina olistica

Un trattamento per le allergie che non sia solo sintomatico, ma che incida sulle cause profonde, ha per obiettivo l’organismo intero

come antidoto all’istamina, insostituibile nelle manifestazioni di natura allergica.  Frizione: applicare 1 goccia sui polsi o sul plesso solare.  Inalazione: diffonderla in sinergia con la Lavanda.  Inalazione diretta: applicare 1-2 gocce sul palmo della mano, strofinare le mani e unirle a coppetta, metterle sotto il naso. Inspirare 4-6 respiri profondi.  Assunzione: 2-3 gocce di Camomilla blu emulsionate in olio di cumino nero, 2 volte al giorno. Cipresso Il Cipresso (Cupressus sempervirens) è perfetto per combattere le allergie, decongestiona rapidamente le mucose di naso e gola. Il Cipresso di grado aromaterapeutico è un potente antiallergico in grado di apportare sollievo anche nei casi più ostinati, come ad esempio nelle crisi di starnuti. Ecco come usare il Cipresso per il sollievo dall’allergia:  Frizione: applicare 2-3 gocce sui polsi o sul plesso solare emulsionandolo in poco olio vegetale di argan.

 Inalazione: diffonderlo con un diffusore per 20 minuti ogni 2 ore.  Inalazione diretta: applicare 1-2 gocce sul palmo della mano, strofinare le mani e unirle a coppetta, metterle sotto il naso. Inspirare 4-6 respiri profondi.  Assunzione: 2-3 gocce di Cipresso emulsionate in olio di cumino nero, 2 volte al giorno.

Miscela contro le allergie forti

Una miscela di oli essenziali che allevia le allergie più forti si realizza con: 10 gocce di lavanda, 10 gocce di cipresso, 5 gocce di maggiorana, 5 gocce di copaiba. Diffusione ambientale per 20 minuti due volte al giorno.

Cosa leggere di Luca Fortunai Manuale di Aromaterapia Xenia Edizioni, 2010 Le Allergie Xenia Edizioni, 2011 Aromaterapia Naturopatica Enea Edizioni, 2006 Piscoaromaterapia sciamanica Enea Edizioni, 2012 Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 974 001

Luca Fortuna Esperto di medicine naturali, è una riconosciuta autorità nel campo dell’Aromaterapia. Ama scrivere e ha pubblicato numerosi libri di successo su diverse tematiche legate alle discipline verdi. Creatore di prodotti e trattamenti venduti in oltre trenta nazioni del mondo, collabora con diverse aziende ed è impegnato in più progetti di ricerca e sviluppo. Insegna Aromaterapia a più livelli (corsi di base, specializzazioni, seminari intensivi) ed è impegnato in una fitta attività di divulgazione, per diffondere la cultura aromatica. Riceve su appuntamento per consulti individuali e consulenze professionali. Per maggiori informazioni: www.lucafortuna.it, www.essenthya.it.

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La risata che guarisce Lo Yoga della Risata come terapia contro molti disturbi Richard Romagnoli

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a diversi anni a questa parte la scienza medica internazionale ha approfondito ricerche nell’ambito dei benefici della risata. Sempre più psicologi, psicoterapeuti, endocrinologi, cardiologi e oncologi prescrivono ai loro pazienti la medicina della risata in associazione alle cure allopatiche per prevenire e curare le diverse patologie. Le scoperte scientifiche hanno dimostrato che la risata ha la capacità di stimolare nel nostro cervello la produzione delle beta-endorfine, l’antidolorifico naturale ingrado di rilassare e allentare le tensioni del corpo, oltre a favorire la produzione della serotonina, l’antidepressivo endogeno che ci aiuta nei momenti di disagio emotivo. Ridere rinforza il sistema immunitario grazie alla stimolazione delle encefaline e degli anticorpi. La risata è un ottimo cardio-fitness poiché è in grado di aumentare l’espansione dell’endotelio (il rivestimento interno dei vasi sanguigni) che, migliorando l’irrorazione sanguigna, contrasta l’arteriosclerosi e il rischio di infarto e di ictus. Ridendo, tutto il corpo beneficia di un miglior apporto di ossigeno

e gli organi interni vengono massaggiati dall’effetto provocato dal movimento diaframmatico, che migliora il tono muscolare addominale. Inoltre, la risata neutralizza ottimamente gli effetti dello stress e dell’ansia e ha la capacità di cambiare in breve tempo il nostro umore migliorando l’efficacia delle nostre prestazioni. Che la risata sia un toccasana per la mente e il corpo lo sapevano già i nostri antenati; il poeta Marco Valerio Marziale in uno dei suoi Epigrammi suggeriva: «Se sei saggio, ridi». Nell’India antica la risata era una delle discipline che permettevano all’uomo di riconnettersi con la propria divinità interiore. Il poema epico Ramayana recita: «Vi sono tre cose reali: Dio, la follia umana e il riso: dato che le prime due oltrepassano la nostra comprensione, dobbiamo fare quello che possiamo con la terza».

La risata che guarisce corpo e spirito

L’Hasya Yoga (Hasya in sanscrito significa risata), cioè il Laughter Yoga o Yoga della Risata, è stata rivitalizzata grazie all’intuizione del medico indiano dottor Madan Kataria che nel 1995 assieme a un piccolo gruppo di persone ha dato

vita al primo Club della Risata, la cui intenzione è quella di radunare persone di ogni classe sociale, sesso, credo politico e religioso per ridere assieme, favorendo la connessione sociale per lo sviluppo armonico delle persone e della collettività. Quel piccolo gruppo di 5 persone 18 anni fa ha dato vita a un vero e proprio fenomeno sociale che oggi conta più di 7.000 Club della Risata, che propagano in 70 Paesi nel mondo il Laughter Yoga, ovvero la disciplina che coniuga i benefici dello Yoga Pranayama (del respiro) a quelli degli esercizi aerobici della risata. Lo Yoga della Risata si sta diffondendo da diversi anni anche in Italia grazie alla formazione dei Laughter Club aperti a tutti e la cui missione è quella di favorire il benessere fisico e mentale dei partecipanti. Le sessioni aperte sono completamente gratuite e condotte da Leader e Teacher certificati dalla Laughter Yoga Foundation del dottor Madan Kataria, che attraverso semplici ed efficaci esercizi di respirazione, stretching, rilassamenti guidati e altre tecniche specifiche inducono e favoriscono la risata incondizionata, permettendo a chiunque di beneficiare in breve tempo di un

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Medicina Olistica relax psicofisico completo, ridendo senza necessariamente far uso del senso dello humour, di barzellette o battute di spirito. Nell’Hasya Yoga la risata viene dapprima indotta dagli esercizi di gruppo per sfociare in breve tempo in una serie di risate spontanee e sostenute, grazie alla contagiosità tipica della risata per effetto del complesso sistema di“neuroni specchio” presenti nel nostro cervello. Solitamente le sessioni nei Club della Risata hanno una durata di 45 minuti e gli appuntamenti in Italia sono settimanali o mensili. In India le persone sono solite ritrovarsi a ridere quotidianamente radunandosi nei verdeggianti parchi pubblici dei villaggi o delle città, prima dell’inizio delle attività lavorative, per poter essere sin dalle prime ore del mattino in perfetta forma fisica e psicologica, favorendo un’attitudine alla positività grazie al “cocktail della gioia” che la risata sa scatenare sia nel corpo che nella mente.

merita la nostra completa attenzione, per il nostro stesso benessere, per la felicità della nostra famiglia e della nostra società: un dono, quello della risata, da preservare. Un popolo che non ride più naufraga nelle sabbie mobili dei pensieri mentali dell’infelicità e della tristezza, determinando un futuro improduttivo e di scarse speranze. La scienza afferma, sostiene e suggerisce di far uso di questo potente farmaco per il nostro più completo benessere. La risata è da sempre la medicina naturale a costo zero, che è priva di controindicazioni e di effetti collaterali. La risata ci permette di alleggerire i fardelli delle difficoltà quotidiane, aiuta a connetterci con facilità con gli altri, illuminando i nostri pensieri e migliorando la qualità della nostra vita. Ridendo, le nostre tensioni emotive vengono rilasciate attra-

La medicina per la società

La grandezza dello Yoga della Risata è di riavvicinare tutti noi alla nostra risata interiore. Le statistiche ci ricordano che in media i bambini ridono dalle 350 alle 400 volte al giorno ma, crescendo, questa media si abbassa clamorosamente a quella di 15 risate al giorno. È davvero triste pensare che addirittura prima della maggiore età la nostra naturale attitudine alla risata venga sostituita dalle ansie e dallo stress della vita quotidiana. La maggior parte della popolazione dichiara di non ricordarsi nemmeno qual è stata l’ultima volta in cui ha avuto l’occasione di ridere spensieratamente. Il grande compositore e pianista polacco Chopin scrisse: «Chi non ride mai, non è una persona seria» ricordandoci che ridere è una cosa seria, che

verso la riossigenazione completa delle nostre cellule e il processo di detossificazione: in questo modo si innalza il tono del nostro umore e s’amplifica il volume delle nostre intenzioni positive. Ognuno di noi nasce piangendo, ma dovremmo auspicarci di lasciare questa realtà al suono di una fragorosa risata, tipica di chi vivendo ne ha assaporato il senso più semplice e autentico. La risata è sicuramente l’elisir di lunga vita e come ebbe a dire il dottor Susumo Tonegawa, premio Nobel nell’87 per la medicina «Chi è musone, triste e depresso non riesce a tener lontane le malattie». A tutti l’augurio di una lunga vita, poiché il destino è nelle mani di chi sa ridere.

Cosa leggere Madan Kataria Yoga della Risata libro + DVD Ridere per vivere meglio Edizioni La Meridiana, 2008 Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 974 001

Richard Romagnoli Richard Romagnoli ha 38 anni, vive nel sud dell’India dove ha studiato e approfondito direttamente con il dottor Madan Kataria (Fondatore del Laughter Yoga Foundation) le virtù terapeutiche dell’Hasya Yoga, lo Yoga della Risata. Lo stesso dottor Kataria lo ha personalmente diplomato Laughter Yoga Teacher e Ambasciatore di Laughter Yoga nel mondo. A Puttaparthi, uno dei più visitati centri spirituali dell’India, ha fondato il Club della Risata e svolge l’attività di servizio disinteressato nei villaggi rurali, nelle scuole, orfanotrofi e negli ospedali per diffondere la Gioia della Risata tra il popolo indiano. Ha coniugato le tecniche psicologiche dell’illusionismo e della clowntherapy alla metodologia del Laughter Yoga e del potere della mente subconscia. Conduce i suoi WorkShock in tutto il mondo, combinando la sua esperienza artistica e di ricercatore spirituale, motivando la gente a sperimentare la Vibrazione della Risata, capace di connettere il cervello al cuore per poter sperimentare se stessi. Per approfondire: http://www.innerlaugh.com, http://www.laughteryoga.org e http://www.facebook.com/magicrichard. Per contatti: joyaevent@gmail.com.

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InfertilitĂ : curarla con metodi naturali Quando i figli non arrivano ci sono molteplici soluzioni non invasive da seguire che permettono il riequilibrio organico dei futuri genitori Valerio Pignatta

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elle società occidentali, di anno in anno va crescendo la percentuale di coppie che ha problemi di fertilità o che addirittura è sterile. È un processo che parte dagli anni dello sviluppo industriale del secondo dopoguerra e che negli ultimi tempi ha raggiunto dimensioni allarmanti. Per dare un’idea del fenomeno si può dire che intorno alla metà del decennio scorso circa il 15% delle coppie del mondo occidentale era infertile e quindi che una su sei aveva difficoltà ad avere figli1. Oggi probabilmente questa percentuale è già salita. È anche vero che i tempi di concepimento si sono allungati per tutti e sono molto più lunghi di quanto comunemente si creda. Infatti, il 25% delle coppie concepisce entro il primo mese di tentativi, il 60% dopo sei mesi e l’85% in dodici mesi. Una coppia non fertile è difatti, per convenzione, quella che in più di un anno di tentativi non è riuscita a concepire.

Cause dell’infertilità

Sulle cause ci sono moltissime ipotesi (e dimostrazioni) e sicuramente si tratta di un insieme multifattoriale che agendo da più parti attacca il sistema riproduttivo umano nella sua integrità. Normalmente si ritiene che per il 30% siano problemi dovuti all’infertilità della donna, per un altro 30% di quelli dell’uomo, per un 20% problemi comuni e per un ultimo 20% problemi di origine sconosciuta. La causa più diffusa nelle donne è solitamente una causa ormonale (disordini nell’ovulazione) e negli uomini un problema di scarsità o qualità degli spermatozoi. Tuttavia ci sono anche molte altre cause che possono essere: • malattie ginecologiche nella donna

Una coppia non fertile è difatti, per convenzione, quella che in più di un anno di tentativi non è riuscita a concepire

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come policistosi ovariche, endometriosi ecc.; malattie andrologiche nell’uomo come varicocele ecc.; radiazioni ionizzanti, non ionizzanti e inquinamento elettromagnetico (raggi X, cellulari, pc, tv, elettrodotti ecc.); carenze alimentari; celiachia; infezioni fungine, batteriche e virali (candidosi vaginale e sistemica, clamidia, citomegalovirus, toxoplasmosi ecc.); intossicazioni da fluoro o metalli pesanti; vaccinazioni (specie l’antitetanica); fumo e alcool; tiroiditi; farmaci tossici che non consentono un sano concepimento (chemioterapia ecc.); uso prolungato della pillola anticoncezionale (crea problemi di fertilità talvolta per anni a seguire); cause psicologiche ed energetiche.

La fecondazione assistita: la maternità a caro prezzo

Molte coppie, di fronte a questi problemi si rivolgono ormai alla fecondazione assistita che può essere in vivo o in vitro. La prima consta in una fecondazione tramite inoculazione di spermatozoi (del partner o di un donatore) nella donna oppure nell’introduzione di spermatozoi e cellule uovo (entrambi o propri della coppia

o di donatori) nelle tube della donna. La seconda invece è un sistema complesso e più invasivo (soprattutto per la donna) che consiste nel far incontrare cellule riproduttive maschili e femminili in provetta e il successivo trasferimento degli embrioni che si sono formati nell’utero. La donna poi deve sottoporsi a vari cicli di trattamenti farmacologici, controlli e terapie generalmente quotidiane. Questo tipo di concepimento “assistito” dell’essere umano pone però, come sappiamo, notevoli problemi etici e anche di salute, sia per la donna che per il futuro bambino. In sostanza, è una pratica (soprattutto quella in vitro) di notevole medicalizzazione, che spesso ha risultati abbastanza discutibili e induce una certa sofferenza anche nella futura madre, con rischi di parti plurigemellari ecc. Probabilmente questa dovrebbe rimanere proprio l’ultima spiaggia per gli aspiranti genitori più caparbi (se proprio devono) e solo dopo che hanno sperimentato altre terapie naturali e di sostegno alla riproduzione.

Concepire naturalmente: un lavoro di coppia

Il mondo della medicina non convenzionale ha parecchi assi nella manica nel percorso di riequilibrio organico, proprio perché, nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta sempre di situazioni di squilibrio ormonale, spermatico o del metabolismo che

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Le cure “tecnologiche” dell’infertilità sono un bel calvario, sia fisico che psichico. Vanno valutate per bene tutte le connesse conseguenze psicologiche, sociali e spirituali

possono, con cure pazienti, essere ripristinate nella loro efficienza. Ad esempio, la medicina tradizionale cinese analizza il problema infertilità partendo dalla considerazione degli stati di energia vitale (qi) degli organi interni (reni, milza ecc.) secondo la tradizionale visione dei meridiani di agopuntura. Quindi si possono avere reni yin in scarsità di qi oppure una milza yang in eccesso di qi e così via. Tramite sedute di agopuntura e l’utilizzo di erbe medicinali adatte è possibile ripristinare l’armonia originaria dei meridiani e insufflare l’energia proprio dove è carente, al fine di ottenere il risultato sperato. In effetti, il meccanismo del concepimento è da una parte un vero e proprio congegno biologico con cicli della fertilità femminile ben precisi, un orologio biologico maschile, i ritmi della temperatura basale ecc.; e dall’altro un vero enigma irrisolto, dato che in molti casi, a fronte di una situazione dal punto di vista biomedico “normale”, non si verifica nessun ingravidamento. Se da un lato, quindi, la coppia, per migliorare la propria fertilità, può lavorare sull’osservazione del cambiamento del muco vaginale, della temperatura basale (per stabilire il periodo di maggiore fertilità, anche se non è un’indicazione così sicura perché essa può variare in base a molti motivi come poco sonno, infezioni ecc.), deve d’altro canto inter-

rogarsi sulle ragioni profonde dell’insuccesso, ossia su eventuali stress psicoemotivi che ristagnano. Un altro aspetto su cui si può lavorare è quello dell’alimentazione. Molte discipline nutrizionistiche hanno dei veri e propri protocolli per ridare vigore alla fertilità. Normalmente si ricorre a cibi ricchi di minerali come lo zinco o vitamine come la E e il coenzima Q10. Per la tendenza alla sterilità maschile si può fare uso di integratori al licopene e di altri preparati antiossidanti. In generale, nella dieta, comunque, occorrerebbe fare attenzione o tenere monitorate eventuali carenze (minerali, proteine, vitamine, amminoacidi, acidi grassi) che possono indurre uno stato di debolezza non favorevole alla vitalità degli spermatozoi e delle cellule uovo. Se si tiene sotto osservazione il muco

Cosa leggere Francesca Naish, Janette Roberts Il concepimento naturale Una guida per futuri genitori Pisani editrice, 2005 Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 974 001

vaginale per identificare il periodo più fertile (quando esso è chiaro, filante ed elastico) va tenuto presente che ci sono farmaci che interagiscono condizionandone la consistenza e l’aspetto: antibiotici, chemioterapici, antistaminici, antidolorifici, antinfiammatori, terapie ormonali ecc. Altre medicine che è possibile utilizzare in aiuto al concepimento sono l’omeopatia, l’antroposofia, la fitoterapia, le tecniche di rilassamento, i massaggi, l’osteopatia, lo yoga, la medicina ayurvedica e quella tibetana. In ogni caso, i “tempi” (ciclo lunare fertile) sono di importanza critica per cui vanno assolutamente tenuti d’occhio.

Consigli pratici

Una delle più note guide alla fertilità2 ritiene che un paio di consigli scontati, ma importanti (e da seguire), per incrementare le chance di rimanere incinta siano quello di avere un rapporto sessuale il giorno del picco della fertilità e quello di cercare di avere rapporti sessuali fino alla prima mattina (compresa) dell’aumento della temperatura basale della donna, in quanto è possibile che l’ovulo sia ancora vitale. Altri suggerimenti utili per l’uomo possono essere quello di non indossare indumenti stretti, specialmente nella zona inguinale, e di non fare bagni caldi per evitare il riscaldamento dei testicoli, il quale può ridurre la quantità di spermatozoi prodotti. Inoltre, va fatta la massima attenzione per mantenersi rilassati perché preoccupazioni e stress agiscono in modo nefasto sulla riproduzione (diminuiscono il numero di spermatozoi). Infine, se è vero che la percentuale di fecondità aumenta in base al numero di rapporti (che quindi devono essere numerosi) è anche vero che se ci sono problemi di scarsità di spermatozoi sarebbe meglio non avere rapporti tutti i giorni ma a giorni alterni (o ogni due-tre giorni), in modo tale da

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Medicina Olistica

Il meccanismo del concepimento è da una parte un vero e proprio congegno biologico con cicli della fertilità femminile ben precisi, un orologio biologico maschile, i ritmi della temperatura basale ecc. e dall’altro un vero enigma irrisolto

permettere la produzione di una maggiore quantità di spermatozoi stessi da utilizzare nei giorni più fecondi del ciclo. Se nonostante tutti i tentativi e gli aiuti naturali non si dovesse riuscire nell’intento, andrebbe fatta infine una riflessione sulle terapie “forzate” cui si è accennato. Da un punto di vista filosofico e spirituale verrebbe da dire che tutto ciò che è una forzatura è, in un certo senso, una violenza. Le cure “tecnologiche” dell’infertilità sono un bel calvario, sia fisico che psichico. Vanno valutate per bene tutte le connesse conseguenze psicologiche, sociali e spirituali. Inoltre, va tenuto presente che alcuni farmaci biotecnologici (ogm) per curare l’infertilità producono sull’organismo umano effetti nocivi. All’interno della coppia forse si dovrebbero prima fare delle riflessioni sul desiderio e il significato di avere figli oggi e su eventuali strade alternative come ad esempio l’ado-

zione o l’affido. Ma ovviamente tutto va giustamente lasciato alla libera scelta di ognuno. Sicuramente alcune considerazioni generali sul fenomeno è possibile farle: esso potrebbe sembrare il manifestarsi più compiuto del disagio di una società talmente centrata sul proprio ego da tendere ormai all’estinzione. Oppure si potrebbe anche immaginare che l’abitudine alla delega che imperversa nelle nostre vite, e cui ci hanno abituati, sia arrivata alla base della nostra esistenza stessa e ne mini l’indipendenza proprio con la delega dell’atto del concepimento. Ma le fughe, in avanti, sono sempre possibili. Forse è sufficiente non mettere cancelli ideologici all’amore. Note 1. Naish, Francesca, Natural fertility, Sally Milner Publishing, Binda, 2004, p. 275. 2. Weschler, Toni, Taking charge of your fertility, Collins, New York, 2006, p 171.

Valerio Pignatta Laureato in Scienze Politiche all’Università di Pavia e laureato in Storia all’Università di Genova, lavora come traduttore, redattore e collaboratore di riviste e case editrici, fra cui il Gruppo Editoriale Macro. Ha pubblicato diversi articoli su periodici nazionali inerenti il rapporto salute/ambiente e testi divulgativi di medicina naturale. Ha scritto inoltre testi di storia per l’editoria scolastica, nonché ricerche storiche per istituti universitari. Attualmente prosegue la sua attività di ricerca e studio dedicandosi alla storia delle religioni e della medicina.

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Cattiva maestra

televisione Bambini e TV: intervista ad Anna Oliverio Ferraris

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elevisione, computer, videogiochi, telefonini: siamo noi adulti ad essere divetati per primi “schermo e video dipendenti”. E i nostri figli ci seguono a ruota, richiedendo precocemente libero accesso al tablet e il possesso dello scettro-telecomando. Eppure basta un minimo di consapevolezza per capire che la televisione e gli altri media non sono adeguati ai nostri bimbi e che la loro presenza in famiglia va ridimensionata. Sarebbe sufficiente l’esempio di noi genitori a distogliere bambini e adolescenti dagli schermi e a riportare le loro vite là dove dovrebbero svolgersi: negli spazi della natura, nel gioco libero all’aria aperta, nel contatto con il gruppo dei pari, tra le pagine di un bel libro. Anna Oliverio Ferraris, professoressa di Psicologia dello sviuppo alla Sapienza di Roma e autrice di saggi e articoli in cui affronta il temi del rapporto con tv e nuovi media, ci spiega i pericoli di un’esposizione precoce e prolungata dei nostri bimbi agli schermi e ai loro contenuti.

Oggi i bambini sono sempre più precocemente esposti al mezzo televisivo – ci sono programmi adatti ai picolissimi di anche solo un anno e mezzo. A quale età un bambino può iniziare ad approcciarsi alla televisione? Quali sono i tempi di esposizione adatti a ogni età (prescolare, scolare, adolescenza)? In realtà non ci sono programmi adatti ai piccolissimi, anche se lo si vuole far credere. Nei primi mesi e anni di vita i bambini devono prendere contatto con la realtà: non solo vedere, ma anche toccare, odorare, udire, spostarsi, esplorare, provare, riprovare, ripetere, inserirsi attivamente nei discorsi. Lo schermo televisivo fornisce delle immagini in movimento e dei suoni su cui il bambino non può esercitare alcuna forma di controllo, ma che deve limitarsi a seguire. Il televisore ipnotizza i bambini piccoli e li abitua alla passività. A 3-4 anni, quando un bambino incomincia ad avere una conoscenza del mondo reale e delle regole fondamentali del suo funzionamento, si può incominciare a mostrare qualche

Marianna Gualazzi

video di pochi minuti, adatto all’età sia per i tempi che per i contenuti: sono video che si trovano più facilmente in rete che in televisione. In seguito, scegliendo, può vedere dei cartoni o qualche breve programma. Non dimentichiamoci che in televisione si vedono continuamente spot pubblicitari i cui contenuti non sono indifferenti. Quali sono i suoi consigli per una fruizione più consapevole e meno passiva della tv da parte di bambini e adulti? È necessario che gli adulti abbiano una preparazione culturale che consenta loro di “leggere” i media, di capire cioè che cosa viene trasmesso non soltanto a livello esplicito, ma anche a livello implicito. Il linguaggio multimediale avviene a più livelli e spesso i messaggi impliciti (metacomunicazione) sono i più rilevanti. Per esempio è difficile che la pubblicità di un sapone parli dei requisiti del sapone, più spesso parla di seduzione e di sessualità. In molti serial televisivi, così come in molti altri

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Bambini e Genitori

F e rm i d a v a n b a m b in i e a d ti a l te le v is io re , in d o tt i a c o n o le s c e n ti n o n s o n o fr a m e tt e rs i a o n ta rs i c o n la re a lt à , ll a c o rr e g g e rs i. p ro v a , a s b a g li a re e R is a s u b ir e la fa c h ia n o d i im p a ra re ta li tà d e g li e v e n ti

programmi, è sottesa una visione del mondo, una filosofia di vita, di cui spesso non ci si rende conto ma che, visione dopo visione, finisce per modellare la mente degli spettatori. Questo modellamento riesce meglio, ovviamente, con i bambini la cui personalità è ancora tutta da formare. Cosa rischiano i nostri bambini facendo “indigestione” di televisione? Rischiano di abituarsi a uno stile di vita sedentario, isolato e inattivo. Corrono anche il rischio di lasciarsi influenzare da quegli spot che prongono alimenti non sani, molto zuccherati e grassi. Fermi davanti al televisore non sono indotti a confrontarsi con la realtà, a mettersi alla prova, a sbagliare e correggersi. Rischiano di imparare a subire la fatalità degli eventi. La pubblicità è oggi parte sempre più predominande all’interno dei programmi e dei canali dedicati ai bambini: come possiamo spiegare ai nostri bimbi (penso anche alla fascia 3-6 anni) la differenza tra un porgramma e lo spot pubblicitario?

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Bambini e Genitori Difficile spiegarlo a un bambino di quella età, sia perchè non ha ancora senso critico, sia perchè è indotto a credere in ciò che vede. Anche se capisce, può restarne influenzato, perchè più della comprensione contano le emozioni che vive vedendo lo spot. Le immagini hanno spesso una forza superiore alle parole. Anche bambini più grandi (8-11 anni) e spesso anche gli adulti, pur comprendendo le finalità della pubblicità, possono rimanerne influenzati perchè il messaggio è avvincente, perchè il testimonial è un beniamino del calcio e così via. Tra cognizione e sentimenti spesso non c’è coincidenza. In che modo la televisione influenza l’idendità di genere dei nostri bimbi? Dipende dai modelli che propone, se sono stereotipati oppure no. Spesso

Cosa leggere Anna Oliverio Ferraris TV per un figlio Laterza, 2004 Anna Oliverio Ferraris Chi Manipola la tua Mente? Vecchi e nuovi persuasori: riconoscerli per difendersi Giunti, 2010

vengono forniti modelli semplificati di maschio e di femmina perché si pensa di raggiunge un maggior numero di spettatori senza troppa fatica. C’è nella pubblicità dei giocattoli e prodotti per bambini una forte stereotipizzazione che un tempo non c’era: le femmine sono tutte “principesse”, vestono di rosa, hanno gadget, lustrini e bamboline; ai maschi vengono offerte macchinine e mostri. Un livello elevato di stereotipizzazione c’è anche in molti personaggi che compaiono in tv, specialmente se donne: anche presentatrici serie e capaci pensano di doversi addobbare in modo eccessivo quando compaiono sullo schermo: abiti sexy, lunghi pendenti alle orecchie, labbra gonfiate, seni prominenti, acconciature di capelli eccessivamente ricercate. Cosa pensa della scelta di alcune famiglie di non avere la televisione in casa, non vietando però ai bimbi di poterla vedere al di fuori delle mura domestiche (dai nonni o da un amico)? È una scelta comprensibile per i motivi ricordati prima, ma anche perché attualmente i programmi di qualità non sono molti e quelli adatti ai bambini pochissimi, perché sono

Jerry Mander Quattro Argomenti per Eliminare la Televisione Dedalo, 1996 Erina Fazioli Biaggio Video Dipendenti o Videointelligenti? Per un uso corretto della televisione Red, 2009 Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 974 001

infarciti di pubblicità, perché per tenere i bambini incollati al video si eccede in violenze, comportamenti antisociali, flash, esplosioni, cambiamenti improvvisi di scena, ossia modalità espressive che hanno l’effetto di eccitare i giovani spettatori. Ovviamente chi fa la scelta di non avere il televisore in casa si informa su ciò che guardano i figli quando sono dai nonni e dagli amici. C’è un legame tra l’abuso di televisione e videogiochi e la crescita esponenziale di disturbi come quello da deficit di attenzione e l’iperattività? Indubbiamente i bambini che trascorrono troppo tempo davanti agli schermi e si abituano ai tempi veloci e frammentati della televisione, degli spot, dei videogiochi, possono avere poi difficoltà ad adattarsi ai tempi lunghi dell’applicazione e della concentrazione. Diventano più facilmente insofferenti, non sanno aspettare, vogliono tutto subito. A questi bambini serve tornare ai ritmi della natura, ai tempi “umani” dei giochi all’aperto. Bisogna evitare che i bambini diventino dipendenti dagli schermi e offrire loro della alternative.

Abbiamo intervistato Anna Oliverio Ferraris Anna Oliverio Ferraris insegna Psicologia dello sviluppo alla Sapienza di Roma, dirige “Psicologia contemporanea” e collabora con riviste di psicologia, quotidiani e settimanali. È stata membro della Consulta Qualità della Rai e del Comitato Nazionale per la Bioetica. È autrice di saggi, numerosi articoli scientifici e testi scolatici in cui affronta i temi dello sviluppo normale e patologico, dell’educazione, della famiglia, della scuola, della formazione, della comunicazione in contesti diversi, del rapporto con tv e nuovi media, delle dinamiche identitarie nella società contemporanea. Ha partecipato e continua a partecipare a numerosi convegni culturali e conferenze, sia in Italia che all’estero. Ha organizzato e partecipato in qualità di docente a corsi di formazione sui problemi della crescita, i nuovi media, il disadattamento, il bullismo, i fattori protettivi e il recupero, l’adolescenza, la devianza minorile, la pedofilia, l’adozione, la comunicazione in classe e in famiglia, rivolti a insegnanti, pediatri, psicologi, psicoterapeuti e associazioni di genitori.

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Bambini e malattie invernali Echinacea, rosa canina, citomix, omeogriphi e oscillococcinum: come e quando usarli in caso di asma, raffreddore e tosse Vincenzo Valesi

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l dottor Vincenzo Valesi autore del long seller I Rimedi Naturali del Medico di Famiglia (Macro Edizioni) risponde al quesito di una nostra lettrice.

Come tantissime mamme sono alle prese con i soliti, infiniti, e apparentemente inguaribili, disturbi invernali dei bambini. Un iperreattivo di sei anni, fra asma e un raffreddore che non lo abbandona mai. E un perenne raffreddato di 16 mesi che non riesce a dormire mai, per via del naso chiuso. Mi sono rivolta ai migliori pediatri, alcuni omeopati, ma c’è tanta confusione e noi mamme non sappiamo a chi dar retta. Ad esempio: echinacea. Alcuni la prescrivono, altri assolutamente la vietano ai bambini sotto i tre anni poiché danneggerebbe il sistema immunitario non ancora formato. Rosa Canina: alcuni medici la prescrivono a fiumi, altri la vietano poiché aumenta l’irritabilità. Avreste delle risposte chiare per chi come me è stufa di bentelan e ventolin e rinorex e mille altri spray nasali che le farmacie ci propinano per liberare i nasini dei nostri pargoli? Vi ringrazio a nome di tutte le mamme! Cordiali saluti Leandra

Questa domanda offre lo spunto per alcune considerazioni interessanti circa l’individualizzazione di una terapia naturale. Il bimbo più grande, giustamente definito un iperreattivo, è quello che Ippocrate avrebbe chiamato temperamento collerico o iroso e gli omeopati costituzionalisti fosforico. Il secondo, iporeattivo e con reazioni torpide, è il flemmatico di Ippocrate, carbonico o catarrallinfatico dei costituzionalisti. Se poi vogliamo prendere in considerazione i miasmi o diatesi, cioè le modalità reattive, diremo che il figlio maggiore presenta una modalità reattiva di tipo tubercolinico, e il minore di tipo psorico. Riguardo all’echinacea e alla rosa canina, premetto che quanto affermo si riferisce alla pianta come fitoterapico, o comunque fitogemmoterapico, che definisce parti ponderali del vegetale, estratti secchi e diluizioni che vanno dalle tinture madri e alle diluizioni delle stesse comprese fra le D1 e le D4. Bisogna immaginare il sistema immunitario come una bilancia, dove da una parte pesano i linfociti T helper 1 (Th1) e dall’altra i T helper 2 (Th2). In condizioni normali di salute i due sistemi devono essere in equilibrio. L’echinacea, poiché spinge soprattutto dalla parte dei

Th2, è utile nelle malattie virali di tipo influenzale, caratterizzate da una grande reattività sostenuta dai T helper 1, quindi è adatta al bimbo più grande, perché si contrappone a questo eccesso di risposta che può creare essa stessa un danno. La rosa canina invece spinge più verso i Th1, quindi è più adatta a risvegliare una reattività sopita come quella del secondo figlio, dove l’attività dei linfociti T helper 1 è più fiacca. Nei casi dubbi e comunque non volendosi “sbilanciare” avrebbe senso l’utilizzo di fitogemmoterapici composti contenenti estratti o tinture madri di piante dove sono rappresentate sia quelle a prevalente stimolazione Th1 (astragalo, zenzero), che a prevalente stimolazione Th2 (uncaria, echinacea). Se poi vogliamo associare un farmaco omeopatico costituzionale, che serve per modulare l’attività delle ghiandole endocrine, possiamo pensare a un sale dell’acido fosforico, per esempio la calcarea phosphorica per il primo figlio; a un sale dell’acido carbonico, per esempio la calcarea carbonica, per il piccolino. Se poi vogliamo considerare la modalità reattiva o diatesi, possiamo dire che il più grande si potrebbe giovare del rimedio tubercolinum, il secondo di psorinum. Volendo usare gli oligoelementi secondo

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Menetrier, l’iperreattivo si gioverà dell’oligoelemento manganse (atto a modulare), mentre l’iporeattivo dell’associazione oro-rame-argento (atta a tonificare). Questo discorso di fondo rappresenta la base, la visione strategica preliminare a ogni altro intervento rivolto alla specificità di determinati sintomi. Dal punto di vista dell’omotossicologia, nel figlio più grande vedo interessante l’uso del farmaco Citomix, associazione bilanciata di citochine (sostanze che il sistema immunitario produce per coordinare l’attività delle sue cellule), nel secondo di Engystol (Vincetoxicum + sulfur), una compressina al giorno da sciogliere in bocca, per un paio di mesi: questo farmaco spinge più specificamente verso i Th1, cosa di cui il bimbo ha bisogno per risvegliare la sua reattività immunologica. In entrambi proporrei Omeogriphi o Oscillococcinum, interessanti farmaci utili per la prevenzione delle virosi invernali: una volta alla settimana 1 tubo dose al grande, 1/ 2 al piccolo per un periodo di 6-8 settimane. In entrambi sarà utile associare un drenaggio per esempio con Lymphomyosot gocce (il problema dell’alcool si risolve versando sulle stesse nel bicchiere una piccola quantità di acqua calda che fa evaporare l’alcool, oppure usando le fiale che sono a base di soluzione fisiologica). Sempre per rinvigorire la risposta immunitaria sopita, al piccolo potrà essere utile la somministrazio-

ne di 2-3 gocce di Sankombi, che è stato dimostrato far aumentare i livelli di neopterina, una sostanza prodotta dai macrofagi (cellule immunitarie di prima difesa) quindi espressione di una loro più valida attività. Per meglio gestire la rinite, quindi la congestione nasale e l’ipersecrezione, interessante l’uso di Euphorbium compositum spray nasale (che contenendo Euphorbium esplica anche una utile azione antivirale) o di R 96 Pulsatilla compositum spray nasale, in dose di uno spruzzo per narice 3-4 volte al giorno.

Cosa leggere Vincenzo Valesi I Rimedi Naturali del Medico di Famiglia Consigli e terapie per le malattie più diffuse Un prontuario di emergenza da tenere in casa per ogni famiglia, un repertorio terapeutico naturale, un testo che affronta in modo naturale i numerosi problemi e disturbi comuni che in uno studio medico di base sono all’ordine del giorno. Macro Edizioni, 2011 Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 974 001

Chi è Vincenzo Valesi Laureato in medicina, svolge la sua attività professionale in qualità di medico di famiglia, integrando nella pratica clinica di tutti i giorni le conoscenze e gli insegnamenti delle medicine non convenzionali con quelle della medicina accademica classica. Da quasi trent’anni si dedica allo studio e alla pratica delle medicine non convenzionali, tra cui: agopuntura, auricoloterapia, omeopatia, omotossicologia, medicina manuale, podokinesiologia, podologia, riflessologia e iridologia secondo Bourdiol, fitoterapia, medicina estetica biologica, floriterapia, elettroagopuntura secondo Voll. Ha partecipato e continua a partecipare a numerosi seminari e gruppi di studio sulle medicine non convenzionali, in varie parti d’Italia.

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Contante o moneta elettronica?

Liberi di scegliere

Nasce la campagna “Contante Libero”: per la difesa della circolazione del denaro contante

La Redazione

I

mmaginate un mondo in cui non sia più possibile utilizzare denaro contante per i nostri acquisti. Un mondo in cui circoli solo la moneta elettronica – bancomat, prepagate, carte di credito. Un mondo in cui ogni transazione effettuata dai comui cittadini viene monitorata e registrata. Un mondo in cui i risparmi di ognuno possono essere cancellati da un clic... Mentre gli schieramenti politici, sia a destra che a sinistra, ci dicono che la limitazione dell’utilizzo del contante è il principale strumento di lotta all’evasione e alla corruzione, c’è chi non la pensa così. E fa sentire la propria voce dal web, preoccupato di un’ulteriore diminuzione della soglia di utilizzo della carta moneta – attualmente a mille euro. Ecco cosa ci ha raccontarto il portavoce della campagna “Contante Libero”.

Ci spieghi in breve che cos’è la campagna Contante Libero? L’iniziativa Contante Libero nasce in rete da uno scambio di idee (prima per mail e poi su alcuni forum) trasformatosi ben presto nella necessità di dar voce a tutti i cittadini che non vogliono diventare un “estratto conto” a disposizione di banchieri, politici e burocrati. Non ci sono partiti, consorterie o potentati di alcun genere dietro a Contante Libero, ma Donne e Uomini Liberi, cittadini che vogliono avere il diritto di vivere senza essere sorvegliati, persone che rifiutano lo Stato come fine ultimo della loro vita. Contante Libero non ha nessun colore politico, non è un’associazione a scopo di lucro e non vuole promuovere direttamente alcuna linea di pensiero economico. Il suo unico scopo risiede nella difesa del

diritto di ciascuno a far circolare e a utilizzare per i pagamenti il denaro contante. Ci hanno detto che la limitazione all’utilizzo del contante è lo strumento principale per la lotta all’evasione fiscale: è vero? È una menzogna, ed è anzi vero il contrario: il grosso dell’evasione fiscale, quella che sottrae al fisco miliardi di euro, non ruota affatto attorno all’utilizzo del denaro contante, ma riguarda invece transazioni decisamente più sofisticate. I fenomeni evasivi/elusivi numericamente più rilevanti, quali l’occultamento di ricavi e compensi o l’indebita deduzione dei costi, vengono, infatti, messi in atto con l’impiego di strutture e comportamenti fittizi che prescindono dall’uso del contante e dall’obbligo di avvalersi del canale bancario per

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Denaro

rendere le operazioni tracciabili. Ma c’è di più e di peggio: nel momento in cui si vogliono sottrarre definitivamente ingenti somme di denaro frutto di illeciti, lo si fa invariabilmente attraverso prestanomi e l’uso di denaro elettronico. È quasi impossibile per lo Stato controllare miliardi di transazioni elettroniche criptate.

Bancomat e carte di credito? Io vivo senza! La testimonianza di una nostra collaboratrice che non ha e non utilizza bancomat e carte di credito. Ecco come fa...

Perché e come le banche guadagnano sull’utilizzo della moneta elettronica? Perché ad ogni transazione è associata una commissione: il consumatore non la vede, essa semplicemente viene caricata sul costo del bene o del servizio venduto con moneta elettronica. In media per l’utilizzo del bancomat le banche ottengono uno 0,8% del valore della transazione. Abbiamo fatto un calcolo, 100 euro dopo 100 transazioni con il bancomat diventano meno di 45 euro: gli altri 55 euro vengono espropriate dalle banche. In che modo la moneta elettronica limita la nostra privacy? Tutte le volte che avviene una transazione elettronica viene creato un file che registra data, ora, luogo, importo della transazione e a volte per cosa abbiamo usato il nostro denaro. Questo enorme database è a disposizione del circuito bancario e del Governo. Basta un buon software, un analista e un poco di tempo per tracciare completamente la vita di ciascuno di noi. Chi ci garantisce che questo “profilo” non possa mai essere usato per scopi illeciti, per ricattarci o screditarci se diventiamo scomodi per il potere? Grazie! Per maggiori info invitiamo i nostri lettori a visitare il sito contantelibero.it.

Perché non hai bancomat e carta di credito? In realtà non c’è un vero motivo ideologico, forse è per “tradizione familiare”. Nemmeno i miei genitori le avevano, perché le hanno sempre considerate non sicure. Mi hanno insegnato fin da piccola che i soldi hanno un valore e a mettere in relazione quel valore con il valore delle cose. Di solito, ritiro periodicamente in banca una cifra e so che con quella devo arrivare fino alla data successiva. Ovvio che possono esserci delle spese non previste, però di solito funziona, perché in questo modo, dovendo “contare” i soldi, si impara a rinunciare a tante cose superflue. Se vado a fare la spesa con 20 euro, comincio a fare il calcolo mentalmente della spesa che ho nel carrello e finisco con il comprare quello che realmente mi serve. Come fai in caso di spese superiori ai mille euro? Di solito chiedo di poter fare un bonifico oppure di potere pagare con assegno circolare. In genere il bonifico lo accettano tutti. Se non accettano né l’uno né l’altro, cambio negozio o fornitore, ma quando lo faccio presente, la soluzione la trovano. Come fai quando viaggi? Per viaggi brevi gestisco il contante, prevedo una certa somma e con quella faccio. Per viaggi più lunghi e complessi uso i travel cheque che di solito sono accettati anche negli alberghi o posso cambiare presso qualsiasi Stock Exchange. In questo modo non devo girare con “malloppi” di contante. E in caso di furto si possono denunciare e avere i rimborsi. Finora, per fortuna non ho mai avuto problemi, né con il contante né con i travel. E per gli acquisti in internet? Non compro molto in internet. Quando lo faccio, preferisco i siti dove si può pagare con bonifico (in questo caso però si paga anticipato, quindi potrebbe essere “un rischio” se il sito non si conosce, di solito uso questa modalità con i siti di cui mi fido) oppure con contrassegno alla consegna. In alcuni siti telefonando al numero verde è possibile fare una pre-prenotazione: c’è tempo 1-2 giorni per poter effettuare il bonifico e inviare ricevuta di pagamento, per poter convalidare la prenotazione e renderla effettiva, altrimenti la prenotazione non viene tenuta in considerazione. Mi rendo conto che la cosa è un po’ meno veloce e che con un click potrei avere risolto. Però si tratta di abitudine. Non avendo mai avuto la carta o il bancomat non ne sento la mancanza o la necessità. Una volta, qualche tempo fa, ho pensato di fare la carta di credito. Poi mia mamma, chiacchierando, mi chiese: “Ma a cosa ti serve?”. Allora ci ho pensato su un po’, ma non avendo trovato risposte valide alla sua domanda, la carta non l’ho più richiesta.

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Ottimista, pessimista

o consapevole? Ecco come il modo in cui affrontiamo la vita influenza i risultati che otteniamo

Fabrizio Cotza – All Winners

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pesso si parla di approccio ottimista o pessimista alla vita, notando come questo crei effetti notevoli nei risultati che poi otteniamo. Generalmente il pessimista è quello che vede tutto nero, che non ripone molta speranza nel futuro, che è convinto, quindi, che le cose andranno sempre peggio. Viceversa l’ottimista è visto come colui che ha la certezza che il futuro sarà roseo o comunque migliore del passato e del presente, e che pertanto affronta la vita in maniera più positiva. Questa superficiale distinzione ha però portato a pericolose distorsioni; in realtà dovremmo aggiungere a questi due approcci un ulteriore elemento, che modifica enormemente l’atteggiamento della persona e soprattutto crea effetti radicalmente diversi: questo elemento è la consapevolezza. Potremmo così avere quattro, e non due, tipologie di approccio alla vita: - pessimista inconsapevole; - ottimista inconsapevole; - pessimista consapevole; - ottimista consapevole.

Il pessimista inconsapevole

È facilmente riconoscibile perché il suo pessimismo non nasce da motivi concreti, ma da una generica e infondata certezza: che comunque le cose andranno male. Quando però gli viene chiesto il motivo non fa che parlare per luoghi comuni: i politici ladri, le nuove generazioni sfaticate, la concorrenza sleale dei cinesi ecc. Ma la vera caratteristica di queste persone è che tendono ad avere un pessimismo passivo, a cui non segue nessuna azione o strategia concreta. Attendono che questo futuro cupo e nero li raggiunga e li divori, convinti che tanto non c’è nulla da fare.

L’ottimista inconsapevole

All’opposto del pessimista inconsapevole, l’ottimista inconsapevole è il frutto di un filone molto in voga ultimamente, che ritiene che basti “pensare positivo” per far andare bene le cose. Questo soggetto ha recepito la parte più superficiale di questo messaggio (che non è sbagliato di per sé) e lo applica così come fa il pessimista inconsapevole: ovvero

attendendo che “l’universo” o qualche altra forza soprannaturale risolva per il meglio le cose per lui. Queste persone sono piuttosto pericolose, perché hanno perso ogni contatto con la realtà e, sebbene la loro vita vada spesso a rotoli, continuano comunque ad aspettare questo meraviglioso futuro, che sicuramente nella loro testa è prossimo a venire. Nei casi più gravi ci sono anche gli inetti che però sono stati convinti da qualche guru di essere in grado di fare tutto e di poter diventare ricchissimi senza sforzo, basta che lo “vogliano” e che riescano a “visualizzarlo”. A queste due categorie si aggiungono, molto meno diffuse, le altre due.

Il pessimista consapevole

Di solito è una persona molto informata e ha fatto un proprio percorso personale che gli ha permesso di vedere le cose (e le persone) per quello che sono. Sulla base di questo è arrivato alla conclusione che il progresso in realtà è un bluff e che gran parte dell’umanità in realtà è addormentata. Questa presa di coscienza gli

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Self Help fa vedere il futuro in maniera pessimistica, perché è convinto che questo status quo sia funzionale e che conviene lasciare che le persone rimangano inconsapevoli per poterle, in questo modo, rendere più ammaestrabili. A differenza del pessimista inconsapevole, il pessimista consapevole si crea una sua nicchia, o un suo micro mondo, in cui riesce a vivere comunque bene e in serenità con se stesso e con le persone che lo circondano. Ma sa che questa condizione non potrà mai essere estesa a tutta l’umanità.

che si contrappone al qualunquismo. E lo fa ricercando costantemente i fatti e le prove di ciò che afferma, anche quando questo va contro l’opinione pubblica. E lo fa perché in lui c’è ancora la speranza che le persone, scoperta la verità, possano agire diversamente e prendere in mano la propria vita. Questa visione del mondo, sebbene lo porti a vederne le storture e ad anticiparne le conseguenze (non sempre positive), gli permette di compiere comunque delle azioni

L’ottimista consapevole

A prima vista potrebbe apparire come un pessimista, poiché vede e denuncia tutte le storture che lo circondano. Questo suo atteggiamento spesso viene addirittura additato dagli ottimisti inconsapevoli come “disfattista”. In effetti è una persona che rompe gli schemi, che va oltre i luoghi comuni,

che lo portano a un futuro migliore. La sua caratteristica più evidente è proprio la sua “proattività” ovvero la tendenza a prendersi la sua parte di responsabilità in ciò che non va attorno a lui, piuttosto che delegarla agli altri, al caso o a qualche evento del passato o del futuro. Cerchiamo di comprendere con quali di questi quattro atteggiamenti affrontiamo la vita e questo ci darà risposte più consapevoli sui risultati che stiamo ottenendo per noi e per chi ci circonda.

Fabrizio Cotza Da oltre 12 anni si occupa di formazione e consulenza personalizzata alle piccole e medie imprese, tramite la società All Winners. Grazie alla collaborazione con oltre 150 aziende, ha potuto mettere a punto il metodo “Imprenditore Consapevole”, che permette agli imprenditori di bilanciare in maniera equilibrata la vita professionale con quella personale. Ha fondato il network di imprenditori Winner Group, che ha l’obiettivo di riunire tutte le aziende accomunate dal desiderio di auto migliorarsi e crescere per reagire alle sfide del mercato globale. Per contatti: f.cotza@all-winners.it; il suo blog è www.fabriziocotza.it.

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Le rivelazioni

dei custodi della Terra Il nuovo libro di Villoldo svela come diventare esseri di luce Romina Rossi

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Laika, un popolo stanziato sulle Ande, da millenni sono Custodi della Terra: attraverso la loro saggezza e le loro conoscenze sono in grado di guarire qualsiasi ferita sia dell’uomo che del pianeta usando la vibrazione e la luce di cui tutte le cose sono fatte. I Laika sapevano che presto l’umanità sarebbe arrivata sull’orlo del baratro, per questo sono usciti dall’isolamento: utilizzando le loro conoscenze possiamo dar vita ad un mondo migliore e contribuire all’evoluzione dell’umanità. Alberto Villoldo è il medico energetico noto in tutto il mondo che ha raccolto l’eredità di questo popolo. Attraverso le quattro rivelazioni, che Villoldo ha ricevuto a suo tempo dai Laika, ognuno di noi potrà diventare un Homo luminoso e sarà in grado di curare la sofferenza emotiva, guarire le malattie e sviluppare nuovi corpi fisici.

Le quattro rivelazioni

 La via dell’eroe. La prima rivelazione insegna come lasciare andare la paura e le ferite emotive del passato: le storie personali sono trame che abbiamo intessuto, non sono noi. Bisogna quindi essere eroi, ovvero gli autori del nostro stesso mito personale. Alla fine di questa prima via le ferite che ci portiamo addosso diventeranno una fonte

di potere e noi potremo intraprendere un viaggio di guarigione, apprendimento e scoperta partendo dagli eventi passati.  La via del guerriero di luce Durante questa fase scopriamo il potere che risiede nell’essere senza paura. Il compito dei guerrieri di luce è quello di usare l’amore per sconfiggere il suo contrario: la paura. La paura infatti ci separa dallo Spirito, dalla natura e dal nostro sé interiore. La seconda rivelazione insegna come maneggiare una spada di luce e come far sparire per sempre la paura, sperimentando la radiosità e l’illuminazione.  La via del veggente Il veggente è colui che cammina con delicatezza sulla Terra e sogna il proprio destino, proprio come fanno i Custodi della Terra, i quali mettono in essere un mondo fatto di grazia e bellezza. Il veggente è in grado di uscire dal tempo ed entrare nell’infinto per “aggiustare” ciò che nel mondo non va bene. Per farlo, bisogna imparare a vivere con coerenza, cioè avendo consapevolezza dell’impatto che ha ogni nostro pensiero, intenzione o azione.  La via del saggio Saggio è colui che guardandosi intorno percepisce solo la bellezza e che si rende conto che tutto

ciò di cui si fa esperienza è una proiezione del panorama interiore, ovvero del sogno. Il mondo è infatti come noi lo sogniamo e per poterlo migliorare o guarire bisogna prima di tutto migliorare e guarire noi stessi. In questa fase il nostro compito è di co-creare la realtà, svolgendo un duplice ruolo: essere custodi di tutte le forme di vita e completare il processo di creazione insieme al divino. Se mettiamo in pratica questi insegnamenti, saremo in grado di padroneggiare le emozioni, il tempo e di portare un po’ più di luce e di guarigione nel mondo.

Cosa leggere Alberto Villoldo Le quattro rivelazioni Saggezza, potere e spiritualità dei Custodi della Terra Macro Edizioni, 2012 Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 974 001

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Calendario degli Eventi Primavera 2013 15 – 16 marzo Seminario Gregg Braden

Organizzatore: Diapason Bellaria (RN) Palazzo dei congressi http://diapasonbooking.com/

22 marzo Corso Il cerchio della vita: molte voci, una canzone – terza edizione. Con Ervin Lazlo, Lynne McTaggart, Bob Randall, Masaru Emoto Organizzatore: Diapason Modena Forum Guido Monzani http://diapasonbooking.com/

22 – 24 marzo Seminario Il metodo del consenso e introduzione alla comunicazione empatica Montelepre (PA) Centro Thar do Ling http://www.centrothardoling.it

23 – 24 marzo Corso Corso di cucina bio-vegetariana

Docente: Carmen Bellin Battaglia Terme (PD) Associazione Culturale La Biolca www.labiolca.it info@labiolca.it

29 marzo – 1 aprile Corso Corso di primo livello di agricoltura sinergica Docente: Janneke Gisolf Ripe (AN) La Città della Luce http://lacittadellaluce.org

6 aprile Seminario Transurfing Day con Vadim Zeland

3 – 5 maggio Corso Intonacare con la terra cruda

17 – -18 maggio Corso di autocostruzione di un forno in terra cruda

6 – 7 aprile Seminario Joe Dispenza. Cambia l’abitudine di essere te stesso

5 maggio Corso In cucina con le erbe selvatiche

17 – 19 maggio Fiera Terrafutura

Organizzatore: Diapason Milano Hotel Leonardo da Vinci http://diapasonbooking.com/

Organizzatore: Diapason Bologna Savoia Hotel Country House http://diapasonbooking.com/

13 – 14 aprile Hobby farmer 1° fiera degli orti e dei giardini “fai da te” Cesena (FC) Quartiere fieristico www.hobbyfarmerfiera.it/

18 – 21 aprile Tisana Fiera del benessere della Svizzera Italiana Lugano – Svizzera www.tisana.com

19 – 21 aprile Corso – Oli e preparati ayurvedici Ripe (AN) La Città della Luce http://lacittadellaluce.org

25 – 28 aprile Corso Coltivare l’orto e allevare animali su piccola scala

Milano Scuola di pratiche sostenibili, Cascina Santa Brera www.scuoladipratichesostenibili.org

Pramaggiore (VE) Centro di permacultura La Boa www.laboa.org

Docente: Laura dell’Aquila Luminasio (BO) Fattoria didattica Il giardino di Pimpinella www.pimpinella.it

8 maggio Fiera Solarexpo

Milano Fieramilano Rho-Pero www.solarexpo.com/

11 – 12 maggio Corso Bio-orticultura sostenibile

Docente: Giorgio Lubrano Trento Via Casel di San Rocco, 17 www.ilquintosigillo.it info@ilquintosigillo.it

11 – 12 maggio Corso Modelli di società sostenibile: dalle utopie alle soluzioni concrete

Docente: Massimo Candela e Lucilla Borio Milano Scuola di pratiche sostenibili, Cascina Santa Brera www.scuoladipratichesostenibili.org

Docente: Andrea Magnolini Cesena (FC) Ecoistituto www.tecnologieappropriate.it

Firenze Fortezza da Basso www.terrafutura.it

18 – 19 maggio Corso Il prato nel piatto

Trento Via Castel di San Rocco, 17 www.ilquintosigillo.it info@ilquintosigillo.it

18 – 19 maggio Corso Impariamo a fare il formaggio: casatella, ricotta, mascarpone, latteria ecc. Pramaggiore (VE) Centro di permacultura La Boa www.laboa.org

22 – 26 maggio Corso di orto sinergico I livello

Docente: Antonio De Falco Organizzatore: La fattoria dell’Autosufficienza www.autosufficienza.com

24 maggio Seminario Robin Sharma. Il leader che non aveva titoli

Organizzatore: Diapason Vicenza - Fiera, padiglione L http://diapasonbooking.com/

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