Lavoce n01 2016 web

Poste Italiane spa - Sped.in a.p.-D.L.353/2003 (conv.in l.27/02/2004 n.46)-art.1 comma 1-DCB Piacenza-Costo abbonamento annuo: euro 11-Pagamento assolto tramite versamento quota associativa-contiene i.p.

68째 anno - n.1 gennaio-febbraio 2016

Periodico di Coldiretti Piacenza

Dopo 6 anni Coldiretti Piacenza cambia direttore

Massimo Albano lascia il posto a Giovanni Cremonesi

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Giovanni Cremonesi dal primo marzo direttore di Coldiretti Piacenza

L’Italia riparte dalla terra

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14 10 incontri sul territorio con i soci

Piaseinza at voi bein.............................................................................. 5 Nuovo Ministero: Coldiretti interlocutore univoco decisivo... .............. 6 Giovanni Cremonesi dal primo marzo direttore di Coldiretti Piacenza....... 8 L’Italia riparte dalla terra....................................................................... 10 Coldiretti: meno 8 milioni di metri cubi d’acqua nelle dighe... ............ 12 Coldiretti: 10 incontri sul territorio con i soci........................................ 14 Latte: Coldiretti, bene accordo, ora impegno per giusto prezzo........... 16 Pomodoro: Coldiretti necessaria una programmazione responsabile........ 17 Nutrie: dal collegato ambientale della stabilità... ................................ 19 Made in Italy: aumentano contingenti dei prodotti... .................................. 21 Lavoro: Coldiretti aumentano i rapporti di lavoro in agricoltura... ....... 22 Export vino: Vento d’Expo getta le basi, ora occorre investire... ......... 23 Marcora: Coldiretti sviluppare sinergie per il futuro ... ................................. 24 CreditAgri alla Fiera Agricola di Verona................................................ 26 Finanziamenti in 10 giorni con il “silenzio assenso”: firmato il protocollo..........27 Credito: Coldiretti, protocollo sostiene 20 mila nuove giovani imprese......28 La rubrica dell’alimentazione................................................................ 29

sommario

iniziative Coldiretti Periodico mensile di COLDIRETTI PIACENZA Autorizzazione Tribunale di Piacenza n. 71 del 24 Aprile-maggio 1953 Direttore Massimo Albano

Comitato editoriale Angela Poggi, Antonella Bazzini, Dario Panelli, Emanuele Gonsalvi, Laura Barbieri, Luca Piacenza, Maurizio Maffi, Milena Galli, Nadia Marcotti Hanno collaborato Enrica Gobbi, Fabrizio Masini, Monica Maj, Sabrina Cliti, Martina Azzali, Silvia Ferrandi Direzione artistica Marino Galli Direzione, redazione e amministrazione: COLDIRETTI PIACENZA Palazzo dell’Agricoltura 29122 Piacenza via Colombo, 35 Tel. 0523 596511 | Fax 0523 596596 piacenza@coldiretti.it www.piacenza.coldiretti.it Progetto grafico e impaginazione Fotocomposizione e stampa Grafiche Lama Srl Strada ai Dossi di Le Mose, 5/7, Piacenza Il periodico ha una tiratura di 9.500 copie.

Viene spedito ai Soci in regola con la quota associativa.

Non è in vendita.

In copertina: Cambio di direzione

A scuola di etichettatura Coldiretti al Mattei per parlare di tracciabilità....................................30 Educazione alla Campagna Amica: si ricomincia con “il cibo giusto”.......................................31 Campagna Amica No Food: Padana Impianti è prima a Piacenza.............................................32 Il mercato contadino di Piacenza si trasferisce in Piazza Duomo...............................................33 Consumi: borsa antispreco negli agriturismi Emilia Romagna..................................................33 Porte Aperte Terrepadane nel nuovo Grande Showroom di Piacenza......................................34

eventi dal mondo agricolo La rubrica Italia in Prima Pagina....................................................................................................36 La pagina del Consorzio di Bonifica di Piacenza......................................................... 37 La pagina del CIO (Consorzio Interregionale Ortofrutticoli)....................................... 39 La pagina dell’ Università Cattolica del Sacro Cuore................................................... 40

tecnico Condifesa Piacenza. Al lavoro per la campagna assicurativa 2016............................. 42 Macchine agricole: fondi per innovazione e sicurezza................................................ 44 Vigneti: al via le richieste per le autorizzazioni nuovi impianti................................... 45

fiscale tributario: Legge di Stabilità e Milleproroghe.................................................................... 47 tributario: Rinnovabili, dichiarazioni annuali di produzione e consumo .......................... 47 paghe: Lavoro: i bonus per chi assume a tempo indeterminato........................................ 49 paghe: Certificazione unica: anno fiscale 2016 .................................................................. 49

La Voce dei Coltivatori online:...................................................................................... www.piacenza.coldiretti.it Questo numero è stato chiuso in redazione il 25 febbraio 2016 Titolare del trattamento dei dati personali nelle banche dati di uso redazionale è Federazione Provinciale Coldiretti di Piacenza. Gli interessati potranno esercitare i diritti previsti dal Dl.Lgs 196/2003 in materia di protezione dei dati personali, telefonando al n.0523 596511, e-mail: piacenza@coldiretti.it

© tutti i diritti riservati

La Voce dei Coltivatori è stampato su carta di cellulosa certificata FSC con elevato contenuto di fibre di recupero, completamente biodegradabile e riciclabile.

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gennaio-febbraio 2016

editoriale

Piaseinza at voi bein

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Dopo sei anni intensi, è terminato il mio mandato alla direzione di Coldiretti Piacenza, difficile tracciare un bilancio di quello che ritengo essere un percorso significativo ricco di soddisfazioni professionali e al quale tanti hanno preso parte.

Molti sono stati i progetti imbastiti, le azioni di sensibilizzazione messe in campo, le collaborazioni che in questi anni abbiamo intrecciato. Tutto è stato fatto con un unico obiettivo davanti agli occhi: la rivitalizzazione del tessuto economico del territorio e la diffusione di una nuova “cultura del cibo” che metta al centro il settore agricolo come elemento di contatto con le nostre radici e ponte per traghettare la società verso una nuova consapevolezza delle scelte di consumo. Dal Pane Piacentino, con il quale abbiamo costruito una filiera locale per un prodotto base dell’alimentazione quotidiana, a Vento d’Expo e alla Rete d’Impresa per la filiera del Grana Padano per facilitare l’approccio all’export di due eccellenze che bene possono rappresentare la variegata ricchezza di questa provincia; ancora, il progetto di Educazione alla Campagna Amica che è cresciuto strutturandosi al meglio e rappresentando una prima e vera azione di sensibilizzazione e investimento sul patrimonio più grande che abbiamo, i nostri bambini. Per arrivare alle battaglie più grandi, posizioni difficili, a volte persino scomode ma che una forza sociale come Coldiretti sa prendere nella ferma volontà di tutelare la dignità di un settore unico al mondo e al contempo i diritti dei consumatori.

In ognuno di questi momenti Piacenza non solo c’è stata, ma è stata protagonista di un cambiamento. Ha parlato forte ai consumatori e al mondo della rappresentanza, in qualche modo si è aperta e ha dimostrato di poter fare squadra. Ed è in quest’ottica che va interpretato il reale valore dei risultati, ancora più grande perché condiviso e partecipato. Una partecipazione allineata che mi piace definire “di sistema”: soci, dirigenti, collaboratori, organizzazioni di categoria e amministrazioni. In particolare con le organizzazione di rappresentanza del territorio e le amministrazioni comunali e provinciali abbiamo costruito una fitta rete che negli anni ha dato i suoi frutti in termini di coesione del territorio, unità degli intenti e condivisione delle traiettorie sociali ed economiche, per l’interesse della comunità e la crescita degli orizzonti del territorio. Per questo intendo esprimere i miei ringraziamenti a Cesare Betti, Attilia Jesini e Alberto Rota (Confindustria), a Pietro Bragalini (Unione artigiani), ad Alberto Bottazzi e Luigino Peggiani (Libera Artigiani), a Giovanni Struzzola e Alfredo Parietti (Unione Commercianti), a Enrica Gambazza e Dario Costantini (Cna) a Fausto Zermani (Consorzio di Bonifica) ma anche a Massimo Trespidi, Francesco Rolleri, Alessandro Piva e Filippo Pozzi per il lavoro svolto in questi anni. Un ringraziamento anche a Maurizio Crepaldi e Giuseppe Nenna per la disponibilità dimostrata in particolare avvalendosi di Creditagri e di Agrifidi Emilia.

Tanti gli amici che nel percorso hanno camminato e continuano a farlo al nostro fianco; mi riferisco a Sua eccellenza il Vescovo Ambrosio che in

tanti momenti ha saputo stare vicino all’Organizzazione mettendo a disposizione di tutti noi la sua saggezza facendo dei momenti di riflessione vere e proprie occasioni di crescita personale e al Consigliere Ecclesiastico Don Stefano Segalini la cui presenza ha illuminato le scelte programmatiche delle nostra organizzazione assicurando che siano coerenti con i dettati dell'ispirazione cristiana ai quali ci rifacciamo. Un grazie anche al mondo universitario in particolare all’amico Mauro Balordi e a Daniele Fornari per la sinergia sviluppata a supporto di tante iniziative e al quotidiano Libertà, che grazie alle figure dell’amico fraterno Gaetano Rizzuto, di Stefano Carini e della bravissima Paola Romanini con tutti i validi collaboratori, ha saputo valorizzare le azioni sindacali di Coldiretti con estrema professionalità, accostandosi alle nostre battaglie facendole proprie e ai nostri temi con una sensibilità mai data per scontata. Ancora a Telelibertà che grazie all’attenzione del direttore Nicoletta Bracchi ha ulteriormente valorizzato il nostro lavoro.

Un saluto al direttore di Terrepadane Dante Pattini con il quale abbiamo condiviso e costruito la crescita del nostro consorzio, ai professionisti Stefano Marchesi, Alberto Chiesa e Alessandra Rabizzoni per il supporto dimostrato in diverse circostanze e per averci aiutato a tenere sempre la “barra dritta” e all’amico Carlo Pontini che con la sua ospitalità ha favorito la costruzione di ponti di amicizia e lavoro.

Vorrei poi esprimere un sincero ringraziamento al direttore regionale Marco Allaria Olivieri che ha guidato i passi della federazione, a Sandro Calza e a Luigi Bisi, con il quale ho condiviso gran parte del mio percorso a Piacenza mettendo al primo posto sempre il valore della condivisione e che è un orgoglio oggi vedere alla guida di una delle più importanti realtà consortili d’Italia. Grazie a Marco Crotti, che ha saputo già in pochi mesi di presidenza entrare nelle dinamiche sindacali dell’associazione con grande spirito d’iniziativa, e a tutta la nuova Giunta, un gruppo di giovani agricoltori che affiatati lavorano con entusiasmo per rilevare le necessità del territorio e al Consiglio tutto che supporta i lavori con costanza ed esperienza.

Infine a tutta la struttura Coldiretti che ha camminato con me ogni giorno condividendo le fatiche e le gioie del lavoro, un saluto e un ringraziamento per la professionalità e la passione che in questi anni hanno sempre, e in vari modi, assicurato al servizio del progetto di Coldiretti. Senz’altro porterò nel cuore molte cose da questa esperienza perché Piaseinza at voi bein.

Massimo Albano

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Nuovo Ministero:

Coldiretti interlocutore univoco decisivo nei confronti dell’UE

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sindacale

Crotti: “Maggiori possibilità per rafforzare la filiera agroalimentare Made in Italy dal campo alla tavola”

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Nasce il Ministero dell’Agroalimentare. L’annuncio ufficiale è venuto dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi in occasione della firma del protocollo d'intesa “Diamo credito all'agroalimentare italiano” tra il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e Intesa San Paolo, dopo che il Ministro Martina aveva anticipato la novità in occasione dell’assemblea della Coldiretti prima di Natale.

Secondo quanto spiegato dal Premier, “con i decreti Madia il ministero dell'Agricoltura prenderà il nome di ministero dell'Agroalimentare”, “un ministero centrale nello sviluppo e nell' identità del sistema Paese”. “L’agricoltura – ha aggiunto Renzi – è un settore strategico della nostra economia, dove emergono le qualità, le capacità, l'identità stessa del nostro paese, del nostro territorio, anche nel mondo”.

“Questa decisione, commenta Marco Crotti, presidente di Coldiretti Piacenza nell’esprimere apprezzamento per l’annuncio del premier, conferma la volontà di proseguire nella valorizzazione dei primati dell’agroalimentare Made in Italy e sarà decisivo non solo per la definizione delle misure che vanno nella direzione dalla tutela della qualità e delle caratteristiche degli alimenti, ma anche per le norme sull’etichettatura e gli interventi per ottimizzare la penetrazione dei mercati esteri e raggiungere

presto l’obiettivo dei 50 miliardi di export fissato dal presidente del Consiglio”.

“I nostri competitor all’estero, continua il presidente, si sono mossi in anticipo sotto questo punto di vista, con la Francia che da tempo può contare su un unico Ministero dell’agricoltura, dell’agroalimentare e delle foreste.

Per l’Italia questa è l’occasione di avere un interlocutore di governo forte, solido e soprattutto univoco che possa muoversi in modo decisivo e veloce nei confronti dell’Unione Europea dalla quale dipendono oggi gran parte delle politiche nell’agroalimentare. Da cosa mettiamo nei prodotti, a cosa “non” si deve scrivere sull’etichetta, oggi le decisioni dell’Europa incidono fortemente su alcuni aspetti che in modo inevitabile influenzano il valore del nostro lavoro sul mercato. Ci aspettiamo dunque maggiori possibilità per rafforzare la filiera agroalimentare Made in Italy dal campo alla tavola in Italia ma anche all’estero dove il settore, grazie all’impattante immagine che nel tempo si è guadagnata con alti standard qualitativi e rispetto nei confronti della propria storia e delle proprie tradizioni, fa da traino per l’intera economia. ” L’annuncio di Renzi conferma il trend che nel 2015, l’anno di Expo, ha visto il fatturato dell’agroalimentare italiano raggiungere i 135 miliardi sotto la spinta del record storico delle esportazioni e della ripresa dei consumi interni.

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Giovanni Cremonesi

dal primo marzo direttore di Coldiretti Piacenza

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gennaio-febbraio 2016

È Giovanni Cremonesi il nuovo direttore di Coldiretti Piacenza, subentrato dal primo di marzo a Massimo Albano chiamato al timone della Federazione provinciale lombarda della Coldiretti di Brescia e che ricopriva l’incarico da esattamente 6 anni. A formalizzare la nomina il Consiglio direttivo della Federazione provinciale riunitosi alla presenza di Bruno Rivarossa Capo Area Organizzazione e Servizi della Confederazione Nazionale Coldiretti e del direttore regionale Marco Allaria Olivieri.

Originario di Rivolta d'Adda, un comune al confine tra le province di Cremona, Milano e Bergamo, Giovanni Cremonesi, 38 anni, laureato in agraria, sposato con 2 bambini, ha ricoperto durante il suo precedente percorso professionale diversi ruoli presso la Federazione di Cremona, in particolare nell'ambito tecnico economico di zona, come segretario di zona e responsabile provinciale dell'area tecnico-economica.

Nel corso dei lavori del Consiglio direttivo della Coldiretti piacentina, Cremonesi ha espresso la sua intenzione di dare continuità all’operato avviato dal suo predecessore. "Voglio esprimere un sincero ringraziamento al Presidente e a tutto il Consiglio Direttivo della Federazione di Piacenza, ha dichiarato il neo direttore, per la fiducia espressa affidandomi questo prestigioso

sindacale

incarico. Non nascondo un po' di emozione, ma soprattutto un immenso orgoglio nell'accettare l'incarico che mi porta a far parte di questa importante realtà che per l’autorevolezza, la forza, il valore dei suoi imprenditori, il peso economico delle produzioni, gioca un ruolo determinante nelle dinamiche agricole regionali e nazionali.”

“Assicuro a tutti, ha proseguito Cremonesi, che dedicherò il massimo impegno e serietà nell'affrontare l'incarico che mi è stato affidato, dapprima per comprendere e conoscere le dinamiche di questa importante realtà così da poter rapidamente entrare nel pieno delle mie funzioni, al servizio dei soci e delle tante necessità che si paleseranno. Saluto e ringrazio anche il Direttore Massimo Albano che ha guidato negli ultimi anni la Federazione di Piacenza. A lui rivolgo i migliori auguri per il prossimo importante incarico.”

“La guida della federazione, ha dichiarato Albano nel suo saluto, è stata un’esperienza importante ricca di soddisfazioni professionali. Lascio una struttura forte fatta di soci, dirigenti e collaboratori che hanno saputo in questi anni farsi protagonisti del progetto di Coldiretti brillando per spirito di iniziativa e strategia imprenditoriale e che continueranno a contribuire alla sviluppo economico della provincia.”

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L’Italia riparte dalla terra Il convegno Coldiretti sulla fiscalità in agricoltura

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gennaio-febbraio 2016

Fiscalità in agricoltura e la legge di stabilità, questi i temi del convegno organizzato da Coldiretti Piacenza nei giorni scorsi. A racchiudere l’essenza delle novità in fatto di fiscalità in agricoltura il titolo dell’incontro: “L’Italia riparte dalla terra”.

Al convegno sono intervenuti illustri relatori come il Capo Area Azione Sindacale della Confederazione Coldiretti, l’avvocato Gaetano Varano, il Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia, l’onorevole Paola De Micheli, ed il Capo Ufficio Assistenza Tributaria della Confederazione Coldiretti, Domenico Buono. A fare gli onori di casa il presidente ed il direttore di Coldiretti Piacenza, Marco Crotti e Massimo Albano. Dall’azzeramento dell’Irap alla cancellazione dell’Imu per i coltivatori diretti e per gli imprenditori agricoli professionali sia nei terreni in pianura che nelle aree montane, dove è stata tolta a tutti, ma anche l’aumento della compensazione Iva sulle carni bovine e suine (passando rispettivamente a 7,7 per cento e all'8 per cento) che vale 20 milioni di euro e l’incremento delle percentuali di compensazione Iva per i prodotti lattiero caseari all’8,80 al 10 per cento nonché i fondi stanziati per il finanziamento delle assicurazioni contro le calamità con un budget di 140 milioni in due anni.

“Abbiamo presentato al sistema imprenditoriale piacentino, spiega Emanuele Gonsalvi, responsabile CAF di Coldiretti Piacenza le misure della stabilità che hanno portato quasi un miliardo di risorse aggiuntive all’agricoltura senza ulteriori aggravi dei costi di produzione su voci importanti come il

sindacale

gasolio agricolo agevolato che invece era stato pesantemente ridimensionato negli ultimi anni.”

“Per la prima volta, dopo anni di sacrifici, commenta il presidente Marco Crotti, con la legge di Stabilità del 2016, l’esecutivo ha messo al centro della ripresa economica e sociale del Paese il settore agricolo, riportando l’agricoltura alla fiscalità degli anni novanta. Il settore agroalimentare italiano ha dato prova in questi anni di crisi di poter fare da traino per l’economia del paese per questo la riduzione del peso fiscale risulta di particolare valore poiché ci consente di recuperare risorse utili per i dovuti e non più rimandabili investimenti finalizzati all’innovazione con ulteriori ricadute positive anche sulla crescita dell’occupazione oltre che sotto il profilo dell’efficienza produttiva.”

“La manovra, aggiunge Massimo Albano, direttore di Coldiretti Piacenza, tramite l’assegnazione di risorse finanziarie riconosce concretamente il ruolo del settore agricolo per la società e per l’ambiente. Il 2015 è stato per Coldiretti e per l’agricoltura italiana, un anno straordinario, che ha reso consapevole la società intera della centralità del cibo e dell’importanza della cura del territorio riconoscendo come cruciale la figura dell’agricoltore. Le vittorie ottenute con la legge di stabilità sono il culmine di un impegno sindacale costante, fatto di proposte oltre le proteste, fatto di esempi concreti e messaggi positivi di un’Italia creativa e coesa che crea occupazione portando alto il buon nome del Made in Itlay.”

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Coldiretti: meno 8 milioni di metri cubi d’acqua nelle dighe forte preoccupazione per le colture idroesigenti

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Con 3.284.600 metri cubi di acqua in meno alla diga del Molato e 4.878.800 metri cubi in meno alla diga di Mignano rispetto alla media del volume verificato al 15 gennaio degli ultimi 5 anni, si prospettano tempi durissimi nelle campagne piacentine fortemente vocate per le colture idroesigenti.

A lanciare l’allarme è Coldiretti Piacenza sulla base dei dati del Consorzio di Bonifica. Anche le falde acquifere sono prosciugate così, ad aggiungersi alle preoccupazioni relative alle

Crotti: “Necessario un tavolo di coordinamento per monitorare la situazione delle riserve idriche e pianificare la corretta gestione delle acque”

gelate dopo che il caldo fuori stagione ha sconvolto la natura facendo rigonfiare le gemme delle piante, è all’orizzonte lo spettro della siccità.

“La situazione, commenta Marco Crotti, presidente di Coldiretti Piacenza, è a dir poco sconvolgente; non possiamo rimanere indifferenti al passaggio da un estremo all’altro con la provincia sconvolta dall’alluvione prima e dalla siccità invernale poi, il tutto nel giro di soli 4 mesi.”

Sulle dighe i millimetri di pioggia caduti nel periodo autunnale, con i quali solitamente si arriva al 50% del totale annuale delle precipitazioni, sono 61 alla diga di Mignano e appena 35,6 al Molato: numeri pesantemente al di sotto delle medie

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sindacale

Nelle foto: dighe di Mignano e Molato vuote

degli ultimi 10 anni (rispettivamente 296 e 232) e addirittura peggiori rispetto al 2007, che rappresenta uno degli anni più neri per la carenza idrica.

“Quello che ci preoccupa, prosegue Crotti, oltre al rischio che il deficit idrico possa mettere a rischio la tenuta idrogeologica del territorio, sono anche le difficoltà alle quali potremmo andare incontro durante la campagna, con significativi aumenti nei costi di produzione e diminuzione delle rese. In questi momenti di programmazione in azienda, le imprese che da sempre fanno affidamento sull’acqua rilasciata dalle dighe devono dunque sapere che con ogni probabilità, se non si verificheranno precipitazioni primaverili eccezionali a compensare, la situazione sarà ancor più critica degli scorsi anni.”

“Ci appelliamo dunque alle istituzioni ai vari livelli, conclude, affinché anche a Piacenza come in altre realtà del paese, si possa costituire un tavolo di coordinamento per monitorare la situazione delle riserve idriche e pianificare la corretta gestione delle acque. Non possiamo più rimandare il problema, occorre prenderne atto e collaborare per attuare politiche di gestione che tengano conto della risorsa in termini di economicità per il territorio. Queste situazioni di siccità invernale infatti sono l’espressione più significativa dell´attuale mutamento climatico che si sta manifestando con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi con pesanti effetti sull’agricoltura italiana che negli ultimi dieci anni ha subito danni per 14 miliardi di euro tra alluvioni e siccità.”

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Cortemaggiore

Coldiretti: 10 incontri sul territorio con i soci

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Momenti di condivisione con la base sociale capillari sul territorio cruciali per la programmazione delle attività in azienda. Così Marco Crotti, presidente di Coldiretti Piacenza ha descritto il tradizionale calendario di incontri territoriali con i soci imprenditori dell’Organizzazione agricola che quest’anno conta 10 appuntamenti su tutto il territorio.

Tante le tematiche approfondite, di attualità sindacale ma anche fiscale e tecnica a partire dalle numerose iniziative portate avanti da Coldiretti per consentire alle aziende agricole di avere un giusto reddito e di essere competitive sui mercati, fino alle vittorie ottenute in tema di fiscalità in agricoltura per quanto

riguarda Iva, Imu e Irap ed in particolare gli sgravi contributivi correlati alle assunzioni. Durante gli incontri è stato poi presentato anche il nuovo Pai, il Piano Assicurativo 2016 che prevede, oltre alla possibilità di sottoscrivere polizze agevolate per le colture contro avversità catastrofali, di frequenza e accessorie, anche l’ampliamento delle colture assicurabili e l’estensione della possibilità per gli allevamenti avicoli di assicurarsi per le epizoozie. Non sono mancati inoltre approfondimenti in campo tecnico economico, con la presentazione della misura investimenti del nuovo Psr che consentirà ad aziende singole e associate ma anche a comunioni a scopo di godimento e a

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Cortemaggiore

sindacale

Castell’Arquato Bobbio

Bobbio

proprietà collettive di accedere agli aiuti per costruzioni e ristrutturazioni, miglioramenti fondiari e acquisti di macchinari, attrezzature funzionali al processo innovativo aziendale e investimenti funzionali alla vendita diretta delle produzioni aziendali. Nelle zone particolarmente vocate alla viticoltura poi, è stato approfondito il nuovo regime di autorizzazioni che rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2030 e che va a sostituire i diritti di impianto. In relazione alla nuova programmazione del nuovo PSR in ambito creditizio è stata infine fatta una panoramica sulle possibilità di accesso al credito fornite da CreditAgri Italia, la cooperativa di garanzia al servizio di tutto il mondo agricolo che offre assistenza e consulenza tecnico finanziaria specifica.

“Le assemblee, continua Crotti, sono un momento di condivisione, di formazione e dunque di crescita e arricchimento con le quali mettiamo a disposizione dei nostri associati tutti gli strumenti per poter condurre la propria azienda in modo professionale e qualificato. Perché crediamo fortemente che sia il costante rapporto con la base a fare la differenza nell’agire quotidiano, perché i soci devono essere i veri protagonisti delle azioni che Coldiretti mette in campo.”

Lugagnano

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Latte: Coldiretti, bene accordo, ora impegno per giusto prezzo

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Maggiore informazione ai consumatori sui prodotti a base di latte cento per cento italiano e individuazione di un sistema di indicizzazione per i contratti del latte tra imprese agricole e industriali trasformatori.

Questi i risultati dell’incontro tra imprenditori agricoli, industriali e settore della grande distribuzione che si è tenuto al Ministero delle Politiche agricole.

“Si tratta di un primo passo in avanti, ha commentato Franco Fittavolini, responsabile della commissione latte di Coldiretti Piacenza, risultato della mobilitazione che nel novembre scorso ha coinvolto decine di migliaia di allevatori con presidi nelle industrie e nei supermercati e che conferma la volontà delle parti di attuare concretamente il protocollo d’intesa per la stabilità e

sostenibilità della filiera lattiero-casearia siglato il 26 novembre scorso.”

“Le questioni legate al prezzo del latte futuro, sottolinea Fittavolini, restano tuttavia ancora aperte e per questo la battaglia della Coldiretti non si ferma. Oltre alla determinazione di un giusto prezzo da pagare agli allevatori, che deve essere calcolato attraverso un meccanismo oggettivo che tenga conto dei costi di produzione e dell'andamento dei prezzi del latte e dei formaggi sul mercato, decisiva sarà la corretta identificazione dei prodotti che lavorano latte italiano con l’indicazione in etichetta. Solo in questo modo si può impedire di spacciare come Made in Italy il prodotto importato e tutelare così il consumatore ignaro e la distintività del prodotto italiano.”

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sindacale

Pomodoro: Coldiretti necessaria una programmazione responsabile

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Prevalga il senso di responsabilità nei confronti di tutti gli attori della filiera per arrivare velocemente ad un accordo. Questo l’appello dei membri di Giunta di Coldiretti Piacenza, riuniti nei giorni scorsi e fortemente preoccupati per le sorti della campagna del pomodoro 2016.

A preoccupare i dirigenti non è solo il ritardo nel raggiungimento dell’accordo per il prezzo ormai contestuale alla semina e dunque tardivo per consentire una giusta e lucida programmazione, ma anche l’operare di alcune organizzazioni di produttori che, con leggerezza, accolgono la volontà a coltivare pomodoro di imprenditori agricoli di provincie non storicamente vocate a questa produzione con il rischio di immettere sul mercato prodotto di qualità non omogenea e che a risentirne sia tutta la filiera. L’interessamento di altre provincie per questa coltura non è nuovo, già in passato era infatti accaduto con ripercussioni gravissime e di lungo periodo su tutto il comparto.

L’invito è dunque, fa sapere Coldiretti Piacenza, all’utilizzo di un approccio responsabile e rispondente alla volontà di ricercare sempre il valore e la qualità del prodotto con la consapevolezza che sul mercato la distintività di questo viene da un modello produttivo affinato in decenni di lavoro, frutto del giusto mix di esperienza e condizioni climatiche favorevoli, con la creazione di una filiera strutturata ed organizzata che non si può certo improvvisare.

Si auspica dunque, conclude l’Organizzazione, che si raggiunga velocemente un accordo frutto di una attenta e reale programmazione sia da parte agricola che da parte industriale, e che questo possa valorizzare il pomodoro di qualità con un prezzo adeguato agli elevati costi di produzione.

Coldiretti come sempre vigilerà e denuncerà comportamenti che possano ledere la reputazione ed il valore di questo importante settore del Made in Italy troppo spesso usurpato dalla concorrenza estera ma che va difeso con la qualità e la distintività.

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Nutrie: dal collegato ambientale della stabilità il via per i piani di abbattimento regionali Fortinelli: “tutelare le produzioni, la rete irrigua, il suolo e la salute pubblica”

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Ripartire al più presto con il piano regionale di abbattimento delle nutrie. È quanto chiede Coldiretti alla luce del Collegato Ambientale della Legge di Stabilità che consente di ricorrere a piani di contenimento approvati dalle Regioni con le stesse modalità previste per la fauna selvatica.

Dopo la declassificazione delle nutrie da fauna selvatica a specie infestante e dunque al medesimo livello di topi e ratti – ricorda Coldiretti Piacenza – la lotta contro questi animali è passata dal livello regionale a quello comunale, con grandi difficoltà anche finanziarie per procedere con i piani di abbattimento e la conseguenza che è continuata la proliferazione di una specie animale che tra il 2003 e il 2014 ha fatto all’agricoltura danni per 2,5 milioni di euro, cui si aggiungono oltre 2 milioni per danni a canali e strutture, senza calcolare quelli non rilevabili ai mezzi agricoli che hanno avuto incidenti a causa degli buchi nei terreni e nelle strade di campagna.

Le nutrie in Emilia Romagna – ricorda Coldiretti Piacenza – occupano ormai tutto il territorio di pianura e di fatto hanno invaso già metà del territorio regionale: si tratta di oltre un milione di ettari sui 2,2 milioni di superficie totale.

“Per quanto riguarda le colture agricole, afferma Adriano Fortinelli, responsabile caccia Coldiretti Piacenza la nutria danneggia soprattutto mais, cereali, orticole e barbabietola da zucchero. Per i corsi d’acqua, i danni maggiori sono causati dalle gallerie delle tane che indeboliscono gli argini e le scarpate e che poi possono crollare all’arrivo delle piogge, con rischi di allagamenti non solo di terreni agricoli, ma anche di aree abitate.”

“Al fine di tutelare le produzioni zoo-agro-forestali, la rete irrigua, il suolo e la salute pubblica, conclude Fortinelli, è necessario ripartire con un piano di eradicazione adeguato per liberare fiumi, canali e campagne da questo animale. Oltre ai danni all’agricoltura, che non vengono più risarciti da quando è stata classificata come specie infestante, la nutria è dannosa anche per la biodivesità perché dove si diffonde, fa sparire altre specie animali, e sta diventando sempre più dannosa. Fino alla pubblicazione del Piano regionale, ricordiamo che rimarranno in vigore i piani comunali redatti in base alle indicazioni regionali approvate dall’Ispra secondo i quali possono attuare il contenimento dei roditori, le guardie provinciali, gli operatori muniti dalle province di specifica abilitazione e gli agricoltori con licenza di caccia sul proprio fondo.”

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Made in Italy:

aumentano contingenti dei prodotti base della dieta mediterranea dopo olio tunisino è allarme pomodoro del Marocco

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I prodotti base della dieta mediterranea Made in Italy sono sotto attacco.

A preoccupare Coldiretti Piacenza è l’aumento delle importazioni di olio dalla Tunisia e del pomodoro da mensa dal Marocco ed il conseguente superamento dei contingenti fissati dagli accordi europei.

Sulla base dei dati diffusi dall’associazione degli esportatori spagnoli Fepex, emerge infatti che le importazioni di pomodoro dal Marocco in Europa sono raddoppiate a gennaio rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Allo stesso tempo la Commissione internazionale del Parlamento Europeo ha dato il via libera all'accesso temporaneo supplementare sul mercato dell'Unione di 35mila tonnellate di olio d'oliva tunisino a dazio zero, per il 2016 e 2017 nonostante nel 2015 in Italia siano aumentate del 520% le importazioni dell’olio di oliva della Tunisia.

“Queste decisioni, afferma Massimo Albano, direttore di Coldiretti Piacenza, sono veri e propri schiaffi al Made in Italy e ai suoi consumatori. Il nuovo contingente porta il totale degli arrivi “agevolati” oltre quota 90mila tonnellate. Per l’ennesima volta l’Europa, utilizza il settore agricolo come merce di scambio senza prendere in considerazione il rischio concreto che le frodi, di cui abbiamo già avuto ampi riscontri in questi anni, si

Albano “È un altro schiaffo al Made in Italy e ai consumatori"

moltiplichino. L’olio importato infatti viene spesso mescolato con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri, a danno dei produttori italiani e dei consumatori con impatti devastanti sul piano economico, occupazionale ed ambientale.”

Ora la parola sul dossier olio tunisino, passa all’Assemblea plenaria dell’Europarlamento che dovrà esprimere il proprio parere definitivo sulla proposta della Commissione Europea.

“Per quanto riguarda l’accordo con il Marocco per il pomodoro, aggiunge Marco Crotti, presidente di Coldiretti Piacenza, era già fortemente contestato dai produttori perché nel paese africano è permesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute che sono vietati in Europa ma anche perché le coltivazioni sono realizzate in condizioni di dumping sociale per il basso costo della manodopera. Chiediamo dunque che la Commissione attivi urgentemente le clausole di salvaguardia previste dall’accordo, vista la grave perturbazione di mercato creata dall’eccessivo aumento delle importazioni e invitiamo i consumatori a controllare sempre l’origine che, per legge, deve essere sempre indicata su tutta l’ortofrutta fresca, perché con la loro scelta hanno il potere di salvare l’economia italiana oltre che salvaguardare la loro salute.”

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Lavoro: Coldiretti aumentano i rapporti di lavoro in agricoltura ma meno ingressi legati al lavoro stagionale Al via flussi di ingresso del 2016

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Cresce il numero di rapporti di lavoro in agricoltura che ha superato nel 2015, per le aziende Coldiretti di Piacenza, la quota dei 3000 con lavoratori italiani, stranieri comunitari e non.

“Un dato interessante spiega, Antonella Bazzini responsabile Ufficio Paghe di Coldiretti Piacenza, che va tenuto in considerazione nell’interpretare la diminuzione del fabbisogno piacentino di lavoratori stranieri rilevato in seguito alla pubblicazione nei giorni scorsi sulla Gazzetta ufficiale del cosiddetto decreto flussi lavoratori stagionali e non stagionali 2016 che disciplina i flussi d'ingresso dei lavoratori non comunitari nel territorio dello Stato.”

“Molti occupati in agricoltura, spiega Bazzini, sono infatti stranieri entrati in anni precedenti e che sono passati dal permesso per lavoro stagionale a permesso per lavoro subordinato, inoltre nei rapporti di lavoro vi sono anche i lavoratori stranieri non comunitari e, naturalmente gli italiani ai quali fa capo circa la metà degli stessi. In quest’ottica dunque l’agricoltura si conferma essere, nonostante la crisi, una fonte di occupazione anche per le categorie più deboli.”

Il decreto flussi del 14 dicembre 2015, prevede una quota massima di ingressi pari a 17.850 lavoratori subordinati non stagio-

nali e per lavoro autonomo e di 13.000 lavoratori subordinati stagionali.

“Ricordiamo, fa presente Bazzini, che le domande di nullaosta per lavoro stagionale e non possono già essere pre compilate e inviate. Come previsto dalla circolare Ministeriale inoltre è possibile convertire il Permesso di Soggiorno Stagionale in permesso di soggiorno per lavoro subordinato, anche in occasione del primo ingresso del lavoratore stagionale in Italia senza che sia necessario il preventivo rientro dello stesso nel proprio Paese di origine.” Le domande potranno essere presentate fino al 31 dicembre 2016 e saranno trattate sulla base dell'ordine cronologico di presentazione.

La quota di cittadini extracomunitari provenienti da Albania, Algeria, Bosnia-Herzegovina, Repubblica di Corea, Costa d’Avorio, Egitto, Etiopia, Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Filippine, Gambia, Ghana, Giappone, India, Kosovo, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Ucraina, Tunisia e che entrerà per motivi di lavoro subordinato stagionale è da ripartire tra le regioni e le province autonome.

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gennaio-febbraio 2016

sindacale

Export vino: Vento d’Expo getta le basi, ora occorre investire sulla promozione del territorio all’estero Panelli: “Fondamentale investire su un prodotto che identifichi in modo chiaro ed incisivo le potenzialità dell’offerta enologica piacentina”

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È tempo di bilanci sull’export per il settore vitivinicolo piacentino, che conta oltre 2100 realtà produttive per un totale di 250.000 ettolitri di vino prodotto, e che nell’anno di Expo si è avvicinato alla sfida dell’internazionalizzazione grazie al progetto di Coldiretti Piacenza Vento d’Expo, in collaborazione con la federazione regionale e con il contributo della Regione Emilia Romagna, del consorzio agrario Terrepadane e di Cariparma Credit Agricole.

Questo lo scopo dell’incontro tenutosi presso la sala consiglio di Coldiretti Piacenza alle quali hanno preso parte le aziende che hanno partecipato al progetto e gli esperti di WineMeridian e Proposta, Fabio Piccoli e Fabio Tavazzani.

“Dall’incontro, afferma Dario Panelli, responsabile del settore vitivinicolo di Coldiretti Piacenza, è emersa la soddisfazione dei produttori rispetto all’organizzazione degli incoming di buyer e giornalisti che hanno di fatto gettato le prime basi per un approccio all’export che deve essere poi strutturato nelle singole realtà aziendali. Non va dimenticato infatti che l’esperienza ha avuto una valenza altamente formativa e che deve poi essere ac-

compagnata da un constante impegno nelle fasi successive agli incontri. In questi termini sicuramente, le aziende piacentine hanno dimostrato di sapersi confrontare con il mondo.”

“Le prospettive future, continua Panelli, sono senz’altro positive soprattutto considerato la ricchezza in termini di offerta rilevata anche dagli stessi buyer. Le aziende guardano ora all’estero con maggior slancio, verificando le opportunità che possono essere colte per esempio per mezzo di missioni outgoing, organizzate tramite la collaborazione tra aziende tra loro complementari ma anche sfruttando meglio le manifestazioni dedicate al settore già presenti sul territorio come occasione per destare interesse nei buyer e negli opinion leader del settore. L’obiettivo che il settore si deve dare nei prossimi mesi è quello dell’aumento della consapevolezza della nostra realtà all’estero. In queste occasioni sarà dunque fondamentale investire su un prodotto che identifichi in modo chiaro ed incisivo le potenzialità dell’offerta enologica piacentina all’estero e in Italia e che possa fare in seguito da traino per le altre tipologie di vino.”

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Marcora: Coldiretti sviluppare sinergie per il futuro dell’agroalimentare piacentino

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Il futuro del settore agroalimentare piacentino passa anche dalla professionalità che i giovani sviluppano in ambito scolastico. Queste le parole di Marco Crotti, presidente di Coldiretti Piacenza, nel commentare le problematiche che l’Istituto superiore per l’agricoltura G. Marcora di Cortemaggiore sta vivendo a causa della mancanza di spazi adeguati al normale svolgimento scolastico e per il ritardo verificato del corso carni dovuto alla differita erogazione delle risorse regionali.

“Le scuole superiori, prosegue Crotti, sono veri e propri incubatori di talenti ed è dalle politiche di sviluppo su di queste che passa il futuro del paese. I migliaia di giovani che qui a Piacenza scelgono di seguire l’interesse per l’agricoltura e l’agroalimentare sono una risorsa incredibile sulla quale è necessario investire per garantire la valorizzazione continua delle nostre tradizioni e la coniugazione di queste in termini innovativi. Oggi i giovani

si avvicinano con coraggio a questo mondo, visto come settore con prospettive di occupazione in cui è possibile esprimere creatività e capacità imprenditoriali ed è a loro che dobbiamo dare risposte.”

“Nell’unica provincia europea, aggiunge Franco Fittavolini, segretario di zona, che può vantare ben 3 Dop per i salumi non è possibile immaginare che non venga espletato il corso per la lavorazione delle carni. Se ciò dovesse accadere l’impoverimento sarà per tutto il settore, a partire dall’allevamento fino ad arrivare alla trasformazione con ricadute pesantissime sull’economia della provincia.”

La regione, in seguito alla denuncia dei ritardi ha messo in campo iniziative per risolvere il problema ma è necessario che il sistema piacentino, dai produttori ai consorzi sviluppinmo sinergie a favore della formazione di professionalità del settore.

New Holland 8670 – G170 Anno 1996 Ore 7227

Fiat New Holland 80/66 DT S. 40 km/h. 1997 Ore 5000 New Holland M 115 DT Inversore e Superiduttore. Gomme nuove. Preparata Sollev ant. Anno 1999 Ore 6576

New Holland T 7050.

Full optional anno 2008 Ore 5304

New Holland M 100 HI-LO Anno 1999 Ore 6038

New Holland TM 155 Range C. sollev.ant. Anno 2003 Ore 5986

Mc Cormick XTX 200. Anno 2007. Ore 6450 Revisionato cambio con garanzia Imp. freni aria omol.

New Holland T6030 Plus. Anno2009. Ore 4651 Ponte ant. e cab. sospesa - clima bellissima

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Da sinistra Angelo Ferrari, vice presidente di Coldiretti Piacenza, l'esponente di Coldiretti Giovani Impresa, Nicola Ghezzi, Massimo Ghezzi, consigliere di Coldiretti Piacenza, Roberto Grassa, direttore generale di CreditAgri, Fabrizio Masini, responsabile provinciale CreditAgri, Giuseppe Savastano Responsabile nazionale reti alleate.

CreditAgri alla Fiera Agricola di Verona

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Nelle scorse settimane presso la Fiera Agricola di Verona all’interno dello stand istituzionale di Coldiretti è stato allestito un desk financial corner di Creditagri Italia, a carattere consulenziale e promozionale gestito interamente dalla rete di Creditagri con personale dedicato e con i propri Local Advisor.

Credit agri Italia è una Cooperativa di Garanzia al servizio di tutto il mondo agricolo e agro-industriale offre assistenza e consulenza tecnico finanziaria specifica nel settore agricolo con una struttura moderna dinamica e specializzata È un Consorzio fidi unico nel suo genere e costituisce il più articolato Ente di Garanzia fidi italiano operante nel mondo agricolo ed iscritto nell’Elenco Speciale ex art 107 del Testo Unico Bancario e soggetto alla vigilanza diretta di Banca d’Italia.

Nel corso della quattro giornate di Fiera Agricola sempre all’in-

terno dello stand Istituzionale di Coldiretti nell’area dedicata ai convegni si sono succeduti vari incontri organizzati da CreditAgri Italia volti alla presentazione dei partenariati bancari e degli elementi distintivi e qualificanti del progetto del Confidi con alcuni fra i più importanti gruppi bancari italiani.

Sono stati affrontati temi che hanno riguardato anche l’accesso al micro credito destinato ad una platea più allargata presente all’interno delle realtà aziendali, in più è stato presentato anche l’accordo che CreditAgri ha fatto con il Fondo di Garanzia del Medio Credito Centrale dove CreditAgri ha avuto l’esclusiva solo per il settore agricolo di avvalersi della controgaranzia di predetto fondo. Tale rilascio di controgaranzia è già operativo dal primo febbraio 2016 con quelle banche che hanno già sottoscritto l’accordo con CreditAgri.

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gennaio-febbraio 2016

sindacale

Finanziamenti in 10 giorni con il “silenzio assenso”: firmato il protocollo } È stato firmato nei giorni scorsi il protocollo d’intesa tra la Banca di Piacenza e Coldiretti per fornire risposte rapide alle richieste di credito presentate per conto degli imprenditori agricoli associati.

Il protocollo, fanno sapere da Coldiretti Piacenza, nasce dall’esigenza di snellire l’iter istruttorio per la concessione di anticipi, fidi, finanziamenti in generale sino ad un importo massimo di 100.000,00 euro.

In questa direzione va l’impegno dell’associazione di categoria a collaborare per favorire soluzioni semplificate nelle procedure d’istruttoria dei crediti. Allo stesso modo la Banca si impegna ad esaminare tassativamente entro 10 giorni lavo-

rativi dalla data di presentazione, tutte le pratiche di affidamento presentate per il tramite dell’associazione di categoria.

L’Iter procedurale prevede che Coldiretti presenti, tramite proprio incaricato all’Ufficio Crediti Speciali della Banca e alla filiale presso la quale si richiede il finanziamento, in forma elettronica tutta la documentazione necessaria per l’istruttoria.

La banca rilascia all’associazione ricevuta tramite email recante la data di presentazione della pratica impegnandosi a dare risposta al cliente entro 10 giorni lavorativi successivi ritenendo la pratica approvata col metodo del Silenzio Assenso.

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Credito: coldiretti, protocollo sostiene 20 mila nuove giovani imprese

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La possibilità di accesso al credito è determinante per il nuovo insediamento nell’ agricoltura italiana di almeno ventimila giovani reso possibile dall’approvazione da parte della Commissione Europea di tutti i Piani di sviluppo rurale presentati dall’Italia. È quanto afferma Coldiretti Piacenza in occasione della firma del protocollo d'intesa “Diamo credito all'agroalimentare italiano” tra il ministero delle Politiche Agricole e Forestali e Intesa San Paolo alla presenza del presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha stanziato 6 miliardi nei prossimi 3 anni per il settore che possono a loro volta generare 10 miliardi di investimenti e complessivamente 70mila nuovi posti di lavoro.

L’accordo si propone tra le altre cose, di facilitare l’utilizzo dei fondi comunitari previsti dai PSR (Piani di Sviluppo Rurale) per il periodo 2014-2020. “Questa si configura dunque, commenta Massimo Albano, direttore di Coldiretti Piacenza, come una risposta alla crescente domanda di agricoltura da parte dei gio-

vani ma anche un sostegno alla competitività poiché le aziende agricole condotte dai giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più.”

Gli interventi, fanno sapere da Coldiretti, non si limitano però solo ai giovani perché nei piani di sviluppo rurale approvati ci sono ingenti risorse destinate a investimenti in immobilizzazioni materiali e immateriali che contribuiranno al rilancio delle aziende agricole e forestali, favorendo un miglioramento delle prestazioni economiche, incoraggiando la ristrutturazione e l'ammodernamento delle aziende agricole nonché la diversificazione delle attività. Non mancano poi le misure per la sostenibilità delle produzioni e per il biologico, per l’agricoltura sociale fino alla consulenza aziendale e l’innovazione che possono sostenere la distintività ed i primati qualitativi e di sicurezza alimentare ed ambientale dell’agricoltura italiana.

Alimentazione

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le qualità nutrizionali dei prodotti del territorio

a cura della Dott.ssa Monica Maj

Le filiere piacentine GRANA PADANO

Il Grana Padano D.O.P. le cui caratteristiche e norme di tutela, sono definite dal D.P.R. 1269/1955 e successive modifiche, è un “formaggio semigrasso a pasta dura, cotta ed a lenta maturazione, prodotto con coagulo ad acidità di fermentazione, da latte di vacca la cui alimentazione base è costituita da foraggi verdi e conservati, proveniente da due mungiture giornaliere, riposato e parzialmente decremato per affioramento”. Il Grana Padano D.O.P. è prodotto da “latte di vacca la cui alimentazione base è costituita da foraggi verdi e conservati”. Il Consorzio inoltre ha predisposto un “Regolamento per la Produzione del latte destinato alla trasformazione in formaggio” e ne controlla l’applicazione presso gli allevamenti. La zona di produzione del Grana Padano, riconosciuta e tutelata dalla legge come area d’origine interessa in tutto 27 province e si estende lungo la Pianura Padana dal Piemonte al Veneto, toccando a nord-est la provincia di Trento e a sud alcune aree dell’Emilia Romagna.

Qualità nutrizionali Il Grana Padano è una fonte di proteine molto importante, apporta aminoacidi liberi e aminoacidi ramificati, provvedendo alla funzione plastica delle proteine. La quota lipidica del Grana Padano è di medio grado, sebbene demonizzati i grassi devono essere presenti nella dieta per l’apporto di vitamine liposolubili e antiossidanti. Importante la presenza di CLA (composti coniugati dell’acido linoleico) che riporta a studi sperimentali in cui questi composti hanno dimostrato azioni antineoplastiche e anti-aterosclerotiche, tuttavia non ancora confermate in studi alimentari umani. Ma ciò che caratterizza fortemente il Grana Padano è la particolare ricchezza in Calcio: anche limitandone la quantità per non eccedere nella quota lipidica, il Grana Padano apporta quote di Calcio comunque significative. Questo formaggio è poi una fonte importante di oligoelementi, la cui presenza è variabile essendo determinata dalla relativa concentrazione nel latte di partenza, che a sua volta deriva dal contenuto della dieta, foraggi in particolare.

Minore ma non trascurabile è il ruolo svolto dal Grana Padano nell’assicurare un’ adeguata ingestione di iodio, il livello medio di 42 μg/100 g di questo minerale permette di soddisfare grossomodo tra il 4 e il 14% dei fabbisogni teorici stimati.

Analoga percentuale di copertura dei fabbisogni si ha per il selenio, minerale particolarmente importante

per le sue proprietà antiossidanti. Infine, Grana Padano apporta buone quantità di vitamine, specie di B12 e delle liposolubili. Il suo contenuto in fattori probiotici (in particolare il Lactobacillus Helveticus) migliora la flora batterica intestinale e quindi previene le turbe dell’assorbimento intestinale.

Proteine

33 g

Grassi

28 g

Calcio

1165 mg

Calorie

392 kcal

Potassio

120 mg

Fonte tabelle di composizione INN 2016 - Grana Padano

LA RICETTA

Cestini di Grana Padano Ingredienti (4 cestini):

8 cucchiai rasi da tavola di GRANA PADANO GRATTUGIATO

PREPARAZIONE

Scaldate una padella antiaderente Quando sarà ben calda posizionate al centro due cucchiai da tavola di grana. Con il dorso del cucchiaio allargate il formaggio formando un disco grande. Lasciate cuocere per qualche minuto facendo attenzione a fondere e dorare il formaggio. Togliere la padella dal fuoco e lasciate raffreddare, aiutandovi con un coltello staccate il disco dalla padella senza romperlo. Appoggiatelo sul fondo di un bicchiere rovesciato in modo che crei la forma di un cestino. Ponete il tutto il frigorifero per 20 minuti e lasciate raffreddare ed ecco pronto il contenitore.

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Fabrizio Fichera direttore commerciale Pomì Italia

A scuola di etichettatura Coldiretti al Mattei per parlare di tracciabilità Sono oltre 60 gli alunni degli indirizzi economico e tecnico tecnologico dell’Istituto Tecnico Mattei di Fiorenzuola che sono andati “A scuola di etichettatura” per imparare a riconoscere e ad evitare i tarocchi del Made in Italy. In questa sfida, maestri d’eccezione il presidente di Coldiretti Piacenza Marco Crotti e Fabrizio Fichera direttore commerciale Pomì Italia. Crotti ha effettuato per i ragazzi un excursus del percorso intrapreso da Col-

diretti a partire dagli inizi del 2000 con le prime campagne di sensibilizzazione a favore di una sana alimentazione dando il via ad una vera e propria rivoluzione culturale in fatto di cibo. Dalla legge d’orientamento alle battaglie per l’etichettatura trasparente completa dell’indicazione dell’origine del prodotto necessaria per consentire l’acquisto consapevole sino ad arrivare all’esperienza di una realtà che ha fatto proprio della trasparenza dell’origine il suo valore aggiunto: il Consorzio Casalasco del Pomodoro (noto per il marchio Pomì) una delle più importanti realtà dell’Emilia Romagna nel settore della produzione e trasformazione di pomodoro.

“Abbiamo parlato ai ragazzi, afferma Marco Crotti, della valorizzazione dell’agricoltura come fonte di cibo e tradizioni ma anche come esempio di un mestiere che è stato in grado di reinventarsi, stando al passo con le necessità di un consumatore sempre più esigente che richiede un prodotto sicuro, certificato, tracciato e sostenibile.”

“Ancora una volta dunque agricoltura e cultura hanno camminato a braccetto, conclude il presidente, per un fine lodevole: trasmettere ai ragazzi un sano attaccamento al proprio territorio e a quello che di buono può offrire, alle tradizioni che lo accompagnano da sempre, rappresentate al meglio nel mondo rurale. Ci auguriamo che attraverso questi nostri interventi i giovani possano vedere questo mondo con occhi diversi e diventare consumatori attenti e consapevoli.”

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gennaio-febbraio 2016

iniziative Coldiretti

Educazione alla Campagna Amica: si ricomincia con “il cibo giusto” Ritorna Coldiretti Piacenza con Educazione alla Campagna Amica, il progetto di educazione alimentare che da 15 anni entra nelle scuole di Piacenza e provincia per portare ai ragazzi il valore di una sana e corretta alimentazione a partire dalla conoscenza dell’ agricoltura del territorio e dei suoi prodotti.

Ad inaugurare la 15° edizione sono stati i più piccoli della Scuola d’Infanzia Castello di Merlino con la lezione dedicata alla filiera del pomodoro, dalla produzione in campo con la semina e i metodi di irrigazione sino alla sua trasformazione.

“Quest’anno il progetto, spiega Cinzia Pastorelli, responsabile provinciale di Campagna Amica, si intitola, in linea con il tema dell’esposizione universale 2015 e l’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, “Il Cibo Giusto: dal campo alla tavola. Viaggio attraverso le relazioni, i saperi e i sapori della campagna.”

“Per un bambino, continua Pastorelli, tavola significa cucina. Ma tavola vuol dire anche mensa scolastica, specialità locali, tradizioni, trasformazione dei prodotti agricoli, convivialità, interazione e, oggi più che mai, integrazione sociale. Attraverso i percorsi multidisciplinari presenti nel progetto, i bambini possono riscoprire il rapporto tra citta e campagna, recuperare conoscenze e tradizioni del territorio e riqualificare la valenza socio culturale dell’aggregazione attorno alla tavola attraverso l’adozione di comportamenti responsabili nelle scelte alimentari e rispettosi dell’ambiente.”

Le lezioni proseguiranno sino a marzo e porteranno dunque nelle scuole di ogni ordine e grado non solo le diverse filiere come pomodoro, grano, legno, latte, miele, vino ma anche un percorso dedicato alla produzione biologica, uno dedicato alla merenda e alle eccellenze enogastronomiche del nostro territorio ed infine quello dedicato alla preziosa risorsa acqua in collaborazione con il Consorzio di Bonifica di Piacenza. I bambini saranno coinvolti con temi come la stagionalità dei prodotti, i contenuti nutrizionali, la riduzione degli sprechi e la biodiversità animale e vegetale.

Educazione alla Campagna Amica è un percorso che negli anni ha incontrato diversi autorevoli partner e che a ogni edizione confermano la fiducia testimoniando la portata che questo ha assunto. Stiamo parlando di soggetti come la Fondazione Campagna Amica, l’Ufficio Scolastico Regionale, la Prefettura di Piacenza, la Provincia di Piacenza, il Comune di Piacenza, la Camera di Commercio, la Banca di Piacenza, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, il polo territoriale di Piacenza del Politecnico di Milano, il Consorzio Grana Padano, il Consorzio Agrario Terrepadane ed il Consorzio di Bonifica, Cio, l’Associazione Apicoltori, l’Azienda USL di Piacenza con i reparti di Cardiologia e di Pediatria e Neonatologia, l’Ordine dei Medici Chirurgi e Odontoiatri di Piacenza, l’Associazione Il Cuore di Piacenza e l’Associazione Autonoma Diabetici Piacentini, le Associazioni del Dono (AIDO, ADMO e AVIS) e l’Associazione Panificatori di Piacenza.

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Campagna Amica No Food: Padana Impianti è prima a Piacenza Stipulate convenzioni per le aziende di Campagna Amica e gli agriturismi Terranostra È entrata a far parte delle aziende Campagna Amica No Food la piacentina Padana Impianti specializzata in attrezzature per la ristorazione professionale e la lavorazione degli alimenti. Padana Impianti si è avvicinata al mondo Campagna Amica tramite una convenzione stipulata con Terranostra Piacenza, che permette ad agriturismi e fattorie di Campagna Amica la possibilità di usufruire di scontistiche riservate del 45% sul prezzo di listino per tutte le attrezzature per la ristorazione come forni professionali di ultima generazione, macchine per la conservazione dei cibi in sottovuoto, abbattitori ma anche attrezzature per la lavorazione di frutta e verdura.

In questo modo le aziende potranno gestire al meglio i raccolti in modo da poterne usufruire anche nei periodi invernali e migliorare dunque anche la gestione dello stoccaggio. Oltre alla scontistica Padana Impianti offrirà alle aziende la consulenza pre vendita (sopralluoghi, progettazione e preventivi ad hoc) ed infine la possibilità di partecipare a corsi di formazione al fine di apprendere tecniche e trucchi per usare al meglio le attrezzature professionali. La Padana Impianti opera dal 1992 nel settore dei grandi impianti per la ristorazione, è rivenditore ufficiale Zanussi e specializzata nella vendita, nell’installazione e assistenza post-vendita di cucine professionali, impianti di refrigerazione, per ristoranti, enti e comunità, arredi e attrezzature per negozi e laboratori. L’azienda si distingue per un approccio al settore giovane e fresco; dispone di una squadra dinamica e motivata, alla continua ricerca di soluzioni e proposte volte alla soddisfazione del cliente, cu-

cine dimostrative attrezzate con una gamma di impianti tecnologici all’avanguardia nel design e nelle prestazioni.

Il valore aggiunto di Padana Impianti che la rende un soggetto perfetto per l’accreditamento a Campagna Amica No Food è l’attenzione al cliente in particolare modo nelle fasi di assistenza post vendita. La volontà dell’azienda è quella infatti di mostrarsi presente sul territorio, al fine di garantire la giusta consulenza per sfruttare al meglio le potenzialità delle attrezzature in modo da poter migliorare il servizio e renderlo il più efficiente possibile.

Ma cosa è esattamente un’azienda Campagna Amica No Food? Le aziende Campagna Amica No Food, sono aziende non agroalimentari che si impegnano a rispettare i principi del marchio Campagna Amica e decidono di accreditarsi alla prima rete nazionale ed europea di vendita diretta che in Italia conta oltre 7.000 punti dove è possibile trovare i prodotti degli agricoltori, tutti rigorosamente italiani e di origine certificata. A Piacenza questa rete conta 100 punti vendita, 300 mercati annuali e oltre 30 agriturismi.

Cosa spinge un’azienda a compiere questo passo? Innanzitutto in questo modo è possibile sostenere la rete partecipando e contribuendo in modo concreto alla sue attività. Le aziende Campagna Amica no food si distinguono per la forte tradizione nella produzione e distribuzione manifatturiera italiana, filiera italiana, in relazione a progettazione e realizzazione del prodotto o servizio, innovazione produttiva con metodi garanti dell’ambiente e attenzione al consumatore.

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gennaio-febbraio 2016

iniziative Coldiretti

Il mercato contadino di Piacenza si trasferisce in Piazza Duomo Nella foto: Mercato di Campagna Amica in Piazza Duomo

Consumi: borsa antispreco negli agriturismi Emilia Romagna

Coldiretti: bene Buscarini su stagionalità dei prodotti al mercato Pastorelli: “le aziende di Campagna Amica ci mettono la faccia” Sarà Piazza Duomo la sede del mercato contadino che si svolge da anni il lunedì ed il venerdì nel centro storico di Piacenza. Ad annunciarlo è Coldiretti Piacenza nello spiegare che dopo un periodo di prova iniziato per esigenze dell’amministrazione durante i mesi dell’Expo, le aziende che animano l’appuntamento con il km zero del lunedì si trasferiranno dai portici di Palazzo Gotico in Piazza Cavalli a Piazza Duomo come già avviene per l’appuntamento del venerdì.

“Apprezziamo la disponibilità dell’assessore Giorgia Buscarini, afferma Cinzia Pastorelli, responsabile provinciale di Campagna Amica, che ha accolto le nostre richieste per il trasferimento e che ha contestualmente dimostrato una grande sensibilità nei confronti dei temi della stagionalità e dell’origine del prodotto.” “È infatti proprio dall’attenzione a questi temi, prosegue la Pastorelli, unita alla volontà di realizzare una filiera corta che possa valorizzare il lavoro dei produttori agricoli che è nata la rete di Coldiretti con i produttori di Campagna Amica che costituiscono un vero e proprio filo diretto con il consumatore, trasparente sulla provenienza dei prodotti e garantito dagli imprenditori agricoli che “ci mettono la faccia”, impegnandosi a rispettare il regolamento del marchio e che si sottopongono ai controlli per garantire l’origine italiana e agricola dei prodotti in vendita.”

Aiutare i consumatori nella lotta allo spreco alimentare. È questo l’obiettivo di Coldiretti Emilia Romagna che ha realizzato una “borsa antispreco” che verrà messa a disposizione negli agriturismi di Terranostra e nei ristoranti di Campagna Amica dell’Emilia Romagna per consentire ai clienti di portare a casa gli avanzi del pasto. Si tratta – spiega Coldiretti Emilia Romagna – della classica doggy bag, in versione agrituristica, la cui disponibilità negli agriturismi di Terranostra e nei ristoranti di “Campagna Amica nel piatto” dell’Emilia Romagna verrà segnalata all’ingresso del locale, quindi già prima del pasto, da una apposita vetrofania con la scritta “Il cibo giusto… troppo buono per essere sprecato”. In questo modo – commenta Coldiretti – verranno incentivati anche coloro che ritengono sia da maleducati o si vergognano a chiedere la borsa antispreco al termine del pranzo o della cena fuori casa.

L’iniziativa è stata presentata durante l’attività di formazione degli imprenditori agrituristici promossa da Campagna Amica e Terranostra Emilia Romagna in collaborazione con Angelo Po Grandi Cucine e Creditagri Italia e in cui sono state illustrate tecniche di cottura e conservazione per produrre meglio e cucinare senza sprechi.

I prodotti alimentari che finiscono nei bidoni, secondo stime di Coldiretti regionale, in Emilia Romagna si aggirano attorno ai 350 milioni di chilogrammi per un valore vicino ad un miliardo di euro. L’impegno di Coldiretti a ridurre gli sprechi parte dai consumi fuori casa per arrivare al vademecum del consumatore nella vita di tutti i giorni, con indicazioni per leggere attentamente la scadenza sulle etichette, verificare quotidianamente il frigorifero dove i cibi vanno correttamente posizionati, effettuare acquisti ridotti e ripetuti nel tempo, privilegiare confezioni adeguate, scegliere frutta e verdura con il giusto grado di maturazione, preferire la spesa a km 0 che garantisce una maggiore freschezza e durata, riscoprire le ricette degli avanzi, dalle marmellate di frutta alle polpette fino al pane grattugiato.

Quello della riduzione dello spreco alimentare sta diventando un obiettivo condiviso in molti Paesi, a partire dalla “Carta di Milano” in occasione di Expo. Il taglio degli sprechi è stato posto tra gli obiettivi del semestre di presidenza olandese dell’Unione Europea sotto il pressing di diversi Paesi europei. Se in Italia con il progetto Sprecozero del Governo ci si è posti l`obiettivo di recuperare 1 milione di tonnellate di cibo nel 2016, il Parlamento francese ha approvato definitivamente lo scorso 3 febbraio una serie di misure contro lo spreco di cibo.

I supermercati con una superficie superiore ai 400 metri quadrati - spiega Coldiretti - sono obbligati a donare il cibo invenduto a organizzazioni caritatevoli con l’introduzione di multe fino a 75mila euro, ma anche con la detenzione. La normativa prevede una gerarchia di azioni da mettere in campo per evitare lo spreco, dalla prevenzione con campagne educative nelle scuole fino al consumo umano, dall’utilizzo a fini energetici a quello per gli animali. Il provvedimento è stato approvato dopo che con il nuovo anno è scattato l’obbligo per i grandi ristoranti francesi di rendere disponibile a fine pasto ai loro clienti la doggy bag.

Porte Aperte Terrepadane nel nuovo Grande Showroom di Piacenza Al taglio del nastro il Sottosegretario all'Economia Paola De Micheli, il Prefetto Anna Palombi, il Presidente New Holland International Carlo Lambro e molti altre personalità di spicco.

Il 16 e il 17 gennaio 2016 si è tenuto il tradizionale Porte Aperte del Consorzio Agrario Terrepadane con afflusso di visitatori superiore ad ogni attesa. L’esposizione macchine e attrezzature, tra nuovi e usati, è stata a detta di tutti degna di un polo fieristico e, cosa che ha attratto agricoltori da ogni angolo della provincia, sono state proposte promozioni per tutti i gusti e tutti i budget.

I mezzi e le novità tecnologiche presentate nei due giorni dell’evento Terrepadane in molti casi erano una novità assoluta per

l’Italia, sono state infatti riproposte molte delle anteprime esposte alla fiera di Hannover, in particolare i nuovi modelli New Holland, Case, Kuhn, le maggiori novità sulla guida satellitare, oltre a cavalli di battaglia del Consorzio Terrepadane come i nuovi sistemi di irrigazione a goccia e subirrigazione. Ciò che però maggiormente ha contraddistinto questa dalle precedenti edizioni, più che i prodotti, i servizi o le nuove tecnologie proposte, è il teatro nel quale tutto si è svolto. “Quest’anno l’importanza del nostro Porte Aperte rad-

doppia, infatti abbiamo voluto farlo coincidere con l’inaugurazione del nuovo Showroom” ha detto Dante Pattini, Direttore Generale del Consorzio Agrario Terrepadane “la prima esposizione di macchine agricole e attrezzature permanente in Italia di oltre 4000 mq coperti, uffici commerciali interni dedicati, nonché circa 6000 mq di area esterna recintata, per l’esposizione e la prova”.

“Non si tratta solo di avere una grande esposizione, ciò che ha spinto Terrepadane nelle decisioni sul nuovo showroom è ben altro” ha sottolineato Pericle Mazzari, Responsabile e Coordinatore del progetto “il nostro non è solo un cambio di sede, ma un cambio di prospettiva. Nel settore delle macchine agricole è consuetudine affidarsi completamente al proprio venditore, l’acquisto di una macchina agricola nuova il più delle volte avviene senza aver né visto né provato il modello, questo è anche uno dei principali

motivi per cui chi fa il nostro mestiere sa che non basta ‘saper vendere’ per conquistare la fiducia di un acquirente, occorre avere una preparazione tale che ci consenta di interpretare pienamente i bisogni dell’agricoltore e una conoscenza tecnica approfondita e aggiornata di tutti i mezzi che si propongono. Affiancando al know how del venditore anche la possibilità di toccare con mano quanto viene proposto a chi è interessato all’acquisto non può che derivarne un vantaggio per entrambe le parti. Si va in questo modo a rinforzare quel fondamentale rapporto di fiducia che noi per primi auspichiamo sia la vera spinta che muove le scelte del nostro cliente”.

Il nuovo spazio espositivo Terrepadane Macchine di Piacenza è in via Pennazzi 22 ed è aperto nei giorni feriali dalle 8,30 alle 12,30 e dalle 13,30 alle 17.30, il sabato apre su appuntamento.

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36 a cura di Attilio Barbieri www.italiainprimapagina.it

Cari pastai, difendere il grano italiano non è una battaglia ideologica. È un diritto Cari pastai, sbagliate. Difendere la possibilità di mangiare pasta italiana fatta con grano italiano non è una battaglia ideologica. È un diritto. Da consumatore mi aspetto di capire cosa finisce sulla mia tavola. Si tratti di pane, pasta, riso, carne, salumi, condimenti, verdura o frutta. E sono in buona compagnia. Dalla consultazione pubblica promossa lo scorso anno dal Ministero delle Politiche Agricole (ecco i grafici riassuntivi che ho pubblicato all’epoca), è emerso chiaramente che il l’80% degli italiani si aspetta di sapere con quale materia prima sono fatti gli spaghetti destinati a finire sulla propria tavola. E gli scandali che hanno travolto negli ultimi mesi l’olio e il pomodoro sono la conferma che la richiesta di trasparenza è sensatissima oltre che giustificata.

Ricevo dall’associazione dei pastai italiani, un comunicato con un titolo che è tutto un programma. «Sit-in Coldiretti, Aidepi: no a battaglie ideologiche sull’origine del grano. Le materie prime utilizzate per produrre la pasta sono sicure e tracciate».

Leggo nella nota: Sorprende che si insinuino dubbi sulla qualità e sulla tracciabilità del grano in arrivo al porto di Bari per sostenere battaglie ideologiche sull’indicazione in etichetta dell’origine delle materie prime, mettendo in dubbio in un sol colpo il sistema di controllo europeo e nazionale sulle merci importate, la trasparenza delle aziende pastaie italiane che operano anche da centinaia di anni sul territorio e la qualità della pasta che ogni giorno portiamo sulle tavole di tutto il mondo.

Sull’efficienza del sistema dei controlli i pastai devono concedere che qualche dubbio possa anche venire dopo i maxi sequestri in serie che soltanto negli ultimi tre mesi hanno portato alla scoperta in Puglia, di quasi 10mila tonnellate di falso olio extravergine italiano pronto per essere immesso sul mercato di consumo. Ma quanto extravergine tarocco è già finito nei nostri carrelli? Il sospetto è fondato e i produttori si rassegnino ad avere a che fare con consumatori diffidenti.

Secondo la Coldiretti pugliese che ha organizzato una manifestazione al porto di Bari, da luglio 2015 a gennaio di quest’anno sono arrivate sulle banchine dello scalo meridionale quasi 900mila tonnellate di grano d’importazione, proveniente fra l’altro da Canada, Turchia, Argentina e Marocco. Un quantitativo tale da far crollare i prezzi del frumento locale, calati del 25% nel giro di poche settimane. L’Aidepi contesta questa denuncia: Si insiste spesso nel voler dimenticare che la produzione di grano italiano non è sufficiente a soddisfare i volumi di pasta prodotti in Italia o i requisiti qualitativi richiesti per produrre la pasta, essendo noto che dobbiamo approvvigionarci all’estero nella misura del 30% – 40% a seconda delle annate. Non è infatti l’origine del grano a determinare la qualità del prodotto o il successo di un’azienda, ma il saper fare dell’azienda stessa. L’importazione di grano ha infatti una radice storica: per ottenere un prodotto di qualità, fin dalla seconda metà dell’800 utilizzavamo i migliori grani del mondo e miscelavamo semole diverse. Come il Taganrog che prende il nome dal porto del Mar Nero in cui veniva imbarcato.

In realtà se c’è una posizione ideologica è proprio quella dei pastai. Perché impe-

dire ai consumatori di capire con quale materia prima sono prodotti spaghetti, penne e tortiglioni? E per qual motivo gli agricoltori pugliesi e italiani in genere dovrebbero rinunciare a tutelare le loro produzioni? Chi coltiva il frumento ha il diritto di chiedere che venga valorizzato il prodotto italiano. Se dovessimo abbandonare la difesa di quel che rimane del nostro settore primario, avremmo sulla coscienza milioni di famiglie, private di ogni reddito. Le società moderne sono il frutto del bilanciamento di interessi diversi e spesso contrapposti. Impedire a una categoria di difenderli è, questa sì, una posizione ideologica.

Da consumatore, poi, m’incazzo quando qualcuno viene a dirmi cosa devo sapere – e cosa al contrario è meglio che ignori – sui cibi che metto ogni giorno sulla mia tavola. C’è già l’Unione europea che con quella bischerata dell’origine non preferenziale favorisce la falsificazione sistematica del made in Italy. Dalle industrie italiane mi aspetto il massimo della trasparenza possibile. Proprio a cominciare dall’origine delle materie prime impiegate nella preparazione degli alimenti. Loro comincino a scriverla sull’etichetta. Poi decido io cosa acquistare.

Il problema che affligge le nostre eccellenze alimentari sta proprio qui: la difficoltà di valorizzarle sottolineandone l’unicità. Ma se i consumatori non possono distinguere i cibi 100% italiani, come fanno a sceglierli? E di riflesso: come pensate, cari pastai, che le quotazioni delle materie prime nazionali non precipitino, allineandosi a quelle degli ingredienti d’importazione, spesso provenienti da Paesi dove i costi sono bassi in virtù di imponenti fenomeni di sfruttamento della manodopera? Più che di distorsione della concorrenza parlerei di dumping sociale: si importano prodotti agricoli le cui quotazioni si trovano al di sotto dei nostri costi di produzione.

I coltivatori che manifestano al porto di Bari difendono il loro diritto di esistere come categoria produttiva! O si pretende che falliscano in silenzio?

Ma forse è proprio così. In un Paese in cui chi non urla e non protesta ha torto a prescindere, i cerealicoltori come gli allevatori dovrebbero coltivare la virtù del silenzio. Soccombere senza aprir bocca. Muti. Mentre ai consumatori si pretende di imporre cosa debbano chiedere e cosa non chiedere. Cosa hanno diritto di conoscere e cosa no. Cosa possono aspettarsi di trovare sull’etichetta e cosa è meglio che non sappiano. Certo il caso dell’olio di palma ha fatto scattare più di un campanello d’allarme. Da quando (dicembre 2014) è obbligatorio dichiararne la presenza nelle preparazioni alimentari, molti consumatori hanno smesso di acquistare i prodotti che lo contengono. E alcuni produttori, a cominciare da Barilla, cominciano a proporsi sul mercato con dolci privi dell’olio tropicale. I pastai probabilmente temono che possa succedere lo stesso con il grano d’importazione.

Possibile. Ma proprio il gruppo di Parma che con Paolo Barilla guida l’Aidepi, ha dimostrato che anche le grandi marche possono realizzare la pasta 100% italiana. È il caso della Voiello, marchio di proprietà dei pastai emiliani, che utilizza soltanto farina ottenuta dal grano aureo, una varietà coltivata in Sicilia grazie a un accordo di filiera sottoscritto da Barilla con gli agricoltori dell’Isola.

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Contro la siccità un’agricoltura programmata

Per non perdersi in un bicchiere d’acqua...

L’acqua per l’agricoltura è fattore di produzione indispensabile e risorsa primaria per i delicati equilibri ambientali del nostro territorio.

Il ruolo del Consorzio di Bonifica La siccità di questo periodo potrebbe mettere in crisi l’economia agro-alimentare della nostra provincia, non avendo forse le riserve d’acqua fornite dagli invasi di Mignano e Molato, oggi ai minimi storici, ma che in passato hanno fornito in media 5.500 e 3.500 mc. d’acqua.

Una agricoltura responsabile è chiamata a sviluppare nuove strategie e moderne tecnologie a sostegno delle aziende.

Sostenibilità delle produzioni

Colture altamente idroesigenti come quelle tipiche di pomodoro e mais necessitano di acqua più di altre.

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ARTicolo casalAsco

Paolo Voltini interviene alla presentazione del nuovo progetto Syngenta che coniuga produttività e biodiversità Paolo Voltini, Presidente del Consorzio Casalasco del Pomodoro, fra gli ospiti alla presentazione del progetto di gestione multifunzionale del territorio di Syngenta che si è svolta ieri a Roma.

Il Presidente ha presenziato all'evento ricordando la collaborazione fra il Casalasco e Syngenta annunciata nel 2015 e avviata per potenziare le azioni del Consorzio per un'agricoltura responsabile e una piena sostenibilità della produzione.

La convergenza fattiva tra gli obiettivi di produttività dell’agricoltura moderna e l’interesse alla salvaguardia della biodiversità è stata al centro dell’incontro “Un’agricoltura produttiva e un ambiente vivo e ricco in termini di biodiversità possono convivere”, svoltosi oggi presso la Sala degli Atti Parlamentari della Biblioteca del Senato della Repubblica “Giovanni Spadolini”. Promosso dalla XIIIª Commissione Territorio, Ambiente e Beni Ambientali del Senato in collaborazione con Syngenta, una delle principali aziende che si occupa di agricoltura a livello mondiale, l’incontro è stato l’occasione per fare il punto sui progressi nel campo delle pratiche agricole virtuose, volte a favorire la convivenza tra le esigenze di un’agricoltura impegnata a rendere disponibili quantità sempre maggiori di cibo sano e di qualità e il rispetto dell’ambiente. L’incontro si è aperto con il saluto del Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, che nel suo intervento ha tenuto a sottolineare l’impegno del Governo sul tema del rapporto tra produzione agricola e sostenibilità ambientale, proprio come sottoscritto ad Expo 2015 nella “Carta di Milano”, al fine di promuovere un equo accesso al cibo e garantire la sicurezza alimentare globale.

Come è stato messo in risalto dal Senatore Giuseppe Francesco Marinello, Presidente della Commissione Ambiente del Senato, l’evento è stato voluto per acquisire informazioni e stimolare il dibattito su una tematica d’interesse pubblico. “Il successo di EXPO 2015 e l’attenzione suscitata dalla ventunesima conferenza di Parigi sul clima testimoniano come da parte dell’opinione pubblica vi sia una forte richiesta di coinvolgimento nelle problematiche ambientali e di rassicurazioni sulla capacità del comparto agricolo di rispondere alla crescente domanda di cibo con modalità che siano sostenibili per il pianeta” - ha affermato il Senatore Marinello introducendo i lavori. “Per questo, è nell’interesse di tutti conoscere le soluzioni messe in campo dal settore agro-industriale per bilanciare l’ottimale utilizzo delle superfici coltivabili con l’equilibrio degli ecosistemi e la salvaguardia della biodiversità.” L’incontro si è focalizzato in particolare sull’esame di esempi concreti come l’esperienza acquisita da Syngenta con Operation Pollinator, il progetto di gestione multifunzionale del territorio che consiste nel seminare aree poco produttive o marginali delle aziende agricole,

quali i bordi campo, con delle essenze ricche in nettare e polline che incrementino la popolazione degli insetti impollinatori, fondamentali per più dell’80% delle colture. In particolare, grazie anche alla presenza al tavolo dei relatori dei professori Alberto Alma e Aldo Ferrero dell’Università degli Studi di Torino, sono stati approfonditi gli aspetti tecnici e scientifici di questo progetto. Operation Pollinator nasce dal presupposto che gli insetti impollinatori svolgono un ruolo cruciale per l’equilibrio di molti habitat naturali e per la produttività della maggior parte delle colture alimentari. Oltre l’80% delle coltivazioni europee, infatti, dipende dalla presenza di questi insetti per l’impollinazione. Sin dagli anni ’80, tuttavia, si sono manifestati segnali di progressivo declino nelle popolazioni degli insetti pronubi, in primo luogo a causa della scomparsa dei loro habitat naturali. “Operation Pollinator è un’applicazione concreta del nostro impegno a innovare, sperimentando e diffondendo pratiche agricole che contemperino produttività delle colture, sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale” - ha dichiarato Luigi Radaelli, Amministratore Delegato di Syngenta Italia. ”Da sempre, la nostra missione è quella di sviluppare pienamente il potenziale delle piante, ma in ogni passo avanti che facciamo in questa direzione non dimentichiamo mai una realtà basilare: l’agricoltura non può prescindere dalle risorse naturali. Trovare le soluzioni migliori per una convivenza tra produttività e conservazione di un ambiente vivo e ricco di biodiversità è un imperativo nell’interesse di tutti, ed è anche parte integrante degli impegni a salvaguardare il futuro del pianeta e il diritto al cibo delle generazioni future che abbiamo anche sottoscritto firmando la Carta di Milano a EXPO 2015.”

Ad oggi, il progetto Operation Pollinator è attivo in 14 Paesi europei con più di 3.000 aziende agricole coinvolte. In Italia è presente in 14 regioni e comprende più di 100 aree dimostrative. In alcune regioni, inoltre, il progetto si inserisce nell’ambito di misure agroambientali che sono finanziate dal Piano di Sviluppo Rurale. “Il nostro obiettivo, sottoscritto nel piano The Good Growth Plan-Gli impegni concreti per il futuro dell’agricoltura, – ha concluso Radaelli – è di arricchire la biodiversità di 100.000 ettari di terreni agricoli in Italia e di 1milione in Europa entro il 2020 attraverso la gestione multifunzionale del territorio. Inoltre, continueremo a presentare Operation Pollinator come strumento pratico per i Piani di Sviluppo Rurale e come misura che soddisfa i requisiti del greening, la componente “ecologica” obbligatoria inserita nella nuova Politica Agricola Comune (PAC) dell’Unione europea”.

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Il gruppo di lavoro Horta

Agli “Organic Innovation days" di Bruxelles Premiato uno spin off della Cattolica di Piacenza Ancora un riconoscimento internazionale per uno spin off della Cattolica di Piacenza. Questa volta il merito va ad Horta srl, nato dalla facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali della Cattolica, che ha vinto il primo premio del concorso, bandito dalla Piattaforma Europea per il Biologico-TPOrganics, per le tecnologie innovative nella gestione delle avversità in agricoltura biologica con il progetto vite.net® “Abbiamo proposto al concorso europeo bandito da TPOrganics il sistema di supporto alle decisioni per la viticultura sostenibile, vite. net®, sviluppato da Horta srl, spin off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, e già utilizzato con successo da più di 130 aziende viticole e consulenti pubblici e privati del settore in tutta Italia” ci racconta la Dott.ssa Sara Elisabetta Legler, Dottore Agrisystem e oggi responsabile ricerca e sviluppo nel settore viticolo presso Horta. Vite.net è usato anche da Res Uve, a Castell’Arquato, un’azienda dimostrativa per l’innovazione e la sostenibilità in viticoltura, a servizio del territorio piacentino.

“Si tratta di un servizio di web assistance che comprende un sistema integrato di monitoraggio in tempo reale delle componenti del vigneto (aria, suolo, piante, malattie e insetti) e un applicativo disponibile online che, analizzando questi dati con tecniche di modellistica avanzata, fornisce immediatamente allarmi e informazioni per supportare il processo decisionale di chi gestisce il vigneto”. In

pratica con vite.net l’agricoltore non è più solo nel decidere se e quanto trattare o meno le coltivazioni con determinati pesticidi e in quali quantità, dato che può avvalersi di uno strumento avanzato, che favorisce raccolti più efficienti e una maggiore sostenibilità ambientale. vite.net® è stato selezionato tra circa 30 altre proposte innovative provenienti da tutta Europa “perché è uno strumento che rende facilmente fruibili agli utilizzatori finali risultati scientifici complessi” sottolinea la dott.ssa Legler.

Misurabili anche i vantaggi economici portati da vite.net “l’applicazione di questo sistema permette di ottimizzare la produzione viticola in termini di qualità e sanità, come pure di ridurre i costi per la difesa delle colture applicando i prodotti fitosanitari nei momenti più opportuni e alle giuste dosi (è stato calcolato un risparmio medio di 200-300€/ha). Infine, l’innovazione ha ottenuto il miglior punteggio in quanto è trasferibile anche su altre colture: Horta infatti ha sviluppato sistemi di supporto alle decisioni con la stessa struttura anche per altre colture, tra cui grano duro e tenero, orzo, soia, olivo e pomodoro.

HORTA, è uno Spin off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, La sua mission è quella di fornire servizi altamente qualificati nel campo delle produzioni vegetali al fine di aumentare la competitività delle imprese agricole e agroalimentari.

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luglio-agosto 2015

eventi dal mondo agricolo

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Condifesa Piacenza Al lavoro per la campagna assicurativa 2016 Viste le prospettive climatiche del 2016, mai come quest’anno si può dire che assicurarsi convenga. E converrà soprattutto agli agricoltori che finora non l’hanno fatto, visto che il Piano assicurativo 2016, prevede agevolazioni contributive per i nuovi assicurati per i primi tre anni di adesione al sistema. “Accogliamo positivamente, afferma Gianmaria Sfolcini, presidente del Condifesa di Piacenza, l’introduzione all’interno del nuovo piano assicurativo delle facilitazioni previste per i nuovi assicurati; abbiamo da sempre necessità di aumentare la platea di agricoltori che assicurano, in primis per mettere al sicuro più aziende dalle calamità naturali che ogni anno si presentano sui nostri territori e inoltre la distribuzione maggiore del rischio porta ad avere tariffe più basse per tutti.”

Ma le novità introdotte dal Piano non si fermano qui: dall’ampliamento delle colture assicurabili, con l’inserimento di piante di recente

introduzione in Italia, all’estensione per gli allevamenti avicoli della possibilità di assicurarsi per le epizoozie fino alla copertura delle serre per la fungicoltura fra le strutture aziendali. Il Piano ricalca in buona parte quello dello scorso anno e fa riferimento agli obiettivi fissati dal Programma di sviluppo rurale che per il periodo 2014-2020 riserva al settore un budget di circa 1,7 miliardi e che è stato approvato dalla Commissione europea il 20 novembre scorso.

Il Piano ripropone al sistema assicurativo agricolo – una platea di circa 85mila agricoltori, per lo più aderenti a 65 Consorzi di Difesa sul territorio nazionale, per un valore assicurato di 8 miliardi – la possibilità di sottoscrivere polizze agevolate per le colture contro tre tipologie di avversità: catastrofali, di frequenza e accessorie (tra queste ultime ci sarà la new entry «sbalzi termici»). Ancora, polizze a tutela delle strutture aziendali, contro malattie in campo zootec-

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gennaio-febbraio 2016

nico, compresi i danni per l’abbattimento forzoso degli animali ed il tutto con contributi massimi sui premi assicurativi fino al 65% della spesa ammessa. Tra le novità del Piano 2016, la proroga dal 31 marzo al 20 aprile del termine per la sottoscrizione delle polizze per le colture a ciclo autunno primaverile e permanenti come il grano mentre restano invariate le scadenze al 31 maggio per le colture a ciclo primaverile come mais, cocomeri, meloni, canapa e sorgo, al 15 luglio per le colture a ciclo estivo, di secondo raccolto e trapiantate come pomodoro ed al 31 ottobre per le colture a ciclo autunno invernale come scalogno e cipolle. Il testo del Piano 2016 approvato alla Stato-Regioni, in ogni caso, non è da considerare definitivo, la rete dei consorzi di difesa è al lavoro per snellire i procedimenti ed affinare le normative al fine di permettere a tutti i soci di usufruire dei contributi messi a disposizione dalla comunità europea.

“Stiamo lavorando insieme ai CAA, aggiunge Stefano Cavanna, direttore del Condifesa di Piacenza, per mettere a sistema tutte le nuove procedure necessarie all’ottenimento del contributo. Dato che il nuovo sistema è gestito con bando nazionale i Condifesa si occuperanno di segnalare e risolvere, insieme al ministero, tutte le problematiche inerenti alle nostre colture specifiche, come pomodoro, zootecnia, ce-

tecnico

reali ed uva. L’invito che rivolgo ai nostri soci è quello di dare priorità sin da subito alla sistemazione del proprio assetto aziendale presso i CAA di riferimento, in particolare per quanto riguarda il rinnovo dei titoli di conduzione. In questo modo le aziende avranno le carte in regola per affrontare la novità principale dell’annata assicurativa 2016 che sarà il PAI (piano assicurativo individuale). La redazione di quest’ultimo, necessario alla stipula dei certificati, sarà di fondamentale importanza poiché permetterà all’agricoltore di tenere monitorata la sua storia assicurativa degli ultimi 5 anni.”

“I nostri uffici insieme alle associazioni regionali e nazionali, conclude poi il presidente Sfolcini, stanno facendo un intenso lavoro presso il Ministero per affinare tutte quelle procedure necessarie all’ottenimento del contributo. Il sistema dei Condifesa ha un ruolo fondamentale non solo nella tutela dei soci ma oggi più che mai in termini di informazione nei confronti di coloro che ancora non conoscono lo strumento assicurativo contro le avversità atmosferiche e i relativi incentivi previsti dalla comunità europea per mezzo dei quali si riesce a tutelare il loro reddito. Ricordiamo a tutti gli agricoltori interessati che possono avere tutte le informazioni necessarie contattando gli uffici del Condifesa Piacenza.”

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Macchine agricole: fondi per innovazione e sicurezza Altre buone notizie dalla legge di stabilità del 2016, la finanziaria più green di sempre con la quale si mette il settore agricolo al centro della ripresa economica del paese.

Così Emanuele Gonsalvi, responsabile fiscale di Coldiretti Piacenza, commenta lo stanziamento di un fondo di 45 milioni di euro per il 2016 e di 35 milioni annui a decorrere dal 2017 per finanziare gli investimenti per l’acquisto o il noleggio con patto di acquisto di trattori o di macchine agricole.

“Il fondo, continua Gonsalvi, al quale potranno accedere le micro e le piccole imprese operanti nel settore agricolo, verrà istituito tramite bandi annuali presso l’Inail e mira a efficientare il settore sia dal punto di vista della sicurezza sul lavoro ma anche sotto il profilo ambientale con minori emissioni. Ricordiamo inoltre che, sempre dalla stabilità, la misura sui super-ammortamenti potrà interessare anche le attività agricole connesse come agriturismi e contoterzisti, per i quali gli investimenti in nuovi beni strumentali effettuati a partire dal 1 ottobre 2015 fino alla fine del 2016, potranno essere dedotti al 140% e non al 100%.”

“Rimanendo invece in tema di sicurezza sul lavoro, aggiunge Camillo Tiramani, responsabile di Coldiretti Piacenza, ricordiamo che chiunque utilizza trattori agricoli e forestali deve, a partire dall’inizio del 2016, essere in possesso

di un titolo di abilitazione specifico anche in relazione ai rischi che possono essere causati ad altre persone .”

I lavoratori del settore agricolo che alla data del 31 dicembre 2015 non erano addetti alla conduzione del trattore agricolo o forestale devono effettuare il corso prima dell’utilizzo mentre coloro che a quella data erano già addetti alla conduzione ma non avevano esperienza documentata o svolto il corso dovranno effettuare lo stesso entro il 31 dicembre del 2017. Entrambi i soggetti dovranno poi seguire un corso di aggiornamento della durata di 4 ore entro 5 anni dall’avvenuta formazione. Per quanto concerne l’esperienza, che va certificata attraverso una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, si intende un utilizzo per almeno 2 anni in un periodo non antecedente a 10 anni dall’entrata in vigore.

Coloro che hanno una pregressa formazione equiparabile a quella prevista dall’accordo stato regioni del 22 febbraio 2012 dovranno effettuare il corso di aggiornamento entro la fine del 2020 mentre coloro che hanno una formazione non equiparabile dovranno procedere con l’aggiornamento entro il 2017. Infine, coloro che sono addetti alla conduzione e hanno esperienza documentata almeno pari a due anni, dovranno effettuare l’aggiornamento entro il 13 marzo 2017.

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gennaio-febbraio 2016

tecnico

Vigneti: al via le richieste per le autorizzazioni nuovi impianti In Emilia Romagna 500 ettari a disposizione per l’assegnazione Dovranno essere presentate entro il 31 marzo e in via telematica per mezzo dell’applicativo reso disponibile sul SIAN, le richieste di autorizzazione per nuovi impianti vitati.

A dirlo è Dario Panelli, responsabile del settore vitivinicolo per Coldiretti Piacenza nel ricordare che dal 2016 l’impianto e il reimpianto di vigneti sono consentiti previa concessione di questa autorizzazione espressa in ettari e legata ad una specifica superficie. Per fare la domanda è sufficiente avere il fascicolo aziendale aggiornato e il possesso di superficie idonea ovvero non vitata o soggetta a vincoli che ne impediscono la trasformazione in vigneto.

“L’autorizzazione, spiega l’esperto, ha validità di tre anni ed è gratuita; a differenza di quanto avveniva in passato dunque su tali superfici, il produttore non potrà richiedere ulteriori contributi con le misure di ristrutturazione e riconversione dei vigneti.” La superficie messa a disposizione per l’assegnazione è pari all’1% della superficie vitata nazionale; una quota che, fa sapere Coldiretti Piacenza viene poi ripartita tra le varie regioni e che per l’Emilia Romagna raggiunge i 500 ettari totali. Qualora le richie-

ste siano superiori all’1% della superfice vitata nazionale l’assegnazione sarà fatta mediante il riparto proporzionale garantendo ad ogni singola regione la quota teorica e rendendo disponibile le superfici non assegnate alle regioni con richieste in eccesso.

“Le richieste di autorizzazione ammissibili secondo i criteri fissati, continua l’esperto, saranno tutte accettate se gli ettari richiesti sono inferiori a quelli disponibili. Solo per quest’anno, qualora le richieste ammissibili siano superiori alle disponibilità, le autorizzazioni saranno concesse in proporzione alla domanda effettuata mentre a partire dai prossimi anni saranno assegnati in base a criteri di priorità riconducibili all’età del produttore, a requisiti ambientali o all’incremento della competitività aziendale e di territorio.”

“Il rilascio delle autorizzazioni, conclude Panelli, avverrà entro il 1° giugno e, nel caso in cui l’assegnazione sia inferiore al 50% di quanto richiesto, il richiedente potrà rinunciare alla stessa entro 10 giorni. Le superfici rinunciate verranno poi riassegnate agli altri richiedenti o riportate all’anno successivo. Il produttore che ha ricevuto

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gennaio-febbraio 2016

tributario

Legge di Stabilità e Milleproroghe Tutte le novità in campo energetico Interessanti novità in campo energetico arrivano dalla legge di Stabilità in vigore dal 1° gennaio 2016.

Ad annunciarlo Emanuele Gonsalvi responsabile fiscale di Coldiretti Piacenza, nel sottolineare l’importanza che le disposizioni in questione ricoprono per il settore agricolo.

“Il provvedimento, spiega l’esperto, dispone in particolare l’esclusione nella stima della rendita catastale degli immobili dei gruppi D ed E di “macchinari, congegni, attrezzature e altri impianti, funzionali allo specifico processo produttivo. Questo comporterà benefici per gli impianti a fonti rinnovabili, tipicamente fotovoltaici, da accatastare o già accatastati.”

“Più in generale, aggiunge Gonsalvi, nel campo della produzione di energia rinnovabile nel settore agricolo, la nuova legge stabilisce che la produzione e la cessione di energia elettrica e calorica da fonti rinnovabili agroforestali, sino a 2.400.000 kWh/ anno, e fotovoltaiche, sino a 260.000 kWh/anno, nonché di carburanti e prodotti chimici di origine agroforestale provenienti prevalentemente dal fondo, effettuate dagli imprenditori agricoli, si considerano

produttive di reddito agrario. Oltre i limiti di cui sopra invece si utilizzerà il coefficiente di redditività del 25% dell'ammontare dei corrispettivi.”

Sempre in tema di valorizzazione delle produzioni energetiche rinnovabili, sono stati prolungati gli incentivi per i vecchi impianti a biomassa (estensione per 5 anni degli incentivi agli impianti a biomassa, biogas e bioliquidi sostenibili, che escono o sono usciti dal periodo incentivato entro la fine del 2016).

Restando in campo energetico, a seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legge 30 dicembre 2015 n. 210 di proroga di termini previsti da disposizioni legislative (il cosiddetto Milleproroghe), si segnala la proroga, per l'accisa agevolata riservata alla cogenerazione. Fino al 31 dicembre 2016 si continuerà dunque ad applicare la metodologia di calcolo stabilita dalla Delibera Aeegsi 16/98, con la riduzione del 12% dei parametri. “Tale proroga, conclude Gonsalvi, è riconducibile al ritardo nell'emanazione di un decreto per definire i nuovi coefficienti per il calcolo delle accise agevolate per i carburanti destinati alla produzione elettrica.”

Rinnovabili, dichiarazioni annuali di produzione e consumo da inviare entro marzo Tutti gli operatori elettrici, con impianti a fonte rinnovabile di potenza superiore a 20kW, ad esclusione degli impianti di biogas, devono inviare entro il 31 marzo la dichiarazione telematica di produzione e consumo degli impianti a fonte rinnovabile.

“I produttori di energia elettrica da fonte rinnovabile in regime di ritiro dedicato, spiega Sabrina Amendoni, responsabile del servizio per Coldiretti Piacenza dovranno effettuare, nei confronti del Gestore dei Servizi Elettrici, la cosiddetta Dichiarazione Fuel Mix indicando i quantitativi prodotti dalle diverse fonti energetiche. Per quanto riguarda invece la dichiarazione di consumo dovuta nei confronti dell’Agenzia delle Dogane, sempre a scadenza 31 marzo, la stessa varia a seconda della tipologia di impianto e della

potenza installata.”

Il mancato adempimento – ricordano da Coldiretti Piacenza - può determinare l’applicazione di onerose sanzioni e la sospensione degli incentivi o in alcuni casi anche la revoca con indennizzo.

L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha aggiornato per l'anno d'imposta 2015 i modelli “AD-1” per l’energia elettrica “AD-2” per il gas naturale, le relative istruzioni per la compilazione, nonché il software e le relative istruzioni, concernenti la dichiarazione di consumo per l'energia elettrica e per il gas naturale. Per gli impianti a fonte rinnovabile invece, i modelli per la dichiarazione annuale, così come le modalità di compilazione, non hanno subito sostanziali modifiche.

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gennaio-febbraio 2016

fiscale

Lavoro: i bonus per chi assume a tempo indeterminato La legge di stabilità ha prorogato anche per il 2016 le agevolazioni per la promozione delle forme di occupazione stabile, in particolare disponendo l’abbattimento contributivo correlato alle assunzioni a tempo indeterminato. Ad annunciarlo è Coldiretti Piacenza nel sottolineare però che le disposizioni, contenute nei commi tra il 178 ed il 180 della legge 28 dicembre 2015 n.208, ha ridotto l’ammontare e la durata delle facilitazioni.

Le nuove assunzioni a tempo indeterminato, fa sapere Coldiretti Piacenza sono, con eccezione del contratto di apprendistato, che ha una propria normativa incentivante, e del contratto di lavoro domestico, escluso per la evidente peculiarità, agevolate con un abbattimento della contribuzione a carico del datore di lavoro pari al 40%, con esclusione dei premi Inail.

Un’ulteriore novità è rappresentata dal fatto che anche per gli impiegati e quadri agricoli viene definita una procedura differente da quella ordinaria e per entrambe le categorie l’agevolazione verrà applicata con tetti prestabiliti di risorse (3.250 euro per ognuno dei due anni successivi alla instaurazione del rapporto) e quindi soggetta, come in passato, ad una procedura di assegnazione in base all’ordine

cronologico di presentazione della domanda che andranno indirizzate all’Inps.

La misura massima dei 3.250 euro, precisa l’Organizzazione, è calcolata per i rapporti di lavoro a tempo pieno ovvero di 39 ore. Per quanto concerne invece i rapporti a tempo parziale, questa va rapportata al numero di ore previste dal contratto. Le assunzioni incentivate non sono possibili per quei lavoratori che, negli ultimi sei mesi, sono stati titolari di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato o che sono stati in forza a tempo indeterminato in aziende con il medesimo datore di lavoro o con società ad esso collegate o da esso controllate nei tre mesi antecedenti il 1° gennaio 2016. Per i datori di lavoro agricolo, l’impedimento è limitato ai rapporti di lavoro a tempo indeterminato intrattenuti solo con altri datori di lavoro agricolo.

“In attesa, commenta Antonella Bazzini, responsabile ufficio Paghe di Coldiretti Piacenza, della pubblicazione da parte dell’Inps delle modalità operative per l’accesso alle imprese agricole alle misure agevolative, le realtà economiche interessate, potranno avvalersi degli uffici Coldiretti su su tutto il territorio per avere maggiori informazioni.”

Certificazione unica: anno fiscale 2016 Il datore di lavoro è tenuto a rilasciare una certificazione a coloro che hanno percepitonell’anno 2015 somme e valori soggetti a ritenuta. La CU si compone di due distinte sezioni: Una sezione per la certificazione dei redditi di lavoro dipendente ed una sezione per la certificazione dei redditi da lavoro autopnomo.

Si aggiunge un nuovo adempimento a carico dei datori di lavoro che dovranno trasmettere telematicamente entro il 7 marzo all’Agenzia delle Entrate la Certificazione Unica anche per le prestazioni dei professionisti/lavoratori autonomi come geometri, notai, veterinari e mediatori.

La consegna della certificazione Unica ai dipendenti va effettuata entro il 28 febbraio 2016 mentre l'invio telematico all'Agenzia delle entrate va fatto entro il 7 marzo 2016.

Per ogni tardiva od omessa comunicazione è prevista una sanzione di 100 euro per CU non trasmessa, tardiva od errata.

Stabilizzazione Bonus 80 euro La legge di Stabilità ha reso strutturale il bonus di 80 euro mensili che continua ad essere inteso come un credito da riconoscere in relazione alla durata del rapporto di lavoro.

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