Lungarno n. 52 - giugno 2017

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soul makeup

La top five dei tatuaggi brutti

Viva Fiorenza

di Valentina Messina

di Ester Santacroce

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iudizi di estetica. Settimane frenetiche ci aspettano in città, tra il traffico della Fortezza e la temperatura che salirà, è molto probabile che l’occhio veda e il cuore dolga e di conseguenza crescerà la voglia di dire la propria. Vuoi perché fa caldo, vuoi perché uno si scopre, vuoi perché c’è Pitti, sui lembi di pelle visibili ai più potremmo scorgere una serie di tatuaggi esteticamente discutibili. In fondo alla mia top five ci sono le stelline. Dinamiche, vivaci e irradiate su scapole o polpacci abbronzati già primi di giugno. Una meritata quarta posizione spetta pari merito alle iniziali sbiadite di ex tra le dita della mano o frasi motivazionali tipo “stay strong” o “dream big”. Sul terzo gradino del podio, l’abusatissimo simbolo matematico dell’infinito, accostato talvolta a fiori, talvolta a zampette di animali ma anche a nomi, cuori, uccellini. Anche Michelle Hunziker se n’è pentita. È per questo che la medaglia d’argento è affidata al tatuaggio tribale sul fondoschiena, ostentato soprattutto da chi eccede con le lampade e lo sfoggia con costumi da bagno fluo. E infine, last but not the least, le labbra rosse a mo’ di bacio rubato che vedi sbucare dal collo di camicie di composti, ordinati, tamarri. Perché di estetica si è sempre parlato ma, alla fine della fiera - tra un ghiacciolo e un pediluvio e soprattutto quando c’è Pitti - è tutta questione di giudicare il giudicabile profumi

Il mistero ci salverà di Alessandra Pistillo

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l mistero non ci sconfinfera. Ne siamo attratti ma ci spaventa, e allora lo rifuggiamo, snobbandolo. Prendiamo le storie sugli alieni: tra lucertoloni, nanetti o spilungoni, il nostro preferito resta “E.T telefono casa”, quello che tutto sommato voleva tornarsene nel pianeta suo. Lungi da noi ciò che è “altro”, alieno, enigmatico. Poi ci lamentiamo che non siamo affascinanti. Vogliamo andare sul sicuro, sapere tutto e svelare tutto; peccato che lo charme insegni altro da sempre. Ma a volte dal cielo giunge un aiuto. Alien di Thierry Mugler è una fragranza che travasa un universo simbolico di fascino ignoto dentro una boccetta, per donarci la potenza di una dea che risplende e ammalia. La piramide olfattiva è intrigante e luminosa come le piramidi egizie: il Gelsomino Sambac è nelle note di testa, mentre nel cuore esplode il Legno Cashmeran, che si mischia nel fondo con l’Ambra Bianca. Un prodigio olfattivo dalle note verdi e mielate che risveglia il lato sensuale e misterioso di ogni donna, grazie anche a un flacone gioiello in ametista, la cui energia - per inciso – si dice che allevi lo stress. In pratica, un talismano lanciatoci in testa dallo spazio per insegnarci ad accogliere gli arcani; l’elisir del mistero per una femminilità ultraterrena che inebria la Terra. Guardiamo le stelle, accettiamo il messaggio col beneficio del dubbio e ringraziamo.

iugno, il mese in cui ogni giorno sembra venerdì, in cui il profumo di gelsomino ti insegue e ti vuole. Da scrivere sui muri dopo un gol “Giugno ti amo”, e tornare adolescenti madidi per il chissà cosa succederà. Anche se il sudore dovesse comparire, l’effetto wet sul viso è più che benvoluto anzi, ricercato da make up artists di tutto il globo. In questo invito costante a lasciarsi andare, a dire di sì perché tutto è concesso, i vestiti possono volare che nessuno li trattiene. E il viso non si copre più e lascia il posto ad un attualissimo ed acclamato nude look bannando stratificazioni o falsità. Un make up da madonna fiorentina al balcone, nel mese in cui i tamburi del Calcio Storico rimbombano nei vicoli, solo le gote si arrossano (anche perché abbiamo visto qualcuno che ci piace assai), con il ritorno molto deciso dell’uso del blush rosa o arancio come la moda del Rinascimento. Anche i capelli, da diverse stagioni ma in questo mese più che mai, ricordano quelli di Simonetta Vespucci nei dipinti di Botticelli: sciolti, mossi o beach waves come moderne “Venere”. Come punto di riferimento una cosa sola: essere naturali e (di conseguenza) sensuali.

s[moda]ti

Esplosioni fiorate psichedeliche di Marina Savarese

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iugno a Firenze fa rima con tante cose, ma è sempre Pitti a portare quel tocco di colore e quell’attimo di caos che scuote la città per quattro giorni e pure per i due mesi successivi. I personaggi variopinti muniti di risvoltini e completi sgargianti quest’anno verranno accolti con il botto…fiorato! “Boom, Pitti Bloom” è il tema di questa edizione, che promette fiori a profusione, giganti, invadenti e gonfiabili; un parco giochi della moda in versione labirinto di Alice nel Paese delle Meraviglie, senza Brucaliffo, ma con tocchi di psichedelia aggiunta. A ideare questo mondo fantastico è stato il “lifestyler” tuttofare Sergio Colantuoni, che a suon di pattern, colori e campi immaginari vuole stimolare il fiorire di nuove idee, permeando il tutto con uno spirito onirico vagamente ispirato agli anni ‘70, anche nella grafica. Ai disegni floreali realistici si aggiungono icone ispirate ai nuovi media che spaziano dalle emoticon agli arcobaleni ai cactus (strano, non ho visto un unicorno!), in un mix surreale incorniciato di stelline che brillano. Anche in versione arte digitale, con un progetto video collaterale ad alto tasso creativo prodotti dallo studio Art+Vibes, dove il mondo della moda maschile sembra addirittura divertente. Chissà che reazione avranno i tanto amati pitti-people davanti a tutta questa esplosione bucolico-psichedelica; di sicuro avranno l’imbarazzo della scelta su quale fiore posarsi per l’ennesimo autoscatto. Con o senza esplosione! www.pittimmagine.com


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